Botteghe, immagini per una storia

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Anna Marceddu Rossella Fadda i m m a g i n i p e r u n a s t o r i a BOTTEGHE

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Immagini per una storia Come quelle che Anna Marceddu e Rossella Fadda hanno saputo chiudere nel cristallo sincero dei loro obiettivi fotografici. Specilli ottici precisi, capaci di penetrare quelle mille bocche spalancate, esplorarne le viscere, leggerne i dettagli, misurarne l’età e dipanare - ancora - la trama di un vissuto quotidiano, che è mosaico perpetuo di mille momenti, sempre uguali e sempre diversi, del rito antico del vendere e del comprare. Ambientato a Cagliari, Sardegna nel 1999.

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A n n a M a r c e d d u R o s s e l l a F a d d a

i m m a g i n i p e r u n a s t o r i aB OT T E G H E

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I m m a g i n i p e r u n a s t o r i a Come quelle che Anna Marceddu e Rossella Fadda hanno saputo chiudere nel cristallo sincero dei loro obiettivi fotografici. Specilli ottici precisi, capaci di penetrare quelle mille bocche spalancate, esplorarne le viscere, leggerne i dettagli, misurarne l’età e dipanare - ancora - la trama di un vissuto quotidiano, che è mosaico perpetuo di mille momenti, sempre uguali e sempre diversi, del rito antico del vendere e del comprare.

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Blackwood & Partnersvia Sigmund Freud, 8 - 09126 Cagliaritelefono 070 308 758 - 070 304 484

Tutti i diritti riservati.Vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata.Prima edizione dicembre1999

Progetto editoriale Filippo Spina

Progetto grafico Sistemi Comunicativi

Stampa Arti Grafiche Seven

Il reportage è stato

realizzato a Cagliari nel 1998.

In copertina e in frontespizio:

Merceria Mureddu, via Mazzini.

In secondo frontespizio e in ultima di copertina:

Strumenti musicali Masala, via Manno.

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Anna Marceddu Rossel la Fadda

BOTTEGHE

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IL PRISMA E L’EMPORIO

È trascorso ormai quasi mezzo secolo da quella struggente e sottile descrizione di Cagliari che Salvatore Cambosu incide come in un’acquaforte nelle pagine del suo Miele Amaro. Ne coglieva allora lo scrittore, con acume e colore di innamorato disil-luso, quel marcato e impudente carattere mercantile, antico come le sue mura di cal-care, che ha intagliato nel bordo dei secoli il mito incorrotto di Casteddu mannu. Città di “gente comoda che sta tutto il giorno dietro il banco a vendere... a incassare... e che, quando chiude bottega e spegne le luci delle vetrine, si dà a lauti pranzi e corre in grandi macchine ai teatri, e si ripaga delle ore sacrificate della giornata con tutti i divertimenti, anche i più proibiti”. Così, sino a non molto tempo fa, nel vicino contado, nei monti lontani del centro e nell’invidioso “Capo di sopra”, si immaginava la grassa genia dei commercianti cagliaritani, gaudente signora incontrastata del capoluogo iso-lano. E quella leggenda dorata, non priva di reali lumeggiature, ancora oggi, seppure stenta-tamente, sopravvive insieme ai suoi protagonisti, trafitti da sicura nostalgia di epoche certamente più felici, con meno tasse, più clienti e prive, soprattutto, di quei masto-donti commerciali approdati, or non è molto, anche a Cagliari: parenti europei dello shopping mall d’oltreoceano.Vicissitudini economiche e oscillazioni di mercato a parte, resta tuttavia solida la cen-

