Post on 04-Feb-2021
Nuove notizie vi aspettano co-
me per esempio l’entrata in
scena di AlberTeatrO con il suo
nuovo spettacolo,
dall’ammiccante titolo “Stai
tranquilla che ti amo” e la suc-
cessiva partecipazione al con-
corso teatrale promosso dal
comune di Lanzo in cui speria-
mo di vincere. Fin d’ora segna-
tevi le date degli spettacolo:
sabato 24 maggio al LanzoIncon-
tra e venerdì 31 al Teatro Ma-
gnetti di Ciriè. Un saluto a tutti
gli studenti dell’Albert. La reda-
zione: Vittorio Quartetti, Alessi-
Gentili lettori dell’Albert
Magazine, in questo nuovo nu-
mero potrete leggere alcune
news relative al nostro Istituto.
Cominciamo da un articolo che
interesserà tutti voi, a proposito
delle nuove macchinette di me-
rendine e caffè presenti da gen-
naio tra piano e piano.
Nell’articolo si evidenziano i
pochi risvolti positivi e i molti
negativi, a partire dal caro-
panino che pesa da inizio anno
sui nostri portafogli. Sfogliando
questo numero troverete il
resoconto dell’ultima assemblea
d’Istituto scoprendo quali siano
stati i laboratori apprezzati di
più e quelli riproponibili nelle
prossime riunioni. A seguire un
articolo sull’esperienza di alcuni
nostri compagni al corso di
clown-terapia che si è tenuto a
scuola nei sabato di marzo: un
modo per donare gioia in tutti
gli ospedali e hospice. Non per-
detevi inoltre la mostra allestita
con la collaborazione di Am-
nesty International nell’atrio al
piano terra, in merito agli orrori
della guerra. Per quanto riguar-
da la giornata della Memoria,
abbiamo in serbo per voi due
articoli da non perdere, tra cui
la recensione del libro di Wla-
dyslaw Szpilman “Il pianista”. Un
pensiero è dedicato a tutte le
classi quinte che quest’anno
affronteranno la dura sfida
dell’Esame di Stato. Se volete
partecipare più concretamente
all’attività del giornale d’Istituto
potete rivolgervi a noi della
redazione fermandoci lungo i
corridoi negli intervalli oppure
ci trovate ogni giovedì dalle 14
alle 15 in aula computer al terzo
piano. Non perdetevi il prossi-
mo numero che uscirà a maggio.
Saluti dalla Redazione N O T I Z I E
Fare
memoria
2
Nuove
macchinette
2
Maturi ma non
troppo
6
News
d’assemblea
5
L'olocausto di
Roman
Polansky
3
Il dono del
clown
4
Insieme
contro la
guerra
4
Albert Magazine 1 1 A P R I L E 2 0 1 4 A N N O 4 , N U M E R O 2
P A G I N A 2
Macchinette diaboliche
Fare memoria Fare Memoria. Numerose le iniziati-
ve pensate a Lanzo, dal Comune e
dal nostro istituto, per commemo-
rare la Shoah. Domenica 26 gen-
naio una rappresentanza dei dieci
studenti dell’Albert che partecipe-
rà al Treno della Memoria ha
preso parte alla commemorazione
pubblica presso il monumento ai
deportati ebrei ad Auschwitz
all’ingresso del cimitero. Qui, al
saluto del sindaco Ernestina As-
salto, sono seguiti gli interventi
del rabbino Alberto Somekh e del
vicepresidente della Comunità
ebraica di Torino David Sorani. A
concludere, gli ex allievi dell'I.I.S.
"Federico Albert" che hanno parte-
cipato al Treno della Memoria.
Inoltre ha prestato servizio anche la
Banda Musicale di Lanzo diretta dal
maestro Giacinto Alasonatti.
La sera stessa, al salone LanzoIn-
contra, Stella Bolaffi Benuzzi, ebrea
sfollata nelle nostre Valli, ha pre-
sentato alla popolazione il proprio
libro “La Balma delle streghe.
L'eredità della mia infanzia tra leggi
razziali e lotta partigiana”. Alla
serata sono intervenuti anche Danie-
le Reano e Marco Morella, compo-
nenti del Centro di documentazione
“Nicola Grosa”.
