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GSA srl Istanza di modifica sostanziale AIA Rev. 00 Data: 12/12/2016 Pagina 1 di 25 GSA SRL CIVITA CASTELLANA (VT) ISTANZA DI MODIFICA SOSTANZIALE AIA - DET.N. B6404 DEL 15/12/09 “VARIAZIONE GESTIONALE AI FINI AUMENTO CAPACITÀ DI TRATTAMENTO” DELL’IMPIANTO DI RECUPERO E TRATTAMENTO DI CIVITA CASTELLANA. SINTESI NON TECNICA

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CIVITA CASTELLANA (VT)

ISTANZA DI MODIFICA SOSTANZIALE AIA - DET.N. B6404 DEL 15/12/09

“VARIAZIONE GESTIONALE AI FINI AUMENTO CAPACITÀ DI TRATTAMENTO” DELL’IMPIANTO DI RECUPERO E

TRATTAMENTO DI CIVITA CASTELLANA.

SINTESI NON TECNICA

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SOMMARIO

1.0) PREMESSA ............................................................................................................................ 4

1.1) DESCRIZIONE SITUAZIONE ATTUALE................................................................... 5

1.2) DESCRIZIONE PROGETTO DI MODIFICA RICHIESTO .................................. 6

2.0) DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO DI TRATTAMENTO ESISTENTE ................... 7

2.1) DESCRIZIONE DEI PROCESSI DI TRATTAMENTO ................................................ 8

2.1.1. LINEA DI TRATTAMENTO RIFIUTI PERICOLOSI ...................................................................................... 8

2.1.2. LINEA DI TRATTAMENTO RIFIUTI NON PERICOLOSI .............................................................................. 9

2.2) DESCRIZIONE DEL PROGETTO DI MODIFICA OGGETTO DI REVISIONE

AIA .......................................................................................................................................................... 11

3.0) – VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLE MODIFICHE RICHIESTE ............. 14

3.1) EMISSIONI IN ATMOSFERA ........................................................................................... 15

3.2) SCARICHI IDRICI ................................................................................................................ 17

3.3) SUOLO E SOTTOSUOLO E ACQUE SOTTERRANEE ............................................... 19

3.3.1) ACQUE SOTTERRANEE .......................................................................................................................... 20

3.4) STIMA DELL’AUMENTO DI CONSUMI DI MATERIE PRIME ............................ 21

3.5) CONSUMI DI RISORSE IDRICHE ................................................................................. 21

3.6) CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA E COMBUSTIBILE ..................................... 22

3.7) RIFIUTI PRODOTTI DAL PROCESSO ......................................................................... 23

3.8) EMISSIONI SONORE .......................................................................................................... 23

3.9) TRAFFICO VEICOLARE INDOTTO ................................................................................ 23

4.0) CONCLUSIONI........................................................................................................................ 24

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Il presente documento è stato elaborato da dott. Isabella Monfroni – Via Benedetto Croce 24 – 00142 Roma

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1.0) PREMESSA

La società G.S.A. (Gruppo Servizi Ambientali) S.r.l. con sede in Civita Castellana (VT), Via

Monticelli snc - Località Gargarasse, gestisce fin dal 2002 un impianto di trattamento per

rifiuti pericolosi e non pericolosi, mediante procedimenti chimico fisici e biologici.

L’impianto, autorizzato all’esercizio con Delibera n° B6404 del 15/12/09 rilasciata dalla

Regione Lazio successivamente modificata e integrata nel corso del tempo, è finalizzato al

deposito preliminare, raggruppamento preliminare e trattamento di rifiuti liquidi speciali,

pericolosi e non pericolosi, con successivo scarico in acque superficiali, nel rispetto dei limiti

di legge.

Allo stato attuale l’impianto è autorizzato a ricevere un massimo di 330 ton/die (pari a

78.000 ton/anno) di rifiuti di cui massimo 200 ton/die di rifiuti classificati come pericolosi.

Nel corso degli ultimi anni, la società ha ottenuto dalla Regione Lazio l’autorizzazione ad un

aumento di capacità produttiva pari al 10% dei quantitativi autorizzati, a seguito di

opportune richieste di varianti non sostanziali, pertanto ha operato nel rispetto di tale nuova

capacità produttiva massima.

A seguito di favorevoli condizioni di mercato e sulla base di concrete esigenze emerse nel

territorio di insediamento, la Società ha valutato la possibilità di richiedere il consolidamento

e l’ampliamento dei tali modifiche autorizzative, rendendole strutturali e pertanto di

avanzare istanza per ottenere un incremento dei quantitativi di rifiuti NON pericolosi da

trattare in impianto.

Sulla base delle valutazioni tecnico progettuali effettuate l’impianto è in condizioni di

trattare fino a 500 ton/die di rifiuti senza che sia necessario apportare significative

modifiche all’assetto ed alle installazioni impiantistiche, pertanto l’oggetto dell’istanza di

incremento delle capacità operative autorizzate riguarderà un quantitativo massimo di 170

ton/die interamente riferite a rifiuti speciali NON pericolosi liquidi.

L’incremento richiesto si configura come “modifica sostanziale” dell’attività attualmente

autorizzata secondo la definizione di cui all’art.5, comma 1, lettera l-bis della Parte II del D.

Lgs. 152/2006 e s.m.i; pertanto si propone la presente istanza ai sensi di quanto previsto

all’art. 29-ter, comma 1 del citato decreto.

Sotto il profilo amministrativo si segnala che la variazione gestionale proposta,

configurandosi come modifica sostanziale, richiede la preventiva pronuncia di compatibilità

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ambientale e, a tal fine, la società ha già provveduto ad attivare la necessaria istruttoria

presso i competenti uffici dell’area VIA della Regione Lazio.

Il progetto proposto utilizza le Migliori Tecniche Disponibili di settore e prevede il pieno

rispetto dell’ambiente e delle risorse massimizzando la protezione delle matrici ambientali

interessate. Proprio in virtù di tale esigenza, il progetto di modifica che oggi si sottopone

alla valutazione degli Enti, prevede anche l’introduzione di alcune modifiche impiantistiche di

minore rilevanza che si intendono introdurre allo scopo di conseguire performance operative

ed ambientali sempre più incisive, nel rispetto delle procedure implementate nel quadro del

Sistema di Gestione Ambientale implementato dall’azienda e certificato ai sensi delle norme

internazionali vigenti.

Nell’elaborazione della documentazione allegata all’istanza sono state rispettate le

indicazioni e le linee guida per la compilazione delle varie parti della domanda di cui alla

DGR 288 del 16/05/2006.

1.1) DESCRIZIONE SITUAZIONE ATTUALE

L’installazione gestita da GSA srl è attualmente autorizzata, alla gestione di rifiuti pericolosi

e non pericolosi mediante operazioni di trattamento chimico fisico e biologico, in forza di

Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata con Det. N. B6404 del 15/12/2009 e smi, che

identifica le attività IPPC Categoria 5.1 e 5.3.

