8 Settembre 1943 - Un Esercito Di Dispersi Francia e Resto Del Mondo

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DISPERSI ..... 8 SETTEMBRE 1943 FRANCIA DI VICHY(Corsica esclusa) e Betasom Passi da uno studio del Ten. Col. Salvatore ORLANDO dello SME: Nel novembre del 1942, l'avvio dell'Operazione Torch e lo sbarco anglo -americano in Nord Africa, coronato il 10 novembre 1942 dal pressoché immediato schieramento delle locali forze coloniali francesi, comandate dai generali Noguès e Juin, a loro fianco, ebbe come risposta da parte dell'Asse l'occupazione della cosiddetta "Zona Libera" (sotto in blu Francia Meridionale) fino a quel momento sotto la "virtuale piena" giurisdizione di un governo collaborazionista. I francesi da parte loro non opposero resistenza, né d'altronde avrebbero potuto essendo disarmati. In questo contesto, mentre il VII° Corpo d'Armata italiano provvedeva ad occupare la Corsica (vedi capitolo), la 4^ Armata poté dispiegarsi nella zona compresa tra il confine alpino, il fiume Rodano, con l'esclusione delle città di Lione, Avignone e Marsiglia, e la costa mediterranea. (nota del sito: La IV armata aveva giurisdizione anche sul territorio italiano da la Spezia a Mentone. L'attività della resistenza dei Maquis e della popolazione, anche se non ostile, non fu mai collaborazionista e così si mantenne anche dopo il 25 luglio 1943. La Savoia, il Nizzardo e la Corsica erano, secondo il regime, destinate a guerra conclusa a tornare italiane). Francia (a destra ) all'atto dell'armistizio del 1940: Zone costiere interdette per ovvi motivi (non quelle mediterranee poiché uno sbarco fino a primavera del '43 sarebbe stato scoperto già al passaggio di Gibilterra), Zona cuscinetto (interdetta o riservata) fra Belgio e Francia per un motivo molto semplice; qui erano localizzate le miniere di carbone, e una annessa la bilingue Alsazia e Lorena. Ai Francesi di Vichy (detti di Vichy dalla capitale nota città termale) la zona blu a cui rimaneva un piccolo corridoio di collegamento con la neutrale Svizzera e con il resto del mondo tramite la Spagna. Da novembre '42 la zona Verde si allargò come detto e anche Vichy vene occupata. IV armata del Gen. Vercellino a St Jean (Sospello) composta da I CdA (a Grasse) raggruppamenti sciatori alpini, Gaf a difesa della linea Cima Monaco-Monte Afel-Aution, 223 e 224a? (Nizza) divisione costiera XV CdA 201ª Costiera - dislocata tra Mentone e Punta del Mesco (La Spezia) e la 5ª Div. Alpina "Pusteria" - Grenoble (in movimento verso il Piemonte) XXII CdA a Hyeres - 48ª Div. Fanteria "Taro" - (in movimento verso la frontiera italiana) la 7ª Div. Fanteria "Lupi di Toscana" (quasi interamente su treni per essere spostata a Roma) Guarnigione di Tolone (circa 10.000 uomini tra Camicie Nere, Marò del San Marco, Alpini costieri e Comando Militare Marittimo con due MAS Riserva d'armata la 2^ Div. celere"Emanale Filiberto Testa di Ferro", in corso d'avanzato trasferimento da Cuneo in direzione Torino per un totale organico di 100.000 uomini circa L'8 settembre colse di sorpresa gli uomini della 4^ Armata sparsi su una vastissima area montuosa priva di collegamenti ed obbligata a passi alpini che le colonne motorizzate tedesche anche se piccole avevano già provveduto a presidiare. Il suo livello d'efficienza si mostrò del tutto incapace di contrastare l'attacco tedesco o di costituire un qualsiasi ridotto alpino che sarebbe inesorabilmente andato incontro alla disfatta. In quel momento erano rientrate in Italia solamente la Div. "Rovigo", la Div. "Alpi Graie" ed il 18° Rgt. Bersaglieri motocorazzato RE.CO. Le forze germaniche potevano peraltro contare solo in Francia sulla 19^ Armata che, fin dal 15 agosto dislocava in Provenza la 343^ e la 346^ Div. di fanteria territoriale, ed altre unità che a seguito della decisione italiana di sgombero erano affluite nell'area, ovvero al 356^ Div. f. nel settore già occupato dalla Div. "Taro", la 157^ Div. a Grenoble, la 305^ Div. da montagna a destra del Varo con la 76^ e 94^ Div.; consistenti contingenti della Marina, 11.000 uomini, erano in direzione di Tolone ed altri 8.000 erano stanziati nelle isole Hyéres. LA RESISTENZA IN FRANCIA ORDINI EQUIVOCI Il contributo italiano alla Resistenza in Francia si espresse in due forme diverse: nella lotta degli antifascisti (esuli volontari e rifugiati politici in Francia durante il regime, volontari della guerra antifranchista riparati in Francia dopo la caduta della Repubblica spagnola e raccolti nel campo di internamento del Vernet che fuggirono unendosi ai maquis francesi), e nella lotta intrapresa dagli ex soldati del Regio Esercito dopo l’8 settembre. Tanti gli episodi di sporadiche resistenze nei giorni seguiti all’armistizio quando la via di casa o risultava preclusa o fortemente insidiata. Fra questi gli alpini della Pusteria a Grenoble e a Chambery , sempre il XX° Ragg.to alpini sciatori si distinse al Colle del Moncenisio, l’ufficiale Salvatore Bono a Nizza dopo la morte del suo capitano Carlo Breviglieri, la Gaf al Frejus. I catturati in Francia furono oltre la metà della forza e molti che avevano optato per la Todt (in alternativa alla Germania se ne contarono quasi 40.000) riuscirono in seguito a darsi alla macchia. I primi gruppi "Detachement Garibadiens Italiens" sottoposti a comando superiore francese non riuscirono mai a costituirsi in unità organiche. All'inizio del 1944, e per tutti i mesi invernali, si ebbe una crescente mobilitazione, soprattutto in vista dell'apertura del "secondo fronte in Europa"; in questo quadro i rapporti tra unità francesi e italiane si consolidarono e rafforzarono fino all’epoca degli sbarchi per poi progressivamente raffreddarsi a causa del dell'atteggiamento fortemente ostile nei confronti degli italiani da parte delle autorità di "Francia Libera". Dopo lo sbarco in Normandia e quello in Provenza (agosto) il fronte delle Alpi fu dagli Alleati diviso in due settori: uno francese ed uno americano dal Col de Larche al mare. A nulla valsero le iniziative intraprese dal Comitato Italiano di Liberazione Nazionale costituito a Parigi, affinché le autorità francesi permettessero la formazione di reparti italiani riunendo tutte le forze disperse sul territorio già occupato dalla 4^ Armata. la regola era reparti francesi comandati da Francesi. « All’esposto del generale Felber (vedi sotto a sinistra Trabucchi) il generale Vercellino rispose che era ben lieto che il comando alleato si fosse reso finalmente conto della necessità di dare il massimo aiuto all’Italia su cui si concentrava lo sforzo nemico, ma che gli alleati per ora si trovavano in Sicilia e non in misura di sbarcare a Genova, onde non si rendeva conto della richiesta di dislocare in Liguria un Corpo d’armata tedesco. Che, comunque, la decisione concerneva il Comando supremo italiano e che fino a che questo non avesse fatto conoscere la sua volontà, egli, come comandante di un’armata italiana, non avrebbe consentito al passaggio di altre forze nel suo territorio. Il generale Felber, come già il colonnello Heggenreiner, affermò che gli accordi esistevano e che essi sarebbero stati confermati, onde il generale Vercellino si assumeva una ben grave responsabilità nel dichiarare che si sarebbe opposto ai movimenti deliberati. « Su questa dichiarazione il colloquio ebbe termine ed io (Trabucchi), che vi ero stato presente, fui incaricato dal generale Vercellino di informare subito lo Stato maggiore di Roma a mezzo del telefono dotato di apparecchiatura contro le intercettazioni. Da Roma mi venne confermato che gli accordi cui accennava il generale Felber non esistevano (bisognerà aspettare il 15 agosto) e che di conseguenza veniva approvato il diniego del comando d’armata. Portata tale risposta al generale Vercellino, in quel momento a colazione con il generale Felber, la discussione (sia pure in forma riservata) riprese ed il comandante d’armata dichiarò esplicitamente che rifiutava il permesso di transito e che tale rifiuto sarebbe stato fatto rispettare anche con le armi. Nello stesso pomeriggio il comando dell’armata emanò disposizioni perché fossero impediti i movimenti delle forze tedesche che si stavano raccogliendo nei pressi di Tolone ai margini della linea di demarcazione tra i due settori e venne ordinato il caricamento di tutte le interruzioni ai valichi rotabili della fascia alpina. « Dinanzi a tale atteggiamenti i tedeschi non si mossero. E fu gran male per noi perché l’armata, sia pure senza carri e senza artiglieria contraerea, aveva una propria solida struttura con le divisioni “Lupi di Toscana” e “Taro” in misura di far massa verso Tolone, mentre a tergo si poteva contare sulla divisione “Legnano” e la divisione celere “EFTF”. Contro tali unità i tedeschi potevano fare intervenire mezzi corazzati e motorizzati e segnatamente il gruppo bombardieri in picchiata di Saint Raphaèl, ma la slealtà tedesca, facilmente comprovabile, avrebbe eccitata la reazione italiana e forse influito sui militari della Wehrmacht di ceppo non germanico. « Nella notte l’intero Stato maggiore operativo del comando d’armata rimase in attesa aspettando da Tolone e da Torino la comunicazione che le truppe tedesche avevano iniziato il movimento preavvisato. Giunse, invece, da Roma la comunicazione che in seguito ad accordi tra i due comandi supremi, quello italiano consentiva che un!!! Corpo d’armata tedesco si portasse in Liguria e che “forze autotrasportate” (furono poi i paracadutisti) raggiungessero la zona di Firenze. « Quel che avvenne nei primi di agosto si verificò successivamente Ogni tanto il colonnello Heggenreiner chiedeva qualche facilitazione: l’occupazione di una località, il controllo di una posizione, l’u so di una centrale di collegamento. Il comando dell’armata rifiutava e il Comando supremo autorizzava. Nel mese di agosto una fitta rete tedesca avvolse la Liguria: le forze italiane si trovarono circondate e chiuse da ogni parte e il generale Bancale, comandante del settore ligure, alle cui dipendenze erano state messe formalmente le forze tedesche, commentava la situazione dicendo: “Essi conoscono benissimo l’italiano quando si tratta di chiedere dati e notizie, ma lo ignorano quando debbono rispondere alle nostre richieste”. « Intanto la consistenza delle forze italiane nel settore francese andava facendosi ogni giorno più leggera: la divisione “Legnano venn e intanto trasferita nell’Emilia per un successivo spostamento verso Sud (che ebbe seguito a cavallo del 8/9). La divisione “Lupi di Toscana” ricevette ordine di trasferirsi nel Lazio. La divisione Celere venne inviata nella zona di Torino dove le agitazioni operaie assumevano aspetto di ostilità al proseguimento della guerra. « Fu circa in quel tempo che scrissi una lettera personale al colonnello Nurra, già capo di Stato maggiore del XXI C. d’A. ed allora addetto all’ufficio operazioni del Comando supremo, per prospettargli la convenienza di abbandonare la Francia per difendere con le nostre unità il Paese. La proposta, che probabilmente si incontrava con la decisione dell’autorità centrale, venne accettata e pervenne l’ordine di trasferire le forze italiane del settore francese nel Piemonte, quale massa di manovra, co n l’eccezione di due divisioni costiere che dovevano mantenere il Nizzardo, zona di presunta rivendicazione italiana. « L’ordine del Comando supremo era di cedere ordinatamente e regolarmente alle subentranti unità tedesche tutta l’organizzazione difensiva, dalle artiglierie costiere ai piani del fuoco, dalla rete dei collegamenti ai depositi di munizioni di preda bellica. Oggi, dopo la conoscenza dei fatti, mi spiego l’aria di diffidenza con la quale gl i ufficiali di Stato maggiore tedeschi accoglievano le nostre illustrazioni del piano di resistenza realizzato, dei lavori attuati, del funzionamento dei vari servizi. Alessandro Trabucchi *, CSM della IV DIARIO - DA MARSIGLIA ALLA GERMANIA testimonianza di Eugenio de Rossi. http://www.larchivio.org/xoom/giovannicampopianoprigionia.htm

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FRANCIA DI VICHY(Corsica esclusa) e Betasom

