Post on 06-Aug-2020
FLUSSI D’INGRESSO NELL’OCCUPAZIONE DIPENDENTE TRA LUGLIO 2001 E GIUGNO 2002
RAPPORTO SULLE PROFESSIONI IN UMBRIA
Agenzia Umbria Lavoro Direttore: Fabio Landi ________________________________________ Osservatorio sul mercato del lavoro Responsabile: Paolo Sereni ________________________________________ Questo rapporto è stato realizzato da Michele Bruni e da Paolo Sereni che lo hanno redatto assistiti da Maryam Fatemi Far
1
PREMESSA
Nel quadro attuativo del Patto per lo Sviluppo e l’Innovazione, la Regione Umbria sta ponendo
in essere una serie di strategie e di interventi che hanno l’obiettivo di collegare fra di loro in
maniera sinergica le politiche della formazione, dell’orientamento e del lavoro. Ciò si
realizzerà sfruttando il concorso di più azioni e la complementarità delle funzioni e dei compiti
dei diversi soggetti istituzionali e richiederà, pertanto, l’individuazione di dispositivi che, messi
in virtuosa comunicazione tra di loro, aiutino e sostengano la scelta degli utenti, degli
interventi, dei metodi e dei percorsi di controllo.
In tale contesto, la pubblicazione del primo “Rapporto sulle Professioni in Umbria”
rappresenta un importante elemento del complesso sistema di strumenti analitici che
l’Osservatorio intende mettere a disposizione dell’amministrazione regionale per facilitare la
scelta delle politiche di orientamento e formazione.
L’esame degli avviamenti e delle loro principali caratteristiche, vale a dire dei flussi di ingresso
nell’occupazione dipendente, fotografa le modalità attraverso le quali la domanda di lavoro
espressa dal sistema produttivo regionale e l’offerta di lavoro locale si concretizzano in un dato
numero di assunzioni e nelle loro specifiche modalità di attuazione. In sostanza questi dati
consentono di esplorare in maniera molto approfondita gli aspetti quantitativi e qualitativi con
cui tale incontro si realizza sul territorio e di metterne in luce alcune caratteristiche rilevanti
per la definizione delle politiche del lavoro intese in senso lato.
Non è detto che le professionalità nelle quali tale matching si è più spesso condensato ed
oggettivato, siano ipso facto ed in ragione di questo le più richieste sul territorio, quelle sulle
quali “puntare”. Il rischio più rilevante che un tale fraintendimento potrebbe ingenerare è
evidentemente quello di distorcere il modello di orientamento, spingendo ad esempio i giovani e
le famiglie a scegliere percorsi di studio e di lavoro non più attuali. La responsabilità di tale
rischio non può essere ragionevolmente assunta da nessuno, dal momento che è proprio invece
dalla definizione dello iato tra offerta e domanda che deve partire la riflessione su “ciò che
serve”, ed è alla fine di tale altrettanto complessa riflessione che si possono tracciare
indicazioni affidabili per l’orientamento e per la formazione.
Ciò posto, occorre tuttavia anche spiegare come, se non assolutizzate e non sopravvalutate, le
indicazioni del Rapporto sulle Professioni possono concorrere a chiarire il quadro complessivo
del caso umbro. Infatti, nei programmi dell’AUL è il progetto di dare ricorsività annuale allo
studio degli avviamenti, anche ponendo tale intenzione in sinergia con il corrispettivo, parallelo
sforzo della stessa AUL nell’ambito del Sistema Informativo Lavoro dell’Umbria, in particolare
2
con il lavoro in corso di sviluppo qualitativo dell’affidabilità dei dati dei centri per l’impiego.
In tal senso, un Rapporto che tutti gli anni faccia il punto sui flussi consentirà l’esame
comparato delle professioni e delle forme contrattuali, sedimenterà con il tempo serie storiche
significative, renderà possibili confronti e riflessioni. Un simile Rapporto, posto in correlazione
con l’analisi dei fabbisogni di competenza e formazione e con la disamina dell’offerta
formativa, potrà dire la sua parte di verità sulle professionalità o sulle forme contrattuali che,
nelle serie storiche, si dovessero confermare in cima o in fondo alla lista, contribuendo
anch’esso a fornire utili elementi di valutazione.
Tutt’altra cosa e prodotto di altre ulteriori ricerche e mediazioni, sarà il passo successivo di
descrivere le professionalità in crescita, in modo che siano - al tempo stesso –“comprensibili”
per giovani e famiglie, e “percorribili”per le agenzie formative. Questa è tuttavia, nella sua
ambizione, la prospettiva che la Regione si sta dando, ponendo in essere ed in correlazione tra
di loro anche le azioni di sistema sull’accreditamento, quelle per l’analisi previsiva dei
fabbisogni formativi e quelle per la certificazione. In questa prospettiva di crescita graduale del
livello di integrazione e qualità complessive del sistema, da oggi e per gli anni che verranno, si
inserisce anche l’AUL con il suo Rapporto sulle Professioni.
Il direttore
Fabio Landi
3
INDICE
PREMESSA ..............................................................................................................................................1
INTRODUZIONE ...................................................................................................................................5
1. UN MODELLO STOCK FLUSSI PER LA LETTURA CONGIUNTURALE DEI
MERCATI LOCALI DEL LAVORO ................................................................................................7
2. LA BANCA DATI .............................................................................................................................11
2.1 LE VARIABILI UTILIZZATE ...........................................................................................................12 2.2 IL PROCESSO DI COSTRUZIONE DEL DATA BASE .......................................................................13
3. I PRINCIPALI RISULTATI DELL'ANALISI .........................................................................17
3.1 I DATI RELATIVI AL COMPLESSO DELLE PROFESSIONI .............................................................17 3.1.1. Distribuzione territoriale ...................................................................................................18 3.1.2. Provenienza..........................................................................................................................19 3.1.3. Classi di età..........................................................................................................................19 3.1.4. Tipologia contrattuale ........................................................................................................19 3.1.5. Tipologia degli avviamenti ................................................................................................21 3.1.6. Titoli di studio......................................................................................................................23 3.1.7. Durata dei periodi di lavoro..............................................................................................25 3.1.8. Stagionalità ..........................................................................................................................25 3.1.9. Dagli atti amministrativi alle persone..............................................................................27
3.2 I GRUPPI PROFESSIONALI E LE PRIME 50 PROFESSIONI ...........................................................28 3.2.1. La caratterizzazione di genere ..........................................................................................33 3.2.2. I lavoratori da fuori regione..............................................................................................34 3.2.3. Le classi di età .....................................................................................................................35 3.2.4. Le tipologie contrattuali.....................................................................................................36 3.2.5. I titoli di studio ....................................................................................................................42 3.2.6. La durata dei periodi di lavoro .........................................................................................45 3.2.7. La stagionalità.....................................................................................................................46 3.2.8. Lavoratori extracomunitari ...............................................................................................48
4. CONCLUSIONI ................................................................................................................................51
ALLEGATO STATISTICO ...............................................................................................................57
4
5
INTRODUZIONE
Obiettivo di questa ricerca è quello di analizzare il mercato del lavoro regionale
studiando, in particolare, la domanda di lavoro di flusso per professioni. I dati utilizzati sono
quelli dei Centri per l'Impiego, relativi al secondo semestre del 2001 e al primo del 2002.
Riteniamo che questa indagine rappresenti un notevole passo in avanti rispetto ad una
analisi della domanda di lavoro di flusso relativa alle quatto macro-qualifiche in cui sono
generalmente articolati i dati dei Centri per l’Impiego: apprendisti, operai non qualificati, operai
qualificati ed impiegati.
Se é vero che i dati di flusso consentono di aggiungere informazioni fondamentali a
quelle deducibili da un’analisi dei dati di stock, ed in particolare di offrire le informazioni
necessarie per collegare il mercato del lavoro ai processi formativi, è anche vero che per
raggiungere pienamente tale scopo è indispensabile basarsi su professioni “tipo” che abbiano, o
possano trovare, una corrispondenza nei percorsi formativi in essere o da programmare.
Nel periodo che va dal luglio 2001 al giugno 2002 gli avviamenti e le cessazioni
registrate dai Centri delle due province umbre hanno riguardato oltre 400 categorie1
professionali, ma quasi il 90% della movimentazione si è concentrato su 50 di esse. Vista questa
situazione, si è deciso di affiancare all’analisi dei dati relativi al totale, un’analisi della domanda
di lavoro per le cinquanta categorie professionali più rilevanti in termini di numero di
avviamenti.
La numerosità delle informazioni raccolte dai Centri, la loro capillare distribuzione sul
territorio, la potenziale disponibilità dei dati in tempo reale, rendono a nostro avviso evidente
che nessun altro tipo di fonte, in particolare nessuna fonte che faccia ricorso ad interviste su
base campionaria, può competere né per completezza e tempestività di informazioni, né per
quanto riguarda i costi di raccolta, con le banche dati di Netlabor.
Ciò non significa, tuttavia, che questa fonte informativa non sia priva di difetti e non
necessiti di tutta una serie di interventi relativi al caricamento dei dati, alla loro gestione ed al
loro utilizzo.
Tra gli interventi necessari per valorizzare questa fonte, vi sono certamente i seguenti:
Ø l’introduzione di indicazioni precise e cogenti per la corretta ed omogenea classificazione
dei lavoratori nelle varie professioni al momento della registrazione;
Ø la ripulitura degli archivi da errori di registrazione e il completamento dei dati mancanti;
1 Nella versione 7.1b del Netlabor è stata introdotta la classificazione Istat delle Professioni in luogo della vecchia classificazione ministeriale che prevedeva oltre 6.200 professioni; si tratta di voci elementari riclassificabili in categorie (classificazione a 4 digit) classi (3 digit) gruppi (2 digit) e grandi gruppi (1 digit). Per questa analisi si è scelto di non analizzare le voci elementari ma la loro riclassificazione in categorie professionali.
6
Ø l’introduzione di meccanismi che permettano di ottenere, in tempo reale, statistiche del tipo
di quelle che verranno qui utilizzate e che permetterebbero di
− ottenere una conoscenza approfondita del funzionamento dei mercati locali del lavoro;
− fornire informazioni indispensabili per la corretta individuazione dei corsi di
formazione professionale;
− costituire un importante supporto per le attività di orientamento, monitoraggio e
valutazione delle politiche del lavoro.
