Stage formativoStage formativo
Percorsi nella società complessaPercorsi nella società complessa
GLOBALIZZAZIONE E PRODUZIONEGLOBALIZZAZIONE E PRODUZIONE
Berco – Un’esperienza in controtendenzaBerco – Un’esperienza in controtendenza
Liceo Classico L. Ariosto Ferrara
Indirizzo Scienze Sociali
Anno Scolastico 2006/2007
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
TirocinantiTirocinanti
Laura Aguiari
Vanessa Conti
Carlotta Gamberini
Tutor interniTutor interni
Docente di storia, Girolamo De Michele
Docente di diritto ed economia, Daniela Veloccia
Tutor esterni Tutor esterni
Daniele Mingozzi
CoordinamentoCoordinamento
Lucia Marchetti
“Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi)
costituisce la miglior approssimazione concreta della felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono.”
Primo Levi, La chiave a stella
Motivazione della sceltaMotivazione della scelta
Il nostro interesse rispetto a questo argomento, muove dal desiderio di conoscere come sta mutando il modo di
produzione, secondo un’analisi della storia del mondo del lavoro che si concentra tra la Prima Rivoluzione IndustrialePrima Rivoluzione Industriale e la
fine del Novecentofine del Novecento, con un particolare approfondimento sugli ultimi trent’anniultimi trent’anni e sul modo di produzione nel mercato globale.
È in questo momento, infatti, di fronte alle trasformazioni che rischiano di spingere milioni di giovani verso la marginalità
sociale, privandoli di diritti e di tutele, sottoponendoli a ricatti e a imposizioni, che è necessario ridare valore al lavoro, ridare
dignità e certezze a chi si affaccia a questo mondo.
Tra quei giovani, domani, ci saremo anche noi.Tra quei giovani, domani, ci saremo anche noi.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Perché dal Lavoro ai lavori?Perché dal Lavoro ai lavori?
“Lo scenario che si prospetta è quello di una “società dei lavori”, parecchi dei quali cangianti o sfuggenti, anziché di una “società del Lavoro” centrata su un’idea e su un profilo di pienezza e di stabilità quale l’Occidente capitalistico aveva
avuto nel secolo scorso.”
Aris Accornero
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
IndiceIndiceFASE TEORICA
Dalla Prima Rivoluzione Dalla Prima Rivoluzione Industriale al NovecentoIndustriale al Novecento
Il secolo del lavoroIl secolo del lavoro
La produzione globaleLa produzione globale
Il tempo del sapereIl tempo del sapereFASE PRATICAFASE PRATICA
Dalla Prima Rivoluzione Industriale al NovecentoDalla Prima Rivoluzione Industriale al NovecentoLa Prima Rivoluzione Industriale• LA NASCITA DELLA PRODUZIONE
INDUSTRIALE- Le tecniche- I rapporti sociali
• L’ETICA DEL LAVORO E LA QUESTIONE DEI POVERI
• LE CONSEGUENZE DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
- La formazione della classe operaia- Le condizioni di vita della società industriale
La Seconda Rivoluzione Industriale• TAYLORISMO E FORDISMO
• Approfondimento - IL DIRITTO DEL LAVORO
Il modo di produzione capitalistico secondo Marx
Il diritto del lavoro
• LA PRESTAZIONE DI LAVORO SUBORDINATO- L’evoluzione storica del diritto del lavoro- Le associazioni sindacali
- Il rapporto di lavoro subordinato- La retribuzione
• IL MERCATO DEL LAVORO- I nuovi istituti contrattuali
Gli stages in azienda
I contratti di lavoro con finalità formative
Misure di incentivazione dell’occupazione aventi a oggetto una prestazione di lavoro temporanea
Altre misure a sostegno dell’occupazione
I sindacati
Il secolo del lavoroIl secolo del lavoroPrimi vent’anni del Novecento• PRIMA GUERRA MONDIALE
- Qual è la condizione dell’Italia all’entrata in guerra? Il proletariato e la guerra
Una “speciale legislazione di guerra”
- Le industrie italiane protagoniste della Prima Guerra Mondiale
• IL DOPOGUERRA E IL “BIENNIO ROSSO”- La sconfitta del movimento operaio
- Quali furono i risultati delle agitazioni operaie del “Biennio Rosso”?
Gli anni ’30: recessione e disoccupazione• CAUSE CONGIUNTURALI DELLA CRISI• CAUSE STRUTTURALI DELLA CRISI• LA TEORIA ECONOMICA DI J. M. KEYNES
Seconda Guerra Mondiale
• LA RESISTENZA ITALIANA- Quali sono le cause dell’improvvisa
mobilitazione del popolo italiano?
Metà anni ’50: il “miracolo economico”
Anni ’60/’70: crisi del modello di sviluppo taylor-fordista• CAUSE FONDAMENTALI• REAZIONE DELLE AZIENDE ALLA CRISI• DAL FORDISMO AL TOYOTISMO
I 14 punti di cambiamento gestionale di W. E. Deming
La produzione globaleLa produzione globaleIl concetto di globalizzazione
Gli elementi costitutivi della globalizzazione• INTERNAZIONALIZZAZIONE• FINANZIARIZZAZIONE• CONCENTRAZIONE INDUSTRIALE
• ROBOTIZZAZIONE E INFORMATIZZAZIONE: IL “RISPARMIO” DI FORZA LAVORO
• LA FLESSIBILITÀ DEL LAVORO E LA DELOCALIZZAZIONE
Il mercato del lavoro nell’economia globalizzata
Il tempo del sapereIl tempo del sapere• LAVORO COME “ATTIVITÀ”?
• “FINE” DEL LAVORO?• RIDISEGNARE L’UNIVERSO DEI LAVORI
I lavoratori della conoscenza
La Prima Rivoluzione Industriale
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
La prima rivoluzione industriale è un processo di trasformazione economica e sociale che da un sistema agricolo-artigianale-commerciale porta ad un sistema industriale moderno
caratterizzato dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica, dall'utilizzo di nuove fonti energetiche inanimate (il vapore) e dalla diffusione della fabbrica come principale
luogo di produzione nel quale si concentrano i mezzi di produzione.
Inghilterra
Fine XVIII secolo
- Favorevoli condizioni geopolitiche ed economiche- Sviluppo tecnologico- Disponibilità di materie prime - Controllo delle principali rotte atlantiche- Sistema di valori che spinge ad un forte impegno nel mondo terreno
?
INNOVAZIONI PRINCIPALImacchina a vapore, treno
e telaio meccanicoCentralità della macchina
Utilizzazione di nuove fonti di energiaDivisione del lavoro
Redistribuzione della forza lavoro (dall'agricoltura all'industria) Aumento della produttività
Espansione della domanda (esportazione, allargamento del mercato)
ETICA DEL LAVORO
SOCIETÁ INDUSTRIALE
Società dei produttori
(ETICA DEL LAVORO)Fiducia nell’illimitatezza del mercato (produzione di massa)
Povero = disoccupatoNecessità di trasformare i poveri in un “esercito industriale di riserva”
Identità e progetti di vita si costruiscono a partire dal lavoro
Società dei consumi (estetica del consumo)
Fiducia nell’illimitatezza delle risorse
Esigenza di flessibilità
Povero = cattivo consumatore
Welfare state: non più funzionale alla riproduzione del capitalismo
Identità e progetti di vita si costruiscono a partire dai consumi
SOCIETÁ POST-INDUSTRIALE
≠
La produzione
globale
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
LA NASCITA DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE
•Rotazioni continue: eliminazione maggese
•Piante foraggere: aumento produttività prati artificiali + sviluppo allevamento
I rapporti sociali
•Trasformazioni tecniche e agronomiche dell’agricoltura →
Economia orientata al mercato e ampiamente ridisegnata da massicci investimenti di capitale
Eliminazione dei pascoli comuni e dell’accorpamento delle piccole unità di coltivazione in aziende gestite con metodi e mentalità imprenditoriali
Lavoro salariato
Introduzione macchine agricole: grave minaccia per l’occupazione
Crescita demografica: forte emigrazione verso i centri industriali urbani
rivoluzione dei tradizionali rapporti
sociali nelle campagne
Le tecniche
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
LE CONSEGUENZE DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Con lo sviluppo della società industriale la condizione sociale ed economica dei lavoratori subì una profonda trasformazione.
