› archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75...

74
L’UNIONE ITALIANA DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI Le origini Il 26 ottobre 1920, allorché l'Unione Italiana dei Ciechi fu fondata, vigeva il codice civile del 1848 che, all'articolo 340, stabiliva che “il sordomuto ed il cieco dalla nascita, giunti all'età maggiore, si reputeranno inabilitati di diritto...". Ciò significava parificazione dei ciechi congeniti agli infermi di mente (anche se non gravi), con la conseguente incapacità di “stare in giudizio, fare transazioni, prendere a prestito, ricevere i capitali, rilasciare liberatorie, alienare ed ipotecare i loro beni, né fare altro atto che eccedesse la semplice amministrazione, senza l'assistenza di un curatore da nominarsi dal consiglio di famiglia o di tutela". A questo proposito occorre ricordare che ogni persona, in quanto esistente, ha la "capacità giuridica", cioè l'attitudine ad essere titolare di diritti e di relazioni giuridiche, ma che tale titolarità di diritti può essere operata solo da chi abbia anche la "capacità di agire" Tale capacità rende la persona idonea all'esercizio concreto dei diritti, e “si acquista con la maggiore età”, come testualmente recita il codice civile del 1848. Fino ad allora il minore è sostituito, nell'esercizio dei propri diritti, dai genitori o, in

Transcript of › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75...

Page 1: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

L’UNIONE ITALIANA DEI CIECHI

E DEGLI IPOVEDENTI

Le origini Il 26 ottobre 1920, allorché l'Unione Italiana dei Ciechi fu fondata, vigeva il codice civile del 1848 che, all'articolo 340, stabiliva che “il sordomuto ed il cieco dalla nascita, giunti all'età maggiore, si reputeranno inabilitati di diritto...". Ciò significava parificazione dei ciechi congeniti agli infermi di mente (anche se non gravi), con la conseguente incapacità di “stare in giudizio, fare transazioni, prendere a prestito, ricevere i capitali, rilasciare liberatorie, alienare ed ipotecare i loro beni, né fare altro atto che eccedesse la semplice amministrazione, senza l'assistenza di un curatore da nominarsi dal consiglio di famiglia o di tutela".

A questo proposito occorre ricordare che ogni persona, in quanto esistente, ha la "capacità giuridica", cioè l'attitudine ad essere titolare di diritti e di relazioni giuridiche, ma che tale titolarità di diritti può essere operata solo da chi abbia anche la "capacità di agire" Tale capacità rende la persona idonea all'esercizio concreto dei diritti, e “si acquista con la maggiore età”, come testualmente recita il codice civile del 1848. Fino ad allora il minore è sostituito, nell'esercizio dei propri diritti, dai genitori o, in mancanza, da un tutore nominato dall'autorità giudiziaria.

Se però la persona maggiorenne è incapace di intendere e di volere, opera l'Istituto giuridico della interdizione, che consiste nel privare la persona della possibilità di agire, che perciò può operare solo tramite un tutore nominato dall'autorità giudiziaria.

Nel caso la incapacità non sia totale, allora interviene l'istituto della inabilitazione, che priva l'inabilitato della capacità di agire non in tutti gli atti a valenza giuridica ma, come abbiamo visto recitare il codice civile del 1848, solo in quelli di straordinaria amministrazione.

Recentemente, con legge numero 6 del 2004, è stata introdotta una terza figura, più attenuata rispetto alle due precedenti (tutore e curatore), e cioè "l'amministratore di sostegno" che viene nominato (anche in via temporanea o parziale) per assistere le persone che, per condizioni fisiche o psichiche, non siano pienamente in grado di tutelare i propri interessi.

Page 2: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

Eppure, nonostante l'incapacità attribuita di diritto ai ciechi dalla nascita, Aurelio Nicolodi, nel fondare l'Unione, affermava il principio secondo il quale era "impossibile giudicare dello stato di cecità con una mentalità di vedenti. La soluzione dei problemi della cecità è di esclusiva competenza dei ciechi".

Sta di fatto che Nicolodi, valoroso ed eroico ufficiale, era divenuto repentinamente cieco in azione bellica a pochi mesi dall'entrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale, e perciò era in grado di valutare come le necessità delle persone non vedenti fossero individuate non correttamente, ma per pregiudizi e stereotipi, dalle persone vedenti. Egli stesso, nei suoi " discorsi sulla cecità", scriveva: "non potrò mai dimenticare la mia prima visita ad un istituto di ciechi. Ciechi, da vedente ne avevo incontrati tanti, ma non avevo mai fermato la mia attenzione su di essi. Era un modo di essere che consideravo del tutto fuori della mia vita. Questo modo di considerare i ciechi è, appunto, ciò che li esilia dal consorzio dei vedenti, essi così avidi del mondo, così disposti alle più ardue competizioni, pur di esserne accolti".

Veniva così affermata la necessità delle pari opportunità e l'abbandono dello stereotipo del "cieco mendico sui gradini delle chiese e all'angolo delle strade".

Il principio, perciò, su cui Nicolodi aveva fondato la costituzione dell'Unione era allora sicuramente rivoluzionario, volendo affidare ai ciechi la decisione sulle loro necessità, ma è un principio ancora oggi riaffermato e condiviso anche dalle altre categorie di disabili contro la tentazione di decisioni verticistiche provenienti da chi non vive sulla sua pelle i problemi, ma li interpreta in base a considerazioni scientifiche e sociologiche spesso inadeguate . Infatti ora le associazioni di disabili a livello europeo affermano il principio, sostanzialmente identico a quello di Nicolodi: "nulla su di noi senza di noi".

Rivoluzionario fu anche il programma, formulato in cinque punti posti a base dell'azione della neocostituita Unione Italiana dei Ciechi:

#ottenere la piena capacità di agire per gli adulti

#ottenere il diritto all'istruzione per i fanciulli

#ottenere il diritto al lavoro per gli abili

#ottenere la previdenza per tutti

#ottenere l'assistenza per i vecchi e gli inabili.

Può osservarsi che il programma non appare rivolto concettualmente soltanto ai ciechi ma rappresenta un programma di azione sociale valido per l'intera comunità.

Page 3: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

Programma che per i non vedenti veniva a costituire quello che era il fulcro del pensiero di Nicolodi: il conseguimento delle pari opportunità, anticipazione del concetto che fu definito nella seconda metà del XX secolo in seguito alle lotte condotte negli Stati Uniti dai movimenti per i diritti civili.

Analizzando il concetto, il termine opportunità si riferisce ad una potenzialità messa a disposizione, piuttosto che a un risultato da garantire. Le pari opportunità possono essere perciò definite come un principio che regola la competizione tra individui, assicurando a tutti uguali punti di partenza. Il principio è perciò connesso ad un'idea di giustizia sociale che ammette differenze nei risultati e nello status di ognuno purché ad ognuno sia offerta un'eguale base di partenza, in modo da evitare qualsiasi forma di discriminazione sostanziale nei confronti di un soggetto o di una pluralità di soggetti.

E’ il principio recepito dalla nostra Costituzione che, all’art. 3, dispone: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Quanto il programma iniziale dell’Unione si sia realizzato, anche oltre le aspettative di allora, è facilmente constatabile da chiunque approfondisca le vicende dell'Unione Italiana dei Ciechi dalla fondazione ad oggi. Chi lo voglia potrà consultare l'agile volume del compianto professor Carlo Monti, già dirigente di spicco dell'Unione, che descrive "La rivoluzione culturale dell'Unione Italiana dei Ciechi dal 1920 al 2000", scritto per l'80º anniversario dalla fondazione dell'Unione. Può anche consultarsi il più modesto e-book, disponibile sul sito dell'Unione, realizzato da chi scrive, in occasione del 90º anniversario, dal titolo "In cammino verso le pari opportunità".

Abbiamo visto che l'Unione è stata costituita nel 1920, ma Nicolodi fin del 1917 aveva fondato l'associazione dei ciechi di guerra (poi confluita nella Associazione fra Mutilati ed Invalidi di guerra, fondata, fra gli altri, da un altro cieco di guerra, Carlo Delcroix, anch’egli eroico combattente del primo conflitto mondiale e perciò decorato, come Nicolodi, di medaglia d'argento al valor militare. Nel 1919, poi, Nicolodi aveva pubblicato il periodico in caratteri braille "Il corriere dei ciechi”, ancora oggi organo ufficiale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, e proprio le molte adesioni a questa iniziativa lo avevano indotto alla costituzione nel

Page 4: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

1920 dell'Unione, allora nata come associazione non riconosciuta, ma che nel 1923 ottenne il riconoscimento di ente morale (e perciò la natura di "persona giuridica").

Va annotato che questo rapido susseguirsi di iniziative veniva compiuto da Nicolodi poco più che ventenne, era nato nel 1894, e del resto lo stesso Delcroix, quando concorse a fondare l'Associazione Nazionale Invalidi e Mutilati di Guerra aveva 21 anni, essendo nato nel 1896.

L'Unione Italiana dei Ciechi, dunque, istituita nel 1920 quale “associazione non riconosciuta", aveva ben presto ottenuta la cosiddetta "erezione in ente morale" espressione allora usata per le persone giuridiche con finalità non economiche; riconoscimento effettuato con regio decreto 29 luglio 1923, poiché allora il riconoscimento delle persone giuridiche, ora di competenza delle prefetture, spettava al sovrano, essendo il numero degli " enti morali" allora assai limitato, mentre ora ammonta a migliaia e migliaia di unità.

Il quadro giuridicoA questo punto è essenziale precisare il concetto di organizzazione "non riconosciuta" e di organizzazione riconosciuta quale "persona giuridica". In sostanza la attribuzione della personalità giuridica rende le organizzazioni idonee alla titolarità dei diritti e dei rapporti giuridici. V'è da precisare che anche le organizzazioni non riconosciute sono state dotate da recenti leggi (ad esempio la legge 383/2000 sulle associazioni di promozione sociale, di cui parleremo fra poco) di una sia pur non completa capacità giuridica, quale ad esempio l'essere titolare di diritti reali (di proprietà e simili) o idonee ad essere destinatarie di lasciti testamentari e donazioni.

La sostanziale differenza fra organismi "non riconosciuti" e "persone giuridiche" è che mentre le persone giuridiche rispondono degli impegni assunti dai loro organi con il patrimonio dell'ente, limitatamente alle disponibilità di tale patrimonio, i dirigenti degli organismi non riconosciuti rispondono degli impegni assunti da loro a nome dell'organizzazione anche con il loro patrimonio personale, qualora le risorse dell'organizzazione non siano sufficienti.

Per completezza diciamo che gli elementi costitutivi per il riconoscimento di una persona giuridica sono le persone fisiche che la promuovono e che ne fanno parte, gli scopi per i quali l'organizzazione è stata costituita, le risorse per raggiungere tali scopi, che vanno precisati nell'atto costitutivo e precisati nello statuto.

Va anche ricordato che l'ordinamento giuridico italiano prevede la possibilità di persone giuridiche che non constino di una collettività di persone associate, poiché

Page 5: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

accanto alle "associazioni" il codice civile prevede l'istituto delle "fondazioni", persone giuridiche il cui elemento costitutivo non è una pluralità di persone associate ma un "patrimonio" messo a disposizione da uno o più fondatori (che però restano estranei alla fondazione) per scopi determinati. Le fondazioni sono perciò di norma gestite da un organismo direttivo la cui composizione è determinata dallo statuto e che ha piena disponibilità nei confronti della fondazione

Vediamo ora come lo statuto dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti definisce la natura dell'Unione all'articolo 1. che letteralmente recita "L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, fondata a Genova il 26 ottobre 1920, eretta in ente morale con R. D. 29/7/1923, organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS), ha personalità giuridica di diritto privato per effetto del D.P.R. 23 dicembre 1978".

A questo punto occorre rilevare come il congresso dell'Unione che si è tenuto nel 2015 ha apportato modifiche allo statuto, ispirate soprattutto ad esigenze di razionalizzazione e semplificazione del testo vigente, accorpando, ove possibile, gli articoli per materie analoghe e rinviando la maggior parte della normativa di dettaglio al Regolamento Generale, che il Consiglio Nazionale provvederà a modificare ed integrare, unitamente agli altri Regolamenti, probabilmente nella sua prossima riunione, atteso che le modifiche allo statuto hanno ottenuto l'approvazione dell'Ufficio Territoriale del Governo - Prefettura di Roma.

Il regolamento generale, in precedenza vigente, sempre all'articolo 1, precisava che l'Unione "è iscritta nel registro delle persone giuridiche di cui al D.P.R. 10/2/2000 numero 361 e nel registro delle associazioni di promozione sociale di cui alla legge 7/12/2000 numero 383". A questo punto si precisa che i giuristi del passato ritenevano che la mancanza dei regolamenti attuativi non rendesse inapplicabile la legge, potendosi ricavare le norme applicative nel contesto della stessa legge da regolamentare ovvero applicare, in quanto compatibili, le norme dei precedenti regolamenti. A tale proposito può citarsi il caso del testo unico della legge comunale e provinciale del 1934: non essendo stato emanato il relativo regolamento, continuava a ritenersi applicabile il regolamento emanato nel 1915, nelle parti in cui fosse "compatibile". Per non parlare della vecchia legge sulle espropriazioni, per la quale non essendo stato mai emanato il previsto regolamento la Corte di Cassazione stabilì che le norme attuative dovessero essere ricercate nella logica della legge principale. Ben diverso l'atteggiamento della pubblica amministrazione nel periodo più recente, poiché, per mancanza del relativo regolamento non è stata applicata per oltre un decennio la legge sul finanziamento degli interventi a favore degli alunni disabili sensoriali; chi scrive è del parere che una legge vigente debba comunque

Page 6: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

essere applicata, sia stato emanato o meno il relativo regolamento. Ove si ritenga diversamente deve riconoscersi il potere del Governo, cui spetta l'emanazione dei regolamenti, di rendere vana l'approvazione delle leggi da parte del Parlamento, con conseguente lesione del Parlamento e , perciò, del principio fondamentale della democrazia: la sovranità popolare.

