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HOUSE ORGAN DELL'AZIENDA SANITARIA DI FIRENZEMarzo 2013

SOMMARIO

La banca biologicadei bimbi per farli crescere sani p. 4

di Simonetta Pedone

San Salvi ultimo attoChiude la residenzapsichiatrica “I girasoli" p. 2

di Isabella Frati

Mamme, bambini, coppiee ragazzi dicono ciao allestanze degli Innocenti p. 5

di Isabella Frati

Si impara in orariodi lavoro: “a scuola”in 500 nella Sud-Est p. 5

di Paola Francioni

È in arrivo un trenocarico di… ansia e tensione p. 6

di Alessandro Bottai

È primaveraStarnuti in arrivo p. 7

di Maria Loredana Iorno

I corsi di formazionein programma a maggio p. 8

Spettacoli, terme, giteUn po’ di svago in Azienda p. 8

Ospedali a misura di donna. Più vicini alle esigenze, alle necessità, ai bisogni e alle sensibilità dell’altra metà del cielo. È il progetto dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (O.N.Da) al quale l’Azienda sanitaria di Firenze aderisce ormai da cinque anni. Bagnati da quest’onda vengono premiati gli ospedali italiani che curano patologie appartenenti al mondo delle donne, ponendo l’utenza femminile al centro del percorso diagnostico terapeutico, sostenendo e rafforzando il modello di cultura relativo alla salute di genere. Si tratta di un programma speciale di segnalazione degli ospedali, basato sul loro livello di “women friendship”, ovverosia il grado di attenzione posta alle aree mediche dedicate alle patologie femminili. Il programma è volto a identificare delle realtà cliniche e/o scientifiche all’avanguardia nel panorama sanitario italiano.

È l’artefice della Terapia ricostruttiva interpersonale nota agli esperti come IRT. Lorna Smith Benjamin è una psichiatra americana che si è occupata a lungo di bambini con infanzie atroci e un passato di sofferenza che li ha segnati per il resto della vita.È stata ospite il 14 marzo scorso dell’Azienda sanitaria di Firenze per la quale ha tenuto all’aula Muntoni dell’ospedale San Giovanni di Dio un seminario su “Trattare rabbia, ansia e depressione trattando i disturbi della personalità”.

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Francesca Ciraolo - Maria Leoni Guido Guidoni - Daniele Pugliese

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Questo al fine di facilitare la scelta del luogo di cura, prevedendo anche la possibilità di ricercare via internet (http://www.bollinirosa.it/) la struttura più vicina e adatta alle proprie esigenze, e/o di recensire poi la propria opinione sui servizi premiati con i bollini rosa, sul modello dei “tripadvisor” che usiamo per ristoranti o alberghi.Nella nostra azienda per offrire facilitazioni all’utenza femminile sono state realizzate una serie di prestazioni raggruppate in un unico pacchetto, attraverso il quale la donna, ad esempio in gravidanza, può accedere a gran parte di quei servizi che la sua situazione richiede: il servizio dietetico o, qualora ce ne fosse bisogno, il servizio diabetico o ginecologico. Oppure se in menopausa, il pacchetto dedicato comprendente più servizi come quello del metabolismo osseo rilevato con Moc, quello cardiovascolare, eccetera.Nel biennio 2012-2013 è stato premiato l’ospedale Piero Palagi nel quale sono in funzione numerosi servizi destinati prevalentemente o esclusivamente all’utenza femminile: attività consultoriali ostetrico ginecologiche, fra cui l’accettazione anche in urgenza per interruzione volontaria di gravidanza e la successiva preospedalizzazione per l’intervento che viene eseguito presso il blocco operatorio del Palagi. E ancora il centro unico di secondo livello per la diagnosi prenatale, il day service per la patologia dell’endometrio, il trattamento in day surgery di molte condizioni e patologie dell’apparato riproduttivo, il servizio di dietetica. Per alcune patologie o complicanze legate sempre alla menopausa o ad altre problematiche di salute specifiche della popolazione femminile, sono attivi protocolli di intervento d’intesa con le strutture di cardiologia e reumatologia.Il riconoscimento ottenuto dall’ospedale Palagi si aggiunge a quello ricevuto nel 2008 dell’ospedale del Mugello per la sua eccellenza sia in ambito organizzativo che professionale e culturale nell’assistenza alla popolazione femminile.Ora è appena stato aperto il bando per la candidatura degli ospedali