Attualmente non tutta la domanda di lavoro dipendente passa per i Centri: non vengono,
infatti, registrate le assunzioni a seguito di concorso nella Pubblica amministrazione così come
nulla si sa dei flussi relativi al lavoro parasubordinato. Tutto ciò cambierà a breve. La normativa
in corso d’approvazione, e che modificherà il D.Lgs. 181/2000, prevede che qualsiasi
assunzione, modificazione o cessazione di lavoro subordinato o parasubordinato sia comunicata
ai Centri per l’impiego territorialmente competenti. Ciò consentirà di arricchire notevolmente le
informazioni desumibili dagli archivi dei Centri e completare la base dati necessaria per
effettuare l’analisi della domanda complessiva di lavoro dipendente soddisfatta dall’offerta
disponibile.
E’ bene sottolineare che si tratta della domanda espressa dalle aziende presenti sul
territorio regionale e soddisfatta ricorrendo o a manodopera residente o a manodopera
proveniente da fuori regione. Le informazioni che vengono attualmente raccolte non
consentono, infatti, di sapere se e quanta parte della domanda non abbia trovato corrispondenza
nell’offerta disponibile. Per questo motivo i dati sugli avviamenti per professione ci dicono
quali sono state le categorie professionali che hanno fatto registrare il maggior numero di
ingressi nell’area dell’occupazione e non quali sono state le categorie professionali più
richieste.
Il primo capitolo di questa ricerca illustra un modello teorico per l’analisi di flusso del
mercato del lavoro e le sue modalità di applicazione alle variabili desumibili dai Centri per
l’impiego. Il secondo capitolo contiene una descrizione delle procedure che sono state utilizzate
per costruire la banca dati utilizzata nell’analisi, delle sue caratteristiche, delle variabili in essa
contenute, delle elaborazioni possibili e di quelle realizzate. Nella prima parte del terzo capitolo
abbiamo analizzato le caratteristiche degli avviamenti e delle cessazioni relative al complesso
delle professioni. La seconda parte è dedicata ad un’analisi delle cinquanta categorie
professionali più rilevanti in termini di avviamenti. I principali risultati emersi dall’indagine
sono contenuti in un paragrafo conclusivo.
Le tavole utilizzate per l’analisi sono contenute nell’Appendice statistica allegata alla
ricerca.
7
1. UN MODELLO STOCK FLUSSI PER LA LETTURA CONGIUNTURALE DEI MERCATI LOCALI
DEL LAVORO
Nella figura 1a abbiamo riportato una rappresentazione in termini di stock e di flussi2 di
un mercato locale del lavoro (ml), e delle sue interrelazioni con il mercato del lavoro esterno
(me).
Figura 1a - Mercato locale del lavoro
Mercato del lavoro locale
Persone in cercadi occupazione
Nonforza
lavoroOccupati
Mercato del lavoro esterno
Occupati
Persone in cercadi occupazione
Non forza lavoro
Figura 1a - Mercato locale del lavoro
Mercato del lavoro locale
Persone in cercadi occupazione
Nonforza
lavoroOccupati
Mercato del lavoro esterno
Occupati
Persone in cercadi occupazione
Non forza lavoro
Le variabili di stock, rappresentate mediante delle aree, sia per il mercato locale che per
quello esterno, sono tre: l’occupazione3 (O), le persone in cerca di occupazione (PICO) e le non
2 Una variabile si dice di stock quando viene misurata in un istante di tempo piccolo a piacere. Una variabile di flusso è invece una variabile che può essere misurata solo in un intervallo temporale. Saranno pertanto variabili di stock la popolazione di un certo paese, il numero di vetture parcheggiate in una data zona, il numero di spettatori in un cinema, ecc.; variabili di flusso i nati ed i morti in un determinato anno, il numero di autovetture che entrano od escano da un parcheggio nel corso di una giornata, gli spettatori che affluiscono in una sala cinematografica durante l’orario di apertura. Le variabili di stock possono essere pensate come la risultante dei processi di accumulazione e deaccumulazione dovuto ai flussi di entrata e di uscita che le riguardano e quindi della loro storia. Ci si può chiedere quindi se sono nati prima gli stock o i flussi e, nel caso della popolazione umana, quale delle due ipotesi sia vera nella visione del paradiso terrestre o nell’ipotesi evolutiva di Darwin. 3 L’esatta individuazione di concetti quali gli occupati, le persone in cerca di occupazione e le non forze di lavoro, può avvenire solo in base a specifiche definizioni. Tali definizioni sono state spesse volte modificate nel corso degli ultimi 60 anni. Al momento attuale si è realizzata una notevole convergenza delle definizioni internazionali. Per quanto riguarda gli occupati le condizioni che vengono normalmente poste riguardano in primo luogo l’appartenenza ad una determinata fascia di età e l’aver svolto, in secondo luogo, nel periodo di riferimento, una certa quantità minima di lavoro. Per quanto riguarda le persone in cerca di occupazione, l’elemento essenziale riguarda, oltre all’età, l’aver effettuato una qualche azione di ricerca di lavoro in un periodo immediatamente precedente la rilevazione e la disponibilità ad accettare un lavoro. La somma di occupati e disoccupati dà vita alle cosiddette forze di lavoro. Rientrano nelle non forze di lavoro tutte le persone che appartengono alla popolazione in età lavorativa, e che quindi hanno superato l’età dell’obbligo scolastico e che non appartengono alle forze di lavoro. E’ quindi evidente che queste definizioni si basano non sulla percezione individuale della propria condizione
8
forze di lavoro (NFL). Le frecce individuano i principali flussi4 che collegano le aree del
mercato locale e queste con le aree del mercato esterno.
Figura 1b - Mercato locale del lavoro dipendente nella rappresentazione dei Centri per l’Impiego
Mercato del lavoro locale
Iscritti di stock
Nonforza
lavoroOccupati dipendenti
Mercato del lavoro esterno
Iscritti di flusso
Avviati
Cancellazioni
Cessazioni
Iscritti di stock
Nonforza
lavoroOccupati dipendenti
Cessazioni
Iscritti di flusso
Cancellazioni
Cessazioni
Figura 1b - Mercato locale del lavoro dipendente nella rappresentazione dei Centri per l’Impiego
Mercato del lavoro locale
Iscritti di stock
Nonforza
lavoroOccupati dipendenti
Mercato del lavoro esterno
Iscritti di flusso
Avviati
Cancellazioni
Cessazioni
Iscritti di stock
Nonforza
lavoroOccupati dipendenti
Cessazioni
Iscritti di flusso
Cancellazioni
Cessazioni
Se pensiamo alle variabili di stock come a delle popolazioni, per ognuna di esse varrà la
seguente identità:
1] Stockt+1 = Stockt + t(E – U)(t+1) dove E ed U sono, rispettivamente le entrate e le uscite nel mercato, nell’intervallo (t, t+1). In
particolare, ipotizzando che il mercato locale sia chiuso ai flussi da e verso l’esterno, avremo
che
2] Ot+1 = Ot + t(Oe - Ou)(t+1) 3] PICOt+1 = PICOt + t(PICOe + PICOu)(t+1)
dove e ed u indicano rispettivamente le entrate e le uscite relative alle varie condizioni.
In questa prospettiva le popolazioni che costituiscono l’occupazione, le persone in cerca
di occupazione e le non forze di lavoro possono essere pensate come le risultanti di processi
storici di accumulazione e di de-accumulazione.
Dal punto di vista della rappresentazione teorica del mercato del lavoro, identificheremo
lavorativa, ma sull’esistenza di dati “oggettivi”. In questo lavoro, tuttavia, non faremo riferimento a queste definizioni standard in quanto le variabili da noi utilizzate sono quelle delle Sezioni Circoscrizionali dell’Impiego. Identificheremo, pertanto, le persone in cerca di occupazione con gli iscritti alle Sezioni Circoscrizionali dell’Impiego, mentre il concetto di occupazione sarà un concetto derivato dai flussi di entrata e di uscita relativi all’area dell’occupazione. 4 Per semplicità di trattazione tralasciamo i flussi demografici tra i due mercati.
9
• le entrate nelle Persone in cerca di occupazione, in un dato intervallo temporale, vale a dire
le persone che si rendono disponibili a lavorare, con l’offerta di lavoro in termini di flusso
(OF);
• le entrate nell’Occupazione, vale a dire le persone richieste dalle aziende, con la domanda di
flusso (DF).
In un’ottica di flusso un mercato locale del lavoro chiuso sarà in equilibrio qualora la
domanda di flusso e l’offerta di flusso relative ad un determinato intervallo temporale siano
uguali; in simboli
4] tOFt+1 = tDFt+1
Prendendo in considerazione le interazioni con il mercato del lavoro esterno, sarà poi
possibile analizzare se ed in che misura tale mercato contribuisca a soddisfare la domanda di
lavoro del nostro mercato locale e se questa condizione di apertura giochi un ruolo di
sostituzione o di complementarietà.
Con questa premessa osserviamo ora la figura 1b che evidenzia le variabili misurate dai
Centri per l’impiego. La prima osservazione da fare è che, rispetto alla rappresentazione
precedente, in questo caso è preso in considerazione solo il mercato del lavoro dipendente5 e
sarà quindi su questo segmento di mercato che si concentrerà la nostra analisi.
I Centri considerano quattro variabili di flusso:
• gli Iscritti di flusso, che misurano il numero di persone che si sono iscritte nel corso del
periodo di riferimento; questa variabile misura pertanto gli ingressi tra le persone in cerca di
occupazione;
• gli Avviamenti, che misurano il numero delle persone che hanno trovato il lavoro durante il
periodo di riferimento; questa variabile misura quindi gli ingressi nell’occupazione;
• le Cessazioni che misurano il numero delle uscite dall’area dell’occupazione per qualunque
motivo; questa variabile misura quindi le uscite dall’area dell’occupazione;
• le Cancellazioni che misurano il numero di persone che non hanno rinnovato la propria
iscrizione al Centro per l’impiego o che sono state cancellate per altri motivi di natura
amministrativa; questa variabile misura quindi le uscite dalle persone in cerca di
occupazione verso le non forze di lavoro;
ed una variabile di stock:
• gli Iscritti di stock, che misura il numero degli iscritti alla fine di ogni mese.
Risulta così naturale, a questo punto dell’analisi, identificare in prima approssimazione
gli iscritti di flusso (IF) con l’offerta di flusso e gli avviamenti (AVV) con la domanda di flusso.