Dalla norma statutaria prima citata si ricava che l'Unione ha natura multipla (persona giuridica, ONLUS, associazione di promozione sociale); ciò deriva dal susseguirsi di disposizioni legislative intervenute sulla materia dei cosiddetti enti non commerciali, al fine di modulare il loro trattamento fiscale in modo privilegiato, così come previsto in altri ordinamenti giuridici, quale quello anglosassone, in cui tutti gli enti non lucrativi operanti per scopi di solidarietà sociale hanno un trattamento fiscale di grande favore.

Fino alla fine degli anni 90’ nell'ordinamento italiano tale trattamento era limitato dalla volontà di non penalizzare le imprese che, avendo un trattamento fiscale più gravoso, non avrebbero potuto competere con eventuale attività di concorrenza degli enti non lucrativi. A tale proposito può ricordarsi che il maggior produttore di pasta alimentare negli Stati uniti è stata a lungo una università, che in tal modo acquisiva notevoli risorse per le sue attività culturali.

A questo punto, per completare il discorso sulle persone giuridiche, va precisato che si distinguono in pubbliche e private. Persone giuridiche pubbliche sono: lo stato, le regioni, le province (peraltro è in corso un procedimento legislativo per la loro soppressione ) i comuni e tutti gli altri enti pubblici, cioè quelli istituiti dallo Stato, dalle regioni (e da altri soggetti pubblici) con personalità giuridica di diritto pubblico espressamente prevista nell'atto istitutivo. Anche ai soggetti operanti nel settore produttivo può essere attribuita la personalità giuridica di diritto pubblico e vengono definiti "enti pubblici economici", che peraltro vanno sempre più diminuendo di numero per l'attuale orientamento verso la privatizzazione di tali enti, mentre nel passato si ebbe la tendenza opposta, cioè quella di attribuire natura di diritto pubblico a imprese di gestione di servizi interessanti la pubblica utilità (si ricordi in proposito la privatizzazione delle società elettriche, di quelle di gestione delle comunicazioni, e simili). Chi fosse interessato a conoscere l'elenco completo degli enti pubblici può consultarlo su Internet (siti della Funzione Pubblica e della Ragioneria dello Stato).

Per inciso è bene rammentare che nel 1970, con la realizzazione dell'ordinamento regionale, oltre 20 anni dopo l'emanazione della costituzione repubblicana, che l'aveva previsto, si assisté ad un processo di pubblicizzazione di enti privati che esercitavano funzioni che le ideologie politiche allora dominanti volevano in capo

Page 7: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

alla mano pubblica. Così anche l'Unione venne trasformata in ente di diritto pubblico con legge numero 70 del 20 marzo 1975.

Ben presto però le evidenti difficoltà delle Regioni ad assumere il ruolo di gestori unici, unitamente allo Stato, dei processi sociali convinse la classe politica ad una revisione globale degli enti pubblici. che vennero in gran parte soppressi o restituiti alle loro funzioni di operatori sussidiari (o addirittura sostitutivi) della attività pubblica; e così anche l'Unione con D.P.R. 23 dicembre 1978 fu privata della personalità giuridica di diritto pubblico e trasformata in persona giuridica di diritto privato, mantenendo le funzioni previste dalla legge e dallo statuto.

In proposito è utile richiamare il parere espresso dalla Corte dei Conti in una sua relazione al Parlamento sul bilancio dell'Unione, in cui veniva sottolineata la maggiore efficacia ed il miglior uso delle risorse, quali caratteristiche dell'Unione persona giuridica privata rispetto all'Unione ente di diritto pubblico.

Abbiamo precisato che l'Unione riveste anche la natura di organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS). Tale figura giuridica è stata introdotta nel nostro ordinamento giuridico a seguito delle pressioni esercitate dalle organizzazioni operanti nel settore sociale, ai fini dell'ottenimento di un regime tributario simile a quello riservato alle "organizzazioni non governative” (ONG) nell'ordinamento anglosassone).

Ovviamente le pressioni in tal senso erano controbilanciate dalle riserve avanzate dal settore produttivo privato, che temeva la concorrenza di produttori fiscalmente più favoriti (abbiamo ricordato il caso dell'università americana che dominava il mercato della pasta alimentare).

Finalmente si pervenne alla emanazione del decreto legislativo 7 dicembre 1997 numero 460, recante come intitolazione proprio "riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale". In realtà per le ONLUS v’era poco da riordinare, perché istituite proprio con il decreto di cui si parla. In base alle norme contenute nel decreto legislativo possono ottenere la iscrizione all'anagrafe nazionale delle ONLUS ,sempre istituita dal decreto in parola, le organizzazioni (associazioni fondazioni, cooperative, enti di natura privata comunque costituiti, riconosciuti o non riconosciuti).

Dunque per rivestire la qualità di organizzazione non lucrativa di utilità sociale non è necessario il possesso della personalità giuridica,, purché siano presenti i seguenti requisiti, che è necessario risultino espressamente dichiarati nello statuto: esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale, svolgimento di sole attività

Page 8: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

inerenti i settori dell'assistenza, nelle varie esplicazioni, della istruzione e formazione, dello sport dilettantistico, della tutela e promozione della cultura e dell'arte, della ricerca scientifica, della tutela dei diritti civili.

Altri elementi essenziali: attività diretta a vantaggio di persone svantaggiate e divieto di distribuzione degli utili, che debbono essere reinvestiti nelle attività statutarie.

Va subito detto che, rispetto ai più avanzati modelli esteri, i benefici fiscali subiscono delle limitazioni, anche se non eccessivamente rilevanti.

Dalla categoria delle ONLUS sono esclusi di diritto gli enti pubblici, i partiti, i sindacati, le associazioni datoriali e di categoria, mentre sono considerati ONLUS di diritto le associazioni di volontariato e le cooperative sociali.

Abbiamo ricordato che l'Unione riveste anche la natura giuridica di associazione di promozione sociale. Infatti, a seguito delle pressioni a livello politico di organizzazioni che non potevano ottenere il riconoscimento della qualità di organizzazione non lucrativa di utilità sociale, nel 2000 venne emanata la legge 383, che ha istituito la figura giuridica delle associazioni di promozione sociale quali espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, per il conseguimento di finalità di carattere sociale, civile, culturale e di ricerca etica e spirituale.

Il “Terzo Settore”

Questa pluralità di figure giuridiche affini, intersecantesi fra di loro, tant'è che alcuni soggetti rientrano in tutte, ha indotto il governo ad ottenere l'approvazione del Parlamento della legge 6 giugno 2016, n.106 recante Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, concetto che comprende tutte le anzidette figure, ed a cui vogliamo dedicare un particolare e vasto riferimento, potendo modificare, anche in modo radicale, l’attuale assetto delle norme sul non profit, e sulla natura e caratteristiche delle organizzazioni nelle cui tipologie rientra l'Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti, come abbiamo visto.

Va premesso che Il concetto di terzo settore, ora entrato nell'uso comune, è stato introdotto per la prima volta in sede europea nel rapporto "un progetto per l'Europa", in cui al terzo settore veniva assegnata una posizione intermedia tra settore pubblico e mercato privato ed è indicato come comprendente le organizzazioni che propongono interventi per venire incontro ai bisogni personali ed alle esigenze delle categorie a disagio, non escludendo peraltro attività di carattere economico-produttivo.

Page 9: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

La legge n. 106/2016 citata identifica il terzo settore nel “complesso degli enti privati costituiti con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale che, senza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività d'interesse generale, mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi, in coerenza con le finalità stabilite nei rispettivi statuti o atti costitutivi. favorendo la partecipazione, l'inclusione e il pieno sviluppo della persona, a valorizzare il potenziale di crescita e di occupazione lavorativa”; in relazione a quest'ultima connotazione va rilevato che nel settore non-profit operano centinaia di migliaia di persone.

Si precisa, peraltro, che dall’appartenenza al Terzo settore la legge esclude le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati e le associazioni professionali di categorie economiche, e stabilisce che le disposizioni della legge stessa, e perciò anche dei i decreti attuativi che saranno approvati dal Governo ed emanati con decreto del Presidente della Repubblica, non sono applicabili alle fondazioni bancarie, che hanno norme regolatrici proprie, tenuto conto della peculiarità del settore bancario

Tra le finalità perseguite dalla delega vi è poi  la revisione della disciplina contenuta nel codice civile in tema di associazioni e fondazioni, da attuare secondo i seguenti principi e criteri direttivi: semplificazione e revisione del procedimento per il riconoscimento della

personalità giuridica; definizione delle informazioni obbligatorie da inserire negli statuti e negli atti

costitutivi; previsione di obblighi di trasparenza e informazione anche con forme di pubblicità

dei bilanci e degli altri atti fondamentali dell'ente nonché attraverso la loro pubblicazione nel suo sito internet istituzionale;

disciplina del regime di responsabilità limitata delle persone giuridiche; garanzia del rispetto dei diritti degli associati; applicazione alle associazioni e fondazioni che esercitano stabilmente attività di

impresa, delle norme del codice civile in materia di società e di cooperative e mutue assicuratrici (di cui ai titoli V e VI del libro V) in quanto compatibili;

disciplina del procedimento per ottenere la trasformazione diretta e la fusione tra associazioni e fondazioni, nel rispetto del principio generale della trasformabilità tra enti collettivi diversi introdotto dalla riforma del diritto societario.

Page 10: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

È perciò evidente che la emanazione dei decreti delegati, che dovrebbero essere formulati entro un anno, potrà portare, e probabilmente porterà, ulteriori modifiche allo statuto dell'Unione, per prendere quanto meno atto delle nuove regole riguardanti la materia delle associazioni.

L’impresa sociale

La legge delega prevede anche il riconoscimento alla iniziativa economica privata, svolta senza fini di lucro, per utilità sociale, e perciò detta anche i criteri per sostenere le imprese sociali.

Per rientrare a pieno titolo nella disciplina del Terzo Settore l'impresa sociale deve avere queste caratteristiche: svolgere attività d'impresa per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale; destinare i propri utili prioritariamente al conseguimento dell'oggetto sociale;  adottare modalità di gestione responsabili e trasparenti;  favorire il più ampio coinvolgimento dei dipendenti, degli utenti e di tutti i soggetti

interessati alle sue attività.

I decreti delegati dovranno anche:

individuare i settori in cui può essere svolta l'attività d'impresa nell'ambito delle attività di interesse generale;

prevedere le forme di remunerazione del capitale sociale che assicurino la prevalente destinazione degli utili al conseguimento dell'oggetto sociale;

prevedere il divieto di ripartire eventuali avanzi di gestione degli utili al conseguimento degli obiettivi sociali;

prevedere l'obbligo di redigere il bilancio; coordinare la disciplina dell'impresa sociale con il regime delle attività di impresa

svolte dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale; prevedere la nomina, in base a principi di terzietà, di uno o più sindaci con

funzioni di vigilanza.

Va precisato che il concetto di "impresa sociale", così come è configurato è cosa diversa dalla cosiddetta "responsabilità di impresa", cioè l'azione volontaria delle aziende, al di là di quanto prescritto dalle disposizioni di legge, per conseguire obiettivi sociali ed ambientali nel corso della loro normale attività. Tale

Page 11: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

responsabilità, prevista da "strategia Europa 2020 (specie per quanto riguarda le nuove competenze e mansioni, i giovani e lo sviluppo locale) concerne: imprese e diritti umani, dei sistemi informativi e la responsabilità sociale negli appalti pubblici.La Commissione europea incoraggia, perciò, le imprese ad assicurarsi che le condizioni di lavoro siano rispettose dei diritti umani, specie nel caso di prodotti provenienti da paesi che non fanno parte dell'Unione.Sia qui consentito un inciso per ricordare una figura luminosa di imprenditore attento come nessun altro agli aspetti sociali della propria attività di impresa. Si fa riferimento ad Adriano Olivetti titolare della omonima impresa, che si distinse per i benefici rivolti ai propri dipendenti (compensi adeguati, case di abitazione, scuole, asili nido, ecc.) Il tutto si concretava nel concetto di "comunità" basato su principi etici di grande solidarietà. Purtroppo tale solidarietà fu scambiata dal movimento sindacale come "paternalismo", e l'attività dell'impresa fu ostacolata in maniera tale da portare alla sua decadenza.