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tenaria ossatura commerciale che ha segnato, comunque, il volto urbano del cuore della città. Resiste infatti ai denti del tempo e a tutti i selvaggi ghiribizzi merceologici quella struttura dura, incistata nelle strade del centro, che ostinatamente continua a vendere. I fianchi bucati di quei serpenti d’asfalto, che s’inerpicano dal porto su, su, fino alla torre pisana più alta, aprono ancora oggi le mille bocche sfavillanti di un emporio, aduso a crisi ben più fiere che quelle scandite da inflazione o disoccupazione. E dentro molte di quelle fauci colorate, aperte a inghiottire gioioso il compratore, si annida ancora oggi lo spirito di un pas-sato umile e glorioso. Tenace e orgogliosa, l’anima millenaria del commercio continua a pul-sare silenziosa in quegli spazi speciali, calcati da generazioni di avventori, gestiti da genealogie ramificate di venditori, stravolti da eserciti di architetti e arredatori, angariati dalla spada eterna del fisco: mille volte strangolati infine per mille volte risorgere però, subito dopo, nuovamente imbellettati a muovere il ciclo infinito del mercato.A percorrerle, queste nostrane arterie cittadine, nella calma meridiana di un giorno feriale, si accavallano nella memoria di chi guarda le forme familiari dei negozi che non sono più, e si sovrappongono a quelle che sono ora e che forse non saranno domani. Appaiono e scompaiono gallerie sonore di volti sorridenti oppure no, sospesi dietro il banco; si inseguono ricordi di cortesie e rudezze, di affari e fregature: piccole gioie, uguali dolori e gli attori tutti dell’eter-na drammaturgia della compravendita. A raggrumarsi con maggior enfasi nella memoria sono, tuttavia, i ricordi della retina, quei segni che l’occhio - più che il cuore - ha assorbito inconsa-pevole: immagini per una storia. Come quelle che Anna Marceddu e Rossella Fadda hanno saputo chiudere nel cristallo sincero dei loro obiettivi fotografici. Specilli ottici precisi, capaci di penetrare quelle mille bocche spalancate, esplorarne le viscere, leggerne i dettagli, misu-rarne l’età e dipanare - ancora - la trama di un vissuto quotidiano, che è mosaico perpetuo di mille momenti, sempre uguali e sempre diversi, del rito antico del vendere e del comprare. Nel corpus ricchissimo di tavole, frutto di questa lucida incursione fotografica, si disegna subito il quadro di una realtà variopinta, amalgama robusto di umanità e tradizione, corazzato dal coraggio di una consuetudine dura di secoli eppure sempre vibrante di mobilissimi spunti vitali. Volti, sguardi, azioni, emozioni, padroni, clienti, muri, arredi, articoli, spazio del com-mercio: tutto si agglutina in un insieme multiforme, enorme creatura viva che esiste e respira nel tempo, come ha sempre fatto e - forse - continuerà a fare. E altrettanto viva, concreta, è la testimonianza fotografica che ne deriva, “fototesto” avvincen-te calato “dentro” questo piccolo universo in continua espansione. Un reportage affilato, sobrio, entra silenzioso nel vano sacro al negotium per rapirne l’anima, avvolta nella superficie dell’immagine. L’occhio attento della macchina esplora, indifferente quanto può e quando può, brandeggiato dal cervello di chi, alla fine, sceglie e scatta: e s’impiglia - a volte - nel fotogramma anche un brandello caldo di solidarietà, spunta il segnale di un coinvolgimento emotivo. La fotografia allora non si limita a registrare fredda, racconta invece, e se ne legge il

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tono. Oppure fissa insistente il ghirigoro avvincente di ritmi compositivi che muovono le forme di un interno, a cantarne quasi l’essenza più intima, svelata dai sedimenti della quotidianità in quell’attimo afferrato dalle lenti dell’obiettivo. È la lingua di un realismo che non soffre però di eccessivi rigori, questa di Marceddu e Fadda, due fotografe che sanno anche abbandonarsi - con misura e cultura - a ocula-ti compiacimenti formali, a citazioni variegate di modelli differenti. Vale a provarlo - ad esempio - l’immoto metafisico di certi still life alla maniera di famosi “realismi magici” di area tedesca, che convive felice con l’opposto scattare fulmineo, a intrappolare attimi fuggenti, con rapidità di “colpo di sonda” di schietta scuola di Francia. E non manca perfino l’allusione calibrata a un’imagerie più pittorica che fotografica: certo allucinato naturalismo che rimanda alle cifre inconfondibili del Settecento inglese o un virtuosismo, nel comporre l’inquadratura, capace di nitide inflessioni barocche. Ma al di là dei fascinosi riferimenti culturali, incastonati nella forma compiuta delle immagini, spicca tuttavia, in questo avvincente racconto per figure, un coinvolgimento emotivo, controllato ma dichiarato nella maggior parte degli scatti, che si scopre dap-prima in una sorta di malcelata solidarietà, sino a cangiarsi, alla fine, in un’esibita, splendida complicità. Ed è qui la scuola italiana - e perché no: anche sarda - del reportage a emergere spa-valda, la tradizione di una partecipazione - dall’interno - alla condizione dell’umanità di quel microcosmo commerciale, non soltanto raffigurata, nell’affresco fotografico, ma ancora analizzata, capita, spiegata - in bianco e nero - nelle sue ansie e nei suoi miraggi, con un impegno che non è unicamente estetico. A seguire con attenzione, il filo del racconto, si legge bene il progredire di quest’ac-cento nella parlata delle due fotografe: alla vivisezione cristallina di una specie in pericolo segue la disamina attenta, ma già solidale, della sua crisi, e poi, lentamente, si aggiunge in crescendo, sino a prevalere trionfante, il fascino del souk, la febbre irresi-stibile dell’emporio e delle sue pratiche, dei suoi riti. E le spire di quei rettili ripidi, dai fianchi bucati di mille bocche suadenti, finiscono per prendere anche le due autri-ci in una morsa inevitabile, antica, come questa nostra pigra e assolata città di commer-cianti.

