ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

28
OGS Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale Università di Trieste Dipartimento di Scienze Geologiche Ambientali e Marine Le ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA Realizzazione della Carta Geologico-Tecnica della Risorsa Geotermica Regionale e definizione delle Linee Guida per il suo Utilizzo Università di Trieste Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale

Transcript of ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Page 1: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

OGSIstituto Nazionale di Oceanografia

e Geofisica Sperimentale

Università di TriesteDipartimento di Scienze Geologiche

Ambientali e Marine

Le ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA

Realizzazione dellaCarta Geologico-Tecnica dellaRisorsa Geotermica Regionalee definizione delleLinee Guida per il suo Utilizzo

Università di TriesteDipartimento di Ingegneria

Civile e Ambientale

Page 2: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

ENTE AFFIDATARIO

Regione Autonoma Friuli Venezia GiuliaDirezione Regionale Ambiente e Lavori PubbliciServizio Geologico – Dr. Geol. Tiziano Tirelli – Direttore del Servizio

Dr.ssa Geol. Sara Oberti di ValneraIng. Fabio SvaghiDr. Geol. Mario RavalicoPer. Min. Rosella Marcon

STRUTTURE INCARICATE

Università di Trieste - D.I.C.A. (Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale)Prof. Rinaldo Nicolich – Responsabile Scientifico della ConvenzioneProf. Bruno Della VedovaDr.ssa Erika BarisonIng. Claudio VecellioDr. Dario Rizzetto

Università di Trieste - Di.S.G.A.M.(Dipartimento di Scienze Geologiche, Ambientali e Marine)

Prof. Daniele Masetti – Responsabile Scientifico dell’Unità OperativaDr.ssa Aurelie CimolinoDr. Geol. Onelio Flora – Laboratorio di Geochimica Isotopica

Ist. Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale - O.G.S.: Dr. Riccardo Ramella – Responsabile Scientifico dell’Unità OperativaDr.ssa Martina Busetti Dr.ssa Valentina VolpiDr. Claudio Zanolla

CON I CONTRIBUTI DI:

Prof. Franco Cucchi - Di.S.G.A.M. – Università di TriesteProf. Ruggero Marocco – Di.S.G.A.M. – Università di TriesteLaboratorio del Dipartimento dei Materiali e delle Risorse Naturali – Università di TriesteProf. Francesco Princivalle – D.S.T. - Laboratorio di Mineralogia Applicata - Università di Trieste

Page 3: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

INDICE

Presentazione 4

1. La fonte energetica geotermica 5

2. La risorsa in Regione 5

3. Il sottosuolo della Bassa Pianura friulana: l’acquifero entro

la piattaforma carbonatica e la genesi dell’anomalia termica 7

4. Gli acquiferi dolci nelle coperture alluvionali 12

5. Idrogeologia e monitoraggio geochimico 22

6. Utilizzo sostenibile della risorsa 24

Page 4: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Presentazione

La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, al fine di avviare unpiano di conservazione e sviluppo dell’utilizzo dell’energia geoter-mica regionale, ha inteso promuovere la redazione e la diffusionedello studio della “REALIZZAZIONE DELLA CARTA GEOLOGICO-TECNICA DELLA RISORSA GEOTERMICA REGIONALE E DEFINI-ZIONE DELLE LINEE GUIDA PER IL SUO UTILIZZO”.

Lo studio è stato realizzato nell’ambito di una convenzione di ricer-ca stipulata tra il Servizio geologico della Direzione centrale dell’am-biente e dei lavori pubblici e il Dipartimento di Ingegneria Civile e Am-bientale (DICA), il Dipartimento di Scienze Geologiche Ambientali eMarine (DiSGAM) dell’Università degli Studi di Trieste e l’Istituto Na-zionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS), avente co-me referente il prof. Rinaldo Nicolich.

Da un lato, tale studio rappresenta la naturale prosecuzione deldocumento recentemente redatto e divulgato, “Carta delle Struttu-re Geologiche della Pianura Friulana” e dello studio “Realizzazionedello studio preliminare degli acquiferi profondi della Pianura Friu-lana” (DICA, OGS).

Dall’altro lato, lo stesso è stato predisposto nel contesto delle at-tività previste per la realizzazione della Cartografia geologico-tecni-ca regionale nel cui geodatabase confluiscono anche i dati deipozzi geotermici.

L’opuscolo costituisce, quindi, un elemento di indubbio valorescientifico, che fornisce indicazioni sulla risorsa geotermica evi-denziandone la distribuzione sul territorio regionale ed i presuppo-sti per il suo sviluppo sostenibile.

Peraltro, la promozione di un piano di conservazione e sviluppodell’utilizzo dell’energia geotermica costituisce uno dei primari inte-ressi dell’Amministrazione Regionale, così come previsto dal Pianoenergetico regionale.

È, questo, un problema che deve essere affrontato su rigorosebasi scientifiche e che rientra nell’ambito più vasto dello sviluppoeco-compatibile; uno sviluppo che tenga conto dell’indispensabileequilibrio tra le esigenze di natura economica-industriale e le ne-cessità, altrettanto importanti, di tutela delle risorse naturali, tra cuigli acquiferi sotterranei.

L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE E AI LAVORI PUBBLICIGIANFRANCO MORETTON

Page 5: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

5

1. La fonte energetica geotermica

Viviamo una crisi energetica a livello mon-diale per la crescita dei consumi nei paesi insviluppo e per la gestione dei prezzi del petro-lio solo su basi politiche. Ne consegue la ne-cessità per il nostro paese d’intensificare glisforzi in ambito scientifico, tecnologico e in-dustriale per l’utilizzo di risorse nazionali dienergia, soprattutto di quelle rinnovabili.

Un risparmio sulle fonti energetiche fossilicon benefici ambientali ed economici può de-rivare dall’incentivazione dell’uso diretto delcalore geotermico.

Il calore della TerraPer energia geotermica s’intende l’energia

contenuta sotto forma di calore all’internodella Terra. La quantità è enorme, ma è rara-mente concentrata in serbatoi a profonditàraggiungibili per lo sfruttamento industriale.

La temperatura delle rocce aumenta con laprofondità secondo un gradiente geotermicomedio che è di circa 3 °C ogni 100 m. Le zoned’interesse geotermico sono quelle ove il gra-diente è superiore a quello medio, sempre pe-rò a profondità tecnicamente ed economica-mente raggiungibili.

Il trasporto del calore avviene mediante lamigrazione di fluidi geotermici e quelli utili so-no in primo luogo l’acqua, penetrata nel sot-tosuolo nel corso di migliaia di anni e riscal-data al contatto con rocce calde permeabili.Quando l’acqua è riscaldata ad elevate tem-perature (da 100 °C fino a oltre i 300 °C, e al-lora può essere per lo più presente sotto for-ma di vapore) ed è intrappolata in pressioneentro i serbatoi profondi, essa può essere uti-lizzata per la produzione di energia elettrica,che è poi trasportabile a qualsiasi distanza.

