12204 Tradizioni Botteghe e Stili

download 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

of 24

Transcript of 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    1/24

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    2/24

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    3/24

    Indice

    Storia dellarte Einaudi 3

    1. Scultura libera e scultura architettonica 62. La decorazione ceramica 13

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    4/24

    Con laprirsi del mondo greco ai contatti con lEgit-to e il Vicino Oriente nel tardo viii e nel vii secolo a.C., alla scarsit e relativa uniformit della cultura mate-riale che aveva segnato il periodo geometrico succedet-te una fase di sperimentazione artistica, contrassegnatadalla nascita di scuole artistiche originali e distinte nellamaggioranza dellepoleis greche.

    Nel corso del vii secolo, ciascuna regione del mondogreco cominci ad assumere un profilo culturale distin-

    to. Il fenomeno attestato nel modo forse pi eviden-te dalle differenziazioni riscontrabili nei dialetti letteraridei primi poeti lirici, che adottano elementi del localeidioma parlato: greco ionico, dorico o eolico. Analoga-mente, nel campo delle arti figurative, gi allinizio delxx secolo gli studiosi tedeschi moderni forgiarono ilconcetto di Kunstlandschaft, che afferma lesistenza inciascuna regione della Grecia di uno stile artistico pro-

    prio e univoco1

    . Le caratteristiche precipue di tali stilisarebbero determinate in parte dai tratti culturali rite-nuti connaturati alle differenti razze greche (austerit emilitarismo fra i Dori di Sparta e della Laconia, lusso eamore per il bello fra gli Ioni delle isole e dellAsiaMinore, e cos via), e in parte dal grado di penetrazio-ne in ciascuna regione dellinfluenza mediorientaledurante il periodo orientalizzante del vii secolo2. Poi-ch questa fu anche lepoca delle grandi ondate di colo-

    Storia dellarte Einaudi 4

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    5/24

    nizzazione, il concetto di Kunstlandschaftpotrebbe esse-re esteso, per esempio, alle citt greche del Mediterra-

    neo occidentale, laddove gli stili regionali erano consi-derati in termini di amalgama fra lo stile importato dallamadrepatria greca e linfluenza delle tradizioni locali(italiche, puniche o altre)3.

    A un livello pi pratico, tuttavia, occorre notare chela maggior parte delle scuole locali tese a indirizzarsi infunzione della materia prima maggiormente disponibileo di migliore qualit: marmo, pietra calcarea, bronzo oargilla (terracotta). Buona parte delle tecniche impiega-te nellarte greca classica furono inventate (o mutuatedallesterno) e quindi gradualmente perfezionate nelcorso dei secoli vii e vi, ivi comprese le tecniche per larealizzazione di grandi sculture su pietra dura, il gettodel bronzo, la pittura in affresco e la decorazione vasco-lare a figure nere e rosse.

    La documentazione scritta di quel periodo non ingrado di fornirci pi di una manciata di nomi di artisti,

    ma la loro denotazione geografica, unitamente alle capa-cit e alle tecniche per cui andavano famosi, collima coni dati dei reperti archeologici.

    Il pi grande di questi nomi, lo scultore quasi leg-gendario che divenne il prototipo di tutti i primi artistigreci e assurse a emblema della creativit stessa delle artifigurative, fu Dedalo4. Sebbene in alcune versioni dellasua leggenda se ne indichi il luogo di nascita ad Atene5,

    il fatto che il nome di Dedalo venga per lo pi associa-to a Creta riflette forse il primato dellisola nelle capa-cit sia di recezione dellinfluenza mediorientale, sia disviluppo delle tradizioni indigene della scultura di gran-di dimensioni in pietra e bronzo.

    Nella generazione successiva a Dedalo, gli scultori pinoti alla tradizione greca furono i fratelli Dipeno e Scil-li, definiti ora figli ora allievi di Dedalo6. Bench fosse-ro cretesi di nascita, gli incarichi di realizzare statue di

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 5

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    6/24

    culto o di altro genere li condussero a operare soprat-tutto nel Peloponneso, a Sicione e Cleone nellarea di

    Corinto7

    , ad Argo e nella vicina Tirinto8

    . assai pro-babile che essi, ovunque si recassero, reclutassero allie-vi che a loro volta contribuirono a istituire scuole loca-li in tutto il Peloponneso e altrove. Cos, per esempio,un certo Dorykleides di Sparta, indicato come loro allie-vo, realizz una statua per il tempio di Era a Olimpia9,mentre un paio di suoi allievi, Tecteo e Angelione, furo-no gli autori della celebre statua di Apollo oggetto diculto a Delo10.

    1. Scultura libera e scultura architettonica.

    Prima di dedicarsi alla scultura in pietra o in bronzo,i Greci si avvalsero in modo predominante del legno,soprattutto per la realizzazione di quelle antiche raffi-gurazioni votive degli di note sotto la denominazione

    di xana11: di piccole dimensioni, in molti casi questestatue erano lavorate rozzamente e derivavano la loroimportanza religiosa pi dallantichit delle origini chenon dal pregio artistico. Fu Dedalo a scolpire lo xanondi Afrodite che Arianna don a Teseo e che questulti-mo consacr nel santuario di Apollo a Delo12.