Le caratteristiche dimensionali dell’attività attualmente autorizzata sono le seguenti:

Capacità giornaliera di conferimento max 330 ton/die di rifiuti di cui max 200 ton/die

di rifiuti pericolosi

Capacità massima di conferimento 78.000 ton/anno di rifiuti in ingresso di cui al

massimo 39.000 ton/anno di rifiuti classificabili come pericolosi

Nel corso degli ultimi anni la GSA è stata autorizzata ad un incremento del 10% di rifiuti non

pericolosi in ingresso, sulla base di esigenze logistico/operative.

L’ultimo atto autorizzativo ufficiale in tal senso è la Det.N. G17493 del 04/12/2014 con la

quale è stata autorizzato l’incremento fino a scadenza dell’AIA vigente.

L’elenco dei codici CER pericolosi e non pericolosi autorizzati e le relative attività di

recupero/smaltimento è riportato negli allegati alla determinazione di AIA.

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Sono autorizzati n° 3 punti di emissione convogliata in atmosfera:

Punto di Emissione E5: dal generatore di vapore da 3 ton/h

Punto di Emissione E6: dal sistema di captazione e trattamento dell’aria esausta

(scrubber e filtro a carboni attivi)

Punto di Emissione E7: dal generatore di vapore da 5 ton/h

Sono autorizzati n° 2 punti di scarico idrico in corpo recettore superficiale (fosso Lombrica):

Scarico SF1: che recapita le acque industriali provenienti dal trattamento di

depurazione biologica

Scarico MNI1: che recapita le acque di seconda pioggia

L’impianto possiede le seguenti certificazioni:

UNI EN ISO 9001:2008 rilasciata da DNV con cert. N. 12572-2003-AQ-ROM-

SINCERT del 24/06/2003

UNI EN ISO 14001:2004 rilasciata da DNV con cert. N. CERT-68-2003-AE- ROM-

SINCERT del 17/09/2003

OHSAS 18001:2007 rilasciata da Global Spain con cert. N. 432026 del 02/06/2014

ed ha ottenuto la:

Registrazione EMAS n. IT- 001734 del 03/11/2015

1.2) DESCRIZIONE PROGETTO DI MODIFICA RICHIESTO

Le modifiche richieste da G.S.A. S.r.l. riguardano un aumento dei quantitativi in ingresso

riportati al precedente punto 2 senza alcuna integrazione dei codici CER attualmente

autorizzati e l’introduzione di alcune modifiche gestionali come di seguito specificato:

Modifiche alla capacità autorizzata

500 tonnellate giornaliere di rifiuti in ingresso, fermo restando il limite giornaliero di

200 ton/die di rifiuti classificati come pericolosi;

125.000 tonnellate annuali di rifiuti in ingresso, senza alterare il limite annuale dei

rifiuti classificabili come pericolosi, pari a 39.000 tonnellate.

Modifiche gestionali:

a) Nuove modalità di miscelazione dei rifiuti pericolosi e variazione della gestione degli

spazi adibiti allo stoccaggio e al trattamento dei gruppi di miscelazione, in cui si

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suddividono i codici CER autorizzati, e di variazione della destinazione delle vasche

da “vasche di stoccaggio” a “vasche di trattamento”

b) Modificazioni ed integrazioni alla Determinazione n. B6404 del 15/12/2009

successivamente modificata con Determinazione n. B1991 del 07/04/2010

Introduzione di migliorie impiantistiche:

c) Modifica alla linea di trattamento Fenton, che prevede la suddivisione del trattamento

in due distinti bacini (bacino di acidificazione e bacino di ossidazione), allo scopo di

facilitare il controllo operativo del processo e garantire una migliore stabilità alle

performance del trattamento

d) Sostituzione dell’esistente filtro a sabbia facente parte della linea di trattamenti

terziari delle acque reflue, con un sistema a tele filtranti maggiormente performante

e) Potenziamento dei trattamenti terziari delle acque mediante l’inserimento di uno

stadio di osmosi inversa

2.0) DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO DI TRATTAMENTO ESISTENTE

L’impianto, autorizzato all’esercizio con Delibera della Regione Lazio, n° B6404 del 15/12/09

successivamente modificata ed integrata, è finalizzato al trattamento di rifiuti liquidi speciali,

pericolosi e non pericolosi mediante operazioni di cui ai punti D9 e D8 dell’all. B alla Parte IV

del D.lgs. 152/2006 e smi, con successivo scarico in acque superficiali, nel rispetto dei limiti

di legge. Le attività autorizzate, comprendono, inoltre, il deposito preliminare il

raggruppamento ed il ricondizionamento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi (att.

D13 D14 e D15 dell’all. B al TUA). Per alcune tipologie di rifiuti sono autorizzate attività di

recupero R2/R5 ed R6, nel rispetto delle condizioni indicate nel DM 161/2002.

I rifiuti liquidi speciali pericolosi e non pericolosi in ingresso attualmente ammessi presso

l’impianto G.S.A. S.r.l. giungono all’impianto per lo più allo stato liquido o fangoso

pompabile.

Dal punto di vista qualitativo, le tipologie di rifiuti che la G.S.A. S.r.l. è autorizzata a trattare

possono essere così definite:

rifiuti di natura biologica di provenienza civile;

rifiuti di natura industriale a prevalente contenuto organico;

rifiuti di natura industriale a prevalente contenuto inorganico;

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rifiuti fangosi pompabili di varia natura.

Nell’allegato tecnico alla citata delibera di AIA sono elencati i codici CER pericolosi e non

pericolosi autorizzati e le relative attività di recupero/smaltimento.

L’impianto opera secondo le BAT di settore per ottimizzare la gestione dei rifiuti conferiti ed

garantire condizioni di massima cautela, sia per l’incolumità degli operatori sia per la tutela

da rischi di inquinamento ambientale.

Prima dei conferimenti ed in fase di accettazione vengono acquisite tutte le possibili

informazioni circa la natura dei reflui in ingresso:

natura del processo produttivo che ha generato il rifiuto,

analisi chimica del rifiuto

caratteristiche di pericolo eventuali.

All’atto del conferimento in impianto, si procede poi con una ulteriore fase di verifica

effettuata dal laboratorio di analisi interno al fine di stabilire:

la corrispondenza del rifiuto conferito con l’omologa condotta in fase di accettazione

il processo di trattamento più idoneo per ciascun rifiuto in ingresso.

Nei paragrafi successivi viene riportata la descrizione dei processi di trattamento previsti.