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DISPERSI ..... 8 SETTEMBRE 1943FRANCIA DI VICHY(Corsica esclusa) e BetasomPassi da uno studio del Ten. Col. Salvatore ORLANDO dello SME: Nel novembre del 1942, lavvio dellOperazione Torch e lo sbarco anglo-americano in Nord Africa, coronato il 10 novembre 1942 dal pressoch immediato schieramento delle locali forze coloniali francesi,comandate dai generali Nogus e Juin, a loro fianco, ebbe come risposta da parte dellAsse loccupazione della cosiddetta "Zona Libera" (sottoin blu Francia Meridionale) fino a quel momento sotto la "virtuale piena" giurisdizione di un governo collaborazionista. I francesi da parte loronon opposero resistenza, n daltronde avrebbero potuto essendo disarmati. In questo contesto, mentre il VII Corpo dArmata italianoprovvedeva ad occupare la Corsica (vedi capitolo), la 4^ Armata pot dispiegarsi nella zona compresa tra il confine alpino, il fiume Rodano,con lesclusione delle citt di Lione, Avignone e Marsiglia, e la costa mediterranea. (nota del sito: La IV armata aveva giurisdizione anche sul territorioitaliano da la Spezia a Mentone. L'attivit della resistenza dei Maquis e della popolazione, anche se non ostile, non fu mai collaborazionista e cos si mantenneanche dopo il 25 luglio 1943. La Savoia, il Nizzardo e la Corsica erano, secondo il regime, destinate a guerra conclusa a tornare italiane).Francia (a destra ) allatto dellarmistizio del 1940:Zone costiere interdette per ovvi motivi (non quellemediterranee poich uno sbarco fino a primavera del43 sarebbe stato scoperto gi al passaggio diGibilterra), Zona cuscinetto (interdetta o riservata)fra Belgio e Francia per un motivo molto semplice;qui erano localizzate le miniere di carbone, e unaannessa la bilingue Alsazia e Lorena. Ai Francesi diVichy (detti di Vichy dalla capitale nota citt termale) lazona blu a cui rimaneva un piccolo corridoio dicollegamento con la neutrale Svizzera e con il restodel mondo tramite la Spagna. Da novembre 42 lazona Verde si allarg come detto e anche Vichy veneoccupata.IV armata del Gen. Vercellino a St Jean(Sospello) composta daI CdA (a Grasse) raggruppamenti sciatori alpini, Gaf a difesa della lineaCima Monaco-Monte Afel-Aution, 223 e 224a? (Nizza) divisione costieraXV CdA 201 Costiera - dislocata tra Mentone e Punta del Mesco (LaSpezia) e la 5 Div. Alpina "Pusteria" - Grenoble (in movimento verso ilPiemonte)XXII CdA a Hyeres - 48 Div. Fanteria "Taro" - (in movimento verso lafrontiera italiana) la 7 Div. Fanteria "Lupi di Toscana" (quasi interamentesu treni per essere spostata a Roma)Guarnigione di Tolone (circa 10.000 uomini tra Camicie Nere, Mar delSan Marco, Alpini costieri e Comando Militare Marittimo con due MASRiserva d'armata la 2^ Div. celere"Emanale Filiberto Testa di Ferro", incorso d'avanzato trasferimento da Cuneo in direzione Torinoper un totaleorganico di 100.000 uomini circaL'8 settembre colse di sorpresa gli uomini della 4^ Armata sparsi su una vastissima area montuosa priva di collegamenti ed obbligataa passi alpini che le colonne motorizzate tedesche anche se piccole avevano gi provveduto a presidiare. Il suo livello d'efficienza simostr del tutto incapace di contrastare l'attacco tedesco o di costituire un qualsiasi ridotto alpino che sarebbe inesorabilmenteandato incontro alla disfatta. In quel momento erano rientrate in Italia solamente la Div. "Rovigo", la Div. "Alpi Graie" ed il 18Rgt. Bersaglieri motocorazzato RE.CO. Le forze germaniche potevano peraltro contare solo in Francia sulla 19^ Armata che, fin dal15 agosto dislocava in Provenza la 343^ e la 346^ Div. di fanteria territoriale, ed altre unit che a seguito della decisione italiana disgombero erano affluite nell'area, ovvero al 356^ Div. f. nel settore gi occupato dalla Div. "Taro", la 157^ Div. a Grenoble, la 305^Div. da montagna a destra del Varo con la 76^ e 94^ Div.; consistenti contingenti della Marina, 11.000 uomini, erano in direzione diTolone ed altri 8.000 erano stanziati nelle isole Hyres.LA RESISTENZA IN FRANCIA ORDINI EQUIVOCIIl contributo italiano alla Resistenza in Francia si espresse indue forme diverse: nella lotta degli antifascisti (esuli volontarie rifugiati politici in Francia durante il regime, volontari dellaguerra antifranchista riparati in Francia dopo la caduta dellaRepubblica spagnola e raccolti nel campo di internamento delVernet che fuggirono unendosi ai maquis francesi), e nella lottaintrapresa dagli ex soldati del Regio Esercito dopo l8settembre. Tanti gli episodi di sporadiche resistenze nei giorniseguiti allarmistizio quando la via di casa o risultava preclusao fortemente insidiata. Fra questi gli alpini della Pusteria aGrenoble e a Chambery , sempre il XX Ragg.to alpini sciatorisi distinse al Colle del Moncenisio, lufficiale Salvatore Bono aNizza dopo la morte del suo capitano Carlo Breviglieri, la Gafal Frejus. I catturati in Francia furono oltre la met della forza emolti che avevano optato per la Todt (in alternativa allaGermania se ne contarono quasi 40.000) riuscirono in seguitoa darsi alla macchia. I primi gruppi "Detachement GaribadiensItaliens" sottoposti a comando superiore francese nonriuscirono mai a costituirsi in unit organiche. All'inizio del1944, e per tutti i mesi invernali, si ebbe una crescentemobilitazione, soprattutto in vista dell'apertura del "secondofronte in Europa"; in questo quadro i rapporti tra unit francesie italiane si consolidarono e rafforzarono fino allepoca deglisbarchi per poi progressivamente raffreddarsi a causa deldell'atteggiamento fortemente ostile nei confronti degli italianida parte delle autorit di "Francia Libera". Dopo lo sbarco inNormandia e quello in Provenza (agosto) il fronte delle Alpi fudagli Alleati diviso in due settori: uno francese ed unoamericano dal Col de Larche al mare. A nulla valsero leiniziative intraprese dal Comitato Italiano di LiberazioneNazionale costituito a Parigi, affinch le autorit francesipermettessero la formazione di reparti italiani riunendo tutte leforze disperse sul territorio gi occupato dalla 4^ Armata. laregola era reparti francesi comandati da Francesi. Allesposto del generale Felber (vedi sotto a sinistra Trabucchi) il generale Vercellino rispose che era ben lieto che il comando alleato si fosse reso finalmente contodella necessit di dare il massimo aiuto allItalia su cui si concentrava lo sforzo nemico, ma che gli alleati per ora si trovavano in Sicilia e non in misura di sbarcare aGenova, onde non si rendeva conto della richiesta di dislocare in Liguria un Corpo darmata tedesco. Che, comunque, la decisione concerneva il Comando supremoitaliano e che fino a che questo non avesse fatto conoscere la sua volont, egli, come comandante di unarmata italiana, non avrebbe consentito al passaggio di altre forzenel suo territorio. Il generale Felber, come gi il colonnello Heggenreiner, afferm che gli accordi esistevano e che essi sarebbero stati confermati, onde il generaleVercellino