La forza-lavoro divenne una merce, con una remunerazione (il salario) soggetta
alle forze impersonali del mercato.
Spinsero verso il basso i salari
Le macchine dequalificarono il lavoro e proletarizzarono interi strati professionali.
La formazione della classe operaia
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
+
A differenza di quanto accadeva nei sistemi sociali precedenti, la forza-lavoro perse ogni genere
di protezione derivante dalla consuetudine e dalle tradizionali
organizzazioni degli artigiani.
La società industriale comportò un forte aumento della produzione di manufatti e tuttavia non determinò un miglioramento delle
condizioni di vita delle classi lavoratrici, che anzi per certi aspetti ebbero la tendenza a peggiorare.
Il mercato e la concorrenza resero insicuro il lavoro, periodicamente colpito dalle fasi di crisi e disoccupazione.
I bassi salari, i lunghi orari, l’impiego massiccio di donne e bambini, il logorante lavoro alla macchina e in luoghi malsani configuravano una situazione di pesante sfruttamento, aggravato dal fatto che l’associazionismo operaio fu a lungo proibito e represso.
Solo a partire dal 1824 furono consentite le prime Trade Unions operaie.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Le condizioni di vita della società industriale
- Il lavoro è un’attività nobile e nobilitante- Ciò che si possiede è la ricompensa dell’attività svolta e della propria operosità- Il lavoro come attività prestabile in cambio di una retribuzione (e in quanto tale
riconosciuta dagli altri) possiede un valore morale
- La nascita del sistema della fabbrica: necessità di inculcare nuove abitudini
- L’esigenza della disciplina e della regolarità
- La costrizione all’esecuzione meccanica di mansioni parcellizzate e prive di significato
- L’etica del lavoro come strumento per imporre il controllo e la subordinazione
… come lubrificante degli ingranaggi del nuovo sistema di lavoro nell’industria nascente …
L’etica del lavoroetica del lavoro come comandamento …
L’etica del lavoro nella società industriale è uno strumento efficace per garantire al sistema della fabbrica continua manodopera
L’ETICA DEL LAVORO E LA QUESTIONE DEI POVERI
Lavorare è bene, non lavorare è
male, è anormale
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
La “Legge sui Poveri” e la nascita degli ospizi per gli indigentiDistinzione tra i veri poveri e i finti poveri
Demarcazione tra chi poteva essere convertito ai principi dell’etica del lavoro e gli “irrecuperabili”
Eliminare le possibilità di contagio da parte degli “oziosi”
… come strumento di rieducazione morale e soluzione
del problema dei poveri
- Il dovere di svolgere un lavoro qualsiasi e a qualunque condizione come unico mezzo
moralmente accettabile per guadagnarsi da vivere
- Il minor diritto all’assistenza gratuita
- La condizione del povero peggiore di quella dell’operaio di fabbrica con salario da fame
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Inizia una nuova fase di CAMBIAMENTI
VITA QUOTIDIANA- Mezzi di comunicazione all’interno e fra i diversi paesi
- Illuminazione artificiale
- Miglioramento delle condizioni sanitarie
- Urbanizzazione- Burocratizzazione della vita sociale
= radici delle MULTINAZIONALI
FONDAZIONE DI IMPORTANTI IMPERI FINANZIARI
Ferrovie, navi a vapore e aeroplani a vapore
Telegrafo e telefono
Condutture di gas centralizzate poi l’elettricità, favoriscono gli scambi all’interno della città.
Progressi della medicina e della legislazione sanitaria Allungamento
della vita media
PROSPETTIVE RIFORMISTICHE
La Seconda Rivoluzione industriale
ECONOMIA- Industrializzazione di tutti i paesi
europei- Crescente concentrazione di capitali
POLITICA- Sviluppo di regimi parlamentari- Ampliamento progressivo del voto- Nascita di partiti in difesa dei lavoratori
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Seconda metà ‘800Seconda metà ‘800
TAYLORISMO E FORDISMO
Primi anni ‘900
INDUSTRIA
1. Trasformazione tecnologica
2. Riorganizzazione dell’impresa secondo principi TAYLORISTICI
= Organizzazione del modello lavorativo secondo tre fasi
a. Analisi delle caratteristiche della mansione da svolgere
b. Creazione di un prototipo di lavoratore adatto a quel tipo di mansione
c. Selezione del lavoratore ideale, al fine di formarlo e introdurlo nell’azienda
SCOPO – Eliminazione di quei movimenti inutili che causano perdite di
tempo, ritardi di produzione e aumento di costi
Gli operai non possiedono le conoscenze necessarie per svolgere scientificamente la propria mansione
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Sulla base di questi principi ha origine il FORDISMO, un nuovo modello economico e produttivo fondato su imprese caratterizzate:
• dall’essere di grandi dimensioni e dall’includere al loro interno tutte le diverse
fasi produttive (dalla materia prima al prodotto finito commercializzato)
• dall’essere impegnate nella produzione di massa, cioè nella produzione di beni
standardizzati in grande quantità (consumo di massa);
• dall’impegnare un’organizzazione del lavoro fortemente parcellizzata che richiede manodopera poco qualificata, e, al contempo, molto gerarchizzata, con una rigida separazione tra le mansioni di controllo,
ai vari livelli, e quelle esecutive, di carattere manuale. Questo comporta per i lavoratori
ritmi molto intensi, libertà minima, alto livello di alienazione.
La differenza rispetto a Taylor consiste nel mettere l’operaio nella condizione tale da non
poter far altro che rispettare alla lettera i dettami del management: bastava portare il lavoro agli operai e non gli operai al lavoro, senza utopie naturalistiche o tecnocratiche.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Questa accoppiata di metodiche convergenti finì con il rendere assiomatica, imperativa e universale la divisione dei compiti tra chi dirige e chi esegue,
che ne era il cuore.
L’ostinata fede con cui tale principio fondativo fu difeso da ci l’aveva concepito, e la rozza rigidità
con cui fu attuato da chi lo mise in opera, finirono col trasformare i rapporti di lavoro in rapporti di
classe veri e propri: “chi dirige” essendo il capitale, e “chi esegue” essendo il lavoro.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
L’evoluzione storica del diritto del lavoro
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Il diritto del lavoro
Le prime forme di intervento e il ruolo dei sindacati
Le prime tracce del diritto del lavoro si trovano nel Codice Civile del 1865 come risposta dell’ordinamento giuridico alle tensioni sociali sorte per effetto del crescente sviluppo del capitalismo.
Si aggrava la conflittualità fra i datori di lavoro e i lavoratori
Lo Stato comincia a intervenire in tutta Europa con l’emanazione di norme tendenti a disciplinare le condizioni di lavoro
XXº secolo
LA PRESTAZIONE DI LAVORO SUBORDINATO
I sindacati svolgono, in questo processo, un ruolo determinante che si manifesta nella pressione diretta a ottenere condizioni di lavoro e salariali più eque.
Associazione libera e spontanea che riunisce i membri di una categoria di lavoratori o di datori di lavoro allo scopo di tutelare gli
interessi professionali collettivi.
SINDACATOSINDACATO
I primi sindacati nacquero a seguito della Rivoluzione Industriale per difendere i lavoratori dallo sfruttamento disumano cui erano sottoposti. La necessità di fronteggiare lo strapotere dei datori di lavoro ha fatto maturare nei lavoratori la consapevolezza che
soltanto unendosi in associazioni di difesa dei loro diritti avrebbero potuto esercitare un’adeguata pressione per ottenere il riconoscimento delle loro rivendicazioni.
