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N. 26DICEMBRE 2017M

ENSI

LEGR

ATUI

TO SPAGYRICAnews dal mondo naturale

SPAGYRICA IN CUCINAL’ARANCIA

ALIMENTAZIONEUN FRUTTO RUBATO AGLI DÈI

DIGESTIONEQUANTO CONTA LA BILE NELLO SVUOTAMENTO DELLO STOMACO?

NEVRALGIARICONOSCERLA E DEFINIRLA

GELONICOME PREVENIRLI

E AFFRONTARLI

ASMACOME RICONOSCERLA E TRATTARLA

IN MODO ADEGUATO

INFLUENZARIMANDARE L’APPUNTAMENTO

ANNUALE?

SHIATSULO SHIATSU E I BAMBINI

SPAGYRIASE LA MATEMATICA NON È UN’OPINIONE DEL DR. GIORGINI (III PARTE)

COLOSTROL’IMPIEGO DI QUESTA SOSTANZA NEGLI INTEGRATORI ALIMENTARI

AGOPUNTURAQUALE UTILITÀ IN GRAVIDANZA

Idee Regalotutte Naturali

Page 2: SPAGYRICA DICEMBRE 2017 N. 26 - Dr. Giorgini

3

editoriale

4 SPAGYRIASe la matematica non è un’opinioneGiorgini Dr. Martino (III parte)

8 ASMAApparato respiratorio in difficoltà?

12 DIGESTIONELa bile non va “travasata”

16 GELONIMani e piedi al riparo durante l’inverno

20 COLOSTROPrima del latte materno…

24 NEVRALGIARiconoscere e vincere il dolore nevralgico

Dr. Matteo Menetti Cobellini

28 INFLUENZAUn poco graditoappuntamento annuale

Dr. Matteo Menetti Cobellini

Scrive il grande William Wordsworth nell’ultima parte della poesia The Tables Turned: «Sweet

is the lore which Nature brings; / Our meddling intellect / Mis-shapes the beauteous forms of

things: / We murder to dissect. / Enough of Science and of Art; / Close up those barren leaves;

Come forth, and bring with you a heart / That whatches and receives» («Dolce è la conoscenza

che la Natura porta; / Il nostro intelletto impiccione / Deforma le felici forme delle cose: / Ucci-

diamo per analizzare. / Basta di Scienza e di Arte; / Chiudi quelle aride pagine; / Vieni avanti,

e porta con te un cuore / Che guarda e riceve»).

In questo caso, non si vuole ribadire ancora una volta – con il rischio di diventare monotoni – il

ruolo meraviglioso della Natura, bensì si desidera prendere spunto dalle straordinarie parole del

Poeta inglese per introdurre alcune riflessioni, partendo da due interrogativi. C’è veramente la

tendenza a deformare ciò che è chiaro e immediato? E ancora, si possiede veramente un cuore

che guarda e riceve? D’emblée, queste domande non danno l’impressione di essere collegate a

questo tipo di rivista, tuttavia, sul primo di questi due interrogativi sembra ruotare l’articolo

della rubrica Spagyria, dove l’autore si impegna, tramite l’esplorazione di numerose concordan-

ze, a togliere da alcuni concetti quel velo di deformazione che la razionalità (impicciona) ha, in

un certo senso, apposto. E però, ancora una volta, come si suggeriva nell’editoriale di settembre,

occorre una nuova disposizione del cuore, che possa così guardare e ricevere in maniera totale;

ma oltre a questo, serviranno anche un’osservazione e un ascolto di grande efficacia.

Quanto sarebbe tutto più facile se si seguisse tale impostazione: si eviterebbero così fraintendi-

menti e si limiterebbe la cattiva comunicazione, anche perché l’ascolto, l’osservazione, la ricezio-

ne hanno la facoltà di mettere in dubbio la posizione di un individuo non tanto per confonderlo

o per togliergli punti di riferimento, quanto per indurlo a porsi nuove domande in un constante

dinamismo. Va da sé che questo può avvenire solo se si mette da parte ogni forma di rigidità

(che deforma) e si inizia a cogliere le altrui considerazioni non come avversioni al proprio pen-

siero, ma come dono – in questo caso, essendo in tema, pure natalizio – per l’accrescimento di

una comune causa. Per “volare alto”, per assaporare la conoscenza dolce della Natura, come

ricorda Wordsworth, occorrerà – letteralmente – gettare via tutta la zavorra, liberarsi dai paras-

siti (di cui peraltro si è parlato nel numero precedente), per iniziare così un nuovo anno – ormai

alle porte – affrancati. Non è forse anche questo un modo per seguire la salute? Mentale, senza

dubbio, più che fisica, ma certamente non da trascurare viste le attuali condizioni di vita, ove il

benessere psichico è sempre più sottoposto a logoramento. Ecco perché, accanto alle patologie,

agli integratori e alle discipline integrative, in questa rivista, viene sempre concesso spazio all’e-

quilibrio mentale che, talvolta, consiste in un’apertura uniforme di cuore e mente in un costante

e infinito processo di affinamento, proprio come suggerisce la poesia di Wordsworth!

LBM

Per un’uniforme apertura di cuore e mente

L'APP DI SPAGYRICA È ADESSO

34 AGOPUNTURAAgopuntura in gravidanzaDr. Giovanni Di Luccio

36 SHIATSULo Shiatsu e i bambiniArianna Cioverchia

38 ALIMENTAZIONEDagli Dèi agli uomini

42 SPAGYRICA IN CUCINAL’aranciaPaola Balducchi

47 PER SAPERNE DI PIÙNon esiste un solo magnesio!

SPAGYRICA news dal mondo naturale ~ Periodico mensile N. 26 Dicembre ~ [email protected]

EDITORE: Elitto Edizioni ~ Via Val della Meta, 4 - 50034 Marradi (FI)

DIRETTORE RESPONSABILE: Lorenzo Bellei Mussini ~ e-mail: [email protected]

REDAZIONE: Federica Stefanini

DIREZIONE, PROGETTO GRAFICO, REDAZIONE, IMPAGINAZIONE E STAMPA (in proprio):© Ser-Vis Srl ~ Via Nanni Costa 30 - 40133 Bologna

Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 8414 in data 07/04/2016

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Sommario

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SE LA MATEMATICA NON È UN'OPINIONE... (terza parte)

Spagyria

Le attuali concezioni scientifiche della cosiddetta materia esprimono la struttura dell’energia messa in moto nell’universo sotto una forma vibratoria: da una parte il Fiat Lux, la Parola che ha creato il mondo, ovvero, il Verbo di Dio, da parte degli Antichi; e dall’altra parte il big–bang dei moderni.Gli Antichi hanno ricercato tale Parola e così hanno contemplato i Principi e li hanno tramandati attraverso un alfabeto con cui comporre le parole con valori segreti, un linguaggio che collega il passato, il presente e il futuro.L’Archetipo che contiene la Parola è, ancora una volta il numero più piccolo, dunque non può essere che: 10.368 = 18 x (26 x 32).Non resta che decodificare questo numero per trovare le lettere della Parola che ci ha creato, ad esempio se-condo la tradizione ebraica.Il numero 18, come abbiamo stabilito, è necessariamente il primo fattore, quindi la prima lettera della Parola, perché è il numero portante del complesso 18 81. Ne consegue che gli altri fattori (lettere) debbano essere dei numeri che non abbiano la possibilità di formare un simile complesso decimale, altrimenti la Parola perde-rebbe la sua univocità strutturale (uni-vocum, solo “una voce”), per cui tutti gli altri valori delle parole debbono essere riferiti a 10 e il numero degli altri valori deve essere minimo, ovvero si tratta di esprimere il prodotto 26

x 32 con il minor numero possibile di fattori. Così 26 = 64 possiamo scomporlo in 8x8; e 32 = 3x3 o meglio 9, che soddisfa la nostra struttura (minor numeri e inferiori a 10), dunque: 18x8x8x9 = 10.368.Ora andiamo a cercare a quali lettere dell’alfabeto ebraico corrispondono questi quattro numeri, che vengono chiamati, in questo caso, “valori segreti delle lettere”.

18 = jod8 = he9 = vav8 = heIavè! 18+8+9+8=43

Se vogliamo calcolare il “valore esoterico segreto della parola Iavè”, bisogna sommare i “valori esoterici se-greti delle quattro lettere” che lo contengono:

Ves 18 = 171Ves 8 = 36Ves 9 = 45Ves 8 = 36171 + 36 + 45 + 36 = 288!

Ma il nome completo è: Iavè Elohim. Il “valore esoterico segreto” di Elohim è 83, dunque Iavè Elohim = 43 + 83 = 126, che sommato a 162 dà 288 (288 = 162 + 126)!Consideriamo ora la forma dell’aleph, א, prima lettera dell’alfabeto ebraico, di “valore esoterico segreto” 3: questa lettera è composta da due jod contrapposti! Il valore esoterico segreto di jod è… 18! Avevamo conside-

Ves 18 = =18(18+1)

2171

rato che la generatrice di ogni struttura era data dalla simmetria 18 81!Considerato che gli Antichi insistevano sull’importanza della forma delle lettere (come abbiamo visto risultare dalla costruzione geometrica delle lettere latine), l’Aleph ci appare una simmetria di due jod disposti da una parte e dall’altra dell’asse:

18 x 8 x 9 x 8 = 10.368

81 x 8 x 9 x 8 = 46.656

Di nuovo 46.656, il valore numerico dello Spirito Universale, rivelato da Platone nel Timeo!

Ricapitolazione con sorprese:

46.656 - 10.368 = 36.28846.656 + 36.288 = 82.94482.944 = 2882 = 288 x 288!

288, ricordiamolo, l’abbiamo trovato sommando i numeri atomici (che corrispondono al numero degli elettroni o dei protoni) dei 6 atomi più stabili e anche sommando i “valori esoterici segreti” delle lettere della parola ebraica Iavè!

Dividiamo allora questi quattro numeri per 288:

82.944 : 288 = 288 162 + 126 = 28846.656 : 288 = 16236.288 : 288 = 126 288 – 162 = 12610.368 : 288 = 36 162 – 126 = 36! (6x6) = 36 = (1+2+3) x (1x2x3)

Ricapitolando:

288 = 126 +162 126 = 83 + 43 = Iavè Elohim288 x 36 = 10.368288 x 162 = 46.656 66 = Spirito Universale (1 x 2 x 3 x 4 x 9 x 8 x 27 = 46.656)288 x 126 = 36.288

Secondo il Sefer Yetzirà, la Genesi del mondo è avvenuta attraverso le 22 lettere sacre dell’alfabeto ebraico e i 10 Sefirot, cioè i primi 10 numeri. Le 22 lettere sono suddivise in 3 madri, 7 doppie e 12 semplici.Sommiamo i valori esoterici segreti delle Tre Madri:Aleph = 3 + Mem 30 + Shin 180 = 213.Se moltiplichiamo 213 x 6 otteniamo 1.278. Ebbene, questo numero è l’unione di 12 e del suo stesso valore segreto 78!Se dividiamo per 6 il valore esoterico segreto delle lettere della parola Iavè Elohim (83 + 43) otteniamo 21 (126 : 6 = 21) che è il valore segreto di 6!

