Bilancio
di
Missione
2008
SERVIZIO SANITARIO REGIONALEEMILIA-ROMAGNAAzienda Ospedaliera di Reggio Emilia
Arcispedale S. Maria Nuova
Bilancio diMissione
2008
SERVIZIO SANITARIO REGIONALEEMILIA-ROMAGNAAzienda Ospedaliera di Reggio Emilia
Arcispedale S. Maria Nuova
Indice
Presentazione ...................................................................................................................................................................... 9
1. CONTESTO DI RIFERIMENTO ........................................................................................................................................ 13
1.1 Quadro normativo e istituzionale .................................................................................................................................. 14
1.2 Il sistema delle relazioni con l’Università ..................................................................................................................... 20
1 1.3 La rete integrata dell’ offerta regionale ..................................................................................................................... 22
1 1.4 Osservazioni epidemiologiche ................................................................................................................................... 28
1.5 Accordo di fornitura ...................................................................................................................................................... 35
2. PROFILO AZIENDALE .................................................................................................................................................... 39
2.1 Sostenibilità economica, fi nanziaria e patrimoniale .................................................................................................... 40
2.2 Impatto sul contesto territoriale ................................................................................................................................... 48
2.3 Contributo alla copertura dei Livelli essenziali di Assistenza ..................................................................................... 56
2.4 Ricerca e didattica ......................................................................................................................................................... 93
2.5 Assetto organizzativo .................................................................................................................................................. 103
3. OBIETTIVI ISTITUZIONALI E STRATEGIE AZIENDALI ................................................................................................ 113
3.1 Partecipazione degli Enti Locali alla Programmazione Sanitaria ............................................................................. 116
3.2 Universalità ed equità di accesso ............................................................................................................................... 118
3.3 Centralità del cittadino ............................................................................................................................................... 127
3.4 Qualità dell’assistenza ed effi cienza gestionale ......................................................................................................... 130
3.5 Promozione dell’eccellenza tecnologica, clinica ed organizzativa ............................................................................. 148
4. CONDIZIONI DI LAVORO, COMPETENZE DEL PERSONALE ED EFFICIENZA DELL’ORGANIZZAZIONE .................... 155
4.1 La “carta di identità” del personale ............................................................................................................................ 156
4.2 Partecipazione dei professionisti all’individuazione delle strategie a ziendali e alla gestione operativa ................. 160
4.3 Gestione del rischio e sicurezza ................................................................................................................................. 163
4.4 Ridefi nizione dei ruoli professionali in relazione allo sviluppo delle strategie aziendali .......................................... 165
4.5 Sistema di valutazione delle competenze e sistemi premianti .................................................................................. 170
4.6 La formazione del Personale nell’ASMN .................................................................................................................... 171
4.7 Sistema informativo del personale ............................................................................................................................. 174
4.8 Struttura delle relazioni con il perso nale dipendente e con le loro rappresentanze ............................................... 176
5. SISTEMA DI RELAZIONI E STRUMENTI DI COMUNICAZIONE .................................................................................... 179
5.1 La comunicazione per l’accesso ai servizi .................................................................................................................. 181
5.2 La comunicazione per le scelte di interesse della comunità ..................................................................................... 182
5.3 La comunicazione interna aziendale .......................................................................................................................... 183
6. RICERCA E INNOVAZIONE ........................................................................................................................................... 185
6.1 Attività dell’Infrastruttura locale per la Ricerca e Innovazione .................................................................................. 186
6.2 Sviluppo di un ambiente culturale favorevole ............................................................................................................ 188
6.3 Garanzie di Trasparenza ............................................................................................................................................. 195
7. OBIETTIVI SPECIFICI DI PARTICOLARE RILEVANZA ISTITUZIONALE ...................................................................... 199
7.1 Percorso verso IRCCS ................................................................................................................................................. 200
Conclusioni del Direttore Generale .................................................................................................................................. 205
9
Il Bilancio di Missione dell’Azienda Ospedaliera Arcispedale S. Maria Nuova giunge, nella articola-
zione completa, alla sua terza edizione. I tre anni di riferimento (2006, 2007, 2008), oltre a costitu-
ire un arco temporale signifi cativo per una approfondita valutazione delle strategie di governo e di
gestione dell’Azienda in relazione agli obiettivi di sistema, hanno visto un progressivo affi namento
delle modalità di rappresentazione dei risultati raggiunti nei diversi ambiti in cui si articola l’attività
di un’Azienda ospedaliera, orientata a migliorarsi costantemente non solo nelle sua offerta clinico-
assistenziale, ma anche nell’organizzazione complessiva delle attività collaterali e di supporto.
In particolare, l’edizione 2008 del Bilancio di Missione, oltre a mantenere inalterate le sue principali
fi nalità di strumento di accountability complessiva nei confronti di tutti gli interlocutori istituzionali,
si pone l’obiettivo di illustrare e documentare gli eventi di maggiore impatto su quel percorso evolu-
tivo del sistema ospedaliero provinciale (e del S. Maria nuova in particolare), che ne ha plasmato l’as-
setto attuale e ne determinerà, anche attraverso i prossimi documenti di programmazione regionale
e locale, gli equilibri futuri. Ciò, con particolare riferimento al compito informativo che il Bilancio di
Missione deve assolvere di rappresentare compiutamente le dinamiche complessive e le attività pro-
mosse e realizzate nel 2008 anche ai nuovi Sindaci eletti nell’ultima consultazione amministrativa.
La struttura del documento elaborato conferma un’articolazione in sette sezioni, ognuna delle quali
è strutturata in paragrafi , secondo lo schema di contenuti ed indicatori di minima defi niti dalle linee
guida regionale. I dati presentati si riferiscono alla serie storica 2006-2008.
La prima sezione rappresenta il Contesto di Riferimento, ovvero lo sfondo entro il quale l’Azienda ha
agito, analizzato da diverse angolature. In particolare è sviluppata l’analisi del quadro istituzionale
entro il quale l’azienda, nell’anno 2008, si è trovata ad operare, con particolare rilievo ai contesti nor-
mativi; è delineato il quadro delle relazioni intercorrenti con gli Atenei, sia con riferimento all’attività
assistenziale, sia con riferimento all’organizzazione delle funzioni di didattica e di ricerca; è descritto
il ruolo che l’azienda ospedaliera riveste nell’ambito della rete integrata dell’offerta regionale ed il
sistema di rapporti che intrattiene con altri presidi ospedalieri pubblici e privati; sono descritte le
osservazioni epidemiologiche e le caratteristiche dell’utenza, con principale riferimento alle presta-
zioni sanitarie riconducibili alle funzioni di tipo HUB o a centri di eccellenza; sono sintetizzati i conte-
nuti sostanziali dell’accordo di fornitura sottoscritto con l’Azienda USL di Reggio Emilia, nell’ambito
della funzione di committenza.
La seconda sezione denominata Profi lo Aziendale ha l’obiettivo informativo specifi co di fornire una
sorta di carta d’identità dell’Azienda, che consenta di delinearne i principali tratti utili alla cono-
scenza e interpretazione della specifi ca situazione aziendale, rispetto a quattro ambiti: sostenibilità
economica, fi nanziaria e patrimoniale; impatto sul contesto territoriale; contributo dell’azienda alla
copertura dei livelli essenziali di assistenza; assetto organizzativo.
La terza sezione identifi cata dagli Obiettivi Istituzionali e Strategie Aziendali è fi nalizzata a esplicita-
re i principali obiettivi che l’Azienda ha perseguito nel 2008, interpretando i suoi doveri istituzionali e
le fi nalità del SSR, in relazione a:
- centralità del cittadino;
- partecipazione degli Enti locali alla programmazione delle attività e alla verifi ca dei risultati di
salute;
- universalità ed equità di accesso;
- qualità tecnica, professionale e relazionale nelle prestazioni offerte ed effi cienza nell’utilizzo
razionale delle risorse;
- promozione dell’eccellenza tecnologica, clinica e organizzativa come principi ispiratori del si-
stema e dell’azienda.
La quarta sezione del documento incentrata sulle Condizioni di lavoro, le Competenze del personale
e l’Effi cienza dell’organizzazione è volta a illustrare le scelte aziendali per la valorizzazione delle
competenze del personale. Preliminarmente alle informazioni utili a cogliere i tratti delle politiche
aziendali per la valorizzazione delle professionalità interne, l’azienda fornisce dati ed elementi atti a
delineare la “carta di identità” del personale di cui essa si avvale.
La quinta sezione del documento defi nita come Sistema di relazioni e Strumenti di comunicazione
è fi nalizzata a illustrare gli interventi realizzati e le azioni intraprese dall’Azienda per potenziare o
qualifi care il sistema delle relazioni e gli strumenti di comunicazione sia con i soggetti interni sia coi
soggetti esterni ad essa (utenti, cittadini, loro rappresentanze sociali e istituzionali).
Le informazioni che l’Azienda ospedaliera illustra nella sesta sezione del documento denominata
Ricerca ed Innovazione, riguardano le azioni promosse per l’esercizio di una piena responsabilità
da parte del sistema sanitario pubblico nel campo del governo della ricerca e dell’innovazione, e in
particolare per:
Presentazione
11
- la promozione delle attività attraverso l’individuazione degli strumenti più idonei a spingere le
articolazioni operative aziendali a impegnarsi nella progettazione e realizzazione di progetti
di ricerca;
- il miglioramento della capacità di partecipare alla ricerca in un modo qualitativamente ade-
guato favorendo momenti di formazione e discussione specifi ca su temi-chiave di interesse
prioritario per la erogazione di prestazioni di buona qualità;
- l’impegno diretto nell’acquisizione di capacità di attrazione di fi nanziamenti per la ricerca;
- il miglioramento dell’integrazione tra direzione strategica e comitato etico aziendale per il
monitoraggio continuo della eticità delle attività di ricerca e di sperimentazione clinica.
In concreto, ai fi ni dello sviluppo di questa sezione sono stati individuati i seguenti ambiti per
la descrizione delle principali azioni attivate:
- attività dell’infrastruttura locale per la Ricerca e l’Innovazione, con particolare riferimento alle
azioni intraprese, alla capacità di attrazione di risorse fi nanziarie ed all’utilizzo appropriato
delle innovazioni tecnologiche;
- sviluppo di un ambiente culturale favorevole, in tema di attività formative per il personale,
accessibilità alle informazioni ed alla documentazione scientifi ca, alle collaborazioni con altre
Aziende ed alle esperienze di integrazioni tra diverse discipline e professioni;
- garanzia di trasparenza con specifi co riferimento all’Anagrafe regionale della Ricerca, alla
trasparenza nei confronti dei fi nanziatori pubblici e provati ed al ruolo del Comitato Etico.
Il Bilancio di Missione si conclude con l’ultima sezione, la settima, che lascia aperta alle aziende la
possibilità di sviluppare uno o più temi liberi di particolare rilevanza per l’azienda stessa, che nel
caso specifi co dell’azienda ospedaliera di Reggio Emilia è il percorso I.R.C.C.S.
In sintesi e con un rinvio ai capitoli che meglio ne dettagliano i presupposti e le fi nalità, gli elementi
che maggiormente hanno connotato il 2008 sono quelli riconducibili alla pianifi cazione degli in-
terventi, alle azioni, agli investimenti sul piano infrastrutturale, organizzativo e tecnologico, volti a
dare affi dabile solidità alla candidatura del S.Maria Nuova ad Istituto di ricovero e cura a carattere
scientifi co (I.R.C.C.S.) in Oncologia per tecnologie avanzate e modelli assistenziali, esitati nel rico-
noscimento di questa idoneità da parte della Regione Emilia Romagna con una Delibera di Giunta
del febbraio 2009.
A questo scopo, nel 2008 si è operato per ridefi nire l’Atto aziendale e completare il documento
di candidatura, in conformità agli orientamenti emersi dalla legislazione nazionale in materia di
I.R.C.C.S. e dal costante confronto con i Dirigenti dell’Assessorato regionale alle politiche per la
salute, dell’Agenzia sociale e sanitaria regionale, del Ministero del lavoro, della salute e delle po-
litiche sociali. Attività, quelle testè citate, fortemente partecipate dall’Azienda USL, in una vision di
I.R.C.C.S. che si dipana sull’intero territorio provinciale, massimizzando i risultati di una collabora-
zione radicata, che trova nella condivisione degli obiettivi, nell’accordo di fornitura annuale, nei 5
Programmi interaziendali, nelle reti e negli innumerevoli gruppi di lavoro i suoi fondamenti.
Non meno importante sotto il profi lo del giudizio di affi dabilità dell’intera Struttura è stato il comple-
tamento del percorso di accreditamento istituzionale del S. Maria Nuova, ultimatosi nella seconda
metà del 2008: a tutt’oggi, si tratta dell’unica Azienda dell’intero sistema Sanitario Regionale a go-
dere di questo riconoscimento, a cui si è aggiunta l’attribuzione, da parte dell’ Osservatorio nazionale
sulla salute della donna, dei tre bollini che identifi cano, a livello nazionale, le strutture ospedaliere
di “eccellenza al femminile”, sia come ambiente di lavoro che come luogo di cura per le donne.
Oltre alla promozione delle attività correlate e fi nalizzate all’evoluzione dell’Azienda in I.R.C.C.S., è
proseguito l’impegno volto a completare ed attivare:
• l’edifi cio Ala Nord (con il trasferimento nella nuova sede delle Strutture di Nefrologia e Dialisi
avvenuto nei primi giorni del 2009),
• il bunker ipogeo che ospita Tomotherapy (inaugurato nel mese di luglio),
• gli ambienti nei quali operano la nuova Risonanza magnetica ad alto campo e l’acceleratore
lineare per radioterapia intraoperatoria (IORT), di cui, nell’ultimo trimestre, si è avviata la fase
di commissioning,
• il settore di Osservazione Breve Intensiva di Pronto Soccorso, i cui 9 posti letto sono stati atti-
vati nel febbraio del 2008.
Si tratta, quindi, di un’edizione del Bilancio di Missione che mantiene fede al suo obiettivo di mirare a
consolidare e diffondere la consapevolezza di un’Azienda al servizio dei cittadini e dei suoi operatori,
in grado di proporsi come elemento portante del sistema di welfare locale, ma anche di sostenere
la ricerca e la formazione, investendo sulle eccellenze e sulla partecipazione dei professionisti al
governo complessivo della stessa.
Un’Azienda che quotidianamente si misura con obiettivi di effi cienza, ma che, nell’ascolto e nella
crescente soddisfazione dei cittadini, trae gli stimoli e le indicazioni per investire sul proprio futuro
Ivan Trenti
Direttore Generale
13
In questo primo capitolo viene descritto il contesto di riferimento entro il quale l’Azienda si è
trovata ad agire nel 2008, analizzato da diverse angolature. In particolare vengono elencate
e specifi cate le disposizioni normative nazionali, regionali e locali che defi niscono la cornice
entro la quale l’azienda si è trovata ad operare; viene poi presentato il quadro dei rapporti
e delle relazioni intercorrenti con il mondo universitario, legati principalmente all’organiz-
zazione delle funzioni di didattica e di ricerca; è descritto il ruolo che l’azienda ospedaliera
riveste nell’ambito delle reti Hub&Spoke regionali e provinciali ed il sistema di programmi
interaziendali attivati con altri presidi ospedalieri ; sono descritti i principali indicatori epide-
miologici che caratterizzano le strutture Hub ed i Centri di Eccellenza aziendali; sono sinte-
tizzati infi ne i contenuti sostanziali dell’accordo di fornitura sottoscritto con l’Azienda USL di
Reggio Emilia, nell’ambito della funzione di committenza.
Contestodi Riferimento11
14
Le scelte di politica sanitaria e le strategie di programmazione
dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia, per l’anno 2008, si con-
frontano con i provvedimenti rilevanti agli effetti del fi nanziamen-
to e del funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale di seguito
elencati, nel rispetto dei vincoli economico-fi nanziari:
1.1.1. QUADRO NORMATIVO NAZIONALE
Decreto Legislativo 30.12.2002 n° 502
RIORDINO DELLA DISCIPLINA IN MATERIA SANITARIA E SUC-
CESSIVE INTEGRAZIONI E MODIFICHE
Decreto Legislativo 19.06.1999 n° 229
NORME PER LA RAZIONALIZZAZIONE DEL S.S.N
Legge 8.11.2000 n° 328
LEGGE QUADRO PER LA REALIZZAZIONE DEL SISTEMA INTE-
GRATO DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI
Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di inter-
venti e servizi sociali”. E’ la legge quadro per l’assistenza, mirata
a promuovere interventi sociali, assistenziali e sociosanitari che
garantiscano un aiuto concreto alle persone e alle famiglie in dif-
fi coltà. La legge pone le basi per l’integrazione socio-sanitaria e
indica ai comuni di procedere alla elaborazione dei piani di zona
d’intesa con lea aziende unità sanitarie locali.
DPCM 29.11.2001
DEFINIZIONE DEI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA
Il DPCM defi nisce in modo esplicito i livelli essenziali di assisten-
za sanitaria includendo l’area dell’integrazione socio sanitaria
nella quale sono evidenziate anche le prestazioni sanitarie a ri-
levanza sociale.
Accordo Stato Regioni 11 luglio 2002 SULLE MODALITÀ DI AC-
CESSO ALLE PRESTAZIONI DIAGNOSTICHE E TERAPEUTICHE
ED INDIRIZZI APPLICATIVI SULLE LISTE DI ATTESA
Tale documento affronta tematiche relative all’appropriatezza e
dà indicazioni sui criteri da considerare per la defi nizione di classi
di priorità nella composizione delle liste di attesa per l’accesso
alle prestazioni ambulatoriali e di ricovero. Fornisce inoltre indi-
cazioni sui tempi massimi di attesa validi sul territorio nazionale
per la patologia oncologica e per alcune prestazioni ambulatoriali
e di ricovero selezionate.
Legge 30.12.2004 N° 211
DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE E
PLURIENNALE DELLO STATO (LEGGE FINANZIARIA 2005)
Principali disposizioni in materia sanitaria:
Dispone che il Ministero della Salute, di concerto con il Mini-•stero dell’Economia individui gli standard qualitativi e quanti-
tativi delle prestazioni da garantire uniformemente su tutto il
territorio nazionale (LEA) nonché le tipologie di assistenza e
servizi riferiti alle aree d’offerta individuate dal Piano sanita-
rio nazionale.
Assegna al Ministro dell’Economia il compito di occuparsi dei •controlli e delle verifi che conseguenti presso le aziende unità
sanitarie locali sull’erogazione dei Lea secondo criteri di effi -
cienza ed appropriatezza, e sui tempi di attesa.
Tratta inoltre l’assegnazione di un fi nanziamento integrativo •alle Regioni che verrà erogato solo in seguito alla stipula di
una specifi ca intesa tra Stato e Regioni che impegni le stes-
se a rispettare gli adempimenti già previsti dalla normativa
vigente.
DPR 23.05.2003
PIANO SANITARIO NAZIONALE 03/05
Nel Piano Sanitario Nazionale 2003-2005 la missione del Mini-
stero della Salute si è signifi cativamente modifi cata da “pianifi -
cazione e governo della sanità” a “garanzia della salute” per ogni
cittadino. La nuova visione della transazione dalla “sanità” alla
“salute” è fondata, in particolare, sui seguenti principi essenzia-
li per il Servizio Sanitario Nazionale, che rappresentano altresì i
punti di riferimento per l’evoluzione prospettata:
il diritto alla salute;•l’equità all’interno del sistema;•la responsabilizzazione dei soggetti coinvolti;•la dignità ed il coinvolgimento “di tutti i cittadini”;•la qualità delle prestazioni;•l’integrazione socio-sanitaria;•lo sviluppo della conoscenza e della ricerca;•la sicurezza sanitaria dei cittadini.•
Intesa Stato Regioni del 23.3.2005 in attuazione dell’art.1, com-
ma 173 della legge 30.12.2004 n° 311
In tale intesa sono riportate importanti indicazioni relative ai se-
guenti adempimenti:
Contenimento della spesa farmaceutica.•Raggiungimento entro il 2007 di un tasso di ospedalizzazione •per ricoveri ordinari e diurni entro 180 per mille abitanti, di cui
quelli in regime diurno pari al 20%.
Adozione del Piano Regionale della Prevenzione per la realiz-•zazione degli interventi previsti dal Piano Nazionale.
Sviluppo e implementazione di percorsi diagnostici e terapeu-•tici.
Obbligo di garantire equilibrio economico - fi nanziario del •SSR sia a preventivo che a consuntivo.
Mantenimento dell’erogazione delle prestazioni ricomprese •nei L.E.A..
Adozione standard di posti letto ospedalieri non superiore a •4,5 posti letto per mille abitanti, comprensivi della riabilita-
zione e della lungodegenza post-acuzie (entro il 2007).
Adozione di criteri e modalità per l’erogazione delle presta-•zioni che non soddisfano il principio di appropriatezza orga-
nizzativa e di economicità nella utilizzazione delle risorse.
Attuazione di adeguate iniziative dirette al signifi cativo conte-•nimento delle liste di attesa.
PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE
La legge fi nanziaria 2005 ha previsto tra gli obiettivi che le regioni
debbano conseguire l’attivazione del Piano Nazionale per la Pre-
venzione.
L’importanza di attivare un piano per la prevenzione era già stata
condivisa dalle Regioni che avevano sottoscritto l’accordo di Cer-
nobbio del 2004 sulle priorità in sanità. Si sono così delineati in
un piano triennale (2005 - 2007) le linee strategiche e gli obiettivi
attesi. Gli ambiti interessati sono:
la prevenzione cardiovascolare;•la prevenzione delle complicanze del diabete;•la diagnosi precoce dei tumori;•le vaccinazioni;•la prevenzione degli incidenti stradali.•
Legge 23.12.2005 n° 266
DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE E
PLURIENNALE DELLO STATO (LEGGE FINANZIARIA 2006)
La legge 266 incrementa le risorse destinate al SSN per perso-
1.1 Quadro normativo e istituzionale
15
nale, servizi, innovazione e ricerca, ma pone anche dei vincoli per
accedere a tali risorse. Infatti restano fermi gli obblighi posti a ca-
rico delle Regioni nel settore sanitario con l’intesa Stato-Regioni
del 23 marzo 2005
Intesa Stato-Regioni 28.03.2006
PIANO NAZIONALE PER IL CONTENIMENTO DEI TEMPI DI ATTE-
SA PER IL TRIENNIO 2006 - 2008
Il piano nazionale si propone di condividere un percorso per il go-
verno delle liste di attesa fi nalizzato a garantire un appropriato
accesso dei cittadini ai servizi sanitari, percorso che tenga conto
della applicazione di rigorosi criteri sia di appropriatezza che di
urgenza delle prestazioni e che garantisca la trasparenza del si-
stema a tutti i livelli, con l’obiettivo di realizzare sinergie di inter-
vento tra i livelli istituzionali deputati a contrastare il fenomeno.
D.P.R. del 07.04.2006
APPROVAZIONE DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006- 2008
Il piano individua 9 ambiti verso cui indirizzare le scelte innovative
del sistema:
la sanità italiana in Europa, l’Europa nella sanità italiana;•la garanzia e l’aggiornamento dei LEA;•la prevenzione sanitaria e la promozione della salute;•la riorganizzazione delle cure primarie;•l’integrazione delle reti assistenziali: sistemi integrati di reti •sovraregionali e nazionali;
l’integrazione tra diversi livelli di assistenza;•l’integrazione socio-sanitaria;•il dolore e la sofferenza nei percorsi di cura;•la rete assistenziale delle cure palliative.•
Vengono, inoltre, defi nite le “strategie operative” da mettere
in atto: promuovere innovazione, ricerca e sviluppo; il ruolo
del cittadino e della società civile nelle scelte e nella gestio-
ne del Servizio sanitario nazionale; le politiche per la qua-
lifi cazione delle risorse umane del SSN; la promozione del
Governo clinico e la qualità nel Servizio sanitario nazionale
compresa la tematica delle liste di attesa; l’aziendalizzazione
e l’evoluzione del servizio sanitario; le sperimentazioni ge-
stionali; la politica del farmaco ed i dispositivi medici.
Infi ne, si passa agli “obiettivi di salute”: la salute nelle pri-
me fasi di vita, infanzia e adolescenza; le grandi patologie:
tumori, malattie cardiovascolari, diabete e malattie respira-
torie; la non autosuffi cienza: anziani e disabili; la tutela del-
la salute mentale; le dipendenze connesse a particolari stili
di vita; il sostegno alle famiglie; gli interventi in materia di
salute degli immigrati e delle fasce sociali marginali; il con-
trollo delle malattie diffusive e la sorveglianza sindromica; la
sicurezza alimentare e la nutrizione; la Sanità veterinaria; la
tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; Ambiente
e salute.
Intesa Stato-Regioni del 05.10.2006
PATTO PER LA SALUTE
L’accordo punta alla riduzione degli sprechi, alla stabilizzazione
della spesa e al miglioramento della qualità dei servizi e delle
prestazioni, anche attraverso il superamento del divario tra nord
e sud con particolare riferimento WWall’assistenza oncologica e
alle malattie rare.
Legge 27.12.2006 n° 296
DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE E
PLURIENNALE DELLO STATO (LEGGE FINANZIARIA 2007)
I punti salienti relativi al SSN sono:
Livelli Essenziali di Assistenza e obiettivi del Piano Sanitario •nazionale 2006-2008.
Screening oncologici e lotta ai tumori•Educazione al corretto uso dei farmaci e farmacovigilanza •Farmaci di classe C meno cari•Finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale•
Piano Sanitario Nazionale •Linee guida e protocolli diagnostici•Spesa farmaceutica •Lotta agli sprechi •Personale del Servizio Sanitario Nazionale •Edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico •
Decreto del Ministero della Salute del 10 luglio 2007
PROGETTI ATTUATIVI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE - LI-
NEE GUIDA PER L’ACCESSO AL COFINANZIAMENTO ALLE RE-
GIONI E ALLE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO
LEGGE 3 AGOSTO 2007, N. 120
DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ATTIVITÀ LIBERO-PROFESSIONA-
LE INTRAMURARIA E ALTRE NORME IN MATERIA SANITARIA in
G.U. N.° 181 DEL 6 AGOSTO 2007
Nel dettaglio la nuova legge sull’intramoenia e per il contenimen-
to delle liste d’attesa prevede che:
le Regioni completino la realizzazione degli appositi locali •per l’esercizio dell’intramoenia all’interno delle strutture
pubbliche entro il 31 gennaio 2009;
fi no alla realizzazione dei locali, e comunque non oltre il 31 •gennaio 2009, le aziende sanitarie locali potranno anche
convenzionarsi con strutture private non accreditate in grado
di fornire gli spazi idonei all’attività libero professionale;
in alternativa alla costruzione in proprio dei locali le aziende •sanitarie potranno affi ttare o acquistare spazi ambulatoriali
esterni pluridisciplinari;
le prenotazioni delle prestazioni in regime libero professionale •dovranno essere sempre gestite da personale dell’azienda
sanitaria, al fi ne di permettere il controllo dei volumi delle
prestazioni che non dovranno superare quelli eseguiti durante
l’orario di lavoro;
gli onorari per l’attività libero professionale dovranno •essere sempre riscossi sotto la responsabilità dell’azienda e
concordati tra azienda e medici;
saranno effettuati periodici controlli sulle liste d’attesa, al fi ne •di assicurare il rispetto dei tempi medi che dovranno essere
stabiliti con provvedimenti della Regione e con l’obbligo di
erogare le prestazioni urgenti comunque non oltre 72 ore
dalla richiesta;
le Regioni dovranno varare disposizioni specifi che per evitare •confl itto d’interessi o concorrenza sleale tra medici e azienda
sanitaria;
le Regioni avranno poi l’obbligo di adeguare progressivamente •i tempi di erogazione delle prestazioni in regime ordinario a
quelli in regime libero professionale, al fi ne di assicurare che
il ricorso alla libera professione sia frutto solo di libera scelta
del cittadino e non conseguenza di carenze nell’organizzazione
dei servizi resi in attività istituzionale;
la riduzione dei tempi d’attesa sarà oggetto di un’apposita •relazione annuale al Parlamento del Ministro della Salute;
ogni Asl dovrà pubblicizzare i volumi delle prestazione erogate •in regime ordinario e libero professionale;
a garanzia della regolarizzazione dell’attività intramoenia si •prevede: la possibilità per le Regioni di destituire i direttori
generali inadempienti, la sospensione dei fi nanziamenti
statali integrativi verso quelle Regioni che non attivino i piani
di costruzione dei locali o attuino le altre possibilità previste
dalla legge, l’esercizio dei poteri.
LEGGE 244 DEL 24 DICEMBRE 2007- LEGGE FINANZIARIA 2008
Di seguito vengono elencato i principali provvedimenti per la sanità:
Aumento delle risorse per l’assistenza sanitaria ai cittadini e per
il contratto del personale del SSN
Aumento dei fi nanziamenti per la costruzione di nuovi •ospedali, servizi e per nuove tecnologie. Con attenzione al
risparmio energetico e all’ambiente
Abolizione del ticket sulle ricette per la diagnostica e le visite •specialistiche
1.1
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Aumento del fondo per l’assistenza alle persone non •autosuffi cienti
Aumento delle risorse per il vaccino contro il cancro alla •cervice uterina
Cure palliative, unità di risveglio dal coma, terapia intensiva e •screening neonatali
Risarcimento dei danni da trasfusioni, vaccini e talidomide•Norme per facilitare assorbimento medici precari•La gestione dell’Ecm passa all’Agenzia nazionale per i servizi •sanitari regionali
Sanità integrativa: assistenza odontoiatrica e ai malati non •autosuffi cienti diventano obbligatorie per ottenere i benefi ci
fi scali
Meno sprechi per i farmaci e più attenzione alla prescrizione•
DECRETO-LEGGE 25 GIUGNO 2008, N. 112 (PUBBLICATO NEL
SUPPLEMENTO ORDINARIO N. 152/L ALLA GAZZETTA UFFICIA-
LE N. 147 DEL 25 GIUGNO 2008), COORDINATO CON LA LEGGE
DI CONVERSIONE 6 AGOSTO 2008, N. 133, RECANTE: «DISPOSI-
ZIONI URGENTI PER LO SVILUPPO ECONOMICO, LA SEMPLIFI-
CAZIONE, LA COMPETITIVITA’, LA STABILIZZAZIONE DELLA FI-
NANZA PUBBLICA E LA PEREQUAZIONE TRIBUTARIA» - LEGGE
FINANZIARIA 2009.
Semplifi cazione è la parola chiave della manovra approvata il 18
giugno dal Consiglio dei Ministri. Tale Decreto prevede, infatti,
procedure più leggere per la sanità con il potenziamento della
trasmissione dei dati online e la riorganizzazione di alcuni enti,
nonché, per quanto riguarda il lavoro, saranno introdotti mecca-
nismi per facilitare le nuove assunzioni e regolarizzare il lavoro
sommerso.
DECRETO- LEGGE 7 OTTOBRE 2008, N. 154 “DISPOSIZIONI UR-
GENTI PER IL CONTENIMENTO DELLA SPESA SANITARIA E IN
MATERIA DI REGOLAZIONI CONTABILI CON LE AUTONOMIE LO-
CALI”
1.1.2. QUADRO NORMATIVO REGIONALE
DGR 25.01.1999 n° 54
PIANO SANITARIO REGIONALE (1999-2001) e documenti attua-
tivi
Il piano sanitario fi ssa gli obiettivi di salute e gli indirizzi e i pro-
grammi necessari ad attuarli rispondendo alle esigenze della po-
polazione.
Legge Regionale 25.02.2000 n° 11
Modifi che della LR 12.05.1994 n° 19 “Norme per il riordino del
SSR ai sensi del D.Lgs 30.12.1992 n° 502, modifi cato dal D.Lgs
07.12.1993 n° 517 e della LR 20.12,1994 n° 50 Norme in mate-
ria di programmazione, contabilità, contratti e controllo delle
Aziende unità sanitarie locali e delle Aziende Ospedaliere ai
sensi del D.Lgs 19.06.1999 n° 229”
Questa legge aggiorna e modifi ca le norme per il riordino del
Servizio Sanitario Regionale emanate nella Legge Regionale 12
Maggio 1994 n° 19. In essa vengono date indicazioni ulteriori per
l’organizzazione delle Aziende sul territorio e vengono citati im-
portanti principi ed obiettivi tra cui:
la centralità del cittadino;•il perseguimento della effi cienza allocativa delle risorse, •della appropriatezza e dell’effi cacia delle prestazioni e dei
servizi erogati, nonchè dell’equità di accesso ai servizi per
tutti i cittadini;
la distinzione funzionale tra le responsabilità di committenza •e produzione;
lo sviluppo della partecipazione degli Enti locali;•la promozione della salute e della intersettorialità dei •programmi di intervento, nonchè della integrazione delle
funzioni socio-assistenziali con quelle sanitarie;
la partecipazione delle organizzazioni sociali e degli operatori •
sanitari;
la valorizzazione delle risorse umane e professionali.•
Legge Regionale 12.03.2003 n. 2
NORME PER LA PROMOZIONE DELLA CITTADINANZA SOCIALE
E PER LA REALIZZAZIONE DEL SISTEMA INTEGRATO DI INTER-
VENTI E SERVIZIO SOCIALE
Tale legge detta norme per la promozione della cittadinanza so-
ciale, dei diritti e delle garanzie ad essa correlati, per la defi nizio-
ne e la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi
sociali ma soprattutto getta le basi per l’integrazione socio sani-
taria come sistema di intervento per rispondere globalmente ai
bisogni di salute delle persone.
Riporta che le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a
soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e man-
tenimento delle autonomie personali, d’inserimento sociale e mi-
glioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a
carattere prolungato.
DGR 23.02.2004 n° 327
APPLICAZIONE DELLA LR 34/98 IN MATERIA DI AUTORIZZAZIO-
NE E ACCREDITAMENTO ISTITUZIONALE DELLE STRUTTURE
SANITARIE E DEI PROFESSIONISTI ALLA LUCE DELL’EVOLUZIO-
NE DEL QUADRO NORMATIVO NAZIONALE. REVOCA DEI PRECE-
DENTI PROVVEDIMENTI
Questa deliberazione relativa all’applicazione della legge regiona-
le 34/98 in materia di accreditamento istituzionale delle strutture
sanitarie e dei professionisti alla luce dell’evoluzione del quadro
normativo nazionale revoca il contenuto di precedenti provvedi-
menti in materia e disciplina l’autorizzazione delle strutture pub-
bliche e private secondo i dettami della normativa vigente rive-
dendo i requisiti generali e specifi ci espressi nella deliberazione
della giunta regionale 125/99. La deliberazione disciplina inoltre
alcune fasi del procedimento di accreditamento, utile a conferi-
re alle strutture sanitarie e ai professionisti lo status di soggetti
idonei ad erogare prestazioni per conto del servizio sanitario na-
zionale. L’accreditamento ha luogo attraverso uno specifi co prov-
vedimento valutativo che può riguardare strutture fi siche o parti
delle stesse e considera il sistema di gestione aziendale (requisiti
generali) e delle singole strutture organizzative e funzionali (re-
quisiti specifi ci).
Legge Regionale 23.12.2004 n° 29
NORME GENERALI SULL’ORGANIZZAZIONE E IL FUNZIONAMEN-
TO DEL SSR e sue modifi che ed integrazioni
La legge di riforma del Servizio Sanitario Regionale si inserisce
nel profondo processo di riforma del welfare regionale condotto
dalla regione Emilia-Romagna per effetto della riforma del titolo
V della Costituzione.
Si tratta di una legge che defi nisce i valori ispiratori ed i principi
fondamentali che guidano l’organizzazione ed il funzionamento
del Servizio Sanitario Regionale e promuove l’innovazione istitu-
zionale ed organizzativa.
Vengono riaffermati e puntualizzati, attualizzandoli, i principi fon-
damentali del Servizio sanitario nazionale di universalismo ega-
litario, globalità della copertura assistenziale, gratuità dell’assi-
stenza al momento del consumo.
Viene ridisegnato il sistema di partecipazione degli enti locali al
governo delle aziende sanitarie, allargandolo e rendendolo più
incisivo rispetto ai più signifi cativi atti di programmazione (ad
esempio i Piani attuativi locali), conferendo alla Conferenza Ter-
ritoriale Sociale e Sanitaria maggiori capacità di esercitare le sue
funzioni attraverso la istituzione di un uffi cio tecnico di supporto
ed attribuendole più incisivi poteri di intervento nella scelta e nel-
la revoca del direttore generale e del direttore di distretto.
La legge favorisce inoltre la collaborazione tra i cittadini su temi
di solidarietà e di assistenza attraverso iniziative spontanee e di
partecipazione attiva. Questo è il ruolo attribuito ai Piani per la
salute e la funzione di organismi di partecipazione come i Comi-
17
tati Consultivi Misti.
Per garantire la partecipazione al governo dell’azienda di tutti gli
operatori e la valorizzazione delle loro competenze professiona-
li, la legge introduce il principio della partecipazione organizza-
tiva e ridefi nisce il Collegio di Direzione (composto dai dirigenti
dell’azienda e da rappresentanti dei medici di medicina generale
e dei medici convenzionati) come organo dell’azienda, al pari del
Collegio dei Revisori e del Direttore Generale, attribuendogli fun-
zioni di elaborazione e proposta in materia di ricerca e di inno-
vazione, di organizzazione e sviluppo dei servizi e di formazione
permanente.
DGR 23.12.2004 n° 2708
PROGRAMMA PER LA RICERCA E L’INNOVAZIONE NEL SERVIZIO
SANITARIO DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA
Il programma per la ricerca ed innovazione (PRI-ER) si propone
di introdurre la funzione di ricerca e di innovazione fra le attività
ordinarie, sistematiche e continuative del SSR e di ciascuna delle
sue aziende sanitarie, dandone conto, rispetto alle priorità scelte,
alle risorse impegnate e ai risultati raggiunti.
Sono state individuate, in una prima fase, le seguenti aree priori-
tarie nel cui ambito verranno sviluppati progetti specifi ci:
area oncologica (innovazione in radioterapia, appropriatezza •di indicazione e uso dei farmaci oncologici, follow up del
paziente oncologico);
area cardiologica (stent medicati);•area cerebrovascolare (il percorso integrato stroke care, •stent medicati o bypass nei pazienti con patologia coronarica
multivasale);
area diagnostica ad alto costo (l’uso della PET in oncologia, •l’uso della TAC multistrato nello studio della patologia
coronarica);
area infettivologica (prevenzione e trattamento della sepsi •grave).
D.G.R. 1280/2004
LINEE DI PROGRAMMAZIONE E FINANZIAMENTO DEL SERVIZIO
SANITARIO REGIONALE PER L’ANNO 2004
In questa delibera vengono delineati i principali obiettivi per l’an-
no 2004 e per gli anni successivi relativamente a due aree:
Area di miglioramento. Gli obiettivi ad esso legati riguardano:
facilitazione dell’accesso ai percorsi di approfondimento •diagnostico nell’ambito dell’assistenza specialistica
ambulatoriale.
Programmi di assistenza integrata ed in particolare •Gestione del paziente diabetico, continuità nell’ambito della
procreazione responsabile e nell’assistenza alla donna in
gravidanza, diffusione delle terapie palliative, qualifi cazione
dell’assistenza ai pazienti stomizzati.
Qualifi cazione dell’assistenza specialistica ambulatoriale.•Governo delle Liste di attesa.•La Programmazione ospedaliera.•Il miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva e dell’uso •del farmaco.
Il sistema informativo a supporto della programmazione.•Aree di sviluppo. Gli obiettivi ad esso legati riguardano:•Day Service ambulatoriale.•Percorso integrato delle dimissioni protette.•Nutrizione Artifi ciale.•Attuazione della rete integrata ospedale territorio per le •persone con grave disabilità acquisita.
Diagnosi precoce delle lesioni pre-cancerose e del tumore del •colon retto.
D.G.R. N° 1012 del 27.06.2005
APPROVAZIONE DEL PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE
2005 - 2007
L’accordo stato regioni del 23/03/2005 prevede che le Regioni
adottino un piano regionale per la realizzazione degli interventi
previsti dal Piano Nazionale della Prevenzione in coerenza con il
PSN. In questo sono riportati i progetti attivati e in corso di atti-
vazione per:
Screening:•tumori del collo dell’utero;•tumori della mammella;•tumori del colon retto.•Politiche vaccinali.•Piano per la diffusione della carta del rischio vascolare•La gestione integrata del Diabete.•
D.G.R. assunta in data 1.08.2005
PROVVEDIMENTI IN ORDINE ALLA PROGRAMMAZIONE 2005
DELLE AZIENDE DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE
Nella Delibera vengono richiamati le principali indicazioni e i più
rilevanti obiettivi di programmazione per il 2005 che sono stati
oggetto di delibere specifi che come:
Il piano regionale della prevenzione.•Il sistema integrato di interventi sanitari e socio assistenziali •per persone con gravissime disabilità acquisite.
Accreditamento istituzionale delle strutture per l’assistenza •specialistica ambulatoriale.
Linee guida per la funzione dell’osservazione breve intensiva.•Piano sangue plasma regionale 2005/2007. Viene inoltre •sottolineato che mantengono validità gli obiettivi defi niti dalla
Deliberazione n° 1280/2004
D.G.R. n° 86 del 30/01/2006
DIRETTIVA DELLE AZIENDE SANITARIE PER L’ADOZIONE
DELL’ATTO AZIENDALE
La Direttiva aggiorna i precedenti indirizzi per la emanazione de-
gli Atti Aziendali al fi ne di adeguarli alle modifi che intercorse:
con la Legge Regionale 29/2004;
con le priorità di politica sanitaria defi nite dal Piano Sociale e Sa-
nitario;
con il nuovo protocollo regionale d’intesa fra Regioni ed Università.
La Direttiva ha l’obiettivo primario di delineare la confi gurazione
degli assetti organizzativi e delle relazioni funzionali che le Azien-
de dovranno assumere al loro interno, nelle reciproche relazioni
e nei confronti con gli Enti Locali e con la Regione.
La Direttiva intende garantire un profi lo omogeneo alla struttura
ed al funzionamento delle Aziende sanitarie, tenendo conto delle
peculiarità locali e salvaguardando l’espressione dell’autonomia
su cui si basa la responsabilità di ciascuna Azienda. Inoltre riser-
va particolare attenzione ad individuare le competenze ed i poteri
che gli atti Aziendali devono attribuire agli organi aziendali e a
distinguere fra assetti organizzativi ed articolazioni di governo
all’interno delle Aziende.
Legge Regionale 3.03.2006, n. 2 e successive modifiche ed in-
tegrazioni
“MODIFICHE ALL´ART. 10 DELLA LEGGE REGIONALE N. 29/2004,
IN MATERIA DI ISTITUTI DI RICOVERO E CURA A CARATTERE
SCIENTIFICO”
La legge disciplina gli organi dell’IRCCS l’attività assistenziale e,
per quanto di competenza, l’attività di ricerca nell’ambito degli
indirizzi e della programmazione regionale favorendo il pieno in-
serimento dei medesimi nel sistema della ricerca nazionale ed
internazionale e la funzionalizzazione della loro attività di ricerca
e di formazione al miglioramento continuo della qualità delle pre-
stazioni e dei servizi di assistenza sanitaria.
D.G.R. n° 426 del 27.03.2006
APPROVAZIONE DEL PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE
2006 - 2008 RELATIVAMENTE A: PREVENZIONE DELL’OBESITA’,
PREVENZIONE DELLE RECIDIVE NEI SOGGETTI CHE HANNO GIA’
AVUTO ACCIDENTI CARDIOVASCOLARI, PREVENZIONE DEGLI
INCIDENTI SUI LUOGHI DI LAVORO, STRADALI E DOMESTICI
1.1
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18
D,G,R, n° 1051/2006
LINEE DI PROGRAMMAZIONE E FINANZIAMENTO DEL SSR PER
L’ANNO 2006
D.G.R. n° 1532 del 24.11.2006
PIANO REGIONALE SUL CONTENIMENTO DEI TEMPI DI AT-
TESA integrata con la Delibera di Giunta Regionale n° 73 del
29.01.2007
La Regione Emilia-Romagna, con la Delibera di G.R. n.1532/2006,
relativa al “Piano regionale sul contenimento dei tempi di attesa”
intende perseguire quanto già previsto dall’Accordo del 14 feb-
braio 2002 tra Governo, Regioni e Province Autonome in merito al
monitoraggio dei tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali
individuate.
L’intesa Stato - Regioni 2006-2008 di contenimento dei tempi di at-
tesa individua un elenco di prestazioni, da rivedere annualmente,
per le quali le regioni fi ssano il Tempo Massimo di Attesa (TMA).
Gli standard di riferimento sono confermati in 30 giorni per le visite
specialistiche, 60 giorni per le prestazioni di diagnostica strumen-
tale e 7 giorni per le urgenze differibili. Le Aziende sono chiamate
a garantire tali tempi per almeno il 90% delle prestazioni elencate
nel Piano regionale per il contenimento dei tempi di attesa e per
almeno l’80% di tutte le altre prestazioni.
Circolare n° 10/2007
LINEE GUIDA SISTEMA CUP
Tale Circolare defi nisce linee operative (modalità e tempi) da se-
guire affi nché il sistema CUP rispetti le stesse regole nei diversi
ambiti territoriali indipendentemente dalle scelte organizzative
fatte dalle aziende. La DGR 1532 del 6 Novembre 2006 “Piano Re-
gionale sul contenimento dei tempi di attesa” emanata in ottem-
peranza a quanto previsto dall’Intesa Stato Regioni del 28 Marzo
2006 sul piano nazionale di Contenimento dei tempi di attesa per
il triennio 2006-2008, prevede che le aziende garantiscano una
gestione razionale dell’offerta di prestazioni e del sistema degli
accessi tramite una riorganizzazione del sistema delle prenota-
zioni (CUP) che consenta di interfacciare in modo ottimale il com-
plesso dell’offerta con quello della domanda di prestazioni e che
sia in grado di differenziare le prestazioni per tipologia e criticità,
di individuare i percorsi diagnostico-terapeutici prioritari e defi -
nirne le modalità di gestione.
La DGR 1532/06 prevede che l’offerta delle prestazioni di Speciali-
stica Ambulatoriale sia resa disponibile in ambito aziendale attra-
verso una rete di prenotazione afferente al CUP (Centro Unifi cato
di Prenotazione), defi nito come sistema centralizzato informatiz-
zato di prenotazione delle prestazioni sanitarie, per assicurare al
cittadino l’informazione complessiva sull’intera offerta di presta-
zioni disponibili in ambito provinciale e per consentire di gestire
l’offerta con effi cienza strutturandola in modo organizzato.
Nell’ambito del Progetto SPARTA (Supporto al Piano Attuativo Re-
gionale per il Contenimento dei Tempi di Attesa), è stato costituito
il gruppo di lavoro regionale interaziendale “Governo dell’offerta”
con determina del Direttore Generale Sanità e Politiche Sociali
n.1068 del 1/3/2007. Tale gruppo ha avuto lo scopo di defi nire i
criteri per la riorganizzazione del sistema CUP in ambito regiona-
le, predisporre le Linee guida per l’implementazione ed il corretto
funzionamento del CUP, individuare specifi ci indicatori di effi cien-
za del funzionamento del CUP per permettere la confrontabilità
dei servizi CUP presenti nella rete regionale, formulare proposte
di implementazione del progetto SPARTA, individuare specifi che
di sistema utili per il governo dell’offerta in ambito aziendale e
defi nire le modalità di aggiornamento da CUP aziendale alla ban-
ca dati Numero Verde regionale.
D.G.R. n° 686 del 2007
CRITERI DI FINANZIAMENTO DELLE AZIENDE DEL SSR DELLA
REGIONE EMILIA-ROMAGNA ANNO 2007
Tale Delibera riprende alcuni temi specifi ci della programma-
zione regionale, certamente non esaustivi, ma funzionali ad im-
postare azioni di governo aziendale coerenti con la complessiva
manovra economico-fi nanziaria defi nita per il 2007 dalla Giunta
Regionale.
Ulteriori indicazioni regionali potranno essere emanate sia in
coincidenza al monitoraggio trimestrale sulle gestioni aziendali,
sia a seguito della approvazione del piano sociale e sanitario.
Vengono pertanto affrontati i seguenti temi:
predisposizione dei bilanci preventivi economici, obiettivi •economico-fi nanziari e monitoraggio infra-annuale;
gestione delle risorse umane;•politica del farmaco e governo della spesa farmaceutica;•politiche d’acquisto e di beni e servizi: interventi in area vasta e •tramite l’Agenzia Regionale Intercent-ER;
riorganizzazione dei laboratori per aree sovra-aziendali;•politiche di risparmio energetico e rispetto ambientale, •politiche tariffarie e fonti energetiche;
innovazione tecnologica;•gestione del rischio;•le coperture assicurative;•i Piani aziendali di contenimento dei tempi d’attesa;•Accordi con i Medici di Medicina Generale;•lungodegenza;•sistema informativo;•assistenza odontoiatrica;•sanità pubblica;•sicurezza nei luoghi di lavoro.•
D.G.R. n° 1448 del 2007
PIANO SOCIALE E SANITARIO 2008-2010
Un sistema integrato di servizi sociali, socio-sanitari e sanitari
per la realizzazione di un nuovo welfare di comunità locale e re-
gionale in grado di rispondere a bisogni complessi: è la proposta
di nuovo Piano sociale e sanitario, adottata dalla Giunta regiona-
le, dopo un confronto sul documento che ha coinvolto la società
regionale.
Il Piano sociale e sanitario porta a compimento un sistema in-
tegrato di servizi sociali, socio-sanitari e sanitari per la realiz-
zazione di un nuovo welfare universalistico, equo, radicato nelle
comunità locali e nella regione. Un processo avviato con le leggi
regionali n. 2 del 2003 (legge quadro sui servizi sociali) e n. 29 del
2004 (legge di riorganizzazione del Servizio sanitario regionale).
Il Servizio sanitario nazionale, fondato con la legge n. 833 del
1978, confermato nei suoi principi di universalità di accesso, glo-
balità di copertura, fi nanziamento attraverso la fi scalità generale
dalla legislazione nazionale e regionale, rappresenta una delle
più grandi conquiste e uno dei fattori fondamentali della coesione
sociale del Paese.
La politica sanitaria della Regione, sviluppata dal 3° Piano sa-
nitario e organizzata con la legge 29 del 2004, ha avuto l’obietti-
vo di realizzare un sistema che sapesse essere al tempo stesso
universale nelle garanzie e locale nella capacità di soddisfare le
aspettative dei singoli e delle comunità. Questo ha comportato
una integrazione della programmazione regionale e delle Azien-
de sanitarie con le funzioni di governo degli Enti locali riguardo
ai servizi sanitari e sociosanitari (Conferenze territoriali sociali
e sanitarie, Comitato di Distretto), la necessità di una maggio-
re partecipazione degli operatori alle strategie aziendali e alla
organizzazione dei servizi (Collegio di direzione), la responsa-
bilizzazione degli operatori attraverso l’adozione di modalità di
lavoro fi nalizzate al miglioramento della pratica professionale e
al corretto uso delle risorse a disposizione della diagnosi e delle
terapie (governo clinico), la progressiva integrazione delle inno-
vazioni tecnologiche (programma Regione-Università, PRIER), la
formazione dei professionisti (Educazione continua in medicina),
la partecipazione dei cittadini e delle loro forme organizzate (Pia-
ni per la salute, Piani di zona).
Il Piano sociale e sanitario 2008-2010 conferma e rilancia il nuovo
ruolo del Distretto quale punto di programmazione e di eroga-
zione dell’assistenza primaria e quale luogo appropriato per l’in-
19
tegrazione tra soggetti e servizi sanitari, socio-sanitari e sociali,
gestiti dal pubblico (Aziende Usl, ASP, Comuni) o dal privato so-
ciale profi t e no profi t. In questo quadro, di fondamentale impor-
tanza il ruolo dei medici di famiglia la cui attività deve avvenire
in forme associate (i Nuclei delle cure primarie del Distretto) in
modo da garantire maggiore accessibilità con ampliamento degli
orari di apertura degli ambulatori e continuità delle cure attraver-
so la rete con gli altri servizi.
Per l’assistenza ospedaliera, viene confermato il modello delle
reti integrate di servizi Hub & Spoke: ospedali di alta specializza-
zione (HUB) collegati agli ospedali del territorio (SPOKE) per trat-
tare casi complessi che richiedono alte tecnologie e professiona-
lità. Dopo la genetica medica, i grandi traumi, la cardiologia e la
cardiochirurgia, il sistema dell’emergenza-urgenza, i trapianti, il
sistema trasfusionale (per citarne alcune), il Piano prevede prio-
ritariamente lo sviluppo della rete oncologica regionale.
Per la promozione della salute e la prevenzione delle malattie
l’approccio prevede la partecipazione di diversi soggetti (Piani
per la salute, Piano regionale della prevenzione), la necessità di
sviluppare le competenze professionali e una partecipazione più
organica dei Dipartimenti di sanità pubblica delle Aziende Usl al
tema generale della sanità pubblica sviluppando una azione più
unitaria con gli altri servizi sanitari.
DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N° 2011/2007 “DIRETTIVA
ALLE AZIENDE SANITARIE PER L’ADOZIONE DELL’ATTO AZIEN-
DALE: INDIRIZZI PER L’ORGANIZZAZIONE DEI DIPARTIMENTI DI
CURE PRIMARIE, DI SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLO-
GICHE, DI SANITÀ PUBBLICA
Con le delibere 86/2006 e 2011/2007 la Giunta regionale ha dettato
le linee guida per l’adozione, da parte di tutte le Aziende sanitarie
dell’Emilia-Romagna (Aziende Usl, Aziende Ospedaliero-Uni-
versitarie, Aziende Ospedaliere, IRCCS Istituti Ortopedici Rizzoli)
dell’atto aziendale, lo strumento che disegna l’organizzazione e le
articolazioni di governo dell’Azienda sanitaria e i suoi rapporti con
gli Enti locali, la Regione, le rappresentanze dei cittadini.
L’emanazione delle linee guida era prevista dalla legge regionale
n. 29 del dicembre 2004 “Norme generali sull’organizzazione ed
il funzionamento del Servizio sanitario regionale”.
In queste direttive, tra gli aspetti da sottolineare, fi gurano la par-
tecipazione dei professionisti alle scelte strategiche aziendali, le
funzioni di ricerca e innovazione, l’organizzazione distrettuale e
dipartimentale.
IL PIANO SANGUE E PLASMA REGIONALE 2008-2010.
A partire dalla nuova organizzazione del sistema sangue re-
gionale, il Piano sangue e plasma 2008-2010 ha come obietti-
vo l´ulteriore sviluppo dell’integrazione tra le strutture trasfu-
sionali per garantire l’autosuffi cienza di sangue e di emoderivati,
in regione e a livello nazionale, e per assicurare - all’interno di
un maggiore coordinamento nazionale - qualità e sicurezza del
sangue e dei servizi trasfusionali, con rigorose procedure sia per
le donazioni che per le trasfusioni. Questo nuovo assetto porta
avanti un modello consolidato di sistema integrato e altamente
condiviso, che coinvolge tutti i soggetti interessati (Regione, CRS,
Aziende sanitarie, associazioni dei donatori di sangue, medici e
operatori dei Servizi trasfusionali aziendali) per garantire la rac-
colta, controllare l’appropriatezza dei consumi e potenziare le
tecniche alternative all’uso del sangue omologo. Un sistema in
cui è centrale la valorizzazione delle associazioni di volontariato
del sangue, determinanti per aumentare il numero di donatori e
per diffondere e sostenere la cultura della solidarietà.
Tra le priorità del Piano, l’accreditamento delle strutture tra-
sfusionali, come strumento per raggiungere uno standard omo-
geneo nella qualità degli emocomponenti. In questa direzione
si inserisce l’avvio del processo per concentrare in un numero
limitato l’attività di produzione e validazione delle unità di san-
gue raccolte: questo processo porterà ad identifi care le sedi
trasfusionali che hanno questo compito in ambito di Area vasta.
Il Piano individua inoltre, tra gli obiettivi, l’ulteriore sviluppo dei
processi di sicurezza delle trasfusioni, in particolare rispetto ai
metodi di tracciabilità del donatore, del prodotto sangue e dei suoi
componenti e rispetto alla prevenzione del rischio di infezioni.
DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N. 533/2008: “DIRETTIVA
ALLE AZIENDE SANITARIE IN MERITO AL PROGRAMMA PER-
CORSO NASCITA”
Nel gennaio 2008 si sono conclusi i lavori di tutti i gruppi con la re-
dazione dei seguenti documenti, che costituiscono i contenuti di una
direttiva regionale sul Percorso nascita di prossima adozione:
1. Diagnosi prenatale precoce delle principali anomalie cromoso-
miche e Percorsi per la diagnosi ecografi ca del I e II trimestre
di gravidanza;
2. Linee di indirizzo per l’assistenza ostetrica alla gravidanza, al
parto e al puerperio;
3. La sorveglianza del benessere fetale in travaglio di parto;
4. I disturbi emozionali della donna in gravidanza e nel primo
anno di vita del bambino;
5. Allattamento al seno - Strumenti per facilitare il cambiamento
delle pratiche assistenziali;
6. Valutazione della qualità percepita dalle donne rispetto al per-
corso nascita;
7. La natimortalità;
8. Linee di indirizzo per l’assistenza al travaglio e parto fi siologico
in ambiente extra ospedaliero.
Relativamente all’obiettivo n. 9 “aumentare le conoscenze e l’at-
tenzione dei professionisti e delle donne al tema “il dolore nel
parto” anche attraverso sperimentazioni controllate di metodiche
farmacologiche e non farmacologiche” il documento “Il controllo
del dolore in travaglio di parto” elaborato da uno dei sottogruppi
della Commissione nascita, è già stato adottato con delibera n.
1921 del 10.12.2007 “Linee guida alle Aziende sanitarie dell’Emi-
lia-Romagna per il controllo del dolore in travaglio di parto”, con
la quale sono stati dati obiettivi specifi ci alle Aziende sanitarie.
DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N. 602/2008: “LINEE DI PRO-
GRAMMAZIONE E FINANZIAMENTO DEL SERVIZIO SANITARIO
REGIONALE PER L’ANNO 2008”
1.1.3. QUADRO NORMATIVO LOCALE
PAL (Piano Attuativo Locale)
L’ultimo Piano Attuativo Locale della Provincia di Reggio Emilia
è stato approvato il 18/2/2004 dalla Conferenza Socio- Sanitaria
Territoriale e contiene come obiettivo strategico per il sistema sa-
nitario provinciale quello di poter pervenire ad un sistema di ga-
ranzia, con evidenza di cosa si offre, dei modi concreti dell’offerta
con i relativi livelli di qualità dichiarati, un sistema basato sull’ac-
creditamento e la ricerca dell’eccellenza. I valori di riferimento
alla base del nuovo PAL sono:
• Centralità della persona che entra in relazione con il sistema
sanitario
• Adeguamento dell’offerta di servizi ai reali bisogni dei citta-
dini e della comunità
PIANI PER LA SALUTE
Il piano della salute è un documento programmatico che si pone
il fi ne di coagulare intorno ad un bene fondamentale come quello
della salute una pluralità di attori del pubblico, del privato, dei
servizi, della partecipazione civile, della responsabilità istituzio-
nale e sociale al fi ne di creare una convergenza di intenti e di azio-
ni intorno ai valori e alle problematiche emergenti per i cittadini
del territorio provinciale.
PIANO DI ZONA
PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ TERRITORIALI
ACCORDO DI FORNITURA CON L’AZIENDA USL TERRITORIALE
ATTO AZIENDALE DELIBERA 86 DEL 18/12/2008
1.1
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1.2.1. L’AZIENDA OSPEDALIERA S. MARIA NUOVA E LE FACOLTA’ UNIVERSITARIE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALIZZANTE
L’importanza dell’acquisizione di competenze ed abilità nella for-
mazione al lavoro, in ambito sanitario, porta le Aziende Ospeda-
liere ad essere un naturale laboratorio didattico per tutti gli stu-
denti delle Facoltà Universitarie, che intendano completare, con
tirocini, i percorsi di studi per la preparazione all’esercizio della
professione di base e specialistica.
A Reggio Emilia sono ormai attivi, da anni, Corsi di Laurea e Corsi
di Laurea Magistrale della Facoltà di Medicina e Chirurgia di UNI-
MORE (Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche, Corso di Lau-
rea in Fisioterapia, Corso di Laurea per Tecnici di Radiologia Me-
dica), realizzati con ampio coinvolgimento e collaborazione delle
due Aziende Sanitarie Provinciali (AUSL/ASMN), che concorrono,
alla loro gestione, garantendo l’attività di tutoraggio e mettendo a
disposizione le proprie Strutture per i tirocini.
Dal 2007 sono attive Convenzioni con l’AUSL, con l’Università di
Modena e Reggio Emilia e con l’Università di Parma per la for-
mazione specialistica dei medici e per la frequenza di master for-
mativi.
Sono, inoltre, state stipulate convenzioni con altre Università re-
gionali ed extra-regionali che individuano, presso l’ASMN, sedi di
didattica integrativa per corsi di specializzazione e corsi formativi
per psicologi, farmacisti, biologi, fisici, chimici.
Le convenzioni consentono, agli studenti, di effettuare tirocinii,
presso qualsiasi struttura dell’ASMN, sotto la guida di figure de-
dicate, appositamente selezionate e formate (Tutor Clinici e Guide
di Tirocinio).
All’attività di docenza concorrono, anche, professionisti dipen-
denti dell’Azienda ASMN: alcuni esercitano tale attività in modo
esclusivo (tutors dei corsi di laurea in Scienze Infermieristiche,
Tecnici di Radiologia e Fisioterapisti), altri, accanto all’attività isti-
tuzionale ospedaliera, svolgono anche didattica d’aula e tutorag-
gio per medici in formazione specialistica in Medicina e Chirurgia,
Fisica, Biologia, Biotecnologie, Chimica, Psicologia, Logopedia.
1.2.2. LE ATTIVITÀ DEI TUTORS E DI ASSISTENZA ALLA DIDATTICA
Le attività dei tutors di supporto al tirocinio vengono sviluppate
secondo le indicazioni fornite dai relativi Consigli dei Corsi di lau-
rea di base e specialistiche.
L’attività di tutoraggio è rivolta ai laureati della Facoltà di Medicina
e Chirurgia per la preparazione all’esame di stato, in applicazione
alla L 445/2001 che prevede la frequenza presso le Chirurgie e
le medicine per un mese, a cui segue la valutazione d’idoneità
espressa in trentesimi.
Gli studenti sono assistiti nel loro percorso didattico e nelle at-
tività svolte presso le strutture; la registrazione della frequenza
viene fatta sui libretti, necessari a dimostrare il percorso seguito
per poter arrivare a sostenere gli esami di profitto nei vari corsi.
L’attività di assistenza alla didattica prosegue nella fase di pre-
parazione delle tesi di laurea. Questa attività è effettuata grazie
alla stretta collaborazione tra studente, tutor e documentaristi
della Biblioteca Interaziendale della Medicina. I documentaristi
supportano i bisogni di document delivery e di recupero delle fonti
bibliografiche, con la realizzazione delle tesi di laurea, che ven-
gono poi registrate e tenute in copia anche presso la biblioteca,
quasi come deposito del Laureato di un nuovo sapere maturato
nell’Azienda.
Gli studenti delle Scuole di Specializzazione Mediche della Fa-
coltà di Medicina e Chirurgia hanno continuato a frequentare
secondo quanto previsto dalle specifiche convenzioni, rinnovate
seguendo le indicazioni dell’accordo Regione Università del 2007.
Le convenzioni sono state predisposte nel rispetto dello schema
ministeriale ai fini della validazione dei requisiti di struttura col-
legate alle sedi universitarie delle scuole.
1.2.3. LE CONVENZIONI/COLLABORAZIONI CON L’UNIVERSITÀ E LE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE
Alle convenzioni approvate viene dato corso con l’attivazione dei
posti in scuola di specialità. Tutte le Strutture ASMN sono sedi
collegate di UNIMORE, mentre con UNIPR la definizione dei sin-
goli rapporti convenzionali viene approvata di volta in volta.
Oltre alle attività di collaborazione con le varie Facoltà di Medicina
e Chirurgia si deve sottolineare lo sviluppo dell’attività attivata nel
2006 e prorogata sino al 2012, riguardante l’Unità per la Riabilita-
zione delle Gravi Disabilità Infantili diretta dal Professor Adriano
Ferrari dell’Università di Modena e Reggio, che ha completato la
realizzazione del Laboratorio per lo Studio del movimento presso
la sede Spallanzani, in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria
Meccanica ed Elettronica.
1.2.4. DIREZIONE INFERMIERISTICA E CORSI DI LAUREA DELLE PROFESSIONI SANITARIE
Il rapporto di collaborazione tra Direzione Infermieristica, Tecni-
ca, Ostetrica ed Università, per l’anno 2008, è stato teso al miglio-
ramento dell’integrazione tra le attività assistenziali e formative
aziendali e le funzioni di didattica e ricerca svolte dall’universi-
tà. Pregnante la necessità di coniugare, nel ruolo professionale,
saperi disciplinari e prassi, filosofia formativa ed aspettative
dell’organizzazione sanitaria, bisogni dell’utenza e modelli assi-
stenziali. Quest’attività di confronto e collaborazione si è svolta
attraverso la partecipazione a commissioni/tavoli tecnici predi-
sposti dall’università, la determinazione del fabbisogno formativo
e la correlata attuazione didattica, la valutazione della ricaduta
degli eventi formativi attuati. Rilevante, sottolineare, il contribu-
to tecnico-professionale e l’impegno personale degli operatori
ASMN per il raggiungimento degli obiettivi di tirocinio. Le rela-
zioni, nello specifico, sono state assicurate da rapporti diretti tra
Direttore del Servizio Infermieristico e Coordinatori dei corsi di
laurea (Infermieri, Tecnici di Radiologia medica e Fisioterapisti),
nonché da un attivo e proficuo confronto ed interscambio tra tutor
della formazione universitaria e la rete aziendale delle “guide di
tirocinio”.
> Metodologie didattiche
Nell’anno oggetto di bilancio, le attività formative dei corsi di lau-
rea delle professioni sanitarie sono state caratterizzate da una
tensione alla ricerca e sperimentazione di metodologie didatti-
che volte ad integrare la visione del professionista neolaureato,
proveniente dalla formazione universitaria, con quanto atteso
dalle aziende sanitarie. La collaborazione fra il sistema formativo
e quello sanitario appare fondamentale per la realizzazione dei
percorsi di tirocinio; percorsi che privilegiano l’apprendimento
dall’agire professionale, favorendo la sperimentazione pratica e
l’integrazione dei saperi teorico-disciplinari con la prassi operati-
va e organizzativa. Tale collaborazione, volta a favorire una stretta
sinergia tra formazione ed organizzazione, ha consentito la rea-
1.2 Il sistema delle relazioni con l’Università
21
lizzazione di incontri di formazione e aggiornamento con alcune
strutture dell’Azienda ed i tutor dei corsi di laurea. Per entrambi i
corsi di laurea le attività dei tutor possono essere così riassunte:
spronare e sostenere, nello studente, una continua rifl essio-•ne sul proprio operato, attraverso debriefi ng ed autovaluta-
zione;
stimolare capacità di osservazione e di ragionamento clinico •e diagnostico;
acquisire e consolidare abilità nell’assessment, nelle tecni-•che assistenziali, nella relazione col malato;
creare condizioni organizzative e di apprendimento che fa-•voriscano il graduale contatto ed inserimento dello studente
nell’ambiente sanitario;
rafforzare la partnership con le strutture sedi di tirocinio, at-•traverso un diretto coinvolgimento a sostegno del processo di
apprendimento dello studente.
espletare attività di orientamento per gli studenti delle scuole •superiori;
elaborare e condurre, in autonomia e/o collaborazione con al-•tre fi gure professionali, programmi di formazione;
supportare i laureandi per la stesura della tesi ed il supera-•mento della prova abilitante.
Per il Corso di Laurea in Infermieristica è stato realizzato un pro-
getto, il “laboratorio in clinica”, rivolto a tutti gli studenti del 1^
anno, quale modalità più diretta di insegnamento clinico; non si
tratta del laboratorio classicamente inteso, realizzato cioè in un
aula universitaria, ma di una modalità formativa realizzata pro-
prio sul campo. Per l’espletamento di tale progetto, è previsto
che ciascun tutor si faccia carico di un gruppo di 6-8 studenti alla
prima esperienza clinica in ambito ospedaliero od extraospeda-
liero. Il principale obiettivo è quello di consentire al discente di
sperimentarsi nel rapporto con il malato in un ambiente reale e
protetto; non si tratta, pertanto, di traslare solo conoscenze in
attività pratiche per stimolare competenze, ma di favorire la re-
lazione con il malato ed i famigliari, abbozzare modalità d’azio-
ne e di pensiero critico capaci di tenere in considerazione vincoli
ed opportunità del contesto. Il focus dell’insegnamento clinico è
spostato sul rapporto studente/persona assistita ed il contesto in
cui esso ha luogo.
> Percorso di tirocinio
I nostri operatori ed i tutor dell’università hanno lavorato per la
definizione di un progetto formativo aziendale volto ad aumentare
il confronto, l’interazione e l’individuazione di responsabilità spe-
cifiche nel “percorso di tirocinio”; ne è emerso la necessità di:
creare uno strumento di valutazione dei tirocini più affidabile •e fruibile
prestare maggiore attenzione alla formazione dell’infermiere •guida
mantenere forte attenzione sull’accoglienza e sulla relazione •intra-professionale, riconosciuti come fattori predisponenti la
motivazione alla crescita professionale e alla qualità ed effi-
cienza delle prestazioni offerte.
Il gruppo tutoriale del Corso di Laurea in Infermieristica ha, per-
tanto, concluso un percorso, iniziato nel 2007, finalizzato alla
stesura di uno strumento di valutazione del tirocinio diverso da
quello utilizzato, che superasse le caratteristiche soggettive e
fosse, quindi, maggiormente affidabile ed oggettivo. La stesura
della scheda di valutazione ha visto il coinvolgimento e la condi-
visione dei coordinatori infermieristici e degli “infermieri guide di
tirocinio” delle diverse strutture assistenziali.
Relativamente alla formazione dell’infermiere guida di tirocinio,
particolare attenzione è stata posta nel fornire quel bagaglio di
conoscenze e strumenti utili alla funzione ricoperta che consen-
tano una sinergia con gli obiettivi formativi.
Nel 2008 è stato attivato un gruppo di lavoro, che prosegue
tutt’ora, composto dai tutor del Corso di laurea in Infermieristica
e alcuni rappresentanti delle Aziende Sanitarie reggiane, con la
finalità d’individuare un modello di progettazione assistenziale
capace di coniugare gli obiettivi formativi con quelli professiona-
lizzanti; modello che sia condiviso tra Corso di Laurea e Direzioni
Infermieristiche delle Aziende Sanitarie di Reggio Emilia.
> Comitati scientifici
Il Direttore del Servizio Infermieristico è membro attivo nel co-
mitato per l’identificazione dei master; il comitato definisce le
necessità formative, valorizzando le esperienze professionali e le
competenze distintive richieste dai contesti organizzativi. Per il
2008, nello specifico, è da segnalare la partecipazione al consiglio
scientifico attivato per la creazione di un master in “Funzioni di
coordinamento per le professioni sanitarie” ; gli incontri, prope-
deutici all’uscita del bando di ammissione previsto per il 2009,
hanno permesso di esprimere le necessità delle aziende orien-
tando il pensiero educativo e didattico. Si tratta di eventi volti a
valorizzare le potenzialità di uno stretto rapporto tra mondo del
lavoro e mondo formativo accademico.
> Implementazione/manutenzione delle competenze
L’attenzione è posta rispetto due ambiti: l’acquisizione di ulte-
riori conoscenze e il riconoscimento dell’esperienza. Da un lato
l’azienda, in sinergia con l’università ed in linea con quanto pre-
cedentemente dichiarato, si preoccupa di implementare le cono-
scenze, dall’altro considera importante rendere visibile il valore
profuso nella prassi professionale quotidiana. L’attenzione, in
questo caso, è quindi rivolta non solo all’ideazione e creazione
di corsi formativi con l’università (implementazione teorica), ma
anche a momenti di retraining e debrifing dei processi formativi
e lavorativi, per formare, mantenere, valorizzare le competenze
distintive o quelle definite soglia. Per ciò che concerne, ad esem-
pio, le guide di tirocinio, si tratta di circa 250 operatori del ruolo
tecnico (85 tra ASMN ed ASL) ed infermieristico (circa 200) impe-
gnati a sostenere l’apprendimento dei frequentanti; valorizzando
la prassi come fase indispensabile del processo di crescita per-
sonale e professionale. In termini di addestramento e manteni-
mento delle competenze, per l’anno 2008, si segnalano oltre 200
eventi di formazione sul campo e di retraining; attività che vedono
impegnati i professionisti del ruolo sanitario spesso oltre l’orario
lavorativo previsto.
1.1
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22
1.3 La rete integrata dell’ offerta regionale
L’Azienda Ospedaliera ASMN di Reggio Emilia eroga la propria
attività all’interno della Programmazione Sanitaria Locale della
provincia di Reggio Emilia e coerentemente agli obiettivi del Piano
Sanitario Regionale, sviluppando una progettazione complessiva
dell’offerta dei servizi, condivisa con l’Azienda USL di riferimento,
rivolta sia al contesto territoriale locale che a quello regionale.
In questa logica molte strutture e attività presenti al S. Maria
Nuova sono state sviluppate secondo il modello organizzativo
Hub&Spoke e quello delle reti cliniche integrate.
1.3.1. RETE HUB & SPOKE PROVINCIALE E REGIONALE
La rete ospedaliera regionale è stata interessata da un profondo
processo di rimodulazione, teso a migliorare la qualità dell’assisten-
za, a garantire il collegamento con gli altri servizi sanitari e sociali
territoriali e ad assicurare la continuità assistenziale. In questo pro-
cesso, la Regione ha tenuto conto delle caratteristiche demografi -
che dell’Emilia-Romagna, e cioè della presenza di una popolazione
anziana con elevati bisogni assistenziali, dell’incremento costante
di cittadini stranieri, del quadro epidemiologico regionale, della ne-
cessità di ricercare effi cienza ed appropriatezza delle prestazioni e
dei servizi erogati. Questa organizzazione è stata contemplata nel
3° Piano Sanitario Regionale, che ne ha completato il quadro pro-
grammatorio ed organizzativo: a livello provinciale sono stati defi niti
le strutture e i servizi ospedalieri necessari all’autosuffi cienza del
territorio, mentre la programmazione regionale si è occupata del-
le alte specialità, ispirandosi al modello Hub & Spoke. Il PSR parte
dal presupposto che, per determinate situazioni, siano necessarie
competenze specifi che non diffuse, che devono essere concentrate
in Centri regionali di alta specializzazione a cui vengono inviati gli
ammalati dagli ospedali di riferimento territoriale (“servizi ospeda-
lieri periferici”).
