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Comune di Agrigento
Seduta del Consiglio Comunale del 15 Dicembre 2009
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Prego, Dottoressa Inglima per
l’appello.
Il Vice Segretario Generale procede all’appello nominale dei Consiglieri.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA - 17 presenti, 13 assenti, dichiaro
aperta la seduta e nomino scrutatori Alfano, Saeva e Galvano. Per alzata e
seduta: chi è d’accordo rimanga seduto, chi è contrario si alzi, la proposta è
approvata all’unanimità. Si prende atto che entra in aula il Consigliere Vaiana.
Innanzitutto ha chiesto di parlare per comunicazioni il Consigliere De Francisci
e il Consigliere Calabrese. Consigliere De Francisci, ha facoltà di intervenire e
poi il Consigliere Amato.
CONSIGLIERE DE FRANCISCI – Grazie Presidente, signori della Giunta,
colleghi Consiglieri. Presidente, intervengo per portare a comunicazione alla
sua persona e al Consiglio comunale che ormai i disservizi portati avanti
dell’Amministrazione attiva sono al paradosso totale, sono anche quelli più
elementari. Prendo atto che c’è la presenza qua del Vice Sindaco, il Professore
Muglia, per rappresentare un problema che è già si è reiterato più volte nel
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corso di questa Amministrazione, di fatto c’è, esiste un solo addetto al
centralino del Comune di Agrigento, sostanzialmente manca il centralinista,
risponde la portineria e dice che non può passare i numeri, cioè sostanzialmente
il Comune di Agrigento viene isolato perché in servizio c’è solo un
centralinista, che mancando questo centralinista, non possiamo più… cioè
l’utenza esterna non può più interloquire con i palazzi del Comune di
Agrigento. Queste cose non succedono neanche al Comune di Roccafiorita, che
è il Comune più piccolo della Sicilia, con 253 abitanti, Presidente, quindi io la
prego vivamente, mi eviti, signor Sindaco, di fare interrogazioni per cose così
banali ed elementari. Grazie.
VICE PRESIDENTE LAURICELLA – Aveva chiesto di parlare Calabrese.
CONSIGLIERE CALABRESE – Grazie, signor Presidente, colleghi
Consiglieri, signori della Giunta, signori tutti. Presidente, io intervengo perché
ricordo che in questa aula abbiamo affrontato più volte il famoso problema dei
gradini nel centro storico. Abbiamo approvato atti, mozioni, atti di indirizzo,
tutto quanto, ma la realtà dei fatti è che ancora i nostri cittadini e concittadini
vengono vessati dai signori dell’Inpa. Mi giunge una segnalazione, Presidente,
di un cittadino che mi dice che nonostante abbia fatto i relativi ricorsi e abbia
presentato le idonee documentazioni, compresa financo una dichiarazione del
Comune di Agrigento che gli attesta che è proprietario dei gradini in essere,
l’Inpa puntualmente gli notifica una cartella. E allora Presidente, preannuncio
che farò carico al mio capogruppo di portare in conferenza dei capigruppo la
possibilità di scrivere un punto all’ordine del giorno, nella quale se è necessario
vorrò dire che visto che gli atti di indirizzo, le mozioni non trovano nessun
riscontro da parte dell’Amministrazione e quindi nessun intervento nei
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confronti di questi signori, credo che sia giunto il momento di fare, tanto non
costano nulla alle casse comunali, facciamo delle belle Commissioni di
indagine e conoscitive nelle quali approfondiamo i problemi, perché se è vero
come è vero che l’esternalizzazione dei servizi, lo spirito era quello di
migliorare i servizi, se questo spirito viene tradito nel fatto che i servizi non
solo peggiorano ma addirittura i cittadini vengono vessati, allora c’è qualche
cosa che non funziona e visto che con quelli che sono le normali procedure di
atti, segnalazioni, interrogazioni, mozioni, tutto quello che volete, non
troviamo alcun riscontro, se è necessario facciamo delle belle Commissioni di
indagini conoscitive nelle quali vedere se questi signori dell’Inpa se sono
autorizzati per potere svolgere questo lavoro, questo servizio o altrimenti se ne
vanno a casa, perché non è possibile che un cittadino è costretto a ricorrere alla
Commissione tributaria, avendo già prodotto certificazioni attestanti la proprietà
dei cosiddetti gradini e continuano a vessare, continuando a fargli spendere
soldi di legali, di ricorsi e quindi se queste cose devono finire, vediamo di farle
finire in modo… Quindi farò carico al mio capogruppo in conferenza dei
capigruppo di fare scrivere un punto all’ordine del giorno in direzione di questo
problema e se è necessario chiederemo l’istituzione di una Commissione
speciale, tanto non costa nulla alle casse comunali. Grazie, Presidente.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Hanno chiesto di intervenire il
Consigliere Calì, il Consigliere Amato, il Consigliere Alfano, il Consigliere
Arnone.
CONSIGLIERE AMATO – Grazie, signor Presidente. Soltanto per
comunicare, approfittando anche della presenza della televisione, che giorno 22
di questo mese si inaugura il Presepe vivente. Mi capita quando faccio delle
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comunicazioni al Presidente di non fare delle lamentele ma di dire delle cose
gradevoli. Il Presepe vivente di Agrigento che si svolgerà a Montaperto inizierà
alle 17.30 con l’inaugurazione giorno 22. La caratteristica quest’anno resterà
invariata, visto che la formula è stata vincente, che è piaciuta a tutti, sarà
praticamente più o meno alla stessa stregua. La caratteristica oltre che gli
antichi mestieri, oltre che gli assaggi, ce ne sarà qualcuno in più, quindi il
visitatore con ogni probabilità entra e può anche fare la cena all’interno del
Presepe vivente, ci sono tra i vari cortili delle azioni sceniche che sono
veramente molto molto importanti, delle cose che ci ha insegnato il Direttore
Artistico, il compianto Pippo Montalbano. Le date oltre al 22 che sarà l’inizio,
l’inaugurazione, le altre date sono il 26, il 27, il 30 dicembre e poi il 3, il 5 e il
6 di gennaio. La caratteristica è che alla fine del Presepe, alle 21.30 ci sarà uno
spettacolo di grande livello in chiesa, quindi ogni sera in queste date che vi ho
adesso citato ci saranno degli spettacoli veramente gradevoli. I gruppi sono dal
coro di Santa Cecilia, al gruppo Triquetra, al Magnificat, poi il Duettango,
Mediascena, sono stati molto graditi l’anno scorso e li abbiamo tutti
riconfermati. Daremo quest’anno qualcosa in più, la possibilità anche ai disabili
che vogliono visitare il presepe, ci sarà all’ingresso la possibilità di un
accompagnatore con la sedia a rotelle, quindi a poco a poco diamo la possibilità
di fare vedere il Presepe anche alle persone che sono meno fortunate di noi.
Grazie.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ha chiesto di intervenire il
Consigliere Alfano, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE ALFANO – Presidente, la mia più che una comunicazione è
una constatazione di un fatto che diverse famiglie si lamentano perché ancora
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non è stato erogato il buono socio – sanitario. Il giornale di oggi, 15 dicembre,
dice che sono in arrivo 4 milioni di euro, non per il Comune di Agrigento, ma
riferentisi alle diverse province, che l’Assessore regionale eroga questa cifra in
buono socio – sanitario per le famiglie che hanno purtroppo in famiglia dei
problemi di malattia, mi riferisco al portatore di handicap. Quindi la mia oltre
che a essere una constatazione, è anche, se mi consente il Vice Sindaco, se può
darmi qualche delucidazione in materia, quali sono i motivi che ostacolano
l’erogazione di questo buono socio – sanitario alle famiglie bisognose che
hanno a casa purtroppo dei familiari che sono portatori di handicap. Non vedo
l’Assessore Daina. (intervento fuori microfono) C’è un punto all’ordine del
giorno, ho capito, sono delle somme che spettano a queste famiglie e sono delle
cifre che si riferiscono all’anno 2008. Quindi vedo che siamo al gran completo,
che c’è il Sindaco, penso che qualche delucidazione, qualche risposta alle
famiglie e anche a noi consiglieri ce la meritiamo.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Anche se non è una interrogazione,
comunque invitiamo l’Assessore Daina a rispondere. Se dobbiamo trattare il
punto sull’argomento, io direi di trattare tutto in sede di trattazione del punto,
queste sono delle comunicazioni. Poi, Assessore Daina, se interviene dopo che
forse è meglio. Invece con le comunicazioni aveva chiesto di intervenire il
Consigliere Arnone.
CONSIGLIERE ARNONE – Signor Presidente, signori Consiglieri, signor
Sindaco. Io vorrei innanzitutto dedicare qualche momento alla vicenda delle
bollette di Girgenti Acque e al proficuo lavoro che abbiamo svolto venerdì
passato. Come è noto dalla riunione con Girgenti Acque, alla quale hanno
partecipato i vertici burocratici dell’ente, il vertice di Girgenti Acque e alcuni
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componenti del Consiglio comunale tra i quali io, è venuta fuori la vicenda da
correggere delle cosiddette bollette pazze, cioè delle bollette che sono frutto di
un equivoco che è quello della mancata misurazione dell’acqua per interi lustri,
cioè per quasi sette anni da parte delle amministrazioni di centrodestra che
hanno installato i contatori, ma non li hanno mai fatto funzionare, e quindi quei
contatori facevano solo bella mostra di loro senza operare la misurazione. Poi
quando si è ceduto il servizio a Girgenti Acque non si è provveduto da parte di
Girgenti Acque alla misurazione, all’atto della consegna. Per cui si è operato
un’unica misurazione che assai frequentemente conteggia i consumi di quasi un
decennio. Questi consumi sono effettivi, la gente ha consumato quell’acqua,
ma una parte congrua del pagamento di quell’acqua fa parte delle somme che
deve introitare il Comune e le tariffe non possono essere le tariffe con le fasce
più alte. E questo è un punto che abbiamo risolto che riguarda noi e Girgenti
acque, sul quale occorre continuare a lavorare. Poi vi è un punto che riguarda il
rapporto tra noi e i nostri concittadini, perché qui sempre il disastro delle
amministrazioni di centrodestra ha creato la paradossale situazione per la quale
chi ha il contatore paga molto di più di chi il contatore non ha, con una
situazione di iniquità assolutamente inaccettabile. Probabilmente dovremmo
verificare se è possibile assumere sulle somme che deve avere il Comune una
decisione di contenuto equo per calmierare l’intera situazione. Ma io ritengo a
questo punto che occorra discutere all’interno di questo Consiglio comunale, e
io mi attiverò in questo senso, complessivamente la vicenda del rapporto con
Girgenti Acque per fare il punto anche delle vicende che riguardano i sistemi
fognari, degli interventi che sono stati realizzati a San Leone, di quelli che è
necessario realizzare a San Leone, dei miglioramenti che si sono avuti nel
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sistema della distribuzione dell’acqua, dei miglioramenti che è necessario
arrecare al sistema di distribuzione dell’acqua. È opportuno a mio modo di
vedere che il Consiglio comunale operi un bilancio, faccia una verifica, dia
assieme all’Amministrazione attiva delle direttive di azione in modo che un
settore che così tanto costa ai contribuenti, venga a realizzare per i cittadini di
Agrigento il migliore dei servizi possibili e per quanto riguarda la distribuzione
dell’acqua e per quanto riguarda lo smaltimento fognario. Mi avvio a
concludere. Signor Sindaco, io ho richiesto l’inserimento di due punti all’ordine
del giorno su due temi importanti, uno riguarda il mantenimento dei livelli
reddituali occupazionali dei lavoratori addetti alla pulizia della piscina per
verificare cosa siamo in grado di fare per garantire a questi lavoratori che da
anni lavorano presso la piscina per pulirla a 30 ore settimanali, padri di famiglia
anche di età elevata, di mantenere il reddito con il quale loro alimentano la
propria famiglia, e l’altro problema che pure interessa molti cittadini di
Agrigento è quello del Viale dei Pini e dei famosi pini. Questi pini sono una
risorsa paesistica e ambientale della collettività agrigentina, ma purtroppo
costituiscono per altro verso un problema, in quanto sono troppo cresciuti e in
alcune zone questi pini creano problemi al marciapiede, ai muri perimetrali
delle villette con situazioni di pericolo. Probabilmente è il caso di affrontare la
questione, di pervenire anche ad una convenzione con gli organi
dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione siciliana. L’assessore oggi è
Michele Cimino che certamente darà la sua fattiva collaborazione e anche con
la facoltà di Agraria e di Scienze arboree per verificare quali sono le soluzioni
possibili che contemperino il mantenimento dei pini e l’evitare danni ai
cittadini. Grazie.
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VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Aveva chiesto la parola il Consigliere
Calì per un prelievo, però il Sindaco ha chiesto una breve replica sulla vicenda
di Girgenti Acque, quindi do facoltà al Sindaco di parlare.
SINDACO – Ringrazio il Presidente del Consiglio che mi dà l’opportunità e
ringrazio i consiglieri comunali. Sulla vicenda relativa alle bollette, al rapporto
con Girgenti Acque, vicenda che devo dire siamo riusciti insieme con i
capigruppo consiliari ad affrontare e a portare un risultato rilevante per la città
rispetto alla vicenda delle bollette, che è stata affrontata proprio nella giornata
di ieri all’interno del Consiglio di Amministrazione dell’Ato Idrico. Volevo
rappresentare come ancora vi sia una vicenda che per quanto riguarda i nostri
uffici e per quanto riguarda la nostra azione ancora è da verificare rispetto a
profili che stiamo verificando su altre ed eventuali responsabilità da parte del
gestore privato Girgenti Acque, perché se è vero che al Comune di Agrigento
mancavano i letturisti, per cui la mancanza di cosiddetti letturisti faceva sì che
alle persone veniva mandata una bolletta che teneva conto di un consumo
presunto, è vero anche, e questo è stato fatto rilevare, è vero anche che la
società Girgenti Acque ai sensi e per gli effetti di diversi protocolli che vi erano
e che vi sono stati con il Comune di Agrigento, aveva il dovere nel momento in
cui si è insediata, nel momento in cui ha preso il servizio, aveva il dovere di
effettuare le letture per comprendere quale era il punto di inizio del servizio nel
momento in cui loro iniziavano a prendere il servizio, quale era il punto di
inizio del consumo che si doveva andare a calcolare. Questo è il nodo
fondamentale di tutta la vicenda che poi ha fatto saltare questo grande caso e
che poi ha fatto arrivare alle persone le bollette in questi termini. Su questo
aspetto che stiamo affrontando, per quanto riguarda noi, gli uffici, andremo a
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trovare la soluzione nei confronti delle persone. Per ora le persone hanno una
certezza che coloro i quali hanno il contatore non devono pagare, questa è una
certezza. Noi andremo a rifare tutti i calcoli rispetto a questo, andando a dare il
calcolo esatto e soprattutto andando a dare quello che dovrà essere l’esatto e
corretto pagamento per il consumo d’acqua che durante tutto il corso degli anni
c’è stato. Però anche di questo aspetto soprattutto si è trattato ieri sera
all’interno del Consiglio di Amministrazione dell’Ato Idrico, dove questo
profilo di questa vicenda rimane comunque ancora aperto, rispetto al quale noi
come uffici stiamo affrontando tutta vicenda, perché è chiaro che dobbiamo
riuscire a dare il servizio che sia il migliore possibile, ma allo stesso tempo un
servizio che sicuramente deve essere pagato, ma deve essere pagato per il
giusto. Questo mi correva doverlo dire proprio anche e soprattutto per
ringraziare il ruolo svolto dai consiglieri comunali che insieme con
l’Amministrazione comunale nell’incontro avuto con Girgenti Acque abbiamo
sollevato nei termini corretti tutta la vicenda che porta a casa questo risultato,
che è chiaramente nell’ottica di andare anche questo sistema, anche questo
versante della gestione idrica lo vuole portare a regolarizzare. Grazie,
Presidente.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Grazie, signor Sindaco. Il Consigliere
Gramaglia sempre per comunicazioni, poi il Consigliere Cirino.
CONSIGLIERE GRAMAGLIA – Signor Sindaco, Assessori, sono contento
che è venuta l’Assessore all’Ambiente, la dottoressa Passarello. Come già ha
avuto modo di vedere, non so se le è pervenuta una mia interrogazione, volevo
che da parte sua ci sia un impegno possibilmente in tempi europei di una
sistemazione di una discarica, perché ormai di discarica vera e propria si tratta,
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sita in via Gela. Qualcuno sostiene che trattasi di uno spazio privato, però il
privato di fronte alla salute pubblica si fa benedire, perché al di là di tutto
devono essere presi provvedimenti in tempi notevolmente rapidi, perché il
rischio che ci possa essere nocumento, anche da un punto di vista, essendo
sterpaglie, arbusti presenti in questa zona di via Gela, il rischio che si possa
scatenare, come è avvenuto qualche tempo fa, qualche incendio. Quindi prego
la sua solerzia, Assessore, come ha avuto modo di dimostrare in qualche altro
settore, quando è stata da me chiamata in causa, prego cortesemente di volerla
espletare a tale livello. Grazie
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Grazie, Consigliere Gramaglia.
Consigliere Cirino.
CONSIGLIERE CIRINO – Signor Presidente, signor Sindaco, colleghi
Consiglieri. Io volevo riallacciarmi al discorso che ha fatto il Sindaco e anche a
quello che ha fatto il Consigliere Arnone. E volevo aggiungere, caro Sindaco,
che Girgenti Acque ci ha provato, perché come diceva lei aveva il compito di…
nel momento in cui ha ricevuto il servizio, aveva il compito di fare la lettura
dei contatori, per la seconda volta mi dice il Consigliere Calì. E siccome ha
soltanto bollettato le utenze con contatori sigillati, io sono convinto che Girgenti
Acque ci ha provato e grazie all’intervento del Consiglio comunale, grazie
all’intervento dei consiglieri e dell’Amministrazione, diciamo che siamo riusciti
a bloccare Girgenti Acque. Ora io in qualità di Presidente della Commissione
Bilancio insieme ai componenti della Commissione abbiamo invitato anche la
dottoressa Gentile per sapere quale sarà il metodo che useranno gli uffici per
rideterminare la bollettazione. E caro Sindaco ci siamo resi conto che nel
momento in cui sarà rideterminata la bollettazione, ci sarà una diminuzione per
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quanto riguarda il pagamento delle bollette in favore dei cittadini. E ritengo che
più dell’80% della bollettazione sarà fatto in favore del Comune di Agrigento. E
quindi anche questo d’intesa con l’Amministrazione, caro Sindaco, desidero che
lei mi ascolti per smentirmi o per non smentirmi, diciamo anche che d’intesa
con l’Amministrazione la Commissione Bilancio sta un po’ studiando insieme
agli uffici anche la possibilità di una… per gli introiti che competono il Comune
di Agrigento, anche una eventuale rateizzazione di queste bollette. Io desidero
che il Sindaco chiaramente mi dia conferma in merito a questo, perché noi
stiamo parlando di una lettura che risale almeno a più di cinque - sei anni fa.
Quindi la prego, caro Sindaco, di darmi una risposta in tal senso. Grazie.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Prego, signor Sindaco.
SINDACO – Grazie Presidente, grazie al Consigliere Cirino, volevo
sottolineare come quanto è emerso in quella riunione e che è emerso grazie al
lavoro svolto congiuntamente con i capigruppo consiliari, gli uffici comunali,
l’Amministrazione, emerge proprio questo dato e questo sistema e cioè che il
consumo che si è realizzato e che verosimilmente si è realizzato nel corso di
cinque - sei – sette anni, va calcolato quindi all’interno di diversi esercizi
finanziari, cinque, sei o sette. Questo fa sì che quel consumo, spalmato lungo
questi anni fa sì che va a rientrare in una fascia che è la fascia più economica, è
la prima fascia che è la fascia più economica, per cui anche a fronte di un
consumo, a fronte di quel consumo vi è un risparmio e una riduzione notevole,
tenuto conto che tutto verrebbe calcolato nella primissima fascia. Questo è
emerso a seguito della riunione che si è svolta con i gruppi consiliari, con i
consiglieri comunali, e questo è stato il mandato che abbiamo dato agli uffici
proprio per determinare l’esatto ammontare del costo e per quanto mi riguarda
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intendo fare propria quella volontà che è emersa anche in quella riunione, che è
quella di andare anche a rateizzare il costo che è di competenza comunale.
Questo proprio per riuscire a sancire un principio che è quello che si deve
pagare, si paga il giusto, ma assolutamente si deve venire incontro alle esigenze
dei cittadini. Grazie.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Il Consigliere Picarella per
comunicazioni e poi il Consigliere Cordova.
CONSIGLIERE PICARELLA – Nel dibattito degli interventi che vi sono
stati ritengo opportuno intervenire. Ho sentito il problema del verde pubblico. È
un problema serissimo degli alberi in via dei Pini. Io definisco un albero come
un bambino. Se si mette al mondo un bambino, è giusto che quel bambino si
faccia crescere bene, si custodisce e si segua. Così è l’albero. Non è che si
pianta l’albero, perché ricordo che la via dei Pini mi ricordo che era bellissima e
poi quando va nel proprio abbandono e gli alberi diventano aggressivi, quegli
alberi diventano pericolosi. Noi abbiamo sentito giorni fa che è morto uno a
causa di una caduta di albero a Palermo per il temporale. Perciò è giusto che si
dia una bonifica a questo verde pubblico e in particolare agli alberi. Io ho detto
tempo fa a qualche Assessore, non voglio dire a quale Assessore, però lo dico,
che facciamo se una passeggiata lungo il viale della Vittoria, vediamo che a
valle c’è la Villa del Sole, dove gli alberi stanno coprendo l’intera facciata del
viale della Vittoria, cioè fra qualche anno chi passeggia al viale della Vittoria
non vedrà più la Valle dei Templi, non vedrà il mare, non vedrà niente. Come
ho detto poco fa gli alberi devono essere curati nella crescita, debbono essere
custoditi nella crescita e se sono troppo alti è opportuno che si tagliano dall’alto
in modo che… io non sono agronomo, non sono tecnico, che gli alberi fanno…
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si ingrandisce il verde in tutta la sua circonferenza però non va in alto. Io vedo
che fanno i cespugli, fanno siepi, custoditi, restano alberi alti un metro, un
metro e cinquanta, addirittura si fanno i labirinti, qua no, si semina un albero e
si abbandona come se quell’albero non ci fosse più stato, fino a quando ci
accorgiamo che diventa pericoloso e poi si stronca totalmente sia il buono che il
cattivo. Perciò io ritengo che è opportuno e giusto che si faccia veramente un
inventario degli alberi della città di Agrigento in modo da custodirli e metterci il
nome e il numero in modo che questo verde che appartiene alla città, io dico
nei giardini che abbiamo in città, perché poi abbiamo la forestazione nelle
pendici, che non è possibile controllarli. Per cui io, caro Presidente, ritengo
che sia giusto e opportuno e qua c’è il Sindaco, che sia guardata con attenzione
la Villa del Sole per gli alberi che stanno crescendo. Difatti ci sono alcuni
turisti che si fanno la passeggiata per vedere se c’è qualche finestra per vedere
la Valle. Sono qua, non la vedono e si spostano più avanti. Allora questo non è
regolare in una città come la nostra, dove vogliamo un bel viale che abbiamo
forse l’unico che c’è nella città di Agrigento e forse è uno dei migliori che c’è in
Sicilia, per cui ritengo opportuno che si faccia un punto all’ordine del giorno
sul verde pubblico della città, perché il verde pubblico della città ho
impressione che è in continuo abbandono. Io ho fatto una specie di conferenza
nella Scuola Lauricella, dove un albero entra dentro una scuola, apre la finestra
e perde le foglie, c’è l’ombra lì dentro. Ebbene, questo albero non si leva, non
si taglia, non c’è il cestello, non c’è questo, non c’è l’altro, mentre se tutto piace
agli Assessori si trova il cestello, si trova la ditta che demolisce alberi senza
pagare a nessuno, si trova tutto. Ora questa discrezionalità non è possibile
averla, perché quando c’è la discrezionalità non c’è democrazia, per cui ritengo
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opportuno e che sia generoso fare un punto all’ordine del giorno per il verde
della nostra città, perché è in continuo abbandono e ci classificano, chi viene
nella nostra città, proprio in queste piccole cose che sono grandi cose per la città
di Agrigento.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Consigliere Cordova.
CONSIGLIERE CORDOVA – Presidente, Sindaco, signori Assessori,
colleghi Consiglieri. Presidente, io semplicemente volevo manifestare le
lamentele della cittadinanza riguardo al notevole ritardo quest’anno in quella
che è l’organizzazione degli addobbi e dei festoni, insomma delle feste,
dell’organizzazione, di quelli che sono l’addobbo della città per quanto riguarda
le feste natalizie. Si è notato praticamente che purtroppo anche la qualità degli
addobbi, delle illuminazioni specialmente in una città come la via Atenea che
dovrebbe rappresentare il salotto della nostra città, non sia proprio all’altezza di
quello che vuole essere un capoluogo di provincia e tra l’altro siamo riusciti in
extremis, anche per quanto riguarda i fondi trovati per l’albero della Stazione,
ogni volta praticamente dobbiamo ricorrere a quella che è la magnanimità dei
privati, che ci concedono magari l’albero in piazza Stazione, in altri siti o
quartieri della nostra città. Non capisco come mai per una festa così importante
come quella natalizia, che penso che sia la festa più bella dell’anno, non si
riesca in maniera perentoria ogni volta ad organizzare e a distribuire equamente
anche in tutti i quartieri della città quella che è la festa, i festeggiamenti del
Natale. E volevo comunicare che su questo argomento noi abbiamo fatto una
interrogazione che andrà presto in Question time, ovviamente ci si arriverà dopo
possibilmente in Question time, la discussione dopo che finiranno le feste
natalizie, quindi volevo manifestare che questa situazione di mediocrità
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nell’organizzazione degli addobbi e delle festività natalizie in città,
illuminazione e quant’altro, non è passato inosservata agli occhi miei e di tutti i
componenti della Commissione che mi onoro di rappresentare. Grazie,
Presidente.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Una breve replica al Sindaco.