2.1) DESCRIZIONE DEI PROCESSI DI TRATTAMENTO

L’impianto gestito dalla G.S.A. S.r.l. opera attraverso due linee principali di trattamento,

l’una adibita al trattamento dei rifiuti pericolosi, l’altra al trattamento dei rifiuti non

pericolosi. Ognuna di queste linee si suddivide in ulteriori due linee di trattamento, in modo

tale che ogni rifiuto venga trattato compatibilmente con le sue caratteristiche chimico-fisiche

e sulla base delle analisi preliminari eseguite in laboratorio. Le diverse linee di trattamento

prevedono una sequenza di operazioni unitarie volte alla separazione delle sostanze

inquinanti al fine di ottenere, a valle, uno scarico in acque superficiali ampiamente

rispettoso dei limiti di legge.

2.1.1. LINEA DI TRATTAMENTO RIFIUTI PERICOLOSI

Dopo una eventuale fase di stoccaggio, i rifiuti pericolosi possono essere avviati a due linee

di trattamento diverse indicate come “linea trattamento 2*” e “linea trattamento 3”. Il

percorso varia a seconda della natura del rifiuto, delle sue caratteristiche chimico-fisiche e

del tipo di trattamento di smaltimento stabilito in laboratorio.

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Linea di trattamento 3

La presente è una linea di trattamento a caldo , basata su fasi successive di evaporazione,

concentrazione e distillazione, alla quale vengono alimentati i rifiuti pericolosi

prevalentemente costituiti da acque contaminate da solventi.

Scopo del trattamento è quello di rimuovere i solventi e altri inquinanti organici, suscettibili

di recupero presso impianti terzi all’uopo dedicati.

La frazione acquosa derivante dal trattamento viene avviata ad un successivo trattamento

in un reattore Fenton prima di essere inviata alla vasca di equalizzazione e trattamento e,

quindi, alla sezione di trattamento biologico.

La presente linea, analiticamente descritta nella documentazione tecnica allegata all’istanza

non subisce alcun tipo di modifica impiantistica nè variazioni dei parametri gestionali.

Linea di trattamento 2*

I rifiuti pericolosi che seguono la “linea di trattamento 2*” subiscono un trattamento di tipo

chimico-fisico. Per il trattamento chimico-fisico dei rifiuti pericolosi si utilizzano i reattori

individuati dai riferimenti CHI-FIS 1, CHI-FIS 2, CHI-FIS 5, CHI-FIS 6 e CHI-FIS 7. In

questa linea si lavora per lotti discontinui: la sezione è costituita da diverse fasi

(neutralizzazione, coagulazione chimica, ossidazione e/o riduzione chimica e precipitazione);

si ottiene una sospensione da inviare alla filtropressa o alla sezione di concentrazione /

essiccazione. Da questa linea di trattamento si ottengono, pertanto, un fango da smaltire

(CER 190205) ed un refluo che prosegue il trattamento di depurazione.

Anche la presente linea non subisce alcun tipo di variazione.

2.1.2. LINEA DI TRATTAMENTO RIFIUTI NON PERICOLOSI

I rifiuti non pericolosi, dopo passaggio attraverso un preliminare sistema di grigliatura che

ha lo scopo di separare i solidi grossolani (CER 190801), possono seguire due diverse linee

principali di trattamento, indicate come “linea trattamento 1” e “linea trattamento 2” a

seconda della loro natura, delle loro caratteristiche chimico-fisiche e del tipo di trattamento

stabilito in laboratorio.

Linea di trattamento 2

I rifiuti non pericolosi che seguono la “linea di trattamento 2” subiscono un trattamento di

tipo chimico-fisico. Per il trattamento chimico-fisico dei rifiuti non pericolosi si utilizzano i

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reattori individuati dai riferimenti CHI-FIS 8 e CHI-FIS 9. In questa linea si lavora per lotti

discontinui: la sezione è costituita da diverse fasi (neutralizzazione, coagulazione chimica,

ossidazione e/o riduzione chimica e precipitazione); si ottiene una sospensione da inviare

alla filtropressa. Da questa linea di trattamento si ottengono, pertanto, un fango palabile da

inviare a smaltimento dopo idoneo processo di disidratazione tramite filtropressatura (CER

190206) e dell’acqua reflua chiarificata che viene alimentata alla vasca di equalizzazione e

trattamento e quindi avviata al trattamento biologico.

Linea di trattamento 1

I rifiuti non pericolosi che seguono la “linea di trattamento 1”, dopo essere stati sottoposti

ad una fase di grigliatura iniziale, vengono inviati alle vasche di trattamento indicate come

vasca A, B e C, dove subiscono un trattamento preliminare che li prepara al passaggio nella

vasca di equalizzazione e trattamento.

Nella vasca di equalizzazione e trattamento confluiscono tutte le correnti acquose prodotte

dalle altre sezioni:

reflui provenienti dalla “linea di trattamento 2*” per rifiuti pericolosi;

acque provenienti da trattamento Fenton.;

acque da filtropressa A;

acqua di prima pioggia e lavaggio piazzali, preventivamente trattate.;

- reflui provenienti dalla “linea di trattamento 2” per rifiuti non pericolosi;

- concentrato dai processi a membrana.

Tutte queste correnti subiscono all’interno della vasca di equalizzazione e trattamento un

ulteriore processo di chiariflocculazione con latte di calce fino a valori di pH intorno a 10.5.

Successivamente avviene il passaggio nel sedimentatore primario. Da qui, la parte fangosa

viene inviata ad un trattamento di coagulazione-flocculazione, e, quindi, ad una filtropressa

dando luogo a fanghi denominati “Fanghi da Chimico-Fisico” (CER 190206) mentre il

chiarificato viene inviato alla sezione di trattamento biologico dove subisce il processo di

ossidazione per mezzo dei fanghi attivi.

La vasca di ossidazione biologica ha un volume di circa 4000 m3. In questa sezione avviene

la biodegradazione aerobica dei composti organici in alimentazione, la fase di nitrificazione e

di successiva denitrificazione.

Dalla vasca l’effluente passa ad un sedimentatore secondario. In questa fase si ottengono i

fanghi biologici che, dopo ispessimento, vengono filtropressati e, quindi, inviati allo

smaltimento finale come “Fanghi da trattamento biologico” (CER 190812) e una

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corrente depurata che è soggetta ad ulteriori trattamenti terziari finali prima di essere

scaricata. A valle del sedimentatore secondario si distinguono, pertanto, le seguenti unità di

trattamento terziario finale:

1. flottazione

2. filtrazione a sabbia

3. ozonizzazione

4. processi a membrana

Il processo di flottazione consente una riduzione dei solidi sospesi in uscita, migliorando

anche la resa del successivo processo di ozonizzazione.

Il processo di filtrazione si effettua tramite un trattamento meccanico, per mezzo del quale

si eliminano le impurità di diversa natura presenti in sospensione nell’acqua, che vengono in

tal modo trattenute nella stratificazione di quarzite.

Il trattamento con ozono può essere effettuato con tre unità di ozonizzazione in serie,

attivabili indipendentemente l’una dall’altra. L’ozono è un agente fortemente ossidante, che

opera una degradazione degli inquinanti ed è esente da inquinamento secondario. Un tale

trattamento migliora le caratteristiche generali delle acque.