Il servizio civile universale

La legge quadro sul terzo settore prevede anche il riordino del servizio civile, che viene definito quale "servizio civile universale”considerato perciò, quale è, strumento di elevato spessore sociale; in realtà tuttavia il termine "universale” appare ottimistico poiché viene mantenuto il sistema di chiamata a scaglioni, secondo le risorse economiche disponibili e non una chiamata obbligatoria di carattere generale, come era per il servizio militare obbligatorio che dal Servizio Civile è stato in parte sostituito.Questi infatti i principali criteri direttivi: previsione di un meccanismo di programmazione, di norma triennale, dei

contingenti di giovani italiani e stranieri regolarmente soggiornanti di età compresa tra 18 e i 28 anni che possono essere ammessi, tramite bando pubblico, al servizio civile universale;

definizione dello status giuridico dei soggetti che prestano il servizio: si prevede l'instaurazione, tra i giovani e lo Stato, di uno specifico rapporto di servizio civile non assimilabile al rapporto di lavoro nonché l'esclusione da ogni imposizione tributaria a carico di tale prestazione;

previsione di un limite di durata del servizio, non inferiore a otto mesi complessivi, e comunque, non superiore ad un anno, che contemperi le finalità dello stesso con le esigenze di vita e di lavoro dei giovani coinvolti ed il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze acquisite dai giovani durante l'espletamento del servizio civile, nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativo.

Page 12: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

I benefici fiscaliE' infine previsto, nella ripetuta legge n. 106 il riordino della disciplina tributaria e delle varie forme di fiscalità di vantaggio a favore degli enti del Terzo settore, da attuare in base alle seguenti linee-direttrici: revisione complessiva della definizione di ente non commerciale ai fini fiscali,

anche connessa alle finalità di interesse generale perseguite dall'ente; razionalizzazione delle agevolazioni fiscali connesse all'erogazione di risorse al

terzo settore; riforma dell'istituto del cinque per mille, anche con lo scopo di rendere noto

l'utilizzo delle somme devolute con tale strumento normativo; razionalizzazione dei regimi fiscali di favore relativi al terzo settore; introduzione di misure per la raccolta di capitali di rischio e, più in generale, per il

finanziamento del Terzo settore; assegnazione di immobili pubblici inutilizzati; revisione della disciplina delle ONLUS.

La rappresentativitàChiarita la posizione dell'Unione nell'ordinamento giuridico dobbiamo valutare quale siano la sua posizione e le sue prerogative nei confronti dei disabili visivi.

Abbiamo prima fatto riferimento alla fine del disegno politico che vedeva ogni funzione in capo allo Stato, fine coincisa con la realizzazione dell'ordinamento regionale. Da tale svolta conseguì la affermazione di principi in qualche modo federalisti e di decentramento che portarono alla soppressione o riorganizzazione di non pochi enti pubblici ed alla trasformazione di altri. Abbiamo anche ricordato che tale processo coinvolse l’Unione che, unitamente ad altri enti pubblici, perdette la personalità giuridica di diritto pubblico e fu trasformata in ente associativo con personalità giuridica di diritto privato.

Ora va anche segnalato che, a seguito della emanazione della carta costituzionale, che sancì il principio della libertà di associazione, nel frattempo erano sorte altre associazioni di disabili visivi, alcune non in contrasto con l'Unione (ricordiamo ad esempio la Associazione Ciechi di guerra, il Movimento Apostolico Ciechi, i cui soci sono in gran parte anche soci e dirigenti dell'Unione), altre invece concorrenziali. Da

Page 13: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

parte di queste ultime si avviò, ed è tuttora in corso, un'azione diretta a ridurre l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti alla stregua di "una semplice associazione privata che rappresenta solo i propri iscritti" alla pari delle altre. Si sostenne, e taluni ancora sostengono, che tale declassamento deriverebbe dal disposto dell'articolo 115 del D.P.R.. 616/1977 che, in attuazione della legge 382/ 1975 sull'attuazione dell'ordinamento regionale, sancì la perdita della personalità di diritto pubblico dell'Unione e di molti altri enti associativi, trasformandoli in enti morali con personalità giuridica di diritto privato.

Senonché i tentativi dei nemici dell'Unione, che recentemente hanno avuto anche eco in interrogazioni parlamentari, sono travolte dal chiaro disposto del decreto attuativo del citato articolo 115 (il D.P.R.. 23 dicembre 1978) che testualmente afferma che l'Unione ente privato conserva "le funzioni previste dalla legge e dallo statuto".

Va perciò ricordato che tra i primi provvedimenti legislativi repubblicani vi è il decreto legge del Capo Provvisorio dello Stato (DLCPS) numero 1047 dell’anno 1947 che testualmente stabilisce all’articolo 2, che: “L’Unione Italiana Ciechi conserva, salvo quanto previsto dagli articoli 3 e 4 del presente decreto, il compiti associativi, nonché quelli di rappresentanza e tutela dei minorati della vista previsti dalle norme vigenti e da quelle statutarie”.

Resta dunque pienamente confermata quella rappresentanza “erga omnes” che taluni sostengono essere esercitata “surrettiziamente”.

Quanto all’affermazione dei critici dell’Unione, che le competenze già in capo all’Unione sarebbero state “trasferite alle regioni, alle province, ai comuni ...”, si è appena visto che l’articolo 2 del citato D.P.R. ha conservato all’Unione funzioni e compiti già esercitati, fatta eccezione per quanto previsto dagli articoli 3 e 4 del medesimo decreto.Ora, l’articolo 3 stabilisce che “Le funzioni previste dall’articolo 2 dello statuto dell’U.I.C. relative all’assistenza scolastica, alla profilassi e prevenzione della cecità, al recupero sociale, all’attuazione di forme assistenziali, nonché al ricovero in case di riposo per anziani sono trasferite ai comuni singoli e associati ed alle comunità montane”.L’articolo 4, dal canto suo, trasferisce alle regioni “le funzioni previste dall’articolo 2 dello statuto relative all’istruzione tecnica e professionale”. Pertanto, risulta smentito dal testo della vigente disciplina legislativa che l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti rappresenti unicamente i propri iscritti, alla stregua di qualunque associazione di diritto privato, dal momento che si è vista attribuire dall’ordinamento le funzioni di rappresentanza e tutela degli interessi

Page 14: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

morali e materiali dei ciechi e degli ipovedenti, così come descritte nel D.L.C.P.S. 26.9.1947, n. 1047 e confermate nel ripetuto D.P.R. 23.12.1978.Del resto il diritto dell'unione alla rappresentanza e tutela di tutti i disabili visivi è confermata è confermato di fatto dall'indagine svolta dalla Doxa negli anni 80, dalla quale risultò che il 98% dei ciechi iscritti ad associazioni di ciechi era iscritto alla Unione taliana dei Ciechi.La rappresentatività "legale" dell'Unione è confermata anche, sul piano "reale", da parte di quanto affermato dalla Corte dei Conti nelle sue relazioni al Parlamento sull'attività e sul bilancio dell'Unione e cioè: " L'Unione si conferma punto di riferimento per i non vedenti, anche considerato l'elevato numero di aderenti al sodalizio, continuando ad operare con convinzione e tenacia, anche in presenza di difficoltà oggettive".Purtroppo è legge umana, antica e crudele, che chi si distingue finisce sempre per trovare sulla sua strada nemici e detrattori, per lo più persone che non hanno trovato lo spazio ed il successo che ritenevano di meritare e le cui iniziative, da loro ritenute eccelse, non hanno avuto seguito.Persone e organizzazioni mosse da quel sentimento che Dante definiva proprio di coloro "del male altrui più lieti che del gaudio proprio".Dà anche fastidio il ruolo che l'Unione ha conquistato con le varie iniziative a favore dei disabili visivi divenendo, per ripetere l’espressione della Corte dei Conti, “ punto di riferimento per i non vedenti ".Non si può tacere in proposito che da tali sentimenti sono derivate azioni di disturbo gravi, anche al limite di comportamenti delittuosi: esposti (non solo anonimi) di contenuto infondato, quando non volutamente diffamatorio, azioni legali dirette a contestare soprattutto quel ruolo di rappresentanza e tutela dei disabili visivi che l'ordinamento giuridico (con norme antiche e recenti) ha riconosciuto e tuttora riconosce all'Unione.Esposti e vertenze che hanno sempre viste riconosciute le ragioni ed il titolo dell'Unione a ricoprire il proprio ruolo.Non può nascondersi tuttavia il lato negativo che tali perverse iniziative hanno avuto nei confronti della causa dei disabili visivi.

I collegamenti operativi

Attualmente questa sparuta schiera di personaggi si dedica anche alla diffamazione via internet, lanciando accuse senza fondamento e argomenti contro l'Unione definita una "galassia" che monopolizzerebbe la disabilità visiva, surrettiziamente acquisendo finanziamenti attraverso altre strutture: la Biblioteca Italiana per i Ciechi, l'Agenzia

Page 15: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

Internazionale per la Prevenzione della Cecità, l'I.Ri.Fo.R., la Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi.La verità è che alcune di queste istituzioni sono nate per iniziativa dell'Unione o di propri esponenti (la Biblioteca, l'Agenzia, la Federazione, l'Unione Nazionale Volontari pro Ciechi), ma sono enti a sé stanti, tutti rigorosamente senza fine di lucro, altre (come l'I.Ri.Fo.R.) sono nate come articolazione dell'Unione ma poi sono divenute autonome, con propria personalità giuridica.Tutta la "galassia" opera senza fine di lucro, si tratta nella totalità di Onlus, ciascuna operante in uno specifico settore, anche se tutte le iniziative vengono raccordate e coordinate attraverso uno specifico comitato "Coordinamenti enti". In tal modo vengono evitate dispersioni di risorse e duplicazione di iniziative, e le attività di tutte le strutture si completano in un armonioso mosaico, efficiente ed efficace.

Non a caso anche su questo la Corte dei Conti, mai prodiga di elogi, esprime ampio apprezzamento. L'Unione infatti, si dedica alla rappresentanza, tutela e promozione attraverso speciali articolazioni (Centro di Ricerca Tiflotecnica, Centro Nazionale del Libro Parlato, Centro Studi e Riabilitazione). La Biblioteca per i Ciechi si occupa in prevalenza di testi in braille, ma anche e soprattutto di libri scolastici, in braille, a caratteri ingranditi e digitali; l'Agenzia per la Prevenzione della Cecità delle attività mirate allo studio, prevenzione e cura delle malattie oculari, la Federazione in particolare di sussidi scolastici e di ogni altro materiale di carattere tiflopedagogico. L'Irifor, infine, alla formazione, iniziale e continua (in particolare mirata alle nuove tecnologie), ed alla riabilitazione.Del resto fin dal suo nascere l'Unione non si è limitata al solo ruolo di rappresentanza e tutela dei disabili visivi, non si è rinchiusa cioè in un ruolo di mera rivendicazione, ma ha sempre svolto un'attività concreta di prestazione di servizi, da essa stessa realizzati, a supporto dei disabili visivi, servizi che la pubblica amministrazione soprattutto per la incompleta, se non addirittura assente. conoscenza dei reali problemi che accompagnano la disabilità visiva, non ha mai potuto svolgere con la necessaria efficienza ed efficacia.Si pensi, fra l'altro, alla istituzione in Firenze, città in cui l'Unione allora aveva sede, della Scuola Nazionale Cani Guida nonché all'Istituto per Ciechi ed alla Stamperia Nazionale Braille, alla Biblioteca Italiana per i Ciechi Regina Margherita in Monza, all'Ente Nazionale di Lavoro per ciechi, all'Istituto Case Popolari per Ciechi.Le realizzazioni proposte, volute ed anche direttamente gestite dall'Unione furono tante e talmente efficaci che Nicolodi, nel lasciare la presidenza dell'Unione poté rivendicare i risultati di quella che il professor Monti ha definito rivoluzione culturale con queste parole : "il cieco non è più ora il mendicante ai margini delle strade…. o il

Page 16: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

suonatore lamentoso con il suo violino bisunto e il cane famelico. È un cieco che cammina a testa alta e con passo sicuro…. Non è un vinto, ma un vittorioso della sua sventura”.

