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«Il campo è la parte gioiosa di una vita scout. Vivere fuori, all'aperto, tra montagne ed alberi, tra uccelli ed animali, tra mare e fiumi, in una parola vivere in mezzo alla natura di Dio, con la propria casetta di tela, cucinando da sé ed esplorando: tutto questo reca tanta gioia e salute, quanta mai ne potete trovare tra i mari ed il fumo della città» (Robert Baden-Powell, Seconda chiacchierata di Scautismo per ragazzi) 25 marzo 2014, Bagnacavallo Zona Ravenna – Faenza Serate di branca EG Coinvolgere: - specialità - brevetti - sq - conca

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«Il campo è la parte gioiosa di una vita scout. Vivere fuori, all'aperto, tra montagne ed alberi, tra uccelli ed animali, tra mare e fiumi, in una parola vivere in mezzo alla natura di Dio, con la propria casetta di tela, cucinando da sé ed esplorando: tutto questo reca tanta gioia e salute, quanta mai ne potete trovare tra i mari ed il fumo della città»

(Robert Baden-Powell, Seconda chiacchierata di Scautismo per ragazzi)

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Alcuni consigli pratico dal vademecum del capo gruppo Non lasciare mai il campo senza la presenza di un Capo. Avvisare sempre il Sindaco del Comune dove si fa il campo; in questo modo, se bisogna rispettare regole particolari sarete avvisati. Preparare sempre una buona documentazione sanitaria dei partecipanti: certificato medico di sana e robusta costituzione, scheda sanitaria con indicate le date dei vaccini, le allergie, la malattie contagiose già avute, numero del libretto sanitario. Mantenere la cucina in ordine e pulita. Comprare gli alimenti deperibili sempre e solo nel giorno in cui si intende consumarli. Preparare un buon PRONTO SOCCORSO degno del suo nome: è inutile che si porti al campo antibiotici, antivipera e altre cose che senza parere medico è assolutamente sconsigliato somministrare ! Meglio avere poche cose pulite e funzionanti di vero pronto soccorso (garze sterili, bende, cerotti, disinfettante, cerotto di carta, qualche pomata o unguento per punture d ‘insetto e contusioni, ecc..) e lasciare che ogni altro problema lo risolva il medico o il Pronto Soccorso (si pensi a cosa può succedere se si somministra anche una semplice aspirina a qualcuno che è allergico e non si sapeva !!!!!!! Meglio non correre il rischio).

Attenzione alla scelta del luogo dove si costruiscono le latrine. Il più possibile lontano dalla cambusa, o dal tratto di fiume dove si usa l’acqua per lavarsi e per cucinare ! Prima di partire informarsi sempre se le ASL richiedono qualcosa di particolare e se è effettivamente possibile che facciano controlli. Tenere presente che, se si avvisano le autorità della nostra presenza in loco, poi dobbiamo essere pronti a eventuali controlli. Usare sempre il buon senso e la diligenza del BUON CAPO SCOUT !

Rubrica lo sapevi che: • Esisto frigoriferi che funzionano a gas, sono alimentati da

comuni bombole per fornelli da campo, consumano pochissimo, hanno dimensioni ridotte e sono utilissimi per conservare avanzi, affettati, piccole quantità di carne o anche medicinali particolari. Sono facilmente reperibili presso auto demolizioni, riparatori camper, o su siti internet, vecchi usati e brutti stile anni 70 ma funzionantissimi a prezzi che solitamente non superano i 50 euro.

• Utilizzando un riduttore di pressione non avrete più problemi di tubi che scoppiano e potrete scegliere il classico tubo giallo piuttosto che il più scomodo tubo in polietilene rigido e nero per l’impianto idraulico

• Ad una batteria da auto (di recupero) possiamo collegare una presa femmina da accendisigari e ricaricare circa 70 volte il nostro cellulare!spesa massima 10€

• Se poi a questa batteria abbiniamo un pannello solare si riesce ad

illuminare la cambusa per tutto il campo. (attenzione ai giocattoli un pannello solare adeguato ha dimensioni minime 70X40 cm)

• Dal classico bidone per fuoco si può ricavare un modello “turbo” più sicuro e veloce, funziona in base ad alcuni semplici principi della fisica.