si assumeva una ben grave responsabilit nel dichiarare che si sarebbe opposto ai movimenti deliberati. Su questa dichiarazione il colloquio ebbe termine ed io (Trabucchi), che vi ero stato presente, fui incaricato dal generale Vercellino di informare subito lo Stato maggioredi Roma a mezzo del telefono dotato di apparecchiatura contro le intercettazioni. Da Roma mi venne confermato che gli accordi cui accennava il generale Felber nonesistevano (bisogner aspettare il 15 agosto) e che di conseguenza veniva approvato il diniego del comando darmata. Portata tale risposta al generale Vercellino, in quelmomento a colazione con il generale Felber, la discussione (sia pure in forma riservata) riprese ed il comandante darmata dichiar esplicitamente che rifiutava ilpermesso di transito e che tale rifiuto sarebbe stato fatto rispettare anche con le armi. Nello stesso pomeriggio il comando dellarmata eman disposizioni perch fosseroimpediti i movimenti delle forze tedesche che si stavano raccogliendo nei pressi di Tolone ai margini della linea di demarcazione tra i due settori e venne ordinato ilcaricamento di tutte le interruzioni ai valichi rotabili della fascia alpina. Dinanzi a tale atteggiamenti i tedeschi non si mossero. E fu gran male per noi perch larmata, sia pure senza carri e senza artiglieria contraerea, aveva una propria solidastruttura con le divisioni Lupi di Toscana e Taro in misura di far massa verso Tolone, mentre a tergo si poteva contare sulla divisione Legnano e la divisione celer eEFTF. Contro tali unit i tedeschi potevano fare intervenire mezzi corazzati e motorizzati e segnatamente il gruppo bombardieri in picchiata di Saint Raphal, ma la slealttedesca, facilmente comprovabile, avrebbe eccitata la reazione italiana e forse influito sui militari della Wehrmacht di ceppo non germanico. Nella notte lintero Stato maggiore operativo del comando darmata rimase in attesa aspettando da Tolone e da Torino la comunicazione che le truppe tedesche avevanoiniziato il movimento preavvisato. Giunse, invece, da Roma la comunicazione che in seguito ad accordi tra i due comandi supremi, quello italiano consentiva che un!!!Corpo darmata tedesco si portasse in Liguria e che forze autotrasportate (furono poi i paracadutisti) raggiungessero la zona di Firenze. Quel che avvenne nei primi diagosto si verific successivamente Ogni tanto il colonnello Heggenreiner chiedeva qualche facilitazione: loccupazione di una localit, il controllo di una posizione, lu sodi una centrale di collegamento. Il comando dellarmata rifiutava e il Comando supremo autorizzava. Nel mese di agosto una fitta rete tedesca avvolse la Liguria: le forzeitaliane si trovarono circondate e chiuse da ogni parte e il generale Bancale, comandante del settore ligure, alle cui dipendenze erano state messe formalmentele forze tedesche, commentava la situazione dicendo: Essi conoscono benissimo litaliano quando si tratta di chiedere dati e notizie, ma lo ignorano quando debbonorispondere alle nostre richieste. Intanto la consistenza delle forze italiane nel settore francese andava facendosi ogni giorno pi leggera: la divisione Legnano venn eintanto trasferita nellEmilia per un successivo spostamento verso Sud (che ebbe seguito a cavallo del 8/9). La divisione Lupi di Toscana ricevette ordine di trasferirsi nelLazio. La divisione Celere venne inviata nella zona di Torino dove le agitazioni operaie assumevano aspetto di ostilit al proseguimento della guerra. Fu circa in quel tempo che scrissi una lettera personale al colonnello Nurra, gi capo di Stato maggiore del XXI C. dA. ed allora addetto allufficio operazioni delComando supremo, per prospettargli la convenienza di abbandonare la Francia per difendere con le nostre unit il Paese. La proposta, che probabilmente si incontravacon la decisione dellautorit centrale, venne accettata e pervenne lordine di trasferire le forze italiane del settore francese nel Piemonte, quale massa di manovra, conleccezione di due divisioni costiere che dovevano mantenere il Nizzardo, zona di presunta rivendicazione italiana. Lordine del Comando supremo era di cedere ordinatamente e regolarmente alle subentranti unit tedesche tutta lorganizzazione difensiva, dalle artiglierie costiere aipiani del fuoco, dalla rete dei collegamenti ai depositi di munizioni di preda bellica. Oggi, dopo la conoscenza dei fatti, mi spiego laria di diffidenza con la quale gl iufficiali di Stato maggiore tedeschi accoglievano le nostre illustrazioni del piano di resistenza realizzato, dei lavori attuati, del funzionamento dei vari servizi.Alessandro Trabucchi*, CSM della IVDIARIO-DA MARSIGLIA ALLA GERMANIA testimonianza di Eugenio de Rossi. http://www.larchivio.org/xoom/giovannicampopianoprigionia.htmAlessandro Trabucchi*, CSM della IVarmata (poi comandante delle resistenzaPiemontese) dal libro "I vinti hannosempre torto" - 1947. La visita nel Nizzardodi Von Rundstedt (comandante in Francia)afine luglio e le richieste di passaggioDIARIO-DA MARSIGLIA ALLA GERMANIA testimonianza di Eugenio de Rossi. http://www.larchivio.org/xoom/giovannicampopianoprigionia.htmI Francesi accettarono la richiesta italiana e fu allora costituito il Battaglione XXI/15, inserito nella I Armata Francese. Lo composero circa mille italiani; i sottufficiali egli ufficiali conservarono i gradi che avevano nelle armate italiane. Il Battaglione fu inviato nella valle della Tinea, ed a dicembre fu trasferito a Mentone. Alla finedelfebbraio del 1945 il Battaglione fu fatto tornare in Val Tinea, dove il 4 aprile cominci le missioni esplorative, in concomitanza con linizio delle operazioni alleate sullaLinea Gotica in Italia (5 aprile). Gli attacchi principali puntarono su Briga e Tenda e sul Moncenisio, ma si subirono gravissime perdite. Il battaglione italiano, conunoperazione, che fu detta "CANARD", iniziata il 10 aprile, prese la Caserma fortino di Barbacane e il 25 aprile penetr in Valle Stura, scendendo a Borgo S.Dalmazzo di Cuneo il 29. di truppe verso lItalia del suo ufficiale dicollegamento Heggenreiner il 1 agostolasciarono sbigottiti i comandi italiani. Il rapporto del comando darmata con lOKW,e genericamente con i comandi tedeschi delsettore mediterraneo, erano stati fino allora nonsoltanto corretti ma anche cordiali, in quantoalcuni atti arbitrari tentati dalla Gestapo nellazona di competenza