In Italia, la libertà ed il pluralismo sindacale hanno avuto piena consacrazione nella COSTITUZIONECOSTITUZIONE, giacché negli anni del regime fascista il sindacato era unico,
verticistico e soggetto al potere direttivo e di controllo dei pubblici poteri.
Art. 39Art. 39
L’organizzazione sindacale è libera.
Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione e presso uffici o centrali, secondo le norme di legge.
È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica.
I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente e in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti
gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.
I sindacati
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione e presso uffici o centrali, secondo le norme di leggeregistrazione e presso uffici o centrali, secondo le norme di legge.
LIBERTÁ
SINDACALE
LIBERTÁ DI
ASSOCIAZIONE=
• Diritto del singolo di aderire ad un sindacato già esistente, di fondarne uno
nuovo o di non iscriversi a nessun sindacato.
• Diritto delle organizzazioni sindacali di svolgere liberamente e senza limitazioni e controlli la propria
attività.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Art. 39Art. 39
Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazioneregistrazione e presso uffici o centrali, secondo le norme di legge. e presso uffici o centrali, secondo le norme di legge.
Il procedimento di registrazione dei sindacati, previsto dalla norma, non ha finora ricevuto attuazione. Le leggi che
avrebbero dovuto disciplinarlo non sono mai state emanate.
È un limite per l’autonomia e il ruolo istituzionale dei sindacati.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Art. 39Art. 39
È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base sanciscano un ordinamento interno a base democraticademocratica..
I sindacati, per ottenere la registrazione, devono regolare la propria vita interna secondo criteri democratici.
LE DECISIONI DEVONO ESSERE AFFIDATE ALLA MAGGIORANZA CON DIRITTO DELLA MINORANZA DI
ESPRIMERE IL PROPRIO DISSENSO
-Libertà di discussione e di voto
-Elettività e temporaneità dei dirigenti
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Art. 39Art. 39
I sindacati registrati hanno personalità giuridica.I sindacati registrati hanno personalità giuridica.
MA
REGOLAMENTAZIONE PROCESSO DI REGISTRAZIONE NON ATTUATA
I sindacati attualmente sono enti di fatto rientranti nella categoria delle associazioni non riconosciute.
Possono, rappresentati unitariamente e in proporzione dei Possono, rappresentati unitariamente e in proporzione dei loro iscritti, stipulare loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavorocontratti collettivi di lavoro con con
efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.categorie alle quali il contratto si riferisce.
Accordi stipulati tra le associazioni dei lavoratori e i singoli datori di lavoro (o loro associazioni) per stabilire le condizioni di lavoro e disciplinare i vari aspetti
del rapporto. I contratti sono definiti collettivi perché esplicano efficacia nei confronti di tutti gli appartenenti alla categoria cui si riferiscono.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Art. 39Art. 39
La nascita della legislazione sociale
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
La tutela degli interessi del lavoratore si persegue anche attraverso lo strumento del CONTRATTO COLLETTIVO, cioè dell’accordo stipulato fra le associazioni sindacali dei lavoratori e le
associazioni sindacali dei datori di lavoro, attraverso il quale vengono disciplinati la retribuzione, le condizioni di lavoro e l’esercizio dei diritti dei lavoratori.
Il diritto del lavoro nella CostituzioneArt. 3, 1º comma: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”
Art. 3, 2 º comma: lo Stato ha il compito di “rimuovere gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”
Art. 4: è riconosciuto “a tutti i cittadini il diritto al lavoro”; la Repubblica ha l’obbligo di promuovere “le condizioni che rendano effettivo questo diritto”
Art. 35: “la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni”
Art. 37: la donna lavoratrice ha “gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”
Art. 39: è riconosciuta la libertà delle organizzazioni sindacali, sia come libertà del lavoratore di aderire a qualsiasi associazione sindacale, sia come libertà di non iscriversi ad alcun sindacato
Art. 40: è garantito il diritto di sciopero
La vera tutela del lavoratore, in termini di libertà, di dignità sociale e di difesa della posizione contrattuale debole dello stesso, si ha con la COSTITUZIONE.
Agli inizi del XX secolo, si hanno le prime forme di intervento del legislatore a tutela del lavoratore, in quanto contraente più debole rispetto al datore di lavoro.
Il rapporto di lavoro subordinato
L’art. 2094 del Codice Civile del 1942 stabilisce che è prestatore di lavoro subordinato colui che si obbliga a collaborare all’impresa prestando il proprio lavoro, manuale o intellettuale, alle dipendenze dell’imprenditore.
COLLABORAZIONE: Il lavoratore è tenuto a svolgere la propria prestazione di lavoro nel contesto organizzativo voluto dall’imprenditore per realizzare il risultato produttivo programmato.
DIPENDENZA DALL’IMPRENDITORE: Il lavoratore è tenuto a rispettare le disposizioni e le direttive impartite dall’imprenditore per l’esecuzione e la disciplina del lavoro
Il rapporto di lavoro subordinato è un contratto a prestazioni corrispettive (contratto in cui ciascuna parte è tenuta a compiere un sacrificio economico), in base al quale il lavoratore si obbliga a prestare il proprio lavoro in cambio della
RETRIBUZIONERETRIBUZIONE
• È determinata dal tempo impiegato per l’erogazione del lavoro (retribuzione a tempo), o dal risultato produttivo ottenuto per effetto della prestazione lavorativa (retribuzione a cottimo).
• Viene corrisposta , normalmente, dopo che il lavoro è stato eseguito (post-numerazione).
La retribuzione è disciplinata, oltre che dal contratto collettivo, anche dall’art. 36 della Costituzione, che stabilisce il minimo salariale.
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
La rigidità del mercato del lavoro, dovuta al fatto che l’unico contratto che fosse possibile stipulare era il contratto a tempo indeterminato creava già negli anni Settanta una
oggettiva difficoltà per le imprese ad assumere personale e favoriva la diffusione del “mercato nero”
Cambiamento di paradigma nel mondo del lavoroCambiamento di paradigma nel mondo del lavoro
FLESSIBILITÀFLESSIBILITÀ
Promuovere forme di lavoro modulabili sulle esigenze dei lavoratori e delle imprese, e dirette ad accrescere la possibilità di occupazione
Favorisce l’occupazione e tutela gli interessi dell’azienda, adattando i contratti di lavoro all’esigenza del mercato
IL MERCATO DEL LAVORO
Riorganizzare il mercato del lavoro e diversificare le figure negoziali in funzione delle esigenze che emergono
dal mondo della produzione
Legge Biagi
I CONTRATTI ATIPICI
Anni Ottanta
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
ConcertazioneConcertazione: fenomeno in base a cui le regole giuridiche in materia di lavoro vengono concordate fra i pubblici poteri e le categorie di lavoratori (parti sociali)
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
I nuovi istituti contrattuali
Nella Legge Biagi (Legge 30/2003) e nel successivo decreto di attuazione (Decreto Legislativo 273/2003) convivono più direzioni riformatrici. Insieme alla revisione dello statuto sul
collocamento, alla certificazione delle professioni, al raccordo pubblico - privati e alla nascita di un mercato telematico per l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, ci sono importanti
specifiche per stipulare nuovi contratti di lavoro.