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La voce del Capo L’eccellente disciplina

della vita al campo

Eccomi qua accampato a un torrente che scorre tra colline ricoperte di boschi. Sono quasi le 10 del mattino. Mi sono alzato alle 5 e in queste cinque ore non ho fatto che lavorare, anche se non si tratta che di piccoli lavori di campo. C’era da accendere il fuoco e da fare il caffè e le gallette. Quindi da preparare l’acqua calda e da strofinar con la sabbia gli utensili da cucina; da raccogliere la legna per la giornata (sia piccola legna per accendere il fuoco che grossa per far la brace); una nuova sbarra trasversale portaoggetti e nuovi ganci per pentole dovevano esser tagliati e tirati a pulimento; c’era da tagliare e fabbricare un paio di molle per il fuoco e una scopa per pulire il terreno del campo. I letti dovevano esser messi all’aria e quindi ripiegati; c’era da dare il grasso ai mocassini; da spazzare il terreno del campo e bruciare la spazzatura; da sventrare e lavare la trota. Infine mi sono fatto la barba e ho preso un bagno; ed eccomi qua, pronto al lavoro della giornata, quello che esso sia. Ma ci son volute cinque ore per far tutto ciò.

Il mio compagno si è recato ieri al villaggio più vicino, e tornerà oggi con le nostre lettere e le provviste. Mi troverà che sto pescando o disegnando, o raccogliendo more per il nostro “dolce” di frutta cotta per la cena; e troverà anche il campo ripulito e rifinito, il fuoco sistemato e pronto per essere acceso, pentole e stoviglie a posto e pronte per l’uso, il cibo a portata di mano. Può darsi che più tardi nella giornata smontiamo le tende e riprendiamo il viaggio, per scoprire ancor meglio le bellezze di questa regione, mentre zaino in spalla cerchiamo il prossimo bel posto dove

accamparci. Quindi c’è tutto il lavoro di piantare le tende, procurarsi l’acqua e la legna da ardere, cucinare il cibo e rendere il campo comodo. Tutta una serie di lavori da niente, ma che presi nel loro insieme sono importanti. All’adulto essi forniscono uno svago e danno soddisfazione, mentre al ragazzo arrecano gioia ed esperienza, gli insegnano a trarsi d’impaccio, a badar a se stesso e a pensare agli altri, tramite l’eccellente disciplina della vita al campo e l’abitudine a dover fare da solo la cosa giusta. Le attività del campo non lasciano tempo per la pigrizia, né posto per gli sfaticati. Ma c’è una bella differenza con la vita di una tendopoli, dove le

provviste sono inviate dai fornitori e cotte e servite da personale remunerato e i ragazzi restano imbrancati e fanno solo ciò che si ordina loro di fare. B-P. Taccuino, pag. 38

Proposta educativa 03/2009 :

Metodo Il campo estivo non è una griglia da applicare di anno in anno, con soluzioni e tempi sempre uguali

Spingere la fantasia oltre i confini del campo La preparazione: il segreto è immaginare che cosa potrebbe succedere, cosa

potrebbe diventare il luogo che abbiamo scelto

di Fabio Geda

A contarli, non ci si crede quanti sono i

possibili spunti educativi di un campo

estivo. A pensarci, viaggiando nel tempo

con la memoria, ci accorgiamo che gran

parte dei ricordi significativi dei nostri

anni di scautismo sono legati ai campi. A

prepararli, c’è da mettersi le mani nei

capelli, perché bisogna fare in modo di

sfruttare tutte le occasioni che

concedono, e la responsabilità ci sembra

enorme. Ma il gioco vale la candela.

Ecco alcune riflessioni.

Incontrare un ambiente Che differenza c’è tra local e global?

Quale quella tra reale e virtuale?

Azzardando, direi la stessa che separa

molti aspetti della vita contemporanea in

un grande centro urbano, una qualsiasi

città – relazioni veloci, transitorie,

comunicazioni sintetiche, il mutare

instancabile dell’architettura, la ricerca

del nuovo, dell’immediato, la dipendenza

pressoché inevitabile dalla rete e dai suoi

servizi impalpabili, eccetera – dalle

caratteristiche che rendono, ancora oggi –

oggi ancora di più – imprescindibile, da

un punto di vista pedagogico,

l’esperienza del campo estivo. I luoghi

che gran parte degli staff scelgono come

sede dei campi per le loro unità sono,

spesso, luoghi devoti al silenzio, alla

tranquillità, alla lentezza. Spazi immutati

negli anni, nei decenni, al punto che se ci

torniamo in pellegrinaggio, dopo molto

tempo, siamo ancora in grado di

riconoscere il punto esatto nel quale

avevamo piantato la tenda, il mucchio di

pietre utilizzate per incorniciare il fuoco

di bivacco, l’ansa del torrente utilizzata

da una certa squadriglia per la

costruzione delle barchette di legno o dal

reparto per i bagni collettivi durante la

siesta. E poi. Accanto a ogni prato, c’è un

paese. E in ogni paese, c’è lo spaccio

alimentare, il bar, la vecchia canonica.