    Per lviii secolo i traffici commerciali fenici in tuttoil Mediterraneo13 e la presenza di artigiani fenici sulli-

    sola di Creta sono attestati nel grande ritrovamento displendidi scudi e altri oggetti di bronzo finemente lavo-rati nella grotta del monte Ida14. La tradizione mitolo-gica parla di una gena di abili artigiani i Dattili delmonte Ida che scoprirono la natura del ferro e delbronzo e luso del fuoco nella metallurgia15. Prima del-linvenzione della fusione in bronzo, fior per un breveperiodo la tecnica nota come sfurlaton, consistentenella battitura con il martello di lamine di bronzo su una

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 6

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    7/24

    sagoma di legno fino a produrre una figura quasi a gran-dezza naturale; i primi esempi di questa tecnica sono

    stati ritrovati nel tempio di Apollo a Drero, nellisola diCreta, un edificio risalente alla met del vii secolo16.Delle tre figure, quella di Apollo la pi grande, men-tre le due figure femminili sono con tutta probabilit suamadre Leto e sua sorella Artemide.

    Negli studi moderni Dedalo ha dato il proprio nomea uno stile di scultura su calcare sviluppatosi nel viisecolo e che ebbe probabilmente origine a Creta, dondesi diffuse rapidamente ad altre scuole nella Grecia con-tinentale e nelle Cicladi17. La Dama di Auxerre, oraconservata al Louvre, il miglior esempio giunto fino anoi di stile dedalico, caratterizzato da corpi racchiusi investi elaborate e aderenti, e da volti triangolari conocchi grandi e sporgenti e chiome spesse e pesanti a modi parrucca: unimpressione di monumentalit tuttaviasmentita dalla minuscola statura della statuetta (65 cm).Indubbiamente monumentale (e forse un po pi anti-

    ca) la statua offerta al santuario di Delo dalla famigliadi una donna di Nasso, Nicandre. Non chiaro se la sta-tua rappresenti Nicandre che, come ci dice linscrizio-ne incisa sulla sua coscia, fu uccisa dalle micidiali frec-ce di Artemide, o piuttosto la dea stessa, che condivi-deva con il fratello la sacra isola di Delo e forse a queitempi era addirittura considerata pi importante di lui18.La maggior parte delle statue dedaliche, compresa una

    testa di calcare rinvenuta a Micene, ritraggono figurefemminili e sono di grandi dimensioni: esse precedonodi circa mezzo secolo linizio della serie delle figuremaschili monumentali note come kouroi.

    Lo stile dedalico, tuttavia, si manifesta anche in alcu-ne statuette di bronzo massiccio del vii secolo, come peresempio quella offerta da Mantiklos a Delfi: sensibil-mente pi grande delle figurine in bronzo di uomini eanimali prodotte in tutto il mondo greco fin dalla met

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 7

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    8/24

    dellviii secolo (altezza dellesemplare conservato: 20cm), ma manca ancora un secolo alle prime statue in

    bronzo a grandezza naturale.Come indicano le fonti letterarie citate sopra, moltedelle migliori opere delle varie scuole locali finivano neigrandi santuari panellenici: Delfi e Olimpia19 anzitutto,ma anche Delo e loracolo di Dodona nella Grecia nord-occidentale. Di queste statue di grandi dimensioni delvi secolo offerte nei santuari ne sopravvivono oggipochissime20. Fra le meglio conservate figurano una sfin-ge di marmo in cima a unalta colonna a Delfi, offertadalla popolazione di Nasso (lisola le cui cave furono frale prime a essere sfruttate) e una Nike di calcare prove-niente da Delo, opera di un noto scultore della met delvi secolo, Archermo di Chio21. Oltre a queste, possiamospesso trovare esempi delle varie scuole locali fra le pic-cole offerte in bronzo e le sculture architettoniche inmarmo e calcare che ornavano i molti templi e tesori cheattiravano visitatori e pellegrini presso i santuari.

    Nella lavorazione del bronzo, fra le scuole pelopon-nesiache che fiorirono nel vi secolo figurano quelle diCorinto, Argo e Sicione nel nord, e quella di Sparta nelsud22. Bronzetti di fine fattura erano prodotti anchenella remota e montagnosa Arcadia23. Oltre ai siti panel-lenici, consistenti materiali, generalmente classificati diproduzione locale, sono venuti alla luce in numerosigrandi santuari nelle citt-stato pi grandi e prospere:

    ricordiamo il santuario di Era a Samo, quello di Arte-mide a Efeso e lAcropoli di Atene, cittadella e santua-rio di Atena.

    La decorazione dei templi con rilievi scolpiti fu intro-dotta in Grecia, di nuovo sotto influenza orientale,durante il vii secolo, congiuntamente alladozione dellapietra come materiale di costruzione. possibile cheancora una volta lavanguardia sia stata costituita daCreta, come possiamo rilevare dal tempio di Prini, con

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 8

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    9/24

    la sua sfilata di cavalieri sul dado e sui fregi dellarchi-trave dellingresso. Nella prima met del vi secolo, tut-

    tavia, soprattutto nelle citt del Peloponneso e nelleloro colonie (oltre che ad Atene) che lo sviluppo del-lordine dorico fu accompagnato da due tipologie carat-teristiche di decorazione scultorea: frontoni nei timpa-ni triangolari della parte anteriore e posteriore, e meto-pe quadrate lungo il fregio sovrastante le colonne24.