Nell’uso non elettrico o diretto del calore,cioè delle acque calde naturali con tempera-ture inferiori a 100 °C, impiegabili per il riscal-damento degli edifici, di serre, in acquacultu-ra, nei processi agricoli e industriali, in bal-neoterapia, l’interesse economico può essererilevante solo se la risorsa è rinvenibile in

vicinanza degli impianti di utilizzo. L’uso di-retto dell’energia geotermica soffre, però dinotevoli rallentamenti nella predisposizionedegli utilizzi, che possono essere di grandevariabilità e che necessitano perciò di unaspecifica attività di promozione ed informazio-ne. Un esempio: l’installazione di pompe dicalore può offrire la possibilità di estrarre ca-lore dal terreno o dagli acquiferi ottenendo,per ogni unità di energia (elettrica) consumatadall’impianto della pompa, almeno tre unità dienergia sotto forma di calore. E’ di grande in-teresse il fatto che è possibile, sempre attra-verso l’uso di pompe di calore, anche il con-dizionamento estivo degli ambienti.

L’individuazione e lo sfruttamento sostenibi-le della risorsa geotermica è, però, un’attivitàcomplessa, che si articola su diverse fasi diesplorazione iniziando con il censimento dellemanifestazioni geotermiche e continuandocon le indagini geologiche, geochimiche, geo-fisiche e con la perforazione di pozzi esplora-tivi. Il monitoraggio, a medio-lungo terminedegli effetti dello sfruttamento (riduzione dellapermeabilità, raffreddamento, subsidenza)permetterà poi di mantenere la risorsa sottocontrollo.

Utilizzazioni generalmente realizzateper le alte e per le basse temperature

Per le alte temperature si può investire nellaproduzione diretta di energia elettrica con tra-sporto dell’energia a casa dell’utilizzatore.

Per le basse temperature (< 100 °C) si parladi trasporto di calore su distanze brevi via flui-do (acqua).

2. La risorsa in Regione

Il territorio del Friuli Venezia Giulia è caratte-rizzato da rilievi montuosi e collinari che cir-condano i depositi alluvionali della pianura.

Le rocce carbonatiche presenti nei rilievimontani, permeabili e fratturate, favorisconol’infiltrazione e il trasporto delle acque meteori-che fino ad elevate profondità. Nell’Alta Pianu-

Page 6: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

6

ra sono invece presenti ampie conoidi di mate-riale grossolano (ghiaie) molto permeabile, do-ve l’acqua penetra nel sottosuolo andando acostituire una potente falda freatica (acque sot-terranee libere), continuamente alimentata dal-le portate dei fiumi e torrenti montani.

Il passaggio dall’Alta Pianura alla Bassa Pia-nura è individuato in corrispondenza della Li-nea delle Risorgive, che indica una transizioneverso un sottosuolo costituito anche da spes-si intervalli argillosi, impermeabili, più o menocontinui, che separano strati permeabili dovel’acqua è costretta in acquiferi artesiani (ac-que sotterranee in pressione). Uno schema il-lustrativo della variazione delle facies sedi-mentarie dall’Alta alla Bassa Pianura è indica-to in figura 1. L’alimentazione delle falde arte-siane della Bassa Pianura è assicurata dalleacque sotterranee libere dell’Alta Pianura e siosserva la fuoriuscita dell’acqua in eccessoappunto lungo la Linea delle Risorgive.

La parte meridionale della Bassa Pianura ela fascia lagunare risultano interessate daun’anomalia geotermica positiva che porta alriscaldamento delle acque contenute negliacquiferi artesiani, con temperature man ma-no più elevate per quelli più profondi. La sor-gente di calore deriva dalla lenta risalita di ac-que, riscaldate dal normale gradiente geoter-mico terrestre a grandi profondità (alcune mi-gliaia di chilometri), con percorsi sempre entrole formazioni carbonatiche. Esse migrano finentro il tetto delle culminazioni sepolte, pre-senti nel sottosuolo della Bassa Pianura e la-gune adiacenti, con circolazione convettivaall’interno degli intervalli più permeabili. Que-sti, infatti, possono costituire serbatoi per leacque calde e sorgenti di calore per gli acqui-feri confinati entro le sovrastanti sabbie eghiaie dei sistemi artesiani.

Gli interventi della Regione Per predisporre un piano di sviluppo degli

utilizzi dell’energia geotermica regionale e del-la sua conservazione, il Servizio Geologicodella Regione, mediante il proprio ufficio perle attività minerarie e le risorse geotermiche,

ha promosso gli studi per una più adeguatavalutazione della risorsa:• ha promosso, tramite convenzione con l’Uni-

versità degli Studi di Trieste, Dipartimento diIngegneria Civile e Ambientale (D.I.C.A.), in-sieme al Dipartimento di Scienze GeologicheAmbientali e Marine (Di.S.G.A.M.) e all’IstitutoNazionale di Oceanografia e Geofisica Appli-cata (OGS), lo studio per la “Realizzazionedella Carta Geologico-Tecnica della Risor-sa Geotermica Regionale e Definizionedelle Linee Guida per il suo Utilizzo”;

• è impegnato con il proprio personale per larealizzazione della prima fase del “ProgettoGeotermia-Grado” dell’Obiettivo 2, DOCUP2000-2006, comprendente “La realizzazionedi un pozzo esplorativo e la quantificazionee la parametrizzazione della risorsa geoter-mica in Comune di Grado” a seguito di unostudio apposito realizzato in esecuzione diuna specifica convenzione.La realizzazione della “Carta della Risorsa

Geotermica”, è stata predisposta nel contestodelle attività previste per la messa in opera del-la Cartografia geologico-tecnica regionale. Aquesto fine, si sono estesi gli obiettivi alla co-noscenza dei fenomeni del sottosuolo aventi ri-levanza idrogeologica, avendo cura dell’utiliz-zo e salvaguardia delle risorse primarie.

Attualmente il Servizio sta provvedendo, allarealizzazione del Sistema Informativo Territo-riale della Carta Geologico Tecnica (SIT-CGT),in cui confluiscono i dati dei pozzi geotermicie le informazioni relative alla risorsa acqua.

Obiettivo primario del lavoro svolto dagli uf-fici regionali è la promozione di un piano diconservazione della risorsa e di sviluppo del-l’utilizzo dell’energia geotermica in linea conquanto previsto dal Piano energetico regiona-le (approvato in bozza con la delibera 932 dd.05/05/06). Esso riserva un significativo inte-resse ad uno sfruttamento programmato dellerisorse geotermiche prevedendo un incre-mento superiore al 100% entro il 2010.

Lo studio commissionato per la realizzazio-ne della carta della risorsa ha perseguito i se-guenti obiettivi:

Page 7: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

7

- definizione del contesto geologico anchecon l’acquisizione di profili sismici a riflessio-ne in terra e a mare;

- caratterizzazione termica e geochimica delleacque con indicazione delle aree di ricaricadegli acquiferi, delle profondità dei circuiti edei tempi medi di permanenza negli acquiferi;

- mappatura e classificazione degli acquifericon quantificazione della risorsa e individua-zione degli utilizzi;

- definizione di linee guida per una correttaprogrammazione dello sfruttamento dellarisorsa.

