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CORSO DIGUARDIA AMBIENTALISTA VENATORIA
LEZIONI MODULO: “TUTELA DEI BOSCHI E PREVENZIONE DEGLI
INCENDI”
L’UOMO E IL FUOCO
Antichissimo strumento di vita e di morte parte fondamentale nella mitologia e nelle religioni in ogni parte del mondo.
Strumento fondamentale per lo sviluppo della civiltà e della cultura umana.
L’uomo ha imparato ad usare il fuoco in tempi molto lontani nel Paleolitico.
L’uomo e il fuoco Nella mitologia greca Prometeo l’aveva rubato a
Zeus.
I filosofi del V secolo a.C. lo consideravano centro dell’universo, una componente delle quattro radici del creato (terra, acqua, aria e fuoco).
Nel Neolitico, il fuoco veniva professato come culto dall’ordine monastico delle vestali, “non farlo spegnere” era un obbligo sacro.
L’uomo e il fuoco Questo culto è arrivato a noi
come: - simbolo della casa; - falò in onore dei Santi; - cero pasquale; - fiaccola olimpica. San Francesco nei suoi
cantici: laudato si’ mi Signore, per frate focu, per lo quale ennalumini la nocte:et ello è bello et iocundo et robusto et forte.
L’uomo e il fuoco Per molti millenni l’uomo si è servito per piegare
l’ambiente alle sue esigenze: Sopportare i rigori del clima; Aprire le selve al pascolo e alle colture agrarie; Per snidare la selvaggina.
E’ stato da sempre usato anche come arma da guerra, di conquista e di violenza.
Gli incendi boschivi nel bacino del mediterraneo
Nel bacino del mediterraneo il fenomeno degli incendi boschivi costituisce una problematica di rilevante importanza.
Nell’ultimo cinquantennio la loro frequenza ha subito un notevole incremento, causando la devastazione del patrimonio vegetale ed animale, con danni alle stesse popolazioni.
NUMERO DI INCENDI NEI PAESI DELL'AREA MEDITERRANEA
0
5000
10000
15000
20000
25000
30000
35000
40000
1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001
ANNI
N°
ITALIA SPAGNA FRANCIA GRECIA PORTOGALLO
Gli incendi boschivi
Negli ultimi 10 anni si sono verificati in Italia:
150 mila incendi; tre milioni di ettari distrutti,
pari al 35% di quella boschiva.
Sicilia: dal 1978 al 2001 sono stati rilevati dai servizi antincendio 9002 incendi.
INCENDI BOSCHIVI
ITALIAanno 2003
REGIONENumeroincendi
superficie percorsa dal fuoco
Boscata (ha)
non boscata (ha)
TOTALE (ha)
media ha/inc
V. D'AOSTA 33 309 60 369 11,2
PIEMONTE 431 2.864 1.983 4.847 11,2
LOMBARDIA 385 688 772 1.460 3,8
TRENTINO AA. 111 84 53 137 1,2
VENETO 97 311 56 367 3,8
FRIULI V.G. 272 1.442 597 2.039 7,5
LIGURIA 851 5.069 2.675 7.744 9,1
EMILIA R. 179 185 385 570 3,2
TOSCANA 1.035 4.130 2.639 6.769 6,5
UMBRIA 145 425 206 631 4,4
MARCHE 101 205 91 296 2,9
LAZIO 677 5.516 3.546 9.062 13,4
ABRUZZO 91 267 349 616 6,8
MOLISE 111 80 190 270 2,4
CAMPANIA 1.489 3.777 2.699 6.476 4,3
PUGLIA 388 1.559 2.249 3.808 9,8
BASILICATA 268 633 1.016 1.649 6,2
CALABRIA 1.456 3.193 5.856 9.049 6,2
SICILIA 618 5.246 13.352 18.598 30,1
SARDEGNA 959 8.081 8.967 17.048 17,8
TOTALE 9.697 44.064 47.741 91.805 9,5
fonte Corpo Forestale dello
Stato
INCENDI BOSCHIVI ITALIA
Frequenza incendi per cause a confronto
INCENDI BOSCHIVIil rischio incendi è sempre alto
INCENDI BOSCHIVI
la fascia oraria più a rischio
COMPORTAMENTO DEL FUOCO
Il fuoco è emissione di luce e calore che si manifesta nella combustione, quando dal corpo si sprigiona gas, si forma la fiamma.
La combustione è la reazione chimica consistente nella rapida ossidazione di un corpo, con lo sviluppo di energia termica ad elevata temperatura.