Prima del loro scarico finale, le acque vengono, sottoposte ad ulteriori processi di

trattamento a membrana, utilizzando diverse unità filtranti poste in serie.

La corrente così trattata viene, infine, re-immessa nell’ambiente mediante scarico in acque

superficiali nel pieno rispetto dei limiti di legge.

2.2) DESCRIZIONE DEL PROGETTO DI MODIFICA OGGETTO DI REVISIONE AIA

Le varianti, oggetto di revisione dell’AIA vigente, che la società G.S.A. S.r.l. intende

effettuare nell’impianto di sua proprietà sono le seguenti:

a. Incremento della quantità massima giornaliera e annuale di rifiuti ricevibile

presso l’impianto, fermi restando i limiti corrispondenti ai rifiuti pericolosi

La G.S.A. S.r.l., sulla base della Determina n. B6404 del 15/12/2009 e smi con Determina

n. B1991 del 07/04/2010, è soggetta alle seguenti autorizzazioni rispetto alla quantità di

rifiuti conferibile in impianto:

330 tonnellate giornaliere di rifiuti in ingresso, di cui al massimo 200 tonnellate di

rifiuti classificabili come pericolosi;

78.000 tonnellate annuali di rifiuti in ingresso, di cui al massimo 39.000 tonnellate

di rifiuti classificabili come pericolosi.

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La modifica sostanziale richiesta dalla G.S.A. S.r.l. prevede l’aumento dei quantitativi in

ingresso precedentemente riportati, senza alcuna integrazione dei codici CER attualmente

autorizzati, come di seguito specificato:

500 tonnellate giornaliere di rifiuti in ingresso, fermo restando il limite giornaliero

dei rifiuti classificabili come pericolosi, corrispondente a 200 tonnellate;

125.000 tonnellate annuali di rifiuti in ingresso, senza alterare il limite annuale dei

rifiuti classificabili come pericolosi, pari a 39.000 tonnellate.

b. Nuove modalità di miscelazione dei rifiuti pericolosi e Variazione della

gestione degli spazi adibiti allo stoccaggio e al trattamento dei gruppi di

miscelazione, in cui si suddividono i codici CER autorizzati, e di variazione

della destinazione delle vasche da “vasche di stoccaggio” a “vasche di

trattamento”

La modifica delle modalità di miscelazione dei rifiuti pericolosi, prima del loro trattamento in

impianto, si è resa necessaria a seguito delle intervenute variazioni normative, a seguito

delle quali, non è più possibile procedere con il raggruppamento dei rifiuti sulla base delle

caratteristiche chimico merceologiche (ex allegato G).

Il raggruppamento e la miscelazione dei rifiuti a monte del trattamento, sulla base di

caratteristiche chimico fisiche e merceologiche analoghe e compatibili, è previsto dalle BAT

di settore, al fine di ottenere miscele di rifiuti ottimizzate ai fini del trattamento.

Le operazioni di miscelazione dei rifiuti non comporta comunque nessuna diluizione tra

i rifiuti incompatibili ovvero con la finalità di una diversa classificazione dei rifiuti

originari ai sensi dell’art. 184 comma 5 ter del D. Lgs. 152/2006, dal momento che tali

operazioni sono esclusivamente finalizzate all’equalizzazione del flusso di rifiuti da destinare

alle diverse linee di trattamento, all’interno dello stabilimento e non rappresentano in

alcun modo un operazione di gestione rifiuti a sé stante da cui potrebbero originare

flussi di rifiuti destinati al trattamento presso altri impianti terzi.

Per quanto attiene alle modalità di miscelazione, dettagliatamente descritte nella

documentazione tecnica allegata all’istanza, i componenti delle miscele vengono selezionati

in base alla compatibilità chimico/fisica tale da renderli idonei ai diversi tipi di trattamento.

Le modalità di miscelazione richieste dalla G.S.A. S.r.l. nell’ambito del presente studio sono

da considerarsi principalmente in deroga all’art. 187 in considerazione del fatto che le

caratteristiche chimico fisiche dei rifiuti trattati possono variare, pur nell’ambito della

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medesima tipologia, in relazione ai vari processi produttivi applicati dai conferitori e tale

variabilità conduce all’inevitabile attribuzione di caratteristiche di pericolo diverse anche a

flussi di rifiuti, che da un punto di vista tecnologico, possono e debbono essere trattati

all’interno del medesimo ciclo di trattamento.

La scrivente società dichiara, tuttavia, che la miscelazione in deroga richiesta non implica

nessuno dei rischi previsti all’art. 177, comma 4 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i., non è

suscettibile di accrescere l’impatto negativo sulla salute e sull’ambiente e risponde alle

migliori tecniche disponibili poiché finalizzata al corretto trattamento di smaltimento,

realizzato all’interno dell’insediamento oggetto del presente studio.

c. Modifiche ed integrazioni alla Determinazione n. B6404 del 15/12/2009

successivamente modificata con Determinazione n. B1991 del 07/04/2010

Le modifiche e le integrazioni alla Determinazione n. B6404 del 15/12/2009

successivamente modificata con Determinazione n. B1991 del 07/04/2010 sono le seguenti:

Modifica di alcune prescrizioni gestionali riportate nell’AIA.

Semplificazione delle procedure di accettazione per alcuni specifici CER,

particolarmente conferiti da privati: (200303 - residui della pulizia stradale, CER 200304 - fanghi

delle fosse settiche e CER 200306 - residui della pulizia delle fognature)

gestione del conferimento dei rifiuti in situazioni di emergenza: possibilità di ricevere

in impianto un rifiuto in una situazione non programmata e prevedibile in attesa del

certificato di analisi, ostacolando lo smaltimento illegale del rifiuto stesso.

Introduzione del processo di vagliatura a monte del trattamento dei rifiuti pericolosi:

tale processo si rende necessario per eliminare dal flusso dei rifiuti, destinati ai

trattamenti della linea pericolosi, eventuali residui solidi accidentalmente presenti in

tale flusso ed è di fondamentale rilevanza per garantire l’ottimale funzionamento

delle linee tecnologiche di trattamento. L’operazione di vagliatura preliminare dei

rifiuti è considerata tra le MTD per il trattamento chimico fisico dei rifiuti liquidi.

Miglioramento e razionalizzazione del processo Fenton, basato sull’utilizzo di due

bacini separati all’interno dei quali condurre le fasi successive di acidificazione e

Ossidazione. La separazione dei 2 bacini consente di automatizzare i controlli, le

regolazioni ed il dosaggio dei reagenti, in linea con quanto prescritto dalle BAT di

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settore per la conduzione di trattamenti chimico fisici, senza alcuna modifica delle

caratteristiche tecnico/dimensionali del trattamento.