200

100

0

-100

-200

(l.m.m.)

Linea delle risorgive

Alta Pianura FriulanaFalda freatica indifferenziata

Bassa Pianura FriulanaSistema complesso:

molteplici falde in pressione

Fig. 1: schema delle variazioni di facies e degli acquiferi in falda ed artesiani fra l’Alta e la Bassa Pianura.

3. Il sottosuolo della Bassa Pianurafriulana: l’acquifero entro lapiattaforma carbonatica e lagenesi dell’anomalia termica

Nella Bassa Pianura e lagune limitrofe si so-no osservate delle culminazioni del tetto deicarbonati entro cui è contenuto un acquiferosalato o salmastro. Siamo fra 750 e 1000 m diprofondità come si osserva nella mappa delleprofondità del tetto dei carbonati presentatain figura 2, mappa che copre anche il Golfo diTrieste. In essa sono indicate anche le traccedei profili sismici acquisiti con la Convenzio-ne, in terra e a mare.

Durante il periodo Cretacico (da 145 a 65milioni di anni fa) la nostra regione rappresen-tava un’area tropicale di mare poco profondoin cui vivevano e si accrescevano colonie divari organismi (fra essi i più caratteristici era-no le rudiste, poi estintesi). I sedimenti organi-ci depositati, una volta trasformati in solida

roccia calcarea, hanno mantenuto caratteristi-che porosità e permeabilità che hanno per-messo l’accumulo in essi del sistema acquife-ro più caldo, con l’instaurazione di una lentacircolazione idrotermale che ha richiamatofluidi caldi e salati da grandi profondità.

L’osservazione della mappa di figura 2 evi-denzia per questa piattaforma carbonatica unamorfologia articolata, legata al meccanismodeposizionale e di crescita, originariamentesintetizzabile come un altopiano calcareo chesi affacciava in modo asimmetrico sui fondalicircostanti: con ripide scarpate verso occiden-te e con più dolci versanti verso settentrione everso oriente. I sollevamenti ed abbassamentidel livello marino, con esposizione subaereadella piattaforma sottoposta in questo modoad erosione, e le successive deformazioni tet-toniche, che hanno agito in direzioni e tempidifferenti secondo opposti sistemi di faglie,hanno poi modificato l’assetto originario dellapiattaforma. Le parti sommitali di essa sono

Page 8: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

8

ora evidenti in corrispondenza di un primo set-tore, immediatamente a nord di Lignano, orien-tato in senso E-O, e di un secondo, con direzio-ne NO-SE, che dalla laguna di Grado-Maranosi spinge fino all’Istria-Punta Salvore.

Per chiarire l’assetto geologico e strutturale,in figura 3 sono riportate in scala 1:1 tre se-zioni geologiche schematiche, ottenute dal-l’interpretazione di profili sismici. Qui in coloreazzurro sono rappresentati i depositi più anti-chi, in gran parte corrispondenti ai calcari cre-tacei. Essi appaiono direttamente ricoperti dadepositi che sono indicati in colore marrone.Si tratta di sedimenti che si sono depositati inbacini marini profondi, che mediamente pote-vano raggiungere e superare il migliaio di me-tri. Ad occidente tali formazioni sono costitui-te da misture di fanghi calcarei ed argille (lecosiddette “Scaglie”), depositatesi come se-dimenti fini decantati attraverso tutta la colon-na d’acqua. Sui fondali orientali, più o menonello stesso periodo, frane sottomarine, de-nominate correnti di torbida, costituiscono idepositi del “Flysch”, alternanze di marne e distrati terrigeni sabbiosi, originati dal disfaci-mento dei fronti della catena dinarica (gli at-tuali Carsi) che era in fase di sollevamento.

Il colmamento dei suddetti bacini riportanell’area condizioni di mare poco profondo,ove andranno a deporsi prevalentemente uni-tà terrigene sabbioso-limose (la “Molassa”miocenica che si sovrappone al Flysch e cheè indicata in figura in color nocciola). Si trattadi formazioni geologiche di ambiente costiero,ove la linea di costa era in continua evoluzio-ne a seguito del contemporaneo sollevamen-to della catena delle Alpi Meridionali orientali.

L’ultima successione è riconducibile all’in-tervallo Pliocene-Quaternario (color giallo) ed

è composta di sedimenti sciolti: si tratta, in-fatti, di fitte alternanze di materiali impermea-bili argilloso-limosi e materiali permeabili ghia-iosi e sabbiosi, riferibili ad ambienti alluvionalicostieri e marini poco profondi, anch’essi mo-dellati dalle continue variazioni del livello ma-rino, anche in relazione all’avvicendamento difasi glaciali ed interglaciali.

L’acquifero salato al tetto della piattaformacarbonatica è idraulicamente separato dai si-stemi artesiani immediatamente sovrastanti econtiene le acque più calde di tutto il comples-so geotermico, con temperature stimate fino acirca 65 °C. In figura 4a,b è illustrato l’anda-mento con la profondità della temperatura cor-retta (Geoterma) e del gradiente nel pozzo Ce-sarolo 1, perforato dall’ENI in Veneto.

La figura 5 rappresenta uno schema geolo-gico con il modello di circolazione delle acquecalde entro le formazioni carbonatiche. Il mo-dello indica la trasmissione di calore per con-vezione entro i calcari organogeni di scoglieranella parte alta della piattaforma, una succes-siva trasmissione per conduzione agli acqui-feri artesiani superiori attraverso un setto im-permeabile di copertura. Gli acquiferi artesianipiù caldi sono quelli più profondi e vicini al-l’acquifero nei carbonati e la loro stabilità ter-mica, in decenni di sfruttamento, dimostracome il fenomeno sia a regime e quindi inte-ressante dal punto di vista minerario.

Le informazioni caratterizzanti la risorsa nelcarbonatico sono oggi ancora puntuali e indiret-te (da dati geofisici e dal pozzo Cesarolo 1 e Ca-ravella 1) e non circoscritte. Dal progetto Geo-termia-Grado, in corso di realizzazione nell’am-bito del DOCUP-Obiettivo 2, conseguirà unaprima stima per uno sfruttamento sostenibiledell’acquifero nell’area tra Lignano e Grado.

Page 9: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

9

Fig.

2:is

obat

ed

elte

tto

dei

carb

onat

inel

laB

assa

Pia

nura

eG

olfo

diT

riest

e.

Page 10: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Fig.

3:S

ezio

nige

olog

iche

trat

ted

aip

rofil

isis

mic

ialt

rave

rso

del

lecu

lmin

azio

nid

eica

rbon

atii

nsc

ala

1:1.

Inaz

zurr

ola

pia

ttaf

orm

aca

rbon

atic

a,in

mar

ronc

ino

ibac

i-ni

del

laS

cagl

iae

del

Flys

ch,i

nno

ccio

lala

Mol

assa

mio

ceni

ca,i

ngi

allo

leal

luvi

onip

lio-q

uate

rnar

ie.