SINDACO – Io ringrazio il Presidente del Consiglio solamente per la giusta
comunicazione che però poi all’interrogazione gli uffici risponderanno e
risponderà anche l’Assessore. Però volevo intervenire rispetto a questa
sollecitazione che arrivava per dire con quali somme e con quante somme
stiamo provvedendo a fare il Natale. Sostanzialmente si sta provvedendo per
quanto riguarda tutta l’illuminazione, le luminarie in tutta la città con 20.000,00
euro. Questo siamo riusciti a realizzarlo all’interno e subito dopo
l’approvazione che vi è stata in Consiglio comunale degli equilibri di bilancio,
perché volevo sottolineare al Consiglio comunale come importante sia stata la
scelta che abbiamo adottato qualche settimana fa, in cui siamo riusciti a
garantire tutti i servizi, ma siamo riusciti, nonostante nelle ultime ore ci fossimo
trovati in grande difficoltà, ma siamo riusciti a garantire tutti i servizi e
soprattutto siamo riusciti a garantire i servizi di assistenza sociale e per quanto
riguarda il Natale siamo riusciti in grandissima economia ad assicurare quanto
era possibile assicurare con le ristrettezze economiche in cui ci trovavamo. Per
cui per quanto riguarda tutte le luminarie in tutta la città sono state spese meno
di 20.000,00 euro, per quanto riguarda gli addobbi natalizi, gli alberi, sono
state recuperate strutture che erano nei garage comunali, che risultavano essere
stati all’epoca opera dell’Assessore Cirino e quindi con grandissima economia è
stato allestito quanto era possibile, nonostante le gravi condizioni economiche
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nelle quali ci si trovava, con la stessa difficoltà economica però si è cercato in
tutti i modi di riuscire ad arrivare in quasi tutti i quartieri dove è stato possibile.
Stanno ancora in questo momento continuando i lavori, nel senso che si sta
continuando in alcuni quartieri a completare i lavori dell’allestimento, però
volevo proprio sottolineare come tutto questo sia dipeso da un risultato
importante che siamo riusciti ad ottenere insieme, che è stato quello di
salvaguardare gli equilibri di bilancio, non mandare in dissesto il Comune,
riuscendo soprattutto a fare questo senza aumentare di un euro una imposta, una
tassa nei confronti dei cittadini e soprattutto riuscendo a fare questo quando
siamo andati a eliminare tutte quelle spese superflue che si dovevano eliminare
e soprattutto riuscendo in questo senso a garantire tutte le spese per quanto
riguarda le Assistenti Sociali e per quanto riguarda i servizi sociali che siamo
riusciti a garantire. Volevo anche sottolineare un altro dato, come rispetto a
questo, così come anche rispetto ad altri momenti per esempio sul Natale non
abbiamo ricevuto disponibilità o contributi o sponsorizzazione da parte dei
privati. Questo lo volevo sottolineare per sottolineare a voce alta come sulla
vicenda del Natale, così come su tutte altre vicende che hanno riguardato la
gestione dell’Amministrazione comunale, tutto lo stiamo facendo da soli e
quando dico da soli è chiaro che il riferimento è all’Amministrazione comunale
e al Consiglio comunale. Con quello che ci siamo ritrovati in bilancio,
soprattutto con una gestione attenta, oculata delle risorse che abbiamo, con un
taglio di tutto quanto si doveva andare a eliminare ma riuscendo poi ad andare a
salvaguardare tutte le cose che si dovevano andare a salvaguardare dandoci
delle priorità. Volevo anche in questo senso sottolineare come questa azione che
abbiamo posto ha fatto sì che per esempio si riuscissero a portare in banca,
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relativamente a tutti i mandati di pagamento, riuscissero a mandarsi in banca
tutti gli impegni che erano stati presi dal Comune fino al mese di settembre.
Questo sta dimostrando come sta notevolmente migliorando la nostra capacità
in termini di liquidità finanziaria che sta andando moltissimo incontro rispetto a
tutti i servizi che offre il Comune. Grazie.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Grazie, signor Sindaco. Ha chiesto di
intervenire il Consigliere De Francisci.
CONSIGLIERE DE FRANCISCI – Grazie, Presidente, signor Sindaco,
signori della Giunta, colleghi Consiglieri. Intervengo per un prelievo,
sostanzialmente motivandolo dal fatto che la situazione solidarietà sociale è
diventata ormai insostenibile. Il Sindaco nel suo intervento che ha preceduto il
mio parla di risanamento, di miglioramento, tutto va bene, invece non tutto va
bene. Voglio vedere se questa volta realmente vuole veramente l’aiuto da parte
del Consiglio comunale, analizzando dal dibattito e sicuramente dai problemi
innumerevoli che emergeranno dal settore Solidarietà Sociale, se prenderà i
dovuti provvedimenti conseguenziali per cercare realmente di migliorare la
situazione attuale. Quindi chiedo il prelievo, Presidente, il prelievo del punto
13: “Valutazione ed approfondimento sulla gestione del settore dei servizi
sociali”. Grazie.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ha chiesto di intervenire sulla
proposta di prelievo il Consigliere Arnone, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE ARNONE – Credo che il punto all’ordine del giorno che
dovremmo prelevare sia un punto il cui inserimento ho chiesto io… (intervento
fuori microfono) Ce ne sono più di uno allora?
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VICE PRESIDENTE MARCHETTA – È il punto 13: “Valutazione e
approfondimento sulla gestione del settore dei servizi sociali”.
CONSIGLIERE ARNONE – E l’altro se è consimile direi di trattarlo in un
unico momento.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – L’altro è il punto 10: “Priorità
pagamenti dell’ente per situazione disabili, anziani, solidarietà sociale, con
contestuale rinvio a fine anno dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali, a
firma del Consigliere Arnone”. Lei dice questo?
CONSIGLIERE ARNONE – Ce n’era uno che era proprio della solidarietà
sociale.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Solo due punti ci sono che riguardano
la solidarietà sociale.
CONSIGLIERE ARNONE – Allora io credo che questi punti si trattino
congiuntamente, data la loro parziale coincidenza. Noi abbiamo vicende
abbastanza rilevanti come quelle di Villa Betania, ove, come è noto, abbiamo
questi ritardi dovuti alla situazione della liquidità del Comune e credo che più
che far sentire toni aspri con una punta di acido come quelli che abbiamo
appena sentito da parte del Consigliere De Francisci sia oggi più che mai il caso
di un atteggiamento ben più costruttivo e collaborativo da parte del Consiglio
comunale. Innanzitutto come chiedo nel punto che ho proposto, rinviando
l’incassare somme per gettoni di presenza da parte dei consiglieri comunali e
dando la priorità invece a pagamenti come quelli della solidarietà sociale. Ma
ancora voglio dire e va spezzata una lancia a tutto ciò che si è fatto fino a questo
momento che il settore della solidarietà sociale ha avuto finalmente quello che
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non aveva mai avuto, e qui faccio un brevissimo parallelo con la vicenda
dell’acqua: se per quanto riguarda i contatori non si erano mai andati a fare le
letture, si mettevano i contatori e non si andava a leggere cosa consumava il
cittadino per lustri, lo stesso abbiamo avuto per lustri per quanto riguarda la
Solidarietà sociale, ove si aveva un dirigente ogni sei mesi che non riusciva a
realizzare nessuna continuità amministrativa, non riusciva a costruire nessuna
progettualità di insieme negli interventi che si andavano a realizzare e la
Solidarietà sociale prima di questa Amministrazione e di questo dirigente
serviva fortemente come un luogo ove si realizzavano pratiche clientelari, di
contributi a pioggia, di logiche particolaristiche o di quei fenomeni, e mi avvio
a concludere, Presidente, che sono illustrati in quella nota che il dottore
Giuffrida ha rassegnato al Consiglio comunale. Concludo con una battuta che
una persona che mi è molto cara spesso fa, ed è quella della barzelletta del
coniglio e del leone. Vi era un coniglio nella foresta che stava sotto un albero,
passavano gli altri animali e gli dicevano: “Cumpari cunigliu e tu chi fa?” e il
coniglio diceva: “Sto qui che aspetto che passa il leone, che poi gli faccio un
mazzo così”. Passa la zebra: “Compare coniglio e che fate? “ dice: “Sto qui a
prendere il fresco e aspetto il leone che passa da qui che gli faccio un mazzo
così”. Passò il leone, dice: “Coniglio, che fai?” dice : “Sto qui e racconto tante
belle fesserie”, così mi pare il comportamento che tiene dentro il Consiglio e
fuori dal Consiglio, presso le emittenti televisive un noto giovane consigliere
comunale, quello del coniglio quando passa il leone. Grazie.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Il leone chi è? (intervento fuori
microfono) Consigliere Arnone, però lei è intervenuto, che cosa propone?
Perché al di là della bella favoletta…
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CONSIGLIERE ARNONE – Trattare congiuntamente i due punti che
riguardano la Solidarietà sociale, quello dei pagamenti degli enti assistenziali
con contestuale rinvio dei pagamenti del gettone di presenza ai consiglieri e
quello del funzionamento del settore della Solidarietà sociale. Credo che a
Villa Betania, come le persone che hanno situazioni di disabilità a casa,
attendono di sapere come funziona il settore della Solidarietà sociale con ansia,
ma con ancora più interesse attendono che in banca arrivino i soldi per passare
un Santo Natale nel modo migliore possibile. Quindi, mettere assieme i due
punti all’ordine del giorno mi pare una scelta che ha molto senso, così evitiamo
che l’Assessore debba ripetere due volte per due distinti punti all’ordine del
giorno. Tra l’altro non voglio difendere il fatto che il punto relativo ai soldi da
erogare ai disabili era comunque da me inserito prima del punto di cui chiede il
prelievo il Consigliere De Francisci. Quindi la mia proposta alla quale credo
che De Francisci si assocerà senza problemi è di trattarli assieme.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Va bene. Metto ai voti la richiesta di
prelievo del punto 13 dove è incluso nella valutazione anche il punto 10.
(intervento fuori microfono) Allora metto ai voti la richiesta di prelievo del
punto 13, poi chi vuole articolare i propri interventi… Consigliere Arnone, lei
discuterà pure del punto 10 se lo vuole, per ora preleviamo il punto 13. Chiedo
di mettere ai voti il punto 13 “Valutazione e approfondimento sulla gestione dei
servizi del settore servizi sociali”, per appello nominale.
Il Vice Segretario Generale procede alla votazione per appello nominale.
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VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Consigliere Vita, stiamo prelevando
il punto 13. Consigliere Arnone, siccome vedo che in Consiglio vi è contrarietà
(intervento fuori microfono) Consigliere Arnone, per ora stiamo mettendo ai
voti soltanto la richiesta del punto 13. (intervento fuori microfono) Non è
d’accordo, quindi metto ai voti la richiesta di prelievo del punto 13. Siccome
c’è una richiesta di prelievo, dobbiamo mettere in votazione la richiesta di
prelievo. Prima si vota la richiesta di prelievo del punto N. 13, poi se viene
approvata si parlerà del punto 13 perché in ordine prioritario e cronologico vi
era questa richiesta di prelievo. Lei aveva chiesto di intervenire sul prelievo, ma
siccome ci sono anche due votazioni, che c’è un ordine del giorno, non è
possibile secondo me confondere due punti in un punto, quindi chiedo il
prelievo del punto 13. Passiamo alla votazione.
Il Vice Segretario Generale procede alla votazione per appello nominale.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – 27 presenti, 26 voti favorevoli, 1 voto
contrario, la richiesta del prelievo del punto 13 è approvata.
Punto N. 13 all’O.d.G.: "Valutazione e approfondimento sulla gestione del
settore Servizi Sociali”.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA - Chi richiede di intervenire? Il
Consigliere De Francisci.
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CONSIGLIERE DE FRANCISCI – Grazie, Presidente. Mi consenta una
breve incidentale sulle dichiarazioni esternate dal collega Arnone che mi fanno
tanto sorridere, ormai nella fase calante della sua carriera professionale è
diventato anche un saggio, uno che fa metafore e le comunica. Andiamo ad
analizzare il merito del problema che è un problema invece molto grave, che
consentitemi le tonalità alte dovute dal grido di lamentela che quotidianamente
io e altri colleghi consiglieri, impegnati nell’esercizio delle nostre funzioni,
quotidianamente prendiamo, riceviamo, addirittura io ho persone che vengono
fin sotto casa mia a dire che le situazioni sono ormai arrivate al paradosso. Io
vorrei fare un breve excursus di carattere generale dall’insediamento di come
vanno le cose al settore Solidarietà sociale, poi altri colleghi entreranno nello
specifico di questa o di quella Cooperativa. Come voi ben ricorderete non è la
prima volta che io porto all’attenzione del Consiglio comunale la vicenda
Solidarietà sociale. Di fatto ci sono stati problemi di persone da parte dell’apice
del settore Solidarietà sociale che in una vicenda sulle esternalizzazioni di
determinati servizi aveva creato e a creato a mio avviso bandi ad hoc, dove i
requisiti venivano posti in capo alle persone e non in capo alle ditte. Come
sappiamo le vicende e quindi mi limito solamente a ricordarlo per excursus
storico, la vicenda è approdata ai tavoli delle aule giudiziarie, dove
naturalmente è a tutt’oggi oggetto di inchiesta. Le cose continuano a peggiorare,
il settore è gestito in maniera errata, in maniera oserei dire dove nel libero
arbitrio decisionale del dirigente si decide taluna cosa o altra cosa, ma il fatto
oggettivamente grave è che l’assessore al ramo non riesce a incidere, emanare
direttive che possono essere recepite da parte del dirigente. Ho persone che mi
hanno dichiarato che l’assessore dichiara all’utenza: “Purtroppo comanda il
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dirigente, io non gli posso dire questa cosa non la vuole fare, questa altra cosa
non la vuole fare”. Le ultime cose che sono accadute in ordine di gravità sono il
mancato pagamento da parte dell’Ipab Villa Betania, che oggi ho sentito il
direttore dell’Ipab che mi dice che nonostante ci fosse stato un impegno
pubblico da parte dell’Amministrazione attiva, perché come sappiamo si è
arrivata alla gestione commissariale da parte della Regione siciliana per pagare
gli arretrati e di fatto ad oggi dopo che vi è un impegno preso da parte
dell’Amministrazione, il pagamento di quattro mesi, di fatto ne sono stati
pagati solamente due, quindi ad oggi il direttore mi comunica che ne sono stati
pagati solamente 2. Con ulteriore aggravio mi comunica il Direttore che
procederà nuovamente ad adire il Commissario perché non si riesce a
concludere il pagamento degli ulteriori due mesi, ora si va ad aggiungere
un’altra Cooperativa, che dalle carte che ci sono pervenute e in conferenza dei
capigruppo e presso gli uffici del gruppo consiliare del Movimento per
l’Autonomia, ma anche presso altri gruppi consiliari, vediamo che da quello che
appare dalle carte, si è creato un circolo vizioso che va a danno della
Cooperativa. Quindi la Cooperativa viene vessata, se nell’esercizio quando
opera vengono fatti ritardi che io giudico strumentali, e lo dico
nell’insindacabilità delle mie opinioni espresse da politico eletto da questa città,
sostanzialmente vi è un circolo vizioso e una serie di richieste, quindi è una
situazione di carattere epistolare tra la Cooperativa e il settore che di fatto vede
ad oggi il Comune di Agrigento debitore nei confronti della Cooperativa di
all’incirca 500.000,00 euro, con danni esorbitanti nei confronti di una azienda
che comunque opera nella provincia di Agrigento, nel capoluogo cittadino. E
allora che venga una famiglia di imprenditori in generale, non di questo settore,
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ma comunque della famiglia di imprenditori, le imprese vanno sempre fatte
salve, nel limite del possibile della legalità, ma sempre fatte salve, perché le
imprese sono portatori, soggetti sani di economia e sviluppo, ma ahimè, forse
l’apice del settore, da vecchio politico militante queste cose le dimentica.
Andiamo avanti. I problemi dei buoni socio - sanitari. Sostanzialmente
l’assessore si impegna e fissa una data nel giorno 14 dicembre, dichiara alle
famiglie che sostanzialmente ho sentito, ho incontrato testimonianze, hanno
figli, che è incredibile, che sono invalidi allo stato vegetale, hanno bisogno cure,
mi hanno lasciato anche perplesso, scioccato dalle testimonianze che ho sentito,
l’assessore si impegna che il pagamento deve essere fatto giorno 14, mi dicono
le famiglie, e se me lo dicono e sono qua, vuol dire che sono convinte di quello
che dicono. Sostanzialmente mi dicono che non prende il telefono, di fatto non
si può fare più il pagamento, nonostante le visite fatte dall’ASP, dall’Azienda
Sanitaria Provinciale, sono state completate per problema o non problema. Ma
al di là del dato tecnico io ritengo, colleghi, che il settore Solidarietà sociale è
un luogo comunque di sofferenza, si ci va non per organizzare una festa o
organizzare una manifestazione, ma si ci va perché si ha di bisogno. Partendo da
questo principio generale, io ritengo che l’Amministrazione attiva bisogna che
si faccia in 12 per cercare almeno di sentire lo sfogo degli utenti, dei cittadini
bisognosi e per capire le loro esigenze. Non è possibile che il dirigente reagisce
addirittura non ricevendo gli utenti, l’assessore spegne il telefono, davanti a me
le famiglie oggi hanno chiamato più volte e il telefono era staccato, sicuramente
avranno sbagliato numero, Assessore, perché era staccato, non riescono ad
avere l’interlocuzione con l’Amministrazione attiva. Ma giustamente,
Assessore, Sindaco, l’Assessore non passa dal corpo elettorale, non sa che
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significa raccogliere il consenso, voto per voto. Allora a questo punto io ritengo
e concludo il mio intervento iniziale, concludo che desidero ai sensi
dell’articolo 17 del regolamento, Presidente, desidero che la proposta venga
fatta da parte sua, l’istituzione urgente alla fine del dibattito con un deliberato di
una Commissione Speciale di Inchiesta, di cui io già preannuncio per evitare
false strumentalizzazioni che non sarò presente, perché non voglio esserci,
monitorerò l’operato della Commissione esternamente, per evitare che così
possa essere strumentale il mio intervento, magari posso avere il dente
avvelenato, come già mi aspetto che qualcuno dirà, allora chiedo l’istituzione di
una Commissione Speciale di inchiesta che vada a monitorare e a valutare tutto
l’operato del settore Solidarietà sociale, dall’inizio fino alla fine, e dopo di che
se è il caso chiediamo il Commissariamento da parte della Regione Siciliana,
perché non è possibile continuare e continuare a vedere soffrire la gente e i
cittadini. Grazie.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ci sono altri interventi? Consigliere
Calabrese. Scusi, Consigliere Calabrese, io in via preliminare, siccome vi è stata
appunto una richiesta formale del Consigliere De Francisci, mi corre l’obbligo
di dare lettura dell’articolo 17, perché dice, è vero: “Su proposta del Presidente
del Consiglio, però dice su istanza sottoscritta da almeno due quinti dei
consiglieri in carica o a seguito di gravi irregolarità effettuate dal Collegio dei
Revisori dei Conti o dal Difensore Civico, il Consiglio comunale nell’esercizio
delle funzioni di controllo politico – amministrativo può costituire nel suo
interno Commissioni speciali di indagine incaricate di effettuare accertamenti
su fatti, atti, provvedimenti, comportamenti tenuti da componenti degli organi
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elettivi, dai responsabili degli uffici e servizi, da rappresentanti del Comune e
da altri organismi”.
CONSIGLIERE CALABRESE – Lo sottoscriviamo, lo firmano 6 consiglieri
e la presenta, non è quello il problema.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA - Voglio evidenziare in via preliminare
questo aspetto tecnico eventualmente.
CONSIGLIERE CALABRESE – Il Consigliere De Francisci aveva proposto
alla fine del dibattito comunque se era necessario presentare un documento con
il quale veniva chiesto l’istituzione, è chiaro che si rifaceva a quello che dice il
regolamento e quindi 12 consiglieri dovranno firmare questa richiesta.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Era giusto che per ordine dei lavori
ne dessi lettura. Prego, Consigliere Calabrese.
CONSIGLIERE CALABRESE – Grazie, signor Presidente, colleghi
Consiglieri, signori della Giunta, signori tutti. Abbiamo sentito l’intervento nel
quale si diceva che finalmente il settore della Solidarieta sociale è uno dei pochi
settori in cui le cose vanno a gonfie vele. Certo, io non ho l’esperienza
ventennale dello stare in questo Consiglio comunale, ho una esperienza di otto
anni e vi posso garantire che nonostante le clientele, il problema e quant’altro
sono stati sollevati, sotto l’Amministrazione Piazza mai, era quanto dire parlare
dell’Amministrazione Piazza, mai avevamo avuto l’aula così piena da parte di
gente che ha problemi con il settore della Solidarietà sociale. Quindi non mi
risulta che le cose siano migliorate, mi risulta che le cose sono peggiorate, ed
ora faremo un’analisi. In questi giorni abbiamo sentito l’annuncio che a Villa
Betania era tutto a posto. Incontro qualche operatore di Villa Betania e mi
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preannuncia che sarà rinominato un nuovo Commissario, perché già il primo è
venuto e quindi tutto quello che si era detto non è stato fatto. E mi dicono che le
cose vanno bene. Il problema della liquidità: bene, a scanso di equivoci e credo
di interpretare il pensiero di tutti i colleghi qui presenti. Vedete, noi non
abbiamo problemi se accertiamo che il problema nasce dalla liquidità a
sospendere i nostri compensi, ma mi voglio rassegnare un dato perché su questo
si fa populismo, propaganda pura, mi pare di vedere qualcuno che assume panni
del nostro grande premier Berlusconi quando fa il populismo che fa questo
individuo. Vi voglio rassegnare un dato: allora, i costi dell’intero Consiglio
comunale formato da trenta persone è di circa 450.000,00 euro l’anno, 30
persone elette con mandato popolare. I costi del signor Sindaco eletto anche lui
con mandato popolare e di 10 nominati sono di circa 400.000,00 euro l’anno.
Allora, io la lancio la proposta, senza populismo, una proposta vera e seria,
bene: sospendiamo l’indennità per un anno, anche se a questo aderisce il signor
Sindaco e l’intera Amministrazione e risolviamo il problema della liquidità
quando accerteremo se questo è un problema di liquidità. Avremo così in cassa
850.000,00 euro e il problema non si porrà più, risolveremo il problema della
liquidità, non per un mese, per due mesi, come per propaganda sostiene
qualcuno, ma per un anno intero, non c’è problema. Questo per scanso di
equivoci di quello che sarà detto sul fatto dei gettoni e di quant’altro. Il costo
del Consiglio, di 30 consiglieri è 450.000,00 euro, il costo del Sindaco e della
Giunta 400.000,00 euro l’anno. Congeliamo tutto e diamo una risposta tutti
insieme alla cittadinanza. Villa Betania l’abbiamo detto, a giorni sarà
rinominato un nuovo Commissario. Ditemi voi se le cose vanno bene. Io ai
consiglieri che nella scorsa consiliatura erano con me: avevate mai visto l’aula
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così piena di gente che si reca presso i servizi sociali e che ha necessità
dell’assistenza dei servizi sociali? Non l’avevo mai visto. Consigliere Salsedo,
lei c’era. Consigliere Gramaglia, lei c’era, l’aveva mai vista? Non mi ricordo.
(intervento fuori microfono) La colpa è sempre della Regione. Il problema che è
stato toccato del buono socio – sanitario. Bisogna avere chiarezza con la gente,
non bisogna dire una cosa e poi… perché la gente impazzisce, bisogna spiegarle
le cose alla gente. Se adesso il contributo arriva come distretto socio – sanitario
e questo obiettivo deve essere complessivo, bisogna spiegarlo alla gente. Se il
problema non è il Comune di Agrigento perché il nostro Sindaco si impegna a
mettere quel 20% di integrazione all’80% che già la Regione ha provveduto a
emanare, e il problema non è del Comune di Agrigento, ma è del Comune di
Aragona, del Comune di Favara, non so chi c’è in questo distretto socio –
sanitario, so che vi sono dieci Comuni, diciamolo alla gente, Comitini,
Raffadali, diciamolo alla gente che il problema non dipende da noi. Non li
possiamo fare impazzire fino al punto da non rispondere più al telefono, perché
quello che ha detto De Francisci è vero, anche io oggi l’ho chiamato, Assessore,
anche io l’ho chiamato, il mio telefono è qua, con il suo numero registrato, tutti
e due i numeri, e tutti e due i numeri erano irraggiungibili, anche io l’ho
chiamata e le dico anche l’orario, perché la telefonata è registrata. Sarà stato a
scuola, probabile che era a scuola, era staccato il telefono, per carità, non è che
dico che deve avere per forza il telefono acceso sempre, ma risulta a verità. I
cittadini che questa sera sono qua con noi hanno provato anche loro con i loro
telefonini ed era staccato. Può essere che era a scuola, ora glielo faccio vedere,
qua è il mio telefonino, tranne che non ho entrambi i numeri sbagliati. Ma
andiamo al problema della confusione generale che vi è in questo momento in
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quel settore. Partiamo dal fatto della liquidità. A quanto ci è dato a sapere pare
che ci sia ancora un sospeso per l’anno 2008 in generale di tutte le cooperative,
le associazioni che lavorano per la solidarietà sociale, per il 2008 di circa o
poco più di un milione di euro, 2008. State vedendo, ne abbiamo già discusso
qualche mese fa, i soci della Cooperativa Papa Giovanni XXIII. Non è malvagia
l’idea del Consigliere De Francisci, perché bisogna capire se le cose funzionano
uguali per tutti o funzionano per alcuni sì, per altri no. Siccome io sono solito
andare a documentarmi, a vedere le carte, a vedere quello che succede e non mi
fermo solo a sentire una campana, che può anche essere interessata, visto che
da aprile non percepiscono compensi per le fatture, anzi, adesso entreremo nel
dettaglio e là c’è da andare a chiedersi perché avvengono queste cose, vanta
questa Cooperativa, ne abbiamo discusso, vi ricordate i famosi 263.000,00 euro
che erano stati accreditati dalla Regione, che si tergiversava e quelli stavano per
fallire perché le banche gli negavano tutto, ne abbiamo discusso ampiamente in
questa aula, dopo la discussione si è arrivati al pagamento. Ancora rispetto al
2008 hanno un arretrato per i minori italiani, stranieri non accompagnati di circa
157.000,00 euro, che a quanto mi è dato a sapere ad oggi non sono stati ancora
richiesti a mamma Regione. Quindi, se poi abbiamo mancanza di liquidità, la
colpa è di mamma Regione che non manda i soldi, però li leggiamo sui giornali
che l’Assessore stanzia i fondi, invita i comuni a mandare le richieste e noi non
ci facciamo accreditare queste somme. Sono state richieste queste somme alla
Regione come previsto dalla circolare N. 9 del 28/09/2009? Non ci è dato a
sapere. Abbiamo questa Cooperativa presenta le fatture di aprile, maggio e
giugno, all’interno della loro comunità ospitano minori italiani e minori
stranieri non accompagnati e quindi presentano le fatture per i minori italiani e i
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minori stranieri non accompagnati. Vengono pagate per aprile, maggio e giugno
le fatture per i minori italiani, non vengono pagate le fatture riguardanti i minori
stranieri non accompagnati, per un importo di 123.000,00 euro. Allora io mi
chiedo: vi è tutta una serie di documentazioni visto che non ho il tempo per
poter spiegare bene tutta una serie di documentazioni, di corrispondenza fra
l’ufficio, la ditta, richieste di documenti, cose cervellotiche a mio giudizio,
perché arrivati a un certo punto viene fuori una richiesta di documentazioni che
richiede un elenco infinito di documenti che sono esattamente gli stessi
documenti che vengono richiesti alle cooperative nel momento in cui richiedono
l’iscrizione all’Albo regionale. Se la Regione li mandiamo in (...) scritti
all’Albo regionale, vuol dire che questi requisiti non sono venuti ancora meno,
non capisco le motivazioni di tutte queste cose, ma con cose cervellotiche. La
agibilità della struttura, i requisiti di agibilità della struttura che devono essere
richiesti ogni sei mesi, quando arriva questa richiesta all’ufficio Urbanistica,
perché poi l’ufficio della Solidarietà sociale non ha le competenze per
certificare queste cose, quindi manda all’ufficio Urbanistica che impazziscono,
perché non è possibile andare a fare questi accertamenti ogni due mesi, una
situazione veramente tragica. Quindi, non vengono pagate le fatture degli
stranieri. Ora io dico: che senso ha se la ditta è inadempiente, secondo la
documentazione richiesta, perché gli paghi gli italiani e non gli paghi gli
stranieri? Non mi è dato a capire. Ecco perché ho necessità che venga istituita
questa Commissione perché mi voglio documentare. Voglio accertare le cose
come vanno in questi uffici. Sono state presentate ulteriori fatture per luglio,
agosto, settembre, ottobre, novembre visto che è già scaduto anche il mese di
novembre, per altre 200.000,00 euro. Quindi, se avete fatto un conto rapido,
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questi operatori praticamente sono in credito nei confronti del Comune per
qualcosa come 470.000,00 euro. Abbiamo voglia di congelare i gettoni, cari
colleghi, per arrivare a questi… o una sola Cooperativa. Non so quello che
verrà fuori dall’accertamento, perché io sono convinto della sensibilità di questo
Consiglio e che vorrà fare questa Commissione di indagine. Allora, arrivati a
un certo punto che cosa si fa? La Cooperativa per evitare il fallimento, visto la
legge che gli dà la possibilità di chiedere delle anticipazioni alla banca, se
presentano una richiesta di certificazione di credito da parte dell’ente, viene
penalizzato anche là, non gli si fa manco la richiesta, la certificazione del
credito, viene negata perché viene richiesta una certificazione dei progetti
rieducativi dei minori. Vi posso preannunciare che già la Cooperativa pur di non
fallire, di continuare a lavorare e di poter dare lo stipendio ai propri
collaboratori, ha già presentato questa istanza, ma non gli facciamo manco la
certificazione, no i mandati, la certificazione di un credito reale, non si fa
manco questa. La si vuole fare fallire, bene. Poi ci lamentiamo quando gli
operatori con l’acqua sopra la testa si rivolgono ai legali per emettere i decreti
ingiuntivi. Poi voglio capire chi pagherà queste ulteriori spese. Vedete, le cose
vanno bene, la Solidarietà sociale era un covo di… Vice Sindaco Vita, mi
riferisco alla vecchia Amministrazione, di clientelismo. Bene, io non avevo mai
visto sotto l’Amministrazione Piazza che una certa Tomasi Onlus venisse
scambiata per una agenzia interinale. Sono stato avviati al lavoro degli
operatori, è stata fatta una richiesta senza nessun bando, senza nessuna
pubblicità, senza niente alla Tomasi Onlus come se fosse una agenzia interinale.