Gli stages in azienda
I contratti di lavoro con finalitá formative
Misure di incentivazione dell’occupazione aventi a oggetto una prestazione di lavoro temporanea
Altre misure a sostegno dell’occupazione
Gli stages in aziendaContrastare la disoccupazione giovanile agevolando le scelte professionali
mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro
Prevedono la possibilità, per i giovani, di partecipare a esperienze concrete di tirocinio e di stages
Alternanza tra studio e lavoro
Non istaurano un rapporto di lavoro
I contratti di lavoro con finalità formativeL’appredistato
Far conseguire al giovane lavoratore una qualifica professionale
Il contratto di formazione e lavoro
Relazione fra l’imprenditore e l’apprendista
L’imprenditore insegna all’apprendista quanto è necessario affinché egli possa conseguire le capacità per svolgere le mansioni richieste
Per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro• Formazione mirata all’acquisizione di professionalità intermedie o elevate (es. formazione ingegneri)
• Formazione mirata ad agevolare l’inserimento professionale: adeguare le capacità professionali al contesto produttivo o organizzativo
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Misure di incentivazione dell’occupazione aventi a oggetto una prestazione di lavoro temporanea
Favorire l’occupazione riducendo e modulando il tempo di erogazione della prestazione lavorativa
Il part-timeTutela maggiormente gli interessi del lavoratore (in quanto va incontro ai suoi bisogni
personali o famigliari) che presta lavoro in un orario ridotto rispetto a quello ordinario
Il lavoro intermittente (Job on call)Contratto mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione del
datore di lavoro per lo svolgimento di prestazioni di carattere discontinuo o intermittente
Prevede un INDENNITÀ mensile per i periodi non lavorativi
Il lavoro ripartito (Job sharing)
Due o più lavoratori possono vincolarsi a un contratto mediante il quale essi assumono un’OBBLIGAZIONE SOLIDALE
Sono quindi responsabili in solido e si impegnano ad adempiere a un’unica e identica prestazione lavorativa
Vincolo obbligatorio in base al quale più debitori sono tenuti
alla stessa prestazione
Somma di denaro corrisposta al lavoratore non
commisurata alla quantità e alla qualità
del lavoro prestato
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Altre misure a sostegno dell’occupazione
Creazione di forme occupazionali alternative al rapporto di lavoro subordinato
I lavori socialmente utiliAttività di utilità sociale (realizzazione di opere o servizi di utilità collettiva) svolte dai lavoratori in cambio di
prestazioni previdenziali e assistenziali a carico dello Stato
Tendono a far acquisire al lavoratore una riqualificazione professionale
Le società cooperative
Crisi occupazionaleInterventi facenti sulle capacità imprenditoriali dei lavoratori/soci
Presuppone un patto sociale vincolante
L’attività di volontariato
Prestazioni di lavoro dipendente o autonomo Cooperative sociali: inserimento lavorativo di persone svantaggiate
Il decentramento produttivo
La prestazione di lavoro viene gestita autonomamente dal lavoratore Il lavoro a domicilio
Il tele-lavoro
Il lavoro a progetto
Prestazioni di lavoro accessorio
Prestazioni occasionali come piccoli lavori domestici a carattere straordinario, assistenza domiciliare, l'insegnamento privato supplementare, pulizia e manutenzione di edifici, lavori di emergenza come quelli dovuti a calamità o di solidarietà.
Le attività sono rese da particolari soggetti cosiddetti a rischio di esclusione sociale (disoccupati da oltre un anno, casalinghe, studenti e pensionati, disabili e soggetti in comunità di recupero, extracomunitari)
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavoriINDICE
Primi vent’anni del Novecento LA PRIMA GUERRA MONDIALE
1914 Giugno - Scoppio della guerra
Russia
Francia
Giappone
Serbia
Belgio
Inghilterra
Grecia
Portogallo
Montenegro
Impero Austro . – Ungarico
Impero Germanico
Impero Ottomano
Bulgaria
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
1915 Movimento intenso degli stati già coinvolti nel conflitto che cercano di tirare l’Italia nell’uno o nell’altro campo
In un primo momento l’Italia subisce un colpo gravissimo alla propria economia
Qual è la condizione dell’Italia all’entrata in guerra?
L’Italia è un paese ancora fortemente AGRICOLO
L’industria è ancora poco competitiva e in alcuni suoi settori chiave si trova dominata da capitali stranieri
(es: notevole presenza di capitale tedesco nel settore dell’energia e della nascente chimica)
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
MA successivamente l’Italia comincia a beneficiare della sua posizione di neutralità
•Misure restrittive al commercio imposte dal governo•Problemi con le importazioni
L’Italia dichiara guerra all’Austria
La guerra richiede a questo stato così arretrato una grande MOBILITAZIONE su due fronti:
Richiesta di combattenti da mandare al fronte
Mobilitazione economico - industriale
• La Fiat oltre che con il miglioramento dei mezzi di autotrasporto, raggiunge nel 1915 una grande specializzazione nella produzione
delle mitragliatrici e di esplosivi. Tra il 14 gennaio e il 31 agosto del 1915 una nuova ingente massa di ordinazioni militari per circa 55
milioni si era riversata sulle controllate del gruppo.
Le industrie italiane protagoniste della Prima Guerra Mondiale
• L’Ansaldo fu senza dubbio uno dei soggetti più coinvolti nelle complesse vicende societarie e in quella che
qualcuno definì la guerra parallela tra i grandi gruppi industriali.
• La Caproni rappresenta un caso particolare, ma non il solo di quegli anni. Un piccolo laboratorio gestito dai fratelli Caproni
diventò nel corso del conflitto bellico una delle più importanti se non la più importante industria nel nascente settore aeronautico.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
IL DOPOGUERRA E IL “BIENNIO ROSSO”
CRISI
Economica Sociale • Disoccupazione
• Inflazione
• Riconversione produttiva
• Intreccio Stato/Banche/Industria . = debolezza del mercato
• Grandi lotte sociali
La classe operaia esplode con scioperi, dimostrazioni ed agitazioni a livelli
impressionanti nelle fabbriche italiane, contro il taglio degli stipendi e le serrate.
+
Agli scioperi causati dalle difficoltà economiche e volti a ottenere migliori condizioni di lavoro e salari più alti, si aggiunsero manifestazioni di contenuto
dichiaratamente politico.
= Le richieste economiche e la pressione rivoluzionaria, finirono
col mescolarsi e confondersi
[1919-20][1919-20]
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Le proteste iniziarono nelle fabbriche di meccanica, per poi continuare nelle ferrovie, trasporti e in altre industrie,
mentre i contadini occupavano le terre. MA
Gli scioperanti fecero molto più che un’occupazione, sperimentando per la prima volta forme di autogestione operaia:
500.000 scioperanti lavoravano, producendo per se stessi.
13 settembre 1919 – Inizia a Torino la storia del Biennio Rosso
Pubblicazione sulla rivista Ordine Nuovo del manifesto Ai commissari di reparto delle officine Fiat Centro e Brevetti, nel quale si ufficializzava l’esistenza e il ruolo dei Consigli di fabbrica quali nuclei di gestione autonoma delle industrie da parte degli operai.
Dal 28 marzo 1920 si delinearono i due blocchi, da una parte gli operai con lo sciopero ad oltranza, dall’altra i
proprietari, che adottarono la serrata come reazione alle richieste operaie.
Garantiscono il loro appoggio economico alle squadre dei "ras" fascisti.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
MA
Allo stesso tempo Giolitti favorì le trattative tra industriali e sindacati. 1920 – Accettazione di un compromesso tra le parti sociali.
= Scontri tra socialisti e fascisti
Fatti di Palazzo D’Accursio - A novembre, in occasione dell'insediamento del nuovo sindaco di Bologna, un socialista di estrema sinistra, partirono pistolettate e
bombe a mano che provocarono la morte di nove persone nella piazza.
Prefetti, commissari di polizia e comandanti militari tolleravano e in alcuni casi agevolavano le "operazioni" della squadre fasciste contro il 'sovversivismo rosso'.
La sconfitta del movimento operaio
Giolitti rifiutò di far intervenire la polizia e l'esercito nelle fabbriche e aspettò che il movimento si esaurisse da sé, che terminassero le scorte di materie prime nei magazzini delle aziende occupate, che gli stessi
operai si rendessero conto che l'occupazione non portava a nulla.