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Spagyria

Amico lettore, da una curiosità a un’altra: ricordi le sequenze dei nuclei stabili 2, 8, 20, 50, 82, 126, la cui somma dà 288? Proviamo a rovesciarle: 2+ 8 + 02 + 05 + 28 + 621 = 666, il numero dell’Apocalisse: «Qui sta la sapienza. Chi ha intendimento conti il numero della bestia, poiché è numero d’uomo e il suo numero è 666»; e più avanti: «Quanto alla bestia, è anch’essa un ottavo re». Se calcoliamo il valore segreto di 8 otteniamo 36 e il valore segreto di 36 è… 666!Il numero 666 è un numero di opposizione, ottenuto rovesciando la sequenza dei numeri corrispondenti al numero di protoni (o elettroni) degli atomi più stabili.288 è il numero della Genesi, 666 quello dell’Apocalisse. 666 – 288 = 378.378 è il valore segreto di 27, che si può scrivere 33 (3 x 3 x 3)! Inoltre, 27 è il valore esoterico segreto della parola «El», “Dio”, secondo la tradizione ebraica.Nell’Apocalisse sono citati altri numeri. Per esempio: le lettere alle 7 chiese; il libro dai 7 sigilli; le 7 trombe; il 144 (12x12), che è la metà di 288; il 1260, che contiene 126, ma anche 2160 che è la durata, in anni, di un mese del Grande Anno Platonico (2160x12=25.920).Dato che siamo lanciati, proseguiamo con altre concordanze, perché da queste si scopre che c’è un sapere uni-co all’origine, che risale a prima del diluvio, quando c’era una sola lingua (secondo la testimonianza Sumerica delle tavolette d’argilla) e della Genesi.Il Santo dei Santi del Tempio di Gerusalemme, per rimanere nella Bibbia, era un «velo composto da 72 teli in-crociati insieme. Ogni telo aveva 24 fili, 6 fili per ognuno dei 4 colori del tempio»: 72 x 6 x 4 = 1.728 = 6 x 288!Teniamo sempre presente che 72 sono gli anni che, come si è già detto più volte, impiega l’asse terrestre a percorrere un grado dei 360, necessari per completare il cerchio nel fenomeno chiamato precessione degli equinozi. Si può solo aggiungere che: 18 (י = jod) x 4 = 72.72 è anche il prodotto di: 36 x 2; 8 x 9; 12 x 6; 23 x 32. Inoltre, 72 x 4 = 288!Il Tempio di Gerusalemme aveva dei musicisti, 24 gruppi di 12 musicisti ciascuno: 24 x 12 = 288!Se sommiamo “i valori esoterici segreti” delle 22 lettere dell’alfabeto ebraico, otteniamo 1170 e questo numero è la somma di 288 + 882!Se a 288 poniamo l’unità davanti otteniamo 1288, e ne calcoliamo il valore segreto: Vs 1288 = 830.116, dove 83 è il valore esoterico segreto di Elohim; mentre 830 +116 = 946. Quest’ultimo è il valore esoterico segreto di 43, Iavè!Inoltre, abbiamo visto che 72 x 4 = 288, ma 72 x 6 = 432 che è il numero dei fili di ogni colore dei teli del Tem-pio di Gerusalemme, se a quest’ultimo vi si aggiunge qualche zero si trova un numero che presso i Bramani, nell’India antica, indicava la durata di un ciclo!Se, poi, si pone l’unità davanti a 432 e calcoliamo il valore segreto del numero troveremo che Vs 1432 = 1.026.028, in cui si ritrovano i numeri 126, 162 e 280 (280 è la somma del numero di elettroni dei sette strati)!Ma torniamo allo Spirito Universale e al suo valore rivelato da Platone nel Timeo (1, 2, 3, 4, 9, 8, 27), ripassia-mo il fatto che il prodotto dei numeri di questa serie dà 46.656 (che è anche il prodotto di 162 x 288, il numero dei musicisti del Tempio; oppure di 66!) che corrisponde al “valore esoterico segreto” seguito dalla parola Iavè superiore: 81 x 8 x 9 x 8 = 46.656 e da questo si ricava anche la durata del Grande Anno Platonico (25.920 anni) e i cicli dei Bramani dell’India… si intravede un’unica fonte dalla quale sono sgorgati questi numeri!!!

Fine della terza parte di quattro. Salve!

Giorgini Dr. Martino

Dunque, 126 = 6 x il valore segreto di 6! 6 x 21 = 126Mentre, 288 = 8 x il valore segreto di 8! 8 x 36 = 288!Cosi 6 x il valore segreto di 6 x 8 x il valore segreto di 8 dà 36.288 = 126 x 288!Inoltre 288: 6 = 48 e 6 x 8 = 48!

E, finalmente, possiamo ricavare il valore del Grande Anno Platonico (25.920 = 72x360 o 12 x 2160) relativo al macrocosmo, dal valore numerico dello Spirito Universale, insegnato dallo stesso Platone, 46.656.

46.656 – 10.368 = 36.28836.288 – 10.368 = 25.920! Anno Platonico

E infine: 288 x 90 = 25.920!!

Nel pensiero degli Antichi Sumeri, e successivamente degli Antichi Saggi, ogni lettera aveva una grande im-portanza (forma, suono, numero). Gli Antichi ebrei insistevano sul fatto che i testi dovevano essere trasmessi «senza cambiare uno jod». Ma qualcuno dei trascrittori non ha ubbidito. Così il primo versetto della Genesi, in lingua italiana, recita così: «In principio Dio creò il Cielo e la Terra». Ma se prendiamo il nostro tempo e andiamo a leggere in ebraico queste poche parole, scopriremo che il significato è totalmente diverso.La prima parola «In principio» è la traduzione della parola ebraica «bereschith», ma nel testo ebraico è scritto «Baraschit» ( ) che vuol dire «egli creò i sei»!

Ma leggiamo tutto il versetto in ebraico. Baraschit bara elohim eth ha-scha-maim v’eth ha-aretz .Troviamo scritto «Elohim», Dei, plurale di «El», Dio, su cui torneremo.Ma proseguiamo nell’analisi del primo versetto della Genesi in Ebraico «schamaim v’eth ha-aretz». «Scha-main» è una parola composta da «aesch» e «main» che significano rispettivamente «acqua» e «fuoco», di cui si è già parlato. Non resta che «ha-aretz» che significa la “terra”, ovvero ciò che consideriamo materia, ed il suo “valore esoterico segreto” è 203, la metà di 406, numero di peso atomico dell’Atomo X (l'atomo più stabile), protoni + neutroni = 280 + 126!

«Baraschith» = 685 (“valore esoterico segreto”)il vs. di 685 = 234.955il vs. di 586 = 171.991

La loro somma, 234.955 + 171.991 = 406.946.406 = valore segreto di 28!946 = valore segreto di 43! valore esoterico di Iavè!

406 è il doppio del valore numerico di «ha-aretz» (la terra) 203.

«eth» implica l’inizio e la fine di tutte le cose: questa parola è composta dalla prima lettera e dall’ultima dell’al-fabeto (aleph e tau). Se si aggiunge la lettera «he», che forma l’articolo della parola seguente «ha shamaim», si ottiene la parola «atha», che significa “tu” (“valore esoterico segreto” 371). Ora, si tratta degli Elohim, allorché si legge «tu dai la vita a tutte le creature». Dunque, «Elohim» equivale a «eth ha», ossia 83 equivale a 371 e 371 – 83 = 288!

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Il termine asma viene utilizzato in linguaggio medico per indicare qualsiasi forma di difficoltà di respira-zione. In questo caso, tuttavia, verrà analizzata quella patologia asmatica legata ai bronchi. Questi sono dei tubicini che, come i rami di un albero, si ramificano sempre più, diminuendo nel calibro; gli stessi, durante gli atti respiratori normali, si dilatano nell’inspirazione, restringendosi, di contro, quando si espira. L’asma bronchiale, che viene classificata in intermittente o persistente, acuta o cronica, secondo valutazioni che permettono un inquadramento diagnostico uniforme, è una malattia delle vie aeree, che sopraggiunge quando si verifica un’infiammazione e un’ostruzione del calibro dei bronchi.

LUOGHIPOLVEROSI

INQUINAMENTO ATMOSFERICO

FARMACI

ABITUDINI ALIMENTARI ERRATE

FAMILIARITÀ

LUOGHIUMIDI

FORTI ODORI

POLLINI

ATMOSFERE CARICHE DI NEBBIA

ACARI ANIMALI MICETIPIANTE

FUMO DI TABACCO

9Scopri la vasta gamma dei prodotti del Dr. Giorgini sul sito internet www.drgiorgini.it8 I prodotti del Dr. Giorgini sono disponibili in erboristeria, farmacia e parafarmacia

Asma

APPARATO RESPIRATORIOIN DIFFICOLTÀ?

Asma Informazione pubblicitaria a cura di VIS MEDICATRIX NATURAE® s.r.l. di Giorgini Dr. Martino

SONO IN MOLTI A NON CONOSCERE IN MANIERA ADEGUATA L’ASMA E QUINDI A NON TRATTARLA ADEGUATAMENTE

Ma cosa avviene, in dettaglio, nelle persone che soffrono di asma? Normalmente, le vie aeree hanno dei recettori che le indu-cono a restringersi; e però – si è detto – quando i bronchi presen-tano un’infiammazione cronica, il muscolo liscio degli stessi, nel

ridursi, non torna più al diame-tro iniziale.

I sintomi che presenta un indi-viduo che soffre di asma bron-chiale sono ben definiti e com-prendono principalmente tosse (spesso secca e irritativa, ma an-

che catarrale), sibilo, dispnea (respirazione alterata), costrizio-ne toracica, nonché sensazione di mancanza d’aria. La tosse, peraltro, può aumentare dopo uno sforzo intenso, oppure mentre si ride intensamente.