Il giorno seguente, anche gli allievi
delle classi terze della Scuola secon-
daria di I grado dell'Istituto Com-
prensivo e della Scuola paritaria
“Federico Albert” hanno incontrato
la scrittrice Stella Bolaffi Benuzzi al
Salone del LanzoIncontra. In tarda
mattinata la Bolaffi Benuzzi ha
incontrato gli alunni del “Federico
Albert” nell'aula video “Bertinetti”
dell’istituto.
Nei giorni 27 e 28 gennaio è stato
proiettato il film “Monsieur Bati-
gnole”, presso la stessa aula video .
Il 3 febbraio, la Fondazione Via
Maestra-Teatro della Concordia ha
rappresentato lo spettacolo “C'è un
banco vuoto” per gli allievi della
Scuola secondaria di I grado e delle
classi quinte dell'Istituto Compren-
sivo di Lanzo
.
Giulia Aires
Non si tratta di essere minuziosi o
peggio ancora tirchi, ma realistici!
Sono pochi gli studenti frequentanti
l’Albert che lavorano, per cui, se si fa
un ipotetico calcolo, un ragazzo spen-
de 6,75 euro alla settimana compran-
dosi un panino e un caffè al giorno. Ci
sembra eccessiva come spesa e sicura-
mente in piccolo influenza il budget
familiare: vista la crisi economica che
incombe ormai dal 2008, non tutti
possono permetterselo.
Vi sono dei professori che, a causa di
un’esigenza ossessiva compulsiva,
necessitano di un caffè quasi ogni ora e
non è giusto neanche per loro, che
comunque ricevono uno stipendio,
spendere queste cifre quotidianamente.
Si è così pensato di attuare un boicot-
taggio dei prodotti delle macchinette,
per cui docenti e alunni non dovrebbe-
ro comprare nulla ai distributori e
portarsi gli alimenti da casa. L’idea è
diventata proposta in sede di assemble-
a dei rappresentanti di istituto. Di
difficile attuazione quando si trascor-
rono sei o otto ore a scuola e si è
digiuni dalla sera prima.
Ecco allora cosa capita in un intervallo
qualunque. Che ne dite di andare a
prendere qualcosa alle macchinette?
Quanto costa una confezione di cara-
melle o patatine? Non ho abbastanza
soldi! Io mi porto le cose da casa!
Ecco quello che accade in questo
nuovo anno quando, allo scoccare
della campanella Ci sono novità per
quanto riguarda prodotti e marche
nuove e siamo indotti a provare, ma a
quale prezzo?
Ci accorgiamo dopo il nostro acquisto
che il cibo è scaduto, come i taralli, o
non è buono come ci aspettavamo,
eppure quando la fame chiama siamo
disposti anche a mangiarlo.
L’aumento dei prezzi ha risvolti nega-
tivi per le nostre tasche ma, a ben
guardare, potrebbe anche avere un suo
lato positivo: alcuni stanno comincian-
do a portarsi il pasto per la pausa da
casa.
C’è chi si prepara il panino, porta della
frutta o lo yogurt; in questo modo
sappiamo che cosa stiamo mangiando
e probabilmente riscopriamo il piacere
di preparare le cose “da sé”.
Tra i tanti cambiamenti, c’è la possibi-
lità di gustarsi un caffè di qualità come
“Vergnano”, rispetto all’altra marca
sconosciuta, che eravamo “costretti” a
prendere per sfamare la nostra sete di
caffè . Significativo anche l’aumento
del costo, di dieci centesimi.
Quale il futuro incerto del nostro
intervallo?
Alessia Sette e Vittorio Quartetti
Quando si frequentava la scuola ele-
mentare, l’intervallo era un momento
in cui poter dar sfogo alle più svariate
attività ludiche, naturalmente rifocil-
larsi con il sano panino fatto dalla
mamma e magari condividere la me-
renda con l’amica del cuore.
Ora, nella scuola superiore, la situazio-
ne è un po’ cambiata: una miriade di
adolescenti affamati lotta per acca-
parrarsi i panini più buoni e l’ultimo
che arriva è costretto a comprare
quello che piace sempre di meno.
Inoltre, in dieci minuti di intervallo,
si può notare una coda interminabile
per recarsi ai servizi igienici, una
coda che potrebbe far invidia alle
poste.
Grazie alle macchinette la nostra
fame è sempre stata placata da
patatine e altri cibi non troppo
salutari fin quando, a gennaio, sono
cambiati sia i distributori che i
prezzi degli alimenti.