Oggi faccio la richiesta, l’indomani mattina mi arriva il fax con l’elenco dei
nominativi. Scusatemi, con l’Amministrazione Piazza queste cose non le
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abbiamo viste. Consigliere Alfano, le cose andavano male, malissimo, ma
queste cose non le abbiamo mai viste. Mi associo alla richiesta, no la
sottoscrivo, ci metto sette firme, alla richiesta di una Commissione Speciale di
Indagine, cari concittadini, tanto non costa nulla al Comune. Se accerteremo che
abbiamo detto una serie di barzellette, chiederemo scusa pubblicamente a tutti
coloro i quali si sentono oggi investiti di responsabilità che non hanno. Se non
accerteremo questi fatti, chiederemo scusa pubblicamente, sono abituato a farlo,
l’ho già fatto altre volte. Grazie, Presidente.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Grazie, Consigliere Calabrese. Ha
richiesto di intervenire il Consigliere Saeva, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE SAEVA – Grazie, Presidente, colleghi Consiglieri, signor
Sindaco, signori della Giunta. Io vorrei fare un discorso preliminare anche
perché faccio parte della terza Commissione consiliare permanente, che si
occupa tra le altre cose dei Servizi sociali. E voglio dire, penso di rappresentare
il pensiero di tutta la Commissione, che ben venga una Commissione di
indagine su questo argomento, come su altri che si vorranno affrontare, perché
riteniamo tutti che dove si voglia fare chiarezza fino in fondo, questa deve
trovare l’avallo da parte di tutti i consiglieri, quindi noi siamo ben lieti che una
Commissione di indagine venga fatta anche perché nell’ultimo periodo si sono
verificati diversi episodi sul quale va fatta chiarezza. Io in questo momento non
voglio dare le colpe a nessuno, però è emersa una situazione sicuramente poco
chiara. Tratterò alcuni aspetti della solidarietà sociale che sono attualmente stati
dibattuti o affrontati anche in questo Consiglio e sui quali vale la pena spendere
alcune parole, innanzitutto sulla questione Villa Betania, che anche se non
conosco nei minimi dettagli, vorrei porre l’attenzione al Presidente e anche al
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Sindaco, perché forse non tutti i consiglieri comunali ricorderanno che l’anno
scorso questo Consiglio comunale votò un regolamento sull’assistenza e sui
servizi di ricovero socio - assistenziali, nel quale tra le altre cose cosa
prevedevamo? Che gli enti, le case di cura, i centri di assistenza riscuotessero la
parte dovuta dall’assistito direttamente, questo stabilito per regolamento. Cosa
avviene invece con Villa Betania? Villa Betania è l’unica struttura che non
riscuote direttamente la parte dovuta dall’assistito, ma la fa gravare sul
Comune, quindi noi abbiamo fatto un regolamento per fare sì che l’ente avesse
una liquidità immediata e il Comune non dovesse ricorrere chissà a quali
sotterfugi per andare a recuperare la parte che gli era dovuta dall’assistito
ricoverato, questo vale per tutti tranne che per la struttura Villa Betania. Quindi
io vorrei capire anche perché il regolamento non viene fatto applicare solamente
per Villa Betania. O è sbagliato il regolamento e quindi va modificato se Villa
Betania non può riscuotere direttamente dai propri assistiti parte delle somme
dovute oppure vorrei capire con quale diritto qualcuno si prende la facoltà di
non fare applicare un regolamento comunale sul quale i colleghi consiglieri
hanno speso del tempo e anche la comunità indirettamente e dei soldi. Poi
vorrei anche discutere sulla questione della Cooperativa qui presente, la
Cooperativa Papa Giovanni XXIII, senza entrare troppo nel dettaglio, perché è
una vicenda complicata. Però veramente, Presidente, io mi auguro che la
Commissione di indagine prenda tutte le carte e tutta la documentazione, tutte le
lettere intercorse tra la Cooperativa Papa Giovanni XXIII, il dirigente, il signor
Lauricella che poi è stato casualmente allontanato e anche l’Assessore, prenda
queste carte e le porti alla Procura della Repubblica perché si faccia chiarezza
fino in fondo perché sicuramente se la colpa è del nostro dirigente, del nostro
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Assessore, vanno accertate responsabilità, oppure questi hanno ragione e la
Cooperativa Papa Giovanni XXIII ha finora fatto delle doglianze per cose che
non gli erano dovute, ma la verità va accertata, la verità va accertata fino in
fondo e nelle sedi appropriate. Non possiamo nasconderci dietro questi aspetti
che rappresentano qualcosa di grave, perché non può mettersi in bocca o
parlare di correttezza, di trasparenza quando capita o quando è il caso. La
correttezza e la trasparenza negli atti amministrativi la si deve avere sempre
come principio. Poi vorrei citare un altro aspetto, anche questo interessante. Il
Consigliere Calabrese citava come ultima cosa del suo discorso una vicenda
recente, ovvero l’affidamento alla società Cooperativa Tomasi Onlus del
servizio di assistenza per gli scolari non autosufficienti, gli studenti non
autosufficienti. Le modalità con cui viene affidato questo servizio suscitano
alcune perplessità. Vorrei far presente al Consiglio comunale che ho già
predisposto l’interrogazione depositata alla Presidenza del Consiglio, inviata al
Sindaco e al Direttore Generale, perché vorrei capire se è normale e quali criteri
sono stati utilizzati per affidare direttamente a questa società, anche se mi dice
che la tempistica era così breve, per cui per far fronte al servizio si è dovuto
ricorrere quasi a un affidamento diretto, però vorrei capire se da un punto di
vista amministrativo sia corretto questo scambio, quali sono stati i criteri per
cui è stata scelta la Tomasi e non un’altra società Cooperativa che opera nel
campo dei servizi sociali, se l’invito sia stato rivolto a tutti e abbia accettato
solo la Tomasi, come mai la determina dirigenziale viene fatta il giorno e la
mattina seguente la Tomasi fornisce l’elenco delle persone che devono andare a
lavorare, chi ha indicato queste persone, quindi ci sono una serie di cose su cui
si può discutere. La Commissione di cui io faccio parte naturalmente cerca di
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affrontare alcune problematiche, ma è ovvio che non si può occupare di tutto. I
lavoratori della Cooperativa Papa Giovanni XXIII mi daranno atto che quando
hanno voluto essere sentiti ci hanno trovato sempre disponibili e abbiamo anche
richiesto per iscritto le loro lamentele per verificare se fosse corretto l’iter
seguito dall’Amministrazione, però a dir la verità sembra quasi che delle
vicende degli atti amministrativi siano condizionati da rapporti personali nel
senso sembra che si inceppi il meccanismo, non tanto perché ci sia un problema
burocratico, un problema amministrativo a cui non si riesce a far fronte, ma
sembra che ci sia quasi uno scontro personale. E anche la vicenda, mi si
permetta di dire, dell’allontanamento del signor Lauricella che è il Segretario
della nostra Commissione appare quantomeno singolare per la tempistica che ha
avuto, e vi spiego perché, perché dopo uno scambio epistolare tra il dirigente e
il funzionario Lauricella, in cui si lamentava, insomma vi era una discussione
fra i due, il funzionario viene anche legittimamente, non voglio sindacare
perché rientra nelle prerogative del dirigente, viene allontanato, ma anche su
questo va fatto chiarezza, vanno dette le cose chiaramente. Magari ci saranno
stati anche dei buoni motivi da parte del dirigente per spostarlo ad altro servizio,
ma va fatta chiarezza, va fatta fino in fondo chiarezza, e quando ci sarà quella,
troverà sempre la totalità dei consiglieri comunali e il gruppo dell’UDC accanto
ad ogni iniziativa che voglia andare in questa direzione.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ha chiesto di intervenire il
Consigliere Vella, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE VELLA – Grazie, Presidente, signor Sindaco, signori
Assessori, colleghi Consiglieri. Anche io come il Consigliere Saeva faccio
parte della III Commissione che si occupa anche di servizi sociali. Ho ascoltato
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i vari interventi tra cui quelli del Consigliere De Francisci e del Consigliere
Calabrese. Io mi associo alla richiesta di chiarezza che la proposta di nominare
una Commissione di indagine ha la prerogativa di ottenere, perché ritengo che
la chiarezza debba essere resa all’intera cittadinanza e a tutti gli utenti che al
settore si rivolgono. In particolare a me premeva porre un accento su due aspetti
che vorrei, anche qualora la richiesta del Consigliere De Francisci e degli altri
consiglieri comunque che hanno sottoscritto la proposta, venisse accolta, era
quella… sono due aspetti in particolare, uno di questi aspetti è stato già
sottolineato dal Consigliere Saeva, ovvero è quella relativa all’esatta
applicazione del regolamento approvato in questo Consiglio comunale che
disciplina appunto l’accesso ai servizi residenziali e in particolare quelle norme
del regolamento che per evitare quel giro di posta che in precedenza si attuava
per il recupero di quella porzione di quote, di spettanza delle singole utenze in
relazione alla loro capacità reddituale, con il nuovo regolamento, questo almeno
sulla carta non dovrebbe più avvenire in quanto è la stessa struttura che
dovrebbe curare il prelievo di questa quota di pertinenza del singolo utente e da
quando abbiamo avuto modo di visionare in seno alla Commissione, questo non
avviene o meglio non avviene per tutte le strutture che operano nel settore. In
particolare volevo poi sottolineare un altro aspetto, in particolare ad oggi è
vigente una normativa regionale, mi scuso ma non ricordo il numero della legge
regionale, in particolare questa disposizione prevede sempre per quanto
riguarda l’accesso ai servizi residenziali, prevede una retta giornaliera per
quanto riguarda gli utenti che sono riconosciuti invalidi civili, con una
percentuale superiore del 70%, prevede quasi il raddoppio della retta
giornaliera. Sempre in base a questa normativa, questo surplus rispetto alla
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quota ordinaria della retta giornaliera deve essere corrisposto dall’A.S.L. di
competenza. Io vorrei capire, tenendo conto e ricordando a me stesso che
solamente a Villa Betania, si faceva il caso di Villa Betania, circa il 70% degli
utenti sono invalidi civili con una percentuale superiore a 70%, vorrei capire
che cosa ha fatto il Comune per attivarsi per recuperare questa somma ulteriore
ovvero il raddoppio della retta giornaliera che in base a questa normativa
regionale è a carico dell’A.S.L., perché facendo due conti, considerato gli anni
pregressi, la somma da recuperare è di una certa entità e questa somma
permetterebbe oggi al Comune di poter fronteggiare a quei pregressi di
spettanze che molte cooperative operanti nel settore oggi vantano giustamente
in quanto necessario per potere continuare a prestare il loro servizio nel settore.
Quindi io termino avallando quella che è stata la richiesta inizialmente proposta
dal Consigliere De Francisci e mettendomi assolutamente a disposizione quale
componente della Commissione consiliare III per qualsiasi ausilio all’attività
che la Commissione, laddove fosse istituita, volesse porre in essere. Grazie.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ci sono altri interventi? Consigliere
Picarella, poi il Consigliere Lo Presti, il Consigliere Arnone, il Consigliere
Galvano.
CONSIGLIERE PICARELLA – Presidente, Consiglieri. Questo è un
problema serissimo, io che sono meno giovane degli altri, sin dal 1970 questo
assessorato era appetitoso. Questo assessore lo voleva la maggioranza, perché
allora c’erano amministrazioni omogenee, c’era il DC, PSI, e io allora superavo
tutto. Ma perché vogliono andare in questo Assessorato dell’Assistenza? Quello
è il migliore Assessorato, c’è il clientelismo, si fa quello che si vuole. Io sono
stato sempre nella mia vita superiore a queste cose, e sorpassavo, ma ora da un
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mese ad oggi mi è capitato un fatto personale, sono andato a visitare una mia
parente a Villaseta, in via Stromboli. Io debbo dire e lo dico pubblicamente mi
sono vergognato, mi disse: ma tu non sei mio cugino? Io sono poverissima, ho
la minima pensione, possibile che altri hanno la assistenza domiciliare? Io non
chiedo altro, io non lo posso avere? Ebbene, devo dire, riconoscere che io mi
sono umiliato e vergognato. Tra l’altro il giorno successivo sono andato a
trovare l’Assessore competente e ho detto questo: “Assessore, io mi sono
vergognato, ho una mia cugina che si chiama Picarella che non può avere
l’assistenza domiciliare. E io quando mi ha detto che non aveva fatto nessuna
domanda, non aveva fatto niente, l’assessore si è prodigato, dice: vediamo se
possiamo fare qualcosa. L’Assessore non c’è riuscito, gli hanno promesso: sì,
vediamo in deroga se ci può andare, vediamo qua. Non c’è riuscito. Prendono in
giro pure l’assessore. Ebbene, giorni fa sono andato all’ufficio all’Assistenza e
ci sono stato pure oggi, anche perché questa che ha più di 86 anni, poverissima,
giace nella miseria e sono stato in questo ufficio, tra l’altro ho fatto la domanda
perché c’è andato qualcuno a casa. Ebbene, mi fu detto che c’è una graduatoria,
se muore qualcuna vediamo, ma ce ne sono tante che debbono morire, cioè per
questa avere l’assistenza debbono morire non so quante persone, tra l’altro poi
mi fu detto che nel mese di febbraio sarà allargato questo problema di assistenza
e certamente avranno l’assistenza. Ora dico, perché è necessario, anche
nell’interesse dell’ufficio che si scolloca, si leva il clientelismo
dell’Amministrazione e dà lustro all’intera città. Io penso che anche l’ufficio
deve essere contento di questa Commissione in modo che poi può rifiutare il
favoritismo che fa ad altri, se lo fa, perché io metto sempre in dubbio le cose,
ma io penso che è una cosa che deve essere accettata, anzi con sollievo degli
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uffici se c’è trasparenza, perché noi vediamo la Villa Betania, quella è più
privilegia rispetto ad altre, hanno i locali nostri di proprietà, ci sono impiegati
della Regione e noi verifichiamo e qua forse qualche consigliere dimentica che
qua sono venuti i debiti fuori bilancio di comuni vicini a noi, Favara, Comitini,
eccetera, di rette non pagate, con pregiudizi di cause perdute. Una volta mi
ricordo che abbiamo pagato circa 400.000,00 euro, c’era un danno enorme di
queste cose. Ora dico: come avviene? Che fa, quando c’è bisogno l’assistenza
domiciliare, io nomino questa perché ci sono andato dentro, ma per altri casi si
fa una graduatoria e finisce? Chi muore muore? Se c’è un caso che si verifica
successivamente non c’è rimedio. E allora noi verifichiamo, io lo verifico quasi
giornalmente che questi che hanno bisogno l’assistenza è gente umile, povera
che sta a casa, viene dimenticata e io vedo che quando c’è il Sindaco io non
chiedo se c’è il Sindaco, ma vedo i corridoi pieni di persone che sono tutti per
l’assistenza sociale. Allora chi è più forte, chi è più furbo viene a sollecitare il
Sindaco per avere l’assistenza, per avere il pacco, per avere il buono, per avere
tutto, mentre le persone umili che stanno a casa e si vergognano restano
dimenticate a casa sua, perché non hanno nessuno che può battere il pugno qua
dentro nei corridoi e gridare contro il Sindaco se non ci dà il pacco, se non ci dà
l’assistenza, se non ci dà questo, e questo secondo me glielo dà quasi sempre,
quasi ogni mese. Per cui io dico che è giusto che ci sia una Commissione di
Inchiesta anche perché l’Ufficio possa liberarsi se ha le mani legate, possa
liberarsi dei fatti e mettere le cose nella trasparenza possibile e immaginabile.
Non è concepibile se uno è raccomandato, subito viene collocato nei comuni
vicini, se uno non ha raccomandazioni resta a casa, non c’è niente, non c’è
niente da fare. Oggi mi hanno detto che ne è morta una, mi pare l’altro ieri, ora
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entra l’altra, è come se è una cosa meccanica, senza vedere se quella ha un
bisogno rispetto ad altri e io ho preso gli elenchi di tutti questi assistiti con
assistenza domiciliare e io non ho il tempo, ma bisogna fare una indagine per
vedere se questi che hanno l’assistenza domiciliare se viene fatta e quali sono le
condizioni. Qua siamo tutti nell’assistenza sociale. Se dice questa è povera
glielo diamo, questa per me non è povera. Una volta ho sentito una famiglia che
c’è è andato, che quella è una famiglia modesta, seria, buona, aveva la casa
pulita: ma lei ha una casa pulita. E allora perché è pulita, è gente perbene e
viene penalizzata, non ci si dà sussidio, mentre se entra nelle sporcizie allora si
ci dà il sussidio. Per queste mie considerazioni io termino e condivido che ci sia
la Commissione d’Inchiesta, non per fare un torto a nessuno ma per dare
chiarezza a tutto, perché dare chiarezza significa democrazia e dire: se noi
valutiamo e diciamo a una che è povera e ce n’è un’altra più povera dell’altra,
quella non ha reazione, ma se quella vede che è povera e l’altra che è meno
povera, quella è assistita e quella no, allora vi è una reazione naturale, viene
spontaneo: come, io sono più povera dell’altra, l’altra viene assistita e io non
vengo assistita? Ma c’è la graduatoria. Ma che graduatoria e graduatoria?
Quella deve avere più assistenza dell’altra perché non solo che è più povera, ma
ha più bisogno dell’altra. Perciò il problema della graduatoria sì è giusto che si
faccia, ma c’è sempre qualcosa che deve essere aggiustata e questo aggiustato
può aggiustarlo una Commissione di indagine perché possa dare chiarezza a
questo settore.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Grazie, Consigliere Picarella. Ha
chiesto di intervenire il Consigliere Lo Presti, ne ha facoltà.
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CONSIGLIERE LO PRESTI – Grazie, Presidente, signor Sindaco, signori
Assessori, colleghi Consiglieri. Io, Presidente, sarò breve, anche perché le cose
che ho sentito questa sera dai colleghi consiglieri le reputo oltre che di una certa
gravità e mi piacerebbe sentire adesso, visto che lo vedo in aula, il dirigente
oltre che all’assessore al ramo, il Sindaco, ho sentito cose allucinanti. Il settore
della solidarietà è un settore delicatissimo che richiederebbe la massima
trasparenza, per cui mi dichiaro sin da ora favorevole affinché venga istituita
una Commissione di indagine e poi gradirei perché dico sia dal Consigliere De
Francisci, dal Consigliere Calabrese, dal Consigliere Saeva ho sentito toccare
punti e dire cose di una certa gravità come bandi ad hoc, modalità di pagamento
che non rispecchiano certi criteri, problematica di Villa Betania, buoni socio –
sanitari, Tomasi Onlus, trasferimenti di personale sospetti, mancata
applicazione del regolamento, quindi ribadisco, essendo un settore molto
delicato che riguarda dei cittadini che hanno veramente bisogno, deve essere un
settore dove è necessaria una presenza costante e che tutto il settore venga
monitorato con una certa serietà e regolarità, per cui gradirei sentire il dirigente,
l’Assessore al ramo e il Sindaco e al termine dei loro interventi riservarmi anche
di effettuare un successivo intervento, se ci sarà una dichiarazione di voto,
perché vorrei comprendere effettivamente quello che sta succedendo in questo
settore. Grazie.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ha chiesto di intervenire il
Consigliere Arnone, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE ARNONE – Io ho ascoltato con molto interesse il dibattito
che si è fin qui articolato e ho anche assunto qualche informazione telefonica
per capirci di più e ne ho tratto schematicamente una impressione che i buoni
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stanno di massima dalle parti dell’Assessore Daina, (intervento fuori
microfono) telefonate con persone che fanno parte della mia base elettorale e di
intelligenze che mi aiutano al servizio della città di Agrigento. Vede,
Consigliere Vita, io notoriamente sono una persona di grandissima presunzione,
ma non ho la presunzione di essere competente e a conoscenza di tutte le cose
che sono utili alla città, ho al massimo la presunzione di avere un radicamento
vero nella collettività agrigentina e di essere il referente di competenze e di
intelligenze che mi permettono di comprendere secondo alcuni in misura più
adeguata di altri quale è la realtà agrigentina, ad esempio ho sentito parlare per
la prima volta in vita mia di questa Onlus Tomasi e inizialmente mi era
sembrata chissà quale grande operazione affaristica con alla testa il Sindaco
Zambuto. Tra me e me pensavo: se quello che dicono è vero, l’abbiamo preso
con le mani nella marmellata. Poi vado a scoprire che questa Onlus è una
organizzazione di volontariato facente capo alla Caritas Diocesana che si
occupa con il volontariato, senza percepire stipendi, di fornire nelle scuole
assistenza ai bambini non in grado di controllare i propri sfinteri. Quindi una
attività assolutamente meritoria, ma nel contempo una attività molto poco
gradevole e appunto non posta in essere come si faceva una volta in relazione a
centrali del clientelismo, ma alla Caritas Diocesana. Poi qualcuno mi potrà
spiegare, io non avrò difficoltà a credergli che oggi la Caritas Diocesana è
diventata un manipolo di delinquenti, è possibile, però nella mia lavagna da
sempre ho collocato la Caritas diocesana nella parte riservata non ai buoni ma ai
buonissimi. O ancora abbiamo il caso di un dipendente, tale Lauricella, che
apprendo essere un distinto signore che opera smistando i ricoveri in un settore
ove in pochi anni i ricoveri sono passati da un costo di 300.000,00 euro a un
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costo di 3 milioni di euro, quindi un posto molto, molto appetibile e sarebbe
utile non prendere parte a priori, ma voler comprendere quali sono le ragioni in
linea di principio sempre opportune per le quali si è operata una rotazione, anzi,
la mia opinione è che le rotazioni andrebbero effettuate con più frequenza. Io ho
assistito qui a momenti di autentica aggressione nei confronti
dell’Amministrazione e ancora di più nei confronti del dirigente Lattuca.
Intendo chiarire che Lattuca è diventato dirigente a mia assoluta insaputa. Però
come spesso accade, Consigliere Vita, io sono sempre pronto a schierarmi per
valorizzare le risorse che mi appaiano utili ed opportune per la collettività. Non
ho difficoltà a dirlo, se fosse dipeso da me Zambuto non sarebbe stato prescelto
come il candidato Sindaco della mia coalizione, non è dipeso da me, è dipeso da
altri e Zambuto è stato prescelto. Detto questo, ho valutato una serie di fatti in
modo nettamente positivo e sono molto impegnato nel sostenere le cose che mi
appaiono giuste nell’interesse della città di Agrigento. Con l’Assessore
Passarello non ho avuto esattamente sempre momenti di grande amore, talvolta
abbiamo anche avuto scontri politici anche animati. Detto questo, un intervento
che ho visto fare ad un consigliere comunale di AN in televisione contro
l’Assessore Passarello mi appare assolutamente ingeneroso e gravemente
gratuito. Questo è avere libertà di giudizio e capacità di entrare nel merito dei
problemi. Ora poiché io ho letto la nota che il dirigente Lattuca ha rassegnato
agli uffici comunali nei confronti di un consigliere che questa sera ha proposto
uno degli interventi più carichi di acredine, di livore, di asprezza nei confronti
del dirigente Lattuca, parto con una valutazione che mi apre alcuni scenari. Io
non ho sentito questo consigliere comunale asserire di avere querelato il
dirigente Lattuca per le cose che Lattuca ha scritto e messo agli atti del
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Consiglio comunale. Sono fatti politici, Consigliere De Francisci. I valori
politici che guidano la mia azione e quelli che guidano la sua sono molto
differenti e, appunto, mentre io penso che sia una follia introdurre il voto
segreto nelle sedute del Consiglio comunale perché si ammazza la
responsabilità e quindi la democrazia, perché la gente deve sapere per chi voto,
cosa voto, cosa voglio e a favore di chi mi esprimo, se con il voto segreto la
gente non lo sa. Allora in base a che cosa mi deve votare la gente se non sa le
posizioni che io assumo qua dentro perché votiamo segretamente? Ma questo
problema riguarda anche, Consigliere De Francisci, il rapporto con i dirigenti.