italiana erano statistroncati dai nostri comandi con moltadecisione. senza che mai i comandi dellaWehrmacht fossero intervenuti a dar sostegnoa tali organi di polizia. In pi di un caso, anzi, icomandi della Wehrmacht avevano mostrato laloro soddisfazione perch il comandodellarmata italiana era intervenuto con tantadecisione contro elementi che, operando alledirette dipendenze degli organi berlinesi,manifestavano una netta insofferenza per ledirettive dei comandi militari. Specialmentecordiali erano, poi, i rapporti con il generaleFelber, comandante del gruppo di divisionisettore del Mediterraneo, con il quale i contattierano continui, per la identit del compito. Fuappunto il generale Felber che, al mattino delgiorno seguente la comunicazioneHeggenreiner, giunse a Mentone per uncolloquio con il generale Vercellino. Ilgenerale Felber espose la questione pressapoco nei seguenti termini: Il comando tedescoannetteva la massima importanza al settoreitaliano e di conseguenza intendeva inviare asostegno dellalleato un certo numero dellesue migliori unit di riserva, tra cui duedivisioni di paracadutisti.Da roma civica anpiLa notizia dellarmistizio le colse per nel momento peggiore, in quanto alcune erano in fase di trasferimento per rientrare in Italia ealtre si trovavano gi oltre il confine. Al loro seguito marciava un notevole numero di famiglie ebree che cercava scampo dalla furianazista. Il generale Mario Vercellino, comandante della IV armata, aveva ricevuto la "Memoria 44" e sapeva di doversi opporre altransito dei tedeschi o a loro eventuali azioni di forza, e aveva dato gli ordini relativi. Ma le colonne motorizzate tedesche, occupando ivalichi alpini, i porti, i nodi stradali e ferroviari precedevano sistematicamente le nostre unit appiedate in lenta marcia di ripiegamento.In quella disperata situazione lordine di Badoglio di opporsi contro chiunque, anche se giunto troppo tardi, provoc numerosi episodi diresistenza: a Grenoble, a Chambery, al Moncenisio, al Col di Tenda, alla Stazione di Nizza e a Mentone. Il 12 settembre il generaleVercellino per evitare rappresaglie o danno alla popolazione civile, proclam lo scioglimento della sua armata. Il proclama lasciava inbalia di se stessi decine di miglia di uomini. Per molti di questi si apr la via del ritorno a casa attraverso i monti, per molti altri che sitrovavano ancora in territorio francese si offr invece lopportunit di passare con la resistenza dei Maquis. Dopo l'8 Settembre, i fondidella IV Armata furono portati via e difesi dal generale a capo dell'Intendenza, Raffaello Operti, e servirono in parte a finanziare laResistenza piemontese. Molti militari in transito sulle montagne del cuneese andarono acostituire i primi nuclei armati partigianiportandovi la loro esperienza.Il governo Badoglio, in vista del possibile accordo con gli Alleati, ed al fine di fronteggiare la successiva reazione tedesca, diramdelle disposizioni operative che apparvero contraddittorie, poich per non insospettire i tedeschi, fu mantenuto anche nei confrontidei comandi delle Grandi Unit la completa segretezza sui reali intendimenti del C.S. In questo quadro, i primi giorni d'agosto, fuautorizzato il transito in Savoia di truppe tedesche dirette in Italia quando nell' "Ordine 111 CT" del 10 Agosto, si prospettava,senza far alcun riferimento ad un eventuale armistizio, un aggressione tedesca finalizzata alla restaurazione del regime fascista e diconseguenza si facessero rientrare le divisioni.Passi da uno studio del Ten. Col. Salvatore ORLANDO dello SME: Nella seconda met di agosto, a seguito dellAccordo di Casalecchio del15 tra i Comandi Supremi fu ordinato alla 4^ di ridislocarsi completamente in territorio italiano, con lesclusione del saliente nizzardo compresotra il confine e la cosiddetta linea Tinea-Varo. LAccordo prevedeva la cessione ai tedeschi dogni responsabilit difensiva dellareaprecedentemente occupata, consegnando ordinatamente tutto il materiale di preda bellica francese, le fortificazioni, lartiglieria, le armiautomatiche, con il relativo munizionamento, le reti di collegamento e davvistamento aereo. Le operazioni di passaggio di consegna avrebberodovuto concludersi entro il 9 settembre, quando la difesa del settore francese sarebbe stata assunta dal Comando della 19^ Armata germanica; ilcompleto trasferimento di tutta lArmata italiana era previsto per il 25 dello stesso mese !!! (settembre). Mentre erano in atto tali operazioni didisimpegno, il 5 settembre il Comando dellArmata ricevette la "Memoria Op. n. 44" contenente le direttive del Comando Supremo a tutte leGrandi Unit nel caso daggressione tedesca, senza far riferimento, anche in tale circostanza, allArmistizio che, nella sua versione breve, erastato gi stato firmato il 3. Sulla base di tali disposizioni le forze residue ancora presenti in Francia dovevano raccogliersi nelle vallate cuneesidella Roja e del Vermenagna al fine di creare una rete difensiva ostruente i valichi del Moncenisio, Frejus e Monginevro. La "Memoria n. 44"raccomandava di impartire verbalmente le disposizioni attuative ai comandanti pi elevati e di attendere, per la sua concreta applicazione, "unordine dello S.M.R.E. con un messaggio convenzionale" o di agire "diniziativa in relazione alla situazione contingente". A tale scopo Il gen.Vercellino dispose misure di sorveglianza nei confronti dei tedeschi al fine di non essere colti di sorpresa da un loro eventuale attacco e diedeordine di accelerare le procedure di rimpatrio. In settembre inizi il reclutamento di un battaglione regolare costituito di volontari stranieri, ingran maggioranza italiani, il 74 Batailon Haute Tine, che dal 1 dicembre sarebbe stato incorporato nellesercito regolare come 21 Btg. dellaXV^ Regione Militare. Il 21/XV, fu impiegato sul fronte alpino a partire del 20 ottobre per essere poi smobilitato al termine del conflitto, il 30giugno 1945. Queste forme di reclutamento condotte anche in altre citt come Tolone, Avignone e Grenoble, furono dirette specificatamentenei confronti degli ex soldati della 4^ Armata che in molti casi, nellimpossibilit di dimostrare la loro partecipazione alla resistenza, furono postidi fronte allalternativa dellinternamento o dellarruolamento in reparti della "Legione Straniera" con ferma prefissata di 5 anni. Molti di costoropoterono tornare in Italia solo in seguito allAccordo italo-francese del 29 ottobre 1945, con il quale furono definitivamente riallacciate lerelazione diplomatiche tra i due paesi.E poich risultava al comando tedesco che lazona di Genova, con il suo porto, aveva unadifesa scarsamente consistente era statoconcordato con il Comando supremo italianolinvio in tale zona di un C.d.A su tre divisioni,mentre due divisioni di paracadutisti sarebberostate inviate a Firenze quale prima massa dimanovra. Era, pertanto, necessario che ilcomando darmata non frapponesse difficoltdato che un movimento logistico di taleampiezza non ammetteva sospensioni o rinvii.