Nella vegetazione è il processo inverso della fotosintesi, “ formazione della sostanza vegetale da cui dipende la vita delle piante e degli animali”;
Comportamento del fuoco
Nella fotosintesi le piante assorbono anidride anidride carbonicacarbonica e acquaacqua, con la luceluce e il calorecalore producono sostanza verde ed emettono ossigeno;
Nella combustione, assorbono ossigenoossigeno ed emettono anidride anidride carbonicacarbonica e vapore acqueovapore acqueo sviluppando luce esviluppando luce e calorecalore;
Il triangolo del fuoco Per avere combustione occorre
sempre la presenza contemporaneamente di tre elementi:
Materia (combustibile) , che può essere solida, liquida o gassosa.
Ossigeno; Calore L’insieme di questi elementi viene
raffigurato con (il cosiddetto triangolo del fuoco);
In teoria, il principio della soppressone dell’incendio è molto semplice basta rompere uno qualsiasi dei tre lati del triangolo per far cessare la combustione.
Oss
igen
o
Calore (ad alta T°)
combustibile
Il triangolo del fuocoVarie tecniche per spegnere l’incendio:
Ridurre o eliminare il combustibile con strumenti manuali o meccanici o bruciandolo preventivamente;
Eliminare l’ossigeno, mediante sostanze solide (terra, polveri inerti) o liquide o gassose o sospensioni di gas in liquidi (schiume);
Contenere la temperatura, sottraendo calore, con varie sostanze soprattutto (l’acqua) che hanno effetto di raffreddamento.
FASI DELLA COMBUSTIONE
Essa attraversa tre fasi, che spesso sono tutte presenti nello stesso tempo ma in zone diverse;
Preriscaldamento Pirolisi, che altera la parte superficiale del
combustibile; Combustione vera e propria, in cui avviene
l’ossidazione del materiale. Nelle prime due fasi della combustione, prevale la
produzione di vapore acqueo e la terza prevale quella dell’anidride carbonica.
La propagazione del calore Irraggiamento: l’energia mediante
onde elettromagnetiche viene trasmessa nello spazio senza alcun diretto contatto;
Convenzione: il calore viene trasportato da gas o da liquidi in movimento, i fluidi si spostano da parti più calde a quelle più fredde;
Conduzione: il calore si trasmette da un estremo all’altro di un corpo o fra due corpi a contatto, per il fenomeno molecolare, senza movimento visibile di materia.
Negli incendi boschivi la propagazione del calore avviene soprattutto per irraggiamento e convenzione.
convenzione
irraggiament
o
cond
uzio
ne
I combustibili vegetali La vegetazione è costituita da
materiale infiammabile (legnoso o erbaceo), e pertanto soggetta al rischio d’incendio.
• L’infiammabilità (facilità di accensione) dipende da: Peso specifico Struttura anatomica Dimensioni di vegetali Contenuto di acqua Contenuto di oli essenziali Resine Disponibilità di ossigeno
Sulla base delle strategie riproduttive legate al passaggio del fuoco, possiamo distinguere due categorie:
PIROFITE PASSIVE: che non bruciano o bruciano con difficoltà grazie alla corteccia (come la sughera) o a certe caratteristiche chimiche.
PIROFITE ATTIVE: che bruciano ma si riproducono affidando la loro propagazione all’attività di gemme radicali che producono polloni radicali. pianta di sughero, tre anni
dopo il passaggio dell’incendio
Adattamenti delle piante al passaggio del fuoco
La tipologia degli incendi boschivi INCENDI SOTTERRANEI:
bruciano i vegetali sotto il livello del suolo, combustione lenta ma si spegne con difficoltà.
INCENDI DI SUPERFICIE: sono il tipo più comune, il fuoco è generalmente rapido ma non raggiunge una forte intensità.
INCENDI DI CHIOMA O DI CORONA: le fiamme si espandono rapidamente alle chiome degli alberi, frequenti e di intensa pericolosità.
L’influenza del tempo e della topografia
IL FUOCO DIPENDE DA
• Combustibile (stato fisiologico della vegetazione)
• Condizioni meteorologiche: precipitazioni vento temperatura umidità dell’atmosfera
• Topografia (esposizione e pendenza)
IL VENTOil vento apporta ossigeno alla combustione ed essicca i materiali vegetali; inclina le fiamme e determina la direzione dell’incendio
assenza di vento
con vento costante con vento variabile
terreno non ancora bruciato
fuoco
direzione del vento
punto di inizio dell’incendio
Terreno bruciato
TOPOGRAFIA
Nel crinale: per convezione siha richiamo d’aria dall’altroversante.
Pendenza: facilita l’avanzamento dell’incendio
aria
Cause degli incendi
Fulmine: dipende dalle condizioni meteorologiche e geografiche e dal tipo di vegetazione (colpisce le zone montane);
L’eruzione vulcanica: non tanto frequente e comunque è ristretta alle zone di speciale struttura geologica;
L’autocombustione: combustione spontanea, è possibile nei mucchi di materiali vegetali provenienti da piante erbacee con processi fermentativi di origine enzimatica che producono calore, e aumentano la temperatura della massa vegetale fino a 40°-60° (questa combustione spontanea avviene nei fienili ma mai nei boschi);
I tecnici sono tutti d’accordo nell’escludere l’autocombustione (fascino nei mezzi di comunicazione).