Certo è che il soggetto asmatico si troverà a disagio in luoghi pol-verosi, o particolarmente umidi, nonché in presenza di forti odori, pollini, ma anche in atmosfere cariche di nebbia. D’altra parte, sono proprio i fattori ambientali che possono favorire la comparsa di fenomeni d’asma: gli allergeni (derivanti da acari, animali, mice-ti, piante), infatti, quando vengono inalati, attivano dei recettori che a loro volta provocano infiamma-zioni che riducono il calibro dei bronchi. Attenzione, però, anche a fumo di tabacco, inquinamento atmosferico, abitudini alimenta-ri errate e farmaci, anch’essi an-

noverati tra i potenziali agenti scatenanti. Certo, l’allergia potrà essere familiare (non ereditaria) e quindi i genitori trasmetteran-no ai figli la predisposizione alla malattia. Un ulteriore fattore che può portare all’insorgenza di asma è l’iperventilazione, ovvero l’aumento della frequenza respi-ratoria: quando si altera l’equili-brio della fase della respirazione, magari durante un determinato esercizio fisico, può aumentare il rischio di attacchi asmatici. In tal senso, ci sono sport a rischio, come quelli che portano a un au-mento della ventilazione a fred-do (nuoto, calcio, ciclismo…);

allo stesso tempo, però, esistono atleti professionisti che, pur avendo problemi di asma, prati-cano sport asmogeni senza avere attacchi, giacché sono in grado di prevenire la comparsa di feno-meni asmatici. Attenzione, però, anche ai fattori individuali come l’iperattività bronchiale e l’obe-sità: quest’ultima infatti «aumen-ta l’incidenza e la prevalenza di asma e al tempo stesso ne riduce il controllo» (A. Coghi, F. Olivie-ri, G. Matteotti, D. Peroni, Asma e obesità, più di un’associazione causale?, «Rivista di Immunolo-gia e Allergologia pediatrica», II, 2010, p. 13).

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Insomma, per prevenire attac-chi di asma, prima di tutto è indispensabile rimuovere tutti i fattori di rischio, individuan-do e allontanando, per esempio, gli allergeni. A monte, tuttavia, occorrerà un’anamnesi, un esa-me obiettivo, effettuando altresì prove di funzionalità respirato-ria come la spirometria e altre in-dagini. Non solo, ma preventiva-mente sarà sempre fondamentale proteggere le vie respiratorie, garantendone la perfetta funzio-

nalità e mantenendo peraltro il benessere della mucosa orofa-ringea. Con queste precauzioni, il cui effetto potrà essere imple-mentato anche da erbe quali la Grindelia, si potrà limitare – per quanto possibile – l’insorgenza di fenomeni asmatici. Proprio la pianta testé menzionata è un vali-do strumento nelle circostanze descritte: «agisce come espetto-rante e broncospasmolitico uti-le nell’asma, bronchite ed enfi-sema quando le vie respiratorie

sono infiammate con ipersecre-zione di muco (Kommission E)» (P. Chiereghin, Fitoterapia per il farmacista, Milano 2005). Un noto slogan pubblicitario ce-lebrava, a buon diritto, il ruolo svolto dalla prevenzione che si mostrava ben più efficace rispetto a quello della cura che, talvolta, presenta anche un costo superio-re. Ma allora perché non sfruttare appieno l’utilità del prevenire, amplificandone l’effetto?

Grindelia (Grindelia robusta): pianta erbacea perenne del genere Asteracee, originaria della California e del Messico settentrionale, introdotta in Europa dai Gesuiti; tende ad assumere l’aspetto di un cespuglio, raggiun-gendo un’altezza di 50-60 cm. Presenta una radice a fittone e fusti ramosi, le sue foglie sono intere, allungate e a margine seghettato. La parte impiegata in fitoterapia sono le sommità fiorite.

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Asma

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COME VIENE IMPIEGATO IL CIBO DAL CORPO?Attraverso gli alimenti l’organismo acquisisce sostanze da cui ricava energia, materiali grezzi e nutrienti necessari per le sue funzioni vitali: le cellule sono in grado di ottenere energia partendo da molecole diverse, come zuccheri semplici, grassi e aminoacidi. Queste sono tutte molecole di piccole dimensioni, che la cellula assorbe e che rappresentano quindi i singoli «mattoni» (i monomeri) nei quali il cibo deve essere scomposto. A sua volta, il cibo è costituito principalmente da quattro tipi di molecole organiche: proteine, grassi, carboi-drati e gli acidi nucleici; la digestione permette di spezzare i legami tra i monomeri, per cui: dalle proteine si ricavano gli aminoacidi; dai grassi gli acidi grassi semplici (glicerolo e colesterolo); dai carboidrati il glucosio e altri zuccheri semplici (monosaccaridi); dagli acidi nucleici i nucleotidi.

LA DIGESTIONE IN BREVELa digestione chimica si compie grazie all’azione di una serie di proteine (gli enzimi digestivi) capaci di spez-zare i legami tra i monomeri. Il tutto comincia dalla cavità orale (la bocca), dove i denti lacerano e macerano il cibo creando così il bolo alimentare, supportati dagli enzimi contenuti nella saliva. Questo, a sua volta, viene deglutito passando dapprima lungo la faringe, poi attraverso l’esofago, un semplice tubo, rivestito da due strati di muscoli che termina con una valvola, il cardias, che permette l’accesso allo stomaco, in cui continua la digestione del bolo alimentare. Qui, dove si accumula il cibo ingerito, si viene a formare un liquido cremoso e acido, il chimo, che passa nel duodeno (primo tratto dell’intestino tenue) attraverso il piloro, una valvola che chiude l’estremità terminale dello stomaco; è in questa prima parte dell’intestino che si riversano i succhi digestivi prodotti nel fegato e nel pancreas.

IL SUCCO PANCREATICO E LA BILEIl pancreas svolge un ruolo im-portante nel processo di dige-stione giacché produce il succo pancreatico, un liquido costituito principalmente da acqua, bicar-bonato di sodio ed enzimi dige-stivi (lipasi, amilasi pancreatica, tripsina e chimotripsina), che vie-ne riversato nel duodeno insieme alla bile. Quest’ultima, invece, è prodotta dalle cellule epiteliali (epatociti) del fegato e transita attraverso una serie di dotti ac-cumulandosi nella cistifellea. A differenza del succo pancreatico, questa non contiene enzimi, ma una serie di acidi e sali in grado di emulsionare i grassi, ovvero di suddividerli in microscopiche goccioline lipidiche. Comunque, anche la bile giunge nel duodeno con il compito di digerire e assi-milare – come visto – i grassi e di contribuire alla peristalsi dell’in-testino, annullando l’acidità dei succhi gastrici, nonché elimi-nando tutte le sostanze tossiche che possono derivare da cibo, al-col o farmaci.

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LA BILE NON VA "TRAVASATA"L’IMPORTANZA DI QUESTO LIQUIDO NELLA DIGESTIONE E NELL'ASSORBIMENTO INTESTINALE DEI GRASSI

Digestione Informazione pubblicitaria a cura di VIS MEDICATRIX NATURAE® s.r.l. di Giorgini Dr. Martino

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L’IMPORTANZA DELLA BILEIl passaggio del contenuto gastrico nel duodeno attraverso il piloro è finemente regolato: quest’ulti-mo, in condizioni normali, si apre per consentire uno svuotamento graduale (circa 3,5 ml di chimo) del-lo stomaco. Allo stesso tempo si chiude prevenendo il riflusso della bile nello stomaco: infatti, mentre la mucosa gastrica è alquanto resistente all’acido cloridrico, può essere tuttavia danneggiata dagli acidi biliari; la mucosa duodenale, invece, presenta caratteristiche opposte. È il riversamento di bile nel duodeno che favorisce – insieme a fattori umorali e nervosi – l’apertura della valvola pilorica. Infatti, questa funziona con il variare del pH: l’acidità la mantiene chiusa, l’alcalinità ne favorisce l’apertu-ra. Essendo la bile in soluzione alcalina, il piloro si apre e il chimo passa nel duodeno, dove si completa la digestione degli alimenti e viene neutralizzata l’acidità del contenuto gastrico. È il mal funzionamento del piloro a determinare il reflusso biliare e non la produzione di bile che, peral-

tro, è sempre più scarsa visto lo stile di vita e alimen-tare che porta al costante affaticamento del fegato. Se quest’organo è impiegato 24 ora su 24 a neu-tralizzare l’enorme quantità di tossine, avrà meno energia per espletare le altre funzioni, come la pro-duzione di bile. Una carenza di questo liquido, in-fatti, provoca problemi quali un lento svuotamento dello stomaco, difficoltà a digerire alcuni alimen-ti, eruttazione, necessità di bevande gassate ai pa-sti, gonfiore, acidità…Se c’è poca bile, il contenuto gastrico acido che giunge nel duodeno non viene neutralizzato comple-tamente e passa nell’intestino tenue che, a sua vol-ta, assorbirà acido cloridrico!Insomma, quando dopo un pranzo o una cena ci si sente gonfi per diverso tempo e lo stomaco non si svuota adeguatamente, è più che probabile che vi sia una carenza di bile, liquido ben più importante di quel che si possa pensare, benché sempre più legata al suo celebre “travaso”!

Ma allora, come si può intervenire per intensificare la produzione di bile? Beh, prima di tutto occorre sottolineare che quando si utilizza il termine “intensificare” ci si riferisce a una condizione in cui vi è penu-ria di bile – che, come visto, è frequente – affinché si possa ritornare a livelli normali. Allo stesso tempo, non esistono prodotti che fanno mi-racoli, sicché è sempre opportuno seguire uno stile di vita in equilibrio, che non vuol dire vietarsi e vietare al prossimo tutto, ma semplicemente adottare una misura! Per incrementare comunque la produzione di bile, la Natura generosamente offre alcune possibilità: il Boldo, per esem-pio, che «raddoppia la secrezione biliare e fluidifica la bile» (F. Perugini Billi, Manuale di fitoterapia, Azzano San Paolo 2004); il Carciofo, in quanto «pianta con un tropismo epato-biliare elettivo» (Ibidem); la Fu-maria, che aumenta «il flusso biliare insufficiente, lo frena quando è in eccesso e non agisce se non c’è necessità» (E. Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Milano 2012) e il Tarassaco, di cui è stato evidenziato «l’aumento della secrezione biliare» (Ibidem). Queste piante, insieme ad altre, si sono dimostrate, nell’arco degli anni, un ec-cellente e “discreto” alleato per le problematiche sopracitate!

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Digestione

Boldo, carciofo, crespino, tarassaco e curcuma promuo-vono la funzionalità epatica mentre cicoria e fumaria favoriscono anche quella delle vie biliari. Inoltre, tutte le piante contenute nel prodotto agiscono facilitando la funzione digestiva.