La realtà attuale

La impostazione sempre seguita dall'Unione, di volere coniugare la spinta ideale con le realizzazioni pratiche, è risultata vincente, soprattutto in questo periodo di globalizzazione, globalizzazione che si risolve in un trasferimento immediato non solo degli aspetti positivi delle varie economie ma anche di quelli negativi, quale la grave crisi che da alcuni anni è in atto ovunque e che in Italia ha prodotto deleteri effetti sulla crescita e sull'occupazione; che ha raggiunto i livelli più bassi dal dopoguerra, livelli a due cifre fino a qualche anno fa inimmaginabili.In realtà si deve constatare che la globalizzazione non riguarda solo economia e mercati, ma si estende ad ogni attività umana, ai costumi, alla cultura, all'arte, ai rapporti politici e civili, ai principi morali, alla protesta che si unisce al terrorismo.Ormai non sembrano esservi più confini di protezione: la crisi del credito negli Stati Uniti si trasformò in una tragedia della finanza mondiale che generò anche inversione di ruoli; le calamità che drogano il mercato alimentare: l’inaspettato ed improvviso crollo del prezzo del greggio, e mille altri esempi si potrebbero fare.Tutto ciò anche in conseguenza della velocità, impensabile fino a pochi decenni fa, dei trasporti, delle comunicazioni, della informatica che rende possibili in frazioni di secondo operazioni che prima avrebbero richiesto tempi enormi.Per non parlare della smaterializzazione (o dematerializzazione, come ora si preferisce chiamarla) che rende possibile a chiunque tenere e gestire in minuscoli strumenti una mole di dati che, su carta, richiederebbero migliaia di metri quadrati di magazzino.Di fronte a questa realtà, in vorticoso mutamento, l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti modula comportamenti che non solo si adeguano ai tempi, ma li precedono. Basti pensare che è stata all'avanguardia nell'adottare un sistema di archivio informatico, che si è trasformato in totalmente digitale, per adeguarsi alla imperante necessità di velocità nei rapporti e nell'azione.E che dire delle riunioni on line, tramite streaming audio o telefonia Voip, che rappresentano una larghissima maggioranza, anche qui anticipando comportamenti che a volte sono stati imposti per leggeMa della trasformazione degli strumenti dell'Unione si parlerà poi diffusamente. Qui preme sottolineare che, a fronte di un atteggiamento attento al futuribile, l'Unione si mantiene fedele ai già ricordati principi fondanti, fissati all’atto della sua

Page 17: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

costituzione, principi che l'Unione ha concretamente attuato, tra l'altro conquistando per sé un non comune rispetto da parte delle istituzioni.La realtà attuale dell'Unione è dunque questa: fedeltà ai principi per i quali è nata e sensibile adesione ad ogni novità e progresso che si preannunci.Con una sola precisazione: i cinque obiettivi fissati all'atto della fondazione si sono trasformati in un unico principio, quello delle "pari opportunità". Principio che significa partire tutti con le stesse possibilità, da un'identica posizione.Certo, molti dicono che tale principio è velleitario, ma quante imprese considerate impossibili si sono invece verificate. Basta guardare alla storia dell'Unione, soprattutto la più recente, in cui la nostra associazione, a differenza di altre realtà, è riuscita a ricoprire sempre un ruolo di primo piano.Al fenomeno della globalizzazione, di cui si è detto, si aggiunge un fenomeno di segno opposto, apparentemente contraddittorio, ma in realtà coerente con il primo, e cioè la nascita, o il ricomporsi, di movimenti di opinione, e non solo, diretti a spostare sul territorio attività, funzioni e poteri prima centralizzati.Il principio della sussidiarietà verticale, in base al quale le funzioni politiche vanno esercitate al livello di potere il più possibile vicino agli interessati, mentre in alcuni paesi si è trasformato in veri e propri movimenti indipendentisti, se non secessionisti, da noi si è assestato nella affermazione di principi federalistici. Del resto già nell'800 nel nostro paese si era formata una corrente di pensiero federalista (si pensi ad Antonio Rosmini) che ha indotto il costituente del 1946 ad impostare l'organizzazione dello Stato su base regionale, anche con ordinamenti specifici per alcuni territori, con accentuazione della autonomia legislativa.Il rafforzarsi di tali movimenti ha indotto i nostri governi, anche i meno sensibili alle istanze federaliste, alla adozione di strumenti legislativi diretti ad eliminare le principali ragioni della protesta federalista.A ciò provvidero le quattro leggi cosiddette "Bassanini" emanate dal 1997 al 1999, con le quali sono stati in primo luogo ridefiniti i rapporti e la distribuzione delle competenze fra Stato, Regioni e sistema delle autonomie locali, per realizzare quello che lo stesso Bassanini, allora Ministro per la Funzione Pubblica e gli Affari Regionali, definì "il massimo di federalismo amministrativo a Costituzione invariata".In realtà più che di federalismo si trattava di un nuovo e più ampio decentramento amministrativo, peraltro con una amplissima attribuzione o delega a Regioni ed enti locali di funzioni prima esercitate a livello centrale.Sensibili a questa trasformazione ed agli impulsi di distribuzione di poteri sul territorio, i Congressi Nazionali dell'Unione, tenutisi nel 1997, 2001 e 2005 hanno

Page 18: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

radicalmente ricostruito lo Statuto associativo per adottare, in alcuni casi per anticipare, i principi nazionali.Si è così dato più ampio spazio alle strutture territoriali, che ora lo Statuto, come modificato nel XXI Congresso del 2005, ha definito dotate di "autonomia gestionale, amministrativa, patrimoniale e fiscale".E' stato tuttavia tenuto presente che il trasferimento dei poteri alla periferia può creare perniciose divisioni e ingiustificate difformità di comportamenti. Sono state perciò istituzionalizzate forme di coordinamento, sia a livello nazionale che a livello regionale, consistenti nella formalizzazione statutaria delle Assemblee dei Quadri Dirigenti.L'ampliamento del ruolo delle strutture territoriali è anche in relazione alle manovre economiche nazionali dirette al rispetto dei parametri europei cui sono tenuti gli stati membri, con conseguente necessità di economie che hanno portato alla drastica riduzione dei trasferimenti statali per contributi ad enti ed associazioni.Tali tagli hanno comportato, e comportano, la necessità di reperimento di risorse sul territorio da parte delle strutture territoriali, ciò che è puntualmente avvenuto e sta avvenendo. Ulteriore conferma della capacità dell'Unione di affrontare e risolvere tempestivamente i problemi.Va, peraltro, detto, come si vedrà, che l'Unione (e gli enti ed organizzazioni collegati) hanno meno di altri sofferto dei tagli al bilancio, per riconoscimento da parte del governo della utilità ed efficacia dei servizi che l'Unione (e gli enti collegati) svolgono a favore della minorazione visiva.Fra le varie modifiche statutarie, adottate dal Congresso va ricordata la mutazione della denominazione da "Unione Italiana dei Ciechi" a "Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti". Modifica sofferta ma in linea con la nuova classificazione delle minorazioni visive, di cui si tratterà più avanti, e con la storia dell'Unione, da sempre impegnata sul fronte della minorazione visiva e non solo sulla cecità in senso proprio.Del resto lo stesso Decreto Legislativo del Capo Provvisorio dello Stato n. 1047 del 26 settembre 1947 stabilisce che "all'Unione Italiana dei Ciechi… è riconosciuta la rappresentanza e la tutela degli interessi morali e materiali dei minorati della vista". Riconoscimento ed attribuzione confermati dal DPR 23.12.1978 e da nuove disposizioni successive (tra le ultime l'art. 4 della legge n. 68/1999 sul diritto al lavoro dei disabili); sia detto con buona pace dei detrattori dell'Unione.Ritornando alla ridefinizione della organizzazione dell'apparato dell'Unione va ricordato che essa ha comportato una serie di indagini conoscitive dirette ad accertare, struttura per struttura, i dati relativi all'organico della dirigenza e dei dirigenti e collaboratori, alla organizzazione, con riferimento anche agli strumenti ed

Page 19: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

attrezzature a disposizione (soprattutto in relazione alle nuove tecnologie e connessione ad internet).L'impostazione data può così riassumersi:- fruire integralmente e con sistematicità di tutti i servizi ed agevolazioni contemplati dall'ordinamento vigente in campo socio-assistenziale, prevedere la creazione di un archivio sistematico ad ogni livello di competenza per poter meglio utilizzare le opportunità offerte nei vari settori economici e sociali sul territorio;- rendere i locali delle strutture periferiche i più accoglienti possibile, eliminando le barriere architettoniche, ove necessario, ed agevolando al massimo gli incontri fra i soci per attività di vario genere;- coinvolgere con metodo la partecipazione degli enti pubblici e dei privati nella progettazione ed erogazione di determinati servizi di interesse generale ai cittadini, anche mediante accordi e convenzioni specifiche;- valorizzare le risorse umane e strumentali a disposizione, attribuendo alle rappresentanze zonali compiti effettivi ed aiutandole nel reperimento delle necessarie risorse;- dare la massima visibilità interna ed esterna della gestione delle attività e dei servizi generali rivolti agli utenti;- realizzare i servizi generali a livello regionale in modo da evitare duplicazioni con rischi concreti di dispersione di risorse umane, strumentali ed economiche; - esercitare le funzioni statutarie per supportare le iniziative di carattere generale ed in quelle programmate; curare la socializzazione degli esiti positivi ottenuti, in modo che tutte le aree territoriali possano avvalersene;- intervenire con iniziative di formazione professionale ad ogni livello, al fine di permettere ai soggetti interessati la conoscenza degli strumenti e delle tecniche di gestione più idonei all'organizzazione di beni e servizi;- favorire la partecipazione soprattutto dei giovani e dei talenti emergenti, rendendo più dinamica e diversificata la partecipazione degli associati ai programmi ed alle decisioni; - promuovere frequenti campagne di informazione sul territorio per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni competenti ai problemi della prevenzione della cecità, dell'integrazione scolastica, dell'inserimento lavorativo e dell'assistenza, nonché per far conoscere i servizi offerti dall'Unione;- motivare i potenziali utenti ciechi ed ipovedenti ad avvicinarsi all'Unione Italiana dei Ciechi, costituendo un gruppo di soci che si incarichino di informare i minorati della vista, nonché i loro familiari, sui servizi offerti, sulle agevolazioni e quant'altro possa essere loro utile;

Page 20: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

- favorire la comunicazione e lo scambio di esperienze e la condivisione di buone prassi fra le strutture periferiche anche a mezzo di incontri con scansione semestrale ai quali partecipino insieme dirigenti e personale per un proficuo scambio di esperienze; - collaborare con le istituzioni pubbliche e private impegnate nella ricerca, per la soluzione di problemi connessi con la minorazione visiva, al fine di fornire consulenze e suggerimenti idonei. Tali linee guida hanno comportato la progressiva realizzazione di alcuni modelli di riferimento per il funzionamento delle sedi territoriali, basati su standard qualitativi minimi nella gestione dei servizi da erogare ai soci e, più precisamente:

Servizio radio (slash radio) che costituisce un servizio permanente di contatto audio e testuale con la base associativa ed il pubblico;

servizio di segreteria telefonica comprensivo di notiziario informativo per i soci;

servizio di telefono amico, sia attivo che passivo; iniziative sociali con costituzione di un gruppo di lavoro che si prenda

carico dell'organizzazione; notiziario informativo provinciale (in tutti i formati richiesti) e,

eventualmente, regionale o infraregionale; utilizzazione mirata del servizio di volontariato per accompagnamento e

ausilio ai servizi sezionali gestito con programma informatico; modernizzazione dell'attrezzatura informatica e d'ufficio con

standardizzazione dei programmi informatici in uso (contabilità, Office, collegamento Internet superveloce);

programma informatico per l'anagrafe dei soci al fine di unificare le varie anagrafiche sezionali

introduzione di nuovi criteri di amministrazione delle risorse umane per la gestione dei rapporti con l'utenza.

L'Unione pertanto nella sua realtà organizzativa attuale si presenta una struttura tra le più avanzate sul piano amministrativo e di efficienza, ma il traguardo della sua azione sostanzialmente resta quello che fu dato con il primo Statuto del 1920.

Gli scopi istituzionali Lo statuto vigente, come approvato dal congresso nazionale tenutosi nel 2015 così puntualizza all’articolo 2 gli scopi istituzionali dell'ente. in coerenza con gli ideali originari e con la politica di integrazione seguita dall'Unione:1. Scopo dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti - ONLUS, che opera

Page 21: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

senza fini di lucro per l’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale, è

l’inclusione delle persone cieche e ipovedenti nella società.

(Il fine statutario della integrazione nella società rappresenta un corollario del concetto di pari opportunità. Poiché per “integrazione sociale” si intende l'inclusione delle diverse identità in un unico contesto all'interno del quale non sia presente alcuna discriminazione. L'integrazione è in sostanza il processo attraverso il quale il sistema acquista e conserva un'unità strutturale e funzionale, pur mantenendo la differenziazione degli elementi. L'integrazione è anche il prodotto di tale processo, in termini di mantenimento dell'equilibrio interno del sistema.

2. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti - ONLUS promuove e attua, anche

mediante la creazione di apposite strutture operative e l’edizione di periodici

informativi, ogni iniziativa a favore delle persone cieche e ipovedenti, in base a

specifiche convenzioni con le pubbliche amministrazioni competenti o,

relativamente a tipologie d’interventi non realizzate da queste, previa

comunicazione alle medesime.

(L'ultima parte del periodo del presente numero 2 è stata inserita, in occasione del precedente statuto, su richiesta del funzionario del Ministero dell'Interno, allora l'autorità vigilante nei confronti dell'Unione, ancora fermo al concetto che l'assistenza dovesse essere di esclusiva competenza della amministrazione pubblica).