per il biennio 2014-2015 e l’Azienda promuoverà anche questa volta la candidatura di alcuni dei suoi presidi. È ormai divenuta un’esigenza del sistema sanitario quella di tener conto delle differenze esistenti nella manifestazione, nell’approccio e nel trattamento delle malattie croniche fra maschi e femmine, ovvero sia di avere un’impostazione metodologica che viene definita “medicina di genere”. Sviluppare un approccio diagnostico e terapeutico che tenga conto delle differenze dei sessi può consentire di migliorare non poco la salute delle donne.Infatti, ancor oggi, purtroppo, le disuguaglianze di accesso ai servizi sanitari vedono la donna in posizione svantaggiata rispetto all’uomo, anche a causa di problematiche socio-culturali. Basti pensare al solo fatto che in una famiglia, allorché è alla donna cui capita

ammalarsi, ne viene a risentire subito l’organizzazione “domestica”, che solitamente è da lei curata, così che il cerchio di coinvolgimento si allarga prepotentemente verso i familiari che con quella malattia devono farne i conti sotto tutti gli aspetti.Favorire la crescita della prospettiva di genere in sanità e porre l’attenzione alla donna nell’ottica di paziente/utente, aggiunge maggiore qualità e valore alla risposta del sistema sanitario pubblico. Molte sono le iniziative che possono essere messe in atto per migliorare i servizi dedicati alla popolazione femminile in termini di orientamento, informazione, prevenzione, assistenza, insieme alla crescita culturale e sensibilizzazione del personale sanitario.

Francesca CiraoloP. O. S.anta Maria Annunziata programmazione

Maria LeoniP. O. Firenze Centro

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Il seminario era organizzato dal dipartimento delle dipendenze. È lì che è stato possibile intervistarla.Lei è stata insignita di numerosi premi e riconoscimenti internazionali per i suoi lavori Diagnosi interpersonale e trattamento dei disturbi di personalità e La terapia ricostruttiva interpersonale: promuovere il cambiamento in coloro che non reagiscono. Se dovesse spiegare in estrema sintesi a uno studente del primo anno di università che cos’è la Terapia ricostruttiva interpersonale cosa le direbbe?L’essenza è che gli schemi di personalità e le modalità interpersonali si creano e si stabiliscono nelle interazioni con le prime figure di attaccamento e accudimento nell’infanzia, attraverso un processo molto semplice che io chiamo il processo di “copia”. Ci sono sostanzialmente tre processi di copia: il primo consiste nel comportarsi come si comportavano le persona che ci sono state vicino da piccoli; il secondo nel relazionarsi agli altri come ci si relazionava con quelle persone; e il terzo nel trattare noi stessi come si veniva trattati da esse. Questo vale anche per quegli aspetti della personalità che si manifestano con un sintomo di ansia, rabbia o depressione. Anche questi sintomi o altre forme inappropriate di felicità, per esempio la maniacalità, vengono attivati da determinate fonti di stress in modi particolarmente collegati alle interazioni apprese nella relazione con le figure di accudimento. Una persona che è particolarmente litigiosa e si mette in polemica con tutti senza un valido motivo, molto probabilmente è cresciuta in un ambiente che ha visto molti conflitti. È possibile che questo comportamento sia stato anche parzialmente efficace durante l’infanzia per ottenere qualcosa: alcuni bambini possono sperimentare che essere autoritari con i genitori può essere efficace, ma in età adulta questo può diventare un problema. Se una persona è cresciuta con genitori ipercritici, per esempio, può ripetere questo schema diventando a sua volta una persona ipercritica nei confronti dei figli o del coniuge, oppure mettendosi con qualcuno