Cause naturali
Cause degli incendi
Pur essendo naturali, non dipendono direttamente dall’azione umana.
I raggi solari attraverso vetri funzionanti come lenti;
Le scintille provocate dalle ruote dei treni sui binari durante le frenate;
Scariche dei motori endotermici; Scariche da interruzioni di linee elettriche; Mozziconi di sigarette e dei fiammiferi che i
viaggiatori lanciano dai finestrini(minaccia più temibile).
Cause accidentali
Cause degli incendi
• Sono cause che dipendono da imprudenza, negligenza o imperizia, e quasi sempre da violazioni di norme di legge o di regolamenti.
Mozziconi di sigarette e dei fiammiferi lasciati cadere sui materiali facilmente infiammabili;
Piccole braci dai fuochi dei picnic, delle feste campestri, falò e i fuochi artificiali;
Dall’attività dell’agricoltura, abbruciamento delle stoppie nei campi per la ripulitura dei terreni
Cause colpose
Cause degli incendi
I pastori da millenni usano il fuoco per ottenere erba più abbondante, in competizione con gli arbusti;
I cacciatori, per snidare la selvaggina;
Responsabilità pubbliche, manovre militari, depositi delle immondizie;
Attività industriali, scarichi.
Cause degli incendi
• C’è dolo quando esiste la deliberata volontà di cagionare danno.Questo avviene per svariati interessi :
Per guadagnare finanziariamente; Per nascondere un altro crimine; Per distruggere o protestare; Per soddisfare un bisogno (disordine mentale); Per noia.
Cause dolose
Le conseguenze degli incendi
• Il fuoco colpisce nello stesso tempo tutti gli elementi dell’ecosistema del bosco: Gli alberi e gli arbusti; L’erba e la lettiera; L’aria; Il suolo; Microrganismi; Animali.
Effetti sulla vegetazione
Le conseguenze degli incendi• I danni variano a seconda della velocità e del tipo di
fuoco: Incendi superficiali: sono i più frequenti, in
genere non provocano conseguenze di rilievo sugli alberi;
Incendi di chioma: sono distruttivi per la vegetazione superficiale;
Incendi sotterranei: poco frequenti negli ambienti mediterranei, sono nefasti per tutte le piante.
Effetti sulla vegetazione
• Nel terreno: l’incendio provoca un accrescimento di tutti gli elementi nutritivi, dovuto alle ceneri dei vegetali bruciati;
Le conseguenze degli incendi
Grossi animali: fuggono prima di essere raggiunti dalle fiamme;
Piccoli animali: si rifugiano nelle tane; Peggiore sorte hanno gli organismi animali che
vivono negli strati superficiali (artropodi, lombrichi);
Distruzione di “nicchie ecologiche”.
Effetti sulla fauna
• Salvo in certi casi, la caccia non subisce quindi pregiudizi a causa del fuoco
Le conseguenze degli incendi
• L’ambiente peggiora: ha delle conseguenze immediate sulle condizioni climatiche dell’area bruciata (“microclima”):
• La copertura vegetale si danneggia.
Vantaggi della copertura: Protegge dal vento; Fa diminuire la traspirazione; Favorisce le precipitazioni; Protegge dall’erosione del suolo.
Effetti sull’ambiente
Le conseguenze degli incendi• I danni:
Mineralizzazione delle sostanze nutritive del suolo;
Modificazione dei deflussi dell’acqua; Diminuisce l’ossigeno prodotto dalla fotosintesi; Mancanza dei valori estetici e ricreativi.
• Pregi? Aumento con le ceneri di sostanze nutritive,
questa pratica pastorale ha quindi un certo fondamento scientifico.
Effetti sull’ambiente
La prevenzione
• La prevenzione comprende tutti quegli interventi che servono ad ostacolare l’accensione del fuoco e la sua propagazione nonché a diminuire i danni.
Gli interventi per la riduzione del combustibile
INTERVENTI
• adottare specie che resistono all’incendio es. pinete più che castagneti spec.mediter.
• ridurre la quantità di combustibili pericolosi
La prevenzione
• Quasi tutti gli incendi cominciano e si diffondono a livello del suolo, perciò tutto dipende dallo strato inferiore della vegetazione.
• Lungo le strade converrebbe eliminare gli strati erbacei secchi o i combustibili minori dove il rischio di accensione per mozziconi di sigarette o altre cause è elevato.
• Ridurre la continuità, fare in modo che il fuoco non si espanda dappertutto con la stessa intensità e velocità di propagazione.
