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TEORIE DELL’EMOZIONE

Che cos’è l’emozione?

James-Lange (1884)

Noi sperimentiamo un’emozione in

risposta a cambiamenti fisiologici del

nostro corpo. I cambiamenti fisiologici

di risposta a una situazione/evento

emotigeno sono essi stessi l’emozione.

Se questi vengono rimossi, l’emozione

svanirà (ex.paura, imbarazzo)

Cannon-Bard (1927)

L’emozione si può verificare in assenza

di espressione emotiva. Prove

resezione del midollo spinale.

Non esiste correlazione tra emozione e

sua espressione (paura). E’ l’emozione

stessa che genera la risposta

fisiologica.

LO SVILUPPO EMOTIVO

Che cos’è l’emozione?

●Esperienza complessa, multidimensionale e

processuale, che svolge un ruolo di organizzatore

cognitivo-affettivo e che media il rapporto tra l’organismo

e l’ambiente

●Modificazione del normale stato di quiete dell’organismo

che si esprime con l’impulso all’azione e specifiche

reazioni fisiologiche interne (con diverse configurazioni),

segnalando diverse risposte emotive

EMOZIONE

LO SVILUPPO EMOTIVO

Che cos’è l’emozione?

MULTIDIMENSIONALE

È una risposta fisiologica, motivazionale, cognitiva e

espressiva, sempre accompagnata da una dimensione sia

soggettiva sia sociale

EMOZIONE

LO SVILUPPO EMOTIVO

Le dimensioni dell’emozione

Fisiologica: presenza di specifiche reazioni corporee connesse alle diverse emozioni, elicitate dal SNC, dal SNA e dal sistema endocrino (che regola i livelli di stress e di ansia)

• variazione pulsazioni cardiache

• aumento o la diminuzione della

sudorazione

• l'accelerazione del ritmo respiratorio

• l'aumento o il rilassamento della

tensione muscolare

LO SVILUPPO EMOTIVO

Le dimensioni dell’emozione

Cognitiva: capace di mediare il rapporto con l’ambiente, di

valutare e dare significato alle reazioni messe in atto

dall’organismo, che stimola l’individuo a far fronte agli eventi.

La valutazione cognitiva consente di attribuire significato alle

reazioni che l’organismo mette in atto e di stimolare e guidare

l’individuo a far fronte (coping) all’evento che ha scatenato

l’emozione.

Motivazionale: orienta all’azione e modifica/regola il

comportamento in relazione ai desideri e agli scopi (ricerca

eventi piacevoli, evita spiacevoli); stabilisce le priorità

LO SVILUPPO EMOTIVO

Le dimensioni dell’emozione

Espressivo-comunicativo: presenza di configurazioni facciali e altre manifestazioni non verbali (prosodia), essenzialmente universali e specifiche per ogni emozione

Ekman ha dimostrato che le espressioni

facciali e le emozioni non sono determinate

dalla cultura di un posto o dalle tradizioni

ma sono universali. Attraverso una ricerca

in una tribù della Papua Nuova Guinea

isolata dal resto del mondo Ekman trovò le

seguenti emozioni universali:

Rabbia Disgusto Tristezza Gioia Paura

Sorpresa

… «regole di esibizione»

LO SVILUPPO EMOTIVO

Le dimensioni dell’emozione

Espressivo-comunicativo

Facs (Facial Action Coding System)

classificazione dei movimenti muscolari

del volto che formano le espressioni.

Tale tecnica si basa sulla

decomposizione dei movimenti facciali in

specifiche unità alle quali l’analista

assegna i punteggi descrittivi.

LO SVILUPPO EMOTIVO

Le dimensioni dell’emozione

Sociale: presenza di un significato fortemente

contestualizzato e specifico che dipende dal contesto e dalle

relazioni le emozioni assumono significati specifici in

rapporto alla valutazione soggettiva e intersoggettiva che

viene attribuita all’evento emotigeno.

Le relazioni interpersonali sperimentate, pensate,

rappresentate o ricordate sono le sorgenti principali delle

nostre emozioni.