che la critica così da riattivare la stessa modalità di relazione, o, infine, essendo ipercritica nei propri confronti. Fa questo perché così si faceva in famiglia, che questo atteggiamento sia funzionale e adattivo o non lo sia. Continuerà ad avere questo atteggiamento anche se non è rispondente alla realtà perché sente che è “la cosa giusta da fare”, anche se è irrazionale.Lo facciamo per sentirci sicuri, perché abbiamo imparato che la lealtà verso la nostra famiglia ci rende sicuri, e la regola di base per la sopravvivenza nei gruppi di primati è fare quello che è già stato fatto e collaudato. Questo spiega perché le persone sono arrabbiate in un certo contesto, perché esprimono certe emozioni o sono ansiose per quello che sentono. Obiettivo della terapia è far vedere cosa si sta copiando e perché, ed aiutare a trovare il proprio modo di fare, invece di ripetere quanto già vissuto. Ma bisogna decidere di cambiare e non è facile perché il cambiamento fa un enorme paura, e spesso comporta di ottenere il permesso dalla famiglia che ci si porta in testa di fare qualcosa di diverso. Solo a quel punto ci si può avvalere di quegli strumenti, come per esempio gli esercizi di meditazione,

o le tecniche psicoterapeutiche che consentono di innescare una modificazione comportamentale.Prima di poter innescare questa modificazione, par di capire, secondo lei lo psicoterapeuta ha bisogno di instaurare un rapporto che per il paziente rappresenti una esperienza correttiva nella quale riesca a disfarsi degli apprendimenti passati evitando la riproposizione delle interazioni interpersonali apprese in tenera età. La biologia ci insegna che, nella relazione tra adulti e piccoli, ci sono delle condizioni perché si crei l’attaccamento: la disponibilità delle figure che ci circondano di essere morbide, accoglienti, presenti, vicine. Direi abbracciabili. Sì, proprio l’abbraccio che rassicura, mostra la presenza, risponde agli stimoli e all’interazione. Nemmeno l’alimentazione nelle prime fasi di vita è così importante: l’attaccamento è molto più potente e si basa proprio solo su ciò che ci è vicino, su quello che conosciamo e che abbiamo di sicuro. Non è dunque solo l’attaccamento al seno?No. L’attaccamento è qualcosa che nasce dalla capacità del genitore di essere morbido e accogliente. Il primo riflesso dopo la nascita è

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quello della prensione: serve proprio per attaccarsi fisicamente. Anche da adulti ci rassicura e ci calma moltissimo il contatto ventrale, “pancia a pancia”: calma, rilassa e attiva tutte le componenti chimiche che ci permettono di sentirci sicuri. Per esempio la serotonina e la dopamina. Perciò l’abbraccio è il migliore farmaco naturale di cui l’umanità disponga. Ed è un gesto che ha una grandissima importanza nell’attaccamento. Il cibo è molto importante, se manca quello non hai l’energia per fare alcunché, però per un primate l’attaccamento all’altro, alla comunità, è l’unica cosa che garantisce la sopravvivenza.Ma quindi questo riguarda entrambi i genitori, sia il padre che la madre?Certamente. I padri sono importantissimi, tutti i giorni. Non contribuiscono “una volta sola”. Anche il loro comportamento verrà copiato, come quello di un fratello più grande, di un cugino, o di un bambino che viveva nella stessa strada e magari faceva paura. Insomma di chi era presente. Le parole che ci diciamo in testa quando da grandi si è delusi di se stessi nella maggior parte dei casi è

quella di mamma o papà o di queste persone.Torniamo al rapporto tra psicoterapeuta e paziente.La figura di attaccamento regola il funzionamento del sistema simpatico e parasimpatico, altrimenti noti come “sistema minaccia” e “sistema sicurezza”. Quella figura insegna a riconoscere cos’è una minaccia e come cercare un senso di sicurezza, funzioni fondamentali per sopravvivere anche più del trovare l’alimentazione per avere energia. Questo sistema ci da particolari emozioni quando ci sentiamo “sotto pericolo” e queste emozioni predispongono a un comportamento adattivo: la rabbia prelude alla lotta, all’attacco; l’ansia alla fuga o all’attivarsi per gestire la minaccia; la depressione alla rinuncia, alla resa totale, al ritrarsi. Tutte queste reazioni hanno comunque a che vedere con il sentirsi dinanzi a qualcosa che ci mette in allarme e ci fa sospettare un pericolo. Rabbia, ansia e depressione sono reazioni naturali, ovvie e pertinenti in alcuni contesti e sono attivate proprio dalle figure di attaccamento, da questa base emotiva, appresa nell’infanzia,