Per quanto riguarda la nostra Azienda si sono consolidate le se-
guenti reti:
> UDGEE (Unità per la riabilitazione delle gravi disabilità in età
evolutiva)
Questa struttura ha consolidato la funzione di Hub di 3° livello
nell’ambito regionale. Si tratta di specifi che competenze rien-
tranti in un percorso integrato diagnostico-terapeutico, destinato
ad affrontare i problemi diagnostici, valutativi e rieducativi degli
esiti di patologie neuromotorie e cognitive congenite, connatali od
acquisite dell’età evolutiva.
> Funzione di Neurochirurgia D’urgenza
L’Azienda SMN è sede Spoke, integrata nella Struttura Semplice di
Neurochirurgia ad indirizzo traumatologico dell’Azienda Ospedaliera
di Parma, sede di riferimento territoriale, con la responsabilità di as-
sicurare l’assistenza neurochirurgica, presso il Santa Maria Nuova,
sulla base di un programma integrato di intervento.
> Terapia Intensiva Neonatale
Dal 2002 la Regione ha riconosciuto, all’Azienda SMN, un’attività
di 3° livello per la terapia intensiva neonatale. Tra le altre attività
la struttura, dotata di 18 posti letto di cui 6 di terapia intensiva
e 12 di degenza ordinaria neonatologica, eroga assistenza ven-
tilatoria rianimatoria rivolta ai neonati di peso inferiore ai 1000
grammi e supporta il Centro di Medicina della Riproduzione, polo
di attrazione soprattutto extraregionale, aggregato alla Struttura
Complessa di Ostetricia e Ginecologia.
> Laboratorio di Genetica Medica
È stato individuato, unitamente a quello di Imola, quale Labora-
torio di riferimento Regionale (Hub dell’Emilia Romagna di Nord
Ovest), con bacino di utenza medio per le funzioni specifi che at-
torno ai 2 milioni di abitanti e con compito di effettuare indagini
diagnostiche volte alla identifi cazione delle anomalie cromoso-
miche, costituzionali, ad eccezione dell’attività di citogenetica
oncologica e di mutagenesi. Effettua prestazioni specialistiche di
3° livello, erogabili solo da laboratori organizzati in rete, a livello
regionale.
> Rete provinciale per il trattamento dell’ictus ischemico cere-
brale
Dal marzo 2004 la Struttura Complessa di Neurologia della No-
stra Azienda è centro Hub per il trattamento fi brinolitico del pa-
ziente con ictus ischemico, secondo le modalità del protocollo di
monitoraggio SIST-MOST di cui allegato 1 del DM 24.07.2003.
Il nostro centro presenta tutti i requisiti richiesti quale unità de-
dicata per il trattamento fi brinolitico (struttura di ricovero semi-
intensiva per le prime 24 ore di degenza, accesso continuo a TC,
Laboratorio di Analisi, consulenza cardiologia, rianimatoria e
neurochirurgia).
Si è consolidato un percorso di integrazione e collaborazione con
tutti i presidi ospedalieri provinciali (rete provinciale) per diminu-
ire i tempi e migliorare le risposte alle varie necessità e si sono
elaborate le istruzioni operative per la gestione intraospedaliera
ASMN e della rete provinciale di Reggio Emilia del paziente con
Ictus Ischemico.In parallelo sono stati concordati protocolli operativi per dare cor-so al documento di dichiarazione di intenti in conformità alle linee guida regionali relative allo Stroke-Care.
In particolare, sono state attivate alcune aree di degenza dedicate
all’assistenza di pazienti con stroke ed è stato costituito un TEAM
MULTIPROFESSIONALE AZIENDALE coordinato dal Responsabile
della Struttura Semplice di Patologia Cerebrovascolare (Medico
Neurologo).
> Rete per la gestione dei pazienti GRACER
Nell’ambito del progetto regionale GRACER, per il trattamento
delle gravi cerebrolesioni acquisite, la Struttura di Medicina Fi-
sica e Riabilitazione svolge attività di Spoke A (Spoke acuti) ed
è fi nalizzata all’effettuazione degli interventi riabilitativi in fase
acuta, valutazione del fabbisogno riabilitativo futuro, defi nizione
del percorso di cura in fase post-acuta, segnalazione alle struttu-
re riabilitative della rete per la successiva presa in carico.
> Rete provinciale per l’emergenza territoriale
Per quanto concerne l’area dell’Emergenza territoriale si è con-
solidato il modello di organizzazione interaziendale (Azienda
Ospedaliera ed Azienda USL) dell’area dell’Emergenza Urgenza,
già da anni gestita in modo integrato, con conseguente ottimale
utilizzo di tutte le risorse professionali dal territorio all’Ospedale,
secondo il modello Hub & Spoke. Tale modello organizzativo ha
favorito, altresì, l’estensione del servizio di automedica a tutto il
territorio provinciale e la gestione dell’attività secondo protocolli
comuni e condivisi.
In particolare:
è attivo il Percorso assistenziale del trauma grave, con veri-•fica ed aggiornamento del Protocollo di centralizzazione Di-
partimentale;
è attivo, all’interno dell’Ospedale, un tavolo di lavoro, coordi-•nato dal Direttore del DEU, sulla gestione del Politrauma, a
cui partecipano le figure professionali che svolgono un ruolo
23
nel percorso di tali pazienti;
si svolgono, periodicamente, riunioni fra i Dipartimenti •d’Emergenza di Reggio Emilia, Parma e Piacenza nell’ot-
tica della realizzazione del SIAT (Sistema Integrato Traumi)
dell’Emilia Occidentale.
> Rete per le Malattie rare
Sono state attivate la rete per emofi lia e malattie emorragiche
congenite, la rete per le anemie emolitiche congenite e la rete per
la sindrome di Marfan, di cui viene illustrato un ampio approfon-
dimento nel paragrafo 3.2.
1.3.2. PROGRAMMI INTERAZIENDALI
Sono stati defi niti, in conformità agli indirizzi della L.R. 29, i Pro-
grammi Interaziendali, che afferiscono in staff alle Direzioni Stra-
tegiche e costituiscono la forma di integrazione funzionale tra at-
tività di Dipartimenti di Aziende Sanitarie diverse. I Programmi
Interaziendali hanno funzioni di programmazione, su base pro-
vinciale, negli ambiti di specifi ca competenza, integrando tra loro
più strutture complesse (ospedaliere o territoriali) e/o funzioni
ad elevata complessità e/o ad assorbimento rilevante di risorse,
secondo logiche di Governo Clinico. È compito del Responsabile
di Programma presentare un piano di lavoro complessivo, da con-
dividere con le Direzioni Aziendali, nel quale siano anche defi niti
strutture e professionisti coinvolti, la cui attività rientra comunque
nei rispettivi compiti di istituto. Le Direzioni Sanitarie delle Azien-
de defi niscono, congiuntamente e di concerto con il Responsabile
di Programma, gli obiettivi annuali, parte integrante dell’Accordo
di fornitura defi nito dalle Aziende. Il Responsabile di Programma
Interaziendale è individuato dai Direttori Generali delle Aziende,
con incarico fi duciario, a tempo determinato (di norma triennale)
> Programma Cardiologico
Con l’attivazione del Programma Interaziendale di Cardiologia,
nel 2007, si è consolidata l’esperienza della Commissione provin-
ciale, già da anni attiva nella Ns Provincia nell’ambito del proget-
to Primarer, che prevede la centralizzazione, secondo protocolli
ben defi niti, del paziente con patologia cardiaca acuta dal territo-
rio e dai Pronto Soccorso Ospedalieri dei presidi dell’Azienda USL
presso la S.C. di Cardiologia.
La Struttura Complessa di Cardiologia Interventistica di Reggio
Emilia, quindi, dotata di Laboratorio di Emodinamica Interven-
tistica, attiva h24, esercita la funzione di centro Hub per l’assi-
stenza mediante angioplastica dei pazienti con IMA: il centro Hub,
di norma, riceve immediatamente i pazienti con indicazione ad
angioplastica primaria, facilitata e di salvataggio. I centri Spoke
garantiscono la riaccettazione rapida dei pazienti stabilizzati.
Si riportano nella tabella 1.3.1. i dati relativi a coronarografie ed
Tabella 1.3.1 - Interventi di coronarografie ed angioplastiche
Procedura 2005 2006 2007 2008 Variazione
Coronarografie 1.552 1.483 1.526 1670 144
ambulatoriali (a tariffa) 237 271 187 168 -19
Angioplastiche coronariche 896 926 937 949 12
Totale 2.448 2.680 2.708 2.619 -89
Rapporto PTCA/Coro (%) 62 61 57 -4
Angioplastiche programmate 220 236 258 248 -10
Coro + PTCA on line 670 690 679 701 22
p-PCI (IMA): Angioplastica primaria nell’infarto 178 240 225 208 -17
PTA carotidea 0 22 43 45 2
Rotablator: aterectomia rotazionale (tecnica particolare di
angioplastica)3 10 14 15 1
IVUS: eco intravascolare (si esegue in alcuni casi di angioplastica) 20 22 31 52 21
Chiusura PFO/DIA: Chiusura per cutanea di forame ovale o difetto
interatriale0 14 24 15 -9
CoroTAC 0 68 113 88 -25
Accesso femorale 934 519 554 35
Accesso radiale 112 608 1.162 1198 36
1.3
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angioplastiche effettuate nel 2008 confrontati con gli anni prece-
denti:
Le immagini prodotte presso le sale di Emodinamica vengono ar-
chiviate in formato digitale nel PACS aziendale e da questo archi-
vio possono essere richiamate dall’emodinamista per seguire nel
tempo l’evoluzione della patologia del paziente o per confrontare
immagini ottenute con questo sistema con quello di altre diagno-
stiche per immagini.
Inoltre questi percorsi sono rafforzati e facilitati dall’attivazione di
un protocollo per l’utilizzo della telemedicina nella refertazione a
distanza. Il paziente con sospetto IMA esegue ECG in ambulanza,
o presso il Pronto Soccorso periferico e il tracciato viene trasmes-
so per via telematica alla Cardiologia della nostra azienda.
Questo consente:
la conferma della diagnosi di STEMI,•la tempestiva attivazione delle Sale di Emodinamica,•la concertazione tra i colleghi inviante e ricevente della tera-•pia farmacologia riperfusiva con ASA + eparina non frazionata
ovvero bolo con Abciximab.
Nel 2008 è stato confermato l’accordo di collaborazione, siglato
nel 2007, tra l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, le due
Aziende Sanitarie reggiane e Villa Salus, che ha previsto la ride-
fi nizione del modello organizzativo dell’offerta di cardiochirurgia.
Come previsto dall’accordo, nell’ambito del Programma, vengono
24
analizzati i percorsi clinico-assistenziali dei pazienti con la par-
tecipazione puntuale e costante anche dei cardiochirurghi e dei
cardiologi della struttura privata accreditata.
> Programma Speciale Sangue
Il Piano Sanitario Sangue-Plasma regionale 2002/2003 defi niva l’as-
setto organizzativo del sistema trasfusionale indicando i Program-
mi speciali provinciali della Regione, individuandone gli organismi,
le relative attribuzioni ed istituiva il Programma Speciale Sangue
Provinciale, quale organismo deputato alla attuazione in sede locale
degli indirizzi defi niti della programmazione regionale.
Il successivo Piano sangue plasma regionale 2006/2007 ha ridefi -
nito ed integrato i contenuti della suddetta organizzazione in rela-
zione alle funzioni dei diversi organismi ed alla composizione del
Comitato di programma provinciale. La determinazione di pro-
cedere alla formalizzazione del Programma citato si confi gura,
pertanto, come attuativa delle indicazioni contenute in documenti
di programmazione di fonte regionale.
Le attività trasfusionali sono interamente garantite e coordinate
dall’Azienda Ospedaliera ASMN secondo gli enunciati della con-
venzione stipulata con l’AUSL ai sensi della normativa vigente
(D.M. 01.09.95).
A partire dalla nuova organizzazione del Sistema Sangue Regio-
nale, il Piano sangue e plasma 2008-2010 ha come obiettivo l’ul-
teriore sviluppo dell’integrazione tra le strutture trasfusionali per
garantire l’autosuffi cienza di sangue e di emoderivati, in Regione
e a livello nazionale, e per assicurare - all’interno di un maggiore
coordinamento nazionale - qualità e sicurezza del sangue e dei
servizi trasfusionali, con rigorose procedure sia per le donazioni
che per le trasfusioni.
Questo nuovo assetto porta avanti un modello consolidato di si-
stema integrato e altamente condiviso, che coinvolge tutti i sog-
getti interessati (Regione, Centro Regionale Sangue, Aziende
sanitarie, associazioni dei donatori di sangue, medici e operatori
dei Servizi trasfusionali aziendali) per garantire la raccolta, con-
trollare l’appropriatezza dei consumi e potenziare le tecniche al-
ternative all’uso del sangue omologo. Si tratta di un sistema in cui
è centrale la valorizzazione delle associazioni di volontariato del
sangue, determinanti per aumentare il numero di donatori e per
diffondere e sostenere la cultura della solidarietà.
Tra le priorità del Piano vi è l’accreditamento delle strutture tra-
sfusionali, come strumento per raggiungere uno standard omo-
geneo nella qualità degli emocomponenti. In questa direzione si
inserisce l’avvio del processo per concentrare in un numero limi-
tato l’attività di produzione e validazione delle unità di sangue rac-
colte: questo processo porterà ad identifi care le sedi trasfusionali
che hanno questo compito in ambito di Area vasta.
Il Piano individua, inoltre, tra gli obiettivi da perseguire priorita-
riamente l’ulteriore sviluppo dei processi di sicurezza delle tra-
sfusioni, in particolare, rispetto ai metodi di tracciabilità del do-
natore, del prodotto sangue e dei suoi componenti e rispetto alla
prevenzione del rischio di infezioni.
Prosegue la rendicontazione in merito all’appropriatezza di uti-
lizzo del sangue e derivati (anche in riferimento alla situazione
ematologica del paziente) ed alla corretta compilazione delle ri-
chieste, tramite elaborazione dei dati contenuti nella scheda di ri-
chiesta di sangue. L’Azienda Ospedaliera ASMN rendiconta ogni 6
mesi sul consumo di sangue delle strutture operative dell’Azien-
da USL.
Verrà valutata la possibilità di adottare un sistema di registrazio-
ne della somministrazione di emoderivati effettuata in regime di
Pronto Soccorso.
Sarà defi nita e validata una procedura interaziendale per la tra-
sfusione di sangue o emocomponenti in ambiente extraospeda-
liero.
Prosegue il progetto di prelievo di sangue dal cordone ombelicale
avviato nel 2002 ed ormai esteso a tutto l’ambito provinciale.
> Programma di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
Le Aziende hanno individuato nella Gastroenterologia ed Endo-
scopia Digestiva una delle aree di prioritario interesse che, in for-
za del progressivo consolidamento dei sempre più elevati livelli
qualitativi raggiunti, dell’impegno rilevante di risorse umane-tec-
nologiche-economiche richiesto per il mantenimento di elevati
standard di qualità e dei percorsi organizzativi e diagnostico - as-
sistenziali integrati già in essere, possiede i presupposti idonei
alla costituzione in via sperimentale di una specifi co Programma
che si confi gura come evoluzione della Commissione Gastroente-
rologica operativa da anni nella nostra provincia che ha condotto
ad importanti risultati nell’uniformare i comportamenti nella dia-
gnostica endoscopica.
> Programma Materno Infantile
Nel 2007 le due Aziende Sanitarie ASMN e AUSL hanno istituito il
Programma Materno Infantile della Provincia di Reggio Emilia.
Il Programma Interaziendale Materno-Infantile è una struttura
in staff alle Direzioni Sanitarie delle due Aziende che aggrega a
livello funzionale unità operative e funzioni afferenti gestional-
mente a differenti Dipartimenti delle due Aziende. Rappresenta
la forma ordinaria di coordinamento e di integrazione fra attività
riconducibili all’area materno-infantile.
Compito del Programma è sviluppare azioni per il potenziamento
ed il miglioramento della qualità assistenziale nell’ambito della
rete dei servizi provinciali, secondo criteri di effi cacia, effi cienza
ed appropriatezza riconducibili alla “clinical governance”. Garan-
tisce coerenza tra le funzioni ospedaliere e territoriali svolte dalle
diverse componenti organizzative (unità operative ospedaliere,
consultoriali, pediatria di comunità e di libera scelta, neuropsi-
chiatria e riabilitazione infantile).
Nel 2008, con DGR n.533/2008 “Direttiva alle Aziende sanitarie in
merito al programma percorso nascita”, la Regione ha diffuso i
documenti di riferimento e gli indirizzi per l’attuazione di inter-
venti rivolti alla donna/coppia ed al neonato in tutto il percorso
nascita. La Delibera prevedeva che, sulla base delle indicazioni
in essa contenute, le Aziende sanitarie defi nissero, entro fi ne
2008, un Piano di attuazione provinciale del percorso nascita, in
cui fossero esplicitati le modalità di implementazione delle linee
guida/raccomandazioni indicate nella DGR e di attuazione degli
obiettivi, le fasi e i tempi di realizzazione per ognuno degli obiettivi
contenuti nel documento stesso. Nella nostra realtà provinciale
l’attivazione di un programma Percorso Nascita e la stesura del
Piano Attuativo hanno trovato la naturale sede di programmazio-
ne per i diversi obiettivi nel Programma Materno Infantile e nelle
sue articolazioni organizzative. Sono stati, pertanto, costituiti, nel
corso del 2008, diversi gruppi di lavoro per ognuno degli obiettivi
del percorso nascita, ed in particolare:
1. Realizzare una razionalizzazione delle metodiche invasive
utilizzate per la diagnosi prenatale di anomalie cromosomi-
che
2. Predisporre un percorso razionale della diagnostica ecografi -
ca delle anomalie morfologiche fetali
3. Applicare le linee di indirizzo regionale per la ridefi nizione del
ruolo dell’ostetrica nell’assistenza al percorso nascita
4. Promuovere e consolidare l’adozione delle linee guida sul
“controllo del benessere fetale in travaglio di parto”
5. Migliorare l’assistenza ai disturbi emozionali della donna in
gravidanza e nel primo anno di vita del bambino
6. Attuare interventi di supporto alla relazione madre-bambino
e di promozione e sostegno dell’allattamento al seno
7. Favorire il processo di ascolto dell’opinione delle donne e del-
le coppie che hanno accesso ai servizi per il percorso nascita
8. Garantire un miglioramento della prassi diagnostico assi-
stenziale in caso di nato morto
9. Garantire un’assistenza qualifi cata al travaglio e parto fi siolo-
gico in ambiente extra-ospedaliero
10. Garantire a tutte le donne i corsi prenatali di base
11. Aumentare le conoscenze e l’attenzione dei professionisti e
delle donne al tema “il dolore nel parto” anche attraverso
25
sperimentazioni controllate di metodiche farmacologiche e
non farmacologiche (DGR 1921/2007).
A dicembre 2008 sono stati raccolti i contributi di tutti i gruppi
di lavoro ed è stato predisposto, da un gruppo interaziendale, il
Piano d’attuazione interaziendale del percorso nascita, inviato,
quindi, in Regione, così come previsto dalla DGR n.533. Il grup-
po è stato coordinato dal direttore del programma interaziendale
materno-infantile e vi hanno partecipato per l’ASMN sia il diret-
tore del dipartimento ostetrico-ginecologico e pediatrico che la
direzione operativa.
Particolare impegno hanno richiesto gli obiettivi 1, 2 e 11, che
comportano modifi che gestionali ed organizzative di rilievo e la
cui attuazione dovrà essere implementata nel corso del prossimo
anno.
Per quanto riguarda l’introduzione della parto-analgesia pres-
so l’ASMN (obiettivo 11), che rimanda ai contenuti della DGR
1921/2007 ”Linee guida alle Aziende Sanitarie della Regione Emi-
lia Romagna per il controllo del dolore in travaglio di parto”, è
prevista la messa in atto delle seguenti azioni:
formazione di anestesisti, ginecologi ed ostetriche, sia pres-•so strutture di eccellenza, quali l’Ospedale Fatebenefratelli
di Roma e il S. Orsola di Bologna, sia con corsi residenziali
all’interno della nostra Azienda;
formazione di un gruppo di lavoro, costituito da anestesisti, •ginecologici, ostetriche e neonatologi, per la preparazione del
protocollo aziendale per la partoanalgesia;
condivisione del protocollo aziendale tra tutti i professionisti •coinvolti.
Anche per quel che riguarda l’obiettivo 11, nel corso del 2009,
dovrà proseguire la formazione dei professionisti (audit, corsi,
stage) e si dovrà lavorare all’implementazione del percorso di
parto-analgesia.
Inoltre, nel 2009, sta continuando la partecipazione dei profes-
sionisti ASMN ai lavori del Programma interaziendale Materno-
Infantile ed alle Commissioni e Coordinamenti in cui si esso si ar-
ticola, per sviluppare progetti fi nalizzati a garantire la continuità
assistenziale e la presa in carico globale del paziente secondo la
logica dei percorsi clinico-assistenziali tra ospedale e territorio, il
modello “hub e spoke”, la collaborazione multidisciplinare e mul-
tiprofessionale e l’integrazione sociale e sanitaria.
In particolare proseguirà la collaborazione con gli ospedali del
presidio AUSL ed i consultori per la riorganizzazione dei percorsi
delle pazienti sottoposte ad IVG ed isteroscopie.
Nel 2008 sono stati riconosciuti al nostro ospedale, da ONDA (Os-
servatorio Nazionale Salute Donna), tre bollini rosa, ovverosia il
massimo punteggio, nell’ambito del progetto Ospedale-Donna
che premia gli ospedali che hanno dato prova di “women-friend-
ship”e cioè di alto grado di attenzione posta non solo nei confronti
dei campi della medicina dedicati alle patologie femminile ma an-
che alle esigenze specifi che delle donne ricoverate. Si proseguirà
nell’impegno di rispettare i requisiti richiesti dal riconoscimento
dell’Osservatorio Nazionale salute Donna (ONDA).
È, inoltre, iniziato nel corso del 2008 il percorso per il riconosci-
mento del nostro ospedale come Ospedale Amico dei Bambini da
parte dell’UNICEF che ha visto il coinvolgimento della Neonatolo-
gia e dell’Ostetricia.
> Programma Assistenza Dialitica e Nefrologica
Il Programma Assistenza Dialitica e Nefrologica rappresenta
l’evoluzione dell’attività assistenziale garantita in rete a livello
provinciale nei “Centri di Assistenza limitata”, collocati presso
gli stabilimenti ospedalieri del presidio della AUSL. Negli anni
si sta registrando un’attività in costante incremento, in linea con
l’andamento epidemiologico della realtà del mondo occidentale,
e si trattano pazienti con maggiori livelli di complessità clinica,
derivanti, anche, dal notevole incremento della età media dei dia-
lizzati. Al programma assistenza dialitica e nefrologica, afferisce
anche il progetto regionale PIRP (Progetto Insuffi cenza Renale
Progressiva).
Il responsabile del programma promuove l’applicazione, a tutte
le Strutture Operative del programma, dei requisiti di accredita-
mento; è responsabile dei requisiti generali (cosiddetti di dipar-
timento) e partecipa alla visita di accreditamento delle Strutture
Operative di entrambe le aziende.
1.3.2. INDICATORI DI DIPENDENZA
Al fi ne di illustrare il ruolo rivestito dall’azienda Ospedaliera
ASMN nell’ambito della rete integrata dell’offerta regionale e del
sistema delle relazioni con altri presidi pubblici e privati, è utili
valutare l’indice di dipendenza della popolazione dalle strutture,
per capire i percorsi preferenziali scelti dai cittadini residenti nel-
la Provincia di Reggio Emilia e, parimenti, l’indice di dipendenza
della struttura dalla popolazione, per rappresentare il bacino di
riferimento delle attività erogate.
Entrambi gli indicatori vengono esaminati di seguito sia per il li-
vello della Specialistica Ambulatoriale che per il livello assisten-
ziale della Degenza Ordinaria e Day Hospital.
1.3.2.a) Indici di dipendenza della popolazione residente dalla
struttura ospedaliera per l’assistenza specialistica
L’indice di dipendenza della popolazione dalla struttura ospeda-
Provincia
Reggio Emilia
% prestaz. erogate presso i
presidi AUSL% prestaz. er-
ogate Azienda
Ospedaliera
% prestaz.
erogate entro
la provincia
% prestaz. erogate in altre
aziende R.E.R.
pubblico privato pubblico privato
anno 2006 40,60% 8,60% 47,50% 96,80% 3,20% 0,10%
anno 2007 38,60% 9,90% 47,90% 96,40% 3,50% 0,10%
anno 2008 38,00% 10,50% 47,80% 96,20% 3,70% 0,10%
Prov. MO 2008 79,60% 3,80% 13,90% 97,30% 2,60% 0,10%
Prov. PR 2008 58,00% 4,90% 34,90% 97,90% 2,00% 0,10%
Prov. FE 2008 48,90% 2,00% 45,30% 96,20% 3,70% 0,10%
Tabella 1.3.2 A- Specialistica ambulatoriale - Indice dipendenza della popolazione
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liera esprime, percentualmente, a quali strutture/Aziende una
data popolazione si rivolge per l’assistenza specialistica (sono
escluse le prestazioni di pronto soccorso) ed evidenzia, quindi, la
mobilità dei cittadini reggiani nella richiesta di prestazioni.
Analizzando tale fenomeno per il 2008 nel contesto territoriale
della provincia di Reggio Emilia, Tabella 1.3.2, si osserva che la
richiesta di prestazioni specialistiche espressa dalla popolazio-
ne residente è stata soddisfatta per il 96,2% dalle strutture pro-
vinciali : il 47,8% presso l’azienda ospedaliera provinciale, il 38%
presso le strutture pubbliche territoriali ed il 10,5% presso le
strutture private. Il restante 3,8% dei cittadini residenti si è rivolto
a strutture extraprovinciali, prevalentemente pubbliche.
Esaminando i dati degli ultimi anni, si osserva come l’azienda
ospedaliera rappresenti il riferimento principale per i bisogni
della popolazione locale (oltre il 47% delle prestazioni erogate
per residenti), in misura anche di molto superiore ad altre realtà
ospedaliere universitarie di dimensioni simili.
Entrando nel dettaglio delle prestazioni offerte e raggruppate
nelle seguenti tipologie principali:
Diagnostica:• sono incluse le prestazioni di radiologia tradizio-
nale, tac, Rmn, Moc, diagnostica strumentale senza radiazio-
ni e medicina nucleare;
Laboratorio:• sono inclusi prelievi, esami di chimica clinica,
ematologia/coaugulazione, immunoematologia e trasfusio-
nale, microbiologia/virologia, anatomia e istologia patologica
e genetica/citogenetica;
Riabilitazione:• comprende RRF, terapia fisica e valutazioni
(funzionale, ortottica, manuale,...)
Visite• : sono incluse le prime visite e le visite di controllo; si
evidenzia che:
oltre il 50% dell’attività Laboratoristica è concentrata -presso il S.M.N., in conseguenza dell’assorbimento dei
laboratori di Scandiano e Montecchio edal 2009 del La-
boratorio di Castel. Monti.;
l’attività Riabilitativa è prevalentemente erogata presso -l’azienda ospedaliera;
le prestazioni di Visita sono erogate per oltre il 50% nei -presidi territoriali pubblici, mentre l’Azienda ospedaliera
eroga il 30% dell’attività;
anche la Diagnostica è principalmente erogata nelle -strutture pubbliche della AUSl e, per una parte consi-
stente, dal privato locale. Il S.M.Nuova concorre per una
percentuale del 26% al totale dell’attività erogata a favore
dei cittadini residenti nella provincia.
Tabella 1.3.3 -Specialistica ambulatoriale
Indice dipendenza della struttura
Az. Osp. S.M.N. % prestaz. erogate - residenti
nello stesso distretto
% prestaz. erogate - residenti altro dis-
tretto della stessa azienda territoriale
% prestaz. erogate - residenti
altre Aziende R.E.R.
anno 2006 61,07% 35,87% 3,06%
anno 2007 61,12% 36,22% 2,67%
anno 2008 61,00% 36,28% 2,71%
A. Osp. Modena ‘08 47,91% 44,60% 7,50%
A. Osp. Parma ‘08 65,75% 28,79% 5,46%
A. Osp. Ferrara ‘08 84,16% 13,43% 2,41%
1.3.2.b) Indici di dipendenza della struttura ospedaliera dalla
popolazione per l’assistenza specialistica
L’indice di dipendenza della struttura ambulatoriale dalla popola-
zione esprime, percentualmente, per ciascuna Azienda erogante,
la provenienza dei propri utenti ed è un indicatore della capacità
di attrazione di una struttura ambulatoriale.
Analizzando il trend, Tabella 1.3.3, si osserva che negli ultimi
anni, la % di prestazioni erogate dall’azienda ospedaliera a favore
dei residenti nella provincia di Reggio Emilia è sostanzialmente
stabile. Disaggregando l’analisi per le principali tipologie di pre-
stazioni, si possono fare le seguenti osservazioni:
Prestazioni di Diagnostica:• si registra, rispetto al 2007, un
andamento stabile sia della % di attività erogata verso resi-
denti del distretto di Reggio Emilia (76,5 rispetto a 75,9) sia
dell’attività verso i residenti di altri distretti della provincia
(20,2 rispetto 20,7);
Prestazioni di Laboratorio:• la % di attività erogata verso re-
sidenti del distretto di Reggio Emilia è stabile rispetto al 2007
(56,5 rispetto a 56,7), così come per gli altri distretti provincia-
li (41,02 rispetto 40,94);
Prestazioni di Visita:• le % di attività erogate sono sostanzial-
mente stabili rispetto al 2007; le prestazioni erogate a favore
dei residenti della provincia assorbono il 74,4% dell’attività
prodotta (74,5 nel 2007).
Tabella 1.3.2 B- Specialistica ambulatoriale - Indice dipendenza della popolazio
Provincia
Reggio Emilia
% prestaz. erogate presso i
presidi AUSL% prestaz. er-
ogate Azienda
Ospedaliera
% prestaz.
erogate entro
la provincia
% prestaz. erogate in altre
aziende R.E.R.
pubblico privato pubblico privato
Diagnostica 49,30% 19,40% 29,40% 95,10% 4,40% 0,50%
Laboratorio 33,60% 9,60% 53,40% 96,60% 3,64 0,00%
Riabilitazione 34,00% 22,70% 41,00% 97,60% 1,80% 0,50%
Visite 57,30% 5,40% 32,00% 94,70% 5,20% 0,10%
27
Tabella 1.3.5 - Assistenza Ospedaliera
Indice di dipendenza della struttura
Az. Osp. S.M.N.
% ricoveri erogati -
residenti nello stesso
distretto
% ricoveri erogati -
residenti altro distretto
della stessa azienda
% ricoveri erogati -
residenti altre Aziende
R.E.R.
% ricoveri erogati -
residenti fuori R.E.R.
ed Estero
anno 2006 59,10% 25,70% 6,80% 8,40%
anno 2007 57,70% 26,70% 7,30% 8,20%
anno 2008 57,10% 27,40% 7,20% 8,30%
A. Osp. Modena ‘08 35,50% 39,80% 8,70% 16,00%
A. Osp. Parma ‘08 47,70% 30,50% 10,40% 11,40%
A. Osp. Ferrara ‘08 58,30% 20,70% 6,20% 14,70%
Tabella 1.3.4 - Assistenza Ospedaliera
Indice di dipendenza della popolazione
Provincia
Reggio
Emilia
% prestaz. erogate presso i presidi
AUSL
% prestaz.
erogate
Azienda Os-
pedaliera
% prestaz.
erogate
entro la
provincia
% prestaz. erogate in altre
aziende R.E.R.% ricoveri
fuori
regione
pubblico privato pubblico privato
anno 2006 32,30% 5,90% 42,40% 80,60% 10,80% 2,60% 6,00%
anno 2007 30,80% 6,50% 42,60% 79,90% 10,90% 2,60% 6,60%
anno 2008 29,80% 5,70% 44,30% 79,70% 11,40% 2,40% 6,40%
Prov. MO 2008 52,70% 5,90% 27,90% 86,60% 6,60% 1,70% 5,10%
Prov. PR 2008 17,00% 17,00% 51,90% 86,00% 5,10% 0,60% 8,30%
Prov. FE 2008 30,30% 6,00% 43,70% 80,10% 7,20% 3,00% 9,70%
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1.3.2.d) Indici di dipendenza della struttura ospedaliera dalla
popolazione per l’assistenza ospedaliera in regime di ricovero
L’indice di dipendenza della struttura ospedaliera dalla popola-
zione delle Aziende USL (IDSP) esprime percentualmente, per
ciascuna struttura/Azienda produttrice, la provenienza dei pro-
pri dimessi, ed è un indicatore della capacità di attrazione di una
struttura ospedaliera (sono esclusi dal calcolo i neonati sani).
Il bacino d’utenza è principalmente provinciale (stabile la % dei
ricoveri nell’anno 2007 vs 2008). Sostanzialmente stabile è anche
l’attività erogata a favore di residenti extraregione, Tabella 1.3.5.
Rispetto alle altre aziende ospedaliere universitarie, il S. M. N.
mantiene un buon confronto in particolare rispetto all’attrazione
infraregionale (7,2%, rispetto a 8,7% di Modena, 6,2% di Ferrara
e 10,4% di Parma).
1.3.2.c) Indici di dipendenza della popolazione residente dalla
struttura per l’assistenza ospedaliera in regime di ricovero
L’indice di dipendenza della popolazione dalle strutture ospeda-
liere esprime, percentualmente, a quali Strutture/Aziende una
data popolazione si rivolge per l’assistenza ospedaliera in regime
di ricovero ordinario o diurno (day hospital), ovvero esprime in che
percentuale le diverse strutture/Aziende contribuiscono alla for-
mazione del tasso di ospedalizzazione delle Aziende USL (sono
esclusi dal calcolo i neonati sani).
Analizzando tale fenomeno per il 2008 nel contesto territoriale
della Provincia di Reggio Emilia, Tabella 1.3.4, si osserva che il
79,7% dei residenti con necessità di ricovero, sono stati accolti
nelle strutture ospedaliere provinciali, ed in particolare il 44,3%
presso l’azienda ospedaliera S.M.N. (vs 42,6% nel 2007), il 29,8%
presso gli presidi territoriali della provincia (vs 30,8 nel 2007) ed
il 5,7% presso le strutture private locali (vs 6,5% nel 2007). Il re-
stante 20% dei cittadini residenti si è rivolto a strutture extrapro-
vinciali.
Nel 2008 si evidenzia una ulteriore ripresa dei ricoveri presso
l’azienda ospedaliera SMN rispetto al 2007, riconducibile prin-
cipalmente all’attività di degenza ordinaria; si tratta di un dato
assolutamente positivo se confrontato con i valori delle province
sedi di aziende ospedaliere universitarie.
La casistica extraregionale (8,3%), pur ancora contenuta rispetto
alle altre aziende ospedaliere, supera la casistica infraregiona-
le: è trainata soprattutto dall’attività delle strutture di Ostetricia
e Ginecologia (29% dei ricoveri extraregionali), in particolare il
settore della Procreazione Medicalmente Assistita, Medicina in-
ternistica (8% dei ricoveri extraregionali), Neuro-Riabilitazione
Infantile (7% dei ricoveri extraregionali), Chirurgia Generale (6%),
Otorinolaringoiatria (4%), Oculistica (4%), Urologia (4%), Medicina
Nucleare (4%).
28
1.4.1 FUNZIONI HUB E CENTRO DI ECCELLENZA
È stata effettuata un’attenta analisi della letteratura e degli in-
dicatori epidemiologici, sia a livello nazionale che regionale, con
l’intento di descrivere il quadro epidemiologico delle funzioni hub
o di eccellenza individuate nell’azienda ospedaliera ASMN. Il ri-
sultato di questa analisi ha evidenziato pochi studi osservazionali
e registri di patologie specifi che ancora allo stato embrionale.
Riteniamo, quindi, importante prima di tutto determinare le ca-
ratteristiche dei bacini di utenza delle funzioni Hub e di eccellenza
identifi cate per l’ASMN, al fi ne di circoscrivere in modo preciso
l’offerta delle prestazioni.
La delibera regionale 1267/2002 attribuisce all’ASMN due funzio-
ni Hub:
la Neonatologia, per la terapia intensiva neonatale e del 1° •anno di vita con valenza provinciale
l’Unità di Riabilitazione delle Gravi Disabilità dell’Età Evolutiva •(UDGEE), unica sede in Emilia Romagna.
Oltre alle funzioni Hub , uffi cialmente riconosciute con normati-
ve Regionali, sono stati identifi cati, in modo congiunto tra le due
aziende sanitarie di Reggio Emilia, altri centri che svolgono fun-
zioni di Hub a livello provinciale (il Programma Interaziendale di
Gastroenterologia Endoscopia Digestiva e la Rete Cardiologica
provinciale).
Per i centri di eccellenza, la cui attività è orientata al migliora-
mento dell’appropriatezza clinico-organizzativa, all’effi cacia cli-
nica ed all’adeguatezza dei processi in riferimento agli standard
defi niti da linee guida, si è ritenuto opportuno utilizzare la capa-
cità attrattiva, come principale indicatore per identifi carli come
erogatori di prestazioni di elevata qualità.
Premessa indispensabile è l’analisi dei “bacini di utenza” specifi -
ci, ovvero dei potenziali soggetti fruitori di prestazioni. Il bacino
d’utenza rappresenta infatti il principale riferimento per la pro-
grammazione dell’attività sanitaria erogata.
Per la Neonatologia, il bacino di utenza, al 01.01.2009, è stato pari
a 5.713 neonati, entro il 1° anno di vita, residenti nel territorio di
Reggio Emilia (+2% rispetto a gennaio 2008 e + 7,6% rispetto a
gennaio 2007).
L’Unità di Riabilitazione delle Gravi Disabilità dell’Età Evolutiva (UD-
GEE), in qualità di unica sede regionale in Emilia Romagna, ha come
bacino di utenza 667.922 residenti, al 01.01.2009, nella Regione Emi-
lia Romagna in età pediatrica (0 - 17 anni), di cui 91.042 nella provin-
cia di Reggio Emilia (13,6%).
Per i Centri di Eccellenza identifi cati come punti di riferimento pro-
vinciale per la diagnosi ed il trattamento delle principali neoplasie,
delle malattie rare in età pediatrica, della patologie reumatologiche,
delle maculopatie e delle problematiche legate alla fertilità, il baci-
no di utenza è composto da tutti i residenti nella provincia di Reggio
Emilia che al 01.01.2009 era pari a 519.480 abitanti di cui 256.300
maschi (49,3%) e 263.180 (50,7%) femmine.
1.4.2.A FUNZIONI HUB REGIONALI E CAPACITÀ ATTRATTIVA
> Hub Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale
L’attività di neonatologia (12 posti letto) e di terapia intensiva ne-
onatale ( 6 posti letto) ha registrato, nell’ultimo triennio, tabella
1.4.1, una mobilità attiva stabile attorno al 12%; notevole l’incre-
mento (+158 pari ad un +22%) dei dimessi complessivamente dal-
le due discipline neonatali dal 2006 al 2008.
Tabella 1.4.1 - Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale
Dimessi in Degenza Ordinaria
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 32 56 637 725
% attrazione 12,14%
a. 2007 31 61 672 764
% attrazione 12,04%
a. 2008 45 62 776 883
% attrazione 12,12%
> Hub Unita’ Riabilitativa per le Gravi Disabilita’ Infantili
(Udgee):
L’attività della UDGEE (2 posti letto in degenza ordinaria e 1 in day
hospital) vede una elevata attrazione extraprovinciale (> del 90%),
tabella 1.4.2, con particolare riguardo a quella extra-regione, la
quale, negli ultimi tre anni, è responsabile di una quota maggiore
del 75% dei dimessi totali.
Tabella 1.4.2 - Udgee
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 267 59 27 353
% attrazione 92,35%
a. 2007 259 52 32 343
% attrazione 90,67%
a. 2008 252 52 27 331
% attrazione 91,84%
1.4.2.B CENTRI DI ECCELLENZA E CAPACITÀ ATTRATTIVA - S. MARIA NUOVA
Alcuni dei principali centri di eccellenza presenti all’interno
dell’azienda ospedaliera sono:
Reumatologia•Centro per la diagnosi e la cura della Maculopatia (presso la •S.C. di Oculistica)
Centro Sterilità (presso la S.C. di Ostetricia e Ginecologia)•Neuropsichiatria Infantile (NPI)•Genetica clinica•Medicina Nucleare •
Diagnosi e cura delle patologie neoplastiche•
> REUMATOLOGIA
L’attività svolta dal centro di eccellenza di Reumatologia dell’ A
S.M.N, (6 posti letto in degenza ordinaria e 4 in day hospital) regi-
stra un incremento del 7% del numero dei dimessi totali nel 2008
vs 2006. Inoltre, meritevole di segnalazione, un positivo trend at-
trattivo nei confronti di pazienti extraprovinciali, che sono passati
dal 22.4% nel 2006 al 28.2% nel 2008, tabella 1.4.3.
La Reumatologia, oltre ad essere Centro di Riferimento Provin-
ciale per la terapia con agenti biologici nelle artropatie infi am-
matorie (artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artropatia
psoriasica), è anche Centro di Riferimento Regionale per il Lu-
1.4 Osservazioni epidemiologiche
29
1.4
Os
se
rv
az
ion
i e
pid
em
iolo
gic
hepus Sistemico Eritematoso e per le vasculiti (in particolare ar-
terite a cellule giganti, arterite di Takayasu, malattia di Behçet,
vasculiti ANCA-associate, vasculite isolata del sistema nervoso
centrale),rientranti nell’ambito delle malattie rare.
A tale fi ne sono stati compiuti studi epidemiologici che hanno
defi nito, per la prima volta, l’incidenza e la prevalenza di alcune
vasculiti (arterite a cellule giganti, polimialgia reumatica e malat-
tia di Behçet) nella popolazione della provinciali di Reggio Emilia
(studi population-based).
Tabella 1.4.3 - Ricoveri in Reumatologia
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 72 146 755 973
% attrazione 22,40%
a. 2007 86 159 804 1049
% attrazione 23,36%
a. 2008 110 185 751 1046
% attrazione 28,20%
> TRATTAMENTO DELLA DEGENERAZIONE
MACULARE IN OCULISTICA
Nel settore oftalmologico degno di essere segnalato è il tratta-
mento con Avastin (un anticorpo monoclonale umanizzato) effet-
tuato presso la S.C. di Oculistica del S. Maria Nuova nei pazienti
affetti da degenerazione maculare, precedentemente trattata in
regime ambulatoriale con laser Argon, con laser a diodi termico
(Termoterapia Transpupillare) e infi ne con Laserterapia Fotodi-
namica (Verteporfi na). In seguito alla introduzione del tratta-
mento iniettivo intravitreale con farmaci Anti-Vegf (inizialmente
utilizzando Macugen-Pegaptanib e Avastin-Bevacizumab con
approvazione del Comitato Etico Locale e dal giugno 2006 utiliz-
zando Avastin off/label in regime di sperimentazione sotto Legge
648/96), l’indicazione al trattamento si è estesa dalla degenera-
zione maculare senile umida alla neovascolarizzazione coroidea-
le miopica, ad altre forme di neovascolarizzazione coroideale e al
trattamento di varie forme di edema maculare: diabetico, post-
occlusione vascolare retinica, da vasculite retinica.
Come conseguenza di questo trattamento innovativo e come già
era stato evidenziato nell’anno 2005, anche tra il 2006 ed il 2008
è continuata la domanda dei trattamenti di tipo chirurgico delle
maculopatie con un incremento del 200% dell’attività presso il
Day Hospital Chirurgico, passando rispettivamente da 157 a 471
dimessi totali, tabella 1.4.4. La mobilità attiva per la patologia di
maculopatia nel 2008 rappresenta un 26% dei dimessi; in parti-
colare si segnala un trend crescente nel triennio 2006-2008 sia
di quella infra-regionale +156% (da 34 a 87 casi ) che di quella
extra-regione +278%( da 9 a 34 casi).
Tabella 1.4.4 - N° trattamenti di degenerazione maculare
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 9 34 114 157
% attrazione 27,39%
a. 2007 23 93 299 415
% attrazione 27,95%
a. 2008 34 87 350 471
% attrazione 25,69%
> TRATTAMENTO DELLA STERILITA’
IN OSTETRICIA E GINECOLOGIA
Nel triennio 2006-2008 la capacità attrattiva del Centro di Procre-
azione Medicalmente Assistita (PMA), interno alla S.C. di Oste-
tricia e Ginecologia dell’A S. M. N, si mantiene sostanzialmente
costante e con valori piuttosto elevati, tabella 1.4.5.
Attualmente il centro di PMA del Santa Maria Nuova di Reggio
Emilia svolge la seguente attività clinica:
Crioconservazione degli spermatozoi (banca del seme).•Crioconservazione degli ovociti.•Agoaspirato diagnostico testicolare.•Inseminazione in vitro degli ovociti e trasferimento in utero •degli embrioni ottenuti in vitro(FIVET).
Iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo e trasferi-•mento in utero degli embrioni ottenuti in vitro(ICS-FIVET).
Agoaspirazione degli spermatozoi testicolari-iniezione intra-•citoplasmatica dello spermatozoo-Trasferimento in utero de-
gli embrioni ottenuti in vitro (TESA-ICSI-FIVET).
Tabella 1.4.5 - N° trattamenti della sterilità
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 701 392 348 1441
% attrazione 75,85%
a. 2007 613 405 362 1380
% attrazione 73,77%
a. 2008 596 396 413 1405
% attrazione 70,60%
> NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Per quanto riguarda l’attività del centro di eccellenza di Neurop-
sichiatria Infantile (NPI) dell’ ASMN ( 2 posti letto di degenza or-
dinaria ed 1 di day hospital), si evidenzia nel triennio 2006-2008
un modesto trend crescente dei dimessi totali (+ 4,35%) anche se
contestualmente la capacità attrattiva in regime di degenza or-
dinaria e diurna evidenzia un modesto calo passando dal 31,58%
del 2006 al 26,10% del 2008, tabella 1.4.6.
La NPI effettua attività di ricovero ospedaliero e ambulatoriale,
con ambulatori specialistici di Neuropsichiatria Infantile e speci-
fi ci per Malattie Neurometaboliche, Neuromuscolari e Malforma-
tive, per Neuropatie e Malattie del Midollo Spinale, per Epilessia
e Cefalea.
I settori di attività sono precipuamente neurologici e comprendo-
no: epilessia, malattie neurometaboliche e degenerative, neuro-
patie e malattie del midollo spinale, malattie muscolari, malfor-
mazioni cerebrali, sindromi disgenetiche di pertinenza neurologi-
ca, cefalea, neurotraumi cranici, patologia vascolare circolatoria
ed emorragica, patologia infettiva e disimmune, paralisi cerebra-
le, encefalopatia ipossico-ischemica perinatale, paralisi di nervi
30
cranici, ritardo mentale.
Particolare attenzione è rivolta alla patologia neurometabolica e
degenerativa, a quella malformativa cerebrale, alle neuropatie
ereditarie e acquisite. In questi settori, infatti, la S.C. di NPI di-
spone di competenze mediche e assistenziali specifi che che ne
fanno un Centro di riferimento di dimensione regionale.
L’imminente avvio di una diagnostica di laboratorio per le ma-
lattie neurometaboliche completa l’elenco dei requisiti richiesti
alle Strutture ospedaliere di Neuropsichiatria Infantile affi nché la
struttura possa essere considerata HUB regionale per le patolo-
gie indicate.
Tabella 1.4.6 - Ricoveri in Neuropsichiatria
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 61 77 299 437
% attrazione 31,58%
a. 2007 55 77 309 441
% attrazione 29,93%
a. 2008 55 64 337 456
% attrazione 26,10%
> GENETICA CLINICA
Dallo scorso anno, all’interno della S.C. di Pediatria dell’ASMN
è stata attivata la Struttura Semplice Dipartimentale di Genetica
Clinica con le seguenti funzioni:
diagnostica post-natale dismorfologica e sindromologica per •malattie genetiche rare sia come consulenze per le S.C. del
Dipartimento Ostetrico Ginecologico e Pediatrico sia come
consulenze per pazienti di altre strutture o richieste dal labo-
ratorio di genetica, da medici e pediatri di famiglia.
consulenza genetica estesa al nucleo familiare.•diagnostica dismorfologica e sindromologica applicata al nato •morto o neonato deceduto in epoca perinatale con sospetta
patologia malformativa o malattie genetiche rare come con-
sulenze per la S.C. di Ostetricia e Ginecologia, per la S.C. di
Neonatologia e terapia intensiva neonatale e consulenza ge-
netica estesa al nucleo familiare
attivita’ assistenziale e di follow-up per bambini affetti da pa-•tologie genetiche rare (in follow-up con cartella genetica in-
dividuale, che necessitano di controlli periodici ambulatoriali
e/o in regime di day-hospital o day-service presso la stessa
struttura)
diagnostica delle ipoacusie genetiche e consulenza genetica •estesa al nucleo familiare in collaborazione con la S.C. di Oto-
rinolaringoiatria, con la S.C. di Pediatria e con il dipartimento
Diagnostica per Immagini
consulenza genetica preconcezionale e prenatale come con-•sulenze per la S.C. di Ostetricia e Ginecologia, per il labora-
torio di genetica o per i servizi territoriali o richieste da altri
specialisti o medici di famiglia.
L’attività clinica è svolta in stretta e costante collaborazione con il
Laboratorio di Genetica, presso cui si svolge, inoltre, gran parte
dell’attività diagnostica sia in ambito citogenetico che di genetica
molecolare. Con il progredire delle conoscenze nell’ambito della
biologia molecolare diventa sempre più importante, peraltro, il
rapporto con altri Laboratori altamente specializzati sia in Italia
che all’estero per selezionate patologie rare, di volta in volta so-
spettate e che necessitano pertanto di conferma diagnostica.
L’attività clinica è sempre correlata allo studio epidemiologico
delle malattie genetiche, indispensabile per la pianifi cazione sa-
nitaria e per valutare l’effi cacia dei programmi sanitari che uti-
lizzano i test genetici. L’importanza di questa attività ha portato
il nostro Ospedale a collaborare attivamente con il gruppo IMER
che fa capo al Centro Regionale di Riferimento- HUB con sede
presso l’Università degli Studi di Ferrara e sede di formazione
Universitaria del personale medico, che partecipa attivamente
alle Riunioni del Gruppo, comprese le Riunioni rivolte a specifi che
indagini epidemiologiche, di dismorfologia e di aggiornamento.
> MEDICINA NUCLEARE
Per quanto riguarda l’attività del centro di eccellenza di Medicina
Nucleare dell’ ASMN ( 4 posti letto di degenza breve), si evidenzia
nel triennio 2006-2008 un trend crescente del totale dei dimessi
(+16.36%) e si consolida anche come specialità di riferimento,
all’interno della regione e fuori regione, con una capacità attrat-
tiva in crescita dell’8% tra il 2006 ( complessivamente extra ed
infra regione 353 dimessi) ed il 2008 (complessivamente extra ed
infra 382 dimessi) anche se, percentualmente, si mostra in calo
del 5.62% (da 80.23% a 74.61%), a causa della crescita della do-
manda di ricovero per trattamenti di Medicina Nucleare da parte
della popolazione residente nella Provincia di RE, che sale nello
stesso periodo 2006-08 di un 49% passando rispettivamente da
87 a 130 dimessi, tabella 1.4.7.
Le attività terapeutiche molecolari intraprese dalla Medicina Nu-
cleare si inseriscono in un processo di sviluppo della sezione di
Terapia Radiometabolica.
Tabella 1.4.7 - Ricoveri in Terapia Radiometabolica
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 122 231 87 440
% attrazione 80,23%
a. 2007 135 236 131 502
% attrazione 73,90%
a. 2008 143 239 130 512
% attrazione 74,61%
1.4.3. EPIDEMIOLOGIA DELLE PRINCIPALI NEOPLASIE (trattate nei centri di eccellenza dell’A.S.M.N)
1.4.3.a) Incidenza e Mortalità
In questa analisi, tabella 1.4.8, vengono messe in evidenza le prin-
cipali neoplasie trattate in modo multidisciplinare e per le quali
sono stati implementati percorsi diagnostici-terapeutici a valenza
provinciale e aziendale.
Nel periodo 2001-2006 sono stati registrati nella provincia di Reg-
gio Emilia complessivamente 21.824 nuovi casi dei tumori , con
un tasso grezzo di incidenza pari a 754,7 per 100.000 residenti.
Per quanto riguarda i tumori più frequenti, il totale dei nuovi casi
è stato pari a 13.299 con un tasso grezzo di 459,9 per 100.000
residenti.
I tumori a elevata incidenza sono: la mammella (172,6 per 100.000
donne residenti), la prostata (134,8 per 100.000 uomini residenti),
il colon-retto (81,6 per 100.000 residenti) ed il polmone (73,9 per
100.000 residenti).
Complessivamente sono deceduti 8.652 pazienti a cui corrispnde
il tasso grezzo di mortalità pari a 299,2 per 100.000 residenti.
Il rapporto tra Mortalità e Incidenza rappresenta una buona stima
della curabilità dei tumori. Dai dati della Tabella 1.4.8 emerge che
i tumori del polmone, fegato e stomaco sono quelli più aggressivi,
poco curabili e quindi ad elevata mortalità. Mammella, colon-ret-
to e prostata pur essendo i tumori più frequenti sono a prognosi
migliore: meno del 35% dei nuovi casi sono deceduti.
31
Nel 2006 si è verifi cato un lieve aumento di casi incidenti per il
colon-retto dovuto all’effetto screening (da 78,6 nel periodo 2001-
2005 a 81,6 per 100.000 abitanti nel 2006).
Tabella 1.4.8 - Incidenza e Mortalità 2001-2006
Numero dei casi (M+F), tassi grezzi
Sedecasi inci-
denti
tasso
grezzo
incidenza
decessi
tasso
grezzo
mortalità
Mammella 2533 172,6 642 43,8
Cervice 115 7,8 17 1,2
Corpo utero 396 27 31 2,1
Colon retto 2359 81,6 840 29
Polmone 2138 73,9 1887 65,3
Fegato 470 16,3 365 12,6
Tiroide 532 18,4 27 0,9
Prostata 1920 134,8 392 27,5
Stomaco 999 34,5 754 26,1
Melanoma 358 12,4 91 3,1
tessuto emato-
linfopoietico1479 51,1 711 24,6
Altre sedi 8525 294,8 2895 100,1
Totale 21.824 754,7 8.652 299,2
Nota: Il tasso grezzo è riferito a 100.000 abitanti. Risulta dal rap-
porto tra il numero di casi (di malattia o di decesso) registrati nel
periodo di riferimento e la stima della popolazione residente.
Fonte dati: Registro Tumori Reggiano
1.4.3.b) Sopravvivenza
I tumori a più lunga sopravvivenza, dopo 5 anni, sono risultati:
tiroide 97,9%, corpo dell’utero 89,9%, prostata 89,4%, mammella
88,9%, melanoma 82,8%, cervice 72,4%,grafi co 1.4.1.
I tumori a prognosi infausta in entrambi i sessi sono risultati: sto-
maco 32,5%, fegato 15,9% e polmone 13,2%.
L’epidemiologia dei tumori a Reggio Emilia rifl ette l’andamento
nazionale, evidenziato anche dall’AIRTUM (Associazione Italiana
Registri Tumori) nel rapporto del 2007: la sopravvivenza è in co-
stante aumento per quasi tutti i tumori, a seguito degli sforzi con-
giunti compiuti in questi ultimi anni nella diagnosi precoce e nel
miglioramento dei trattamenti attraverso la defi nizione ed imple-
mentazione di percorsi diagnostico-terapeutici appropriati.
Inoltre, i miglioramenti più sensibili si evidenziano per i tumori
oggetto di diagnosi precoce e programmi di screening. Nel caso
del tumore della mammella, del colon-retto e dell’utero, il tasso
di sopravvivenza più elevato a RE rispetto alla media nazionale,
rispecchia gli investimenti fatti in termini di diagnosi precoce e
trattamenti terapeutici nella nostra provincia.
Grafi co 1.4.1: Sopravvivenza relativa a 5 anni per le principali
neoplasie - Reggio Emilia
Nota: la sopravvivenza è riferita ai casi degli anni 2000-2003 con
follow-up al 31/12/2007 e di età superiore ai 15 anni
1.4.3.c) Prevalenza:
Per quanto riguarda il dato di prevalenza, tabella 1.4.9 , si stima,
sulla base dei casi 1996-2005, che nel 2008 saranno presenti in
provincia 3.725 donne con tumore della mammella, 2.279 soggetti
con tumore del colon-retto, 2.235 uomini con tumore alla prostata
e 1.410 con tumore del tessuto ematolinfopoietico. Il tumore del
polmone che presenta una incidenza elevata, mostra una bassa
prevalenza (640 casi) a causa della sua elevata mortalità.
Tabella 1.4.9 - Stima casi prevalenti 2008
Sede N. casi prevalenti
mammella 3.725
colon retto 2.279
prostata 2.235
tessuto ematolinfopoietico 1.410
tiroide 793
polmone 640
corpo utero 567
stomaco 497
melanoma 474
cervice 159
fegato 143
Totale 12.922
Nota: la prevalenza indica il numero di casi di neoplasia presenti
in un territorio ad un dato istante, quindi comprende tutti i casi
diagnosticati nel passato e sopravvissuti al momento in cui la pre-
valenza viene calcolata. Fonte dati: Registro Tumori Reggiano
1.4.3.d) CAPACITA’ ATTRATTIVA
Nelle tabelle seguenti vengono messi in evidenza i dimessi
dall’Azienda ASMN, con diagnosi di neoplasia, oggetto di indagine
epidemiologica sul territorio di Reggio Emilia e trattate dai centri
di eccellenza aziendali e la loro provenienza. Il numero comples-
sivo dei dimessi negli anni dal 2006 al 2008 per le neoplasie og-
getto di analisi mostrano il seguente andamento: 2.944 nel 2006
vs 2.770 nel 2007 vs 2.895 nel 2008.
1.4
Os
se
rv
az
ion
i e
pid
em
iolo
gic
he
32
Le principali neoplasie per numero di dimessi, tabella 1.4.10, sono
quelle che colpiscono i tessuti ematolinfopoietici (827 dimessi nel
2008 vs 690 nel 2006), seguite dalla neoplasia polmonare (494 di-
messi nel 2008 vs 489 nel 2006) e da quella, prettamente femmi-
nile, della mammella (372 dimessi nel 2008 vs 417 nel 2006).
Tabella 1.4.10 - dimessi con diagnosi di neoplasia
Tessuto Ematolinfopoietico 827 690
Polmone 494 489
Mammella 372 417
> NEOPLASIA DELLA MAMMELLA
Da un’analisi dettagliata della casistica relativa alla neoplasia
della mammella, tabella 1.4.11, si osserva un decremento dei
dimessi totali dal 2006 (n.417) al 2008 (n. 372) pari all’11%. Il calo
osservato è in parte riconducibile alla riduzione dei ricoveri ripe-
tuti e dei ricoveri di tipo medico; si osserva, altresì, un manteni-
mento dei drg chirurgici sinonimo di una maggiore appropriatez-
za dei ricoveri per questa patologia.
Tabella 1.4.11 - diagnosi Neoplasia Mammella
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 17 18 382 417
% attrazione 8,39%
a. 2007 7 13 327 347
% attrazione 5,76%
a. 2008 13 14 345 372
% attrazione 7,26%
Tipo Di Ricovero
2006 2007 2008
totale dimissioni 417 347 372
re-ricoveri nello stesso anno 45 26 25
% re-ricoveri 11% 7% 7%
numero pazienti 372 321 341
% do 86% 92% 89%
%dh 14% 8% 11%
% drg ch 79% 83% 80%
> NEOPLASIA DELLA CERVICE
L’andamento dei ricoveri per neoplasia della cervice, tabella
1.4.12, è sostanzialmente stabile ed evidenzia un’impennata nel
2007 per quel che riguarda l’ attrazione da fuori provincia.
Tabella 1.4.12 - diagnosi neoplasia cervice
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 3 0 26 34
% attrazione 11,11%
a. 2007 13 2 24 27
% attrazione 51,72%
a. 2008 4 6 17 27
% attrazione 37,04%
> NEOPLASIE DEL CORPO UTERO
Rimane pressochè invariata la quota di dimessi per neoplasia del
corpo dell’utero; anche questa patologia nel 2007 esercita un’at-
trazione del 22,03%, notevolmente più alta dei due precedenti
anni, tabella 1.4.13.
Tabella 1.4.13 - diagnosi neoplasie corpo utero
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 2 1 51 54
% attrazione 5,56%
a. 2007 7 6 46 59
% attrazione 22,03%
a. 2008 1 6 48 55
% attrazione 12,73%
33
> NEOPLASIE DEL COLON RETTO
L’andamento del triennio evidenzia, tabella 1.4.14, un calo di rico-
veri per neoplasie del colon - retto tra il 2006 e gli anni successivi
; in aumento l’attrazione sicuramente da associare all’avvio dello
screening che ha permesso di individuare i casi allo stadio ini-
ziale.
Tabella 1.4.14 - diagnosi neoplasia colon retto
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 18 25 308 351
% attrazione 12,25%
a. 2007 18 20 255 293
% attrazione 12,97%
a. 2008 14 17 263 294
% attrazione 10,54%
Tipo Di Ricovero
2006 2007 2008
totale dimissioni 351 293 294
re-ricoveri nello stesso anno 47 42 35
% re-ricoveri 13% 14% 12%
numero pazienti 304 251 253
% do 93% 94% 95%
%dh 7% 6% 5%
% drg ch 66% 71% 71%
> NEOPLASIE DEL POLMONE
Nell’ultimo anno 2008 la casistica per neoplasia polmonare, ta-
bella 1.4.15, si ripropone uguale al 2006, dopo il fl esso osservato
nel 2007; in modesto calo nel 2008 l’attrazione da fuori Provin-
cia.
Tabella 1.4.15 - diagnosi neoplasia polmone
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 23 14 452 489
% attrazione 7,57%
a. 2007 25 9 408 442
% attrazione 7,69%
a. 2008 19 9 466 494
% attrazione 5,67%
> NEOPLASIE DEL FEGATO
Il trend dei dimessi per neoplasia del fegato, tabella 1.4.16, è in
crescita dal 2006 al 2008, mentre l’attrazione extra provincia mo-
stra un modesto calo nell’ultimo anno rispetto ai valori del 2006
e 2007.
Tabella 1.4.16 - diagnosi neoplasia fegato
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 12 4 58 74
% attrazione 21,62%
a. 2007 21 4 92 117
% attrazione 21,37%
a. 2008 16 7 112 135
% attrazione 17,04%
> NEOPLASIE DELLA TIROIDE
I dati dell’attività di ricovero per neoplasia della tiroide, tabella
1.4.17 , mostrano nell’ultimo anno un deciso calo, mentre riman-
gono abbastanza stabili nel trienni 2006-2008 le percentuali re-
lativa all’attrazione extraprovinciale.
Tabella 1.4.17 - diagnosi neoplasia tiroide
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 59 66 164 278
% attrazione 40,98%
a. 2007 56 60 180 297
% attrazione 39,06%
a. 2008 41 52 151 244
% attrazione 38,11%
1.4
Os
se
rv
az
ion
i e
pid
em
iolo
gic
he
34
> NEOPLASIE DELLA PROSTATA
Pur senza raggiungere il valore osservato nel 2006, nell’ultimo
anno del triennio 2008-2006, tabella 1.4.18, si evidenzia una ri-
presa dei dimessi per neoplasia della prostata, riferita principal-
mente ai residenti della Provincia. Per quanto riguarda i re-rico-
veri, legati soprattutto alle tipiche problematiche post-intervento
urologico, la percentuale si mantiene costante nei tre anni in og-
getto (19%). Tra il 2007 ed il 2008 si osserva inoltre un’ inversione
di tendenza tra le percentuali di dimessi dalla degenza (-6%) ed
il day hospital (+ 6%). Quasi stabile negli ultimi due anni la pro-
porzione della produzione di casistica chirurgica (71% nel 2008 vs
75% nel 2007).
Tabella 1.4.18 - diagnosi neoplasia prostata
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 12 11 251 274
% attrazione 8,39%
a. 2007 8 20 171 199
% attrazione 14,07%
a. 2008 11 11 205 227
% attrazione 9,69%
Tipo Di Ricovero
2006 2007 2008
totale dimissioni 274 199 227
re-ricoveri nello stesso anno 53 35 42
% re-ricoveri 19% 18% 19%
numero pazienti 221 164 184
% do 60% 53% 47%
%dh 40% 47% 53%
% drg ch 81% 75% 71%
> NEOPLASIE DELLO STOMACO
Le patologie riguardanti le neoplasie dello stomaco, tabel-
la 1.4.19, ripropongono nel 2008, gli stessi valori riscontrati nel
2006, dopo il modesto fl esso dell’anno 2007.
Tabella 1.4.19 - diagnosi neoplasia stomaco
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 12 7 108 127
% attrazione 14,96%
a. 2007 3 4 97 104
% attrazione 6,73%
a. 2008 10 7 112 129
% attrazione 13,18%
> MELANOMA
Mentre i casi di melanoma complessivamente subiscono poche
variazioni tra il 2006 ed il 2008, cambia notevolmente il quadro
di provenienza dei pazienti, che dal 2007 è quasi esclusivamente
locale, tabella 1.4.20 .
Tabella 1.4.20 - Melanoma
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 8 6 122 136
% attrazione 10,29%
a. 2007 1 0 112 113
% attrazione 0,88%
a. 2008 0 3 88 91
% attrazione 3,30%
> NEOPLASIE TESSUTO EMATOLINFOPOIETICO
Dal 2006 ( n.690) al 2008 (n.827) si osserva complessivamente
un progressivo incremento dei dimessi per neoplasie del tessuto
ematolinfopoietico, (+20%), tabella 1.4.21; la distribuzione della
provenienza dei pazienti mette in luce nello stesso periodo, un
notevole incremento dei residenti in Provincia di R.E., (+ 25% os-
sia da 594 dimessi nel 2006 a 740 diemssi nel 2008). A questa
tendenza si contrappone l’attrazione extra-provincia, la quale
percentualmente sui dimessi totali per patologia neoplastica del
tessuto ematolinfopoietico di ogni anno, si mostra in modesto,
ma progressivo calo dall’anno 2006 (13,91%), attraverso il 2007
(12,35%) al 2008 (10,52%).
Tabella 1.4.21 diagnosi neoplasia tessuto ematolinfopoietico
Dimessi in Degenza Ordinaria e Day Hospital
Extra
RER
Infra
RER
Provincia
R.E.Totale
a. 2006 36 60 594 690
% attrazione 13,91%
a. 2007 28 67 674 769
% attrazione 12,35%
a. 2008 42 45 740 827
% attrazione 10,52%
35
L’Azienda USL di Reggio Emilia svolge nei confronti dell’Azienda
Ospedaliera ASMN la propria funzione di committenza, intenden-
do con questo la capacità di tradurre in acquisti di servizi la pro-
pria visione dei bisogni della comunità.
Il riferimento generale per la defi nizione degli obiettivi annuali è
l’accordo di fornitura. Nello specifi co, per l’anno 2008, l’accordo
siglato prevedeva:
1.5.1. PROGETTI DI COOPERAZIONE
Gli ambiti di riferimento sono stati:
> Formazione:
sviluppo di attività di formazione per le professioni sanitarie •attraverso le lauree di infermiere, tecnico sanitario di radiolo-
gia medica, fisioterapista secondo programmi comuni di lavo-
ro, concordati fra le due Aziende;
accesso alle banche dati scientifiche e bibliografiche esterne •a pagamento da parte dei professionisti delle due aziende sa-
nitarie provinciali;
cogestione e coproduzione di percorsi formativi.•
> Garanzia di percorsi del paziente:
implementazione di percorsi di cura integrati ospedale-ter-•ritorio, per le patologie croniche in particolare per pazienti
affetti da scompenso cardiaco, insufficienza respiratoria, ne-
oplasia ed insufficienza renale;
rispetto del protocollo sulle “dimissioni protette” con l’inte-•grazione della procedura interaziendale per la visita e presa
in carico infermieristica nelle dimissioni protette (progetto
Teseo) rivolta al Distretto di Reggio Emilia;
consolidamento del servizio di mediazione culturale.•
> Procedure e reti informatiche:
Prosecuzione della realizzazione di progetti mirati alla con-•divisione, tra i professionisti sanitari delle due Aziende, delle
informazioni cliniche e dell’accesso alle banche dati mediche.
In particolare:
partecipazione al progetto regionale SOLE che prevede la -creazione della infrastruttura di collegamento dei medici
di medicina generale (MMG) della provincia di Reggio Emi-
lia alle strutture ospedaliere;
realizzazione di un repository UNICO dei dati clinici cen--trato sul paziente (ricostruzione della storia clinica del cit-
tadino - EHR electronic health record), unifi cando fi sica-
mente le posizioni anagrafi che ed i dati clinici attualmente
ospitati su due repositiry separati;
condivisione ed integrazione tra le due aziende degli appli--cativi e dei sistemi gestionali di Endoscopia, Nefrologia e
Dialisi , Laboratori , PACS e teleconsulto cardiologico.
1.5.2. COLLABORAZIONI INTERAZIENDALI NELLA LOGICA HUB&SPOKE E DELLE RETI CLINICHE INTEGRATE
Gli ambiti di riferimento sono stati:
> Integrazione dei percorsi clinico-assistenziali della cronicità
nell’ottica della centralità del paziente e della continuità assi-
stenziale, con particolare riferimento ai pazienti cronici onco-
logici, ai pazienti con scompenso cardiaco, con insuffi cienza
respiratoria e con insuffi cienza renale progressiva. Sviluppo di
percorsi clinico-assistenziali per l’assistenza al minore affetto
da patologia cronica nell’ambito della pediatria ospedaliera e
del rapporto con la pediatria di libera scelta
> Predisposizione di un piano di razionalizzazione della rete pro-
vinciale dei laboratori che porti alla costituzione di un unico
laboratorio di patologia clinica sul territorio provinciale.
> Stretta integrazione in ambito interaziendale della diagnostica
radiologica in merito all’interfacciamento dei sistemi operativi
PACS, alla condivisione degli archivi, al teleconsulto ed ai si-
stemi di backup, in particolare per quanto attiene le guardie
radiologiche operative nelle due aziende (second opinion).
> Consolidamento delle integrazioni funzionali e gestionali tra
alcune strutture semplici dell’azienda USL e le strutture com-
plesse del SMN (Anestesia, Ostetricia e Ginecologia, Chirurgia
Generale).
> Consolidamento delle attività specialistiche e chirurgiche pro-
grammate esercitate anche da chirurghi dell’Azienda Ospeda-
liera ASMN mediante rapporti di consulenza presso gli ospe-
dali del Presidio dell’Azienda USL, funzionale a garantire una
risposta omogenea all’utenza provinciale nel contesto di una
situazione di autosuffi cienza territoriale.
> Sviluppo di protocolli clinico-assistenziali condivisi tra le due
aziende, soprattutto nell’ambito degli accessi urgenti in Pronto
Soccorso.
Le Direzioni delle Aziende sanitarie, in ottemperanza alle diretti-
ve regionali ed al fi ne di garantire lo sviluppo di processi di inte-
grazione professionale ed organizzativa quale obiettivo strategico
della programmazione aziendale, hanno individuato, così come di
seguito articolato, forme di collaborazione articolate su quattro
livelli:
dipartimenti interaziendali: Diagnostica per Immagini ed Emer-
genza-Urgenza;
programmi interaziendali: Programma Speciale Sangue, Pro-
gramma screening oncologici, Programma di Gastroenterologia
ed Endoscopia Digestiva, Programma Materno-Infantile, Pro-
gramma di assistenza dialitica e nefrologica, Programma Cardio-
logico;
reti funzionali interaziendali: costituiscono una modalità di rela-
zione fra funzioni omogenee, che riguardano componenti specia-
listiche ospedaliere e territoriali delle due Aziende, fi nalizzata a
defi nire azioni o progetti integrati riconducibili al governo clinico
(audit clinici, gestione del rischio, HTA, pratiche cliniche,…). Nel
2007 è stata attivata la rete funzionale delle ortopedie e trauma-
tologie della provincia. Nel 2008 è stata prevista l’attivazione delle
reti funzionali di pneumologie e chirurgia toracica, anestesie e
rianimazione, oncologie,diabetologia.
gruppi di lavoro interaziendali: è una modalità ordinaria di in-
tegrazione fra professionisti di discipline diverse od omogenee.
Nel 2008 è stata prevista l’attivazione di un gruppo di lavoro inte-
raziendale per un progetto di riorganizzazione in rete provinciale
interaziendale dei laboratori secondo il modello hub e spoke e
coerentemente con le indicazioni regionali in materia.
E’ stata prevista inoltre l’attivazione di:
un gruppo di lavoro di Dermatologia per un progetto di •riorganizzazione di tutta l’attività tra professionisti di entrambe
1.5 Accordo di fornitura
36
le aziende e di costituire rapporti con collaboratori esterni per
le attività di dermochirurgia ricostruttiva per la cura di lesioni
difficili quali ad esempio quelle dei pazienti diabetici;
un gruppo Angiovascolare con ambito di lavoro sul piede •diabetico, sulle ulcere trofiche e sull’attività chirurgica
vascolare minore
un gruppo di lavoro neurologico sul percorso integrato del •
paziente neurologico
1.5.3. PIANO DI PRODUZIONE E CONTENIMENTO COSTI
L’accordo di fornitura ha defi nito inoltre gli impegni su:
> percorsi e prestazioni specialistiche ambulatoriali: in particola-
re è stato concordato il volume complessivo della produzione di
specialistica ambulatoriale orientato a consentire all’Azienda
territoriale il raggiungimento degli obiettivi defi niti dalla DGR
1532/06, avente ad oggetto il Piano Regionale sul contenimen-
to dei tempi di attesa
Fermo restando quanto previsto dai L.E.A., è stato richiesto
nello specifi co:
incremento di attività in day - service e/o ambulatoriale a •fronte di riduzione di DH medici;
aumento dell’offerta settimanale delle prestazioni critiche •oggetto di rilevazione trimestrale regionale.