LO SVILUPPO EMOTIVO

Il processo emotivo

Plutchik (1983): l’emozione come catenza di eventi

LO SVILUPPO EMOTIVO

Aspetti del processo emotivo

● Valutazione

L’emozione viene suscitata dalla valutazione (in termini di

facilitazione/ostacolo) che diamo di un evento stimolo, in

rapporto:

- ai nostri obiettivi

- alle nostre risorse per fronteggiare gli eventi

lo stesso evento può suscitare emozioni diverse in persone

diverse o nella stessa persona in momenti diversi

Le valutazioni non comportano necessariamente delle

attività cognitive consapevoli possono aver luogo in

modo automatico (presenti anche in animali e bambini)

LO SVILUPPO EMOTIVO

Aspetti del processo emotivo

● Tendenza all’azione

L’emozione comporta l’attivazione di una tendenza

all’azione (non necessariamente manifesta)

L’attivazione è di tipo automatico un programma d’azione

acquisisce la precedenza del controllo sulle nostre azioni

(subentrando ai programmi precedentemente attivati)

Emozioni come programmi superordinati che intervengono

disattivando i microprogrammi rivolti ad attività specifiche

(HIP)

LO SVILUPPO EMOTIVO

Concordanza sulla natura delle emozioni ● sono processi attivati da eventi (in corso, ricordati o previsti) che ci facilitano od ostacolano nel realizzare i nostri obiettivi

● comportano stati di attivazione fisiologica che percepiamo

● ci predispongono ad agire in certi modi

● influiscono sui processi cognitivi (es. se siamo tristi tendiamo a ricordare con > facilità eventi negativi)

Disaccordo sullo sviluppo emotivo ● teoria della differenziazione

● teoria differenziale

● approccio funzionale o organizzazionale

LO SVILUPPO EMOTIVO

Teoria della differenziazione emotiva (Bridges, Sroufe)

Bridges: le emozioni sono il risultato di un processo di

differenziazzione da uno stato iniziale indifferenziato di

eccitazione. La differenziazione avviene grazie alle influenze

esercitate dalla cultura di appartenenza.

Indagine osservativa sulle risposte fisiologiche di bambini (0-2 anni) di

un orfanotrofio di Montreal. Durante i primi 3 mesi dallo stato di

excitement differenziazione in distress e delight. Tra i 3 e i 6 mesi

ulteriore differenziazione in collera, disgusto e paura. Tra 6 e 12

emozioni positive in giubilo e affetto verso l’adulto

LO SVILUPPO EMOTIVO

Teoria della differenziazione emotiva (Sroufe, 1979; 1995)

un’emozione è data dal contemporaneo verificarsi di:

ATTIVAZIONE DEL SNA

determina l’intensità

dell’emozione

VALUTAZIONE COGNITIVA

permette di distinguere le

emozioni

Percezione

Orso

Risposta

Attivazione

fisiologica

Valutazione della

attivazione

fisiologica

Pericolo

Vissuto emotivo

Paura

LO SVILUPPO EMOTIVO

Teoria della differenziazione emotiva (Sroufe, 1979; 1995)

● I neonati provano solo una generica eccitazione

● Emozioni distinte emergono successivamente, mano a

mano che lo sviluppo cognitivo e sociale consentono al

bambino:

● di valutare gli eventi

● di rendersi conto di quanto essi facilitano o ostacolano i

suoi obiettivi

● di comprenderne cause e conseguenze

SVILUPPO EMOTIVO SUBORDINATO A SVILUPPO

COGNITIVO (segue tappe Piagetiane)

LO SVILUPPO EMOTIVO

Teoria della differenziazione emotiva (Sroufe, 1979; 1995)

Stato di eccitazione indifferenziata

Precursori delle emozioni: sorriso endogeno, trasalimento, pianto, segni di disagio

Sviluppo dopo il terzo mese del:

● sistema piacere-gioia ● sistema circospezione-paura ● sistema frustrazione-rabbia

LO SVILUPPO EMOTIVO

Teoria della differenziazione emotiva (Sroufe, 1979; 1995)

SISTEMA PIACERE-GIOIA: • Nei primi 2 mesi il bambino produce il

sorriso endogeno, funzione di eventi interni che segnala una condizione di benessere.

• Dal 3° mese: sorriso sociale, in risposta eventi esterni

• Dal 4° mese: gioia pattern più articolato • Dagli 8° mesi: riso e gioia determinati

non tanto dall’evento in sé (volto materno) quanto da una valutazione del significato che l’evento assume per il bambino.

A livello cognitivo differenziazione interno-esterno

LO SVILUPPO EMOTIVO

Teoria della differenziazione emotiva (Sroufe, 1979; 1995)

SISTEMA CIRCOSPEZIONE-PAURA: • Nel periodo neonatale il

bambino produce pianto in relazione a stimoli che catturano l’attenzione per periodi eccessivamente lunghi (attenzione coatta) o in modo eccessivamente intenso (trasalimento).

• 4 mesi: si differenzia in disappunto e sorpresa

• Paura vera e propria appare intorno ai 7 mesi.