3. In particolare:

a) favorisce la piena attuazione dei diritti umani, civili e sociali delle persone

cieche e ipovedenti, la loro equiparazione sociale e l’inclusione in ogni ambito

della vita civile, promuovendo allo scopo specifici interventi a tutela della non

discriminazione sulla base della disabilità;

b) promuove e attua, anche in collaborazione con enti esterni, iniziative e azioni

per la prevenzione della cecità, per il recupero visivo, per la riabilitazione

funzionale e sociale delle persone cieche e ipovedenti, nonché per la ricerca

medico-scientifica e tecnologica finalizzata, in particolare, al settore

oftalmologico e neuro-oftalmologico;

Page 22: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

c) promuove e attua iniziative per l’educazione e l’istruzione delle persone cieche

e ipovedenti e per la loro formazione culturale e professionale;

d) promuove la piena attuazione del diritto al lavoro per le persone cieche e

ipovedenti, favorendone il collocamento lavorativo e l’attività professionale in

forme individuali e cooperative, nonché fornendo assistenza ai lavoratori ciechi

e ipovedenti nell’ambito del rapporto di lavoro;

e) attua iniziative assistenziali rispondenti alle necessità delle persone cieche e

ipovedenti, con particolare attenzione alle persone con disabilità aggiuntive e

alle persone anziane;

f) opera nel campo tiflologico e tiflotecnico per garantire la disponibilità di

strumenti avanzati e di soluzioni d’avanguardia, favorendo anche la ricerca

scientifica e tecnologica di settore;

(Al riguardo va tenuto presente che l'intervento dell'Unione nel settore tiflotecnico fu dovuto alla necessità di garantire ai disabili visivi la fornitura dei più avanzati strumenti tecnologici adattati alle loro necessità, nonché per evitare speculazioni private, possibili data la scarsa reperibilità di tali strumenti e il numero relativamente limitato dei possibili fruitori).

g) promuove, favorisce e organizza le attività sportive volte allo sviluppo

psicofisico delle persone cieche e ipovedenti, anche in collaborazione con altri

organismi;

h) favorisce la costituzione e lo sviluppo di cooperative sociali, aderendovi in

qualità di socio con propri finanziamenti.

4. È fatto divieto, secondo quanto previsto dall’art. 10, comma 5, del D. L.vo

4.12.1997, n. 460, di svolgere attività diverse da quelle di cui ai commi precedenti,

a eccezione di quelle a esse direttamente connesse.

Va sottolineato che l’art. 2 del nuovo statuto ripropone, di fatto senza particolari

modifiche, il testo dell’art. 3 gel precedente statuto, limitandosi ad integrare il comma

3 con alcune specificazioni relative alle finalità istituzionali che vengono estese in

particolare: con la lett. b) alla ricerca medico-scientifica e tecnologica finalizzata al

Page 23: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

settore oftalmologico con la lett. d) all’assistenza ai ciechi ed agli ipovedenti

nell’ambito specifico del rapporto di lavoro.

La struttura organizzativaIl sistema organizzativo che l’Unione si è data nel tempo risponde a quattro criteri fondamentali. Il primo è quello istituzionale, improntato al principio della sussidiarietà verticale dei centri di decisione che, fino allo statuto approvato nel 2015 erano tre: Nazionale, Regionale e Provinciale; tale principio era allora anche in relazione con la suddivisione del potere pubblico fra stato, regioni e province. Questo rimanda al criterio territoriale, anch'esso basato sulla organizzazione pubblica, ma con qualche eccezione derivata da tradizioni storiche (le sezioni suprovinciali) o di servizio: le rappresentanze, gli uffici distaccati, laddove vi sia presenza significativa di disabili visivi. Naturalmente il sistema ha subito mutamenti con le riforme in atto dirette a sopprimere le province e sostituirle con le aree metropolitane e le unioni di comuni per l'esercizio di funzioni di più vasta portata territoriale. Le ultime norme statutarie hanno perciò mutato il nome delle strutture subregionali da provinciali a "territoriali", termine che resterà valido anche se vi saranno ulteriori cambiamenti nella denominazione delle strutture subregionali. Terzo criterio quello della suddivisione dei centri decisionali in relazione alle esigenze pratiche, con riguardo sia al livello istituzionale che a quello pubblico territoriale. Infine il criterio della collegialità reso evidente dalla impostazione data allo statuto, impostazione rispettosa dei livelli associativi e soprattutto del massimo coinvolgimento della base associativa.

Vediamo ora, partitamente, i livelli in cui le strutture dell'unione sono ripartite:

Sono Organi della struttura nazionale:

a) il Congresso Nazionale

Il Congresso di Nazionale determina gli indirizzi della politica associativa ed approva le relazioni morali sull'azione dell'associazione.

Compete al congresso il potere statutario e la elezione del presidente nazionale e dei

componenti elettivi del consiglio nazionale ,il cui numero ,nello statuto ora vigente, è

stato portato da 20 al 24 al fine di una maggiore rappresentatività del territorio in

Page 24: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

seno a questo importante organo collegiale dell'associazione, ai fini di una maggiore

rappresentatività del territorio in seno al principale organo collegiale

dell’Associazione;

Il congresso si riunisce ogni cinque anni salvo convocazione straordinaria disposta dal consiglio nazionale per sua iniziativa o su richiesta dei due terzi dei consigli regionali.

Il congresso è composto da componenti elettivi, scelti dalla base associativa nelle assemblee territoriali in relazione alla consistenza delle singole sezioni, e da componenti di diritto (il presidente nazionale, il consiglio nazionale, i presidenti delle sezioni territorialj).

b) il Presidente Nazionale

Il presidente nazionale dell'unione è l'unico dirigente eletto direttamente dal congresso (insieme con i 24 consiglieri nazionali elettivi) ed è il legale rappresentante dell'associazione). Nonostante tale prerogativa in realtà il presidente rappresenta sostanzialmente il "primus inter pares" in seno al consiglio nazionale ed alla direzione nazionale che presiede.

c) il Consiglio Nazionale

1. Il consiglio nazionale determina gli indirizzi della attività associativa, con

l'approvazione dei programmi di attività e le relazioni morali, unitamente al

bilancio preventivo e consuntivo. Compete al consiglio la elezione dei

componenti la direzione nazionale, fra i consiglieri eletti dal congresso, dei

probiviri, dei sindaci, nonché la nomina del segretario generale su proposta

della direzione nazionale. Spetta al consiglio nazionale la potestà

regolamentare su proposta della direzione nazionale. 2. Con le ultime modifiche statutarie sono state ampliate alcune competenze del

Consiglio Nazionale attraverso l’inserimento fra le stesse della nomina dei

direttori dei periodici editi dall’UICI e della costituzione di commissioni

nazionali di lavoro, nonché la facoltà di convocazione dell'assemblea

nazionale dei quadri dirigenti.

Spetta infine al consiglio nazionale votare la sfiducia alla direzione nazionale e al presidente nazionale: nel caso la deliberazione raggiunga la maggioranza di voti dei

Page 25: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

componenti il consiglio, gli organi sfiduciati decadono

Il consiglio è composto dal presidente nazionale, che lo presiede, dai consiglieri eletti dal congresso e dai presidenti dei consigli regionali e delle sezioni delle province autonome.

d) la Direzione Nazionale

E’ l'organo decisionale operativo dell'Unione e ad essa spetta l'adozione di tutti i provvedimenti non riservati alla competenza del consiglio nazionale.

La direzione è composta dal presidente nazionale, che la presiede, e da 8componenti eletti dal consiglio nazionale fra i consiglieri nazionali eletti dal congresso. Accanto alla direzione nazionale il precedente statuto prevedeva un ufficio di presidenza quale organo di collaborazione del presidente nazionale, composto dallo stesso presidente nazionale, dal vicepresidente e da un componente la direzione nazionale, da questa eletto.

I componenti elettivi, che nel precedente statuto erano previsti in numero di 10, sono

stati portati ad 8 per esigenze di migliore funzionalità operativa dell’organo in

rapporto ai vari settori di attività in cui si articolano gli uffici centrali.

Per quanto concerne le competenze viene chiarito che le deliberazioni in materia di

rapporto di lavoro del personale della struttura nazionale comprendono ogni fase del

rapporto stesso; vengono altresì rafforzati i poteri di controllo amministrativo–

contabile sulle strutture territoriali e sulle procedure di acquisto e alienazione di

cespiti immobiliari, fatte salve le prerogative delle strutture territoriali stesse che, in

caso di beni immobili che insistono sul territorio di loro competenza, devono

emettere un parere vincolante in caso di proposta di alienazione.

Ciò al fine di salvaguardare, allo stesso tempo, l’unitarietà gestionale del patrimonio

immobiliare e gli interessi delle strutture territoriali, che in molti casi si attivano per

ottenere lasciti o donazioni ed alle quali, comunque, è demandata la gestione di tali

cespiti.

e) il Collegio dei Probiviri

Il collegio è composto da tre membri effettivi e due supplenti, e ad esso compete la funzione disciplinare, nonché la decisione dei ricorsi gerarchici.

Page 26: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

In tema di funzione disciplinare è rilevante la eliminazioni della sanzione della espulsione dall'associazione, essendo la massima sanzione ora applicabile quella della sospensione fino a un massimo di cinque anni.

f) il Collegio Nazionale dei SindaciIl collegio nazionale dei sindaci, costituito da componenti nominati dal consiglio

nazionale e da componenti nominati dalle amministrazioni vigilanti, ha competenze di verifica e controllo sui bilanci preventivi e consuntivi, nonché sull'andamento contabile dell'unione

g) l’Assemblea Nazionale dei Quadri DirigentiE’ organo di consulenza sulla politica associativa ed è composta dai consiglieri nazionali, e dai presidenti delle sezioni provinciali o loro delegati.

Si riporta ora l'elenco degli organi regionali e territoriali, facendo presente che

composizione e competenze sono determinate in analogia a quanto previsto per gli

organi nazionali, ma lo statuto vigente afferma il principio che l’Unione Italiana

dei Ciechi e degli Ipovedenti - ONLUS è una organizzazione associativa a

carattere unitario costituita da una struttura nazionale, da strutture regionali e da

strutture territoriali sezionali dotate di specifiche forme di autonomia definite

dallo Statuto e dal Regolamento Generale, anche in conformità con l’ordinamento

amministrativo vigente.

Sono organi delle strutture regionali:

a) il Presidente Regionale;

b) il Consiglio Regionale;

c) la Direzione Regionale

d) il Collegio dei Sindaci del Consiglio Regionale;e) l’Assemblea Regionale dei Quadri DirigentiNel precedente statuto era previsto, in analogia con quanto previsto a livello nazionale, un ufficio di presidenza regionale ora sostituito dalla Direzione Regionale.

Page 27: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

Sono organi delle strutture territoriali sezionali:

a) l’Assemblea della Sezione territoriale;

b) il Presidente della Sezione territoriale;

c) il Consiglio della Sezione territoriale;

d) l’Ufficio di Presidenza della Sezione territoriale, quando previsto;

e) il Collegio dei Sindaci della Sezione territoriale, quando previsto.

Va osservato il mantenimento dell'ufficio di presidenza della Sezione territoriale e del collegio dei sindaci, ma soltanto quando ne è prevista l'esistenza.

Relativamente ai collegi dei sindaci delle sezioni territoriali è da sottolineare la

facoltà conferita alle Sezioni territoriali che adottino la contabilità semplificata di non

istituire il Collegio dei sindaci revisori, per ragioni di semplificazione dell’azione

amministrativa, considerando anche che le eventuali azioni di controllo contabile-

amministrativo sono, comunque, garantite dagli organi regionali.

Lo statuto attualmente vigente prevede anche espressamente, in relazione alle modifiche dell'organizzazione pubblica statale in corso, che la struttura organizzativa dell’Associazione potrà tenere conto di eventuali modifiche dell’articolazione delle pubbliche amministrazioni sul territorio e, a tale scopo, conferisce ai Consigli Regionali la possibilità di proporre al Consiglio Nazionale, che li deve approvare, i conseguenti adattamenti dell’organizzazione interna, con riferimento alle specificità che si presentano volta per volta nel territorio di competenza.

Va segnalato che le riunioni di tutti gli organi collegiali dell’Unione sono valide

anche se tenute in teleconferenza, con conseguente evidente riduzione dei costi

ed agevolazione delle riunioni.

Nel rispetto dei principi di partecipazione e di democrazia, cui l'Unione si ispira,

si sottolinea anche che tutte le riunioni degli organi associativi, con esclusione

della Direzione Nazionale e delle Direzioni Regionali sono, di norma, aperte alla

partecipazione dei soci, partecipazione che dovrà essere favorita con ogni mezzo,

Page 28: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

nelle forme stabilite dal regolamento generale.

.

La base associativa

Si è sottolineato come, in base ai suoi principi informatori, l'Unione sia una associazione "di" e non "per" i disabili visivi. Soci effettivi, perciò, possono essere soltanto i disabili visivi. Ciò non esclude che possano essere considerate altre categorie; categoria particolare di soci dell'Unione è quella dei soci "tutori", cioè dei rappresentanti legali dei disabili visivi minori o interdetti. Va tenuto presente che la classificazione dei disabili visivi adottata dallo statuto è quella prevista dalla legge 138 del 3 aprile 2001, in base agli studi effettuati dalla scienza oftalmologica italiana, condivisi e fortemente sostenuti dall'Unione durante l'iter di adozione della citata legge. La nuova classificazione tiene conto non soltanto dell'acutezza visiva espressa in decimi, ma anche del campo visivo, espresso in residuo perimetrico percentuale.