5 Al momento attuale l’occupazione dipendente rappresenta nella nostra regione circa il 70% del totale.
10
Le informazioni raccolte dai Centri ci permettono inoltre di distinguere tra avviamenti
in provenienza dagli iscritti di stock locali ed avviamenti provenienti dal mercato esterno.
Sarà pertanto più corretto identificare l’offerta di flusso del mercato locale con le
iscrizioni di flusso. Pertanto:
5] OFL = IF
mentre identificheremo la domanda di flusso locale con gli avviamenti totali al netto della
componente proveniente dal mercato esterno; in simboli
6] DFL = AVVtot – AVVme = AVVml Il mercato locale del lavoro, che continueremo ad ipotizzare chiuso, sarà dunque in
equilibrio di flusso, in un dato periodo, se
7] IF = AVVml
Quanto detto fino ad ora costituisce la premessa per sviluppare la parte della nostra
analisi che riguarderà l’andamento congiunturale del mercato locale del lavoro in termini di
domanda e di offerta di flusso e di analizzare il ruolo svolto dall’offerta di lavoro proveniente
dal mercato del lavoro esterno.
Come è noto, i Centri non dispongono di statistiche sul livello dell’occupazione.
Ricordando tuttavia che esse misurano le entrate e le uscite complessive da tale area è possibile
utilizzare tali informazioni per analizzare l’andamento del livello occupazionale. Infatti,
ponendo
Occt = 0
Occt+1 = t ( AVV – CESS )t+1
Occt+2 = t+1 ( AVV – CESS )t+2
Occt+n = DA1 + DA2 +,…,+ DAn dove DA individua la domanda aggiuntiva, vale a dire la creazione netta di posti di lavoro
relativi ad un dato intervallo. In sostanza sommando progressivamente i saldi tra entrate ed
uscite potremo misurare alla fine di ogni mese la variazione dell’occupazione rispetto al
momento di partenza. La serie storica di tali dati ci fornirà una rappresentazione dell’andamento
del livello dell’occupazione nel periodo analizzato.
Pertanto l’utilizzo dei dati dei Centri può consentire di descrivere l’andamento di un
mercato locale del lavoro:
• analizzando l’andamento relativo della domanda e dell’offerta di lavoro sia locale che
complessiva;
• analizzando l’andamento del livello occupazionale.
Sarà infine interessante analizzare l’andamento temporale delle assunzioni e delle
cessazioni per comprendere come s’instaurino le fasi di crisi e di espansione e quale di queste
variabili possa permetterci di individuare meglio le tendenze in atto.
11
2. LA BANCA DATI
Il processo di costruzione della banca dati è stato particolarmente laborioso e
complicato dal fatto che si è trattato in qualche modo di una “prima”, svolta nella quasi totale
impossibilità di reperire informazioni “ufficiali” sulla struttura e sul contenuto dei files di
Netlabor. In questo paragrafo delineeremo le modalità da noi seguite, i problemi incontrati e le
scelte che sono state effettuate lungo il percorso.
L’obbiettivo finale era quello di costruire una banca dati di lavoro, ottenuta unendo i
vari archivi provenienti dai Netlabor localizzati presso i Centri per l’Impiego delle due
Province, che ci consentisse di effettuare le elaborazioni necessarie per analizzare la domanda di
lavoro per qualifica professionale.
Ovviamente ogni atto amministrativo è relativo non solo al soggetto avviato o cessato,
ma definisce anche la tipologia di rapporto ed individua l’azienda coinvolta. Più in particolare,
le informazioni disponibili su Netlabor, utili a questa analisi, possono essere classificate in 4
gruppi:
1. dati relativi al lavoratore;
2. dati relativi agli atti di avviamento e cessazione;
3. dati relativi al rapporto contrattuale;
4. dati relativi all’azienda.
Per quanto riguarda i lavoratori, individuati sia dal nome che dal codice fiscale, le
variabili considerate sono il sesso, la data di nascita, il titolo di studio e la cittadinanza. Per
quanto riguarda gli atti amministrativi, disponiamo della data di avviamento, della data di
cessazione, della tipologia di avviamento e del motivo della cessazione.
Rispetto al contratto, le informazioni riguardano la qualifica, la tipologia del contratto e
la posizione o livello che il lavoratore ha ricoperto o andrà a ricoprire.
Infine, per quanto riguarda l’azienda, sono disponibili la partita I.V.A. (o il codice
fiscale dell’imprenditore nel caso di ditta individuale) contenente anche un identificativo della
localizzazione dell’impresa stessa, la ragione sociale e il codice di attività.
Come si vede, si tratta di una serie di informazioni il cui utilizzo congiunto può
consentire di rispondere a domande di grande rilevanza pratica a cui finora non è stata data
alcuna risposta o che, nel caso migliore, hanno ricevuto risposte errate.
Per illustrare questo punto, conviene entrare nel dettaglio di alcune variabili disponibili
e delle elaborazioni che esse possono consentire.
12
2.1 Le variabili utilizzate
La prima variabile sulla quale è opportuno soffermare l’attenzione è ovviamente la
qualifica professionale. Come abbiamo già indicato, il numero delle figure professionali
attualmente contenute in Netlabor è di circa 7.400, raggruppabili in circa 500 categorie.
Di particolare importanza è poi il fatto che Netlabor registra le date esatte di avviamento
e di cessazione, che tali date possono essere associate agli individui a cui tali atti si riferiscono,
rendendo quindi possibile misurare la durata dei periodi di lavoro completati e, quindi, anche il
numero di lavori svolti da un dato individuo in un dato intervallo.
Una delle critiche fondamentali che sono state da sempre avanzate all’utilizzo dei dati
delle ex SCICA era che esse permettevano di parlare di avviamenti e cessazioni, ma non
consentivano di sapere quante fossero le persone effettivamente avviate e cessate.
Anche se gli avviamenti rappresentano comunque una buona proxy della domanda di
lavoro di flusso e che la differenza tra avviamenti e cessazioni, nel caso di corretta registrazione,
consente comunque di stimare la domanda aggiuntiva, non vi è però dubbio che la possibilità di
distinguere tra avviamenti ed avviati, cessazioni e cessati rappresenti un importante passo in
avanti.
La possibilità di misurare la durata per ogni periodo di lavoro completato consente,
infatti, almeno in linea di principio, di:
a) classificare i lavoratori per numero di avviamenti;
b) sapere quanti sono stati i lavoratori interessati dal turnover del mercato del lavoro;
c) sapere quale sia stata la durata effettiva dei periodi di lavoro conclusi in un
determinato intervallo;
d) distinguere tra lavoro stagionale e permanente;
e) calcolare per i lavoratori soggetti ad elevato turnover, la durata del lavoro svolto in un
anno solare;
f) verificare per ogni settore e categoria professionale l’andamento della stagionalità;
g) analizzare chi siano i lavoratori stagionali e poter quindi discutere se ed in che misura
il lavoro stagionale rappresenti una scelta;
h) avere indicazioni per poter scegliere le modalità formative più efficienti per i
lavoratori stagionali.
Alcuni di questi aspetti sono stati analizzati nella presente ricerca prendendo come
punto di partenza però non i lavoratori cessati, ma le cessazioni intervenute nel periodo
considerato ed analizzando quindi, riteniamo per la prima volta a livello regionale nel nostro
13
paese6 e probabilmente anche a livello internazionale, durata e caratteristiche dei periodi di
lavoro conclusi.
L’ampia articolazione delle tipologie di avviamento e dei motivi di cessazione potrebbe
aprire ulteriori importanti filoni di analisi che sono stati toccati solo marginalmente in questa
ricerca.
2.2 Il processo di costruzione del data base
Ritornando ora al processo di costruzione della banca dati, si possono distinguere
quattro fasi in cui si è proceduto a:
v importare i files di Netlabor contenenti le diverse informazioni utili all'analisi;
v mettere in relazione le informazioni riguardanti i soggetti interessati da avviamenti o
cessazioni e quelle relative alle aziende presso cui tali soggetti sono stati avviati o da
cui sono stati licenziati;
v definire l’ambito territoriale
v eliminare eventuali duplicazioni;
v ricodificare le variabili più interessanti (e con meno missing) e calcolarne di nuove.
I files Netlabor relativi a ciascun Centro per l'Impiego, importati nella costituenda banca
dati sono ISCR, ISCAVV, AZIENDE, ALTRI e ISCSTU.
La variabile chiave per collegare le diverse informazioni sugli iscritti presso un
determinato Centro è il Codice Fiscale, mentre per le aziende è la Partita IVA.
Premesso ciò, le informazioni relative alla domanda di lavoro di flusso sono contenute
nel file ISCAVV.dbf. In questo file sono registrati tutti gli avviamenti e le cessazioni di ogni
soggetto che trova lavoro, oltre ad informazioni sulla sua vita professionale (trasferimenti,
passaggi diretti, acquisizione di qualifica, sospensioni, ecc). Di "lui" si conosce il codice fiscale,
la data dell'avviamento, la tipologia dell'avviamento, il tipo di rapporto di lavoro, la partita IVA
dell'azienda presso cui viene avviato, la qualifica, il grado o livello ricoperto, il codice della
qualifica secondo il contratto collettivo di lavoro, la data e il motivo di licenziamento, il Centro
per l’impiego di iscrizione e altre variabili raramente compilate.
Il file ISCAVV costituisce il database di partenza. Ad esso, per aumentare la
conoscenza dei soggetti avviati e delle aziende presso cui essi trovano lavoro, occorre collegare
6 Questa analisi è stata realizzata precedentemente sugli archivi delle province di Bologna (M. Bruni, P. Sereni e G. Pugliese “Il mercato del lavoro nella provincia di Bologna – Rapporto 2000) – Prov. Bologna - 2002, Reggio Emilia (M. Bruni, P. Sereni “Carenza di offerta e immigrazione. Analisi della domanda di lavoro per professioni” in L. Guasti “Il sistema della formazione. Il caso di Reggio Emilia” – Fondazione P. Manadori - 2001) e Ravenna e per l’analisi del settore turismo in Emilia Romagna (M. Bruni, P. Sereni e G. Pugliese “Il mercato del lavoro nel settore del turismo in Emilia Romagna”).
14
altri file. Le notizie sui soggetti avviati o licenziati sono disponibili in due files denominati
ISCR e ALTRI. Si è pertanto proceduto a collegare questi due files al file ISCAVV.