A livello cognitivo sviluppo della permanenza dell’oggetto (paura

dell’estraneo)

LO SVILUPPO EMOTIVO

Teoria della differenziazione emotiva (Sroufe, 1979; 1995)

SISTEMA FRUSTRAZIONE-RABBIA: • Nei primi mesi nelle situazioni

di impedimento della motricità reazioni simili a quelle prodotte nel sistema circospezione-paura.

• Dopo i 6 mesi compare la rabbia e collera che si esprime in situazioni quali l’interruzione di un’azione volontaria del bambino.

A livello cognitivo negativismo e reazioni oppositive associate alla progressiva

consapevolezza di essere separato dal punto di vista emotivo

LO SVILUPPO EMOTIVO

Teoria della differenziazione emotiva (Sroufe, 1979; 1995)

Limiti della teoria della differenziazione

- viene data eccessiva enfasi agli aspetti culturali

perdendo di vista l’identità personale e quindi le

emozioni stesse. Si ha quindi il primato del cognitivo

sull’emotivo.

- i vari passaggi di differenziazione devono essere

ancora verificati

LO SVILUPPO EMOTIVO

Teoria differenziale delle emozioni (Izard, 1979; 1987; 1991)

● Si richiama a Darwin esiste un insieme limitato di

emozioni distinte, frutto della storia evoluzionistica (forte

valore adattivo), basate su programmi maturativi innati e

universali

● Corrispondono all’azione di specifici circuiti neurali la cui

attivazione provoca:

● il vissuto particolare che distingue le varie emozioni

● le espressioni facciali, posturali e vocali che le

caratterizzano

● Non nascono da uno stato indifferenziato MA possiedono

qualità peculiari che ne permettono una facile

identificazione

LO SVILUPPO EMOTIVO

Teoria differenziale delle emozioni (Izard, 1979; 1987; 1991)

Ipotesi del feedback facciale: esiste una concordanza

biunivoca e innata tra espressione facciale ed esperienza

emotiva. Il feedback propriocettivo, o corporeo-muscolare, e

le espressioni facciali contribuiscono in modo rilevante a

generare specifiche esperienze emotive.

• Garantisce l’effettiva comunicazione sociale da parte del bambino

anche nella fase preverbale consentendo al bambino di far conoscere

i propri stati e bisogni al caregiver

• Primato emotivo su quello cognitivo: lo sviluppo del sistema emotivo è

innato e può funzionare anche prima del completo sviluppo del

sistema cognitivo

LO SVILUPPO EMOTIVO

DISTINZIONE TRA:

emozioni fondamentali emozioni complesse

• la loro manifestazione può avvenire

attraverso tutte le modalità

espressive

• possono essere osservate in ogni

popolazione umana,

indipendentemente dalla cultura di

appartenenza

• sono presenti dalla nascita o

compaiono nel primo anno di vita

• sono presenti anche nei primati

non umani

• ad esse viene universalmente

attribuito il medesimo significato

• la loro manifestazione è legata a

specifiche modalità espressive

• non è dimostrato che siano

presenti in tutti i gruppi umani, né

tra i primati

• non sono facilmente riconoscibili

• secondo alcuni derivano da una

mescolanza di emozioni primarie

• secondo altri presumono un certo

grado di autoconsapevolezza e il

richiamo a valori sociali

LO SVILUPPO EMOTIVO

Le emozioni fondamentali – di base

● RABBIA Campos,1983; Ekman,1972; Schaffer, 2004.

● GIOIA-PIACERE Campos,1983; Ekman, 1972; Schaffer, 2004.

● TRISTEZZA-DOLORE Campos, 1983; Ekman, 1972; Schaffer

2004.

● PAURA Campos, 1983; Ekman, 1972; Schaffer, 2004.

● DISGUSTO-REPULSIONE Campos, 1983; Schaffer 2004.

● SORPRESA Schaffer 2004; Campos,1983.

● INTERESSE Campos, 1983.

● ? SENSO DI COLPA Izard 1991.

● ? TIMIDEZZA Izard 1991.

-Inizialmente le espressioni facciali del bambino sono stereotipate

e automatiche

-In seguito grazie all’apprendimento e all’influenza sociale, il

bambino impara a sconnettere espressione e esperienza emotiva

imparando così a controllare e simulare le proprie emozioni.

- Gradualmente il bambino raggiunge un proprio stile emotivo che

si trasformerà nel suo temperamento, rimanendo così invariato nel

corso della vita. Ciò che si modificherà saranno le cause e gli

effetti delle emozioni.