Luoghi abitati da persone, forse gli ultimi

custodi della memoria storica di quei

posti, i cui nomi e cognomi racchiudono

storie e vite di intere valli, montagne,

campagne. E più sono anziane, quelle

persone, più sono preziose. Allora

l’incontro diventa occasione

di scambio, di recupero e condivisione di

ricordi. E poi. La mancanza dell’energia

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elettrica. E poi. Le piante (e se quelle

piante crescessero solo lì?), gli insetti (e

se certi animali vivessero solo lì?), i

canaloni, i sentieri, e così via: un elenco

infinito di minuscoli tasselli in grado di

rendere il campo estivo un’esperienza

unica e indimenticabile.

Non è una tenda su rotaie Da bambino sono stato un grande

appassionato di una serie televisiva

d’oltreoceano, Wild Wild West, rivisitata,

poi, negli anni novanta, da Barry

Sonnenfeld, in un film di cassetta con

Kevin Kline e Will Smith. Il protagonista

di quella serie, James West, agente

speciale ricco di charme, viveva dentro

un treno che si spostava usando la

precaria e innovativa rete ferroviaria che

attraversava la frontiera americana alla

fine dell’ottocento. Ovunque andasse, che

si trovasse nel mezzo di un deserto o nel

vuoto della prateria, piuttosto che nella

stazione di una grande città, James West

continuava a coccolarsi, tra una

avventura e l’altra, nella routine e nelle

comodità della sua casa viaggiante. Ecco,

il campo estivo dev’essere un’altra cosa.

Completamente un’altra cosa. Non deve

avere l’odore di plastica dei pacchetti

preconfezionati, delle verdure liofilizzate

da bagnare con l’acqua del fiume di

turno, anno dopo anno. Non deve essere

riassunto in una griglia da applicare senza

fantasia, con soluzioni e tempi sempre

uguali, senza tenere conto del luogo nel

quale si andrà a stare, a vivere, e a

condividere. E questo, non solo per i

ragazzi. Anche per i capi. Perché anche

noi adulti abbiamo bisogno di nuova

linfa, di sfide inaspettate, di scoperte, di

invenzioni e di incontri. Fare un

sopralluogo significa anche questo, non

soltanto decidere dove piazzare la tenda

della cambusa perché sia il più possibile

al riparo delle scorribande dell’alta

squadriglia. Significa andare a conoscere

un posto con la curiosità di chi sta per

scoprire con quale materiale è chiamato a

comporre la sua opera d’arte. Perché

trovarsi davanti a un mucchio di argilla o

a una scatola di colori a olio, be’, cambia

le cose. E di parecchio.

Un organismo vivente Respira. Si nutre. Ha mal di pancia. Il

campo estivo cresce e si adatta al luogo e

alle persone, ai cambiamenti atmosferici,

al farsi e allo svelarsi delle personalità

dei ragazzi e delle ragazze – e dei capi,

perché no, dei cambusieri persino – col

passare dei giorni. Il campo dev’essere

monitorato senza sosta dallo staff, che

deve saperne cogliere le trasformazioni,

gli scarti, che è chiamato ad accorgersi

del maturare di dinamiche inattese tra i

ragazzi, che deve stare allerta, per

sfruttare tutte quelle preziose occasioni

educative non previste. E poi potrebbe

capitare l’occasione di un servizio, di una

visita, di una sagra paesana. Il raduno

regionale degli appassionati di

birdwatching o una gara di mountain bike

che percorre la sterrata oltre il fiume,

possono diventare un motivo valido per

spostare l’attività di teatro o di

costruzione delle lampade, che

eventualmente potranno essere recuperate

più avanti, o addirittura annullate. Sì,

annullate. Scandalo? No. Se si valuta che,

in effetti, imparare a costruire una buona

scenetta, lì, in quel momento, al campo, o

più tardi, in sede, o in uscita, in fondo è

la stessa cosa. E poi animare la Santa

Messa, ripulire un tratto di strada,

segnalare meglio l’imbocco dei sentieri.