Le acque calde della pianura friulana

10

Page 11: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

11

Fig. 4a: andamento della temperatura con la pro-fondità per il pozzo Cesarolo 1 geoterma speri-mentale stimata).

Fig. 4b: andamento del gradiente di temperaturaper lo stesso pozzo.

Curva sperimentale

0 20 40 60 80 100 120 140

GeotermaT [°C]

Z[m

]

Curva sperimentale

0 0.02 0.04 0.06 0.08

GradienteT/z [K/m]

Z[m

]

0

-1000

-2000

-3000

-4000

-5000

0

-1000

-2000

-3000

-4000

-5000

km 0

1

2

Fig. 5: modello geologico schematico di circolazione delle acque entro i carbonati della piattaforma

Page 12: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

12

4. Gli acquiferi dolci nelle coperturesedimentarie

Per caratterizzare e delimitare gli acquiferi ar-tesiani nelle coperture terrigene delle formazio-ni carbonatiche, si sono utilizzati i dati puntualidisponibili presso l’Ufficio per le attività mine-rarie e le risorse geotermiche, integrati con idati geofisici di nuova acquisizione e con tuttele altre informazioni pregresse disponibili (datidel catasto, dati di perforatori, archivi di altrienti, …). Sono stati esaminati più di 200 pozzi,significativi dal punto di vista geotermico, inse-rendo complessivamente 142 litostratigrafie inun database informatizzato. Sono state pro-dotte le prime carte tematiche georeferenziate,sia in pianta che in sezione, riportando separa-tamente i diversi acquiferi artesiani.

In figura 6 un’immagine tratta dalla linea si-smica ad alta risoluzione acquisita nel territo-rio del Comune di Aquileia con le interpreta-zioni strutturali e stratigrafiche della facies si-smiche in profondità, riferite agli orizzonti cor-rispondenti agli acquiferi individuati dai son-daggi: orizzonti D, E, F, G, Q (base Quaterna-rio), P (base Pliocene), L (tetto del Miocene In-feriore), C (tetto dei carbonati).

Nell’ambito del progetto è stato possibiledefinire e analizzare gli 11 sistemi di acquiferigià noti dalla letteratura (contraddistinti dallelettere da A ad M), anche se l’attenzione èstata rivolta in particolare ai 7 sistemi geoter-mici (da E ad M) e all’acquifero carbonaticoprofondo. Gli acquiferi sono stati tentativa-mente isolati sulla base di correlazioni litostra-tigrafiche, effettuate utilizzando tutti i pozziclassificati nel database e sulla base dei datisismici e geochimici, ove disponibili. Allo sco-po di fornire agli operatori uno strumentoomogeneo di analisi, valutazione e gestionedelle risorse idriche e geotermiche, si è volutodescrivere la distribuzione spaziale di ciascunsistema artesiano stimando la risorsa idrica egeotermica disponibile e la parte ritenuta (aduna prima analisi) sfruttabile, essendo soste-

nibile dal sistema geotermico complessivo.Questo approccio può avere lo svantaggio didipendere dalla variabilità laterale delle pro-prietà idrauliche di ciascun sistema acquiferoe dalla densità e qualità dei dati di pozzo, suiquali le mappe sono basate.

A titolo di esempio per le correlazioni strati-grafiche si riporta in figura 7 una sezione rife-rita al sistema di acquiferi H, insieme alle le-gende utilizzate per la caratterizzazione lito-stratigrafica e idraulica. La legenda riporta lelitostratigrafia e gli acquiferi secondo gli stan-dard accettati per la Provincia di Venezia e ilFriuli Venezia Giulia.

Le cartografie dei sistemi di acquiferi E, F,G, H, I+L e la definizione delle profondità edelle linee di uguale temperatura stimata perognuno di essi (isoterme) e che li caratterizza-no, sono riprodotte nelle Tavole da 1 a 7.

Il risultato principale mostrato da questecarte è che le acque dolci entro le coperturesono riscaldate per conduzione, per operadell’acquifero nei carbonati attraverso gli stratiimpermeabili che lo ricoprono. Profondità etemperature sono riportate sulla mappa deltetto dei carbonati (per i sistemi I+L) o, per glialtri acquiferi, sulla mappa degli spessori deisedimenti recenti (Quaternario) comprendenteanche informazioni (campiture colorate) sulsubstrato di base: Flysch eocenico in marron-cino, Miocene in nocciola, Pliocene inferiore ingiallo. In ogni mappa sono indicati i pozzi chehanno raggiunto l’acquifero (punti verdi) e chesono serviti per caratterizzarlo e i pozzi (puntibianchi) che non hanno incontrato quell’acqui-fero alla profondità prevista. Gli acquiferi piùcaldi sono quelli profondi e le loro temperaturesi correlano con gli andamenti delle culmina-zioni della piattaforma carbonatica.

Nonostante le incertezze insite nei dati di-sponibili ed utilizzati, queste mappe sono cer-tamente uno dei risultati più importanti delleindagini svolte, che consentirà agli operatoridi effettuare le valutazioni strategiche sulla ri-sorsa.

Page 13: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

13

Fig.

6:se

zion

esi

smic

aco

nver

tita

inp

rofo

ndità

per

untr

atto

del

lalin

eaA

1co

nin

div

idua

zion

ed

egli

oriz

zont

icor

risp

ond

enti

agli

acq

uife

riD

,E,F

,G,a

llab

ase

del

Qua

tern

ario

(Q),

del

Plio

cene

(P),

alte

tto

del

Mio

cene

Infe

riore

(L)e

dei

carb

onat

i(C

).

Page 14: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

14

Fig.

7:co

rrel

azio

nelit

ostr

atig

rafia

per

ipoz

zid

elsi

stem

ad

iacq

uife

riH

.La

trac

cia

del

lase

zion

ripor

tata

inTa

v.5.

Lele

gend

efa

nno

rifer

imen

toa

colo

rie

cod

icid

icl

assi

stan

dar

diz

zate

per

laP

rovi

ncia

diV

enez

iae

laR

AFV

G.

Page 15: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

15

((

((

(

((

((

((

((

((

((

((

(

((

((

((

((

((

((

475

55052

5

250

500

200

425

225

400

375

450

275

175

300

150

325

575

350

600

625

7512

5

100

50

650

475425

150 200

300

325

200

350

125

500

375

100

250

275

400

125

180

190

180

190

190

180

190 190

2525

100

175

375

75

400

2356523

2356523

2366523

2366523

2376523

2376523

2386523

2386523

2396523

2396523

2406523

2406523

5047099

5047099

5057099

5057099

5067099

5067099

5077099

5077099

TAV.

1:A

CQ

UIF

ERI“

E”

Elab

oraz

ione

DIC

A-U

nive

rsità

diTr

iest

e-S

ett.