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Tra le numerose microalghe considerate il cibo dell’avvenire, la Spirulina (Spirulina maxima) è forse quella che sta riscontrando maggiore successo. Considerata erroneamente un’alga azzurra, in realtà la Spirulina è un batterio, appartenente alla classe dei cianobatteri, organismi unicellulari in grado di compiere la fotosintesi. Attualmente viene classificata nel ge-nere Arthrospira ma, soprattutto a livello commerciale, si continua a chiamarla Spirulina.

Geloni Informazione pubblicitaria a cura di VIS MEDICATRIX NATURAE® s.r.l. di Giorgini Dr. Martino

MANI E PIEDI AL RIPARO DURANTE L’INVERNOCOME PREVENIRE E TRATTARE I TEMUTISSIMI GELONI?

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LA VASOCOSTRIZIONELa riduzione di calibro dei vasi sanguigni (vasocostrizio-ne) rappresenta un meccanismo di sopravvivenza, allorquando conserva il calore corporeo a fronte di temperature molto fred-de all’esterno: in tale condizione, infatti, l’organismo reagisce con la vasocostrizione dei capillari, impedendo la dispersione di ca-lore verso l’esterno. Com’è de-sumibile, quando quest’azione è esasperata possono sorgere pro-blemi.

I GELONIÈ risaputo ormai che l’azione del-le basse temperature sull’orga-nismo può determinare reazioni da parte di quest’ultimo: la cute, per esempio, di fronte all’aggres-sione del freddo, partecipa in modo fondamentale ai meccani-smi di difesa attuati, sinergica-mente, dai vari organi e sistemi. Tra le reazioni più note alle tem-perature rigide e umide (l’u-midità determina stasi) dell’in-verno, vanno ricordati i geloni, affezioni cutanee che interessano principalmente le estremità peri-feriche, mani e piedi, ma anche guance, orecchie e naso, dove la circolazione diventa più lenta. Nella terminologia medica, i ge-loni sono definiti con il nome di eritema pernio, e non sono altro che un’irritazione cutanea do-vuta all’azione congiunta dell’ag-gressione del freddo sulla pelle e una riduzione della circolazio-ne e dell’irroramento sanguigno nelle mani e nei piedi. In pratica, la bassa temperatura del periodo invernale favorisce una vasoco-strizione, a sua volta responsa-bile della minore irrorazione di sangue nelle parti periferiche del corpo.

COME SI RICONOSCONO?I geloni sono facilmente identi-ficabili: la pelle della zona inte-ressata tende inizialmente a co-lorarsi di rosa vivo, poi passa a seccarsi in maniera vistosa e a screpolarsi sino ad arrivare agli stati più avanzati dove si gonfia, è dolente, brucia e prude; talvolta compaiono anche delle ulcera-zioni. Le lesioni cutanee tenden-zialmente compaiono nelle 12/24 ore successive all’esposizione, con una regressione entro le 2/3 settimane, tuttavia la recidiva stagionale è una caratteristica dei geloni. Da questi sono colpi-ti entrambi i sessi, con leggera preferenza per quello femminile indipendentemente dall’età.

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Geloni

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Tuttavia, nel caso in cui dovessero comparire delle lesioni, si suggerisce di utilizzare una pomata o un gel a base di Calen-dula, erba non solo protagonista nei giardini e negli orti botanici, ma anche «pianta officinale quasi insostituibile nella fitocosmesi» (S. J. Buslau, C. Hembd, Calendula. Consigli e preparazioni per una pelle bella e sana, Milano 2002). Nel caso dei geloni, infatti, sono le saponine (o alcoli triterpenici) contenute nella Calendu-la che «stimolano la produzione naturale di cortisone, capace di inibire molti processi infiammatori, interni ed esterni, con un generico effetto benefico su tutto l’organismo. […] La calendula è l’ingrediente principale di numerose preparazioni che sfrutta-no la sua attività antimicrobica, antifungina e antivirale» (G. Maffeis, Calendula, malva e tarassaco: tre erbe amiche della sa-lute e della pelle, Milano 2014).

LE CAUSEL’origine dei geloni è essenzialmente legata all’altera-zione del microcircolo, provocata dalla vasocostrizione che, come visto, porta meno sangue alle zone periferi-che che reagiscono con un’infiammazione, cui seguono una serie di lesioni. Tuttavia, fra le cause, possono esser-ci anche una predisposizione genetica, una condizione di ipertiroidismo, una cattiva circolazione e una diffi-coltà di irrorazione sanguigna nelle mani, nei piedi, nelle guance, nelle orecchie e nel naso, ma anche cattive abi-tudini come lasciare esposte le zone sensibili al freddo o sottoporle a sbalzi repentini di temperatura. Vi sono poi alcuni fattori di rischio che predispongono una persona a soffrire di geloni, tra cui: diabete (a causa della gli-cemia alta si creano alterazioni del microcircolo), fumo (la nicotina ha un forte effetto costrittore), problemi di circolazione sanguigna in generale, nonché un utilizzo di farmaci beta-bloccanti (inducono vasocostrizione periferica).

LA TERAPIALa miglior forma terapeutica consiste nella prevenzio-ne, per cui, come prima cosa, con l’arrivo della stagio-ne invernale occorre mantenere le estremità del corpo asciutte e calde, evitando indumenti non adatti o troppo stretti che potrebbero determinare danni alla circolazione periferica. Altre opportune precauzioni sono quelle di:

• evitare gli sbalzi termici;• indossare guanti e calze appropriati durante la stagione fredda; • utilizzare calzature adatte alla stagione per proteggere i piedi dal freddo e dall’umidità; • non camminare scalzi per casa; • garantire un adeguato apporto di vitamine (soprattutto la E), mangiando sempre frutta e verdura, possibilmente di stagione;• migliorare la circolazione periferica con sostanze naturali, minerali e acidi grassi Omega 3.

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Gel alla calendula ad azione emolliente e lenitiva, arric-chito con vitamine A ed E, olio di lino ed oliva e tessuti embrionali o meristematici freschi di cedro, olmo e noce. Dà sollievo alla pelle sottoposta a stress e soggetta ad ar-rossamenti, pruriti, secchezza o screpolature. Ottimo come lenitivo nelle reazioni da esposizione solare o in quelle ti-piche delle pelli delicate e sensibili.

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Colostro Informazione pubblicitaria a cura di VIS MEDICATRIX NATURAE® s.r.l. di Giorgini Dr. Martino

PRIMA DEL LATTE MATERNO...

FONDAMENTALE PER LA CRESCITA E LO SVILUPPO DEL NEONATO, IL COLOSTRO VIENE ANCHE IMPIEGATO COME INTEGRATORE PER LA SALUTE DELL’ORGANISMO

Il seno è formato da ghiando-le deputate alla formazione del latte che a sua volta fuoriesce, passando attraverso i dotti, dal capezzolo, una parte molto sen-sibile da cui partono riflessi che stimolano la produzione e fuoriu-scita, appunto, del latte. Vi sono seni di diversa forma e dimen-sione, dove quest’ultima dipende dal tessuto grasso e nulla ha a che vedere con la produzione di liquido materno. Tuttavia, sin dall’inizio della gravidanza, il seno modifica il proprio aspet-to, dal momento che “si prepara” per allattare il neonato. Sia il seno sia i capezzoli si predispongono per produrre e donare il latte ma-terno: le ghiandole dei primi, in-fatti, elaborano un liquido oleoso che protegge la pelle mantenen-dola morbida.

BREVE ANATOMIA DEL SENO

Durante i primi giorni il seno non produce il latte, ma il colostro, un liquido denso, dal colore gial-lo-arancio che viene elaborato in basse quantità (almeno 50 ml al dì) nei primi giorni dopo la nasci-ta, fino alla comparsa della mon-tata lattea. Considerato il primo alimento per il bambino, con un basso contenuto di grassi e di carboidrati, il colostro presenta un’elevata percentuale di protei-ne; di ottima digeribilità, esso è la migliore fonte energetica per il neonato nei primi giorni di vita che viene rilasciato dalle ghian-dole in dosi ridotte perché sia il minuscolo stomaco del neonato sia i suoi reni sono ancora inca-paci di gestire grandi quantità di liquidi. Con il passare dei gior-ni, il colostro comincia a diven-tare più liquido, più chiaro e più abbondante, trasformandosi dap-prima in latte di trasmissione, quindi in latte maturo.

IL COLOSTRO

Il colostro, al contrario del lat-te materno, presenta – come vi-sto – un elevato contenuto di proteine e uno scarso livello di caseina, contenuto glicidico e li-pidico, caratteristica che lo rende più adatto nei primi giorni di vita, perché più facilmente digeribile. Ma l’aspetto di maggior rilevanza è che il colostro contiene immu-noglobuline (IgG, IgA e IgM), vitamina A e fattori di crescita come l’EGF (Fattore di Cresci-ta Epiteliale) che favoriscono la maturazione dell’intestino del neonato e impediscono l’assor-bimento delle macromolecole potenzialmente allergizzanti. È, in pratica, la prima immunizza-zione del neonato contro molti virus e batteri. Ma cosa sono le immunoglobuline? Si tratta di molecole specializzate prodotte dal sistema immunitario in pre-senza di sostanze estranee, il cui compito è quello di individuare, neutralizzare ed eliminare i mi-crorganismi dannosi, avviando così una corretta e veloce rea-zione difensiva nei confronti de-gli agenti che mettono in pericolo la salute. Ovviamente, la qualità di un colostro è determinata dalla quantità di immunoglobuline IgG in esso presenti. E i fattori di crescita? Sono sostanze (pro-teine) che permettono al corpo di crescere e svilupparsi normal-mente e che aiutano a rigenera-re e ad accelerare il rinnovo dei muscoli danneggiati, pelle, ossa,

PERCHÉ È COSÌ IMPORTANTE?

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Colostro

tendini e tessuti nervosi. Essi influenzano positivamente la crescita e lo sviluppo di cellule e tessuti, aiutano il metabolismo degli zuccheri e inibiscono la crescita e la riproduzione delle cellule degenerative. Tra i fattori di crescita maggiormente presenti nel colostro si ricordano l’IGF (fattore di crescita simile all'insulina, il TGF (fattore di crescita trasformante) e l’EGF (Fattore di crescita epidermico), tutti questi stimolano la formazione di tessuto muscolare, aspetto importante e per gli sportivi e per chi è in convalescenza.