Senza dubbio apprezziamo il fatto di
avere macchinette tecnologiche che
ci salutano dopo aver inserito le
monete, ma purtroppo questa loro
educazione ha compresso un po’ la
restituzione del resto che fatica
molte volte a scendere.
Ed ecco che il famigerato panino è
passato a costare da ottanta centesi-
mi a un euro, e il caffè, bevanda
prediletta e necessaria alla sopravvi-
venza per alcuni alunni e professori,
è aumentato da di circa cinque
centesimi.
A L B E R T M A G A Z I N E
P A G I N A 3 A N N O 4 , N U M E R O 2
deportazione ma anche loro, inconsape-
voli del fatto che i treni sono diretti
verso lo sterminio, si uniscono ai fami-
liari per rimanere uniti, ma Władysław ,
prima di salire sul treno, viene tirato
fuori dalla fila dallo stesso gendarme che
gli aveva offerto di aruolarsi. Władysław
ora è solo e riesce a trovare lavoro
come carpentiere, ma il pericolo di
essere uccisi è costante. Il povero piani-
sta si nasconde in un misero alloggio
e,in assenza di cibo, crea rumore e una
vicina di casa, tedesca e anti semita, lo
scopre e Wladyslaw è costretto a scap-
pare e si ripara in casa di Dorota (una
violoncellista che aveva conosciuto il
giorno dello scoppio della guerra) e
grazie alle conoscenze del marito, riesce
a trovargli un altro nascondiglio; qui
troverà conforto in un vecchio piano-
forte che fingerà di suonare nelle lunghe
giornate vissute in solitudine mentre
Andek, un uomo incaricato dal marito di
Dorota di prendersi cura di lui, in realtà
userà il suo nome solo per raccogliere
soldi. Andando avanti con il tempo,
Władysław rientra in ciò che resta delle
macerie del ghetto vagando solo, ed
ormai allo stremo delle forze, alla ricer-
ca di cibo. Trovato riparo in una soffitta
in una delle poche case rimaste ancora
in piedi, scopre un barattolo di cetrioli
ma, incapace di aprirlo, lo porta nel suo
nascondiglio e nella notte suona delle
note al pianoforte. Il giorno dopo, men-
tre cerca di aprire il barattolo con
mezzi di fortuna, viene scoperto da
un ufficiale tedesco che, venuto a
conoscenza della sua antica profes-
sione, lo conduce in una stanza dove
c'è un pianoforte e lo invita a suona-
re; Władysław lo accontenta ese-
guendo la Ballata di Chopin. L'ufficia-
le, rimanendo colpito dalla sua esecu-
zione, decide di aiutarlo e per i mesi
successivi lo nutrirà fino a quando i
tedeschi, sotto la spinta dell'attacco
russo, non abbandoneranno la città ed
in quel momento che l'ufficiale si conge-
da da Władysław chiedendogli il suo
nome ma senza dirgli il proprio.
Una mattina Władysław sente
risuonare le note dell'inno polac-
co, esce dal nascondiglio e corre
incontro ai soldati sovietici, ri-
schiando di essere ucciso in quan-
to indossa ancora il cappotto la-
sciatogli dall'ufficiale per ripararsi
dal freddo, ma riesce a salvarsi
mentre l'ufficiale viene catturato e
portato in un campo di prigionia in
attesa di essere trasferito in Unio-
ne Sovietica. E' finita la guerra e un
giorno il fortunato pianista passa
per caso davanti al ex campo di
concentramento e rivede il ser-
gente tedesco che,tempo prima, lo
aveva salvato, e lui cerca di aiutar-
lo, ma purtroppo non è a cono-
scenza del nome del sergente
tedesco. Tempo dopo Wła-
dysław , che nel frattempo ha
ripreso il suo posto alla radio di
Varsavia, torna con l'amico nel
luogo indicatogli, ma il campo è
stato smantellato e non vi è più
traccia dei prigionieri tedeschi.
Il pianista è un film del 2002 e ha
vinto la Palma d'oro al Festival di
Cannes nel 2002.
Giulia Aires
Il romanzo autobiografico di Wladyslaw
Szpilman (pianista ebreo scampato dai cam-
pi di concentramento) ha ispirato il famoso
regista Roman Polanski. Infatti il regista ha
ricreato la storia del pianista ebreo Wla-
dyslaw Szpilman durante la seconda guerra
mondiale.