Io ho avuto querele, scontri durissimi, frequentemente li ho portati a processo,
fatti condannare vecchi dirigenti di questo Comune, ma nell’ambito di
ragionamenti di assoluta chiarezza, non di ragionamenti torbidi, di ragionamenti
poco chiari, ove viene fuori che il dirigente viene contestato perché non si
presta a recepire determinate indicazioni che il dirigente ha il coraggio di
mettere nero su bianco con nome, cognomi e indirizzi. E oggi si propone nei
confronti di questo dirigente e del suo Assessore una sorta di pubblico processo.
Ciò non vuol dire che io a priori debba difendere l’attività del dirigente. A me
pare molto mal posta la discussione qua dentro, perché noi non stiamo parlando
di politiche della solidarietà sociale, non stiamo parlando di contesti di
intervento a favore dei disabili, a favore dei minori. Noi non stiamo parlando di
prevenzione, sostegno, promozione di benessere. Noi non stiamo parlando dei
progetti per un milione e 300 euro o ancora per un milione di euro o per
350.000,00 euro finanziati a questa Amministrazione per interventi sociali. Noi
non stiamo discutendo di politica sociale, noi stiamo affrontando una serie di
casi amministrativi singoli, che io voglio affrontare, ma non si affrontano come
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li avete affrontati voi. Si mette all’ordine del giorno mancato pagamento Villa
Betania e ne discutiamo con le carte, dedicando a questa vicenda 10 minuti
ciascuno, 20 minuti ciascuno, o ancora io non ho chiara la vicenda della
Cooperativa Giovanni XXIII, ma si entra nel merito delle carte e delle azioni
amministrative. Non si può fare di tutta l’erba un fascio perché non si riesce a
comprendere poi niente. Su tutte le questioni che sono state sollevate qua dentro
di carattere amministrativo, non mi interessa che vi sia una Commissione
d’inchiesta, mi interessa che qua davanti alla città si diano le risposte, e se il
dirigente merita una censura per avere ritardato i pagamenti a Villa Betania,
gliela daremo oppure il problema è che il Comune non ha liquidità per pagare
Villa Betania, forse, perché questo Comune è stato portato ai limiti del dissesto
finanziario. E qui una battuta a chi mi ha preceduto rispetto alla vicenda dei
gettoni di presenza. Io non campo con il mio gettone di consigliere comunale.
Il mio Sindaco campa con l’indennità di Sindaco, perché il popolo di Agrigento
gli ha detto: tu devi impiegare tutta la tua attività lavorativa a favore del
Comune. E qua dentro quando vi era la funzionaria Maida, fu intimidita per il
fatto che doveva pagare puntualmente il gettone di presenza ai colleghi
consiglieri, facendo cadere il numero legale per le sue delibere. Per cui la mia
idea è che avendo questi enormi problemi di liquidità e poiché vi sono questi
problemi, non si riesce a pagare con la puntualità i mandati a favore dei disabili,
i mandati a favore dei ceti meno abbienti, i mandati a favore di chi ha a casa
situazioni molto gravose, allora facciamo un sacrificio noi, diamo un esempio
noi, ritardiamo di due – tre mesi i nostri gettoni di presenza, che non sono lo
stipendio che ci serve per calare la pasta a casa e diamo la priorità ad altri, e non
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è demagogia, è realtà, perché 450.000,00 euro sono in un anno 450.000,00
euro. Grazie.
VICE PRESIDENTE LAURICELLA – Consigliere Galvano.
CONSIGLIERE GALVANO – In questi ultimi mesi abbiamo assistito a una
serie di diatribe in merito a mancati pagamenti, ritardi nei pagamenti, delibere
che non sono state trasmesse. Di certo non penso che questo scenario possa
aiutare la nostra città. Il settore della gestione dei servizi sociali è a mio parere
tra i più importanti perché deve mirare a perseguire quello che è il bene
Comune, a prendersi cura delle fasce più deboli e a sostenere quelle che sono le
persone che versano per vari motivi in situazioni di difficoltà. E la pubblica
Amministrazione ha altresì il dovere di comunicare con il cittadino, di essere
sempre più vicino a quelle che sono le sue problematiche, a quelle che sono le
sue necessità, perché ritengo che soltanto attraverso l’ascolto, è attraverso la
garanzia dei diritti individuali che il cittadino viva il senso di appartenenza con
il territorio, un senso di appartenenza al territorio che è indispensabile perché il
cittadino si senta protagonista della sua città, perché il cittadino non si senta
messo ai margini invece della società, ma si renda conto di avere un ruolo
principale per lo sviluppo della nostra comunità. Tutti i cittadini devono essere
posti sullo stesso piano, non vi devono essere cittadini di serie A o cittadini di
serie B, perché la democrazia in un paese si esprime in termini di opportunità e
di diritti, opportunità e diritti che devono essere riconosciuti a tutti non soltanto
agli italiani. Noi oggi viviamo in una società sempre più multirazziale,
dobbiamo tenerne conto, dobbiamo assicurare opportunità, diritti anche agli
immigrati che si trovano sul nostro territorio, agli immigrati che si trovano
presso le comunità esistenti nella nostra città; e l’Amministrazione comunale
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nel gestire questo settore, che è un settore delicatissimo, deve ponderare la
propria azione, deve agire nell’interesse di coloro che versano in situazioni
difficili senza distinzione di genere o razze. Il successo di una Amministrazione
non sta soltanto nell’agire con idee migliori o con strategie migliori, ma perché
il successo si possa raggiungere è necessario il contributo di una struttura
efficace, di una struttura produttiva, motivata creativa, di una struttura
professionale che agisca sempre nell’interesse della collettività, tenendo sempre
presente di stare agendo negli interessi a sostegno di categorie di portatori di
interessi ben specifici quali gli immigrati, i disabili, gli anziani, i disoccupati,
per non parlare delle famiglie sempre più numerose che non riescono neppure
arrivare a fine mese, a fronteggiare quelle che sono le esigenze prioritarie. Nella
gestione di tutti i settori la Pubblica Amministrazione dovrebbe agire senza
personalismi tanto più quando parliamo di un settore così importante come
quello della gestione dei servizi sociali, perché dobbiamo tenere bene a mente
che in questo specifico caso parliamo di persone e di famiglie e la persona e la
famiglia rappresentano il cuore del programma politico dell’ente Comune,
perché questo programma esprime i valori che si radicano nelle nostre
coscienze e questi valori si manifestano nella solidarietà sociale, si manifestano
nell’equità sociale, nell’aggregazione, nel rendere accessibili a tutti la fruizione
delle opportunità nei servizi pubblici. Pertanto è necessario individuare delle
strategie a sostegno di giovani, di disabili, di anziani, di immigrati e tali
strategie devono avere tutte una comune matrice, prevedere investimenti e
sforzi significativi da parte dell’Amministrazione, utilizzando tutte le riserve,
tutte le risorse fiscali, finanziarie, progettuali, per rilanciare quello che è il ruolo
del cittadino nella nostra società, perché una città che vuole avviarsi verso lo
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sviluppo e la crescita deve mettere al centro del suo programma il cittadino che
deve sentirsi protagonista. Se noi teniamo in considerazione i dati di questi
ultimi anni, sono dati che ci lasciano sconcertati, se consideriamo le gravissime
difficoltà che le famiglie affrontano, innanzitutto perché abbiamo un potere di
spesa riduttissimo e poi perché abbiamo delle forme di tutela sociale
limitatissime. Invece è importantissimo fare veicolare il messaggio e agire al
fine di assicurare l’integrazione sociale. Certo non è facile gestire un settore
così complesso, anche perché le risorse di cui disponiamo, come sappiamo tutti,
sono esigue, ma pur nella consapevolezza dell’esiguità delle nostre risorse,
l’Amministrazione deve agire nell’interesse dei cittadini e a mio parere è
necessario che queste scelte politiche siano condivise dalla componente sociale
locale, quali gli anziani, i disabili, gli immigrati. Perché ad esempio non creare
delle consulte di quartiere, dei tavoli tematici o altre sedi di comunicazione
attiva con il pubblico, per permettere alle persone che versano in situazioni
difficili per problematiche differenti, di individuare una scala di priorità?
Qualcuno potrebbe dirmi troppe necessità, troppe priorità e poche risorse
economiche. Ebbene, facciamo una graduatoria, vediamo di iniziare un
cammino verso questa direzione, così al momento dell’allocazione delle risorse,
ovvero durante la fase di preparazione del bilancio di previsione destineremo un
budget di risorse a quelle priorità che ci hanno segnalato i cittadini stessi,
perché in questo modo potremo costruire tutti insieme una democrazia
partecipata, una moderna città, dimostrare che vi è una città, vi è un Comune,
una Amministrazione che vuole agire nell’interesse dei cittadini, che vuol fare
crescere la nostra città. E come si fa crescere una città? Innanzitutto
occupandoci delle fasce più deboli, perché è da lì che dobbiamo partire e la
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partecipazione è fondamentale. È fondamentale perché vengano compiute delle
scelte che siano oneste, responsabili e che rispondano effettivamente ai relativi
bisogni di una società. Per questo settore non è sufficiente soltanto essere
professionali, ma è necessario un forte senso civico, una grande sensibilità e una
grande umanità. Non è sufficiente essere persone preparate, è necessario essere
umani, è fondamentale, ribadendo appunto che non è un settore facile purtroppo
quello dei servizi sociali per vari elementi. Io mi auguro che coloro che nel
nostro Comune operano in tale settore, siano in grado anche stasera, iniziando
da questa sera a darci delle spiegazioni plausibili per tutte le segnalazioni che
sono state fatte in questi ultimi mesi. E vorrei rivolgere un invito a coloro che si
occupano non solo del nostro settore, ma anche alle associazioni, alle comunità,
quello di placare gli animi e soprattutto a coloro che gestiscono tale settore di
agire con particolare ponderazione, affinché vengano prese le decisioni e
vengano affrontate le situazioni che sono emerse con serenità e oculatezza
perché ciò di cui parliamo o ciò di cui ci stiamo occupando non sono cose, non
sono oggetti, stiamo parlando di esseri umani e in quanto tali devono essere
tutelati e devono essere rispettati. E a questo punto vorrei invitare proprio il
dirigente a darci delle spiegazioni in merito a tutte queste situazioni che sono
emerse, per fare chiarezza, chiarezza per la cittadinanza che vuole risposte, per
quelle comunità e quelle associazioni che hanno diritto ad avere delle risposte.
VICE PRESIDENTE LAURICELLA – Proseguiamo con gli interventi,
Consigliere Vita.
CONSIGLIERE VITA – Grazie, signor Presidente, signor Sindaco, signori
dell’Amministrazione, colleghi Consiglieri. Volevo parlare con il Consigliere
Arnone, però sta parlando ancora a telefono con le sue… forse è meglio che
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chiude. Io poco fa le ho fatto una domanda, con chi ha parlato a telefono, chi è
che le aveva dato queste informazioni, non perché mi interessasse sapere con
chi personalmente parlava, ma perché ritengo che le persone che possano dare
delle risposte a tutte le cose che sono state dette qui stasera sono qua dentro in
aula perché ritengo che abbiamo il dirigente verso il quale nutro una stima
incredibile, che non ho mai aggredito e che non penso assolutamente che sia
una persona che lavori contro o si faccia i suoi fatti suoi. Abbiamo l’Assessore
che sicuramente è una persona che non è del campo, si è ritrovato a fare
l’assessore ai servizi sociali, un settore difficilissimo, un settore delicatissimo,
un settore che interessa la maggior parte della città e abbiamo il Sindaco,
abbiamo il Vice Sindaco, quindi pensavo che le persone che possono dare
risposte sono qua presenti, per questo mi chiedevo a chi ha telefonato, perché ci
sono altre persone sicuramente oppure avrà telefonato a qualcuno di qualche
associazione per saperne di più, questo non lo so. Questo lo volevo dire, signor
Sindaco, semplicemente perché al di là dei toni aggressivi che ci possono essere
stati, al di là dei toni inquisitori che alcuni possono dire o non dire, ma che non
fanno parte del mio modo di essere e del mio modo di operare, anche se lei non
è stato il Sindaco eletto dalla mia coalizione, mi pare che noi ci siamo sempre
comportati con la massima lealtà e onestà, però è anche vero che quanto è
emerso dalla discussione di stasera, anche se io personalmente non mi sono mai
occupata in particolare di alcune problematiche, credo che nella coscienza di
tutti i consiglieri comunali stasera si è accesa una lampadina e tutti vogliamo
chiarezza. Io non credo che lei o l’Assessore o il dirigente abbiate operato in
malafede, perché non parto mai dal principio, dal presupposto che si parte in
malafede, parto dal principio che magari non si fa qualcosa che si potrebbe fare.
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E allora vedo la costituzione della Commissione non un ostacolo all’attività
dell’Amministrazione, ma semplicemente un aiuto, una collaborazione, perché
come diceva poco fa il Consigliere Arnone, che invece noi dovremmo operare
con i casi amministrativi singolarmente. Siccome il servizio di solidarietà
sociale si occupa di tanti casi amministrativi, ha tante associazioni e riguarda un
aspetto della città molto importante, la Commissione può sostenere, la
Commissione può aiutare, può aiutare a fare la promozione, lavorando in un
tavolo tutti insieme e magari vedendo le carte in un modo o in un altro,
sicuramente un dirigente o un assessore, se vogliamo parlare dell’Assessore
perché noi possiamo parlare dell’Ato politico, la Commissione non è
un’ispezione che deve andare a ispezionare con la pistola in mano, la
Commissione è fatta da alcuni consiglieri che metteranno a disposizione il loro
tempo insieme all’assessore e al dirigente per cercare di risolvere i problemi,
problemi che sicuramente magari per tante cose saranno molto gravi, problemi
che saranno difficili da risolvere, ma che sicuramente non mettendosi contro e
non avendo una dialettica solo di contrapposizione si possono risolvere. Quindi
è chiaro che noi siamo favorevoli a questa Commissione che io non chiamerei
di indagine, ma chiamerei semplicemente una Commissione speciale che servirà
per fare il punto della situazione, perché sicuramente molti punti oscuri ci sono.
Quindi noi chiediamo che vengano chiariti questi punti. Io volevo dire al
dirigente Lattuca che sicuramente da parte nostra non c’è nessuna opposizione
nei suoi confronti e nessuno vuole dire che lei ha operato male. Lei si trova a
ricoprire questa carica e quindi sarà lei a dovere dare delle risposte alle
domande che vengono poste. Grazie.
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VICE PRESIDENTE LAURICELLA – Non ci sono più interventi. Diamo la
parola al Sindaco o all’Assessore. Allora la parola all’Assessore.
ASSESSORE DAINA – Vi dico subito che non sarò breve e me lo consentirete
dopo questo tiro a bersaglio che c’è stato, deve anche un po’ rispondere a tutte
le osservazioni che sono state fatte. Voglio dire come premessa che in linea di
massima mi fa piacere che ci sia questa attenzione verso il Settore Servizi
Sociali, perché spesso mi è capitato di sentirmi solo in queste battaglie, che ci
sia questa attenzione in linea di massima è una buona cosa; che ci sia la
Commissione d’inchiesta è una buona cosa pure o chiamiamola come la
vogliamo chiamare, Commissione speciale, è una buona cosa pure, accetto di
meno, invece, i toni di acrimonia di qualche intervento. Comincio dalle
osservazioni un pochino più… non vorrei dire spicciole perché anche queste
cose hanno la loro importanza, però quelle di cui possiamo parlare più
brevemente, quando mi si dice… peccato che non c’è il Consigliere De
Francisci, è qua, perfetto, tra l’altro a me piace guardare le persone quando
parlo, quando lei mi dice, quando lei parla della scarsa attenzione alle famiglie,
del fatto che ai servizi sociali non ci vanno le famiglie per fare festa,
evidentemente detto a me che ci sto tutti i giorni, diciamo che è un pochino
superfluo, un pochino ridondante, perché io tutti i giorni ricevo tutti, non ho mai
chiuso la porta in faccia a nessuno, non ho mai chiuso neanche il telefonino in
faccia a nessuno, come così sospettava anche il Consigliere Calabrese, dice: può
essere lei era a scuola. In effetti io ero a scuola, io sono un educatore,
chiaramente se devo dire ai ragazzi che il telefonino si tiene spento, io per
primo che sono un educatore lo devo tenere spento, anche se ho bambini
piccoli, anche se sono Assessore, anche se ho una moglie che lavora fuori,
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viaggia, potrebbe avere bisogno di me, però quando sono in classe io lo stacco.
Però anche persone che sono oggi qui, dei nostri utenti possono testimoniare,
oltre al loro dispiacere, oltre alle loro sofferenze, possono anche testimoniare
che quando mi hanno chiamato e io sul momento non ho potuto rispondere, poi
ho richiamato io personalmente tutti. Anzi, vorrei dire pure che non solo io
ricevo le persone sempre in Assessorato e non ho mai chiuso la porta in faccia a
nessuno, ma sono andato a trovare diverse volte persone a casa loro per portare,
quando era il caso, anche una parola di sostegno. Qui mi si dice: c’è bisogno
almeno ascoltare lo sfogo. Io sono andato ad ascoltarlo a casa di queste
persone, Consigliere. Non dubito che lei è andato pure a casa, ma stia tranquillo
che in 20 mesi di Assessorato sono andato in moltissime case e gli utenti
possono dirlo tutti questo, non temo smentite. Mi perdoni anche un’ultima cosa,
Consigliere De Francisci, anche perché vedo che questo tema ritorna spesso nei
suoi discorsi, quello del consenso popolare, “l’Assessore non sa cosa vuol dire
trovare il consenso popolare, eccetera, eccetera”. Bene, forse lei era troppo
giovane, ma alcuni anni fa ho raccolto molti consensi popolari. Va bene,
sorvoliamo su questo punto. Per quanto riguarda il caso che un po’ assurge a
paradigma di quelli che sarebbero dei disguidi, per la verità due sono i casi che
sono stati richiamati diverse volte: il caso della Cooperativa Giovanni XXIII e
il caso dell’associazione di volontariato Tomasi Onlus. Per quanto riguarda il
discorso della Cooperativa Giovanni XXIII, sul quale siamo arrivati anche a
sentirci dire che siamo stati razzisti, bisogna conoscere un pochino i dati del
problema. I dati del problema sono principalmente quello di come è stato
trattato anche a livello nazionale il discorso dei minori stranieri non
accompagnati. Probabilmente non molti di voi sapranno, perché queste sono un
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po’ argomentazioni tecniche, quando ci sono gli sbarchi dei clandestini, la
Questura, il Tribunale dei Minori prende il ragazzino e dopo qualche giorno, in
cui la tutela rimane alla Questura, lo colloca, diciamo così, in una struttura di
accoglienza. Da quel momento in poi, a secondo dove si trova la struttura di
accoglienza, il Comune, dove appunto c’è questa struttura, diventa il tutore.
Allora cosa succede? Che da quel momento in poi le rette per quel ragazzino
sono pagate dal Comune. In molti Comuni, che cosa è successo specialmente
durante il periodo degli sbarchi di massa? Molti Comuni si sono visti arrivare di
botto, di punto in bianco, questa somma enorme di rette da pagare e non hanno
potuto pagare. Molti Comuni non hanno pagato mai neanche una retta, facendo
anche il ragionamento che se è vero che il Ministero degli Interni gestisce le
politiche dell’immigrazione, il Ministero degli Interni dovrebbe anche farsi
carico di pagare le rette. Ed è una azione che stiamo facendo, che il Sindaco sta
facendo. Allora, per anni e anni tanti Comuni siciliani non hanno mai pagato
nessuna retta, anzi possiamo dire che noi, il Comune di Agrigento, sensibile alle
problematiche degli operatori di queste strutture, ha sempre pagato le rette;
sennonché un anno fa circa l’Assessore Scoma, visto che c’era una situazione di
sofferenza enorme in tutta la Sicilia, sofferenza a livello economico, enorme di
tutte queste strutture, decide di ripianare i debiti. Allora che cosa fa? Si fa dare
da tutti i Comuni l’elenco delle spese che avrebbero dovuto pagare e ripiana il
debito con tutti. L’elenco dei debiti di cinque anni, parliamo di milioni di euro,
per esempio il Comune di Palma di Montechiaro per motivi legittimissimi non
aveva mai pagato neanche una retta. E allora erano debiti che quindi aveva il
Comune nei confronti della Cooperativa. Si parla di un milione di euro, anche
di più, non di piccole cifre. Il Comune di Agrigento invece aveva pagato
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regolarmente nel 2005 239.000,00 euro circa, nel 2006 296.000,00 euro, nel
2007 658.000,00 euro, nel 2008 360.000,00 euro, sono tutte cifre che vi sto
dando per difetto fra l’altro. Ebbene, a quel punto Scoma che cosa fa? Al
Comune che non aveva mai pagato nessuna retta dà un milione e mezzo di euro,
2 milioni di euro, a noi dà 260.000,00 euro perché avevamo pagato tutto, cioè
siamo assolutamente nell’assurdo, vengono premiati i Comuni che non avevano
pagato mai niente, che erano stati insensibili verso le cooperative, verso tutti gli
operatori. A quel punto noi abbiamo impugnato il provvedimento. (intervento
fuori microfono) Scusatemi, Consigliere, io ho ascoltato tutti e in certi momenti
ho avuto… mi dovete consentire di parlare. Allora, a questo punto noi ci
troviamo in questa situazione assurda e abbiamo prodotto la nostra
documentazione alla Regione per farci rimborsare a questo punto tutto quello
che noi abbiamo anticipato rispetto ad altri comuni. Quindi, consentitemi di dire
che non è vero che il Comune di Agrigento è insensibile agli operatori, al
contrario, ci siamo trovati a fare anticipazioni di cassa per circa 1 milione e
700.000,00 euro proprio per non mettere in difficoltà le comunità, le strutture
di accoglienza. Entriamo adesso in pochino più nel particolare della vicenda
Giovanni XXIII. Anche in questo caso qui qualcuno ha parlato di atteggiamenti
o clientelari o sospetti; ma siamo lontanissimi da questo, onestamente mi
stupisce un pochino sentire questi discorsi anche da parte di persone che sono
state un pochino più addentro nelle questioni della solidarietà sociale e che
abbiano questi rilievi da fare. Comunque noi abbiamo sempre fornito la nostra
massima disponibilità e lo continueremo a fare in nome della chiarezza. Perché
il discorso Giovanni XXIII? Stavo dicendo non c’è ovviamente nessuna
pregiudiziale, anzi, io stesso ho visitato diverse volte la comunità e devo dire
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che gli operatori lavorano, anche con amorevolezza svolgono il loro lavoro,
però che ci si accusi di razzismo, perché siamo pronti a pagare le rette degli
italiani e non quelle degli stranieri, questo, scusatemi, non ha né capo né coda
perché evidentemente quando dalla Regione ci dicono che ci danno i soldi per
gli stranieri, perché i minori stranieri non accompagnati, e non ci danno i soldi
per gli italiani, evidentemente la Regione sta sottintendendo che noi ci
dobbiamo comportare in maniera diversa, non è una questione di razzismo, la
Regione ci mette quasi quasi in stand – by, dice: guardate che sono due campi
diversi. A quel punto è ovvio che né io né il dirigente né il Sindaco ci sentiamo
di poter continuare ad affrontare questo discorso come l’avevamo sempre fatto.