per trovare sicurezza. Ma quando sono associate in modo inappropriato allo stimolo e si sperimentano in un contesto sbagliato nel quale non è giustificato provare quelle emozioni, allora diventano patologiche.In terapia, dunque, l’obiettivo è quello di ricodificare gli apprendimenti di un individuo la cui madre gli ha a lungo detto “se mi lasci sola starò malissimo e morirò di dolore”. Bisogna riallineare quegli apprendimenti in modo sano, come adulto membro di un gruppo, il cui obiettivo è quello di essere autonomo e capace di muoversi nella comunità. Per fare questo bisogna spezzare le vecchie norme a cui si aderisce dall’infanzia, per cui occorre una base nuova che consenta di attuare la transizione ed è lì che entra il terapeuta il quale temporaneamente favorisce una nuova base sicura. Offre al paziente un luogo abbastanza sicuro nel quale il paziente possa sentirsi di sfidare le vecchie norme. Il rischio più grande è quello di ripetere con il terapeuta le vecchie norme: sarebbe molto grave. Nel linguaggio clinico in questi casi parliamo di “nevrosi da transfert”

Qui Ponte a Niccheri

Piccoli, ma crescono. Di più

Qui S. Salvi

Girasoli, addio all’ultima psichiatria

Il 21 marzo scorso è stato messo a punto in una tavola rotonda presso ostetricia, all’ospedale Santa Maria Annunziata, lo stato di avanzamento del progetto “Piccoli Più”. Un progetto che coinvolge anche l’unità di epidemiologia del Meyer ed è stato finanziato dal Ministero della salute.L’obiettivo è stimare, attraverso un monitoraggio nel tempo, l'incidenza di patologie insieme alla frequenza di fattori sociali ed ambientali rilevanti per la salute del bambino nei primi anni di vita, così da incoraggiare la promozione dell'adozione di comportamenti salutari tramite interventi di provata efficacia.Si punta così a creare una banca biologica utile per la successiva identificazione di alcuni genotipi predittivi di malattie a comparsa tardiva, ed anche per considerare ipotesi eziologiche che potranno essere valutate sulla base di conoscenze disponibili in futuro.Tutti i dati personali e sensibili saranno trattati elettronicamente con i criteri di massima riservatezza, nel rispetto delle norme di sicurezza previste dal codice deontologico per la ricerca scientifica e dall’Autorità garante del trattamento dei dati genetici. Simonetta Pedone

Massimo ha ancora gli occhi lucidi. Guarda fuori dalla finestra. “Vedi quegli alberi? – dice - Sono tutta la mia vita, abbandonarli per sempre sarà difficile”. Sono le parole di uno dei 35 pazienti ospiti della residenza protetta “I Girasoli”, che dal mese di gennaio hanno fatto le valigie. Dal 78 – dopo la legge Basaglia che ha disposto la chiusura dei manicomi - la residenza li ospitava in mini appartamenti che ormai risultavano fatiscenti e inadeguati. Undici pazienti sono stati trasferiti alla residenza Suor Ambrogina a Coverciano e i restanti 24 alla Cupolina dell’Antella, case di cura con le quali è stata stipulata una convenzione. Sono strutture molto più organizzate e accoglienti dove questi pazienti potranno vivere in modo più dignitoso e più confortevole. Certo non è stato facile farlo capire a loro, affezionati ai luoghi, ai corridoi agli oggetti di San Salvi fin da bambini, orfani o affidati alle cure dalle famiglie. Un rapporto molto stretto con gli operatori che li seguiranno nelle nuove residenze. “Sono qui da 45 anni - racconta sempre Massimo - sono diventati i miei genitori, la mia famiglia, mi hanno educato, mi hanno insegnato a vivere, a loro devo tutto”.