Siamo a Varsavia, è il 1º settembre 1939 e
Władysław Szpilman sta eseguendo il Not-
turno di Chopin, alla radio presso la quale
lavora quando sente delle esplosioni, gli
viene detto di smettere ma lui continua
fino a quando una granata fa crollare la
stanza accanto allo studio di registrazione:
è l'inizio della seconda guerra mondiale, la
Polonia è invasa e Varsavia verrà occupata
dopo pochi giorni. Immediatamente dopo
l'occupazione da parte delle truppe tede-
sche, vengono emanate una serie di restri-
zioni alla popolazione, le quali vengono
rese ancora più pesanti per la numerosa
comunità ebraica come: la limitazione del
possesso di denaro, divieto di accesso ai
locali ed obbligo di indossare un bracciale
bianco con la stella di David. Władysław ,
che vive con la numerosa famiglia, viene
licenziato dalla radio di Varsavia ed è co-
stretto a vendere il suo pianoforte prima di
trasferirsi nel ghetto di Varsavia. La famiglia
Szpilman inizia a vivere una realtà di mise-
ria, di umiliazioni, di fame e di morte: Wła-
dysław assiste all'uccisione di un bambino
che cerca di rientrare nel ghetto attraverso
una breccia del muro dopo avere rubato
del cibo, tutti insieme guardano impotenti
le SS che entrano nel palazzo di fronte al
loro sterminando una famiglia non prima di
avere scaraventato dalla finestra un anziano
sulla sedia a rotelle. Tutti cercano di so-
pravvivere: Władysław trova lavoro come
pianista in un locale, Heynryk (il fratello),
dopo che lui ed il fratello hanno rifiutato
l'invito ad arruolarsi nella polizia ebraica,
cerca di vendere gli ultimi beni di cui la
famiglia dispone mentre gli altri vengono
assunti in una sartoria ,ma il 15 marzo 1942
il regime nazista inizia le deportazioni di
massa verso i campi di sterminio. Tutta la
famiglia, ad eccezione di Heynryk ed Halina
(la sorella del pianista),viene portata alla
L'olocausto di Wladyslaw Szpilman : “Il pianista”
P A G I N A 4
Insieme contro la guerra
Il dono del clown Ogni giorno ci si trova davanti
a situazioni spiacevoli, dove
parenti e amici affrontano
problemi seri di salute. L'uni-
ca cosa che è possibile fare è
cercare di donare con rispetto
e sensibilità quella gioia e
allegria che spesso negli ospe-
dali e negli Hospice mancano.
È nata così la proposta, da
parte della Fondazione Faro
Valli di Lanzo e della UOCP
di Coordinamento dell'ASL
TO4, con l'indispensabile
collaborazione di Stefania Boz-
zalla Gros, conosciuta come
Raggio di Sole, di un corso inti-
tolato “la gioia in ogni cosa, la
gioia in ogni casa, la gioia in
ogni cuore.” Un’esperienza rivol-
ta agli allievi dell’istituto Albert
di Lanzo, a margine della fase
sperimentale di “Peer Education”
ideata durante lo svolgimento
dello stage di allieve del quarto
anno del Liceo Scienze Umane
presso l'Hospice di Lanzo.
Obiettivo del progetto far risco-
prire il valore e i benefici dell'at-
tività ludica, reinventare giorno
dopo giorno l'approccio e la
condivisione, facendo leva su
quei valori - gioia, rispetto, gen-
tilezza e buon umore - che spes-
so, a causa della frenesia quoti-
diana, vengono tralasciati. Attra-
verso la clown-terapia bambini e
non riescono a trovare un mo-
mento di sollievo durante la loro
permanenza negli ospedali con
risultati strabilianti: ciascuno ha
il diritto di vivere serenamente,
per quanto è possibile, fino all'ul-
timo respiro. Fra le finalità del
corso diffondere la cultura delle
Cure palliative fra i giovani. Con
benefici per sé e per gli altri.
Attraverso la cultura del sorriso
si ricorda la necessità di essere
felici sempre, anche quando la
vita non lo permette.
Alessia Sette
bano, Guatemala e Sahara
occidentale. Il tema centrale
della mostra è la guerra in
diverse zone del mondo.
Alcune foto sono molto
toccanti, come per esempio
quella del bambino seduto
su un carro armato che guar-
da le case distrutte dai bom-
bardamenti, oppure quella in
cui tre donne tengono in
mano un foglio con scritto
“Gruppo di donne sfollate a
causa della guerra”.