*Nel dopoguerra, Trabucchi ebbe il comando dellaDivisione di fanteria "Cremona" e nel 1949, promossogenerale di Corpo darmata, fu a capo, in Toscanasino al 1953, del VII Comando militare territoriale.Presidente del Consiglio superiore delle ForzeArmate, nel 1955 Alessandro Trabucchi fu collocato ariposo per raggiunti limiti det. Morir a Rigolato(Udine) il 29 novembre 1982 dopo essersi escluso daqualsiasi eroico movimento reducista.Un reparto gi citatoin altra parte alle schede e qui costituito dopo l'8 settembre era il "IX Settembre". II gruppo battaglioni dasbarco: XLII e L btg ccnnM venne inviato in Corsica nel novembre '42 e il gennaio successivo nella Francia Meridionale (basenavale di La Seyne a Tolone). Gi prima di questa data, il dilemma se aderire o no al nuovo ordine sociale in Italia (25 luglio) liaveva portati a compiere passi verso il comando tedesco. Verso la met di agosto, giunse lordine di sostituire le stellette alle M rossecon i fasci. Anche il fez nero doveva essere sostituito dalla bustina regolamentare del regio esercito come la camicia nera con quellagrigioverde ma molti non si adeguarono. La sera dell8 settembre gli uomini della 3a Compagnia (Zardo) del L insieme con iTedeschi circondarono gli alloggi dei badogliani, procedendo al loro disarmo.Ci precisa un lettore -Pap faceva parte del Battaglione M "L" Treviso ed era partito richiamato nel 1942. Addestrati come "Mar" inToscana a Calambrone, assieme al San Marco, operarono lo sbarco in Corsica agli ordini dell'Amm. Tur. Furono poi trasferiti a Tolonee assegnati al deposito di St. Mandrier, fuori Tolone, assieme al gemello battaglione M "XLII" Vicenza. Assistetteroall'autoaffondamento della flotta francese nel porto di Tolone. Mio padre ci raccontava sempre che loro vennero a sapere dell'armistiziodopo il gruppo di Zardo, che evidentemente aveva gi pi stretti rapporti coi tedeschi. Non ebbero il tempo di capire, che erano gi statidisarmati. Vennero chiamati tutti a rapporto e il comandante comunic la notizia, senza ulteriori istruzioni, probabilmente in attesa diriceverle lui stesso. Ma il capitano Zardo fece una specie di conta (chi con me e chi no) e riarm quelli che avevano aderito alla suarichiesta di fedelt ai tedeschi. Chi non ader, la maggior parte, non ebbe tempo di darsi alla macchia (o ai maquis) e furono tutti avviatiin Germania. Mio padre e la sua compagnia al completo furono caricati sui carri ed avviati nei campi di concentramento tedeschi comeI.M.I. (Internati Militari Italiani) privi di qualsiasi garanzia e protezione. La prima destinazione del gruppo furono le miniere di sale dipotassio (base per gli esplosivi), dove soffr molto il duro lavoro a 700 metri di profondit e la fame classica del lager. In seguito,nell'aprile del '44, furono tutti obbligati a richiedere lo stato di libero lavoratore e passarono alle dipendenze di una azienda agricolanelle vicinanze di Mulhouse, per in pratica stavano nei boschi a tagliare tronchi per farne dispositivi anticarro. Ma erano pagati.Furono liberati dai partigiani francesi che li trattarono molto bene e addirittura dettero loro dei documenti in cui li facevano partecipialla liberazione della Francia. Strano destino ! EttoreIl giorno dopo si unirono alla compagnia ribelle altri soldati della Compagnia Servizi del Gruppo Battaglioni da sbarco e delXLII. Qualche mese pi tardi lunit rinforzata divenne (solo allora ufficialmente) il Battaglione "IX Settembre". Lunit unadelle poche ad essere stata presente sul fronte di Anzio contro gli americani. I legionari vennero impegnati in azioni dipattugliamento e nella costruzione delle postazioni difensive nei momenti critici dello sbarco nellarea tra Ferriere, Bosco di Nettunoe Trecancelli nel gennaio e febbraio 1944. Il racconto del IX e dei piccoli reparti che seguirono i tedeschi inquadrati nella 19a armataprosegue alla pagina della Germania poich vennero sciolti sul territorio tedesco: nella pagina Germania anche altre basi navali epiccole informazioni sulla sorte del naviglio della Marina Militare che non si consegn agli alleati ad esclusione di Betasom che vienetrattato qui sotto.In Francia, a Bordeaux, operavano e opereranno isommergibili della Div. Atlantica di Betasom e batteriecostiere italiane con militari di sorveglianza come a Bresto sulla costa atlantica all'atto dello sbarco anglo americanoin Normandia del 1944. Poich l'argomento legatooperativamente alla scuola sommergibilisti di Gdynia(Gotenhafen) se ne da qui una prima parte.... il resto seguenella pagina della Germania all'indicehttp://www.subnetitalia.it/regiosom2.htmMedaglia doro al v.m. a BONO Salvatore S.ten. cpl. fanteria, delegazione trasporti militari 613motivo del conferimento: Nella difesa del pi importante centro logistico di unarmata, morto il suo capitano, assumeva il comando dei pochi superstiti. Aggredito da soverchiantiforze nemiche in un ufficio del comando, freddava con colpi di pistola un ufficiale tedesco ed alcuni soldati ponendo in fuga i rimanenti. In una successiva aggressione, trovatosicon la pistola scarica, impegnava una lotta selvaggia con pugni e morsi. Aiutato da un suo sottufficiale, immobilizzava un secondo ufficiale nemico che decedeva poco dopo.Mentre tentava di colpire con bombe a mano altri militari sopraggiunti veniva investito in pieno da schegge di bombe lanciate dal nemico che provocavano lo scoppio della bombache teneva nella mano destra, gi a sicurezza sfilata e pronta per il lancio. Crivellato dalle schegge, cieco, privo della mano destra, veniva ricoverato in ospedale ove constoicismo, che solo i prodi e gli audaci possiedono, senza un lamento sopportava lamputazione dellavambraccio destro, lenucleazione dellocchio sinistro ed altri dolorosissimiatti operatori. Magnifico esempio di alte virt militari e di suprema dedizione alla Patria. Nizza (Francia), 8/9/1943.http://www.arsmilitaris.org/pubblicazioni/Missioni_SpecialiUboot_nel_FarEast.pdf AlbertoRosselli I sottomariniper il lontanooriente.BETASOM** Porcospino era un mortaio anti-som, montato sulLimpiego dei sommergibili italiani dalla Base Betasom di Bordeaux, all'inizio nutrita, fu sempre molto complessa e scarsamente redditizia.