> consumi e spesa farmaceutica: obiettivo condiviso dalle due
aziende è il contenimento della spesa farmaceutica al 16% del-
la spesa sanitaria complessiva (farmaceutica convenzionata e
somministrazione diretta). Tutto il sistema sanitario provincia-
le è chiamato a porre in atto un sistema di governo continuo
delle prescrizioni associato alle azioni che entrambe le Aziende
si sono impegnate a sostenere ed in particolare per l’Azienda
Ospedaliera ASMN:
consolidamento dell’attività di distribuzione diretta farmaci;
valutazione dell’appropriatezza delle prescrizioni secondo gli
indirizzi regionali e secondo le indicazioni delle note AIFA;
prosecuzione del lavoro della Commissione Terapeutica Pro-
vinciale.
> aspetti economici e fi nanziari: valorizzazione economica ricono-
sciuta per l’anno 2008.
37
38
39
Il secondo capitolo denominato Profi lo Aziendale è volto a tratteggiare alcuni caratteri e spe-
cifi cità che contraddistinguono l’Azienda nel sistema regionale. In particolare sono illustrati
i principali indicatori della sostenibilità economico, fi nanziaria e patrimoniale che hanno ca-
ratterizzato la gestione dell’azienda ospedaliera nell’anno 2008; è rappresentato il contributo
dato dall’azienda nell’ambito della copertura dei Livelli Essenziali di Assistenza, sia attraverso
la descrizione dei volumi di attività di screening, assistenza farmaceutica, specialistica ed
ospedaliera sia attraverso l’analisi dei principali indicatori di qualità; vengono illustrati gli
aspetti più rilevanti delle attività di ricerca e didattica al fi ne di cogliere le caratteristiche
peculiari del profi lo aziendale sotto l’aspetto quantitativo degli studi e ricerche sviluppate,
dei fi nanziamenti attratti, dei contributi scientifi ci promossi e dei corsi di laurea e tirocinio
attivati; per ultimo viene rappresentato il modello organizzativo adottato con la mappa dei
dipartimenti e delle relative articolazioni.
Profi lo Aziendale22
40
2.1.1 SOSTENIBILITÀ ECONOMICA
Le dinamiche economiche che caratterizzano l’ Azienda Ospeda-
liera di Reggio Emilia sono rappresentate mediante una serie di
indici volti ad apprezzare le cause gestionali che hanno portato
ad un dato risultato economico di periodo, a valutare il grado di
incidenza dei costi derivanti dall’ impiego dei principali fattori
produttivi, ad analizzare la composizione dei costi caratteristici
aziendali.
I dati economici utilizzati per l’elaborazione degli indici sono stati
rilevati dal conto economico riclassifi cato, elaborato a livello re-
gionale per il triennio 2006-2008.
Tabella 2.1.1 Risultati economici di esercizio
Anno 2006 - 7.767
Anno 2007 - 7.865
Anno 2008 - 3.191
Gli esercizi 2006-2008 presentano una perdita di esercizio, Tabel-
la 2.1.1, sostanzialmente in linea nel biennio 2006/2007 e deci-
samente più contenuta nell’anno 2008, per effetto dell’accanto-
namento per rinnovi contrattuali del personale dipendente, bien-
nio economico 2008/2009, che è stato rideterminato dall’iniziale
1,7% allo 0,4%, con un risparmio in termini economici pari ad €
1.630.000, e per le assegnazioni avvenute con delibera di G.R. 534
del 20/4/2009 (850.000 € a titolo di manovre tariffarie e 2.132.452
€ a titolo di risorse a miglioramento del risultato di esercizio).
Il valore della produzione, al 31/12/2008, registra un incremento
percentuale pari al + 7,5%; signifi cativo anche l’incremento dei
ricavi aziendali, che, al netto dei contributi in conto esercizio, in-
crementano del + 6,2% rispetto all’anno precedente.
I costi della produzione, al 31/12/2008, registrano un incremento
pari al + 3,8%, una crescita più contenuta rispetto al valore della
produzione.
Nel triennio 2006/2008 è stato comunque sempre rispettato il
vincolo di bilancio assegnato dalla programmazione regionale,
con il raggiungimento del c.d. “pareggio fi nanziario” (equilibrio
economico-fi nanziario al netto degli ammortamenti non oggetto
del procedimento di sterilizzazione).
2.1.1.a) Incidenza dei risultati della gestione caratteristica e
non caratteristica sul risultato netto
La gestione caratteristica rappresenta l’ area dei ricavi e dei costi
attinenti l’ attività tipica istituzionale. La gestione non caratteristi-
ca rappresenta il contributo a carattere episodico alla formazione
del bilancio di esercizio: in particolare ricomprende l’ area straor-
dinaria (sopravvenienze attive e passive), fi nanziaria e fi scale.
Nel triennio preso in esame il ROC (Risultato Operativo Caratte-
ristico), pur mantenendo segno negativo, migliora progressiva-
mente e nel 2008 si avvicina all’equilibrio (- 1,6 milioni di €).
L’incidenza della gestione caratteristica e non caratteristica, nel
triennio, sul risultato netto, è infl uenzato dall’andamento del ri-
sultato rilevato nei diversi periodi.
L’incidenza della gestione caratteristica sul risultato netto si
mantiene, nel triennio, in segno negativo, ma con un progressivo
miglioramento, grazie all’incremento del “valore della produzio-
ne”, pari al + 7,5% nel 2008 e al + 7,8% nel 2007 rispetto agli anni
precedenti.
L’ incidenza della gestione non caratteristica nell’anno 2008 è ne-
gativa, mentre nel biennio 2006-2007 è positiva, per effetto della
riduzione del fondo ferie maturate e non godute per un totale, nel
biennio, di 8,4 milioni di €, come da indicazioni contenute nella
delibera di G.R. n° 559/2006.
Tabella 2.1.2 - Risultati di gestione
2.1.1.b) Incidenza dei risultati della gestione caratteristica e
non caratteristica sul risultato netto a confronto con il dato re-
gionale
I valori rappresentati nei successivi grafi ci evidenziano l’incidenza
della gestione caratteristica e non caratteristica dell’azienda con-
frontata con l’incidenza regionale.
> Gestione caratteristica: valore positivo rispetto alla media re-
gionale (aziende ospedaliere) nell’anno 2008, per effetto del trend
in incremento di ricavi aziendali, superiori ai costi di produzione,
e dei maggiori contributi in conto esercizio, e negativo nel biennio
2006/2007, per effetto dell’inadeguatezza delle tariffe e dell’ac-
cordo di fornitura a dare copertura ai maggiori costi, tra cui quelli
del personale dipendente e quelli derivanti dall’applicazione dei
C.C.N.L.
Grafi co 2.1.1
2.1 Sostenibilità economica, fi nanziaria e patrimoniale
ANNO 2006
Risultato Operativo Caratteristico -11.780
Risultato Netto -7.767
Incidenza gestione caratteristica sul risultato netto -152%
Incidenza gestione non caratteristica
sul risultato netto52%
ANNO 2007
Risultato Operativo Caratteristico -8.994
Risultato Netto -7.865
Incidenza gestione caratteristica sul risultato netto -114%
Incidenza gestione non caratteristica
sul risultato netto14%
ANNO 2008
Risultato Operativo Caratteristico -1.677
Risultato Netto -3.191
Incidenza gestione caratteristica sul risultato netto -53%
Incidenza gestione non caratteristica
sul risultato netto-47%
41
Tabella 2.1.3 Incidenza gestione caratteristica
confronto provinciale
2006 2007 2008
Aosp di Reggio E. -152% -114% -53%
Aosp. R.E.R -103% -97% -65%
> Gestione non caratteristica: valore negativo rispetto alla media
regionale nell’esercizio 2008 e nettamente maggiore nel biennio
2006/2007 per effetto della riduzione del fondo ferie non godute.
Grafi co 2.1.2
Tabella 2.1.4 Incidenza gestione non caratteristica
confronto provinciale
2006 2007 2008
Aosp di Reggio E. 52% 14% -47%
Aosp. R.E.R 3% -4% -35%
2.1.1.c)Apporto della gestione aziendale alla performance com-
plessiva di sistema
Con questo indicatore si vuole comparare il risultato netto azien-
dale con quello complessivo regionale per avere una indicazione
circa il peso del primo sulla performance regionale.
Nel grafi co si nota un incremento della percentuale di incidenza
oscillante nei tre anni: mentre il risultato di esercizio dell’azien-
da è rimasto invariato nel biennio 2006/2007 e poi diminuito nel
2008, nel corso del triennio si assiste ad una diminuzione pro-
gressiva delle perdite del sistema regionale nel suo complesso
e quindi un contestuale miglioramento del risultato complessivo
regionale.
Tabella 2.1.5 - Risultati netti di esercizio
Grafi co 2.1.3
2.1.1.d) Performance della gestione caratteristica dell’azienda:
Risultati della gestione caratteristica rispetto ai ricavi disponi-
bili
L’ indicatore permette di valutare in quale misura i ricavi dispo-
nibili riescono a coprire i costi derivanti dalla gestione caratteri-
stica.
Nel triennio di riferimento i ricavi disponibili dell’Azienda, ossia le
risorse con le quali la stessa deve dimensionare ed organizzare
la propria struttura produttiva, sono costantemente aumentati (in
particolare le prestazioni di degenza ospedaliera e di specialisti-
ca ambulatoriale): il grafi co mostra un andamento crescente nel
triennio.
Il dato registrato dall’azienda confrontato con la media regiona-
le delle aziende ospedaliere è sostanzialmente in linea, con una
migliore performance rispetto alla media nel 2006 e 2008; anche
a livello regionale infatti migliora progressivamente il risultato
complessivo.
Tabella 2.1.6 - Risultato operativo caratteristico
Risultato Operativo Caratteristico 2006 2007 2008
Aosp di Reggio E. -11.780 -8.994 -1.677
R.E.R -103.010 -44.437 -19.177
Grafi co 2.1.4
2.1.1.e)Assorbimento di risorse direttamente impiegate nel
processo di produzione aziendale
Questo indicatore misura il grado di assorbimento delle risorse
articolate per aggregazione di fattori produttivi impiegati nel pro-
cesso di produzione, rispetto ai ricavi disponibili ed ai corrispon-
denti valori medi regionali. Come si evidenzia dai dati e dal grafi co,
le risorse aziendali impiegate sono rappresentate principalmente
dal costo del lavoro (55,5%), dall’acquisto di beni di consumo sa-
nitari (21,6%) e dai servizi sanitari e non sanitari (17,3%).
Osservando l’andamento nel triennio si evidenzia, rispetto ai ri-
2.1
So
ste
nib
ilit
à e
co
no
mic
a,
fi n
an
zia
ria
e p
atr
imo
nia
le
2006 2007 2008
Risultato netto aziendale
ASMN-7.767 -7.865 -3.191
Risultato complessivo R.E.R -498.383 -159.033 -77.242
Risultati netti di esercizio/
risultato complessivo RER1,60% 4,90% 4,10%
42
cavi disponibili, un trend sovrapponibile a quello regionale, che è
di sostanziale contrazione per effetto dell’incremento del valore
della produzione a livello aziendale e regionale (nel 2008, in parti-
colare, per i maggiori contributi in conto esercizio).
2.1.1.f) Struttura dei costi aziendali
L’ indicatore evidenzia la composizione percentuale dei costi di
esercizio annuali dell’ Azienda. Nel triennio 2006/2008 l’ inciden-
za dei vari fattori produttivi sul totale dei costi è sostanzialmente
allineato. Si osserva un progressivo lieve incremento alla voce
“manutenzioni” e un contestuale decremento alla voce “costo del
lavoro”. Rispetto alla media regionale della categoria (aziende
ospedaliere) si osserva che il dato relativo al consumo di beni
acquistati, ai beni strumentali e ai costi amministrativi è infe-
riore alla media su tutto il periodo, mentre il costo del lavoro è
superiore alla media.
La diversa percentuale di incidenza rispetto alla media regionale
è da ricondurre alla specifi cità dell’ASMN, unica azienda ospeda-
liera non universitaria in Regione.
Tabella 2.1.7 - Incidenza dei principali
aggregati di fattori produttivi/ricavi disponibili
2006 2007 2008
Beni di consumo/
Ricavi disponibili
OSP.RE 22,20% 21,80% 21,60%
R.E.R 24,10% 23,10% 22,80%
Beni strumentali/
Ricavi disponibili
OSP.RE 5,30% 5,00% 4,50%
R.E.R 6,50% 6,20% 6,30%
Servizi/Ricavi
disponibili
OSP.RE 17,10% 17,20% 17,30%
R.E.R 17,50% 17,40% 17,20%
Costi amminis-
trativi generali e
accantonamento/
Ricavi disponibili
OSP.RE 1,70% 1,90% 1,70%
R.E.R 3,00% 2,70% 2,90%
Costo del lavoro/
Ricavi disponibili
OSP.RE 59,50% 58,10% 55,50%
R.E.R 56,00% 53,40% 51,80%
Tabella 2.1.8 - Incidenza costi dei principali aggregati
di fattori produttivi/totale costi caratteristici
2006 2007 2008
TOTALE COSTIOSP.RE 215.366 228.824 237.660
R.E.R 1.573.181 1.661.941 1.703.657
Consumo beni
acquistati/Totale
Costi
OSP.RE 21,00% 21,00% 21,50%
R.E.R 22,50% 22,50% 22,60%
Servizi sanitari/
Totale Costi
OSP.RE 3,30% 3,40% 3,50%
R.E.R 3,50% 3,80% 3,60%
Servizi non sani-
tari/Totale Costi
OSP.RE 9,70% 9,70% 10,00%
R.E.R 9,80% 10,20% 10,20%
Beni strumentali/
Totale Costi
OSP.RE 5,00% 4,80% 4,50%
R.E.R 6,00% 6,00% 6,20%
Manutenzioni/
Totale Costi
OSP.RE 3,10% 3,40% 3,70%
R.E.R 3,00% 3,00% 3,20%
Costi amministra-
tivi e generali/
Totale Costi
OSP.RE 1,40% 1,20% 1,30%
R.E.R 1,90% 2,00% 2,30%
Accantonamenti/
Totale Costi
OSP.RE 0,20% 0,60% 0,40%
R.E.R 0,90% 0,70% 0,60%
Costo del lavoro/
Totale Costi
OSP.RE 56,20% 55,80% 55,10%
R.E.R 52,30% 51,90% 51,30%
Grafi co 2.1.5
43
AO RE 2006 RER 2006
AO RE 2007 RER 2007
RER 2008AO RE 2008
Grafi co 2.1.6 STRUTTURA DEI COSTI AZIENDALI
2.1
So
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nib
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co
no
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an
zia
ria
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imo
nia
le
44
2.1.2 SOSTENIBILITÀ FINANZIARIA
Tra gli indicatori individuati per l’analisi della sostenibilità fi nan-
ziaria fi gurano il rendiconto fi nanziario di liquidità e la durata me-
dia di esposizione verso i fornitori; entrambi gli indicatori vogliono
fornire un migliore livello informativo sull’andamento dei fl ussi
monetari.
Il rendiconto fi nanziario di liquidità esprime la dinamica fi nan-
ziaria dell’azienda nell’anno di riferimento e ha l’obiettivo di rap-
presentare i movimenti in entrata ed in uscita intervenuti nelle
risorse fi nanziarie aziendali, così da evidenziarne la variazione
intervenuta nel periodo di riferimento.
Analizzando i fl ussi di cassa generati nell’esercizio, si evidenzia
un sostanziale allineamento tra disponibilità liquide iniziali e di-
sponibilità liquide fi nali (- 800.000 €).
La gestione corrente ha ridotto il fabbisogno fi nanziario di circa
7,8 milioni di €; il saldo positivo è dato, oltre che dal risultato di
esercizio in netto miglioramento rispetto ai precedenti esercizi,
dall’incremento dei debiti “non fi nanziari” (v/Aziende Sanitarie
della regione e fornitori).
La gestione extracorrente evidenzia, invece, un risultato negativo,
pari a 10 milioni di € circa, per effetto dello squilibrio nei fl ussi di
cassa tra fonti di fi nanziamento ed impieghi per nuovi investimen-
ti; una parte degli investimenti 2008 ha trovato copertura tramite
mutuo incassato nel 2007.
Tra gli impieghi troviamo inoltre la quota rimborso mutui parte
capitale, pari a 1,3 milioni di €.
L’indicatore del grafi co 2.1.7 esprime il tempo che intercorre, in
giorni, tra il sorgere del debito ed il suo effettivo pagamento. La
durata media dell’esposizione verso i fornitori mostra un anda-
mento pressoché costante nel triennio 2006/2008 (tra i 9 e i 10
mesi); si registra un sensibile miglioramento nei tempi medi di
pagamento del 2008, pari a 16 giorni; durante l’anno 2008 si è ri-
usciti a mantenere una cadenza costante nei pagamenti per beni
e servizi.
Al fi ne della determinazione della durata media dei pagamenti si
è tenuto conto dei costi per l’acquisto di beni e servizi e la corri-
spondente variazione dei debiti v/fornitori in corso d’anno; tra i
costi per l’acquisto di beni sono stati esclusi quelli relativi ai beni
sanitari (medicinali in prevalenza) acquistati dalla AUSL di Reggio
Emilia che avrebbero modifi cato sensibilmente il dato in incre-
mento in quanto l’esposizione debitoria verso la AUSL non segue
la stessa tempistica riservata ai fornitori privati.
Grafi co 2.1.7
2.1.3 SOSTENIBILITÀ PATRIMONIALE
Gli indicatori per l’analisi della sostenibilità patrimoniale sono
volti ad esaminare le condizioni da cui dipende la solidità del
patrimonio aziendale, attraverso l’analisi della struttura degli
investimenti e dei fi nanziamenti, nonché rilevando le dinamiche
di investimento in atto, con particolare riferimento ai tassi di rin-
novamento ed al grado di obsolescenza delle immobilizzazioni
strumentali.
2.1.3.a) Attivo e Passivo
La riclassifi cazione delle poste dell’attivo e passivo patrimoniale
sulla base della scansione temporale dei realizzi o rimborsi delle
operazioni di investimento o fi nanziamento negli esercizi 2006-
2008 è la seguente:
Tabella 2.1.10 - Riclassifi cazione poste attivo e passivo
Azienda Ospedaliera Reggio E. 2006
ATTIVITA’ PASSIVITA’
Liquidità
immediate e
differite
29% 66%Finanziamenti a
breve
Scorte 2% 8%
Finanziamenti
a medio lungo
termine
Immobilizzazioni 69% 25% Patrimonio netto
TOTALE
ATTIVITA’100% 100%
TOTALE
PASSIVITA’
Azienda Ospedaliera Reggio E. 2007
ATTIVITA’ PASSIVITA’
Liquidità
immediate e
differite
28% 64%Finanziamenti a
breve
Scorte 2% 14%
Finanziamenti a
medio lungo
termine
Immobilizzazioni 70% 23% Patrimonio netto
TOTALE
ATTIVITA’100% 100%
TOTALE
PASSIVITA’
Tabella 2.1.9 - Rendiconto fi nanziario liquidità
TOTALE DISPONIBILITA’ LIQUIDE INIZIALI -5.695.862
TOTALE NET CASH GESTIONE CORRENTE 7.808.834
TOTALE FONTI DA GESTIONE EXTRACORRENTE 7.361.854
TOTALE IMPIEGHI
DA GESTIONE EXTRACORRENTE
-17.564.742
CONTRIBUTI PER RIPIANO PERDITE 1.584.585
TOTALE DISPONIBILITA’ LIQUIDE FINALI -6.505.331
45
Azienda Ospedaliera Reggio E. 2008
ATTIVITA’ PASSIVITA’
Liquidità immediate
e differite29% 65% Finanziamenti a breve
Scorte 2% 12%Finanziamenti a
medio lungo termine
Immobilizzazioni 69% 23% Patrimonio netto
TOTALE ATTIVITA’ 100% 100% TOTALE PASSIVITA’
Lo Stato Patrimoniale, riclassifi cato in chiave fi nanziaria, può es-
sere così rappresentato:
Grafi co 2.1.8
Il passivo è rappresentato per oltre il 60% da fi nanziamenti a breve
termine, composti in gran parte da debiti verso fornitori per beni
e servizi: nel trend triennale si osserva un andamento pressoché
costante. I fi nanziamenti a medio-lungo termine rappresentano
una percentuale bassa sul complesso dei fi nanziamenti, con un
incremento nel 2007 per la contrazione di un mutuo avvenuta av-
venuta in quell’anno.
L’attivo è rappresentato principalmente dalle immobilizzazioni,
costanti nel triennio, assestandosi su un valore pari a circa il 70%
nel 2008; anche le liquidità immediate e differite non hanno avuto
sostanziali variazioni nel triennio.
In una situazione di equilibrio l’attivo immobilizzato dovrebbe es-
sere fi nanziato principalmente con patrimonio netto e fi nanzia-
menti di medio lungo periodo (es. mutui), mentre i dati relativi
all’Azienda mostrano che una parte rilevante degli impieghi in
immobilizzazioni risultano fi nanziati da passività a breve.
2.1.3.b) Investimenti
Si rappresentano gli investimenti effettuati nel triennio e la co-
pertura attraverso contributi pubblici. Il grado di copertura degli
investimenti tramite contributi in conto capitale consente di ve-
rifi care l’incidenza del costo degli investimenti in termini di am-
mortamenti non sterilizzati sul conto economico.
Nel triennio si evidenzia un incremento dei contributi in conto
capitale e un conseguente miglioramento nel grado di copertura
degli investimenti annuali.
A sostegno della politica degli investimenti, a fronte di contributi
pubblici comunque insuffi cienti a sostenere la dinamica degli in-
vestimenti, nel corso del 2007, si è provveduto all’accensione di
un mutuo.
Tabella 2.1.11 Copertura degli investimenti
Copertura degli investimenti attraverso contributi pubblici
2006 2007 2008
contributi c/capitale
dell’anno2.813.081 3.505.034 4.616.850
investim. in immob.
materiali nette annuo2006 2007 2008
terreni 0 301.011 24.725
fabbricati
indisponibili3.649.244 5.281.526 4.572.339
impianti e
macchinari484.837 609.186 580.793
attrezzature sanit. 6.587.241 2.971.200 6.942.601
mobili e arredi 1.122.094 618.018 892.285
beni strumentali diversi 98.888 138.129 113.778
immobilizzazioni
materiali in corso ed
acconti
1.627.737 8.457.088 2.988.500
totale acquisizioni
nell’anno di immob.
materiali al netto delle
quote amm.to
13.570.041 18.376.158 16.115.021
contributi in c/capitale/
inv. in imm.mat.nette
annuo
21% 19% 29%
2.1
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46
Nell’ultimo triennio si assiste ad un sostanziale allineamento eco-
nomico degli investimenti aziendali, con un incremento piu’ evi-
dente nel 2007, soprattutto per quanto concerne gli investimenti
su immobili e fabbricati. Nel corso degli anni 2007/2008 sono pro-
seguiti i lavori di completamento dell’Ala Nord e dell’Ala Sud del
fabbricato di Ampliamento dell’Arcispedale, l’ampliamento del
fabbricato di Radioterapia e Medicina Nucleare con realizzazione
di Bunker per terza macchina radiante e sono proseguiti gli inter-
venti di ristrutturazione, adeguamento e miglioramento funzio-
nale su strutture ed impianti del complesso ospedaliero. Nel 2008
si evidenzia un incremento nell’acquisto di attrezzature sanitarie
per acquisizione di Tomotherapy Igrt (3,5 milioni di € con relativo
fi nanziamento da parte di Fondazione Manodori e Capitalia) e di
Iort, apparecchiatura per radioterapia intraoperatoria (973.000
€, con 625.000 € di contributo specifi co da parte della Regione
Emilia-Romagna).
Tabella 2.1.12 Grado di rinnovo del patrimonio aziendale
Anno 2006 2007 2008
Nuove immob. immateriali e materiali 14.908.123 19.472.943 17.311.119
Investimenti lordi (31/12 al lordo dei fondi ammortamento)
IMMOBILIZZAZIONI IMMAT. 8.880.761 9.884.347 11.080.447
TERRENI 1.680.829 1.981.840 2.006.565
FABBRICATI INDISPONIBILI 133.731.291 139.012.816 143.552.673
FABBRICATI DA REDDITO 118.358 118.358 118.358
IMPIANTI E MACCHINARI 4.584.302 5.143.706 5.724.499
ATTREZZATURE SANITARIE 43.786.180 45.380.648 51.432.473
MOBILI E ARREDI 9.902.070 10.307.409 10.997.558
MOBILI E ARREDI DI VALORE ARTISTICO 514.161 514.161 512.611
BENI STRUMENTALI DIVERSI 1.378.219 1.464.177 1.551.538
IMMOBILIZZ.MATERIALI IN CORSO ED ACCONTI 5.029.474 13.486.562 16.475.062
Totale investimenti lordi 209.605.645 227.294.024 243.451.784
NUOVI INV.IMM./TOT.INV.LORDI 7% 9% 7%
Grafi co 2.1.9
Grafi co 2.1.10 Grafi co 2.1.11
2.1.3.c) Rinnovo Patrimonio Aziendale
I nuovi investimenti nel periodo di riferimento rapportati al to-
tale del patrimonio aziendale, immobiliare e mobiliare, mettono
in evidenza il grado di rinnovo del patrimonio stesso. Maggiore
è il valore dell’indicatore, maggiore è il grado di rinnovo del pa-
trimonio. Nella tabella seguente è possibile verifi care il grado di
rinnovo del patrimonio aziendale; come si può vedere nel triennio
il grado di rinnovo è costante, con un leggero incremento nel 2007
per i maggiori investimenti effettuati.
Grafi co 2.1.12
47
Tabella 2.1.13 Grado di Obsolescenza del Patrimonio Aziendale
Grado di obsolescenza del patrimonio aziendale
Valore Residuo 2006 2007 2008
Immobilizzazioni Immat. 2.322.960 1.882.594 1.746.623
Terreni 1.680.829 1.981.840 2.006.565
Fabbricati Indisponibili 109.217.191 110.328.332 110.561.609
Fabbricati Da Reddito 118.358 118.358 118.358
Impianti E Macchinari 2.676.818 2.765.792 2.813.879
Attrezzature Sanitarie 17.893.481 16.474.857 19.111.526
Mobili E Arredi 3.353.528 3.056.372 2.999.296
Mobili E Arredi Di Valore Artistico 514.161 514.161 512.611
Beni Strumentali Diversi 580.576 571.671 538.700
Immobilizz.Materiali In Corso Ed Acconti 5.029.474 13.486.562 16.475.062
Totale Valore Residuo Immob. Immateriali E Materiali 143.387.375 151.180.539 156.884.229
Totale Investimenti Lordi 209.605.645 227.294.024 243.451.784
Nuovi Inv.Imm./Tot.Inv.Lordi 68% 67% 64%
2.1
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2.1.3.d) Obsolescenza Patrimonio Aziendale
Questo ultimo indicatore patrimoniale riguarda il grado di obso-
lescenza del patrimonio dell’Azienda, anche in considerazione del
fatto che i nuovi investimenti rispondono alla necessità di garan-
tire la sostituzione del patrimonio infrastrutturale e tecnologico.
Il rapporto percentuale tra il valore residuo dei beni durevoli (da
stato patrimoniale) ed il totale degli investimenti lordi misura il
grado di obsolescenza degli investimenti. L’indicatore, come mo-
stra il grafi co, è sostanzialmente stabile nel triennio e dimostra
come l’Azienda sia riuscita a far fronte all’invecchiamento del pro-
prio patrimonio attraverso la realizzazione di nuovi investimenti.
Grafi co 2.1.13
48
2.2.1.IMPATTO ECONOMICO: CONTRIBUTO DELL’AZIENDA ALL’ECONOMIA DEL TERRITORIO
2.2.1.a) Il personale dipendente in cifre
> Personale a tempo determinato ed indeterminato per ruolo
Le persone che lavorano all’interno dell’azienda ospedaliera di
Reggio Emilia sono circa 2.700 unità impiegate come dipendenti
del SSN sia a tempo determinato che indeterminato.
I dati riferiti al triennio 2006-2008, Tabella 2.2.1, evidenziano un
incremento del personale della Dirigenza Medico/Sanitaria di 24
unità connesso ai seguenti fattori:
- completamento dei progetti inerenti l’attivazione del Pron-
to Soccorso Pediatrico e OBI nonchè la riorganizzazione
dell’area di Chirurgia Generale e l’accorpamento del Labo-
ratorio di Castelnovo nè Monti al Dipartimento di Medicina di
Laboratorio dell’Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova in at-
tuazione del progetto interaziendale di riorganizzazione dei
Laboratori della Provincia di Reggio Emilia;
- processi di stabilizzazione e valorizzazione delle posizioni di
lavoro precario per far fronte a necessità organizzative azien-
dali connesse ad attività istituzionali e continuative, in attua-
zione delle Leggi Finanziarie 2007-2008, e relativi protocolli
regionali ed aziendali in materia sottoscritti con le OO.SS.
Per quanto concerne il personale sanitario del comparto (in-
fermieri, tecnici di radiologia e di laboratorio) l’incremento
registrato nel triennio di 76 unità complessive è dovuto sia al
citato progetto di accorpamento del Laboratorio di Castelno-
vo nè Monti da cui è derivato il trasferimento di 11 tecnici di
laboratorio, sia al potenziamento di alcuni servizi/unità ope-
rative (es. Pronto Soccorso Pediatrico, U.O. di Medicina, PS
Generale) nonchè al completamento delle procedure concor-
suali per la copertura di posti autorizzati con delibera di G.R.
n. 1303/2005.
In particolare, l’adeguamento d’organico del personale tec-
nico di radiologia è stato determinato dalla necessità di ri-
spondere alla maggiore richiesta di prestazioni radiologiche/
diagnostiche presso il Settore TAC, all’installazione ed imple-
mentazione della Tomotherapy, l’introduzione della PET/TAC
con MdC e l’avvio della nuova tecnologia (RM di 1,5 tesla).
Relativamente al personale di supporto (OSS, OTA e Ausiliari
Specializzati) l’incremento registrato di complessive 46 unità
è dovuto prevalentemente a:
- reclutamento del personale per fronteggiare alcune criticità e
carenze di personale addetto alle sostituzioni;
- riorganizzazioni di funzioni sanitarie con l’obiettivo di ridurre il
precariato e assicurare stabilità e continuità nello svolgimen-
to dell’attività di assistenza. Infi ne, nell’ambito del personale
operaio, si registra un lieve incremento anche tra gli opera-
tori di cucina a seguito delle esigenze derivanti dal progetto
di riorganizzazione del Servizio di Ristorazione presso il Di-
stretto Ausl di Reggio Emilia sulla base di accordi intervenuti
tra le due Aziende Sanitarie.
> Lavoratori Stranieri
I dipendenti stranieri (intra EU - extra EU), Tabella 2.2.2, risul-
tano tendenzialmente in calo, essendo scesi dalle 23 unità del
2006 alle 11 del 2008. La provenienza è prevalentemente da Paesi
dell’Unione Europea (Spagna, Germania, Polonia, ecc) con la pre-
senza anche di alcuni operatori di nazionalità extraeuropea (Ma-
rocco, Albania, Ucraina).
> Occupati nell’ambito delle categorie protette
L’incremento dei dipendenti appartenenti alle categorie protette
(disabili), ai sensi degli artt. 8 e 18 della L. n.68/99, deriva dall’au-
mento del numero di operatori già in servizio di ruoli ai quali è
stata riscontrata una percentuale di disabilità prevista dalla nor-
mativa vigente per poter essere computati nella quota di perso-
nale appartenente alle categorie protette ed in parte dall’applica-
zione della convenzione quinquennale stipulata con la Provincia
di Reggio Emilia ex art. 11 L. 68/99 rinnovata fi no al 31.7.2009.
Il reclutamento dall’esterno di tali fi gure avviene previo espelta-
mento di specifi che selezioni pubbliche con prove attitudinali.
> Occupazione provinciale
L’azienda ospedaliera, con i suoi 2700 dipendenti, risulta essere tra
le maggiori aziende presenti sul territorio. I dati della Tabella 2.2.4
evidenziano che la percentuale dei dipendenti dell’Asmn rispetto alla
media annuale degli occupati nella Provincia di Reggio Emilia rima-
ne costante nel triennio considerato, nell’ordine dell’1%.
2.2 Impatto sul contesto territoriale
Tabella 2.2.1 - N° dipendenti per ruolo al 31.12
(a tempo determinato ed indeterminato)
RUOLO 2006 2007 2008
SANITARIODirigenza 439 449 463
Comparto 1.377 1.411 1.452
PROFESSIONALEDirigenza 8 7 8
Comparto
TECNICODirigenza 4 4 3
Comparto 553 547 569
AMMINISTARIVO Dirigenza 6 6 7
Comparto 206 217 229
TOTALE 2.573 2.641 2.731
Tabella 2.2.3 - N° dipendenti nell’ambito delle categorie protette
Anni Dipendenti ASMN
2006 81
2007 86
2008 90
Tabella 2.2.2 - N° lavoratori stranieri
AnniLavoratori
stranieriruolo
2006 2115 figure infermieristiche,
6 figure di supporto
2007 1312 figure infermieristiche,
1 figura di supporto
2008 1110 figure infermieristiche,
1 figura di supporto
49
2.2
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le
> Residenza dei dipendenti nella provincia
Dai dati riportati nella tabella 2.2.5 si evidenzia che la maggior
parte dei dipendenti che lavora in Azienda risiede nell’ambito ter-
ritoriale della Provincia di Reggio Emilia, con una percentuale che
si mantiene pressochè costante (oltre l’85% del totale).
2.2.1.b) Impatto economico sul territorio in cifre
> VOLUME DEGLI EMOLUMENTI
PER IL PERSONALE DIPENDENTE
Il volume complessivo delle retribuzioni nette corrisposte, com-
prensivo delle applicazioni contrattuali, evidenzia un incremento
nell’arco del triennio, più marcato nel confronto 2008/2007, Ta-
bella 2.2.6. Nel dettaglio, l’incremento che si registra nel 2007
rispetto al 2006 è riconducibile alle assunzioni fatte in corso
d’anno, mentre nel 2008 l’aumento è principalmente ascrivibile
alla corresponsione, prima al personale del comparto poi della
dirigenza, degli oneri conseguenti al trascinamento del biennio
economico 2006/2007 ammontante ad € 4.271.908 (emolumenti
al personale dipendente al netto degli oneri a carico dell’Azienda).
Il restante incremento che si registra è coerente con il numero di
assunzioni fatte nell’anno.
> COMPENSI A COLLABORATORI, SPECIALIZZANDI E BORSISTI
L’ andamento nel triennio preso in esame evidenzia un incremen-
to anche per quanto concerne i compensi erogati a collaboratori,
specializzandi e borsisti, Tabella 2.2.7. La categoria comprende le
borse di studio, i medici in formazione specialistica, le collabora-
zioni coordinate e continuative e i rapporti libero-professionali.
Si evidenzia che una considerevole parte di questi contratti è fi -
nanziata attraverso donazioni fi nalizzate, proventi per sperimen-
tazione farmaci, studi clinici, erogazioni liberali, contributi regio-
nali o ministeriali dedicati, o sono oggetto di rimborso da parte
dell’Azienda USL territoriale.
Sull’incremento ha inciso progressivamente negli anni la stipula di
collaborazioni fi nalizzate al progetto, fi nanziate con fondo PRIER,
rispetto al quale l’Azienda è gestore amministrativo-contabile.
> VOLUME DEI BENI E SERVIZI ACQUISTATI
DA AZIENDE DELL’AMBITO TERRITORIALE E DELLA REGIONE
Si ritiene utile, al fi ne di completare l’analisi sull’impatto terri-
toriale, fornire un dettaglio, diviso per macroaggregato di costo,
delle forniture di beni e servizi derivanti da contratti stipulati con
aziende della Provincia e della Regione.
Il dato relativo all’acquisto di beni sanitari dall’Azienda USL di
Reggio Emilia, Tabella 2.2.9, che gestisce il magazzino centra-
lizzato, viene rappresentato a parte e l’andamento nel triennio di
questa voce è in aumento. La categoria piu’ rappresentativa come
volume economico è quella relativa alla fornitura dei servizi, con
prevalenza in ambito provinciale, per i servizi logistico-alberghie-
ro aziendali legati a ditte operanti in ambito provinciale.
Tabella 2.2.5 N° dipendenti dell’Azienda residenti nell’ambito ter-
ritoriale
Anni
Dipendenti
Azienda
Ospedaliera
di cui residenti in
provincia di R.E.%
2006 2.573 2.244 87.2%
2007 2.641 2.270 85,90%
2008 2.731 2.325 85.13%
Tabella 2.2.6 - valore emolumenti al personale dipendente
ANNI IMPORTO
2006 88.223.000
2007 90.112.503
2008 95.991.004
Tabella 2.2.7 - valore contratti a personale esterno
ANNI IMPORTO
2006 2.444.530
2007 3.131.669
2008 3.532.634
Tabella 2.2.8
valore acquisti da ditte con sede legale nella provincia
Tipologia fornitura 2006 2007 2008
Beni sanitari 1.105.611 1.092.817 1.394.662
Beni economali 521.412 469.634 486.425
Manutenzioni 1.277.582 1.098.825 1.974.088
Canoni 63.256 23.309 165.557
Servizi 5.841.251 6.894.489 9.974.761a
Totale 8.809.112 9.579.075 13.997.501
Tabella 2.2.4 - N° dipendenti ASMN
sul totale occupati della provincia
Anni
Dipendenti
Azienda
Ospedaliera
Media Annuale
occupati provincia
RE
%
2006 2.573 231.000 1.11%
2007 2.641 240.000 1.10%
2008 2.731 245.709 1,11%
Grafi co 2.2.1. - trend emolumenti 2006-2008
Grafi co 2.2.2. - trend economico contratti
Tabella 2.2.9
valore acquisti da magazzino farmaceutico USL RE
Tipologia fornitura 2006 2007 2008
Beni sanitari 17.439.755 18.842.127 19.311.851
50
2.2.1.c) L’impatto dei corsi di laurea delle professioni sanitarie
sul territorio e dei tirocinii per i medici in formazione
> Professioni sanitarie
L’impatto economico, sul contesto territoriale, è determinato non
solo dal numero complessivo di studenti (n. 614) appartenenti
ai vari corsi di Laurea, ma soprattutto dall’indotto di tutte quel-
le attività e risorse che vengono normalmente utilizzate per il
normale funzionamento del sistema; con particolare riferimento
alle risorse professionali, si segnala, che l’impatto economico ri-
sente oltre della presenza dei docenti anche di un ampio numero
di operatori sanitari, circa 250 professionisti, coinvolti durante la
loro attività professionale e/o in aggiunta ad essa. Va poi rimar-
cato tutto il settore strettamente correlato all’inserimento, nel
contesto comunale, degli studenti provenienti da altre regioni o
Province limitrofe: ricerca di alloggi, inserimento nel mondo del
lavoro extrasanitario per gli studenti lavoratori, acquisto di pro-
dotti necessari alla comune vita quotidiana e di relazione .
Altro settore correlato è costituito dalle convenzioni stipulate con
altri atenei per l’effettuazione dei loro tirocini presso la nostra
sede; l’Azienda ASMN è sede di tirocinio anche per i master in
coordinamento e laurea specialistica delle università di Parma,
Ferrara, Empoli. L’impatto derivante dalla frequenza di questi ti-
rocini è più legato ad un discorso di visibilità Aziendale e confron-
to istituzionale che a valori strettamente quantitativi.
Per ciò che concerne le iscrizioni nel triennio 2006/2008, i dati del
nostro ateneo, sono riportati nella tabella 2.2.11
Tabella 2.2.11 - iscrizioni triennio
Corso di laurea
Iscrizioni
al 1°
anno
Iscrizioni
al 2°
anno
Iscrizioni
al 3°
anno
Totale
iscritti
Infermieristica 163 128 119 410
Tecnico di
radiologia63 46 49 158
Laurea
magistrale21 25 - 46
L’andamento degli iscritti può essere ulteriormente integrato con
alcune considerazioni relative alla provenienza dei discenti.
Corso di laurea per Tecnico di Radiologia Medica:
Continua il tendenziale aumento degli iscritti totali negli ultimi
tre anni con un + 12 unità rispetto ai totali dell’anno precedente;
le iscrizioni provengono in particolare dalla città di Modena. Ana-
lizzando infatti il dato totale, osserviamo che gli studenti proven-
gono per un 70% dalla regione Emilia Romagna con punte signifi -
cative da Reggio Emilia e Provincia (39 iscritti pari a un 24%) e da
Modena e Provincia (64 iscritti pari a un 40.5%); un ulteriore 30%
proviene da fuori regione (in particolare Puglia e Sicilia).
Corso di laurea in Infermieristica:
Tendenzialmente stabile il numero degli iscritti totali negli ulti-
mi anni; la prevalenza degli iscritti è regionale (Emilia Romagna
57% - 228 studenti -) e nello specifi co Reggio Emilia fornisce la
maggior parte degli studenti ( 50% degli iscritti regionali - 201
studenti - ). Il restante 43% delle iscrizioni, specifi che al corso
di laurea, proviene da tutte le regioni con numeri signifi cativi so-
prattutto dalle Regioni Campania, Puglia e Sicilia).
Corsi di Laurea Magistrale:
Il bacino d’utenza è legato fondamentalmente alle città di Modena
e Reggio Emilia, al di fuori dalle due province provengono solo 8
studenti sui 46 complessivi (17%).
> Specializzandi dell’area medico chirurgica
La collaborazione tra Sistema della Regione Emilia Romagna ed
Università degli Studi è prevista dalla L.R. 29/04 la quale, affer-
mando che la promozione e lo sviluppo delle attività di formazione
e di ricerca costituiscono principi fondamentali dell’organizzazio-
ne e del funzionamento del SSR, prevede norme specifi che per la
loro promozione ed il relativo sviluppo, attraverso la sottoscrizio-
ne di uno specifi co protocollo d’intesa. Per tutte le Aziende sani-
tarie della regione, diventa, quindi dovere istituzionale integrare
la primaria funzione di assistenza con le funzioni di formazione e
di ricerca, il cui sviluppo è indispensabile per garantire un fl usso
costante di innovazione del sistema.
Per rispondere ai cambiamenti intervenuti sul piano normativo-
istituzionale ed organizzativo sono stati rafforzati i rapporti istitu-
zionali Università/Aziende SSR, coinvolte nella costituzione di una
rete formativa integrata, utile allo sviluppo dei piani didattici delle
singole Scuole di Specialità.
Sulla base dei principi e delle indicazioni contenuti nel protocollo
di intesa tra Regione-Università di ottobre 2005, nel mese di giu-
gno 2007 sono state approvate due convenzioni quadro con l’uni-
versità degli studi di Parma e di Modena e Reggio, per la regola-
mentazione dei rapporti e rinviando a specifi che convenzioni tutto
ciò che attiene le singole Scuole di Specializzazione.
Essendo in possesso degli standard strutturali di cui al Decreto
del MIUR 29.3.2006 e vantando idonee capacità tecnologiche,
organizzative e assistenziali, le Strutture Complesse dell’Azienda
Ospedaliera ASMN sono in tale contesto individuate quali sedi
collegate delle Scuole di Specializzazione ai fi ni dell’espletamen-
to delle attività di didattica e di formazione medico-specialistica.
L’attività didattica e formativa assicurata dai professionisti
dell’Azienda Ospedaliera viene esercitata sia all’interno della
Struttura che presso le Scuole di Specializzazione. Tra il pro-
prio corpo docente, le Scuole di Specializzazione annoverano
infatti anche docenti non universitari. Sono oltre 20 i dipendenti
ospedalieri ASMN che, su richiesta delle Università interessate,
sono stati autorizzati dalla direzione aziendale a svolgere attivi-
tà didattica presso le sedi universitarie per l’anno accademico
2007/2008.
Un elevato numero di professionisti ospedalieri svolge attività di-
dattica presso varie Scuole di specializzazione dell’area medico
chirurgica.
Nell’anno 2008 hanno frequentato le strutture ospedaliere del
SMN quasi 70 specializzandi, prevalentemente medici, iscritti a
Corsi di specializzazione. Hanno inoltre frequentato le strutture
ASMN specializzando fi sici sanitari, psicologi, biologi e Le prin-
cipali sedi di provenienza degli studenti sono l’Università Modena
e Reggio e l’, Università di Parma.
L’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia continua ad essere Strut-
tura di supporto all’effettuazione, da parte dei neo - laureati in
medicina e chirurgia, del tirocinio pratico-valutativo che il D.M.
445/2001 prevede essere parte integrante dell’esame di abilita-
zione all’esercizio della professione. Allo scopo, l’Azienda Ospe-
daliera e l’Azienda USL di Reggio Emilia, unitamente all’Ordine
provinciale dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri hanno stipulato,
ognuno per la parte di propria competenza, un’apposita conven-
zione con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. L’at-
tività di tutoraggio interna al SMN è garantita da professionisti
ospedalieri strutturati, che sono stati incaricati tutor con speci-
Tabella 2.2.10
valore acquisti da ditte con sede legale fuori provincia
Tipologia fornitura 2006 2007 2008
Beni sanitari 3.002.541 3.254.600 3.583.006
Beni economali 752.458 1.188.279 1.665.756
Manutenzioni 852.365 1.114.196 1.144.967
Canoni 17.584 21.594 64.708
Servizi 4.256.258 4.529.334 4.976.429
Totale 8.881.206 10.108.003 11.436.874
51
Tabella 2.2.12 sede universitaria di provenienza degli specializzandi
Specializzandi
facoltàbiologia fisica sanitaria farmacia medicina psicologia (*) Totale
Sede Università
Modena 1 4 33 38
Parma 4 1 18 1 24
Milano 1 1
Bologna 1 1
Siena 1 1
Cagliari 1 1
Varese 1 1
Roma 1 1
Totale 2 5 5 55 1 68
(*) master 2° livello post laurea
Tabella 2.2.13 - sede di tirocinio
Specializzandi
facoltàbiologia fisica sanitaria farmacia medicina psicologia (*) Totale
sede tirocinio
Medicina 3 3 3
Neonatologia 2 2
Endoscopia 1 1
UDGEE 4 4
Pediatria 9 9
Radiologia 3 3
LACCE 2 1 3
PS 2 2
Angiologia 1 1
Oncologia 3 3
Neurologia 2 1 3
Medicina 2 1 1
Farmacia 5 5
Anestesia 7 7
Chirurgia Vascolare 2 2
Chir.Oncologica 2 2
Chirurgia 2 2 2
NPI 3 3
DMPO 2 2
Pneumologia 2 2
Fisica S. 5 5
Radioterapia 1 1
Totale 2 5 5 55 1 68
2.2
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oria
lefi co decreto rettorale,
All’interno dell’Azienda ASMN, in collaborazione con l’Azienda
USL, vengono inoltre realizzati Corsi di specializzazione per
Medici di Medicina Generale (limitatamente alla parte di specifi ca
competenza ospedaliera).
Il Servizio Formazione, Innovazione clinica e Biblioteca ha fornito
un supporto amministrativo strutturato ai frequentanti il Corso.
Le strutture operative presso le quali viene effettuata la specializ-
zazione sono evidenziate nella tabella 2.2.12 seguente:
52
2.2.2. IMPATTO SOCIALE
> Lasciti e Donazioni
Si registra nel triennio un progressivo incremento delle donazioni
e dei contributi ricevuti da fondazioni di origine bancaria e da altri
soggetti quali ditte e associazioni, mentre nel 2008 si è avuto un
decremento delle donazioni da parte dei cittadini privati.
Si evidenzia che, sempre nel 2008, sono proseguite le erogazioni,
iniziate gia’ nel 2007, per l’acquisizione dell’apparecchiatura di
Tomotherapy da parte della Fondazione Manodori e di Capitalia.
Il criterio utilizzato nella rilevazione è quello fi nanziario, si regi-
strano cioè gli incassi avvenuti nell’anno.
Tabella 2.2.14 - lasciti e donazioni
anno 2006 anno 2007 anno 2008
N. valore N. Valore N. Valore
lasciti (eredità) 1 2.850
donazioni da privati 92 119.427 204 214.602 143 196.233
donazioni in natura da privati 13 9.062 8 105.836 12 18.142
totale 128.489 323.288 214.375
Tabella 2.2.15 - contributi e donazioni da altri soggetti privati
anno 2006 anno 2007 anno 2008
N. valore N. Valore N. Valore
contributi da fondazioni 1 400.000 1 1.200.000 6 2.151.000
contributi da ditte diverse 16 206.350 413 260.252 38 435.870
contributi da altri soggetti 3 63.805 12 191.962 19 253.789
contributo da istituto tesoriere 1 206.583 1 25.000 1 25.000
donazioni in natura da ditte diverse 10 102.953 41 63.840 26 111.076
donazioni in natura da associazioni 12 189.549 28 613.200 17 204.657
totale 1.169.240 2.354.254 3.181.392
2.2.3. IMPATTO CULTURALE
Anche nel corso dell’anno 2008 ha trovato proseguimento l’attività
di catalogazione e valorizzazione del patrimonio culturale, stori-
co ed artistico di questa Azienda. Tale patrimonio nasce nell’anno
1995 quando l’Ospedale è costituito in Azienda autonoma rispetto
all’Azienda USL di Reggio Emilia. Individuati e censiti i beni questi
sono stati catalogati, inventariati e sottoposti a stima di valore.
Il patrimonio artistico dell’azienda ASMN si compone di Beni arti-
stici (quadri, mobili, linoleumgrafi e, litografi e, stemmi,vasi, capi-
telli ecc.), beni storici di natura archivistica ( documenti d’archivio
dal XIV sec in avanti), beni librari, beni architettonici ed ambien-
tali.
Con il restauro del complesso palaziale Rocca Saporiti -defi nito il
“Casinazzo” è stato restituito alla città un complesso di notevole
valore artistico e storico. L’attenta e paziente opera di restauro ha
portato alla luce e all’antico splendore sia i soffi tti lignei decorati
e dipinti sia i cicli d’affresco che oggi si possono ammirare nella
Sala Cubica e nelle sale inferiori. L’inaugurazione del complesso,
dopo un complesso lavoro di recupero iniziato nel 1998 sotto la
attenta guida della Sopraintendenza ai Beni Ambientali ed Archi-
tettonici, avvenne nel dicembre 2001. Anche nel 2003 il palazzo
è stato oggetto di valorizzazione pubblica in occasione della “ XI
Giornata Fai di Primavera” quando il complesso è stato aperto
al pubblico con visite guidate mirate ad illustrarne la storia, a
valorizzarne la bellezza architettonica ed artistica ed il sapiente
restauro.
Dalla sua inaugurazione, il Palazzo Rocca Saporiti, con la sua
pertinenza principale destinata ad ospitare la Biblioteca medi-
co-scientifi ca “P. G. Corradini”, ospita un moderno e attivissimo
centro culturale e convegnistico dotato di adeguato impianto tec-
nologico e diversi spazi polifunzionali; tra questi, nel sotterraneo
un piccolo “lapidario” ove sono state accolte e poste in adeguato
risalto alcuni manufatti in frammento di laterizio, pietre e legni
rinvenuti durante le operazioni di restauro.
La Biblioteca medico-scientifi ca “P. G. Corradini” custodisce un
fondo librario antico, frutto di lascito da parte di Pietro Giuseppe
Corradini che alla sua morte lasciò all’Ospitale degli Infermi di S.
Maria del Carmine tutti i suoi libri di medicina, circa 640 opere,
per un totale di 930 volumi. Questo patrimonio si è in seguito ar-
ricchito attraverso altre acquisizioni ed ulteriori lasciti e donazio-
ni, tra le quali si citano soltanto le più importanti: i lasciti di Carlo
Ritorni, Prospero Pirondi (circa 800 volumi), e Dina Viani.
Attualmente il Fondo Librario Antico dell’Azienda si compone
di 2.819 volumi, quasi tutti di medicina, pubblicati a stampa dal
1400 al 1850 e tutti catalogati. Essi corrispondono a 1.722 opere a
stampa, tra cui sono da segnalare 3 incunaboli, 64 opere del XVI
sec., un’importante collezione di volumi del ‘700 (sono presenti
molte opere di Lazzaro Spallanzani), 15 raccolte di riviste antiche,
numerosi atlanti anatomici di vario argomento e di varie epoche.
Una parte del Fondo antico è stata oggetto di una mostra-conve-
gno nell’ottobre del 2007 dal titolo: “I libri dell’ostetrica Dina Viani
nella Sezione Antica “P.G. Corradini” della Biblioteca dell’Azienda
Ospedaliera “Arcispedale S. Maria Nuova” di Reggio Emilia: Una
riscoperta”.
L’Azienda nel tempo ha anche ricevuto signifi cative donazioni di
53
opere artistiche, soprattutto pittoriche, di varia epoca e dimen-
sione. Cittadini ed artisti reggiani hanno donato opere ai soli fi ni
di abbellimento ed umanizzazione degli ambienti di degenza. Nel
complesso si parla di 262 opere. Lasciti e donazioni di opere arti-
stiche si sono manifestate anche nel corso dell’anno 2008; nella
seconda metà dell’anno sono state accettate 12 opere pittoriche
di artisti italiani ed europei della fi ne ’800 e prima metà del 900
che sono state collocate nella sala d’aspetto di una degenza ad
abbellimento della stessa. Le opere sono state assicurate in
modo da non essere asportate ed è in corso la loro valutazione ai
fi ni assicurativi. Anche i locali dell’ampliamento ospedaliero sono
stati resi più accoglienti tramite l’affi ssione a muro di fotografi e
o disegni; in tutti questi interventi domina il colore che nella sua
varietà di toni, accompagna chi frequenta l’Ospedale, chi attende
la cura, chi accompagna o assiste un parente.
In occasione delle festività natalizie del 2008, l’Ospedale ha par-
tecipato ad un’interessante iniziativa promossa dal Club Zonta
International di Reggio Emilia, Associazione impegnata nella
solidarietà sociale, nel miglioramento dello status educativo e
culturale del mondo femminile e nella promozione dei diritti ci-
vili. Il giorno 13 Dicembre 2008, nell’atrio dell’Ospedale è stata
inaugurata la “NATIVITA’ ZONTA”, opera pittorica di Enrica Simo-
nazzi, socia Zonta, pittrice e disegnatrice. L’ opera, creata con la
tecnica della cosiddetta esplosione pittorica, ha abbellito lo spa-
zio dell’accoglienza ospedaliera per tutto il periodo delle festività
con l’intento di offrire un momento di bellezza e raccoglimento a
tutti coloro che in quel preciso periodo e per i più diversi motivi, si
trovassero a dover frequentare l’Ospedale.
Il padiglione Lazzaro Spallanzani - ex Sanatorio dell’ inizio del
xx sec.- bellissimo esempio di architettura pubblica degli anni
venti-trenta, è bene sottoposto all’attenzione della Soprainten-
denza per i Beni Ambientali ed Architettonici dell’Emilia; l’edifi cio
dopo un breve periodo di dismissione a seguito del trasferimen-
to dei reparti ospedalieri che qui erano alloggiati nei nuovi locali
dell’Ampliamento Ospedaliero, è stato riconvertito, tramite pochi
e mirati interventi di ristrutturazione edilizia, a sede di alcune fun-
zioni ospedaliere non meramente addette all’assistenza. Oggi lo
Spallanzani, con i suoi grandi e luminosissimi spazi, ospita alcune
aule di formazione, i Servizi appartenenti all’Area Amministrativa,
la Croce Verde ed una sede del servizio psichiatrico residenziale,
in convenzione. Nel corso del 2008 si sono approntati altri e diver-
si spazi che sono stati adibiti a servizi di pertinenza territoriale;
questi nuovi ambulatori, senza alterare in alcun modo la purezza
architettonica dell’edifi cio e dunque il suo valore storico, concor-
rono a mantenerlo vivo e funzionale all’attività istituzionale.
2.2.4. IMPATTO AMBIENTALE
Un’azienda ospedaliera, che si caratterizza per la complessità
dei processi primari e di supporto, produce un rilevante impatto
sull’ambiente sia in termini positivi che negativi.
I servizi ed i prodotti dell’ospedale impattano quindi sul territorio
anche dal punto di vista ambientale.
Pertanto è necessario che vengano messe in atto strategie per
conoscere e governare gli effetti che produce sull’ambiente.
La Regione Emilia Romagna ha posto grande attenzione alla te-
matica ambientale attivando nel corso del 2007 il Programma “Il
sistema sanitario per uno sviluppo sostenibile” che prevede, tra
le altre cose, la costituzione di un gruppo di lavoro a valenza mul-
tiprofessionale e multidisciplinare “Gruppo regionale gestione
ambientale”.
La nostra Azienda partecipa attivamente al Gruppo gestione am-
bientale, collaborando ai progetti in cui si articola, ovvero ”Qua-
lifi cazione dei consumi energetici ed innovazione tecnologica” e
“Rifi uti sanitari: miglioramento continuo del processo di riduzio-
ne e gestione delle quantità prodotte”.
In particolare presso il nostro ospedale sono state poste in essere
azioni in relazione alle tematiche di:
gestione dei rifiuti;•
mobilità aziendale;•consumi energetici.•
2.2.4. a) Gestione dei rifi uti
Una azienda ospedaliera produce numerose tipologie ed elevate
quantità di rifi uti con differenti classi di pericolosità. La gestio-
ne dei rifi uti prevede varie fasi, ovvero la raccolta, il trasporto, lo
smaltimento ed il recupero dei rifi uti, che si differenziano a se-
conda della tipologia del rifi uto.
Oltre ai rifi uti prodotti e classifi cati come assimilabili agli urbani
e come sanitari non pericolosi, esistono infatti rifi uti sanitari pe-
ricolosi per il rischio infettivo (es. materiali contaminati da liquidi
biologici) e/o per il rischio chimico (es. reagenti dei laboratori di
analisi): i rifi uti pericolosi prevedono misure particolari.
I rifi uti che presentano caratteristiche di pericolosità devono es-
sere correttamente raccolti, manipolati, gestiti e smaltiti al fi ne di
garantire la massima riduzione del rischio per i pazienti, per gli
operatori, i visitatori ed infi ne per l’ambiente.
L’Azienda, già da diversi anni, è impegnata in un percorso di mi-
glioramento continuo del processo di gestione dei rifi uti. La cor-
retta gestione dei rifi uti, viene perseguita attraverso:
1. defi nizione dei percorsi e dei processi di gestione, esplicitati
anche nelle procedure aziendali;
2. il monitoraggio delle tipologie e quantità di rifi uti prodotti (re-
port dalle ditte in appalto);
3. la formazione ed aggiornamento del personale coinvolto in tut-
to il processo di gestione dei rifi uti, in particolare dei rifi uti sani-
tari pericolosi;
4. l’implementazione della raccolta differenziata al fi ne di ridur-
re la quota di rifi uti da destinare a smaltimento ed aumentare la
quota di quelli destinati a recupero.
Entrando nello specifi co dei punti precedenti si evidenzia:
1. Il percorso della gestione dei rifi uti è strutturato e defi nito così
come esplicitato nella procedura aziendale che è stata aggior-
nata nel corso del 2007.
2. Le quantità e tipologie di rifi uti prodotte sono monitorate co-
stantemente dall’azienda grazie all’invio di reports periodici da
parte delle Ditte che hanno in appalto il servizio di raccolta,
trasporto e smaltimento dei rifi uti. In particolare nel corso del
2007 è stato introdotto, per i rifi uti sanitari pericolosi a rischio
infettivo, un nuovo sistema di tracciabilità: questo sistema
permette, grazie ad un codice barcode applicato sui conteni-
tori per rifi uti, di attribuire, anche a valle del processo, ogni
contenitore al reparto o servizio di partenza. Possono essere
così dettagliate le tipologie, le quantità e il riempimento dei
contenitori con una defi nizione spaziale molto accurata che
permette di individuare le criticità e di mettere in atto azioni di
miglioramento mirate.
3. La formazione del personale, che si è svolta nel corso del
2007, e che ha coinvolto tutti i responsabili di struttura ed oltre
duecento operatori è stata mirata alla sensibilizzazione e for-
mazione sulla corretta gestione dei rifi uti a tutti i livelli, sull’ap-
profondimento del quadro normativo, sulla classifi cazione dei
rifi uti, sull’organizzazione aziendale, sulle corrette modalità
di comportamento, sull’impatto ambientale dell’azienda, sui
benefi ci conseguenti ad una corretta gestione, sull’importanza
della raccolta differenziata e sulle precauzioni da adottare per
il rischio biologico e chimico legato ai rifi uti.
4. Al fi ne di aumentare la quota di rifi uti destinati al recupero
l’azienda ha implementato la raccolta differenziata, in parti-
colare negli ultimi anni si è visto un aumento della raccolta
rispettivamente di vetro bianco, carta/cartone, legno, metal-
li e plastica (tabella relativa alla produzione in kg nell’ultimo
triennio).
Gli interventi già messi in opera per migliorare la gestione dei
rifi uti sono stati:
partecipazione dei professionisti dell’azienda ai già citati •gruppi di lavoro regionali “Qualificazione dei consumi ener-
2.2
Im
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tto
su
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nte
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rrit
oria
le
54
getici ed innovazione tecnologica” e “Rifiuti sanitari: miglio-
ramento continuo del processo di riduzione e gestione delle
quantità prodotte”.
formazione degli operatori coinvolti in tutto il percorso di ge-•stione dei rifiuti
implementazione del sistema di monitoraggio dei quantitativi •di rifiuti pericolosi prodotti grazie al codice barcode applicato
direttamente sui contenitori
Sono ancora in corso di realizzazione e/o programmati per mi-
gliorare la gestione dei rifi uti i seguenti obiettivi:
ottimizzazione della gestione dell’isola ecologica ospedaliera •(regolamentazione degli accessi grazie all’uso di badge, sia
da parte del personale dipendente che da parte del personale
afferente alle ditte che hanno in appalto i servizi di raccolta e
trasporto delle varie tipologie di rifiuti);
prosecuzione della formazione sulla gestione dei rifiuti ed ag-•
giornamento e sensibilizzazione del personale.
2.2.4. b) Mobilità aziendale
Per poter intraprendere politiche di mobility management si è
reso necessario lo studio dei piani della viabilità e della sosta. Si
è stabilito di:
estendere le aree con limitazioni alla circolazione veicolare; •iniziare i controlli della sosta nelle aree interne poiché l’ospe-•dale si trova in un contesto urbano quasi centrale e l’area è
aperta con accesso al Pronto Soccorso che attraversa tutto
il comparto.
In accordo con l’ente locale si sono studiate le soluzioni più appro-
priate sia di carattere edile che gestionale per riordinare il quadro
viabilistico e della sosta su tutta la zona interessando sia zone di
proprietà comunali che di proprietà ospedaliera.
La collaborazione con l’ente locale è esitata nell’approvazione
di un “Accordo di Programma tra Comune di Reggio Emilia e
l’Azienda Ospedaliera per la riqualifi cazione e la riorganizzazione
del traffi co in area ospedaliera” adottato il 28.12.07, con delibera-
zione del direttore generale.
Con questo accordo si è dato il via alle azioni condivise che sono
opere di riordino e riqualifi cazione ma anche azioni di gestione e
di mobility management.
Per regolare la circolazione di veicoli all’intorno dell’area ospe-
daliera si sono avviate le seguenti opere:
sono stai realizzati i nuovi svincoli di accesso ed uscita, di •competenza Aziendale;
è stata realizzata una nuova rotatoria di fronte alle Camere •Ardenti con l’estensione di un tratto di marciapiede, realizzati
a cura del Comune.
Per dissuadere dall’uso dell’auto privata, in generale ed in par-
ticolare all’interno dell’ospedale, è stato avviato il programma
di “Regolazione della Sosta” in via sperimentale. Con il Comune
di Reggio Emilia si è concordato di riconoscere l’uso pubblico e
quindi di allargare all’area interna il controllo della sosta anche
attraverso gli ausiliari del traffi co che assicurano un regolare in-
tervento sull’area. Pertanto si sono avviate due prime fasi del
piano, in via sperimentale:
a tariffa 0, con limite di 1 ora di sosta;•a tariffa 1 euro per ora, sulle zone maggiormente interessate •dal traffico delle ambulanze.
> Trasporto pubblico
Sul fronte del Trasporto Pubblico Locale (TPL) si è ottenuto che
la terza linea del “Minibu H” collegasse in modo diretto l’ospeda-
le, con passaggi ogni 10 minuti e tre fermate all’interno dell’area
ospedaliera ed una sul fronte dell’ospedale in modo da rendere i
servizi maggiormente accessibili.
Questo servizio si aggiunge agli esistenti TPL che sono stati man-
tenuti.
La linea H proviene da un parcheggio scambiatore, posizionato a
nord del capoluogo, attraversa il centro urbano, si ferma presso
la Stazione Ferroviaria ed in alcuni punti del percorso permette
l’interscambio con le altre 2 linee di Minibu che collegano altri
scambiatori con il centro e la stazione, con analoga frequenza.
Con questa rete è quindi possibile raggiungere l’ospedale dalla
città e dagli scambiatori in circa 15 /20 minuti ed essere traspor-
tati nei pressi dell’ingresso dei servizi.
La linea H ha orari compatibili con quelli del personale che presta
servizio al primo turno. E’ inoltre possibile, al termine dell’orario
diurno, attivare il servizio Aladino, che permette il trasporto dei
passeggeri da qualunque fermata ad una fermata a richiesta.
> Attività di informazione e sensibilizzazione dei dipendenti
Ai dipendenti viene puntualmente fornita l’informazione riguar-
dante le iniziative di mobilità.
Nella pagina della intranet aziendale del Mobility management
sono disponibili le informazioni che riguardano i blocchi del traf-
fi co, le regole per la sosta dei dipendenti, le incentivazioni quali la
deducibilità degli abbonamenti ai mezzi pubblici introdotta dalla
fi nanziaria, ed ogni altro documento che possa essere utile ed ine-
rente. Per meglio identifi care le azioni del Mobility management
connesse all’area ospedaliera, è stata promossa una campagna,
con un proprio logo ed un motto che accompagna ogni comunica-
zione (conferenze stampa, volantini, manifesti e locandine).
Sono stati previsti permessi personalizzabili per particolari cate-
gorie di utenti che per ora sono affi dati al personale di reparto.
> Redazione del Piano degli Spostamenti Lavoro
Si è provveduto all’avvio delle indagini per la redazione del Piano
degli Spostamenti Casa-Lavoro, previsto dal DM.27/03/98. Le fasi
svolte nel 2008 sono state la raccolta dei dati dai DB aziendali e
la somministrazione del questionario ai dipendenti. Lo studio è
stato redatto insieme alla AUSL di Reggo Emilia ed ha riguardato
oltre 5.500 dipendenti delle due aziende. Il questionario è stato
inviato ai dipendenti con la busta paga del mese di ottobre ed è
stato riconsegnato fi no alla metà di dicembre. La percentuale di
risposta è stata di circa il 30%. L’elaborazione avverrà nell’anno
2009.
> Conversione di mezzi di locomozione Aziendali (art.5 del De-
creto Ronchi)
Prosegue il miglioramento della dotazione dei mezzi aziendali
relativamente alle emissioni. Sono stati acquisiti quattro mezzi
elettrici Porter Piaggio elettrici per la sostituzione di mezzi che
circolavano nell’area ospedaliera e nel centro città (due utilitarie
fi at panda, rispettivamente euro 0 ed euro 2, ad uso dei fattorini;
due palio a Gasolio euro 0, ad uso delle offi cine).
I mezzi sono noleggiati dalla ditta TIL attraverso l’accordo con
l’Agenzia della Mobilità locale ACT, promosso dall’accordo di pro-
gramma per le varie attività di Mobiltà sostenibile e riutilizzano i
proventi della sosta.
I quattro mezzi acquistati vanno ad aggiungersi ai due mezzi elet-
trici già in uso presso l’obitorio e l’offi cina meccanici.
Ad oggi, quindi, dei 22 mezzi ad uso aziendale (sono esclusi i mez-
zi in uso del 118), 6 sono a trazione elettrica, ovvero il 27,3 %. Si
arriverà ad un 31,8%, con l’ulteriore dotazione di un mezzo ad uso
trasporto salme già prenotato.
Si precisa, inoltre, che negli appalti è previsto l’invito ad utiliz-
zare mezzi elettrici e/o a bassa emissione per i servizi espletati
nell’area ospedaliera.
E’ in corso di completamento la costruzione di un nuovo parcheg-
gio pubblico di standard localizzato in modo da permettere la
chiusura al traffi co di uno dei viali di accesso all’ospedale.
2.2.4. c) Consumi energetici e gestione dell’energia
Nell’ambito del programma regionale “Il sistema sanitario re-
gionale per uno sviluppo sostenibile - qualifi cazione dei consumi
energetici ed innovazione tecnologica nelle Aziende Sanitarie”
l’Azienda ospedaliera ha da tempo adottato varie azioni volte
all’ottimizzazione dei consumi energetici, nonché al consegui-
mento di un risparmio economico in tema di approvvigionamento
55
delle forniture.
L’impiego, per il riscaldamento e condizionamento degli ambien-
ti, di fonte energetica termica derivata da cogenerazione dell’En-
te distributore, quale è il sistema di teleriscaldamento attivo
nell’area cittadina, ha comportato, oltre ad un sensibile risparmio
economico derivante da migliori condizioni tariffarie rispetto alle
forniture tradizionali, anche un contributo alla riduzione delle
emissioni nocive per l’ambiente, trattandosi di fonti energetiche
rinnovabili ai sensi della legge 10/91.
Un ulteriore risparmio, in termini economici, è stato inoltre con-
seguito nell’approvvigionamento di energia elettrica dal “mercato
libero” in alternativa al “mercato vincolato”, benefi ciando delle
dinamiche di concorrenzialità.
In tema di riduzione dei consumi energetici sono da annoverare
varie attività compiute sui sistemi elettrici e termici aziendali e/o
sulle strutture, fra le quali si citano principalmente le seguenti:
adesione dell’Azienda Ospedaliera al “Gruppo Tecnico Ener-•gia” in ambito regionale, con partecipazione del proprio
Energy Manager, per la formulazione di proposte in tema di
razionalizzazione dei consumi energetici, valutazione di in-
novazioni tecnologiche in ambito ospedaliero, individuazione
delle formule tariffarie di maggior convenienza, nonchè pro-
grammazione di campagne di sensibilizzazione rivolte agli
operatori sanitari;
adozione di un sistema centralizzato di comando dell’impian-•to di illuminazione nelle zone comuni (corridoi, scale, aree
di soggiorno) programmato per lo spegnimento automatico
dell’illuminazione artificiale in funzione del livello di illumina-
zione naturale (rif.to: Completamento Ala Nord dell’Amplia-
mento Ospedaliero);
adozione di apparecchi illuminanti di tipo fluorescente dotati •di reattori elettronici dimmerabili e non ad alto rendimento
per la riduzione del consumo elettrico a parità di effetto uti-
le e per la parzializzazione del livello di illuminazione (rif.to:
Completamento Ala Nord dell’Ampliamento Ospedaliero e/o
interventi di ristrutturazione di aree quali Nuove Palestre di
Medicina Fisica e Riabilitativa, Guardiola U.T.I.C., Servizio di
Necroscopia, Uffici Servizio Informatico e Telematico, Servizi
vari presso padiglione Spallanzani quali: Uffici Amministrativi
Aziendali, Uffici U.D.G.E.E., Uffici e Laboratori L.I.L.T., Porti-
neria e Atrio di ingresso);
installazione di motori elettrici ad alta efficienza per l’otteni-•mento di un maggiore rendimento nei processi di azionamen-
to termo-meccanico (rif.to: Completamento Ala Nord dell’Am-
pliamento Ospedaliero);
adozione di sistemi per l’accensione automatica degli impian-•ti di illuminazione, in funzione della presenza di persone, in
corrispondenza di locali ad uso comune (rif.to: Completamen-
to Ala Nord dell’Ampliamento Ospedaliero);
sostituzione di vecchi infissi con altri di nuova installazione •di tipo con vetro camera e telaio a taglio termico nell’ambito
degli interventi di ristrutturazione e/o di manutenzione ordi-
naria degli stessi (rif.to: Nuove Palestre di Medicina Fisica e
Riabilitativa);
implementazione del sistema di supervisione e controllo cen-•tralizzato degli impianti di climatizzazione dei nuovi fabbricati
e di parte di quelli soggetti a ristrutturazione, finalizzato ad
una gestione razionale dei fabbisogni.
Per il prossimo futuro la riduzione ed ottimizzazione dei con-•sumi energetici verrà perseguita adottando una serie di mi-
sure che possono essere riassunte come segue:
attuazione delle Linee guida regionali, elaborate dal citato •Gruppo Tecnico, in tema di sensibilizzazione degli Operatori
aziendali in materia di uso razionale dell’energia;
estensione del sistema di supervisione e controllo centraliz-•zato agli impianti di climatizzazione esistenti;
monitoraggio dei consumi energetici dei fabbricati, con ca-•denza mensile, finalizzato ad una gestione razionale degli im-
pianti termici in relazione ai fabbisogni;
effettuazione di una diagnosi energetica degli edifici aziendali •volta a determinare i relativi gradi di efficienza al fine di pre-
vedere eventuali, possibili interventi di riqualificazione;
installazione di motori elettrici ad alta efficienza per l’otteni-•mento di un maggiore rendimento nei processi di azionamen-
to termomeccanico (rif.to: Completamento Ala Sud dell’Am-
pliamento Ospedaliero);
adozione di sistemi per l’accensione automatica degli impian-•ti di illuminazione, in funzione della presenza di persone, in
corrispondenza di locali ad uso comune (rif.to: Completamen-
to Ala Sud dell’Ampliamento Ospedaliero);
sostituzione di vecchi infissi con altri di nuova installazione di •tipo a vetro camera e con telaio a taglio termico nell’ambito
degli interventi di ristrutturazioni e/o manutenzione ordinaria
degli stessi (rif.to: Nuovi Sportelli CUP e Cassa e Nuovi Uffici
presso piano primo corpo A area ex Radiologie);
previsione di impianti di generazione di energia elettrica con •l’impiego di pannelli fotovoltaici presso strutture edilizie (esi-
stenti e/o nuove) fruendo di specifici finanziamenti statali-
regionali.
2.2
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56
2.3 Contributo alla copertura dei Livelli essenziali di assistenza
2.3.1. ASSISTENZA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI VITA E DI LAVORO
Nella provincia di Reggio Emilia, con la collaborazione di entram-
be le Aziende Sanitarie, sono attivi tre screening oncologici:
Lo screening per il tumore della mammella: attivo dal 1995, •ma esteso a tutto il territorio provinciale dal 2000, coinvolge
le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni. L’esame di primo
livello, proposto con periodicità biennale, è la mammografia
bilaterale; in caso di esito dubbio o positivo, la donna viene
richiamata e indirizzata agli approfondimenti di 2° livello e al
percorso terapeutico qualora necessario;
Lo screening per il tumore del collo dell’utero: attivo dal •1996, è rivolto a tutte le donne di età compresa tra i 25 e i
64 anni. Alla popolazione invitata viene offerto con periodicità
triennale il pap-test, quale esame di primo livello; qualora
quest’ultimo risulti positivo, viene proposta una colposcopia
di approfondimento e, se necessario, il percorso diagnostico-
terapeutico successivo;
Lo screening per la prevenzione del tumore del colon-retto: •iniziato nel mesi di marzo del 2005, è diretto alle donne e agli
uomini di età compresa tra i 50 e i 69 anni. L’esame di primo
livello proposto è la ricerca del sangue occulto nelle feci, da
effettuarsi con periodicità biennale; qualora positiva, l’utenza
viene invitata ad eseguire una colonscopia di approfondimento
e indirizzata al percorso terapeutico successivo qualora
necessario.