2006

Prof

ondi

tà(m

)dal

pian

oca

mpa

gna

inne

roIs

oter

me

(°C

)in

ross

o

Page 16: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

16

((

((

(

((

((

((

((

((

((

((

(

((

((

((

((

((

((

475

55052

5

250

500

200

425

225

400

375

450

275

175

300

150

325

575

350

600

625

7512

510

0

50

650

375

400

125

425

475

500

32520

0

175

375

300

100

400

75 100

200150

275

250125

350

230

250

250

230

230

230

25

25

2356523

2356523

2366523

2366523

2376523

2376523

2386523

2386523

2396523

2396523

2406523

2406523

5047099

5047099

5057099

5057099

5067099

5067099

5077099

5077099

TAV.

2:A

CQ

UIF

ERI“

F”

Elab

oraz

ione

DIC

A-U

nive

rsità

diTr

iest

e-S

ett.

2006

Prof

ondi

tà(m

)dal

pian

oca

mpa

gna

inne

roIs

oter

me

(°C

)in

ross

o

Page 17: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

17

((

((

(

((

((

((

((

((

((

((

(

((

((

((

((

((

((

475

55052

5

250

500

200

425

225

400

375

450

275

175

300

150

325

575

350

600

625

7512

510

0

50

650

500

275

300

375

400

150

375

325

75

400

350

250

100

200

200

475

125

425

100

125

175

25

30

25

30

25

25

270

250

275

290

240

290

270

250

240

2356523

2356523

2366523

2366523

2376523

2376523

2386523

2386523

2396523

2396523

2406523

2406523

5047099

5047099

5057099

5057099

5067099

5067099

5077099

5077099

TAV.

3:A

CQ

UIF

ERI“

G”

Elab

oraz

ione

DIC

A-U

nive

rsità

diTr

iest

e-S

ett.

2006

Prof

ondi

tà(m

)dal

pian

oca

mpa

gna

inne

roIs

oter

me

(°C

)in

ross

o

Page 18: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

18

((

((

(

((

((

((

((

((

((

((

(

((

((

((

((

((

((

30

30

475

55052

5

250

500

200

425

225

400

375

450

275

175

300

150

325

575

350

600

625

7512

510

0

50

650

375

100

350

300

100

250

75

125

125

375

325

400

150

425

400 475

200

500

175

200

275

350

325

400 40

0

325

35035

0 350

2530

35

40

35

35

35

40

30

2356523

2356523

2366523

2366523

2376523

2376523

2386523

2386523

2396523

2396523

2406523

2406523

5047099

5047099

5057099

5057099

5067099

5067099

5077099

5077099

TAV.

4:A

CQ

UIF

ERI“

Hal

to”

Elab

oraz

ione

DIC

A-U

nive

rsità

diTr

iest

e-S

ett.

2006

Prof

ondi

tà(m

)dal

pian

oca

mpa

gna

inne

roIs

oter

me

(°C

)in

ross

o

Page 19: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

19

A

A'

30420

25

30

35

40

25

35

30

30

35

40

400

360

420

400

360

525

475

550

250

500

200

425

225

400

375

450

275

175

300

150

325

575

350

600

625

7512

510

0

50

650

475

275

250

425

325

75 100

125

350

300

400

125

400

175

150100

500

200

200

375

375

2356508

2356508

2366508

2366508

2376508

2376508

2386508

2386508

2396508

2396508

2406508

2406508

5047099

5047099

5057099

5057099

5067099

5067099

5077099

5077099

TAV.

5:A

CQ

UIF

ERI“

Hba

sso”

Elab

oraz

ione

DIC

A-U

nive

rsità

diTr

iest

e-S

ett.

2006

Prof

ondi

tà(m

)dal

pian

oca

mpa

gna

inne

roIs

oter

me

(°C

)in

ross

o

Page 20: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

20

((

((

(

((

((

((

((

((

((

((

(

((

((

((

((

((

((

1600

1650

650

600

800

700

750

1200

850

1000

950

900

550

1100

1550

1500

1250

1150

1050

1300

14001450

500450

1700

1350

1750

400

1850

1800

350

1300

1500

1500

1500

1350

850

1550

1050

1200

1450

1450

950

1500

800

850

850

16501650

1350

600

850

900

700

800

1150

500

1350

1100

1750

1100

650

8001350

1400

1400

1750

1600

1450

1300

800

1350

1200

1150

1700

1600

1100

1550

1150

850

1700

1000

1050

1150

1300

1050

1450

1050

1000

950

800

1400

1400

1450

1450

1050

1600

900

1200

1000

1150

1650

600

1400

1400

750

1250

1250

850

1600

1200

1150

1150

1150

1250

950

1400

1400

800

900

1050

1500

1550

700550

1250

1350

1550

1450

1050

1350

1250

1350

1500

1800

750

1550

850

1200

800

1350

1300

1000

30

35

40

3035

40

490

450

470

450

470

450

1050

1200

1050

1150

1050

1050

800

1050

1200

1050

800

1500

800

1650

1450

1650

1100

1450

1850

1400

1800

1050

1500

1000

1150

00

1000

1100

1050

1400

1000

470

450

2356508

2356508

2366508

2366508

2376508

2376508

2386508

2386508

2396508

2396508

2406508

2406508

5047072

5047072

5057072

5057072

5067072

5067072

5077072

5077072

02,5

51,25

km

TAV.

6:A

CQ

UIF

ERI“

I”

Elab

oraz

ione

DIC

A-U

nive

rsità

diTr

iest

e-S

ett.

2006

Prof

ondi

tà(m

)dal

pian

oca

mpa

gna

inne

roIs

oter

me

(°C

)in

ross

o

Page 21: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

21

((

((

(

((

((

((

((

((

((

((

(

((

((

((

((

((

((

1600

1650

650

600

800

700

750

1200

850

1000

950

900

550

1100

1550

1500

1250

1150

1050

1300

1400

1450

500450

1700

1350

1750

400

1850

1800

350

1150

1450

1200

1550

1450

1050

900

1400

1350

1750

700

1100

1050

1200

1150

750

1750

800

1650

1400

1250

1400

900

1500

1700

1400

1350

165015

00

750

1400

10001450

1150

850

800

1450

700

1200

1800

800

1100

550

1050

850

1500

1650

1350

155013

50

850

1350

1300

1000

950

1500

1250

1600

600

1150

1200

1100 1350

1150

1550

850

1500

1650

800

1350

900

1550

1150

1300

850

1300

1300

850

1400

1250

800

500

950

1050

1350

1500

1250

1050

1250

1600

850

800

1600

1450

950

1450

1400

1050

1050

1150

800

1400

600

1000

1000

1550

1150

1150

520

540

500

500

520

30

35

40

40

30

10501050800

1450

00

1150

1650

1050

1450

1850

1100

1500

1050

1000

800

1800

1000

650

1450

1200

1100

1600

800

1400

1050

1050

1050

1050

1500

1200 1200

1350 1000

1700

1400

540

35

2356508

2356508

2366508

2366508

2376508

2376508

2386508

2386508

2396508

2396508

2406508

2406508

5047072

5047072

5057072

5057072

5067072

5067072

5077072

5077072

02,5

51,25

km

TAV.