Sostituzione dell’esistente filtro a sabbia con un sistema a dischi e tele filtranti. La

modifica impiantistica si rende necessaria per migliorare la rimozione dei solidi

sospesi nella corrente di acque di scarico e per diminuire la frequenza di smaltimento

delle sabbie impaccate, riducendo, nel contempo, anche i quantitativi di rifiuti da

avviare a smaltimento.

Introduzione del processo ad osmosi inversa come trattamento terziario idoneo per il

miglioramento del livello qualitativo dello scarico, nell’ottica del conseguimento di

sempre più elevate performance ambientali.

Le modifiche elencate al precedente punto C, rappresentano, per la maggior parte,

miglioramenti impiantistici adottati allo scopo di migliorare l’applicazione delle BAT di

settore, e non rappresentano, in nessun caso, la variazione di procedimenti tecnologici già

autorizzati, né l’inserimento di nuove linee di trattamento

Il presente progetto di modifica consentirebbe di mantenere inalterate tutte le fasi ad oggi

previste per il trattamento in impianto dei rifiuti non pericolosi, con riferimento quindi alle

“linee di trattamento 1” e “linee di trattamento 2” precedentemente richiamate.

Il sistema impiantistico dedicato al trattamento dei rifiuti non pericolosi risulta

sufficientemente dimensionato anche in relazione al quantitativo aggiuntivo richiesto dal

momento che i diversi rifiuti, indipendentemente dalle loro caratteristiche di pericolosità,

sono ricevuti durante tutto l’arco della giornata, per cui i volumi disponibili garantiscono una

gestione ottimale anche in caso di aumento dei conferimenti. Tuttavia ci si riserva la

possibilità di richiedere l’ampliamento del sistema di stoccaggio in adempimento alla

prescrizione n.45 di pag. 9 dell’Allegato Tecnico alla Determinazione n. B6404 del

15/12/2009, modificata con Determinazione n. B1991 del 07/04/2010.

3.0) – VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLE MODIFICHE RICHIESTE

Nel rimandare a quanto riportato nella documentazione tecnica allestita per la procedura di

VIA, per la dettagliata descrizione delle valutazioni effettuate sui diversi impatti, si

riportano, nel presente capitolo gli esiti delle valutazioni effettuate, evidenziando, in

particolare le tecniche adottate per minimizzarne i potenziali effetti negativi.

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In relazione alla richiesta di variazione in aumento dei quantitativi di rifiuti NON pericolosi

conferibili in impianto e della modifica del protocollo di miscelazione, gli aspetti ambientali

analizzati riguardano la valutazione dei possibili effetti prodotti dalle modifiche gestionali

progettate sui seguenti comparti:

Emissioni in atmosfera

Scarichi idrici

Suolo, sottosuolo e acque sotterranee

consumi di materie prime,

consumi di risorse idriche,

consumi di energia elettrica,

rifiuti prodotti dal processo

emissioni sonore,

traffico veicolare indotto.

3.1) EMISSIONI IN ATMOSFERA

La modifica in progetto prevede l’aumento quantitativo di rifiuti NON pericolosi

essenzialmente rappresentati da percolato di discarica proveniente dal bacino

geografico di insediamento dell’impianto;

Tale tipologia di rifiuti è attualmente già autorizzata e trattata presso l’impianto e

rappresenta mediamente il 60 % del quantitativo totale di rifiuti trattati nel corso

dell’anno, pertanto non sono prevedibili significative variazioni nelle caratteristiche

qualitative del refluo;

Tale tipologia di rifiuti viene oggi trattata “a freddo” nelle linee di trattamento 1 e 2,

pertanto alla variazione richiesta non è associato alcun aumento delle emissioni

provenienti dai generatori di vapore a cui sono associati i punti di emissione E7 ed

E5;

Già da alcuni mesi, l’azienda ha provveduto a sostituire il combustibile di

alimentazione dei generatori di vapore, passando dall’alimentazione a BTZ

all’alimentazione a GPL con conseguente riduzione degli impatti associati ai

generatori di vapore, a tal riguardo si segnala che il generatore di vapore a cui è

associato il punto di emissione E5 è attualmente spento e che, pertanto, il punto di

emissione E5 è temporaneamente disattivato;

Le emissioni in atmosfera, derivanti dal trattamento dei rifiuti oggetto di modifica

sostanziale sono già attualmente avviate ad un impianto di abbattimento ad umido

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(scrubber), il cui funzionamento è costantemente monitorato nel quadro del piano di

monitoraggio e controllo approvato in sede di AIA ed applicato dall’azienda;

Non sono prevedibili variazioni in aumento delle emissioni diffuse e/o fuggitive

associate alle fasi di stoccaggio dei rifiuti in ingresso, in quanto non è prevista una

modifica sostanziale delle volumetrie di stoccaggio ma una semplice riorganizzazione

ed ottimizzazione delle volumetrie disponibili.

Gli esiti delle valutazioni effettuate, analiticamente descritti nella documentazione allegata

allo Studio di Impatto ambinetale ed alla presente istanza portano a concludere che la

modifica richiesta non comporterà variazioni qualiquantitative degne di rilievo sulle

emissioni di cui al camino E6 (scrubber).

Si deve altresì sottolineare che la G.S.A. S.r.l. ha recentemente proceduto alla sostituzione

dell’impianto di trattamento dell’aria esausta cui corrisponde il punto di emissione E6, con

un nuovo sistema, di pari caratteristiche di quello precedente, ma tecnologicamente più

avanzato, in grado di assicurare con un ampio margine il rispetto dei limiti autorizzativi.

Relativamente alle emissioni dovute al traffico dei veicoli conferenti, e rimandando alla

documentazione tecnica allegata alla procedura di VIA per la trattazione di dettaglio, si

evidenzia, in questa sede, che si è provveduto a valutare il potenziale aumento del traffico e

la conseguente emissione di polveri, rilevando come sia prevedibile un aumento dei transiti

corrispondente a circa il 30% rispetto a quanto attualmente registrato.

Per il contenimento dell’impatto costituito dalle emissioni polverose sono state progettate e

realizzate le seguenti misure:

Realizzazione di un impianto di irrigazione lungo il tratto stradale afferente l’impianto,

da attivarsi in relazione alle condizioni meteorologiche

Elaborazione di una procedura di programmazione dei conferimenti che assicuri uno

scaglionamento del traffico lungo tutto l’arco della giornata lavorativa

Imposizione del limite di velocita (30 km/h) lungo il tratto stradale afferente lo

stabilimento – procedura già vigente

Programmazione di specifici momenti di formazione per gli autisti.

Peraltro, si sottolinea che il tratto stradale afferente l’impianto non è destinato ad alcun

altro utilizzo veicolare, dal momento che nella zona in cui sorge l’impianto non esistono altre

strutture o edifici degni di rilievo.