Isabella Frati

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e questo può succedere ma va cambiato. Quindi abbiamo quello che Bowlby chiama il paradosso tra dipendenza ed indipendenza. In terapia come nella relazione con i genitori durante l’infanzia si deve essere dipendenti per diventare autonomi. Il terapeuta deve contenere il paziente ma non trattenerlo.La crisi economica colpisce gran parte del mondo occidentale. Sembra prevalere la logica che l’equilibrio dei conti pubblici debba essere raggiunto qualunque siano i costi sociali e sanitari. Qual è il suo pensiero al riguardo?Io non sono un’economista e vorrei limitarmi all’aspetto psicologico del problema. Negli Stati Uniti conservatori e repubblicani dicono che la spesa sanitaria o la spesa pubblica sono troppo alte e che le persone si fanno cullare dallo Stato. Alcuni dicono di tagliare i fondi pubblici in modo che le persone imparino a cavarsela da soli. Dall’altra parte si sostiene che i ricchi ci sono e loro potrebbero coprire la spesa per questo. Io credo che dobbiamo ridurre il debito e contenere la spesa, ma

dobbiamo farlo tutti quanti. Negli Stati Uniti molte persone sono diventate miliardarie solo manipolando il mercato, senza aggiungere alcun valore, senza aver contribuito a niente e si sentono in diritto di tenere il benessere così conquistato. I poveri sentono di avere diritto alle cure pubbliche quando non le ricevono e i benestanti di avere il diritto a tenere per sé tutto quello che hanno guadagnato. In termini di personalità, in entrambi i casi c’è un tratto narcisistico: “Io sono così e mi merito tutto ciò che voglio”. Per molto tempo si sono allevati i figli abituandoli a pensare così, di aver diritto a tutto. Come se fosse tutto dovuto. Ho abbastanza anni per stare dalla parte della vecchia scuola che dice: “Vattela a guadagnare”. Se hai tante opportunità e risorse è un tuo obbligo sfruttarle e metterle a disposizione. Non è un privilegio.Secondo lei qual è il livello di attenzione e di cura che la società e le istituzioni devono tenere verso i problemi come la salute mentale, le dipendenze, l’infanzia.La soluzione che propongo io è una soluzione a lungo termine della

quale non si possono vedere effetti immediati, ma è la più duratura e profonda: investire molto di più nell’educazione, soprattutto per insegnare ai genitori a creare le condizioni perché i figli possano diventare sani da adulti, per non codificarli in modo errato. Intendo dire attrezzare i genitori a realizzare il difficile compito di dare ai loro figli sicurezza senza fargli sentire che hanno diritto a tutto senza sforzo, a sentirsi responsabili ma non oppressi o annientati da questo grande peso, in modo da poter prendersi cura dell’ambiente e della comunità senza lasciarsi sfruttare e farsi consumare. Nessuno insegna questo ai genitori che fanno solo quello che hanno visto fare ai loro genitori. Se investissimo soldi per aiutare i genitori a diventare ottimi genitori anziché fare solo un buon lavoro, a lungo termine risparmieremmo sui penitenziari, le strutture terapeutiche e in molti altri settori. A nessuno interessa, ma questa è la soluzione che io propongo.

Guido Guidoni - Daniele Pugliesecon la collaborazione di

Simonetta Pedone e Paola Ciapanna

Qui D'Annunzio

Innocenti addio, cresce il consultorio

Qui Zona Sud-Est

Formazione on the job

Una lacrima è d’obbligo. All’Istituto degli Innocenti in piazza Santissima Annunziata il consultorio familiare c’era da almeno trent’anni e in molte lo conoscevano come l’“Ufficio mamme”. La cornice architettonica, poi, faceva il resto. Ma i risparmi obbligatori e le esigenze di riorganizzazione hanno suggerito di spostare i servizi che lì venivano erogati in altre sedi dove già esistevano potenziandoli o aprendoli in punti che ne erano sprovvisti ma svolgeranno un ruolo crescente nella geografia sanitaria fiorentina. Tutte le attività dedicate alle donne in gravidanza, alla pediatria, alle coppie in crisi, svolte a SS. Annunziata sono in prevalenza passate al presidio di via d’Annunzio dove dal 14 marzo si sono trasferite anche il Centro consulenza giovani, la neuropsichiatria infantile e le attività di logopedia. Così adesso in via d’Annunzio c’è un’équipe completa di specialisti, compreso il servizio di mediazione in lingua araba, ambulatorio per il puerperio e ostetrico ginecologico, corsi di preparazione alla nascita. Gli stessi servizi sono stati distribuiti anche presso i presidi di via Chiusi, Osteria,Giuliani e al Palagi.