All’inizio del percorso foto-
grafico è presente un discor-
so della campagna “Non c’è
pace senza cooperazione”,
dove si possono leggere
alcuni dati utili a far capire
quanto sia drammatica la
situazione nel mondo dove
sono attualmente venticin-
que i conflitti in corso, con
oltre 45.000 morti e moltis-
simi feriti. Molte persone,
vittime innocenti che scap-
pano dalla propria patria per
mettersi in salvo, hanno
perso la casa e alcune anche
la vita per colpa dell’uomo e
per colpa della fatalità della
guerra. La mostra ospitata
dall’Albert è un invito a tutti
perché, grazie alle immagini
e alle parole proposte, sia
possibile riflettere sulla pace
e sulla guerra, sulla giustizia
e sull’ingiustizia, sui diritti e
sulla violenza. Come scrisse
il Cardinale Carlo Maria
Martini: “La giustizia umana
cammina con la pace […]
quando una delle due è mi-
nacciata, vacillano entrambe
[…]. La pace è perduta non
solo dove c’è conflitto, ma
lo è già quando c’è sfrutta-
mento”.
Giulia Aires
“La neutralità e
l’imparzialità non sono la
stessa cosa. Non si dovrebbe
confondere chi è colpito
dalle bombe con chi sgancia
le bombe, le vittime con i
carnefici”. A sostenerlo è
Bernard Koucher e la frase,
insieme ad altre, ci fa
l’occhiolino da uno dei pan-
nelli della piccola mostra
“Insieme contro la Guerra”
che rientra nel Progetto Am-
nesty International cui la
nostra scuola aderisce da
anni. Vari pannelli fotografi-
ci sono esposti da oltre un
mese nell’atrio della scuola
e lungo il corridoio che por-
ta al laboratorio di chimica e
alla palestra. Le frasi sono
state tratte da discorsi famo-
si, ma anche da versi di can-
zoni. Sono, inoltre, presenti
molte immagini che raffigu-
rano paesaggi distrutti dalla
guerra, volti di persone e
carri armati con bambini in
Afghanistan, Palestina, Li-
A L B E R T M A G A Z I N E
News dall’assemblea d’Istituto Laboratori Coordinatori Partecipanti
linguaggio del corpo esterno 20
Fumetto Rosso Nicola 6
Primo soccorso Responsabile della fondazione infermieristica ed un volontario
25
Metodi contraccettivi Francesco Brunello 8
Orientamento università -- 0
Film 'che cosa manca' -- 17
Analisi della carne attraverso la percezione sensoriale
Ugo Massaglia 11
Il diavolo esiste? Ravalli ed un prete 39
Karaoke Alessio Quaranta 45
Improvvisazione musicale Francesco Bertaglio,Mattia chiodi (Tito)
40
Simbologia e Razzismo Mirko Salvati 6
Film 'educazione siberiana' -- 60 (aula lim)
L'odio -- 25
Zumba Professionista Fitness Palestra piena
Dalle inviate speciali all'ultima assemblea di istituto. I laboratori che hanno avuto più successo sono il corso di zumba,
il "Diavolo esiste", il karaoke, la proiezione di Educazione siberiana e il laboratorio Improvvisazione musicale. Quelli
con meno adesioni sono stati Orientamento università, Simbologia e razzismo, Fumetto. Vi incitiamo ad aiutarci con le
prossime assemblee!
Gremita la palestra per la lezione di zumba che è stata tenuta da una professionista Fitness esterna alla scuola. A seguire
60 i cinefili che hanno riempito l'aula lim per vedere o rivedere "Educazione siberiana".
In alcuni corsi il numero delle adesioni è stato limitato dalla scarsa capienza dell'aula.
Abbiamo anche scoperto che all'interno dell'Istituto ci sono molti alunni amanti della musica che si sono fatti sentire nei
laboratori di Karaoke e di Improvvisazione Musicale. Molto interessante e anche molto seguito è stato l'incontro con il
prete nonché demoniologo che ha trattato l'argomento dell'esistenza del diavolo e delle sue varie manifestazioni.
Egle Cordero, Alice Stabile
A N N O 4 , N U M E R O 2 P A G I N A 4
e si incontrano ragazzi che hanno già affronta-
to la maturità e che, dandoti una pacca sulla
spalla, ti dicono che “alla fine è una passeggia-
ta”: sì, grazie, ci sono già passati, ma sono
pronta a mostrare loro una foto di come erano
ridotti qualche anno prima o lo screen della
loro home di facebook in quel periodo.
