21 NOVEMBRE: GIORNATA DI PREGHIERA PER LA VITA · PDF fileEvagrio Pontico, par-lando del...
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21 NOVEMBRE: GIORNATA DI PREGHIERA PER LA VITA CLAUSTRALE21 NOVEMBRE: GIORNATA DI PREGHIERA PER LA VITA CLAUSTRALE
Il 12 gennaio del 1953 nasce per desiderio del Sommo Pontefice
Pio XII l’associazione “Pro Claustrali- Segretariato as-sistenza monache” allo sco-po di far conoscere e aiutare i monasteri che, in seguito al-la guerra, incontravano diffi-coltà per vivere e ricostruire i monasteri danneggiati.
Il 19 febbraio dello stesso anno l’Osservatore Romano dà notizia che è stata istitui-ta l’associazione e traccia un breve profilo sugli scopi che si prefigge.
Il 13 maggio del 1953 si celebra nella Chiesa la pri-ma Giornata “Pro Orantibus” per sensibilizzare il popolo di Dio alla conoscenza e all’ap-prezzamento della vocazione monastica contemplativa.
In contemporanea na-sce pure un bollettino “Pro Orantibus”, per formare e in-formare sulla vita claustra-le. La ricorrenza è stata fis-sata definitivamente da S. Giovanni XXIII il 21 novem-bre di ogni anno, memoria li-turgica della Presentazione di Maria al Tempio.
La giornata invita a so-stenere spiritualmente e ma-terialmente i monasteri,
“polmoni verdi” di una cit-tà, come ebbe a dire Papa Benedetto XVI in occa-sione della Giornata “Pro Orantibus” del 2006, luoghi dove molte persone, anche provenienti da carriere pro-fessionali ricche di promes-se, abbandonano tutto, ritro-vando però il senso della vi-ta.
In un’epoca storica in cui le comunicazioni in tem-po reale annullano le distan-ze geografiche, e lo scambio tra individui e gruppi sociali rende il fenomeno della glo-balizzazione una dimensio-ne determinante non solo a li-vello di economia, soprattut-to di cultura, sembra del tutto anacronistico scegliere uno stile di vita antitetico alle di-namiche contemporanee con la consacrazione monastica.
Certo la maestosità e lo splendore artistico degli an-tichi monasteri benedetti-ni e cistercensi suscita anco-ra l’interesse storico dei cul-tori d’arte, così come le loro opere vengono esaminate da-gli studiosi di filosofia del-le religioni o di antropologia culturale, ma sono considera-ti per lo più vestigia di tem-pi passati che arricchiscono
le biblioteche, i monumen-ti nazionali o i musei religio-si, dove il tempo sembra aver arrestato il suo corso.
Eppure costatiamo con gioia che le vocazioni clau-strali femminili e anche ma-schili non sono rare, anco-ra oggi, e non si spiegano co-me semplice evasione dalle pesanti responsabilità o dai conflitti sollevati dalle pro-blematiche familiari, relazio-nali e culturali che condizio-nano l’esistenza quotidiana.
La vocazione monastica non poggia sulla negazione, ma sulla scelta preferenzia-le di un Altro, da cui deriva-no valori religiosi e antropo-logici.
È un Altro che invita la li-bertà della persona a una scelta radicale. Porsi alla se-quela di Colui che è Via, Verità e Vita, non risulta una diminuzione, ma un arricchi-mento.
“Cercare Dio e cercarlo attraverso Gesù Cristo che lo ha rivelato (Gv 1,18), cer-carlo fissando lo sguardo sul-le realtà invisibili che sono eterne (2 Cor 4,18), nell’at-tesa della manifestazione
gloriosa del Salvatore”: è questa per Benedetto XVI la vocazione dei monaci e mo-nache che da millenni abban-donano, solo in apparenza, il mondo per vivere nei mona-steri.
Nel “cercare Dio” i mona-ci e le monache realizzano la loro vocazione “per il bene di
La Corale “S. Maria di Cotrino” diretta dal M° Vincenzo Volpe. All’organo il M° Claudio Papadia.
tutta la Chiesa” (Benedetto XVI).
Il monachesimo, infatti, costituisce “per tutte le for-me di vita religiosa e di con-sacrazione una memoria di ciò che è essenziale e ha il primato in ogni vita battesi-male: cercare Cristo e nul-la anteporre al suo amore” (Benedetto XVI ).