LO SVILUPPO EMOTIVO

Teoria differenziale delle emozioni (Izard, 1979; 1987; 1991)

LO SVILUPPO EMOTIVO

EVOLUZIONE

0-2 mesi

Reazioni sensorio - affettive: reazioni fisiologiche (positive e

negative: interesse, disgusto, trasalimento) per comunicare i

bisogni e, indirettamente, stabilire un contatto con il caregiver

Reazioni percettivo - affettive: con l’esplorazione attenzione più

specifica verso persone e oggetti sorpresa, collera e paura

Reazioni cognitivo - affettive: dalla differenziazione sé-altro

maggior consapevolezza di sé come agente e dell’ambiente, memoria degli eventi emozioni sociali (timidezza, colpa,

vergogna)

Regolazione delle emozioni: modulazione delle proprie

emozioni in accordo con le regole sociali

3-9 mesi

9-24 mesi

>24 mesi

diventano sempre più socialmente determinate

Limiti della teoria differenziale:

- prevede il primato dell’emotivo sul cognitivo

- non spiega come può l’influenza sociale, che

dovrebbe svolgere solo un ruolo secondario,

incidere fortemente sul legame tra

espressione e emozione.

LO SVILUPPO EMOTIVO

LO SVILUPPO EMOTIVO

Approccio funzionalista (Campos, 1983; 1984; 1987)

A quali obiettivi rispondono le emozioni?

● Le emozioni hanno una natura bidirezionale in quanto

regolano il rapporto individuo-ambiente hanno la funzione

di organizzare il comportamento a breve e a lungo termine

● Sono sistemi di azione che spingono ad esprimere e a

soddisfare bisogni che hanno un significato adattivo

LO SVILUPPO EMOTIVO

CARATTERISTICHE FUNZIONALI

regolano i processi interni, i comportamenti sociali e quelli interpersonali orientano nella selezione delle informazioni predisponendo l’organismo all’azione; permettono di comprendere il significato da attribuire a comportamenti e azioni sociali

hanno un carattere distintivo rispetto ad altre forme istintuali sono dotate di specifiche configurazioni mimiche e vocali che ne consentono il riconoscimento

utilizzano un processo comunicativo non codificato culturalmente vengono prodotte e possono essere comprese indipendentemente dall’apprendimento

sono raggruppate in famiglie omogenee per funzione

LO SVILUPPO EMOTIVO

Approccio funzionalista (Campos, 1983; 1984; 1987)

Funzioni dal punto di vista evolutivo…

●Funzione biologica: utili per la sopravvivenza dell’individuo (reazione

di disgusto verso certi sapori/odori)

●Funzione comunicativa: negli scambi sociali forniscono elementi

aggiuntivi alla comprensione e valutazione di determinate situazioni.

● Funzione informativa: funzione di informare circa il raggiungimento di

desideri e scopi. Lo stesso evento-stimolo può produrre emozioni diverse

a seconda del contesto particolare e degli scopi del bambino in un certo

momento.

LO SVILUPPO EMOTIVO

Le emozioni fondamentali – di base

DISGUSTO

● FINALITÀ: evitare le malattie o di essere contaminati

● FUNZIONI ADATTIVE: imparare quali sono gli eventi o le

sostanze da evitare; allarmare gli altri rispetto a queste

cose

● ESPRESSIONE DEL VOLTO: sopracciglia abbassate,

naso arricciato con la radice del naso allargata; zigomi e

labbro superiore alzati

● RISPOSTA FISIOLOGICA: battito cardiaco rallentato e

bassa temperatura della pelle; maggiore resistenza

cutanea

LO SVILUPPO EMOTIVO

LO SVILUPPO EMOTIVO

Le emozioni fondamentali – di base

PAURA

● FINALITÀ: mantenere la propria integrità sia fisica che

psicologica

● FUNZIONI ADATTIVE: evitare il pericolo (fisico e

psicologico); imparare quali sono gli eventi e le cose

pericolosi; mettere in allarme gli altri per la presenza del

pericolo

● ESPRESSIONE DEL VOLTO: sopracciglia alzate e

spesso poste una vicino all'altra; occhi molto aperti e tesi,

rigidamente fissati sullo stimolo

● RISPOSTA FISIOLOGICA: battito cardiaco veloce e

stabile; bassa temperatura della pelle; respirazione

intermittente

LO SVILUPPO EMOTIVO

LO SVILUPPO EMOTIVO

Le emozioni fondamentali – di base

RABBIA

● FINALITÀ: il raggiungimento di uno scopo che l’organismo

è attualmente impegnato a raggiungere

● FUNZIONI ADATTIVE: raggiungere scopi difficili; imparare

a superare ostacoli; comunicare potere e dominanza

● ESPRESSIONE DEL VOLTO: sopracciglia abbassate e

riunite; bocca aperta e quadrata o labbra chiuse

strettamente

● RISPOSTA FISIOLOGICA: battito cardiaco frequente;

alta temperatura della pelle; arrossamenti del volto

LO SVILUPPO EMOTIVO

LO SVILUPPO EMOTIVO

L’emergere delle emozioni - 3 periodi - da un livello poco articolato a livelli più sofisticati