2.3.1.a) LO SCREENING PER IL TUMORE DELLA MAMMELLA
La popolazione interessata è rappresentata da circa 60.000 don-
ne tra domiciliate e residenti; nel corso del 2008 si è avuta una
adesione pari al 79, % per le donne residenti e 53% per le donne
domiciliate e le prestazioni eseguite sono state 23.501, con un in-
cremento rispetto al 2007, anno in cui erano state eseguite 21.784
mammografi e. L’Azienda ospedaliera di Reggio Emilia, assorbe
circa il 44% delle mammografi e complessivamente erogate nel
territorio, stabilmente nel triennio.
Nel 2008 la quota di donne inviate al 2° livello di approfondimento
perché con esito positivo della mammografi a, è stata del 3,79%
pari a 891 esami , in linea con gli indicatori di riferimento.
Tabella 2.3.1. – N° mammografi e eseguite - test di primo livello
Radiologia
Mx 2006
al
31/12/2006
Mx
al
31/12/2007
Mx
al
31/12/2008
ASMN 10.153 9.124 10.353
Correggio 2.477 2.254 2.346
Montecchio 2.548 2.537 2.587
Scandiano 3.534 3.218 3.451
C. Monti 1.595 1.553 1.552
Guastalla 3.176 3.098 3.212
Totale 23.483 21.784 23.501
Oltre il 43%(43.99%)degli esami di secondo livello sono stati ese-
guiti nel 2008 presso il S.M.Nuova.
L’elevato numero di tumori diagnosticati in stadio precoce e il dif-
fuso ricorso alla tecnica del linfonodo sentinella ha consentito un
approccio non demolitivo in oltre il 90% degli interventi chirurgici
per i tumori della mammella di dimensioni inferiore ai 2 cm.
Tabella 2.3.2 - % Mammografi e ASMN sul totale del programma
provinciale
Anno 2006 2007 2008
% mammografi e ASMN 43,24% 41,88% 44,05%
Tabella 2.3.3- Esami di 2° livello ASMN
Anno 2006 2007 2008
ASMN* 462 351 392
Totale programma 906 783 891
* non comprendono le prestazioni mammotome
2.3.1.b) LO SCREENING PER IL TUMORE DEL COLLO DELL’UTERO
La popolazione interessata è rappresentata da circa 147.292 don-
ne tra i 25 e 64 anni tra domiciliate e residenti nella provincia di
Reggio Emilia al 31 dicembre 2008.
Alla popolazione invitata viene offerto con periodicità triennale il
pap-test, quale esame di primo livello.. La copertura della popo-
lazione target è circa del 73%. Nel 2008 sono stati eseguiti 38.147
pap-test, la cui lettura è affi data, per tutti i prelievi eseguiti a livel-
lo provinciale, al Centro di Citologia cervico-vaginale dell’Azienda
Ospedaliera.All’ASMN di Reggio Emilia è affi dato anche il coordi-
namento del Centro Screening per l’intera Provincia nella funzio-
ne di organizzazione dei calendari d’invito con trasmissione delle
lettere alle donne e di call center per informazioni e cambio ap-
puntamenti nei consultori per l’attività di citologia cervicovaginale
di 1° livello e di gestione provinciale del 2° livello nei 5 ambulatori
colposcopici di screening dei distretti.
Dalla fi ne del 2004 è stata introdotta nel programma di screening
anche la ricerca dell’infezione da HPV (human papilloma virus)
tramite un test di biologia molecolare su tampone cervicale, che
viene offerto alle donne con patologia cervicale nel programma
di screening per migliorare il percorso diagnostico e terapeutico.
Il numero di test HPV nel 2008 è numericamente aumentato, ma
con una razionalizzazione delle colposcopie di follow up, rispar-
mio dei controlli per le donne con categoria citologica ASC US /
HPV test negativo e per le donne con CIN II-CIN III post tratta-
mento ed HPV test negativo
Nell’anno 2008 sono stati fatti 1.223 HPV test di screening.
Tabella 2.3.4 - Attività citologia vaginale di 1° e 2° livello prov.le
2006 2007 2008 2008 Vs 2006
Pap test 31.543 36.331 38.147 21%
Hpv test 767 904 1.223 59%
In corso di test patologico, viene attivato un percorso differenzia-
to con presa a carico della paziente che viene convocata diretta-
mente, previa telefonata o lettera, da parte di personale sanitario
specifi catamente addestrato.
Qualora il test di 1° livello risulti positivo o sospetto per patologia
cervicale, alla paziente viene proposto gratuitamente un appro-
fondimento diagnostico, chiamato colposcopia, e tutto il percorso
diagnostico-terapeutico fi no a completa guarigione.
Presso la struttura di Citologia Vaginale dell’azienda ospedalie-
ra è posto l’ambulatorio colposcopico di secondo livello del pro-
gramma di screening per i Distretti di Reggio Emilia e Correggio
dove accedono donne invitate per patologia cervicale.
57
2.3
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Tabella 2.3.5 - Attività citologia vaginale di 2° livello
Distretto di Reggio Emilia e Correggio
2006 2007 20082008 Vs
2006
Colposcopie 1.601 1.771 1.778 11%
Interventi con ansa
diatermica112 147 143 28%
Elettrocoagulazioni 30 19 16 -47%
Pap test in colposcopia 823 933
873+346
altri
ambul.
colposc.
screening
48%
Nel 2008 è iniziato l’utilizzo del pap test in strato sottile negli am-
bulatori colposcopici, per diminuire i pap test insoddisfacenti e
migliorare la qualità diagnostica del 2° livello e utilizzare anche il
sovra-natante del prelievo per l’applicazione del test HPV.
Le colposcopie dell’anno 2008 sono state 1.778, con esecuzione
di 821 biopsie a sedi uniche o multiple. Le colposcopie sono ef-
fettuate generalmente 4 volte alla settimana, ma qualora le liste
d’attesa tendono ad allungarsi oltre il periodo temporale richie-
sto dagli standard regionali o ci sono accertamenti urgenti per
patologie gravi, sono previste ulteriori sedute colposcopiche per
soddisfare il fabbisogno delle pazienti. In questi ultimi anni gli in-
terventi chirurgici terapeutici sono effettuati sempre più frequen-
temente in ambulatori, in anestesia locale e sempre di più sosti-
tuiscono quelli in narcosi in regime di ricovero: nell’anno 2008 le
conizzazione presso l’ambulatorio colposcopico sono state 143.
Sempre meno si preferisce, quale strumento terapeutico,l’utilizzo
della elettrocoagulazione sul collo dell’utero.
Presso l’Ambulatorio Colposcopico di screening operano 4 Gine-
cologi di cui 1 del S. Maria e gli altri provenienti dai Distretti di
Scandiano e di Castelnovo ne’ Monti. Questa peculiarità è molto
importante sia per la qualità diagnostica da parte degli Operatori
coinvolti, sia per l’applicazione omogenea dei protocolli diagno-
stici terapeutici.
2.3.1.c) LO SCREENING PER IL TUMORE DEL COLON-RETTO
Nella primavera del 2005 è iniziato il primo round del programma
di prevenzione dei tumori del colon-retto rivolto alla popolazione
di età compresa tra i 50 ed i 69 anni e si è concluso nella primave-
ra del 2007. Il secondo round è iniziato in aprile-maggio 2007.
Le due Aziende hanno partecipato al coordinamento e responsa-
bilità del programma (Azienda S. Maria Nuova) ed alla funzione
organizzativa (Azienda USL). L’attività di I livello (Sangue occulto
fecale - SOF) e di II livello (colonscopia), in riferimento al periodo
2005-2008, è riportata nelle seguenti tabelle.
L’adesione complessiva al programma (dati GISCOR 2008 con 1° e
2° round) è stata ancora elevata e così suddivisa:
Primi inviti al programma di screening: 57.2% (53% uomini e
61.1% donne)
Inviti successivi a persone che non avevano aderito al 1° round:
22.5% (22.1% uomini e 23% donne)
Inviti successivi a persone che avevano aderito al 1° round:
90.5% (90.6% uomini e 90.5% donne).
L’adesione, nel secondo round, è lievemente calata rispetto al
primo. Per quanto riguarda la positività al SOF e l’adesione alla
colonscopia si fa riferimento ai dati complessivi del 2007, come
sotto riportati.
Positività al SOF:
Già aderenti in precedenza al SOF (esami successivi): 4.5%
(5.6% uomini e 3.9% donne)
Neo-invitati e non aderenti al 1° round (primi esami): 5% (5.9%
uomini e 4% donne)
Adesione alla colonscopia:
Già aderenti in precedenza (esami successivi): 94.7%
Neo-invitati e non aderenti al 1° round (primi esami): 90%
Elevato anche il riscontro in termini di lesioni degenerate di cui:
201 tumori maligni (il 3,8% dei soggetti positivi che hanno •eseguito la colonscopia), 122 nei maschi e 79 nelle donne
83 polipi cancerizzati (1,6% dei soggetti positivi che hanno •eseguito la colonscopia)
2013 adenomi ad alto rischio (presenti nel 38.4% dei soggetti •positivi che hanno eseguito la colonscopia).
Questi dati si riferiscono alla coorte di invito nel periodo 2005-
2006-2007.
Il contributo che l’azienda ospedaliera ASMN ha dato allo svilup-
po di questo programma di screening in termini di esami eseguiti
per ambito territoriale è il seguente:
il laboratorio ASMN ha processato complessivamente più del •74% dei SOF;
l’endoscopia ASMN ha eseguito complessivamente il 39% delle •colonscopie da screening (fino al 2008) su tutta la provincia;
ha inoltre eseguito operative endoscopiche complesse di III
livello provenienti dai vari Distretti e diagnostiche avanzate
(es. ecoendoscopia in caso di tumori del retto).
Tabella 2.3.6 - Esami di 1° livello: SOF (Sangue Occulto Fecale)
2005 2006
N % N %
LABORATORIO ASMN 14163 73% 28600 74%
Laboratorio Guastalla 5246 27% 10104 26%
Tabella 2.3.7 - Esami di 2° livello: Colonscopie eseguite da scre-
ening di II livello
(incluse le colonscopie sui positivi al SOF ed i follow-up)
2005 2006
N % N %
ENDOSCOPIA ASMN 384 41% 921 37%
Castelnovo Monti 57 6% 201 8%
Correggio 140 15% 238 9%
Guastalla 124 13% 379 15%
Montecchio 86 9% 374 15%
Scandiano 152 16% 408 16%
Totale 943 2521
Fonte dei dati: Centro Screening dell’Az. USL di RE
Nel corso del 2008 è continuato il percorso di offerta di colonsco-
pia ai familiari di 1° grado. Di seguito si riportano i dati uffi cia-
li inviati in regione a settembre 2008 e che si riferiscono ai casi
screen detected nel periodo 2005-2006-2007:
N° casi di cancro diagnosticato da screening: 260
N° casi contattati: 249 (7 casi deceduti non contattabili)
N° casi che hanno dato consenso: 223
N° familiari raccolti in totale: 1184
N° familiari elegibili: 147
N° familiari che hanno rifiutato qualsiasi proposta: 43
N° familiari per i quali è stata programmata/eseguita colon-
scopia: 93
Non vengono forniti dati relativi al tasso di identifi cazione di le-
sioni in questa popolazione di soggetti a rischio familiare, tutta-
via stime iniziali mostrano una probabilità di patologie inferiore a
quella della popolazione generale con SOF positivo.
58
2.3.1.d) L LO SCREENING UDITIVO NEONATALE
Nella Provincia di Reggio Emilia, nel corso del 2008, con la col-
laborazione di entrambe le Aziende Sanitarie,è stato attivato lo
screening uditivo neonatale universale provinciale. Questo scree-
ning nasce dall’esigenza di identifi care precocemente i neonati af-
fetti da ipoacusia congenita, al fi ne di evitare tutte le conseguenze
che la sordità ha non solo in campo linguistico-comunicativo, ma
su tutto lo sviluppo socio-psico-emozionale del bambino.
Studi internazionali sono concordi nell’affermare che circa 2 bam-
bini “sani” su 1000 nascono con un defi cit uditivo di tipo medio-
grave o profondo;a questa quota va poi aggiunta la percentuale
di bambini ipoacusici provenienti dalla Neonatologia e i neonati
con uno o più fattori di rischio o sindromi associate. L’ipoacusia
viene pertanto considerata come una patologia con quei caratteri
di prevalenza, incidenza e gravità tali da giustifi care l’introduzione
di un programma di screening su tutta la popolazione neonatale.
L’obiettivo dell’ individuazione precoce e di un rapido intervento
terapeutico è di eliminare le disabilità conseguenti alla depriva-
zione sensoriale uditiva e recuperare una competenza linguistica
e uno sviluppo del linguaggio normale per questi bambini.
Lo screening si basa sull’identifi cazione delle otoemissioni acu-
stiche o “echi cocleari”, suoni generati dall’attività contratti-
le di alcune cellule presenti nella coclea, l’organo recettoriale
dell’orecchio. La rilevazione delle otoemissioni è stata scelta a
livello internazionale come metodica di screening perché non
invasiva, economica, di esecuzione rapida, ripetibile, sensibile e
specifi ca.
Il protocollo adottato è codifi cato in base alle più recenti linee gui-
da della JOINT ( Joint Commette of Infant Hearing) e si attua su 3
livelli fondamentali.
Il 1° livello corrisponde all’ esecuzione del test delle otoemissioni
acustiche da screening su tutti i neonati della Provincia.
La popolazione interessata è rappresentata da più di 5000 neona-
ti, dei quali circa la metà nascono presso l’Ostetricia dell’Arcispe-
dale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.
Nei punti-nascita di Castelnovo ne’Monti, Guastalla, Scandiano
e Montecchio Emilia viene effettuato da personale addestrato
l’esame di primo livello su tutti i neonati prima della dimissione
dall’ospedale. Il primo livello presso il nido ASMN viene invece
eseguito da un tecnico del servizio di Audiologia dell’ASMN, che
quotidianamente si reca in reparto e sottopone a screening i di-
messi della giornata.
Il 2° livello prevede il riesame dei soggetti sospetti identifi cati
al primo livello sia per i nati al nido ASMN, sia per i nati presso i
nidi territoriali. L’accesso al secondo livello avviene per tutti i casi
dopo 1 settimana dal primo test per evitare il più possibile ansia
ai genitori.
L’esame è svolto presso il Servizio di Audiologia.
Se il piccolo non supera il secondo livello accede al terzo livello.
Per la quota di bambini che giungono al 3° livello si rende neces-
sario l’utilizzo di metodiche diverse, quali i Potenziali Evocati Udi-
tivi o ABR, con i quali è possibile studiare il percorso compiuto dal
segnale sonoro lungo la via acustica, identifi cando con certezza la
soglia uditiva del bambino.
Il contributo dell’ASMN, attraverso la Struttura Semplice di Au-
diologia per la gestione interaziendale dello screening uditivo ne-
onatale provinciale e per la gestione della diagnosi e cura delle
malattie otologiche pertanto è :
- esecuzione primo livello per i nati presso il Nido Aziendale;
- coordinamento nidi territoriali per il secondo livello, organizza-
zione appuntamenti e call center per informazioni, feed back con
il territorio e retest di tutti i casi identifi cati al primo livello,
- esecuzione esami terzo livello;
- presa in carico e gestione dei soggetti ipoacusici identifi cati con
lo screening.
Attualmente sono attivi tutti i punti-nascita ed il protocollo vie ne
già applicato secondo le modalità e con le tempistiche descritte.
Dall’inizio dell’attività sono già stati identifi cati 5 casi di ipoacusia
neonatale.
E’ in corso un’ ulteriore implementazione del progetto, attraverso
l’attivazione della Pediatria di Comunità di Correggio, che per-
metterà il recupero dei neonati nati presso altre sedi (Carpi), ma
residenti in Correggio.
Tabella 2.3.8 – n° otoemissioni eseguite
Otoemissioni Periodo di
attivazione
1 livello
28/02/2009
2 livello
28/02/2009
Nido ASMN set-12 1153 135
Castelnovo
ne’Montiset-12 66 2
Guastalla ott-12 153 6
Scandiano dic-12 124 1
Montecchio nov-12 129 2
2.3.2 ASSISTENZA DISTRETTUALE
2.3.2.a) ASSISTENZA FARMACEUTICA
> Distribuzione Diretta Farmaci
La gestione dell’attività di Distribuzione Diretta Farmaci c/o
l’Azienda Ospedaliera ASMN è stata affi data al Servizio di Far-
macia ASMN nel 2002, secondo le disposizioni di cui alla Legge
405/01 e indirizzi regionali.
Tale attività viene condotta in stretta collaborazione con l’Az. USL
di RE, alla quale è rimasta in carico la scorta dei farmaci erogati
direttamente ai pazienti, condividendo lo stesso Magazzino Far-
maceutico Centralizzato gestito dall’Az. USL.
Con il Dipartimento Farmaceutico dell’Az. USL di RE vengono per-
tanto condivisi orientamenti, indirizzi e modalità di espletamento
dell’erogazione farmaci per fornire a livello provinciale un servizio
omogeneo a tutti gli utenti.
Il Servizio di Distribuzione Diretta farmaci si rivolge a pazienti in
dimissione da ricovero e a pazienti seguiti in regime ambulatoria-
le fornendo il primo ciclo completo di terapia prescritto. L’attività
è inoltre rivolta a pazienti con patologie complesse o croniche con
ricorsi frequenti alla Struttura.
Nel corso degli anni l’attività ha subito un incremento costante,
ed ha consentito di raggiungere gli obiettivi fi ssati a suo tempo:
garantire ai pazienti la continuità terapeutica ospedale-•territorio
rispondere agli indirizzi regionali in ambito di valutazione •dell’appropriatezza prescrittiva
ridurre la spesa farmaceutica territoriale.•L’erogazione diretta consente infatti un puntuale controllo dell’ap-
propriatezza delle prescrizioni valutandone la conformità rispetto
alle note AIFA, alle indicazioni terapeutiche registrate, al Pron-
tuario Terapeutico ed al regime di rimborsabilità, alla compilazio-
ne dei Piani Terapeutici. Ulteriore valutazione di appropriatezza
viene effettuata attraverso il monitoraggio sull’impiego dei nuovi
farmaci antineoplastici per i quali il Ministero della Salute ha pre-
visto la raccolta dati tramite la compilazione di schede informa-
tizzate.
Tale attività ha inoltre consentito una maggiore interazione con i
pazienti sul corretto uso e conservazione del farmaco, con par-
ticolare riguardo al paziente complesso. In particolare per i pa-
zienti oncologici sono stati predisposti kit di farmaci antiemetici
per la somministrazione a domicilio dopo trattamento chemiote-
rapico, secondo protocolli condivisi con i clinici, accompagnati da
foglietto illustrativo semplifi cato e istruzioni per l’uso.
Riguardo ai pazienti affetti da HIV sono stati adottati percorsi de-
fi niti con i clinici per monitorare più attentamente la compliance
alle terapie prescritte.
59
Tabella 2.3.9 – attività di distribuzione diretta
Anno N. accessiSpesa
interna (€)
Risparmio sui farmaci fascia A (€)
% valore distribuito
a livello provinciale
2006 56.414 12.800.000 5.300.000 51%
2007 61.179 14.750.000 6.200.000 50,6%
2008 66.739 17.535.000 6.800.000 50%
Relativamente all’attività condotta nel 2008, Tabella 2.3.9, si sin-
tetizzano alcuni dati per valutarne l’impatto organizzativo ed eco-
nomico:
accessi complessivi: n° 66.739 con un incremento del 9% ri-•spetto al 2007
valore spesa interna: € 17.535.000 con un incremento del 19% •rispetto al 2007
valore risparmio sulla spesa farmaceutica territoriale limita-•tamente ai farmaci di fascia A: € 6.800.000
In termini di valore distribuito a livello provinciale, l’Azienda Ospe-
daliera ha contribuito nella misura del 50%.
Dell’importo complessivo di spesa registrato, il 70,33% pari a €
12.333.000 circa, è attribuibile a farmaci di fascia H erogati a pa-
zienti con patologie complesse o croniche che richiedono ricorsi
Tabella 2.3.10 – consumi ospedalieri di Farmaci per ATC1
A. 2008 %
A - Apparato Gastrointestinale E Metabolismo 323.517 2,39%
B - Sangue Ed Organi Emopoietici 1.746.039 12,89%
C - Sistema Cardiovascolare 192.935 1,42%
D - Dermatologici 55.443 0,41%
G - Sistema Genito-Urinario Ed Ormoni Sessuali 107.675 0,80%
H - Preparati Ormonali Sistemici,Escl.Ormoni Sessuali E Insuline 94.036 0,69%
J - Antimicrobici Generali Per Uso Sistemico 1.603.372 11,84%
L - Farmaci Antineoplastici Ed Immunomodulatori 7.210.461 53,24%
M - Sistema Muscolo-Scheletrico 409.828 3,03%
N - Sistema Nervoso 558.276 4,12%
Non Valorizzato 409.329 3,02%
P - Farmaci Antiparassitari, Insetticidi E Repellenti 2.036 0,02%
R - Sistema Respiratorio 99.358 0,73%
S - Organi Di Senso 135.610 1,00%
V - Vari 594.938 4,39%
Totale 13.542.852 100,00%2
.3 C
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i e
ss
en
zia
li d
i s
iste
nz
a
frequenti alla struttura (es. pazienti oncologici, pazienti affetti da
epatite, HIV, sclerosi multipla, artrite reumatoide, etc.), sia in re-
gime di DH che ambulatoriale.
Il valore per farmaci erogati ai soli pazienti affetti da HIV di € 4.723.900
rappresenta il 26,9% della spesa complessiva sostenuta.
> Farmaceutica Ospedaliera
La farmaceutica ospedaliera, all’interno dell’Azienda Ospedalie-
ra, assorbe circa il 30% delle risorse economiche destinate all’ac-
quisto di beni sanitari (medicinali, materiale protesico, disposi-
tivi medici, diagnostici e reagenti, ferri chirurgici). All’interno di
questa categoria, oltre il 50% dei consumi sono rappresentati dai
farmaci antineoplastici ed immunomodulatori, notoriamente ad
alto costo.
Nel 2008 è stato rispettato l’obiettivo di contenimento della spe-
sa farmaceutica sotto il tetto del 5% previsto dal documento di
programmazione regionale, in particolare si è registrata una ri-
duzione della spesa relativamente ai farmaci immunosoppresso-
ri, antimicrobici ed emoderivati ed un contenimento del trend di
forte crescitarelativamente al gruppo dei farmaci antiblastici con
un incremento pari al +1% rispetto all’anno 2007, notevolmente
inferiore rispetto all’andamento degli anni precedenti.
60
Tabella 2.3.11
Prestazioni di specialistica ambulatoriale per esterni
Modalita' di accesso
2006 2007 2008 diff. % 2008-2006
N. pre-
stazioni
erogate
valore eco-
nomico €
N. pre-
stazioni
erogate
valore eco-
nomico €
N. pre-
stazioni
erogate
valore eco-
nomico €
N. pre-
stazioni
erogate
valore eco-
nomico €
Ordinario 3.156.405 31.867.484 3.043.171 31.721.370 3.125.182 34.019.403 -1% 7%
Urgente (24 H) 55.374 754.448 38.968 653.895 23.122 425.697 -58% -44%
Urgente Differibile (7
Giorni) 1.182 39.237 1.816 48.153 1.763 44.825 49% 14%
Day Service 62.535 1.245.685 177.830 2.791.267 223.136 3.052.924 257% 145%
Pronto Soccorso
Non Seguito Da Ricovero 329.566 4.345.852 356.145 4.558.115 378.985 4.699.489 0 0
Osservazione Breve
Intensiva (Obi)49.171 439.780
Totale Complessivo 3.605.062 38.252.706 3.617.930 39.772.800 3.801.359 42.682.118 5% 12%
2.3.3 ASSISTENZA SPECIALISTICA
2.3.3.a) Volumi e Valore della produzione dell’azienda ospedaliera
L’attività erogata dal S. M. Nuova in termini di prestazioni sia in
urgenza che ad accesso programmato mostra nel triennio un au-
mento complessivo sia nei volumi prestazionali (+5%) che nella
valorizzazione economica (+12%), conseguenza principale della
riorganizzazione dei livelli di assistenza, che ha portato a man-
tenere nel regime di ricovero ordinario e diurno la casistica più
complessa e appropriata e al trasferimento al regime ambula-
toriale protetto, day service, la casistica che non necessitava di
assistenza medico/infermieristica prolungata.
Analizzando la modalità di accesso, Tabella 2.3.11, si osserva un
mantenimento dell’attività ordinaria programmata ed in accesso
diretto (-1% delle prestazioni). sempre più specialistica e com-
plessa come è dimostrato dall’incremento dei volumi economici
(+7%); il calo delle urgenze nelle 24/h è riconducile essenzial-
mente alla ricodifi ca di tale attività come prestazioni di accesso
diretto; in notevole incremento l’attività di day service (+257% del-
le prestazioni erogate), favorita dall’implementazione di percorsi
informatizzati e l’attività specialistica in pronto soccorso, non se-
guita da ricovero(+15%) .
61
Tabella 2.3.12– Prestazioni di specialistica ambulatoriale per tipologia di aggregazione
Presta-
zione:
Aggre-
gazione
I° livello
Prestazione: Aggregazione II°
livello
2006 2007 2008
Diff.
2008-
2006
N. di
presta-
zioni
erogate
Importo
della
presta-
zione
N. di
presta-
zioni
erogate
Importo
della
presta-
zione
N. di
presta-
zioni
erogate
Importo
della
presta-
zione
N. di
presta-
zioni
erogate
Importo
della
presta-
zione
DIA
GN
OS
TIC
A D1-D.STRUMENT.CON RADIAZ. 100.318 4.433.979 97.284 4.678.198 98.855 4.989.995
D2-D.STRUMENT. NO RADIAZ. 126.633 4.420.021 130.984 4.497.776 140.874 4.830.283
D3-BIOPSIA 2.296 132.166 2.063 129.169 2.257 158.018
D9-ALTRA DIAGNOSTICA 12.040 236.529 12.296 244.497 13.771 266.038
Totale 241.287 9.222.695 242.627 9.549.640 255.757 10.244.334 6% 11%
LA
BO
RA
TO
RIO
L1-PRELIEVI 268.944 701.549 276.155 720.408 284.041 736.534
L2-CHIMICA CLINICA 1.892.237 6.068.469 1.921.520 6.257.628 2.027.329 6.515.949
L3-EMATOLOGIA/COAGULAZ. 337.708 1.146.548 364.658 1.208.811 381.817 1.285.916
L4-IMMUNO EMAT e TRASFU-
SION. 4.388 48.441 4.469 48.197 4.566 49.038
L5-MICROBIOLOGIA/VIROLOGIA 161.628 1.562.506 148.334 1.445.927 154.639 1.553.156
L6-ANATOMIA ED IST.PATOL. 26.421 1.030.351 28.721 1.148.509 28.538 1.128.020
L7-GENETICA/CITOGEN. 8.674 709.945 9.670 793.534 9.708 788.076
Totale 2.700.000 11.267.809 2.753.527 11.623.014 2.890.638 12.056.689 7% 7%
RIA
BIL
ITA
ZIO
NE
R1-RIAB.DIAGNOSTICA 5.450 162.632 5.399 173.916 6.032 179.341
R2-RRF 103.587 916.907 99.192 889.721 96.800 864.495
R3-TERAPIA FISICA 11.276 33.649 11.609 46.074 10.261 45.937
R9-ALTRA RIABILITAZIONE 11.623 148.871 10.722 140.900 10.629 136.098
Totale 131.936 1.262.059 126.922 1.250.611 123.722 1.225.871 -6% -3%
PR
ES
TA
ZIO
NI
TE
RA
PE
UT
ICH
E
T1-RADIOTERAPIA 92.756 3.784.824 46.539 3.434.988 54.475 4.279.613
T2-DIALISI 26.181 3.053.267 29.193 3.381.011 30.332 3.667.287
T4-TRASFUSIONI 1.530 126.497 2.008 193.887 2.312 243.029
T5-CHIRURGIA AMBULATORIALE 27.907 1.921.777 30.132 2.548.029 29.279 2.362.477
T9-ALTRE PRESTAZ. TERAPEU-
TICHE53.673 492.662 53.205 593.559 63.137 716.471
Totale 202.047 9.379.027 161.077 10.151.474 179.535 11.268.877 -11% 20%
VIS
ITE
V1-PRIMA VISITA 233.500 5.379.071 235.471 5.428.553 244.691 5.556.351
V2-VISITA DI CONTROLLO 96.269 1.732.842 98.306 1.769.508 105.017 1.890.216
V3-OSSERVAZ.BREVE INTENSIVA 23 5.060 1.999 439.780
Totale 329.792 7.116.973 333.777 7.198.061 351.707 7.886.347 7% 11%
2.3
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2.3.3.b) Tipologia di prestazioni erogate
Nel triennio 2006-2008, Tabella 2.3.12, la crescita produttiva più
elevata si è avuta nell’area dei Laboratori (+7% delle prestazioni
erogate e +7% dei volumi economici corrispondenti), in manie-
ra piuttosto omogenea in tutti i settori; il trend di crescita si è
evidenziato anche nell’area Diagnostica (+6% delle prestazioni, +
11% dei volumi economici), in particolare nella diagnostica stru-
mentale senza radiazioni (elettromiografi e ed altra diagnostica
strumentale cardiologica, otorino e neurologica) e nell’area del-
le Visite sia in termini prestazionali (+7) che di volumi economici
(+11%), tanto dei primi accessi che dei controlli
Nell’area della Riabilitazione si è invece osservato un calo sia nel
numero di prestazioni erogate (-6%) che dei volumi economici
(-3%), in particolare nel settore del recupero e riabilitazione fun-
zionale; il calo a livello del numero di Prestazioni Terapeutiche
(-11%), non correlato ad una diminuzione dei volumi economici,
invece in aumento (+20%), è spiegato dall’applicazione del nuo-
vo sistema di codifi ca associato al nomenclatore tariffario della
Radioterpia. Nell’aggregato delle prestazioni terapeutiche sono
incluse anche le prestazioni di dialisi, di trasfusione e della chi-
rurgia ambulatoriale, tutte in aumento nel triennio considerato .
62
Tabella 2.3.13– Prestazioni erogate per struttura provinciale erogante
Prestazioni specialistiche erogate
Ausl-Reggio Emilia
(Strutture Pubbliche)
2006 2007 2008
N. prestaz. %valore eco-
nomico €% N. prestaz. %
valore eco-
nomico €% N. prestaz. %
valore eco-
nomico €%
3.005.622 42% 36.091.909 44% 3.012.450 41% 37.317.510 43% 3.097.819 41% 39.418.702 42%
Ausl-Reggio Emilia
(Strutture Private)571.226 8% 8.382.322 10% 657.633 9% 10.171.951 12% 723.348 9% 11.530.864 12%
Aosp Reggio E. 3.605.062 50% 38.252.706 46% 3.617.930 50% 39.772.800 46% 3.801.359 50% 42.682.118 46%
Totale 7.181.910 82.726.937 7.288.013 87.262.261 7.622.526 93.631.684
2.3.3.c) Contributo dell’Azienda Ospedaliera all’attività provinciale
Le prestazioni erogate presso l’azienda ospedaliera cittadina,
rappresentano il 50%dell’attività specialistica complessivamente
erogata a livello provinciale presso tutte le strutture pubbliche e
private accreditate.
63
Tabella 2.3.14 – Prestazioni per tipologia e struttura erogante - anno 2008
Prestazioni Erogate per DisciplinaAzienda Sanitaria di erogazione
103-REGGIO EMILIA 903-AOSP REGGIO E.
Aggregazione
I° livelloAggregazione II° livello
STRUTTU-
RE PUB-
BLICHE
% sul
Totale
Provin-
ciale
STRUT-
TURE
PRIVATE
% sul
Totale
Provin-
ciale
STRUTTU-
RE PUB-
BLICHE
% sul
Totale
Provin-
ciale
DIAGNOSTICA
D.STRUMENT.
CON RADIAZ. 157.473 54% 33.496 12% 98.855 34%
D.STRUMENT.
NO RADIAZ. 251.895 50% 107.098 21% 140.874 28%
BIOPSIA 2.030 47% 0 0% 2.257 53%
ALTRA DIAGNOSTICA 14.939 48% 2.178 7% 13.771 45%
Totale 426.337 142.772 255.757
LABORATORIO
PRELIEVI 199.311 38% 39.468 8% 284.041 54%
CHIMICA CLINICA 1.392.903 37% 352.598 9% 2.027.329 54%
EMATOLOGIA/COAG. 225.620 34% 51.513 8% 381.817 58%
IMMUNOEMAT.E TRASF. 2.717 33% 839 10% 4.566 56%
MICROBIOLOGIA 83.788 32% 24.177 9% 154.639 59%
ANATOMIA ED IST.PATOL. 30 0% 1.875 6% 28.538 94%
GENETICA/CITOGEN. 11 0% 0 0% 9.708 100%
Totale 1.904.380 470.470 2.890.638
RIABILITAZIONE
RIAB.DIAGNOSTICA 2.148 26% 0 0% 6.032 74%
RRF 82.284 36% 48.573 21% 96.800 43%
TERAPIA FISICA 9.416 27% 14.783 43% 10.261 30%
ALTRA RIABILITAZIONE 2.789 21% 0 0% 10.629 79%
Totale 96.637 63.356 123.722
PRESTAZIONI TERA-
PEUTICHE
RADIOTERAPIA 9 0% 1.684 3% 54.475 97%
DIALISI 21.235 41% 0 0% 30.332 59%
ODONTOIATRIA 20.418 96% 746 4% 0 0%
TRASFUSIONI 538 19% 0 0% 2.312 81%
CHIR. AMBULAT.LE 16.456 34% 2177 5% 29.279 61%
ALTRE PRESTAZ. TERAPEU-
TICHE69.821 52% 2.352 2% 63.137 47%
Totale 128.477 6.959 179.535
VISITE
PRIMA VISITA 375.580 57% 35.730 5% 244.691 37%
VISITA DI CONTROL. 164.106 60% 4.061 1% 105.017 38%
O.B.I 2.302 54% 0 0% 1999 46%
Totale 541.988 39.791 351.707
TOTALE
COMPLESSIVO3.097.819 41% 723.348 9% 3.801.359 50%
64
Grafi co 2.3.1
Dipartimento Erogante Dati a. 2006 a. 2007 a. 2008Diff. %
2008-2006
CARDIO-TORACO-VASCOLAREn°prest. erogate 48.429 49.846 53.195 9,84%
Val_economico 1.315.154 1.356.256 1.461.519 11,13%
AREA CHIRURGICAn° prestaz. erogate 123.162 125.822 130.402 5,88%
Val_economico 4.043.585 4.744.165 4.636.608 14,67%
DIAGNOSTICA PER IMMAGINIn° prestaz. erogate 105.223 102.753 102.887 -2,22%
Val_economico 3.803.555 3.637.235 3.941.076 3,62%
EMERGENZA-URGENZAn° prestaz. erogate 115.636 123.688 145.786 26,07%
Val_economico 1.781.379 1.985.809 2.538.339 42,49%
MATERNO-INFANTILEn° prestaz. erogate 53.686 53.632 76.645 42,77%
Val_economico 1.293.800 1.322.883 1.395.121 7,83%
AREA MEDICAn° prestaz. erogate 163.733 174.388 182.157 11,25%
Val_economico 6.083.279 6.587.071 6.896.731 13,37%
NEURO-MOTORIOn° prestaz. erogate 181.853 173.517 175.936 -3,25%
Val_economico 2.391.590 2.324.046 2.392.517 0,04%
ONCO-EMATOLOGICAn° prestaz. erogate 186.267 136.608 147.211 -20,97%
Val_economico 7.607.494 7.723.245 8.891.926 16,88%
MEDICINA DI LABORATORIOn° prestaz. erogate 2.627.073 2.677.676 2.787.140 6,09%
Val_economico 9.928.728 10.092.091 10.528.280 6,04%
Totalen° prestaz. erogate 3.605.062 3.617.930 3.801.359 5,45%
Val_economico 38.248.564 39.772.801 42.682.118 11,59%
Tabella 2.3.15 – Prestazioni Specialistiche
per dipartimento ospedaliero erogante
In particolare considerando l’ attività complessiva erogata a livel-
lo provinciale, le prestazioni erogate presso il S.M.N. prevalgono
nel settore della Laboratoristica (55% del totale provinciale) e
delle Prestazioni Terapeutiche (57% del totale provinciale), prin-
cipalmente Radioterapia, Dialisi, Trasfusioni e Chirurgia Ambu-
latoriale. Nel settore della Diagnostica, l’attività erogata presso
la struttura ospedaliera cittadina rappresenta circa 1/3 dell’at-
tività provinciale (31% del pubblico e privato). L’attività di Visita
è concentrata presso l’azienda ospedaliera nel 38% dei casi: in
particolare prevalgono le visite di medicina generale (74% del to-
tale provinciale), le visite pediatriche (81%), quelle angiologiche
(60%), reumatologiche (60%) ed ematologiche (79%).
2.3.3.d) Produzione erogata presso il S.M.Nuova per Diparti-
mento di erogazione
Analizzando l’attività, espressa in volumi economici, dal punto di
vista delle strutture interne eroganti, si osserva che le presta-
zioni erogate sono riconducibili principalmente al Dipartimento
di Medicina di Laboratorio (25% della produzione aziendale), che
include le strutture laboratoristiche, seguito dal Dipartimento
Onco-Ematologico (21%, in particolare Radioterapia e Medicina
Nucleare) e dal Dipartimento di Area Medica (16%, in particola-
re Emodialisi). Le discipline del Dipartimento Chirurgia generale
e specialistica erogano l’11% dell’attività specialistica di ambito
ospedaliero, principalmente di tipo oculistico, otorino e gastroen-
terologico. L’area di diagnostica per immagini , identifi cata dalla
struttura di Radiologia, rappresenta il 9% dei volumi economici
prodotti
L’area Cardio-Toraco-Vascolare è rappresentata principalmen-
te dalle prestazioni ambulatoriali cardiologiche e assorbe il 3%
dell’attività aziendale, così pure l’area Materno Infantile. Infi ne la
struttura di Pronto Soccorso generale, produce il 6% dell’attività
specialistica ambulatoriale del S. M. Nuova.
Osservando il trend di crescita del triennio 2006-2008, si evidenzia
che gli incrementi maggiori si sono realizzati nel Dipartimento di
Emergenza-Urgenza (+42% dei volumi economici), legati all’atti-
vazione dei posti letto di OBI, nel Dipartimento Onco-Ematologico
(+16,88%), riconducibile alla struttura di Radioterapia ed in par-
ticolare all’avvio nel secondo semestre 2008 della tomoterapia,
Medicina Interna e Specialità Mediche (+13,37%), in particolare
per l’avvio del turno serale di dialisi, nel Dipartimento di Area
Chirurgica (+14,67%),principalmente legato al trasferimento in
regime ambulatoriale degli interventi di cataratta, oltre al poten-
ziamento degli ambulatori (visite, fl uorangio, tomografi a retinica)
e nel dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare (+11,13%), principal-
mente legato al potenziamento degli ambulatori cardiologici.
65
Grafi co 2.3.3
Tabella 2.3.16 – Valore economico produzione
Attività per esterni (programmato, urgenze e PS)
Anno InfraProvRe InfraRER ExtraRER Totale
2006 34.006.086 2.154.095 2.092.525 38.252.706
2007 35.783.427 2.465.211 1.524.162 39.772.800
2008 38.558.464 2.672.213 1.451.441 42.682.118
Tabella 2.3.17 – variazione produzione 2006-2008
InfraProvRe InfraRER ExtraRER
Incremento %
2006-2008
13% 24% -31%
Incremento asso-
luto 2006-2008
4.552.378 518.118 -641.084
2.3
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2.3.3.e)VALORE DELLA PRODUZIONE PER PROVENIENZA
L’attività specialistica per esterni, programmata ed in urgenza
non seguita da ricovero, oggetto del meccanismo di rimborso per
mobilità, viene erogata principalmente verso i cittadini residenti
nella provincia di Reggio Emilia. Il 90% dei volumi economici in-
fatti sono riconducibili al bacino d’utenza provinciale, la restante
quota di attività è ripartita tra residenti in altre province della re-
gione (6,3% nel 2008) o extraregionali (3,4% nel 2008).
Grafi co 2.3.2
Nel triennio 2006-2008 in esame l’attività specialistica per esterni
ha avuto, in termini economici, un incremento percentuale del +
11,6%, conseguente allo sviluppo ulteriore dei percorsi ambula-
toriali di day service in alternativa ai cicli di dh, all’attivazione di
nuovi percorsi per la gestione delle urgenze (OBI) e per l’avvio di
nuovi approcci radioterapici (tomoterapia).
Analizzando gli scostamenti in termini percentuali per aree di
provenienza, il maggiore incremento si è avuto per la mobilità
delle province infraregionali (+24%), mentre è stato del + 13% a li-
vello infraprovinciale; in calo l’attività verso gli extraregione, con-
seguenza di una riorganizzazione della struttura di Radioterapia
(-31%) che ha determinato un incremento delle prestazioni richie-
ste all’interno del bacino territoriale di competenza . Da un punto
di vista economico assoluto, invece l’incremento di € 4.429.412 è
riconducibile per + € 4.552.378 alla provincia di Reggio Emilia.
Il richiamo da altre regioni avviene soprattutto dalle province della
Lombardia (24% degli utenti con residenza extraregionale), del Vene-
to (6%) e della Liguria (4%) per il nord, dalla Toscana (6%) e Marche
(4%) per il centro e Puglia (11%),Calabria (10%), Campania (12%),
e Sicilia (7%) per il sud ed isole. All’interno dell’Emilia-Romagna il
maggior fl usso verso l’azienda ospedaliera si è avuto dalle limitrofe
province di Modena (38% degli utenti con residenza infraregionale,
escluso provincia di Reggio E.) e Parma (40%). In aumento rispetto
agli anni precedenti la mobilità dalla provincia di Piacenza (13%) per
un accordo sottoscritto sull’erogazione di PET.
2.3.3.f) Prestazioni “critiche” oggetto di monitoraggio: volumi
di attività a livello provinciale
L’intesa Stato – Regioni 2006-2008 di contenimento dei tempi di atte-
sa individua un elenco di prestazioni ambulatoriali defi nite “critiche”,
da rivedere annualmente, per le quali le regioni fi ssano il Tempo
Massimo di Attesa (TMA). Gli standard di riferimento, riferiti alle pre-
stazioni di primo accesso, sono confermati in 30 giorni per le visite
specialistiche, 60 giorni per le prestazioni di diagnostica strumen-
tale e 7 giorni per le urgenze differibili. Le Aziende sono chiamate a
garantire tali tempi per almeno il 90% delle prestazioni elencate nel
Piano regionale per il contenimento dei tempi di attesa e per almeno
l’80% di tutte le altre prestazioni.
La Regione Emilia-Romagna, con la Delibera di G.R. n.1532/2006
(“Piano regionale sul contenimento dei tempi di attesa”), ha in-
teso perseguire quanto già previsto dall’Accordo Stato-Regioni in
merito al monitoraggio dei tempi di attesa delle prestazioni am-
bulatoriali individuate.
L’analisi dei volumi delle prestazioni defi nite “critiche” (Delibera
regionale n. 1532 del 6.11.2006 – Piano regionale sul contenimen-
to dei tempi di attesa) erogati dall’azienda ospedaliera nel trien-
nio 2006-2008 mostra un andamento sostanzialmente stabile
(+1,1%). In riferimento alla Diagnostica Strumentale ad alta com-
plessità, rispetto al 2006 si evidenzia un lieve calo delle prestazio-
ni come TAC ADDOME (-3,5%) ed RMN Cerebrale (-4%), entram-
be in crescita in rapporto al 2007 (rispettivamente +9% e +2%).
Le ecografi e addominali e gli ecocolordoppler sono invece ancora
in calo sia rispetto al 2006 (-16% e – 6%) che al 2007 (- 7,7% e
-8%). Per quanto riguarda i primi accessi per le Visite Specialisti-
che defi nite “critiche”, i volumi complessivi di attività nel triennio
considerato (sia rispetto al 2006 che al 2007) hanno visto una con-
sistente crescita, pari al +9%, con aumenti particolarmente con-
sistenti relativamente alle visite cardiologiche, endocrinologiche,
neurologiche, oculistiche alla luce del riconoscimento di “presta-
zioni aggiuntive” legati all’accordo di fornitura con l’azienda USL.
Il volume di primi accessi per le visite oncologiche va interpre-
tato alla luce del percorso del paziente che normalmente accede
alla struttura di Oncologia al termine di un percorso diagnostico
interno. Pertanto i primi accessi, nella maggioranza dei casi,
risultano come “consulenze interne”. La casistica rilevata nelle
tabelle seguenti identifi ca quei casi che vengono inviati dal MMG.
I volumi di attività erogata sono bensì molto più rilevanti (6.267
visite di controllo sia nel 2008 che 2007 vs 6.145 visite di controllo
nel 2006). Considerando il contributo dell’azienda ospedaliera S.
M. N. all’erogazione delle prestazioni, oggetto di monitoraggio,
nell’ambito provinciale, si evidenzia che l’azienda ospedaliera di
Reggio Emilia ha assorbito, nell’anno 2008, circa il 31% dell’attivi-
tà di diagnostica strumentale complessivamente erogata.Le pri-
me visite specialistiche complessivamente erogate, nell’ambito
delle specialità oggetto di monitoraggio, sono state prodotte per
il 21% all’interno delle strutture del S.M.Nuova.
66
Tabella 2.3.19 – Visite erogate a livello provinciale
Prestazioni critiche oggetto di monitoraggio
2006 2007 2008
Visita Specialistica (*)AUSL
REASMN
% ASMN su totale
AUSL RE
ASMN% ASMN su totale
AUSL RE
ASMN% ASMN su totale
Cardiologia 26.962 10.112 27% 27.758 9.940 26% 26.912 10.770 29%
Mal.Endocrine/Diabetolog. 8.182 2.722 25% 8.088 3.122 28% 8.264 3.102 27%
Neurologia 5.484 4.793 47% 6.084 5.063 45% 6.789 5.335 44%
Oculistica 52.819 6.417 11% 56.633 6.401 10% 55.913 7.279 12%
Oncologia 3.977 229 5% 3.750 174 4% 3.778 803 18%
Ortopedia E Traumatologia 20.667 5.133 20% 21.719 5.117 19% 21.869 5.070 19%
Recupero E Riabilitazione 19.080 4.663 20% 19.458 4.393 18% 21.056 4.328 17%
Urologia 8.159 2.714 25% 8.365 2.888 26% 8.365 2.888 26%
Totale 145.330 36.783 20% 151.855 37.098 20% 152.564 40.117 21%
*solo prima visita in quanto la visita di controllo non rientra nelle prestazioni “critiche”La selezione riguarda le prestazioni in regime di erogazione SSN e modalità di accesso programmabile, urgente e differibile e diretto
Tabella 2.3.18 – prestazioni di Diagnostica Strumentale erogate a livello provinciale
Prestazioni critiche oggetto di monitoraggio
2006 2007 2008
D. StrumentaleAUSL
REASMN
% ASMN su totale
AUSL RE
ASMN% ASMN su totale
AUSL RE
ASMN% ASMN su totale
Tac Cerebrale 3.390 1.524 31% 3.555 1.598 31% 3.484 1.608 32%
Tac Addome 1.857 2.785 60% 2.235 2.457 52% 2.823 2.689 49%
Ecografia Addominale 21.207 8.911 30% 22.679 8.110 26% 23.341 7.478 24%
Ecocolordoppler 29.646 18.338 38% 33.550 18.775 36% 34.015 17.271 34%
Rmn Cerebrale 2.080 1.003 33% 2.950 943 24% 3.144 963 23%
Rmn Addominale 80 51 39% 128 34 21% 153 45 23%
Totale 58.260 32.612 36% 65.097 31.917 33% 66.960 30.054 31%
67
Tabella 2.3.20 – N° prestazioni SSN e in Libera Professione
Prestazioni specialistiche erogate in regime istituzionale e in libera professione
a. 2006 a. 2007 a. 2008
area SSN LP % LP/SSN SSN LP % LP/SSN SSN LP % LP/SSN
CARDIO-TORA-
CO-VASCOLARE48.429 10.375 21% 49.846 10.497 21% 53.195 8.277 16%
AREA CHIRUR-
GICA123.162 19.527 16% 125.822 19.034 15% 130.402 19.494 15%
DIAGNOSTICA
PER IMMAGINI105.223 3.107 3% 102.753 3.718 4% 102.887 3.319 3%
MATERNO-
INFANTILE53.686 6.929 13% 53.632 7.423 14% 76.645 6.768 9%
AREA MEDICA 163.733 7.885 5% 174.388 8.240 5% 182.157 7.887 4%
NEURO-MOTO-
RIO181.853 26.032 14% 173.517 27.230 16% 175.936 25.536 15%
ONCO-EMATO-
LOGICA186.267 4.283 2% 136.608 4.037 3% 147.211 3.963 3%
PATOLOGIA
CLINICA2.627.073 2.714 0,10% 2.677.676 3.870 0,10% 2.787.140 2.922 0,10%
Totale comples-
sivo3.605.062 80.852 2% 3.617.930 84.049 2% 3.801.359 78.166 2%
Tabella 2.3.22 – Attività in Day Service
2006 2007 2008
prestazioni erogate Valore (€) % sul totale
prestazioni erogate Valore (€) % sul totale
prestazioni erogate Valore (€) % sul totale
Regime DSA62.535 1.245.685 3% 177.830 2.791.267 7% 223.136 3.052.924 7%
Altri regimi SSN 3.542.527 37.007.021 97% 3.440.100 36.981.533 93% 3.578.223 39.629.194 93%
TOTALE 3.605.062 38.252.706 3.617.930 39.772.800 3.801.359 42.682.118
2.3
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2.3.3.g) Attività specialistica in Libera Professione
L’attività erogata in regime di Libera Professione ha un volume
prestazionale molto limitato rispetto ai volumi complessivamen-
te erogati in regime istituzionale SSN. Il rapporto percentuale LP
su SSN è infatti stabilmente pari al 2% nel triennio 2006-2008,
indicando con ciò 2 prestazioni erogate in LP ogni 100 prestazioni
erogate in regime SSN.
I volumi in LP rispetto all’attività istituzionale sono abbastanza
differenziati per area di erogazione, ma omogeneamente stabili
nel triennio considerato.
Tra le prestazioni più erogate in termini quantitativi in regime LP
rispetto al regime di erogazione SSN si evidenziano quelle Riabi-
litative non rientranti nei LEA (massoterapia per drenaggio linfa-
tico, magnetoterapia, elettroterapia antalgica, ultrasonoterapia e
laser terapia antalgica), le prime visite (13,6% LP/SSN) e le pre-
stazioni di diagnostica (4,7% LP/SSN).
Tra le prime visite l’incidenza maggiore, anche se ben inferiore
all’offerta istituzionale, è riconducibile alle visite cardiologiche
(21%), visite chirurgiche generali e toraco-vascolari (29%), visi-
te endocrinologiche (26%), visite oculistiche (42%), visite otorino
(34%), visite urologiche (37%), visite fi siatriche (29%), visite ga-
stroenterologiche (36%), visite fi siatriche (47%), visite neurochi-
rurgiche (30%), visite ortopediche (29%), visite gravi disabilità
infantili (53%) e visite ostetrico-ginecologiche (21%).
Per le prestazioni che presentano tempi di attesa superio-
ri ai 30 giorni standard, l’azienda ha provveduto ad incre-
mentare le disponibilità degli ambulatori attraverso l’apertura di
agende “aggiuntive”, riconosciute al personale medico attraverso
la Libera Professione Aziendale.
2.3.3.h) Prenotazioni CUP
Le prestazioni non prenotabili a CUP rappresentano il 27,45% e
sono per la maggior parte prestazioni di 2° livello che vengono
prenotate al momento dell’effettuazione della 1° visita diretta-
mente dal professionista, oppure prestazioni in accesso diretto
che non prevedono una lista di prenotazione a CUP.
2.3.3.i) Prestazioni di Day Service
Il processo di trasformazione dal modello assistenziale tradizio-
nale di Day Hospital in Day Service, che rappresenta un percorso
ambulatoriale protetto, fortemente sostenuto nel corso del trien-
nio dall’azienda ospedaliera, si evidenzia dai volumi di prestazioni
e corrispondente valorizzazione economica rilevata.
L’incremento registrato nel triennio 2006-2008 relativamente ai
volumi di prestazioni è stato pari a + 256%, pari a + 145% per la
corrispondente valorizzazione economica, il cui notevole aumen-
to deve essere letto in relazione alla complessità della casistica
trattata.
Rispetto al totale della produzione specialistica, l’attività di Day
Service assorbe il 7% dei volumi prodotti, più del doppio di cre-
scita rispetto al 2006.
Tabella 2.3.21 – N° prestazioni prenotabili a CUP
N. di prest. prenotabili a
CUP
N. di prest. non prenotabili a
CUP
N. di prest. a catalogo aziendale
% di prest. prenotabili a
CUP sul totale erogabile
1705 645 2350 72,55%
68
2.3.3.l) Indice di performance effettivo per visite e diagnostica –
prestazioni programmabili
I tempi di attesa rilevati all’interno dell’ASMN per le sole pre-
stazioni sanitarie ordinarie - programmabili a carico del S.S.N.,
escluse le prestazioni di Pronto Soccorso, le prestazioni urgenti
o urgenti differibili e le prestazioni con giorni di attesa inferiori
a 1, evidenziano che l’obiettivo defi nito in 30 giorni per le visite e
60 per la diagnostica strumentale, per almeno l’80% delle preno-
tazioni effettuate è ampiamente raggiunto per l’attività laborato-
ristica (93%: ormai ad accesso diretto) e di Riabilitazione (94%);
l’attività diagnostica (66%) non è ancora completamente in linea,
nonostante lo sforzo di incremento complessivo di attività, pari
a +6% rispetto al 2006. Per l’attività di visita, invece, pur in pre-
senza di un aumento costante dell’attività erogata (+ 7% rispetto
al 2006), l’obiettivo dei 30 giorni è raggiunto solo dal 51% delle
prestazioni prenotate.
Tabella 2.3.23 – Indice di Performance ASMN
per tipologie di prestazioni
anno 2008
Aggregazione I° livelloGiorni di attesa (in classi)
1-30 entro 45 entro 60 entro 75 entro 90 > 90
DIAGNOSTICA 46,72% 58,41% 65,79% 71,89% 77,10% 22,90%
LABORATORIO 86,83% 91,04% 93,30% 94,58% 95,72% 4,28%
RIABILITAZIONE 83,30% 90,75% 93,67% 95,75% 96,68% 3,32%
PRESTAZIONI TERAPEUTI-
CHE30,54% 44,28% 65,84% 80,64% 87,94% 12,06%
VISITE 51,42% 64,41% 72,40% 77,60% 81,53% 18,47%
anno 2007
Aggregazione I° livelloGiorni di attesa (in classi)
1-30 entro 45 entro 60 entro 75 entro 90 > 90
DIAGNOSTICA 48,22% 61,42% 68,98% 74,47% 77,72% 22,28%
LABORATORIO 87,97% 91,68% 93,71% 95,10% 96,30% 3,70%
RIABILITAZIONE 80,95% 89,06% 92,07% 94,06% 95,36% 4,64%
PRESTAZIONI TERAPEUTI-
CHE34,18% 47,38% 59,04% 71,91% 81,48% 18,52%
VISITE 48,17% 61,29% 70,47% 76,81% 81,95% 18,05%
anno 2006
Aggregazione I° livelloGiorni di attesa (in classi)
1-30 entro 45 entro 60 entro 75 entro 90 > 90
DIAGNOSTICA 51,51% 65,10% 72,27% 76,70% 80,56% 19,44%
LABORATORIO 89,89% 93,42% 95,07% 96,16% 97,08% 2,92%
RIABILITAZIONE 78,52% 87,55% 91,39% 93,70% 95,42% 4,58%
PRESTAZIONI TERAPEUTI-
CHE43,63% 56,02% 64,65% 73,39% 81,20% 18,80%
VISITE 52,39% 65,48% 72,55% 78,18% 82,83% 17,17%
Tabella 2.3.24 – Indice di Performance
Confronto come medie regionali
anno 2008media Az. Osp.
R.E.R.ASMN di RE
DIAGNOSTICA 64,46% 65,79%
LABORATORIO 94,23% 93,3%
RIABILITAZIONE 81,04% 93,67%
PRESTAZIONI TERAPEUTICHE
75,25% 65,84%
VISITE 50,54% 51,42%
Sia per l’attività Riabilitativa e Diagnostica Radiologica che di vi-
sita, le percentuali di prenotazioni entro le varie classi di attesa
sono migliori delle media rilevata per le aziende ospedaliere del-
la Regione E.R.: nell’anno 2008 le aziende ospedaliere regionali
hanno risposto all’obiettivo dei 30 giorni per le visite e 60 giorni
per tutta la diagnostica strumentale con le seguenti percentuali
di prestazioni prenotate:
69
2.3.3.m) Attività di governo clinico in collaborazione con Ausl
per qualifi cazione consumi specialistica
La gestione delle liste di attesa costituisce uno dei problemi più
impegnativi dei servizi sanitari. Essa è fortemente connessa alla
più generale gestione dell’erogazione delle prestazioni di assi-
stenza e risente dei provvedimenti e delle azioni poste in esse-
re per tale gestione. Una politica settoriale sulle liste di attesa
non può dare soluzioni a questo problema, tanto che la RER ha
inquadrato questa problematica nella più complessiva riorganiz-
zazione dell’assistenza specialistica ambulatoriale, sempre più
caratterizzata da meccanismi di accesso semplifi cato. La fi nalità
è quella di assicurare percorsi assistenziali qualifi cati e la gestio-
ne complessiva del paziente fi no al rinvio al medico di medicina
generale.
La Delibera regionale dell’Emilia-Romagna n. 1532/2006 (“Pia-
no regionale sul contenimento dei tempi di attesa”) dispone, per
le Aziende Ospedaliere e le Aziende USL, i Programmi attuativi
aziendali, che dovranno indicare le prestazioni di base per le quali
il TMA deve essere rispettato a Livello Distrettuale e quelle per le
quali il TMA è da garantirsi in ambito infraprovinciale.
Nell’ambito della provincia di Reggio Emilia, tale programma,
elaborato dall’Azienda USL e in collaborazione con la nostra
Azienda è stato inviato in Regione a settembre 2007.
Il Piano Attuativo Aziendale è stato discusso in tutti i Comitati di
Distretto della Provincia e presentato alla Conferenza Sociale e
Sanitaria Territoriale in data 05.06.2007 e approvata dalla stessa
in data 14.12.2007
> Piano di Produzione
Il contributo dell’Azienda Ospedaliera in termini di piano di produ-
zione 2008 è stato defi nito in incontri specifi ci tra le due Direzioni
sanitarie provinciali e discussi in Collegio di Direzione.
L’analisi ha preso in considerazione le 41 prestazioni previste dal-
la DGR1532/2006 oltre a 8 prestazioni già oggetto di monitorag-
gio secondo il disciplinare Regionale ma non più comprese nella
delibera.
Per tutte queste prestazioni sono stati analizzati i seguenti para-
metri:
tempi d’attesa, sulla base delle prenotazioni CUP ed indice •di performance, inteso come percentuale di pazienti che
ha ottenuto la prestazione entro i tempi massimi di attesa
stabiliti dalla Regione: 30 giorni per le visite, 60 giorni per le
prestazioni strumentali;
indice di consumo, rappresentato dal rapporto tra il numero •delle prestazioni ambulatoriali consumate dai residenti in una
data popolazione (regione, Azienda USL, distretto, ecc.) e la
stessa popolazione residente, per 1000 abitanti; Per ognuna
delle prestazioni sono stati calcolati i valori dell’anno 2005 per
i residenti in ognuno dei 6 Distretti e confrontati con gli indici
di consumo complessivi provinciali e regionali.
mobilità interdistrettuale, che rappresenta la quota percentuale •di prestazioni fruite al di fuori del Distretto di residenza degli
utenti. Essa può essere determinata da molteplici fattori
quali la viabilità e la conseguente maggiore o minore facilità a
raggiungere le strutture del proprio Distretto, la residenza
in una zona di confine tra i Distretti, le abitudini dei cittadini.
Questo parametro è stato calcolato sulle prestazioni prenotate
nel corso dell’anno 2007;
mobilità passiva extra provinciale, che sintetizza la quota •percentuale di prestazioni fruite dai residenti nella provincia di
Reggio Emilia al di fuori della provincia stessa. La percentuale
di mobilità passiva extra-provinciale è stata ottenuta dalla
banca dati regionale relativamente alle prestazioni erogate
nel corso del 2007.
Fermo restando quanto previsto dai LEA è stato previsto e concor-
dato uno specifi co aumento dell’offerta settimanale delle presta-
zioni critiche oggetto di rilevazione trimestrale regionale.
In relazione all’analisi dei tempi d’attesa, degli indici di consumo
e della mobilità relativa al consumo dell’offerta a CUP, è stata
ridefi nita l’offerta con l’Azienda USL per renderla più idonea al
mantenimento dei tempi di attesa e alla copertura del fabbisogno
di prestazioni specialistiche ambulatoriali nel distretto di Reggio
Emilia e nella provincia per le prestazioni per le quali la nostra
Azienda Ospedaliera è riferimento a livello provinciale.
Nella tabella 2.3.25 sono specifi cate le agende CUP sulle quali
sono aumentate le offerte di prestazioni indicate.
> Miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva
E’ Proseguito l’impegno per la realizzazione di progetti aziendali,
in collaborazione con gli specialisti ospedalieri dell’Azienda USL,
gli specialisti convenzionati, i medici di medicina generale, e al-
cune strutture private accreditate, volti al miglioramento dell’ap-
propriatezza prescrittiva di prestazioni specialistiche, mediante
la defi nizione di criteri di accesso per classi di priorità.
Nel corso del 2008 sono stati effettuati incontri formativi per la
diffusione in tutti i Distretti dei protocolli elaborati nell’anno 2007
per il miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva delle visite
oculistiche, allergologiche e della diagnostica senologica.
Relativamente alle misure per il miglioramento dell’ accesso a
prestazioni che prevedono l’utilizzo di alta tecnologia, nel corso
Tabella 2.3.25 – prestazioni oggetto dell’accordo di fornitura
Azienda Ospedaliera
S. MARIA NUOVA
Prestazioni
da eseguire
nel 2008 per
accordo
Incremento
per
Aggiuntive 07Accordo di
fornitura 2008
Ecocolordoppler generico 687 0
Ecocolor Doppler Arti Sup.
Inf. Distr
Ecocolor Doppler Cardiaco 159 2141
Ecocolor Doppler Grossi
Vasi Addominali477 123
Ecocolor Doppler TSA 800 200
Ecocolor Doppler B 0 150
Ecografia Addome 798 1000
Ecografia Mammella 361 139
Ecografia Ostetrica 234 800
Ecografia B 0 1000
MAMMOGRAFIA 1° ESAME 0 1000
Risonanza Magnetica 0 1000
TAC 0 1500
Esami audiometrici 0 300
Elettromiografia 440 60
Visita Cardiologica con ECG 860 2140
Visita Dermatologica 3130 2000
Visita Endocrinologica 760 0
Visita Neurologica 917 0
Visita Oculistica 681 1319
Visita Ginecologica 0 400
Visita ORL 580 420
Visita Urologica 571 415
2.3
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del 2008 è stato attivato un audit di verifi ca dell’applicazione del
documento sull’appropriatezza nella diagnostica per immagini
della spalla, rachide lombo-sacrale, e ginocchio.
Al fi ne di poter effettuare un più facile e preciso confronto (ese-
guibile tramite il PACS), indispensabile per valutare l’evoluzione
di patologie in pazienti che per vari motivi eseguono controlli nel-
le diverse radiologie degli ospedali provinciali, si è ravvisata la
necessità di stabilire dei protocolli condivisi a livello del diparti-
mento per immagini. Tali protocolli sono stati condivisi nel corso
del 2008 anche con le strutture private accreditate e riguardano l’
ottimizzazione della qualità nell’ esecuzione di TC e RMN.
Relativamente alla TC, si è deciso di adottare le linee guida pub-
blicate dalla Regione “TC linee guida per la qualità”; per le pre-
stazioni di RMN, il gruppo di lavoro dipartimentale ha stabilito di
proporre in una prima fase protocolli riguardanti unicamente gli
esami richiesti con maggior frequenza.
2.3.4 ATTIVITÀ OSPEDALIERA
2.3.4.a) Struttura dell’Offerta
Posti Letto Pubblici e Privati nella provincia di Reggio Emilia
La domanda di ricovero per cure sanitarie della Popolazione resi-
dente in Provincia di Reggio Emilia, popolazione che nel corso del
2008 è aumentata di 9.335 unità pari ad un incremento del 18,3 per
mille, trova una adeguata risposta sul territorio provinciale, grazie
alla presenza dei cinque Ospedali Territoriali, dell’ Azienda Ospeda-
liera di Reggio Emilia e di due Case di Cura convenzionate.
Tabella 2.3.26 – Popolazione residente
nella provincia di Reggio Emilia e confronto regionale
al 1° gennaio
dell’anno2006 2007 2008 2009
Popolaz. residen-
te in Prov. di RE494.310 501.529 510.124 519.459
variazione % anno
precedente- 1,46% 1,69% 1,83%
Popolaz. residen-
te in Prov. di MO665.272 670.099 677.672 688.286
variazione % anno
precedente- 0,73% 1,13% 1,57%
Popolaz. residen-
te in Prov. di PR416.832 420.056 425.690 433.096
variazione % anno
precedente- 0,77% 1,34% 1,74%
Popolaz. residente
in Regione E.R.4.187.544 4.223.585 4.275.843 4.337.966
variazione % anno
precedente- 0,86% 1,24% 1,45%
Complessivamente i posti letto pubblici e privati accreditati messi
a disposizione nell’anno 2008 sono stati 1.779, Tabella 2.3.27, di
cui 1.471 posti letto (pari all’ 82,69%) per acuti, 83 (pari al 4,67%)
per riabilitazione e 225 (pari al 12,65%) di lungodegenza. Il con-
tributo dell’Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova di Reggio Emilia,
alla dotazione provinciale delle diverse tipologie dei posti letto
nel triennio 2006-2008 è intorno al 50% dei posti letto disponi-
bili; l’offerta percentuale del SMN u tutti i posti letto per acuti
sia pubblici che privati accreditati, ha un valore oscillante tra il
53,14% nel 2006, il 55,73% nel 2007 ed il 55,74% nel 2008. Se
come riferimento vengono presi solamente i posti letto per acuti
dei presidi pubblici della Provincia di Reggio Emilia, il contributo
del S.M.Nuova è sempre preminente e pari al 58,33% nel 2006, al
58,88% nel 2007 ed al 59,03% nel 2008.
Per quanto riguarda l’offerta provinciale di posti letto di riabilita-
zione e di lungodegenza, il S.M.Nuova ha messo a disposizione
nell’ultimo anno 2008, il 40,96% di posti letto per la riabilitazione
ed il 29,81 % per la lungodegenza.
71
AZIENDE
Posti letto pubblici Posti letto privati Totale posti letto
(pubblici e privati accreditati)
Acu
ti
Ria
bil
ita
zio
ne
LD
Tota
le
Acuti(**) Post-acuti (*)
Tota
le a
ccre
dit
ati
Acu
ti
Ria
bil
ita
zio
ne
LD
Tota
le
Acc
red
ita
ti
No
n a
ccre
dit
ati
Ria
bil
ita
zio
ne
LD
2006
USL REG-GIO EMILIA
580 38 118 736 136 78 60 196 716 38 178 932
in % 41,67% 52,78% 71,08% 45,15% 46,86% 52,78% 78,76% 51,04%
OSP. REGGIO EMILIA
812 34 48 894 812 34 48 894
in % 58,33% 47,22% 28,92% 54,85% 53,14% 47,22% 21,24% 48,96%
TOTALE ANNO 2006
1.392 72 166 1.630 136 78 60 196 1.528 72 226 1.826
2007
USL REG-GIO EMILIA
574 40 121 735 79 130 64 143 653 40 185 878
in % 41,12% 54,05% 71,60% 44,84% 44,27% 54,05% 79,40% 49,27%
OSP. REGGIO EMILIA
822 34 48 904 822 34 48 904
in % 58,88% 45,95% 28,40% 55,16% 55,73% 45,95% 20,60% 50,73%
TOTALE ANNO 2007
1.396 74 169 1.639 79 130 64 143 1.475 74 233 1.782
2008
USL REG-GIO EMILIA
569 49 113 731 82 127 64 146 651 49 177 877
in % 40,96% 59,04% 70,19% 44,76% 44,26% 59,04% 78,67% 49,30%
OSP. REGGIO EMILIA
820 34 48 902 820 34 48 902
in % 59,03% 40,96% 29,81% 55,24% 55,74% 40,96% 21,33% 50,70%
TOTALE ANNO 2008
1389 83 161 1633 82 127 64 146 1471 83 225 1779
(*) Tutti i PL privati post-acuti sono accreditati(**) La colonna dei posti letto acuti (accreditati e non) è generata sulla base di quanto previsto dall’Accordo AIOP parte II B1 -ac-creditamenti
Tabella 2.3.27 – struttura dell’offerta ospedaliera: posti letto pubblici e privati - anno 2008
2.3
Co
ntr
ibu
to a
lla
co
pe
rtu
ra d
ei
Liv
ell
i e
ss
en
zia
li d
i s
iste
nz
a
72
L’’indicatore dei PL X 1000 abitanti evidenzia un andamento so-
stanzialmente costante tra il 2006 ed il 2008 sia sui posti letto per
acuti (1,6%) che su quelli totali (1,80%).
> Tasso Standardizzato di Ospedalizzazione per ricovero
Il tasso di ospedalizzazione è il rapporto tra il numero di dimessi
(degenza ordinaria/day hospital) residenti in un determinato ba-
cino di utenza (Provincia di Reggio Emilia) e la popolazione ivi re-
sidente per 1000 abitanti. Poiché l’ospedalizzazione è fortemente
correlata con l’età, si ricorre ai tassi standardizzati al fi ne di eli-
minare l’effetto di variazione dell’età nella popolazione nel corso
degli anni esaminati. Valutando questo indicatore sulla Provincia
di Reggio Emilia, Tabella 2.3.29 , si osserva dal 2006 al 2008 un
decremento dell’ ospedalizzazione in regime ordinario, che passa
da un 130,52 per mille nel 2006, al 128,01 per mille registrato nel
2008, per il quale l’Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova di Reggio
Emilia, contribuisce costantemente nella misura del 46%.
Tabella 2.3.29 – Tasso di ospedalizzazione
PROVINCIA di REGGIO EMILIA
REGIME ORDINARIO
DH MEDICIDH
CHIRURGICI
anno 2006 (tasso x 1000)
130,52 23,67 36,64
contributo % Az. Osp. RE
45,9% 65,3% 29,8%
anno 2007 (tasso x 1000)
128,88 22,51 35,00
contributo % Az. Osp. RE
46,1% 65,9% 30,7%
anno 2008 (tasso x 1000)
128,01 23,07 28,83
contributo % Az. Osp. RE
46,1% 67% 38,4%
MEDIA REGIONE EMILIA ROMAGNA
REGIME ORDINARIO
DH MEDICIDH
CHIRURGICI
anno 2006 (tasso x 1000)
138,17 21,17 24,49
contributo % delle Az. Osp.
40,9% 52,9% 29,3%
Tabella 2.3.28 – Posti letto (x 1.000 abitanti)
nella provincia di Reggio Emilia
Acuti LD+
Riab.
Ria-
bilita-
zione
LD Totale
Totale Reggio Emi-
lia 20063,09 0,6 0,15 0,46 3,69
contributo Az.Osp.
903-RE 1,64 0,17 Nd nd 1,81
Totale Reggio Emi-
lia 20072,94 0,61 0,15 0,46 3,55
contributo Az.Osp.
903-RE 1,64 0,16 0,07 0,1 1,8
Totale Reggio Emi-
lia 20082,88 0,6 0,16 0,44 3,49
contributo Az.Osp.
903-RE 1,61 0,16 0,07 0,09 1,77
Regione E.R. 2008 3,71 0,91 0,37 0,54 4,63
anno 2007 (tasso x 1000)
136,22 20,69 24,31
contributo % delle Az. Osp.
40,5% 53,3% 32,1%
anno 2008 (tasso x 1000)
135,98 20,54 23,39
contributo % delle Az. Osp.
40,6% 53,3% 32,9%
Per quanto riguarda il day hospital, l’ospedalizzazione in Provin-
cia di Reggio Emilia nel triennio 2006-2008 si attesta per il tipo
medico attorno ad un 23 per mille, mentre quello chirurgico mo-
stra un modesto trend discendente dal 2006 (36,64 per mille) at-
traverso il 2007 (35 per mille) al 2008 (28,83 per mille).
L’Azienda Ospedaliera S.Maria Nuova nel 2008 ha contribuito, in
termini percentuali, nella misura del 67% per l’ospedalizzazione
in day hospital di tipo medico (soprattutto con dh di tipo onco-
logico e per trattamenti di chemioterapia) e con un 38,4% sul
tasso provinciale, per quanto riguarda il day hospital chirurgico
(soprattutto dh in ostetricia e ginecologia, oculistica, chirurgia
generale, ginecologia, ortopedia) valore quest’ultimo che mostra
un +8,6% di crescita rispetto al 2006.
Si sottolinea inoltre, come già era stato evidenziato nel triennio
2006-2008, come l’Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova ha conti-
nuato a gestire sempre più in regime di day service, l’ intervento
sul cristallino (cataratta). Il calo importante nel tasso di Day Ho-
spital Chirurgico (dal 36% al 28%) evidenzia come la gestione in
regime ambulatoriale degli interventi sul cristallino e sul tunnel
carpale si sia consolidata anche nei presidi ospedalieri territoriali
della provincia e nel privato accreditato.
2.3.4.b) Valore della Produzione – Ricoveri in regime ordinario
e day hospital
L’attività di ricovero può essere espletata in regime di ricovero
ordinario (degenza di più giorni con pernottamento) oppure in re-
gime di ricovero diurno o Day Hospital (accessi ospedalieri senza
pernottamento, articolati su un periodo massimo di un anno).