CHE ALTRO RUOLO SVOLGONO QUESTI COMPONENTI?Da sottolineare è la funzione delle IgA secretorie del colostro (ma anche del latte) che «non vengono assorbite, ma si depositano sulle mucose, in particolare quelle intestinali e respiratorie formando una barriera protetti-va. […] Il colostro agisce come una vernice ricoprendo e proteggendo l’intestino, in questo modo favorisce la colonizzazione con batteri benefici, come il lattobacillo bifido, che occupando per primi l’intestino impediscono lo sviluppo e la proliferazione di agenti patogeni. Ma il colostro contiene anche la lattoferrina, ovvero un siero proteina ad azione batteriostatica, battericida e immunomodulatrice» (F. M. Bombelli, M. T. Castiglioni, Ginecologia e Ostetricia, Bologna 2014).

IL COLOSTRO NEGLI INTEGRATORIInsomma, il colostro è un alimen-to (il primo!) importantissimo per lo sviluppo e la crescita sana ed è un agente naturale per avviare il sistema immunitario del neonato. Questa sostanza è prodotta da tutti i mammiferi, tuttavia gli integra-tori di colostro presenti nel mer-cato sono di solito derivati dai bo-vini. La costituzione di colostro di bovino è, del resto, molto simi-le al colostro umano, per questo viene utilizzato come sostanza naturale per il supporto immuni-tario dei bambini, adulti, sportivi e anziani; è stato scritto, infatti, che «il colostro bovino può esercitare un’attività immunostimolante e antimicrobica» (S. S. Hendler e D. Rorvik, PDR Integratori nutri-zionali, Milano 2005), dimostran-dosi un ottimo alleato – previa una consultazione con il proprio me-dico – per la salute della persona nel periodo invernale.

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Integratore alimentare a base di colostro, lattoferrina, fermenti lattici, sali minera-li e vitamine. Ferro, zinco, rame, selenio e vitamine A, B6, B12, C, D e acido folico favoriscono la funzione del sistema immunitario. Inoltre, i fermenti lattici promuovo-no l’equilibrio della flora batterica intestinale.

COLOSTROSUPREMOpastiglie

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Nevralgia

RICONOSCERE E VINCERE IL DOLORE NEVRALGICOSE PER IL SENSO COMUNE HA CONNOTATI SFUMATI E ADDIRITTURA MISTERIOSI, IN REALTÀ LA NEVRALGIA È UN FENOMENO BEN DEFINIBILE

La malattia del suicidio. In questo modo era chia-mata la nevralgia, più in particolare quella del tri-gemino, quando ancora non si conoscevano rimedi per alleviare i dolori. Tra i sofferenti della storia si annoverano Giulio Cesare, Carlo Magno e Galileo Galilei. Ne esistono tre tipologie. Affligge il quinto nervo cranico, il cui ruolo è tra-smettere ai centri cerebrali le sensazioni sensoriali e termiche e la percezione del dolore, ed è, la nevral-gia del trigemino, tra le più invalidanti. Provocan-do episodi di dolore intenso, rapido e fulminante, il male si manifesta su tutto il capo, o in zone specifi-che, come una scossa elettrica o un lampo di dolo-re. Ma qual è la sua causa? Ebbene, a oggi questa è ancora presunta. Si è sicuri, per chiarire, che si trat-ta della pressione esercitata da un vaso sanguigno su un nervo che, causando il danneggiamento della guaina mielinica (una struttura biancastra che av-volge gli assoni, i lunghi prolungamenti dei neuroni e che permette di trasmettere velocemente i segnali nervosi attorno al cervello), si trova così sprovvisto della fascia naturale di protezione. Può accadere come conseguenza di cure dentistiche, e principalmente si manifesta come un insopportabile mal di testa ampiamente diffuso al capo, poiché inte-ressa i nervi glossofaringeo, laringeo superiore e oc-cipitale. Le cause possono essere gli stimoli sensoriali come luce, rumori e sapori di elevata intensità, ma an-che lesioni al cervello e invecchiamento.Se gli antinfiammatori non sono sempre risolutivi, l’approccio neurochirurgico può essere d’aiuto nei casi più gravi mentre quello naturale può dare una

giusta integrazione. Per esempio in alcuni integra-tori, il Feverfew (Partenio) conforta la funzionali-tà articolare e se la Chiretta è una naturale difesa dell’organismo, il Salice contrasta gli stati di tensio-ne localizzati (Disciplina dell’impiego negli integra-tori alimentari, Ministero della Salute, 2014).La nevralgia sciatica, colpendo il nervo più lungo del corpo umano, si presenta come un dolore molto intenso che rende difficile sia sostare in piedi, per ef-fetto della compressione, sia seduti. Spesso, ma non sempre, essa è provocata da un’ernia discale esposta, che preme, appunto, sul nervo sciatico.

La Stenosi spinale (il restringimento del canale spi-nale) e nucleo polposo fuoriuscito dai dischi ver-tebrali possono essere causa di questa nevralgia, capace anche, nei casi gravissimi, di causare perdita di controllo di vescica o intestino.Bisogna prestare attenzione ai sintomi, però, poiché sono ben individuabili; arginarli può evitare che il dolore diventi insopportabile. Quali sono questi sin-tomi? Anzitutto, la presenza di dolore in una zona della gamba e l’intorpidimento nelle altre è un se-gnale; bruciore e formicolio su gambe e piedi, un altro. Gli spazi intervertebrali più colpiti della zona lomba-re dall’ernia, con conseguente sciatalgia, sono quelli

tra L4-L5 (95%) secondo l’International Society of Laser and Percutaneous Procedures in Spinal Sur-gery, per cui un bravo medico farà sempre control-lare lo stato di queste vertebre prima di emettere un parere. Per diagnosticare una sciatalgia, il medico si avvale, in prima fase, della manovra o segno di Lasègue: il paziente giace in decubito supino, con gambe allungate. Il medico flette passivamente la co-scia sul bacino mantenendo la gamba in estensione, per determinare lo stiramento dei tronchi nervosi.Se tale manovra provoca dolore dunque, è segno di una sciatalgia. Come porvi rimedio? Esistono vari sistemi: miorilassanti naturali e tanta ginnastica posturale, per esempio. La più efficace? Per alcuni

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A base di erbe, sali minerali e vitamine

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Integratore alimentare a base di erbe, sali minerali, vitamine e altri nutritivi. Feverfew e salice contra-stano gli stati di tensione localizzati e favoriscono la funzionalità articolare. La chiretta promuove la fun-zionalità delle vie respiratorie e, insieme alla vitami-na C, coadiuva le naturali difese dell’organismo. La vitamina B2 contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso.

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Contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso

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Nevralgia

medici è certamente la metodologia di diagnosi e terapia meccanica secondo McKenzie, che si può fare anche a casa. Un tempo lo chiamavamo fuoco di Sant’Antonio o più imperiosamente fiamme di Satana. Oggi ha un nome scientifico, Herpes Zoster, e una causa ricono-sciuta: il virus della varicella infantile. La nevralgia post-erpetica è una possibile sintomatologia che può nascere a seguito di un attacco del virus e in effetti le statistiche parlano di un 20% di possibilità di com-parsa sotto i cinquanta anni e del settanta percento su persone anziane non correttamente trattate.

Questa nevralgia si manifesta nella medesima regione in cui si è sviluppato l’herpes e si presen-ta come un semplice prurito, come un fastidioso formicolio oppure come un vero e proprio dolore. Come guarirne. Ebbene, poiché i sintomi della ne-vralgia post-erpetica sono molti e variabili, il me-dico ha l’obbligo di personalizzare la cura sfruttando prodotti che riescano a debellare il virus per poi im-piegare antidolorifici e medicamenti utili per ridurre il dolore neuropatico delle fibre nervose interessate. La medicina naturale produce risultati molto soddi-sfacenti.

Dr. Matteo Menetti CobelliniGiornalista professionista

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Influenza

UN POCO GRADITO APPUNTAMENTO ANNUALEBREVE PANORAMICA SULL'INFLUENZA INFANTILE

Per molti l’influenza è un fa-stidioso inconveniente che in-combe quando il tempo si fa inclemente, ma anche un appun-tamento con Madre Natura mes-so in agenda come qualcosa che potrebbe accaderci, ma che, chis-sà perché, capiterà sicuramente a qualcun altro. Prevenire, si po-trebbe pensare, non è utile quanto curare. Quando però parliamo di bambini, essere lungimiranti è sempre un dovere e lo deve es-sere anche quest’anno. A leggere il Rapporto Epidemiologico della Sorveglianza Virologica dell’In-fluenza 2017-2018 elaborato dal Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, il rischio epidemico per i bambini si è concluso, ma già si pensa a cosa potrebbero andare incontro a dicembre. L’Istituto Superiore di Sani-tà afferma che, statistiche alla mano, «la frequenza con cui in-sorgono casi di influenza si aggi-ra mediamente ogni anno intorno all’8% della popolazione genera-le, mentre nella fascia d’età 0-14 anni, che è quella più colpita, l’incidenza, mediamente, è pari a circa il 22%». È bene precisare che i giovanissimi, al pari di don-ne in gravidanza, anziani e pa-

zienti cardiaci, sono tra i soggetti più esposti a contrarre il virus in-fluenzale. Come? La trasmissione avviene attraver-so minuscole goccioline emesse starnutendo, tossendo, anche parlando. I bambini, dai più pic-coli ai più grandicelli, sono dun-que vulnerabili perché il loro or-ganismo è ancora in formazione. L’influenza sopravviene quando il virus raggiunge le cellule dell’e-pitelio del primo tratto respirato-rio (l’epitelio è un tessuto di rive-stimento delle cellule), attraver-so le vie aeree del bambino.