E poi, e poi... Ma permettetemi di

insistere ancora con le persone, gli

anziani. Andate a visitare il sito

www.bancadellamemoria.it per

cogliere la potenza e la magia del

racconto di una persona che abbia visto

transitare settanta, ottanta anni di storia

sotto il proprio balcone. Potreste fare un

regalo importante ai ragazzi,

trasmettendo loro il valore e il senso

dell’ascolto, e permettendo alle loro

orecchie di disabituarsi, per un paio

d’ore, alla vostra voce.

Sostegno per l’economia locale Sento già levarsi gli scudi: il problema

delle quote campo, non possiamo

chiedere troppi soldi – anche nella

variante ortodossa del non dobbiamo

chiedere troppi soldi –, i discount costano

meno, e anche i magazzini all’ingrosso,

per non parlare dei mercati generali

eccetera. Ecco, io credo che tra il portarsi

tutto da casa e il comprare tutto sul luogo

sia possibile tentare un nuovo equilibrio,

anche mettendo in conto già dall’inizio

che le spese saranno lievemente più alte,

magari coinvolgendo i ragazzi e le

famiglie in questo discorso, dandoselo

come obiettivo per il campo. Per fare

questo, occorre, tuttavia, conoscere i

fornitori sul territorio. Ecco, di nuovo,

come riempire le giornate dedicate ai

sopralluoghi – oltre alla solita mangiata

in trattoria e oltre a contare, con i passi, i

metri di tubo necessari a far arrivare

l’acqua potabile nei pressi delle tende.

Domande. Ci sarà qualcuno, nelle

vicinanze, che vende verdura? Qualcuno

che vende latte e formaggi? Qualcuno

che vende carne? E il pane? E se ci viene

in mente di farlo fare ai ragazzi, il pane,

ci sarà un mulino, nella zona, dove

andare a comprare la farina?

Ricordi di caposquadriglia Che gli scout siano dei nostalgici lo

sappiamo. Tendiamo a frequentare gli

stessi posti perché, di notte, sentiamo

l’eco dei canti di chi ci ha preceduto,

possiamo ritrovare la scritta incisa sulla

pietra dal capo reparto quanto era un

giovane esploratore, e tentare di

dissotterrare la bottiglia con i tizzoni

dell’ultimo fuoco di un campo oramai

leggendario. Ma cercare, esplorare anche

luoghi nuovi, senza affidarsi sempre ai

soliti elenchi, passati tra le mani di intere

generazioni di capi unità, non è affatto

proibito, anzi. Oserei dire che è

consigliabile. Come fare? Si può provare

a telefonare in Comune, ad esempio,

spiegando la situazione e sperando in un

consiglio, una indicazione; oppure

aguzzando gli occhi quando si va a fare

un trekking con i nostri amici nel fine

settimana (quello libero dalle attività, of

course); oppure facendo riferimento ad

amici e parenti che abbiano seconde case

in luoghi adatti e che intrattengano

rapporti cordiali con gli autoctoni.

Insomma: aguzziamo l’ingegno, e

dimostriamo che il termine esploratori

non è rubacchiato, ma meritato.

“Guardate lontano” diceva Baden-

Powell. “E anche quando credete di star

guardando lontano, guardate ancora più

lontano”. Questo vale anche per il luogo

del vostro campo estivo. Indagatelo,

analizzatelo. Immaginate cosa potrebbe

diventare. Cosa potrebbe succedere. E

quando credete di aver immaginato a

sufficienza, spingete ancora più in là la

fantasia.

E perché no? - come servizio di preghiera chiedere all sq di pregare? Insieme ai capi, le lodi in

versioni semplificate.. e poi essere la sq che sveglia il campo - vivere un gioco notturno con campi scout limitrofi, accordandosi di staff.. - farsi il pane qualche mattina a turno con i ragazzi più stanchi e in crisi, che impastano,

scaricano, tessono relazioni con un capo (durante la ginnastica) - portarsi dietro un forno solare da integrare con il forno a legna

http://digilander.libero.it/giannicrovatto/forno-in.htm

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GUIDA CHE ASPETTI IL CAMPO

«Tu aspetti il Campo con entusiasmo: non sai ancora che cosa sarà, e cerchi di

immaginartelo: la radura le tende, i fuochi di bivacco, il torrente dove ti laverai.