Vediamo ora partitamente le quattro categorie dei soci previste dallo statuto:

1 - soci effettivi sono i cittadini ciechi totali, ciechi parziali e gli ipovedenti (articoli 2, 3, 4, 5 e 6 della legge 3.4.2001, n. 138); sono perciò compresi in tale categoria:ciechi assolutia) le persone con totale mancanza della vista bilateraleb) le persone che presentano mera percezione della luce in entrambi gli occhi o in quello migliorec) le persone che avvertono il movimento della mano (sempre bilateralmente o nell'occhio migliore)d) le persone con un residuo visivo perimetrico binoculare inferiore al 3%ciechi parzialia) le persone con residuo visivo di acutezza inferiore a 1/20 bilaterale o nell'occhio migliore, anche con correzione eventuale di lentib) le persone con un residuo visivo perimetrico binoculare inferiore al 10%ipovedenti gravia) le persone con residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell'occhio migliore, anche con correzioneb) le persone con un residuo visivo perimetrico binoculare inferiore al 30%

Questi ipovedenti gravi erano in precedenza considerati ciechi parziali (in alcune disposizioni venivano designati come "privi della vista" ed usufruivano dei

Page 29: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

privilegi relativi al collocamento obbligatorio dei ciechi, nonché di alcuni benefici di carattere economico. Perciò il legislatore della legge 138/2001 ha stabilito che la nuova classificazione, ritenuta di carattere tecnico-scientifico, non influisse sui benefici di carattere economico e sociale già in godimento.

ipovedenti medio-gravia) e le persone con residuo visivo non superiore a 2/10 in entrambi gli occhi o nell'occhio migliore, sempre anche con correzioneb) le persone con residuo visivo perimetrico binoculare inferiore al 50%

ipovedenti lievia) le persone con residuo visivo non superiore a 3/10 in entrambi gli occhi o nell'occhio migliore, sempre anche con eventuale correzioneb) le persone con residuo visivo perimetrico binoculare inferiore al 60%

2 - soci tutori sono i legali rappresentanti ed i tutori dei minori e degli interdetti giudiziali

Tale categoria di soci è stata introdotta con precedenti modifiche dello statuto, motivate dalla opportunità di dare voce, attraverso i loro legali rappresentanti, e cioè i tutori, che per legge rappresentano e sostituiscono in tutto i rappresentati, ai giovani soci minorenni, nonché ai soci interdetti.

3- soci sostenitori sono tutti i cittadini vedenti che contribuiscono economicamente all’attività dell’Unione o che prestano la loro opera gratuita a vario titolo in favore dell’Unione.

4 soci onorari sono coloro che rendono particolari servigi all’organizzazione ed ai ciechi ed agli ipovedenti o che illustrano la categoria con la loro attività nel campo sociale culturale e scientifico.

Tenuto conto della vocazione ai rapporti internazionali dell'Unione lo statuto prevede che anche gli stranieri, purché residenti in Italia, possono iscriversi all'Unione in qualità di soci effettivi.

Al contrario lo statuto prevede che solo i cittadini vedenti possono ottenere la qualifica di socio sostenitore, mentre in mancanza di diversa disposizione gli stranieri, anche non residenti in Italia, possono ottenere la qualifica di soci onorari.

I soci appartenenti a tutte le categorie possono partecipare alla vita associativa mentre i soci effettivi ed i soci tutori hanno diritto all'elettorato attivo e passivo, possono cioè eleggere ed essere eletti alle varie cariche associative. Va segnalato che i vedenti possono essere eletti alla carica di consigliere provinciale, nei limiti di un terzo dei componenti il consiglio; tale limite non si applica nei confronti dei

Page 30: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

soci tutori, in quanto considerati sostituti a pieno titolo dei minori o interdetti rappresentati. I soci tutori, peraltro, non possono essere eletti alle cariche di presidente e vice presidente.

I risultati Vediamo ora, a quasi cento anni dalla fondazione, quali sono stati i risultati raggiunti dall'azione dell'Unione, prendendo come base di confronto i punti programmatici che all'atto della costituzione il fondatore Aurelio Nicolodi pose come fini istituzionali dell'associazione.

La capacità di agire

Abbiamo visto che, quando l'Unione fu costituita, era vigente il codice civile del 1848, che sanciva per i ciechi nati la presunzione, juris et de jure, di incapacità, corrispondente all'istituto giuridico della inabilitazione.

Ebbene nel codice civile emanato nel 1942, in piena situazione bellica, non vi è più traccia della norma che stabiliva la presunzione di inabilitazione per i ciechi nati e per i sordomuti. Ne conseguiva che i ciechi nati, raggiunta la maggiore età possono agire con piena capacità per l'esercizio dei propri diritti e per la gestione dei rapporti giuridici personali.

Se tale piena capacità era pacificamente riconosciuta dagli operatori del diritto, in particolare dai notai, che si limitavano a non consentire da parte dei non vedenti la rinuncia ai testimoni agli atti prevista dal codice notarile (si trattava di un giusto scrupolo tuzioristico), tuttavia la persistenza di pregiudizi e dello stereotipo della incapacità di diritto dei ciechi, convinse l'Unione ad ottenere uno strumento legislativo che facesse giustizia di tali pregiudizi e stereotipi, ed affermasse esplicitamente la piena capacità di agire dei non vedenti.

Tale strumento si concretò nella legge 18/1975 che all'articolo 1 dispone letteralmente che "la persona affetta da cecità congenita o contratta successivamente, per qualsiasi causa, è a tutti gli effetti giuridici pienamente capace di agire", sempre naturalmente che non venga inabilitata o interdetta a norma di legge.

Per chiarire la portata della affermata capacità di agire la legge prevede anche espressamente che la firma apposta su qualsiasi atto, senza alcuna assistenza, da parte

Page 31: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

dei non vedenti, è vincolante ai fini delle obbligazioni e delle responsabilità connesse poste in essere con gli atti giuridici effettuati. Tale specificazione, oltre allo scopo di eliminare ogni dubbio circa la non impugnabilità dell'atto concluso da parte del non vedente, costituisce peraltro un vincolo per lo stesso non vedente contraente, che non potrà perciò invocare la sua disabilità per invalidare l'atto.

Con l'occasione la legge ha previsto la possibilità per il non vedente di farsi assistere nel compimento degli atti, ed anche per partecipare alla loro redazione, da persone di sua fiducia.

In tema di capacità di agire va richiamata anche la legge 28 marzo 1991 numero 120, peraltro riguardante soprattutto il settore del lavoro dei non vedenti. Essa infatti fu voluta dall'Unione per battere un altro pregiudizio che rendeva difficile, se non impossibile, l'accesso dei non vedenti al pubblico impiego, se non nelle qualifiche ad essi riservate dalla speciale legislazione sul lavoro protetto dei disabili visivi.

La legge 120/1991 afferma infatti il principio che “La condizione di privo della vista non implica di per sé mancanza del requisito dell'idoneità fisica all'impiego per l'accesso agli impieghi pubblici, ivi comprese le magistrature ordinaria, militare, amministrativa e contabile, e per l'ammissione ai concorsi per l'inquadramento nelle qualifiche funzionali o profili professionali superiori a quelli di appartenenza o nella qualifica di dirigente, salvo che il bando di concorso non disponga in modo esplicito e motivato che tale condizione comporta inidoneità fisica specifica alle mansioni proprie della qualifica o profilo professionale per il quale è bandito il concorso”.Le disposizioni di questa legge che attengono più all'aspetto giuslavoristico, disposizioni di grande rilevanza, saranno esaminate quando si parlerà delle conquiste dell'Unione nel campo del lavoro dei non vedenti.

L’istruzione

E’ stato giustamente detto che l’attività di Nicolodi alla guida dell'Unione fu caratterizzata dalla spinta verso l'istruzione dei non vedenti, perché questi fossero indipendenti ed in grado di lavorare; non a caso il diritto all'istruzione dei giovani è il primo punto contenuto nel programma associativo dell'unione al momento della sua fondazione. In base a tale spinta l’Unione riuscì a trasformare gli istituti per ciechi, all'epoca nient'altro che ospizi, in luoghi di educazione ed istruzione.

Page 32: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

Tanti anni dopo Nelson Mandela premio Nobel per la pace e fondatore dello Stato integrato del Sudafrica, così esprimeva una analoga spinta: «L’istruzione è il grande motore dello sviluppo personale. È attraverso l’istruzione che la figlia di un contadino può diventare medico, che il figlio di un minatore può diventare dirigente della miniera, che il figlio di un bracciante può diventare presidente di una grande nazione. È quello che facciamo di ciò che abbiamo, non ciò che ci viene dato, che distingue una persona da un’altra. “

Date queste premesse non meraviglia che, a distanza di un solo anno dalla fondazione, l'Unione ottenesse che fosse stabilito per decreto l'obbligo degli istituti per i ciechi di chiamare un rappresentante dell'Unione a far parte dei loro consigli di amministrazione.

Ben più significativo il R. D. 30. 12. 1923 numero 2841, di pochi mesi posteriore al riconoscimento dell'Unione come ente morale, che trasferiva la competenza degli istituti stessi dal Ministero dell'Interno al Ministero dell'Educazione Nazionale (l'attuale ministero dell'Istruzione) ,in quanto riconosciuti istituti scolastici e non mere strutture di ricovero assistenziale.

Il giorno successivo, il 31 dicembre 1923, fu emanato il R. D. 3126, con il quale si disponeva l'estensione ai ciechi e sordomuti, ove non impediti per diversa menomazione, dell'obbligo scolastico, prima gravante solo sui normodotati; l'obbligo andava assolto negli istituti speciali, purché riconosciuti idonei.

Con decreto ministeriale del 27 giugno 1924 veniva poi compiuto il primo passo verso l'integrazione scolastica degli alunni ciechi, essendosi stabilito che l'obbligo scolastico andava svolto "nelle scuole private o paritarie, negli istituti speciali all'uopo designati e presso le scuole pubbliche, dove gli alunni ciechi debbono essere ammessi dalla quarta elementare".

Il processo di integrazione dei ciechi nella scuola, ebbe tuttavia un'involuzione, soprattutto per la resistenza delle famiglie che volevano tenere riservata la disabilità dei propri figli, e degli istituti che temevano lo svuotamento delle loro funzioni.

Tale involuzione si ebbe con il testo unico delle leggi sull'istruzione del 1928, che stabiliva che l'obbligo di istruzione dei ciechi fosse svolto negli istituti speciali, con insegnanti che avessero frequentato apposita scuola di metodo.

Anche dopo l’emanazione della costituzione che prevede l'obbligatorietà della scuola inferiore aperta a tutti, ed il diritto all'educazione ed all'aggiornamento professionale per inabili e minorati, si prevedeva la frequenza dei ciechi nelle scuole speciali,

Page 33: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

divenute nel frattempo istituti scolastici, anche se negli anni 60 vi fu un riavvio del processo di inserimento scolastico, ma sempre nelle scuole speciali o in istituti differenziali.

Il pieno diritto all'istruzione, con integrazione nella scuola comune, si è avuto con la legge numero 118 del 30 marzo 1971. L'Unione, anche in forza dei movimenti libertari e culturali del 68, ottenne che fosse riconosciuto ai disabili visivi il diritto all'istruzione obbligatoria nella scuola comune, e che per i ricoverati negli istituti fossero istituite per il ciechi classi normali quali sezioni staccate della scuola statale. La legge 118 prevedeva anche il servizio di trasporto gratuito alla scuola e l'assistenza scolastica.

Il processo di integrazione si completò con la legge 4 agosto 1977 numero 517 che, tra le altre misure per facilitare la frequenza degli alunni disabili introdusse anche il sostegno scolastico prestato da insegnanti di sostegno specializzati in specifici corsi di formazione, ora di competenza degli atenei.

Il lavoro

Nel trattare delle origini dell'Unione abbiamo richiamato tra le prime iniziative dell'associazione l'ottenimento della creazione dell'Ente Nazionale di Lavoro per Ciechi, che negli anni 30 e fino alla fine del secondo conflitto mondiale ebbe un'attività particolarmente positiva. Tuttavia, dopo la fine della guerra, le mutate condizioni politiche ed economiche del nostro paese dimostrarono praticamente la inutilità di cercare di incentivare l'attività dell'ente, soprattutto per l'atteggiamento delle amministrazioni pubbliche, che prima erano state le principali utilizzatrici dei prodotti dell'ente, e per il progresso tecnologico che dissuadeva le imprese private a utilizzare la capacità produttiva dell'ente stesso.

L'Unione, pertanto, si impegnò per aprire ai disabili visivi la possibilità di occupazione nel generale mercato del lavoro.

Nel presentare le singole disposizioni relative al lavoro dei disabili visivi, ricordiamo che tali norme si riferiscono, qualunque sia la terminologia usata (ciechi, non vedenti, privi della vista, etc. ai ciechi assoluti, ai ciechi parziali ed agli ipovedenti gravi (prima individuati dalle norme relative come ciechi parziali "decimisti").

Nella sezione dedicata alla capacità di agire abbiamo sottolineato come la legge 120/91 ha rilevanza particolare nel settore del lavoro dei disabili visivi, e questo per i principi generali che contiene.