I problemi che possono insorgere nel corso di questa operazione e che abbiamo dovuto
affrontare sono molteplici.
In primo luogo è possibile che nel file ISCR lo stesso codice fiscale - e quindi lo stesso
soggetto - sia presente più volte. Può essere il caso di un soggetto già iscritto che segnala la
variazione di uno o più dati personali e che l’ufficio iscrive una seconda volta invece di
apportare le modifiche al suo record. Lo stesso problema può verificarsi per i soggetti avviati da
fuori, le cui generalità sono contenute nel file ALTRI. Uno dei problemi ricorrenti è stato poi
quello della molteplice registrazione della stessa pratica. Per evitare ciò è stata posta la
condizione che un soggetto non possa essere assunto più di una sola volta nello stesso giorno
dalla stessa azienda.
Al file ISCR va collegato poi il file ISCSTU che contiene le informazioni relative al
titolo di studio dei soggetti iscritti (informazione questa non presente in ISCR). Può anche
succedere che allo stesso codice fiscale siano associati diversi titoli di studio; in questo caso si è
scelto di considerare il titolo di studio più elevato.
Accade anche che l’avviamento o l’avvenuta cessazione vengano registrati
semplicemente per apportare delle modifiche alla condizione di un iscritto. E’ il caso, ad
esempio, di un soggetto iscritto presso il Centro di Foligno, avviato in un azienda localizzata
nell’area del Centro di Perugia. L’avviamento è avvenuto nel Centro di Perugia e è in questo
Centro pertanto che va conteggiato. Il Centro di Perugia comunica al Centro di Foligno che il
proprio iscritto è stato avviato. Il centro di Foligno registra tale avviamento che troveremo
anch’esso in ISCAVV. Dovremo però escluderlo dagli avviamenti del Centro di Foligno perché
in realtà si tratta di una semplice registrazione per l’aggiornamento della storia lavorativa del
soggetto iscritto, e conteggiarlo soltanto tra gli avviamenti avvenuti nel centro di Perugia.
Si comprende quindi che in realtà non vengono messi in relazione tra di loro i singoli
files Netlabor ma delle “query” applicate su di essi che vanno a filtrare records da escludere.
Oltre ai 5 file di cui sopra, sono state messi in relazione altri files di codifica importati
da netlabor e altri creati ad hoc:
- i files Netlabor contenenti la codifica dei titoli di studio, che abbiamo provveduto a
riclassificare in un singolo file in modo che i titoli di studio vengano presentati in una
scala gerarchica ordinata;
- il file Netlabor che contiene l’elenco delle qualifiche professionali (7.400 circa) che
abbiamo provveduto a riclassificare in categorie professionali (circa 500) in base alla
classificazione ISTAT a 4 digit
15
- il file Netlabor che contiene l’elenco dei settori produttivi secondo la classificazione
Ateco 91 a 5 digit, che abbiamo provveduto a riclassificare a 2digit e per sezioni;
- il file Netlabor che contiene i codici di comune, provincia e Centro.
- il file Netlabor che contiene i codici dei Centri.
- il file Netlabor che contiene i codici relativi alla cittadinanza.
- il file Netlabor che contiene i codici delle tipologie di rapporti di lavoro.
- il file Netlabor che contiene i codici del grado o livello ricoperto (da dirigente a
caposquadra fino a generico o privo di qualsiasi esperienza).
- il file Netlabor che contiene i codici delle modalità di assunzione.
- il file Netlabor che contiene i codici delle cause di cessazione.
Per ogni singolo centro è stato poi creato un file contenente i codici dei comuni facenti
parte del suo territorio. La finalità è quella di ottenere un database che contiene le "pratiche" di
avviamento e di cessazione relative a soggetti che hanno trovato un’occupazione (o l'hanno
persa) in aziende operanti nel territorio del Centro, e per successiva aggregazione, nella regione.
Così facendo si considera la domanda espressa dall’ambito territoriale analizzato ed si esclude
la domanda generata da aziende localizzate fuori da tale ambito.
Successivamente si è provveduto a filtrare i record che presentavano una data di
avviamento compresa tra il 1° luglio 2001 e il 30 giugno 2002, costruendo una ulteriore banca
dati di dimensioni leggermente inferiore a quella di partenza e che è stata utilizzata per l'analisi
degli avviamenti. Dalla banca dati di partenza sono stati poi filtrati i record che presentavano
una data di licenziamento compresa tra il 1° luglio 2001 e il 30 giugno 2002 ottenendo una
nuova banca dati utilizzata per l'analisi delle cessazioni.
A questo punto sono stati applicati dei nuovi filtri allo scopo di eliminare i passaggi
diretti, le trasformazioni e tutti quegli atti amministrativi che non pertengono propriamente alla
tipologia degli avviamenti (nel file contenente gli avviamenti avvenuti nel periodo) e delle
cessazioni (in quello relativo alle cessazioni), vale a dire che non individuano entrate nell'area
dell'occupazione ed uscite dalla stessa.
In particolare il totale degli avviamenti da noi utilizzato è la risultante delle seguenti
tipologie:
• assunzione diretta • avviamento numerico • avviamento nominativo • interinale • soci di cooperativa
Sono state invece escluse le registrazioni che non riportavano alcuna tipologia e quelle relative a
alle seguenti tipologie:
• passaggio diretto immediato
16
• incorporazione ditta • acquisizione ramo attività • rientro (militare leva, sospensione) • trasferimento da altra sede stessa ditta • trasformazione rapporto di lavoro • proroga tempo determinato • modifica rapporto di lavoro • variazione ragione sociale • trasformazione. artigiano/non artigiano
Per le cessazioni sono stati considerati validi i seguenti motivi:
• fine rapporto a termine/stagionale - fine periodo di prova, chiusura azienda • licenziamento • rinuncia - revoca del nulla osta, cessazione socio lavoratore • dimissione • pensionamento/malattia • morte
Sono state invece escluse, oltre alle pratiche che non riportavano alcuna indicazione relativa al
motivo, quelle che riportavano le seguenti motivazioni:
• modifica/trasformazione proroga del rapporto di lavoro • per passaggio diretto/immediato • incorporazione ditta • cessione ramo di attività • trasformazione artigiano/non artigiano • cambio ragione sociale • qualificato (fine apprendistato) • sospeso (servizio militare, lavoro,ecc) • trasferimento altra sede stessa ditta
Ottenuto il database regionale dall’unione dei 5 archivi dei Centri, sono infine state
create appositamente nuove variabili quali la classi di età dei soggetti avviati, la durata in giorni
del periodo lavorativo, distinguendo tra durata “stagionale” e “permanente”, e altre che hanno
consentito di analizzare i dati con il programma statistico utilizzato.
La classe di età è stata calcolata estraendo dal codice fiscale l’anno di nascita e
sottraendolo all’anno dell’avvenuta assunzione o licenziamento (questo per evitare gli eventuali
missing sulla variabile data di nascita presente in Netlabor). Una volta ottenuta l’età relativa ad
ogni singolo avviato e cessato, i dati sono stati raggruppati attraverso la creazione di sette classi
di età: la prima fino a 18 anni, la seconda tra 19 e 24 anni, la terza tra 25 e 29 anni, la quarta tra
30 a 44 anni, la quinta tra 45 a 54 anni, la sesta tra 55 a 64 e l’ultima da 65 anni in poi.
La durata in giorni del periodo lavorativo concluso è stata ottenuta come differenza tra
la data di licenziamento e quella di avviamento. I valori così ottenuti sono stati classificati o
come periodi di lavoro stagionale (tutti quelli uguali o inferiori a 120 giorni) o periodi di lavoro
permanente.
17
3. I PRINCIPALI RISULTATI DELL'ANALISI
La presentazione dei risultati della ricerca sui microdati dei Centri per l’Impiego si
articolerà in due parti. La prima riguarderà i dati relativi all’insieme delle professioni, la
seconda i dati relativi alle 50 categorie professionali che hanno registrato il più elevato numero
di avviamenti e che costituiscono l’88,6% degli avviamenti complessivi.
3.1 I dati relativi al complesso delle professioni
Nel periodo luglio 2001-giugno 2002 i Centri per l’Impiego delle due Province umbre
hanno effettuato 87.708 avviamenti. Le cessazioni registrate sono state invece solo 64.307, un
valore che certamente sottostima il dato effettivo a causa della mancata notifica di molti casi, in
particolare in agricoltura.
Il 42,6% degli avviamenti ha interessato donne. Si tratta di un valore elevato, che
testimonia la crescente femminilizzazione del mercato del lavoro umbro, ma che è ancora
decisamente inferiore a quello di altre realtà del nord, dove si è ormai raggiunta una quasi
sostanziale parità di genere della domanda di lavoro7.
Gli avviati costituiscono un gruppo composito che può essere visto come la risultante di
diversi sottoinsiemi: da un lato lavoratori italiani e lavoratori stranieri, dall’altro lavoratori
residenti in regione e lavoratori provenienti da altre regioni. Ognuno di questi sottogruppi è
caratterizzato da una diversa incidenza della componente femminile, come pure gli avviamenti
registrati dai diversi centri. I grafici 1A e 1B presentano questi dati che verranno commentati in
maniera più dettagliata nel seguito del rapporto.
Graf. 1A - Regione Umbria; Avviamenti; tassi di femminilizzazione
05
101520253035404550
Totali Regionali Extra regionali Italiani Sranieri
18
Graf. 1B - Regione Umbria; tassi di femminilizzazione per Centro
05
101520253035404550
Perugia Città diCastello
Foligno Terni Orvieto
3.1.1. Distribuzione territoriale
Il 78,7% degli avviamenti è stato effettuato nei tre centri della provincia di Perugia ed il
21,3% in quelli della Provincia di Terni. Più precisamente, per quanto riguarda il capoluogo di
regione, il 40,6% nel Centro di Perugia, il 20,2% in quello di Foligno e il 17,8% in quello di
Città di Castello (Graf. 2); per quanto riguarda la provincia di Terni, il 15,6% nel Centro di
Terni ed il 5,7% in quello di Orvieto. Tassi di femminilizzazione sopra la media sono stati
registrati nei centri di Città di Castello (46,4%) e di Perugia (44%), mentre la minor presenza di
donne fra gli avviamenti è quella riscontrata a Terni (37,5%), dove attività di tipo industriale
hanno una maggiore incidenza (Graf. 1B).