Negli ultimi decenni molta attività erogata in regime di ricovero
ordinario è stata gestita utilizzando il ricovero diurno, limitando il
pernottamento solo a reali necessità di osservazione continua ed
elevando l’appropriatezza dell’utilizzo della risorsa posto letto.
L’attività erogata dal S.M.Nuova mostra nel triennio un aumen-
to dei volumi economici, Tabella 2.3.30, conseguenza della cre-
scente complessità della casistica trattata. L’attività di ricovero
erogata nel 2008 presso l’azienda ospedaliera cittadina, rappre-
senta il 57,61% della produzione economica di tutte le strutture
sanitarie pubbliche e private accreditate provinciali.
73
Tabella 2.3.30 – Valore economico produzione ASMN
VALORE DELLA PRODUZIONE (IN EURO)
anno 2008
deg. ordinaria day hospital Totale
produzione € Az.Osp. R.E. 118.867.758 30.340.752 149.208.510
produzione € ASL di R.E. 90.405.039 19.362.111 109.767.150
% produz. Az. Osp. sul tot. provinciale 56,80% 61,04% 57,61%
% produz. ASL sul tot. provinciale 43,20% 38,96% 42,39%
VALORE DELLA PRODUZIONE
anno 2007
deg. ordinaria day hospital Totale
produzione € Az.Osp. R.E. 117.816.233 29.983.002 147.799.235
produzione € ASL di R.E. 93.259.961 23.155.822 116.415.783
% produz. Az. Osp. sul tot. provinciale 55,82% 56,42% 55,94%
% produz. ASL sul tot. provinciale 44,18% 43,58% 44,06%
VALORE DELLA PRODUZIONE anno 2006
deg. ordinaria day hospital Totale
produzione € Az.Osp. R.E. 111.263.370 29.100.833 140.364.203
produzione € ASL di R.E. 88.368.096 22.578.243 110.946.339
% produz. Az. Osp. sul tot. provinciale 55,73% 56,31% 55,85%
% produz. ASL sul tot. provinciale 44,27% 43,69% 44,15%
2.3.4.c) Tipologia di dimessi
> Regime di Ricovero
Leggendo l’attività del S.M. Nuova attraverso i volumi dei pazienti
dimessi, Tabella 2.3.31, si osserva un incremento pari ad un
+0,97% dal 2006 al 2007 ed un + 0,55% dal 2007 al 2008; trend
opposto si osserva, invece, nell’andamento dei volumi dei dimessi
dell’ASL di Reggio Emilia che, come si vedrà nell’analisi succes-
siva è attribuibile al calo del day hospital. Analizzando l’attività
dell’ A.S.M.N in funzione del regime di ricovero, Tabella 2.3.32, si
evidenzia che, nel triennio 2006-2008, il rapporto tra i due tipi di
ricovero si mantiene costante e precisamente pari al 67% per la
degenza ed al 33% per il day hospital.
Le stesse osservazioni non si possono fare per i ricoveri nei presi-
di dell’azienda USL, i quali hanno registrato tra il 2006 ed il 2008,
un netto calo del day hospital (dovuto in gran parte al trasferi-
mento in regime ambulatoriale di cataratta e tunnel carpale) che
è passato complessivamente da 11.847 dimessi nel 2006 a 8.572
dimessi del 2008 , determinando un cambiamento della percen-
tuale del ricovero diurno sul totale dei dimessi nell’anno , che è
Tabella 2.3.32– Dimessi per Regime di Ricovero
(esclusi neonati sani)
ANNIAZIENDA OSPEDALIERA DI REGGIO
EMILIA
AZIENDA SANITARIA LOCALE DI
REGGIO EMILIAdifferenza Az.Osp.- Az.USL
deg.ordinaria day hospital deg.ordinaria day hospital deg.ordinaria day hospital
2006 30.396 15.092 22.495 11.847 7.901 3.245
% 67% 33% 66% 34%
2007 30.910 15.021 22.243 10.668 8.667 4.353
% 67% 33% 68% 32%
2008 30.860 15.325 21.807 8.572 9.053 6.753
% 67% 33% 72% 28%
variata dal 34% nel 2006 , al 28% nel 2008. Anche per il regime
ordinario si evidenzia un calo dei ricoveri negli ospedali della pro-
vincia dal 2006 al 2008.
Tabella 2.3.31 – Dimessi da ASMN e AUSL di Reggio Emilia(esclusi neonati sani)
ANNI A.S.M.N trend% A.U.S.L trend%diff.
Az.Osp.- Az.USL
2006 45.488 34.342 11.146
2007 45.931 0,97% 32.911 -4,17% 13.020
2008 46.185 0,55% 30.379 -7,69% 15.806
74
Tabella 2.3.34 – Dimessi ASMN per tipo DRG Medico/Chirurgico
(esclusi neonati sani)
ANNI DEGENZA ORDINARIA DAY HOSPITAL
non M/C M C non M/C
M
COncologia-
Ematologia-
Pneumologia
altre disci-
pline
2006 678 19.087 10.631 28 5.638 2.565 6.861
% 2,23% 62,79% 34,97% 0,19% 37,36% 17,00% 45,46%
2007 701 19.123 11.086 25 5.638 2.489 6.869
% 2,27% 61,87% 35,87% 0,17% 37,53% 16,57% 45,73%
2008 820 18.773 11.267 6 5.774 2.607 6.938
% 2,66% 60,83% 36,51% 0,04% 37,68% 17,01% 45,27%
>Onere della Degenza
Andamento costante nel triennio esaminato, per l’attività in Li-
bera Professione in entrambi i regimi di ricovero, svolta presso il
S.M.Nuova che non supera lo 0,43% ed è inferiore a 200 pazienti/
anno; modestissima e con andamento costante quella effettuata
nei presidi pubblici dell’Azienda USL, Tabella 2.3.33.
Tabella 2.3.33 – Dimessi per Onere della Degenza
ANNI
AZIENDA
OSPEDALIERA
DI REGGIO
EMILIA
AZIENDA
SANITARIA
LOCALE DI
REGGIO EMILIA
differenza
Az.Osp.- Az.USL
S.S.N.
Libera
Pro-
fess.
S.S.N.
Libera
Pro-
fess.
S.S.N.
Libera
Pro-
fess.
2006 45.314 174 34.304 38 11.010 136
% 99,62% 0,38% 99,89% 0,11%
2007 45.732 199 32.867 44 12.865 155
% 99,57% 0,43% 99,89% 0,11%
2008 45.987 198 30.345 34 15.642 164
% 99,57% 0,43% 99,89% 0,11%
>Tipologia del Ricovero: DRG medico/chirurgico
Investigando sul tipo di DRG prodotto e quindi in modo indiretto, sul-
la tipologia di assistenza medica o chirurgica erogata negli episodi di
ricovero, si osserva che per l’A.S.M.N. continua dal 2006 al 2008 un
modesto, ma costante trend crescente della degenza chirurgica, che
mostra nel 2006 un valore pari al 34,97% successivamente salito al
35,87% nel 2007 per poi arrivare al 36,51% nel 2008, Tabella 2.3.34.
In modo complementare nello stesso periodo esaminato si osserva
un trend in calo della degenza ordinaria di tipo medico che partendo
da un 62,79% nel 2006 è arrivata ad un 60,83% nell’ultimo anno. Per
quanto riguarda il day hospital si mantiene costante nel triennio un
54% di attività medica (di cui 37% oncologica e 17% per altre specia-
lità) ed un 45% di attività chirurgica.
75
Grafi co 2.3.4
2.3
Co
ntr
ibu
to a
lla
co
pe
rtu
ra d
ei
Liv
ell
i e
ss
en
zia
li d
i s
iste
nz
a
Per i presidi AUSL, Tabella 2.3.35 , signifi cativo è il cambiamento
dell’ultimo anno che vede in degenza ordinaria un 68% di dimis-
sioni di tipo medico ed un 31% di tipo chirurgico, mentre sul day
hospital il calo di quelli chirurgici ad un 72,52% ha, per bilancia-
mento, portato quelli medici ad un 27,48%.
Tabella 2.3.35 – Dimessi AUSL Reggio Emilia per tipo DRG Medico/Chirurgico
(esclusi neonati sani e strutture private)
ANNI DEGENZA ORDINARIA DAY HOSPITAL
non M/C M C non M/C M C
2006 123 14.950 7.422 3 2.453 9.391
% 0,55% 66,46% 32,99% 0,03% 20,71% 79,27%
2007 104 14.728 7.411 0 2.443 8.225
% 0,47% 66,21% 33,32% 0,00% 22,90% 77,10%
2008 144 14.833 6.830 0 2.356 6.216
% 0,66% 68,02% 31,22% 0,00% 27,48% 72,52%
> Dipartimenti di Ricovero (ammissione)
La suddivisione dell’attività prodotta nel 2008 per Dipartimento
di ricovero (ammissione) mette in evidenza che la maggior parte
dei ricoveri ospedalieri, sia in regime ordinario che diurno, pari al
25% è assorbita dall’area Materno Infantile (in particolare Oste-
tricia e Ginecologia, Pediatria e Neonatologia), seguita dall’area
Chirurgica (21%), in particolare Chirurgie generali, Oculistica e
Otorinolaringoiatria e dall’Area Medica (17%), in particolare Me-
dicine interne.
Analizzando il trend dei ricoveri dal 2006 al 2008, inclusi i ricoveri
presso il nido, Tabella 2.3.36, emerge un andamento sostanzial-
mente stabile in tutti i Dipartimenti ad eccezione del Dipartimento
di Emergenza-Urgenza, dove il calo dei ricoveri ordinari è dovuto
all’attivazione dei posti letto di Osservazione Breve Intensiva (OBI)
presso la Medicina d’urgenza.
Tabella 2.3.36 – N° ricoveri per Dipartimento di ammissione
Ricoveri DH 2006 DO 2006 TOT 2006 DH 2007 DO 2007 TOT 2007 DH 2008 DO 2008 TOT 2008
Dip. CARDIO-TORACO-VASCO-
LARE E DI AREA CRITICA1.140 5.286 6.426 1.098 5.379 6.477 1.077 5.459 6.536
Dip. CHIRURGIE GENERALI E
SPECIALISTICHE3.496 6.424 9.920 3.610 6.536 10.146 3.742 6.317 10.059
Dip. EMERGENZA-URGENZA 1.477 1.477 1.502 1.502 1.321 1.321
Dip. MEDICINA INTERNA E
SPECIALITA' MEDICHE2.180 5.930 8.110 2.240 5.942 8.182 2.343 5.855 8.198
Dip. NEURO-MOTORIO 1.597 3.777 5.374 1.522 3.867 5.389 1.446 3.991 5.437
Dip. ONCO-EMATOLOGICO E
DI MALATTIE INFETTIVE2.394 1.637 4.031 2.283 1.706 3.989 2.400 1.733 4.133
Dip. OSTETRICO GINECOLOGI-
CO E PEDIATRICO4.285 7.601 11.886 4.268 7.883 12.151 4.317 7.966 12.283
76
Tabella 2.3.37 – Valore economico produzione per dipartimento di dimissione
Valore economico DH 2006 DO 2006 TOT 2006 DH 2007 DO 2007 TOT 2007 DH 2008 DO 2008 TOT 2008
Dip. CARDIO-TORACO-VASCO-
LARE E DI AREA CRITICA2.546.802 29.753.311 32.300.113 2.392.491 30.472.517 32.865.008 2.324.560 30.596.948 32.921.508
Dip. CHIRURGIE GENERALI E
SPECIALISTICHE4.393.401 19.557.895 23.951.296 4.681.440 20.534.278 25.215.717 4.719.262 19.925.417 24.644.679
Dip. EMERGENZA-URGENZA 3.932.852 3.932.852 4.102.826 4.102.826 4.175.423 4.175.423
Dip. MEDICINA INTERNA E
SPECIALITA' MEDICHE4.036.960 20.686.898 24.723.858 4.356.799 21.668.445 26.025.244 4.681.019 21.964.073 26.645.092
Dip. NEURO-MOTORIO 2.366.272 16.802.413 19.168.685 2.267.183 18.570.221 20.837.404 2.149.157 19.645.129 21.794.285
Dip. ONCO-EMATOLOGICO E
DI MALATTIE INFETTIVE9.611.099 8.145.023 17.756.122 10.041.481 9.265.548 19.307.028 10.197.671 9.378.026 19.575.698
Dip. OSTETRICO GINECOLOGI-
CO E PEDIATRICO6.146.300 12.384.978 18.531.278 6.243.609 13.202.399 19.446.007 6.269.083 13.182.742 19.451.825
Grafi co 2.3.5
2.3.4.d) Complessità della Casistica Trattata
> Peso medio DRG
La complessità dell’attività erogata nell’ambito della degenza,
viene valutata attraverso il Sistema di Classifi cazione D.R.G.s dei
ricoveri (Diagnosis Related Groups), sistema nato in America ed
adottato in molti paesi Europei tra cui nel 1995, anche in Italia a
livello nazionale. In breve il sistema DRG si può defi nire come un
sistema isorisorse, in quanto orientato a descrivere la complessi-
tà dell’assistenza prestata al paziente, partendo dal principio che
malattie simili, trattate in reparti ospedalieri simili, comportano
approssimativamente lo stesso consumo di risorse umane e ma-
teriali. Operativamente il sistema assegnando, tramite un algo-
ritmo, ad ogni episodio di ricovero un peso o punto in funzione
delle risorse assorbite, indirettamente fornisce un’indicazione
della complessità clinica trattata. Analizzando quindi la comples-
sità della casistica trattata al S.M.Nuova nel triennio 2006-2008,
Tabella 2.3.38, suddivisa per regime di ricovero si evidenzia un
incremento del punto medio DRG sia in Degenza Ordinaria che in
day Hospital
All’interno dell’Azienda Ospedaliera il trend crescente di comples-
sità osservato dal 2006 al 2008 ( pm=1,06 _ pm=1,07_ pm=1,09) è
ascrivibile alla degenza ordinaria in quanto il day hospital si sta-
bilizza su un peso medio pari a 0,90 punti drg. Il confronto con
l’azienda territoriale viene effettuato al netto dell’attività del pri-
vato accreditato.
Spostando la valutazione sul valore economico dell’attività, in un
certo modo rappresentativo della complessità del ricovero, si evi-
denzia che la produzione aziendale è riconducibile principalmen-
te anche per il 2008 al Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare e
di Area Critica (21%), seguito sia dal Dipartimento delle Medicine
(18%) che delle Chirurgie (17%). Valutato che la variazione media
della produzione economica nel triennio 2006-2008 è stata di un
+6%, si osserva che tutti i singoli Dipartimenti hanno contribuito
con valori oscillanti tra il +2% e il +14%, Tabella 2.3.34.
Tabella 2.3.38– peso medio DRG per regime di ricovero
AZ. OSP. REGGIO E.(inclusi neonati sani)
peso medio do
peso medio
dh
peso medio totale
2006 1,14 0,90 1,06
2007 1,15 0,90 1,07
2008 1,19 0,89 1,09
Az. USL REGGIO E. *(inclusi neonati sani)
peso medio do
peso medio
dh
peso medio totale
2006 0,91 0,81 0,88
2007 0,92 0,83 0,89
2008 0,90 ,0,87 0,90
*(escluse le strutture private )
diff. Az. OSP. Az. USL.peso
medio do
peso medio
dh
peso medio totale
2006 0,23 0,09 0,19
2007 0,23 0,07 0,18
2008 0,28 0,02 0,20
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Tabella 2.3.39 – Peso medio DRG in Degenza Ordinaria per disciplina di dimissione
903-AOSP REGGIO E. DISCIPLINE(dimessi)
Peso medio D.R.G.s degenza ordinaria
anno 2006 anno 2007 anno 2008
005-ANGIOLOGIA 1,65 1,16 1,22
008-CARDIOLOGIA 1,77 1,8 1,78
009-CHIRURGIA GENERALE 1,43 1,42 1,40
013-CHIRURGIA TORACICA 2,2 2,13 2,11
014-CHIRURGIA VASCOLARE 2,14 2,18 2,24
018-EMATOLOGIA 2,92 2,95 3,42
019-MAL.ENDOCRINE/DIABETOLOG. 0,79 0,96 chiuso
021-GERIATRIA 0,99 1,04 1,08
024-MALATTIE INFETTIVE E TROPICALI 1,34 1,32 1,35
026-MEDICINA GENERALE 1,02 1,05 1,10
029-NEFROLOGIA 1,48 1,49 1,55
030-NEUROCHIRURGIA 1,24 1,35 1,59
031-NIDO 0,4 0,15 0,16
032-NEUROLOGIA 1,35 1,35 1,36
033-NEUROPSICHIATRIA INFANT. 0,73 0,71 0,69
034-OCULISTICA 0,66 0,66 0,65
036-ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA 1,23 1,33 1,26
037-OSTETRICIA E GINECOLOGIA 0,58 0,58 0,57
038-OTORINOLARINGOIATRIA 0,99 0,96 0,93
039-PEDIATRIA 0,69 0,7 0,63
043-UROLOGIA 1,02 1 0,94
049-TERAPIA INTENSIVA (RIANIMAZIONE) 6,79 6,27 5,45
050-UNITA’ CORONARICA 2 2,01 1,78
051-ASTANTERIA ( MEDICINA D’URGENZA) 0,84 0,84 0,91
061-MEDICINA NUCLEARE 1,16 1,16 1,15
062-NEONATOLOGIA 2,07 2,16 1,98
068-PNEUMOLOGIA 1,46 1,52 1,61
071-REUMATOLOGIA 0,99 0,91 0,86
073-TERAPIA INTENSIVA NEONAT. 2,86 2,54 1,5
Discipline mediche chirurgiche terapie intensive
Focalizzando nel dettaglio l’attenzione sull’andamento dei pesi
medi per disciplina di dimissione, Tabella 2.3.39, nel triennio
di riferimento e nell’ambito dei ricoveri ordinari (con pernotta-
mento) si osserva che tra le discipline di dimissione spiccano per
complessità quelle riguardanti le terapie intensive (rianimazione),
seguite da quelle specialistiche sia di tipo chirurgico quale la chi-
rurgia toracica, la chirurgia vascolare, otorinolaringoiatria, che di
tipo medico e tra queste degne di segnalazione sono l’ematologia
con l’attività di trapianto di midollo osseo e la cure di leucemie e
linfomi, la medicina nucleare con trattamenti radiometabolici, la
reumatologia ,le malattie infettive, la pneumologia ….)
79
>Casistica ad Elevata Complessita’
(peso medio DRG > 2.5)
Valutando sul totale dei dimessi, la percentuale dei pazienti che
hanno generato degenze ordinarie particolarmente impegnative
ossia con un peso drg superiore a 2,5 punti, si registra presso
l’Azienda Ospedaliera S.Maria Nuova di Reggio Emilia un trend
crescente di complessità nel triennio 2006-2008 con il picco del
7,6% nell’anno 2008.
2.3.4.e) Ricoveri Potenzialmente Inappropriati
La casistica di ricoveri “potenzialmente inappropriati” secondo la
delibera di giunta regionale 1872/2004, include un elenco di codici
DRG ad alto rischio di inappropriatezza organizzativa se gestiti in
regime ordinario con durata di degenza maggiore di 1 giorno per
pazienti con un’età compresa tra 16 e 64 anni, ,, per i quali in via
prioritaria è auspicabile un diverso setting assistenziale, quale ri-
covero diurno o, se possibile, il percorso ambulatoriale.
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Tabella 2.3.41 – Ricoveri potenzialmente inappropriati
AOSP
REGGIO E.
Ricoveri con DRG indivi-
duati da DGR 1872/04"Totale ricoveri per acuti”
% ricoveri inappropriati
sul totale ricoveri
% ricoveri inappropriati
sul totale ricoveri Azien-
de Ospedaliere EMILIA
ROMAGNA
2006 1.170 44.940 2,6% 3,1%
2007 1.210 45.579 2,7% 3,0%
2008 1.158 45.821 2,5% 3,0%
Nella tabella 2.3.41, si osserva pertanto che la percentuale di
“inappropriatezza gestionale“ al S. Maria Nuova permane so-
stanzialmente stabile nel triennio esaminato, con un valore che
si ferma al 2,5% nell’anno 2008; si osservi comunque come que-
sto valore e quello degli altri anni esaminati, si pongano ben al
di sotto della percentuale del 3% di inappropriatezza registrata
come media regionale di tutte le Aziende Ospedaliere della regio-
ne Emilia Romagna.
Prima di esaminare nel dettaglio la tipologia di ricovero che anco-
ra risulta con una gestione “inadeguata” è doveroso sottolineare
che da tempo presso il S.Maria Nuova sono stati attivati percor-
si organizzativi di cura alternativi al ricovero ordinario per molte
delle cosiddette “operating room procedure” ovvero prestazione
da sala operatoria. La gestione di molte attività chirurgiche in re-
gime di day surgery (chirurgia di giorno) è supportata dall’adozio-
ne sia di tecniche chirurgiche mini-invasive che anestesiologiche,
oltre che da strette sinergie tra le varie competenze professionali
coinvolte nel processo di cura. Nonostante gli sforzi tesi a rag-
giungere una migliore performance nella gestione del ricovero,
nella casistica 2008 del S.Maria Nuova permangono ancora criti-
cità sia per discipline chirurgiche che mediche. Per le discipline
chirurgiche si tratta di pazienti caratterizzati generalmente da
una durata della degenza di poco superiore alle 24 ore o spesso,
limitata ad il solo pernottamento post-operatorio. Infatti per molti
di questi pazienti, non vengono soddisfatti i requisiti di eleggibilità
alla Day Surgery (Delibera di Giunta RER - N.ro 2000/559) soprat-
tutto per quanto riguarda:
il rischio anestesiologico (criteri dell’American Society of •Anestesiology - A.S.A.: appartenenza a classi I e II)
i criteri socio-familiari soprattutto per pazienti anziani e/o •coloro che vivono soli e per i quali non viene garantita nelle
immediate 24 ore post-intervento un’adeguata assistenza
domiciliare.
Si tratta principalmente di interventi di otorinolaringoiatria sulla
laringe, di oculistica, di ortopedia sul ginocchio, di ernia inguina-
le, procedure operative di endoscopia digestiva, ricoveri urgenti
per litiasi renale.
Per le discipline mediche si tratta prevalentemente di pazienti an-
ziani caratterizzati generalmente da patologie croniche a carico
dell’apparato respiratorio (malattie polmonari cronico-ostruttive
COPD), dell’apparato cardiovascolare, (angina, aritmie) del siste-
ma muscolo scheletrico; per questi pazienti l’accesso in ospedale
avviene solitamente con caratteristiche di urgenza.
2.3.4.f) Tempi di Attesa per Prestazioni Di Ricovero
Nelle tabelle successive vengono presentati i tempi di attesa
del triennio 2006-2008, delle prestazioni appartenenti alle AREE
ONCOLOGICA, CARDIOVASCOLARE E GERIATRICA effettuate in
elezione presso l’Azienda Ospedaliera S.Maria Nuova di Reggio
Emilia. Per ogni patologia/intervento di queste aree, l’Accordo sti-
pulato tra Stato e Regioni (vedi Piano Regionale sul contenimento
dei tempi di attesa D.G.R. 1532/2006) impone il rispetto di deter-
minati tempi di riferimento.
> AREA ONCOLOGICA
L’obiettivo è quello di dare una risposta medica o chirurgica, entro
30 giorni di attesa al 100% dei pazienti riferendosi solo alle richie-
ste non urgenti. Tra le prestazioni incluse in questa area si eviden-
za, nel 2008, la buona performance legata ai tempi di attesa per
la chemioterapia svolta in day hospital; positivo, sempre nel 2008,
il risultato osservato per gli interventi in degenza ordinaria per
tumore al colon retto (86,7% dei casi operati entro 1 mese );per
quel che riguarda i tempi di attesa per gli interventi alla mam-
mella, spesso, le pazienti, fanno chemioterapia neoadiuvante
prima di sottoporsi all’intervento, con conseguente allungamento
dei tempi di chiamata all’intervento. E’ da sottolineare il fatto che
la Regione effettua monitoraggio esclusivamente sull’intervento
di mastectomia, che rappresenta solo il 22% circa degli interventi
eseguiti, per tumore alla mammella, presso l’ASMN, mentre la
quadrantectomia e le altre tecniche operatorie costituiscono il
restante 78% circa della tecnica chirurgica utilizzata per l’escis-
sione della neoplasia mammaria, ed hanno tempi di attesa più
aderenti alle direttive regionali.
Tabella 2.3.40 – % casi ordinari di peso drg superiore a 2,5
AOSP REGGIO
E.
Totale ricoveri
ordinari
Ricoveri
ordinari di
peso > 2.5
% ricoveri di
peso > 2.5
sul totale
2006 32.132 2.221 6,9%
2007 32.801 2.315 7,1%
2008 32.642 2.493 7,6%
80
Stabili anche nel 2008, i dati relativi ai tempi di attesa per l’in-
tervento chirugico di tumore maligno alla prostata svolto in regi-
me ordinario mentre sono un po’ migliorati i tempi di attesa per
l’intervento di tumore all’utero, entrambi con l’obiettivo entro 30
giorni di attesa. Anche per quanto riguarda il tumore alla prostata
si verifi ca che spesso il paziente viene inserito molto precoce-
mente nella lista d’attesa, quando ancora sono in corso accerta-
menti e trattamenti propedeutici l’intervento chirurgico stesso (
Tabella 2.3.42 – Tempi attesa ricovero in area oncologica
AREA ONCOLOGICA AnnoTotale
ricoveri0 gg. (%)
1-30 gg. (%)
1-60 gg. (%)
1-90 gg. (%)
1-120 gg. (%)
1-180 gg. (%)
>180 gg. (%)
CHEMIOTERAPIA (DH)
2006 104 2,9 98,0 99,0 99,0 100,0 100,0 0,0
2007 106 0,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 0,0
2008 1.114 0,7 95,8 99,7 99,7 99,7 99,8 0,2
INTERVENTO CHIRURGICO TUMORE UTERO (regime ordinario)
2006 35 8,6 68,8 81,3 87,5 93,8 93,8 6,3
2007 31 9,7 85,7 96,4 96,4 96,4 100,0 0,0
2008 29 0,0 86,2 96,6 100,0 100,0 100,0 0,0
INTERVENTO CHIRURGICO TUMORE COLON RETTO (regime ordinario)
2006 180 0,0 95,6 99,4 99,4 100,0 100,0 0,0
2007 161 0,6 97,5 98,1 98,1 100,0 100,0 0,0
2008 166 0,6 86,7 96,4 97,6 98,8 99,4 0,6
INTERVENTO CHIRURGICO TUMORE PROSTATA (regime ordinario)
2006 97 8,2 32,6 70,8 86,5 96,6 98,9 1,1
2007 53 9,4 64,6 93,8 100,0 100,0 100,0 0,0
2008 70 0,0 60,0 87,1 94,3 97,1 100,0 0,0
INTERVENTO CHIRURGICO TUMORE MAMMELLA - MASTECTOMIA (regime ordinario)
2006 69 1,4 92,6 97,1 100,0 100,0 100,0 0,0
2007 55 0,0 98,2 100,0 100,0 100,0 100,0 0,0
2008 60 0,0 75,0 98,3 100,0 100,0 100,0 0,0
radioterapia e chemioterapia neoadiuvanti );
questo percorso terapeutico preliminare allunga l’intervallo di at-
tesa per l’intervento, protraendolo oltre il mese. Tuttavia già entro
i 60 giorni, l’indicatore percentuale, che misura i tempi d’attesa
per le patologie neoplastiche degli apparati genitali maschile e
femminile, tende al 100% portandosi rispettivamente al 97,1% ed
al 99,4%.
> AREA CARDIOVASCOLARE
L’obiettivo è quello di dare una risposta al 50% dei pazienti non
urgenti in lista d’attesa entro 60 giorni ed al 90% dei pazienti non
urgenti in lista d’attesa entro i 120 giorni d’attesa. Tra le presta-
zioni incluse in questa area si evidenza che la procedura di an-
gioplastica (PTCA) in elezione ed in regime ordinario, anche nel
2008 già entro i 60 giorni di attesa ha esaurito le sue liste d’attesa,
confermando l’ottima performance della struttura di emodinami-
ca aziendale. Si precisa che le sole indagini coronarografi che ef-
fettuate in regime di day hospital si sono evolute e trasformate
in indagini PTCA. In leggera controtendenza i tempi di attesa per
l’intervento chirurgico vascolare sulle carotidi; nei primi due anni
esaminati, entrambi gli obiettivi del 50% a 60 giorni e del 90% a
120 giorni, vengono ampiamente superati, per poi subire un al-
lungamento nel 2008, probabilmente legato anche all’aumento
del numero degli interventi
Tabella 2.3.43– Tempi attesa ricovero in area cardiovascolare
AREA CARDIOVASCOLARE AnnoTotale
ricoveri0 gg. (%)
1-30 gg. (%)
1-60 gg. (%) *
1-90 gg. (%)
1-120 gg.
(%)#
1-180 gg. (%)
>180 gg. (%)
CORONAROGRAFIA (DH)
2006 7 0 100 100 100 100 100 0
2007 nd nd nd nd nd nd nd nd
2008 1 0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 0,0
ENDOARTERIECTOMIA CAROTIDEA (regime ordinario)
2006 134 1,5 32,6 62,9 84,8 96,2 98,5 1,5
2007 143 0 27,3 60,1 86 93 98,6 1,4
2008 158 0 19,0 33,5 65,8 81,0 95,6 4,4
ANGIOPLASTICA (PTCA) (regime ordinario)
2006 384 0,5 83,5 98,2 99,5 100 100 0
2007 325 0,6 95,4 99,4 99,4 99,4 99,7 0,3
2008 256 0,4 98,0 100,0 100,0 100,0 100,0 0,0
81
Tabella 2.3.44 – Tempi attesa ricovero in area geriatrica
AREA GERIATRICA AnnoTotale
ricoveri0 gg. (%)
1-30 gg. (%)
1-60 gg. (%)
1-90 gg. (%)
1-120 gg. (%)
1-180 gg. (%)
>180 gg. (%)
CATARATTA (DH - AMBULATORIALE)
2006 ricov.
313 3,2 10,9 20,1 33,7 39,6 91,7 8,3
2006 ambul.
753 12,7 40,5 48,9 58,3 69,6 91,0 9,0
2007 ricov.
72 20,8 59,6 87,7 93,0 96,5 98,2 1,8
2007 ambul.
1.524 2,4 6,0 10,9 21,2 42,5 85,4 14,6
2008 ricov.
58 3,5 43,6 80,0 87,3 90,9 98,2 1,8
2008 ambul.
1.458 0,26 5,55 nd 19,9 nd 58,65 41,29
INTERVENTO PROTESI D’ANCA (regime ordinario)
2006 97 0 8,2 22,7 49,5 69,1 90,7 9,3
2007 136 0 6,6 20,6 32,4 36,8 60,3 39,7
2008 143 5,6 3,7 10,4 19,3 28,1 55,6 44,4
Tabella 2.3.45– Tempi Attesa Intervento Chirurgico Polmone
PRESTAZIONI PER LE QUALI E’ ATTIVATO IL MONITORAGIO REGIONALE
AnnoTotale
ricoveri0 gg. (%)
1-30 gg. (%)
1-60 gg. (%)
1-90 gg. (%)
1-120 gg. (%)
1-180 gg. (%)
>180 gg. (%)
INTERVENTO CHIRURGICO POLMONE (regime ordinario)
2006 137 4,4 75,6 96,9 98,5 98,5 99,2 0,8
2007 165 7,3 82,4 96,7 97,4 99,3 100 0
2008 173 6,9 84,5 96,9 100,0 100,0 100 0
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> AREA GERIATRICA
La terza area oggetto di controllo dall’Accordo Stato-Regioni è
quella Geriatrica nella quale vengono monitorati sia l’intervento
di cataratta, effettuati in regime di day hospital ed ambulatoriale,
che l’intervento di protesi d’anca in degenza ordinaria.
- INTERVENTO DI CATARATTA
(DAY HOSPITAL ED AMBULATORIALE)
Dal 2006 al 2008 continua presso la struttura complessa di Ocu-
listica del S.M. Nuova il processo di trasferimento della gestione
dell’intervento di cataratta dal regime diurno (dh) al regime am-
bulatoriale (day service) in linea con le vigenti disposizioni regio-
nali. Anche nell’anno 2008, il volume complessivo delle procedure
gestite sia in day hospital (che rimane riservato ai pazienti clinica-
mente più critici) che in day service, è numericamente importan-
te, anche se nel 2008 c’è una lieve fl essione, legata in parte anche
alle molteplici attività della S.C. di oculistica, fra le quali la chirur-
gia per le patologie retiniche ed il trattamento iniettivo intravitrea-
le con farmaci Anti Vegf per la cura delle degenerazioni maculare.
Come diretta conseguenza della voluminosa attività svolta dalla
S.C. di Oculistica, soprattutto in regime ambulatoriale, anche nel
2008 si osserva un difettoso raggiungimento dell’obiettivo del
50% dei casi trattati entro 90 giorni di attesa (20% circa dei casi
trattati)e del 90% entro i 180 giorni di attesa.
- INTERVENTO DI PROTESI ALL’ANCA
L’attività di implantologia protesica dell’anca, eseguita in degen-
za ordinaria in elezione nel 2008 presso il S. Maria Nuova, non
riesce a soddisfare gli obiettivi fi ssati a livello regionale (50% de-
gli interventi entro i 90 giorni e 90% degli interventi entro i 180
giorni). A giustifi cazione del risultato negativo osservato è dove-
roso precisare che tale attività programmata (progressivamente
aumentata nel triennio 2006-2008) è fortemente penalizzata da
una rilevante attività di traumatologia svolta in urgenza, ivi in-
clusa quella di implantologia protesica dell’anca, svolta presso
l’ortopedia del S.M. Nuova.
> ALTRE PRESTAZIONI OGGETTO DI MONITORAGGIO: Intervento
Chirurgico al Polmone
Si tratta di attività chirurgica in regime ordinario ed in elezione
oggetto di monitoraggio regionale, ma per la quale attualmente
non sono ancora stati fi ssati obiettivi standard di riferimento.
Analizzando l’andamento aziendale di questa miscellanea di in-
terventi sul polmone, si osserva un trend crescente di casistica
dal 2006 (137 casi) al 2008 (173 casi); la risposta ai pazienti in
attesa di intervento da 30 giorni migliora di anno in anno, raggiun-
gendo, nel 2008, l’ 84,5%.
82
2.3.4.g) Attività di Emergenza-Urgenza
> ACCESSI IN PRONTO SOCCORSO
L’attività nel triennio 2006-2008 di Pronto Soccorso svolta dalla
Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova di Reggio Emilia, valutata
in termini di accessi, viene esaminata sia al proprio interno con
un confronto tra anni, sia rapportandola con l’attività complessiva
degli altri presidi esistenti sul territorio provinciale.
Tabella 2.3.46– Accessi in Pronto Soccorso
ATTIVITA’ DI PRONTO SOCCORSO TRIENNIO 2006/2008
Totale Accessidi cui Accessi PS
Generaledi cui Accessi in
Pediatria
Totale Accessi _ trend rispetto anno
precedente
Azienda Ospedaliera Reggio Emilia
2006 90.189 76.167 14.022 3,76%
2007 90.006 74.989 15.017 -0,20%
2008 90.634 75.768 14.866 0,70%
Azienda USL Reggio Emilia
2006 91.390 2,41%
2007 90.947 -0,49%
2008 94.595 4,01%
Totale Az. Osp + Az. USL
2006 181.579 3,08%
2007 180.953 -0,35%
2008 185.229 2,30%
% Az. Ospedalierasu AUSL
2006 49,67% 0,70%
2007 49,74% 0,14%
2008 48,93% -1,65%
Partendo dall’analisi interna degli accessi di P.S. del S.Maria
Nuova, si osserva che dopo l’incremento osservato tra il 2005 ed il
2006 (+ 3,90%), l’attività si stabilizza, tra il 2006 ed il 2008, attorno
a circa 90.000 accessi (variazione 2008 vs 2006 pari a +0,50%), in
analogia con quanto osservato negli stessi anni negli altri presidi
della provincia. Si riscontra un incremento costante per l’attività
di urgenza pediatrica.
Sempre in termini di accessi di P.S., il contributo percentuale
dell’Azienda Ospedaliera, sul totale provinciale, si mantiene co-
stante negli anni tra il 2006 ed il 2007, con un leggero decremento
nel 2008 scendendo al di sotto della soglia del 49%.
Tabella 2.3.47 – Accessi in PS per Codice Colore
Codice
Bianco
Codice
Verde
Codice
Giallo
Codice
Rosso
2006 12.016 56.899 5.963 1.289
% colore 15,78% 74,70% 7,83% 1,69%
2007 11.400 55.161 7.020 1.408
% colore 15,20 73,56% 9,36% 1,88%
2008 12.070 55.212 7.153 1.333
% colore 15,93% 72,87% 9,44% 1,76%
Grafi co 2.3.6
Per il Pronto Soccorso Generale, analizzando i dati relativi agli
accessi per codice colore e quindi per gravità ed appropriatezza,
si osserva che la prevalenza è rappresentata dalla casistica dei
codici verdi (72,87%) , seguita dai codici bianchi (15,93%), gialli
(9,44%) e rossi (1,76%). Rispetto al 2007 si evidenzia un aumento
degli accessi per codici bianco e verde (+1,08) e dei codici gialli (+
0,47%) e contestuale diminuzione dei codici rossi (-5,3%). L’ac-
cesso della popolazione straniera alla struttura di Pronto Soc-
corso generale ha avuto incremento costante dal 2003 (13% del
totale accessi) al 2008 (16% del totale degli accessi). Per la Pe-
diatria invece si osserva come complessivamente l’accesso degli
stranieri rappresenta il 29% del totale accessi con una variabilità
differente tra i diversi codici colore.
83
> RICOVERI DA PRONTO SOCCORSO
Valutando la percentuale di ricoveri indotti dal P.S. Generale e dal
settore di Urgenza Pediatrica del S. Maria Nuova, che solo recen-
temente (6 febbraio 2008) ha attivato 9 posti letto di osservazione
Breve Intensiva, si osserva che) il valore oscilla tra il 13,8% dell’anno
2006 ed il 13,4% del 2008, valori nettamente superiori rispetto ai ri-
coveri indotti complessivamente dai Presidi USL e esplicativi di una
maggiore complessità clinica degli accessi del Pronto Soccorso del
presidio Ospedaliero Aziendale di Reggio Emilia.
Se confrontiamo i dati relativi alla percentuale dei ricoveri sugli
Tabella 2.3.49 – Ricoverati da PS – Confronto regionale
Accessi e Ricoveri di PRONTO SOCCORSO 2008 /
(Generale e Pediatrico)
Accessi Ricoverati
% ricoverati su
accessi
Az. Osp.
Reggio E.90.634 12.139 13,40%
Az. Osp.
Modena111.048 14.356 12,90%
Az. Osp. Bologna 138.205 24.806 17,90%
Az. Osp. Parma 81.699 15.763 19,30%
Az. Osp. Ferrara 72.795 13.848 19,00%
Tabella 2.3.48 – % Ricoverati da pronto soccorso
(PS Generale + Urgenze Pediatriche)
Accessi Ricoverati% ricoverati su
accessi
Azienda Ospedaliera ASMN
2006 90.189 12.413 13,8%
2007 90.006 12.270 13,6%
2008 90.634 12.139 13,4%
Azienda USL di Reggio Emilia
2006 91.390 9.693 10,6%
2007 90.947 10.062 11,1%
2008 94.595 10.048 10,6%
TOTALE ASMN +AUSL RE
2006 181.9579 22.106 12,2%
2007 180.953 22.332 12,3%
2008 185.229 22.187 12,0%
accessi tra le Aziende Ospedaliere della Regione Emilia Roma-
gna, è possibile constatare come l’Azienda di Reggio Emilia, insie-
me all’Azienda Ospedaliera di Modena, abbiano i più bassi indici
di ricovero.
> OSSERVAZIONE BREVE INTENSIVA (OBI)
In una percentuale variabile di casi variabile tra il 3 e l’8% i pazienti
che giungono in Pronto Soccorso hanno bisogno di osservazione
clinica al fi ne di consentire la defi nizione del corretto percorso
assistenziale loro necessario. Dal mese di febbraio 2008 l’azienda
ospedaliera ASMN ha attivato 9 posti letto di Osservazione Bre-
ve Intensiva (OBI), attivi 24h/24h presso la struttura di Medicina
d’Urgenza. L’unità di Osservazione Breve Intensiva rappresenta
un’area preposta all’assistenza, valutazione e trattamento di pa-
zienti ad alta complessità ma a basso grado di criticità che neces-
sitano di un rapido inquadramento diagnostico o terapeutico del
paziente di norma non inferiore alle 6 ore e non superiore alle 24
ore, per defi nire l’appropriatezza del ricovero e della sua sede o
Tabella 2.3.50 – Ricoveri in OBI
accessi PSdi cui gestiti
in OBI
di cui dimessi
da OBI
% accessi
OBI sul totale
accessi PS
% dimessi da
OBI sul totale
accessi OBI
N° pazienti 75.754 2.646 2.124 3,49% standard 3-8% 80,27% standard 60%
della dimissione.
L’attività di OBI offre un fondamentale contributo nel migliorare
la sicurezza e l’effi cacia delle attività di Pronto Soccorso sia per
il personale che vi opera che per i pazienti e per la struttura ero-
gante, garantendo un miglioramento della qualità delle cure in
funzione del tempo dedicato all’osservazione e del trattamento
dei quadri a complessità moderata.
2.3.4.h) Piano Sangue
In attuazione della delibera dell’Assemblea Legislativa della Re-
gione Emilia Romagna 25.2.2008 n°207, pubblicata sul Bollettino
Uffi ciale della Regione Emilia Romagna in data 08.05.2008, con
la quale è stato approvato il Piano Sangue e Plasma relativo al
triennio 2008/2010, si riportano di seguito gli obiettivi perseguiti
dal Servizio Trasfusionale della nostra Azienda.
1. AUTOSUFFICIENZA REGIONALE DI EMOCOMPONENTI E PLA-
SMA-DERIVATI
L’attività di raccolta del sangue ha registrato nel 2008 un incre-
mento complessivo del 2% rispetto al 2007 ( 23774 vs.23276). , le
unità di globuli rossi trasfuse nel 2008 sono incrementate del
6,8 % (pari a 17401) mentre sono diminuite considerevolmente
le unità eliminate per iperdatazione (294 vs.633).L’incremento di
utilizzo di untà di globuli rosssi ha riguardato prevalentemente i
reparti dell’ASMN e delle Case di Cura. L’attività di recupero di
sangue sia intra che post-operatorio nel corso dell’anno 2008 non
ha registrato signifi cative variazioni .
2. SVILUPPO E INTEGRAZIONE DELLA RETE DELLE STRUTTURE
TRASFUSIONALIIl programma Speciale Sangue della nostra Provincia è stato de-
84
Tabella 2.3.52 – Attività di Donazione Organi
2006 2007 2008
Osservazioni di morte cerebrale 23 27 28
Donazione multiorgano utilizzati 14 17 20
Cornee prelevate 141 81 67
Prelievi multitessuto 0 0 5
Tabella 2.3.53 – Organi Prelevati e Trapiantati
prelevati trapiantati
Cuore 3 3
Fegato 21 18
Rene 23 20
Pancreas 0 0
Polmone 0 0
Intestino 0 0
Totale 47 41
liberato nel 2007 ed è stato costituito il Comitato sul buon uso del sangue, emocomponenti, emoderivati e cellule staminali emopo-ietiche da sangue cordonale a livello provinciale a fi ne 2008.La quantità di plasma inviato alla lavorazione è quantitativamen-te rimasto invariato rispetto l’anno precedente ma è aumentato sia il plasma di tipo A che il plasma di tipo B con contestuale
riduzione della quantità di plasma di tipo C.
3. SICUREZZA TRASFUSIONALE
Dall’11.07.2005 è in corso la sperimentazione regionale per la ri-
cerca del virus B dell’Epatite con metodica NAT-ROCHE.
Sono state espletate inoltre le gare di l’acquisto dei reagenti
per l’esecuzione dei controlli sierologici sulle donazioni di san-
gue in comunione d’acquisto con l’A:Osp. Policlinico di Modena
e si è espletata la gara in AVEN per la fornitura dei test NAT.(
HIV,HCV,HBV)
4. MANTENIMENTO DI UN ELEVATO LIVELLO DI QUALIFICAZIO-
NE DEL PERSONALE
Nel corso del 2008 si sono svolti 3 corsi di formazione del per-
sonale sanitario addetto alla raccolta di sangue presso la sede
AVIS di Reggio Emilia con la partecipazione di circa 60 operatori
sanitari.
5. AUDIT CLINICO
Nel 2002 è stata defi nita ed implementata da parte del gruppo
interaziendale CEU, Unità per l’Effi cacia Clinica, la Linea Guida
sull’Appropriato uso delle emotrasfusioni e gestione del rischio,
in seguito alla quale sono stati organizzati incontri per diffondere
e condividere con i reparti maggiormente interessati le strategie
più effi caci per il buon uso del sangue ed emoderivati. Tale Linea
Guida ha portato signifi cativi miglioramenti con una diminuzione
nella richiesta di sangue ed ha generato stumenti di upgrading,
quali: una proposta di richiesta massima di sangue per tipo di
intervento in chirurgia elettiva (MSBOS) e una procedura per il
recupero del sangue nel post-operatorio.
A partire dal 2002 è stato strutturato un Audit Clinico per valuta-
re l’effi cacia e l’applicazione delle raccomandazioni e verifi care i
cambiamenti apportati rispetto agli standard prefi ssati sulla ap-
propriatezza della richiesta di sangue ed emoderivati e l’indice di
utilizzo delle unità richieste.
Nel corso del 2007, in seguito alla pubblicazione di nuove eviden-
ze scientifi che, si è reso necessario un processo di aggiornamen-
to ed integrazione della nostra Linea Guida con la defi nizione del
percorso per la gestione trasfusionale nell’emorragia massiva
che è stata defi nitivamente implementata nel corso del 2008.
E’ proseguito il monitoraggio delle reazioni avverse in ambito
ospedaliero e nelle sedi di prelievo gestite dall’AVIS Provinciale.
6. SISTEMA INFORMATIVO ED INFORMATIZZAZIONE
Nel corso del 2008 sono stati completati i collegamenti informa-
tici tra le sedi Comunali dell’AVIS Provinciale di Reggio Emilia e le
Unità di raccolta di Castelnuovo Monti e Scandiano con il sistema
informativo del SIT. Ciò consente l’accettazione delle donazioni
di sangue e/o plasma e degli aspiranti donatori on-line e la con-
sultazione dell’archivio storico dei donatori anche dalle Sedi di
prelievo periferiche , ed inoltre la trasmissione dei referti delle
analisi eseguite sulle donazioni ed i controlli periodici dei dona-
Tabella 2.3.51 – Plasma Lavorato
Plasma inviato
alla lavorazione2005 2006 2007 2008
2008Plasma
tipo A 2443,33 2917,62 2660,10 2796.7
Plasma tipo B 2462,02 2707,23 2915,35 2962.41
Plasma tipo C 2973,06 3074,64 2939,88 2749.12
TOTALE 7878,41 8699,49 8515,33 8508.22
tori di sangue.
E’ stato messo a disposizione all’interno del Servizio Trasfusiona-
le un punto informativo dell’AVIS Provinciale.
Nell’ambito del progetto di collegamento informatico con l’AVIS
Provinciale si è giunti alla formulazione di una procedura-regola-
mento tra SIT ospedaliero e AVIS provinciale per l’accesso e l’uti-
lizzo delle informazioni sanitarie concernenti l’attività di raccolta,
controllo e distribuzione del sangue e dei suoi derivati.
2.3.4.i) Attività Trapiantologica
> Attività di Prelievo
In relazione alla tematica relativa all’attività trapiantologia pare
opportuno dare risalto alla profi cua attività del progetto provin-
ciale per l’informazione sulla donazione degli organi e l’organiz-
zazione dell’attività di prelievo. Esiste un coordinamento dell’atti-
vità e un gruppo interaziendale ad hoc, integrato sia sul versante
dell’informazione che dell’organizzazione dell’attività di prelievo
cui le due Aziende continuano a dare impulso. Sul versante in-
formativo sono coinvolte le funzioni URP delle due Aziende che
sono deputate alla raccolta del consenso e alla registrazione del-
la dichiarazione di assenso/dissenso alla donazione nell’apposito
archivio nazionale.
L’anno appena trascorso è stato caratterizzato da un’attività
donativa molto intensa presso l’Azienda Ospedaliera di Reggio
Emilia, abbiamo infatti eseguito 20 prelievi multiorgano, e 28 os-
servazioni di morte cerebrale. L’attività ha impegnato in maniera
costante tutti i Collaboratori del coordinamento locale, in partico-
lar modo gli Infermieri TPM (transplant procurement manager)
che dal 2008 sono diventati 5, essendosi aggiunta una unità che
si è diplomata l’anno scorso ad Imola. Non è stato eccezionale
il numero di cornee prelevate, ma l’obiettivo assegnato è stato
raggiunto, pur con qualche diffi coltà legata all’elevato numero di
non idonei ed al discreto numero di opposizioni.
Il 2008 ha visto l’inizio dell’attività di prelievo multitessuto, che
per motivi organizzativi non si era mai riusciti a realizzare negli
anni precedenti. I donatori multitessuto sono stati infatti 5, e la
soddisfazione è stata notevole fra tutti gli Operatori coinvolti.
È stato redatto un protocollo per la donazione multitessuto ed è
stata completata la check-list del donatore multiorgano per uso
infermieristico.
Anche la nostra Azienda ha partecipato all’accreditamento, svol-
tosi nell’autunno scorso: il giudizio complessivo è stato molto lu-
singhiero ed ha avuto anche l’effetto di stimolare futuri migliora-
menti. Sono proseguiti, nel frattempo, sia l’attività didattica nelle
scuole medie inferiori che i contatti con cittadini e stampa locale
a livello informativo.
85
> Progetto ALMA
Nell’ambito del programma di formazione 2008, il Centro Riferi-
mento Trapianti, in collaborazione con l’Azienda Sanitaria di Reg-
gio Emilia, ha attivato il corso regionale su donazione, prelievo e
trapianto di organi e tessuti “AL-MA advanced”, che rappresenta
il proseguimento del progetto AL-MA già avviato lo scorso anno.
Il corso ha conservato il carattere itinerante, alternandosi nelle
diverse sedi donative della regione con l’accorpamento di alcune
sedi (Piacenza e Fidenza, Reggio Emilia e Guastalla, Cento e La-
gosanto, Rimini e Riccione, Faenza Ravenna e Lugo).
Il corso è rivolto al personale sanitario delle Terapie Intensive e
dei reparti non intensivi della regione coinvolti nel processo dona-
tivo (Medicine, Pronto Soccorso, Chirurgie ecc.).
L’obiettivo del corso è stato quello di aggiornare le conoscenze e
le competenze di tutti gli operatori che lavorano nell’ambito delle
attività di trapianto di organi e tessuti, confrontandosi con le va-
rie esperienze locali. In questo corso si è voluto dare particolare
importanza al prelievo multi tessuto da donatore a cuore fermo.
Il programma si è sviluppato in un’unica giornata di 7 ore, con
lezioni “uniformi” su tutto il territorio regionale, tenute da medici,
infermieri e psicologhe che operano nel campo di attività della
donazione di organi. Il programma del corso ha previsto, nella
prima parte della giornata, una sessione dedicata alla donazione
di organi e tessuti analizzando le varie fasi del processo: identifi -
cazione del donatore a cuore battente e a cuore fermo, diagnosi e
accertamento di morte, mantenimento del donatore a cuore bat-
tente, gestione del donatore a cuore fermo, idoneità del donatore
a cuore battente e a cuore fermo.
Nella seconda parte della giornata sono stati curati gli aspetti or-
ganizzativi; sono stati presentati due modelli organizzativi di rife-
rimento regionale, uno per la donazione a cuore battente, ed uno
per quella a cuore fermo, si è parlato della gestione del donatore
in sala operatoria, ed è stata presentata e discussa la nuova sche-
da informatizzata “Rete Regionale Trapianti-Donazioni di Organi
e Tessuti”.
È stato anche affrontato l’aspetto psicologico del processo dona-
tivo prestando maggior attenzione alla fase di comunicazione del
lutto ed alla richiesta di donazione di organi e tessuti.
A completamento della giornata venivano eseguite esercitazioni
su casi clinici inerenti gli argomenti trattati durante la giornata.
Ai partecipanti è stato fornito il materiale didattico: carpetta a
fogli mobili per appunti e CD con le relazioni relative a tutti gli
argomenti trattati.
Nel corso dell’anno sono state visitate 15 Aziende regionali, han-
no partecipato agli incontri 355 sanitari:
• 300 infermieri
• 45 medici
• 10 tecnici
Un buon ritorno didattico si è potuto rilevare dai test di gradimen-
to ECM che hanno evidenziato, da parte dei discenti, l’apprezza-
mento della metodica usata e del materiale didattico distribuito
(lezioni frontali, esercitazioni, CD). Positivo è stato anche il giu-
dizio sulla didattica; buona capacità da parte dei relatori di tra-
smettere il sapere e di interagire con i partecipanti.
L’organizzazione del corso ha comportato molto impegno ma,
grazie alla disponibilità del corpo docente, alla cortesia dei coor-
dinatori locali che ci hanno accolto presso le loro sedi, ed alla par-
tecipazione sempre attiva ed interessata dei discenti, possiamo
considerare molto positivi i risultati ottenuti. Si sta già lavorando
per organizzare un analogo corso nel 2009.
2.3.4.l) Monitoraggio dell’accordo di Fornitura
> Protocolli di accesso differenziato alle prestazioni specialisti-
che ambulatoriali tramite codice colore
Oggetto della verifi ca è il mantenimento, nel sistema CUP pro-
vinciale, delle agende per prestazioni urgenti differite B (ex codici
verdi) di:
I tempi di attesa per le prestazioni urgenti differite B si sono sem-
pre mantenute nei termini stabiliti dei 7 giorni. Fanno eccezione
le prestazioni di Endoscopia Digestive e le prestazioni di EMG.
Per le prestazioni di Endoscopia Digestiva è stato costituito un ta-
volo di lavoro integrato AUSL/ASMN e Medici di Medicina Genera-
le che ha lavorato sulla defi nizione di criteri di accesso all’esame
urgente, urgente differibile/programmabile/follow-up. Si ritiene
importante sottolineare che un gruppo multiprofessionale a va-
lenza provinciale composto da medici, infermieri e uno statistico
ha già realizzato un percorso di audit con l’obiettivo di omogeneiz-
zare i percorsi, individuare standard di prodotto e indicatori per
la valutazione della performance sia in termini di effi cienza che
di effi cacia. Gli standard clinico assistenziali individuati nell’Au-
dit sono stati estesi anche alle strutture private accreditate della
provincia che erogano prestazioni endoscopiche. A questo è pro-
seguito anche nel 2007 il piano di formazione destinato a tutti i
Distretti Aziendali e alle Strutture Ospedaliere interessate.
Per le prestazioni di EMG sono state effettuate delle rimodulazio-
ni nella gestione delle liste di attesa che ci hanno portato a con-
tenere i tempi entro i 30 giorni stabiliti. Tra le attività effettuate
sono da segnalare:
Aumento dl numero di posti per i codici verdi.•Spostamento della prenotazione sul programma CUP presso •la Struttura di Neurofisiologia con filtro da parte del personale
tecnico.
Tabella 2.3.54 – Organi procurati da donatori cadaveri
N° DONATORI 8
N° TESSUTI 102
Cresta Iliaca 14
Emibacino 2
Fasce 4
Femore Intero 16
Omero Intero 12
Perone 2
Segmenti avambraccio (radio e ulna) 3
Tendini 32
Tibia Intera 16
Retinacolo Mano 1
2.3
Co
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ibu
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Liv
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Tabella 2.3.55 – Prestazioni ad accesso differenziato
PrestazioniTempo max di attesa
per urgenze differite
Ecografie 7 gg.
Eco color doppler 7 gg.
TAC e RMN 7 gg.
Endoscopia Digestiva 7 gg.
Elettromiografia 21-30 gg.
Visite fisiatriche 7 gg.
Visite dermatologiche 7 gg.
86
La mobilità passiva per Ortopedia ed Urologia dei residenti nel
Distretto di Reggio Emilia (che comprende i Comuni di Albinea,
Bagnolo, Cadelbosco di Sopra, Castelnuovo Sotto, Quattro Castel-
la, Reggio Emilia e Vezzano sul Crostolo), valutata con e senza
la passiva extra-regione ( per il 2008 viene riproposta quella del
2007 in quanto il dato è attualmente non disponile), vede dal 2007
al 2008, un calo per l’ortopedia che oscilla dal -4,5% (senza extra-
regione) al -3,73% ( includendo l’extra del 2007) , mentre per la
disciplina di Urologia, sempre dal 2007 al 2008, un incremento
che oscilla dal +6,6% (senza extra-regione) al +5,9% ( includendo
l’extra del 2007). L’incremento percentuale registrato per l’urolo-
gia nel biennio 2007-2008 è comunque notevolmente inferiore a
quello osservato nel biennio 2006-2007, nel quale i valori oscilla-
vano dal +19,3% al +15,3% .
Tabella 2.3.56 – Ricoveri extra-provincia per residenti
nel distretto di Reggio nelle discipline di Ortopedia ed Urologia
senza mobilità extra regione
anno ortopediavariaz. % anno
prec.
difff. anno
prec.urologia
variaz. % anno
prec.
difff. anno
prec.
2008 2186 -4,50% -103 454 6,6% 28
2007 2289 -2,14% -50 426 19,3% 69
2006 2339 357
con mobilità extra regione
anno ortopediavariaz. % anno
prec.
difff. anno
prec.urologia
variaz. % anno
prec.
difff. anno
prec.
2008* 2658 -3,73% -103 503 5,9% 28
2007 2761 -0,83% -23 475 15,3% 63
2006 2784 412
per il 2008* al momento è stato inserito il valore 2007:472 Ortopedia e 49 Urologia
> Mobilita’ Passiva per le discipline di Ortopedia e Urologia
Oggetto di valutazione è il contenimento del numero di casi di mo-
bilità passiva extraprovinciale (pubblico e privato) nei limiti regi-
strati nell’anno 2007, con riferimento alle specialità di ortopedia e
urologia per i residenti nel distretto di Reggio Emilia.
Tabella 2.3.58 – ricoveri in urologia
di pazienti extraprovincia
Mobilità attiva extra-regioneUROLOGIA
anni Ricoveri variaz.% anno prec. diff. anno prec.
2008 106 -33,33% -53
2007 159 -5,36% -9
2006 168
Tabella 2.3.57 – % ricoveri in urgen-
za in Ortopedia
Aziende Ospedaliere
degenza ordinaria di ORTOPEDIA (ammissione)
2008 2007 2006diff.
08-07diff.
07-06
Reggio E. 51% 58% 63% -7% -5%
Parma 52% 50% 50% 2% 0%
Modena 31% 30% 30% 1% 0%
Bologna 59% 55% 58% 4% -3%
Ferrara 49% 47% 51% 2% -4%
> Accesso in urgenza in Ortopedia e Traumatologia
L’accesso in urgenza presso la degenza ordinaria di Ortopedia e
Traumatologia dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia, mostra
un progressivo trend in calo tra il 2006 ed il 2008 passando rispet-
tivamente dal 63% al 51%, in parte giustifi cato dall’incremento,
nello stesso periodo, dell’attività in elezione.
Il valore percentuale del 2008 del SMN si allinea a quello osser-
vato nelle aziende ospedaliere di Parma (52%) e Ferrara( 49%).
Mobilità attiva Urologia
Per quanto riguarda la mobilità attiva urologia, ovvero ricoveri di
pazienti presso la struttura urologua del SMN provenienti da altre
province regionali ed extraregionali, si osserva dal 2006 al 2008,
un signifi cativo trend negativo , più marcato tra il 2007 ed il 2008
(-31%) sia per quella extra regione (-33%) che per quella infra-
regione (-27%)
Mobilità attiva infra-regioneUROLOGIA
anni Ricoveri variaz.% anno prec. diff. anno prec.
2008 86 -27,12% -32
2007 118 16,83% 17
2006 101
Mobilità attiva totaleUROLOGIA
anni Ricoveri variaz.% anno prec. diff. anno prec.
2008 192 -30,69% -85
2007 277 2,97% 8
2006 269
87
2.3.4.m) QUALITA’ DELL’ASSISTENZA
> PARTI CON TAGLIO CESAREO
Tabella 2.3.59 – Parti cesarei eseguiti al SMN
AnnoParti
cesarei
Totale
parti
% cesa-
rei
Media AOSP
di PR-MO-
BO-FE
Media
R.E.R.
2006 670 2.314 28,95%, 33,06% 30,02%
2007 740 2.487 29,75% 35,06% 30,72%
2008 675 2.476 27,26% 34,42% 29,96%
Nel corso degli ultimi 3 anni emerge un’apprezzabile diminuzione
nella percentuale dei tagli cesarei effettuati nell’Az. Ospedaliera
S. Maria Nuova di Reggio Emilia (dal 28,95% del 2006 al 27,26%
del 2008), e il mantenimento dei valori sempre al di sotto della
media regionale e della media del sottogruppo composto dalle
altre 4 aziende ospedaliere della regione (Parma, Modena, Bo-
logna, Ferrara). La tendenza nell’ASMN ad un approccio meno
chirurgico del parto è anche il risultato dell’attività del Gruppo
Multidisciplinare Provinciale che ha lavorato per la defi nizione
della Linea Guida sull’”Appropriatezza dell’assistenza al travaglio
e al parto”, al fi ne di:
Omogeneizzare i comportamenti dei professionisti della •provincia.
Migliorare l’appropriatezza dell’assistenza ostetrica.•Ridurre il numero di Tagli Cesarei nel rispetto della sicurezza •materno-fetale.
Ridurre la mortalità e la morbilità neonatale.•
In contemporanea alla defi nizione della Linea Guida, si è proce-
duto alla progettazione ed esecuzione del corrispondente Audit
Clinico, come strumento per supportare la valutazione della pra-
tica clinico-assistenziale e il miglioramento continuo dell’assi-
stenza al travaglio e al parto con opportuni indicatori di processo
e di esito (percentuale indicazioni al taglio cesareo, tasso di parti
operativi, valutazione del benessere fetale, utilizzo dell’induzione
in relazione all’età gestazionale, utilizzo corretto del partogram-
ma, soddisfazione materna).
> Mortalità intraospedaliera a seguito di alcuni interventi chi-
rurgici in elezione ed a basso rischio.
L’importanza di tenere monitorata la mortalità intraospedaliera
per alcuni interventi chirurgici considerati a basso rischio ed in
elezione è determinante in quanto un buon sistema sanitario deve
sempre tenere presente che nessun atto chirurgico è esente da
rischio e che la risposta alla prestazione sanitaria è differente per
ogni individuo; possono infatti entrare in gioco fattori esterni alla
patologia oggetto di intervento (condizioni cliniche di base, età,
copatologie, ecc.) che possono creare complicanze e determinare
esiti imprevisti anche infausti.
L’accurata analisi effettuata a livello aziendale e regionale deve
rassicurare la cittadinanza sull’attenzione vigile delle strutture
sanitarie anche su prestazioni sanitarie ritenute routinarie o “mi-
nori”.
Per quel che riguarda la situazione dell’Azienda Ospedaliera S.
Maria Nuova di Reggio Emilia, il confronto degli anni 2006 e 2007
mette in evidenza una essenziale stabilità, sostanzialmente in li-
nea con i dati dell’Azienda Usl di Reggio Emilia e della Regione
Emilia Romagna per quel che riguarda le patologie più a rischio
(colecistectomia e prostatectomia, di cui, però, non sono noti i dati
dell’Azienda Usl di Reggio Emilia e della Regione Emilia Roma-
gna); poiché si parla di tassi grezzi e non standardizzati, la per-
centuale di mortalità dell’Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova di
Reggio Emilia risulta leggermente più alta rispetto a quella regio-
nale che opera su numeri molto più grandi.
Per quel che riguarda i due casi di decesso per colecistectomia
nell’Azienda Ospedaliera S.Maria Nuova di Reggio Emilia, nella
fattispecie trattasi non di interventi d’elezione, ma di interventi
urgenti facenti parte di quadri patologici molto più complessi.
> Progetto IQIP
Il Quality Indicator Project iniziò nel 1985 come progetto pilota
nello stato del Maryland su iniziativa di alcuni direzioni ospe-
daliere che volevano integrare i propri dati economici con dati
di performance clinica. Con questo scopo si consorziavano
sette ospedali. Successivamente il progetto ha coinvolto isti-
tuzioni in tutti gli Stati Uniti ed anche all’estero per arrivare
a circa 600 ospedali, di cui più di 150 fuori USA (Gran Bretagn
a,Austria,Germania,Svizzera,Portogallo,Giappone,Taiwan,Sing
apore). Si tratta del più grande progetto e database internazio-
nale relativo ad indicatori di outcome e performance clinica.
Tabella 2.3.60 – Mortalità Interventi basso rischio
AnnoTotale
casi
N. de-
cessi Az.
Osp. di
RE
% mor-
talità Az.
Osp. di
RE
% mor-
talità
Azienda
USL di
RE
% Re-
gione
Emilia
Roma-
gna
ISTERECTOMIA
2006 128 0 0,078
2007 151 0 0,135
2008 120 0 0.029
LAMINECTOMIA
2006 111 0 0,028
2007 123 0 0
2008 113 0 0
COLECISTECTOMIA
2006 278 2 0,719 0,289 0,613
2007 310 2 0,645 0,255 0,522
2008 305 2 0,656 0,294 0,539
PROSTATECTOMIA (COD ICD9CM 602,603,604,605,606)
2006 233 0 - -
2007 204 1 0,490 - -
2008
SOST. ANCA
2006 89 0 0,077
2007 123 0 0,055
2008 132 0 0,263 0,163
SOST. GINOCCHIO
2006 12 0 0,104
2007 39 0 0,089
2008 53 1 1,89 0,098
TOT. INTERVENTI A BASSO RISCHIO
2006 847 2 0,236 0,056 0,208
2007 948 2 0,268 0,056 0,182
2008 723 3 0,415 0,114 0,197
L’Audit Clinico è un’iniziativa condotta da professionisti dedicati
alla cura e assistenza, che cercano di migliorare la qualità e gli
outcome della assistenza attraverso una revisione tra pari, strut-
turata, per mezzo della quale i professionisti esaminano la propria
attività ed i propri risultati in confronto a standard espliciti (Linea
Guida) e la modifi cano se necessario.
2.3
Co
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Liv
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en
zia
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88
La partecipazione è volontaria in ogni paese, ma l’uso degli in-
dicatori IQIP viene ritenuto valido ai fi ni di accreditamento, per
esempio dalla Joint Commission International.
L’azienda ospedaliera ASMS ha aderito al progetto IQIP sin dal
2005 attraverso la misurazione di due Indicatori di Performance
Clinica (i.p.c.): il 4 “mortalità neonatale” ed il 6 “gestione del tra-
vaglio” con il coinvolgimento delle Strutture di Ostetricia e Gine-
cologia e Neonatologia.
Tali indicatori sono utilizzati nel sistema aziendale di governo cli-
nico, come strumenti di confronto nei percorsi di audit clinico e di
“standard di prodotto” nel modello regionale per l’Accreditamen-
to Istituzionale dell’Azienda.
Per quanto riguarda gli audit gli indicatori si sono inseriti in per-
corsi provinciali già strutturati presso la ginecologia-Ostetricia
(appropriatezza nell’assistenza al travaglio ed al parto) e la car-
diologia (audit clinico sui pazienti con IMA ricoverati nelle cardio-
logie della provincia di Reggio Emilia).
Molte strutture hanno già defi nito i propri “standard di prodotto”
defi nendone i fattori di qualità e gli indicatori per la loro valuta-
zione. In quest’ottica si introducono gli indicatori di performance
di IQIP.
Nel 2006 l’Azienda ha ampliato i margini di partecipazione al pro-
getto IQIP aggiungendo, fra gli i.p.c. misurati, anche il 3 “morta-
lità ospedaliera” e nel 2007 utilizzando gli indicatori appartenenti
alla versione 2007 di IQIP, e cioè i set di indicatori adatti al mo-
nitoraggio dei principali rischi per la sicurezza dei pazienti negli
ospedali.
I nuovi set di indicatori scelti sono strettamente connessi fra loro:
coinvolgono i reparti di Cardiologia e UTIC ed il Dipartimento di
Emergenza (Pronto Soccorso); una corretta gestione del paziente
nell’emergenza si rifl ette anche in una migliore prestazione sani-
taria nel suo complesso.
Ogni indicatore scelto dà una dimensione diversa della perfor-
mance clinica, considera eventi che permettono di misurare uno
standard di prodotto che potrà garantire così la migliore espres-
sione di professionalità unita ad un’ottimizzazione delle risorse.
In sintesi gli indicatori che misuriamo riguardano i seguenti end
points:
La mortalità ospedaliera generale e per DRGs•la mortalità neonatale•la gestione del travaglio•
Riammissioni non pianificate (DRG 127, IMA, scompenso •cardiaco)
Riammissioni non pianificate in UTIC (di prossima •misurazione)
Tempo di attesa in Pronto Soccorso•Pazienti che si allontanano dal P.S. prima del completamento •della prestazione
Le modalità di raccolta dei dati sono specifi che per ogni indicato-
re ed utilizzano i database a disposizione dell’azienda subendo un
processo di standardizzazione affi nché la qualità e l’omogeneità
dei dati raccolti ed analizzati sia la migliore possibile.
Vengono attivati sistemi di controllo della qualità del dato raccol-
to in modo simile a quanto è già stato fatto per i primi indicatori
misurati.
Il momento più importante, però, è quando, ricevuta l’analisi dei
dati inviati alla società analizzatrice, arriva il tempo della condivi-
sione in un’ottica di multidisciplinarietà, in quanto la fi nalità della
misurazione degli i.p.c. non è misurare la “qualità” di un’azienda,
(impresa, tra l’altro, impossibile) ma attuare un processo di mi-
glioramento continuo dell’assistenza misurando e valutando gli
indicatori di performance, con possibilità di confronti sia inter-
ni che verso ospedali stranieri e che permettono di valutare la
sensibilità degli indicatori rispetto ad eventuali azioni di miglio-
ramento.
Di seguito vengono messi in evidenza una serie di Indicatori con-
siderati rilevanti. Per ognuno di essi viene illustrano grafi camen-
te il sotto indicatore a maggiore prevalenza.
L’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia è sempre rappresentata
con la linea nera puntata, il gruppo degli ospedali italiani con la
linea blu ed il gruppo mondiali di ospedali che misurano tale in-
dicatore con la linea rossa.
Indicatore 3.1: mortalità in-
traospedaliera totale relativa
a malattie cerebrovascolari
infezioni e infi ammazioni
respiratorie;malattie polmo-
nari ;insuffi cienza cardiaca
e shock;emorragia gastro-
entestinale ;insuffi cienza
renale;malattie infettive
89
2.3
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Indicatore 4.4 mortalità neo-
natale ( nati con peso >= 1801
grammi)
Indicatore 6.1 gestione del
travaglio - primi parti cesarei
90
Indicatore 7.5 riammissioni
non pianifi cate <= 15 giorni
con drg 127 o condizioni cor-
relate.
Indicatore 7.7 riammissioni
non pianifi cate <= 15 giorni
con diagnosi principale IMA o
condizioni correlate.
91
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Indicatore A2.1 pazienti re-
gistrati in P.S. con tempo di
attesa <= 2 ore
Indicatore AC A2.2 pazienti
registrati in P.S. con tempo di
attesa > 2 ore e <= 4 ore.
92
Indicatore AC A2.3 pazienti
registrati in P.S. con tempo di
attesa > 4 ore e <= 6 ore
Indicatore AC A2.4 pazienti
registrati in P.S. con tempo di
attesa > 6 ore
alcuni sotto-indicatori sono allineati con i dati degli altri centri facenti parte del progetto che misurano
questo indicatore, altri hanno un riscontro molto positivo ed, al contrario altri, invece, più negativo. E’
necessaria un’analisi stratifi cata per gravità (codici colore) che a livello internazionale non viene ese-
guita per il diverso tipo di organizzazione dei dipartimenti di emergenza.
93
2.4 Ricerca e didattica
2.4.1 RICERCA
2.4.1.a) Progetti di Ricerca
> SONDAGGI SULL’ATTIVITA’ DI RICERCA
Nel 2008 l’attività di ricerca effettuata dai professionisti dell’Azien-
da Ospedaliera di Reggio Emilia come proponenti di progetti o
come soggetti collaboranti a progetti multicentrici è risultata in
incremento rispetto all’anno 2007; questo risultato è conseguente
allo stimolo rappresentato dai bandi di ricerca Regione Universi-
tà della Regione Emilia Romagna, che si sono aggiunti al Bando
per la Modernizzazione e ai progetti sostenuti dal Programma re-
gionale PRI-ER , e dal Bando Ministeriale per giovani ricercatori,
nell’ambito del quale sono stati presentati 7 progetti di ricerca .
Alla crescita delle attività ha contribuito l’avvio della fase di pro-
gettazione dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifi co
che vede coinvolte tutte le unità aziendali nella proposta di pro-
getti relativi a temi di ricerca particolarmente caratterizzanti
quali i percorsi assistenziali oncologici e l’impiego delle tecnologie
avanzate in ambito diagnostico e terapeutico.
La ricognizione delle attività di ricerca è stata effettuata in modo
sistematico con un sondaggio permanente avviato a fi ne 2007 che,
mediante una scheda elettronica di registrazione dei progetti e dei
loro output, ha consentito di registrare i progetti di ricerca ,divisi
per dipartimenti ed unità operative riportati di seguito.
I Progetti di Ricerca sulle attività scientifi che 2005-2008 censiti dal
sondaggio per singola struttura proponente, Tabella 2.4.1, sono
stati 230, di cui il 47% provenienti dal Dipartimento Onco-Emato-
logico e Malattie Infettive ed il 13% sia dal Dipartimento Medicina
di Laboratorio che dal Dipartimento Chirurgico :
Tabella 2.4.1 – Progetti di Ricerca censiti tra 2005-2008
Oltre i 230 progetti censiti, sono stati attivati altri 32 progetti in
collaborazione con enti ed aziende esterne.
La classifi cazione dei 262 progetti totali per tipologia di attività
porta ad evidenziare che 20 dei progetti censiti sono stesure di
protocolli/procedure, 32 progetti riguardano l’implementazione di
metodiche, 22 consistono nella stesura di linee guida e percorsi
assistenziali, 24 sono revisioni di casistica e 164 sono stati regi-
strati come ricerca
La maggior parte dei progetti registrati è quindi stata classifi cata
come ricerca (63% del totale delle attività scientifi che);
Grafi co 2.4
>PROGETTI DI RICERCA APPROVATI DAL COMITATO ETICO
Oltre ai 262 progetti censiti dal sondaggio sulla ricerca, l’ASMN
sviluppa un intensa attività di ricerca vagliata ed autorizzata dal
Comitato Etico provinciale.