Gli interventi per la riduzione del combustibile
La prevenzione Gli interventi per la riduzione del combustibile
Le soluzioni di continuità orizzontali fermano in genere gli incendi di superficie, tuttavia il vento forte unito agli incendi di chioma le fa oltrepassare
Le soluzioni di continuità verticali limitano l’incendio a livello del suolo: non si estende alle chiome.
La prevenzione Gli interventi per la riduzione del combustibile
Il decespugliamentodecespugliamento è la pratica essenziale per evitare il propagarsi del fuoco. In America, ad es., si esegue con due bulldozer in coppia che trainano una pesante catena o con un solo mezzo corredato di catena e una sfera (figura).
Area da decespugliare
Area da decespugliare
La prevenzione Gli interventi per la riduzione del combustibile
MEZZI
• MECCANICI: a) Bulldozer
b) Ripper
La prevenzione Gli interventi per la riduzione del combustibile
MEZZI
• CHIMICI:
a) Erbicidi, sistemici e localizzati contro le erbe → Problemi economici e ambientali;
b) Ritardanti a lungo termine, sono miscele a base di sali di ammonio →molto costosi, non sono tossici per l’uomo o gli animali.
La prevenzione Gli interventi per la riduzione del combustibile
MEZZI
• FUOCO PRESCRITTO (O CONTROLLATO): Il fuoco prescritto è un fuoco
appiccato da personale esperto, in ristrette condizioni di vento e per scopi determinanti, fasce antincendio.
agisce sulla lettiera e sottobosco.
Scopo principale: ridurre la quantità di materiali combustibili pericolosi per facilitare il controllo degli incendi.
La prevenzione Gli interventi per la riduzione del combustibile
Abbruciamento ad anello (dall’esterno verso il centro)
Abbruciamento per punti
Abbruciamento a strisce perpendicolari al vento
vento
vento
vento
La prevenzione
MEZZI:
PASCOLO: Il pascolo viene considerato
tradizionalmente, insieme al fuoco, un tragico binomio di distruzione delle risorse naturali.
Nelle regioni mediterranee, infatti, le esigenze dell’economia e dello sviluppo civile sono state, per secoli, a favore dello sfruttamento del patrimonio forestale considerato come risorsa prodotta a favore dello sfruttamento foraggero.
L’abbandono dei pascoli ha contribuito ad aggravare il fenomeno degli incendi perché gli arbusti, i cespugli e la vegetazione erbacea hanno preso il sopravvento.
Gli interventi per la riduzione del combustibile
La prevenzione
• PASCOLO: Nel “parafuoco verde” si tende:
- a ridurre una parte della vegetazione e, in particolare, la macchia e il sottobosco;
- a sostituire gli arbusti e i cespugli con la vegetazione erbacea. Il pascolo può mantenere il sottobosco in tali condizioni.
Gli interventi per la riduzione del combustibile
La prevenzione
• Le infrastrutture di difesa sono provvedimenti a metà strada fra la prevenzione e la lotta attiva e mirano ad ostacolare la propagazione del fuoco: Viali antincendio: parafuoco, frangifuoco, tagliafuoco.sono strisce di terreno doveil soprasuolo vegetale viene eliminato o ridotto per fermare o ritardare la diffusione dell’incendio.
Le infrastrutture di difesa
La prevenzione
Strade o Piste:Servono per l’accesso di degli uomini e mezzi. In pianura: la loro larghezza dipende dall’altezza delle piante e dalla direzione dei venti. In zone montane o di collina:La larghezza dipende dalla morfologia delle pendici e dalla pendenza.
Le infrastrutture di difesa
Le infrastrutture di difesa
L’efficacia di queste strutture non è apparsa sicura è frequente l’esperienza di viali anche abbastanza larghi attraversati dal fuoco.
L’onere della manutenzione; Fenomeni di erosione del suolo; Particolarmente temibile nelle pendici; Deturpano il paesaggio.
La prevenzione
Per prevenire gli incendi, che dipendono per la maggior parte da cause umane, bisogna:
Motivare il pubblico a rispettare i boschi; Evitare ogni azione pericolosa; Collaborare nella difesa.
La propaganda e l’educazione del pubblico
SERVONO
• Propaganda (purtroppo spesso è sommaria e distorta!)
• Educazione
La prevenzione
Secondo un’indagine compiuta recentemente cosa sa il pubblico:
E’ informato della gravità del problema; Tende a incolpare esclusivamente gli incendiari
dell’origine degli incendi; Crede che soltanto lo Stato abbia responsabilità
di risolvere il problema; Alcuni gruppi di popolazione rurale sono ostili
agli interventi forestali.