0 - 2 mesi

Reazioni emotive innate regolate da processi

biologici fondamentali per la sopravvivenza;

appropriate al contesto, facilmente riconoscibili

MA prive di un valore comunicativo intenzionale

sistema edonico: piacere e disgusto sollecitano

il sistema gustativo

reazione di trasalimento: proteggere da stimoli

luminosi o acustici intensi

reazione di sconforto: segnalano disagio alle

stimolazioni dolorose

risposta di interesse: attenzione per gli stimoli

nuovi

LO SVILUPPO EMOTIVO

L’emergere delle emozioni

Grazie all’interazione sociale il bambino inizia a comunicare le proprie intenzioni e ad attuare le prime forme di controllo emozionale si sviluppano vere emozioni con valore comunicativo sorriso sociale: in risposta alla voce umana, alle persone familiari, alla figura adulta di riferimento (2-3 mesi; sorriso sociale selettivo) sorpresa: di fronte a stimoli nuovi tristezza, collera, gioia (3-4 mesi) paura, circospezione (5-7 mesi): in relazione ai progressi nella capacità di locomozione e al sorgere di esigenze esplorative paura dell’estraneo (8-9 mesi) in presenza di un legame affettivo col caregiver

2 - 12 mesi

LO SVILUPPO EMOTIVO

L’emergere delle emozioni

Nel 2° anno

Emergono le emozioni sociali complesse,

apprese, non immediatamente riconoscibili

tramite indicatori mimici specifici (colpa,

vergogna, orgoglio e invidia)

Non sono attivate da stimolazioni fisiche dirette

ma si originano da forme di autoriflessione o di

associazione mentale e richiedono

autoconsapevolezza

Sono dipendenti dalla cultura, dalle norme di

comportamento socialmente prescritte per

essere identificate e manifestate necessitano di

una certa competenza sociale

LO SVILUPPO EMOTIVO

L’emergere delle emozioni

Emozioni esposte (Lewis, 1992) richiedono che si rivolga l’attenzione su se stessi, esponendo il proprio Sé allo sguardo proprio o altrui imbarazzo, invidia, gelosia, empatia

Emozioni autocoscienti valutative originate da un confronto tra un proprio comportamento e delle norme sociali orgoglio induce a migliorare la propria autostima e a ripetere il comportamento che ha portato al successo senso di colpa, vergogna funzionano come punizioni e deterrenti dal ripetere le azioni che le hanno suscitate

Nel 2° anno

LO SVILUPPO EMOTIVO

Emozioni primarie

Gioia, paura, rabbia, tristezza, disgusto,

sorpresa

Capacità cognitiva

Consapevolezza di sé

Capacità cognitiva

Modelli, regole, scopi

Emozioni autocoscienti “esposte”

Imbarazzo, empatia, invidia

Emozioni autocoscienti “valutative”

Orgoglio, vergogna, colpa

LO SVILUPPO DELLE

EMOZIONI SOCIALI

SECONDO LEWIS (1992) –

allievo di Sroufe

0-6

mesi

18-24

mesi

24 -36

mesi

LO SVILUPPO EMOTIVO

ESPRESSIONE E RICONOSCIMENTO

DELLE EMOZIONI Nello studio delle emozioni occorre distinguere

Espressione delle

emozioni Riconoscimento delle emozioni

Qualità espressive del neonato che consentono

all’adulto di capirne i bisogni e lo stato emotivo

Capacità del neonato di comprendere che cosa prova lui stesso e che cosa provano

gli altri

LO SVILUPPO EMOTIVO

ESPRESSIONE DELLE EMOZIONI ● Le emozioni primarie si esprimono tramite pattern

universali e specifici il neonato prova quella specifica

emozione?