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Non si prevedono significative variazioni delle caratteristiche quali/quantitative delle

emissioni diffuse o delle emissioni odorigene, anche in considerazione del fatto che lo

sviluppo di odori molesti è legato ai criteri gestionali e non ai quantitativi in trattamento;

peraltro si sottolinea che negli anni di operatività dello stabilimento non sono mai state

evidenziati significativi superamenti dei limiti di emissione imposti dalle prescrizioni dell’AIA

vigente.

Si ritiene, pertanto efficace il sistema di procedure gestionali già adottato ed il programma

di monitoraggio e controllo attuato dall’azienda.

In considerazione del fatto che le modifiche gestionali oggetto della presente istanza non

prevedono nuove edificazioni o modifiche strutturali sui punti di emissione in atmosfera, e

altresì considerando che le analisi effettuate sulle serie storiche di dati meteoclimatici

relativi alla zona di insediamento non hanno evidenziato significative modificazioni

tendenziali negli anni recenti, rispetto al passato non si è ritenuto necessario ripetere la

modellazione, con specifici software, delle prevedibili ricadute degli inquinanti sul territorio

nel quale sorge l’impianto, rimandando alle valutazioni effettuate in sede di rilascio dell’AIA

vigente, che mantengono inalterata la loro validità. Tali valutazioni evidenziano che la

particolare conformazione del sito prescelto rispetto ai venti prevalenti e l’ubicazione in una

zona caratterizzata da scarsa densità di popolazione, contribuiscono a mitigare i potenziali

effetti negativi delle emissioni soprarichiamate.

3.2) SCARICHI IDRICI

L’impianto di che trattasi è attualmente autorizzato a n°1 scarico di acque reflue industriali

(SF1) che confluisce nel fosso Lombrica. Sulla base dell’Autorizzazione Integrata Ambiente,

si prevede uno scarico continuo, 24 ore al giorno, 7 giorni settimanali e 365 giorni l’anno.

In relazione all’andamento delle attività operative, prevalentemente concentrate in orario

diurno e nei giorni feriali, l’azienda si riserva la possibilità di interrompere lo scarico in orario

notturno, nei giorni festivi o nei periodi di inattività, dandone preventiva comunicazione

all’Ente di Controllo competente.

Nel punto di scarico finale è installato un contatore volumetrico che consente di determinare

con frequenza giornaliera la portata scaricata nel corpo ricettore; vengono inoltre eseguite

misure analitiche come descritte nella Tabella C9 del PMeC, che definisce parametri di

interesse, frequenza di controllo e metodi analitici.

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I report analitici che raccolgono i dati di monitoraggio e che vengono periodicamente

inoltrati agli enti di controllo, dimostrano come la società abbia garantito, nel corso degli

anni, il costante rispetto dei limiti autorizzativi, ottenuto attraverso una gestione ordinaria

dell’impianto condotta nel pieno rispetto delle prescrizioni autorizzative e sostenuta dal suo

vivo interesse per la tutela ambientale. A questo va aggiunto che la filiera di trattamenti

terziari contribuisce ad incrementare ulteriormente l’alto margine già riscontrato rispetto ai

valori di concentrazione ammessi. Si deve altresì considerare che la società ha inteso

ampliare la filiera di trattamenti terziari mediante l’inserimento di un processo di osmosi

inversa, con lo scopo di assicurare con un margine ancor più ampio la salvaguardia

ambientale nel punto di scarico in acque superficiali.

Il processo ad osmosi inversa è in grado di abbattere la salinità dell’effluente da trattare fino

a livelli del 99% e oltre, basandosi su di un processo fisico di membrane semipermeabili.

L’incremento dei quantitativi di rifiuti non pericolosi in ingresso potrebbe comportare una

variazione delle caratteristiche quantitative e qualitative della corrente alimentata

all’impianto biologico rispetto ai dati storici medi registrati. In considerazione

dell’importanza delle questioni introdotte, si sono volute eseguire indagini dettagliate,

utilizzando specifici programmi di simulazione, che in considerazione dei dati progettuali

dell’impianto e delle possibili caratteristiche qualitative e quantitative del refluo in

alimentazione confermano come l’impianto esistente presenti un ampio margine di

flessibilità rispetto alla possibile variabilità della corrente in alimentazione, ma che sia

comunque in grado di assicurare il rispetto dei parametri tabellari di scarico in

corrispondenza di vari scenari ipotizzabili.

Per il dettaglio si veda la relazione tecnica allegata all’istanza.

Per quanto attiene alla portata idraulica massima che, sulla base dei dati registrati si attesta

oggi intorno ai 700 mc/giorno, a fronte di un limite autorizzativo di 1200 mc/g, si è ritenuto

cautelativamente di stimare come prevedibile un incremento pari al 50% per i volumi di

acqua scaricata che verrebbero quindi ad attestarsi intorno al limite massimo autorizzato, in

regime di portata massima di scarico.

Tale situazione è compatibile con i limiti tecnologici attualmente autorizzati con l’AIA

vigente, tuttavia, considerando che le caratteristiche idrauliche del corpo idrico recettore –

Fosso Lombrica – sono compatibili con un aumento della portata massima di scarico,

l’azienda potrebbe valutare l’opportunità di richiedere un aumento della portata max di

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scarico fino a valori di 1500 mc/giorno, senza che questo si rifletta negativamente sul corpo

recettore.

Quanto in precedenza riportato induce a ritenere che le normali procedure di corretta

gestione dell’impianto, delineate nell’AIA vigente associate al periodico controllo di tutti i

parametri di qualità del processo e degli scarichi, siano ampiamente sufficienti a garantire il

contenimento dei rischi di impatto valutati.

Come già in precedenza accennato l’azienda intende potenziare la linea di trattamenti

terziari sostituendo l’attuale filtro a sabbia con un sistema a tele/dischi filtranti e mediante

l’inserimento di uno stadio di trattamento ad osmosi inversa a cui alimentare le acque

provenienti dallo stadio di nano filtrazione, con l’obiettivo di controllare, in modo ancor più

efficace e definitivo le concentrazioni saline (in particolare cloruri) nelle acque di scarico.

3.3) SUOLO E SOTTOSUOLO E ACQUE SOTTERRANEE

Come già ampiamente ricordato, le modifiche proposte con la presente istanza riguardano

esclusivamente procedure gestionali, senza necessità di interventi strutturali.

Allo stato attuale, sono implementate le seguenti misure di contenimento del rischio di

accidentali sversamenti che potrebbero interessare il suolo, sottosuolo e acque sotterranee:

1. L’area di scarico/carico è adeguatamente pavimentata e munita di cordolo di

contenimento. Le acque meteoriche, gli scarichi provenienti dal lavaggio degli

automezzi ed eventuali sversamenti defluiscono verso un pozzetto di raccolta e di qui

inviati ad un trattamento dedicato.