Addirittura si sono stupiti del fatto, dice: “Voi Comune di Agrigento che avete
sempre pagato, anche qui c’è un implicito riconoscimento del nostro impegno,
ora non pagate più?”. Quindi anche questo è un riconoscimento implicito per il
fatto che abbiamo sempre collaborato, semplicemente che ora, di fronte a questo
tipo di provvedimenti, è ovvio che ci venga un dubbio. Fra le altre cose
nell’agosto 2009 la Prefettura ci manda una nota che ci invita a fare i controlli
sugli standard di funzionamento di questi servizi. Per cui a quel punto anche in
questo caso non vedo nulla di strano che il dirigente, prima di passare ai
pagamenti richieda la documentazione, in particolare richieda sia l’osservazione
di tutti gli standard, sia anche i percorsi dettagliati perché spieghino come si fa
l’accoglienza e come si fa il passaggio verso l’integrazione. Per fare il
passaggio verso l’integrazione in particolare, perché l’accoglienza possiamo
anche considerarla come prima accoglienza, mangiare, bere, dormire. Ma per
fare il discorso dell’integrazione qui ci vogliono figure professionali ben
precise, il mediatore culturale, educatori che tengano presente che abbiano la
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preparazione per poter preparare questi ragazzi a integrarsi nel territorio. Ci
sono sull’onda degli sbarchi di massa molte strutture che erano strutture nate
per gli italiani, si sono trovate loro malgrado, ovviamente non è colpa loro, a
doversi anche arrangiare con un altro tipo di utenza. Hanno fatto del loro
meglio, non si mette in dubbio, però evidentemente noi dobbiamo tener conto
che quegli standard, gli standard specifici per i ragazzi stranieri lì non sono
osservati, non possono neanche essere osservati. Quindi è una cosa non solo
legittima ma doverosa da parte nostra richiedere questi standard, fare i
controlli, farli su tutti a tappeto. Quindi il discorso del razzismo, dice: perché
queste ispezioni? Prima di tutto se il Comune paga è giusto e doveroso che
faccia il monitoraggio. Poi alla luce di queste ultime indicazioni a maggior
ragione. Ci è anche capitato un caso specifico di un ragazzo che era ospite, di
cui il Comune di Agrigento era tutore, era ospite in una comunità di
Montevago, è fuggito, è andato a Brescia e poi il Comune di Brescia ci ha
scritto dicendoci: se volete noi ce lo possiamo tenere, facciamo l’accoglienza,
quello che di fatto si fa nelle nostre comunità, ma non facciamo altre cose tipo
l’educatore culturale, l’integrazione, eccetera, eccetera. Ebbene, per questo
servizio ci hanno chiesto all’incirca un terzo di quello che noi solitamente
paghiamo per questi ragazzi, che ricevono pure soltanto l’accoglienza. Per
quanto riguarda i pagamenti, noi abbiamo una situazione debitoria, nel 2008
abbiamo pagato una prima trance di 263.000,00 euro, una seconda trance invece
era stata quantificata in 145.000,00 euro, poi è stata rettificata in 122.000,00
euro, c’era stato un errore di calcolo, permetteteci anche in questo caso di avere
un attimo di attenzione in più, visto che c’era questo errore. Per quanto riguarda
i pagamenti del 2009, abbiamo dato la nostra disponibilità a pagare, abbiamo
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pagato gli italiani per come di fatto la Regione ci indica di fare. Per quanto
riguarda gli stranieri abbiamo chiesto di poter monitorare, cioè di avere i
progetti di integrazione, li stiamo aspettando, nel momento in cui avremo questi
progetti, nel momento in cui avremo tutta la documentazione completa, non
abbiamo nessuna difficoltà a fare il pagamento. In ogni caso, così come ho
avuto modo già di dire in altre sedi, anche con diversi membri della III
Commissione, i documenti sono sempre a disposizione. Per quanto riguarda
invece il caso, quello che è stato sollevato, dell’affidamento di un incarico, che
poi stiamo parlando di un incarico di 20 giorni per poche centinaia di euro a dei
volontari per svolgere il servizio nelle scuole, vi spiego anche in questo caso
tutto, sinteticamente ma vi spiego tutto. Per fare questo servizio noi quanto
riguarda il 2010 non avevamo problemi di bilancio, quindi dal gennaio del 2010
in poi ci sarà il bando regolare, chi lo vincerà gestirà questo servizio, eccetera,
eccetera. Avevamo un problema di bilancio, invece per quanto riguardava la
prima parte dell’anno scolastico. Avevamo 20.000,00 euro a fronte di
80.000,00 che sarebbero stati necessari. Perché questa differenza? Perché sono
cambiate le tariffe, sono cambiati alcuni parametri, per cui c’era questa
differenza. A quel punto noi dovevamo scegliere fra due strade o non fornire il
servizio, completamente, in attesa di arrivare nel 2010 fare il bando, oppure
cercare una soluzione alternativa per non lasciare questi bambini da soli, non
lasciare le famiglie da sole. Anche in questo caso telefonavano tutti, abbiamo
ricevuto tutti, abbiamo parlato con tutti come sempre e non volevamo lasciare
neanche i dirigenti scolastici da soli, perché questo è un problema che poi
investe tutta la scuola e allora abbiamo pensato di valorizzare così come lo
prevede la legge il volontariato. Mi si chiedeva, qualcuno in qualche modo
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chiedeva: perché la Cooperativa Tomasi e non un’altra Cooperativa? Perché
non un’altra associazione? È stato fatto un bando, eccetera, eccetera. Allora, noi
forse anche questo, non tutti lo sanno, abbiamo dei progetti molto belli che
riguardano il progetto SPRAR, il progetto per i rifugiati politici. Ebbene, come
partner abbiamo lo SPRAR, abbiamo la Cooperativa Tomasi. Io vi invito tutti, è
qui a due passi la sede della Tomasi e del servizio dello SPRAR. Vi invito ad
andare a fare una visita e vedete che cose meravigliose hanno fatto con risorse
normali, nulla di particolare, ma loro hanno fatto cose veramente meravigliose.
Don Vito Scilabra è una persona a cui bisognerebbe erigere una statua. Invito
veramente tutti ad andare, tra l’altro sotto Natale saranno pure contenti di
accogliervi. Ebbene, visto che avevamo tempi molto ristretti, perché,
Consigliere Saeva, i tempi molto ristretti, lei poteva dirmi ci potevate pensare
prima. E allora, lei sa che abbiamo fatto il bilancio, gli equilibri di bilancio e noi
fino all’ultimo abbiamo sperato di poter reperire queste cifre, queste somme
mancanti, per cui, giocoforza, ci siamo trovati poi in tempi molto ristretti. Per
risolvere il problema in tempi ristretti, trattandosi, ripeto, di cifre assolutamente
irrisorie, soltanto un rimborso spese, abbiamo chiesto alla Associazione di
volontariato Tomasi di venirci incontro e di vedere se tramite i loro volontari
potevano fare questo servizio. Praticamente appunto solo un rimborso spese.
Fra l’altro vorrei dire anche un’altra cosa che ancora di meno sapranno o meglio
i consiglieri forse di vecchia data lo sapranno, io non lo sapevo. Quando sono
andato a parlare con Don Vito Scilabra per chiedergli questa collaborazione, mi
ha detto che sotto la sindacatura Sodano, per ben 4 anni questa associazione
aveva fatto il servizio di volontariato per tutto l’anno, non per 20 giorni, un
mese, quando ho chiesto io questa collaborazione, ma addirittura per tutto
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l’anno. E nessuno si era mai stupito. Ora non abbiamo se non da ringraziare la
Tomasi per questo lavoro veramente meritorio che sta facendo. Vorrei tornare
un attimo, Consigliere Calabrese, quel discorso al telefonino, lei mi consentirà,
siccome è una cosa a cui io tengo molto il contatto umano, lei può verificare che
a quell’ora ero a scuola, benissimo. A parte il fatto che quando io riconosco il
numero e allora lo richiamo, se non lo riconosco, lei capisce che mentre lo
spengo due ore, ci saranno 500 telefonate, non le posso richiamare tutte. Volevo
dire, oggi ci si stupisce che ci sono questi utenti qui. Ci si stupisce, prima non
succedeva, però, Consigliere, mi consenta, non so quanti altri Assessori prima
di me avevano sempre dato il numero di cellulare per potere essere raggiunti
sempre. Non so quanti Assessori stavano tutti i giorni, estate compresa, tutti i
giorni, tutto luglio, tutto agosto, tutto settembre in Assessorato a ricevere tutte
le persone e cercare di trovare una soluzione per ciascuno. (intervento fuori
microfono) Il caso stesso che ha sollevato il Consigliere Picarella è una
indicazione dell’assoluta trasparenza con cui noi ci muoviamo. Se io fossi stato
un altro, per accattivarmi la simpatia del Consigliere Picarella, avrei fatto in
modo di stravolgere la graduatoria e avrei fatto entrare la zia del Consigliere
Picarella, ma evidentemente non è nostro stile questo. (intervento fuori
microfono) Consigliere Vita, non mi permetterei di dare un giudizio. Mi ascolti
un attimo che le do la spiegazione. Voglio dire, io avrei potuto benissimo dare il
numero dell’ufficio, dare il numero della mia segreteria e fermarmi lì. Invece
qua mi si dice, lei stessa mi ha detto in qualche modo forse avrà voluto essere
gentile nel senso di dire: l’Assessore Daina è pure in buona fede, però non era
molto addentro nell’ambiente. La mia unica osservazione è stata quella di dire:
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ho dato il mio numero di cellulare. Non ho detto sono stato più bravo degli altri
Assessori.
VICE PRESIDENTE LAURICELLA – Assessore, se possiamo concludere.
ASSESSORE DAINA – Un’ultima cosa prima di passare la parola al Sindaco
che vi farà un quadro più completo dei servizi sociali. Noi stiamo cercando di
fare l’ordinaria amministrazione nel miglior modo possibile. Vi assicuro che
l’ordinaria amministrazione ai servizi sociali in un periodo in questa
congiuntura di tipo socio – economico non è assolutamente cosa facile. A
proposito ci sono qua degli utenti, anche loro possono confermare, come
sempre sono stati accolti, come sempre sono stati ascoltati. Il bonus socio –
sanitario, noi abbiamo avuto un problema. In un primo tempo è vero quello che
è stato detto dal Consigliere Vella, ci eravamo pronunciati su una certa data. C’è
stato un imprevisto, però su questo imprevisto immediatamente ho informato il
Sindaco, abbiamo convocato l’A.S.L. che è il nostro partner in questa
operazione, perché c’è un problema di pratiche istruite dall’A.S.L. che
dobbiamo chiarire. Abbiamo convocato l’A.S.L. nei suoi massimi, per domani
mattina stesso, oggi si è posto il problema, domani mattina stesso saranno qui i
vertici dell’A.S.L. per discutere questo problema e cercare la soluzione più
immediata. (intervento fuori microfono) Oltre all’ordinaria amministrazione che
noi stiamo cercando di fare, noi stiamo mettendo in campo una azione
progettuale enorme. Abbiamo partecipato a tutti i bandi possibili e
immaginabili, quasi sempre i nostri progetti sono stati accolti, sono stati
finanziati, adesso aspettiamo materialmente che ci siano questi trasferimenti,
però il nostro impegno è stato su tutti e due i fronti senza trascurare nulla, non
ultimo abbiamo anche cominciato a mettere in campo il riordino dei servizi
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socio – sanitari perché in effetti, Consigliere Vita, ha ragione lei, non siamo
perfetti, c’è tanto, anzi siamo lontani dalla perfezione e stiamo cercando di
ripartire da quello che abbiamo notato delle difficoltà del settore, stiamo
cercando di ripartire su tutta la linea, cioè su una azione sia progettuale sia
materialmente di migliore utilizzo delle risorse umane. Quindi da questo punto
di vista magari ulteriori osservazioni le farà il Sindaco, ma se abbiamo deciso di
mettere in campo il riordino dei servizi socio – sanitari è proprio per questo
motivo. Grazie.
VICE PRESIDENTE LAURICELLA – Grazie, Assessore. Io farei parlare il
Sindaco e poi, se lo vuole, il dirigente.
SINDACO – Grazie, Presidente del Consiglio, grazie signor Consiglieri
comunali. Intervengo dicendo nella premessa del mio ragionamento che sono
veramente contento del fatto che si stia sviluppando questo importante dibattito
in Consiglio comunale perché consente a tutti noi anche di riuscire a fare
chiarezza e soprattutto a razionalizzare questo settore, riuscendo a dare il
maggiore servizio possibile alla città. E dicevo, sono veramente contento per
cui sono contento che venga proposto al Consiglio comunale la realizzazione di
una Commissione di indagine, di una Commissione d’inchiesta. Soprattutto
sono contento del fatto, e lo dirò anche nel corso del mio intervento, che questa
Commissione dovrà insieme con l’Amministrazione comunale riuscire a
individuare quelle nuove forme che dobbiamo dare al servizio sociale, quelle
nuove forme di organizzazione e di servizio che oggi peraltro sono previste
dalla legge. Parto da questa considerazione, prendendo ad esempio l’ultimo
tema che si è ora trattato relativo al bonus socio – sanitario per comprendere
come oggi il sistema del welfare sia un sistema in cui alla fine non è solamente
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una struttura, una istituzione, vedi il Comune di Agrigento ha… ricevere
l’istanza, la domanda da parte del singolo cittadino e immediatamente dare la
risposta. Fino a prima della legge del 328 del 2000 vi era questo tipo di rapporto
ed era sicuramente meglio, per cui ci trovavamo con l’istanza che veniva a fare
il cittadino e il Comune che immediatamente dava la risposta, comunque si
individuava, c’era la possibilità benissimo di individuare il ritardo, la
responsabilità, l’omissione. Oggi in questo sistema di questo welfare
istituzionalizzato, locale, vediamo per esempio, rispetto alla vicenda dei bonus
socio – sanitari, che facendo parte questo servizio del distretto socio - sanitario,
quindi facendo parte questo servizio di un distretto in cui fanno parte oltre che
al Comune di Agrigento, che è il Comune capofila, fanno parte altri 10 paesi,
come procedimento devi avere tutte le domande da parte di tutti i soggetti che
ti fanno l’istanza, quindi parliamo di soggetti di 11 paesi. Questa istanza viene
istruita e viene mandata all’A.S.L.. L’A.S.L. verifica e fa tutti gli accertamenti
che deve fare, si procede alla erogazione della prestazione, quando tutti i
Comuni che fanno parte del distretto mettono anche mano al portafogli in
termini di bilancio e quindi ti danno la possibilità di potere erogare il servizio.
Noi per venire incontro alle esigenze dei nostri cittadini, questo lo scorso anno
sicuramente e anche quest’anno, nonostante ancora da parte di tutti gli altri
Comuni non vi era stata la disponibilità, chiedo all’assessore se sbaglio qualche
passaggio di correggermi, non vi era stata la disponibilità finanziaria di mettere
mano al portafoglio, e quindi una volta che si era completato l’iter di pagare,
avevamo dato la disponibilità di pagare, ora però questo, ultimamente, dopo che
eravamo riusciti a recuperare i soldi con l’operazione relativa agli equilibri di
bilancio. Questo praticamente, oggi, proprio ora, in queste ore ha trovato le
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difficoltà da parte dell’A.S.L., con la quale domani avremo l’incontro, per quale
ragione? Perché mentre fino a ieri sostanzialmente la Regione siciliana ti
diceva: “Io ti do il contributo di tot euro. Tu questo contributo di tot euro in
graduatoria lo dai fino all’esaurimento della graduatoria”, oggi la circolare che
arriva, chiedo un attimo al dirigente che mi segua, perché sto dicendo delle
cose, ripeto, che se sbaglio voglio essere corretto, in riferimento al bonus socio
– sanitario, in riferimento all’incontro che dovremo avere domani mattina con
l’A.S.L., stavo dicendo che mentre fino a ieri l’erogazione del servizio, alla fine
di tutto il procedimento, faceva sì che l’impegno di spesa della Regione
siciliana era finalizzato a pagare fino alla graduatoria, fino a un punto, non
all’esaurimento, fino a un punto della graduatoria in cui arrivava materialmente
la disponibilità finanziaria, per cui se anche vi erano 700 richiedenti, il
contributo della Regione siciliana era bastevole per 400, la Regione siciliana ti
diceva: paga fino al quattrocentesimo, cioè fino alla disponibilità finanziaria che
hai. Oggi arriva una nota, un provvedimento amministrativo della Regione
siciliana che ti dice: “Io ti do questi fondi, tu devi pagare non fino alla
disponibilità finanziaria che hai, ma devi pagare tenendo conto di quella che è
tutta la platea dei soggetti che hanno diritto”. Questo è arrivato di recente e ha
messo, ha cambiato quella che era la prassi, per cui facendo sempre riferimento
agli anni precedenti, l’A.S.L. che aveva solitamente sempre fatto le verifiche
fino a un certo numero di istanze, in relazione a quello che era la previsione
finanziaria, oggi, tenuto conto di questo nuovo provvedimento amministrativo,
per cui anche per esempio non aveva completato gli accertamenti sanitari, non li
aveva completati, tenuto conto che gli si diceva: tu hai un milione di euro,
questi milioni di euro li devi utilizzare fino al numero di persone per cui hai
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questa disponibilità finanziaria, per cui l’A.S.L. arrivata a un certo punto non
continuava a fare più gli accertamenti sanitari, oggi bisogna andare a
completare gli accertamenti sanitari per quella restante parte, domani mattina,
l’incontro che avrò con l’A.S.L., sostanzialmente è finalizzato a dire che
procediamo in questo momento, anche a titolo di acconto, a dare ai bisognosi,
alle persone che hanno diritto, a dare quanto gli tocca. Questa è una proposta
che domani farò. Di questo io ne ho parlato oggi con gli uffici e mi assumo la
responsabilità di fare questo, quindi di procedere in questo senso, anche in
questo momento a titolo di acconto per andare a fare il conguaglio finale nel
momento in cui avremo da parte dell’A.S.L. tutto l’elenco delle persone che ne
hanno diritto. Non so se mi spiego come ragionamento. (intervento fuori
microfono) No, non è Agrigento, sono tutte le persone di tutto il distretto socio
– sanitario. Quindi domani la riunione è finalizzata, tenuto conto che noi
abbiamo fatto tutto quanto dovevamo fare, in termini di disponibilità
finanziaria, in termini anche con il Comitato dei Sindaci di superamento di
ostacoli all’interno della riunione del Comitato dei Sindaci, trovando alla fine
insieme una soluzione, ho parlato proprio oggi con gli uffici, dicendo:
“Abbiamo questo problema, domani all’A.S.L. conveniamo, certo, giustamente
lei mi dice: l’A.S.L. ha un compito di accertamento sanitario, noi procediamo
con i nostri uffici ad erogare il servizio, in questo momento a titolo di acconto
per poi… (intervento fuori microfono) è cambiato il metodo, mentre prima la
Regione siciliana ti diceva: hai un milione, questo milione lo elargisci non sulla
base di tutti i richiedenti, non sulla base di tutti gli aventi diritto, ma sino a
quando arrivi a un milione in termini di graduatoria, quindi rispetto a quella
graduatoria che veniva stilata vi era una parte di soggetti che restava fuori. Oggi
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invece devono essere tutti dentro. Questa è la novità. Oggi questa è la nota che
arriva dalla Regione siciliana e così ci dobbiamo fare, dicendo in maniera chiara
quali sono stati i problemi e quale è la situazione. Questo è quanto arriva dalla
Regione e dobbiamo comportarci così in maniera chiara. Se ci sono altri
suggerimenti che possono arrivare siamo pronti a seguirli, siamo pronti ad
adottarli. Questo per dire, l’ultimo è il più emergente dei problemi, che, ripeto,
io spero che domani mattina noi possiamo dare la risposta, per quanto ci
riguarda, definitiva al problema. Volevo dire, quindi, come ci troviamo di fronte
a un servizio che è estremamente complesso e che nel tempo è diventato
estremamente complesso, esigendo la necessità che rispetto a questo tema ci si
misurasse rispetto alle novità che sono state introdotte dalla legislazione. Io
vorrei che alla fine del mio intervento anche il dirigente, il dottore Lattuca,
intervenisse, in modo tale che anche dal punto di vista tecnico e amministrativo
venissero chiariti i dubbi e gli interrogativi che giustamente sono posti dai
consiglieri comunali. Allora proprio per questo io apprezzo la volontà di volere
arrivare a fare una Commissione per insieme andare anche a individuare le
nuove risposte che dobbiamo dare ai nuovi tipi di problemi e di emergenze che
vengono poste. Stiamo attenti, un altro tema voglio porre alla vostra attenzione.
Noi ci troviamo, e questo lo abbiamo affrontato insieme, rispetto a un settore
che ha visto relativamente alla spesa per i ricoveri dall’anno 2000 all’anno 2008
un incremento annuo che ha visto quadruplicare la spesa con un picco che vi è
stato nell’anno 2006. Abbiamo un dato, parliamo quindi di spesa storica per i
ricoveri, in cui partiamo dall’anno 2000, dove il costo era di 516.425,00. Nel
2001 abbiamo un costo di 543.312,00, nel 2002 abbiamo un costo di
704.102,00, nel 2003 abbiamo un costo di 991.102,00, nel 2004 abbiamo un
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costo di 1.235.556,00, nel 2005 abbiamo un costo di 1.526.463,00, nel 2006
abbiamo un costo di 2.920.000,00, nel 2007 abbiamo un costo di 2.920.000,00,
nel 2008 abbiamo un costo di 2.920.000,00. Quindi noi passiamo dall’anno
2000 all’anno 2008, nell’anno 2000 avevamo un costo di 516.000,00, nell’anno
2008 abbiamo un costo 2.920.000,00, relativamente ai ricoveri. Ora per questo
io voglio che veramente arriviamo a fare la Commissione di indagine, perché
noi comprendiamo come la spesa destinata ai ricoveri va ad assorbire più del
40% delle risorse finanziarie che sono destinate al settore. Andando poi a
condizionare in maniera forte la scelta complessiva degli interventi socio –
assistenziale che sono da realizzare e andando a intaccare inevitabilmente le
azioni socio – assistenziali realizzate in favore delle categorie bisognose. Questa
situazione chiaramente compromette l’attività dell’intero settore che poi ha le
difficoltà a dovere giustamente andare a rispondere ai bisogni che arrivano da
parte di chi non è ricoverato, però ha una istanza di bisogno. E allora, siccome
io penso che fuori da ognuno di noi c’è la volontà di fare scatenare una guerra
fra poveri, siccome io penso che è importante che andiamo veramente ad
affrontare questo tema, per andarlo ad affrontare in maniera radicale, a
comprendere quale deve essere il migliore sistema da realizzare, il migliore
servizio da realizzare nei confronti del bisogno, quale deve essere per andare a
vedere il tipo di rapporto che noi dobbiamo andare ad avere con le strutture di
accoglienza, con le strutture di ricovero. Noi abbiamo parlato di alcuni casi. Noi
rispetto ad alcuni casi per esempio mettiamo a disposizione i locali. Noi per
esempio dovremmo andare a rivedere le convenzioni. Noi per esempio rispetto
alla modalità con la quale si dice e si accerta che una persona ha bisogno del
ricovero, noi lì ci dobbiamo secondo me entrare. Ed è per questo che dobbiamo
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insieme andare a realizzare questa Commissione, dobbiamo andare a realizzare
questa Commissione per andare insieme a individuare le forme con le quali
dobbiamo andare a stabilire i criteri, i metodi, perché ci deve essere una ragione
per cui si passa da 500.000,00 euro a 3 milioni di euro. Il punto è che è chiaro il
numero dei ricoveri è aumentato, ma bisogna andare a monte a comprendere
perché è aumentato. E questo è un lavoro che dobbiamo fare insieme, questo è
importante. Questo è un risultato che ci portiamo tutti insieme, quando siamo
andati a fare le operazioni di equilibrio finanziario e nelle operazioni di
equilibrio finanziario siamo andati sempre a garantire questi numeri, nonostante
le difficoltà che tutti sappiamo in cui ci troviamo. Così come per esempio
rispetto alla vicenda dei minori stranieri non accompagnati, ma vi rendete conto
il paradosso che abbiamo vissuto? Cioè noi praticamente abbiamo nell’arco di 4
– 5 anni pagato giustamente alla Cooperativa, agli operatori, a tutte le strutture
di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati un milione e mezzo di
euro, che praticamente questo milione e mezzo di euro da dove l’abbiamo
preso? Anticipando dalla nostra Tesoreria, e quindi siamo riusciti a garantire un
servizio agli operatori del settore. Il paradosso quale è stato? Che nello scorso
aprile – maggio la circolare dell’Assessorato agli Enti Locali ha detto: tenuto
conto che in questo settore, in tutta la Sicilia c’era una grande sofferenza da
parte di tutte le cooperative, di tutti gli operatori che praticamente non
venivano pagati dai Comuni, quindi c’era un grande stato di agitazione, allora la
Regione Siciliana che ha fatto? Dice: noi Regione Siciliana paghiamo al posto
dei Comuni e quindi paghiamo solamente per quei Comuni che non hanno
ancora pagato alle strutture. Noi che avevamo pagato, ci siamo trovati, quindi,
nella condizione alla fine di avere avuto quei 200.000,00 euro che era
68
solamente quella parte che ancora non eravamo riusciti a dare agli operatori del
settore, il grande paradosso nel quale ci siamo venuti a trovare… cioè si tratta di
questo. (intervento fuori microfono) Questi non sono arrivati, scusami, Ennio,
questo te lo dirà ora il dirigente, questo te lo devo dire, la buonafede
assolutamente. Io sono veramente perché diciamo le cose perché arriviamo a
risolvere i problemi, cioè che interesse ho io a tenere le persone là, cioè è
giusto? Qual è stato il problema che abbiamo avuto? Che quando tu fai fronte a
tutta questa anticipazione, poi è chiaro che quando ti arrivano i fondi, che ti
arrivano, poi magari li utilizzi per pagare altre cose, per dire i problemi che poi
abbiamo di bilancio sono stati questi, chiaro. Quindi noi ci siamo trovati nella
paradossale situazione in cui siamo andati, rispetto a questa circolare che c’è
stata della Regione Siciliana io l’ho impugnata, ho fatto un ricorso, ho
presentato un ricorso straordinario al Presidente della Regione, ho avuto anche
degli incontri, dove sostanzialmente ho spiegato e ho detto: noi non possiamo
pagare doppiamente e alla fine prendere una fregatura per avere voluto
assicurare e garantire il servizio e poi non veniamo rimborsati. È perché là mi si
faceva una interpretazione dal punto di vista letterale della circolare, che quindi
venivano solamente a essere pagati quei Comuni che erano in debito nei
confronti delle strutture e non quei Comuni che invece avevano debito con la
propria Tesoreria per via dell’anticipazione che avevano utilizzato. Questo è
stato il caso nel quale ci siamo trovati. Questo per dire che nei confronti della
Papa Giovanni, così come nei confronti di qualunque altro non c’è alcun
pregiudizio o motivo di volere avere o di volere essere contro o di volere averla
con qualcuno, perché non ce n’è motivo, anzi, vi devo dire che proprio perché
abbiamo voluto nei limiti di quelle che erano le disponibilità finanziarie riuscire
69
a dare una risposta a tutti, è stato fatto questo tipo di azioni. Dicevo prima che
dobbiamo insieme per esempio in questa Commissione andare a individuare,
perché ce lo dobbiamo porre il problema, Consigliere De Francisci, io sono
contento del fatto che si sia posto questo tema, perché come vedete questo tema
rappresenta dal punto di vista finanziario una voce rilevante del nostro bilancio,
perché se noi andiamo per esempio a individuare nella Commissione il tipo di
intervento che la struttura con la quale ci dobbiamo andare a convenzionare, il
tipo di servizio che quella struttura deve andare a realizzare, ma parliamoci
anche in maniera chiara, noi dobbiamo riuscire a realizzare un obiettivo, che è
quello per cui non è che dobbiamo istituzionalizzare il bisogno, perché questa è
la rivoluzione che insieme dobbiamo fare, quella di non istituzionalizzare il
bisogno. Noi dobbiamo riuscire a individuare quel tipo di modello per cui
quando chi ha bisogno, il minore, il disabile va in una struttura, gli sia fatto un
tipo di percorso che lo riesca a fare uscire da quella struttura. Questo è
l’obiettivo che dobbiamo riuscire a individuare. La cosa grave secondo me è
stata che noi da questo punto di vista, ed è questa l’importanza di questa
riunione questa sera, dobbiamo dal punto di vista politico – gestionale andare a
individuare tutte quelle formule con le quali noi Comune di Agrigento
sappiamo quando entra una persona in una struttura, perché entra, con quali
requisiti entra, chi decide che entra, quale percorso… (intervento fuori
microfono) Sono d’accordo con quello che dice Calabrese che dice: questo lo
dice la legge. Però il dramma è che lo dice la legge, però non si è realizzato, non
sono state messe in atto queste opere, questi atti amministrativi di controllo
preventivo e successivo, perché se noi riusciamo a mettere in atto questo, noi
riusciamo a dare un servizio che è il migliore possibile, oltre che è quello poi di
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andare rispetto alla situazione finanziaria, andare a dare una risposta che è
rilevante, perché a me, ripeto, il dato che salta più agli occhi è quello che vi ho
detto, quello per cui passiamo da 500.000,00 a 2.920.000,00. Siccome a questo
tema, a questi punti di riflessione, vi sono altri spunti di riflessione in
riferimento per esempio ai controlli in ordine ai rapporti, dicevamo prima, con
le strutture di accoglienza, in riferimento per esempio alle prestazioni in termini
di servizi, in riferimento sostanzialmente a una migliore ottimizzazione che
dobbiamo avere delle risorse e a una maggiore razionalizzazione della spesa
sociale, per riuscire a realizzare quindi una più ampia e specifica gamma offerta
di prestazioni professionali. Quando, quindi, dobbiamo riuscire insieme
all’interno di questa struttura, di questa Commissione che si andrà a realizzare,
dicevo a ottimizzare la spesa in ragione dei servizi resi, delle qualità delle
prestazioni richieste, dobbiamo riuscire sul piano delle singole specifiche forme
di prestazioni di realizzare le migliori possibili. Tutto questo lo dobbiamo fare
per riuscire a avere un controllo vero della macchina, un controllo vero della
macchina. In questo senso io posso… questi anni di impegno sono serviti a
venire a capo a questa vicenda. E ti devo dire che non è stato facile, caro dottore
Alfano, perché ti trovi di fronte a un mondo che è in continua evoluzione dal
punto di vista normativo, della disciplina normativa, a un mondo in cui ci sono
anche tanti vuoti e lacune normative, a un mondo nel quale con il fatto che
all’interno del distretto socio – sanitario ti vai a confrontare con altro tipo di
richieste di altri Comuni, hai una difficoltà enorme nel riuscire poi a garantire, a
dare quella sterzata e riuscire a garantire il servizio, il migliore possibile. Io
però dico che in questo senso ci siamo indirizzati e ci siamo indirizzati andando
a sbloccare i fondi che erano bloccati, i fondi degli anni 2000 – 2006 e ora i
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fondi del 2007 – 2013, con finalmente… non è un caso se eravamo stati
commissariati come distretto socio – sanitario. Ma perché si era stati
commissariati? Perché quando ti vai a confrontare con altri dieci Comuni e ti
trovi di fronte ad altro tipo di richieste, ti trovi di fronte a un altro tipo di
volontà da parte di altri Comuni, ti trovi anche a essere bloccato. Per cui questi
anni, praticamente quelli sono serviti anche e soprattutto a dovere individuare
un percorso, che vi devo dire anche e soprattutto all’interno del distretto socio –
sanitario è stato individuato, nell’andare a dare le risposte ai soggetti che sono i
minori, i più bisognosi, i disabili, gli anziani, diviso quindi in queste quattro
tipologie. Io penso di avere detto sinteticamente e sicuramente non in maniera
completa quanto emergeva delle richieste da parte dei consiglieri comunali,
però apprezzo e soprattutto ritengo che il dibattito di questa sera sia importante
proprio per riuscire insieme a fare chiarezza, sia importante proprio per riuscire
insieme a questo settore a razionalizzarlo nella maniera migliore possibile, per
riuscire a dare il migliore servizio alla nostra città e ai nostri cittadini. Io vorrei
chiaramente con la vostra volontà che c’è la disponibilità da parte del dirigente
a riuscire a dare tutte le informazioni. Io sono per esempio destinatario di una
nota da parte del dirigente che ritengo sia importante che il Consiglio comunale
conosca rispetto al funzionamento dei servizi, rispetto alle voci che io penso
possano essere di enorme ausilio per il migliore funzionamento del servizio, ma
soprattutto perché vi sia una maggiore conoscenza da parte di tutti e soprattutto
perché arrivi da parte di tutti i migliori contributi per andare a dare a questo
settore la maggiore razionalizzazione in termini di servizi e di efficienza.