"Sono dei fuochi d'artificio, che fanno molto rumore ma si spengono rapidamente", disse Giolitti minimizzando il problema.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Quali furono i risultati delle agitazioni operaie del “Biennio Rosso”?
Risultati economici = POSITIVI
• Miglioramento delle condizioni dell’operaio in fabbrica
• Aumento dei salari
• Passaggio della durata massima della giornata lavorativa da 10-11 ore ad 8 ore.
Effetti politici = NEGATIVI
• Le agitazioni operaie spaventarono non solo i grandi proprietari di industrie o di terre ma, ancora di più, il ceto medio, i piccoli borghesi
che cominciavano a costituire una classe sociale decisamente numerosa.
Il timore di una possibile rivoluzione avrebbe presto spinto questa grossa quantità di individui ad appoggiare il fascismo.
MA
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Gli anni ’30: recessione e disoccupazione
CAUSE CONGIUNTURALI DELLA CRISILa crisi economica esplose il 24 ottobre 1929, il cosiddetto giovedì nero,
con il crollo della Borsa di New York, che ha sede in Wall Street.
Simbolo dell’egemonia economica statunitense, era diventata sede di movimenti speculativi di gigantesche dimensioni, frutto dell’euforia collettiva che aveva
alimentato l’intensa crescita del paese per tutti gli anni ’20.
Tumultuosa attività borsistica = diffusione di pratiche pericolose Acquisto delle azioni a credito
Economia di carta slegata da quella reale
Al crollo della Borsa di Wall Street conseguono
- Crollo dei prezzi- Fallimenti
- Disoccupazione
CAUSE STRUTTURALI DELLA CRISI
Radice della crisiSviluppo capitalismo americano
- SOVRAPPRODUZIONE LATENTE -
• Trasformazione tecnologica
• Riorganizzazione dell’impresa secondo principi TAYLORISTICI
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
LA TEORIA ECONOMICA DI J. M. KEYNES
Teoria keynessiana
= RIVOLUZIONE nel modo di
concepire il sistema economico
Politiche liberiste L’economia è sempre in grado di assicurare la piena occupazione di tutte le risorse disponibili
= PERFETTA CONCIDENZA tra DOMANDA ed OFFERTA
Equilibrio di piena occupazioneVS
Lo Stato, attraverso investimenti pubblici (nuovi posti di lavoro), deve prevenire l’innescarsi di
questo ciclo negativo intervenendo sul rallentamento dell’economia.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Seconda Guerra Mondiale
• Sforzo bellico senza precedenti
Militarizzazione di tutta la manodopera maschile non in divisa, e viene nuovamente
mobilitata quella femminile Forte aggressione > Mutamenti sul piano dell’industria
L’Unione Sovietica mette in campo un massiccio apparato
poggiante sull’industria pesante e gestito
soltanto in minima parte con modalità
taylor-fordista.
Germania Giappone
Gli Stati Uniti rafforzano il potenziale già messo in opera
per fornire armi alla coalizione antifascista, e a compiere un
salto tecnologico che li porterà ad ingaggiare con gli scienziati tedeschi la gara per fabbricare
la bomba atomica.
[1939-1945]
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
LA RESISTENZA ITALIANA
Secondo lo storico Claudio Pavone, la Resistenza è un fenomeno che va
compreso su 3 diversi livelli fondamentali e inscindibili:
GUERRA CIVILE
GUERRA DI LIBERAZIONE
GUERRA DI CLASSE
Scontro tra italiani
Guerra combattuta contro una popolazione straniera che occupa
il territorio italiano
Concezione del fascismo come strumento di dominio della borghesia
VS
SFRUTTATI
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
= violento colpo nel cuore dell’industria bellica italiana
Scioperi = esortazione della possibilità di opporsi al fascismo
Classe operaia Con la guerra - militari a parte - i lavoratori dell'industria erano diventati il gruppo sociale su cui il conflitto pesava di più.
1. Degrado delle condizioni del paese
2. Intensificazione dei ritmi di lavoro e prolungamento degli orari, per una produzione tutta finalizzata allo sforzo bellico
1943 – Gli scioperi operai di marzo paralizzarono le fabbriche del Nord, da Torino, a Milano, a Genova
Per la prima volta da quasi vent'anni, uno dei nuclei essenziali della società italiana espresse pubblicamente
la propria sfiducia nel fascismo e inferse un pesante colpo alla credibilità del regime.
= PROTESTA SOCIALE
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Metà anni ’50: il “miracolo economico”Nel periodo di tempo compreso tra gli anni Cinquanta e Sessanta, l’Italia fu protagonista di un record di crescita nella produzione
nazionale tale da far parlare di “miracolo economico”.
I fattori che determinarono tale svolta sono molteplici e da ricercarsi in ambiti differenti.
1. La fine del protezionismo e l’adozione di un sistema di tipo liberista che rivitalizzò il sistema produttivo italiano
2. Il ruolo svolto dallo Stato, caratterizzato da un notevole interventismo nell’economia. Infatti venne finanziata la costruzione di un gran numero di
infrastrutture, essenziali per lo sviluppo economico del Paese, tramite stanziamenti statali e prestiti a tasso agevolato
= INTERVENTI PUBBLICI E PRIVATI
3. Basso costo della manodopera che proveniva soprattutto dal meridione
4. L’adozione del piano Marshall, uno dei piani statunitensi per la ricostruzione dell'Europa dopo la Seconda guerra mondiale
5. La nascita dell’Eni, l’Ente Nazionale Idrocarburi, creato da Mattei nel 1953, a cui venne affidato lo sfruttamento del più grande giacimento di metano
scoperto nel 1946 nella valle del PoDal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Aumento del costo del lavoro che rende meno competitive le industrie rispetto ai paesi in via di sviluppo e a quelli emergenti (Tigri Asiatiche).
CAUSE FONDAMENTALI Ristagno economico (stallo del PIL) Saturazione dei mercati interni per beni standardizzati
destinati al consumo di massa Aumento della disoccupazione Aumento della conflittualità sociale
Anni ’60/’70: crisi del modello di sviluppo taylor-fordista
Si innescano processi che trasformano il sistema economico urbano: LA CITTÀ, DA LUOGO DI
PRODUZIONE, DIVENTA LUOGO DI SERVIZI.
REAZIONE DELLE AZIENDE ALLA CRISIDeindustrializzazione
-Alcune aziende perdono quote di mercato a favore di aziende più competitive -Altre trasferiscono le loro produzioni, o alcune fasi di queste, in paesi dove la manodopera risulta meno cara (DELOCALIZZAZIONE)
Ristrutturazione industrialeChe rende le aziende più reattive e snelle nei confronti dei mercati
Tecnologie
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
DAL FORDISMO AL TOYOTISMO
Fine anni ‘80L’organizzazione del lavoro in tutto il mondo si fonda sul modello fordista.
= razionalizzazione dei movimenti dei lavoratori
Tutta la costruzione si basa sul principio che nel lavoro bisogna eliminare quei movimenti inutili che causano perdite di tempo,
ritardano la produzione e aumentano i costi.
QUALITÀ = elemento che richiede costi aggiuntivi e quindi influenza negativamente la produttività
Nuovo modello d’impresa toyotista
≠
QUALITÀ = riguarda gli atteggiamenti, la cultura e l’impegno all’interno di un’impresa, e si applica a tutti i tipi di organizzazione:
di produzione, di servizi, nel settore pubblico, ecc...
La gestione della qualità è un modo sistematico di garantire che tutte le attività di un’organizzazione si svolgano nel modo in cui sono state programmate.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
La nuova gestione dell’impresa è caratterizzata da:• una filosofia consistente nel "fare le cose bene sin
dall’inizio", o ottenere "difetti zero"; • un approccio sistematico da parte dell’impresa al miglioramento del risultato generale in termini di qualità, basato su un insieme di principi e di metodi;
• una strategia generale della società basata su un sistema integrato, coinvolgente tutti i processi e tutte le persone; • una focalizzazione sulle esigenze dei clienti che non
rimangono immutate nel tempo
La QUALITÀ aumenta la produttività e riduce i costi.