A tanti viene in mente allora la famosa canzo-
ne di Antonello Venditti “Notte prima degli
esami”, canzone must per molti maturandi e
che è passata di generazione in generazione.
Un suo verso molto amato è “maturità t’avessi
preso prima..”: ma, diciamocelo, non saremmo
stati pronti neanche in quel famoso “prima”.
Esiste poi una sorta di codice creato dagli
studenti d’ogni tempo, che classifica i modi di
passare la notte prima degli esami: ci sono
quelli che stanno già pensando a quale festa
imbucarsi a giugno perché studiare la notte
prima è quasi illegale, quelli che hanno già
combinato una serata tranquilla con gli amici,
ma senza tornare tardi in modo da avere tempo
per ripassare. Non mancheranno i ragazzi che
si presenteranno agli esami, come se fossero
usciti da un film di Dario Argento: quelli che
studiano ininterrottamente giorno e notte per
cercare di ricordarsi tutto, cosa impossibile.
Infine, ci sono quelli che non sanno come sarà
la loro notte prima degli esami, ma puntano a
Sembra ieri il primo giorno di prima superiore
in questo istituto: ricordo che questo edificio
appariva immenso, i professori ci sembravano
così distanti dal nostro modo di essere e si
aveva quasi la paura di allontanarsi troppo
dalla propria classe.
Eppure, siamo arrivati qua: all’ultimo (si
spera) anno delle superiori.
Sicuramente ciò che assilla più di qualunque
cosa ogni studente è la preparazione all’esame
di maturità: dai primi mesi di scuola si sentiva
già parlare di tesine, terze prove e area di
progetto. Tanti fino alle vacanze di Natale
hanno fatto finta che questo esame non doves-
sero affrontarlo loro, ma ora i tempi stringono
e ci tocca scendere nell’arena per combattere
come veri gladiatori e far vedere chi siamo.
Quindi, da un mese circa, nelle classi quinte si
vedono alunni che bloccano i professori,
quando hanno ancora un piede fuori dall’aula,
per domandare se il collegamento che hanno
trovato è consono alla loro materia, inoltre è
possibile vedere anche studenti che, al solo
sentir nominare un’ipotetica terza prova,
impallidiscono, si lasciano prendere da attac-
chi di ansia, sudano e quasi si strappano i
capelli.
Ma la cosa più divertente, si fa per dire, è il
momento in cui si esce da queste quattro mura
dare il meglio di sé senza diventare pazzi,
quelli che se vorranno usciranno o magari
passeranno la notte sul divano a mangiare
dolci e gelato per consolarsi.
Una delle regole fondamentali, però, cari
ragazzi, è studiare. Ebbene sì, mentre gli altri
saranno in giro o su qualche spiaggia a crogio-
larsi al sole, a “noi ci toccherà studiare” e farlo
seriamente e con diligenza. In fondo ciascuno
di noi sa quel che vale e in base ai suoi proget-
ti futuri riterrà opportuno se dare il meglio di
sé o accontentarsi. Sicuramente non ci si potrà
ricordare tutto, anche perché capita sempre
così: l’autore, la poesia, la formula che non
avete studiato o che non vi ricordate sarà
quella che vi chiederanno agli esami.
Dobbiamo darci da fare per essere preparati al
meglio e sperare che qualche professore non
infierisca troppo nella nostra situazione: in
fondo ci è passato prima lui su questa strada.
Per cui non ci resta che incominciare ad alle-
narci, per il torneo finale di questa nostra
grande esperienza. Ad una condizione però,
senza esagerare, altrimenti più che maturi
saremo marci.
Alessia Sette
IIS F. Albert, via Tesso 7, 10074 Lanzo
Torinese (TO)
Posta elettronica: vittorioquartetti1995@gmail.com
Maturi ma non troppo
Siamo su internet !
http://www.istituto-
albert.it/areastudenti/il-
giornale-degli-studenti.html
P A G I N A 6
In merito all’artico “Il dono del clown” è
presente un video inerente
all’argomento, raggiungibile attraverso
questo link : http://www.istituto-albert.it/
video/spot/1092-corso-clown-2014.html
http://www.istituto-albert.it/video/spot/1092-corso-clown-2014.htmlhttp://www.istituto-albert.it/video/spot/1092-corso-clown-2014.html