Isabella Frati

Un metodo di formazione del personale senza distoglierlo dal proprio lavoro quotidiano, quindi senza spese aggiuntive come comandano i tempi di spending review. Si chiama “formazione on the job” ed ha avuto già un lungo periodo di “sperimentazione”, essendo stata iniziata nel 2010. Ora viene riconosciuta ufficialmente con l’attribuzione di crediti formativi ad ogni infermiere, ostetrica ed operatore sanitario che vi partecipi seguendo il nuovo metodo. Strutturato con incontri della durata di 15 minuti tenuti da membri del team nei vari reparti ospedalieri, coinvolgerà i circa 500 operatori sanitari presenti nei due presidi della Zona Sud Est, il Serristori a Figline e l’Annunziata a Ponte a Niccheri. A breve potrebbe essere integrato anche con sessioni di formazione a distanza. Il modello è stato introdotto in Azienda da un gruppo di lavoro costituito da personale infermieristico esperto, epidemiologo e no (Dr.ssa Rosseti, Pacciani, Capanni, Dr.ssa Mondini), che ha potuto presentarlo anche in importanti congressi nazionali. Sarà inoltre pubblicato negli Annali di igiene del Dipartimento di sanità pubblica e malattie infettive dell’Università La Sapienza di Roma.

Paola Francioni

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Il limite oltre il quale si parla di patologia è 104. Il valore convenzionale a cui si considera sia sottoposto in media un lavoratore è 86. Ma il valore dello “stress” che accumula un macchinista è 105 e 109 la misura di quello con cui fa i conti un capotreno.“È un tipo di professione che predispone all’ansia”, evidenzia Giuseppe Petrioli, direttore del dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria di Firenze che, in collaborazione con la dottoressa Stella Lanzillotta responsabile della sicurezza sui luoghi di lavoro della Regione Toscana e con la facoltà di psicologia della Sapienza di Roma, ha effettuato un’indagine sullo stress correlato al lavoro fra gli operatori delle ferrovie.Alla ricerca che è stata effettuata attraverso questionari con circa 100 domande, hanno partecipato ben 451 ferrovieri: 254 macchinisti e 197 capitreno (di cui 73 donne). I quesiti sono stati tarati in modo da far emergere i livelli di stress ed i disturbi fisici correlati: dall’ansia alla sonnolenza fino alla difficoltà di concentrazione ed alla fatica, a seconda delle ore di lavoro prestato durante la giornata.Ne è emersa una sorta di mappa dei fattori più ansiogeni per loro. I macchinisti affermano che sono vari gli elementi che conducono allo stress: se si è soli alla guida, se si conduce un treno regionale (dove serve più attenzione), se si ha una posizione scomoda, se ci sono troppi rumori o vibrazioni, se i vetri sono sporchi, se il convoglio è in ritardo, o se ci sono tante gallerie. I capitreno adducono altre ragioni: temperature inadeguate a seconda delle stagioni, i bagni sporchi delle carrozze con i passeggeri che protestano, i ritardi del treno, le porte guaste, il rischio di aggressioni, i ladri, ed il tipo di turno. Il rischio di sanzioni disciplinari poi, porta gli operatori ad andare a lavorare anche se non stanno bene fisicamente per non incorrere in responsabilità civili e penali.

Lo studio evidenzia che le donne sopportano meglio lo stress ed hanno meno disturbi: il vero sesso forte.Spiega il dottor Petrioli: “Questa ricerca può essere utile sia per i lavoratori che per le imprese ferroviarie, affinché tengano conto dei fattori di rischio per il benessere del proprio personale. Ed è utile per noi, organo di vigilanza con poteri prescrittivi. Questo metodo potrebbe

essere ripreso anche in altri settori, come la sanità o gli autisti di autobus”.Prosegue Petrioli: “Fare il macchinista o il capotreno è un lavoro impegnativo: vengono richiesti attenzione e continuità vista la complessità dei servizi. Ma è personale che si identifica molto con il proprio lavoro, che è si faticoso, ma genera un forte senso di appartenenza”.