    Il pi antico frontone scolpito conosciuto risale alprimo o secondo decennio del vi secolo e decorava untempio di Artemide nella colonia corinzia di Corcira25.A parte la sorprendente monumentalit delle sue dimen-sioni (la Gorgone centrale misura pi di 3 m daltezza),il frontone di Corcira introduce anche un elemento pre-cipuamente greco, vale a dire il vivo interesse per la tra-dizione mitologica: la nascita dei figli di Medusa, Pega-so e Crisaore, al centro e, forse, scene di una battagliafra gli di olimpici e i Titani negli angoli, con panterein vista frontale negli spazi intermedi26. Una generazio-

    ne dopo, analoghe combinazioni di animali, esseri umanie creature fantastiche affollavano i frontoni del primotempio monumentale dedicato ad Atena, edificato sul-lAcropoli di Atene27. Verso la met del vi secolo, peral-tro, scultori ateniesi avevano anche realizzato, sebbenesu scala molto pi modesta (per edifici probabilmentedestinati a essere piccoli tesori), i primi frontoni conte-nenti la raffigurazione di ununica storia. In uno di que-

    sti si presenta la lotta di Eracle contro lIdra, in unaltro forse una scena di culto ambientata sullAcropolistessa28.

    Metope con decorazione dipinta sono attestate fin dal630 circa sul tempio di Termo in Etolia29, ma la primaserie di metope scolpite giunte fino a noi appartiene aun edificio di Delfi fatto probabilmente costruire dagliabitanti di Sicione nel secondo quarto del vi secolo30. Isoggetti rivelano un vivo interesse per la mitologia (la

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 9

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    10/24

    nave Argo, Europa sul toro, i Dioscuri che fanno razziadi bestiame, la caccia al cinghiale calidonio), ma manca

    ogni unit tematica.Ci volle ancora pi di mezzo secolo prima che lemetope scolpite cominciassero a diffondersi nella Gre-cia continentale, ma nel frattempo questa tipologia fuentusiasticamente adottata da alcune colonie grechedella Sicilia e della Magna Grecia. A Selinunte, unacolonia fondata da Corinto, uno dei templi pi antichi,noto solo con la denominazione C e datato intorno al550, possedeva una serie di metope in calcare a rilievotalmente alto da farle apparire tridimensionali 31. Anchequi la scelta dei soggetti diversificata (Perseo che deca-pita la Medusa, Eracle e i Cercopi, il carro di Apollo) epriva di un tema unificatore. Presso Foce del Sele, tut-tavia, in un santuario di Era argiva, sopravvivono nonmeno di 38 metope di arenaria provenienti da un tem-pietto o da un tesoro, tali da suffragare lipotesi di unloro raggruppamento in svariati cicli distinti, tra i

    quali le imprese di Eracle e la guerra di Troia32.Il fregio continuo ebbe probabilmente origine sui tem-pli monumentali ionici che furono edificati intorno allamet del vi secolo in centri greci orientali come Samo,Efeso e Didima, ma non ne sopravvissuto quasi nessu-no. Per trovarne un esempio ben conservato dobbiamotornare a Delfi, in un piccolo tesoro costruito dallisolacicladica di Sifno e, grazie a circostanze storiche, databi-

    le con precisione agli anni 530-525 a. C.

    33

    . chiaro chelintera lunghezza di ciascuno dei quattro lati era dedica-ta a un unico soggetto, anche se in due casi la sua indivi-duazione incerta. I due lati meglio conservati raffigu-rano una gigantomachia e una battaglia omerica sul corpodi un eroe caduto, con gli di olimpici che osservano lascena34. Lunico frontone sopravvissuto mostra la lotta diEracle e Apollo per il tripode delfico, con Zeus in vestedi arbitro, una scelta insolitamente felice vista la colloca-

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 10

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    11/24

    zione delledificio35. La raffinatezza dei fregi e del fron-tone, unitamente alla presenza di acroteri figurativi a cia-

    scun vertice delledificio e di un paio di colonne a foggiadi donne riccamente abbigliate (cariatidi) sulla faccia-ta occidentale, illustrano la ricchezza ornamentale dellostile ionico nella fase della sua massima fioritura.

    Il mezzo secolo che intercorre fra la costruzione deltesoro dei Sifni e linvasione della Grecia da parte diSerse, nel 480/479, vide il fiorire in Grecia dellattivitedilizia, con una decorazione scultorea in marmo cherappresenta il punto massimo dello stile arcaico. Fra iprincipali progetti figurano la ricostruzione del tempio diAtena Poliade ad Atene, con un frontone marmoreo raf-figurante la dea che prende parte alla lotta contro i gigan-ti36; ledificazione del pi importante tempio di Apollo aDelfi, noto come Alcmeonide perch la nobile fami-glia ateniese contribu a finanziarne il completamento,compreso un frontone marmoreo sulla facciata est37; lacostruzione di un altro tempio dedicato ad Apollo nella

    citt di Eretria, sullisola di Eubea, il cui frontone, cheillustra il rapimento della regina delle Amazzoni Antio-pe da parte delleroe ateniese Teseo, indica lesistenza diforti legami politici fra Eretria e la capitale dellAtticanegli anni intorno al 50038; ledificazione del tempio diAphaia (forse una manifestazione locale di Atena) sulli-sola di Egina, con due versioni di una battaglia dellaguerra di Troia sui frontoni, chiaramente scolpite a

    distanza di una ventina danni luna dallaltra

    39

    ; e, infi-ne, la costruzione da parte degli Ateniesi di un tesoro aDelfi per commemorare la vittoria di Maratona del 490. da questultimo edificio che ci proviene la prima serieben conservata di metope scolpite nella Grecia conti-nentale dopo il tesoro dei Sicioni, che risale a quasi unsecolo prima: vi si celebrano sia Eracle che Teseo, ilquale, per associazione, cos elevato al rango dellama-to eroe panellenico40.