Tu aspetti il Campo con gioia: ripensi a quelli passati, e sei contenta di essere

arrivata alla vigilia di un Campo nuovo: sei esperta di come funzionano le costruzioni, le ispezioni, i

servizi e ti aspetti qualcosa di molto bello, come le altre volte.

Tu aspetti il Campo con curiosità: sarà poi la cosa meravigliosa che dicono? Vale la pena andarsene così, con uno zaino sulle spalle, a cucinare sul fuoco e a dormire per terra? E forse ti

chiedi quale è il segreto del Campo, il segreto della gioia che hai visto negli occhi di tante Guide,

quando ne parlano.

Tu aspetti il Campo con un po’ di paura: paura di te stessa. Sarai capace? Sarai capace di essere aperta con le altre? Sarai capace di vincerti e continuare a sorridere e a lavorare, anche se ci sarà qualcosa che non andrà? Sarai capace di dare alle altre quello che si aspettano da te?

Tu aspetti il Campo... e io vorrei darti una parola che renda migliore la tua attesa, e più grande, più bello il tuo Campo.

È la parola di Maria, la madre di Dio:

«... Ha fatto a me cose grandi Iddio che è potente, e santo è il suo Nome».

Troverò Dio grande, troverò le cose grandi che mi ha donato. Scoprirò la mia voce capace di

cantare, la mia mano capace di aiutare, il mio corpo capace di correre, la mia testa capace di

capire, il mio cuore capace di amare...

«Vi do un comandamento nuovo: vogliatevi bene come io ho voluto bene a voi» Scoprirò

anche le mie debolezze, i miei sbagli, il mio egoismo, la mia disubbidienza. Scoprirò la mia capacità di distrarmi e il mio desiderio di stare

comoda.

«...Riempì dl doni quelli che avevano fame, e rimandò i ricchi a mani vuote».

Perché Dio riempie di doni quelli che hanno fame, e rimanda a mani vuote i ricchi, quelli che non gli

chiedono niente, quelli che si illudono di avere tutto e di potere fare tutto da sé.

Così il tuo Campo sarà la cosa bella, la cosa

grande che tu aspetti: fatta di luce e di ombre, ma soprattutto di luce».

(da A.G.I., “Quaderno di traccia” )

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PER I CAPI SQ Care capo sq…

Legge del Campo

La legge del campo è la Legge Scout.

Ogni scout s’impegna ad accettare generosamente ogni incarico che gli sarà affidato ed a portarlo a termine tenacemente con precisione, ordine, pulizia e gioia.

Ogni scout mette gli interessi della propria squadriglia avanti ai propri interessi.

Ogni scout al campo è gioioso il più possibile, ma sa ugualmente accettare e condurre a termine, seriamente, ogni ordine.

Al campo non c’è posto per i fannulloni, per i disordinati e per coloro che non amano la pulizia. B.P. Il campo ci porta a fare molte cose, che abitualmente a casa non facciamo: riempire le taniche, fare legna e mantenerla in un luogo asciutto, accendere il fuoco, tenerlo alimentato, cucinare, lavare pentoloni e gavette, prepararsi l’angolo, gestire la tenda, tenere le casse in ordine…. Sono tante cose, e perché non ci risultino faticose, È IMPORTANTE ORGANIZZARE BENE LE FORZE DELLA SQUADRIGLIA! Non siamo mai soli, siamo una squadriglia! Se il lavoro è ben distribuito su tutti, ognuno secondo le proprie attitudini ed esperienza, e ognuno fa la sua parte, allora il campo sarà una bellissima esperienza di vita all’aria aperta, tra compagni di cui ci si po’ fidare, in un bel clima allegro e in stile scout, insieme capaci di vincere molte sfide. Per questo è fondamentale arrivare preparati al campo, preparati di squadriglia! Ecco di seguito alcuni lavori quotidiani, che è bene dividersi e decidere i turni di lavoro PRIMA DI PARTIRE PER IL CAMPO, perché: 1. sia già chiaro a tutti cosa la squadriglia si aspetta da ciascun squadrigliere al campo 2. ci sia sempre una coppia in turno, uno squadrigliere esperto con uno più giovane. LAVORI QUOTIDIANI - fare legna, e mantenerla in un luogo asciutto, - accendere il fuoco, tenerlo alimentato, - andare alla chiamata di cambusa, gestire la cassetta - cucinare, - lavare pentoloni e gavette, - tenere l’angolo e le casse in ordine - riempire le taniche inoltre tutte le squadriglie ogni giorno - preparano la scenetta per il bivacco - hanno un incarico di campo alcuni di questi incarichi possono essere personali, se per esempio qualcuno vuole conquistare una specialità, o vuole mantenere un’incarico di squadriglia che già aveva durante l’anno, come la pulizia angolo, la gestione delle casse, la cambusa e la cucina. Altri è bene che siano a turni, magari giornalieri, in modo che se io lavo le pentole oggi, almeno domani so che non le laverò…