Data non dalla preminenza di robot o di tecnologie particolarmente avanzate
MA
da un efficiente e affidabile miglioramento di tutta la produzione con l’obbiettivo
della qualità totale, da una crescita a lungo termine e da uno sviluppo tramite
l’innovazione e la diversificazione.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
La prova evidente del successo del nuovo modello di impresa e della nuova
organizzazione imprenditoriale è data dalla crescita e dallo sviluppo
dell’economia giapponese, dove gli standard di "qualità" sono
d’importanza centrale unilaterale alla continua attenzione alle politiche
economiche di lungo termine tese a scegliere la tecnologia più promettente nei settori economici più dinamici del paese.
INDICEDal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Ultimi Ultimi trent’anni del trent’anni del
NovecentoNovecentoDal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Il concetto di globalizzazione
Globalizzazione
Mercati
Imprese
Istituzioni
Gruppi sociali
TENDONO A OPERARE IN UNA DIMENSIONE
PLANETARIA
Crea un modo di vivere
Essere globaleEssere globale
(o abitante del globo)
Essere localeEssere locale
(o abitante di una circoscritta località)
Fissa le regole del gioco
Nel processo in atto, infatti, se l’economia, la finanza, il commercio e l’informazione per un verso uniformano il globo, per un altro verso promuovono discriminazione e
segregazione nei confronti di larghi strati sociali costretti a vivere legati ad un luogo.
VS
Vincolato dalla propria condizione di povertà
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Gli elementi costitutivi della globalizzazione
FINANZIARIZZAZIONE L'attività di imprese e consumatori dipende sempre più strettamente dalla possibilità di ottenere
finanziamenti, e il comportamento dei dirigenti aziendali è sempre più condizionato dalle valutazioni dei mercati finanziari e degli intermediari finanziari globali.
INTERNAZIONALIZZAZIONEPiuttosto che impiantare concretamente stabilimenti, filiali e sedi periferiche nei diversi Paesi, è divenuto più conveniente allacciare rapporti contrattuali
con altre imprese presenti all’interno dei Paesi d’insediamento.
Questa nuova strategia consente alla grande impresa
• di ridurre gli investimenti in capitale • di non preoccuparsi più dei problemi inerenti all’organizzazione del lavoro nei Paesi d’insediamento
• di diminuire il personale espatriato potendo attingere ai lavoratori locali
CONCENTRAZIONE INDUSTRIALEÈ un processo che porta, attraverso acquisizioni e fusioni, alla formazione di grandi multinazionali e al progressivo consolidamento di queste in oligopoli di imprese-rete che controllano reti di fornitura,
produzione, cooperazione tecnologica, distribuzione in diversi settori industriali.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Il mercato del lavoro nell’economia globalizzata
Il sistema economico tende, oggi, a produrre un volume crescente di ricchezza con una quantità decrescente di lavoro. I “risparmi” nella forza lavoro dipendono innanzitutto dai processi di
robotizzazione e di informatizzazione della produzione, che hanno consentito un forte sviluppo del grado di tecnicizzazione dell’attività produttiva.
ROBOTIZZAZIONE E INFORMATIZZAZIONE: IL “RISPARMIO” DI FORZA LAVORO
Sostituzione della forza lavoro con “le macchine”
Accentua il fenomeno dell’espulsione di manodopera del mercato
LA FLESSIBILITÀ DEL LAVORO E LA DELOCALIZZAZIONE
La diminuzione dell’occupazione, tuttavia, è anche il risultato di una gestione più raffinata e flessibile delle risorse umane all’interno delle imprese, che si realizza attraverso l’adattabilità dei lavoratori alle mutevoli condizioni della produzione e la capacità di impadronirsi rapidamente del tipo di
lavoro cui vengono adibiti (contratti a tempo determinato o parziale).
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavoriINDICE
Prospettiva del declino del lavoro – ULTIMI 20 ANNI
Harry Braverman – “DEGRADAZIONE DEL LAVORO”
Ralf Dahrendorf – PASSAGGIO “DAL LAVORO ALL’ATTIVITA’”
Ha fornito una descrizione delle conseguenze che la divisione tecnica del
lavoro, operata dal capitale monopolistico, avrebbe comportato sui contenuti del lavoro
e sulla qualificazione dei lavoratori.
Ha ragionato sulle conseguenze della disoccupazione, traendone la previsione che il logorio subito dalla
“società del lavoro” avrebbe facilitato e necessitato l’avvento di una “società dell’attività” nella quale sarebbe venuto meno il sistema di coordinate che
consente sia l’identificazione sia la regolazione sociale.
Come si vede, ambedue le piste conducono a un lavoro impoverito nel suo valore intrinseco, oppure nel suo senso sociale
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Il tempo del sapere
LAVORO COME ATTIVITÀ?
Lavoro: Lavoro: declino o declino o
sparizione?sparizione?
Non sembra che il lavoro si sia degradato a forza di perdere professionalità; né sembra che il lavoro si sia dissolto diventando
un’attività qualsiasi, se non altro perché le sue forme, viceversa, si articolano mentre i suoi contenuti migliorano
IL LAVORO NON E’ DIVENTATO “OGGETTIVAMENTE AMORFO” E “SOGGETTIVAMENTE MARGINALE”
IL SISTEMA DEI VALORI SOCIALI E’ ANCORA COLLEGATO AL LAVORO
IL RUOLO PROFESSIONALE O LA COLLOCAZIONE PROFESSIONALE RESTANO UNA FONTE DI VALUTAZIONE,
DI COLLOCAZIONE E DI AUTOSTIMA SOCIALE
Questi due scenari non hanno retto alla prova del tempo
??
Se ci si può identificare attraverso il lavoro vuol dire che i profili del lavoro conferiscono tuttora identità sociale
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
“Quella in cui viviamo è ancora una società del lavoro. Certo, il lavoro
non ha più la maiuscola”Aris Accornero
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Che siamo ancora nella società del lavoro (minuscolo) lo dicono anche:
L’immigrazione – mostra che nei confronti del lavoro non si sono abbassate, bensì elevate, per gli uni le aspirazioni e per gli altri le
opportunità
La disoccupazione – esalta il valore del lavoro assai più di quanto lo deprima. Oggi la disoccupazione non abbassa le pretese in fatto di
qualità e di ricompense
Offe sottolinea inoltre che i disoccupati non si sentono più in colpa
=
Da dovere qual era, il lavoro è diventato diritto, e questo non sembra ridurre la sua importanza
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Per tutto l’‘800, e per una buona metà del ‘900, l’ideologia del lavoro è stata usata a piene mani, fino a logorarla. A partire dalla seconda metà
del ‘900 il lavoro si è laicizzato
Sono 3 i processi che hanno inciso sui profili valoriali del lavoro salariato:
1. La riduzione della durata
2. Il miglioramento della tutela e della remunerazione
3. La crisi del modello taylor-fordista
Ridimensiona il lavoro a vantaggio del non-lavoro
Fa apprezzare il tenore di vita
Fa prima temere la “degradazione”e poi fa sperare nella “qualità”
In sostanza, il lavoro è evoluto perdendo in centralità simbolica e guadagnando in distacco critico
Il lavoro non resta nell’empireo in cui l’avevano posto l’ideologia borghese dell’operosità e l’ideologia operaia del riscatto
MA
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
«FINE» DEL LAVORO?