Graf. 2 - Regione Umbria; Avviamenti per Centro e sesso
0,05,0
10,015,020,025,030,035,040,045,0
Perugia Città diCastello
Foligno Terni Orvieto
maschi femmine totale
7 Ricordiamo, a titolo di esempio, che il tasso di femminilizzazione relativo agli analoghi dati della Provincia di Bologna per l’anno 2000 è stato del 48,5%.
19
3.1.2. Provenienza
L’88,6% degli avviamenti ha riguardato lavoratori residente in regione. Come è già
emerso da altre analisi, la mobilità del lavoro é molto più pronunciata per i maschi che per le
femmine. Per i primi solo l’83,1% degli avviamenti registrati in regioni riguarda lavoratori in
essa residenti, mentre il corrispondente valore per le donne è del 96%. Ciò implica che il tasso
di femminilizzazione degli avviamenti di residenti in provincia é stato del 46,1%, mentre quello
degli avviamenti da fuori provincia si è attestato sul 15,0%.
3.1.3. Classi di età
Rispetto alle classi di età, gli avviamenti totali sono risultati articolati nel modo seguente:
il 45% ha riguardato lavoratori con meno di 30 anni, il 36,9% lavoratori tra i 30 ed i 44 anni ed
18,1% lavoratori con 45 anni e più. L’incidenza della classe centrale risulta più rilevante per le
donne che per gli uomini (39,8% contro il 34,7%), mentre l’opposto è vero per le due classi
estreme (46,4% a fronte di un valore di 43,2% per la classe fino a 30 anni e del 18,9% contro il
16,9% per i lavoratori più anziani) (Graf. 3).
Graf. 3 - Regione Umbria; avviamenti per sesso e classe di età
0,05,0
10,015,020,025,030,035,040,045,050,0
15-29 30-44 45 e oltre maschi femmine totale
3.1.4. Tipologia contrattuale
Contratti a tempo indeterminato sono stati utilizzati per meno di un quarto degli avviati,
una percentuale che è nettamente inferiore anche a quella registrata in altre aree del nord, quali
20
ad esempio la Provincia di Bologna (31%). I contratti a tempo indeterminato rimangono
comunque più utilizzati per gli uomini (26%) che per le donne (20,8%). (Graf. 4)
La tipologia contrattuale di gran lunga prevalente è il contratto a tempo determinato
(53,2%) che, al contrario, trova maggiore applicazione per le donne (68,7% contro 59,1% per
gli uomini).
Graf. 4 - Regione Umbria; avviamenti per tipologia di contratto e sesso
10,44,6
59,1
26,0
8,41,9
68,7
20,8
9,53,5
63,2
23,8
0,010,020,030,040,050,060,070,080,0
Apprendistato Contrattoformazione
Tempodeterminato
Tempoindeterminato
Maschi Femmine Totale
I contratti di apprendistato hanno inciso sul totale degli avviamenti per il 9,5% con un
utilizzo leggermente più pronunciato per gli uomini (10,4%) che per le donne (8,4%)
I contratti di formazione lavoro seguono lo stesso pattern con un’incidenza sugli
avviamenti totali che è però ormai solo del 3,5%, per quanto riguarda i maschi del 4,6%, per
quanto riguarda le femmine del 1,9%.
Graf. 5 - Regione Umbria; Avviamenti con contratti full time e part time
94,3
80,7
88,5
5,7
19,3
11,5
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Maschi
Femmine
Totale
Full time Part time
21
Il part time sta acquisendo in Umbria un ruolo sempre più importante - l’11,5% degli
avviamenti totali rientra in questa tipologia - anche se il suo utilizzo rimane ancora inferiore a
quello di altre realtà, in particolare di quelle del Nord. Inoltre, contrariamente a quanto sta
accadendo ad esempio in Emilia, esso è utilizzato ancora prevalentemente per le donne, tanto
che su 100 contratti part time solo 28,6% sono stati firmati da uomini. Di conseguenza nel caso
delle donne l’incidenza dei contratti part time è stata del 19,3%, nel caso degli uomini del 5,7%
(Graf. 5).
In entrambi i casi i contratti part time risultano equamente distribuiti tra i contratti a
tempo determinato e quelli a tempo indeterminato, con ruoli del tutto marginali per
l’apprendistato e per i contratti di formazione. Dato però il diverso peso delle varie forme
contrattuali il part time presenta un’incidenza decisamente sopra la media nei contratti a tempo
indeterminato per gli uomini (10,5%), nei contratti a tempo indeterminato (42,6%) e di
formazione lavoro per le donne (201,1%) (Graf. 6).
Graf. 6 - Regione Umbria; incidenza dei contratti a part time per tipologia contrattuale e sesso
1,8 2,24,6
10,58,6
20,1
13,5
42,6
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
35,0
40,0
45,0
Apprendistato Contrattoformazione
Tempo determinato Tempoindeterminato
Maschi Femmine
3.1.5. Tipologia degli avviamenti
La tipologia di avviamento di gran lunga prevalente è quella nominativa (80,2%),
mentre le assunzioni dirette pesano per il 13,8% e le missioni interinali rimangono ancora un
fenomeno marginale (Graf. 7).
22
Graf. 7 - Regione Umbria; avviamenti per tipologia
Interinale3%
Soci di cooperativa2%
Assunzione diretta14%
Avviamento numerico
1%
Avviamento nominativo
80%
Gli avviamenti di uomini presentano valori sopra la media per gli avviamenti
nominativi (84,4%) e per il lavoro interinale (3,9%); quelli delle donne per le assunzioni dirette
(19%), per l’avviamento numerico (2,3%) e per i soci di cooperativa (1,9%) (Graf. 8).
Grafico 8 - Regione Umbria; avviamenti per sesso e tipologia
84,4
9,93,9 0,4 1,3
74,4
19,0
2,4 2,3 1,90,0
10,020,030,040,050,060,070,080,090,0
Avviamentonominativo
Assunzionediretta
Interinale Avviamentonumerico
Soci dicooperativa
maschi femmine
Per quanto riguarda le cessazioni (Graf. 9), le due cause prevalenti sono la fine dei
rapporti a termine (52,3%) e le dimissioni (38,5%).
23
Graf. 9 - Regione Umbria; cessazioni per tipologia
Rinuncia - Revoca del nulla osta
0,1%
Pensionamento/malattia0,3%
Morte0,1%
Licenziamento8,7%
Dimissione38,5%
Fine rapp. a termine/stagional
e - fine per. di prova52,3%
La situazione è tuttavia notevolmente diversa per gli uomini e per le donne. Per i primi
la causa prevalente sono le dimissioni, anche se l’incidenza non è molto diversa da quella della
fine dei rapporti a termine (46,5% contro 43,7%); per le seconde la fine del rapporto a termine
risulta invece di gran lunga prevalente (63,5% contro 28%). In entrambi i casi troviamo al terzo
posto, e con valori analoghi, il licenziamento (9% per gli uomini, 8,2% per le donne) (Graf. 10).
Grafico 10 - Regione Umbria; avviamenti per sesso e tipologia
43,7 46,5
9,0
0,2 0,4 0,2
63,5
28,0
8,20,1 0,1 0,0
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
Fine rapp. atermine
Dimissione Licenziamento Rinuncia Pensionamento Morte
maschi femmine
3.1.6. Titoli di studio
La struttura degli avviamenti per titolo di studio evidenzia un aspetto dell’attività dei
Centri per l’impiego che risulterà ancora con maggiore chiarezza dall’analisi della domanda di
lavoro per professioni: per il momento essi gestiscono quasi unicamente quella parte del
mercato del lavoro dipendente relativo a figure professionali con contenuti educativi medio
bassi. Il 69,1% degli avviamenti riguarda, infatti, persone con al massimo la scuola dell’obbligo,
24
il 2,8% con un diploma di qualifica professionale, il 25,1% con un diploma e solo il 3% con un
laurea (Graf. 11).
Graf. 11 - Regione Umbria; cessazioni per titolo di studio
Diploma25%
Laurea o Laurea Breve
3%
Max scuola obbligo
38%
Dipl. Qualifica Prof.3%
Nessun Titolo o non dichiarato
31%
Le donne presentano però un livello educativo decisamente più elevato di quello degli
uomini: solo il 58,3% degli avviamenti di donne ha riguardato lavoratrici con al massimo la
scuola dell’obbligo, mentre nel 34,1% dei casi si trattava di diplomate e nel 5% di laureate. I
corrispondenti valori per gli uomini sono invece 77,7%, 18,4% e 1,5% (Graf. 12). Ciò evidenzia
come la componente femminile dell’offerta sia spesso disponibile ad una maggiore flessibilità
verso il basso nella scelta della propria professione.
Grafico 12 - Regione Umbria; avviamenti per sesso e titolo di studio
39,937,8
2,3
18,4
1,5
20,1
37,2
3,5
34,2
5,0
0,05,0
10,015,020,025,030,035,040,045,0
Nessun Titolo onon dichiarato
Max scuolaobbligo
Dipl. QualificaProf.
Diploma Laurea o LaureaBreve
maschi femmine
25
3.1.7. Durata dei periodi di lavoro
L’analisi della durata dei periodi di lavoro completati rappresenta uno dei momenti più
innovativi di questa ricerca visto che solo dati amministrativi del tipo qui utilizzato permettono
di fornire delle stime di questa variabile e che, a nostra conoscenza, non esiste nessuna ricerca
analoga a livello regionale8. I dati che commenteremo si riferiscono ai periodi di lavoro
completati nell’intervallo luglio 2001- giugno 2002.
Nel corso di questi dodici mesi, i periodi di lavoro completati sono stati 64.307. Di
questi 37.382, pari al 58,1%, hanno avuto una durata uguale o inferiore ai 120 giorni e sono stati
quindi da noi classificati come lavori stagionali. La loro durata media effettiva è stata di fatto di
soli 35 giorni. Per quanto riguarda, invece, i periodi di lavoro con durata superiore ai 120 giorni,
essi sono stati 26.925 (41,9%) ed hanno registrato una durata media di 646 giorni, vale a dire di
poco più di un anno e nove mesi.
In sostanza, quasi il 60% dei lavori che sono giunti a completamento nel periodo
considerato sono stati lavori stagionali o comunque di brevissima durata, mentre anche i lavori
permanenti si presentano ormai come lavori che si estendono su orizzonti temporali
estremamente limitati e contribuiscono a fornire un’immagine di un mercato del lavoro che se
da un lato può definirsi dinamico, dall’altro però sembra offrire ben poca sicurezza ai lavoratori.