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 11

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    12/24

    2. La decorazione ceramica.

    La decorazione ceramica del periodo tardo geome-trico (c. 750-700 a. C.) aveva acquisito in tutto lEgeouna sorta di koin basata su moduli ornamentali e su unlimitato repertorio di tipologie figurative sviluppati adAtene41. Dopo il 700, tuttavia, legemonia dellAtticacominci a declinare quando la regione fu colpita da unafase di carestia, forse determinata dalla siccit, e dispopolamento42. Questo fenomeno, combinato con lin-flusso di motivi decorativi del Vicino Oriente, che ave-vano forse nei tessuti il loro veicolo principale, stimolil fiorire in tutta la Grecia di unampia variet di scuo-le locali di produzione ceramica, ciascuna contraddi-stinta da forme e stili altamente distintivi e talora asso-lutamente peculiari. La ceramica del vii secolo, notasotto la denominazione collettiva di orientalizzante43, caratterizzata da notevole sperimentazione e origina-lit di forme, tecniche decorative, uso del colore (dopo

    il piatto monocromatismo della ceramica geometrica) eda grande inventiva nella narrazione figurativa. veroche molti animali, mostri e creature mitiche furonomutuati dal Vicino Oriente (per esempio le sfingi, igrifoni, le sirene, i leoni, i tori), ma non si tratt maidi copia pedissequa, bens di rimodellazione e assimi-lazione in contesti affatto greci.

    Alcuni laboratori producevano esclusivamente per il

    consumo locale, altri entrarono in concorrenza sul mer-cato desportazione. Quanto a successo commerciale, alprimo posto troviamo la citt di Corinto, che rifornivain particolare gli Etruschi e i coloni greci dellItaliameridionale e della Sicilia. La ceramica protocorinzia (c.725-640) si specializz in forme di dimensioni ridotte(flaconi per oli e profumi, coppe per bere) di foggia deli-cata e decorate con grande precisione miniaturistica44.Sullo sfondo giallognolo dellargilla corinzia potevano

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 12

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    13/24

    venir applicati numerosi colori, che creavano un effet-to di allegria e vivacit, e conferivano al pezzo quasi la-

    spetto di un gioiello. Lelemento pi ricorrente dellostile protocorinzio sono file di animali e mostri, consottili decorazioni astratte negli spazi liberi, ma vi fu unpittore che si ciment con un soggetto eroico, raffigu-rando Bellerofonte che combatte la Chimera (unop-portunit per ritrarre due creature fantastiche, la Chi-mera, appunto, e il cavallo alato di Bellerofonte, Pega-so)45. Attorno al 640-630, il capolavoro della pitturavascolare corinzia, il Vaso Chigi, rappresenta il culminedello stile policromo, nonch un tentativo di consegui-re una monumentalit di concezione entro i confini dellatecnica miniaturistica46. Il fregio principale ci fornisce lapi antica ed esaustiva descrizione visiva della falangedi opliti, da poco introdotta negli apparati bellici deiGreci, mentre i fregi accessori giustappongono motivivecchi e nuovi, compresa la pi antica versione dipintasu vaso del giudizio di Paride47. Questa breve fase di

    transizione fu seguita dal corinzio arcaico (c. 625-600a. C.): le esigenze di un mercato sempre pi ingordodeterminarono lo sviluppo di una produzione di massadi ceramica policroma ma di scarsa ispirazione, e ildeclino della qualit dellornamentazione pittorica48.

    Altre scuole originali di produzione ceramica sorserosu alcune isole delle Cicladi, nel Dodecaneso e nellE-geo settentrionale. A Rodi e a Chio, figure minuziose di

    animali su fondo bianco decoravano forme ceramichecaratteristiche, come il calice a Chio e loinochoe aRodi49. Unisola delle Cicladi Melo, si riteneva untempo, ma pi probabilmente Paro produceva unaserie di enormi vasi dipinti a tinte vivaci noti comeanfore di Melo50. La loro decorazione figurativa, sor-prendentemente sofisticata, comprende complesse nar-razioni delle nozze di Eracle, Apollo e Artemide, non-ch duelli di ispirazione epica.

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 13

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    14/24

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    15/24

    rativa che si riscontrano qui non avranno pari. Non cmolto su questo vaso che si possa indicare come speci-

    ficamente orientalizzante, a parte alcuni degli or-namenti di riempimento e lispirazione per le teste delleGorgoni, che deriva dai calderoni di bronzo con la raf-figurazione di musi di animali.