Prospettiva della sparizione del lavoro – ORA
E’ pressoché interamente condizionata dalla disoccupazione di massa
1. Fa davvero mancare il
lavoro a molte persone che
pure ne vorrebbero
Si rovescia nella speranza che
questo acceleri il processo di
riduzione del lavoro ai minimi
termini
2.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Offusca le magnifiche sorti, e progressive, della società post – industriale, nella quale lo statuto del
lavoro pareva consistere nella sua creatività intellettuale
Nel momento in cui non si trova più, torna a valere. Mentre si scredita perché vengono meno le certezze che dava, si rivaluta perché ce n’è poco e
perché vivere non è poi così facile
Il lavoro che manca...Il lavoro che manca...
Turba la tendenza a una distribuzione del tempo via via più favorevole al non-lavoro, rimettendo in
discussione gli equilibri e i rapporti
Rovescia la speranza del diritto all’ozio
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Quel che oggi più rimanda alla prosaica realtà del lavoro, e che nega la prospettiva di una fine
OccidenteOccidente
VSVSOrienteOriente
RIDISEGNARE L’UNIVERSO DEI LAVORI
Non potrà allentare la presa sul lavoro, almeno fino a
quando nell’Estremo Oriente i tassi di sviluppo non
rallenteranno e i lavoratori non conquisteranno
condizioni tali da bilanciare la competizione
MA
Nei prossimi decenni il lavoro sarà più prosaico, perché avrà acquistato maggior contenuto ma avrà
perso parecchia stabilità
Retribuzioni più alte;Orari più corti;Una maggiore protezione sociale e una migliore qualità della vita
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Ha dato cittadinanza sociale al lavoro con il RICONOSCIMENTO, la
STABILITÀ e la TUTELA COLLETTIVA, di cui furono artefici e garanti le grandi
organizzazioni dei lavoratori che fronteggiavano le grandi strutture e le
grandi forze del capitale
Si riduce la visibilità sociale della fabbrica e degli operai; le
migliori condizioni di lavoro e di vita rendono meno acuti i contrasti e i conflitti; molti genitori operai
desiderano per i loro figli un’altra strada
‘900 Contemporaneità
Si viene quietamente imbucati nel mestiere paterno o materno
Sbocchi e tragitti professionali sono assai meno socialmente predestinati, anche se pesano
socialmente
I giovani possono scegliere
I giovani debbono scegliere che cosa faranno da grandi,
anche quando sanno soltanto che cosa non
vorrebbero fare
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Lavori con modulazioni di durata e regimi di tutela “atipici”
rispetto alla prestazione temporalmente definita e ai
rapporti temporalmente indefiniti tipici del ‘900
Lavori che non dissolvono il lavoro, ma che gli conferiscono
statuti differenziati, seppure su un nocciolo di manualità che cala e di intelligenza che cresce per tutti
Lavori che “pluralizzano” le forme del lavoro e che acuiscono, anziché ottundere, dimensioni e
significati del lavoro come sistema di senso
La transizione in corso ci sta portando dalla società del Lavoro alla società dei lavori
Quale identità nei lavori, come ci si
può formare un’identità sociale
con (e fra) così tanti lavori?
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
I lavoratori della conoscenza
Qual è la materia prima del mondo contemporaneo?
Cresce chi riesce a trasferire nei processi produttivi la maggior quantità possibile di sapere
Iniziativa personale
Intelligenzaumana
Motore dell’intero processo produttivo
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Oggi, più il lavoratore ci mette del suo, porta nella produzione la sua cultura e il
suo modo di essere, più si arricchisce l’intero processo produttivo
Quello che era l’informale nella fabbrica fordista
diventa la forma del nuovo lavoro
MA
Il grande valore della formazione e del sapere pone un problema: il frequente sottoutilizzo
nei processi produttivi del sapere acquisito dai lavoratori e dai giovani che hanno avuto
percorsi formativi alti
Nello stesso tempo si indebolisce la capacità di resistenza – l’affermazione dei propri ritmi, dei propri tempi e delle proprie esigenze personali –
di fronte a chi comanda
Costoro spesso si trovano davanti un’organizzazione del
lavoro che non muta altrettanto rapidamente, che
non riesce ad adeguarsi ai nuovi livelli di competenza e
sapere
??Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Oggi un lavoratore sa che il proprio valore nel processo produttivo è tanto
più alto quanto più è collegato a reti di sapere e di competenze che sono fuori
dall’azienda
Quanto di questo sapere è proprietà dell’azienda e quanto del lavoratore?
Quanto deve restare suo perché la sua autonomia sia effettivamente salvaguardata?
Il problema è per l’impresa
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Per riprodursi, il nuovo sapere richiede a chi lo detiene di essere in rete con una comunità di pari, con quelli che hanno le stesse idee
e un saper fare simili
Proprio perché si pretende dal lavoratore un contributo attivo,
l’azienda cerca un rapporto basato sulla fedeltà. Di conseguenza l’essere in rete con altri lavoratori con cui si condivide la professionalità, ma non l’ambiente lavorativo, è un problema
per l’azienda
Riconoscimento delle competenze all’interno
dell’azienda
Arbitrarietà di questo riconoscimento, spesso
affidato a soggetti e regole a cui è estraneo l’altrui
orizzonte di sapere e di competenza
Sapere che viene prodotto dall’elaborazione collettiva, ma che diventa patrimonio
del singolo lavoratore
??
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Oggi si chiede al lavoratore di fare quello che è già stato
deciso
Questo comincia a produrre nuove forme di resistenza e di rappresentanza, che seguono percorsi diversi da quelli che noi siamo abituati a pensare
Professionalità più autonoma
Dal settore merceologico
Dal contesto spazio-temporale in cui è
inserita
Sente come un vincolo, un peso, il fatto di essere riconosciuta solo
entro quei limiti
Nidil: la struttura sindacale che si
occupa delle nuove identità del
lavoro
Forme di professionalità che vivono in una produzione, ma che vanno oltre la pura prestazione di
lavoro per estendersi all’intero modo di vivere
=
Figura storica dell’operaio specializzato
??
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Valore di mercato del proprio lavoro
Realizzazione di sé
Paradigma sociale prevalente
IL LAVORO SI PERSONALIZZA
L’acquisizione e il controllo di questo sapere in che modo possono influire sulla condizione materiale del lavoratore
e come interagiscono con le dinamiche di mercato?
?
Non potranno mai costituire un ordine professionale
La loro professionalità è in rapido mutamento
Gravi problemi di insicurezza
Da un lato si costruisce la specializzazione all’interno di un mercato in continuo movimento e dall’altro si ha un’evoluzione così rapida delle professionalità da
rendere difficilmente definibile il loro statuto
Iner
zia
del s
inda
cato
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Il sindacato ha difficoltà a ridefinire il proprio ambito di rappresentanza e un’idea di lavoro in cui i margini
tra lavoro dipendente e lavoro autonomo tendono a sfumare
IL SINDACATO NON VEDE COME SOGGETTO IL LAVORO IN GENERALE, MA PIUTTOSTO
UN DETERMINATO TIPO STORICO DI LAVORO: IL LAVORO SALARIATO TRADIZIONALE
Il sindacato ha difficoltà a ridefinire il proprio ambito di rappresentanza e un’idea di lavoro in cui i margini
tra lavoro dipendente e lavoro autonomo tendono a sfumare
IL SINDACATO NON VEDE COME SOGGETTO IL LAVORO IN GENERALE, MA PIUTTOSTO
UN DETERMINATO TIPO STORICO DI LAVORO: IL LAVORO SALARIATO TRADIZIONALE
In questo modo si preclude la
possibilità di elaborare strategie
capaci di coniugare libertà
e uguaglianza
Lavoro operaio messo facilmente di
fronte alla globalizzazione, allo
sviluppo tecnologico e alla competizione con l’Europa e con il
mondo
≠
Lavoro del notaio, del professore
universitario, del commercialista
I leader sindacali europei sanno che la globalizzazione e la competizione li costringono a cambiare, ma sono riluttanti ad andare verso un tipo nuovo di società
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Nicholas Negroponte, guru dell’information technology
Jeremy Rifkin, autore de “La fine del lavoro”
Internet è il regno della libertà, tutti in internet sono uguali, non ci sono più differenze tra padroni e
lavoratori
Le nuove tecnologie, per definizione, distinguono un core,
un nocciolo ristretto di intelligenti, e pauperizzano e precarizzano il
resto del lavoro
≠
Due determinismi da evitare: la situazione è in divenire e molto dipenderà dalle scelte consapevoli delle persone, della politica,
delle istituzioni
La tecnologia ha vanificato i vecchi temi del
Rapporto consapevole tra la capacità del lavoratore e il suo
prodotto1.
del POTERE2.