Il dato appare tanto più significativo se si considera che le cessazioni non registrate riguardano
probabilmente soprattutto lavori di breve durata nell’ambito del settore agricolo.
L’analisi disaggregata per sesso evidenzia un maggior peso del lavoro stagionale per le
donne (61,9% contro 55,3% per gli uomini) ed una minore durata dei periodi di lavoro da esse
completati sia stagionali (31 giorni contro 39) sia “permanenti” (639 contro 651). Nel
complesso prescindendo dal carattere permanente o stagionale del lavoro, mentre per gli uomini
la durata media dei periodi di lavoro conclusi è stata di 313 giorni, per le donne è stata di 263.
3.1.8. Stagionalità
Nel corso dei dodici mesi considerati gli avviamenti hanno oscillato tra un valore
minimo di circa 4.600 unità del mese di dicembre ed uno massimo di circa 9.500 del mese di
gennaio. Un secondo picco di quasi 9.000 unità si registra nel mese di settembre ed una leggera
ripresa in maggio. La domanda presenta un andamento decrescente da settembre a dicembre e
da maggio ad agosto, mentre risulta sostanzialmente stazionaria da febbraio ad aprile (Graf. 13).
8 Il gruppo di lavoro che ha svolto questo studio ha prodotto risultati analoghi solo per le province di Bologna, Reggio Emilia e Ravenna.
26
Graf. 13 - Regione Umbria; avviamenti, cessazioni e saldi per mese; maschi e femmine
-6000-4000-2000
02000400060008000
1000012000
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novem
bre
Dicem
bre
Saldi Avviamenti Cessazioni
Va anche sottolineato che le cessazioni presentano un andamento speculare agli
avviamenti solo in dicembre; negli altri casi avviamenti e cessazioni paiono muoversi in
maniera parallela. In sostanza i dati relativi al totale, anche se presentano una forte escursione
tra il valore massimo e quello minimo, non presentano un pattern stagionale ben definito, a parte
il brusco rallentamento di dicembre. Quali siano le determinanti di questo andamento, vale a
dire se gli andamenti occupazionali non abbiano effettivamente un pattern stagionale o se invece
questo risultato relativo al totale sia dovuto alla presenza di pattern stagionali specifici a certi
settori e professioni che si elidono fra di loro, lo potremo vedere solo analizzando l’andamento
delle singole categorie professionali.
I dati relativi al totale sono sostanzialmente ribaditi dai dati relativi ai maschi e alle
femmine (Graff. 14 e 15).
Graf. 14 - Regione Umbria; avviamenti, cessazioni e saldi per mese; maschi
-3000-2000-1000
01000200030004000500060007000
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novem
bre
Dicem
bre
Saldi Avviamenti Cessazioni
27
Graf. 15 - Regione Umbria; avviamenti, cessazioni e saldi per mese; femmine
-2000
-1000
0
1000
2000
3000
4000
5000
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novem
bre
Dicem
bre
Saldi Avviamenti Cessazioni
3.1.9. Dagli atti amministrativi alle persone
La disponibilità dei microdati relativi agli avviamenti e alle cessazioni permette di
analizzare non solo gli atti amministrativi, ma anche di risalire alle persone che sono state
interessati da tali atti. Più in particolare, le nostre elaborazioni hanno consentito di verificare che
tra il luglio del 2001 ed il giugno del 2002 le persone avviate nella regione Umbria sono state
59.445, di cui 35.636 uomini e 23.809 donne. La differenza tra il numero degli avviati e quello
degli avviamenti dipende ovviamente dal fatto che alcuni lavoratori sono stati avviati più di una
volta. In particolare il 21,1% è stato avviato più di una volta: il 14,6% due volte, il 3,5% tre
volte, l’1,2% quattro volte, lo 0,5% cinque volte e l’1,4% sei volte o più (Graf. 16).
Graf 16 - Regione Umbria; avviati per numero di avviamenti; maschi e femmine
4 avviamenti1,2%
5 avviamenti0,5%
oltre 6 avviamenti1,4%
3 avviamenti3,5%
2 avviamenti14,6%
1 avviamento78,9%
28
La quota di persone con avviamenti multipli è più elevata tra le donne (22,3%) che tra
gli uomini (20,4%) non solo per il totale, ma anche per tutte le categorie di numerosità (Graf.
17). Per sintetizzare questa situazione osserviamo che gli uomini sono stati avviati in media 1,4
volte e le donne 1,6 volte. Ciò ha come conseguenza che il tasso di femminilizzazione degli
avviati è inferiore a quello degli avviamenti (40,1% contro 42,6%).
Graf. 17 - Regione Umbria; avviati per sesso e numereo di avviamenti
79,6
14,4
3,3 1,2 0,4 1,1
77,7
14,8
3,7 1,2 0,5 2,00,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
1 avviamento 2 avviamenti 3 avviamenti 4 avviamenti 5 avviamenti oltre 6avviamenti
maschi femmine
3.2 I Gruppi professionali e le prime 50 professioni
La lista delle 50 categorie professionali più rilevanti in Umbria (v. Tavv. 1 e 2
nell’allegato statistico), ci fornisce un quadro delle tipologie di lavoro dipendente sulle quali si è
indirizzata la domanda di flusso.
Graf. 18 - Regione Umbria; avviamenti cumulativi per le prime 50 categorie professionali
0,010,020,030,040,050,060,070,080,090,0
100,0
1 4 7 10 13 16 19 22 25 28 31 34 37 40 43 46 49
29
Prima di analizzare le professioni che compaiono in questo elenco si deve sottolineare
come la domanda di flusso sia concentrata su di un numero estremamente limitato di
professioni: basterà ricordare che le prime tre categorie professionali spiegano oltre la metà
degli avviamenti (53%), che le prime sette ne spiegano i due terzi, che le prime quindici ne
spiegano i tre quarti e che le prime 50 ne spiegano l’88,6%. (Graf. 18).
Osserviamo anche che ben il 48% degli avviamenti registrati dai Centri per l’Impiego
della Regione Umbria riguarda categorie professionali che rientrano nel Gruppo Professionale
VIII, Professioni non qualificate, mentre solo il 14% appartiene ai gruppi professionali più
qualificati o che comunque richiedono un più elevato livello educativo, il II (Professioni
intellettuali, 1%), il III (Professioni tecniche 8%) ed il IV (Professioni impiegatizie, 5%). Il
restante 38% è diviso tra il gruppo professionale V, il secondo per importanza con il 22%,
(Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi), il VI (Artigiani, operai
specializzati ed agricoltori, 11%) ed il VII (Conduttori di impianti ed operai semi - qualificati,
5%). In sostanza oltre la metà degli avviamenti riguarda lavori non qualificati o semiqualificati,
un terzo operai o addetti qualificati ed il 14 % colletti bianchi (Graf. 19).
Graf. 19 - Regione Umbria; avviamenti per grande gruppo professionale - Totale
VIII - P ro fe s s io n i no n
q u a lific a te
4 8 %
VII - C o ndutto ri di
im pia n t i e o pe ra i
s e m iq u a lific a ti a dde tti
a m a c c hin a ri fis s i e
m o b ili
5 %
II - P ro fe s s io n i
inte lle ttua li,
s c ie n tific h e e di
e le v a ta
s pe c ia lizza zio ne
1 %
I - Le g is la to ri, dirig e nti
e im p re ndito ri
0 %
III - P ro fe s s io ni
te c n ic h e
8 %
V - P ro fe s s io ni
q u a lific a te ne lle
a tt iv it à c o m m e rc ia li e
ne i s e rvizi
2 2 %
IV - Im p ie g a t i
5 %
VI - Artigiani, o pe ra i
s pe c ia lizza ti e
a g ric o lto ri
1 1 %
Come suggerito dall’analisi degli avviamenti per titolo di studio, gli uomini risultano
avviati a professioni con un livello medio di qualificazione più basso di quello delle donne. Il
60% degli avviamenti di uomini riguarda, infatti, professioni non qualificate (52%) e
professioni semiqualificate, a fronte del 44% di quelli di donne. All’altro estremo, gli
avviamenti in professioni intellettuali, impiegatizie e tecniche pesano per il 9% per gli uomini, a
30
fronte del 21% per le donne. Infine, mentre per gli uomini il peso degli avviamenti in
professioni qualificate nell’industria e nell’agricoltura è del 16% e in professioni qualificate del
terziario è del 15%, gli analoghi valori per le donne sono 4% e 31%.
Graf. 20 - Regione Umbria; avviamenti per grande gruppo professionale - Maschi
VI - A rtig ia n i, o pe ra i
s pe c ia lizza ti e
a g ric o lto ri
1 6 %
IV - Im pie g a ti
3 % V - P ro fe s s io ni
qua lific a te n e lle
a tt iv it à c o m m e rc ia li e
ne i s e rvizi
1 5 %
III - P ro fe s s io ni
te c nic he
5 %
I - Le g is la to ri, dirig e n t i
e im pre n dito ri
0 %
II - P ro fe s s io ni
inte lle ttua li,
s c ie n t ific he e di
e le v a t a
s pe c ia lizza zio ne
1 %
VII - C o ndutto ri di
im p ia n t i e o pe ra i
s e m iqua lific a ti a d d e t t i
a m a c c h ina ri fis s i e
m o b ili
8 %
VIII - P ro fe s s io ni n o n
qua lific a te
5 2 %
Graf. 21 - Regione Umbria; avviamenti per grande gruppo professionale - Femmine
VIII - P ro fe s s io n i no n
q u a lific a te
4 2 %
VII - C o ndutto ri di
im pia n t i e o pe ra i
s e m iq u a lific a ti a dde tti
a m a c c hin a ri fis s i e
m o b ili
2 %
II - P ro fe s s io n i
inte lle ttua li,
s c ie n tific h e e di
e le v a ta
s pe c ia lizza zio ne
1 %
I - Le g is la to ri, dirig e nti
e im p re ndito ri
0 %
III - P ro fe s s io ni
te c n ic h e
1 3 %
V - P ro fe s s io ni
q u a lific a te ne lle
a tt iv it à c o m m e rc ia li e
ne i s e rvizi
3 1 %
IV - Im p ie g a t i
7 %
VI - Artigiani, o pe ra i
s pe c ia lizza ti e
a g ric o lto ri
4 %
Questi dati trovano una conferma anche in quelli relativi ai livelli di inquadramento
(Graf. 22, 23 e 24) che mostrano che mostrano una prevalenza delle donne tra i qualificati
(27,6% contro 22,2%) ed una loro sotto rappresentazione tra le persone in formazione sul lavoro
(10,4% contro 15%).