Alessandro Bottai

FERROVIERIChe stress guidare il treno: uno studio di Asl e Regione

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L'ultimo uscito dei treni superveloci Per gentile concessione di Cge Fotogiornalismo

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La frequenza delle malattie allergiche viene stimata intorno al 30% della popolazione generale e dal 1991 al 2010 viene riferito un incremento del 38% solo per la rinite allergica e l’asma. L’oculorinite allergica è caratterizzata da starnuti a salve, prurito ed ostruzione nasale, rinorrea acquosa, lacrimazione, prurito oculare, eritema congiuntivale e fotofobia. L’asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree con episodi ricorrenti di tosse secca, fischio espiratorio, dispnea e costrizione toracica.Questi quadri clinici sono generati da una specifica reazione immunitaria nei confronti di allergeni quali pollini, acari della polvere di casa muffe derivati di animali ed altre sostanze in soggetti con una particolare predisposizione genetica. I pollini aero diffusi rappresentano gli allergeni inalanti più frequenti ma devono appartenere ad una specie

anemofila cioè con impollinazione ad opera del vento ad ampia diffusione sul territorio, essere prodotti in grande quantità, piccoli e leggeri per essere trasportati anche a grande distanza.Tre sono i periodi principali di presenza del polline nell’atmosfera: inverno-primavera precoce (da gennaio a marzo in cui sono presenti i pollini di cipresso, betulla e nocciolo), primavera-estate (da aprile a luglio con pollini di graminacee, urticacee, oleacee) ed estate-autunno (da agosto a settembre con pollini di urticacee, composite e chenopodiacee). La diagnostica della pollinosi prevede una anamnesi accurata che valuti il tempo di comparsa dei sintomi, la loro intensità, durata, frequenza e periodicità nell’arco dell’anno, la terapia effettuata e la sua efficacia; l’esame obiettivo; le prove allergologiche cutanee mediante la

metodica del prick test che devono essere sempre effettuate come esame di screening data la loro maggiore sensibilità, semplicità, velocità di esecuzione, minor costo e ottima sicurezza rispetto alla ricerca delle IgE sieriche. Normalmente la ricerca laboratoristica viene effettuata come test di secondo livello nei casi dubbi o in quelli che non correlano con la storia clinica.La terapia farmacologica dell’oculo-rinite si basa sull’impiego di anti-istaminici di ultima generazione (desloratadina, rupatadina e bilastina), di corticosteroidi topici nasali e bronchiali ma anche dell’immunoterapia specifica (ITS) con l’allergene ritenuto responsabile delle manifestazioni cliniche. L’ITS può essere somministrata per via sottocutanea o per via sublinguale, la cui efficacia ha ormai raggiunto i più alti livelli di evidenza scientifica. Quest’ultima via è pressoché priva di rischi di anafilassi e quindi adatta all’autosomministrazione da parte del paziente.Nella nostra Azienda le prove allergologiche possono essere effettuate presso i seguenti presidi ospedalieri: S. Giovanni di Dio, S. Maria Annunziata, Borgo San Lorenzo e presso il Poliambulatorio di Morgagni (Medici: S. Capretti, G. Ermini, M.L.Iorno, D.Macchia, S. Testi, M.Severino)

M. Loredana IornoAllergologia ed immunologia clinica

Azienda sanitaria di Firenze

UN OCCHIO AL NOSTRO CORPOAllergie stagionali: ecco i veri colpevoli

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EVENTI TEMPO LIBERO

Dal 9 maggio al 21 novembre 2013

Le emorragie dalla A alla Z

Villa Fabbri – Via di San Salvi 12 – Firenze

Un seminario suddiviso in 10 moduli dedicato ai “Principi basilari delle problematiche emorragiche” con il quale si punta ad aggiornare le competenze su questi temi in vari campi della medicina, ed in particolare in quelli correlati all'uso di farmaci anticoagulanti/antiaggreganti, e sul trattamento delle emorragie massive.Il seminario è rivolto a diverse professionalità, alcune su specifiche tematiche: in particolare al personale dei dipartimenti di Medicina e specialistiche mediche, Emergenza e medicina critica, Materno infantile nonché al personale tecnico sanitario di laboratorio.

