• Un gruppo di artisti rifiuta polemicamente la visione
della vita borghese volta all’ordine e alla realizzazione del
guadagno
• Cupo senso di stanchezza, sfiducia nell’agire umano,
ebbrezza di rovina
• L’artista si sente uno sradicato, estraneo
al mondo che lo circonda e ai valori che lo
dominano (attività, produzione, profitto)
Elementi di fondo del decadentismo:
•Deteriorarsi del positivismo
•Progressivo orientarsi verso un’arte
sottratta al condizionamento della realtà
•La poesia diventa strumento di conoscenza
•Quest’arte da iniziati è la conseguenza del
distacco dell’artista dalla società in cui vive,
rifiuto e ribellione alle sue norme e ai suoi
valori
Il movimento che più efficacemente sviluppa
i motivi del Decadentismo, anticipati dai
poeti maledetti è il SIMBOLISMO:
Concezione della poesia: per i
simbolisti la realtà non è quella
della scienza, ma qualcosa di
profondo e misterioso, che può
essere inteso solo dalla poesia
Il poeta è veggente, rivelatore
dell’ignoto, interprete dei
simboli della natura
Rinnovamento dell’espressione
Il discorso poetico si svolge al di là dei
tradizionali schemi sintattici e metrici,
rifiuta la struttura tradizionale e segue
un suo ritmo, una sua musica, quella
della parola-rivelazione
Ricorso all’analogia, che stabilisce rapporti
impensati tra cose lontane
Per superare il disgusto per la
mediocrità borghese:
FUGA verso un mondo di bellezza
raffinata, insolita, preziosa
A RITROSO
J. K. Huysmans 1884
Capostipite degli eroi decadenti è J. Des Esseintes:
In opposizione alla vita volgare e banale del mondo borghese
si rifugia in una villa isolata, dove colleziona oggetti artistici di bellezza innaturale, artefatta, morbosa
Eroe sconfitto (è costretto a tornare nel mondo)
L’isolamento dell’artista
Il protagonista, Jean Des Essentes, ultimo discendente di una nobile famiglia è un trentenne anemico e nevrastenico. Rifiutando la ridicola
mediocrità del mondo contemporaneo, si ritira in una specie di squisita clausura: in
provincia, a Fontenay- aux-Roses si crea un rifugio rispondente ai suoi
gusti: pareti decorate con stoffe rare, finestre ornate di vetri gotici, mobili fastosi, quadri caratterizzati da un
fantastico morboso, profumi esotici, artificiose bellezze, piante rarissime
che imitano quelle finte.
L’isolamento dell’artista
La biblioteca è piena di testi della decadenza latina, da Petronio a Apuleio, e di mistici di tutte le epoche, oltre che dei testi di
Baudelaire, Mallarmé, Verlaine. In questo ambiente Des Esseintes
rievoca come in sogno le proprie esperienze ma è poi assalito da una
grave forma di nevrosi. Costretto per guarire a rinunciare al suo
isolamento, Des Esseintes implora il miracoloso soccorso del dio dei cristiani: le sue tendenze verso
l'artificio non erano altro forse che slanci verso un ideale di vita lontano
dalla concretezza del reale.
IL RITRATTO DI DORIAN GRAY
Oscar Wilde 1890
Nel rapporto arte-vita prevale la
prima
La vita ha un senso solo se si
realizza come culto della bellezza, al di là di ogni valutazione di bene e di male
Stessa conclusione di A ritroso: il personaggio fallisce (sul volto di D. G. Si scavano le rughe e i segni della vita e del vizio)
1863-1938
La vita • 1863: nasce a Pescara
• 1881: si trasferisce a Roma
• 1891: si trasferisce a Napoli
• 1895: crociera in Grecia - Legge Nietzsche. Conosce Eleonora Duse
• 1898: si trasferisce a Settignano (Fi)
• 1910: espatria in Francia
• 1915: torna in Italia
• 1918-20: beffa di Buccari, occupazione di Fiume
• 1921: si ritira al Vittoriale
IL PIACERE 1889
• Andrea Sperelli: esteta raffinato e gelido,
cultore del bello, aristocratico spregiatore
del grigio diluvio democratico odierno
• La disponibilità alle sollecitazioni sensoriali
della natura diventa ricerca dell’artificio
Sotto il grigio diluvio democratico odierno, che
molte belle cose e rare sommerge miseramente,
va anche a poco a poco scomparendo quella
special classe di antica nobiltà italica, in cui
era tenuta viva di generazione in generazione
una certa tradizion familiare d'eletta cultura,
d'eleganza e di arte.