31
Graf. 22 - Regione Umbria; avviamenti per livello di inquadramento
qualificato24,5%
in formaz, apprend.13,0%
senza esperienza profess.
0,0%
specializzato1,0%
altamente specializzato
0,0%
caposquadra0,0%
vicecapo settore/cantiere
0,0%
capo reparto/ufficio0,0%
intermedio/quadro0,0%
assistente0,0%
capo settore/cantiere
0,0%
dirigente0,0%
generico61,3%
Graf. 23 - Regione Umbria; avviamenti per livello di inquadramento - Maschi
generico61,0%
dirigente0,0%
capo settore/cantiere
0,0%
assistente0,0%
intermedio/quadro0,1%
capo reparto/ufficio0,0%
vicecapo settore/cantiere
0,0%
caposquadra0,0%
altamente specializzato
0,1%
specializzato1,6%
senza esperienza profess.
0,0%
in formaz, apprend.15,0%
qualificato22,2%
32
Graf. 24 -Regione Umbria; avviamenti per livello di inquadramento - Femmine
qualificato27,6%
in formaz, apprend.10,4%
senza esperienza profess.
0,1%
specializzato0,3%
altamente specializzato
0,0%
caposquadra0,0%
vicecapo settore/cantiere
0,0%
capo reparto/ufficio0,0%
intermedio/quadro0,0%
assistente0,0%
capo settore/cantiere
0,0%
dirigente0,0%
generico61,6%
Venendo ora al dettaglio delle singole categorie professionali, le prime due per numero
di avviamenti sono due figure non qualificate, vale a dire i Manovali e altro personale non
specializzato dell’industria ed il Bracciante agricolo; la prima spiega ben il 27,6% degli
avviamenti e la seconda il 15,9%. Su queste due figure si concentra quindi il 43,5% degli
avviamenti totali. Si tratta di due figure prevalentemente maschili; esse giocano pertanto un
ruolo più rilevante per gli uomini (rispettivamente 30,7% e 17,8%) che per le donne (23,4% e
13,2%). Anche la terza figura professionale in ordine di importanza (il Cameriere) incide per
oltre il 10% di tutti gli avviamenti. In questo caso si tratta di una figura prevalentemente
femminile. Dalla quarta figura in poi l’incidenza sul totale scende sotto il 5%, per scendere sotto
il 2% con l’ottava e sotto l’uno per cento con la dodicesima. Tra le prime dieci professioni
compaiono poi, rispettivamente al quarto e al sesto posto, due figure impiegatizie (le Professioni
intermedie di ufficio ed il Personale di segreteria), altre due figure della ristorazione (i Cuochi e
gli Esercenti di bar e baristi), una professione del commercio (Commessi e assimilati), i
Muratori e gli Autisti di taxi, automobili o furgoni. Nel complesso, si tratta quindi di professioni
con qualifiche intermedie.
33
3.2.1. La caratterizzazione di genere
Il tasso di femminilizzazione degli avviamenti relativi alle prime cinquanta categorie
professionali è leggermente più elevato di quello del totale, 43,4% contro 42,6%. Venticinque di
queste categorie sono prevalentemente femminili e venticinque prevalentemente maschili
(Prospetto 1).
Insegnanti di scuole materne 98,5Insegnanti elementari 97,7Biancheristi, ricamatori a mano ed assimilati 96,7Operatori di mac.ind.conf.abbigliamento in stoffa e affini 95,1Sarti e tagliatori artigianali, modellisti e cappellai 93,9Bidelli ed assimilati 93,8Altre professioni ristorazione ed ai pubblici esercizi 92,2Parrucchieri, specialisti cure di bellezza ed assimilati 89,0Collaboratori domestici ed assimilati 88,1Altro personale non qualificato nei servizi sanitari 85,7Altre professioni intermedie dell insegnamento 81,6Professioni relative a servizi personali 81,4Pers.qualific.esecutivo nei serv.pulizia e disinfestaz. 80,2Portalettere e fattorini postali 77,0Commessi e assimilati 76,9Contabili ed assimilati 76,5Esercenti di bar e baristi 75,1Addetti non qualif. servizi pulizia in imprese ed enti pub. 73,4Personale di segreteria 72,7Impiegati di ufficio 71,5Operatori su macchine di calcolo e di elaborazione dati 70,9Professioni intermedie di ufficio 63,6Esercenti ed altri add.prep.cibi in alber.ristor.fastfood 58,0Cuochi in alberghi e ristoranti 53,0Camerieri ed assimilati 52,8Altri artigiani ed operai addetti all edilizia 42,0Pers.ausiliario addetto imbal.magaz. e cons.merci 38,3Manovali e altro pers. non qual. industria 36,1Altri conduttori di macchinari per cartotecnica 35,7Braccianti agricoli 35,4Prof. interm.in scienze fisiche, naturali, ingeg.ed ass. 12,0Impiegati nella gestione stocks, magazzini e assimilati 11,7Spazzini e altri raccoglitori di rifiuti ed assimilati 6,5Meccanici artigianali, ripar.manut.automobili ed assimilati 5,3Ebanisti, falegnami ed op.artigianali di mac.lavor. legno 4,7Altri meccanici artig.mont.rip.man.macc.fisse mobili 4,1Saldatori e tagliatori a fiamma 3,6Attrezzisti di macchine utensili e affini 3,4Operatori di macc.utensili autom. e semiaut. industriali 2,5Lavoratori forestali 2,1Autisti di taxi, conduttori di automobili e di furgoni 1,9Installatori e riparatori di apparati elettromeccanici 1,8Conduttori di trattori agricoli 1,4Montatori di carpenteria metallica 1,0Conduttori di mezzi pesanti e camion 0,9Carpentieri e falegnami nell edilizia (escl.parchettisti) 0,7Conduttori di forni sec.fusione colatori metalli e leghe 0,5Muratori in pietra, mattoni, refrattari 0,4Manovali e personale non qualificato dell edilizia civile 0,3Idraulici e posatori di tubazioni idrauliche e di gas 0,0
Prospetto 1 - Regione Umbria; Prime 50 categorie professionali; incidenza della componente femminile
34
Se invece definiamo maschili le professioni i cui avviamenti hanno comportato in
almeno il 75% dei casi uomini e femminili quelle i cui avviamenti hanno interessato donne nella
stessa percentuale, ben 37 delle prime cinquanta categorie professionali presentano una forte
caratterizzazione di genere. Più in particolare, 17 sono categorie professionali femminili e 20
maschili. Tra quelle femminili troviamo quasi unicamente professioni dei servizi ed in
particolare professioni relative a servizi rivolti alla persona, tra quelle maschili professioni del
settore industriale, anche se non mancano come vedremo, professioni del terziario. Tra le
professioni femminili quattro sono collegate al mondo della scuola (Insegnanti di scuola
materna, Insegnanti di scuola elementare, Bidelli ed assimilati ed Altre professioni intermedie
della scuola), tre al tessile (Biancheristi e ricamatori, Operatori di macchine industriali per il
confezionamento di abbigliamento in stoffa, Sarti), due al turismo (Altre professioni della
ristorazione e Esercenti di bar e baristi), ed una sola professione impiegatizia (Contabili e
assimilati). Delle venti maschili 13 sono categorie professionali che appartengono al settore
manifatturiero, vi sono poi le due categorie professionali cardine dell’edilizia (il Muratore ed il
Manovale), l’Autista di taxi, auto o furgoni, il Lavoratore forestale, lo Spazzino, l’Impiegato
nella gestione stocks e le Professioni intermedie in scienze fisiche e naturali. Tra le professioni
prevalentemente femminili troviamo invece quattro categorie professionali impiegatizie, tre
professioni della ristorazione e gli Addetti non qualificati alle pulizie. Tra quelle
prevalentemente maschili rientrano il Bracciante agricolo, gli Artigiani ed addetti all’edilizia, i
Conduttori di macchina per cartotecnica e due professioni non qualificate (il Manovale ed il
Personale ausiliario addetto al magazzino).
3.2.2. I lavoratori da fuori regione
L’incidenza media degli avviati da fuori regione per le prime cinquanta categorie
professionali è del 11,6%. Tra di esse ve ne sono 11 per le quali l’incidenza è più elevata e, in
alcuni casi, molto più elevata. Le carenze di manodopera residente risultano particolarmente
pronunciate per alcune professioni collegate all’edilizia quali Carpentieri e falegnami (54,7%),
per i Manovali (47,7%) e per i Muratori (35,8%). Carenze particolarmente pronunciate si
registrano anche per i Montatori di carpenteria metallica, i Saldatori ed i Conduttori di mezzi
pesanti. Si noti che queste professioni sono tutte professioni maschili (o prevalentemente
maschili).
35
Carpentieri e falegnami nell edilizia (escl.parchettisti) 54,7 Manovali e personale non qualificato dell edilizia civile 47,7 Montatori di carpenteria metallica 41,3 Muratori in pietra, mattoni, refrattari 35,8 Saldatori e tagliatori a fiamma 23,4 Conduttori di mezzi pesanti e camion 20,0 Lavoratori forestali 19,5 Installatori e riparatori di apparati elettromeccanici 16,9 Autisti di taxi, conduttori di automobili e di furgoni 14,4 Manovali e altro pers. non qual. industria 13,4 Prof. interm.in scienze fisiche, naturali, ingeg.ed ass. 12,6
Prospetto 2 - Regione Umbria; Prime 50 categorie professionali; professioni con un'incidenza degli avviati da fuori regione superiore alla media
3.2.3. Le classi di età
I dati relativi alle classi di età ci permettono di distinguere tra professioni “giovani” e
professioni “anziane”. Metteremo tra le prime quelle nelle quali i tre quarti o più degli
avviamenti hanno interessato lavoratori con al massimo trenta anni. Tuttavia, poiché rispetto
alle prime cinquanta categorie professionali gli avviamenti di persone in questa fascia di età
sono stati in media poco meno del 45% definiamo professioni prevalentemente giovani quelle
con valori sopra la media. Un ragionamento simmetrico ci permette di definire le professioni
anziane e quelle prevalentemente anziane.