    A rivelarci con tutta evidenza un approccio ideativodiverso sono gli inusuali vasi funerari disposti lungo lesepolture del vii secolo nel Ceramico di Atene, nei qualiin luogo della pittura decorativa troviamo figure plasti-che di serpenti e di donne in lamento55. Intorno allul-tima parte del secolo, i ceramisti ateniesi avevano idea-to un nuovo tipo di stele tombale: una spessa placca ret-tangolare dipinta che poteva venir sospesa sulla tomba,da sola o in serie56. Ma lultimo quarto del secolo vedeanche la rinascita in Attica del vaso funerario monu-mentale, ora in una nuova variet di forme, fra cuilanfora a corpo panciuto che diventer il segno distin-tivo della ceramica arcaica a figure nere57. Bench pra-

    ticata a Corinto da due generazioni, fu introdotta adAtene in questi anni anche quella che noi indichiamocome vera ceramica a figure nere: silhouette a verni-ce nera sullo sfondo chiaro dellargilla, con tutti i con-torni e i dettagli evidenziati per mezzo di incisioni.

    Il primo pittore vascolare attico ad adottare lo stilea figure nere con una personalit artistica ben definitafu attivo negli ultimi due decenni del vii secolo: deri-

    va il proprio soprannome, pittore di Nesso, dal suocapolavoro, unanfora a collo separato che, per lamonumentalit delle dimensioni e della concezione,richiama lanfora di Eleusi di mezzo secolo prima. Conquestultima, essa condivide addirittura il soggettodipinto sul corpo, le Gorgoni allinseguimento di Per-seo. Ma ora che questo mito si ormai consolidato nelrepertorio degli artisti, essi lo possono raffigurare menoalla lettera, in toni pi allusivi, tanto che, per esempio,

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 15

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    16/24

    qui non compaiono n lo stesso Perseo, n Atena cheinterviene in suo soccorso. Sul collo del vaso raffi-

    gurato Eracle che uccide il centauro Nesso, il cui nome tuttavia riportato nella forma attica (NETOS), in unatra le prime inscrizioni con funzione di didascaliadelle figure rinvenuta su un vaso attico (bench inve-ce questa consuetudine fosse gi invalsa a Corinto sulVaso Chigi, per esempio e su un vaso protoattico siaforse individuabile lindicazione del nome delleroeMenelao)58.

    Con il pittore di Nesso giunge a piena maturit la tec-nica delle figure nere, che prosegue poi sostanzialmenteimmutata per quasi un secolo. Non restava dunque cheampliare il repertorio delle forme vascolari caratteristi-che di Atene (alcune come adattamento della tradizionecorinzia, altre di ispirazione locale) e arricchire la variete la ricercatezza dei temi narrativi mitologici. Verso lafine del primo quarto del vi secolo, sale alla ribalta ilprimo pittore ateniese che firma le proprie opere, Sofi-

    lo59. Una delle sue forme preferite era il dinos, un grossovaso da vino quasi sferico, privo di manici e poggiantesu unalta base. Molte scene di Sofilo, anche se dipintein uno stile miniaturistico che richiama la ceramica corin-zia, hanno una certa grandiosit epica che attesta forselinfluenza dei poemi di Omero e di altri poeti epici, cheormai circolavano ampiamente in Grecia. Due dei suoidinoi raffigurano la processione di tutti gli di e le dee

    alle nozze di Peleo e Teti (laccolta pi splendida dellatradizione mitologica)60, e un altro una scena tratta diret-tamente dal libro XXIII dellIliade, la corsa dei carri aigiochi funebri in onore di Patroclo.

    Tutti questi sviluppi il preciso stile miniaturisticodi derivazione corinzia, il crescente interesse per il mitoe lepica, lampio uso di firme e altre inscrizioni rag-giungono il loro culmine nel capolavoro dello stile atti-co a figure nere, il Vaso Franois61. Realizzato nel decen-

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 16

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    17/24

    nio 570-560, un cratere a volute (in origine una formacorinzia) firmato dal vasaio Ergotimo e dal pittore Cli-

    zia. Ciascun lato possiede non meno di sei fregi giu-stapposti, con un solo soggetto che si dipana attornoallintero vaso: le nozze di Peleo e Teti, il tema ideatoun decennio prima da Sofilo. Gli altri soggetti non costi-tuiscono un programma coerente62, ma offrono piut-tosto una sorta di enciclopedia delle storie pi diffusein Grecia in quel tempo, come per esempio la caccia alcinghiale calidonio e la lotta dei Lapiti contro i Centauri,accanto a temi di interesse pi specificamente ateniesi:Teseo e i giovani Ateniesi che giungono a Creta cometributo sacrificale al re Minosse.

    Il Vaso Franois fu rinvenuto in una tomba etruscae appartiene alla prima generazione di vasi attici a esse-re massicciamente esportata in Occidente e in moltealtre regioni del Mediterraneo. La domanda apparente-mente insaziabile da parte degli Etruschi stimol la fio-ritura di una manifattura ateniese di qualit, dapprima

    nella tecnica a figure nere e poi, a partire dal 530 a. C.circa, anche in quella a figure rosse63.Negli anni centrali del vi secolo (c. 560-530), tre

    artisti di temperamento molto diverso portarono la tec-nica a figure nere alla sua massima espressione. Lido il cui nome indica forse un immigrato dalla Lidia adAtene nel periodo dellascesa al potere di Creso siciment con lintera variet delle forme vascolari, deco-

    rando ogni sorta di vaso, da piccole coppe per bere finoa enormi crateri64. Realizz numerosi vasi di foggia inu-suale destinati alla consacrazione sullAcropoli e fu forseuno dei primi artigiani a consacrare egli stesso dei pezziad Atena nel suo ruolo di Ergane, patrona degli artigia-ni. Lido rivela un interesse eclettico per scene tratte siadal mito sia dalla quotidianit, ma nella sua opera scor-giamo per la prima volta la crescente popolarit del dioDioniso, il cui dono agli uomini il vino veniva con-

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 17

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    18/24

    servato, servito e bevuto in vari tipi di vasi decorati afigure nere65.