Il virus inizia quindi a replicarsi e, nell’arco di quattro o sei ore, la riproduzione virale è completa. Se corrisponde al vero che l’in-fezione tende ad autolimitarsi e a risolversi in pochi giorni negli adulti, per i bambini è d’obbligo prestare attenzione ai sintomi, soprattutto se l’ammalato è molto giovane, dai zero ai quattro anni. Il Ministero della Salute avverte anche che nel lattante, per esem-pio, l’influenza è spesso accom-pagnata da vomito e diarrea e solo eccezionalmente da febbre; occhi arrossati e congiuntivite

sono caratteristici dell’influen-za nei bambini in età prescolare. Nel bambino nella fascia di età compresa tra uno e cinque anni la sindrome influenzale si asso-cia invece, e frequentemente, a laringotracheite, bronchite e febbre elevata. Malessere diffu-so, dolori ossei, inappetenza e fo-tofobia sono sempre campanelli d’allarme cui è doveroso presta-re attenzione!In caso di virus conclamato – spiegano i medici – gli antibio-tici sono inadatti, poiché questi aggrediscono i batteri. Natural-mente, in questi casi sarà il pedia-tra il primo riferimento in caso di dubbio, poiché un’infezione virale non impedisce, per sua na-tura, che avvenga una batterica. Se il bambino è attaccato dall’in-fluenza nonostante le precauzioni che suggerisce il Ministero della Sanità (pulire sempre le mani del bambino, coprirlo adeguatamente ed evitare che egli tocchi super-fici sporche), si può alleviare il disagio in molti modi: dissetarlo per reintegrare i liquidi persi con la febbre aiuterà certamente il suo equilibrio corporeo. Se il bambi-no è già svezzato, una dieta con un adeguato apporto di zuccheri (pasta e riso), e povera in grassi è quasi una scelta obbligata. Per prevenire le crisi di acetone, che si produce quando si assorbono pochi zuccheri e il corpo inizia ad assimilare al loro posto i grassi, si consigliano bevande zucchera-te, meglio se a base di fruttosio, perfetto se succhi di frutta natu-

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Il sambuco favorisce la fluidità delle secrezioni bronchiali e la funzionalità delle prime vie respiratorie, promuove la regolarità del processo di sudora-zione e coadiuva il drenaggio dei liquidi corporei.

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Influenzarali. E ancora: brodo di pollo, le cui proteine aiutano il sistema im-munitario, e il miele, nella misura di un cucchiaino, ma solo dopo i due anni. Per il mal di gola, alcuni medici suggeriscono i ghiaccioli perché il freddo dona sollievo e blocca la fuoriuscita di muco irri-tante, mentre per le occlusioni na-sali, mal di testa e astenia, è sem-pre bene chiedere il parere del pediatra di fiducia che fornirà un trattamento adeguato. I de-congestionanti nasali, per quanto liberino il respiro del bambino, possono – in caso di abuso – non-dimeno irritare le vie nasali. Una buona integrazione è data dal sambuco: ricco di potassio, calcio, fosforo, ferro, selenio e vitamine, questo arbusto possiede riconosciute proprietà diaforeti-che, è infatti uno stimolante della sudorazione, a efficacia «antin-fluenzale, antinfiammatoria anti-virale» (A. Formenti, Alimenta-zione e fitoterapia. Metodologia ed esperienze cliniche, Milano 2010).

Dr. Matteo Menetti CobelliniGiornalista professionista

Page 17: SPAGYRICA DICEMBRE 2017 N. 26 - Dr. Giorgini

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L’agopuntura viene applicata con grande successo durante tutto il periodo della gravidanza e non solo, spesso infatti è utilizzata an-che per facilitare il concepimento.Durante la gravidanza l’agopun-tura può essere utilizzata in tutta sicurezza per curare alcuni distur-bi, tra questi troviamo lo stress, la nausea e i dolori osteoarticolari. Alcuni punti sono talmente effi-caci che hanno destato interesse e meraviglia in molte persone. Un esempio tra tutti è il trattamento del feto con presentazione poda-lica attraverso il 67 Vescica Uri-naria, chiamato Zhiyin ovvero raggiungere lo Yin. Questo punto, che si trova sul mignolo del pie-de, viene stimolato sulla madre utilizzando sigari di moxa, ba-stoncini di artemisia pressati che una volta accesi sono in grado di generare un piacevole calore. In molti reparti di ostetricia, prima di ricorrere a qualsiasi altro tipo di trattamento, dalla 34^ settimana si stimola questo punto ogni 3-5 giorni fino al capovolgimento del feto che viene verificato da con-trolli ecografici prestabiliti. Mol-ti studi, infatti, hanno dimostrato

che il trattamento con 67 Vescica Urinaria è statisticamente signifi-cativo nel capovolgere il feto.Ci sono alcuni punti che non an-drebbero usati in gravidanza a meno che non si voglia indurre il parto facilitando il travaglio.Il 4 Grosso Intestino, Hegu, Riu-nione della valle, promuove il me-struo e induce il parto.Il 6 milza, Sanyinjiao, Incontro dei tre Yin, viene usato in disper-sione per stimolare le contrazioni e in tonificazione per rinforzare l’utero, regolare il flusso mestrua-le e nell’uomo anche per poten-ziare la fertilità.Il 21 Vescica Biliare, Ianjing, Poz-zo della spalla, da questo punto un ramo interno arriva all’utero e, avendo la funzione di far scende-re il Qi, viene usato per indurre il parto.Il 60 Vescica Urinaria, Montagne Kunlun, abbassa lo Yang, facilita il parto e tratta la ritenzione della placenta.Il 36 Stomaco, Zusanli, Tre mi-glia dalla gamba, viene usato con la moxa per facilitare il parto, nei primi mesi può essere usato anche come punto antinausea.

Page 19: SPAGYRICA DICEMBRE 2017 N. 26 - Dr. Giorgini

Shiatsu

LO SHIATSU E I BAMBINI

Un recente articolo del collega Andrea Mascaro accennava al lavoro che l’I.R.T.E. ha intrapreso creando, fra le sue attività collaterali, il ramo infanzia: un mondo in crescita, il movimento dallo yin allo yang, il seme custodito dalla terra, il germoglio che va verso l’alto e che − come ci inse-gna l’antica Medicina Tradizionale Cinese − ha bisogno di nutrimento, sostegno, aiuto, presenza.Con le sue caratteristiche lo shiatsu risponde a queste ri-chieste, risultando un valido strumento nel mondo infantile come in età successive. Approfondiamo questa definizione dando una spiegazione risultante dall’esperienza dell’ope-ratore nello svolgimento della sua attività professionale.Ricordiamo brevemente il concetto di shiatsu: una tecnica manuale corporea di origine giapponese che promuove il riequilibrio energetico della persona, stimolandola tramite pressioni delle dita verso una maggiore armonia nel suo stato di benessere fisico, mentale e psichico.Poniamo ora attenzione al tocco.Nella Scienza dello Shiatsu ogni parola, per identificare e rendere sempre più comprensibile questa tecnica, viene studiata e analizzata con cura. Secondo l’oramai storico documento dello shiatsu della FIS (ora FISieo) la caratteristica della pressione è «per-pendicolare mantenuta e costante». Prima ancora di questo concetto di pressione abbiamo il contatto a cui viene af-fiancata la parola «consapevole».Per un bambino il tocco è, assieme allo sguardo, il modo di entrare in relazione con il mondo, soprattutto in età in-fantile.Essere toccati, o toccare, sembra facile e immediato, ogni giorno tocchiamo e veniamo toccati, ma… come? Con attenzione? Con presenza? Oppure frettolosamente? In modo distaccato? I bambini ricevono il contatto fisico fin dal momento in cui nascono eppure questo non sempre viene recepito grade-vole e desiderato o produce effetti piacevoli. Come mai?L’esperienza insegna che per portare lo shiatsu ai bambini è necessario andare verso di loro con empatia, riconoscere le loro caratteristiche e necessità, comprendere la possibile disponibilità nel lasciarsi trattare, cioè ricevere un tocco shiatsu. Ancora più difficile per l’operatore, perché rispet-to ad un adulto non è possibile utilizzare lo strumento della verbalizzazione ma solo quello dell’ascolto percettivo del-le reazioni. Anche un articolo di F. Cerritelli, P. Chiacchiaretta, F. Gambi e A. Ferretti, pubblicato nel 2017 sul «Journal of Frontiers in Human Neuroscience», dal titolo Effect of Continuous Touch on Brain Functional Connectivity Is

Modified by the Operator’s Tactile Attention, riporta studi fatti sulla relazione fra il tocco statico di un operatore im-pegnato in un compito attentivo − uditivo o tattile − e la connettività cerebrale.Il risultato è che «il tocco è stato sempre considerato un canale di comunicazione molto potente che gioca un ruolo nella regolazione delle nostre emozioni, benessere e pro-babilmente nella percezione del sé. Alcuni studi hanno di-mostrato che la stimolazione delle fibre afferenti C-tattili − elementi neuroanatomici essenziali del tocco affettivo −attivano specifiche aree cerebrali, e tali pattern di attivazio-ne sono influenzati dall’attenzione del soggetto che viene toccato. Aggiungendo anche che l’attenzione del terapeuta influenza quanto succede nel paziente trattato».Modi differenti per arrivare allo stesso risultato: il tocco consapevole, perpendicolare mantenuto e costante, portato con presenza provoca una reazione che va oltre il contatto fisico in superficie o muscolare.Un altro aspetto del tocco è che può risultare, da parte del bambino trattato, di immediato interesse, diffidenza o cu-riosità.Ognuno reagisce allo stimolo del contatto shiatsu con una propria e individuale risposta derivante dalla caratteristica struttura energetica, ovvero le sue caratteristiche fisiche, mentali e psichiche. Come prima e visibile risposta alla pressione shiatsu, nella maggioranza dei casi, si nota che i bambini si rilassano e guardano con profondità e presenza l’operatore, oppure non permettono il contatto, evitando il momento.Quindi le risposte arrivate dai piccoli sono differenti: ri-lassamento, curiosità, sonno (con relativa nanna durante il lavoro), non-accettazione o superamento di momenti di disagio e difficoltà quali ad esempio un malessere fisico o il pianto.Soffermiamoci un momento sul pianto per introdurre un altro aspetto: un’emozione da scoprire e manifestare, che nel momento del trattamento shiatsu è uscita, è emersa, è stata vissuta.Aiutare i bambini sin da piccoli a manifestare, a poter ma-nifestare, le proprie emozioni senza giudizio e senza nega-zione, lasciandole uscire come si propongono, li prepara ad un ascolto consapevole di sé e al riconoscimento degli stati emotivi, oltre all’accettazione dei momenti e del loro continuo cambiamento. Un pensiero cambia, un’emozione cambia, così come il corpo cambia nel processo della vita.Nella primissima età (0-3 anni) il personale educativo che lavora all’interno delle strutture infantili è abituato al CAMBIAMENTO in ogni momento, vista la velocità con