Page 34: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

Infatti la legge, oltre a stabilir la piena capacità di ricoprire qualunque qualifica del pubblico impiego, classifica tutte le attività lavorative dei privi della vista come "particolarmente usuranti" e pertanto estende a tutte tali attività il beneficio della anzianità figurativa di quattro mesi per ogni anno di effettivo servizio, anzianità valida anche ai fini assicurativi, beneficio prima previsto per i soli centralinisti telefonici. Viene anche stabilito che la esclusione dalla partecipazione ai concorsi dei disabili visivi debba essere disposta in modo esplicito e motivato circa la inidoneità fisica specifica alle mansioni proprie della qualifica o profilo professionale per cui il concorso è bandito. A questo proposito si fa presente che più volte l'Unione ha ottenuto la revoca di bandi emanati da pubbliche amministrazioni, soprattutto da enti locali, in quanto l'esclusione dei disabili visivi non era motivata; in taluni casi venivano addirittura esclusi i ciechi per normali mansioni impiegatizie tipo quella dell'impiegato amministrativo.In questa parte generale riferita al lavoro dei disabili visivi, vanno richiamate le norme speciali che regolano l'età pensionabile dei ciechi, fissata con legge 4 aprile 1932 numero 218, confermata sul punto con la legge 31 dicembre 1992 numero 503, ad anni 55 per gli uomini e 50 per le donne, se lavoratori dipendenti, mentre a 60 per gli uomini e 55 per le donne per i lavoratori autonomi.. In base a tali disposizioni si riteneva, anche dopo la emanazione della legge che regola l'età pensionabile in linea generale, che i ciechi dovessero comunque cessare il lavoro alle età prima indicate. Il Consiglio di Stato invece, con proprio parere, ha precisato che le età pensionabili fissate per i ciechi sono un beneficio a loro favore e non un limite alla loro attività lavorativa, per cui essi ove lo ritengano possono continuare a lavorare fino al raggiungimento della generale età di pensionamento di vecchiaia.

Massaggiatori e massofisioterapisti

Il primo risultato, sia pure parziale, dell'Unione fu l'ottenimento della legge 15 giugno 1950 numero 376, con la quale si disponeva la istituzione negli organici degli ospedali e degli istituti fisioterapici di un posto di massaggiatore da conferire agli abilitati da scuole autorizzate di massaggio, con preferenza per i ciechi. Tuttavia tale disposizione non ebbe risultati particolarmente significativi, per il pregiudizio che si aveva nei confronti della minorazione visiva, anche se l'arte del massaggio era insegnata in alcuni istituti per ciechi, e nonostante i non vedenti avessero fama di particolare capacità nel settore.

Page 35: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

Fu nel 1961, con le leggi 5 luglio numero 570 e 21 luglio numero 686, che fu rispettivamente istituita la figura del massofisioterapista e istituito presso il Ministero del Lavoro l'albo nazionale dei massaggiatori e massofisioterapisti ciechi, al quale sono iscritti i privi della vista (ricordiamo che in questa dizione vanno compresi i ciechi assoluti, i ciechi parziali ventesimisti ed i decimisti, poi classificati come ipovedenti gravi). È previsto che gli ospedali e case di cura specializzate introducano nell'organico non meno di un posto di massofisioterapista, conferendo il posto ad un massofisioterapista cieco, con il trattamento previsto per gli infermieri specializzati.

Successivamente, con legge 12 febbraio 1968 numero 132, è stata istituita la qualifica professionale di terapista della riabilitazione e, con successiva legge 11 gennaio 1994 numero 29 è stato istituito l'albo dei terapisti della riabilitazione non vedenti, cui hanno titolo di iscriversi anche i massofisioterapisti non vedenti iscritti all'albo professionale dei massaggiatori e dei massofisioterapisti ciechi.

Poiché il diploma di massofisioterapista si ottiene con un corso triennale per la cui ammissione è richiesta il possesso della scuola media inferiore, il profilo professionale viene oscurato dalla nuova normativa europea che prevede la figura del fisioterapista, che si ottiene con un corso universitario triennale cui sono ammessi coloro che siano in possesso del titolo di scuola media superiore, l'Unione ha chiesto al Ministero del Lavoro che la figura del massofisioterapista sia parificata a quella dello "operatore del benessere". e che sia prevista una corsia preferenziale all'interno dei meccanismi del collocamento mirato previsto dalla Legge 68/1999 (quali, ad es., le convenzioni di inserimento lavorativo)".

Centralinisti e operatori telefonici

Il profilo professionale del centralinista telefonico non vedente è stato introdotto nel nostro ordinamento giuridico nell'anno 1957. Il primo provvedimento al riguardo stato emanato dalla Regione Autonoma della Sicilia con legge regionale numero 21del 2 marzo 1957 recante come titolo "Collocamento obbligatorio dt centralinisti ciechi negli uffici della regione e presso aziende pubbliche e private”. La legge regionale batté sul filo di lana la legge statale numero 594 del 14 luglio dello stesso anno recante come titolo "Norme sul collocamento obbligatorio dei centralinisti telefonici ciechi", con la quale veniva istituito anche l'albo nazionale dei centralinisti. La legge statale è stata poi completata e modificata dalla legge 29 marzo 1985 numero 113 ("Aggiornamento della disciplina del collocamento al lavoro e del rapporto di lavoro dei centralinisti non vedenti") che tra l'altro ha disposto l'articolazione dell'albo su scala regionale .

Page 36: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

Viene previsto innanzitutto che l'albo è riservato ai "privi della vista" e cioè “coloro che sono colpiti da cecita' assoluta ovvero hanno un residuo visivo non superiore ad un decimo in entrambi gli occhi, anche con correzione di lenti” (questi ultimi ora, secondo la nuova classificazione delle minorazioni visive, sono definiti "ipovedenti gravi").

All'obbligo del collocamento sono tenuti i datori di lavoro che utilizzino centralini per cui sia tecnicamente necessario, o comunque in concreto previsto, l'utilizzo di uno o più posti-operatore, ovvero il centralino abbia la disponibilità di cinque linee.

Il collocamento è riservato ai centralinisti telefonici iscritti all'albo, in possesso del diploma che si acquisisce con un corso di durata biennale (annuale per le persone dotate di diploma di scuola media superiore). L'iscrizione è consentita anche a chi abbia di fatto svolto per almeno un semestre l'attività di centralinista telefonico presso datori di lavoro pubblici o privati.

Non sono soggetti all'obbligo le compagnie telefoniche, i centralini destinati al servizio di polizia, di protezione civile e di difesa nazionale.

A proposito del profilo professionale di centralinista va detto che è stato il principale strumento per l'occupazione dei ciechi: non a caso, secondo i dati ultimi disponibili, i centralinisti telefonici rappresentano il 70% (circa 9000) dei ciechi occupati mentre i massofisioterapisti circa il 12% (circa 1500) alla pari dei liberi professionisti, mentre gli insegnanti assommano all'8% (circa 1000). Tenendo conto che i ciechi assoluti, parziali e gli ipovedenti gravi sono circa 120.000, di cui oltre i tre quarti o ultrasessantenni, se ne deduce che le leggi sul collocamento obbligatorio dei ciechi, o comunque promotrici del loro lavoro, hanno avuto un notevole risultato positivo.

Va tuttavia segnalato che il progresso tecnologico delle telecomunicazioni si è avviato dall'inizio degli anni 90 verso soluzioni limitative, od addirittura di eliminazione, dell'uso dei centralini telefonici, tanto che non solo le imprese private ma anche enti pubblici tendono ad eliminare il posto di operatore telefonico, né può più computarsi il numero delle linee telefoniche disponibili, tenuto conto della telefonia tramite rete Internet.

Page 37: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

In anticipo sui tempi l'Unione, sulla base delle risultanze di un progetto formativo finanziato dal fondo sociale europeo ("Tecnologo della comunicazione e dell'informazione") riuscì ad ottenere l'inserimento nella legge 144 del 17 maggio 1999, concernente anche misure sull'occupazione e sulla previdenza, una norma che affidava al Ministro del lavoro la individuazione di qualifiche equivalenti a quella di centralinista telefonico per il collocamento al lavoro, in applicazione della legge 113/1985 che, come abbiamo visto, ha completato e coordinato le norme sul collocamento obbligatorio dei centralinisti telefonici non vedenti.

Si pervenne così alla adozione del 'D.M. 10 gennaio 2000, con cui sono state individuate le seguenti qualifiche di "operatore telefonico" come equipollenti a quella di centralinista telefonico: operatore telefonico addetto alle informazioni alla clientela, operatore telefonicoaddetto agli uffici relazioni col pubblico (URP); operatore telefonico addetto alla gestione e all'utilizzazione di banche dati; operatore telefonico addetto ai servizi di telemarketing e telesoccorso.Purtroppo, come spesso accade, la nuova disposizione stenta a trovare ampia applicazione; anche in relazione a questo l'Unione ha ottenuto il riconoscimento di equiparazione della qualifica di operatore telefonico a quella di "operatore amministrativo segretariale".L'Unione attualmente è impegnata per una concreta, ampia diffusione delle qualifiche equipollenti.Sempre nell'ambito delle comunicazioni nel 2011 l’I.Ri.Fo.R. l’istituto di formazione creato dall'Unione, ha realizzato, in collaborazione con l'Istituto di Linguistica dell'Università della Calabria, il progetto formativo "Perito fonico non vedente in ambito giudiziario", cioè una figura professionale di intercettazione che sia in grado di accompagnare la trascrizione letterale delle intercettazioni con l'intonazione della voce, che può modificare, od addirittura contraddire, il significato letterale delle trascrizioni. Il corso ha dimostrato che il perito fonico non vedente, essendo in lui l'udito, insieme con il tatto, il senso più addestrato, ha commesso un numero di errori insignificante rispetto a quello degli intercettatori vedenti.La nuova figura professionale è stata riconosciuta dalla regione Toscana, mentre è in corso di valutazione la richiesta di riconoscimento a livello nazionale su richiesta avanzata dall'Unione al Ministero del Lavoro.

InsegnantiAbbiamo visto come i ciechi dediti all'insegnamento siano in numero abbastanza elevato, secondo gli ultimi dati posseduti circa 1000, pari all'8% della forza lavoro dei non vedenti.

Page 38: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

Va al riguardo tenuto presente che per tali profili professionali non è previsto il collocamento obbligatorio, ma alcuni benefici (preferenza, precedenza, riserva di posti).Naturalmente anche prima dell'adozione delle norme, che vedremo, in favore degli insegnanti ciechi non mancavano i non vedenti che svolgevano servizi di docenza, ma limitatamente agli istituti speciali per ciechi.La prima norma ottenuta dall'Unione nel nostro ordinamento scolastico che ha preso in esame tali professionalità è stata la legge 5 agosto 1955 numero 12 che ha disposto l'ammissione dei laureati e diplomati ciechi agli esami di abilitazione all'insegnamento ed a concorsi a cattedre, peraltro limitatamente alle materie che non prevedessero prove scritte: sostanzialmente storia e filosofia nonché materie giuridiche ed economiche. Tale legge fu modificata nel 1962 con legge numero 601 del 4 giugno che ampliò le materie che potevano essere insegnate dai docenti ciechi, così individuate: materie giuridiche ed economiche, storia, filosofia, musica e canto, italiano, latino e greco, lingue straniere. Veniva anche previsto dalla legge che il docente cieco potesse avvalersi di un assistente per il controllo degli allievi durante lo svolgimento delle prove scritte.Successivamente la legge 29 settembre 1966 numero 946, nel confermare le materie passibili di insegnamento da parte dei docenti ciechi, stabiliva la precedenza assoluta dei privi di vista nei posti direttivi e di insegnamento presso gli istituti speciali.

A seguito dell'integrazione scolastica degli alunni e studenti ciechi nelle scuole comuni naturalmente gli istituti per ciechi perdettero la loro popolazione scolastica che si trasferì nella scuola di tutti; l'Unione ottenne allora per gli insegnanti ciechi (D.P.R. 670 del 31 ottobre 1975) di svolgere l'attività di sostegno, nonché le attività integrative nella scuola elementare comune, fino ad allora preclusa ai maestri non vedenti.

L'Unione ottenne anche (legge 20 maggio 1982 numero 270) per gli insegnanti ciechi il diritto alla precedenza assoluta nella scelta della sede di lavoro e la riserva del 2% dei posti messi a concorso, e in ogni caso una riserva di non meno di due posti riservati ai non vedenti.

Anche agli insegnanti ciechi compete il beneficio dell'anzianità figurativa di quattro mesi per ogni anno di effettivo servizio, beneficio previsto dalla legge numero 120/1991, ma per gli insegnanti preceduto da analoga disposizione prevista dalla legge 312 in data 11 luglio 1980.

Page 39: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

Previdenza e assistenza

Nel settore dell'assistenza e previdenza è compresa una delle pagine più significative ed esaltanti contenute nella storia dell'Unione, relativamente all'ottenimento delle pari opportunità e dell'eguaglianza sociale: la conquista della pensione.

Si è visto all'inizio che fra gli scopi istituzionali dell'Unione vi erano, fin dalla nascita, quello dell'ottenimento della previdenza e dell'assistenza per i vecchi e per gli inabili (intendendosi per tali i ciechi non in grado di svolgere attività lavorativa).