Un detto rabbinico reci-ta così: Il mondo poggia su tre colonne: lo studio della Torah, la preghiera e la cari-tà. Sono le tre piste che il cri-stiano deve percorrere per re-alizzare la vocazione propria, per sviluppare cioè quell’im-magine e somiglianza di Dio con cui è stato creato,
DEI PP. CISTERCENSI - 72022 LATIANO (BR) - Tel. 0831.725398P E R I O D I C O D I C U LT U R A R E L I G I O S A E D E V O Z I O N E M A R I A N A
C.C.P. 10144723intestato a:
MONASTERO S. MARIA DI COTRINO72022 LATIANO (BR)
Autorizz. Trib. di Brindisi n. 127 del 16-3-1979
ABBONAMENTIOrdinario ............................................ € 15,00Estero ................................................. € 20,00Sostenitore ........................................ € 25,00
Direttore ResponsabileP. ANGELO LEUCCI
In collaborazione con l’URMPresidente: Don DOMENICO MARCUCCI
Stampato da LOCOPRESS industria graficaVia A. Montagna, Z.I. - MESAGNE (BR) - Tel. 0831.734090
ANNO XLVI - N. 6 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2015 - SPED. IN A.P. COMMA 20/C ART. 2 LEGGE 662/96 - BR. FERROVIA
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21 Novembre: Giornata di preghieraper la vita claustrale 2
“Il paradiso di Dio” 3
Quelle tre beatitudini 4
Modelli di perfetta consacrazione 6
In preghiera con gli apostoli 8
20 secoli di strenne mariane 11
Al modo di moniti del Cielo 12
Una miniera sempre aperta 13
“È risorto, come aveva detto” 14
Fatti & persone 15
Il volto pasquale del Natale 18
«Un santuario mirabile» 21
«Chi eri / quando eri giovane?» 22
“Frate Deo gratias” 24
Sommario
conformandosi a Cristo e vi-vendo non più per se stesso, ma per Dio e il prossimo. A maggior ragione ciò vale per il monaco.
Il monaco fa della preghie-ra il respiro della vita. La pre-ghiera è grande fonte di spe-ranza per sé e per il mondo. Soltanto nell’incontro con Dio avviene la trasformazio-ne del nostro cuore, da cuo-re di pietra in cuore di carne, cioè profondamente umano e cristiano.
Altra colonna è lo studio e la meditazione della Parola di Dio. La giornata inizia con l’ascolto delle Scritture e da questo ascolto attento e assi-duo, guidato dallo Spirito, la quotidianità trae luce e forza.
Evagrio consiglia: “Il sole che si leva ti trovi sempre con
Ai nostri lettori chiediamo di rinnovare il loro abbonamento alla nostra rivista “ECO DEL SANTUARIO” e di farsi tramite per diffonderla. Grazie di cuore a chi accoglierà il nostro invito.
il Libro in mano”. La Parola infatti va letta e riletta, masti-cata e digerita fino a diveni-re sangue del nostro sangue e carne della nostra carne.
La terza colonna su cui il mondo poggia è la cari-tà. L’unione con Dio è veri-ficata dalla comunione con il prossimo. “Non posso dire di amare il Dio che non vedo, se non amo il fratello che ve-do”.
La vita fraterna vissuta all’interno del monastero è una sfida continua alla cari-tà. In mille modi si è costan-temente provocati a perdersi l’uno nell’altro, cominciando dalla fusione delle voci nel-la preghiera corale sino al-la condivisione dei beni e dei talenti.
Evagrio Pontico, par-lando del monaco, affer-ma: “Monaco è colui che è
separato da tutti per essere armoniosamente unito a tut-ti”.
Una figura luminosa del monachesimo contempora-neo, Matta el Meskin, dava in una intervista, una defini-zione stupenda ed eloquente della sua esistenza: “La mia vita è una profonda relazione tra Dio e me”.
Proprio tale relazione na-sce, si sviluppa e si compie nella preghiera. E proprio dall’ascolto e dall’attuazio-ne delle scritture sono nate le più belle esperienze di fe-de che hanno contribuito nel-la Chiesa a mantenere la fre-schezza del Vangelo. E anche oggi “è la Parola di Dio che, tramite lo Spirito Santo, ci guida di nuovo alla verità tut-ta intera” (Benedetto XVI).
P. Ruggero M. Di Bitetto
Santo Natale eFelice Anno Nuovo
La Direzione augura un