Non si vede più, si è reso invisibile
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
CONTROLLO
La non visibilità del potere corrisponde probabilmente al fatto che gli stessi potenti – della politica, dell’industria, della finanza – faticano a trovare le
strutture di potere e di regolazione necessarie a gestire la fase nuova in cui sono entrate l’economia e la società a livello planetario
- Rimozione dei vecchi poteri di regolazione;
- Eccesso di libertà
NO FIDUCIA, ma SPAVENTO
Il più grande dramma della nuova economia, la cosa che più di ogni
altra può frenare lo sviluppo
Sensazione di incertezza e di
instabilità diffusa
Inesistenza di un potere
di regolazione
riconoscibile
MA
Forse il potere è oggi una cosa diversa dal passato
??
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Il potere può essere molto concentrato senza
essere centralizzato
La nuova organizzazione non annulla i conflitti di potere, li sposta ad un livello più complesso e per certi
aspetti più alto
C’è il dislocarsi dei poteri, con tutti
i fenomeni di resistenza e di contraddizione
Il vecchio industriale sentiva l’obbligo di rendere migliore il posto in cui viveva e sentiva una
responsabilità verso la gente che aveva intorno
IL POTERE IN RETE E’ UN POTERE CHE SI DERESPONSABILIZZA
Verso i dipendenti
Verso il territorio
Verso l’ambito sociale in cui vive
Viene meno il fattore di territorialità dell’economia perché ovunque, da qualunque posto, è possibile entrare in rete
Il potere è ben presente anche all’interno delle nuove industrie
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Bisogna avere un bagaglio di conoscenze
superiore al ruolo lavorativo
Nel lavoro che cambia, il sapere è
sempre più importante, perché
Bisogna avere un’identità
culturale forte, che permetta di reggere i cambiamenti futuri
Condizione per poter reggere una vita
lavorativa che sarà sempre meno un
“posto” e sempre più un “percorso”
Un lavoro basato sulla conoscenza spiazza l’idea della
formazione così com’era concepita una volta, come puro addestramento: si insegnava un
lavoro che già c’era e si presupponeva durasse tutta la
vita del lavoratore
1. 2.
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Acquista maggiore importanza il ruolo della SCUOLA e dell’UNIVERSITÀ
Innalzare i livelli di sapere diventa una necessità della nuova
economia basata sulla conoscenza
Chi sono oggi i disoccupati di lunga durata, quelli per cui la perdita del lavoro è uno scacco esistenziale?
Persone a bassa scolarizzazione, che non sono mai state coinvolte in un percorso formativo durante la
loro vita lavorativa
Persone che hanno incontrato subito un lavoro a professionalità bloccata e in quel posto sono rimasti, perché non avevano a disposizione le risorse culturali e professionali necessarie per cambiare, e il lavoro è scomparso dalla loro vita col declinare di quei posti
MA
Oggi le fonti del sapere e della cultura non stanno più solo nelle istituzioni formative tradizionali: il
territorio diventa una fonte di sapere fondamentale,
nel rapporto
LOCALE - GLOBALE
La scuola e l’università dovranno collegarsi con il sapere del territorio e
con le grandi reti globali della conoscenza
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Coloro che sono in grado di dominare e di
usare in modo consapevole i nuovi
strumenti della conoscenza
=
Coloro in grado di interagire con i
processi di globalizzazione dell’economia e
delle imprese
Coloro che sanno usare il computer ma non ne conoscono la
logica
Coloro che non usano il computer e lo
vedono come un puro e semplice mezzo di
intrattenimento
Lavoratori della conoscenza
Utenti passivi
Teledipendenti
Divisioni sul sapere
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Divisioni sulla mobilità
I nuovi nomadiSono ricercatissimi
Possono trovare lavoro ovunque
Sanno sfruttare il sistema della rete
I locali
Il loro sapere, il loro
lavoro, è incardinato al
posto e al territorio
I bloccati alle frontiere
Nessuno li vuole
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
La mobilità del sapere genera
nuovi conflitti, nuove contraddizioni, nuove insicurezze
La mobilità intesa come mutamento continuo è qualcosa di angosciante
L’IDEA CHE BISOGNA TANTE VOLTE PARTIRE SENZA AVER CHIARO DOVE
BISOGNA ARRIVARE, E SPESSO NEMMENO IN QUALE DIREZIONE BISOGNA ANDARE,
E’ PERLOMENO INQUIETANTE
Inoltre, i differenziali di sapere provocano disuguaglianze di condizione sociale notevoli. Cambiano anche i parametri di inclusione e di
esclusione sociale tradizionali
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
Come affrontare questo nuovo scenario lavorativo?
“Rigidità flessibili”“Rigidità flessibili”
Rete di sicurezza dei
diritti, cornice istituzionale e universale, più
estesa ma anche più leggera di
quella assicurata oggi da leggi e
contratti
Patti vincolanti per gli interessi, un
tessuto negoziale tutto da modellare e
calibrare su una tipologia congiunta
di rapporti e di confini, tanto articolata da superare gli
ordinamenti del ‘900
?
Nel senso della durata
e della tutela
Nel senso di luoghi e
di unità dove si
contrattaDifendere le conquiste ripensando le
tutele, cioè regolare le forze di mercato per il bene stesso del mercato e
flessibilizzare le norme sociali per il bene stesso della società
=
?
Dal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
“Dal mondo dei posti all’universo dei lavori, lo scenario va ridisegnato. Se anche l’Europa non deve
rifare tutto, pure dovrà rivedere molte cose nel proprio compromesso sociale. Per poter difendere bene quel
che è difendibile, bisogna cogliere opportunità, senza catastrofismi e senza fideismi. E senza troppe
nostalgie. Non vorrei che si finisse col rimpiangere il taylor-fordismo, mentre si passa dal Lavoro maiuscolo,
qual è stato nel ‘900, ai lavori minuscoli, quali ci prepara il nostro secolo. Le novità mettono sempre
paura, ma al taylor-fordismo credo occorra fare ponti d’oro, mentre si guarda all’altra riva. Sarebbe buffo, a
questo punto, scoprirci nostalgici del travail d’antan...”
Aris AccorneroDal Lavoro ai lavoriDal Lavoro ai lavori
BibliografiaBibliografia Accornero A., Era il secolo del Lavoro, Il Mulino, Bologna 1997
Battaglia R., Storia della Resistenza italiana, Einaudi, Torino 1964
Bauman Z., Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone, Laterza, Bari 2001
Bauman Z., Lavoro, consumismo, e nuove povertà, Città aperta, Troina 2004
De Bernardi A., Guarracino S., La conoscenza storica. Settecento e Ottocento, Edizioni
Scolastiche Bruno Mondadori, Milano 2000
Foa V. e Ranieri A., Il tempo del sapere, Einaudi, Torino 2000
Pavone C., Una guerra civile – Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, Bollati
Boringhieri, Torino 1991
Tittarelli e Cardillo, Scienze sociali: il diritto e l’economia, Tramontana, Milano 2004
Vicari Haddock S., La città contemporanea, Il Mulino, Bologna 2004
SitografiaSitografia www.elgg.net (per l’immagine di copertina)
www.romacivica.it
www.wikipedia.it
www.remondini.net
Top Related