Almeno nel primo mese di vita, le espressioni di disgusto,

di piacere… non sembrano denotare specifiche

emozioni quanto pattern espressivi generali comuni a

diverse sensazioni (es. disgusto non solo associato alla

somministrazione di sapori o di odori sgradevoli, ma anche di fronte a

stimoli intrusivi) stati di piacere-dolore

● Le reazioni fisiologiche del neonato acquisiscono

significato grazie al caregiver, che vi attribuisce

un’intenzione comunicativa le espressioni emotive del

neonato sono riconoscibili e, quindi, funzionali e

finalizzate alla relazione con il caregiver

LO SVILUPPO EMOTIVO

RICONOSCIMENTO DELLE EMOZIONI

● Si deve distinguere il riconoscimento delle espressioni

altrui (che si realizza in tempi piuttosto rapidi) dalla

comprensione psicologica delle emozioni proprie e altrui

(che richiede competenze cognitive più sofisticate)

● L’attenzione precoce per il volto favorisce il processo di

differenziazione e di riconoscimento delle espressioni

emotive

Il neonato precocemente (10 settimane) risponde in modo

congruo alle espressioni di gioia (con il sorriso), tristezza

(con segni di disagio) e collera (con immobilità e

aggrottamento delle sopracciglia)

LO SVILUPPO EMOTIVO

RICONOSCIMENTO DELLE EMOZIONI

Tra i 4 e i 7 mesi riescono a distinguere le variazioni di

espressione emotiva in fotografie che ritraggono i

medesimi volti; appare una certa sensibilità ai

cambiamenti espressivi del volto della madre risposta

coerente e espressione di disagio se le sequenze

interattive sono incongrue col ritmo dell’interazione

● Il riconoscimento delle emozioni precede l’effettiva

comprensione del loro significato alcuni precursori di

natura socio-relazionale fanno pensare che il bambino

si formi delle aspettative, basate sul significato delle

espressioni delle emozioni, che lo aiutano a regolare il

proprio comportamento

LO SVILUPPO EMOTIVO

RICONOSCIMENTO DELLE EMOZIONI

Esp. di Tronick (1989) “STILL FACE”

La madre aveva il compito di sedere davanti al bambino e

modificare la propria espressività facciale rendendo il viso

privo di alcuna espressione e rimanendo in silenzio

Già a 2-3 mesi i bambini risultano disturbati e infastiditi

- possono distogliere lo sguardo dalla madre

- possono manifestare angoscia

- possono manifestare circospezione

- mettono in atto comportamenti autoregolatori

LO SVILUPPO EMOTIVO

COMPRENSIONE DELLE EMOZIONI

Capacità di dare significato a eventi interni, o stati mentali, e

differenziarli tra loro. Comprendere le emozioni come stati interni

significa innanzitutto sviluppare una concezione della mente emotiva e

affettiva.

Tre ambiti di studio sulla comprensione emotiva nei bambini (Paul

Harris):

1. Comprensione della natura delle emozioni

2. Comprensione delle cause

3. Comprensione della possibilità di controllo o regolazione delle

emozioni

LO SVILUPPO EMOTIVO

1. COMPRENSIONE DELLA NATURA DELLE EMOZIONI

≠ dal riconoscimento

Si sviluppa a partire dall’infanzia grazie all’esperienza interpersonale

Nel 1°anno comprensione dell’espressione facciale e dei relativi

segnali emotivi. Ricavano info sulle relazioni interpersonali in modo da

regolare la propria condotta.

Dai 2 anni utilizzo lessico psicologico per fare riferimento a emozioni

proprie e altrui (correla con TOM)

Dai 3 anni in compiti di riconoscimento dell’espressione facciale in

grado di etichettare/categorizzare emozioni primarie

Dai 6 anni comprensione di emozioni complesse (orgoglio,

imbarazzo, colpa etc.)

Dai 7 agli 11 anni comprensione della natura mista o conflittuale

delle emozioni.

LO SVILUPPO EMOTIVO COMPRENSIONE DELLE EMOZIONI

Ambivalenza Capacità di comprendere la presenza simultanea di

emozioni contrastanti bisogna capire:

se la natura dell’emozione è positiva o negativa, se gli

oggetti-bersaglio verso cui l’emozione è diretta sono più di

uno (oppure un solo oggetto per due emozioni compresenti)

3-6 anni: ritengono che non ci si possa sentire tristi e felici

allo stesso tempo, neanche in relazione a due eventi diversi

6-7 anni: sono in grado di rappresentarsi la simultaneità di

due emozioni distinte della stessa valenza, ma solo rispetto

a due circostanza diverse

8 anni: riconoscimento della compresenza di due emozioni

di polarità opposta, ma rivolte verso due oggetti distinti

9 anni: è in grado di unificare emozioni di valenza opposta

rispetto allo stesso oggetto/evento

In bambini con età

compresa tra i 3 e

i 12 anni Harter e

Buddin

individuano 4

livelli di

comprensione

dell’ambivalenza

emotiva

LO SVILUPPO EMOTIVO

2. COMPRENSIONE DELLA CAUSE Pons et al.(2002)

a) Comprensione delle cause esterne (3-5 anni): in grado di

mettere in relazione le emozioni osservate in altri con le

cause che le hanno prodotte. I bambini sono più competenti

nell’attribuire le cause delle emozioni a coloro con i quali

intrattengono relazioni affettive importanti. La comprensione

degli antecedenti di emozioni di base è più semplice che per

quelle complesse.

b) Comprensione dei desideri (> 3anni): consapevolezza che

le emozioni sono collegate alla sfera dei desideri, quindi al

«mondo interno» dei soggetti. Capiscono che due persone

possono reagire differentemente allo stesso stimolo.

LO SVILUPPO EMOTIVO

2. COMPRENSIONE DELLA CAUSE Pons et al.(2002)

a) Comprensione delle credenze (teoria della mente; 3-6 anni):

studiato con il paradigma della falsa credenza. Dai 4 anni i

bambini si mostrano consapevoli del fatto che le reazioni

emotive dipendono anche dalle credenze, vere o false, dei ss.

b) Ruolo dei ricordi (3-6 anni): capiscono che l’intensità di un

emozione decresce col tempo e che certi stimoli possono

riattivare emozioni passate.

c) Ruolo dei valori morali (>8 anni): iniziano ad attribuire ai

soggetti emozioni morali quali la colpa o la vergogna, in

conseguenza di violazione di norme e regole.

LO SVILUPPO EMOTIVO

COMPRENSIONE DELLE CAUSE DELLE

EMOZIONI

Teoria della

mente

Capacità di comprendere che la prospettiva mentale,

vale a dire i pensieri dell’altro, possono essere diversi

dai propri precocemente il b. reagisce ai sentimenti

altrui ma solo verso i 4-5 anni è in grado di mettersi

nei panni dell’altro e di sviluppare la comprensione di

ciò che avviene nella mente altrui in termini di

emozioni e pensieri

Riesce a prevedere le reazioni emotive degli altri in

funzione del contesto e degli antecedenti situazionali,

senza provare necessariamente quelle stesse

emozioni

LO SVILUPPO EMOTIVO

3. COMPRENSIONE DELLA POSSIBILITÀ DI CONTROLLO O

REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI

Riconoscimento della distinzione tra emozione apparente espressa ed

emozione provata. In età prescolare i bambini si basano ancora

sull’espressione facciale espressa. Verso i 6-7 anni comprendono che

non necessariamente c’è corrispondenza

REGOLE DI ESIBIZIONE (DYSPLAY RULES):

hanno ampia rilevanza negli scambi

interpersonali . La conoscenza di tali regole è

influenzata dalla socializzazione emotiva che si

svolge nel contesto familiare

3. COMPRENSIONE DELLA POSSIBILITÀ DI CONTROLLO O

REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI

Capacità di modificare deliberatamente le proprie emozioni, in accordo con le

regole sociali

MINIMIZZAZIONE: riduzione dell’intensità dell’espressione emotiva rispetto

all’emozione realmente provata

MASSIMIZZAZIONE: esagerazione dell’intensità dell’espressione emotiva

rispetto all’emozione realmente provata

MASCHERAMENTO: viene applicato quando si ritiene adeguata una

espressione neutra al posto della reale emozione provata

SOSTITUZIONE: viene applicata quando si pensa che sia opportuno

esprimere un’emozione diversa da quella provata; l’emozione espressa può

essere anche l’opposto di quella realmente provata

LO SVILUPPO EMOTIVO

Regole di esibizione

LO SVILUPPO EMOTIVO

3. COMPRENSIONE DELLA POSSIBILITÀ DI CONTROLLO O

REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI

Capacità di modificare non solo la propria espressione emotiva ma di

regolare la propria esperienza soggettiva (consapevole o no)

Il controllo consapevole cambia con l’età:

• Controllo comportamentale modificare la situazione esterna,

ricerca di supporto sociale

• Controllo psicologico a partire dai 9 anni circa i bambini sono

consapevoli di possedere strategie per modulare la propria esperienza

emotiva (non pensare a un evento che provoca paura o tristezza)

LO SVILUPPO EMOTIVO

REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI GROSS – MODELLO MODALE

1.Selezione della situazione: scelgo situazioni in cui è più o meno probabile esperire

quell’emozione

2. Modifica della situazione: modifico direttamente la situazione

3. Focalizzazione selettiva dell’attenzione: strategie come la distrazione volontaria, la

ruminazione etc. Nei bambini distogliere lo sguardo, allontanarsi, impegnarsi in un

gioco etc.