2. Durante le fasi di carico dei serbatoi per il trattamento dei rifiuti pericolosi potrebbe

verificarsi lo sversamento accidentale di reflui sul piazzale sottostante. A questo

proposito, l’intera area d’impianto è dotata di pavimentazione industriale in

calcestruzzo e di pozzetto di raccolta da cui il refluo viene rinviato al trattamento.

3. Durante le fasi di carico dei serbatoi per il trattamento dei rifiuti non pericolosi

eventuali accidentali sversamenti vengono raccolti nelle vasche di accumulo

immediatamente sottostanti e rinviati al trattamento.

4. Durante la fase di carico, ma anche a causa di rottura o perdite impreviste dei

serbatoi di stoccaggio, si potrebbe verificare lo sversamento accidentale di reflui sul

terreno; per tali motivi i serbatoi di stoccaggio sono dotati di bacini di contenimento

realizzati in cemento armato adeguatamente impermeabilizzato. L’eventuale

svuotamento delle vasche di contenimento avviene con l’ausilio di una pompa

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centrifuga autoadescante, consentendo quindi di svolgere questa operazione in

assoluta sicurezza.

5. La pavimentazione industriale in calcestruzzo sopra menzionata funge anche da

barriera per il dilavamento di eventuali acque di lavaggio o superficiali. Queste

vengono poi convogliate nella rete di raccolta presente, e quindi inviate al

trattamento previsto.

6. L’acquifero sottostante l’area d’impianto risulta avere una vulnerabilità medio-bassa,

come evidenziato negli studi geologici effettuati in sede di rilascio dell’AIA e, più

recentemente, in occasione dell’attivazione della procedura di VIA.

Si rammenta, inoltre, che la società ha provveduto ad elaborare lo studio di verifica

dell’assoggettabilità alla “relazione di riferimento”, secondo quanto prescritto dalle modifiche

normative recentemente introdotte (D.lgs. 46/2014).

Lo studio effettuato, già inoltrato presso la competente struttura regionale, evidenzia che i

rischi di contaminazione di suolo, sottosuolo e acque sotterranee, associabili alla gestione

dell’impianto, anche in presenza delle integrazioni richieste, appaiono totalmente accettabili.

3.3.1) Acque sotterranee

Con riferimento alla verifica della qualità delle acque sotterranee si sottolinea che l’azienda

ha provveduto ad effettuare uno studio sul chimismo dell’acquifero locale, basato su

prolungate campagne di campionamento ed analisi delle acque emunte dai tre piezometri

installati presso il sito dell’impianto ed alla successiva trattazione statistica dei relativi

risultati ottenuti, associata a valutazioni di carattere geologico ed alla ricerca di specifiche

fonti bibliografiche.

Gli esiti di tale studio hanno consentito di definire valori in linea con le caratteristiche degli

acquiferi locali, che si possono, pertanto, considerare come CSC sitospecifiche.

Elemento Media s a X critico CSC Pozzo rif.

As mg/L 19 5 1,0% 35 35 PZ2

Fe mg/L 335 282 1,0% 1118 1200 PZ3

F mg/L 2011 488 1,0% 3366 3400 PZ1

Mn mg/L 147 36 1,0% 246 250 PZ3

Ni mg/L 20 3 1,0% 28 30 PZ2

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3.4) STIMA DELL’AUMENTO DI CONSUMI DI MATERIE PRIME

L’operatività ordinaria dell’impianto richiede l’utilizzo di varie sostanze chimiche nei diversi

stadi del processo produttivo, ovviamente, non tutti gli additivi e le materie prime sono

influenzati dalla richiesta di aumento della capacità produttiva dell’impianto, ma lo sono

soltanto quelli utilizzati nelle fasi di trattamento dei rifiuti non pericolosi:

a) Cloruro ferrico sol. 41 %

b) Calce idrata fiore

c) Polielettrolita cationico.

l dettaglio delle valutazioni e delle stime effettuate per stimare la portata di tale aumento è

illustrato nel dettaglio nell’ambito dello studio di impatto ambientale.

In questa sede ci si limita a riepilogare le stime effettuate che sono le seguenti:

a) Cloruro ferrico sol. 41 % = aumento pari a circa 45%

b) Calce idrata fiore = aumento pari a circa il 36 %

c) Polielettrolita cationico = aumento trascurabile

Inoltre, si vuole sottolineare che indipendentemente dalla modifica richiesta, si può

registrare, anno dopo anno, una variazione sia quantitativa sia qualitativa degli additivi

utilizzati, mediante l’inserimento di nuovi prodotti chimici o l’eliminazione di quelli utilizzati

in passato, tali considerazioni devono essere interpretate alla luce delle caratteristiche di

ordinaria gestione dell’impianto.

3.5) CONSUMI DI RISORSE IDRICHE

Coerentemente con quanto previsto dall’Autorizzazione Integrata Ambientale, la società

G.S.A. S.r.l. procede con un monitoraggio mensile dei consumi di risorse idriche, suddivisi

nei diversi utilizzi specifici (uso industriale, uso irrigazione, uso igienico-sanitario e fornitura

Veteres). Considerando la diversità delle attività e dei processi che si svolgono in impianto e

che richiedono l’utilizzo di acqua, si riscontra che la maggioranza dei consumi di tale risorsa

è attribuibile alla “linea di trattamento 3” e, nello specifico, al funzionamento della torre

evaporativa, a servizio dei vari condensatori presenti e del sistema atto a generare le

condizioni di vuoto per le fasi di evaporazione, concentrazione e essiccazione. In ragione di

queste argomentazioni, si può concludere, analogamente a quanto si vedrà per l’energia

elettrica e il combustibile, che il progetto di modifica presentato non impatta in maniera

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considerevole e sostanziale sui consumi delle risorse idriche. Tale modifica potrebbe

eventualmente generare l’aumento di un quantitativo di acqua proporzionale al maggior

consumo di calce, al fine di preparare una soluzione di concentrazione compresa tra il 10 %

e il 15 %.

Sulla base delle stime effettuate, nel capitolo precedente, in relazione al consumo di calce

idrata fiore, si può stimare che il maggior consumo di acqua necessario per la preparazione

della soluzione di concentrazione compresa tra il 10% e il 15% si attesti intorno a 1800-

2000 ton/anno.

Dai dati registrati dall’impianto il consumo medio annuale di acqua per tutti gli utilizzi

d’impianto risulta essere mediamente di circa 137.000 ton/anno, pertanto l’aumento stimato

si attesta tra l’1,3% e l’1,5 % rispetto al consumo attuale.

Per quanto riguarda i consumi di risorse idriche riferiti ad uso irrigazione, igienico-sanitario e

fornitura Veteres, tali quantitativi resterebbero costanti o comunque le possibili oscillazioni

non potranno di certo essere in alcun modo correlate al progetto di modifica richiesto.