La propaganda e l’educazione del pubblico
La prevenzione La propaganda e l’educazione del pubblico
MEZZI DI COMUNICAZIONE
• Cortometraggi
• Comunicati radio
• Articoli e annunci su giornali
• Pubblicità
• Segnaletica lungo le strade
La prevenzione La propaganda e l’educazione del pubblico
BISOGNA INTERESSARE IL PUBBLICO
ADULTO
GIOVANE
RAGAZZI DELLESCUOLE
(garanzia per il futuro)
AGGIORNAMENTO DEGLI INSEGNANTI
La prevenzione
In alcuni paesi la propaganda ha creato dei personaggiPer suscitare la simpatia del pubblico:
La propaganda e l’educazione del pubblico
Cartello israeliano
Cartello americanoCartello spagnolo
Cartello francese
Cartello divulgato dalla regione Sicilia
La prevenzione
Attualmente nel nostro paese la propaganda diffonde al pubblico: Non si devono gettare mozziconi di sigarette o fiammiferi accesi; I fuochi da pic-nic vanno accesi soltanto nelle aree appositamente attrezzate o da persone della forestale; E’ permesso bruciare stoppie e altri residui vegetali soltanto nei tempi prestabiliti e il terreno deve essere circoscritto e isolato da solchi di aratro e in assenza di vento. Il periodo di grave pericolosità degli incendi viene dichiarato dallaautorità regionale. Chiunque osservi un principio di incendio è tenuto a dare immediatamente l’allarme: 115 – 1515 – 113 – 112.
La propaganda e l’educazione del pubblico
La prevenzione
I DIVIETI E LE SANZIONI:
La propaganda e l’educazione del pubblico
• Nei tempi antichi, non si andava per il sottile a punire gli incendiari:
• Nel cinquecento, negli statuti delle Valtellina, era previsto che chi avesse provocato il fuoco doveva risarcire il doppio del danno e, in caso di non pagamento, era condannato al taglio della mano.• Nel 1700, in Francia, era prevista la pena di morte per chi avesse acceso un fuoco con premeditazione a distanza troppo vicina dal bosco.
La prevenzione
I DIVIETI E LE SANZIONI:
La propaganda e l’educazione del pubblico
• Il CODICE PENALE indica l’incendio nel titolo dei DELITTI CONTRO L’INCOLUMITÀ PUBBLICA e precisamente fra i “delitti di comune pericolo mediante violenza”
• art. 423 – prevede la reclusione da 3 a 7 anni per l’incendio;• art. 424 – per il danneggiamento seguito da incendio da 6 mesi a due anni di reclusione;
Le pene sono aumentate se il fatto è commesso su “boschi, selve e foreste”
• art. 436 – c’è la reclusione da 2 a 7 anni per chiunque, in occasione di un incendio,…, sottrae, occulta o rende inservibili materiali, apparecchi o altri mezzi destinati all’estinzione dell’incendio o all’opera di salvataggio e soccorso, ovvero in qualunque modo impedisce ed ostacola tali operazioni.
La prevenzione
I DIVIETI E LE SANZIONI:
La propaganda e l’educazione del pubblico
• Il CODICE PENALE:
• art. 449 – l’incendio colposo è punito con la reclusione da 1 a 5 anni.
• art. 451 – c’è la reclusione da fino ad un anno e la multa da (€ 103,29) a (€ 516,45) per chiunque per colpa omette di collocare ovvero rimuove o rende inservibili i mezzi destinati per l’estinzione di un incendio o al salvataggio o soccorso.
La prevenzione
I DIVIETI E LE SANZIONI:
La propaganda e l’educazione del pubblico
• Oltre al codice penale anche altre norme tutelano i boschi contro gli incendi:
• TESTO UNICO DELLE LEGGI DI PUBBLICA SICUREZZA (R.D. 773/1931): vieta all’art. 59 di dar fuoco nei campi e nei boschi alle stoppie fuori del tempo e senza le condizioni stabilite dai regolamenti locali e ad una distanza minore di quelle da essi indicata.
La prevenzione
I DIVIETI E LE SANZIONI:
La propaganda e l’educazione del pubblico
• altre norme:
• La legislazione forestale di base consiste nel R.D.L. 3267/1923 e nel relativo regolamento 1126/1926. questo regolamento indica che le regolamentazioni a livello locale devono contenere norme dirette alla prevenzione e alla repressione degli incendi boschivi.
La previsione Le mappe dei combustibili e i modelli di propagazione del fuoco
• Malgrado gli interventi di prevenzione, vi saranno sempre degli incendi e bisognerà cercare di spegnere e contenere i danni.
• L’AZIONE DI SPEGNIMENTO DEVE ESSERE:• efficace• economica• tempestiva
• ESSENZIALE PREVEDERE:• il comportamento dell’incendio• l’intensità• lo sviluppo nello spazio e nel tempo
PIANIFICARE GLI STRUMENTI DI DIFESA
La previsione Le mappe dei combustibili e i modelli di propagazione del fuoco
GLI STRUMENTI DI DIFESA
a) Conoscenza del territorio:• Carte topografiche in scala 1:25000 (IGM), contraggono la
rappresentazione altimetrica, ostacoli naturali, ferrovie e strade, sentieri, linee elettriche e telefoniche, fiumi, torrenti, pozzi e acquedotti.