** Porcospino era un mortaio anti-som, montato sulcacciatorpediniere HMS Westcott. Alla fine del 1942 gli inglesisvilupparono questa nuova arma che poteva lanciare 24bombe direttamente davanti o al fianco del mezzo attaccato. Adifferenza delle cariche di profondit, che esplodevano aregolazione ed erano lanciate da poppa (dietro) rendendodifficile tracciare il bersaglio, le cariche del Porcospinoesplodevano solo quando colpivano il sommergibile. Lapercentuale di successi pass dal 7% al 25%. Quando unacarica esplodeva, faceva esplodere anche le altre, "persimpatia". Un'altra arma per aereo era il Leigh Light per usonotturno. I tedeschi per ricaricare le batterie emergevano dinotte e coi motori che andavano non udivano laereo dotato diRadar che avvicinandosi puntava su di loro: parallelo alsegnale, un fascio di luce illuminante indicava al caccia cheseguiva l'obiettivo. Dovettero emergere di giorno con altririschi verso altri vettori navali ed aerei.- Malaspina (affondato. sett.1941), Tazzoli (aff. il15/5/43) , Calvi (aff. 15/7/42), Finzi 1960 tsl inimmersione-Bagnolini, Giuliani (scuola Gdynia), Tarantini (aff.15/12/40), Marconi (aff. 28/10/41), Da Vinci (aff.23/5/43), Torelli, Baracca (aff. l'8/9/41), Marcello (aff.6/2/41), Dandolo, Mocenigo, Veniero, Barbarigo (aff.giu 43), Nani (aff. 3/1/41), Morosini I (aff. ago 42), Emo,Fa di Bruno (aff. 1940)Cappellini, Bianchi (aff. 5/7/41), Brin di 1400 tsl inimmersione. (l'Uboote tedesco era la met) - Di pocosuperiori o simili ai tedeschi il Glauco(perso 27/6/41),Otaria, Argo, VelellaNel marzo 1941 vista ormai compromessa la guerra inAfrica Orientale (Mar Rosso Eritrea) circumnavigaronolafrica per Betasom il Perla (600 tsl), Archimede (bombeaeree brasile 15/4/43), Ferraris (autoaff. 25/10/41),GuglielmottiIl Finzi l8/9/43 divenne dapprima il tedescoMercator I e poi UIT21 ma radiato l'annosuccessivo. Il Bagnolini anche lui venneincorporato nella Kriegsmarine e rinominatoUIT22. Il 26/1/44 part per lAsia come trasportoma il 22 febbraio fu colpito da un velivolostatunitense a circa 900 miglia dallIsola diAscensione, riportando danni allo scafo e perditedi carburante; chiese un appuntamento con unsommergibile rifornitore circa 500 miglia a sud diCapetown ma l11 marzo 1944 al punto di incontrofu affondato da tre Catalina PBY . Oltre questialtri 6 sommergibili vennero preparati per itrasporti in oriente e partirono con la loro siglaitalianail Giuliani (UIT23), il Cappellini(UIT24),il Torelli (UIT 25), e il Cagni che erastato scelto per la stessa rotta e che riusc asalvarsi !!. Tazzoli e Barbarigovennero subitoaffondati. La storia finale del Cagni qui a fianco ein immagine sottoLimpiego dei sommergibili italiani dalla Base Betasom di Bordeaux, all'inizio nutrita, fu sempre molto complessa e scarsamente redditizia.Nonostante questo il contributo italiano alla battaglia dellatlantico negli anni 1940/41/42 sempre stato sottaciuto. La massa disommergibili tedeschi richiesti (300) per isolare l'Europa andava a rilento e nel gennaio 1941 ne erano disponibili solo 16 (avevanocominciato la guerra con 50). Questo costrinse Erich Raeder, Ministro della Guerra, a riconsiderare operazioni congiunte italo/tedeschenonostante i fallimenti iniziali del 1940. Dopo le modifiche apportate ad alcuni sommergibili italiani, i tedeschi considerarono un secondotentativo. Tra il 19 febbraio ed il 23 marzo 1941 un totale di 47 U-boot tedeschi e 16 italiani attaccarono 9 convogli britannici. I tedeschipersero 4 U-boot, gli italiani persero il Marcello. Alle 154.743 tonnellate affondate dai tedeschi non si poteva opporre che solamente12.292 tonn. affondate dagli italiani di unit peraltro disperse da un convoglio e vulnerabili. Le perdite in sommergibili (e in uomini) come sivede sono sempre elevate e lindustria cantieristica doveva fornire i rimpiazzi e lallargamento della flotta per poter continuare la battagliadi interdizione dei convogli per lArtico (Russi) e per lAfrica (Inglesi) oltre al sostentamento alimentare, industriale ed energeticodellInghilterra. Scomparve il comandante tedesco Prien e i due capitani con maggiori successi, Kretschtner e Schepke. Con nuovi arriviDnitz, Comandante della flotta sottomarina, contava di liberarsi degli italiani ma losforzo per le contromisure inglesi si alzava. Questo aumento di forza degli Alleatidovette per poi scontrarsi con un numero crescente di sommergibili che entravano inservizio. Gli U-Boot di tipo VIIC raggiunsero l'Atlantico via via in sempre maggioriquantit. Ne furono inviati in totale 585 !!! fino a giugno '44. Il naviglio mercantile(anche americano), che trasportava rifornimenti e aiuti di vario genere attraversolatlantico settentrionale e meridionale, era scortato da navi britanniche, canadesi e,solo in un secondo momento (7/12/41), da quelle statunitensi. Ci non toglieva che glisquali affondassero indifferentemente le une e le altre, provocando con questo indefinitiva l'intervento Usa. Dal giugno all'ottobre del 1940 furono affondate 270 navialleate. Il 21 settembre, il Convoglio HX-72 di 42 navi mercantili venne attaccato da ungruppo di sottomarini, che affondarono 11 navi e ne danneggiarono due. Ad ottobre, ilConvoglio SC-7 fu sopraffatto e perse il 59%. La battaglia per il Convoglio HX-79,qualche giorno dopo, fu ulteriormente grave e termino con la perdita di un quarto dellenavi presenti senza che le navi di scorta, costituite da due cacciatorpediniere, quattrocorvette ed un dragamine riuscissero ad affondare neppure un sottomarino. Infine il 1dicembre, sette U-Boot tedeschi e tre sommergibili italiani attaccarono il Convoglio HX-90, affondando 10 navi e danneggiandone altre tre.Per sopperire alla logistica e alle deficenze inglesi del momento gli Usa cedettero 50 vecchie cacciatorpediniere da riequipaggiare construmentazione antisom in cambio di basi navali in Groenlandia e nel Regno d'Islanda (La Groenlandia come l'Islanda erano