Il gruppo più facilmente caratterizzabile è quello delle professioni anziane (Prospetto 3).
Si tratta di sei professioni a basso livello di qualificazione: oltre a tre che appartengono al
settore agricolo (Bracciante, Forestale e Conduttore di trattori), vi sono il Collaboratore
domestico, lo Spazzino ed il Bidello. Quelle prevalentemente anziane includono invece
professioni più qualificate nei settori dei trasporti (Conduttore di mezzi pesanti e di mezzi leggeri),
dell’edilizia (Carpentiere), della ristorazione (Cuoco) e dei Servizi delle pulizie. Rientrano in
questo gruppo anche le Professioni intermedie di ufficio e le Professioni relative a servizi
personali. In sostanza, le professioni più anziane sono in maggioranza professioni maschili a
qualificazione medio bassa dell’agricoltura, dei trasporti e dell’edilizia.
All’altro lato della distribuzione vi sono professioni decisamente più qualificate del
settore industriale ed artigiano quali il Conduttori di Forni, gli Idraulici, gli Operatori di
macchine utensili, gli Installatori e riparatori di apparati elettromeccanici, i Meccanici
artigianali, gli Attrezzisti di macchine utensili, una professione con un’immagine giovane come
il Parrucchiere, l’Operatore su macchine di calcolo ed elaborazione dati, l’Insegnante di scuola
materna, il Contabile, due professioni della ristorazione (l’Esercente di bar ed Altre professioni
della ristorazione)
36
Parrucchieri, specialisti cure di bellezza ed assimilati 91,1Operatori su macchine di calcolo e di elaborazione dati 84,8Conduttori di forni sec.fusione colatori metalli e leghe 84,1Idraulici e posatori di tubazioni idrauliche e di gas 83,6Insegnanti di scuole materne 83,3Altri meccanici artig.mont.rip.man.macc.fisse mobili 81,7Contabili ed assimilati 80,6Operatori di macc.utensili autom. e semiaut. industriali 78,1Installatori e riparatori di apparati elettromeccanici 77,3Meccanici artigianali, ripar.manut.automobili ed assimilati 76,6Altri conduttori di macchinari per cartotecnica 76,1Attrezzisti di macchine utensili e affini 75,7Esercenti di bar e baristi 75,3Pers.ausiliario addetto imbal.magaz. e cons.merci 75,0Altre professioni ristorazione ed ai pubblici esercizi 75,0Ebanisti, falegnami ed op.artigianali di mac.lavor. legno 69,3Impiegati nella gestione stocks, magazzini e assimilati 68,8Commessi e assimilati 68,1Altro personale non qualificato nei servizi sanitari 65,4Operatori di mac.ind.conf.abbigliamento in stoffa e affini 64,7Biancheristi, ricamatori a mano ed assimilati 64,3Esercenti ed altri add.prep.cibi in alber.ristor.fastfood 64,2Portalettere e fattorini postali 61,2Insegnanti elementari 58,3Altri artigiani ed operai addetti all edilizia 57,1Montatori di carpenteria metallica 54,1Personale di segreteria 53,6Impiegati di ufficio 52,7Altre professioni intermedie dell insegnamento 52,4Prof. interm.in scienze fisiche, naturali, ingeg.ed ass. 50,6Camerieri ed assimilati 50,4Saldatori e tagliatori a fiamma 50,1Sarti e tagliatori artigianali, modellisti e cappellai 47,4Muratori in pietra, mattoni, refrattari 47,1Manovali e altro pers. non qual. industria 46,4Professioni intermedie di ufficio 44,3Carpentieri e falegnami nell edilizia (escl.parchettisti) 41,7Cuochi in alberghi e ristoranti 41,1Addetti non qualif. servizi pulizia in imprese ed enti pub. 37,3Pers.qualific.esecutivo nei serv.pulizia e disinfestaz. 36,5Manovali e personale non qualificato dell edilizia civile 36,4Conduttori di mezzi pesanti e camion 31,4Autisti di taxi, conduttori di automobili e di furgoni 29,8Professioni relative a servizi personali 27,9Lavoratori forestali 24,6Braccianti agricoli 24,0Collaboratori domestici ed assimilati 20,8Conduttori di trattori agricoli 10,9Spazzini e altri raccoglitori di rifiuti ed assimilati 9,8Bidelli ed assimilati 4,3
Prospetto 3 - Regione Umbria; Prime 50 categorie professionali; incidenza degli avviati con meno di 30 anni
3.2.4. Le tipologie contrattuali
In meno di un quarto degli avviamenti il contratto siglato è stato a tempo indeterminato.
Diciotto delle prime cinquanta categorie professionali hanno registrato un’incidenza di questa
37
forma contrattuale sopra la media (Prospetto 4). Che cosa queste categorie professionali abbiano
in comune è difficile dire. Fra di esse vi sono molte professionali tradizionali come il
Collaboratore domestico ed il Manovale dell’edilizia - che occupano i primi due posti - il
Taxista ed il Conduttore di mezzi pesanti, il Manovale dell’industria; vi sono poi professioni
tradizionali qualificate come il Carpentiere, il Muratore, il Cuoco, il Biancherista, ma anche
professioni intermedie di ufficio.
Collaboratori domestici ed assimilati 93,6Manovali e personale non qualificato dell edilizia civile 71,4Impiegati di ufficio 58,5Autisti di taxi, conduttori di automobili e di furgoni 55,2Pers.qualific.esecutivo nei serv.pulizia 53,8Conduttori di mezzi pesanti e camion 51,4Carpentieri e falegnami nell edilizia (escl.parchettisti) 50,0Prof. interm.in scienze fisiche, naturali, ingeg.ed ass. 47,6Muratori in pietra, mattoni, refrattari 45,4Addetti non qualif. servizi pulizia in imprese ed enti pub. 41,7Professioni intermedie di ufficio 40,8Personale di segreteria 36,7Professioni relative a servizi personali 35,1Manovali e altro pers. non qual. industria 33,3Biancheristi, ricamatori a mano ed assimilati 28,4Cuochi in alberghi e ristoranti 27,6Esercenti ed altri add.prep.cibi in alber.ristor.fastfood 27,0Sarti e tagliatori artigianali, modellisti e cappellai 24,3
Prospetto 4 - Regione Umbria; Prime 50 categorie professionali; professioni con incidenza di contratti a tempo indeterminato sopra la media
Collaboratori domestici ed assimilati 95,8Manovali e personale non qualificato dell edilizia civile 71,5Impiegati di ufficio 61,8Pers.qualific.esecutivo nei serv.pulizia 60,4Professioni relative a servizi personali 57,4Autisti di taxi, conduttori di automobili e di furgoni 55,2Conduttori di mezzi pesanti e camion 51,6Professioni intermedie di ufficio 50,7Carpentieri e falegnami nell edilizia (escl.parchettisti) 50,0Prof. interm.in scienze fisiche, naturali, ingeg.ed ass. 49,4Muratori in pietra, mattoni, refrattari 45,4Addetti non qualif. servizi pulizia in imprese ed enti pub. 43,1Personale di segreteria 37,8Manovali e altro pers. non qual. industria 37,3Esercenti ed altri add.prep.cibi in alber.ristor.fastfood 29,3Cuochi in alberghi e ristoranti 27,2
Prospetto 5 - Regione Umbria; Prime 50 categorie professionali; professioni con incidenza di contratti a tempo indeterminato sopra la media; maschi
Malgrado l’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sia più elevata per gli uomini
che per le donne, il numero di professione con incidenza sopra la media risulta più elevata per le
seconde (25) che per i primi (16). Anche questi ordinamenti non chiariscono il problema.
Quello degli uomini (Prospetto 5) è essenzialmente analogo a quelle del totale.
38
Quello delle donne (Prospetto 6) contiene un maggior numero di professioni
impiegatizie e della ristorazione. Vale comunque la pena osservare che un’incidenza di questa
forma contrattuale superiore al cinquanta per cento dei casi si riscontra per gli uomini in nove
categorie professionali e per le donne in sei. In sostanza le professioni in cui i contratti siglati
sono prevalentemente a tempo indeterminato sono ormai un dato marginale.
Collaboratori domestici ed assimilati 93,3Impiegati di ufficio 57,2Muratori in pietra, mattoni, refrattari 57,1Autisti di taxi, conduttori di automobili e di furgoni 55,6Pers.qualific.esecutivo nei serv.pulizia e disinfestaz. 52,2Carpentieri e falegnami nell edilizia (escl.parchettisti) 50,0Addetti non qualif. servizi pulizia in imprese ed enti pub. 41,1Personale di segreteria 36,3Professioni intermedie di ufficio 35,1Prof. interm.in scienze fisiche, naturali, ingeg.ed ass. 34,8Manovali e personale non qualificato dell edilizia civile 33,3Professioni relative a servizi personali 30,0Biancheristi, ricamatori a mano ed assimilati 28,9Cuochi in alberghi e ristoranti 28,0Manovali e altro pers. non qual. industria 26,3Esercenti ed altri add.prep.cibi in alber.ristor.fastfood 25,3Conduttori di mezzi pesanti e camion 25,0Meccanici artigianali, ripar.manut.automobili ed assimilati 25,0Lavoratori forestali 25,0Sarti e tagliatori artigianali, modellisti e cappellai 24,8Operatori di mac.ind.conf.abbigliamento in stoffa e affini 22,3Esercenti di bar e baristi 22,3Parrucchieri, specialisti cure di bellezza ed assimilati 22,2Commessi e assimilati 21,4Contabili ed assimilati 20,9
Prospetto 6 - Regione Umbria; Prime 50 categorie professionali; professioni con incidenza di contratti a tempo indeterminato sopra la media; femmine
Venendo ai contratti di apprendistato (Prospetto 7), il valore medio separa le professioni
in due gruppi della stessa consistenza. Va tuttavia sottolineato che in sette categorie
professionali gli avviamenti con contratto di apprendistato superano il 50% e che per altre
cinque superano un terzo. Di queste dodici professioni otto sono professioni industriali o
artigianali qualificate, due sono categorie professionali impiegatizie; vi sono poi il Muratore ed
il Parrucchiere. Anche le restanti professioni con valori sopra la media sono professioni che
richiedono in genere discreti livelli di qualificazione. In sostanza, e coerentemente con le
caratteristiche di questo contratto, l’apprendistato trova applicazione sopratt