15 maggio 2013

Gli ultrasuoni in medicina interna

Villa Fabbri – Via di San Salvi 12 – Firenze

È il primo modulo di un corso che si propone di sviluppare competenze ultrasonologiche utili come completamento della valutazione clinica e dell’esame obiettivo, per supportare l'esecuzione delle procedure invasive eco guidate e per diagnosticare le patologie vascolari con esame ecocolordoppler di primo livello. Il corso è rivolto a medici di medicina interna, geriatri, nefrologi, anestesisti, cardiologi e chirurghi.

10, 16, 24 maggio 2013

Come condurre un gruppo di sostegno

Villa Fabbri – Via di San Salvi 12 – Firenze

La proposta formativa è indirizzata a sensibilizzare gli operatori – assistenti sociali, educatori, infermieri, fisioterapisti – i così detti “caregiver”, all’organizzazione e alla conduzione di un “gruppo”. Uno strumento di intervento per l’informazione, la preparazione e il sostegno di questi caregiver e dei familiari di persone con problematiche di lunga assistenza e complessità sociosanitaria (disabili, non autosufficienti, adulti fragili).

8 8InformASF - Reg.Trib. Firenze n. 4388 1\6\94 - Piazza S. Maria Nuova 1, Firenze - Tel. 055 6938514 - fax 055 6938861 - [email protected]

S.C. Ufficio Stampa e Comunicazione - Dir. Responsabile: Daniele PuglieseRedazione: Simonetta Pedone, Marco Boccaccini, Isabella Frati, Alessandro Bottai, Paola Francioni, Marco Innocenti Grafica: Laura Margheri, Raffaella Figna Hanno collaborato a questo numero: Francesca Ciraolo, Maria Leoni, Guido Guidoni, Paola Ciapanni , Maria Loredana Iorno

12 Aprile 2013

Alice nel paese delle meraviglie

Teatro Garibaldi, Figline Valdarno, ore 20,30

Spettacolo teatrale del Laboratorio “Fuori norma” promosso dal servizio salute mentale adulti in collaborazione con la Compagnia teatrale Venti lucenti ed il Comune di Figline Valdarno come strumento per attività riabilitative e di promozione della salute nel territorio.

Da venerdì 19 aprile a domenica 21 aprile 2013

Dolce primavera alle Terme di Riolo

Grand Hotel Terme - Riolo

Tre giorni in completo relax: aperitivo di benvenuto, pensione completa, due ingressi al Centro benessere, piscina termale salsobromiodica, priva di cloro aggiunto, percorso vascolare, sauna finlandese, bagno turco con cromoterapia, docce emozionali, temporale d’acqua, area relax con tisaneria, misuratore del benessere, fitness room. Quota per persona € 186. Per info consultare il sito www.cralasf.it, oppure scrivere a [email protected], tel. 055-6939213.

Dal 29 giugno al 3 agosto 2013

Green Energy CampCampo Avventura per ragazzi dai 10 ai 16 anni

Appennino Tosco-Romagnolo/Alto Mugello Loc. Piedimonte Palazzuolo sul Senio (FI)

Il Green Energy Camp è stato progettato e realizzato per ispirare un clima avventuroso, per favorire l’incontro, l’amicizia e la scoperta, immergendosi nella natura, riscoprendo uno stile di vita comunitaria con forte coinvolgimento emotivo delle attività proposte di forte valore educativo. I ragazzi imparano, divertendosi, a cavarsela da soli e a confrontarsi con nuove situazioni di vita e di relazione. Costo promozionale tutto incluso Euro 355, scadenza iscrizioni 30 aprile. Per info consultare il sito www.cralasf.it e www.gecamp.com, oppure scrivere a [email protected] tel. 055-6939213.

Le iniziative del Cral dell’Azienda sanitaria di Firenze sono ora consultabili su InformAsf oltre che sul sito internet www.cralasf.it

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a cura di Isabella Frati