Giorgio Pellegrini

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BOTTEGHE

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Antica Orologeria Candido Operti, via Roma.

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Pasticceria/Forno Durke, via Napoli.

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Cappelleria Martello, via Sassari.

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Cappelleria Martello, via Sassari.

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Cappelleria Martello, via Sassari.

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Oggetti sacri Guerini, via Mazzini.

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Oggetti sacri Guerini, via Mazzini.

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Pelletteria e Articoli per calzolai, via Sassari.

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Pelletteria e Articoli per calzolai, via Sassari.

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Profumeria Gasparini, via Manno.

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Profumeria Gasparini, via Manno.

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Intagliatore Conca, via San Giovanni.

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Antico Caffé, piazza Costituzione.

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Merceria Casa del bottone, via Baylle.

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Parrucchiera Caria, via Torino.

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OrologiaioFiligrana sarda, Oro e Argento,via Manno.

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Ottico Cosentino, via Manno.

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Bar Svizzero, largo Carlo Felice.

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Barbiere Defraia, via Cavour.

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Ristorante Il Flora, via Sassari.

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Alimentari Da Raffaele e Miranda,via San Domenico.

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Abbigliamento Signoriello, largo Carlo Felice.

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Abbigliamento Signoriello, largo Carlo Felice.

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Restauratore Zedda, via San Giovanni.

Abbigliamento Signoriello, largo Carlo Felice.

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Profumeria Roberta, via Roma.

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Armeria Cortis, via Baylle.

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Armeria Cortis, via Baylle.

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Merceria La Nuova Babilonia, via Sardegna.

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Barbiere Tovinio, via Cavour.

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Bar Desogus, via Lamarmora.

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Bar Desogus, via Lamarmora.

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Bar Desogus, via Lamarmora.

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Abbigliamento per bambini Perreca, corso Vittorio Emanuele.

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Abbigliamento per bambini Perreca, corso Vittorio Emanuele.

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Antica Enoteca Cagliaritana,scalette Santa Chiara.

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Libreria Cocco, via Manno.

Ferramenta Binelli, via Angioy.

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Farmacia Sant’Antonio, via Manno.

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Sartoria Tuveri, via Mazzini.

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Abbigliamento Castangia, via Manno.

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Pescheria Rocca, via Cavour.Abbigliamento Castangia, via Manno.

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Pescheria Rocca, via Cavour.

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Merceria Sanna, via Angioy.

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Merceria Sanna, via Angioy.

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Parrucchiera Maria Bonaria, via Lamarmora.

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Tabaccheria Olivari, via Lamarmora.

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Cartoleria Caide, piazza del Carmine.

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Trattoria Lillicu, via Sardegna.

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Abbigliamento Costa Marras, largo Carlo Felice.

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Calzolaio Argiolas, via Mazzini.

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Calzolaio Argiolas, via Mazzini.

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Bar Tramer, piazza Martiri d’Italia.

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Articoli da pesca Il Delfino, via Cavour.

Bar Tramer, piazza Martiri d’Italia.

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Articoli da pesca Il Delfino, via Cavour.

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Teleria Cao, via Manno.

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Antiquario Bellezza Antiquity, largo Carlo Felice.

Alimentari Piseddu, via San Giovanni.

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Alimentari Piseddu, via San Giovanni.

Gioielleria Podda Sorrentino, via Manno.

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Gioielleria Podda Sorrentino, via Manno.

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Strumenti Musicali Masala, via Manno.

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Merceria Casa Del Pizzo, piazza Yenne.

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Giocattoli Bolla, corso Vittorio Emanuele.Merceria Casa Del Pizzo, piazza Yenne.

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Tabaccheria Serra, piazza Martiri d’Italia

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Tabaccheria Serra, piazza Martiri d’Italia.

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Bar Castello, piazza Carlo Alberto.

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Bar Castello, piazza Carlo Alberto.

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Teleria Casa Della Tela, via Manno.

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Armeria Grassi, via Angioy.