3.6) CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA E COMBUSTIBILE

In ragione della natura propria del progetto di modifica sostanziale richiesto che, come già

specificato, interessa solamente l’incremento del limite dei quantitativi dei rifiuti non

pericolosi conferibili in impianto; come ampiamente descritto nel capitolo 2 della presente, i

rifiuti liquidi non pericolosi sono avviati alle linee di trattamento a freddo.

Per tale motivo è possibile affermare che non si possono associare a tale modifica variazioni

del consumo di combustibile utilizzato dai generatori di vapore a servizio dell’impianto, il

quale è da riferirsi alla filiera dei processi, prevista nella “linea di trattamento 3”, di

evaporazione, concentrazione essiccazione e distillazione a cui sono destinati i rifiuti

pericolosi.

Anche per i consumi di energia elettrica, nonostante il fatto che siano attribuibili ad ogni

fase di trattamento prevista nell’impianto gestito dalla G.S.A. S.r.l., si può giungere alle

stesse conclusioni. Il maggior consumo energetico prevedibile per la lavorazione dei nuovi

flussi di rifiuti è irrilevante soprattutto se rapportato alla totalità dei consumi di energia

elettrica ad oggi registrati, i quali, negli anni 2013/2014 si aggirano mediamente sui 3

Milioni di KW annui. .

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3.7) RIFIUTI PRODOTTI DAL PROCESSO

Le valutazioni effettuate, indicano che, nel caso in cui il quantitativo annuale dei rifiuti in

ingresso aumentasse del valore richiesto, si avrebbe una variazione della produzione dei

fanghi con CER 190206 pari allo 0.1%. Il dato risultante è il medesimo per entrambi gli anni

di riferimento.

Non si possono invece ipotizzare possibili incrementi della produzione dei fanghi biologici

(CER 190812) in quanto il progetto presentato non causa aumenti importanti del carico

organico e quindi possibili variazioni positive degli SST rispetto a quanto sino ad oggi

registrato.

3.8) EMISSIONI SONORE

Sulla base delle modifiche richieste, è lecito concludere che non ci si possano attendere

impatti rilevanti, generati dal progetto di modifica richiesto, sulle emissioni sonore, tali da

richiedere specifiche misure di contenimento.

Si rammenta, peraltro, che l’azienda provvede al monitoraggio delle emissioni sonore, con

frequenza biennale, sulla base delle prescrizioni dell’AIA vigente; qualora si dovessero

verificare inattesi innalzamenti del livello di pressione sonora, associabili all’aumento dei

quantitativi di rifiuti trattati si provvederà alla progettazione di opportuni sistemi di

contenimento.

3.9) TRAFFICO VEICOLARE INDOTTO

Come appare evidente la principale linea di impatto associata alla richiesta di aumento dei

quantitativi di rifiuti trattabili nell’impianto gestito da GSA srl, è da ricercarsi nell’aumento

del traffico veicolare indotto e riferibile alle seguenti tipologie di transiti:

Veicoli trasportanti i rifiuti in ingresso all’impianto

Veicoli trasportanti rifiuti in uscita dall’impianto

Veicoli destinati al trasporto di materie prime, pezzi di ricambio, attività manutentive

L’aumento di capacità produttiva richiesto con la presente istanza, rappresenta un aumento

di circa il 50% rispetto alle capacità attuali, purtuttavia, le tre tipologie di transiti

soprarichiamate, sono influenzate in modo sensibilmente diverso dall’aumento di capacità

produttiva richiesto, rendendo necessaria una stima ragionata dell’impatto indotto sul

traffico veicolare.

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Rimandando alla relazione di VIA per l’esplicitazione dei criteri di calcolo adottati per

effettuare tale stima, ci si limita, in questa sede, a ricordare che l’aumento del traffico

veicolare indotto dall’incremento prestazionale richiesto si attesterà intorno al 30,5 %

rispetto all’attuale.

Il numero di veicoli stimabili come aggiuntivi a quelli che attualmente gravitano

sull’impianto è pari a circa 6/7 veicoli/giorno e non si ritiene possibile che possa essere

ridotto, considerando che le attività di trasporto sono già oggi estremamente ottimizzate

applicando tutte le possibili buone prassi logistiche.

Va altresì rilevato che l’impianto di che trattasi è collocato a margine della zona industriale

di Civita Castellana, nella quale è presente un reticolo viario più che idoneo a sostenere il

traffico pesante generato dalle attività industriali/artigianali/commerciali ivi insediate e che

un incremento di 6/7 veicoli pesanti al giorno rappresenta un incremento inferiore al 10%

rispetto all'intero traffico veicolare che in tale zona si registra.

4.0) CONCLUSIONI

Quanto riportato nell’ampia documentazione tecnica allegata allo Studio di impatto

ambientale ed all’istanza di revisione dell’AIA e riassunto nella presente, permette di

dimostrare come l’impianto di trattamento gestito dalla scrivente società abbia una

potenzialità tale da consentire l’incremento dei quantitativi dei rifiuti in ingresso fino a 500

tonnellate giornaliere e 125.000 tonnellate annuali, fermi restando gli attuali limiti inerenti i

rifiuti pericolosi, e che tale modifica consenta comunque il rispetto dei limiti autorizzativi alle

emissioni con un ampio margine di sicurezza.

La presente modifica non comporta una variazione significativa del consumo di risorse

naturali e dei rifiuti prodotti, in termini quantitativi e qualitativi. In aggiunta, non possono

correlarsi ad essa rischi di incidente, in quanto non prevede l’introduzione di sostanze

pericolose differenti da quelle attualmente utilizzate in impianto e/o l’utilizzo di tecnologie

cui associare una probabilità di comparsa di eventi indesiderati che possano compromettere

la sicurezza sia dell’ambiente sia del personale addetto.

La complessità di controlli eseguiti e la politica ambientale perseguita dalla G.S.A. S.r.l. che

per altro ha comportato e comporta anche importanti costi, considerando inoltre i dati molto

positivi trasmessi sino ad oggi, sono gli elementi che certificano la possibilità dell’impianto di

far fronte all’aumento dei quantitativi in ingresso, a parità di rese di depurazione.

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Le performance dell’impianto di recupero e smaltimento gestito dalla G.S.A. S.r.l. ed i

risultati ottimali raggiunti nei diversi controlli previsti da PMeC e comunicati annualmente

agli enti preposti, in particolare durante il periodo transitorio di autorizzazione ad un

incremento del 10 % dei rifiuti non pericolosi in ingresso, supportano la tesi per cui si possa

comunque garantire un massimo rispetto ambientale, anche in corrispondenza di un

quantitativo maggiore dei rifiuti in ingresso.

Il progetto in questione deve essere considerato unitamente alla gestione posta in essere

dalla G.S.A. ed ai valori che la contraddistinguono, alla base di scelte prese nell’ottica di un

miglioramento dell’impianto nei suoi diversi aspetti, quindi tecnico, logistico, organizzativo,

che consentano per altro un utilizzo più consono delle risorse a disposizione, commisurate

alle reali esigenze.