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TOTEMIZZTOTEMIZZTOTEMIZZTOTEMIZZAZIONEAZIONEAZIONEAZIONE

Totem e qualità...Totem e qualità...Totem e qualità...Totem e qualità...

L'attribuzione di un "nome di caccia" (detto

anche "totem") consiste nel dare a qualcuno, nel

corso di una piccola cerimonia, un nome

d'animale seguito da un aggettivo.

Il nome dell'animale corrisponde ad un tratto o

un portamento fisico avente una rassomiglianza

con la persona, come l'aggettivo corrisponde al

carattere.

Bisogna guardare allo spirito perché la

totemizzazione è in origine un "prestito", una

trascrizione nel nostro Gioco scout di un certo

rito sociale e tribale. In origine, la

totemizzazione é, nella sua versione scout, un

gioco, ma in alcun momento rappresenta

interamente un elemento del metodo.

Ecco dunque qualche considerazione sulla

totemizzazione.

La totemizzazione non è per niente obbligatoria.

Si può fare benissimo un buon scautismo senza

totemizzazione.

Siccome questo gioco è molto delicato da

mettere in opera, bisogna assicurarsi di giocarlo

con del buon senso e secondo il metodo scout. In questo modo, esso può essere un mezzo con

infinite modalità per far vivere ai giovani il formidabile Gioco scout.

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Le attività di oggi: la branca del 30 maggio, gioco e riflessione

sull’identità di genere e la coeducazione. IL GIOCO

E PER RIFLETTERE

- È indispensabile essere buoni osservatori delle dinamiche affettive del proprio gruppo - L’identità di genere (e la coeducazione) è un tema scottante che il Capo affronta con tutti gli strumenti del metodo, non solo con il gioco - Rilassiamoci: L’identità di genere si costruisce in un processo che parte dalla nascita e ci accompagna tutta la vita (non solo nelle 3 ore di attività al sabato) - È importante lanciare il messaggio “Se ne può parlare”, con un atteggiamento non giudicante - Il nostro ruolo è quello di offrire occasioni di riflessione affinché i ragazzi si costruiscano una propria opinione e facciano scelte il più possibile consapevoli – Qualsiasi gioco di movimento può, nella parte di debreefing, offrire occasioni di riflessione sul tema

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Note: Accordandosi con il gruppo scout c’è la possibilità di fare diverse attività nautiche. (canoa, vela, osservazione della costa, giochi in spiaggia, snorkeling). Purtroppo Rosignano M. è un sito industriale inquinato ed è presente la fabbrica Solvey di bicarbonato. Il luogo del campo è un ex cava quindi è difficile piantare x terra pali e picchetti ed è molto caldo.

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Santa Reparata n° .

Indirizzo

Contatti

Sig. Enzo Pesci

Tel. 328 5410069

Tel.

@:

Sito: -

Altro:

Località: Santa Reparata Descrizione: il posto è molto grande, con due aree distinte per il campeggio, la prima in zona boschiva, la seconda in zona pratosa. L’area rimane molto nascosta e priva di disturbi, rimanendo nonostante ciò molto vicina a zone abitate. L’area presenta molte possibilità per hike. Purtroppo i camion non arrivano all’interno del campo e il tratto finale del trasporto è da fare con le proprie forze.

Comune: Modigliana

provincia: Forlì-Cesena

Quante sq puo ospitare:

9

Costo: 3€ A NOTTE

Altitudine: 185 m s.l.m.

Pali: Disponibili, no tacche

Legna: In quantità

Acqua: Collegamento all’idrico

Dove fare la spesa: Modigliana e Faenza

Medico: Faenza

Ospedale: Faenza