Grazie.
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VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ha chiesto di intervenire il
Consigliere Micciché, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE MICCICHÉ – Signor Presidente, colleghi Consiglieri, signor
Sindaco e signori della Giunta. Io cercherò di essere sintetico come al solito per
un doppio motivo, il primo perché fa parte del mio stile essere sintetico e il
secondo per l’eccessiva stanchezza che mi ha pervaso ormai da più di un’ora.
Veda, Sindaco, noi in questo Consiglio comunale al quale io mi onoro di
appartenere, credo che abbiamo improntato sin dal primo momento del nostro
insediamento i lavori all’insegna della trasparenza, all’insegna della onestà
intellettuale e anche questa sera credo che abbiamo l’obbligo di parlare alla
cittadinanza con un linguaggio soprattutto chiaro e comprensibile. Fermo
restando che io sono favorevole all’istituzione di questa Commissione, diceva
bene Maria Pia Vita, Commissione di vigilanza, di controllo, di collaborazione,
chiamiamola come meglio riteniamo più opportuno, a nostra salvaguardia e
soprattutto a salvaguardia degli uffici. Se fossi stato un tantino più lucido avrei
ripreso quanto sollevato dal Consigliere Vella. Il Consigliere Vella ha sollevato
un problema importante e cioè a dire quella confusione grande che hanno i
gestori della casa di riposo nel pretendere la differenza di retta relativa alla
quota per i soggetti non autosufficienti che va al di là del 75% fino al 100%.
Veda, Consigliere Vella, l’errore concettuale che commettono i gestori della
casa di riposo è un errore grande, perché la legge parla di non autosufficienza e
non è possibile prendere in considerazione una percentuale di invalidità civile
che regola solo la capacità lavorativa. Un anziano non ha una capacità
lavorativa, l’anziano ha una condizione di non autosufficienza. C’è un
contraddittorio grosso con l’A.S.L. sul concetto della non autosufficienza. E
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qui, dottore Lattuca, andremo a vedere con molta calma le grandi carenze che ci
sono state, perché lei sa forse meglio di me che la legge 33 del ‘96 obbliga i
Comuni a darne comunicazione entro 5 giorni dell’avvenuto ricovero
dell’utente. Superato questo tempo l’A.S.L. non può più intervenire, se vuole, al
pagamento e alla differenza della retta, perché il Comune non gliene ha dato
notizia. Poi questo lo vedremo con molta calma. Ora, signor Sindaco, voglio
ritornare per un momento al bonus socio – sanitario. Veda, il bonus socio –
sanitario che stiamo trattando stasera fa riferimento all’anno 2008. Per il bonus
socio – sanitario c’è stato un bando che aveva una scadenza, come tutti i bandi.
Quando c’è una scadenza, alla fine della scadenza si fa un conto numerico e si
vedono quante domande sono pervenute all’ufficio. Da quelle domande si dà
mandato all’A.S.L. di verificare se ancora sussistono quelle condizioni previste
dal bando. Quindi nel 2008 noi sapevamo già ad agosto, dottore Lattuca, quante
domande erano pervenute. Il discorso che prima si pagava sino a 50 e poi
adesso la legge dice che dobbiamo pagare tutti, non è così, perché quando si dà
mandato all’A.S.L., si dà mandato di effettuare tutte le visite di tutte le
domande pervenute, e poi è il medico dell’A.S.L. ad accertare chi ne ha diritto,
chi non ne ha. Quindi noi a fine di tutta questa giostra sappiamo perfettamente
quante sono le domande pervenute, quanti di questi ne hanno diritto. Quindi,
oggi noi sotto Natale 2009, dobbiamo sapere per certo quanti i soggetti
soprattutto del distretto di Agrigento che hanno diritto al bonus socio –
sanitario. E allora, se parliamo di quote, come diceva il dottore Lattuca, noi
oggi, a me risulta che il distretto di Agrigento non ha nessuna visita arretrata,
signor Sindaco. Io che dirigo il servizio, il mio aiuto le ha esaurite tutte per
Agrigento. Allora noi se parliamo di una anticipazione economica, sappiamo
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per certo che quelli di Agrigento hanno diritto da 1 a 500, da 500 a 600 sono
stati esclusi per mancanza di requisiti, ma noi oggi sappiamo quanti soggetti
hanno diritto al bonus socio – sanitario. E se non lo possiamo quantificare
perché dobbiamo dividere la somma, potevamo comunque anticipare la
somma, sotto Natale potevamo dare un 20%, un 30%. Per questo, signor
Sindaco, io poc’anzi stentavo a comprendere perché il discorso di prima che ne
avevano diritto 400, poi la legge dice che dovevano essere valutati tutti. Non
esiste, il bando è scaduto nel 2008. Sappiamo quanti soggetti hanno presentato
la domanda, abbiamo effettuato le visite, sappiamo quanti ne hanno diritto.
Quindi io direi di sentire il dottore Lattuca perché può anche darsi che non
l’abbia compresa io la legge, signor Sindaco, non sono un tecnico, io faccio
medicina e non sono un burocrate e quindi sono contento se più tardi il dottore
Lattuca o chi per lui mi spiegherà meglio il sistema e così io potrò andare a casa
contento e cosciente di avere interpretato male un concetto. Grazie.
VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ha chiesto di intervenire il
Consigliere Gramaglia, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE GRAMAGLIA – Signor Sindaco, Assessori, Consiglieri.
Devo dire che il dibattito che si sta sviluppando questa sera è di enorme
interesse, perché forse per la prima volta si è messo mano alla solidarietà
sociale. E io voglio occuparmi in maniera molto specifica di questo settore,
possibilmente entrando nel tema della situazione, perché qua abbiamo due
gruppi di persone, da quello che capisco io, quelli della Cooperativa Papa
Giovanni XXIII e poi l’altro caso che sta a cuore a tutti i consiglieri comunali,
ma per il quale ho visto che già il Sindaco anche con l’intervento che è stato
fatto dal Consigliere Micciché domani dovremmo avere qualche cosa in più per
75
cercare di trovare anche una via di uscita a questo sistema che si sta
sviluppando da un punto di vista burocratico, che mi pare che non sia molto
snellente nel tentativo che si cerca a volte anche con direttiva di tipo regionale,
si cerca di snellire le procedure, invece poi si vengono a complicare con la
creazione del distretto socio – sanitario. Per quanto riguarda… signor Sindaco,
visto che siamo qua di fronte a questa Cooperativa, di cui io conosco bene il
lavoro che fanno in maniera di alta professionalità, perché spesse volte me li
ritrovo con i figli di extracomunitari, accompagnarli là in ospedale per cercare
di avere la massima attenzione sia da un punto diagnostico, ma anche da un
punto di vista terapeutico, sarebbe opportuno una volta per tutte da questo
bailamme di considerazione ce ne uscissimo, in maniera da atterrare in maniera
definitiva quello che è il problema strutturale anche da un punto di vista
personale dei collaboratori di questa Cooperativa, perché a me risulta che ci
sono collaboratori della Cooperativa che per ben 7 – 8 – 9 mesi non riescono a
portare a casa uno stipendio. A me risulta che la Presidente della Cooperativa
spesse volte ha notevoli difficoltà a pagare gli affitti. A me risulta che spesse
volte hanno difficoltà a mettere la pentola per i bambini extracomunitari,
quindi al di là delle considerazioni che sono state fatte questa sera e che io
condivido, che mi sembra assurdo che la Regione siciliana riesca ad avere
l’autorità di premiare cioè i Comuni che non si comportano bene, mentre di
annichilire quei comuni che si sono dimostrati anzi parsimoniosi nel modo di
spendere le loro risorse economiche. Quindi qua il problema bisogna risolverlo
in maniera definitiva. Chiedo il suo impegno personale e spero che il dirigente
possa venire a sollecitare in maniera tale da rispondere, perché non è giusto che
se c’è un bilancio ben riferito alla Cooperativa, poi lo stesso Comune magari
76
perché ha bisogno di sanare il debito in altri settori, riesca a spostare quel
bilancio ben specifico, perché non è corretto e penso che l’Amministrazione da
questo punto di vista deve impegnarsi nella sua serietà, perché è assurdo che
qua sono stati fatti dei ragionamenti di accusa sia al dirigente sia all’Assessore
che da quanto mi risulta e lo conosco da tanto tempo, per quanto riguarda la
sensibilità per i problemi della solidarietà sociale, se non è il primo ad
Agrigento è uno dei primi che ha cuore questi problemi. Quindi non possiamo
avere dubbi di nessuno. È il bisogno che necessita da questo Consiglio
straordinario, una maggiore coordinazione. Ben venga la Commissione di
inchiesta. Penso che sia il Sindaco che gli Assessori non hanno nessun dubbio
in merito. E vi dico di più. Talmente deve essere affrontato dalle radici questo
problema della Solidarietà sociale, perché è impensabile, caro dirigente, che c’è
un Asilo nido che serve solo per servire a stazionamento dei bambini e non c’è
nessun bambino che porta un contributo alle risorse economiche dell’Asilo
nido, perché c’è un regolamento che allora è stato fatto, devo dire anche
inconsapevolmente dallo scrivente che qui sta parlando, perché non è possibile
che ci siano dei bambini che vanno là e non pagano nessun contributo, come
non è pensabile di fare delle graduatorie. Ancora mi risulta, caro Assessore, che
si fanno delle graduatorie per 50 bambini e poi di queste graduatorie che cosa
succede? Che vengono chiamati in base alla graduatoria dell’Asilo nido ed è
facile che si possa trovare un posto tra un divezzo con un bambino di tre anni.
Non è possibile che da un punto di vista pedagogico non vengano seguiti questi
criteri. Ecco perché la Solidarietà sociale deve essere completamente esaminata,
anche con la Commissione d’inchiesta, anche con la Commissione, se è
necessario degli specialisti del settore, coinvolgerli, in maniera tale che diventa
77
un anello trainante per quella che è la struttura della solidarietà sociale nella
città di Agrigento, perché ci sono ancora delle pecche che devono essere risolte,
dirigente. Io spero che lei riesca a trovare la risoluzione di questi problemi,
perché non è possibile e non è dignitoso che ci siano dei lavoratori che devono
rivolgersi al sottoscritto perché da 9 mesi non prendono lo stipendio, perché non
è possibile e non è dignitoso che debbano avere difficoltà a mettere la pentola
per i propri figli. Quindi bisogna trovare il modo di risalire alle responsabilità,
se è necessario, mettere delle persone che possono collaborare con il dirigente,
ma che siano professionalmente valide e se è necessario rivolgersi anche a degli
esperti che penso che in maniera gratuita possono dare il contributo, soprattutto
lei, Assessore, che ha la sensibilità e che a me risulta che la sensibilità ce l’ha di
questi problemi, può averne conoscenza, ma nello stesso tempo ne ha
competenza. Quindi si rivolga, se è necessario anche a degli esperti. Posso dare
il mio contributo se è necessario. Io ho fatto per ben 10 anni il dirigente prima
che venisse il vice Presidente della Commissione Solidarietà Sociale e mi
risulta che questi stessi problemi ci sono sempre stati. Qua c’è il signor
Inserillo, arrivavamo sempre a dare il contributo per Natale o addirittura certe
volte tra Natale e Capodanno. Non è un problema di Amministrazione che non
funziona, è un problema che manca una organizzazione di base.
L’organizzazione di base si fa solo con la collaborazione e con il
coordinamento dei lavori. Se riusciamo a trovare questo coordinamento, se
riusciamo a trovare questa collaborazione, speriamo che il prossimo anno i
nostri amici del distretto socio – sanitario che hanno bisogno del bonus socio –
sanitario non debbano aspettare febbraio ma lo possono ricevere prima di
Natale.
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VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Il dottore Lattuca.
DOTTORE LATTUCA – Secondo me è stato proficuo che si sia aperta una
discussione seria e profonda sul settore della Solidarietà sociale per tanti motivi.
Innanzitutto voglio in via del tutto preliminare rassicurare il Consigliere Saeva
su un punto, a proposito della necessità di fare chiarezza all’interno del settore
degli Affari sociali anche in ordine a eventuali profili di responsabilità penale
che ci possano essere. Su questo non ci sono problemi perché già lo abbiamo
attivato di nostra iniziativa e lo abbiamo fatto una prima e una seconda volta
anche a tutela della propria onorabilità e professionalità. Quindi da questo
punto di vista il Consigliere Saeva deve ritenersi tranquillo, perché già su questa
vicenda c’è un interesse da parte della magistratura, però credo che non sia
questo che poi in fondo risolve i problemi dei cittadini, perché i problemi dei
cittadini si risolvono attraverso anche atti e comportamenti amministrativi
concreti. Questa sera sono stati affrontati a spizzichi e a bocconi un sacco di
questioni che appunto sono legate proprio alla vicenda della gestione degli
affari sociali. Ad esempio voglio rassicurare sia il dottore Micciché, sia il
Consigliere Vella che per quanto riguarda la quota sanitaria è da quando c’è
l’Amministrazione Zambuto che sono state adottate delle ordinanze di
ingiunzione nei confronti dell’A.S.L. per il recupero della quota sanitaria.
Abbiamo adottato, appunto, le ordinanze di ingiunzione per un recupero di circa
500.000,00 euro, le abbiamo adottate anche come iniziative pilota, queste
ordinanze di ingiunzione non sono state volontariamente eseguite da parte
dell’A.S.L., sono state impugnate e c’è un giudizio pendente in sede di appello,
Consigliere Vella, proposto da noi come Comune nei confronti dell’A.S.L.,
proprio ai fini del recupero della quota sanitaria. E voglio anche rassicurare il
79
Consigliere Micciché sul punto che noi le comunicazioni all’A.S.L. le abbiamo
fatte, solo che l’A.S.L., e addirittura nell’ultimo periodo le notifiche le abbiamo
fatto tramite ufficiale giudiziario in maniera tale che ora per ciascun
procedimento legato a ciascun assistito per il quale noi paghiamo la quota
sanitaria, dovremmo esercitare una azione legale di recupero davanti al
competente Tribunale. Quindi voglio da questo punto di vista rassicurare i
consiglieri comunali che noi in questi due anni, perché in fondo ormai per
ricostruire la vicenda abbiamo avuto bisogno di un po’ di tempo, in questi due
anni non abbiamo trascurato nulla, quindi neanche l’obiettivo di fare valere le
ragioni del Comune anche nei confronti dell’A.S.L. che un po’ ci ha bistrattati,
nel senso che ogni qualvolta chiedevamo l’intervento proprio per fare le visite
presso le strutture delle comunità, per verificare se effettivamente occorrevano
quelle prestazioni di carattere sanitario, per cui doveva successivamente essere
corrisposta una quota aggiuntiva in termini di retta, noi l’abbiamo sollecitato,
ma l’A.S.L. non è mai intervenuta. Su questo non che vogliamo addossare
responsabilità, però rivendichiamo a ognuno i propri compiti e le proprie
responsabilità. Quindi, questa vicenda della quota sanitaria è riferita proprio a
questo fatto. Villa Betania. Il pagamento di Villa Betania per quanto riguarda il
discorso, lo sollevava mi pare il Consigliere Saeva, il discorso della quota che
non veniva corrisposta, che è la quota di compartecipazione a carico dell’utente
che piuttosto che essere riscossa dal Comune per poi essere versata alla
struttura, viene a essere corrisposta direttamente da parte del… Villa Betania
non ha inteso aderire a questa perché ci mancano le convenzioni. Ebbene, uno
dei primi (...) che dobbiamo fare è: primo è l’adozione di un regolamento di
gestione del servizio sociale professionale, perché voi come Consiglio
80
comunale avete anche un potere notevole da dovere esercitare, che purtroppo
negli anni non avete mai esercitato, che è quello della programmazione
triennale delle attività sociali, articolo 5 della legge 22 dell’86. Quindi
l’obiettivo è l’adozione del regolamento per la gestione del servizio sociale
professionale. Manca un regolamento che appunto il servizio sociale
professionale si configura come un insieme di attività socio – assistenziale a
carattere gratuito al quale possiamo ricorrere tutti, perché la situazione di
bisogno non è legata ad una condivisione di indigenza o di povertà o a una
disabilità mentale, è collegata a vari tipi di bisogno che può riguardare qualsiasi
persona, la persona che si separa dalla moglie che ha bisogno di una mediazione
familiare a chi si deve rivolge? Si rivolge al servizio sociale professionale. La
persona che ha il problema di un affido condiviso in ordine a una famiglia
separata che ha la necessità di godere entrambi della prestazione dell’affido
condiviso del bambino e c’è la resistenza da parte di uno dei due coniugi, si
rivolge al servizio sociale professionale che svolge una funzione di mediazione
rispetto all’insieme dei bisogni che possono riguardare tutti, dal singolo
all’adulto, al minore, alla coppia, al gruppo, a chi soffre di dipendenza. Quindi
noi abbiamo la necessità come Comune di dotarci di un regolamento che
disciplina in maniera analitica il ruolo e le competenze del servizio sociale
professionale, l’insieme delle attività e gli insiemi degli interventi. Ebbene, noi
abbiamo commesso, secondo me, e questo è un limite, lo dobbiamo riconoscere
tutti, è stata operata una delega da parte dell’Amministrazione in ordine ad
alcune questioni fondamentali. Non si può delegare tutto a un ingegnere in
ordine alla gestione delle opere pubbliche, di come si interviene nel territorio, la
politica deve appropriarsi del suo compito e dire che cosa devono fare anche,
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disciplinarlo e sapere quale è il limite dell’intervento dell’organo politico e
quale è il limite della… La politica in questi anni purtroppo ha delegato tutto
direttamente agli operatori e badate bene che fare l’attività di assistenza sociale
è una attività difficilissima e che tra le altre cose prevede anche malattie che
sono tipiche dell’Assistente Sociale, il dovere sentire sempre tutti i problemi
legati, è una delle malattie… cioè vivono anche delle malattie usuranti. Per
esempio gli assistenti sociali, io dico che molti dei nostri assistenti hanno
problemi di problemi di corto circuito si dice in termini tecnici, cioè il
problema del cosiddetto burnout, cioè sentire dopo venti anni i problemi degli
altri, finisce uno con l’appiattirsi rispetto all’affrontare un bisogno o un
problema e lo affronta male, e lo affronta male, perché è vero, il consigliere De
Francisci, il Consigliere Calabrese… (intervento fuori microfono) c’è la
necessità, c’è bisogno di attività di formazione, c’è bisogno di attività di
orientamento, di ritarare le modalità di intervento, c’è la necessità di operare in
equipe, di lavorare come gruppi pluridisciplinari. Così come molte esperienze
delle attività sociali sono mutuate dal sistema sanitario, dottore Gramaglia, cioè
molti interventi, il sistema delle convenzioni, il sistema degli accreditamenti, il
sistema anche degli interventi pluridisciplinari in equipe sono tutte tecniche e
metodiche o protocolli di attività, come si dice in gergo medico, tipiche delle
attività sanitarie, oggi socio – sanitarie in cui molto spesso, e lo vediamo anche
con le leggi di riforma in materia di sanità, l’obiettivo è quello di intervenire per
prevenire l’ospedalizzazione e soprattutto di intervenire in termini di
prevenzione e di benessere rispetto alla comunità e alla collettività in genere,
quindi in questa chiave, se noi vogliamo seriamente superare i limiti dell’attuale
gestione che noi abbiamo, dobbiamo dotarci di un modello organizzativo
82
efficiente. Quindi, prima regola, ritengo, e noi già lo abbiamo depositato, è
quello di un regolamento sulle attività socio – assistenziali, dove tutto viene a
essere disciplinato e viene ad essere regolamentato. Questa è una competenza
vostra che dovete esercitare fino in fondo come Consiglio comunale, come
Amministrazione attiva, in maniera tale che anche gli operatori, chiunque esso
sia, oggi si chiama Lattuca, domani si chiamerà Francesco, si chiamerà
Giovanni, domani saprà quali sono le regole che dovevano disciplinare
l’insieme delle attività sociali nell’ambito di questo mondo che è un mondo
veramente complicato e difficile da intervenire, perché anche a questo dei
regolamenti sulle attività si aggiungono gli schemi tipo di convenzione dove
sono disciplinati l’insieme dei rapporti che noi dobbiamo mantenere e sono
anche rapporti giuridico - patrimoniali, non sono solo rapporti legati soltanto a
prestazioni di carattere specialistico. C’è un dare e un avere che deve essere
anche misurabile, quantificabile, verificabile sul piano anche della qualità, in
maniera tale che ognuno sa chi, che cosa fa, come viene fatto e se deve essere
pagato secondo la giusta retribuzione che è dovuta sulla base dell’accordo che
noi abbiamo stipulato a monte. Purtroppo mancano gli schemi tipo di
convenzione, dobbiamo fare tanti schemi tipo di convenzione quanti sono le
tipologie delle comunità o delle strutture socio – assistenziali, perché la legge
22 dell’86 all’Art. 26 prevede l’Albo e l’Albo prevede tantissime tipologie al
suo interno, per ognuna ci sono dei costi, ci sono dei livelli di prestazione, ci
sono degli standard strutturali e organizzativi che devono essere rispettati.