DIPARTIMENTI N. Progetti
Direzione Operativa:
- Servizio Formazione, Innovazione Clinica e
Biblioteca1
Dip. di Area Tecnologico-scientifica e Innovazio-
ne:
- Fisica Sanitaria 18
Dip. Cardio-Toraco-Vascolare:
Chirurgia Toracica 5
Pneumologia 7
Dip. Chirurgie Generali e Specialistiche:
Chirurgia I^ ad indirizzo oncologico 1
Chirurgia generale II^ 1
Endocrinologia 1
Endoscopia Digestiva 18
Otorinolaringoiatria 5
Urologia 1
- Settore di Endoscopia bilio-pancreativa prev./
diagn. precoce tumori del colon-retto2
Dip. di Medicina di Laboratorio:
L.A.C.C. ed Endocrinologia 18
- Laboratorio di Genetica 10
- Laboratorio di Biologia Molecolare 2
Dip. di Medicina Interna e Specialità Mediche:
Medicina II^ 6
Nefrologia e Dialisi 8
Reumatologia 3
Dip. Neuro-motorio:
Geriatria 1
Neurologia 10
Dip. Onco-ematologico e Malattie Infettive:
Anatomia Patologica 5
Ematologia 18
Ematologia D.H. 44
Malattie Infettive 1
Medicina Nucleare 12
Radioterapia 24
Settore PET e Ciclotrone 4
Dip. Ostetrico-ginecologico e Pediatrico:
Settore di Ginecologia Oncologica 2
Ostetricia e Ginecologia 1
Genetica Clinica 1
TOTALE 230
94
Da diversi anni il Comitato Etico utilizza un database che raccoglie
tutti gli studi esaminati e che consente di elaborare, con caden-
za annuale, un report che descrive l’intera casistica, esaminando
le principali caratteristiche al fi ne di evidenziare variazioni nel
tempo. Nel 2008 il Comitato ha proceduto all’acquisto di un nuovo
database, implementato di ulteriori e più accurate informazioni,
frutto del lavoro sinergico dei componenti della segreteria, atto a
produrre anche più precise reportistiche.
Inoltre, la segreteria è responsabile dell’inserimento nell’Osser-
vatorio sulla Sperimentazione Clinica dell’AIFA e quindi in EU-
DRACT dei trials di cui è promotore l’azienda ASMN, degli emen-
damenti a questi protocolli e dei loro avvii e chiusure, ai sensi del
D.Lgs n. 211/2003 e del recente D.M. 21.12.2007, che ha previsto
precisi compiti, funzioni e responsabilità per le segreterie dei CE
demandando alle stesse la sorveglianza accurata della corret-
tezza della documentazione che devono produrre i promotori, ai
sensi della normativa .
Al 31.12.2008 risultavano attivati presso l’ASMN 320 studi/proget-
ti approvati dal Comitato Etico provinciale, di cui 86 attivati nel
2008 e 234 attivati negli anni precedenti ma ancora in corso di
sviluppo.
La rappresentazione statistica dei progetti attivati per struttura
evidenzia una situazione abbastanza disomogenea, che vede una
prevalenza di progetti attivati per le strutture afferenti al Dipar-
timento Onco-ematologico e di Malattie Infettive, come si evince
anche dalla prossima tabella che raccoglie informazioni anche
sulla tipologia degli studi.
Tabella 2.4.3 –Studi attivi al 31-12-2008
per tipologia e per dipartimento
TIPOLOGIA STUDIO
Dipartimento
GE
NE
TIC
A
OS
SE
RV
AZ
ION
AL
I
SP
ER
IME
NTA
LI
TO
TA
LE
Cardio-Toraco-
Vascolare e di Area
Critica
0 17 27 44
Chirurgie Generali
e Specialistiche0 7 6 13
Comitato Etico 0 1 0 1
Diagnostica per
Immagini0 2 1 3
Emergenza-Ur-
genza0 2 0 2
Medicina Interna e
Specialità Mediche1 18 51 70
Medicina di Labo-
ratorio1 0 0 1
Neuro-Motorio 1 17 18 36
Oncoematologia e
Malattie Infettive1 25 124 150
TOTALE 4 89 227 320
Tabella 2.4.2 – Studi/Ricerche autorizzati dal CE provinciale
2008
STUDI
ATTIVATITotale
2008anni pre-
cedenti
1^ Medicina 5 10 15
2^ Medicina 1 5 6
3^ Medicina 3 5 8
Anestesia e Rianima-
zione2 3 5
Angiologia Medica 3 11 14
Biologia Molecolare 0 1 1
Chirurgia I 0 1 1
Chirurgia Toracica 1 1 2
Chirurgia Vascolare 0 2 2
Comitato Etico 0 1 1
Degenza Cardiologica
Reggio Emilia1 2 3
Degenza Cardiologica
Castel. Monti2 2 4
Dermatologia 0 1 1
Diagnostica e Inter-
ventistica Cardiolo-
gica
8 15 23
Ematologia 12 35 47
Endocrinometabolica 1 2 3
Endoscopia Digestiva 1 2 3
Lungodegenza 0 1 1
Malattie Infettive 0 9 9
Medicina d'Urgenza
e PS1 1 2
Medicina Nucleare 3 1 4
Nefrologia e Dialisi 3 2 5
Neurofisiologia
clinica0 4 4
Neurologia 4 12 16
Oculistica 0 1 1
Oncologia Medica 21 66 87
ORL 1 1 2
Ortopedia 0 1 1
Ostetricia e Gineco-
logia1 11 12
Pediatria 0 1 1
Pneumologia 2 3 5
Radiologia 1 2 3
Radioterapia Onco-
logica2 1 3
Reumatologia 6 14 20
Unità di Riabilitazio-
ne gravi disabilità
infantili
1 1 2
Urologia 0 3 3
Totale 86 234 320
95
Circa i due terzi dei progetti propone la valutazione sperimenta-
le di farmaci, dispositivi, strategie terapeutiche, percorsi di cura.
Una tipologia di recente identifi cazione (ultimi 2 o 3 anni) è quella
degli studi aventi ad oggetto indagini di tipo genetico su casistiche
circoscritte di pazienti trattati (farmacogenetica) o di carattere
epidemiologico (ad es. espressione del gene nella coorte x..)
Anche nel 2008 appare rilevante la quota di studi osservazionali
(longitudinali, retrospettivi o caso/controllo) sia promossi dall’in-
dustria, sia di carattere non-profi t che rappresentano il 21 % del-
le domande complessivamente esaminate (86).
Tabella 2.4.4 –Studi attivati nel 2008
per tipologia e per dipartimento
TIPOLOGIA STUDIO
Dipartimento
GE
NE
TIC
A
OS
SE
RV
AZ
ION
AL
I
SP
ER
IME
NTA
LI
TO
TA
LE
Cardio-Toraco-
Vascolare e di Area
Critica
0 7 9 16
Chirurgie Generali
e Specialistiche0 0 3 3
Diagnostica per
Immagini0 1 0 1
Emergenza-Ur-
genza0 1 0 1
Medicina Interna e
Specialità Mediche0 4 17 21
Neuro-Motorio 0 2 4 6
Oncoematologia e
Malattie Infettive1 3 34 38
TOTALE 1 18 67 86
Un risultato nuovo e decisamente interessante è rappresenta-
to dal numero crescente di studi coordinati da strutture ASMN
(Centri coordinatori in studi multicentrici o promotori di progetti
di studio monocentrici).
Tabella 2.4.5– Progetti di cui le strutture ASMN sono coordinatori
N
1^ Medicina 1
Anestesia e Rianimazione 1
Chirurgia Toracica 1
Diagnostica e Interventistica Cardiologica 1
Ematologia - Day Hospital Ematologico 3
Endoscopia Digestiva 1
Medicina d'Urgenza e PS 1
Medicina Nucleare 2
Oncologia Medica 1
ORL 1
Reumatologia 2
TOTALE 15
La distribuzione in questo caso è più omogenea tra le diverse
strutture perché si tratta spesso di progetti nati dall’idea dei sin-
goli sperimentatori e qui sviluppati come fase pilota prima di
valutarne una condivisione con altri centri.
Diverso è il discorso dei progetti promossi dalla Medicina Nucle-
are che vengono attivati in ambito terapeutico o diagnostico per
consentire l’impiego dei radiofarmaci marcati sintetizzati local-
mente a partire da materie base e considerati sul piano norma-
tivo “sperimentali” e disciplinati alla stessa stregua delle speri-
mentazioni cliniche di farmaci, ai sensi del D.Lgs 211/2003 e del
D.M. 21.12.2007.
2.4.1.b) Finanziamenti
>Contributi Pubblici e Privati per la Ricerca
Nel triennio 2006-2008 l’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia
ha ricevuto fi nanziamenti pubblici e privati indipendenti per un
importo complessivo di quasi 2.700.000 € , quali contributi re-
gionali e ministeriali relativi alla ricerca, quali studi fi nanziati da
Università, Regione, Ministero, nonché fi nanziamenti relativi alla
ricerca indipendente commissionata da privati (sperimentazioni/
studi clinici).
Tabella 2.4.6 – Totale Contributi Pubblici
e Privati (valori economici) – triennio 2006-2008
2006 2007 2008
Finanziamenti Pubblici Italiani
(Atenei, Ministeri, altri)155.719 163.629 328.406
Finanziamenti privati italiani
(Fondazioni, associazioni,
altri)
50.000 40.000
Ricerca Commissionata 683.294 437.470 823.625
Totale 889.013 641.099 1.152.031
Nel triennio 2006-2008 si segnalano in particolare, per entità eco-
nomica:
contributo per progetto di modernizzazione 2006-2008 da parte
della Regione Emilia-Romagna per un totale di € 203.000;
Progetti ricerca Regione/Università 2007-2009 per un totale di
€ 139.144,00;
contributi per Ricerca finalizzata ex art 12 L.502/92 per un to-
tale di € 48.500,00.
Per quanto riguarda la ricerca commissionata, le unità operative
maggiormente coinvolte sono:
Oncologia medica per un totale nel triennio pari ad €
335.829,20;
Reumatologia per un totale nel triennio pari ad € 267.302,66;
Angiologia per un totale nel triennio pari ad € 175.626,91;
Diagnostica ed Interventistica Cardiologica per un totale nel
triennio pari ad € 220.384,46 .
> Fonti di fi nanziamento per progetti
di ricerca approvati dal Comitato Etico
Per quanto riguarda le fonti di fi nanziamento dei progetti di ricerca
approvati dal Comitato Etico e avviati nel 2008 si può certamente af-
fermare che rimane elevata la quota degli studi promossi da aziende
farmaceutiche (37%) e da vari promotori non-profi t come Fonda-
zioni, Istituti di Ricerca e Associazioni Scientifi che (38%), ma è via via
crescente la quota di studi non - profi t fi nanziati nell’ambito di Bandi
AIFA (8 casi) ed il numero di progetti nati all’interno dell’azienda e da
essa direttamente sostenuti (11 casi). In totale il numero di sponsor
profi t coinvolti nei progetti autorizzati sono stati 16 nel 2008.
2.4
Ric
erc
a e
did
att
ica
96
Tabella 2.4. 7
Fonti di fi nanziamento progetti CE 2008
N %
n° progetti
finanziati da:Regione Emilia Romagna 0
Azienda Ospedaliera S.M.N.
di Reggio Emilia11 12,8
Bandi AIFA 8 9,3
Fondazioni, Istituti di ricerca,
Società Scientifiche 33 38,4
Programmi Ministero della
Salute2 2,3
Unione Europea 0 .
Promotori profit 32 37,2
Totale Progetti 86 100
n° soggetti Sponsor Profit 16
Grafi co 2.4.2
Per quanto riguarda il valore economico dell’attività autorizzata
dal CE si rileva che l’introito registrato dall’A.S.M.N. nell’anno
2008 ammonta complessivamente ad oltre € 800.000 inclusi i co-
sti omnicomprensivi sostenuti dalla struttura per la conduzione
delle ricerche, (+20% rispetto al 2006).
Tale importo è relativo a pagamenti effettuati esclusivamente
dalle Aziende Farmaceutiche per la conduzione di studi già in
corso ed attivati certamente negli anni precedenti (poiché si trat-
ta di tranches di pagamenti corrisposti per attività di studio già
svolta).
Per quanto riguarda gli studi attivati nel 2008, di cui sopra, si re-
gistrerà il relativo introito nei prossimi anni.
> Finanziamenti per programma di modernizzazione
Nel 2008 sono state predisposte e presentate le richieste di co-
fi nanziamento regionale nell’ambito del Programma di incenti-
vazione alla modernizzazione che hanno avuto esito positivo nel
gennaio 2009 per n. 3 progetti di cui l’Azienda SMN è capofi la:
La condivisione dei saperi delle aziende sanitarie della pro-•vincia di Reggio Emilia per i professionisti 2008: la Banca dei
Saperi Scientifici
Applicazioni dell’imaging multimodale a pazienti affetti da pa-•tologie cerebrali oncologiche o degenerative
Modello organizzativo e professionale di medicina periopera-•toria: avvio e implementazione fase pre-operatoria
Per questi 3 progetti la Regione Emilia Romagna stanzierà un to-
tale di € 95.000 a titolo di cofi nanziamento.
Tabella 2.4.8 A – Pubblicazioni
DIPARTIMENTI N° pubblicazioni Impact factor grezzo
Area Cardio-Toraco-Vasc. 2006 2007 2008 2006 2007 2008
Anestesia e Rianimazione 2 3 1 0,20 2,54 2,53
Cardiologia 8 7 5 15,83 47,27 23,15
Chirurgia Toracica 8 2 2 10,82 5,08 4,88
Chirurgia Vascolare 2 5,07
Pneumologia 3 3 3 1,67 0,30 7,74
21 17 11 28,52 60,26 38,31
Chirur. Generali e Specialist. 2006 2007 2008 2006 2007 2008
Chirurgia Laparoscopica
Endocrinologia 1 1 3 0,10 3,67 3,87
Endoscopia Digestiva 6 3 8,43 6,92
Oculistica 1 7,68
Urologia 1 2,96
7 6 3 8,53 21,23 3,87
Diagnostica per Immagini 2006 2007 2008 2006 2007 2008
Radiologia 5 4 14 10,29 9,03 28,36
Neuroradiologia 1 4 2,28 8,01
6 8 14 12,57 17,04 28,36
Emergenza-Urgenza 2006 2007 2008 2006 2007 2008
Pronto Soccorso 2 6 9,95 34,05
Medicina d'Urgenza
2 6 9,95 34,05
2.4.1.c) Pubblicazioni E Contributi Scientifi ci
>PUBBLICAZIONI
La conclusione di diversi progetti di ricerca, comprendente anche
temi di ricerca osservazionale, realizzati nel 2007 ha consentito di
realizzare output strutturati sottoforma di: pubblicazioni , comuni-
cazioni a convegni e abstracts.
Il censimento sulle pubblicazioni è frutto dell’attività congiunta
del Gruppo “ORIA” dell’Azienda Ospedaliera ASMN e dei professio-
nisti della Biblioteca Medica “P.G. Corradini” delle Aziende Sanita-
rie della Provincia di Reggio Emilia.
Esso raccoglie le principali Pubblicazioni redatte nel triennio 2006-
2008 dai professionisti che svolgono la loro attività Clinica e di Ri-
cerca nell’area medica, biologica, fi sica e tecnologica nell’Azienda
SMN.
I dati sono stati ricavati da un sondaggio chiuso al 31 dicembre
2008 non impositivo ma su comunicazioni volontarie delle attivi-
tà effettuate, riaggregate per dipartimenti ed aree. Dalla tabella
riportata si evidenzia come nel triennio 2006-2008 siano state pro-
dotte oltre 600 pubblicazioni per un totale complessivo di Impact
Factor pari a oltre 2.100 punti.
97
Tabella 2.4.9 – Contributi Scientifi ci
DIPARTIMENTI
N. COMU-
NICAZIONI
A CONVE-
GNI ANNI
2005-2006-
2007
N. CONVE-
GNI PER
PRESEN-
TAZIONE
RISULTATI
2005-2006-
2007
CARDIO TORACO VASCOLARE E DI AREA CRITICA
Anestesia e Rianimazione 4 0
Cardiologia Degenza 0 3
Chirurgia toracica 11 3
Chirurgia vascolare 26 0
Pneumologia 76 25
CHIRURGIA GENERALE E SPECIALISTICHE
Chirurgia generale 2 2
Endocrinologia 19 2
Endoscopia digestiva 59 7
Otorinolaringoiatria 2 6
Oculistica 53 8
DIAGNOSTICA PER IMMAGINI
Radiologia 3 16
Neuroradiologia 1 3
EMERGENZA URGENZA
Pronto soccorso e Medicina d’urgenza 50 8
MEDICINA DI LABORATORIO
Laboratorio analisi chimico cliniche 1
MEDICINA INTERNA E SPECIALITA’ MEDICHE
Angiologia 45 7
Dermatologia 28 27
Medicina I 3 1
Medicina II 8 0
2.4
Ric
erc
a e
did
att
ica
Tabella 2.4.8 B – Pubblicazioni
DIPARTIMENTI N° pubblicazioni Impact factor grezzo
Medicina di Laboratorio 2006 2007 2008 2006 2007 2008
LACC ed ENDOCRINOL: 1 2 4 0,10 0,20 5,18
Laboratorio di Genetica 1 1,00
Laboratorio di Microbiologia 1 2,45
Lab. di Biologia Molecolare 5 3 1 16,48 15,77 4,36
6 6 6 16,582 16,967 11,99
Med. Int. e Spec. Mediche 2006 2007 2008 2006 2007 2008
Medicina I^ 1 7 3 3,92 6,55 9,89
Medicina II^ 5 6 3 22,82 36,44 12,96
Medicina III^ 6 7 47,08 28,35
Dermatologia 6 11 3 4,22 9,39 7,83
Reumatologia 15 22 40 83,34 107,58 214,05
Nefrologia e Dialisi 1 2 3 0,10 55,76 11,55
Angiologia 7 9 71,55 45,46
Lungodegenza 4 0,40
41 68 52 233,03 289,92 256,27
Neuro-motorio 2006 2007 2008 2006 2007 2008
Geriatria 5 5 3 3,60 4,29 2,73
Neurochirurgia d'urgenza 1 2,53
Neurologia 15 14 35 38,18 28,86 53,59
Patologia cerebrovascolare 8 7 4 19,69 17,74 5,05
Ortopedia 2 0,20
30 26 43 61,67 50,89 63,91
stati registrati i dati relativi al triennio 2005-2007.
Come si evince dalla tabella 2.2.9 le attività formative hanno vi-
sto la partecipazione dei professionisti a convegni nazionali ed
internazionali, dove i contributi sono sempre stati espressi sotto
forma di abstract pubblicati nei vari volumi degli atti dei singoli
convegni.
I contributi sviluppati sotto forma di presentazione con diapositi-
ve di solito non sono pubblicati, ma si sta attivando un sistema di
deposito dei saperi scientifi ci in modo da renderlo fruibile anche
ai colleghi interessati ma non presenti ai convegni.
Si può evidenziare che tutti i 9 dipartimenti hanno avuto la pos-
sibilità di presentare le proprie conoscenze maturate nel periodo
di riferimento;
Confrontando le tabelle precedenti si evidenzia come la parte-
cipazione a convegni e la produzione di abstract sia la modalità
più frequente di espressione dei saperi dei dipendenti del Ser-
vizio Sanitario Nazionale pur essendo modalità non valutabile
con criteri di pesatura scientifi ca, ma piuttosto di importanza del
convegno e ruolo svolto in qualità di relatore invitato o semplice
partecipante con proprio contributo.
Tabella 2.4.8 C – Pubblicazioni
DIPARTIMENTI N° pubblicazioni Impact factor grezzo
Onco-emat. e M. Inf. 2006 2007 2008 2006 2007 2008
Anatomia patologica 13 11 12 20,04 25,78 38,64
Ematologia 13 19 4 50,99 139,46 23,19
Ematologia D.H. 9 11 28,21 59,21
Malattie Infettive 9 5 58,97 23,92
Medicina Nucleare 1 6 4 2,06 21,50 20,71
Oncologia 4 2 2 27,29 30,97 4,55
Radioterapia 2 6 9,19 3,50
Lab. di Immunologia e Trasf. 1 1 0,10 3,46
51 61 23 196,75 304,44 90,54
Ostetr.-Ginecol. e Ped. 2006 2007 2008 2006 2007 2008
Ginecol.chirurgica oncologica
Neonatologia 2 8 3 3,13 81,02 7,00
Neuropsichiatria Infantile 1 3 2 1,60 8,48 1,34
Ostetricia e Ginecologia 4 5 8 10,40 18,47 13,28
Pediatria 3 1 2,33 2,44
Genetica Clinica 4 9 1 9,18 20,05 2.440
psicologia clinica 2 4,69
11 28 17 24,31 130,34 28,75
Altre Strutture 2006 2007 2008 2006 2007 2008
Fisica Sanitaria 8 12 6 25,17 26,44 14,68
Servizio tecnologie biomediche 1 0,10
Statistica ed epidemiologia clinica 2 3,56
Servizio di dietetica clinica 2 0,20
8 12 11 25,17 26,44 18,53
TOTALE AZIENDA 181 234 186 607,13 927,48 574,58
L’insieme delle Pubblicazioni riveste un notevole valore scientifi -
co in quanto, nella maggior parte dei casi, si tratta di letteratura
pubblicata su Riviste scientifi che di rilievo internazionale il cui
Impact Factor raggiunge spesso valori meritevoli di particolare
attenzione.
>Contributi Scientifi ci
L’attività scientifi ca relativa a partecipazioni e contributi scientifi ci
è rappresentata da oltre 840 iniziative.
La fonte dei dati rappresentati è l’Anagrafe della Ricerca Azien-
dale, attivata e implementata nel corso del 2008, nella quale sono
98
Medicina III 17 0
Nefrologia 24 12
Reumatologia 3 0
NEURO MOTORIO
Geriatria 19
Neurologia 24
ONCOEMATOLOGICO E MALATTIE INFETTIVE
Anatomia patologica 56
Ematologia 60
Ematologia day hospital 11 11
Ematologia settore degenza 3 6
Malattie infettive 3
Medicina nucleare 10 8
Radioterapia 23 7
AREA TECNOLOGICO SCIENTIFICA E DELL’INNOVAZIONE
Fisica della radioterapia 11
Fisica della radioprotezione 3 1
Fisica della diagnostica per immagini 11 4
Fisica della medicina nucleare 2 5
L’ASMN ha poi contribuito alla diffusione dei suoi saperi con nu-
merosi eventi formativi caratterizzati dalla prevalenza di parteci-
panti esterni; alcuni di questi eventi si sono autofi nanziati con le
quote di iscrizione versate dai partecipanti esterni costituendo,
fatte salve le spese di organizzazione, un introito per l’Azienda in
forma di fondi vincolati di struttura.
Il Servizio Formazione, Innovazione clinica e Biblioteca ha auto-
rizzato l’attivazione di un incontro interdisciplinare, ventuno corsi,
otto convegni, un seminario ad invito, una tavola rotonda, tre sta-
ges, un workshop per un totale di trentasei eventi rivolti a profes-
sionisti esterni all’ASMN.
2.4.2 DIDATTICA
L’importanza dell’acquisizione di competenze ed abilità nella for-
mazione, porta le Aziende Ospedaliere ad essere un naturale la-
boratorio didattico per tutti gli studenti delle Facoltà Universitarie
favorendo, con il tirocinio pratico, l’acquisizione delle competen-
ze di base e/o specialistiche, nonché il primo contatto/ confronto
professionale con l’organizzazione sanitaria; elementi indispen-
sabili per la preparazione all’esercizio della professione. Per ciò
che concerne l’attività di docenza d’aula, segnaliamo che sono
coinvolti diversi professionisti/dipendenti dell’Azienda ASMN, in
alcuni casi, con tempo di lavoro totalmente dedicato, come per i
tutors dei Corsi di Laurea in Scienze Infermieristiche ,Tecnici di
Radiologia e Fisioterapisti; mentre in altri casi, viene dedicato alla
didattica d’aula ed alla didattica come tutors degli Specializzandi
solo tempo extralavoro. L’attività segnalata per gli specializzandi
non è solo rivolta alle varie discipline specialistiche di Medicina e
Chirurgia, ma anche ai corsi di laurea di Fisica, Biologia, Biotec-
nologie, Chimica, Psicologia, Logopedia.
Per ciò che concerne la formazione di base, sono solo le lauree
delle professioni sanitarie ad essere strutturate e collegate al
ASMN; per gli altri corsi di laurea, l’Azienda ed i suoi Professioni-
sti, seguono solo i corsi di specializzazione.
2.4.2.a) Corsi di laurea delle Professioni sanitarie
> Corso di laurea in Infermieristica:
Sono attivi tre corsi di laurea (1°,2° e 3° anno) con un numero
di 414 allievi iscritti e frequentanti, riferiti all’anno accademico
2008/2009, suddivisi in 164 al 1° anno, 133 al 2° anno e 117 al 3°
anno. La suddivisione poi fra donne e uomini vede un 298 donne
(72%) a fronte di 116 (28%) uomini iscritti e frequentanti. Vi è poi
una porzione di studenti che non frequentano le lezioni ma devo-
no completare il percorso sostenendo solo esami: il totale degli
studenti che ha pagato la rata universitaria è 456.
I dati sulla provenienza degli iscritti evidenziano un potere di at-
trazione dell’ Ateneo in particolare sulle regioni Campania (n° 50),
Puglia (n° 70) e Sicilia (n° 21); il 34% degli iscritti nel triennio pro-
viene da queste regioni su un totale extra regione Emilia Romana
di 182 iscritti. Il maggior bacino d’utenza proviene naturalmente
dalla nostra Regione 55.6%; nello specifi co, la nostra città forni-
sce circa il 88% degli studenti (Reggio Emilia n°205) della regio-
ne; mentre i restanti provengono dalle province di Modena (n° 15),
Piacenza (n° 2) e Parma (n°8).
> Corso di laurea Magistrale:
Sono stati attivati due corsi di laurea Magistrale con un numero
di 44 allievi iscritti. Per quanto riguarda la provenienza si eviden-
zia che il bacino di riferimento è quasi esclusivamente la regione
Emilia Romana; si segnala la prevalente fruizione locale con 15
allievi da Reggio Emilia e 18 da Modena. Il nuovo anno accademi-
co ha visto l’inserimento anche di un allievo fuori regione: Cam-
pania.
Corso di laurea Tecnici di Radiologia Medica Immagini e Radio-
terapia:
Sono stati attivati tre corsi di laurea (1°,2° e 3° anno) con un nu-
mero di 158 allievi iscritti, riferiti all’anno accademico 2008/2009,
suddivisi in 63 al 1° anno, 46 al 2° anno e 49 al 3° anno.
Il maggior bacino d’utenza proviene naturalmente dalla Regione
E.R. con 112 iscritti (70.8%), dove la città di Modena fornisce circa
il 40.5% degli studenti (n° 64) iscritti all’ateneo per lo specifi co
corso di Laurea. Reggio Emilia segue con 34 iscritti pari al 21.5%
degli iscritti totali. Dalle restanti regioni provengono 46 iscrit-
ti (29% del totale); dei cittadini stranieri iscritti al terzo anno
,due sono cittadini Camerunesi e uno è cittadino della Jugoslavia
(serbia-montenegro). Relativamente al primo anno si segnala la
presenza di 4 studenti fuori corso.
Tabella 2.4.10 – CDL Infermieristica
STUDENTI
ISCRITTI1° anno 2° anno 3° anno
REGIONE
Abruzzo 1
Basilicata 3 1
Calabria 5 5 2
Campania 22 14 14
Emilia
Romagna
88 di cui:
Modena: 8•Parma: 1•Piacenza: 1•Reggio •
Emilia: 78
79 di cui:
Modena: 4•Parma: 2•Reggio•
Emilia: 73
65 di cui:
Modena: 5•Parma: 5•Piacenza: 1•Reggio •
Emilia: 54
Lazio 1
Lombardia 2 2 2
Molise 1
Puglia 29 21 20
99
Tabella 2.4.11 –Corso di laurea Magistrale
REGIONE 1 anno 2 anno
Campania 1
Emilia
Romagna
20 di cui:
Bologna: 2•Ferrara: 1•Modena: 10•Ravenna: 1•Reggio Emilia: 6•
21 di cui:
Bologna: 1•Modena: 8•Parma: 1•Piacenza: 1•Reggio Emilia: 9•Rimini: 1•
Liguria 1
Lombardia 1
TOTALE 21 23
Tabella 2.4.12 - Corso di laurea Tecnici di Radiologia Medica
STUDENTI ISCRITTI 1° anno 2° anno 3° anno
REGIONE
Basilicata 4 1
Calabria 1 4 2
Campania 1 4 1
Emilia Romagna
42 di cui:
Bologna: 3•Forlì Cesena: 1•Modena: 22•Parma: 1•Reggio Emilia: 15•
31 di cui:
Bologna: 1•Ferrara: 1•Modena: 16•Parma: 2•Reggio Emilia: 11•
39 di cui:
Modena: 26 •Reggio Emilia: 13•
Lombardia 1
Marche 1
Puglia 6 4
Sicilia 7 2
StranieriCittadini comunitari: 0
Cittadini extracomunitari: 0
Cittadini comunitari: 0
Cittadini
extracomunitari: 1
Cittadini comunitari: 0
Cittadini
extracomunitari: 3
TOTALE 63 46 49
2.4
Ric
erc
a e
did
att
ica
Sardegna 1 1 1
Sicilia 14 5 2
Toscana 1
Umbria 1
Stranieri
Cittadini co-
munitari: 4
Cittadini extra-
comunitari: 7
Cittadini co-
munitari: 1
Cittadini extra-
comunitari: 6
Cittadini co-
munitari: 0
Cittadini extra-
comunitari: 7
TOTALE 164 133 117
100
2.4.2.b) La formazione
>Le Docenze
Le docenze e relative ore di insegnamento, per materia, ricoperte
con incarichi annuali da parte di dipendenti del S. Maria Nuova
sono assegnate attraverso incarichi conferiti, secondo gli accordi
attuativi locali, mediante selezione per titoli ed esami. Nello spe-
cifi co sono le materie relative alla sfera professionale (MED 45,
47,…. FIS/07 …) ad essere soggette a tale modalità per il conferi-
mento dell’incarico di docenza. La necessità di attingere al mondo
lavorativo, per il completamento del percorso di studio professio-
nale, integra un’esigenza dell’università con il desiderio delle or-
ganizzazioni lavorative di entrare maggiormente in sinergia con
l’ambito formativo. Le docenze assegnate sono quantifi cabili in:
13 docenze per la laurea in infermieristica e 10 per la laurea in
tecnici di radiologia medica. Le ore assegnate, riportate in Tabel-
la 2.2.13 per ogni insegnamento, sono conformi al piano di studi
previsti per ogni corso di laurea.
Leggermente differente risulta essere l’assegnazione delle do-
cenze (3) per la laurea magistrale; l’assegnazione avviene per
chiamata diretta, da parte del presidente del corso di laurea, pre-
vio contatto con le direzioni generali delle due aziende (S. Maria
Nuova ed ASL).
Tabella 2.4.13- Ore di docenza personale dipendente ASMN
DOCENTI DIPENDENTI ASMN - LAUREA TRIENNALE INFERMIERISTICA
13
DOCENZA NUMERO ORE
Scienze infermieristiche generali – 1° anno (MED/45) 28
Infermieristica di base – 1° anno (MED/45) 32
Assistenza infermieristica Materno-Infantile e Pediatrica -2° anno (MED/45) 10
Assistenza Ostetrico-Ginecologica (MED/47) – 2° annoAssistenza Ostetrico-Ginecologica
2° anno (MED/47)10
Infermieristica applicata alla Medicina Specialistica – 2° anno (MED/45) 28
Infermieristica applicata alla Geriatria – 2° anno (MED/45) 12
Infermieristica clinica I – 3° anno (MED/45) 32
Infermieristica applicata all’oncologia e alle cure palliative – 3° anno (MED/45) 14
Neurologia – 3° anno (MED/26) 20
Organizzazione infermieristica – 3° anno (MED/45) 14
Economia aziendale (SECS – P/07) e Organizzazione aziendale (SECS –P/10) – 3° anno 20
Infermieristica in area critica – 3° anno (MED/45) 32
Informatica (INF/01) 20
DOCENTI DIPENDENTI ASMN - LAUREA MAGISTRALE
3
Teoria e pratica dell’organizzazione e della programmazione sanitari (MED/42) 6
Scienze infermieristiche applicate ai processi organizzativi, di qualità e di coordinamento assi-
stenziale (MED/45)30
Valutazione del rischio in ostetricia (MED/50) 6
DOCENTI CDL TECNICI DI RADIOLOGIA MEDICA ASMN
10
Apparecchiature area Radiologica elaborazione immagini (FIS / 07) 16
Apparecchiature area Radiologica elaborazione immagini (FIS / 07). 12
Apparecchiature area Radiologica elaborazione immagini (FIS / 07) 16
Pneumologia (MED/36) 16
Apparecchiature area Radiologica (MED /50) 36
Diagnostica per immagini Diagnostica Tradizionale (MED/36) 24
Diagnostica per immagini Mammografia (MED/36) 16
Diagnostica per immagini e Radioterapia (MED/36) 28
Informatica (INF/01) 16
Organizzazione aziendale (SECS-P/10) 32
Il numero di docenti dipendenti del SSR rispetto al totale dei do-
centi per corso di laurea è ampiamente rappresentato in tutti i tre
corsi attivati. La percentuale maggiore (41%) è riconducibile al
corso di laurea in Radiologia medica, seguito dal corso di laurea
in Infermieristica (33%) ed il corso di laurea magistrale (25%).
101
Tabella 2.4.14- N° di docenti dipendenti n° Docenti Dipendenti SSR
CORSO DI LAUREA TRIENNALE INFERMIERISTICA 54 di cui: 18 dipendenti SSR
CORSO DI LAUREA MAGISTRALE 43 di cui 11 dipendenti SSR
CORSO DI LAUREA DI TECNICI DI RADIOLOGIA MEDICA 43 di cui: 18 dipendenti SSR
>Tutor Aziendali
Particolare attenzione è posta dall’Azienda all’inserimento degli
studenti nel contesto organizzativo per il completamento dell’iter
formativo; l’impegno, concordato con l’Ateneo, consiste nell’indi-
viduazione, formazione, coinvolgimento e “manutenzione” delle
guide di tirocinio aziendali. Consapevoli della necessità di valo-
rizzare i professionisti impiegati si sono potenziati i rapporti con
il mondo universitario per defi nire competenze e conoscenze
necessarie all’inserimento corretto e responsabile dei discenti
nell’organizzazione lavorativa; tale confronto e reciproco suppor-
to hanno permesso di migliorare le modalità di inserimento degli
studenti favorendone l’acquisizione delle competenze specifi che
richieste dal ruolo a completamento dell’iter formativo ed auspi-
cate dai contesti organizzativi.
Per il completamento formativo, l’azienda ASMN mette a disposi-
zione circa 250 dipendenti con funzioni di “guida di tirocinio”: Nello
specifico i professionisti coinvolti per i tirocini dei Tecnici Sanitari
di Radiologia Medica sono 85 individuati tra azienda USL e ASMN;
mentre i professionisti Infermieri coinvolti per l’inserimento degli
allievi dei corsi di laurea sono circa 200 interni all’ASMN.
Le attività dei tutors, di supporto al tirocinio, vengono sviluppa-
te secondo le indicazioni fornite dai relativi Consigli dei Corsi di
laurea di base e specialistiche; gli studenti vengono assistiti nel
loro percorso didattico e nelle attività svolte presso le strutture, le
frequenze vengono registrate nei loro libretti, necessari a dimo-
strare il percorso seguito per poter arrivare a sostenere gli esami
di profitto nei vari corsi. La collaborazione fra sistema formativo
e sistema sanitario risulta di fondamentale importanza per la re-
alizzazione di percorsi di tirocinio quale modalità privilegiata per
apprendere il ruolo professionale, attraverso la sperimentazione
pratica e l’integrazione dei saperi teorico-disciplinari con la pras-
si operativa e organizzativa.
Tabella 2.4.15
Corso di Laurea Tutor specifiche
Corso di Laurea Infermieristica
dipendenti SSR AZ. ASMN18
1 coordinatore•11 a tempo pieno•1 part-time ciclico•1 a 18 ore•2 a 25 ore•2 a 30 ore•1 distacco Regione•
Corso Di Laurea Infermieristica
Dipendenti SSR Az. USL7
1 maternità•3 a tempo pieno•1 a 24 ore•2 a 30 ore•
Corso di Laurea di Tecnici Di Radiologia
Medica Immagini e Radioterapia
Dipendenti SSR (Aziende di RE e MO)
5
1 coordinatore RE•1 coordinatore MO•2 tutor RE•1 tutor MO•
Laurea Magistrale Infermieristica 21 coordinatore (lo stesso della laurea triennale)•1 part-time a 18 ore•
102
103
2.5 Assetto organizzativo2.5.1 ORGANIGRAMMA AZIENDALE 2008
Per tutto il 2008 l’Azienda ha mantenuto l’assetto organizzativo
sancito dalla delibera aziendale n. 64 del 16.10.2006, in attuazione
alle indicazioni normative di cui alla L.R. n. 29/2004 ed alle con-
seguenti linee di indirizzo previste nella delibera G.R. n. 86/2006.
Nel mese di Dicembre 2008 la Direzione Aziendale ha approvato
una serie di modifi che al proprio atto aziendale di aggiornamento
della propria macro struttura e degli assetti dipartimentali, ol-
tre che preliminari e prodromiche alla candidatura dell’azienda
ospedaliera ad Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifi co in
Oncologia per Tecnologie Avanzate e Modelli Assistenziali, meglio
specifi cate nel successivo paragrafo 2.5.2.
Il seguente organigramma e le rappresentazioni successive de-
scrivono l’articolazione aziendale e dipartimentale in vigore fi no
a dicembre 2008, prima dell’adozione dell’ultima delibera n. 86
del 18/12.2008.
104
105
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re G
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Direz
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Gen
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Clin
ica
106
Tabella 2.5.1 – struttura del Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare e di Area Critica
Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare E Di Area Critica
Unita'
Operativa
Numeri
Posti Letto
Dirigenti
Medici
Di Cui Con
Opzione
L.P. Intra-
Moenia
Dirigenti
Sanitari
Non Me-
dici
Personale
Infer/Tecn.
E Riabil.
Oss/Ota/
Ass
Personale
Amm.Vo
Contratti
L.P. Co.Co.
Co. Borse
Di Studio
Anestesia E Rianimazione 12 36 35 28 7 1 3
Cardiologia Degenza + 51 19 18 35 5 2 6
Cast.Monti
Cardiologia Interventistica 7 7 10 1 1 0
Chirurgia Toracica 11 5 5 6 2 0,5 1
Chirurgia Vascolare 18 6 6 8 2 0,5 0
PnEumologia 38 10 10 22,5 7 1 1
Totale 133 83 81 109,5 24 6 11
Tabella 2.5.2 – struttura del Dipartimento Chirurgie Generali e Specialistiche
Dipartimento Chirurgie Generali E Specialistiche
Unita' Operativa Numeri
Posti Letto
Dirigenti
Medici
Di Cui Con
Opzione
L.P. Intra-
Moenia
Dirigenti
Sanitari
Non Me-
dici
Personale
Infer/Tecn.
E Riabil.
Oss/Ota/
Ass
Personale
Amm.Vo
Contratti
L.P. Co.Co.
Co. Borse
Di Studio
Chirugia Generale 2 + S.S.
Dipartimentale Chir. Videolap.28 8 8 15,5 3 1 1
Chirurgia 1 Indirizzo Onco-
logico E Ricostruttivo30 9 9 15,5 3 1 3
Endocrinologia 4 4 4 3 0 1 3
EndosCopia Digestiva Utilizzo Di Pl
Di Degenza
Breve7 7 13 3,5 2,5 2
Oculistica 24 9 7 39,6 6 2 5
Otorinolaringoiatria 10 9 1 5
D.H. Chir+Day Surgery 12 4 1,5 1
Degenza Breve Ch 16 7 3,5
Room Chirurgico 12 14 6
Urologia 30 10 10 16 7 1,5 2
Totale 156 57 54 127,1 33.5 10,5 21
CHIRURGIA GENERALE E SPECIALISTICHE
Questa aggregazione privilegia i prevalenti obiettivi di condivisio-
ne delle risorse strategiche e dell’organizzazione dei servizi in co-
mune (es. sale operatorie, aree di degenza breve e di day hospital,
nonchè degenze post operatorie) e la contiguità fi sica dei settori
interessati. In virtù di tali criteri ispiratori, al Dipartimento sono
aggregate anche le Strutture complesse di Oculistica e ORL. Fa-
cendo riferimento ai criteri di condivisione di importanti percorsi
diagnostico/terapeutici e di processi assistenziali, è aggregata al
Dipartimento anche la S.C. di Endocrinologia, in ragione del suo
orientamento specialistico prevalente verso le patologie tiroidee:
ciò consentirà agli specialisti di discipline diverse, ma comple-
mentari, di misurarsi e confrontarsi su segmenti diversi della
stessa patologia. Inoltre, nella consapevolezza che la disciplina
Endocrinologica non limita il proprio interesse alla sola patolo-
gia tiroidea, l’impegno dei professionisti nell’ambito dell’obesità
patologica e della patologia surrenalica ne consoliderà i rapporti
con le UU.OO. di Endoscopia Digestiva e di Chirurgia ad indirizzo v
ideolaparoscopico. La S.S. Dipartimentale Day surgery afferisce
a questo Dipartimento , pur partecipando anche alle attività del
Dipartimento cardio-toraco-vascolare e di area critica per ragioni
di appartenenza disciplinare del suo Responsabile.
> CARDIO-TORACO-VASCOLARE E DI AREA CRITICA
Il criterio ispiratore di questa aggregazione trae origine dal nu-
cleo della precedente composizione (Area Critica composta dalle
discipline di Cardiologia e Anestesia e Rianimazione), al quale si
sono aggiunte strutture in grado, da un lato, di esaurire all’inter-
no del Dipartimento il processo assistenziale ed il percorso dia-
gnostico terapeutico di alcune importanti patologie, dall’altro di
condividere protocolli, procedure, tecnologie, risorse.
In tale ottica va considerata anche l’aggregazione delle Strutture
complesse di Chirurgia Toracica e Vascolare, le cui collaborazioni
con la Cardiologia si vanno sempre più consolidando in termini di
frequenza che di complessità.
L’aggregazione della Pneumologia favorirà le opportunità che
potranno derivarne nella gestione delle problematiche cardio-
respiratorie e nelle sinergie tra la propria area semi-intensiva e
la Rianimazione.
107
DIAGNOSTICA PER IMMAGINI
Il Dipartimento ha valenza interaziendale, organizzato quale
complesso di servizi fi nalizzati ad erogare prestazioni ad elevata
tecnologia in un contesto di sistema provinciale, integrato anche
grazie ad un’omogenea e generalizzata applicazione del sistema
PACS.
Persegue gli obiettivi di un ottimale utilizzo delle risorse stru-
mentali e umane e, nel contempo, del rispetto dei tempi di attesa
per l’attività specialistica strumentale, in conformità alle indica-
zioni regionali.
Anche in questo caso si ritiene, in accordo con l’AUSL, che la
direzione del Dipartimento debba fare naturale riferimento alla
Struttura Complessa di Radiologia del SMN per il suo consolidato
ruolo di coordinamento delleomologhe Unità Operative in ambito
provinciale.
Tabella 2.5.3 – struttura del Dipartimento Diagnostica per Immagini
Dipartimento Diagnostica Per Immagini
Unita' Operativa Numeri
Posti Letto
Dirigenti
Medici
Di Cui Con
Opzione
L.P. Intra-
Moenia
Dirigenti
Sanitari
Non Me-
dici
Personale
Infer/Tecn.
E Riabil.
Oss/Ota/
Ass
Personale
Amm.Vo
Contratti
L.P. Co.Co.
Co. Borse
Di Studio
Radiologia 25 24 39 12 8,55 1
Totale 25 24 39 12 8,55 1
Tabella 2.5.4 – struttura del Dipartimento Emergenza-Urgenza
Dipartimento Emergenza Urgenza
Unita' Operativa Numeri
Posti Letto
Dirigenti
Medici
Di Cui Con
Opzione
L.P. Intra-
Moenia
Dirigenti
Sanitari
Non Me-
dici
Personale
Infer/Tecn.
E Riabil.
Oss/Ota/
Ass
Personale
Amm.Vo
Contratti
L.P. Co.Co.
Co. Borse
Di Studio
Pronto Soccorso 25 25 35 3,5 1,83 2
Medicina D'urgenza E Obi 24 13,5 7,5
Emergenza Territoriale 1 1 20,5
Totale 24 26 26 69 11 1,83 2
2.5
As
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tto
org
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izz
ati
vo
EMERGENZA URGENZA
Il Dipartimento a valenza provinciale, a cui afferisce anche la
Centrale Operativa 118, è un complesso di servizi fi nalizzato ad
effettuare pre-stazioni di emergenza e urgenza con articolazione
a livello territoriale ed ospedaliero.
Costituisce un sistema integrato tra operatori ospedalieri, ter-
ritoriali ed Associazioni di Volontariato di Pubblica Assistenza.
L’obiettivo è quello di consolidare e, laddove possibile, migliorare
l’organizzazione e la qualità dei servizi di emergenza urgenza pre
ed intraospedaliera, integrando tra loro gli operatori, le tecnolo-
gie e le strutture, favorendo una formazione specifi ca ed interdi-
sciplinare degli operatori addetti, defi nendo percorsi diagnostico
terapeutici condivisi ed utilizzando comuni linee guida sottoposte
a verifi ca periodica.
A ciò si aggiunge la funzione strategica che il DEU deve svolgere
nel contesto dei percorsi delle maxi-emergenzee dei piani di dife-
sa e di protezione civile.
In virtù della positiva passata esperienza si ritiene, in accordo
con l’AUSL, che la direzione del Dipartimento debba fare natura-
le riferimento alla Direzione della Struttura Complessa di Pronto
Soccorso e Medicina d’urgenza del SMN, per la sua funzione di
riferi-mento provinciale nella disciplina.
108
MEDICINA DI LABORATORIO
L’assetto adottato si basa su un criterio di aggregazione per disci-
pline affi ni. Nella sua rinnovata denominazione vengono enfatiz-
zati gli aspetti relativi al supporto delle funzioni laboratoristiche
alle ulteriori opzioni diagnostico-terapeutiche nei diversi ambiti
della casistica affrontata dalle UU.OO. del SMN. Vengono inoltre
confermati i criteri e gli obiettivi fi nalizzati al recupero di effi cien-
za ed ottimizzazione delle risorse, sia tecnologiche che umane.
Tabella 2.5.6 – struttura del Dipartimento Medicina Interna e Specialità Mediche
Dipartimento Medicina Interna E Specialita’ Mediche
Unita' Operativa Numeri
Posti Letto
Dirigenti
Medici
Di Cui Con
Opzione
L.P. Intra-
Moenia
Dirigenti
Sanitari
Non Me-
dici
Personale
Infer/Tecn.
E Riabil.
Oss/Ota/
Ass
Personale
Amm.Vo
Contratti
L.P. Co.Co.
Co. Borse
Di Studio
Dermatologia Utilizzo Pl
Del Dh6 5 3 1 2
Day Hospital Unificato 15 1 1 7 3
Medicina I 64 9 9 28,8 15 1 2
Medicina Ii 66 9 8 29 15 1 1
Medicina Iii 54 9 9 19 11 1 1
NefrologIa E Dialisi 15 8 8 36 5 1 1
Reumatologia 9 6 6 2,5 1 3
Angiologia 6 4 4 6,5 0,77 3
Lungodegenza 26 2 2 10,5 11,5 0 1
Totale 259 54 52 142,3 60,5 6,77 14
Tabella 2.5.5 – struttura del Dipartimento Medicina di laboratorio
Dipartimento Medicina Di Laboratorio
Unita' Operativa Numeri
Posti Letto
Dirigenti
Medici
Di Cui Con
Opzione
L.P. Intra-
Moenia
Dirigenti
Sanitari
Non Me-
dici
Personale
Infer/Tecn.
E Riabil.
Oss/Ota/
Ass
Personale
Amm.Vo
Contratti
L.P. Co.Co.
Co. Borse
Di Studio
L.A.C.C.E. + Segreteria
Dipartimentale10 10 6 52 10 5.85 1
.Lab.Biologia Molecolare 1 1 2 1 3
Microbiologia 4 4 4 20 5 4
Lab.Genetica 3 3 1 1
Lab. Urgenze Scandiano E
MontecchiO 2 2 10 3 2
Lab. Castelnovo Ne’ Monti 3 3 9,83
Totale 20 20 15 95,83 19 13.83 5
MEDICINA INTERNA E SPECIALITA’ MEDICHE
Prevale il criterio della coincidenza sui percorsi diagnostico/te-
rapeutici e sui processi assistenziali relativi alle stesse patologie
internistiche nell’identifi cazione delle aggregazioni di questo Di-
partimento. Pertanto, viene sostanzialmente confermata la pre-
cedente composizione, fatto salvo l’accorpamento della S.C di En-
docrinologia al Dipartimento Chirurgia generale e specialistiche.
Fa, inoltre, parte di questo Dipartimento la S.C. di Nefrologia e
Dialisi, non solo per le sue interrelazioni con la S.C.Medicina 2^
nell’ambito dello studio e della cura degli squilibri idroelettroliti-
ci, ma anche per quelle relative all’ipertensione secondaria, alle
complicanze della patologia diabetica, alle espressioni renali e
reumatologiche delle malattie autoimmuni.
A ciò si aggiunge il percorso specialistico che, in molte realtà re-
gionali e nazionali, accomuna la Medicina Interna e la Nefrologia
e che supporta e giustifi ca, nella maggior parte dei casi, la collo-
cazione di quest’ultima in Dipartimenti di Medicina Interna.
109
Tabella 2.5.7 – struttura del Dipartimento Neuro-Motorio
Dipartimento Neuro-Motorio
Unita' Operativa Numeri
Posti Letto
Dirigenti
Medici
Di Cui Con
Opzione
L.P. Intra-
Moenia
Dirigenti
Sanitari
Non Me-
dici
Personale
Infer/Tecn.
E Riabil.
Oss/Ota/
Ass
Personale
Amm.Vo
Contratti
L.P. Co.Co.
Co. Borse
Di Studio
Geriatria 42 9 9 17 14,5 1 1
Medicina Fisica E Riab. 25 9 8 56 6,5 3 2
(Rrf + Servizio)
Neurologia 44 12 10 30 11,5 1 10
Ortopedia 56 14 13 28 12 1
Room Ortopedia Sala Gessi 14,5 3,5
ROom Ortopedia Sala Gessi14,5
3,5
Neurochirurgia D'urgenza (
Spoke Dell'aosp Pr)
La struttura si appoggia su posti letto di ortopedia-rianimazione e neurologia;il personale medico è
dipendente dell'azienda ospedaliera di parma e non ha personale del comparto assegnato
Totale 167 44 40 119,5 51,5 6 13
Tabella 2.5.8 – struttura del Dipartimento Onco-Ematologico e di Malattie Infettive
Dipartimento Onco-Ematologico E Di Malattie Infettive
Unita' Operativa Numeri
Posti Letto
Dirigenti
Medici
Di Cui Con
Opzione
L.P. Intra-
Moenia
Dirigenti
Sanitari
Non Me-
dici
Personale
Infer/Tecn.
E Riabil.
Oss/Ota/
Ass
Personale
Amm.Vo
Contratti
L.P. Co.Co.
Co. Borse
Di Studio
Anatomia Patologica
(Inclusa La Ss Di Citologia
Vaginale)
13 13 3 22,8 7 5,83 1
Ematologia 18 8 8 14,5 2,5 2 3
Malattie Infettive 33 9 9 17 7 1
Medicina Nucleare 4 5 5 8 2 2 6
Oncologia (+ Centrale Anti-
blastici)17 8 8 15 4 4 5
Radioterapia 2 4 4 23,8 3,65 4
Immunoematologia E Tra-
susionale6 6 5 21,5 5 2 3
Totale 74 53 53 8 129,6 33,65 16,83 22
ONCO-EMATOLOGICO E DI MALATTIE INFETTIVE
Il Dipartimento trova la sua conferma nella necessità di accorpa-
re, come in altre prestigiose realtà nazionali, unità operative la
cui mission specialistica esclusiva e prevalente sia orientata alla
patologia oncologica. Da qui nasce l’aggregazione del SIT e della
Medicina Nucleare. In particolare, la S. C. di Immunoematologia
e Trasfusionale (SIT) viene collocata, in coerenza
con la maggior parte degli assetti dipartimentali di altre impor-
tanti realtà nazionali, nel Dipartimento oncoematologico e di
malattie infettive per le signifi cative collaborazioni già da tempo
avviate in ambito aferetico, di supporto ai pazienti trapiantati di
midollo e di criopreservazione delle cellule staminali. Per quanto
attiene alla S.C. di Medicina Nucleare, occorre sottolineare il ruo-
lo incrementale ed ormai imprescindibile, che, ancorché in modo
non esclusivo, questa U.O. svolge nell’ambito della diagnostica e
della terapia di molte patologie di natura oncologica.
La collocazione della S.C. di Malattie Infettive in questo Diparti-
mento è, infi ne, basato sul criterio dell’interesse, comune ad altre
Strutture del medesimo Dipartimento, nei confronti di alcune pa-
tologie, con particolare riferimento alle complicanze infettivologi-
che dei pazienti ematologici ed immunodepressi.
2.5
As
se
tto
org
an
izz
ati
voNEURO-MOTORIO
Questa aggregazione valorizza, gli aspetti riconducibili alle neu-
roscienze e quelli di continuità assistenziale intraospedaliera, in-
terospedaliera e fra ospedale e territorio di ambiti disciplinari che
hanno come denominatore comune la disabilità acuta o cronica e
che si estendono anche alle valenze socio-sanitarie della presa in
carico, della cura e della riabilitazione. Si mira in tal modo a rap-
presentare un’esperienza che include la maggior parte dei criteri
ispiratori delle altre aggregazioni dipartimentali.
Le strutture si uniscono infatti per dar vita ad un Dipartimento ca-
pace di sviluppare obiettivi strategici, nell’ambito delle patologie
neurologiche e dell’ortogeriatria, ma anche della riabilitazione
in struttura ed al domicilio, ponendosi in continuità con l’offerta
specialistica, ortopedica e neurochirurgica, allo scopo di mante-
nere i più alti livelli di autosuffi cienza dei pazienti affetti da pato-
logie disabilitanti di varia origine.
110
Tabella 2.5.10– strutture Interdipartimentali
Strutture Interdipartimentali
Unita' Operativa Numeri
Posti Letto
Dirigenti
Medici
Di Cui Con
Opzione
L.P. Intra-
Moenia
Dirigenti
Sanitari
Non Me-
dici
Personale
Infer/Tecn.
E Riabil.
Oss/Ota/
Ass
Personale
Amm.Vo
Contratti
L.P. Co.Co.
Co. Borse
Di Studio
Comparto Operatorio 5°
Piano37 25,5
S.O. Ginecologia 11 9
S.O. Orl 7,5 4,5
S.O. Ortopedia 13 2
Totale 68,5 41
Nota 1 : I Dati Riferiti Al Personale Infermieristico , Tecnico E Della Riabiltazione . Fanno Riferimento ALl’organico Di Base Per Il
Corretto Funzionamento Dei Servizi E Non Comprendono L’organico Integrativo
Nota 2 : I Contingenti Del Personale Medico Sono Stati Indicati Con Riferimeto Alle Dotazioni Organiche Assegnate A Ciascuna
Struttura
OSTETRICO GINECOLOGICO E PEDIATRICO
La denominazione del Dipartimento , che, peraltro, conferma la pre-
esistente aggregazione, evidenzia il proprio orientamento alla ma-
ternità ed alle patologie femminili e pediatriche.
L’attenzione sugli aspetti di affi nità culturali, scientifi che, clinico-
organizzative per l’utilizzo integrato dei letti di degenza ordinaria tra
Pediatria, NPI ed UDGEE, in ragione del ruolo svolto in ambito pro-
vinciale da queste due ultime Strutture, deve,comunque, prevedere
ambiti di relazione stabile con le omologhe componenti specialisti-
che del Dipartimento Neuro-Motorio e con la NPI territoriale.
Tabella 2.5.9 – struttura del Dipartimento Ostetrico-Ginecologico e Pediatrico
Dipartimento Ostetrico Ginecologico E Pediatrico
Unita' Operativa Numeri
Posti Letto
Dirigenti
Medici
Di Cui Con
Opzione
L.P. Intra-
Moenia
Dirigenti
Sanitari
Non Me-
dici
Personale
Infer/Tecn.
E Riabil.
Oss/Ota/
Ass
Personale
Amm.Vo
Contratti
L.P. Co.Co.
Co. Borse
Di Studio
Ginecologia Chirurgica
Oncologico 58 18 12 1 15 3,5 1 4
Ostetricia E Ginecologia 27 12 1
Neonatologia + Nido 18 8 8 38 3 1 2
Neuropsichiatria Infantile 3 4 4 2,5 1
Pediatria (Inclusa Ss Gene-
tica Clinica) + Ps Pediatrico13 13 13 1 18,5 2,5 1 5
Udgee 3 3 7,8 1 3
Totale 92 46 40 2 108,8 21 5 15
2.5.2 VERSO IL NUOVO ATTO AZIENDALE 2009
Con la delibera n. 86 del 18.12.2008, oltre a recepire le modifi che
organizzative deliberate dopo il 5 marzo 2007 (ad.es.: ridefi nizio-
ne degli assetti e delle afferenze delle Chirurgie), si è provveduto
alla costituzione di due nuovi Dipartimenti (Oncologico e Tecno-
logie Avanzate) ed al loro accorpamento in un Presidio, la cui re-
sponsabilità gestionale viene assegnata ad un Direttore di Pre-
sidio, nonché alla istituzione della “Infrastruttura per la Qualità,
Ricerca e Statistica”, comprendente le due strutture “Statistica
– Qualità e Studi Clinici” e “Ricerca Epidemiologica”, quest’ultima
a valenza interaziendale con la USL di Reggio Emilia.
Si è proceduto inoltre alle seguenti ulteriori modifi che a valenza
più strettamente organizzativo-gestionale:
costituzione della D.I.T.O. in Struttura Complessa, quale rico-•noscimento dell’evoluzione e della complessità professionale
e gestionale del settore;
costituzione del S.P.P. in Struttura Semplice, a seguito della •strutturazione interna della funzione della relativa responsa-
bilità;
soppressione, a far tempo dal 01.03.09, della Struttura Com-•
plessa Laboratorio Urgenze, Scandiano e Montecchio, in linea
con le indicazioni regionali di programmazione e riorganizza-
zione aziendale del Dipartimento di Medicina di Laboratorio e
con conseguentemente congelamento della relativa posizione
apicale, per una successiva valutazione.
Si è infi ne proceduto a modifi care-precisare le seguenti denomi-
nazioni:
il Servizio ImmunoTrasfusionale è stato ridenominato Medi-•cina Trasfusionale;
la Fisica Sanitaria è stata ridenominata Fisica Medica.•Tali interventi essenziali corrispondono alla necessità-opportunità,
espressa dal primo Piano Sociale e Sanitario 2008-2010 e dalla re-
cente legge Emilia-Romagna n.29/2004 di riordino del Servizio Sa-
nitario Regionale, di sviluppare all’interno delle Aziende sanitarie la
capacità di gestire la funzione di ricerca e sviluppo come attività isti-
tuzionale propria del SSR, inscindibile dai tradizionali compiti di assi-
stenza. Tale prospettiva presuppone la capacità di valutare e tempe-
stivamente adottare le innovazioni tecnologiche di provata effi cacia,
stimarne gli effetti economico-fi nanziari e, soprattutto, analizzarne
il possibile impatto sull’organizzazione e le possibili ricadute sulla
programmazione locale e regionale dei servizi.
112
113
In questo capitolo sono esposti gli Obiettivi Istituzionali dell’azienda ospedaliera ASMN e le
Strategie adottate per perseguirli.
I contenuti informativi di questa parte del documento sono fi nalizzati a rappresentare le ini-
ziative intraprese dall’azienda in relazione a:
- partecipazione degli Enti locali alla programmazione sanitaria attraverso il Piano Attuativo
Locale, i Piani Sociali di Zona ed il Profi lo di Comunità ;
- universalità ed equità di accesso per tutti i cittadini alle prestazioni sanitarie con garanzie
sui tempi di attesa e sui percorsi assistenziali per i cittadini con maggiori diffi coltà;
- centralità del cittadino, per favorire la valutazione dei servizi e la partecipazione;
- qualità dell’assistenza ed effi cienza gestionale nell’offrire prestazioni e servizi di elevata
qualità tecnica, professionale e relazionale e nel rispetto dell’utilizzo razionale delle risorse;
- promozione dell’eccellenza tecnologica, clinica e organizzativa, come principi ispiratori del
sistema e dell’azienda e attraverso lo sviluppo di particolari forme di collaborazione con
l’Università.
Obiettivi Istituzionali e Strategie Aziendali 33
114
L’ASMN ha defi nito degli impegni su cui fonda le scelte organizzative e gestionali nelle varie aree di intervento con l’obiettivo di
verifi carne periodicamente la messa in pratica. Le azioni indicano quali impegni si stanno già realizzando.
Valori Impegni Azioni
RIS
PE
TT
O
• Porre l’attenzione sulle persone e valorizzare le loro poten-
zialità
• Rispettare i diritti e i bisogni dei cittadini/utenti e favorire la
loro partecipazione attiva al processo di cura
• Valorizzare le competenze e l’impegno dei professionisti
dell’Azienda per ideare, progettare e promuovere le proprie
politiche
• Attivare sistemi correnti di ascolto e di monitoraggio della
soddisfazione dei cittadini/utenti e degli operatori per miglio-
rare la qualità dei servizi
• Effettuazione di indagini periodiche e di approfondimento
sulla soddisfazione degli utenti
• Attivazione di gruppi di lavoro misti (utenti e professionisti)
per l’approfondimento di tematiche particolari
• Effettuazione di indagini periodiche sulla soddisfazione dei
professionisti
• Coinvolgimento dei professionisti nella defi nizione delle poli-
tiche aziendali attraverso percorsi partecipati di pianifi cazio-
ne
CO
LL
AB
OR
AZ
ION
E
• Promuovere l’integrazione interna ed esterna all’Azienda tra
professionisti e tra unità organizzative
• Sostenere il lavoro di gruppo e la collaborazione
• Sviluppare reti di collaborazione per offrire servizi integrati
con le altre strutture sanitarie e sociali della nostra provincia
e della regione
• Partecipare allo sviluppo delle politiche di salute delle comu-
nità locali nel nostro territorio
• Curare la qualità delle relazioni interne ed esterne
• Favorire all’interno delle unità operative momenti di integra-
zione tra i professionisti
• Partecipare alla defi nizione e all’implementazione dei Piani
per la Salute nel territorio provinciale a Reggio Emilia
• Partecipare alla defi nizione e all’implementazione del Piano
Attuativo Locale per la Rete Ospedaliera della provincia di
Reggio Emilia
• Partecipare alla defi nizione degli strumenti locali di program-
mazione socio-sanitaria, quali Profi lo di Comunità, nuovi Pia-
ni di Zona, Programmi Attuativi Annuali, Accordi di Program-
ma per la realizzazione dell’integrazione socio-sanitaria
• Sviluppare progetti di miglioramento sulla comunicazione in-
terna organizzativa e sulla comunicazione medico-paziente
• Costituzione di gruppi di lavoro/reti interaziendali-program-
mi provinciali puntualmente defi niti nell’accordo di fornitura
TR
AS
PA
RE
NZ
A
• Garantire un sistema di verifi che continue, interne ed ester-
ne, degli impegni assunti
• Garantire la leggibilità dei criteri di valutazione e dei risultati
• Sviluppare un sistema di comunicazione aziendale che ga-
rantisca omogeneità, coerenza, diffusione e correttezza
dell’informazione verso l’interno e l’esterno
• Promuovere l’attivazione di percorsi espliciti e di procedure
gestionali che favoriscono l’utilizzo ottimale delle risorse
umane, tecnologiche e fi nanziarie
• Effettuare le verifi che interne sull’applicazione del sistema
qualità previsto dal modello di accreditamento regionale
• Certifi cazione del Bilancio
• Informatizzazione del protocollo degli atti e della corrisponden-
za
• Supportare i progetti di sviluppo sulla comunicazione per fa-
vorire le relazioni interne e quelle con gli utenti
• Defi nire in sede di pianifi cazione l’utilizzo ottimale delle ri-
sorse umane, tecnologiche e fi nanziarie in funzione degli
obiettivi
• Partecipazione a momenti di verifi ca da parte del Comitato
Consultivo Misto su specifi che tematiche
115
Valori Impegni AzioniR
ES
PO
NS
AB
ILIT
A’
• Sviluppare e sostenere autonomia e responsabilità a tutti i
livelli dell’ospedale
• Valutare e riconoscere sia risultati organizzativi che clinico-
assistenziali
• Promuovere percorsi professionali e di carriera che
favoriscano lo sviluppo delle potenzialità individuali
• Garantire sistemi di verifi che continue, interne ed esterne
degli impegni assunti
• Applicare il sistema di valutazione individuale dei
professionisti per rendere praticabile l’autonomia e la
responsabilità individuale
• Fornire ai professionisti la metodologia e gli strumenti per
valutare la loro attività sia dal punto di vista clinico che
organizzativo
• Pianifi care sistemi continui di verifi ca in funzione della
valutazione individuale
QU
AL
ITA
’ C
LIN
ICA
• Garantire lo sviluppo di programmi permanenti di revisione
della pratica clinica e assistenziale
• Perseguire l’accreditamento esterno dei professionisti e
dell’organizzazione dell’Azienda
• Promuovere l’aderenza a criteri e standard di qualità clinica
e assistenziale attraverso i sistemi di valutazione interna
• Promuovere le capacità e gli strumenti per reperire e valutare
criticamente l’informazione scientifi ca e per applicarla nel
proprio contesto operativo
• Costituzione dell’Unità per l’effi cacia clinica.
• Effettuazione di programmi, a livello aziendale, di corsi di
formazione di base e avanzata sugli strumenti del governo clinico
• Costituzione del Centro di documentazione e biblioteca
scientifi ca a livello provinciale
• Avvio in tutti i Dipartimenti di programmi di sviluppo
permanenti di revisione della pratica clinica e assistenziale
• Diffusione e implementazione di linee guida condivise dai
professionisti
• Conclusione del percorso di Accreditamento dei Dipartimenti
in linea con quanto previsto dalla normativa nazionale e
regionale (DGR n. 327 del 2004)
SIC
UR
EZ
ZA
• Promuovere e sviluppare la cultura della sicurezza nei
comportamenti e nelle attenzioni come dovere primario di
tutti gli operatori
• Garantire livelli di sicurezza per gli utenti e gli operatori degli
ambienti, degli impianti, delle tecnologie, delle pratiche
mediche e infermieristiche, in tutte le aree di servizio
dell’Azienda, che rispondono a standard di eccellenza
• Sviluppare sistemi di monitoraggio della sicurezza e di
gestione del rischio clinico in tutti i Dipartimenti
• Sviluppare attività di sorveglianza e gestione dei luoghi, delle
attrezzature e dei materiali
• Far rispettare le destinazioni e le proprietà di uso dei locali
• Diffusione di informazioni precise al personale neo-inserito
• Collaborazione organizzata con i servizi trasversali
• Collaborazione organizzata con i Rappresentanti dei
Lavoratori per la Sicurezza
• Attuazione del piano di emergenza/evacuazione
• Costituzione dell’Unità per la gestione del Rischio e della
Sicurezza
• Partecipazione al progetto ministeriale e regionale sulla
gestione del rischio
• Implementazione e consolidamento di un Piano-Programma
per la gestione del Rischio
• Diffusione capillare tra gli operatori di una nuova cultura di
gestione del rischio e di approccio all’errore
• Adozione di metodologie e strumenti volti a minimizzare il
rischio clinico
INN
OV
AZ
ION
E
• Pianifi care l’innovazione di prodotti e servizi offerti attraverso
lo sviluppo professionale, organizzativo, tecnologico
• Valorizzare e sostenere la sperimentazione, la ricerca e lo
sviluppo di nuovi percorsi e procedure ad alta tecnologia e
complessità
• Promuovere il trasferimento dei risultati della ricerca
scientifi ca nella pratica clinica, assistenziale, gestionale.
• Costituzione di ORIA, Osservatorio di ricerca e innovazione
aziendale
• Avvio di “laboratori di innovazione” per costruire un sistema
che permetta ai medici ospedalieri, specialisti ambulatoriali
e di medicina generale di condividere servizi di formazione/
documentazione e le informazioni relative alle prestazioni
erogate ai pazienti
• Avvio di un centro di formazione ECM a supporto dello
sviluppo del governo clinico e dell’innovazione della pratica
professionale
• Defi nizione e realizzazione di un Network per l’innovazione e
la ricerca all’ASMN con ospedali internazionali
• Partecipazione a progetti di modernizzazione e telemedicina
3.
Ob
iett
ivi
Isti
tuz
ion
ali
e S
tra
teg
ie A
zie
nd
ali
116
Il nuovo Piano Sociale e Sanitario della Regione Emilia Romagna
(2008-2010), approvato dall’Assemblea Legislativa in data 22 mag-
gio 2008 (Delibera n. 175/08), ridisegna il sistema di governo del
welfare regionale e locale, introducendo un innovativo processo
di integrazione e sintesi degli strumenti di programmazione, con
l’obiettivo strategico di perseguire non una semplice integrazione
socio-sanitaria, ma bensì una forte integrazione di tutte le poli-
tiche che hanno impatto sulla salute e sul benessere sociale dei
cittadini. Il concetto di salute si amplia per arrivare a comprende-
re e valorizzare anche aspetti di benessere legati alle condizioni
economiche, alle relazioni, al grado complessivo di coesione so-
ciale, alle azioni di contrasto delle disuguaglianze.
Il nuovo quadro demografi co e socio-economico (invecchiamen-
to popolazione, aumento degli immigrati, ecc.), che si è andato
delineando nel corso degli ultimi anni, richiede, infatti, il supera-
mento di risposte settoriali a favore di una risposta unitaria, che
consideri la persona nella sua globalità.
Un approccio, quindi, che spinge ad un passaggio decisivo tra un
sistema di offerta prevalentemente basato sulle professionalità
specialistiche ad un sistema di offerta caratterizzato dall’accom-
pagnamento e la presa in cura e l’assistenza della persona senza
soluzioni di continuità.
Tali obiettivi possono essere raggiunti solo attraverso una forte
integrazione, anche nella programmazione, di tutti i soggetti (Enti
Locali, Aziende Sanitarie, Terzo Settore, ecc.), che, a vario titolo,
sono chiamati ad organizzare ed erogare servizi sociali, sanitari
e socio-sanitari.
Organi che favoriscono tale integrazione sono rappresentati dalla
Cabina di Regia, istituita a livello regionale quale luogo di defi -
nizione e di concertazione delle politiche sociali e sanitarie e, a
livello locale, dalla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria e
dal Comitato di Distretto, che rappresentano gli organi di raccor-
do tra Enti Locali e Aziende Sanitarie per il governo di funzioni e
servizi sanitari e socio-sanitari.
Il nuovo Piano Sociale e Sanitario porta a sintesi unitaria gli stru-
menti di programmazione sperimentati negli ultimi anni, ovvero
Piani per la Salute, Programmi per le Attività Territoriali, Piani di
Azione per gli anziani, Programmi per l’integrazione dei cittadini
stranieri.
In particolare, spetta al livello regionale defi nire:
linee di programmazione del Servizio Sanitario-programma annuale del riparto del Fondo Sociale regionale e -del Fondo Regionale per la non autosuffi cienza
piano regionale per la prevenzione.-
A livello locale, la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria
elabora e condivide il Profi lo di Comunità, che rappresenta una
lettura ragionata e partecipata dei bisogni di salute e benesse-
re della popolazione di riferimento, con l’obiettivo di individuare
le principali criticità e, conseguentemente, le priorità e le scelte
strategiche, che vengono esplicitate nell’Atto di Indirizzo e Coor-
dinamento.
Il Comitato di Distretto, alla luce delle indicazioni presenti nell’At-
to di Indirizzo e Coordinamento, approva il Piano di Zona distret-
tuale per la salute e il benessere sociale, a valenza triennale,
con cui si defi niscono:
le priorità strategiche di salute e di benessere sociale-gli strumenti necessari a realizzare gli obiettivi di benessere -
sociale e di salute
il quadro fi nanziario di riferimento.-
Dal Piano di Zona derivano, poi, i Programmi Attuativi Annuali,
che ne costituiscono la declinazione annuale e vanno a sostituire i
precedenti strumenti di programmazione (Programma delle Atti-
vità Territoriali, Programmi attuattivi, ecc.). Il Programma Attua-
tivo Annuale specifi ca gli interventi e le azioni di livello distrettua-
le in area sociale, socio-sanitaria e sanitaria, individuando altresì
le risorse necessarie all’attuazione degli stessi.
Il Piano di Zona distrettuale per la salute e il benessere sociale
contiene, alla luce delle nuove indicazioni regionali previste sia
dal Piano Socio-Sanitario che dalla prima Delibera di attuazione
n. 1682/2008, anche le priorità strategiche di intervento per le at-
tività sanitarie, in coerenza con i Piani Attuativi Locali (PAL).
Il Piano Attuativo Locale (PAL) è uno strumento di programmazio-
ne volto a defi nire, in modo “concertato” con il sistema delle au-
tonomie locali, le strategie per il raggiungimento degli obiettivi di
salute. Esso rappresenta la traduzione pluriennale degli indirizzi
contenuti nell’Atto di Indirizzo e Coordinamento della Conferenza
Territoriale Sociale e Sanitaria. Il PAL fornisce, quindi, gli indirizzi
per la predisposizione dei Piani di Zona e dei Programmi Attua-
tivi Annuali, garantendo così coerenza e compatibilità tra i due
più importanti strumenti di programmazione sociale e sanitaria
a livello locale.
Molte delle indicazioni presenti nel nuovo Piano Socio Sanitario
Regionale, in particolare, relativamente alla necessaria integra-
zione nelle programmazioni di Comuni e Aziende Sanitarie, rap-
presentano già una realtà per il territorio reggiano.