    Anche Amasi, a giudicare dal nome, era straniero adAtene: forse proveniva dallEgitto, anche se il suo stile,al pari di quello di Lido, prettamente ateniese66. Pudarsi che entrambi gli artisti fossero giunti ad Atenemolto giovani e qui avessero appreso la loro arte, oppu-re che si trattasse di Ateniesi che si servivano di queisoprannomi per ragioni a noi ignote. Amasi era un vasaioche probabilmente decorava egli stesso i propri pezzi,anche se non possediamo una firma che lo confermi e ciriferiamo invece a lui come al Pittore di Amasi. Con lasua opera, lanfora a corpo panciuto con pannello tra-pezoidale decorato raggiunge quella perfezione di armo-nia ed equilibrio che per noi sinonimo di arte greca.Il Pittore di Amasi dipinse anche numerosi pezzi di pipiccole dimensioni, riproponendo lo stile miniaturisticodi Exechia, ma con una precisione e una delicatezza diincisione prima sconosciute67.

    Un collega leggermente pi giovane di Amasi, Exe-chia, ebbe una carriera artistica leggermente pi breve(c. 550-530), ma caratterizzata da innovazione e dacolpi di genio che sembrano trascendere i limiti di que-sta forma artistica molto formalizzata e convenzionale68.Come Sofilo prima di lui, Exechia seppe cogliere lagrandiosit della poesia eroica, ma con una visioneintensamente personale e introspettiva che anticipa di

    un secolo le riflessioni dei tragediografi ateniesi sullatradizione epica69. Alla variet dei crateri che i vasai ate-niesi avevano mutuato da Corinto, Exechia ne aggiun-se uno, il cratere a calice70. Con i manici poco evidentie spostati verso il basso, e la bocca leggermente svasa-ta, questa forma offriva una grande tela rettangola-re sulla quale i pittori della generazione successivaavrebbero potuto dispiegare le loro composizioni piambiziose.

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 18

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    19/24

    Con luso virtuosistico dellincisione da parte di Exe-chia, la forma artistica a figure nere, con la sua esaspe-

    rata stilizzazione, raggiunse lapice della perfezione.Per proseguire nella loro crescita creativa, i pittorivascolari avrebbero quindi avuto bisogno di una nuovatecnica: intorno al 530 vide cos la luce la tecnica a figu-re rosse, nella quale le figure venivano lasciate nella-rancio naturale dellargilla, su uno sfondo ricoperto diuna ricca vernice nera; i dettagli erano disegnati con unamiscela pi densa della stessa vernice, forse applicatacon un pennello finissimo. Linventore di questa tecni-ca fu forse un allievo di Exechia, noto come il Pittoredi Andocide, che sfoggi la propria abilit creando unapiccola serie di vasi i cosiddetti bilingui con un latodecorato a figure nere e laltro a figure rosse71.

    Il successo dei vasi a figure nere ateniesi sul merca-to desportazione intorno alla met del vi secolo frennotevolmente la produzione di ceramiche di qualit inaltre citt, in particolare Corinto, che in tempi prece-

    denti avevano avuto unintensa attivit commerciale.Allinizio del secolo, prima di essere espulsi dal merca-to, i vasai di Corinto avevano dato prova di un ultimoguizzo di creativit, segnato dalla comparsa di ambizio-se scene mitologiche su grandi crateri, forse a imitazio-ne dellopera di maestri attici come Sofilo e Clizia72.Eppure legemonia dei vasai e pittori ateniesi non giun-se mai a dar vita a una nuova koin arcaica, come quel-

    la che si era affermata con il tardo geometrico, e nume-rose scuole locali, sia pure unite dalla comune adesioneai fondamenti della tecnica a figure nere, riuscirono amantenere unidentit distinta. Cos, in Beozia, i vasaisi specializzarono nella produzione di numerose formealtamente caratteristiche, come per esempio il kantharose il kothon a tripode, in seguito imitati ad Atene73. Ivasai della Laconia disponevano di unargilla di qualitche alla cottura originava un colore fine e delicato, men-

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 19

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    20/24

    tre i pittori svilupparono uno stile forte, vigoroso e pre-ciso che seppero tradurre in composizioni magistrali

    allinterno di coppe per bere74

    . Solo nellisola di Eubeatroviamo pittori arcaici che imitano volutamente gli stiliateniesi, con una tale aderenza che non sempre locchiomoderno in grado di distinguere le differenze75.

    Alla fine del vi secolo, ad Atene la tecnica a figurenere era stata ormai abbandonata da tutti i pittori pivalenti e innovativi, che erano ora attratti dalla mag-giore libert, raffinatezza e naturalismo della nuova tec-nica a figure rosse. Nessuna delle scuole locali di cera-mica al di fuori dellAttica, tuttavia, riusc con succes-so nella transizione alle figure rosse, sicch nel v secolola storia della pittura vascolare sar dominata come maiprima, fin dai tempi del geometrico, da Atene.