• Carte forestali, lotta antincendi, viali tagliafuoco, torri di vedetta, risorse idriche, piazzali di atterraggio degli elicotteri.
• Mappe dei combustibili, rappresentano in sintesi mappe dei combustibili, pericolosità degli incendi. Con questi elementi si sono divisi i territori in cinque classi.
• Modelli matematici, cercano di prevedere il comportamento del fuoco nelle diverse ore, in determinate condizioni meteorologiche (vento, temperatura, ecc.).
La previsione La determinazione dell’indice di rischio
• La determinazione di questo indice permette di conoscere, giorno per giorno, la probabilità che insorgano degli incendi e il comportamento del fuoco.
• I primi metodi di determinazione degli indici di rischio sono stati studiati dal 1920 negli Stati Uniti, Canada e in Australia.
La previsione La determinazione dell’indice di rischio
SISTEMA AUSTRALIANO
• Valuta l’umidità dei combustibili attraverso:a) Temperatura e umidità dell’aria
b) Indice di aridità
L’indice di rischio è espresso con numerazione da 1 a 100 suddivisa in cinque classi:
• Basso• Moderato• Alto• Altissimo• Estremo
TEMPERATURA MASSIMA GIORNALIERA
PRECIPITAZIONI
La previsione La determinazione dell’indice di rischio
SISTEMA CANADESE• Si basa sulla lettura a mezzogiorno delle condizioni
meteorologiche:• Temperatura• Umidità relativa• Velocità relativa• Precipitazioni (nelle ultime 24 ore)
• SPAGNA E ITALIA:
SISTEMA ICONA – uguale a quello Australiano
La previsione
Pianificazione della difesa
• La pianificazione consiste nell’organizzare uomini e mezzi e distribuirli razionalmente nel territorio:
a) PIANI REGIONALIb) PIANI INTERREGIONALI
I piani descrivono le strutture di difesa da realizzare, articolandole sul territorio con riferimento alla “carta delle probabilità di incendio”
La previsione
Pianificazione della difesa
• Le strutture di difesa da realizzare previste nei piani si distinguono in:
a) OPERE A TERRA• Opere colturali e manutenzione dei soprasuoli;• Viali frangifuoco, percorribilità con mezzi meccanici;• Viabilità, strade, transitabilità;• Invasi, serbatoi, condutture, impianti di sollevamento;• Attrezzature per il rilevamento dei dati meteorologici;• Torri, posti di avvistamento;• Depositi di macchine e attrezzature mobili• Eliporti
La previsione
Pianificazione della difesa
a) RETE RADIOTELEFONICA• Stazioni fisse e portatili;• Ponti ripetitori e collegamenti.
b) MEZZI TERRESTRI E AEREI PER LA PREVENZIONE, L’AVVISTAMENTO, L’ALLARME E L’ESTINZIONE DEGLI INCENDI
c) PERSONALE ADDETTO AL SERVIZIO ANTINCENDIO, SQUADRE DI VOLONTARI.
• Equipaggiamento• Attrezzature• Competenza territoriale
importante utilità è l’addestramento del personale dei servizi antincendi.
La previsione
Lotta attiva contro il fuoco
L’AVVISTAMENTO:
• Importanza avvistamento precoce, quanto prima il fuoco viene scoperto, tanto minori sono i danni e più facile è l’opera di spegnimento.
• Essere in grado di trasmettere subito la comunicazione a chi è in grado di disporre l’intervento.
La previsione Lotta attiva contro il fuoco
L’AVVISTAMENTO:• Sistemi tradizionali si basano sull’osservanza a terra:
• FISSI, vedette in punti con ampia visibilità:piattaforme elevate, altezza variabile da 10 a 20 metri (talvolta fino a 40 metri), onerosi costi di costruzione, disagi del personale per la difficoltà dell’accesso.
• MOBILI, pattuglie motorizzate.• TELECAMERE, 15 km, tutto dipende dalla luminosità,
raggi infrarossi.• PISTOLE AD INFRAROSSO, per rilevare la temperatura a
distanza, presenza di punti caldi.• AEREO: - sistema più economico delle torri di vedetta - per ragioni economiche aeroplani leggeri a due posti, 450-770 metri, controllo va dagli 8 ai 16 km.• ELICOTTERI: Più costosi degli aeromobili• SATELLITI: non servono ad avvistare gli incendi ma a
trasmettere le informazioni per lo studio dei modelli (temperatura e umidità).