Ricorda in proposito il compianto professor Monti, nel volume scritto in occasione dell'80º anniversario dalla fondazione dell'Unione: "l'obiettivo della pensione costituiva un punto qualificante dell'unione fin dal suo primo congresso del 1921: era stato al centro del dibattito durante il quarto congresso svoltosi a Palermo nel 1938 ed aveva avuto con ciò riscontro legislativo in un decreto del 1943 che però non era mai entrato in vigore e che infine era stato abrogato nel 1946. I successivi sforzi dell'associazione in materia pensionistica si erano concretizzati nell'erogazione di finanziamenti modesti prima da parte del governo americano e poi da parte del governo italiano, finalizzati alla concessione di un assegno alimentare che non superava la cifra di lire 4000 mensili: una cifra anche per quel tempo irrisoria per chi fosse senza lavoro e non possedesse altre fonti di reddito. Di qui il profondo disagio dei non vedenti che trovò un'espressione particolarmente aggressiva nel comitato fiorentino propensioni formato sostenuto soprattutto da operaie o ex super ai dell'ente di lavoro, operante in stretto contatto con la sezione fiorentina dell'Unione e quindi, attraverso i suoi dirigenti, con la stessa presidenza nazionale. L'unione, da parte sua, proseguiva nei suoi sforzi ad oltranza in direzione del Parlamento e delle autorità di governo, ottenendo però soltanto promesse che alla fine rientravano per le conclamate difficoltà finanziarie in cui si dibatteva lo Stato, né riteneva di potersi far carico, in modo diretto, di uno scontro con il governo, sia per non precludere la strada della trattativa, sia perché temeva un commissariamento da parte del Ministero dell'interno. Fu così che l'iniziativa fu assunta dal comitato fiorentino. Ebbe così inizio, il 10 maggio del 1954, la cosiddetta "marcia del dolore", una sfida radicale e clamorosa che vide un gruppo di ciechi, via via sempre più consistente, percorrere a piedi la strada che separa Firenze da Roma per portare la protesta nel cuore del palazzo sotto i riflettori della stampa sfida che seppe adeguatamente amplificare il significato della protesta e suscitare il consenso dell'opinione pubblica e Bentivoglio (allora presidente nazionale ndr), rompendo qualsiasi indugio sarà alla testa dei 1500 ciechi che dopo una settimana faranno il loro ingresso a Roma dal ponte Milvio. Il governo, presieduto da Mario Scelta, non

Page 40: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

intendeva piegarsi e non esito, nel momento in cui lo scontro si faceva più aspro, a far caricare i ciechi della polizia di Stato. Tuttavia questi non si arrendono neppure dinanzi ai manganelli delle forze dell'ordine, facendo leva sulla commozione e la solidarietà che l'evento aveva suscitato e si tessero quelle alleanze che consentiranno il conseguimento del risultato. Il 21 luglio la Camera dei deputati, contro il parere del governo, vota il cosiddetto emendamento Pieraccini con il quale i ciechi civili italiani acquisivano il diritto ad un assegno vitalizio di lire 14.000 mensili: avevano votato a favore i gruppi socialcomunisti, cui appartenevano i senatori più vicini all'onorevole Barbieri, presentatore del disegno di legge, parte della destra e quella parte della democrazia cristiana che si riconosceva le deposizioni di La Pira. Sul piano economico l'esito non era particolarmente brillante ma, sul piano politico, si trattava della prima pietra per la costruzione dello stato sociale. Una maggioranza trasversale aveva battuto il governo e i ciechi avevano dimostrato con chiarezza quanto possa la tenacia e la forza della ragione. Il governo si prese per così dire la sua rivincita sui ciechi e sull'unione con la creazione dell'Opera Nazionale Ciechi Civili che avrebbe gestito, fino al 1970, l'erogazione dell'assegno in modo poliziesco, sottoponendo i privi della vista ad accertamenti umilianti e investigatori al fine di individuare il reddito famigliare, cui era subordinata la concessione delle provvidenze economiche. Nonostante questo l'Unione aveva scritto una pagina difficilmente dimenticabili per i suoi contenuti di progresso e di civiltà: i principi dell'articolo 38 della costituzione erano stati realizzati ed i ciechi italiani vedevano riconosciuta una loro aspirazioei decennale nel momento in cui lo Stato si assumeva l'onere di risarcire, almeno parzialmente, l'incidenza economica della loro minorazione."

Abbiamo voluto riportare testualmente il ricordo del professor Monti, in quanto vibra delle emozioni vissute dai ciechi e da lui stesso (egli era allora quindicenne e viveva nell'ambiente dei ciechi fiorentini, e Firenze fu fino al 1947 la sede nazionale dell'Unione).

Il pur modesto risultato ottenuto fu l’inizio di un nuovo modo di confrontarsi con la disabilità. Infatti l'assegno concesso ai ciechi con la legge 632/1954 (per l'esattezza variabili da 10.000 a L. 14.000 a seconda del grado di acutezza visiva), dopo i parziali interventi del primo dopoguerra, richiamati da Monti, è stata la prima sistematica provvidenza economica concessa agli invalidi nel nostro paese. Può perciò dirsi che la "marcia del dolore” è stata l'evento che ha portato alla costruzione del nostro stato sociale, ed ha aperto la strada di analoghi benefici per le altre categorie di disabili

Page 41: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

Attualmente l’assegno concesso con la legge del 1954 consiste nella pensione non reversibile (cioè non trasferibile all'atto della morte del fruitore). La materia è regolata dalla legge 27 maggio 1970 numero 382, che presenta il seguente quadro:

Ciechi assoluti

Spetta in misura di € 302,53 (279,75 se ricoverati) ai ciechi assoluti che abbiano compiuto i 18 anni, abbiano un reddito personale non superiore ad euro 16.532,10 annui, e siano cittadini italiani residenti in Italia.

Ciechi parziali (ventesimisti)

Spetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta la cittadinanza e residenza in Italia mentre non è richiesto il requisito di aver compiuto i 18 anni.

Ciechi parziali (decimisti ora ipovedenti gravi)

I cosìddetti decimisti che godevano del precedente vitalizio al 31/12/1988, continuano a percepirlo subordinatamente ad un limite di reddito di €7978,10), ma si tratta di poche decine di unità.

Indennità di accompagnamento

Ben più significativo è stato l'ottenimento della “indennità di accompagnamento ” (che peraltro sembrerebbe più opportuno chiamare "di autonomia" o “ di “pari opportunità”). Vi è legata un'altra pagina di grande rilievo sotto il profilo associativo e dello stato sociale, essendosi realizzato con essa il principio di parità dei cittadini sancito dall'articolo 3 della nostra carta costituzionale.

La indennità fu introdotta con la legge 28 marzo 1968 numero 406 che ne stabiliva però decurtazioni in relazione alla situazione economica del beneficiario. L'Unione perciò avvio una lunga e difficile battaglia per ottenere lo svincolo della erogazione dell'indennità dalle condizioni economiche del percipiente, ed ottenerne la concessione "al solo titolo della minorazione". Ciò fu ottenuto con l'emanazione della legge 22 dicembre 1979 numero 682 che, nell'aumentare la misura dell'indennità, eliminava ogni riferimento a limiti reddituali, parificando la indennità a quelle dei grandi invalidi di guerra.Attualmente la indennità di accompagnamento per i ciechi assoluti ammonta ad € 899,39.

Page 42: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

Va detto che, periodicamente, si è assistito nel corso degli anni a continui tentativi di fissazione di un limite reddituale, tentativi sempre respinti con forza dall'Unione, nonostante i tentativi fossero accompagnati da lusinghe ingannevoli.

Indennità speciale

Ai ciechi parziali (ventesimisti) è invece concessa una indennità speciale che attualmente ammonta a € 203,15. Anche tale indennità, istituita con la legge 21 novembre 1988 numero 508, è concessa al solo titolo della minorazione.

Risultati ulteriori

Nell'esporre i risultati ottenuti dall'Unione, nella sua ormai quasi centenaria attività, ci siamo attenuti al programma fissato all'atto della costituzione della associazione. Sono risultati che, sul piano legislativo, pongono il nostro paese all'avanguardia e ne fanno il modello cui le associazioni degli altri paesi guardano per raggiungere analoghi risultati.

Peraltro, accanto ai risultati fin qui presentati, vi sono molte altre agevolazioni, alcune di minor portata, ma che tutte insieme fanno del nostro paese un unicum esemplare. Sono agevolazioni a volte neppure richieste dall'Unione, ma derivate spontaneamente dalle forze politiche proponenti, e ciò dimostra la validità dell'azione costante dell'Unione per diffondere la conoscenza delle problematiche della disabilità visiva. Per tali agevolazioni spontaneamente prodottesi possiamo richiamare, per tutte, i benefici fiscali per le autovetture e la possibilità per il cieco di chiedere l'assegnazione di un volontario del servizio civile come accompagnatore, verso modesta riduzione dell'indennità di accompagnamento.

Naturalmente alcune agevolazioni, anche se promosse dall'Unione, riguardano tutti i disabili; perciò nella nostra esposizione ci limiteremo alle agevolazioni per i ciechi, avvertendo che l'esposizione sarà sommaria, ad evitare un eccessivo appesantimento.

Precisiamo che le agevolazioni spettano, ove non sia precisato diversamente, ai ciechi assoluti e parziali ed agli ipovedenti gravi, in base ad un parere emanato dal Ministero della Salute, dopo la nuova classificazione delle minorazioni visive.

Page 43: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

Contrassegno autovettura

Nel 1996 (D.P.R. 503 del 26 luglio) è stata estesa ai non vedenti la concessione del contrassegno per la sosta negli spazi riservati ai portatori di handicap.

Riduzioni ferroviarie

Ai disabili visivi (ciechi ed ipovedenti gravi) è concessa la riduzione del 30% sul costo del biglietto. Se il cieco viaggia con un accompagnatore è dovuto il costo di un solo biglietto. Da notare che l'Unione nel 1991 ha ottenuto di poter rilasciare agli aventi diritto una tessera di concessione valida per cinque anni, in luogo della singola autorizzazione che andava richiesta per ogni viaggio.

Accompagnatore

Il cieco può chiedere (articolo 40 legge 27/12/2002 numero 289) l'assegnazione di un accompagnatore per motivi di lavoro o sanitari.

Cani guida

il cieco può essere accompagnato in tutti i mezzi di trasporto pubblici dal proprio cane guida (legge 37/1976) , peraltro con obbligo di dotarlo di museruola su richiesta del conducente o dei passeggeri. I cani guida possono accompagnare il cieco anche negli esercizi pubblici (legge 376/1988).

Agevolazioni fiscali

Detrazioni dalle imposte nei seguenti casi:

-acquisto e manutenzione dei veicoli

-acquisto di sussidi tecnici informatici

.acquisto del cane guida

Agevolazioni Iva (riduzione al 4%):

-acquisto di manutenzione veicoli

-acquisto di sussidi tecnici e informatici

-acquisto di protesi e ausili tecnici

- acquisto prodotti editoriali in braille o su supporto magnetico

Esenzione dalla tassa di possesso di autoveicolo

Page 44: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

Esenzione tariffa postale

Nonostante la abrogazione delle forme di franchigia, di esenzione e di riduzione dei diritti postali è stata ovviamente mantenuta la esenzione spettante in base a convenzione adottata dall'Unione Postale Universale per la spedizione dei ciecogrammi (materiale postale in caratteri braille) e di supporti informatici e magnetici destinati ai ciechi.

Conclusione Abbiamo più volte fatto riferimento a pregiudizi e stereotipi diffusi sulla cecità e sui ciechi. Non fa perciò meraviglia che l'Unione, fin dalla sua costituzione, abbia svolto e continui tuttora a svolgere una penetrante azione di informazione e di pubbliche relazioni, che si concreta in una persistente comunicazione attraverso la propria stampa, le trasmissioni radio Web, le pubblicazioni specifiche per alcuni argomenti, i filmati, il vasto materiale multimediale disponibile sul sito Internet.

Incessante è stata l'attività di ricerca svolta dall'Unione a tali fini, ed in proposito possono ricordarsi le indagini Doxa e SWG sulla situazione e sulle opinioni dei ciechi e sui ciechi, l'annuale premio Braille (regolarmente trasmesso dalla televisione pubblica), l'evento "Dialogo nel buio", poi divenuto iniziativa permanente a cura dell'Istituto per i Ciechi di Milano, i convegni e seminari, sia nazionali che locali, sulle problematiche della cecità.

Vogliamo infine ricordare, fra tutte le campagne di pubbliche relazioni quella svolta, sulle problematiche e sulla realtà attuale dei ciechi, su richiesta dell'Unione, da "Pubblicità progresso" che per circa sei mesi all'inizio degli anni 90, ha inondato di spot le emittenti televisive pubbliche e private, occupato intere pagine di quotidiani nazionali e locali, nonché dei più diffusi periodici con slogan esplicativi della condizione dei disabili visivi.

È stata una campagna realizzata dalle più note agenzie pubblicitarie ("Pubblicità progresso", ora fondazione, era associazione costituita da operatori pubblicitari, anche internazionali).

È significativo che la fondazione, nel celebrare con manifestazione pubblica la ricorrenza della propria costituzione, abbia scelto, come materiale di maggior rilevanza prodotto, proprio la campagna effettuata su richiesta dell'Unione. È anche significativo che lo slogan guida utilizzato per la campagna fosse: "I non vedenti

Page 45: › archivio › lezioni › Paladino UNIONE.do… · Web viewSpetta in misura di euro 279,75 sempre con un limite reddituale di euro 16.532,10. Anche per i ciechi parziali è richiesta

sarebbero più felici se non vivessero in un mondo di ciechi", a significare che la peggior forma di cecità non è quella degli occhi ma quella della mente e del cuore.

Lo stesso concetto troviamo esplicitato nel manifesto recentemente realizzato dal fotografo Oliviero Toscani con le immagini di un giovane cieco e la scritta: "Io non ti vedo. Tu mi vedi?". Lo stesso significato ha anche lo slogan, tratto dal volume di Antoine de Saint-Exupéry, scelto dall’Unione per la presentazione dell'evento "Dialogo nel buio": "Non si vede bene che col cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi".