Le penne dell’orco

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Progetto Europeo Comenius “ LA TUA CULTURA E LE TUE TRADIZIONI MI AIUTANO AD APPREZZARE LE MIE”. Le penne dell’orco. Istituto Comprensivo Rignano Incisa classi 4 A /B – Scuola Primaria Rignano sull’Arno. - PowerPoint PPT Presentation

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Le penne dell’orco

Istituto Comprensivo Rignano Incisa

classi 4 A /B – Scuola Primaria Rignano sull’Arno

Progetto Europeo Comenius“LA TUA CULTURA E LE TUE TRADIZIONI MI AIUTANO AD APPREZZARE LE MIE”

Un re stava male, i medici gli consigliarono per guarire di prendere una penna dell’Orco. Il re lo chiese a tutti, ma nessuno ci voleva andare , solo un suo servitore, fedele e coraggioso, accettò e partì.

Il servitore si mise in cammino per andare dall’orco. Gli avevano insegnato la strada: doveva trovare sette buche in cima ad un monte e in una di queste abitava l’orco.

Il servitore si fermò a dormire ad un’osteria e chiacchierando con l’oste gli disse che cosa doveva fare. L’oste gli chiese una penna dell’orco e gli chiese anche di domandare all’orco dove era finita sua figlia che da tanti anni era sparita. Il servitore disse di sì.

Il mattino dopo il servitore proseguì il viaggio. Arrivò ad un fiume e chiamò il barcaiolo per farsi trasportare sull’altra riva. Anche il barcaiolo gli chiese una penna dell’orco e poi gli chiese di domandare all’orco perché erano tanti anni che era su quella barca e non gli riusciva scendere. Il servitore disse di sì.

Continuò il viaggio e si fermò ad una fontana a mangiare un po’ di pane. Arrivarono due signori ben vestiti e saputo delle penne dell’orco gliene chiesero una anche loro. Poi gli domandarono di chiedere all’orco perché la fontana del loro giardino che una volta buttava oro e argento si era asciugata. Il servitore disse di sì.

Riprese il cammino e quando si fece buio vide un convento e chiese ai frati ospitalità per la notte. Anche i frati, saputo cosa doveva fare, gli chiesero una penna dell’orco e gli chiesero anche di domandare all’orco perché erano in discordia da un po’ di anni. In cambio lo aiutarono dicendogli che quando arrivava alla casa dell’orco doveva cercare di parlare prima con la moglie dell’orco che era una brava ragazza: lei lo avrebbe aiutato.

Il giorno dopo il servitore riprese il cammino, arrivò sulla montagna e seguì tutte le istruzioni dei frati : trovò la buca e ci entrò a mezzogiorno, quando l’orco non era ancora arrivato.

Bussò alla porta e gli aprì una bella ragazza che lo fece entrare in casa.

Prima che l’orco arrivasse, i due parlarono. La ragazza gli spiegò che l’orco mangiava gli uomini, ma il servo decise di tentare lo stesso. La ragazza allora gli disse che lei non ne poteva più dell’orco e che se andava tutto bene voleva scappare con lui. Il servitore le raccontò tutto, del Re, del locandiere, del barcaiolo, dei due signori, dei frati, e delle loro domande. La ragazza si offrì di fare lei quelle domande all’orco e di strappargli le penne. La ragazza si mise a fare da mangiare per l’orco.

Alle sei arrivò l’orco e il servo svelto si cacciò sotto il letto. L’orco cominciò a dire: Ucci, Ucci, qui c'è puzza di cristianuccio ce n'è, o ce n'è statio ce n'è di rimpiattati.

L’orco si mise a mangiare, anche se sentiva sempre odore di cristiani. Finalmente venne l’ora di andare a letto e l’orco e la moglie si misero sotto le coperte. L’orco si addormentò. Il servo sotto il letto era tutto orecchi.

La moglie strappò una penna all’orco e la passò al servo che era sotto il letto.-Che fai? Mi spenni! - disse l'Orco - Stavo sognando...- Sognavi?-Sognavo quel convento laggiù. Da dieci anni i frati sono così cattivi, che non riescono piú a vivere assieme.-Non è mica un sogno: è la verità, - disse l'Orco. - Quei frati sono così cattivi perché da dieci anni è entrato in convento il Diavolo vestito da prete.- E cosa ci vorrebbe per farlo andar via?-Bisognerebbe che i frati veri si mettessero a fare buone azioni. Allora s'accorgerebbero di chi è il Diavolo. L’ Orco si riaddormentò.

Di lì a un quarto d'ora, la moglie gli tirò via un'altra penna e la porse all'uomo sotto al letto- Ahi! Che male m'hai fatto!- Sognavo… la fontana laggiù, nel giardino di quei due signori, che buttava oro e argento. Sognavo che era secca. Chissà cosa vuol dire?-Stanotte fai tutti sogni veri. La fontana è turata e non può più buttare oro e argento. Bisognerebbe che scavassero su per il buco della fontana ma facendo adagio adagio: troverebbero una palla e attorno a questa palla una biscia addormentata. Dovrebbero schiacciare la testa della biscia sotto la palla prima che la biscia se ne accorga, e la fontana allora ributterebbe oro e argento.

Dopo un quarto d'ora gli strappò ancora una penna. - Ahi! Stanotte hai deciso di spennarmi.- Abbi pazienza: sognavo.- E che cosa ancora?- Un barcaiolo, là sul fiume, che da tanti anni non riesce a uscire dalla barca.-Anche questo è vero. Lui non sa quello che dovrebbe fare: il primo che entra nella barca, dopo che ha pagato, invece di far scendere quello, scendere prima lui. Così ci rimarrebbe quello, e lui andrebbe via.

La moglie gli strappò la quarta penna. -Ma che fai, accidenti! - Perdonami: continuo a sognare. Sognavo un locandiere che da tanti anni aspetta una figliola che s'è smarrita.-Sognavi di tuo padre, vuoi dire. Perché sei tu la figlia di quel locandiere...La mattina l’Orco uscì di casa; allora il servo prese le quattro penne e fuggì, dopo aver promesso alla donna che si sarebbero incontrati alla locanda.

L’uomo andò al convento e spiegò ai frati: - Sentite, m'ha detto l'Orco che uno tra voialtri è il Diavolo. Dovete mettervi a far del gran bene e lui scappa.I frati si misero a fare buone azioni finché il Diavolo scappò.

Passò dal giardino, dette una penna ai due cavalieri spiegò loro della biscia e la fontana si rimise a buttare oro argento.

Arrivarono dal barcaiolo. - Ecco la penna! - Vi ringrazio. E di me, cos'ha detto? - Ora non glielo dico. Glielo dirò quando sarò passato. Una volta sbarcati, gli spiegò come doveva fare.

Giunto alla locanda, l'uomo gridò: - Locandiere, sono qui con la penna. Insieme batterono la pietra per far apparire la ragazza e questa apparve.

Poi il servo portò la penna al re che finalmente guarì, gli diede una ricompensa e una licenza.

Il servitore tornò alla locanda e sposò la figlia dell’oste.