Infatti, già l’ultimo PAL della Provincia di Reggio Emilia, approvato
il 18/2/2004 dalla Conferenza Socio-Sanitaria Territoriale, è stato
il risultato di un percorso che ha visto un’ampia partecipazione
oltre che delle due Aziende Sanitarie anche dei Comuni, delle Or-
ganizzazioni Sindacali, del terzo settore, dei Comitati Consultivi
Misti, ed ha soprattutto riguardato:
lo sviluppo delle Cure Primarie, ovvero una modalità di offerta •dei servizi che assicuri una forte integrazione operativa tra
medici di medicina generale, pediatri di famiglia, servizi infer-
mieristici territoriali ed altri operatori dei servizi specialistici
e dei servizi sociali, la continuità della cura tra ospedale e
territorio, la semplificazione dei percorsi per pazienti affetti
da patologie croniche;
il consolidamento della rete ospedaliera provinciale, lo svi-•luppo dei percorsi di integrazione tra Azienda Ospedaliera S.
Maria Nuova e Azienda USL, sull’esempio di quanto già viene
realizzato per l’ambito cardiologico, lo sviluppo del sistema in-
tegrato provinciale dell’emergenza-urgenza, il potenziamento
delle tecnologie diagnostiche pesanti, l’avvio di sistemi di tra-
smissione delle immagini e lo sviluppo dei sistemi informatici
a supporto dell’attività di cura, la realizzazione di significativi
interventi di adeguamento delle strutture ospedaliere;
l’impegno nello sviluppo dell’integrazione socio-sanitaria da •parte dei diversi attori pubblici e privati negli ambiti di con-
tinuità delle cure e dell’offerta di servizi per la disabilità di
minori e adulti.
Come per il PAL, anche la predisposizione dei Piani Sociali di
Zona 2005-2007 è stato l’esito di un processo partecipativo che
ha visto le Aziende Sanitarie, gli Enti Locali, le agenzie “no profi t”
confrontarsi sul governo del welfare locale secondo una logica di
sistema e di rete.
3.1 Partecipazione degli Enti Locali alla Programmazione Sanitaria
117
Alla luce dell’esperienza maturata e facendo seguito ai nuovi
indirizzi regionali, nel corso del 2008 è continuato il processo di
coprogettazione tra i diversi attori chiamati ad offrire il loro con-
tributo alla pianifi cazione sociale e socio-sanitaria, anche al fi ne
di predisporre i nuovi strumenti di programmazione previsti dal
Piano Socio Sanitario Regionale (Profi lo di Comunità, Atto di Indi-
rizzo e Coordinamento, nuovo Piano di Zona, ecc.) .
Importanti momenti di confronto sulle priorità strategiche, sugli
interventi da attuare, sull’allocazione delle risorse, si sono rea-
lizzati a livello del Comitato di Distretto, grazie anche al prezioso
contributo e supporto, in fase di istruttoria, da parte del Nuovo
Uffi cio di Piano, costituitosi nel corso dell’anno, come previsto da
specifi ca normativa regionale.
Nel corso del 2008 sono proseguiti i lavori dei tavoli tematici, di
lettura e analisi della domanda, al fi ne di individuare le criticità
sociali, valutare la congruenza del sistema dei servizi e defi nire
gli obiettivi di priorità sociale. I tavoli tematici, che hanno visto la
partecipazione di numerosi soggetti istituzionali e del Terzo Set-
tore, sono:
Responsabilità famigliari•Capacità genitoriali e diritti dei bambini e adolescenti•Politiche a favore dei giovani•Contrasto alla povertà•Prevenzione e contrasto alle dipendenze e ad altre forme di •disagio sociale
Politiche a favore degli anziani•Politiche a favore dei disabili•Politiche per l’integrazione della popolazione immigrata.•
L’Azienda Ospedaliera Arcispedale S. Maria Nuova ha partecipato
e partecipa costantemente alla pianifi cazione locale e alla ste-
sura degli strumenti di programmazione oltre che ai lavori che
porteranno all’approvazione del nuovo Piano di Zona distrettuale
per la salute e il benessere sociale.
Il 2008 ha visto, in particolare, la partecipazione di professionisti
dell’Azienda Ospedaliera, oltre che nel Comitato di Distretto (di
cui l’Azienda Ospedaliera è componente), anche ad alcuni Tavoli
Tematici (in particolare, il Tavolo sulle Politiche a favore degli an-
ziani e sul Contrasto alla povertà), nonché ai Tavoli di staff che si
sono formati per la defi nizione di specifi ci Accordi di Programma
fi nalizzati alla realizzazione dell’integrazione socio-sanitaria (per
ogni tavolo tematico ci sarà uno specifi co Accordo di Programma,
ad eccezione del tema immigrazione che è trasversale a tutti i
tavoli).
L’Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova, infi ne, ha collaborato at-
tivamente alla stesura del Profi lo di Comunità, strumento di
supporto indispensabile alla defi nizione dell’Atto di Indirizzo e
Coordinamento da parte della Conferenza Territoriale Sociale e
Sanitaria.
3.1
Pa
rte
cip
az
ion
e d
eg
li E
nti
Lo
ca
li
all
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rog
ram
ma
zio
ne
Sa
nit
aria
118
L’Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova individua come princi-
pali punti di riferimento per la programmazione sanitaria:
l’appropriatezza nell’erogazione, nella domanda e nell’offerta •di prestazioni come strumento per garantire il mantenimento
di elevati livelli di qualità clinica,
la razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse come funzione •necessaria al contenimento della spesa, diminuendo le aree
di inefficienza del sistema con conseguente impiego nelle
aree di maggiore criticità.
Questi sono i cardini per tendere ad assicurare ai cittadini l’equità
nell’accesso alla struttura e nella fruizione delle prestazioni indi-
pendentemente da altre variabili, in un sistema che deve trovare
il necessario equilibrio fra l’espressione dei bisogni di salute e le
risorse disponibili.
Il raggiungimento di questi obiettivi è possibile solo se esistono
alcuni fondamentali presupposti:
presenza di un sistema di governo strategico che supporti un •programma di governo clinico e finanziario orientato ai princi-
pali obiettivi aziendali, ove siano chiaramente delineati i livelli
di responsabilità e le azioni da compiere per raggiungerli;
affinamento dei sistemi di pianificazione delle attività azien-•dali e dei sistemi di verifica del raggiungimento degli obiettivi
all’interno di un sistema codificato di gestione della qualità;
capacità dei professionisti di confrontarsi sul percorso del pa-•ziente e di valutare, in modo multi e interdisciplinare, il pro-
prio agire e le ricadute che questo comporta su tutto il pro-
cesso di cura;
definizione di percorsi di sviluppo e di innovazione necessa-•ri a mantenere elevati livelli di professionalità e di dotazione
tecnologica.
Tra gli interventi effettuati per garantire l’universalità e l’equità di
accesso vi è anche l’elaborazione di percorsi e piani di attività che
permettano il controllo sulla riduzione dei tempi di attesa, con
particolare attenzione:
alla garanzia di tempi adeguati per il trattamento chirurgico •di patologie neoplastiche (entro 30 giorni dal momento in cui
viene posta indicazione chirurgica, con particolare attenzione
alle neoplasie di polmone, mammella, apparato gastroente-
rico),
al rispetto del tempi di 45 giorni (>=80%) e di 30 giorni (>= •50%) tra mammografia di screening positiva e trattamento
chirurgico del tumore della mammella,
alla riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni ad alta •priorità regionale come protesi d’anca e rimozione di cata-
ratta,
alla revisione periodica delle agende informatizzate di preno-•tazione della specialistica ambulatoriale su sistema informa-
tico CUP,
al rispetto degli impegni aziendali previsti in applicazione della •circolare n° 9 del 8.05.2001 sui percorsi delle prestazioni spe-
cialistiche ambulatoriali urgenti (tipologia prestazioni e relativi
tempi di effettuazione),
al monitoraggio sull’adesione delle strutture aziendali al re-•golamento interno sulla gestione delle liste di attesa per gli
interventi programmati secondo le indicazioni della Delibera
Giunta Regionale n. 557 del 2000 e successive.
3.2.1 TEMPI DI ATTESA
3.2.1.a) Gestione delle liste di attesa per le prestazioni ambu-
latoriali
Il Programma Attuativo Aziendale pone una particolare attenzione
ai tempi di accesso delle prestazioni ed alle modalità di gestione
delle liste di attesa prevedendo alcuni punti fermi inderogabili.
Apertura continua delle agende: i professionisti o le equipe co-
municano alla Direzione Medica di Presidio e all’Uffi cio Gestione
Risorse Aziendale, con congruo anticipo, i calendari per le varie
prestazioni ambulatoriali, garantendo che non vi siano interru-
zioni sulle prenotazioni e l’utente possa sempre trovare una data
disponibile quando si reca allo sportello. Nel caso che i calendari
non siano comunicati in tempo utile, saranno comunque aperti
secondo la programmazione di base presente sul programma del
CUP, dalla Direzione Medica di Presidio, previa comunicazione al
Direttore/Responsabile della Struttura o allo specialista conven-
zionato interno.
Le agende non sono soggette a variazioni impreviste: possono re-
gistrare variazioni stagionali in accordo con la richiesta variabile
documentata storicamente; viene invece annullata o ricondotta
all’eccezionalità la variazione immotivata della disponibilità o
motivata dalla non previsione delle normali variabili di gestione di
un servizio (ferie o altre assenze del personale).
“Scaglionamento” delle prenotazioni: l’Uffi cio Gestione Risorse
verifi ca la presenza di adeguato intervallo tra le prenotazioni af-
fi nché il paziente non sia costretto a lunghe attese prima dell’ef-
fettuazione della prestazione nell’ambulatorio.
Monitoraggio attivo: l’Uffi cio Gestione Risorse controlla le varie
agende comunicando tempestivamente al Responsabile del Ser-
vizio di Medicina di Base e Specialistica la necessità di adeguare
l’offerta ad eventuali criticità.
Revisione continua delle agende: già da tempo l’Uffi cio Gestione
Risorse contatta telefonicamente l’utenza per verifi care l’effettiva
disponibilità all’effettuazione di prestazioni strumentali conside-
rate particolarmente problematiche in quanto richiedono spe-
cifi che preparazioni o perché hanno un elevato costo (es. RMN,
colonscopie). Ciò serve a garantire maggiore effi cienza dei posti
messi a disposizione nei calendari delle varie agende.
È, inoltre, in corso di sperimentazione un sistema telematico che
effettua periodicamente telefonate o invia un messaggio attraver-
so la tecnologia di telefonia mobile SMS, per ricordare all’utente
l’appuntamento e dare la possibilità di disdire automaticamente;
tale modalità di gestione permetterà di rimettere a disposizione
i posti liberati evitando situazioni di drop out (mancata presenta-
zione).
Suddivisone delle liste per priorità d’accesso: per alcune tipologie
di prestazioni nel sistema CUP sono presenti liste dedicate alle
urgenze differibili per garantire il tempo massimo d’attesa di 7
giorni. Queste liste vengono giornalmente controllate dall’Uffi cio
Gestione Risorse recuperando gli eventuali posti non utilizzati e
rimettendoli a disposizione per l’utenza come prestazioni pro-
grammabili. È in fase di studio un sistema informatico per per-
mettere che questo meccanismo venga svolto in modo automa-
tizzato.
Prime visite/controlli: le agende di prime visite sono separate da
quelle dei controlli.
Prenotazione CUP: tutte le agende per prestazioni di primo livello
sono a prenotazione CUP e gestite dagli Uffi ci Gestione Risorse;
per particolari prestazioni, preventivamente concordate a livel-
lo aziendale, la prenotazione può essere effettuata presso altri
sportelli (per es. presso le Segreterie dipartimentali), ma comun-
que attraverso il programma informatico del CUP.
3.2 Universalità ed equità di accesso
119
Overbooking: il concetto di overbooking è applicato in modo tale
da assicurare ai pazienti, in casi di sospensione di attività, un re-
cupero della prestazione in tempi brevi.
Per quanto attiene alle prestazioni strumentali ad alta tecnolo-
gia, TC e RM, che comportano tempi di esecuzione mediamente
superiori a quelli delle visite, si è ritenuto più funzionale, rispetto
all’overbooking, procedere alla periodica “pulizia” delle liste d’at-
tesa, richiamando i cittadini alcuni giorni prima della data prevista
per l’effettuazione dell’esame. Tale azione viene sistematicamen-
te eseguita dal personale delle Segreterie dipartimentali. Inoltre,
la prenotazione delle prestazioni viene effettuata dalla Segreteria
Dipartimentale su sistema CUP provinciale che valuta, con il sup-
porto del medico per i casi più complessi, la corretta collocazione
in lista di attesa, assicurando una priorità di erogazione per i casi
che lo richiedono.
A supporto della gestione e monitoraggio continuo è stato messo
in atto un sistema informatizzato di controllo delle liste di attesa
che consente di rilevare l’andamento dei tempi di attesa mediante
informazioni dettagliate relative alle agende di prenotazione ge-
stite dalle singole strutture.
Inoltre, è stata completata nei primi mesi 2009 l’informatizzazio-
ne dell’attività ambulatoriale attraverso l’implementazione di un
nuovo programma informatico (Med’s Offi ce) sui vari ambulatori
che permette al medico di:
Visualizzare i piani di lavoro prenotati ed il dettaglio delle pre-•stazioni da erogare.
Programmare le visite di follow up o appuntamenti in auto •gestione.
Gestire e rilevare le prestazioni erogate.•Refertare le visite svolte.•Attivare funzioni accessorie di ausilio alle attività ambulato-•riali, come la gestione delle stampe delle richieste, la prescri-
zione farmaceutica, la produzione di certificazioni mediche.
L’applicazione defi nitiva del progetto avverrà entro il 2009.
Tale programma di refertazione, integrato con il sistema CUP per
i piani di lavoro e ricalcolo del ticket, con l’anagrafe assistiti e con
il repository interaziendale dei dati clinici per l’archiviazione e il
recupero dei referti, consente allo specialista di avere a disposi-
zione tutti gli strumenti necessari per una corretta ed effi cace re-
fertazione e prescrizione di ulteriori prestazioni rispetto a quella
iniziale.
Infi ne, all’atto della prenotazione, sulla stampa consegnata al cit-
tadino è specifi cato che, in caso di impedimento o rinuncia, l’as-
sistito è tenuto ad avvertire prima dell’appuntamento; vengono
forniti numeri di telefono e orari in cui rispondono alternativa-
mente un operatore oppure la segreteria. Le stesse informazioni
vengono riportate su poster affi ssi nei vari punti CUP provinciali.
3.2.1.b) Provvedimenti in caso di interruzione della attività di
erogazione delle prestazioni in regime ambulatoriale
La DGR 73/2007, di integrazione alla DGR 1532/2006, contiene li-
nee guida di riferimento alle Aziende Sanitarie per disciplinare,
nel Programma attuativo aziendale, le procedure per dare rispo-
sta a situazioni di forza maggiore che possono comportare una
sospensione nell’erogazione delle prestazioni.
Le assenze programmabili non portano ad interruzione nell’ero-
gazione di attività specialistiche ambulatoriali. In questi casi la
Struttura interessata individua le modalità per garantire il rego-
lare svolgimento dell’attività.
Compete alla Struttura anche la gestione di situazioni derivanti
da improvvise assenze, quali ad esempio la malattia. L’articola-
zione oraria dei componenti l’equipe viene, infatti, di norma pro-
grammata in modo da consentire una rotazione del personale in
grado di affrontare esigenze improvvise e di breve durata.
Le modalità organizzative di recupero delle attività sospese com-
petono al reparto interessato e possono riguardare sia l’attivazio-
ne di apposite sedute dedicate, sia la distribuzione degli appunta-
menti annullati ad inizio/fi ne sedute di attività già programmata.
In dettaglio, il Direttore della Struttura comunica alla Direzione
Sanitaria e all’Uffi cio Gestione Risorse l’avvenuta sospensione
delle prestazioni evidenziando le motivazioni che hanno portato
alla sospensione dell’attività, con l’indicazione anche della durata
temporale. L’Uffi cio Gestione Risorse tempestivamente trasmet-
te al Direttore della Struttura l’elenco dei pazienti sospesi che,
a cura della segreteria del reparto stesso, vengono nuovamente
prenotati ed informati della nuova data fi ssata.
In caso di sospensione dell’attività di erogazione, l’attività di
prenotazione, viene regolarmente svolta. Nel caso in cui non
sia temporaneamente possibile svolgere nemmeno tale attivi-
tà (es. guasto grave a tecnologia complessa per il quale non è
noto il tempo di ripristino), si propone all’utente di prenotare la
prestazione in un’altra struttura del Distretto o della Provincia.
Se questa opportunità non è disponibile o se l’utente preferisce
effettuare la prestazione nel Distretto di residenza, si provvede
comunque a raccogliere i suoi dati (pre-accettazione) e ad infor-
marlo che sarà successivamente contattato per la comunicazione
della data effettiva. Questa procedura ha lo scopo di non creare
disagio all’utente, evitando di costringerlo a ritornare al punto di
prenotazione.
3.2.1.c) Gestione liste di attesa per ricoveri programmati
Per ricovero programmato si intende il ricovero in regime ordi-
nario o in regime di Day Hospital che, in relazione alle condizioni
cliniche del paziente o ai trattamenti cui il paziente deve essere
sottoposto, può essere programmato per un periodo successivo
al momento in cui il clinico ha rilevato l’indicazione al ricovero
stesso.
Per liste d’attesa si intende la quantifi cazione dei tempi medi
d’attesa espressa in giorni per ogni singola prestazione da eroga-
re riferita al numero medio dei pazienti prenotati.
I criteri su cui sono formulate le liste d’attesa sono i seguenti:
il primo criterio considera la gravità della patologia del pa-•ziente (caratteristiche cliniche, eziologia, stadio della patolo-
gia, decorso della patologia).
il secondo criterio di tipo cronologico considera la data di ri-•chiesta della prestazione e deve essere adottato in subordine
al primo criterio.
Il terzo considera le risorse necessarie come numero di pre-•stazioni effettuate nell’unità di tempo che ogni Unità Operati-
va intende dedicare per ogni categoria di liste d’attesa iden-
tificate.
Il Direttore Sanitario è responsabile della defi nizione delle proce-
dure sulla registrazione delle prenotazioni e ha funzioni ispettive
sulla corretta applicazione dei criteri fi ssati. In caso di gestione
non centralizzata, ogni Direttore di Struttura Complessa, su dele-
ga del Direttore Sanitario, risponde della corretta tenuta del re-
gistro delle prestazioni della propria Struttura e dell’applicazione
delle procedure individuate.
A quest’ultimo, inoltre, compete:
l’esplicitazione dei criteri clinici di gravità fissati per l’accesso •alle prestazioni, il controllo e l’eventuale aggiornamento degli
stessi.
La predisposizione di una nota informativa da distribuire ai •pazienti.
La rilevazione statistica dell’attività svolta.•La formulazione di disposizioni sulla corretta e continua com-•pilazione del campo presente sulla SDO relativo alla data di
prenotazione.
È responsabilità del Coordinatore Infermieristico o suo dele-•gato:
raccolta prenotazioni nel registro.•
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Chiamata del paziente. •Segnalazione di eventuali eventi sentinella che si verifichino •nel percorso.
La tenuta del registro di prenotazione è obbligatoria (art. 3 com-
ma 8 della legge 724/98). Le modalità di tenuta del registro de-
vono garantire la massima tutela nei riguardi della privacy e di
eventuali manomissioni.
La Direzione sanitaria controlla la correttezza della tenuta dei re-
gistri ogni tre mesi.
Trimestralmente ed ogni qualvolta l’Azienda lo ritengano oppor-
tuno vengono stilati resoconti complessivi dell’attività svolta. La
determinazione della durata dell’attesa viene rilevata in maniera
prospettica: si intende cioè il primo giorno disponibile a partire
dalla data di rilevazione seguito da 2 o più posti disponibili.
La RER ha dato disposizioni affi nché la data di prenotazione ven-
ga registrata fra le informazioni di accettazione del ricovero, che
andranno a confl uire sulla scheda nosologica, potendo derivare
tale informazione dalla scheda di proposta di ricovero. La data di
prenotazione dal 01.01.2000 è compresa tra le informazioni della
Scheda di Dimissione Ospedaliera regionale (SDO). A partire dal
01/01/2008 fa parte dei dati che compongono il debito informativo
regionale obbligatorio del fl usso SDO.
E’ previsto per tutte le Strutture un registro informatizzato di
prenotazione dei ricoveri suddiviso per codice e le informazioni
contenute sono utilizzate per determinare la durata della lista
d’attesa, programmare le attività chirurgiche, effettuare la chia-
mata dei pazienti (il tempo di attesa viene così calcolato: data di
ricovero – data d’inserimento in lista d’attesa).
Il ricovero viene proposto a seguito di una visita di accettazione
effettuata dal medico specialista della Struttura. Al termine di
tale visita il medico compila la “scheda di proposta di ricovero”
contenente almeno i seguenti requisiti:
data di richiesta della prenotazione•dati anagrafici del paziente•indirizzo e/o recapito telefonico•tipo di prestazione (si considerano prestazione riferite al rico-•vero ordinario, al day hospital)
codice di priorità se diverso da quello assegnato alla patologia •sul nomenclatore di lista
medico proponente•tipo di anestesia eventualmente proposta •note per motivazioni di eventuali modifiche dell’ordine di chia-•mata (riportata in un secondo momento).
La registrazione del paziente nel software di gestione delle liste
d’attesa prevede la stampa di “schede di proposta di ricovero”,
di cui una copia viene consegnata al paziente ed una copia viene
conservata in reparto.
La suddivisione dei criteri di priorità, a livello aziendale, è stata
articolata per tenere conto delle diverse esigenze clinico-sociali
dei pazienti ed organizzativo-gestionali delle strutture, per cui
sono state prodotte 6 classi di priorità, così suddivise:
codice 1A entro 30 gg
codice 2A entro 60 gg
codice 2B entro 90 gg
codice 2C entro 120 gg
codice 3A entro 180 gg
codice 3B e 3C entro 1 anno
Ogni trimestre la segreteria trasmette alla Direzione Sanitaria e
al Responsabile di Dipartimento una scheda riassuntiva conte-
nente dati relativi a tempi medi di attesa e numero di pazienti in
attesa, mentre la Direzione Sanitaria effettua controlli periodici
sullo stato delle liste d’attesa (pulizia, dimensioni, monitoraggio
dei tempi di attesa, ecc).
La data effettiva dell’intervento viene stabilita dal Responsabile
della Struttura in base alla disponibilità di sala operatoria e di
posti letto. Il Coordinatore Infermieristico o a un suo delegato, o
la segreteria dipartimentale, per quelle strutture in tal senso or-
ganizzate, consegna ai pazienti gli appuntamenti per eseguire gli
esami preoperatori. La numerazione progressiva deve garantire
in modo trasparente la sequenza delle chiamate, fatta eccezione
per i pazienti non disponibili per giustifi cati motivi. Tali motivazio-
ni vengono obbligatoriamente riportate sul programma di gestio-
ne delle liste d’attesa.
Il paziente viene informato all’atto della prenotazione del ricovero
che l’eventuale spostamento della data per eseguire l’intervento
deve essere tempestivamente comunicato al Coordinatore Infer-
mieristico dell’Unità Operativa, che provvederà ad annotarlo sulla
scheda di proposta di ricovero/intervento. In questo modo il pa-
ziente non perde il diritto ad eseguire l’intervento nei successivi
appuntamenti.
Per le liste d’attesa che superano i sei mesi, la segretaria dell’Uni-
tà Operativa si fa carico di revisionare semestralmente le liste,
telefonando ai pazienti per valutare se sono ancora in attesa del
ricovero. In caso di rinuncia, questo viene annotato sul program-
ma di gestione delle liste d’attesa.
Il 2007 è stato l’anno del riavvio del progetto SIGLA (Sistema In-
tegrato Gestione Liste di Attesa) con il “progetto SIGLA 3” che,
innanzitutto, ha previsto una rilevazione su tutte le Aziende Sani-
tarie della Regione per fotografare la realtà dei livelli di informa-
tizzazione specifi catamente utili alla gestione delle liste d’attesa,
oltre che le varie classifi cazioni in uso.
Successivamente sono stati organizzati vari incontri dove sono
stati concordati punti in comune molto importanti che riguardano
la gestione regionale delle liste d’attesa:
la progettazione di nomenclatori di lista d’attesa delle strut-•ture chirurgiche utilizzando la patologia (diagnosi) e codifi-
candola con i codici ICD9CM a tre cifre e completo delle classi
di priorità assegnati secondo le normative vigenti in corso;
la revisione del nomenclatore di lista d’attesa dell’Ortopedia, •già strutturato nel progetto SIGLA, per adattarlo al nuovo
formato convenuto durante gli incontri di lavoro del progetto
SIGLA 3;
contatti con la società CUP2000, che gestisce il settore infor-•matico del progetto, da parte dei Servizi di Informatica per
adattare i software in possesso delle Aziende Sanitarie ai de-
biti informativi previsti per l’istituzione del cruscotto SIGLA ad
uso degli utenti esterni individuati (Medici di Medicina Gene-
rale, utenti, ecc.).
Attualmente, l’Azienda Ospedaliera S.Maria Nuova di Reggio Emi-
lia è in possesso di un sistema informatizzato centralizzato di ge-
stione delle liste d’attesa che viene utilizzato da tutte le Strutture
che effettuano attività ospedaliera programmata (in degenza or-
dinaria ed in Day Hospital).
3.2.1.d) Azioni di miglioramento per il contenimento di tempi di
attesa
L’Azienda Ospedaliera S.Maria Nuova di Reggio Emilia attua già da
diversi anni uno stretto controllo sulle liste e sui tempi d’attesa.
Per le patologie oggetto di monitoraggio regionale secondo l’Ac-
cordo Stato-Regione dell’11 luglio 2002, il continuo monitoraggio
ed una serie di correttivi organizzativo-gestionali ha portato ad
una stabilizzazione dei tempi d’attesa secondo gli obiettivi richie-
sti dalla Regione.
Le azioni messe in campo dall’Az. Ospedaliera sono diverse, dal
controllo, monitoraggio e pulizia continua delle liste alle sedute
aggiuntive operatorie, quando la situazione lo richiede.
> Area oncologica
Nella nostra Azienda tutti gli interventi per neoplasia, ad ecce-
zione della neoplasia prostatica (per la quale, peraltro, sono in
progetto alcune procedure di gestione di lista d’attesa atte ad ac-
corciare i tempi), sono garantiti entro 30 giorni. Quella esigua ca-
121
sistica che non rientra nei termini indicati trova una risposta negli
attuali protocolli terapeutici che prevedono approcci integrati tra
radioterapia e chemioterapia prima dell’intervento chirurgico.
Questi trattamenti possono causare, infatti, alcune ricadute clini-
che sui pazienti e, quindi, determinare rinvii della data program-
mata per l’intervento.
Il tempo di attesa per l’intervento per neoplasia prostatica risente
anche molto della tipologia specifi ca della neoplasia caratterizza-
ta da lenta crescita e bassa invasività.
L’esigenza di mantenere i tempi d’attesa per le patologie neopla-
stiche entro 30 giorni ha indotto a rivedere il regolamento per la
gestione di parte delle sale operatorie.
Periodicamente (ogni 6 settimane) viene presa visione delle liste
di attesa informatizzate e vengono assegnate sedute aggiuntive
(mediamente 3 sedute aggiuntive la settimana) al fi ne di contene-
re a 30 giorni i tempi d’attesa per intervento per neoplasia.
> Area cardiovascolare
Dal 2007 è attivo un Programma Interaziendale, in staff in en-
trambe le Direzioni Aziendali, che si confi gura come la naturale
evoluzione della Commissione Cardiologica Provinciale. Questo
ha consentito una più stretta integrazione nei percorsi clinico-
assistenziali e una maggiore uniformità tecnico-professionale
nella pratica clinica. Nell’ambito dell’accordo interaziendale sulla
cardiochirurgia, siglato tra Azienda Ospedaliera ASMN, Azien-
da USL e struttura privata accreditatata “Villa Salus” di Reggio
Emilia nonché Azienda Ospedaliera di Parma, è stata costante la
partecipazione dei cardiochirurghi agli incontri clinici settimanali
del Programma.
Le prestazioni di Cardiologia Interventistica vengono continua-
mente monitorate e sono state defi niti con gli operatori dei proto-
colli diagnostico terapeutici di intervento.
> Area geriatrica
La procedura di intervento, dei pazienti operati di cataratta, dal
marzo 2006 è ambulatoriale, come indicato dalla Delibera Regio-
nale. Per quanto riguarda i pazienti operati di protesi d’anca, il
rispetto degli obiettivi regionali è stato più problematico a causa
dell’aumento della patologia nella popolazione anziana, ma an-
che per la forte incidenza dell’attività di traumatologia che affe-
risce alla nostra Struttura Ospedaliera: vengono centralizzati da
tutta la provincia i casi di traumi che presentano una particolare
criticità e tutti i politraumi.
Nonostante le diffi coltà evidenziate occorre comunque sottoline-
are l’aumento di attività in elezione per la patologia del ginocchio.
Inoltre, per ottenere tempi di attesa più rispondenti agli obiettivi,
periodicamente vengono assegnate delle sedute operatorie ag-
giuntive.
> Altre prestazioni
Sono stati attivati sistemi di monitoraggio dei tempi di attesa,
inoltre, per le seguenti prestazioni:
1. Interventi chirurgici del polmone
2. Interventi chirurgici del colon
3. Tonsillectomie
4. Biopsia per cutanea del fegato
5. Legature stripping e vene
6. Emorroidectomia
7. Riparazione ernia inguinale
8. Decompressione tunnel carpale
3.2.2 DISUGUAGLIANZE ED EQUITÀ DI ACCESSO/TRATTAMENTO
L’Azienda Ospedaliera ha aderito alla rete regionale di Area Va-
sta proposta dall’Agenzia Sanitaria Regionale sul tema delle di-
suguaglianze e dell’equità di accesso/trattamento. Nel 2008 è
stata effettuata una prima mappatura aziendale per capire, se e
in che modo, le azioni messe in atto dall’Azienda ai diversi livel-
li di attività (programmazione; erogazione e gestione dei servizi;
cultura) tengono o meno conto di alcune diversità di cui gli utenti
sono oggi portatori, per valutarne la coerenza e per sottolinearne
eventuali ridondanze o carenze di attenzione.
Le diversità considerate sono state il genere, l’età, la nazionalità
(origine etnica), l’orientamento/l’identità sessuale e la religione/
convinzioni personali.
La lettura e il confronto tra le singole mappe ha portato ad alcune
considerazioni generali riferibili all’Area vasta Emilia Nord, in cui
anche l’ASMN si riconosce:
le donne sono un gruppo la cui salute sembra particolarmente
presidiata dalle Aziende a tutti i livelli (progetti e programmi
specifici, servizi dedicati, iniziative di comunicazione e atten-
zione mirati…), soprattutto quando si tratta di tutela della ma-
ternità e della salute riproduttiva.
Emerge un’esplicita attenzione alle fasce dei bambini/minori e
degli anziani, a cui sono dedicati specifici programmi, progetti
e servizi.
Sono assai numerose e diffuse in tutte le Aziende le iniziative
(in termini di programmi, servizi e attività culturali/formative)
che hanno come oggetto gli stranieri.
La disabilità fisica appare presidiata principalmente come di-
sabilità motoria, rispetto a cui vengono attivati percorsi più o
meno accessibili (scivoli, ascensori o parcheggi), altre volte
sembra rimandare a condizioni di non-autosufficienza molto
gravi, rispetto a cui vengono attivati percorsi o attività forma-
tive dedicate (dimissioni protette, progetti per gravi disabilità
acquisite…).
Nel 2009 il progetto proseguirà con l’analisi della letteratura pre-
sente, lo studio della legislazione, stage formativi presso espe-
rienze signifi cative all’estero e proposte operative in ambito di
Area Vasta.
3.2.3 MALATTIE RARE
Le malattie rare sono patologie che si presentano nella popola-
zione con una frequenza pari a meno di una persona ogni due-
mila.
Con Delibera Regionale n. 160 del 2/2/2004, proprio per anda-
re incontro alle esigenze di questi pazienti, è stata istituita la
Rete regionale per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e
la terapia delle malattie rare, in applicazione del DM n. 279 del
18/5/2001.
La rete assistenziale dell´Emilia-Romagna per le malattie rare
comprende, tra gli altri Centri (19), anche l’Azienda Ospedaliera
ASMN di Reggio Emilia, presso la quale sono state identifi cate
specifi che Strutture competenti per la prevenzione, la sorveglian-
za, la diagnosi e la cura delle singole patologie.
Presso la nostra Azienda ci sono 17 centri autorizzati per la certi-
fi cazione, diagnosi, cura e follow-up di un elevato numero di ma-
lattie rare. In tutto sono abilitati alla cura e certifi cazione di que-
ste patologie un centinaio di medici afferenti ai centri accreditati.
Tabella 3.2.1- Centri autorizzati per la malattie rare presso
l’ASMN
Dermatologia
Cardiologia – Diagnostica ed Interventistica Cardiologica
Ematologia - Centro Microangiopatie Trombotiche
Endocrinologia
Laboratorio di genetica
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Laboratorio di microbiologia
Medicina 1^
Medicina 2^-Centro per lo Studio dell’Iperaldosteronismo Primitivo
Medicina 3^
Neuropsichiatria infantile
Reumatologia
Oculistica
Neurologia –unità neurologia dell’età evolutiva
Pediatria –laboratorio di genetica clinica ed ematologia pediatrica
Pediatria- ambulatorio di auxologia
Pediatria- ambulatorio di gastroenterologia
Riabilitazione infantile di 3° livello
La normativa nazionale prevede l´esenzione del pagamento del
ticket per le prestazioni, comprese nei LEA e disposte dal medico
del Centro autorizzato, fi nalizzate alla diagnosi, al trattamento, al
follow-up e alla prevenzione di eventuali aggravamenti di malattie
rare.
I Presidi accreditati certifi cano informaticamente, attraverso il
sistema informativo regionale, lo stato di patologia rara e predi-
spongono il piano terapeutico personalizzato, rilasciandone copia
all’assistito. La certifi cazione è visualizzabile in tempo reale dal
Dipartimento di Cure Primarie (AUSL), che provvede a stampare
il certifi cato di esenzione di malattia rara e a consegnarlo diretta-
mente all’assistito o ad inviarlo a domicilio, se richiesto dall’assi-
stito al momento della diagnosi.
Nel caso in cui il piano terapeutico personalizzato comprenda far-
maci non inclusi nei LEA, il centro di riferimento, tramite l’AUSL
di residenza del paziente predispone apposita domanda al Servi-
zio Presidi Ospedalieri.
In applicazione alla suddetta delibera, per ciascuna malattia
rara o gruppo di malattie:
sono stati definiti percorsi d’accesso per i pazienti, sia per la •prima visita sia per il follow up, identificando, dove possibile,
percorsi di day service;
è garantita la presa in carico complessiva del paziente, secon-•do le indicazioni dettate dalla Circolare n. 18/2004;
sono stati predisposti protocolli clinici;•vengono seguite le corrette procedure per la richiesta di ero-•gazione in esenzione alla partecipazione al costo di farmaci
non appartenenti ai LEA.
> Il Sistema Informativo Regionale sulle Malattie Rare
Il sistema informatizzato per la ricerca, certificazione, raccolta e
trasmissione dati sulle malattie rare, creato nel 2007 dalla Re-
gione Emilia Romagna, è stato implementato con l’adeguata for-
mazione degli operatori sanitari, organizzata e condotta a livello
locale. La RER ha creato uno spazio on line dedicato alle malattie
rare e diversi strumenti fruibili, tra i quali un motore di ricerca
che consente di identifi care e trovare tutti i centri certifi catori e
tutte le malattie rare.
Il sistema informativo regionale permette un collegamento infor-
matico, via internet, tra i Centri autorizzati per la certifi cazione, i
Dipartimenti di Cure Primarie ed i Servizi Farmaceutici, in modo
che la certifi cazione della malattia rara, effettuata dal medico del
Centro autorizzato, possa essere visualizzata in tempo reale dal
Dipartimento di Cure Primarie (AUSL), che provvede, a sua volta,
al rilascio del tesserino di esenzione.
Anche il Piano terapeutico, compilato informaticamente dal Cen-
tro autorizzato, è visualizzato in tempo reale dal Servizio Farma-
ceutico che provvede, a sua volta, al rilascio del farmaco.
> Le reti delle malattie rare
Nell’ambito del sistema delle malattie rare sono state realizzate
specifi che reti, organizzate secondo il modello Hub & Spoke (Cen-
tri di alta specializzazione che sono il riferimento per gli ospedali
del territorio) per la prevenzione, la diagnosi e la cura di alcune
specifi che malattie o gruppi di malattie (sindrome di Marfan, Fi-
brosi cistica, glicogenosi, anemie emolitiche congenite, emofi lia
e malattie emorragiche congenite, anemie emolitiche congenite).
L’Azienda ASMN è centro spoke per le seguenti patologie:
sindrome di Marfan: è una malattia del connettivo, caratteriz-•zata, nelle forme più conclamate, da anomalie dell’apparato
muscolo-scheletrico, cardiovascolare, dell’occhio. I reparti
di Diagnostica ed Interventistica Cardiologica (per l’adulto) e
di Pediatria (per il bambino) dell’ASMN sono centro spoke. Il
centro hub regionale è situato nel Policlinico S.Orsola-Malpi-
ghi di Bologna.
anemie emolitiche ereditarie: tra queste le più numerose •sono le talassemie, malattie dovute a disordini ereditari legati
alla ridotta o assente produzione delle catene globiniche. Il
reparto di Ematologia dell’ASMN è centro spoke. Il centro hub
regionale è l’Azienda ospedaliera S. Anna di Ferrara.
emofilia e malattie emorragiche congenite: sono difetti ere-•ditari della coagulazione del sangue. I reparti di Medicina
1^ (per l’adulto) e Pediatria (per il bambino) dell’ASMN sono
centri spoke. Centro Hub regionale è presso l´Azienda Ospe-
daliero-Universitaria di Parma (Ospedale Maggiore) al quale
è affidato il “Registro regionale per le malattie emorragiche
congenite”.
Nel mese di ottobre 2008 la S.S. dipartimentale di Genetica
Clinica dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova di Reggio
Emilia si è candidata quale Centro Spoke della rete per le ma-
lattie rare scheletriche.
3.2.4 AZIONI DI SOSTEGNO ALL’ACCESSO DEI SERVIZI PER LE PERSONE CON GRAVE DISABILITÀ ACQUISITA
Il trattamento delle gravi cerebrolesioni acquisite, secondo quan-
to previsto dal progetto regionale GRACER, prevede, in qualità di
Spoke A (Spoke acuti) per la Struttura di Medicina Fisica e Riabili-
tativa della nostra Azienda, una serie di interventi che si possono
riassumere come segue:
Individuazione del paziente con GCA (Grave Cerebrolesione •Acquisita) ricoverato nelle unità operative per acuti (Rianima-
zione, Neurologia, Medicine, Malattie infettive…).
Compilazione settimanale della scheda di valutazione.•Programmazione degli interventi riabilitativi in fase acuta.•Prognosi funzionale e definizione del fabbisogno riabilitativo e •del percorso di cura dopo la fase acuta.
C• aricamento di tutti i dati cartacei nel database del Registro
Regionale GCA e segnalazione informatizzata alle altre strut-
ture della rete, per i trasferimenti.
Per ciò che riguarda la fase più delicata del percorso, l’uscita dai
reparti per acuti verso le strutture riabilitative, tutti i pazienti che
necessitano di riabilitazione intensiva sono segnalati e trasferiti
all’Ospedale di Correggio, in letti appositamente predisposti. Per
i pazienti che necessitano di riabilitazione estensiva, sono stati
defi niti accordi tra l’Azienda Ospedaliera e l’AUSL: i pazienti del
distretto di Reggio Emilia accedono ai posti letto di Lungodegenza
Riabilitazione Estensiva (LDRE) della struttura di Medicina Fisica
e Riabilitativa della nostra Azienda, i pazienti degli altri distretti
accedono alle LDRE della Provincia.
123
Nel 2008 sono stati presi in carico presso l’Azienda Ospedaliera,
con le modalità descritte, 63 pazienti, di cui 7 trasferiti presso
la struttura di Medicina Fisica e Riabilitativa (nel corso del 2007
sono stati seguiti 73 pazienti di cui 8 trasferiti presso la struttura
di Medicina Fisica e Riabilitativa, nel 2006 sono stati seguiti 65
pazienti di cui 7 trasferiti).
3.2.5 PARTECIPAZIONE A PROGRAMMI DI SORVEGLIANZA E TUTELA NEI CASI DI MAGGIORE FRAGILITÀ E SOLITUDINE DELL’ANZIANO
L’assistenza agli anziani è il settore del sistema sanitario nel qua-
le più profondamente si compenetrano e diventano inscindibili il
bisogno sanitario e quello sociale, in una gradazione che com-
prende aspetti diversi e tra loro complementari come il bisogno
di evitare l’emarginazione sociale, il supporto delle funzioni com-
plesse della vita, l’aiuto quotidiano psicologico e materiale per
le funzioni semplici, fi no all’assistenza costante e, in alcuni casi,
ad alta valenza sanitaria delle fasi di non autosuffi cienza. Nasce
quindi l’esigenza di rispondere in modo pertinente alle esigenze
degli anziani “fragili”, identifi cando i soggetti nei quali è neces-
sario effettuare un piano individualizzato di assistenza nella rete
dei servizi.
Già a far tempo dal 2006 l’Azienda Ospedaliera ASMN e l’Azien-
da USL hanno defi nito un piano per l’identifi cazione precoce
dei soggetti “a rischio” durante il periodo estivo dove l’impatto
“dell’emergenza caldo” può comportare un rischio elevato di ra-
pido deterioramento della salute e dello stato funzionale.
In particolare, si è provveduto a:
Predisporre un questionario in grado di identificare, tramite •punteggio assegnato ad ogni item, i soggetti a rischio tra i
pazienti ricoverati con età superiore a 75 anni
Diffondere lo strumento nelle Unità Operative Ospedaliere •che, potenzialmente, possono ospitare pazienti con età > 75
anni
Somministrare il questionario alle persone ricoverate di età •> 75anni
Trasmettere i dati relativi ai casi a rischio identificati al Dipar-•timento di Cure Primarie dell’Azienda USL per la costruzione
di una “mappa delle situazioni di fragilità”
Contattare telefonicamente (a cura delle Infermiere volonta-•rie della Croce Rossa Italiana), le persone identificate “fragili”
per la rilevazione dei bisogni.
Durante i mesi centrali dell’anno 2008, il questionario è stato
somministrato dal personale infermieristico a tutti i pazienti ri-
coverati di età >75 anni.
Nel corso del periodo di monitoraggio sono pervenute 166 segna-
lazioni di anziani “fragili”, con età media di 83,2 anni. Il 45% degli
anziani segnalati vive da solo, mentre il 25% con coniuge di età
superiore ai 75 anni.
Complessivamente in tre anni sono state effettuate 661 segnala-
zioni. Le segnalazioni pervenute hanno contribuito alla costruzio-
ne di una mappa delle situazioni a rischio e hanno consentito un
intervento precoce nei casi di maggiore fragilità.
3.2.6 PERCORSO INTERAZIENDALE PER “L’AC-COMPAGNAMENTO E SOSTEGNO DI UOMINI E DONNE IN SITUAZIONE DI DISAGIO SOCIALE E PSICOFISICO GRAVE”
È continuata nel 2008 la collaborazione della Azienda Ospedaliera
S. Maria Nuova, avviata nel 2007 in risposta a quanto previsto dal
Programma Attuativo 2006 del Piano Sociale di Zona 2005-2007,
con l’Azienda USL (che in convenzione con il Consorzio “O. Ro-
mero” gestisce il Servizio Socio-Educativo Domiciliare - SSED), il
Comune di Reggio Emilia e la Caritas Diocesana di Reggio Emilia.
L’obiettivo è quello di concorrere alla predisposizione di un per-
corso per l’accompagnamento e il sostegno di adulti in situazioni
di disagio sociale e psicofi sico grave. Il progetto ha visto l’istitu-
zione di un’equipe multidisciplinare e multiprofessionale per la
presa in carico di situazioni di disagio complesso, con la possibili-
tà di affi ancamento da parte di educatori del SSED e, se necessa-
rio, accoglienza in posti letto messi a disposizione da Caritas.
La sperimentazione del percorso condotta nel 2007 ha consentito
di apprezzare che:
tutte le situazioni prese in carico hanno mantenuto una sta-•bile e costruttiva relazione con gli operatori coinvolti e con i
servizi di riferimento;
laddove si era in presenza di situazioni di alcoldipendenza •cronica si è assistito a lunghi periodi di astinenza che hanno
consentito un miglioramento dello stato di salute. L’obiettivo
del SSED, peraltro, non è quello di lavorare sulla dipenden-
za, ma di “accompagnare” il cliente verso servizi che hanno
le competenze per lavorare su questo problema all’interno di
un più ampio percorso volto alla cura del sé. Laddove si sono
verificate (prevedibili) ricadute, la relazione con il servizio ha
consentito di trattare immediatamente la situazione con i ser-
vizi coinvolti, evitando il ripetersi di condizioni che in passato
avevano portato a conseguenze gravissime, con esigenza poi
di interventi importanti dei servizi sanitari e sociali. Per tutti i
clienti, sostanzialmente isolati dal contesto familiare e terri-
toriale, è stato possibile un riavvicinamento, un reinserimen-
to sociale fino ad arrivare, nella quasi totalità delle situazioni
trattate, all’inserimento lavorativo;
i miglioramenti/assestamenti sul piano della salute psico-fi-•sica, con riduzione dei ricoveri ospedalieri e degli accessi im-
Grafi co 3.2.1 Grafi co 3.2.2
3.2
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124
propri al Pronto Soccorso, rappresentano per queste persone
importanti legami/possibilità per rappresentarsi un futuro.
Visti gli ottimi risultati raggiunti, nel corso del 2008 è stata siglata
un’intesa con Azienda USL, Caritas diocesana, Comune di Reggio
Emilia per dare continuità alla sperimentazione condotta nel 2007
relativamente alla gestione e presa in carico dei casi di disagio
complesso. L’intesa ha confermato il coordinamento delle attività
da parte di un’equipe multidisciplinare e multiprofessionale, che
ha il compito di individuare il percorso più opportuno per i pazienti
in situazioni di disagio complesso. Nel corso del 2008 sono stati
seguiti complessivamente 27 pazienti, di cui 15 inquadrabili come
situazioni di disagio complesso.
3.2.7 PROGRAMMA STROKE CARE
In una recente review (2008) della Cochrane Collaboration è stato
verifi cato che la presa in carico dei pazienti con stroke durante il
ricovero ospedaliero da parte di un team multidisciplinare spe-
cializzato nel trattamento dello stroke, migliora la sopravvivenza
ed il recupero complessivo dei pazienti stessi.
In particolare, è stato messo in evidenza che i pazienti con stro-
ke hanno una maggiore possibilità di sopravvivenza, di ritorno al
domicilio con un accettabile grado di autosuffi cienza se trattati in
un contesto specifi camente organizzato per trattare pazienti con
stroke.
Il modello organizzativo più effi cace appare quello della “compre-
hensive stroke care” (intesa come la struttura di degenza dedicata
in grado di integrare la precocità degli interventi fi nalizzati a pre-
venire le complicanze con l’avvio di una precoce riabilitazione).
Con la Delibera di Giunta Regionale n. 1720 del 16.11.2007 sono
state emanate le linee di indirizzo per l’organizzazione dell’assi-
stenza integrata al paziente con ictus – Programma stroke care.
Esse si basano sull’assunto che l’assistenza “dedicata” (stroke
care) ha un impatto signifi cativo nel ridurre la mortalità e la disa-
bilità residua del paziente con stroke e che dimissione precoce e
integrazione con assistenza ospedaliera e territoriale (ESD: ear-
ly supported discharge) garantiscono un migliore recupero delle
abilità funzionali e della vita di relazione.
Coerentemente con le indicazioni della Conferenza Stato-Regioni
(“Documento di indirizzo per la defi nizione del percorso assistenzia-
le ai pazienti con ictus cerebrale” - repertorio atti n° 2195 del 3
Febbraio 2005), le linee di indirizzo sull’assistenza integrata al
paziente con ictus (cfr. Delibera della Giunta Regionale Emilia Ro-
magna 1720/2007) e con i dati di letteratura, presso l’Arcispedale
S. Maria Nuova di Reggio Emilia, preceduto da una dichiarazio-
ne di intenti aziendale, è stato defi nito il modello organizzativo di
stroke care, orientato a coniugare:
Approccio multidisciplinare•Precocità dell’intervento riabilitativo•Applicazione di protocolli per la prevenzione delle complican-•ze maggiori
A• udit e briefing periodici, anche su singoli casi
Formazione ed aggiornamento continui.•Ispirandosi ad un modello di comprehensive stroke care (conside-
rato quale riferimento in Regione Emilia Romagna), si sono costi-
tuite aree dedicate presso i reparti di:
Geriatria, •Medicina Interna,•Neurologia,•
per un totale di 24 posti letto, che garantiscono l’assistenza del
paziente, secondo protocolli e procedure condivise, l’identifi cazio-
ne di un case manager, la precoce presa in carico riabilitativa già
in area stroke, il trasferimento successivo alla stabilizzazione cli-
nica presso la Medicina Riabilitativa, qualora il paziente necessiti
di trattamento riabilitativo intensivo.
Parallelamente al modello organizzativo intraospedaliero, sono
stati defi niti i percorsi, standard, algoritmi preospedalieri (orien-
tati alla Cincinnati pre-hospital stroke care) ed è stata completata
la formazione degli operatori impegnati nell’assistenza in emer-
genza urgenza sul territorio; sono stati, inoltre, condivisi le linee
guida ed i requisiti della fase post-ospedaliera.
Dal maggio 2004, l’Ospedale S.Maria Nuova di Reggio Emilia è
autorizzato, inoltre, ad effettuare trattamenti fi brinolitici secondo
il protocollo SITS-MOST (prima Struttura in RER). Ad oggi è anche
centro attivo nel protocollo IST 3 (fi brinolisi entro le 6 ore).
Per quanto riguarda l’assistenza al paziente con TIA, anche alla
luce dei risultati recentemente pubblicati su Lancet Neurology
(riduzione del 79% del rischio relativo di stroke nei primi 90 giorni
dal TIA nei pazienti presi in carico dalla TIA Clinic), nell’ambito del
Progetto “Nuove conoscenze e problematiche assistenziali nell’ic-
tus cerebrale”, ammesso a fi nanziamento col Programma stra-
tegico Stroke del bando ricerca fi nalizzata 2006, il sottoprogetto
“Studio Day Tia” è stato affi dato alla S.C. di Neurologia del SMN.
L’obiettivo è la defi nizione del percorso diagnostico terapeutico
più adeguato e cost-effective, attraverso una completa ridefi ni-
zione nosografi ca clinico-strumentale allo scopo di defi nire il ri-
schio individuale, l’avvio precoce di un protocollo terapeutico e di
prevenzione secondaria degli eventi trombotici di origine cardiaca
e vascolare periferica, sulla base delle linee guida esistenti.
L’esperienza illustrata dà la misura di un lavoro impegnativo e
sviluppatosi nel tempo, sia per quanto attiene al governo del pro-
cesso di sistematizzazione dei modelli assistenziali a livello re-
gionale, sulla base delle linee guida più accreditate, sia per quan-
to riguarda l’applicazione in sede locale di questi indirizzi.
3.2.8 L’ASSISTENZA AI PAZIENTI E UTENTI STRANIERI
3.2.8.a) La popolazione straniera residente nel territorio
L’ultimo decennio è stato caratterizzato, in linea con l’andamento
complessivo regionale, dal costante e rapido aumento di cittadini
stranieri nel territorio provinciale.
Al 31/12/2007 i cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Euro-
pea sono stati 46.648, pari al 9,1% della popolazione della provin-
cia di Reggio Emilia, con un incremento percentuale di +12,1 ri-
spetto all’anno precedente, nettamente superiore rispetto all’au-
mento registratosi nel 2006 (+9,2% nel 2006 vs 2005).
Le aree geografi che di provenienza
maggiormente rappresentate sono state:
Africa settentrionale•Europa centro-orientale•Asia centro-meridionale•Unione Europea•Africa occidentale •Asia orientale •America centro-meridionale•
Grafi co 3.2.3
125
Altri•
Nel corso degli anni, la percentuale di residenti immigrati da stati
dell’Africa settentrionale (soprattutto Marocco, Tunisia) è diminu-
ita in rapporto alle altre comunità, sebbene numericamente sia in
costante crescita. La comunità più in crescita, a partire dal 2002,
è rappresentata dai cittadini provenienti dall’Europa dell’est, gra-
zie soprattutto ai provvedimenti di regolarizzazione.
La struttura, per età, della popolazione non comunitaria è ben
diversa da quella italiana e da quella europea:
tra gli stranieri non comunitari è più alta la presenza di bam--bini fi no a 10 anni (18,6%) e di giovani adulti, ovvero di persone
di età compresa tra i 20 e 44 anni (54,6%), mentre sono ancora
molto pochi gli anziani di 65 anni e oltre (1,4%);
i cittadini europei sono prevalentemente giovani e adulti (il -66,7% ha un’età compresa tra i 20 e 44 anni), pochissimi sono
i bambini (6,9% fi no a 10 anni).
Per quanto riguarda gli italiani, invece, le classi d’età adulte han-
no un peso molto più signifi cativo in confronto alle due prece-
denti comunità e quest’andamento demografi co si rifl ette anche
nell’utilizzo dei servizi sanitari.
3.2.8.b) il servizio di Mediazione Linguistico-Culturale
L’assistenza ai cittadini migranti è stato un campo di interesse
ulteriormente sviluppato dall’Azienda nel corso del 2008 anche
grazie al Servizio di Mediazione Linguistico-Culturale, attivo dal
2006, in collaborazione con la Azienda Usl.
L’Azienda ASMN è attiva, da anni, nel perseguire la qualità di as-
sistenza ai pazienti stranieri, anche attraverso la defi nizione di
percorsi che ne favoriscano l’accesso ai servizi e nell’agevolare,
al contempo, gli operatori sanitari nella relazione con l’utenza
straniera; la collaborazione con il gruppo di coordinamento ed
il gruppo tecnico del servizio di mediazione linguistico-culturale
dell’azienda USL è volta ad individuare e promuovere azioni di mi-
glioramento e pianifi cazione delle attività del servizio.
La mediazione culturale è un servizio che permette di:
favorire la realizzazione delle pari opportunità nel godimento •dei diritti di cittadinanza da parte dei cittadini stranieri;
facilitare la rimozione delle barriere linguistico-culturali;•promuovere la conoscenza e la valorizzazione delle culture •d’appartenenza;
favorire l’accesso ai servizi e l’inserimento nella società d’ac-•coglienza;
assistere, al contempo, gli operatori delle strutture sanitarie, •socio-sanitarie e sociali del territorio nel processo di adegua-
mento e miglioramento delle prestazioni offerte all’utenza
multietnica;
offrire una ulteriore opportunità professionale: il Mediatore •Linguistico-Culturale è una nuova figura di professionista, con
competenze relative alla realizzazione delle pari opportunità,
che facilita l’inserimento dei cittadini stranieri immigrati.
Le tipologie di servizi previsti dalla Mediazione sono i seguenti:
Postazione fi ssa1.
E’ stata individuata una postazione fi ssa in cui sono presenti a ro-
tazione, dal lunedì al venerdì, mediatori culturali di diversa etnia
(cinese, araba, albanese, est-europa ecc.) per interventi telefonici
o di persona oltre che per brevi traduzioni a richiesta dei servizi/
reparti/ambulatori.
2. Presenza fi ssa
È prevista la possibilità di avere la presenza fi ssa di un mediatore
per un’attività continuativa e sistematica per un periodo di tempo
indeterminato.
3. Presenza programmata dal lunedì al venerdì
Prevede la presenza pianifi cata del mediatore di settimana in set-
timana o in 2/3 giorni lavorativi, nelle attività clinico/assistenziali,
nelle attività di formazione del personale, nelle attività di educa-
zione dei pazienti, nelle attività di comunità.
4. Intervento urgente sul posto
Il mediatore si reca personalmente nel reparto/servizio entro 3/4
ore dalla richiesta, 24 ore su 24.
5. Intervento telefonico
L’operatore sanitario deve contattare direttamente i mediatori che
hanno dato disponibilità a svolgere questo servizio ed il mediatore
presta assistenza immediata telefonicamente.
6. Traduzioni scritte
Possono essere tradotti materiali di diverso utilizzo:
in supporto alla comunicazione clinico-assistenziale (docu-•menti di consenso informato, dimissioni, linee guida rispetto
la preparazione ad esami o prelievi, ecc.)
in supporto all’accesso e funzionamento dei Servizi (cartel-•lonistica all’interno della struttura ospedaliera, indicazioni di
orari, percorsi clinici e post dimissioni, ecc.)
in supporto all’educazione e informazione degli utenti (pie-•ghevoli informativi rispetto la salute dei bambini, con indica-
zioni per neo-mamme e donne incinta, ecc..).
Risultati ottenuti
Nel 2008 è nata la collaborazione con la Cooperativa Dimora di
Abramo e l’Azienda USL di Reggio Emilia per monitorare l’utilizzo
del servizio di mediazione con riguardo alla dimensione ed alle
caratteristiche della domanda e per valutare eventuali cambia-
menti, integrazioni, sostituzioni. L’obiettivo è perseguire la qua-
lità dell’assistenza ai pazienti stranieri ed agevolare gli operatori
nell’espletamento del loro servizio verso l’utenza straniera.
Nei tre anni di esperienza del servizio di mediazione linguistico
culturale presso la nostra realtà provinciale si è avuto:
un incremento dell’utilizzo del servizio di mediazione cultura-•le - complessivamente, infatti, il numero di ore di mediazione
richieste in postazione/presenza fi ssa, presenza programma-
ta e per interventi urgenti e/o telefonici e traduzioni, ha regi-
strato un forte aumento pari ad un + 20% nel 2008 vs 2007,
mentre l’anno precedente l’aumento era stato del +8% (7.200
ore nel 2006, 7.800 ore nel 2007 e 9.800 ore ad ottobre 2008).
L’Azienda Ospedaliera ASMN di Reggio Emilia ha usufruito, nel
2008, del 20% (1935 ore) del numero complessivo di ore di me-
diazione.
Grafi co 3.2.4
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126
una maggior appropriatezza di utilizzo, da parte degli ope-•ratori, delle varie tipologie del servizio, ascrivibile tanto alla
maggior esperienza maturata negli anni dal personale sani-
tario quanto all’investimento fatto dall’Azienda nella forma-
zione del personale sull’utilizzo del servizio stesso.
un ricorso al servizio di mediazione da parte degli operatori •per un numero sempre crescente di lingue e culture: nel 2006
il 71% del servizio era utilizzato per la lingua cinese, nel 2007
è diminuita la richiesta per la lingua cinese (dal 71% al 37%)
e si è ampliato il ventaglio delle altre lingue richieste (albane-
se, arabo, indiano, est-europeo). Quest’andamento è rimasto
stabile nel 2008.
l’utilizzo del servizio da parte di un numero sempre più alto di •reparti/servizi: i reparti che utilizzano maggiormente il servi-
zio sono quelli afferenti all’Area Salute Donna (Ginecologia ed
Ostetricia.), all’Area Salute Infanzia (Neonatologia e T.I.N. e
Pediatria, ecc..) ed all’Area Amministrativa (accesso ai servizi,
percorsi, ecc..)
3.2.8.c) il corso di formazione: “Comprensione culturale e utenti
stranieri: quali vie percorribili per migliorare la relazione”
Nel 2008 è stato replicato, in quattro edizioni, il corso di formazio-
ne “Comprensione culturale ed utenti stranieri: quali vie percor-
ribili per migliorare la relazione”. Il corso è iniziato nel 2007 con
l’obiettivo di rifl ettere sulle problematiche presenti nel processo
di comunicazione tra culture diverse approfondendo contempora-
neamente le caratteristiche socio-culturali delle etnie più rappre-
sentative, di sensibilizzare al tema il maggior numero possibile di
operatori sanitari e di fornire informazioni sul corretto utilizzo del
servizio di mediazione aziendale. Le numerose richieste perve-
nute hanno reso necessario replicare il corso e prevedere altre
edizioni per il futuro.
Dall’analisi dei questionari di soddisfazione dei partecipanti è
emersa una valutazione complessiva molto positiva del corso.
In particolare la maggioranza dei rispondenti ritiene che il corso
abbia soddisfatto le proprie aspettative e che gli argomenti trat-
tati siano rilevanti. Circa la metà dei rispondenti (il 49,6%) giudica
l’evento come effi cace rispetto alla sua formazione continua. Per
quanto concerne l’applicabilità dei contenuti del corso sul lavoro,
tutti i partecipanti hanno risposto positivamente.
Il servizio di mediazione culturale, secondo i partecipanti al cor-
so, è importante perché:
rappresenta un momento di promozione dell’empowerment •del l’utente straniero che viene informato, orientato e reso
consapevole delle opportunità e in generale del processo di
cura;
promuove un miglioramento della qualità della prestazione •fornita in termini di efficacia ed efficienza di utilizzo delle ri-
sorse umane, temporali ed economiche;
fornisce un sostegno agli operatori nelle svolgimento delle •attività;
migliora la comprensione e di conseguenza lo “stato psicolo-•gico” del paziente straniero;
promuove l’integrazione culturale. •
Tabella 3.2.2 - % lingue richieste
2006 2007 2008
Albanese 4% 10% 18%
Arabo 17% 28% 27%
Cinese 71% 37% 38%
Indiano 1% 10% 7%
Est europeo 5% 9% 9%
Sud-Centro Africa 2% 6% 1%
Grafi co 3.2.5
127
Nell’organizzare l’offerta dei servizi è fondamentale tener conto
delle considerazioni e del punto di vista del cittadino/utente, favo-
rendone la partecipazione attiva affi nché diventi co-produttore del
servizio erogato. La “centralità del cittadino in quanto titolare del
diritto alla salute e partecipe della defi nizione delle prestazioni,
dell’organizzazione dei servizi e della loro valutazione” è, infatti,
principio che ispira l’attività del Servizio Sanitario Regionale (art.
1 L.R. 29/04) e, conseguentemente, l’attività dell’Azienda Ospeda-
liera di Reggio Emilia.
3.3.1 COMITATO CONSULTIVO MISTO (CCM)
Il Comitato Consultivo Misto (CCM) è un signifi cativo strumento
istituzionale di partecipazione alla gestione della sanità da parte
dei cittadini. È stato istituito con L.R. n° 19/94 ed opera all’interno
delle Aziende Sanitarie quale organismo privilegiato per la rileva-
zione ed il miglioramento della qualità dei servizi. Presso l’Azien-
da Santa Maria Nuova il CCM esiste sin dal 1995; esso è compo-
sto in maggioranza da membri di Associazioni di volontariato e da
referenti aziendali. Nel 2006, in data 30 giugno, si sono svolte le
operazioni di rinnovo del Comitato Consultivo Misto aziendale.
La sede del CCM è collocata presso l’Azienda Ospedaliera. Il Co-
mitato Consultivo Misto dell’Arcispedale Santa Maria Nuova dura
in carica 3 anni e si riunisce di norma una volta al mese.
Il CCM si propone di favorire la partecipazione dei cittadini ai pro-
cessi decisionali aziendali per quanto attiene gli aspetti relativi al
miglioramento della qualità dei servizi e della comunicazione fra
la struttura sanitaria e gli utenti; di diffondere la conoscenza e la
partecipazione, promuovendo progetti di educazione alla salute
anche attraverso il coinvolgimento delle diverse Associazioni di
tutela e volontariato.
Per l’adempimento delle funzioni precedentemente descritte ven-
gono sviluppate attività che si possono descrivere come segue:
esame di documenti e normativa;•espressione di pareri;•creazione di gruppi di lavoro ad obiettivo;•confronto con esperti;•partecipazione e promozione ad attività formative interne o •rivolte ad utenti;
promozione e realizzazione di confronti con i cittadini su pro-•blemi, progetti e risultati dell’attività del CCM;
partecipazione alla definizione dei bisogni di salute della po-•polazione e alla progettazione di servizi;
partecipazione ad attività di verifica aziendale, promozione e •realizzazione di attività di verifica autogestite, partecipazione
ad attività di identificazione analisi e gestione del rischio;
partecipazione al monitoraggio dei segnali di disservizio;•monitoraggio di criticità emergenti (liste di attesa, problemi di •umanizzazione e personalizzazione dei servizi);
proposta e collaborazione alla realizzazione di progetti di mi-•glioramento;
promozione e partecipazione ad indagini sul livello di gradi-•mento dei cittadini;
partecipazione alla definizione (possibilmente alla rilevazio-•ne sistematica) e analisi di indicatori per la valutazione della
qualità dal lato dell’utente.
Nel corso dell’anno 2008 il Comitato Consultivo Misto di questo
Ospedale ha rafforzato il rapporto di reciproca collaborazione so-
prattutto conoscitiva con il CCM del Distretto USL di Reggio Emi-
lia. Tale rapporto fondato sulla necessità di conoscenza congiunta
degli aspetti caratterizzanti l’assistenza sanitaria della quale pos-
sono fruire i cittadini e delle sue eventuali criticità, si è estrinse-
cato attraverso la presenza di una delegazione di ogni CCM alle
riunioni dell’altro. Sono attesi risultati di conoscenza e di possi-
bilità di intervento nei processi decisionali di più ampio respiro
rispetto a quelli raggiunti fi no ad ora e ciò per entrambi i Comitati.
Le problematiche che i cittadini – soprattutto le fasce più fragili
della popolazione- affrontano nell’accedere ai servizi sanitari non
possono che avere un’interpretazione di portata provinciale che
comprenda, dunque, il momento del ricovero in acuzie, ma an-
che i momenti del pre e post ricovero, quello della prevenzione,
quello della cura in elezione, così come il trattamento della croni-
cità. Nessuna di tali fasi, per una sua comprensione profonda ed
il conseguente giudizio, può essere disgiunta dalle altre, ma deve
essere considerata come parte di un processo unico il cui fi ne è il
garantire salute alla popolazione. Le riunioni che il CCM ha svolto
nel corso dell’anno 2008 hanno sempre visto la presenza di alme-
no due rappresentanti del Comitato di USL nella consapevolezza
che gli argomenti trattati avevano un signifi cativo valore comune
e che dal costante confronto non potevano che nascere proposte
valide per il miglioramento della sanità locale.
3.3.2 AUDIT CIVICO
A seguito dell’esperienza regionale dell’audit civico conclusasi
con il monitoraggio delle azioni di miglioramento proposte, nel
2008 l’ASMN ha partecipato al gruppo di lavoro regionale per ri-
pensare al modello e agli strumenti di valutazione dell’Audit civi-
co nell’ottica di una ri-progettazione sia in termini di signifi cato
che di metodologia e strumenti.
L’esperienza trascorsa ha mostrato come tramite l’Audit civico si
sia verifi cata un’operazione di “allineamento” tra valutazione del
cittadino e livello di programmazione dei servizi, in cui il punto di
vista del cittadino ha apportato elementi di conoscenza integrativi
rispetto a quelli “di sistema” per promuovere azioni di migliora-
mento.
La ri-progettazione vede l’Audit civico come percorso istituzionale
suffi cientemente autonomo nella vita dell’organizzazione in cui il
punto di vista del cittadino sia “diagnostico” attraverso le funzioni
di “segnalazione” e “proposta”, di “controllo” sui percorsi orga-
nizzativi valutati attraverso la loro percezione, di “educazione”
(oltre che valutazione) verso l’organizzazione, i professionisti e i
cittadini stessi che, in questa relazione con l’altro, apprendono
nuovi approcci e chiavi di lettura.
La fase di ri-progettazione del 2008 ha visto insieme l’ASMN e
l’Azienda USL di Reggio Emilia in un’ottica di integrazione terri-
toriale (istituzionale, comunitaria, gestionale, professionale), fo-
calizzando l’attenzione sui percorsi dell’assistenza e le condizioni
che li rendono attuabili nel contesto territoriale (ad es. i rapporti
tra i servizi, tra servizi e cittadini, tra ospedale e territorio, ecc.). Il
progetto prevede la valutazione dell’esistente, l’individuazione dei
problemi e la messa in campo delle possibili soluzioni.
Saranno utilizzati strumenti di tipo quantitativo e, soprattutto,
qualitativo, aderenti alla realtà locale in quanto congruenti con il
contesto e volti ad offrire opportunità di confronto tra cittadino-
Azienda sui percorsi assistenziali.
L’ASMN di Reggio Emilia ha aderito al Progetto Regionale di Audit
Civico proposto da Cittadinanza Attiva che prevede visite di verifi -
ca su aspetti che concernono la centralità dell’utente nell’ambito
dei servizi sanitari.
L’ “audit civico” o “valutazione dei cittadini” è nato dall’esperienza
del Tribunale dei Diritti del Malato e consiste in visite di verifi ca
focalizzate su “elementi oggettivi” (requisiti) individuati da Citta-
dinanza Attiva e condivisi con la Regione Emilia Romagna.
Gli obiettivi del progetto di audit civico sono stati:
3.3 Centralità del cittadino
128
richiamare l’attenzione dei professionisti e della Direzione su •aspetti dell’assistenza sanitaria rilevanti dal punto di vista dei
cittadini;
favorire l’impegno dei cittadini per il miglioramento dei servizi •sanitari attraverso il confronto diretto con i professionisti e la
Direzione;
favorire il confronto tra Aziende Sanitarie per lo scambio e •l’adozione delle “buone pratiche” individuate.
Il progetto è stato condiviso con il Comitato Consultivo Misto del
SMN nel quale sono rappresentate le associazioni di volontaria-
to della provincia. Allo stesso è stato anche affi dato il coordina-
mento dell’èquipe locale dell’Audit Civico, mentre la responsabi-
lità dell’intero progetto è stata affi data all’uffi cio sistemi quali-
tà aziendale. Il gruppo aziendale costituito da sei professionisti
ospedalieri e sei rappresentanti delle associazioni di volontariato,
dopo la formazione prevista, ha predisposto il programma delle
verifi che.
Le aree verifi cate hanno riguardato:
la sicurezza del paziente;•l’ascolto e la relazione con lo stesso;•gli strumenti resi disponibili per una corretta ed esauriente •informazione;
la gestione delle liste d’attesa;•i percorsi clinico-assistenziali per i pazienti;•gli aspetti strutturali e logistico-alberghieri.•
I risultati sono stati discussi ed esaminati con la fi nalità di intra-
prendere delle azioni di miglioramento congiunte tra ospedale,
équipe locale e Comitato Consultivo.
È importante sottolineare che lo spirito dell’iniziativa, che ha ac-
comunato il gruppo di progetto, è stata la disponibilità al confron-
to per il miglioramento continuo.
In sintesi le FASI DEL PROGETTO
Adesione della Direzione al progetto di audit•Comunicazione del progetto a livello locale (Direzione, CCM)•Costituzione del comitato promotore•Formazione regionale comitato promotore•Reclutamento valutatori èquipe locale•Progettazione e programmazione audit•Effettuazione audit•Elaborazione dati e raccolta proposte azioni di miglioramento•Incontro con la Direzione•Condivisione con CCM•Monitoraggio realizzazione azioni di miglioramento.•
L’audit civico ha coinvolto 19 su 30 strutture di degenza in modo
che tutti i dipartimenti fossero rappresentati da una o più unità
operative e quindi rientrassero nel campo di applicazione dell’au-
dit civico.
Tabella 3.3.1 – strutture coinvolte nell’audit clinico
Dipartimento Unità Operative
Medicine Generali
e Specialistiche
Medicina 1^Medicina 2^Medicina
3^LungodegenzaNefrologia e
Dialisi
Ostetrico Ginecologico
e Pediatrico Ostetricia e GinecologiaPediatria
Chirurgie Generali
e SpecialisticheChirurgia Generale 1Urologia
Cardio-Toraco-Vascolare e di Area
Critica
Chirurgia ToracicaChirurgia
VascolareCardiologia
(semintensiva)Pneumologia
Onco-Ematologico e Malattie
Infettive
Malattie infettiveEmatologia
degenza
Neuro MotorioNeurologiaGeriatriaR.R.F
degenzaOrtopedia
Totale 19 unità operative
I risultati non hanno evidenziato esiti imprevisti rispetto a quanto
atteso.
I membri dell’equipe hanno valutato l’Audit civico come esperien-
za positiva; suo valore aggiunto è stato considerato soprattutto il
“lavoro in gruppo” e la possibilità di interagire e confrontarsi con
la Direzione e gli operatori.
Da qui la proposta avanzata dagli stessi membri dell’equipe di
non sciogliere il gruppo, ma di proseguire con il monitoraggio
delle azioni di miglioramento, proposta accolta dal CCM.
3.3.3 INDAGINI DI SODDISFAZIONE
A seguito della rilevazione di qualità percepita dall’utente, termi-
nata a fi ne 2007, l’Azienda è stata impegnata nel primo semestre
2008 nella diffusione e analisi dei risultati sia a livello dipartimen-
tale che di singole strutture coinvolte.
Successivamente sono state messe in atto azioni e progetti per
migliorare situazione critiche o per ottimizzare aspetti e aree ul-
teriormente potenziabili. Tale percorso si è andato ad inserire in
un processo complessivo di valutazione previsto dall’iter di ac-
creditamento, che per il 2008 ha coinvolto in particolare il Dipar-
timento Ostetrico Ginecologico e Pediatrico, il Dipartimento Chi-
rurgia Generale e Specialistiche, il Dipartimento Neuro-Motorio,
il Dipartimento Cardio-Toraco Vascolare e di Area Critica.
3.3.4 ASSOCIAZIONI, SOCIETÀ E FONDAZIONI CHE COLLABORANO CON L’ASMN
L’Arcispedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia considera il con-
tributo delle Associazioni di Ricerca, delle Fondazioni e delle As-
sociazioni di volontariato di primaria importanza. Infatti, in una
prospettiva di Mission aziendale, ove in misura sempre crescente
si rende indispensabile un’attività di Ricerca scientifi ca fi nalizza-
ta all’applicazione clinica, la partecipazione degli operatori delle
Associazioni si coniuga con l’attività degli operatori sanitari tutti,
trovando a pieno titolo, piena integrazione nei valori aziendali.
Le Associazioni, le Società e le Fondazioni in elenco contribui-
scono al sostegno delle attività istituzionali dell’Azienda S. Maria
Nuova mediante diverse attività svolte dai propri soci. I volontari si
attivano in campagne di promozione a favore della ricerca medico
- scientifi ca, di stili di vita e del reinserimento sociale e lavorativo
dei pazienti che si sono avvalsi delle prestazioni dell’Arcispedale.