7:A

CQ

UIF

ERI“

L”

Elab

oraz

ione

DIC

A-U

nive

rsità

diTr

iest

e-S

ett.

2006

Prof

ondi

tà(m

)dal

pian

oca

mpa

gna

inne

roIs

oter

me

(°C

)in

ross

o

Page 22: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

5. Idrogeologia e monitoraggiogeochimico

Nel corso dello studio sono stati monitoratibimestralmente (sull’arco di un anno) diecipozzi artesiani allo scopo di fornire una primacaratterizzazione geochimica dell’area geoter-mica, individuando le famiglie idrogeologiche,delimitando l’estensione di ciascun corpo idri-co, definendo le possibili aree di ricarica e itempi di residenza medi degli acquiferi stessi.I dati sono stati integrati con tutte le altre in-formazioni pregresse disponibili. Sulle acqueprelevate sono state effettuate sia misurazionidei parametri chimico-fisici in sito, sia analisigeochimiche ed isotopiche di laboratorio. Infigura 8 la distribuzione dei pozzi utilizzati perle indagini geochimiche e per le correlazionistratigrafiche: contrassegnati in rosso i pozzioggetto dei monitoraggi.

Le misurazioni sulle acque in sito hanno ri-guardato i parametri di temperatura, pH, con-ducibilità elettrica e TDS (Total Dissolved So-lids); in laboratorio sono state effettuate le de-terminazioni delle concentrazioni degli ioniprincipali Li+, Na+, K+, Ca++, Mg++, HCO3

—,SO4

--, H2S, Cl-, F-, SiO2, NH4+, NO3

-, Fe, non-ché il pH e la conducibilità elettrica. Si è pro-ceduto inoltre alle analisi di geochimica isoto-pica per la determinazione dei contenuti inδ18O, δ2H e Trizio.

Un esempio dei risultati delle misure geochi-miche è riportato in figura 9a, che illustra lanetta separazione delle concentrazioni degliioni SO4

- e Cl-, tracciante, il primo, delle ac-que del bacino del Tagliamento, il secondo,degli acquiferi interessati da contaminazionecon acque marine (non necessariamente at-tuali). La figura 9b illustra la stabilità del rap-porto isotopico (δO18) in tutti i campioni nel-l’arco di un anno, a dimostrazione della stabi-lità degli acquiferi, non soggetti a significativicontributi periodici provenienti da corpi idricidiversi. Questo fatto rappresenta un’informa-zione fondamentale per il corretto piano dimonitoraggio qualitativo della risorsa.

Dallo studio è risultato che gran parte delleacque esaminate sono caratterizzate da valoridi conducibilità elettrica piuttosto bassi attri-buibili ad acque bicarbonatiche, mediamentemineralizzate. Alcuni campioni sono riferibiliad acque minerali a conducibilità compresatra 1320 µS/cm e 3000 µS/cm, mentre per ungruppo ristretto di pozzi si tratta di acque in-tensamente mineralizzate la cui conducibilitàsupera i 3000 µS/cm (raggiungendo in un ca-so i 27000 µS/cm). Partendo dalle concentra-zioni dei principali ioni (Ca++, Mg++, HCO3

-, Cl-

e SO4- ) sono stati costruiti grafici per confron-

tare e discriminare le caratteristiche chimichedelle famiglie idrogeologiche. Sono state ana-lizzate nel dettaglio anche le concentrazioni inNH4

+, NO3- e Fe, utili parametri indicatori di

qualità e potabilità per le acque sotterranee,nonché di Li+, H2S, F- e SiO2.

La mineralizzazione più spinta, riscontratanelle acque artesiane circolanti alle maggioriprofondità, solitamente arricchite in Cl-, Na+,K+, Li+, F-, Fe, NH4

+, H2S, è stata messa in re-lazione ad un’origine naturale legata o a con-taminazioni marine (non necessariamente at-tuali) o agli anomali gradienti geotermici localiche possono indurre nelle acque specifichemodificazioni chimiche (“scambio ionico”) al-lorché nel sottosuolo siano presenti depositiargillosi di origine marina o depositi arricchitiin sostanze organiche. Questo fenomeno au-menta al crescere dei tempi medi di residenzanegli acquiferi (circolazioni molto lente) e, diconseguenza, delle profondità di circolazionedelle acque.

Le analisi isotopiche effettuate (per l’Ossige-no, il Deuterio e il Trizio) hanno ribadito l’originemeteorica di tutte le acque circolanti all’internodelle falde della Bassa Pianura e hanno per-messo di definire approssimativamente l’etàdelle acque campionate, i bacini idrografici diorigine e la circolazione nel sottosuolo.

Al momento non sono a disposizione dati cer-ti che possono confermare fenomeni di intru-sioni marine attuali negli acquiferi geotermici,ritenuti comunque possibili nel settore costiero

Le acque calde della pianura friulana

22

Page 23: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

23

di Lignano a profondità superiori a 400 m.In sintesi, sono stati riconosciuti tre diversicircuiti idrogeologici, sottostanti ad un circuitopiù superficiale caratterizzato da 4 sistemi diacquiferi artesiani che non sono di interessegeotermico:• Gli acquiferi artesiani di interesse geotermi-

co più superficiali (acquiferi E-F-G) fino aprofondità tra i 230 e i 320 metri. Trattasi diacque che derivano da circuiti poco profon-di alimentate dalla falda freatica e con tempidi residenza negli acquiferi generalmente in-feriori ai 50 anni. La profondità dei circuiti ei tempi di residenza aumentano progressi-vamente spostandosi da est verso ovest.

• Gli acquiferi artesiani profondi del settore

centrale e occidentale, da 400 a 600 m cir-ca di profondità (acquiferi H-I-L-M); sonotutti d’interesse geotermico e sono caratte-rizzati da una salinità fra 750 e 1500 mg/l eda tempi di residenza molto lunghi, superio-ri a 50 anni.

• Gli acquiferi artesiani profondi dell’area diGrado-Isonzo presentano un chimismo connotevole affinità nei caratteri principali, no-nostante la diversità del contesto geologi-co-strutturale. Si tratta di acque probabil-mente fossili con elevata concentrazione disali, che risalgono attraverso sistemi di fa-glie con possibili contaminazioni (in partico-lare nell’area di Monfalcone) di acque su-perficiali.

2333023

2333023

2338023

2338023

2343023

2343023

2348023

2348023

2353023

2353023

2358023

2358023

2363023

2363023

2368023

2368023

2373023

2373023

2378023

2378023

2383023

2383023

2388023

2388023

2393023

2393023

2398023

2398023

2403023

2403023

2408023

2408023

5044

262

5044

262

5049

262

5049

262

5054

262

5054

262

5059

262

5059

262

5064

262

5064

262

5069

262

5069

262

5074

262

5074

262

5079

262

5079

262

5084

262

5084

262

5089

262

5089

262

5094

262

5094

262

5099

262

5099

262

F ig.8: Pozzi Database I nfor matizzato

L E G E NDA

Pozzi monitorati

Database informatizzato

Confini Comuni

Confine R egione

Fig. 8: distribuzione dei pozzi utilizzati per le correlazioni litostratigrafiche, le analisi geochimiche e i monitoraggi (10pozzi in rosso).