    1 e. langlotz, Frhgriechische Bildhauerschulen, Nrnberg 1927;

    a. rumpf, Malerei und Zeichnung der klassischen Antike, Mnchen1953.2 t. j. dunbabin, The Greeks and Their Eastern Neighbours, London

    1957; e. akurgal, The Art of Greece: Its Origins in the Mediterraneanand the Near East, New York 1968; k. schefold, Die Griechen und ihreNachbarn, Berlin 1967.

    3 t. j. dunbabin, The Western Greeks, Oxford 1948; e. langlotz,Die Kunst der Westgriechen in Sizilien und Unteritalien, Mnchen 1963[trad. it. Larte della Magna Grecia, Roma 1968].

    4 j. j. pollitt, The Art of Ancient Greece: Sources and Documents,

    Cambridge 1990

    2

    , pp. 13-15;s. p. morris

    ,Daidalos and the Origins of

    Greek Art, Princeton 1992.5 pausania, 9.3.2; diodoro siculo, 4.76.1.6 pollitt, The Artcit., pp. 19-20.7 plinio, Naturalis historia, 36.9; pausania, 2.15.1.8 Ibid., 2.22.5; clemente alessandrino, Protrettico, 4.42.9 pausania, 5.17.1-2.10 Ibid., 2.32.5; cfr. plutarco, Opere morali, 1136a.11 a. a. donohue,Xoana and the Origins of Greek Sculpture, Atlan-

    ta 1988;j. papadopoulos,Xoana e Sphyrelata, Roma 1980.

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 20

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    21/24

    12 pausania, 9.40.3; plutarco, Vita di Teseo, 21.1.13 u. gehrig e h. g. niemeyer, Die Phoinizier im Zeitalter Homers,

    Mainz 1990.14 h. hoffmann e a. e. raubitschek, Early Cretan Armorers, Mainz

    1972.15 diodoro siculo, 5.64.3-5.16 papadopoulos,Xoana e Sphyrelata cit., pp. 77-87; c. c. mattu-

    sch, Greek Bronze Statuary, Ithaca 1988, pp. 40-44.17 r. j. h. jenkins, Daedalica, Cambridge 1936.18 h. gallet de santerre, Dlos primitive et archaque, Paris 1958.19 c. morgan,Athletes and Oracles: The Transformation of Olympia

    and Delphi in the Eighth Century, Cambridge 1990.20

    Per uneccezione, i kouroi Cleobi e Bitone, cfr. in questo volu-me il saggio di B. Fehr.21 j. floren, Die griechische Plastik: Die geometrische und Archaische

    Plastik, Mnchen 1987, pp. 335-40.22 c. rolley, Les bronzes grecs, Fribourg 1983, pp. 85-105.23 u. hbinger, On Pans Iconography and the Cult in the Sanctuary

    of Pan on the Slopes of Mount Lykaion, in r. hgg (a cura di), The Ico-nography of Greek Cult in the Archaic and Classical Periods, Athens-Lige1992, pp. 189-207.

    24 b. s. ridgway, The Archaic Style in Greek Sculpture, Princeton

    1977, pp. 187 sgg. Per Prini cfr. l. pernier, in Annuario della Scuo-la Archeologica di Atene e delle Missioni Italiane in Oriente, I (1914),pp. 18-111, e ridgway, The Archaic Style cit., p. 257, secondo il qualeil fregio dei cavalieri dovrebbe essere tolto dal tempio e collocato inun recinto separato nel tmeno$.

    25 g. rodenwaldt, Korkyra. Archaische Bauten und Bildwerke, Ber-lin 1939-40.

    26 j. l. benson, The Central Group of the Corfu Pediment, in Gestalt undGeschichte. Festschrift Karl Schefold, Basel 1967, pp. 48-60.

    27 i. beyer, Die Reliefgiebel des alten Atena-Tempels der Akropolis,

    in Archologischer Anzeiger, 1974, pp. 639-51.28 j. boardman, Greek Sculpture: The Archaic Period, London 1978,

    pp. 176-78.29 m. robertson, Greek Painting, Geneve 1959, pp. 47-51.30 g. szeliga, The Composition of the Argo Metopes from the Monop-

    teros at Delphi, in American Journal of Archaeology, XC (1986), pp.297-305.

    31 l. giuliani, Die archaischen Metopen von Selinunt, Mainz 1979;v. tusa, Le sculture in pietra in Selinunte, Palermo 1984.

    32 p. zancani montuoro e u. zanotti bianco, Heraion alla Foce del

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 21

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    22/24

    Sele, Roma 1951-54; f. van keuren, The Frieze from the Hera I Tem-ple at Foce del Sele, Rome 1989.

    33 erodoto, 3.57, sulla scoperta di miniere dargento a Sifno e sullasuccessiva distruzione dellisola ad opera di Policrate di Samo; board-man, Greek Sculpture cit., pp. 190-97.

    34 e. simon, Ikonographie und Epigraphik. Zum Bauschmuck desSiphnierschatzhauses in Delphi, in Zeitschrift fr Papyrologie und Epi-graphik, LVII (1984), pp. 1-22; v. brinkmann, Die aufgemaltenNamensbeischriften and Nord- und Ostfries des Siphnierschatzhauses, inBulletin de Correspondance Hellnique, CIX (1985), pp. 77-130.