Quindi se noi non sappiamo a quale tipologia, a quale sezione dell’Albo è
iscritta e con quale tipo di convenzione andiamo a disciplinare, noi rischiamo
di pagare possibilmente di più delle prestazioni che potremmo anche pagare di
83
meno. E questo incide in termini di costo delle prestazioni e di aggravio di
spesa per l’ente. Quindi voi avrete di qua a qualche giorno tantissimo lavoro da
dover fare e qua ritengo che sia opportuno che si collabori seriamente e si
collabori lealmente, perché qua ad una operazione di trasparenza rispetto a delle
criticità che ci sono, nessuno si sottrae, anzi, ben vengano, nella misura in cui
questo serve a rendere più efficace, efficiente l’azione del Comune nei
confronti… Attenzione, questo serve, Consigliere Alfano, questo è un punto
perché il mondo delle attività sociali non si chiude con le strutture socio -
assistenziali, è una parte di un tutto che deve essere messo assieme attraverso un
puzzle costituito da tante tessere. L’altra tessera, per fare un esempio, le
misure… voi che siete medici potrete insegnarmi tante cose, io purtroppo vengo
da una formazione di carattere tecnico – giuridico, quindi ho avuto difficoltà ad
arrivare anche a fare proprio un ragionamento, e di questo ad esempio molte
competenze sono distribuite, alcune sono nostre, altre sono delle A.S.L., altre
sono anche di altri enti. Le faccio un esempio, cioè ad esempio per i minori, il
Sindaco, dicevo, toccava un nervo secondo me scoperto, non bisogna
istituzionalizzare il bisogno. Come non si istituzionalizza il bisogno? Ad
esempio nelle ipotesi del minore le alternative quali sono? È chiaro che se noi
buttiamo un bambino a due anni all’interno di una comunità, glielo teniamo fino
a 18 anni, abbiamo fallito nel compito della tutela sociale, perché tutte le leggi
dicono, specie le leggi in materia di minori, dicono che la soluzione ottimale è
l’ambiente familiare. Quindi che significa questo? Significa che noi, è una cosa
vecchia, però è tanto vecchia che non è mai stata applicata e che dobbiamo fare
di tutto perché ci si arrivi, la legge in materia di affidamento è del 1983, siamo
nel 2009, ancora la dobbiamo fare. Cioè questo è ad esempio un regolamento
84
sulla disciplina dell’affido familiare fondamentale, se vogliamo non
istituzionalizzare il bisogno, affido che deve essere poi anche propedeutico nella
misura in cui non si riesce a ricostituire un nucleo familiare capace di potere
riaccogliere il bambino all’interno della sua famiglia naturale o legittima,
qualunque essa sia, è chiaro che poi a quel punto diventa naturale l’adozione,
tanto è vero che noi abbiamo il Tribunale dei Minori che si sta attrezzando, ha
costruito una piattaforma con un progetto del Ministero di Grazia e Giustizia,
dove noi dobbiamo partecipare con… all’interno della banca dati essere in rete
con questa piattaforma e accedere con le nostre smart elettroniche. Quindi che
significa? Significa che quantomeno i nostri assistenti sociali devono sapere
usare il computer, quindi bisogna accedere, avere le password, sapere gestire,
perché avremo un controllo, tutto avrà una tempistica disciplinata
rigorosamente, entro un certo termine chiunque deve intervenire nel processo in
ordine alla adozione di un bambino, deve intervenire e può essere controllato in
sede centrale, quindi da parte del Tribunale dei Minori, se fa o non fa la
relazione sociale e se la carica all’interno, perché da quel passaggio poi si passa
ad una fase successiva, per rendere concreta la possibilità di adottare un
bambino, quindi di tirarlo fuori e reinserirlo all’interno di un contesto, che sia
sociale, familiare, economico, eccetera. Quindi questo a proposito dei minori,
ma se dovessimo parlare di un disabile mentale, noi i disabili mentali molto
spesso ce li ritroviamo perché c’è un mercato, è inutile che ce lo nascondiamo
dietro, all’interno di comunità per anziani. Ebbene, il disabile mentale, non è
che tutti i disabili mentali sono della stessa specie o della stessa natura. In
questo i medici mi possono aiutare. Abbiamo disabili mentali che hanno
necessità di interventi psichiatrici e quindi di cure e di terapie farmacologiche o
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proprio psichiatriche, ci sono invece altri soggetti che non hanno queste
necessità e questi bisogni e hanno bisogni diversi. Ebbene, non dobbiamo
costruire delle scale in questo? Cioè non dobbiamo costruire dei target in ordine
alle strutture assistenziali che si occupano di disabilità? Perché c’è la comunità
che sa affrontare quel caso particolarmente grave e comunità che ne sa
affrontare un altro, meno grave, più grave, però in questo noi ad esempio già
con il dipartimento di salute mentale, con il dottore Manno che è il Direttore,
già abbiamo stabilito delle linee guida, lo abbiamo fatto come distretto socio –
sanitario, ma c’è anche qua un limite, ancora la cultura dell’integrazione socio –
sanitaria non è una cultura grande e ci sono anche tentativi di evitare che si
adottino queste linee guida in ordine a come si stabilisce un ricovero, ci sono
delle difficoltà e noi lo dobbiamo superare se vogliamo evitare che la spesa da 3
milioni la facciamo cominciare a scendere a 2 milioni 933, cioè dobbiamo fare
uno sforzo perché l’insieme dei bisogni e dei servizi che dobbiamo rendere, i
bisogni non sono tutti uguali, i bisogni sono tutti diversi, i bisogni richiedono
servizi diversi in ragione al tipo di bisogno che andiamo davanti. Quindi in
questo richiedono sforzo notevole, uno sforzo notevole, al quale sforzo deve
essere chiamato non solo l’organo gestionale che poi in fondo è l’ultima ruota
del carro che deve fare funzionare la macchina con tutte le persone che ci
stanno dentro, con tutti i limiti e le difficoltà che ci sono e nell’organo di
gestione che non ha una formazione squisitamente tecnica, non è uno psicologo,
un sociologo o non è uno specialista delle scienze sociali, ma che ha una
formazione diversa, ma che comincia a comprendere un processo e che quindi
bisogna fare di tutto perché si possa intervenire su questo. Torniamo al bonus.
Si è fatto… (intervento fuori microfono) Questo è il futuro, ma io dico è chiaro
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che un’analisi profonda già l’abbiamo fatta su questo e ritengo che non sia il
caso, il Sindaco ne ha accennati nella sua relazione molti passaggi in questo, e
secondo me l’analisi va approfondita, bisogna conoscerla fino in fondo anche
nell’analisi di perché siamo arrivati anche a questo paradosso, a queste
situazioni anche di difficoltà di una spesa lievitata, di problemi che si sono
accavallati nel tempo. Ci sono stati e ci sono dei limiti nell’attività, appunto, del
servizio sociale professionale e noi li dobbiamo superare. Per quanto riguarda il
bonus socio – sanitario tutte le visite non sono state fatte, dottore Micciché, cioè
tutte le… non sono state fatte, dobbiamo rivederci, infatti domani serve proprio
a chiarire questo profilo. Domani dobbiamo sederci anche qua per affrontare e
superare il problema. È chiaro che se noi ci guardiamo indietro non lo
risolviamo. Infatti se l’Assessore oggi stesso se ne è fatto carico, negli altri
giorni abbiamo fatto la nota, abbiamo chiesto quale era lo stato delle pratiche,
quante ce ne sono state mandate, come ci sono state mandate. Questo è stato
fatto, dottore Micciché, non è che noi abbiamo il piacere perché le persone
vengano a picchiarci, no, assolutamente, oppure a protestare. (intervento fuori
microfono) Io non voglio assolutamente, infatti noi dobbiamo evitare. Non
vogliamo ribaltare nulla, noi dobbiamo risolvere il problema. Perché quest’anno
abbiamo la difficoltà in ordine agli accertamenti che dobbiamo fare che sono di
gran lunga superiori rispetto agli anni passati, perché la Regione ha fatto una
operazione matematica, cioè io ti do tanti soldi, li deve distribuire a tutti gli
aventi diritto, mentre secondo me anche forzando il dettato normativo, però io
non c’entro in questa vicenda perché se le istruzioni che abbiamo ricevuto sono
queste, noi le dobbiamo applicare. Cioè il bonus non viene erogato in misura
pari all’indennità di accompagnamento, cioè mentre prima il bonus era 450,00,
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cioè pari all’indennità di accompagnamento, per sei mesi, quest’anno non è
così. Prima era 2750,00 euro, oggi non è più così, cioè tanti aventi diritto, a
tanti tu devi distribuire le somme, indipendentemente dal valore dell’indennità
di accompagnamento. Quindi non sarà più un assegno di 450,00 euro mensili,
ma sarà tanto quanto gli aventi diritti rientreranno del budget complessivo della
spesa, quindi per il 2008. E sicuramente per il 2009 sarà ripetuta la stessa cosa.
Per il 2008 ci è stato detto di fare così, quindi noi lo dobbiamo applicare, quindi
in questo modo dobbiamo fare gli accertamenti per una platea complessiva, per
tutti e quindi gli accertamenti medico – sanitari li dobbiamo fare per tutti e
conseguentemente questo ci crea un problema perché l’accertamento lo
dobbiamo… dobbiamo essere sicuri che tutti abbiano diritto al bonus nella
misura che sarà stabilita in base al budget che abbiamo assegnato. Questo è il
problema e domani lo affrontiamo. Il Sindaco ha indicato un percorso che
secondo me se ci ragioniamo possiamo anche farlo, però dobbiamo sapere fin
da adesso che il bonus non è uguale nella medesima cifra rispetto agli anni
passati, e questo lo diamo in acconto, viene ridistribuito in parti uguali, lo
diamo in acconto fino a un certo numero, perché dobbiamo mantenerci entro
una soglia di precauzione, è chiaro che è poi entro una soglia di precauzione
perché noi non possiamo trovarci scoperti rispetto al… lo manteniamo entro
una soglia di precauzione, a quel punto cerchiamo di dare immediatamente una
risposta al bisogno che c’è effettivamente, al quale figurarsi se vogliamo noi
sfuggire rispetto a questa necessità. Per il resto io credo di non dovere
aggiungere altro rispetto a questa vicenda. Per quanto riguarda la vicenda della
Papa Giovanni XXIII, è una vicenda secondo me complessa, per cui non
possiamo ridurla in poche battute attraverso… su questo il Sindaco ha detto
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molto e ha detto molto anche l’Assessore, anche l’Assessore al ramo. Mi viene
da ridere, sapete perché? Perché fin quando noi pagavamo tutte le rette anche
per i minori stranieri non accompagnati, questo Comune ovunque fossero
ricoverati i minori stranieri, li pagava sempre il Comune di Agrigento. Erano
ricoverati a Ravanusa, a Campobello di Licata, li pagava tutti il Comune di
Agrigento, cioè la comunità agrigentina pagava tutte le rette. Il fatto che il
Sindaco indichi nel 2006 il punto in virtù del presupposto che siccome la tutela
veniva aperta in capo al Comune di Agrigento, Prefettura e Questura…
(intervento fuori microfono) pagavamo noi, anche se poi venivano ricoverati in
altri Comuni. E noi abbiamo avuto in un anno almeno… per questo abbiamo
avuto il picco del 2006. Nel 2006 noi abbiamo pagato intorno a 680.000,00
euro, 700.000,00 euro, che su 3 milioni di euro incide nella misura pari a un
quarto in sostanza, più di un quarto di questo. Che è successo? Che la
Prefettura, proprio anche per le rimostranze che noi abbiamo fatto già nel 2007,
ha cambiato l’orientamento, è uscita con una circolare dicendo: paga ciascun
Comune dove ha sede la comunità dove viene ricoverato il minore, ed è
diventato un criterio corretto. Che succede? Che gli altri Comuni cominciano a
protestare perché avevano delle difficoltà finanziarie a dovere corrispondere il
valore della retta, perché la retta è anche pesante, sono 2.100,00 euro al mese…
(intervento fuori microfono) per un bambino, sono circa 70,00 euro al giorno,
sono 2.100,00 euro al mese, è chiaro che ciascun Comune… e tuttora ci sono
tutti i Comuni, il Comune di Ioppolo che ha mi pare due comunità, il Comune
di Ioppolo rischia il dissesto finanziario perché se voi pensate, se sono due
comunità con 20 bambini a 2.100,00 euro al mese, fate un po’ di conti e vedete
se non si assorbe tutto il bilancio al Comune di Ioppolo. E quindi è chiaro, sono
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problemi loro, però che è successo? Il paradosso quale è stato? Quando è
subentrata questa questione che ogni Comune doveva pagarsi la sua retta e noi
pagavamo, in sede di riunioni del Consiglio territoriale in Prefettura, gli altri
Comuni ci hanno imposto: non pagate più, perché voi siete la pecora nera che
non ci consente di esercitare una pressione nei confronti della Regione o nei
confronti del Ministero degli Interni per fare cacciare i soldi per i minori
stranieri non accompagnati, perché giustamente si sostiene, e a ragion veduta,
che al momento che la materia dell’immigrazione è di competenza dello Stato,
articolo 117, comma 1, lettera B della Costituzione, dice: perché le dobbiamo
pagare noi? Infatti in sede di Consiglio territoriale si è detto questo: voi non
pagate perché voi ci mettete in difficoltà. Paradosso quello che ha detto il
Consigliere cosa. In questo il Sindaco sta adoperando per quanto di sua
competenza tutte le iniziative necessarie perché si arrivi, perché se noi avessimo
avuto il rimborso, il ripianamento del debito solo per i minori stranieri non
accompagnati, noi non avevamo il problema di Villa Betania, il problema di
tutte le Comunità, perché nel 2008 non è che ci manca solo Villa Betania
all’appello, ci mancano anche le altre comunità. Noi non avremmo avuto nessun
problema a dover pagare ordinariamente la spesa a tutte le comunità, per cui
anche in questo c’è il paradosso tipico della Sicilia che da un lato non ci dà i
soldi, dall’altro ci commissaria. Quindi anche questo, qualcuno forse ce lo deve
spiegare sul piano della… non lo so in queste cose, però questo viviamo, quindi
questi sono i problemi che abbiamo avuto. Però bisogna riconoscere anche un
fatto, che tutta la vicenda oggi da parte del governo se sulla vicenda
dell’immigrazione si è, dell’immigrazione ordinariamente intesa ha operato in
una certa maniera, quindi con la politica del respingimento eccetera, per i
90
minori c’è una attenzione massima, perché ad esempio all’interno dei Consigli
territoriali, circolare Maroni, Ministro degli Interni, istituisce le sezioni minori
all’interno delle comunità. E, attenzione, la soglia di attenzione riguardo alle
comunità è molto alta e si vuole evitare che su questo ci sono state indagini
parlamentari, tuttora ci sono delle indagini in corso sul modo come viene gestita
tutta l’accoglienza, c’è una discussione da parte dell’ANCI su questa vicenda.
Noi abbiamo un progetto approvato, cioè siamo stati ammessi a finanziamento,
siamo primi in graduatoria e a momenti otterremo, avremo la possibilità di
gestire noi direttamente tutto il processo dell’accoglienza, utilizzando il metodo
che già noi abbiamo sperimentato che è quello dello SPRAR e del progetto
TARIC, cioè per le categorie ordinarie degli immigrati, anche per la categoria
dei minori stranieri. Come vedete queste sono problematiche che hanno una
certa complessità e che richiedono anche un intervento e una azione
amministrativa che sia all’altezza del problema che abbiamo davanti, che non
può essere semplicemente ridotto a un problema di pagamento solo di rette.
Riguarda anche un problema legato alla qualità delle prestazioni, perché è
giusto, a mio modo di vedere, chiedere, in ragione di quanto si paga, chiedere
che prestazioni riceviamo. E rientra nelle attività ordinarie della legge regionale
22, della legge 328 del 2000, di tutte le circolari in materia di minori stranieri, le
direttive che ci sono allora Ministero degli Interni, che sono direttive che ormai
hanno persino il loro tempo, sono del 2007, del 2006, quindi noi questo
problema lo dobbiamo affrontare nell’ambito di questa visione complessiva del
fenomeno. L’attività che abbiamo fatto anche per quanto riguarda l’attività
progettuale, io ho citato, saltando ad esempio uno… (intervento fuori
microfono) La capacità progettuale l’abbiamo dimostrata candidandoci e
91
ottenendo i soldi. E il paradosso sapete qual è? Il paradosso è che noi abbiamo
la capacità di potere portare tutto ciò che è necessario fare arrivare qua, con i
fondi del PON sicurezza, abbiamo un rapporto già privilegiato tramite la
Prefettura con il dipartimento per l’immigrazione e gli affari civili. Potremmo
andare a Roma a parlare con il Direttore del Dipartimento e fare arrivare le
necessarie risorse per rendere servizi a questa città. Però per fare questo
dobbiamo essere… per la Cooperativa nostra noi già il nostro lavoro l’abbiamo
fatto come ufficio, dipende dalla Regione Siciliana, perché noi già abbiamo
chiesto le istanze di finanziamento, abbiamo formulato, abbiamo portato le
carte, come si dice, a Palermo per chiedere i soldi e quindi l’abbiamo portato a
Palermo per quanto riguarda proprio la vicenda dei minori stranieri non
accompagnati. Quindi da questo punto di vista… (intervento fuori microfono)
All’Assessorato, nelle mani di una signora che se ne dovrà occupare e che se ne
occupa, con la quale abbiamo relazioni telefoniche e rapporti diretti. Quindi da
questo punto di vista noi siamo a posto. (intervento fuori microfono) Il 9 mesi di
pigliare lo stipendio è legato anche alla condizione di liquidità. Scusate, non è
che dipende solo da me. Io per quanto riguarda Villa Betania, un momento fa
anche lo stesso Consigliere Calabrese ha detto che sono state pagate due
mensilità e non sono state pagate altre due mensilità, ma gli atti liquidazione,
l’ufficio, noi li abbiamo fatti. Ma questo non significa che io voglio scaricare
sul collega della Ragioneria il problema del mancato pagamento a Villa
Betania. Questo non lo posso fare e non lo voglio fare, perché è un problema
legato alla liquidità, non è legato al mio ufficio che non fa arrivare le
liquidazioni all’ufficio di Ragioneria, questo è tutt’altro discorso e tutt’altro
ragionamento. È chiaro che è legato. E torno a ripetere, se noi facciamo affluire
92
le necessarie risorse per gestire questi processi, perché sono processi
amministrativi che vanno governati. Vanno governati con tecniche e procedure
amministrative, sapere conoscere i procedimenti, saperli applicare, rendicontare,
rendere, fare… io ho preoccupazione, perché l’attività progettuale che abbiamo
messo in campo noi è una attività terribile. Progetto Libeccio: Ministero degli
Interni. Il Progetto Carrubo, noi abbiamo fatto arrivare qua ad Agrigento con
soldi che già sono nel cassetto e si stanno bandendo le gare per ristrutturare gli
immobili e fare accoglienza. Sono arrivati 990.000,00 euro, sono state fatte le
gare per ristrutturare questi immobili e il Comune fa una duplice operazione,
recupera immobili, valorizza dal punto di vista patrimoniale il bilancio, perché
non iscrive come rudere ma lo iscrive con il suo valore in termini economici, in
termini reali e dall’altro fa anche accoglienza. A questa operazione, e questa è
una operazione iniziale, potremmo fare arrivare, siccome è la fase iniziale di un
processo, questo è un processo, una volta avviato dovrà continuare
necessariamente. E qua c’è lavoro per fare ulteriori ristrutturazioni, c’è lavoro
per fare accoglienza, mettere a frutto una politica seria in termini di gestione
proprio del problema dell’immigrazione e dare un’offerta variegata a target a
diversi di cittadini. Quindi, ai cittadini extracomunitari avviamo questo
processo attraverso i fondi dell’inclusione sociale del Ministero del Welfare,
agli altri cittadini valorizziamo gli immobili che ai cittadini nostri, quelli dello
IACP, facciamo le ristrutturazioni, e quindi questo è fare Welfare, fare attività
di benessere. Quindi 1.400.000,00 euro, progetto You and me, dipartimento per
le politiche giovanili, Presidenza del Consiglio dei Ministri un milione di euro,
e con questo milione di euro dovremmo ristrutturare anche qua un immobile a
Villaseta e fare delle politiche per i giovani di Villaseta. E solo Dio lo sa che
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cosa occorre a Villaseta per fare delle politiche di integrazione per i giovani a
Villaseta, con altri 800.000,00 euro. Posso citare anche altre ipotesi. Poi voglio
dire però, siccome ormai l’attività dell’amministrare non è una attività di
amministrazione per funzione o per compiti, è una attività per progetti, che
richiede l’insieme delle competenze messe assieme e affrontare i problemi. E in
questo modo possiamo anche affrontare il problema finanziario, perché se noi
riusciamo a trasferire, ad adottare una politica intelligente che usa risorse
diverse in ragione dei bisogni e delle misure che ci sono, noi possiamo fare
tantissimo. Ci siamo candidati per ultimo al bando per l’inclusione sociale e il
progetto l’abbiamo fatto noi. Il partner l’abbiamo coinvolto, l’abbiamo
selezionato, però il progetto l’abbiamo fatto noi e lo dobbiamo governare noi.
La direzione dal punto di vista amministrativo la mantiene comunque il
Comune in questo e in questo anche la funzione politica riesce a svolgere la sua
funzione principe, a mio modo di vedere. Quindi queste sono le tematiche che
bisogna affrontare in materia di attività APQ Giovani. Qualcosa l’abbiamo
anche dimenticata, però purtroppo non possiamo ricordarle tutte. Però, torno a
ripetere, questo richiede un modello di Welfare serio, locale si dice e regionale.
O ci agganciamo a questi processi, perché poi in buona sostanza significa
questo, o ci agganciamo a questi processi di politiche di innovazione che hanno
un carattere nazionale e regionale o altrimenti richiamo di restare tagliati fuori e
avere sempre i soliti problemi di cui anche questa sera stiamo parlando.
PRESIDENTE CALLARI – Grazie. È la volta del Consigliere Calabrese.
CONSIGLIERE CALABRESE – Presidente, io intervenivo solo per dire che
stiamo depositando il documento sottoscritto, anzi già era stato depositato il
documento preparato dal Consigliere De Francisci, sottoscritto da 23
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consiglieri, con il quale si chiede che venga messo all’ordine del giorno dopo
che gli uffici avranno preparato la proposta per fare questa benedetta
Commissione di indagine, conoscitiva, perché da quello che abbiamo sentito la
confusione è totale, totale. Avevo qualche appunto per fare giustizia a qualcuno
che è stato accusato di avere fatto lievitare le rette dei ricoveri da 500,000,00
mila a 2 milioni e mezzo, cosa che non può dipendere da questa persona, perché
chi dispone i ricoveri degli anziani sono gli Assistenti Sociali e quindi non è
quel funzionario, quel dipendente che è stato citato. (intervento fuori
microfono) È stato detto che il dipendente Lauricella è stato allontanato per
questo motivo, è stato detto così, si vada a vedere le registrazioni, Sindaco,
stasera, a buon intenditore poche parole. Si vada a vedere in mezzo alle righe
quello che è stato detto e bisogna fare giustizia. Quindi i ricoveri degli anziani
vengono stabiliti dagli Assistenti Sociali, ma abbiamo appreso stasera che forse
sono lievitati perché i nostri Assistenti Sociali sono in corto circuito. Abbiamo
gli Assistenti Sociali in corto circuito. Che significa? Li licenziamo e
assumiamo quelli bravi, quelli buoni. Bisogna fare questa Commissione,
Presidente. I disabili psichici non li stabiliscono gli Assistenti Sociali in corto
circuito, li stabilisce l’ASP con la struttura che si trova in via Imera, sono loro
che stabiliscono e sono loro che indicano le strutture presso le quali devono
andare. Non era il Lauricella che assegnava gli assistiti alle varie… o distribuiva
gli assistiti alle varie strutture. I minori, i minori italiani sono assegnati dal
Tribunale ed è il Tribunale che stabilisce presso quale struttura devono andare. I
minori stranieri sono assegnati dalla Questura che stabilisce in quali strutture
devono andare. Quindi la lievitazione dal 2000 ad oggi, da 500.000,00 a 2
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milioni e mezzo non è colpa del dipendente. La verifichi con la Questura…
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE CALLARI – Signor Sindaco, un attimo e facciamo
completare.
SINDACO – Siccome si stanno attribuendo responsabilità che non sono state
invece questa sera attribuite o accertate…
CONSIGLIERE CALABRESE – Non da parte sua, Sindaco. non da parte sua,
c’è stato qualche intervento, la prego di andare a vedere lo stenotipato…
SINDACO -… dei nodi che dobbiamo andare ad affrontare… La persona che
(...) non è giusto.
PRESIDENTE CALLARI – Sindaco, lasciamo finire l’intervento del
Consigliere Calabrese.
CONSIGLIERE CALABRESE – Si vada a vedere lo stenotipato e se è stato
affermato o meno quello che sto dicendo. Non è stato da parte vostra, è stato da
parte di qualche consigliere. Sindaco, si vada a leggere lo stenotipato. Poi,
andiamo avanti. È stato allontanato lasciando intendere che chissà che cosa
stesse combinando in quegli uffici, accerteremo anche le responsabilità di
questo dipendente, audiremo anche questo dipendente, accerteremo anche
queste cose, audiremo questo dipendente, audiremo gli Assistenti Sociali in
corto circuito, audiremo tutto, l’ufficio, le Cooperative, gli utenti, i cittadini,
audiremo tutti. Mi si dice che bisogna verificare gli standard strutturali.
Qualcuno mi deve spiegare se vi è una normativa della regione che fa una
differenziazione tra i minori italiani e i minori stranieri per quanto riguarda gli
standard strutturali. Non vi è nessuna normativa regionale che fa una
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differenziazione. E allora qualcuno mi deve spiegare perché vengono pagate le
rette dei minori italiani e quindi in questo momento si stanno accertando che gli
standard strutturali sono giusti, ma di contro non gli si pagano i minori stranieri
richiedendo gli standard strutturali. Bisogna fare la Commissione conoscitiva.
Le rette, il caso di Brescia. A Brescia pagano un terzo di quello che pagano ad
Agrigento, come se le rette le stabilissero le comunità, quindi a Brescia
vogliono un terzo, ad Agrigento ne vogliono per tre volte. Da quello che mi è
dato a sapere le rette sono stabilite dalla legge, non penso che tra una struttura e
un’altra vi siano differenze per la stessa prestazione, non credo. Comunque,
Presidente, un altro appunto giusto per chiarezza che alla Cooperativa Giovanni
XXIII nel corso dell’ultimo quadriennio sono state erogate 600.000,00 euro e
non un milione e mezzo per come qualcuno stasera ha affermato qua dentro. Si
è lasciato intendere che alla Cooperativa Giovanni XXIII erano state assegnate
un milione e mezzo nel quadriennio, invece la cooperativa Giovanni XXIII nel
quadriennio ha percepito 600.000,00 euro. Sono piccole sfumature che lasciano
sempre qualche dubbio. Ecco il motivo per cui ben venga una Commissione,
per capire se le nostre Assistenti Sociali sono in corto circuito e sono da buttare
e le nuove Assistenti Sociali che stiamo utilizzando in questo momento sono
migliori di chi si è speso per questo ente, per questa Amministrazione per venti
anni o per trenta. Presidente, deposito la richiesta da inoltrare agli uffici per la
proposta di delibera di scrivere il punto all’ordine del giorno e dopo gli
interventi, se ci sono altri interventi chiedo il rinvio dei lavori come da
calendario a domani alle 19:00. Grazie.
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PRESIDENTE CALLARI – Consigliere Arnone, poi apprendo che c’è questo
documento, siccome non riesco a leggerlo, se gentilmente nel suo intervento
espone anche quello che è scritto in questo documento, prego.
CONSIGLIERE ARNONE – La politica è sempre qualcosa di molto
singolare, perché il Consigliere Calabrese che mi ha preceduto e io in linea
teorica facciamo capo alla stessa parte politica, allo stesso orientamento. A lei
non risulta, a me risulta abbastanza. Non glielo hanno notificato, abbiamo
qualità di attenzione rispetto al mondo che ci circonda che è abbastanza diversa.