Page 24: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

24

-3

-4

-5

-6

-7

-8

-9

-10

-11

May-05 Jul-05 Sep-05 Nov-05 Jan-05 Mar-05 May-05

O18

AnforaBrussa

Leoni

Val Noghera

Oasi

Piscina

SportThalosTrebano 340

Zoo

Palmanova

Legenda

Analisi annuale dell’isotopo O18

Ciclo di campionamento

TAGLIAM-1 1995TAGLIAM-2 1995

CODROIPO 1995

UMGP/078-1

CASTIONIS 1995

VE300_270m

AIELLO 1995

PICCHI 1UMGP/050-1

THALOS med.

VE369_624m

200

150

100

50

0

0 200 400 600 800 1000

SO4

(mg/

l)

CI (mg/l)

Fig. 9a: acque distinte in classi in base alle concentrazioni diCloro e di ione solfato

Fig. 9b: misure costanti nel tempo per la variazionedell’isotopo O18.

6. Utilizzo sostenibile della risorsa

Dalle indagini effettuate emerge subito chesin dal 1990 la zona interessata da maggiorerichiesta di sfruttamento geotermico è con-centrata nei Comuni della Bassa Pianura cen-tro-occidentale, che da sola totalizza l’89%della richiesta spontanea. Ad oggi sono 82 ipozzi regolarmente utilizzati per lo sfrutta-mento geotermico in regione ed interessano icomuni di Carlino (UD), Grado (GO), Latisana(UD), Lignano (UD), Marano (UD), Monfalcone(GO), Palazzolo dello Stella (UD), Pocenia(UD), Precenicco (UD), Ronchis (UD), S. Gior-gio di Nogaro (UD).

La destinazione d’uso dei pozzi è prevalen-temente per riscaldamento d’abitazioni, com-plessi residenziali o stabilimenti generici. Inminor misura, le acque geotermiche sono uti-lizzate per la floricoltura o l’orticoltura in ser-re, in strutture adibite all’allevamento, alla val-licoltura ed all’itticoltura, nel riscaldamento dipiscine e strutture termali nonché, sporadica-mente, per attività ricreative e turistiche o perla manutenzione degli zoo pubblici. Per ognisistema di acquiferi si possono individuare le

applicazioni sostenibili per le diverse destina-zioni d’uso.

La stima del volume di acqua mobile estrai-bile, considerando un emungimento ottimiz-zato in modo da non depauperare la risorsa,indica che ad oggi è sfruttato (considerando ipozzi di sfruttamento geotermico oggetto diconcessione o permesso) meno del 10% del-la risorsa geotermica sostenibile presente nel-le alluvioni. Si suggerisce che il piano di sfrut-tamento debba attentamente valutare i se-guenti parametri: • il raggio di azione di ciascun pozzo (cioè la

distanza media fino alla quale arriva, a cau-sa dell’emungimento, una perturbazionesensibile del campo di carico idraulico del-l’acquifero): esso è funzione della portata,delle caratteristiche idrauliche dell’acquifero(T, S) e della ricarica;

• l’abbassamento sostenibile del carico idrau-lico sul pozzo e su quelli adiacenti, per ope-ra degli emungimenti complessivi: esso di-pende dal numero di pozzi, dalla loro porta-ta, dalle caratteristiche dell’acquifero, dallamodalità degli emungimenti (continui, inter-mittenti, alternati, …), dalla ricarica dell’ac-

Page 25: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

25

quifero e dalla relativa subsidenza indottadallo sfruttamento. Per gli acquiferi geotermici sono stati propo-

sti dei modelli semplificati che, definendo laportata, stimano una subsidenza indotta in su-perficie con emungimento continuo. Una sub-sidenza in superficie attorno a 1 mm/anno èstata valutata come sostenibile, essendo il va-lore confrontabile con la subsidenza naturaledella Bassa Pianura. Qualora l’emungimentodivenga saltuario, secondo le necessità e isalti termici da compensare, ogni impianto an-drà valutato con la dovuta cura nelle stime deicarichi ambientali ed energetici indotti.

E’ importante sottolineare come il maggiorcontributo alla subsidenza indotta da emungi-mento nella Bassa Pianura friulana è causatodai pozzi che pescano negli acquiferi più su-perficiali. Questi acquiferi sono più comprimi-bili, sono sfruttati da un più grande numero dipozzi e sono quelli da cui l’acqua è emuntada molti più anni. In conclusione, obiettivoprimario dovrà essere il controllo dello sfrutta-mento del sistema di acquiferi più superficia-le. Per quanto concerne gli acquiferi dolciprofondi, essi vanno preservati nella loro tota-lità, anche a monte della fascia geotermica,perché ne rappresentano la ricarica e dovreb-bero essere indicati come risorsa strategica.

Per garantire un corretto utilizzo della risor-sa sono state individuate alcune linee guida esoluzioni minime finalizzate alla sua conserva-zione.

È necessario riunire in un unico contestotutte le banche dati esistenti. Un primo passoè stato fatto dalla Regione con la creazione diuna banca dati comune. Manca, però un co-ordinamento gestionale che consenti di pre-servare gli acquiferi e di impedire il cattivouso della risorsa cui dovrebbe ovviare il PianoGenerale di Tutele delle Acque, attualmente infase di predisposizione. Infatti, la risorsa geo-termica è per definizione rinnovabile, ma nonè illimitata. Dai risultati delle indagini svolte, èemersa la necessità d’intraprendere un’azionedi coordinamento fra gli organismi che auto-rizzano e vigilano sull’utilizzo della risorsa ac-

qua. Uno strumento auspicabile potrebbe es-sere costituito da una ricognizione approfon-dita della realtà acque regionale, anche attra-verso una normativa di settore, e con forme diincentivazione, a partire dallo snellimento del-le procedure amministrative e dalla promozio-ne di corrette metodologie per la ricerca edutilizzo nell’ambito di una pianificazione deglisfruttamenti e di un monitoraggio degli effetti.

L’attenta progettazione ed esecuzione dellaperforazione, dei rivestimenti e della imper-meabilizzazione, la presenza delle saracine-sche, nonché la determinazione dei parametriidraulici dell’acquifero sfruttato, sono fattori cri-tici e cruciali ai fini di uno sfruttamento razionalee della salvaguardia della risorsa. Attualmente ipozzi non risultano omogeneamente distribuitisul territorio e va verificato il raggio d’azione, al-meno per ognuno degli acquiferi riconosciuti.

E’ importante evitare lo spreco dell’acquacon lo scorrimento a perdere in rete superfi-ciale. La chiusura o la riduzione drastica dellaportata, quando non necessaria, aiuta a pre-servare la temperatura dell’acqua e soprattut-to il carico idraulico e quindi limita la subsi-denza di fatto, consentendo il rilascio di unmaggior numero di permessi e concessioni.