A questa classe, ch'io chiamerei arcadica
perché rese appunto il suo più alto splendore
nell'amabile vita del XVIII secolo,
appartenevano gli Sperelli
Andrea Sperelli non riconosce leggi morali ma solo
estetiche
Segue le sue pulsioni verso il piacere in una ricerca
volubile: ha in sé i germi della malattia della volontà tipica
dei personaggi del Decadentismo
Egli era, per così dire, tutto impregnato di arte. La sua adolescenza,
nutrita di studii varii e profondi, parve prodigiosa. Egli alternò, fino a
vent'anni, le lunghe letture coi lunghi viaggi in compagnia del padre e
poté compiere la sua straordinaria educazione estetica sotto la cura
paterna, senza restrizioni e constrizioni di pedagoghi. Dal padre
appunto ebbe il gusto delle cose d'arte, il culto passionato della
bellezza, il paradossale disprezzo de' pregiudizii, l'avidità del piacere.
Ma l'espansion di quella sua forza era la distruzione in
lui di un'altra forza, della forza morale che il padre
stesso non aveva ritegno a deprimere. Ed egli non si
accorgeva che la sua vita era la riduzion progressiva
delle sue facoltà, delle sue speranze, del suo piacere,
quasi una progressiva rinunzia; e che il circolo gli si
restringeva sempre più d'intorno, inesorabilmente
sebben con lentezza.
Il padre gli aveva dato, tra le altre, questa massima
fondamentale: « Bisogna fare la propria vita, come
si fa un'opera d'arte. Bisogna che la vita d'un uomo
d'intelletto sia opera di lui. La superiorità vera è tutta
qui. »
L’INNOCENTE 1891
• Nel personaggio di Tullio
Hermil D’Annunzio narra
la storia di una
convalescenza spirituale,
di un ritorno alla natura e
ai buoni sentimenti, che
però fallisce
IL SUPERUOMO
• Attorno al 1892 D’Annunzio legge
Nietzsche, da cui trae indicazioni
politiche e la figura del superuomo
• Il mito dell’esteta si integra con una componente
di violenza, teorizzando il diritto di dominio sulle
plebi
“Lo stato non deve essere se non un istituto perfettamente
adatto a favorire la graduale elevazione di una classe privilegiata verso un’ideal forma di esistenza” (Le vergini delle rocce)
Il superomismo
Il superuomo dannunziano: essere eccezionale e inimitabile che, anziché puntare solo alla ricerca della bellezza mira a condurre un’esistenza al di fuori delle norme morali e delle regole, sentendosi a ciò autorizzato dalle propria stessa eccezionalità
• Il Trionfo della morte (1894): passione rovinosa tra Giorgio Aurispa e Ippolita Sanzio.
• Le vergini delle rocce (1895): Claudio Cantelmo, disgustato dalla democrazia, ambisce a diventare “Re di Roma” in una nuova era in cui la plebe si inchinerà al nobile superuomo.
• Il fuoco (1900): amore tra Stelio Effrena, poeta e musicista, e la Fornarina, grande attrice drammatica
1916: Il NOTTURNO – raccolta di meditazioni e
ricordi – prosa lirica – convalescenza: occasione di bilancio per la propria esistenza
Scritto a Venezia durante un periodo di cecità (incidente aereo per un ammaraggio fallito)
Nuovo genere di prosa (frammentarismo)
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