La previsione Lotta attiva contro il fuoco
L’AVVISTAMENTO:
Le tecniche di controllo e spegnimento del fuoco
Le tecniche di spegnimento si basano tutte sul principio di rompere uno dei lati del triangolo del fuoco.
• Eliminare il combustibile• Eliminare l’ossigeno (aria)• Raffreddare la combustione
La previsione Le tecniche di controllo e spegnimento
MEZZI DIVERSI:
1. Attrezzi manuali
2. Macchine sofisticate
Mezzi terrestri
Mezzi aeromobili
MEZZI
1. MANUALI:
accetta
zappaccetta
rastrello
rastro
pala
roncola
Le tecniche di controllo e spegnimento
La previsione
MEZZI
1. MANUALI:
Flabelli
Pompa spalleggiata ad azione manuale
Torcia per appiccare il fuoco
Le tecniche di controllo e spegnimento
La previsione
MEZZI
2. SOFISTICATI:TERRESTRI
Le tecniche di controllo e spegnimento
La previsione
Camion con botteApripista
Motopompa
veicolo di pronto intervento
Trattrice con aratro
MEZZI
2. SOFISTICATI:AEROMOBILI
Le tecniche di controllo e spegnimento
La previsione
ElicotteriCanadair
Aeroplano agricolo
Le tecniche di controllo e spegnimento
La scelta del tipo di mezzi da impiegare dipende:
1. Dimensioni incendio
2. Tipo incendio
FIANCO
CODA
FIANCO LINGUA SALTI DIFAVILLE
TESTA terreno non ancora bruciato
fuoco
direzione del vento
punto di inizio dell’incendio
Terreno bruciato
Le tecniche di controllo e spegnimento
Vi sono due metodi base d’intervento:
1. Attacco diretto
• battendo con rami o con attrezzi “battifuoco”
• coprendo con la terra
• irrorando con acqua
• irrorando con prodotti chimici (ritardanti)
Le tecniche di controllo e spegnimento
L’altro metodo base d’intervento è:
1. Attacco indiretto
• prevede di realizzare linee di difesa davanti all’incendio: consiste nell’eliminare in anticipo il combustibile con il taglio e l’asportazione o con il “controfuoco”
Le tecniche di controllo e spegnimento
In genere solo per incendi allo stato iniziale o di bassa intensità è sufficiente l’attacco diretto, nella maggior parte dei casi bisogna ricorrere all’attacco indiretto o contemporaneamente.
Le tecniche di controllo e spegnimento
NEGLI INCENDI SOTTERRANEI: serve poco l’uso dell’acqua → trincea
NEGLI INCENDI DI SUPERFICIE: 1. Se fuoco non troppo intenso → si attacca
direttamente sulla testa cioè dal lato in cui avanza più velocemente.
2. Se le fiamme superano l’altezza di m. 1-1,20 → bisogna avere a disposizione acqua e delle pompe.
3. Se il fuoco supera i tre metri d’altezza → l’irraggiamento è così forte da provocare ustioni agli uomini anche a dieci metri di distanza.
4. Se l’incendio ha una dimensione tale da permetterlo, conviene attaccarlo dai “fianchi” dove le fiamme sono più basse, mai dalla “testa”.
La previsione
Le tecniche di controllo e spegnimento
E’ fondamentale, qualsiasi mezzo si utilizzi, che una sola persona assuma il comando delle operazioni.
La previsione
Le tecniche di controllo e spegnimento
Di estrema importanza è poi, in ogni caso, il consolidamento del successo.
Assicurarsi che lo spegnimento sia completo, che non rimangano focolari in grado di riprendere e di diffondersi di nuovo.
La previsione
Le tecniche di controllo e spegnimento
IL CONTROFUOCO:E’ l’abbruciamento della vegetazione effettuato deliberatamente, davanti all’incendio, in modo da esaurire preventivamente il combustibile e arrestare il processo di combustione.
La previsione
Le tecniche di controllo e spegnimento
IL CONTROFUOCO:La larghezza della fascia da bruciare tra la linea di difesa e il fuoco principale, dipende da:
Violenza dell’incendio Densità Distribuzione e tipo di vegetazione Uomini e mezzi a disposizione Vento Pendenza
La previsione
Le tecniche di controllo e spegnimento
IL CONTROFUOCO:conviene appiccare il controfuoco:
Di notte
Prime ore del mattino
In tutti i casi il controfuoco è una tecnica da riservare a personale capace, coraggioso ed esperto.
Maggiore umidità e la combustioneè più lenta
La previsione
Le tecniche di controllo e spegnimento
LO SPEGNIMENTO CON ACQUA:L’acqua è il mezzo più sicuro ed efficace per spegnere l’incendio. Svolge una doppia azione: Di raffreddamento della combustione:
l’evaporazione infatti sottrae calorie e la raffredda Di soffocamento della combustione: il vapor
acqueo soffoca perché diluisce l’ossigeno che circonda il combustibile.