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INDICE ANALITICO

Abbigliamento Castangia. Dal 1850 Via Manno, 61/65Abbigliamento Costa Marras Largo Carlo Felice, 37Abbigliamento Antonio Signoriello Largo Carlo Felice, 40Abbigliamento per Bambini Luisa Perreca Corso Vittorio Emanuele, 173Alimentari Frutta e Verdura Anna Piseddu Via San Giovanni, 104Alimentari Frutta e Verdura Da Raffaele e Miranda Ulleri Via San Domenico, 2Antiquario Bellezza Antiquity Largo Carlo Felice, 19Armeria Grassi Via Baylle, 26Armeria Carlo Cortis Via Angioy, 38Articoli pesca Il Delfino di Antonia Durzu Via Cavour, 9 Complementi d’arredamento Antonio Cao.Dal 1878 Via Manno, 88Bar Antico Caffé.Dal 1855 Piazza Costituzione, 10/11Bar Antonio Desogus Via Lamarmora, 2Bar Castello Piazza Carlo Alberto, 1Bar Svizzero Largo Carlo Felice, 6Bar Tramer. Dal 1857 Piazza Martiri D’Italia, 11Barbiere Defraia Via Cavour, 72

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Barbiere Floris Via Cavour, 57Calzolaio Salvatore Argiolas Via Mazzini, 18Cappelli e berretti Matilde Martello Via Sassari, 94.Cartoleria Caide Piazza Del Carmine, 1Enoteca Antica Enoteca Cagliaritana. Dal 1935 Scalette Santa Chiara, 21 Farmacia Sant’ Antonio Via Manno, 74Ferramenta Clemente Binelli Via Angioy, 72/74Giocattoli Bolla Corso Vittorio Emanuele, 201 Gioielleria Antica Orologeria Candido Operti Via Roma, 67/71Gioielleria Podda Sorrentino Via Manno, 56Intagliatore Simone Conca Via San Giovanni, 173Libreria Cocco Via Manno, 9.Merceria Angela Sanna Via G.M. Angioy, 103Merceria Casa Del Bottone Via Baylle, 103/107Merceria Casa Del Pizzo. Dal 1911 Piazza Yenne, 25Merceria La Nuova Babilonia Via Sardegna, 55Merceria Speranza Mureddu Via Mazzini, 6Oggetti Sacri Guerini Via Mazzini, 7Orologiaio Filigrana Sarda, Oro e Argento Via Manno, 15Ottica Cinefoto Cosentino Via Manno, 10Parrucchiera Maria Bonaria Via Lamarmora, 71Parrucchiera Caria Via Torino, 20.Pasticceria Durke Via Napoli, 66Pelletteria Pelli e articoli per calzolai Via Sassari, 56Pescheria Martino Rocca Via Cavour, 6Profumeria Gasparini Via Manno, 44 Profumeria Roberta Via Roma, 131Restauratore Michele Zedda Via S. Giovanni, 170Ristorante Il Flora Via Sassari, 47Sartoria Sartoria Pelletteria Artigianale Tuveri Via Mazzini, 12Strumenti Musicali Masala. Dal 1895 Via Manno, 50Tabaccheria Simona Olivari Via Lamarmora, 1Tabaccheria Giovanni Serra Piazza Martiri, 8Teleria Casa Della Tela Via Manno, 86Trattoria Lillicu Via Sardegna, 78

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Anna Marceddu

Nata a Ittiri (SS) nel 1958 vive e lavora a Cagliari.Si è diplomata in fotografia all’Istituto Europeo di Cagliari con una tesi su “Libro e comunicazione visiva”.Mostre fotografiche:“Scrittori per il mondo”, Mondadori Editore, Fiera del Libro di Francoforte, 1993.“L’isola oltre il mare”, Regione Sardegna, Fiera del Libro di Francoforte, 1995.“Immortalità della scrittura”, Regione Sardegna, Fiera del Libro di Torino, 1997.Collabora per manifesti e copertine con Editrice Laterza (BA), Edizioni AM&D (CA), Editore Delfino (SS), Casa Editrice Ilisso (NU), Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo (CA).Suoi lavori sono pubblicati su “Linea Grafica” e “Donna Moderna”; hanno scritto sulla sua fotografia il “Giornale della libreria” (Organo ufficiale degli Editori Italiani) e i quotidiani “La Nuova Sardegna” e “L’Unione Sarda”.Conduce da diversi anni una ricerca personale di reportage tra le popolazioni Rom.

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Rossella Fadda

Nata a Sassari nel 1964 vive e lavora a Ittiri.Si è diplomata in fotografia all’Istituto Europeo di Cagliari con una tesi su “Still life di gioie e pietre preziose”.Cataloghi di mostre:“Arasolis”, opere dell’orafo Vincenzo Marini, Vitorchiano (VT), 1993.“Segnali delle mani”, anelli progettati da artisti, Carbonia (CA), 1995.Pubblicazioni (con altri fotografi):Giuliana Altea, “Il progetto e l’ornamento”, Editore Delfino (SS), 1995.Giuliana Altea, “I gioielli d’arte in Sardegna”, Editore Delfino (SS), 1995.Suoi lavori sono pubblicati su “DA Design” e “Artigianato”.Collabora con diverse riviste per reportage di architettura e spettacolo. Conduce una ricerca personale sul ritratto.

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