4. Cambiamento cognitivo: ri-valutazione della situazione che assume significato diverso

producendo diverse emozioni

5. Modulazione della risposta emotiva: atti intenzionali che influenzano la risposta

emotiva da un pt fisiologico (regole di esibizione)

LO SVILUPPO EMOTIVO

Sviluppo della regolazione delle emozioni Trevarthen e Tronick

Carattere intersoggettivo dell’esperienza emotiva…“quando i soggetti

interagiscono le emozioni regolano il loro contatto e la loro relazione”

Nel primi anni di vita del bambino il ruolo del caregiver è fondamentale

REGOLAZIONE RECIPROCA (guidata principalmente dall’adulto)

AUTOREGOLAZIONE

LO SVILUPPO EMOTIVO

Sviluppo della regolazione delle emozioni Tronick

Attraverso l’uso dello Still face paradigm

MRM MODELLO DI REGOLAZIONE RECIPROCA:

Madre e bambino sono due sistemi autorganizzati di regolazione e

insieme formano un sistema diadico di mutua regolazione.

Se la regolazione materna viene meno o è incoerente il bambino

modificherà la sua modalità interattiva e le sue strategie di

regolazione.

LO SVILUPPO EMOTIVO

REGOLAZIONE RECIPROCA e ATTACCAMENTO

Att.Sicuro: bambini che hanno imparato che la manifestazione delle

emozioni (+ e -) è accettata dai genitori e si sentono quindi liberi di

esprimerle.

Att.evitante: bambini che hanno fatta esperienza di rifiuti delle loro

manifestazioni emotive (soprattutto negative) e hanno sviluppato

strategie per nasconderle per il timore di essere rifiutati.

Att.ambivalente: hanno sperimentato risposte incoerenti alle loro

espressioni emotive e reazioni imprevedibili da parte del caregiver.

Tendono quindi ad esprimere le loro emozioni in modo esagerato e

intenso per catturare l’attenzione altrui.

LO SVILUPPO EMOTIVO

Tappe dello sviluppo della regolazione delle

emozioni • Primo anno di vita: ruolo dell’adulto esterno fondamentale per dare

significato alle esperienze positive e negative del bambino

(rispondendo a pianti e sorrisi) Tuttavia si presentano alcune condotte

autoregolatorie suzione del pollice, distoglimento dello sguardo da

stimoli troppo eccitanti etc.

• 1-3 anni: condotte di evitamento di situazioni indesiderate, ricerca

attiva di persone e situazioni, richiesta di contatto e vicinanza, uso

gioco come momento di rielaborazione dell’esperienza emotiva.

Adulto ancora fondamentale nel modulare le risposte emotive del

bambino e nel sostenerlo durante esperienze emotive troppo forti.

RIFERIMENTO SOCIALE

LO SVILUPPO EMOTIVO

Riferimento sociale

Capacità di avvalersi delle emozioni altrui per orientare

il proprio comportamento. Il riferimento sociale ha

carattere selettivo: soprattutto le espressioni di

persone di riferimento (es. la madre) diventano risorse

per interpretare e valutare la situazione

Esp. Sorce et al., 1985 “precipizio visivo” 12 mesi

Esp. Klinnert et al., 1983 12-18 m.

I b. vengono posti di fronte a tre nuovi giocattoli; alle

m. viene chiesto di mostrare emozioni diverse

M. mostra gioia prende il giocattolo

M. mostra paura b. evita il giocattolo

M. mostra reazione neutra reazione intermedia

Agisce

soprattutto nelle

situazioni

ambigue o di

fronte a eventi

nuovi e

sconosciuti

LO SVILUPPO EMOTIVO

Tappe dello sviluppo della regolazione delle

emozioni • Età prescolare 3-5 anni: grazie all’incremento delle abilità linguistiche,

cognitive e allo sviluppo della TOM i bambini risultano in grado di

gestire le proprie esperienze emotive durante il gioco, di minimizzare o

mascherarle e di mostrare comportamenti empatici nei confronti dei

propri cari.

• Età scolare: esigenze vita scolastica impongono accrescimento abilità

di autoregolazione. Il bambino usa in modo più efficace strategie di

regolazione emotiva in sé e negli altri. L’uso di strategie di tipo

cognitivo si fa sempre più marcato.