ESTINGUENTI E RITARDANTI:da molto tempo sono state sperimentate numerose sostanze che, da sole o aggiunte all’acqua, permettono di economizzare l’acqua e di ottenere uno spegnimento rapido e sicuro.
Le norme di sicurezza
• Lo spegnimento degli incendi richiede un lavoro duro pieno di pericoli, alle prese con: Asperità dei terreni Polvere Fumo Calore del fuoco
L’addestramento e l’equipaggiamento del personale
La vita umana è più importante di quella degli alberi
Le norme di sicurezza
• Per evitare rischi tutti gli uomini devono: Avere buone condizioni fisiche Essere Addestrati Avere vestiti ed equipaggiamento adeguati Non perdere il collegamento durante le operazioni Non essere sopraffatti dalla stanchezza fisica e
mentale
L’addestramento e l’equipaggiamento del personale
a) L’addestramento teorico, pratico e l’esperienza degli uomini corrisponde al tipo di lavoro e alle responsabilità che gli saranno affidate durante l’azione.
Le norme di sicurezza
b) L’equipaggiamento individuale, contro le avversità dell’incendio, cerca di conciliare il massimo della sicurezza con i minimi disaggi per gli uomini. E’ costituito da:
- Casco in plastica, bianco (non infiammabile);- Tuta ignifuga (rossa o arancione);- Stivaletti con tomaia alta;- Cintura di sicurezza, dotata di moschettone di metallo per attaccare vari attrezzi;- Guanti da lavoro;- Occhiali da lavoro;- Maschere antifumo;- Borraccia, metallica e ricoperta da tessuto termoisolante;- Lampade per operazioni notturne;- Piccola tenda (ripiegabile) per uso individuale (tre strati esterni di alluminio o fibre di vetro e uno interno di cotone)
L’addestramento e l’equipaggiamento del personale
Le norme di sicurezza
COME COMPORTARSI IN CASO DI INCENDIO:
L’addestramento e l’equipaggiamento del personale
NON SCAPPARE MAIDAVANTI LE FIAMME IN SALITA, CERCARE DI PASSARE NELLA ZONA GIA’ BRUCIATA O DISTENDERSI DIETRO QUALCHE RIPARO, DOVE C’E’ MENO COMBUSTIBILE
NELLE SITUAZIONI DIFFICILI DISPORRE DI VEDETTE CHE CONTROLLINO L’ANDAMENTODELL’INCENDIO ED AVVERTANO DI OGNI PERICOLO
ATTENZIONE ALLELINEE ELETTRICHE AD ALTA TENSIONE
Rilevamento dei danni
a) Quando e dove ha avuto inizio l’incendio;b) Quali erano le condizioni meteorologiche e in
particolare la direzione del vento all’inizio;c) Qual era l’estensione del fuoco all’inizio, all’arrivo dei
primi uomini e mezzi antincendio;d) Quali persone vivono e lavorano nelle zone circostanti;e) Sono state viste persone o veicoli passare nelle
adiacenze?f) Vi sono testimoni che dichiarano come sono andate le
cose
La misurazione della superficie del fuoco si effettua con vari sistemi, anche semplici.
La determinazione delle cause
STIMA DEI DANNI
Rilevamento dei danni
Dopo l’incendio si devono effettuare vari interventi che permettono di limitare i danni, favorendo la costituzione di un nuovo soprasuolo più produttivo e resistente nel più breve tempo possibile.
• togliere ed asportare le piante morte (molto oneroso);• rigenerazione degli arbusti e degli alberi:
taglio a pochi centimetri a sezione inclinata sopra o rasente terra, così si porta la ceppaia nelle condizioni ottimali per dar vita a nuovi polloni;
Il materiale di risulta non deve essere abbandonato sul posto, a costituire nuovi pericoli d’incendio;
piantagione con essenze meno combustibili da quelle precedentemente impiegate.
pianificazione con le nuove tecniche di prevenzione incendi;
rompere la continuità dei boschi; assicurare la continuità degli interventi.
La ricostituzione del bosco
CONCLUSIONI La salvaguardia del bosco è un obiettivo da perseguire per un futuro sostenibile per le nuove generazioni;
Un alto livello di conoscenze relative al bosco come ecosistema, ai rischi derivanti da errati comportamenti umani, agli incendi e alle tecniche più opportune di intervento, è alla base della sostenibilità del bosco;
CONCLUSIONI La vera salvaguardia può crearsi con:
un aumento del personale d’intervento un’intensificazione dei sistemi di avvistamento e di monitoraggio del territorio
Ma, soprattutto, con la sensibilità e l’informazione dei comuni cittadini che diventano sentinelle per un futuro, migliore e tutelato, dell’ambiente.