Però chi ha sentito gli interventi di Calabrese e miei ha la sensazione che
rispetto al dibattito che questo Consiglio comunale ha vissuto questa sera
esprimiamo una valutazione profondamente diversa. Io sono molto soddisfatto
del dibattito e credo che da venti anni a questa parte un dibattito così carico di
contenuti, così profondo, sia nel merito dei problemi della solidarietà sociale ma
anche per quanto riguarda l’impostazione della politica comunale non si era fino
a questo momento vissuto, non soltanto per quanto riguarda questa
Amministrazione, ma per quello che è il mio ricordo ventennale anche, appunto,
nei decenni precedenti. Io ho ascoltato con grande interesse non solo
l’intervento dell’Assessore, ma anche quello del Sindaco, e ambedue gli
interventi hanno mostrato una notevole padronanza non solo degli atti
amministrativi gestionali, ma di una visione di quella che dovrebbe essere la
solidarietà sociale, di quello che dovrebbero essere i compiti e gli obiettivi
della solidarietà sociale. Cioè si è venuti questa sera in questa aula preparati per
affrontare nel modo più qualificante il tema che stava all’ordine del giorno. E a
me pare, consentitemi la cacofonia, fuori tema l’intervento del Consigliere
Calabrese, nei toni, nei contenuti, nell’agitare questa Commissione come una
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sorta di clava che chissà che sfaceli dovrebbe provocare rispetto
all’Amministrazione comunale. Qui abbiamo visto sciorinato dal dirigente, dal
Sindaco, dall’Assessore, un metodo di lavoro e una qualità dell’approccio
fortemente improntati alla trasparenza. Quando un assessore solleva il problema
che gli enti convenzionati a Brescia costano molto di meno che ad Agrigento,
possibilmente si sbaglia, avrà dati incompleti, certamente è animato da una
volontà anticlientelare, da una volontà antispreco, da una volontà di trasparenza
che ha pochi eguali. Un altro, avendo questo sospetto che altrove si paga molto
di meno, sarebbe andato dalla vacca per vedere cosa poteva mungere, con un
bel secchio in mano per vedere se c’era latte per lui. Qui invece con molto
garbo il nostro assessore ha sollevato un profilo che riguarda la necessità di
verifica, di approfondimento, di trasparenza, come ha fatto il dirigente Lattuca
che dice: qui noi paghiamo servizi, li paghiamo anche cari, e non è che sono
servizi che vengono regalati o che ci riguardano personalmente, riguardano la
collettività. E allora noi dobbiamo andare a vedere come questi servizi vengono
forniti, con quali obiettivi, con quali logiche e ha detto un’altra cosa di notevole
caratura culturale Zambuto. Noi qui non è che dobbiamo lavorare per mantenere
il minore internato, dobbiamo lavorare perché il minore sia integrato, perché il
minore ritorni nella istituzione familiare. Il minore nella istituzione collettiva è
un affare, si pagano fior di rette, il minore integrato in una famiglia è un affare
per la collettività, perché noi abbiamo poi una altissima percentuale di minori
che vengono assistiti dalla solidarietà sociale nelle istituzioni, cioè nei convitti,
nelle istituzioni di ricovero permanentemente e poi rimangono da maggiorenni
con grandi problemi psichici e psicologici a carico della solidarietà sociale. E
questo è il momento e va dato merito a questa Amministrazione di affrontare
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questi problemi contenutistici di ciò che deve essere la solidarietà sociale, cioè
non un erogatore di somme e di spese, un luogo dove si fa clientela, e nel dare
assistenza e nel fare le assunzioni mediante le quali assunzioni si dà assistenza.
Consigliere Calabrese, io non ho detto che Lauricella deve essere rimosso, deve
essere punito, io ho parlato della opportunità della rotazione di persone che
stanno… (intervento fuori microfono) ma perché è stato citato con nome e
cognome prima che parlassi io. Io prima di questa sera sconoscevo che il
Comune avesse un dipendente di nome Lauricella e che il dipendente di nome
di Lauricella, conosco il cognome perché l’ho sentito stasera qua, non conosco
neanche il nome di questo signore, non so che età abbia, mi sono poi informato
chi era e che faceva e ho saputo era in un posto di notevole interesse,
chiamiamolo così, perché gestiva gli affidamenti dei… (intervento fuori
microfono)
PRESIDENTE CALLARI – Scusi, Consigliere Calabrese, per favore.
CONSIGLIERE ARNONE – Allora, probabilmente è il caso, Presidente, che
noi teniamo qui a disposizione di tutti un vocabolario. Gestire non significa che
determinava gli affidamenti, significa che si occupava degli affidamenti decisi
da altri… (intervento fuori microfono) Consigliere Calabrese, quello che al
cittadino che ci segue è difficile comprendere è il perché una parte di questo
Consiglio comunale si accalori tanto sul fatto che un dipendente amministrativo
di quinto, di sesto livello sia stato incaricato di fare un cosa diversa da quella
che ha fatto per molti anni. Io non è che ne vedo la ragione di accalorarsi tanto,
per me diventa una cosa abbastanza fisiologica, a meno che, in effetti,
l’accalorarsi non è collegato a un ruolo particolare che questo dipendente
svolgeva nel posto in cui stava.
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(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE CALLARI – Consigliere Calabrese, non è un dialogo tra lei e
il Consigliere Arnone.
CONSIGLIERE ARNONE – Consigliere Calabrese, io sto valutando
l’operato di un dirigente. (intervento fuori microfono) Ognuno di noi…
PRESIDENTE CALLARI – Scusate, capisco che la discussione è calda, ma
limitiamola agli interventi di chi parla, prego.
CONSIGLIERE ARNONE – Non comprendo il calore di una simile
discussione, perché il dirigente è proprio il soggetto sul quale il politico deve
esprimersi, cioè io devo valutare se l’input, l’attività gestionale, la direzione
che fornisce il dirigente dei servizi sociali è adeguata agli obiettivi che ci stiamo
dando. È questo il mio compito questa sera qua dentro, non è il mio compito, se
non ci sono cose particolarissime, occuparmi del perché un dipendente di sesto
livello è stato portato da un utilizzo ad un utilizzo di carattere diverso. Voglio
anche toccare brevissimamente un punto… 5.8.2009, anche di questo sarebbe
forse il caso di parlare. L’articolo che ho innanzi riguarda Lampedusa e il
Prefetto di Agrigento conferma quello che ha detto l’Assessore Daina, senza
esprimere sentenze anticipate nei confronti di nessuno, ma si tratta di un settore
dove denaro ne gira molto e la necessità di approfondimenti, controlli di qualità
e quant’altro è con ogni evidenza notevole. Dicevo, Consigliere Saeva, il
controllo non è che si demanda alla Procura della Repubblica. (intervento fuori
microfono) Io dico che come funzionano le robe a casa mia, Consigliere Saeva,
innanzitutto dovrei deciderlo io. Io avverto la struttura comunale né più e né
meno come il rapporto che ho con mio figlio, i problemi di mio figlio per
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quanto è possibile non tendo a delegarli. Ho io la responsabilità di stabilire
come funzionano le cose e qui mi avvio a concludere. Cosa penso? Che noi
dobbiamo esprimere una valutazione in ordine a questo dibattito. Credo, sempre
utilizzando la metafora di mio figlio, che meriti approfondimento tutta la
vicenda dei ritardi nei pagamenti alla Cooperativa Giovanni XXIII, perché
probabilmente è il classico punto che andrebbe affrontato separatamente,
dedicando una attenzione globale ed esclusiva al punto medesimo. Ma tolto
questo aspetto, credo che l’intero dibattito, il programma palesato
dall’Amministrazione meriti un voto da parte del Consiglio comunale che a
modo di vedere non può che essere un voto positivo.
PRESIDENTE CALLARI – Legga il documento e completi l’intervento.
CONSIGLIERE ARNONE – Il Consiglio comunale preliminarmente rinvia ad
ulteriore seduta l’approfondimento delle questioni relative alla cooperativa
Giovanni XXIII e i relativi pagamenti. Nel merito della seduta ritiene di
prendere atto positivamente e di approvare sia i chiarimenti che le linee di
azione formulate nelle loro rispettive relazioni dal Sindaco, dall’Assessore al
ramo e dal dirigente Lattuca.
PRESIDENTE CALLARI – È un nuovo punto che…
CONSIGLIERE ARNONE – No, non è un nuovo punto, è la conclusione di
questo dibattito.
PRESIDENTE CALLARI – Chiede il rinvio del…
CONSIGLIERE ARNONE – No, possiamo approvarlo anche ora. È la
conclusione del dibattito. Un dibattito dovrebbe concludersi con un
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orientamento del Consiglio, condividiamo o no le azioni che ha esplicitato
l’Amministrazione comunale su questo argomento.
PRESIDENTE CALLARI – Lo depositi. Consigliere Saeva.
CONSIGLIERE SAEVA – Grazie, Presidente. Vede, Consigliere Arnone, lei
mi fa piacere intanto che usa dei toni più pacati, soprattutto quando si tratta di
difendere l’Amministrazione, gli Assessori, i dirigenti. Secondo me, Sindaco,
la figura del Consigliere Arnone andrebbe valorizzata all’interno della sua
Giunta. Ma detto questo, vorrei dire che la richiesta di inviare gli atti alla
Procura della Repubblica non deriva da una mia farneticazione, ma deriva dal
fatto che ho letto il carteggio che è intercorso tra gli uffici del Comune di
Agrigento e la Cooperativa Papa Giovanni XXIII. Non essendo io un tecnico
esperto del settore, mi sono sorti dei dubbi che ritengo però debbano essere
approfonditi, perché le domande che noi abbiamo posto al dirigente non hanno
avuto altrettanto risposte esaustive o almeno abbiamo sentito una parte e
abbiamo sentito anche l’altra su posizioni completamente divergenti e il fatto
del dipendente Rino Lauricella ha una importanza anche all’interno di questo
contesto. Non è che io giornalmente mi occupo dei trasferimenti di settore dei
vari dipendenti comunali, però è apparso singolare, almeno dal mio punto di
vista, che dopo uno scambio epistolare tra il dirigente e il dipendente comunale
riguardante le modalità di pagamento della Cooperativa Papa Giovanni XXIII, il
dipendente casualmente per una questione tempistica viene trasferito.
(intervento fuori microfono) Consigliere Calabrese, è un caso, no, è una
coincidenza e io non voglio dubitare, avrà avuto le sue buone motivazioni,
probabilmente la rotazione andava fatta, ma mi sorge un dubbio a cui va data
una risposta chiara e non è un caso che, Sindaco, l’ha ammesso anche lei
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esplicitamente, i soldi stanziati dalla Regione Siciliana per fare fronte alle spese
sostenute dal Comune di Agrigento e nello specifico per fare fronte ai ricoveri
dei minori non accompagnati che ammontavano a circa 263.000,00 euro, cioè la
cifra esatta fatturata dalla Cooperativa Papa Giovanni XXIII, una volta che
viene liquidata dalla Regione Siciliana, il Comune di Agrigento che fa? Lo
utilizza per pagare altro. Siccome abbiamo dei problemi, lo utilizziamo per
pagare altro, però non paghiamo i dipendenti della Papa Giovanni XXIII per i
quali quei soldi sono arrivati, paghiamo altro, ne prendiamo atto e prendiamo
atto anche questa sera che dovremmo fare carico, noi consiglieri, di tutta una
serie di regolamenti, di tutta una serie di schemi di convenzione tipo, dovremmo
realizzare quel mondo perfetto del servizio socio - assistenziale. Sindaco,
quando lei parla io la tengo in grande considerazione, perché so che quando lei
parla, parla in buonafede. Ma mi pongo una domanda: questi schemi tipo,
questi regolamenti ma chi li deve fare? In questi anni in cui lei è stato Sindaco,
il suo assessore e il suo dirigente cosa hanno fatto? Perché questa sera che
affrontiamo il dibattito si pongono questi problemi? Si dovevano porre nel
giorno in cui, non dico il giorno, ma immediatamente dopo l’essere insediato,
perché se vogliamo parlare del mondo perfetto o di come si deve realizzare,
potremmo stare qui tutti delle giornate, affrontare i problemi e trovare le
migliori soluzioni possibili. Se poi ci rapportiamo alla realtà, vediamo che,
ahimè, la realtà è ben diversa e le cose non vanno come dovrebbero andare, nel
settore dei servizi sociali come in tutti altri settori, perché potremmo analizzare
il settore dell’urbanistica, potremmo dedicare ampio spazio, anzi, mi auguro che
lo faremo, anche ad altri settori, perché questo Consiglio comunale, insieme a
questo Sindaco, ritengo che voglia affrontare di petto i problemi, ma non ci
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dobbiamo nascondere dietro a un dito e dobbiamo ascoltare le istanze che
vengono dai cittadini, dagli operatori delle comunità e non prendere tutto come
oro, per carità, perché anche il dirigente e l’assessore che sul piano personale, lo
voglio dire, che sono delle persone, lo noto, lavorano costantemente e con
impegno, però può capitare nel lavoro di ognuno di incorrere in degli errori e
non si può fare sempre la difesa di ciò che si è fatto, ma si deve anche
riconoscere che forse qualcosa si è sbagliato e se ci sono anche dei rapporti
personali, questi vanno superati perché l’amministratore ha il compito di
staccare quelli che sono i propri rapporti da quello che è il proprio lavoro. In
questo caso, quando si sollevano questi problemi, il consigliere comunale ha il
dovere di intervenire quantomeno per fare chiarezza e la chiarezza è quella che
noi tutti vogliamo fare. Grazie.
PRESIDENTE CALLARI – Dottoressa Vita, prego.
CONSIGLIERE VITA – Presidente, signor Sindaco, signori Consiglieri,
signori della Giunta. Il dibattito stasera è veramente animato e acceso. Io
intervengo intanto perché condivido a pieno l’intervento del Consigliere Saeva
che è stato chiaro e limpido e condivido perfettamente tutto quello che dice.
Effettivamente abbiamo ascoltato il dirigente del settore che ha esposto un
programma bellissimo, stupendo, il migliore programma che si potesse fare,
però la domanda effettivamente: perché in questi due anni non è stato fatto nulla
e sta nascendo tutto adesso dopo che in Consiglio comunale si è fatto questo
dibattito? Vuol dire che è colpa nostra, dovremmo essere più presenti su tutti i
problemi inerenti la città. Però, dopo tutte queste discussioni, mi pare che
riguardo alle problematiche che sono uscite fuori, non ci sono state delle
risposte molto esaurienti e chiare, cioè le persone che sono qui da stasera,
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chiaramente non andranno a casa con una risposta. Quindi io intervengo anche
per dire che non sono d’accordo con il documento presentato dal Consigliere
Arnone, perché io ritengo che il documento che questo discorso, questa
discussione intanto non è finita ma sta solo iniziando stasera, che il problema
dei casi amministrativi dei servizi sociali non sono solo la cooperativa Papa
Giovanni XXIII, Villa Betania, ma ce ne saranno tantissimi altri, quindi la
giusta conclusione di questo dibattito di stasera è quello che avevamo chiesto
sin dall’inizio, cioè di formare questa Commissione speciale che andrà ad
affrontare singolarmente i casi volta e per volta e quindi noi ci auguriamo in
questo modo di lavorare e lavorare bene per la città, senza alzare i toni e senza
portare la bandiera del vincitore o dello sconfitto. Il Consigliere Arnone
all’inizio aveva detto che non era d’accordo alla Commissione speciale. Mi
sembra strano perché in altri tempi avrebbe urlato a dovere fare una
Commissione d’indagine su tutti gli atti che venivano presentati dalle altre
amministrazioni, stavolta invece è tutto perfetto, ma la politica, come ha detto
lui, è bella perché è varia e perché non si capisce mai assolutamente nulla di
come vanno le cose. Quindi io ritengo che la conclusione sia quella di votare la
Commissione Speciale. Grazie.
PRESIDENTE CALLARI – Prego, per fatto personale.
CONSIGLIERE ARNONE – Lei ha detto che io in questo caso, dando prova
di incoerenza, sono contro la Commissione di indagine, infatti non sono a
favore della Commissione di indagine, ma lei mi deve ora indicare quali sono
le Commissioni di indagine che io ho proposto, perché poi lei ha detto: al
contrario di quello che ha fatto abitualmente, dove ha proposto Commissione di
indagine su tutte le l’attività. (intervento fuori microfono) Gli atti ispettivi sono
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le interrogazioni e queste le ho sempre fatte e continuo a farle. Le Commissioni
di indagine sono una cosa altra e diversa, sono luoghi dove si riuniscono i
consiglieri, stanno molto tempo, convocano persone, pigliano spesso il gettone
di presenza… (intervento fuori microfono) Va bene, le Commissioni speciali
sono senza il gettone di presenza. (intervento fuori microfono)
PRESIDENTE CALLARI – Scusate, un po’ di ordine in aula, un po’ di
ordine per favore, un po’ di ordine, Consigliere Calabrese. Ha rettificato
dicendo che chi reclamava dal banco aveva ragione, nel senso che le
Commissioni di indagine non rendono alcun gettone di presenza.
CONSIGLIERE ARNONE – Va bene, le Commissioni di indagine non
prendono alcun gettone di presenza. Possiamo aggiungere pure che molto
spesso però non si riuniscono per amore della verità? Vogliamo prendere la
Commissione che abbiamo fatto senza il gettone di presenza sulla nettezza
urbana e vedere quante volte si è riunita? La Commissione che abbiamo fatto
sui confini senza il gettone di presenza e vedere quante volte si è riunita? Cioè
se poi le cose noi vogliamo vederle le vediamo… (intervento fuori microfono)
PRESIDENTE CALLARI – Scusate, non spieghiamo niente e ci atteniamo al
fatto personale. Consigliere Arnone, per fatto personale sta parlando.
CONSIGLIERE ARNONE – Ero stato interrotto, ho concluso.
PRESIDENTE CALLARI – D’accordo. Chiaramente domani mattina
inseriremo questo nuovo punto all’ordine del giorno proposto dall’ufficio circa
la Commissione di indagine proposta, che ottempera al numero di firme dei
consiglieri, proposta da 23 consiglieri e formulata dall’ufficio. Prego, signor
Sindaco.
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SINDACO – Io voglio informare il Consiglio che domani mattina con mio
provvedimento istituisco una Commissione di indagine, della quale faranno
parte tutti i consiglieri che vogliano dare la disponibilità. Quindi se mi fate
arrivare la… domani mattina è pronto il provvedimento amministrativo, per cui
ritengo che debba fare parte il dirigente del settore. (intervento fuori microfono)
No, la Commissione consiliare; questo per riuscire a dare le migliori
informazioni possibili al Consiglio comunale. Va bene.
PRESIDENTE CALLARI – Non si vota la Commissione di indagine, è già
approvata dai consiglieri che hanno posto la firma all’interno del documento di
richiesta. Io devo mettere in votazione ancora il documento finale proposto da
Arnone, di cui do lettura. Io lo leggo. (intervento fuori microfono) Ne siete a
conoscenza allora? Perfetto. Io devo ottemperare a quanto per regolamento, cioè
devo porre in votazione un documento. Io sono qua che aspetto. Se gentilmente
né abbandonate l’aula né.. bisogna stare sereni e sentiamo le dichiarazioni di
voto. Prego, Consigliere De Francisci, per dichiarazione di voto.
CONSIGLIERE DE FRANCISCI – Per dichiarazione di voto, Presidente, mi
consenta, perché non sono intervenuto ulteriormente in merito alla vicenda.
Naturalmente il gruppo consiliare del Movimento per l’Autonomia è più che
contrario perché ulteriormente c’è una mancanza di rispetto nei confronti di 23
firmatari, che chiedono l’accertamento di un fatto. Come una volta, dopo
ulteriore tempo, dopo venti anni di esperienza si conferma sempre la mancanza
di democrazia, 23 consiglieri chiedono l’accertamento di fatti e il Consigliere
Arnone fa salvi… cioè ci dice di votare un documento che fa salve tutte cose. Il
Movimento per l’Autonoma è contrarissimo. Grazie.
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PRESIDENTE CALLARI – Dopo che votiamo questo documento, dobbiamo
porre in votazione la richiesta del Consigliere Calabrese di aggiornare i lavori a
domani. Per dichiarazione di voto il Consigliere Arnone, anche se è stato da lui
presentato.
CONSIGLIERE ARNONE – Io credo che sia importante concludere un
dibattito di questo tipo con una manifestazione di volontà da parte del
Consiglio. Il Sindaco, l’Assessore, il dirigente hanno dato le linee guida e
operato un bilancio di ciò che è stato il settore della solidarietà in questi due
anni, di ciò che hanno trovato e di ciò che hanno realizzato. E non è vero ciò
che ha sostenuto qualcuna che ha parlato prima di me poc’anzi… (intervento
fuori microfono) E qual è il fatto personale, prima ancora che io dico quello che
lei ha detto? Per me va benissimo, se lei mi dice che non è vero, che lei ha
sostenuto che non hanno fatto nulla, io sono contentissimo che la pensiamo
nello stesso modo, Consigliere Vita. Io mi limito a sottolineare che il suo
giudizio, cioè che il dirigente Lattuca ha parlato di cose bellissime per il futuro,
evidenziando che per il passato non ha fatto nulla, non risponde al vero. Il
dirigente Lattuca ha espresso sia le linee di lavoro che sta portando avanti, sia la
prospettiva degli obiettivi che si vogliono ulteriormente conseguire, sia il
notevole lavoro che è stato posto in essere sino a questo momento. E credo che
se questo Consiglio comunale vuole avere una coerenza e una dignità rispetto
alle cose che ci siamo detti, non può che concludere il confronto con una
valutazione di carattere politico. Noi abbiamo sentito i toni estremamente critici
e accesi di alcuni consiglieri comunali, rispetto ai quali le cose nuove di
contenuto espresse dal dibattito non hanno sortito alcuna modificazione né di
valutazioni né di toni né di asprezza né di livori né di acredini e invece rispetto
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ad altri consiglieri comunali che hanno manifestato un interesse, una adesione,
una volontà di offrire una spinta ulteriore rispetto al lavoro che è stato
programmato dall’Assessorato alla Solidarietà sociale e dall’Amministrazione
Zambuto. Ora regole di democrazia impongono che un organo collegiale dica
quale è la sua visione. Chi condivide le critiche mosse da De Francisci
ovviamente si muove per bocciare il programma illustrato da Zambuto. Chi non
condivide le critiche mosse da De Francisci o ritiene che le spiegazioni offerte
e le linee illustrate siano meritevoli di una valutazione positiva, si esprime
coerentemente. Questa è la democrazia, Consigliere De Francisci, non un’altra
cosa. Io non credo che nessuno possa avere timore di questa Commissione di
indagine o Commissione di inchiesta che si vuole andare a realizzare. Dice mia
zia che “aria netta nun avi paura di trona”, e pertanto andare a costituire questa
Commissione non mi pare utile perché toglie il ruolo alla Commissione
esistente Solidarietà sociale, ma non credo che porti… esprimo il mio voto
positivo.
PRESIDENTE CALLARI – C’è un fatto personale perché sono stati attribuiti
al Consigliere Vita dei comportamenti che lei ritiene di non avere adottato,
quindi come da regolamento per fatto personale anche la Consigliera Vita ha
diritto a parlare.
CONSIGLIERE VITA – Come diceva mia nonna “serata rotta rompila tutta”,
visto che stasera siamo in vena di proverbi e di famiglia. Scusate, volevo dire
che non sono d’accordo che stasera noi qua non è che stiamo facendo… o
votiamo con De Francisci, non siamo d’accordo con l’Amministrazione o
votiamo con questo… il fatto personale era questo. Noi stasera qua abbiamo
iniziato un dibattito, l’abbiamo solo iniziato, non è la conclusione del dibattito
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né siamo qui per giudicare se l’Amministrazione ha lavorato bene o ha lavorato
male. Quindi non c’è un discorso di buoni e cattivi. Stasera abbiamo iniziato
questi lavori, continueremo, la Commissione speciale vedrà quello che si potrà
fare per risolvere i problemi di tutti, quindi non ci sono né buoni né cattivi,
stiamo lavorando tutti insieme per risolvere il problema. Come dichiarazione di
voto noi siamo favorevoli alla Commissione e sfavorevoli al documento di
Arnone, perché non è quello che noi volevamo.
PRESIDENTE CALLARI – Consigliere Calabrese, prego.
CONSIGLIERE CALABRESE – Grazie, Presidente, colleghi Consiglieri, la
Giunta è andata via, signori tutti. Noi del Partito Democratico siamo contrari a
questo documento per il semplice fatto che per noi il dibattito non è chiuso e
quindi non si può approvare nessun documento. Il dibattito sarà chiuso quando
la Commissione che sarà istituita verrà in aula a relazionare in merito ai risultati
ottenuti dalla stessa. In quella sede e in quel momento voteremo un documento
che sarà il risultato del lavoro fatto dalla Commissione. Presidente, mi sono
espresso forse male. Stasera per noi il dibattito non è chiuso e quindi io approvo
un documento alla fine di questo dibattito, perché il dibattito dovrà riprendere
nel momento in cui la Commissione esaurirà il lavoro che avrà da fare,
relazionerà al Consiglio comunale ed è chiaro che alla fine bisognerà fare un
documento, non necessariamente di condanna, probabilmente chiederemo scusa
ai nostri dirigenti, ai nostri assessori, intanto mi preoccupo io di chiedere scusa
alle nostre Assistenti Sociali che sicuramente sono professionali e non in corto
circuito, quindi lo faccio già da ora, perché un dirigente non si può permettere
di parlare così del proprio personale, perché altrimenti il disegno è molto chiaro.
Quindi attenderemo gli esiti e la relazione della Commissione, dopo di che
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voteremo il documento. Quindi siamo estremamente contrari a questo
documento, grazie.
PRESIDENTE CALLARI – Per dichiarazione di voto il Consigliere Lo
Presti.
CONSIGLIERE LO PRESTI – Presidente, grazie. Io personalmente ho
sottoscritto anche la richiesta per istituire una Commissione, quindi sono
favorevole, mentre sono sfavorevole a che si concluda questa sera il dibattito.
Come dicevo poc’anzi il settore Solidarietà è un settore che merita una
attenzione continua e costante e quindi anche noi attendiamo l’esito delle
indagini della Commissione e continuiamo ad attenzionare questo settore.
Quindi voteremo no a questo documento. Grazie.
PRESIDENTE CALLARI – – Pongo in votazione il documento che voi
avete già sentito, letto dal Consigliere Arnone. Lo facciamo per appello
nominale: chi è d’accordo dica sì, chi è contrario dica no. Prego, dottoressa.
Il Vice Segretario Generale procede alla votazione per appello nominale.
PRESIDENTE CALLARI – 17 presenti, 1 voto favorevole, 14 contrari, 2
astenuti, il documento non viene approvato.
Pongo in votazione per alzata e seduta, dal momento in cui abbiamo contezza
dei consiglieri in aula, l’aggiornamento e quindi il rinvio dei lavori a domani
alle ore 19:00. Lo facciamo per alzata e seduta: chi è d’accordo si alzi, chi è
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