    35 b. s. ridgway, The East Pediment of the Siphnian Treasury: AReinterpretation, in American Journal of Archaeology, LXIX (1965),pp. 1-5.

    36 k. sthler, Zur Rekonstruktion und Datierung des Gigantoma-chiegiebels von der Akropolis, in Antike und Universalgeschichte. Fest-schrift H. E. Stier, Mnster 1972, pp. 88-112.

    37 ridgway, The Archaic Style cit., pp. 205-10.38 e. touloupa, Ta enaetia glypta tou naou tou Apollonos Daph-

    nephorou sten Eretria, Ioannina 1983.39 d. ohly, Die Aegineten, Mnchen 1976.40 k. hoffelner, Die Metopen des Athener Schatzhauses. Ein neuer

    Rekonstruktionsversuch, in Mitteilungen des Deutschen Archologi-

    schen Instituts (Athenische Abteilung), CIII (1988), pp. 77-117.41 j. n. coldstream, Greek Geometric Pottery, London 1968.42 j. m. camp,A Drought in the Late Eighth Century, in Hesperia,

    XLVIII (1979), pp. 397-411.43 e simon e r. hampe, The Birth of Greek Art, London 1980, pp.

    158-72.44 h. payne, Necrocorinthia, Oxford 1931, pp. 1-27; k. friis johan-

    sen, Les vases sicyoniens, Paris 1923.45 k. fittschen, Untersuchungen zum Beginn der Sagendarstellungen

    bei den Griechen, Berlin 1969, pp. 157-61.46 e. simon, m. hirmer e a. hirmer, Die griechischen Vasen, Mn-chen 1981, pp. 48-50.47 h. von steuben, Frhe Sagendarstellungen in Korinth und Athen,

    Berlin 1968, pp. 56-59.48 j. l. benson, Die Geschichte der korinthischen Vasen, Basel 1953,

    pp. 100-9.49 a. a. lemos,Archaic Pottery of Chios, Oxford 1991; c. karda-

    ra, Rhodiaki Aggeiographia, Athinai 1963.50 d. papastamos,Melische Amphoren, Mnster 1970.51 j. schfer, Studien zu den griechischen Reliefpithoi des 8.-6.

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 22

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    23/24

    Jahrhunderts v. Chr. auf Kreta, Rhodos, Tenos, und Boiotien, Kallmnz1957.

    52 m. ervin,A Relief Pithos from Mykonos, in >ArcaiologiknDelton, XVIII (1967), pp. 37-75.

    53 s. p. morris, The Black and White Style, New Haven 1984.54 g. e. mylonas, O protoattikos amphoreus tis Elefsinos, Athinai

    1955.55 k. kbler, Kerameikos, VI. Die Nekropole des spten 8. bis frhen

    6. Jahrhunderts, Berlin 1959.56 j. p. brooklyn,Attic Black-Figure Funerary Plaques, Diss. Uni-

    versity of Iowa, 1981.57 s. papaspyridi-karouzou, Aggeia tou Anagyrountos, Athinai

    1963.58 morris, The Black and White Style cit., pp. 5-6, tavola 7.59 g. bakir, Sophilos, Mainz 1981.60 d. williams, Sophilos in the British Museum, in Greek Vases in

    the J. Paul Getty Museum, I (1983), pp. 9-34.61 m. cristofani e altri, Il vaso Franois, in Bollettino dArte,

    serie speciale, I (1982).62 a. f. stewart, Stesichoros and the Franois Vase, in w. g. moon

    (a cura di),Ancient Greek Art and Iconography, Madison 1983, pp. 53-74, ne sostiene invece lesistenza.

    63 j. d. beazley, The Development of Attic Black-Figure, Berkeley19862.

    64 m. a. tiverios, O Lydos kai to ergo tou, Athinai 1976.65 t. h. carpenter, Dionysian Imagery in Archaic Greek Art, Oxford

    1986.66 s. karouzou, The Amasis Painter, Oxford 1956;j. boardman,

    Amasis: The Implications of his Name, in Papers on the Amasis Painterand his World, Malibu 1987, pp. 141-52.

    67 d. von bothmer, The Amasis Painter and his World, Malibu1985.

    68 j. boardman, Exekias, in American Journal of Archaeology,LXXXII (1978), pp. 11-25.

    69 j. m. hurwit, The Art and Culture of Early Greece, Ithaca 1985,pp. 259-72.

    70 o. broneer,A Calyx-Krater by Exekias, in Hesperia, VI (1937),pp. 468-86.

    71 b. cohen,Attic Bilingual Vases and their Painters, New York 1978.72 payne, Necrocorinthia cit., pp. 43-66.73 k. kilinski ii, Boeotian Black-Figure Vase-Painting of the Archaic

    Period, Mainz 1990.

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte

    Storia dellarte Einaudi 23

  • 7/28/2019 12204 Tradizioni Botteghe e Stili

    24/24

    74 c. m. stibbe, Lakonische Vasenmaler des 6. Jahrhunderts v. Chr.,Amsterdam 1972.

    75 h. a. shapiro, Two Black-Figure Neck-Amphorae in the J. PaulGetty Museum: Problems of Workshop and Iconography, in Greek Vasesin the J. Paul Getty Museum, IV (1989), pp. 11-32.

    H. Alan Shapiro Tradizioni regionali, botteghe e stili d'arte