cui avviene la crescita dei piccoli. Con la presenza dell’o-peratore shiatsu sperimenta inoltre che i bambini sono più calmi e rilassati, affrontano i momenti della giornata con tranquillità e serenità dopo aver ricevuto un trattamento.Relativamente al mondo infantile possiamo citare lo studio del Centro Eva Reich: Una spiegazione neurobiologica de-gli effetti del tatto sul sistema immunitario, prima parte di un articolo tratto da Neonatal Intensive Care Infant Stress: perinatal approaches to cause, effect, solutions. A Series of Lectures by Ruth D. Rice. Cradle Care Institute (June 1990, Dallas, Texas) in cui si legge:«La stimolazione tattile su un bambino, quale il massaggio o il Loving Touch, e l’accarezzamento della colonna verte-brale dovrebbero avere l’effetto di stimolare il punto noda-le situato in quella regione (il corno posteriore del midollo spinale) con un’alta concentrazione di neuropeptidi. I neu-ropeptidi attivati invierebbero messaggi all’ipotalamo e al sistema immunitario, che a loro volta avvierebbero i pro-cessi di guarigione, stimolerebbero l’aumento di peso, re-golerebbero il sonno e le funzioni respiratorie. Esperienze sensoriali nella vita del bambino capaci di tranquillizzare e nutrire emotivamente, quali l’avvicinamento al petto nudo della madre, il Loving Touch, l’ascolto di suoni rilassanti e qualsiasi fattore possa sollecitare emozioni piacevoli nel neonato − metterebbero in moto il sistema limbico ed av-vierebbero la connessione ciclica fra il sistema endocrino e quello immunitario, creando le condizioni per uno stato di salute ottimale». Riassumendo, la tecnica shiatsu − inserita nelle struttu-re che si occupano dei bambini − dà loro la possibilità di conoscere il proprio corpo (e quello dell’altro), rilassarlo, ascoltarlo, trovare un nuovo modo di contatto verso se stessi e l’altro, crescere in modo armonico, fermarsi un attimo per iniziare e continuare la vita verso uno stato di salute consapevole.Parlando di Vita dobbiamo parlare di presupposti per vive-re… e la salute è una risorsa per la vita quotidiana.Anche nello shiatsu possiamo avvicinare il concetto di sa-lute come espresso dall’OMS, cioè uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non la semplice as-senza dello stato di malattia o di infermità.Concetti quali “dare sollievo, migliorare lo stato di benes-sere dell’organismo, prevenirlo e mantenerlo” sono identi-ficativi dello shiatsu.Quindi, quale potrebbe essere il momento migliore per ini-ziare a ricevere lo shiatsu e prendersi cura di sé con con-sapevolezza?Proprio i primi anni di vita, visto che è il momento in cui l’essere umano si manifesta al mondo, diventa visibile e percepibile con un corpo.

Arianna CioverchiaOperatrice ed Insegnante ShiatsuCollaboratrice presso Asili [email protected] - www.shiatsuirte.it

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A nominarle, viene subito in mente la vitamina C, dando per scontato che le arance ne siano ricchissime; non solo, ma è usua-le pensare che esse siano ricche di tante altre sostanze benefi-che per l’organismo. Del resto, le arance vengono considerate il frutto simbolo dell’inverno, indispensabile per affrontare con slancio le malattie da raffredda-mento. Esse sono il frutto dell’arancio (Citrus sinensis), albero apparte-nente al genere Citrus originario della Cina e del sud-est asiati-co; si tratta di una pianta che può elevarsi da 6 a 12 metri, con rami che presentano spine medio/pic-cole, foglie ovate e fiori bianchi a cinque petali. Da non confon-dere con l’arancio amaro (Citrus aurantium), quello dolce giunse nel Quattrocento in Europa, quando i marinai portoghesi aprirono la rotta commerciale di-retta verso est; non prima, quin-di, come si evincerebbe anche dal quadro del Botticelli, la Prima-

OGGETTO DEL FURTO DI ERCOLE NELLA SUA UNDICESIMA FATICA1 MA LE ARANCE RAPPRESENTANO VERAMENTE IL PERFETTO ALLEATO DELLA SALUTE?

Alimentazione

vera, ambientata in un boschetto di aranci che risale al 1482 circa. Il nome arancia deriverebbe dall’arabo Naranjia e venne tra-sferito dalla varietà amara, ma gli stessi arabi, nonché i greci e i rus-si, fanno ancora distinzione tra le due specie.Amare o dolci, bionde o rosse, ovali o tonde, c’è un ulteriore aspetto che differenzia le tipolo-gie di arance: l’ombelico! Que-sto, infatti, che viene tradotto in inglese con “navel”, altro non è che un’arancia gemella poco sviluppata e situata all’interno del frutto. Il navel serve quin-di a distinguere e a determinare il nome della varietà più diffusa al mondo e che ebbe origine in Brasile, la Navel, appunto. Na-velina, Navalate, Washington Navel (questa la più conosciuta) ecc. fanno tutte parte del “gruppo navel” i cui frutti, come ulterio-re caratteristica, non presentano semi al loro interno.Tra i cultivar più famosi in Eu-ropa – anche se i più grandi pro-

DAGLI DÈI AGLI UOMINI

duttori sono USA e Brasile – si segnala la Valencia che è anche la base della produzione in Ca-lifornia e Sud Africa. Un’altra importante varietà è quella delle arance Jaffa, perché l’area di produzione comprende la zona adiacente alla città israeliana, che viene nondimeno coltivata anche a Cipro e in parte del sud-est eu-ropeo. Tra le arance rosse, invece, cele-bri sono il cultivar Maltese e il St. Michael, ma soprattutto quel-le coltivate in terra di Sicilia, che sollecitarono la penna di Goethe e che vengono ampiamente di-stribuite in tutta Italia: il Moro, il Tarocco e il Sanguinello (quella D.O.P. di Ribera invece è bionda).Se numerose sono le varietà di questo frutto, un po’ meno sono le sue proprietà nutrienti, vitami-nizzanti, antinfettive e digesti-ve; l’arancia, inspiegabilmente, gode di una fama di quasi pana-cea: si pensa che possa aumen-tare le difese naturali dell’or-ganismo e che sia ricchissima

1 Nell’articolo della rubrica “Alimentazione” di settembre 2017, si parla dell’albero dei pomi d’oro e del furto di questi da parte di Ercole. In tale contesto, non è stato affermato che, secondo alcune interpretazioni, tali pomi potrebbero essere in realtà delle arance. Quest’ultima considerazione, infatti, spiega la scelta del titolo al contributo di dicembre 2017.

di vitamina C. In realtà, 100 g di succo di arancia contengono 45 mg della sopradetta vitamina (100 g di broccolo, ad esempio, contengono 100 mg, il peperone verde 120 mg, la Rosa canina 1250 mg); per cui, se si considera che la dose giornaliera ottimale di vitamina C sarebbe di 1000 mg, bisognerebbe bere più di due litri di spremute al giorno. Peral-tro l’arancia contiene sì «pro-vitamina A, vitamine B1, B2 e PP, fosforo, potassio, sodio, magnesio, calcio, ferro, rame, zinco, manganese, bromo» (G. Fulghesu, Alimentazione natura-le dallo svezzamento all’adole-scenza, Milano 2001), ma sempre in quantitativi modesti (si veda la tabella nutrizionale). Tutto sommato, benché – come visto – non sia ricchissima di so-stanze benefiche, è da conside-rarsi un’ottima alternativa (sotto forma di spremuta o intera) alle bevande e agli snack industria-li; insomma, l’arancia rimane sempre uno dei frutti più amati.

Certo, non è bene esagerare dal momento che, nei soggetti che soffrono di gastrite o reflusso gastroesofageo, un consumo eccessivo non potrà giovare alle pareti di esofago e stomaco. Co-munque, di grande interesse è la buccia di questo frutto, che oltre a evocare un celebre inestetismo (la cellulite), dimostra una gran-de utilità: dalla sua spremitu-ra a freddo, infatti, si ricava un ottimo olio essenziale, mentre la scorza dei frutti immaturi dell’arancio amaro, che contie-ne sinefrina, viene spesso usata nella formulazione di integratori specifici concepiti per favorire il controllo del peso corporeo!Sui fiori, invece, è incentrata un’affascinante leggenda che li ha resi simbolo – tra i tanti – del-la futura unione matrimoniale. Infatti, si racconta che un re spa-gnolo ricevette in dono, da una fanciulla, un albero di arancio che venne piantato nei giardini del castello. Un ambasciato-re, in occasione di una visita al

sovrano, colpito dalla bellezza dell’albero, ne chiese un ramo, come ricordo. Di fronte al dinie-go del re, l’ambasciatore si ri-volse, in segreto, al giardiniere, il quale acconsentì a tagliare un ramo dell’albero d’arancio, ve-nendo quindi ricompensato con 50 monete d’oro. Questo premio divenne la dote per la figlia che, grazie a questa, poté essere cor-teggiata e sposata. In occasione delle nozze, la ragazza volle ador-narsi i capelli con un ramoscello di fiori d’arancio, così da ren-dere omaggio alla pianta che le aveva permesso di sposarsi! Non va però dimenticato che i fiori e i frutti degli agrumi – compreso l’arancio – furono il dono delle nozze per Giove e Giunone ed è anche per questo che il bouquet di fiori d’arancio è entrato nel costume del rito matrimoniale.

Page 21: SPAGYRICA DICEMBRE 2017 N. 26 - Dr. Giorgini

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La vitamina C (o Acido ascor-bico) è un nutriente essenziale che deve essere assunto per via alimentare, in quanto gli esse-ri umani non sono in grado di sintetizzarla nel proprio orga-nismo. Essa svolge un ruolo si-gnificativo nella formazione del collagene; per questo motivo la vitamina C è necessaria al pro-cesso di cicatrizzazione.

VITAMINE Quantità contenute in 100g di spremuta

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Apporti giornalieri secondo il Ministero

della SaluteVitamina A 1 mgc 1200 mcgβ-carotene 0,003 mg 7,5 mgVitamina D 0 mcg 50 mcgVitamina E 0,16 mg 60 mgVitamina K 0 mcg 180 mcgVitamina C 45 mg 1000 mgVitamina B1 (tiamina) 0,06 mg 25 mgVitamina B2 (riboflavina) 0,01 mg 25 mgVitamina B3 (niacina) 0,25 mg 54 mgVitamina B6 (piridossina) 0,125 mg 9,5 mgVitamina B12 0 mcg 1000 mcgAcido folico 20 mcg 400 mcgBiotina 0,001 mg 0,450 mgAcido pantotenico 0,16 mg 18 mg

MINERALIQuantità contenute in 100g di spremuta

di arance

Apporti giornalieri secondo il Ministero

della SaluteCalcio 15 mg 1200 mgFosforo 16 mg 1200 mgMagnesio 12 mg 450 mgFerro 0,27 mg 30 mgZinco 0,12 mg 15 mgRame 0,055 mg 2 mgManganese 0,03 mg 10 mgFluoro 0 mg 4 mgSelenio 0 mcg 83 mcgCromo 13 mcg 200 mcgMolibdeno 0 mcg 100 mcgIodio 0 mcg 225 mcgBoro 0 mg 3,6 mgPotassio 140 mg 2000 mgCloro 0 mg non definitoSodio 1 mg non definitoSilicio 0 mg non definito

Tratto da: S. W. Souci, W. Fachmann, H. Kraut, Tabelle Complete degli Alimenti, edizione italiana a cura di M. Carruba, Fidenza 2009.