In conclusione, dallo studio effettuato risultacome è necessario intervenire per utilizzare larisorsa acqua definendo per ciascun sistemadi acquiferi lo sfruttamento ottimale secondoun criterio di sostenibilità e salvaguardia.

In particolare, i sistemi acquiferi più superfi-ciali (più vulnerabili e a ricarica più veloce), isistemi di acquiferi “A”, “B”, potrebbero esse-re destinati agli utilizzi industriali, agricoli o ir-rigui, senza limitazione di qualità e per even-tuali usi energetici con geoscambio.

I sistemi acquiferi intermedi (meno vulnera-bili e a ricarica più lenta), gli acquiferi “C”, po-trebbero essere destinati agli utilizzi civili e in-dustriali con necessità di acqua di qualità.

I sistemi di acquiferi “D”, più profondi, do-vrebbero costituire la riserva idrica strategicae non dovrebbero essere sfruttati, se non perla realizzazione di grandi sistemi di prelievo ascopo idropotabile al servizio di grandi comu-

Page 26: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

26

nità. I sistemi acquiferi geotermici plio-quater-nari e miocenici della fascia litorale possonoessere destinati ad utilizzi geotermici indirettipreferibilmente con re-immissione dei reflui instrato, in particolare quelli che sono più pros-simi alla linea di costa ove si potrebbe favorirel’intrusione di acque marine salate.

I sistemi acquiferi geotermici nelle formazio-ni carbonatiche sono destinati ad utilizzi geo-termici indiretti con re-immissione dei reflui instrato.

Sulla base dei modelli discussi nello studio,per quanto molto semplificati, è stato possibi-le stimare le portate estraibili dagli acquiferigeotermici. Esse sono variabili per ogni acqui-fero in funzione dei volumi disponibili e delleloro proprietà idrauliche (i valori di trasmissivi-

tà e coefficiente d’immagazzinamento sonostati solo stimati in modo approssimato nel-l’attesa di disporre di prove in pozzo), con unminimo di 3-5 l/s per ogni km2 di estensioneper gli acquiferi E, F, G, I+L. Per il sistema diacquiferi H tale portata può essere più elevata(5-10 l/s.km2). Con emungimento intermitten-te, secondo le necessità e i salti termici dacompensare, ogni impianto andrà valutatocon la dovuta cura nelle stime dei carichi am-bientali ed energetici indotti.

La stima della potenza termica teorica otte-nibile dallo sfruttamento sostenibile di tutti gliacquiferi geotermici mappati, indica infine co-me si può raggiungere la produzione di 500MW, portando ad un risparmio energeticoteorico superiore a 300 ktep/anno.

Page 27: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

Le acque calde della pianura friulana

27

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ESSENZIALI

A.G.I.P., 1972 – Acque dolci sotterranee. Agip-Eni, 914 pp.

A.G.I.P., 1977 – Temperature sotterranee. Inventario dei dati raccolti durante la ricerca e la produzione di

idrocarburi in Italia, 1390 pp.

BELLANI S., CALORE C., DELLA VEDOVA B., GRASSI S., MARSON I., NICOLICH R., PERUSINI P., SQUARCI P., 1994 – Valu-

tazione di dettaglio delle strutture profonde della Bassa Pianura Friulana. Inventario delle risorse geotermi-

che nazionali. Ministry for Industry, Trade and Commerce, STAR-C.N.R., 19 Tav., 55 pp.

CALORE C., DELLA VEDOVA B., GRASSI S., MARSON I., NICOLICH R., SQUARCI P., 1995 – A hydrotermal system

along the Coastal Area of Friuli-Venezia Giulia Region (NE Italy). In: Proceedings of the World Geother-

mal Congress, Florence, 2, 1269-1274.

CARULLI G.B., 2006 - Carta geologica del Friuli Venezia Giulia, scala 1:150.000. R.A.F.V.G., Direzione Regio-

nale Ambiente e Lavori Pubblici, Servizio Geologico Regionale. Selca, Firenze.

CASERO P., RIGAMONTI A., IOCCA M., 1990 – Paleogeographic relationship during Cretaceous between the

Northern Adriatic area and the Eastern Southern Alps. Mem. Soc. Geol. It., 45, 807-914.

CATI A., SARTORIO D., VENTURINI S., 1987B – Carbonate platforms in the subsurface of the Northern Adriatic

Area. Mem. Soc. Geol. It., 40, 295-308.

DAL PRÀ A. & STELLA L., 1978 – Primo contributo alla conoscenza del termalismo idrico del sottosuolo della

Bassa Pianura Veneto-Friulana alle foci del fiume Tagliamento. Quaderno I.R.S.A., 34(16), 387-40.

DELLA VEDOVA B. & BRANCOLINI G., 2002 – Studio preliminare degli acquiferi profondi della Bassa Pianura

friulana. Rapporto Tecnico-Scientifico, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Direzione Regionale

dell’Ambiente, Servizio Geologico, 51 pp.

GRASSI S., 1994 – Alcune osservazioni sulle caratteristiche geochimiche delle acque sotterranee della Bas-

sa Pianura Friulana. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Serie A, v. 101, 1-15.

NICOLICH R., DELLA VEDOVA B., GIUSTINIANI M., FANTONI R., 2004 – Carta del Sottosuolo della Pianura Friulana

(Map of Subsurface Structures of the Friuli Plain). Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Direzione cen-

trale Ambiente e Lavori Pubblici, Servizio Geologico Regionale, 4 Tav., Note Illustrative.

OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE, 1989 – Studio delle anomalie geotermiche della Bassa Pianura Friu-

lana. Rilievo di superficie e censimento dei pozzi d’acqua calda. Regione Autonoma Friuli-Venezia Giu-

lia, convenzione n°4455, A.A.N. n°4685.

REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA, 1990 – Catasto regionale dei pozzi per acqua e delle perforazioni

eseguite nelle alluvioni quaternarie e nei depositi sciolti del Friuli-Venezia Giulia. Regione Autonoma

Friuli-Venezia Giulia, Direzione Regionale Ambiente; 7 volumi.

STEFANINI S., 1980 – Il termalismo delle acque artesiane nelle lagune di Grado, Marano e nelle aree

adiacenti. Rassegna Tecnica del Friuli-Venezia Giulia, 5, 19-24.

STEFANINI S., 1986 – Litostratigrafie e caratteristiche idrologiche di pozzi nella pianura friulana, dell’anfiteatro

morenico del Tagliamento e del campo di Osoppo e Gemona. Istituto di Geologia e Paleontologia del-

l’Università di Trieste, 740 pp.

Page 28: ACQUE CALDE della PIANURA FRIULANA - moodle2.units.it

OGSIstituto Nazionale di Oceanografia

e Geofisica Sperimentale

Università di TriesteDipartimento di Scienze Geologiche

Ambientali e Marine

Università di TriesteDipartimento di Ingegneria

Civile e Ambientale