danesi equando i tedeschi occuparono la Danimarca gli inglesi fecero altrettanto con la terra gelata Regno semiautonomo dal 1918 (10/5/1940))e l'affitto per 99 anni di alcune basi inglesi a Terranova e Labrador, Bermuda. La rotta Nord che passava da Groenlandia, Islanda era lameno pericolosa anche se pi lunga, pericolosa e stagionale. La corsa alla tecnologia poi da parte alleata (Radar, sonar etc**) alzava laposta mortale. Per dare man forte all'alleato una prima flotta di 27 sommergibili italiani su 100 che ne avevamo, era stata infatti trasferitanell'autunno del 1940 dall'Italia attraverso il pericoloso stretto di Gibilterra e comprendeva i mezzi in colonna sinistra (Tra parentesi le datedelle perdite: Il tonnellaggio per gli italiani era pi alto di quello tedesco ed era causa del cattivo impiego) poi aumentati a 32 (ne andrpersa la met, vedi elenco preciso nella pagina Germania). Nel 1942 e 1943 la media degli affondamenti per macchina si equipar fraitaliani e tedeschi mentre i sommergibili tedeschi ebbero maggiori successi nel 1940 e 1941 fino a che non ebbe termine il primo ciclod'istruzione alla scuola Italo tedesca dei sommergibilisti di Gotenhafen (Gdynia vedi capitolo successivo). Laddestramento coi tedeschi fumolto prezioso e dimostr che, se la collaborazione fosse iniziata prima, avrebbe prodotto risultati migliori. La causa dello scarso successodei sommergibili italiani in Atlantico fu individuata anche e soprattutto nello scenario radicalmente diverso da quello del Mediterraneo per ilquale gli equipaggi italiani erano stati preparati. Il cattivo andamento della guerra in mediterraneo comport il rientro nellagosto del1941 di 10 nostri battelli*** (a fianco in colore). Il punto di svolta che caus la fine della battaglia dei convogli fu lattacco al ConvoglioONS-5, costituito da 43 mercantili scortati da due caccia, una fregata e alcune corvette. 30 U-Boot attaccarono il convoglio e 13 navimercantili vennero affondate. Gli U-Boot vennero per rilevati dall'HF/DF e sei di essi affondati dalle navi di scorta o dagli aerei Alleati. Unaprovvidenziale tempesta sparpaglier il convoglio costringendo Dnitz*** a sospendere le operazioni. Ad aprile (1943), le perdite disommergibili aumentarono mentre gli affondamenti di navi diminuirono drasticamente. A maggio non vennero pi organizzati i gruppi diU-Boot e quel mese venne chiamato il "maggio nero" della flotta di U-Boot. .. continua....la scuola sommergibilistihttp://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/43/dispersigermania.htm*** Karl Dnitz (16 September 1891 24 December 1980) was a German naval commander during World War II. He started his career in the German Navy during World War I,serving aboard U-39. In 1918, while in command of UB-68, the submarine was sunk by British forces and Dnitz was taken prisoner. While in a prisoner of war camp, heformulated what he later called Rudeltaktik, commonly called "wolfpack".On 28 January 1939, Dnitz was promoted to Commodore (Kommodore) and Commander ofSubmarines (Fhrer der Unterseeboote).Nel dicembre 1941 gli Stati Uniti entrarono in guerra e Dnitz pianific immediatamente l'Operazione Rullo di Tamburo contro lespedizioni dalla costa orientale degli USA, che venne eseguita il mese successivo con risultati drammatici per gli alleati. Sospettando che gli alleati avessero decifratoilcodice di Enigma, Dnitz ordin alla sua flotta di U-Boot, il 1 febbraio 1942, di modificare il sistema di cifratura per le comunicazioni, anche se le altre forze armatetedesche continuarono ad usare l'originale codice Enigma, convinte della sua invulnerabilit. Per un certo periodo, questo cambio nel sistema di cifratura tra i sottomari nicaus notevole confusione tra i decrittatori alleati (anche questo verr poi scoperto). Hitler alla fine del 1942 lo nomin comandante della Marina da guerra(Grandammiraglio) al posto di Erich Raeder. On 30 April 1945, after the death of Adolf Hitler and in accordance with Hitler's last will and testament, Dnitz was namedHitler's successor as Staatsoberhaupt (Head of State), with the title of Reichsprsident (President) and Supreme Commander of the Armed Forces. He was the fourth and lastPresident of the Third Reich.Il Cagni era l'ultimo sommergibile partito per Betasom. Preparato a met '42 per intercettare il traffico fra Oceano Indiano e Atlanticosi dispose lungo le coste dell'Africa Centromeridionale.Il 29 novembre, al largo del Capo di Buona Speranza, affonda il piroscafo grecoARGO, di 1.995 tonn.. Poi, non trovando altro traffico perch diradato dallavversario su rotte pi distanti, giunto al limitedellautonomia per il rientro si porta verso Betasom ma viene mitragliato nel Golfo di Biscaglia. Il 20 febbraio 43 il CAGNI raggiungeugualmente Bordeaux, dopo 136 giorni di mare. In quella base il sommergibile viene sottoposto a lavori di trasformazione per essereadibito al trasporto di materiali pregiati verso il Giappone e il ritorno con gomma. La notte del 25 Luglio al largo di Freetown (SierraLeone) ha uno scontro con un incrociatore ausiliario inglese ASTURIAS (22.048 t) danneggiandolo. Non tutti i tubi lanciasilurivenivano rimossi. L8 settembre 43, il CAGNI in pieno Oceano Indiano. Fra gli ordini contradditori il comandante recepisce quello diSUPERMARINA che gli impone di portarsi nel porto sud-africano pi vicino (Durban) dove entra il 20 settembre. Rientrato in Italia aTaranto svolge compiti ristretti di attivit addestrativa per gli Alleati.*** qualche autore si spinto ad ipotizzare che .... Eminenti personalit del governo italiano si erano infatti persuase di non poter vincerenemmeno se la parte con la quale si trovavano avesse vinto. Erano cos desiderose di non inimicarsi gli Stati Uniti che i sommergibili eranostati ritirati dall'Atlantico'. Il misterioso personaggio si riferisce all'inspiegabile ordine diramato quasi un anno prima, il 10 Dicembre 1941, daSupermarina e del quale abbiamo gi dato conto. L'identit dell'informatore di Eisenhower rimasta inaccessibile..da 'Arrivano i nostri - 10luglio 1943: gli Alleati sbarcano in Sicilia', pag.93-94). Naturalmente sono tutte cazzate: Basta vedere la stazza del Cagni, qui a fiancodoppia dei sommergibili tedeschi, e immaginarlo manovrare all'interno di un convoglio atlantico con relativa scorta !!!. Infatti la suamissione contro navi isolate dur poco. Non ne trovava