TABELLA NUTRIZIONALE DELLA SPREMUTA D’ARANCIA (non zuccherata)Componenti principali in 100 g di prodotto commestibile

ACQUA 88,7 g FIBRE 0,4 gCARBOIDRATI 8,7 g LIPIDI 0,2 gPROTEINE 0,7 g MINERALI 0,4 g

Page 22: SPAGYRICA DICEMBRE 2017 N. 26 - Dr. Giorgini

43Scopri la vasta gamma dei prodotti del Dr. Giorgini sul sito internet www.drgiorgini.it42 I prodotti del Dr. Giorgini sono disponibili in erboristeria, farmacia e parafarmacia

4 arance100 g di zucchero3 uova1 dl di crema di latte4 cucchiai di Grand Marnierun pizzico di sale

L'ARANCIA IN CUCINA

Cucinare l 'AranciaL’arancia è ottima da mangiare a spicchi in purezza, oppure se ne può ricavare marmellate, spremute, succhi, torte, crostate. Buone sono anche le scorzette delle arance candite e immerse nel cioccolato. Un interessante abbinamento è quello con il finocchio tagliato a fette sottili: l’arancia viene pelata a vivo e tagliata a fette, il tutto insaporito con olive e condito con olio extravergine d’oliva e sale. Un altro piatto salato famoso è l’anatra all’arancia.

AbbinamentiL’arancia può essere abbinata ai seguenti vini: Vin Santo, Moscato di Trani, Recioto della Valpolicella, Mosca-to di Pantelleria, Sciacchetrà delle Cinque Terre.

Le ricette di:

Paola Balducchi

Appassionata di cucina

e autrice di libri sull’argomento

Arance al forno (PER 4 PERSONE) DIFFICOLTÀ MEDIA

DIFFICOLTÀ FACILE

PREPARAZIONE (10 minuti) COTTURA (50 minuti)Pelate a vivo le arance, tagliatele a fette e disponetele in una pirofila, irroratele con il liquore, unite metà dello zucchero e lasciatele riposare per 12 ore. Trascorso questo tempo, coprite il tutto con la carta stagnola mettendo in forno caldo a 180° per 20 minuti. Togliete dal forno la piro-fila, scolate il liquido delle arance e tenetene solo 1 dl.In una ciotola sbattete le uova con la panna, il rimanente zucchero, il liquido delle arance e il sale. Versate il composto sulle arance e rimettete in forno per circa 25 minuti, poi sfornatelo e servitelo caldo.

4 arance300 g di zucchero100 g di farina

80 g di burro sciolto4 uova1 cucchiaino di lievito

Le mie ricette:

Varietà di AranceEsistono diverse tipologie di arance: Bionda, prima a comparire; Tarocco, che matura a fine novembre; Ovale di forma allungata; Sanguigna, con la polpa rosso acceso; Sanguinella, di forma allungata con polpa rosso scu-ro; Mora di grande formato, con buccia spessa e polpa rosso scuro; Navel, dalla buccia liscia e sottile; Valencia, amara e tardiva; Amara, un incrocio tra mandarino e melangolo, perfetta per fare marmellate.

Dolce all 'Arancia (PER 6 PERSONE)

Una ricetta per combattere le prime rughe delle nonne siciliane è quella di tamponare tali imperfezioni con della mollica di pane imbevuta nel succo d’arancia.

Curiosità

L’arancia contiene vitamina A e C ma anche del gruppo B. L’arancia “vanta” anche un elevato contenuto di bioflavonoidi, sostanze che insieme alla vitamina C, sono molto importanti specie per la ricostituzione del collagene del tessuto connettivo. Inoltre la qualità “rossa” dell’arancia è molto ricca di antocianine in grado di contrastare, con successo, gli stati infiammatori. Di questo frutto non si spreca veramente alcunché, poiché anche la scorza bianca interna, contiene una discreta quantità di fibra alimentare solubile, che funge da vero e proprio equilibratore nella regolazione dell’assorbimento degli zuccheri, dei grassi e delle proteine.

Proprietà

Le origini dell’albero d’arancio sono un po’ controverse: alcune fonti ricordano, in tempi remoti, che fu la Cina il luogo in cui l’arancio amaro si trasformò in arancio. Furono poi gli Arabi a diffondere la cultura degli aranci in Asia Minore, in Egitto, mentre in Europa, nel IX secolo, apparvero in Sicilia i primi aranci amari detti anche giardini.Per quel che riguarda, invece, gli aranci dolci, questi apparvero in Sicilia e Calabria nel XVI secolo.

DIFFICOLTÀ FACILE200 g di lattuga100 g di formaggio brie5 gherigli di noci1 arancia1 cuore di sedanoqualche foglia di radicchio rosso

PER CONDIRE:50 g di crema di latteil succo di mezzo limonequalche foglia di erba aromatica a piacere, sale e pepe

Insalata con l 'Arancia (PER 4 PERSONE)

PREPARAZIONEPelate l’arancia a vivo, lavate la lattuga, le foglie di radicchio, il sedano. Tagliate il brie a pezzetti, il sedano a rondelle, l’arancia a fette, tagliate il radicchio e l’insalata e mettete tutto in una terrina, insieme con le noci spezzettate. In un’altra ciotola versate la crema di latte sbattendola con una frusta, quindi unite poco per volta il succo del limone, il sale e il pepe. Condite l’insalata con la salsa preparata, guarnite con un’erba aromatica a piacere e servite!

PREPARAZIONE (10 minuti) COTTURA (40 minuti)

Spagyrica in cucina

PREPARAZIONE Mescolate la farina con il burro fuso e 150 g di zucchero, unite il lievito e la scorza grattugiata delle arance.Foderate una tortiera di carta da forno e versatevi il composto, fatelo cuocere in forno caldo a 180° per 40 minuti. Spremete le arance, bollitene il succo con 150 g di zucchero per 15 minuti. Sfornate il dolce, lasciatelo raffreddare punzecchiandone la superficie, versando poi lo sciroppo di arance; lasciate riposare per un’ora, poi servite.

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Non esiste un solo magnesio!

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MAGNESIO CARBONATO: antiacido e adsorbente; a contatto con l’acido cloridrico del succo gastrico reagisce formando magnesio cloruro e liberando anidride carbonica. La stessa reazione si può avere anche con altri acidi, ad esem-pio con l’acido citrico (l’acido del limone), in questo caso si formerà magnesio citrato e anidride carbonica. L’anidri-de carbonica è controindicata nel meteorismo e può gonfiare lo stomaco ostacolando l’attività del cuore e dei polmoni.MAGNESIO CITRATO: si usa per integrare il magnesio nei muscoli e per fornire energia diretta attraverso il ciclo di Krebs.MAGNESIO CLORURO: tipologia di magnesio inorganico che si utilizza soprattutto per integrare il magnesio a livello di ossa e muscoli, ma anche per contrastare la stanchezza fisica e mentale, per favorire la digestione (precursore dell’acido cloridrico), e come coadiuvante per sciogliere i calcoli ai reni.MAGNESIO FOSFATO BIBASICO: si usa per osteoporo-si, fratture e rachitismo.MAGNESIO GLICEROFOSFATO: è la forma di magne-sio che viene assorbita più rapidamente dalle cellule di: - Sistema nervoso (per contrastare ansia, stress, tensione ner-vosa, insonnia); - Cuore (in caso di aritmie, tachicardie, palpitazioni), - Muscoli (per combattere la stanchezza cronica)MAGNESIO GLUCONATO: sedativo e antispastico.MAGNESIO IDROSSIDO (idrato): antiacido e adsor-bente di gas.

MAGNESIO OSSIDO: con l’acido cloridrico dello stoma-co si trasforma in cloruro, quindi consumando l’acido risulta utile come antiacido; l’ossido che arriva nell’intestino (non combinato con l’acido cloridrico dello stomaco), agisce da adsorbente dei gas (come il carbone) e quindi può essere utile nel meteorismo intestinale e nella flatulenza.MAGNESIO PIDOLATO: legato all’acido pidolico, uti-le in caso di disidratazione e per combattere stanchezza e affaticamento.MAGNESIO STEARATO: è legato all’acido stearico, un lipide vegetale, viene usato come eccipiente nelle pastiglie.MAGNESIO TRISILICATO: anti-acido ad azione lenta, usato nell’ulcera e nell’iper-cloridria. Quando entra in con-tatto con l’acido cloridrico dello stomaco si forma magnesio cloruro e un gel siliceo che esplica una certa azione protettiva sulla mucosa gastrica. Ha un notevole potere adsorbente, (su-periore all’argilla bianca - caolino) verso alcaloidi e tossine.

IMPORTANTE!Va smentita la comune credenza che il magnesio abbia ef-fetti lassativi. Risulta lassativo-purgativo solo il Magnesio solfato (il famoso “sale inglese”, amaro e disgustoso) e solo ad alte dosi: da 2/6 g al giorno come lassativo, fino a 50 g per avere un’azione purgante.Tutti gli altri sali di magnesio, nella quantità giornaliera raccomandata dal Ministero della Salute, non hanno al-cun effetto lassativo o purgativo.

In natura, il magnesio non esiste allo stato libero ma si trova legato ad altri elementi. Per produrre gli integratori, esso viene usato insieme a composti organici o inorganici, principalmente acidi, che formano dei sali. In questo modo il ma-gnesio può essere veicolato meglio all’interno dell’organismo.Vi sono circa una cinquantina di tipologie di sali di magnesio e, a seconda dell’elemento a cui è legato per formare un determinato sale, il magnesio può essere più o meno facilmente assorbito da determinati organi o apparati. Si com-prende, quindi, che non tutte le forme di magnesio sono uguali: ogni sale di magnesio ha una sua peculiarità che dipende dalla sostanza legata al magnesio stesso. Solitamente si tende a sottolineare che i cosiddetti magnesi organici sono i più “biodisponibili”, in parte è vero ma lo sono a livello di determinate cellule ad esempio del sistema nervoso o del cuore, ma per integrare il magnesio ad esempio a livello di ossa e muscoli, vanno benissimo anche quelli inorganici. La cosa importante è capire per quale motivo si vuole assumere un'integrazione di magnesio e che risultato si debba ottenere, in modo da poter scegliere la tipologia di magnesio più adatta. Di seguito verranno illustrate alcune delle forme di magnesio più utilizzate.

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