I volontari mettono a disposizione risorse, economiche ed umane,
tanto preziose quanto scarse: la risorsa “tempo” è da loro utiliz-
zata a seconda dei casi: per assistere, per raccogliere fondi, per
divulgare informazioni scientifi che, per diffondere la cultura della
prevenzione, per creare e sostenere la fi gura del cittadino consa-
pevole, per condividere problemi e opportunità, per condividere
un valore, per donare un sorriso.
Infi ne, nella nostra realtà locale, la condivisione del valore del vo-
lontariato stimola ed induce meccanismi virtuosi, di promozione
e di sviluppo di una maggiore coesione sociale.
> Associazioni, Società e Fondazioni Scientifi che in Reggio Emi-
lia per lo studio e la ricerca medico scientifi ca, in particolare in
area oncologica:
“Lega Italiana per la lotta contro i tumori Onlus Sezione “Rondi-
ni” di Reggio Emilia
“LA MELAGRANA” Associazione per la Salute Femminile
“G.R.A.D.E.” Gruppo amici dell’Ematologia
“A.RE.STOM.” Associazione Reggiana Stomizzati e Incontinenti
> Associazioni, Società e Fondazioni Scientifi che in Reggio Emi-
lia per lo studio e la ricerca medico scientifi ca:
1. Associazione “Vittorio Lodini” per la Ricerca in Chirurgia•2. Associazione “Pietro Giuseppe Corradini” per lo Studio e la •Cura delle Malattie Endocrine
129
3. “A.S.C.M.A.D. – PRO.RA” Associazione Studio e Cura delle Ma-•lattie dell’Apparato Digerente e progetti della Radioterapia
4. “A.R.C.A.” Onlus Associazione reggiana ricerca e cura •dell’Aids
“A.L.I.CE.” Onlus Associazione per la lotta all’Ictus cerebrova-•scolare - Reggio Emilia
“A.I.S.M.” Onlus. Associazione Italiana Sclerosi Multipla - •Reggio Emilia
“A.I.M.A.” Associazione Italiana Malati di Alzheimer Reggio •Emilia
ASSOCIAZIONE INTERCULTURALE “DAWA” (Arte, Cultura e •Sanità)
Lega del Cuore” - Associazione reggiana contro le Malattie •Cardiovascolari
FONDAZIONE “VALLISNERI” - Associazione Centro Studi Ste-•rilità – Fertilità_Onlus
Associazione Internazionale “ Ring 14” per la Ricerca sulle •Malattie Neurogenetiche Rare – Onlus
Associazione Reggiana per lo Studio delle Malattie reumati-•che “Luca Da Reggio”
Associazione” C.U.R.A.R.E.” Onlus Centro Urologico di Ricer-•ca Avanzata
> Principali Associazioni con fi nalità socio-assistenziali presenti
sul territorio di Reggio Emilia:
“A.N.E.D.” Associazione Nazionale Emodializzati” - Reggio •Emilia
ASSOCIAZIONE TRAPIANTATI DI FEGATO Sede provinciale •“A.M.I.C.I.” Associazione Malattie Infiammatorie Croniche •dell’Intestino - Sede provinciale
ASSOCIAZIONE DIABETICI provincia di Reggio Emilia•“FA.CE.” Associazione Famiglie Celebrolesi Sezione di Reg-•gio Emilia
“A.P.E.” Onlus Associazione Progetto Endometriosi Onlus, •volta a garantire a cittadini e medici adeguata formazione sul-
la patologia e sulle sue manifestazioni cliniche. Sede a Reggio
Emilia
“U.I.L.D.M. “ Unione Italiana Lotta Alla Distrofia Muscolare. •Onlus - Reggio E
“A.V.O.” Associazione Volontari Ospedalieri Sede di Reggio •Emilia
“VI.P.” Vivere in positivo Onlus. Associazione di volontari-•clown che diffonde e si pone l’obiettivo del condividere in cor-
sia la cultura del “vivere in positivo”. Sede di Reggio Emilia
ASSOCIAZIONE CASINA DEI BIMBI Onlus – Onlus: assisten-•za a favore di bambini e adolescenti in stato di necessità o di
emergenza. Attività a favore di minori ospedalizzati, o a domi-
cilio affetti da patologie croniche. Reggio Emilia
Coordinamento di Cittadinanzattiva-Tribunale per i Diritti •del Malato: associazione di promozione di tutela dei diritti e
di difesa del cittadino. Il contributo di eventuali segnalazio-
ni spontanee dei cittadini-utenti costituisce motivo per il mi-
glioramento della qualità della prestazione sanitaria erogata
dall’Ospedale. Sezione di Reggio Emilia
“BAOBAB”: servizio in collaborazione con il Comune di Reg-•gio Emilia / Spazio Giovani Scritture. Attività di volontariato
di lettura ad alta voce di testi negli spazi di socializzazione di
alcune UU.OO. dell’Arcispedale. Comune di Reggio Emilia in
collaborazione con Biblioteca Medica “Corradini”
“LUOGHI DI PREVENZIONE - Lega Italiana per la lotta contro •i tumori – LILT Onlus. Centro di formazione: informazione e
prevenzione all’uso di tabacco, alcool, sostanze che generano
dipendenza. Istituito da Ausl di Reggio E, Enti locali in colla-
borazione con Arcispedale “SMN”. Reggio Emilia
Associazione Volontari Domiciliari: Associazione Volontari •Domiciliari Onlus. Assistenza domiciliare a favore di pazienti
affetti da patologie, soprattutto in area oncologica (cure pal-
liative). Sede a Castelnovo Sotto, Reggio Emilia
AUSER” - Associazione per l’autogestione dei servizi e la so-•lidarietà Onlus. Sede di Reggio Emilia - Ente Nazionale con
finalità assistenziali
“AIBAT” Associazione italiana basedowiani e tiroidei. Associa-•zione di volontari a sostegno di coloro che soffrono di disturbi
tiroidei.
“A.N.D.” Associazione Nazionale Diabetici Onlus. Sezione del-•la provincia di Reggio Emilia
“Associazione CILLA” di Reggio Emilia Onlus. Associazione •che offre ospitalità a favore di malati e familiari di malati in
due case di Accoglienza. Sede a Reggio Emilia e a Correggio
“A.I.D.O.” Associazione Italiana per la Donazione di Orga-•ni, Tessuti e Cellule Onlus. L’AIDO muove dalla convinzione
dell’importanza della donazione di organi del proprio corpo,
dopo la morte, per i trapianti terapeutici. Sede provinciale di
Reggio Emilia
“AVIS” Associazione Volontari Italiani sangue Onlus. AVIS si •pone l’obiettivo primario di diffondere la cultura del donare
sangue. Sede comunale e provinciale a Reggio Emilia
3.3
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130
3.4 Qualità dell’assistenza ed effi cienza gestionale
3.4.1. INTERVENTI SULLA ACCESSIBILITÀ AI SERVIZI
L’accessibilità ai servizi è stata curata da vari punti vista: logistico,
organizzativo e informativo.
Dal punto di vista logistico sono stati studiati i percorsi colore
da abbinare ai dipartimenti ed è stata rivista tutta la segnaletica
aziendale anche su suggerimento dell’equipe che ha effettuato le
verifi che di audit civico.
Dal punto di vista organizzativo sono stati curati e aggiorna-
ti i protocolli di accoglienza, strumenti informativi che vengono
consegnati a tutti gli utenti con informazioni riguardanti l’orga-
nizzazione e le responsabilità della struttura di riferimento. Tali
protocolli, quali strumenti informativi hanno l’obiettivo di sempli-
fi care i percorsi, dare omogeneità all’informazione, rendere tra-
sparente i prodotti offerti e razionalizzare l’accesso alle strutture.
I protocolli di accoglienza sono anche disponibili sul sito internet
dell’azienda.
I protocolli d’accoglienza, la carta dei servizi e altri depliant infor-
mativi sono a disposizione nelle bacheche collocate all’ingresso
di ogni unità operativa al fi ne di rendere trasparente l’organizza-
zione.
L’accessibilità ai servizi è garantita e resa trasparente dalla defi -
nizione dei criteri di accesso in elezione e in emergenza\urgenza
come previsto dal modello di accreditamento. Anche le prestazio-
ni gestite direttamente dalle strutture sono regolate dalla defi ni-
zione di criteri che regolano le liste di attesa e sono disponibili in
visione su richiesta dei cittadini.
I percorsi degli utenti defi niti soprattutto per le maggiori patolo-
gie oncologiche e per le emergenze\urgenze sono stati introdotti
per gestire un’accessibilità sicura e con percorsi defi niti dentro
l’organizzazione (es. percorso dolore toracico, percorso politrau-
mi, percorso tumore al polmone…).
3.4.2. INTERVENTI SUI PROCESSI ASSISTENZIALI
L’Azienda Ospedaliera, in stretta collaborazione con l’Azienda
USL, è impegnata nell’intraprendere azioni e progetti volti al mi-
glioramento dell’appropriatezza delle prestazioni erogate, defi -
nendo percorsi clinico-assistenziali integrati. Infatti, il percorso
clinico-assistenziale è il punto cardine per sviluppare il confronto
tra professionisti e per esercitare una reale gestione delle risorse
in relazione alla qualità delle prestazioni erogate e alle esigenze
dei pazienti.
Importante approccio è l’analisi del processo clinico-assistenziale
in tutte le sue fasi monitorando le principali dimensioni della qua-
lità, quali l’appropriatezza, l’effi cacia, l’effi cienza e la sicurezza.
Nel corso degli ultimi anni, a partire dal 2001 e con il suppor-
to di professionisti della Clinical Effectiveness Unit (CEU), sono
state elaborate Linee Guida interaziendali e sono stati progettati
ed eseguiti Audit Clinici per valutare l’effi cacia dell’introduzione
delle Linee Guida nella pratica clinico-assistenziale e monitorare
i miglioramenti apportati nell’organizzazione.
Nella Tabella 3.4.1 si riporta un aggiornamento sulle linee guida
e audit clinici inerenti i principali percorsi clinico-assistenziali a
valenza provinciale ed aziendale.
Negli ultimi anni l’attenzione maggiore è stata rivolta verso le
patologie neoplastiche, in seguito all’aumento dell’incidenza dei
tumori e all’avvento di nuove tecnologie e strumenti di diagnosi
precoce (screening). A tal fi ne le due Aziende si sono date come
obiettivo prioritario la defi nizione dei percorsi clinico-assisten-
ziali integrati per garantire omogeneità di comportamenti nella
diagnosi, nel trattamento e nella prevenzione secondo le migliori
evidenze scientifi che presenti in letteratura.
3.4.2.a) Completezza/Sicurezza/Appropriatezza di setting della
Colonscopia (collegato allo Screening del colon-retto)
Il Gruppo Multidisciplinare a valenza provinciale composto da
medici, infermieri e un biostatistico ha realizzato un percorso di
Percorso/Linea Guida Obiettivo Stato di avanzamento Audit clinico e monitoraggio
Programma Interaziendale
Gastroenterologia Endoscopia
Digestiva (PIGED)
Strutturare a livello provinciale
il percorso del paziente
emorragico, defi nire il
percorso interaziendale per
la diagnosi ed il trattamento
dell’epatocarcinoma, il
percorso di pazienti con
patologie biliopancreatiche
e colorettali, consolidare
l’attività di audit clinico
nelle Endoscopie Digestive,
attraverso la Rete di
Gastroenterologia-Endoscopia
Digestiva in base al modello
Hub-Spoke e gestita secondo
i principi della Clinical
Governance
Tabella 3.4.1 principali
percorsi clinico-assistenziali attivati
131
Percorso/Linea Guida Obiettivo Stato di avanzamento Audit clinico e monitoraggio
Completezza/Sicurezza/
Appropriatezza di setting della
Colonscopia
Garantire l’erogazione
della colonscopia in modo
uniforme su tutta la provincia,
individuare gli standard di
prodotto e gli indicatori per la
valutazione della performance
sia in termini di effi cacia che
di effi cienza (completezza
della colonscopia, tasso di
complicanze, utilizzo della
sedazione standard)
Sono stati condivisi i risultati
degli ultimi 5 monitoraggi ed
i corrispondenti parametri di
qualità con tutte le Endoscopie
della provincia (anche quelle
delle Case di cura). È in corso il
monitoraggio dei parametri di
qualità su tutte le colonscopie
del 2008 per ottenere il
consolidamento dei nuovi
standard
I fase retrospettiva (del 2003) +
4 fasi prospettiche (ultima anno
2007).
In corso altra fase prospettica
per l’anno 2008
Percorso interaziendale per
la diagnosi ed il trattamento
dell’epatocarcinoma
Defi nire il percorso
interaziendale per la diagnosi,
il trattamento ed il follow
up dei pazienti cirrotici
con lesioni epatiche focali
al fi ne di omogeneizzare i
comportamenti e gli approcci
terapeutici secondo le migliori
evidenze scientifi che
Gruppo multidisciplinare
attivato nel 2007 all’interno
del PIGED. Nel 2008 i 4
sottogruppi hanno sviluppato i
seguenti argomenti: defi nizione
del percorso diagnostico
terapeutico a livello provinciale,
diagnosi e stadiazione,
terapia e schemi di follow
up, concludendo il lavoro con
la stesura della bozza del
protocollo interaziendale.
Inoltre è stato attivato il gruppo
multidisciplinare che discute
periodicamente i casi clinici di
tutta la provincia
Predisposizione di una cartella
informatizzata e di un set di
indicatori di qualità clinica
Percorso aziendale del
paziente con sospetto ca del
colon-retto
Garantire al paziente un
adeguato percorso e presa
in carico in caso di sospetta
neoplasia colorettale
Ridurre e possibilmente
eliminare i punti critici del
percorso attuale
Stabilire una corretta priorità
al fi ne di erogare gli esami
nei tempi più appropriati nel
singolo caso
Ricercare la migliore pratica
clinica basata sulle evidenze
disponibili in letteratura
Coinvolgere tutte le fi gure
professionali interessate ed
attivare periodiche discussioni
multidisciplinari dei casi nelle
diverse fasi di sviluppo della
neoplasia.
Nel corso del 2007 e del 2008
effettuate più riunioni del
gruppo multidisciplinare.
Approvato e condiviso il
protocollo di appropriatezza
della richiesta di colonscopia.
Defi nito un percorso di presa
in carico con un approccio
multidisciplinare
Studio retrospettivo sul
trattamento radioterapico
neoadiuvante dal 1997 al 2006.
Audit clinico in progress
Percorso assistenziale delle
pazienti affette da sospetta
neoplasia dell’Endometrio
Defi nire il percorso
assistenziale della pazienti con
carcinoma dell’endometrio ed
uniformare i comportamenti dei
professionisti della provincia
di RE con l’implementazione di
una Linea Guida Provinciale
Attualmente il gruppo
multidisciplinare ha
predisposto ed implementato
la Linea Guida. Inoltre è
stata effettuata la revisione
retrospettiva di un campione
di 135 cartelle di casi di
carcinoma dell’endometrio
riguardanti il periodo 2002-
2004. I risultati sono stati
discussi e commentati
all’interno di riunioni
interaziendali.
I fase retrospettiva per il
periodo 2002-2004. In progress
la fase prospettica 2007-2008
3.4
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132
Percorso/Linea Guida Obiettivo Stato di avanzamento Audit clinico e monitoraggio
Percorso del paziente affetto
da tumore del polmone
Creare un percorso effi cace
ed effi eciente per il paziente
affetto da tumore del polmone
e che sia gestito in modo
multidisciplinare ed integrato
A fi ne 2007 è stato costruito il
percorso di cura polmone (PCP)
informatizzato che attualmente
è in fase di sperimentazione
I fase retrospettiva del periodo
2004
La prevenzione, la diagnosi e il
trattamento dell’Endocardite
batterica
Uniformare i comportamenti
di tutti i professionisti
della provincia di RE nella
prevenzione, la diagnosi ed il
trattamento dell’Endocardite
Batterica (EB) e stesura di una
Linea Guida secondo le migliori
evidenze scientifi che
In fase di revisione della Linea
Guida con le nuove indicazioni
per la terapia antibiotica e la
profi lassi ed un conseguente
adeguamento del percorso
I fase retrospettiva per il
periodo 2001-2002 e I trim
2003.
La fase prospettica è stata
effettuata sui casi del 2006-
2007 e I semestre 2008.
Percorso aziendale del
paziente con piede diabetico
Disegnare ed implementare
il percorso aziendale del
paziente con piede diabetico al
fi ne di garantire una corretta
presa in carico e un approccio
terapeutico condiviso da
una equipe multidisciplinare
secondo le migliori evidenze
scientifi che
Il gruppo multidisciplinare è
stato formalizzato nel 2007.
Nel 2008 ha svolto le seguenti
attività:
defi nizione delle fasi del
percorso e le criticità,
revisione della letteratura
per alcuni aspeti specifi ci,
identifi cazione di indicatori per
audit clinico
E’ stata fatta una indagine
conoscitiva sui casi trattati nel
nostro ospedale nel periodo
2006-2007. L’audit clinico è in
corso di pianifi cazione
Appropriatezza dell’Assistenza
al travaglio e al parto (tagli
cesarei)
Omogeneizzare i
comportamenti dei
professionisti della provincia
Migliorare l’appropriatezza
dell’assistenza ostetrica
Ridurre il numero di Tagli
Cesarei nel rispetto della
sicurezza materno-fetale
Ridurre la mortalità e morbilità
neonatale
La LG è stata approvata ed è in
fase di implementazione
I fase retrospettiva per il
periodo 2005 + indagine sulle
conoscenze e comportamenti
dei professionisti
Appropriato uso delle
emotrasfusioni e gestione del
rischio
Ridurre la richiesta
inappropriata di sangue ed
emoderivati ed aumentare il
tasso di utilizzo del sangue
richiesto
Revisione/aggiornamento
della LG a fi ne 2007 e ulteriore
monitoraggio degli indicatori.
Nel 2008 è stata realizzata
l’integrazione della linea guida
con la gestione trasfusionale
dell’emorragia massiva
I fase retrospettiva (2001)
+ 1 fase prospettica (2002).
Messa a punto di un sistema
automatico di calcolo degli
indicatori nel SIT. Ulteriore
fase prospettica sui dati del
2005-2006. In progress la
pianifi cazione dell’audit sulle
nuove raccomandazioni per
la gestione dell’emorragia
massiva
Audit clinico sui pazienti
con IMA ricoverati nelle
cardiologie della provincia di
RE
Verifi care i percorsi e l’outcome
dei pazienti con IMA all’interno
del sistema curante della rete
cardiologica della provincia. Ha
una cadenza annuale a partire
dal 1999
Iniziato nel 1999 con la
revisione di un campione di
cartelle cliniche di pazienti
con IMA. Dal 2005 è iniziato
un audit interno all’ASMN
sui casi di IMA usando come
fonte dati le SDO ed i percorsi
che si possono ricostruire
da esse. Da questo percorso
otteniamo i dati della mortalità
intraospedaliera, che dal 2006
stiamo estendendo a verifi che
della mortalità a 30 e 180
giorni utilizzando la banca dati
provinciale.
Dal 1999 con periodicità
annuale
133
Audit Clinico con l’obiettivo di omogeneizzare l’erogazione della
colonscopia, individuare gli standard di prodotto e gli indicatori
per la valutazione della performance in termini sia di effi cacia
che di effi cienza. Per il monitoraggio continuo della qualità, ad
oggi sono state fatte 5 misurazioni dove sono emersi signifi cativi
miglioramenti a livello provinciale in termini di completezza della
colonscopia (> 95%), di appropriatezza di setting ambulatoriale e
di utilizzo della sedazione identifi cata come gold standard. È sta-
to defi nito ed esteso a tutte le endoscopie un unico software che
prevede anche una scheda “audit” con i dati utili agli indicatori.
Gli standard clinico-assistenziali individuati saranno estesi anche
alle strutture private accreditate della provincia che erogano en-
doscopie.
Nel 2008 è stato effettuato il monitoraggio dei parametri di quali-
tà sulle colonscopie erogate nelle endoscopie provinciali al fi ne di
consolidare i nuovi standard di qualità.
Inoltre, un tavolo di lavoro integrato AUSL/ASMN e MMG ha la-
vorato sulla defi nizione dei criteri di accesso all’esame urgente,
urgente differibile, programmabile e follow up.
3.4.2.b) Percorso assistenziale
delle pazienti affette da sospetta neoplasia dell’Endometrio
Il Gruppo multidisciplinare composto da medici delle Ginecolo-
gie della provincia, dell’Anatomia Patologica, della Radioterapia,
dell’Oncologia e un biostatistico, ha iniziato i lavori nel 2004 e ha
avuto come scopo principale la progettazione dell’audit provin-
ciale e la costruzione ed implementazione di una Linea Guida
Provinciale che permettesse di defi nire il percorso assistenziale
della pazienti con carcinoma dell’endometrio ed uniformasse i
comportamenti dei professionisti della provincia di RE.
Una prima revisione retrospettiva è stata fatta su un campione
di cartelle di casi con carcinoma dell’endometrio riguardanti il
periodo 2002-2004. I risultati, che fanno una fotografi a pre-linea
guida, sono stati discussi e condivisi da tutto il gruppo provincia-
le.
In seguito a questo percorso è stato defi nito un set completo di
informazioni utili a descrivere il percorso clinico della paziente
neoplastica ed i successivi follow-up. Le informazioni sono state
raggruppate in macro-categorie: dati anagrafi ci, fattori di rischio
personali, diagnosi, esami di laboratorio (ove richiesti), esami
strumentali, dati istologici, intervento terapeutico/chirurgico,
dati post-intervento, parametri di qualità della prestazione (ove
presenti) e altri parametri clinici particolari. Questi dati sono or-
ganizzati in un WorkFlow che presenta, nei momenti topici del
percorso di cura, dei form sia riassuntivi che di valutazione degli
outcomes.
Lo stesso procedimento si sta facendo anche per il tumore del
colon-retto e del polmone con il fi ne di costruire un sistema in-
formativo epidemiologico-clinico che supporti la Direzione ed i
professionisti nel monitoraggio continuo della qualità dei percorsi
diagnostico-terapeutici.
3.4.2.c) Percorso del paziente affetto da tumore del polmone
L’analisi del percorso del tumore del polmone è stata una delle
prime sperimentazioni che ha voluto mettere a confronto tutti i
professionisti che interagiscono nel processo di diagnosi e cura
del paziente con sospetto tumore al polmone.
La metodologia adottata è stata quella di costituire un “gruppo
collegiale” interdisciplinare di professionisti (pneumologo, ra-
dioterapista, oncologo e chirurgo toracico) che ha analizzato, in
prima istanza il percorso organizzativo del paziente con sospetto
tumore polmonare e i dati di riferimento.
A fronte delle criticità emerse sono state messe in atto azioni
specifi che affi nchè la struttura e i professionisti si organizzassero
per garantire risposte univoche e coordinate.
A seguire sono state defi nite le fasi del percorso clinico: dal so-
spetto diagnostico alla diagnosi, dalla diagnosi alla stadiazione,
dalla stadiazione alla scelta terapeutica e infi ne al follow up in pa-
ziente libero da malattia, individuando sia le responsabilità che le
evidenze scientifi che a cui fare riferimento per offrire all’utente il
miglior trattamento possibile in relazione al performance status.
È stato adottato un “verbale” condiviso dal gruppo collegiale utile
sia per lo scambio di informazioni tra professionisti sia per i dati
da utilizzarsi per gli indicatori individuati.
Punto di forza del percorso è stato quello di garantire all’utente
un medico referente (pneumologo) che si prende carico del pa-
ziente durante tutto il percorso ospedaliero e degli eventuali con-
tatti con il MMG.
Altro punto di forza è la discussione collegiale dei casi, con ca-
denza settimanale, che defi nisce il piano terapeutico del singolo
paziente e ne segue l’evoluzione clinica.
Attenzione particolare è anche rivolta al rapporto con le famiglie
e nella comunicazione della diagnosi. È fondamentale stabilire
con l’utente una relazione effi cace in termini di comunicazione e
non solo di informazione e lavorare per il rispetto delle scelte del
malato in relazione ai suoi valori ed una sua partecipazione attiva
nel percorso di cura.
3.4.2.d) Percorso diagnostico-terapeutico
dei pazienti con cancro del colon-retto
Le patologie dell’apparato digerente sono un problema rilevante
in termini epidemiologici, di spesa e di soddisfazione dell’uten-
te. Inoltre, il carico di sofferenza legato alle patologie digestive
maligne è elevato e l’incidenza di carcinoma colo-rettale nella
nostra provincia è superiore a 300 nuovi casi/anno. Per questo è
stata sentita la necessità di costituire un gruppo multidisciplinare
aziendale che permettesse di confrontarsi nella defi nizione del
percorso del paziente con cancro del colon-retto e di uniformare i
comportamenti sulla base delle migliori evidenze scientifi che.
Allo stato attuale il gruppo ha tracciato il percorso del paziente,
defi nito un protocollo di richiesta appropriata della colonscopia e
un protocollo di presa in carico del paziente in tutte le fasi (pre-
diagnostica, diagnostica, terapeutica e di follow-up). Elemento
di eccellenza è l’approccio multidisciplinare nella gestione del
caso.
È stato eseguito uno studio retrospettivo sul trattamento radiote-
rapico neoadiuvante per questi tumori e sono stati identifi cati gli
indicatori per il monitoraggio dell’effi cacia del percorso stesso.
3.4.2.e) Percorso diagnostico-terapeutico
dei pazienti affetti da epatocarcinoma (HCC)
L’attivazione del Gruppo Epatologico Provinciale rientra negli
obiettivi fondanti del Programma Interaziendale di Gastroentero-
logia Endoscopia Digestiva (PIGED).
L’obiettivo principale è quello di strutturare un percorso intera-
ziendale per la diagnosi, il trattamento ed il follow up dei pazienti
cirrotici con lesioni epatiche focali al fi ne di standardizzare i com-
portamenti e gli approcci terapeutici secondo le migliori evidenze
scientifi che. Questo percorso vede l’eccellenza nell’integrazione
multidisciplinare con una sistematica discussione di casi e nella
qualità delle prestazioni erogate nei diversi contesti.
In seguito ad un’attenta analisi delle criticità nella gestione dei
pazienti epatopatici a Reggio Emilia, la più evidente è sembrata
quella delle lesioni focali in pazienti cirrotici. Un ritardo nella in-
dividuazione dell’HCC comporta inevitabilmente la mancanza di
cure effi caci della neoplasia.
Si è pertanto concordata l’opportunità di istituzionalizzare un per-
corso interaziendale con il supporto di un Gruppo Multidiscipli-
nare Interaziendale per uniformare i comportamenti sulla base
delle migliori evidenze e risolvere le criticità.
Allo stato attuale il Gruppo ha tracciato una bozza di percorso
interaziendale per i pazienti cirrotici con lesioni epatiche focali,
identifi cando i 3 momenti importanti:
diagnosi precoce e stadiazione,•trattamento,•follow up.•
Il percorso è un adattamento locale delle migliori raccomandazioni
in tema di gestione dell’HCC e prevede anche la predisposizione di
3.4
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una cartella informatizzata e di un set di indicatori di qualità clinica.
3.4.2.f) Attivazione del Centro della Tiroide
Presso il Centro della Tiroide è possibile trovare una risposta dia-
gnostica e terapeutica per qualunque problema tiroideo. “Cura
integrata” signifi ca che il paziente, dal momento della diagnosi
iniziale, alla cura, ai controlli successivi, non deve fare altro che
seguire i percorsi prestabiliti senza preoccuparsi di cercare gli
specialisti di volta in volta coinvolti. Gli specialisti si muovono in
maniera coordinata intorno al paziente.
La diagnosi si avvale delle seguenti prestazioni:
le più avanzate metodiche strumentali: ultrasonografia, •rhTSH, agoaspirati ecoguidati;
gli esami di laboratorio: TSH, FT3, FT4, PTH, HTG, AbTG, Ab-•TPO, AbTSH ecc.;
le valutazioni anatomo-patologiche dei prelievi bioptici e isto-•logici.
Il trattamento, medico e chirurgico, è effettuato da professionisti
esperti e con risultati qualitativamente molto affi dabili.
Procedure terapeutiche invasive eseguite dagli endocrinologi:
termoablazione laser•alcolizzazioni.•
Interventi Chirurgici eseguiti dai chirurghi toracici e dagli otori-
nolaringoiatri:
tiroidectomie totali e subtotali•lobectomie•svuotamenti latero cervicali.•enucleo-resezioni.•
I pazienti affetti da tumore vengono.
sottoposti a trattamento chirurgico•trattati con terapia radiometabolica in apposite stanze protet-•te (trattamenti con I131).
Nonostante siano solitamente poco aggressivi, i tumori tiroidei
possono ripresentarsi anche dopo molti anni. Per questo motivo
è necessario seguire per tutta la vita i pazienti operati per pa-
tologia neoplastica tiroidea. Ciò a Reggio avviene utilizzando un
laboratorio avanzato e le più moderne tecnologie di immagine,
che includono:
ecografia ad alta risoluzione•TC a strato sottile•PET.•
Il Servizio di Endocrinologia, ha sviluppato negli ultimi anni te-
rapie innovative mini-invasive guidate dall’ecografi a. Esse inclu-
dono:
alcoolizzazione •trattamento laser dei noduli tiroidei.•
Sono trattamenti eseguiti nel contesto ambulatoriale e non richie-
dono anestesia generale né ricovero ospedaliero. Essi consento-
no di evitare una parte degli interventi chirurgici tradizionali.
Le procedure eco-interventistiche sono un prodotto originale del-
la ricerca italiana ed hanno suscitato grande interesse negli USA
e presso i colleghi della Mayo Clinic (Rochester, MN, USA), il più
importante centro di ricerca clinica del mondo in questo campo.
Complessivamente, è da sottolineare:
una buona partecipazione di tutti i professionisti (sia medici •che infermieri) coinvolti nei percorsi diagnostico-terapeutici,
sia nelle fasi di formazione sia nei momenti di stesura, imple-
mentazione delle Linee Guida e di Audit Clinici
buon coinvolgimento dei professionisti nella progettazione •ed esecuzione degli Audit Clinici provinciali, con una elevata
attenzione alla parte metodologica e nel favorire l’apporto di
cambiamenti nei percorsi clinico-assistenziali in esame
attivazione sistematica di gruppi multidisciplinari di discussione pe-•riodica dei casi per la scelta del miglior trattamento da offrire.
3.4.2.g) Il percorso nascita
Nel corso del 2008, a seguito delle indicazioni della DGR n.
533/2008 “Direttiva alle Aziende Sanitarie in merito al percorso
nascita” sono state messe in atto presso la nostra Azienda e la
nostra realtà provinciale numerose azioni. La Delibera prevedeva
che, sulla base delle indicazioni in essa contenute, le Aziende sa-
nitarie defi nissero un Piano di attuazione provinciale del percorso
nascita entro fi ne 2008 in cui fossero esplicitati le modalità di im-
plementazione delle linee guida/raccomandazioni indicate nella
DGR e le modalità di attuazione degli obiettivi, le fasi ed i tempi di
realizzazione per ognuno degli obiettivi contenuti nel documento
stesso.
Nel primo semestre 2008 è stata presentata in Area Vasta AVEN
la Delibera in occasione di una giornata cui hanno partecipato sia
le Direzioni Aziendali che i professionisti (Direttori, Responsabili
e Coordinatori delle varie strutture coinvolte). A seguito dell’in-
contro di presentazione della DGR, all’inizio del II semestre 2008,
è stato costituito a livello di AVEN un gruppo di lavoro impegnato
nell’applicazione coordinata, integrata e omogenea dei program-
mi che ogni Azienda Sanitaria è chiamata a redigere in attuazione
degli obiettivi contenuti nella stessa Delibera. Al gruppo hanno
partecipato il Direttore ed il Coordinatore Ostetrico della nostra
Azienda oltre che la Direzione aziendale.
Parallelamente, a livello provinciale, nell’ambito del programma
Interaziendale Materno infantile (PIAMI) ed in occasione dell’in-
contro di settembre della commissione “Salute Donna”, sono sta-
ti discussi e condivisi i vari obiettivi della DGR e sono stati defi niti
gruppi di lavoro per ognuno degli 11 obiettivi previsti. Ogni gruppo
di lavoro aveva il compito di analizzare la realtà locale, gli obietti-
vi e strumenti indicati dalla DGR ed apportare un contributo alla
stesura del piano di attuazione provinciale del percorso nascita.
Sono stati pertanto costituiti i gruppi di lavoro sui seguenti obiet-
tivi:
Realizzare una razionalizzazione delle metodiche invasive uti-•lizzate per la diagnosi prenatale di anomalie cromosomiche
(ASMN-USL)
Predisporre un percorso razionale della diagnostica ecografi-•ca delle anomalie morfologiche fetali (ASMN-USL)
Applicare le linee di indirizzo regionale per la ridefinizione •del ruolo dell’ostetrica nell’assistenza al percorso nascita
(ASMN-USL)
Promuovere e consolidare l’adozione delle linee guida sul •“controllo del benessere fetale in travaglio di parto” (ASMN-
USL)
Migliorare l’assistenza ai disturbi emozionali della donna in •gravidanza e nel primo anno di vita del bambino (ASMN-USL)
Attuare interventi di supporto alla relazione madre-bambino •e di promozione e sostegno dell’allattamento al seno (ASMN-
USL)
Favorire il processo di ascolto dell’opinione delle donne e del-•le coppie che hanno accesso ai servizi per il percorso nascita
(ASMN-USL)
Garantire un miglioramento della prassi diagnostico assi-•stenziale in caso di nato morto (ASMN)
Garantire un’assistenza qualificata al travaglio e parto fisiolo-•gico in ambiente extra-ospedaliero (USL)
Garantire a tutte le donne i corsi prenatali di base (ASMN-•USL)
Aumentare le conoscenze e l’attenzione dei professionisti e •delle donne al tema “il dolore nel parto” anche attraverso
sperimentazioni controllate di metodiche farmacologiche e
non farmacologiche (DGR 1921/2007) (ASMN-USL).
A dicembre 2008 sono stati raccolti i contributi di tutti i gruppi di
lavoro ed è stato predisposto da un gruppo interaziendale il Pia-
no d’attuazione interaziendale del percorso nascita, inviato poi in
Regione a fi ne anno, così come previsto dalla DGR n.533. Il grup-
po è stato coordinato dal direttore del programma interaziendale
135
materno-infantile e vi hanno partecipato per l’ASMN sia il diretto-
re del dipartimento ostetrico-giencologico e pediatrico che la di-
rezione operativa. Particolare impegno hanno richiesto gli obiet-
tivi 1, 2 e 11 che comportano modifi che gestionali ed organizzative
di rilievo e la cui attuazione dovrà essere implementata nel corso
del prossimo anno.
In particolare l’obiettivo 11 che rimanda ai contenuti della DGR
1921/2007 ”Linee guida alle Aziende Sanitarie della regione Emi-
lia Romagna per il controllo del dolore in travaglio di parto” e che
prevede l’introduzione della parto-analgesia presso le aziende ha
previsto la messa in atto delle seguenti azioni:
La formazione di anestesisti, ginecologi ed ostetriche sia •presso strutture di eccellenza quali l’Ospedale Fatebenefra-
telli di Roma e il S. Orsola di Bologna, sia con corsi residen-
ziali all’interno della nostra Azienda.
La formazione di un gruppo di lavoro costituito da anestesisti, •ginecologici, ostetriche e neonatologi per la preparazione del
protocollo aziendale per la partoanalgesia.
La condivisione del protocollo aziendale tra tutti i professio-•nisti coinvolti.
Anche per questo obiettivo, proseguirà il lavoro nel corso del 2009
sia in termini di formazione del personale (audit, corsi e stage) che
in termini di implementazione del percorso di parto-analgesia.
Nel 2008 sono stati riconosciuti al nostro ospedale, da ONDA (Os-
servatorio Nazionale salute DonnA), tre bollini rosa, (il massimo
punteggio), nell’ambito del progetto Ospedale-Donna che premia
gli ospedali che hanno dato prova di “women-friendship” e cioè
di alto grado di attenzione posta non solo nei confronti dei campi
della medicina dedicati alle patologie femminile ma anche delle
esigenze specifi che delle donne ricoverate.
È, inoltre, iniziato nel corso del 2008 il percorso per il riconosci-
mento del nostro ospedale come Ospedale Amico dei Bambini da
parte dell’UNICEF che ha visto il coinvolgimento della Neonatolo-
gia e dell’Ostetricia.
3.4.3 INTERVENTI SULLA SICUREZZA DEI PAZIENTI
Le strategie del Governo Clinico aziendale all’interno dell’Ar-
cispedale S. Maria Nuova hanno portato alla predisposizione di
un Piano Programma di Gestione del Rischio che, utilizzando gli
strumenti del risk management, si pone l’obiettivo di innalzare i
livelli di qualità e sicurezza dell’assistenza e delle prestazioni sa-
nitarie, attraverso la prevenzione, la formazione, la promozione
di azioni fi nalizzate a contenere i rischi, la comunicazione con gli
operatori ed i cittadini.
Il Piano Programma, volto principalmente alla promozione di una
cultura della sicurezza e, soprattutto, dell’apprendimento dagli
errori, è stato formalmente adottato dall’Azienda con Delibera
del Direttore Generale n. 118 del 28/12/2007. Con lo stesso atto è
stata formalizzata la costituzione di un’Unità per la Gestione del
Rischio, struttura aziendale interprofessionale, che ha il compito
di supportare la Direzione Aziendale e il Collegio di Direzione nel
coordinamento e nell’implementazione delle attività necessarie
a dare attuazione a quanto previsto dal Piano Programma azien-
dale.
Per la realizzazione delle iniziative volte alla minimizzazione del
rischio clinico, i Dipartimenti si avvalgono di una rete di referenti.
In particolare, i referenti del sistema qualità e accreditamento,
forti anche delle competenze fi no ad oggi acquisite, sono stati
individuati come i facilitatori ideali per favorire in ambito diparti-
mentale l’attuazione di programmi di rischio clinico, la successiva
predisposizione di piani di miglioramento, l’individuazione di indi-
catori idonei a misurare i risultati ottenuti.
> Piano Formativo
La promozione di una cultura della sicurezza, condizione oggi im-
prescindibile per offrire un servizio più coerente con le aspettative
dei cittadini, passa necessariamente attraverso un percorso for-
mativo che coinvolge tutti gli operatori impegnati nell’assisten-
za. Infatti, solo attraverso l’adozione di un linguaggio comune, la
diffusione delle conoscenze sugli strumenti e sulle metodologie
disponibili per l’identifi cazione e l’analisi delle cause, la condivi-
sione di una visione orientata non alla ricerca del colpevole, bensì
all’apprendimento dagli errori, si possono concretamente gettare
le basi per determinare cambiamenti organizzativi orientati ad un
effi cace controllo del rischio clinico, oltre che al miglioramento
ed innovazione delle buone pratiche cliniche.
Per questi motivi il primo obiettivo del piano programma azienda-
le, è stato la progettazione di un ambizioso programma formativo
suddiviso in tre differenti livelli:
livello 2 (16 ore): rivolto ai Direttori di Dipartimento, Respon-•sabili Infermieristici/Tecnici Dipartimentali e Referenti Dipar-
timentali delle reti aziendali (Accreditamento, Comunicazio-
ne, Formazione, Innovazione e Ricerca)
livello 1 (8 ore): rivolto ai Direttori di Struttura, Coordinatori •Infermieristici e Tecnici, Referenti di struttura delle reti azien-
dali
livello base (18 edizioni da 4 ore): rivolto a tutti gli operatori •del Dipartimento (personale medico, tecnico, infermieristico,
ma anche ausiliario).
La sicurezza si costruisce, infatti, attraverso l’impegno di tutti gli
attori interessati al processo di cura e assistenza del paziente e
necessita, pertanto, di una consapevolizzazione diffusa sull’entità
del fenomeno, sulle sue caratteristiche e sulle metodologie per
affrontarlo.
Il progetto formativo è stato avviato nell’autunno del 2007 in
stretta collaborazione con i referenti dell’Unità gestione rischio
e sicurezza dell’Azienda USL: nei primi 4 mesi (da ottobre 2007
a gennaio 2008) sono stati portati a termine i primi due livelli di
formazione, che hanno visto il coinvolgimento di 199 operatori.
Nel mese di maggio 2008 è stato avviato il livello base e da maggio
2008 a gennaio 2009 sono state condotte 18 edizioni, che hanno
visto il coinvolgimento di 576 operatori, per un totale complessivo
di 816 operatori.
L’interesse per il corso è stato molto elevato e oltre il 95% dei
partecipanti ha riportato nei questionari di gradimento che i con-
tenuti del corso sono utili nello svolgimento della propria attività
lavorativa.
La fase di training cultura/allineamento aziendale ai temi del ri-
schio è proseguita e proseguirà, nei singoli Dipartimenti, con la
pianifi cazione e l’implementazione di progetti attinenti ai temi di
governo del rischio clinico, che, partendo da quanto già in essere
e alla luce del percorso formativo descritto, consentano di miglio-
rare o introdurre procedure di sicurezza clinica.
Nel 2008 sono stati avviati i seguenti progetti:
analisi dei rischi connessi ai principali processi presso il -Pronto Soccorso attraverso tecnica FMEA/FMECA
analisi dei rischi relativi al processo di accoglienza presso la -Radiologia dei pazienti provenienti da PS attraverso tecnica
FMEA/FMECA
analisi dei rischi relativi al processo di identifi cazione del ne--onato attraverso tecnica FMEA/FMECA
adattamento locale della procedura per la corretta identifi ca--zione del paziente sottoposto a intervento chirurgico o trat-
tamento diagnostico-terapeutico invasivo e per la corretta
identifi cazione del sito dell’intervento chirurgico
predisposizione percorso per la corretta identifi cazione e la -successiva processazione dei campioni istologici
identifi cazione di strumenti semplifi cati per la segnalazione -di eventi avversi (incident reporting) presso il Dipartimento
ostetrico ginecologico e pediatrico
prosecuzione e progressiva diffusione del progetto per la -
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prevenzione delle cadute accidentali in Ospedale. Nel 2008 è
stata effettuata la sperimentazione delle scale di valutazione
del rischio e della scheda di rilevazione cadute proposta dal
gruppo di progetto; a tale scopo è stato effettuato un aggior-
namento a tutto il personale infermieristico di tre delle unità
operative coinvolte: Cardiologia, Neurologia, Medicina Riabi-
litativa. La quarta unità operativa (Geriatria) aveva, infatti, già
effettuato la prima parte del percorso alla fi ne del 2007.
> Sicurezza nell’uso dei farmaci
Nell’ambito della sicurezza sull’uso dei farmaci, continua positi-
vamente la sperimentazione del programma per la prescrizione
informatizzata dei farmaci, che consente di controllare ed indiriz-
zare tutto il processo di gestione del farmaco a livello di reparto,
limitando in modo drastico l’errore nelle varie fasi, di ridurre ed
ottimizzare le scorte e di abbattere i costi conseguenti. Tale pro-
cesso, iniziato sperimentalmente presso la S.C. di Medicina 3° e
la S.S. di Lungodegenza, ha visto il coinvolgimento anche delle
Strutture di Malattie Infettive, Geriatria e Nefrologia e Dialisi. La
formazione, accreditata per tutti i professionisti coinvolti (medici,
infermieri e personale di supporto) è stata preceduta e seguita da
una fase di affi ancamento in reparto. É stata inoltre implementata
la gestione dei parametri vitali bedside e delle prestazioni infer-
mieristiche, inserita nell’ambito del percorso formativo dei reparti
utilizzatori. Inoltre, è stata garantita la formazione accreditata al
personale sanitario di nuovo inserimento, supportata dall’inseri-
mento dei manuali d’uso del programma sulla Intranet aziendale,
consultabili online da tutti gli utenti.
Nel corso del 2008 si è provveduto, poi, a revisionare e diffondere
a tutte le Strutture il regolamento aziendale per l’approvvigio-
namento, la distribuzione, la registrazione e la vigilanza interna
delle sostanze stupefacenti e psicotrope (nel corso del 2007 si era
già provveduto all’adozione e diffusione della procedura aziendale
sulla corretta gestione dei medicinali e altri beni farmaceutici).
>Gestione del contenzioso
Rispetto all’area gestione del contenzioso, il Piano Programma
aziendale ha previsto l’implementazione di tecniche di mediazio-
ne e di conciliazione, al fi ne di facilitare la risoluzione extragiu-
diziale dei confl itti, migliorare le relazioni, recuperare la fi ducia
dei cittadini.
In Azienda alcuni operatori sono stati formati all’utilizzo di tec-
niche di mediazione e, nel corso del 2008, sono state svolte circa
12 esperienze di mediazione. Anche gli operatori dell’URP hanno
partecipato ad incontri di formazione sul tema “mediazione” al
fi ne di una migliore gestione dei reclami e di un migliore approc-
cio con i pazienti.
> Area Tecnico e Strutturale
Nell’ambito Tecnico e strutturale diverse sono state le attività
portate avanti nel corso del 2008 e fi nalizzate a fornire un contri-
buto rilevante alla minimizzazione dei rischi:
Sviluppo del sistema integrato di Supervisione denominato •“piattaforma EBI” per:
la centralizzazione in essa dei diversi impianti di rilevazione •incendio e dei gas medicinali/tecnici già esistenti in azienda,
nell’ambito del programma di costituzione di un presidio uni-
co di sorveglianza e di gestione delle emergenze tecniche;
l’attivazione del sistema relativo al monitoraggio e alla ge-•stione dei carichi elettrici e termici.
Ottimizzazione delle procedure per la gestione di servizi ma-•nutentivi dell’intero patrimonio immobiliare aziendale me-
diante il proseguimento del processo di informatizzazione
finalizzata alla programmazione degli interventi di tipo pre-
ventivo e/o correttivo.
Ultimazione dell’intervento di completamento Ala Nord del •
fabbricato di ampliamento ospedaliero, di superficie com-
plessiva pari a 10.200 mq., che consentirà, tra l’altro, l’atti-
vazione dei nuovi spazi destinati al Comparto operatorio di
Ortopedia, Oculistica ed O.R.L., con nuove sale operatorie
prive della colonna del protossido d’azoto, e l’attivazione della
nuova Centrale di sterilizzazione dello strumentario chirur-
gico, che contribuirà, a sua volta, ad aumentare la sicurezza
per gli operatori e a fornire maggiori garanzie di qualità sul
prodotto finale.
Completamento degli interventi all’interno del Monoblocco •ospedaliero (corpi “A”, “B” e “C”) ai fini dell’adeguamento alla
vigente normativa di prevenzione incendi che vede in partico-
lare il completamento della compartimentazione vani scale e
vie d’esodo, il completamento della compartimentazione in-
termedia di piano ed il completamento dell’impianto automa-
tico di illuminazione di sicurezza e dell’impianto automatico
di rilevazione fumi.
Realizzazione della nuova Centrale di preparazione antibla-•stici, che consente la centralizzazione dell’attività di prepa-
razione e la piena rispondenza alle indicazioni previste dalle
“Linee guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti
a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario”.
Sostituzione del gruppo elettrogeno posto in cabina lato nord, •con installazione di nuovo gruppo dimensionato per consen-
tire l’alimentazione oltre che degli attuali carichi elettrici,
anche di carichi atti a garantire la gestione in emergenza di
ulteriori utenze elettriche della cucina aziendale.
3.4.4 COMITATO INFEZIONI OSPEDALIERE
Presso l’Azienda Ospedaliera ASMN di Reggio Emilia opera, da
anni, il Comitato Infezioni Ospedaliere (CIO) aziendale ed il grup-
po Operativo, con i seguenti compiti:
1) defi nire le strategie di lotta contro le infezioni ospedaliere, con
particolare riguardo ai seguenti aspetti:
organizzazione del sistema di sorveglianza•organizzazione delle misure di prevenzione (uso degli antibio-•tici, disinfezione, sterilizzazione, ecc.)
coinvolgimento appropriato dei servizi laboratoristici•metodi e mezzi per informare il personale sull’andamento •delle infezioni.
2) verificare l’effettiva applicazione dei programmi di sorveglianza
e controllare la loro efficacia
3)curare la formazione culturale e tecnica del personale
4) esprimere pareri ed elaborare protocolli sulla politica di con-
trollo delle infezioni ospedaliere e trasmetterli al Direttore Sani-
tario per la loro applicazione a tutto l’Ospedale.
Il Comitato è coordinato dalla Direzione Medica di Presidio e com-
prende diverse professionalità: Igienista, Infettivologo, Microbio-
logo, Farmacista, Medico Competente, un dirigente del persona-
le infermieristico, infermieri addetti al controllo delle infezioni
e rappresentante del Servizio Prevenzione e Protezione oltre a
rappresentanti delle altre aree funzionali (Anestesista, Chirurgo,
Internista, Neonatologo).
Al CIO spettano i compiti relativi alla pianifi cazione ed al controllo
degli interventi sia di prevenzione che di sorveglianza delle IO,
mentre il Gruppo operativo è responsabile della loro attuazione.
L’attività del CIO viene programmata su base annuale, seguen-
do quanto previamente istruito dall’Assessorato alla Sanità, che
identifi ca gli standard di riferimento ed i criteri applicativi e valu-
tativi degli stessi.
All’inizio dell’anno, sulla base delle indicazioni regionali e a se-
guito di valutazioni epidemiologiche locali, il Comitato Infezioni
Ospedaliere ha approvato il piano delle attività 2008. Gli obiettivi
sono monitorati in corso d’anno nelle riunioni periodiche del Co-
mitato.
137
> Sistema di Sorveglianza delle Infezioni ospedaliere e sistema
regionale di sorveglianza rapida di eventi epidemici e di eventi
sentinella nelle strutture sanitarie
L’attività del CIO, in particolare, è volta ad assicurare la sorve-
glianza delle malattie infettive e gli interventi di controllo conse-
guenti, partecipando anche al sistema regionale di sorveglianza
rapida di eventi epidemici e di eventi sentinella nelle strutture sa-
nitarie e nella popolazione generale ed al sistema di sorveglianza
regionale dell’antibioticoresistenza basato sui dati di laboratorio.
Già da anni, presso l’Azienda Ospedaliera ASMN di Reggio Emilia,
è attivo un sistema di sorveglianza (attività di raccolta, analisi ed
interpretazione dei dati continuativa ed orientata all’intervento), che
si basa:
sulla sorveglianza passiva attraverso il sistema di notifi ca -delle malattie infettive ai sensi del DM 15 dicembre 1990
sulla sorveglianza attiva studi ad hoc di incidenza/prevalen--za
sulla sorveglianza continuativa dei dati microbiologici di La--boratorio: per individuazione di germi sentinella, cluster epi-
demici, epidemie o microrganismi a resistenza inusuale.
L’Azienda Ospedaliera ASMN partecipa, in ultimo, al sistema re-
gionale dell’Emilia-Romagna per la sorveglianza dell’antibiotico-
resistenza.
Il sistema prevede l’invio di tutti i dati di batteriologia dei principa-
li laboratori di microbiologia regionali secondo codifi che concor-
date, il collegamento con i dati degli altri fl ussi informativi regio-
nali (consumi farmaceutici, SDO, assistenza domiciliare integrata
ecc.) e la loro analisi utilizzando indicatori assoluti o variamente
stratifi cati.
> Adesione al Progetto regionale “Lotta alla sepsi nella Regione
Emilia Romagna” LASER
Il progetto LASER rientra tra gli obiettivi generali del Programma
PRI-ER (Programma Ricerca e Innovazione Emilia Romagna) ed è
volto a migliorare l´identifi cazione ed il trattamento del paziente
con sepsi grave e shock settico all´interno dei ospedali della Re-
gione, attraverso documenti di indirizzo, l´istituzione di un data-
base clinico regionale ed un progetto formativo.
La sepsi grave e lo shock settico sono condizioni gravi, caratte-
rizzate da alta letalità, la cui frequenza è sottostimata e per cui
le corrette misure di prevenzione e trattamento devono essere
conosciute ed implementate.
Nel corso del 2008 l’ASMN ha aderito al progetto LASER consoli-
dando il “team sepsi” aziendale e mettendo in campo la formazio-
ne e sensibilizzazione degli operatori sanitari.
Il “team sepsi” multidisciplinare, istituito già dal 2006, è costitu-
ito da professionisti afferenti ai seguenti Dipartimenti/Strutture/
Servizi: Dipartimento Emergenza–Urgenza, Dipartimento Medico,
Direzione Sanitaria, Laboratorio Analisi Chimico-cliniche, Labo-
ratorio di Microbiologia, Malattie Infettive, Rianimazione.
Il team sepsi ha defi nito e messo in atto un progetto di formazio-
ne rivolto a tutto il personale coinvolto nella gestione del pazien-
te con sepsi. Nel 2007 sono state replicate varie edizioni di una
giornata di formazione rivolta a infermieri, medici e personale di
laboratorio per un totale di circa 200 operatori coinvolti. Nel corso
del 2008, sono stati formati complessivamente altri 50 operatori
su vari aspetti: fi nalità del progetto, epidemiologia della sepsi,
principi di prevenzione delle infezioni, defi nizioni (infezione, sepsi
e SIRS, sepsi grave e disfunzione d’organo, shock settico), im-
portanza della individuazione e trattamento precoce delle sepsi,
interventi preventivi e diagnostico- terapeutici effi caci.
Il “team sepsi” ha lavorato inoltre alla defi nizione di un percorso
di gestione del paziente settico all’interno del nostro ospedale,
sulla base delle indicazioni del progetto LASER e delle condizioni
organizzative locali.
Nel corso del 2009 proseguirà la formazione, che sarà estesa a
tutti gli operatori delle aree ospedaliere in cui viene gestito il pa-
ziente con sepsi, e verrà implementata l’organizzazione del per-
corso di gestione del paziente.
> Predisposizione di nuove procedure sul controllo e sorveglian-
za delle infezioni ospedaliere ed aggiornamento delle esistenti
Ogni anno il CIO si occupa dell’aggiornamento delle procedure
aziendali già esistenti ma meno recenti.
Nel corso del 2008 sono state riviste da sottogruppi di lavoro le
procedure relative a:
Decontaminazione e disinfezione degli strumenti endoscopici •flessibili
Antisepsi e disinfezione•Sterilizzazione •
È stata monitorata, inoltre, da parte delle ICI dell’Uffi cio epide-
miologico, l’applicazione delle seguenti procedure in tutti i reparti
dell’ASMN:
Gestione dei rifiuti sanitari pericolosi•Individuazione, segnalazione e controllo dei germi sentinella •Sterilizzazione •
> Appropriatezza della prescrizione antibiotica e delle multire-
sistenze batteriche.
Presso l’Azienda ASMN di Reggio Emilia è rivolta, da anni, grande
attenzione alla informazione/formazione del personale sul tema
dell’appropriatezza della prescrizione antibiotica (sovra prescri-
zione, dosaggi sub ottimali, insuffi ciente durata del trattamento
ed errori di diagnosi), con lo scopo di ridurre l’abuso e l’uso inap-
propriato degli antibiotici nella pratica clinica, sia in terapia che
in profi lassi.
Dal 2002 è attiva la distribuzione, presso tutte le sale operatorie,
di kits per antibioticoprofi lassi (soluzioni pronte di Cefazolina)
preparate dal Servizio di Farmacia. La somministrazione dell’an-
tibiotico è effettuata in sala operatoria prima dell’induzione ane-
stesiologica, con prosecuzione della profi lassi oltre le 24 ore in
degenza.
Nel corso del 2007 sono stati elaborati dal CIO i dati relativi
all’epidemiologia locale (germi sentinella, resistenze antibiotici,
ecc.) ed al consumo di antibiotici di tutte le strutture ospedaliere.
I risultati di questa elaborazione verranno utilizzati nel corso del
2008 dal gruppo di lavoro sul miglioramento della prevenzione
antibiotica e non antibiotica delle infezioni del sito chirurgico.
Sono previsti, infatti, per il prossimo anno degli incontri tra CIO
e professionisti delle varie specialità chirurgiche al termine dei
quali, grazie ad un confronto tra pratiche cliniche, letteratura e
dati epidemiologici e di consumo di antibiotici, si potrà aggiornare
il protocollo aziendale di profi lassi delle infezioni in chirurgia.
Il confronto su questo tema si prefi gge di mantenere costante il
grado di attenzione sulla terapia antimicrobica utilizzata, sulle
connesse problematiche di resistenza, sulle misure di prevenzio-
ne, per promuovere l’adozione di strategie condivise di prevenzio-
ne delle infezioni e delle multiresistenze batteriche.
> Progetti aziendali di formazione: “lavaggio alcolico delle
mani”
Al pari dell’uso inappropriato ed incontrollato degli antibiotici,
la mancata adozione, nella quotidiana pratica clinica, di com-
portamenti corretti da parte degli operatori sanitari (non cor-
retto lavaggio delle mani, parziale adozione delle precauzioni
da contatto, scorretta pulizia/disinfezione/sterilizzazione dei
presidi medico-chirurgici), rappresenta uno dei principali fatto-
ri favorenti la diffusione delle infezioni ospedaliere.
È, infatti, ormai ampiamente dimostrato che l’insorgenza delle IO
è correlata soprattutto a specifi ci comportamenti/pratiche pro-
fessionali ed è quindi prevenibile attraverso interventi volti a mo-
difi care il comportamento dei professionisti coinvolti a vario titolo
nell’assistenza dei pazienti, tant’è che oggi si preferisce parlare
di “Infezioni associate all’assistenza” piuttosto che di Infezioni no-
socomiali.
La principale fonte di queste infezioni risulta essere le mani de-
gli operatori (CDC Atlanta guidelines 2002) e, infatti, un corretto
lavaggio delle mani può prevenire fi no al 40% di tutte le infezioni
ospedaliere.
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Da qui la necessità di promuovere l’uso corretto del lavaggio delle
mani e l’introduzione della metodica del lavaggio rapido alcolico.
Nel 2002, presso l’Azienda Ospedaliera ASMN di Reggio Emilia è
stato, quindi, avviato il progetto “Lavaggio alcolico delle mani”,
con l’obiettivo di sensibilizzare il personale sanitario al lavaggio
delle mani e promuovere questa metodica tramite l’introduzione
del gel.
Nel corso del 2008 sono stati coinvolti gli operatori delle strutture
non ancora coinvolte ed il personale neoassunto dei reparti già
formati negli anni precedenti. È stata quindi portata a termine la
formazione del personale di tutte le Strutture ospedaliere, che
negli ultimi 5 anni ha quindi coinvolto in maniera capillare tutto
l’Ospedale. Parallelamente è stata formalizzata, validata e diffusa
a tutto il personale di assistenza la già citata procedura aziendale
del CIO “lavaggio delle mani”.
>Progetto sulla prevenzione e controllo delle Infezioni delle Vie
Urinarie (IVU)
Tra le infezioni associate all’assistenza, le infezioni delle vie uri-
narie (IVU) rappresentano la localizzazione più frequente, costi-
tuendo circa il 40% di tutte le infezioni ospedaliere.
Tenendo conto della loro frequenza e del fatto che nella maggio-
ranza dei casi le IVU sono correlate alla pratiche assistenziali, il
CIO ha defi nito un progetto di lavoro sulle IVU. Il progetto prevede
la formazione e sensibilizzazione su questa tematica del perso-
nale di assistenza e la successiva rilevazione dei dati di frequenza
delle IVU.
Nel corso del 2007 è iniziata la prima fase del progetto che ha
previsto varie edizioni dei corsi di formazione con il coinvolgimen-
to di tutto il personale infermieristico del dipartimento medico.
A questa formazione è seguita nel 2008 la seconda fase del pro-
getto, ovvero la conduzione di uno studio di prevalenza sulle IVU
e di un audit sulle conoscenze e comportamenti del personale di
assistenza.
La direzione medica di presidio e l’uffi cio epidemiologico hanno
condotto lo studio coinvolgendo 200 pazienti e circa 50 operatori.
I risultati dello studio di prevalenza delle IVU e dell’audit sui com-
portamenti e conoscenze del personale sono poi stati elaborati e
restituiti al personale coinvolto.
> Creazione bollettino statistiche e trasmissione report del la-
boratorio di microbiologia ai reparti con rischio infettivo
Nel corso del 2008, è stato predisposto il bollettino delle sta-
tiche epidemiologiche dell’ASMN relativo all’anno 2007. Il bol-
lettino contiene informazioni utili ai reparti ed al CIO relative
ad utilizzo di antibiotici presso le strutture dell’ospedale, alla
prevalenza di alcuni microrganismi di interesse (MRSA, VRE,
ESBL +, Cl.diffi cle, Pseudomonas aeruginosa, ecc.) ed all’uti-
lizzo dell’emocoltura.
Inoltre, come ogni anno, il laboratorio di microbiologia ha invia-
to report mensili contenenti dati di interesse (n. esami per tipo-
logia microrganismo e tipologia materiale, resistenze, ecc.) ai
reparti che presentano un rischio infettivo, in particolare l’Ema-
tologia e la Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale.
> Sito intranet aziendale del CIO
Il sito dedicato al CIO sulla intranet aziendale, aggiornato nel
2007, è stato implementato nel corso del 2008.
Il rinnovo del sito si è reso necessario per migliorare la diffusione
delle informazioni a tutti gli operatori dell’ospedale e per favorire
quindi una maggior conoscenza e diffusione delle indicazioni e
delle buone pratiche sui tempi della prevenzione e controllo delle
infezioni correlate all’assistenza sanitaria e non. Nel 2008 sono
stati creati vari spazi per la pubblicazione di materiale didattico
e formativo, bibliografi co e normativo. Nel sito sono stati inoltre
inseriti e messi a disposizione di tutti gli operatori le procedure
aziendali validate dal CIO ed i verbali degli incontri del Comitato
stesso. È stato predisposto anche uno spazio dedicato agli ap-
profondimenti per argomento (zanzara tigre e malattie veicolate,
legionalla, infl uenza, west-nile, cl.diffi cile, ecc.).
3.4.5 INTERVENTI SULLA CONTINUITÀ ASSISTENZIALE
L’Azienda Ospedaliera e l’Azienda USL perseguono il disegno del
sistema curante inteso come progetto complessivo di offerta dei
servizi partendo dalla centralità del cittadino e della comunità
provinciale.
La centralità del cittadino, così come la visione globale della per-
sona, si traducono organizzativamente nell’attenzione alla garan-
zia di percorsi di cura integrati e condivisi con l’obiettivo ultimo di
assicurare la continuità assistenziale.
In particolare, le due Aziende lavorano al fi ne di implementare
nella realtà locale percorsi di gestione integrata delle più frequen-
ti patologie croniche; esempi di patologie, recentemente prese
in esame, sono: scompenso cardiaco, Insuffi cienza Respiratoria
Cronica (IRC), malattia oncologica e Insuffi cienza Renale. I pro-
getti coinvolgono specialisti ospedalieri e convenzionati interni,
Medici di Medicina Generale, infermieri professionali, assistenti
sociali, psicologi e altre fi gure di supporto.
In particolare, nei percorsi concernenti gli scompensati e i pa-
zienti affetti da IRC, si è prestata particolare attenzione all’ap-
propriatezza delle prescrizioni diagnostiche, sia quelle utilizzate
per diagnosi e stadiazione, sia quelle previste nei follow-up, con
l’obiettivo fi nale di fornire al cittadino, in percorsi facilitati, pre-
stazioni di provata effi cacia alla luce delle evidenze scientifi che,
evitando inutili duplicazioni.
Il 31 ottobre 2008, nell’ambito del percorso interaziendale per la
gestione dei pazienti affetti da insuffi cienza respiratoria cronica,
si è provveduto ad attivare, presso il DH Pneumologico dell’Azien-
da Ospedaliera, un ambulatorio per la presa in carico e il follow-
up di tali pazienti. L’ambulatorio, gestito in stretta collaborazione
con l’AUSL, rappresenta il trait d’union tra l’Ospedale e il territo-
rio e, quindi, tra lo specialista ospedaliero e il Medico di Medici-
na Generale, fornendo all’utente maggiori garanzie di continuità
assistenziale.
3.4.5.a) Dimissioni Protette
All’interno dei percorsi di cura, e comunque in tutte le situazio-
ni cliniche croniche, particolare attenzione viene altresì posta al
percorso “dimissioni protette”. Da circa sei anni sono state attiva-
te specifi che procedure per le dimissioni protette in ADI e NODO e
per pazienti anziani non autosuffi cienti.
L’Ospedale segnala direttamente al Centro Unico Cure Domici-
liari (CUCD) i pazienti ricoverati per i quali si ritiene opportuno
l’attivazione dei percorsi ADI e NODO dopo la dimissione, in base
alla tipologia dei pazienti concordata con il Servizio. Anche per il
2008 è stato effettuato il monitoraggio delle dimissioni protette da
alcuni reparti ASMN verso il Distretto di Reggio Emilia attraverso
la verifi ca del numero di segnalazioni inviate al Centro Unico Cure
Domiciliari e la relativa presa in carico dei pazienti.
In particolare, l’indicatore monitorato è stato il seguente:
- N° di casi segnalati dai reparti di degenza al CUCD e presi da
esso in carico / N° di casi presi incarico dal Servizio Infermieri-
stico Domiciliare, segnalati e non dal reparto, dimessi nei 3 gg.
precedenti *100.
Nel 2008 sono stati segnalati al CUCD 433 pazienti, per i quali si è
resa necessaria l’attivazione di ADI/NODO dopo la dimissione.
139
Si elencano ulteriormente di seguito, a titolo esemplifi cativo,
alcuni dei percorsi che sono stati intrapresi nella nostra realtà
aziendale e in collaborazione con l’Azienda USL al fi ne di garanti-
re la continuità assistenziale:
3.4.5.b) La nutrizione artifi ciale
La disciplina di Nutrizione Artifi ciale, tecnica ormai consolidata e
insostituibile, è stata applicata nel nostro Ospedale ad un numero
di pazienti sempre crescente con l’istituzione di un ambulatorio
nutrizionale di Nutrizione Artifi ciale; questo comporta natural-
mente la necessità di effettuare numerosi controlli nutrizionistici
specialistici.
Oltre all’attività per esterni vi è anche la necessità di eseguire
consulenze nutrizionistiche preliminari in numerosi Reparti del
nostro Ospedale, in occasione delle quali vengono valutati anche
pazienti con problemi nutrizionali non strettamente riguardanti
la Nutrizione Artifi ciale come ad esempio pazienti affetti da sin-
drome dell’intestino corto, celiachia, obesità, gastroresezione,
malnutrizione.
A livello interaziendale (Azienda Ospedaliera e Azienda USL) gia
dal 2002 è stato istituito un gruppo per la Nutrizione Artifi ciale
(GINA) che si riunisce periodicamente i cui componenti sono alcu-
ni professionisti di varie fi gure professionali (Medici, Farmacisti,
Dietiste, Infermieri). Nel corso del 2005 il Gruppo ha prodotto una
procedura relativa alle modalità di prescrizione ed erogazione
degli integratori nutrizionali ed ha effettuato una iniziativa forma-
tiva e di confronto come previsto dalla Circolare Regionale n° 4
dell’aprile 2004 che è stata aggiornata periodicamente nel corso
del 2006.
A livello aziendale, anche nel 2008, è proseguita l’attività del team
nutrizionale in collaborazione con la Farmacia Aziendale per l’al-
lestimento delle sacche sterili personalizzate per TPN. Tale atti-
vità consente di intervenire nella fase di allestimento fornendo al
paziente un farmaco preparato nelle condizioni ideali di sterilità
secondo procedimenti codifi cati.
Nel 2008 è proseguito nella Struttura di Neonatologia il progetto
di richiesta informatizzata e personalizzata delle sacche per TPN
che, oltre a consentire il controllo dell’alimentazione, permette di
registrare la terapia completa del neonato. Il programma è col-
legato direttamente alla Farmacia per il successivo allestimento
delle sacche personalizzate secondo il fabbisogno prescritto di
nutrienti.
3.4.5.c) La qualifi cazione dell’assistenza ai pazienti stomizzati
Nella nostra Azienda già da molti anni esiste un Centro Stomizzati
che prende in carico tutti i pazienti (ileo-colo-uro stomizzati) e
pianifi ca un percorso integrato con il territorio sia assistenziale
che riabilitativo.
Tale percorso prevede un primo contatto per effettuare il posi-
zionamento della possibile stomia, di norma il giorno precedente
l’intervento.
Successivamente all’intervento viene attivato il percorso di adde-
stramento del paziente e dei familiari: viene contattata la stoma-
terapista che prende in carico il paziente e organizza, a seconda
dei tempi di degenza, tre o quattro incontri, in occasione dei cam-
bi dei presidi per istruire e addestrare il paziente e il familiare da
lui individuato, alle sostituzioni del materiale.
In prossimità della dimissione l’infermiere e la stomaterapista
valutano le capacità di autogestione della stomia da parte del pa-
ziente e, in caso di necessità, viene attivato il Servizio Infermieri-
stico Domiciliare.
Prima della dimissione viene effettuata la prescrizione dei pre-
sidi (che il paziente ritirerà presso la sua Farmacia di fi ducia con
frequenza mensile) e si rivaluta lo stomizzato in ambulatorio per
effettuare il follow-up stomale.
Il paziente può essere preso in carico anche per il follow-up me-
dico, se non effettuato diversamente, in quanto a cadenza quin-
dicinale vengono effettuate visite di controllo chirurgico con la
presenza del Medico Referente del Centro.
3.4.5.d) La diffusione delle terapie palliative
Già da alcuni anni è operativo un gruppo interaziendale “cure pal-
liative” che ha l’obiettivo di promuovere una cultura che pone al
centro dell’intervento di cura il malato, con i suoi bisogni, e il nu-
cleo familiare che lo accompagna.
Il gruppo “guida” promuove competenze professionali volte a re-
alizzare la migliore qualità di vita possibile per il malato e i suoi
familiari. Devono essere sempre favorite le condizioni comunica-
tivo-relazionali tra curanti e curati affi nché il malato sia messo
nelle condizioni per poter consapevolmente scegliere tra le pos-
sibili alternative terapeutiche.
Il gruppo “guida” ha come mission la defi nizione di percorsi inte-
grati tra ospedale e territorio per fornire al malato terminale una
migliore continuità e qualità delle cure al fi ne di accompagnarlo
ad una morte dignitosa, nel pieno rispetto della sua persona.
Gli obiettivi generali che il gruppo si pone sono:
costituire una rete di professionisti che “aderisca” alla cultura •delle cure palliative;
identificare aree di formazione al fine di favorire la diffusione •della cultura delle cure palliative, in funzione del raggiungi-
mento di obiettivi specifici e misurabili (con indicatori);
proporre un modello di riferimento per la cura dei malati in •fase terminale, condiviso tra AUSL e ASMN;
definire un percorso specifico per le cure palliative da inte-•grare, parallelamente ed in continuità, con i vari percorsi on-
cologici diagnostici-terapeutici definiti nelle aziende;
creare le condizioni affinché il luogo di elezione per le cure •palliative sia normalmente identificato nel domicilio del ma-
lato;
creare le condizioni affinché l’infermiere diventi la figura pro-•fessionale di riferimento del percorso, sia rispetto al paziente
Tabella 3.4.2 – Dimissioni Protette
Reparti 2006 2007 2008
Cardiologia 3 0 0
Chirurgia 1°- 11 4 23
Chirurgia 2° 11 14 4
Chirurgia toracica 2 4 2
Chirurgia vascolare 16 20 26
Chirurgia degenza
breve1 4 1
Dialisi 2 1 6
Geriatria 98 101 94
Ginecologia 1 2 2
Infettivi 29 30 20
Lungodegenza 36 45 47
Medicina 1° 46 42 61
Medicina 2° 20 25 37
Medicina 3° 37 35 25
Medicina d’urgenza 1 0 0
Neurologia 0 2 4
Oncologia 1 1 1
ORL 2 7 2
Ortopedia 28 20 25
Pediatria 1 0 2
Pneumologia 36 25 37
Riabilitazione degenza - - 6
Rianimazione - - 8
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e ai suoi familiari che rispetto all’organizzazione;
favorire l’adozione di piani di assistenza multidisciplinari, in-•tegrati e personalizzati;
fornire consulenza palliativa. •
Nel corso del 2008 i componenti del gruppo “guida” sono stati
chiamati a far parte del gruppo locale interaziendale costituito
per la realizzazione del progetto regionale MACONDO (MAntenere
il CONtrollo del Dolore Oncologico). Il progetto regionale MACON-
DO (“valutazione dell’assistenza domiciliare al paziente oncolo-
gico, con particolare riferimento al riconoscimento e al control-
lo del dolore in una rete di assistenza integrata”) si pone come
obiettivo quello di produrre nuove conoscenze utili a migliorare
su base locale, provinciale e regionale le competenze del sistema
di cura per affrontare il dolore oncologico.
Il progetto, che prevede tra l’altro la conduzione di un audit cli-
nico e un audit organizzativo, oltre che indagini di soddisfazione
dei pazienti e dei famigliari, si pone l’obiettivo di produrre nuove
conoscenze particolarmente in tre ambiti:
bisogno di assistenza e attuale offerta di servizi: conoscenza •della epidemiologia del dolore oncologico, degli strumenti uti-
lizzati nella valutazione e nel trattamento del dolore, mappa
dei trattamenti ricevuti dai pazienti e grado di consapevolezza
delle cure ricevute.
Modelli organizzativi: conoscenza dei contesti organizzativi e •confronto tra i diversi percorsi di assistenza.
Valutazione dell’efficacia, della qualità e dei costi: valutazione •costi/benefici dei modelli organizzativi e assistenziali riscon-
trati a livello locale, valutazione della qualità in relazione a
dimensioni specifiche (informazione, appropriatezza, inte-
grazione territorio/ospedale, etc) e soprattutto elaborazione
di raccomandazioni evidence based per includere il controllo
del dolore nei livelli essenziali di assistenza.
Nel secondo semestre del 2008, il gruppo locale di progetto si è
occupato della raccolta dei dati e delle informazioni relative alla
rete provinciale delle cure palliative, che serviranno alla condu-
zione dell’audit organizzativo. Il gruppo di progetto ha, inoltre, de-
fi nito le modalità di coinvolgimento degli operatori sanitari per la
realizzazione della seconda fase del progetto che prevede la som-
ministrazione di un questionario, specifi co per setting e qualifi ca
professionale, che raccoglie l’esperienza nel campo del ricono-
scimento e del trattamento del dolore cronico oncologico.
Per quanto concerne l’Azienda Ospedaliera, il questionario sarà
somministrato a tutti i Medici e Infermieri dei seguenti reparti:
DH Oncologia•Medicine•Lungodegenza•Pneumologia•DH Ematologia•Radioterapia.•
3.4.5.e) Ospedale senza dolore
Il Comitato Ospedale Senza Dolore (COSD) dell’Azienda Ospeda-
liera Santa Maria Nuova di Reggio Emilia è rappresentato al suo
interno da medici e infermieri espressione delle diverse realtà
coinvolte nella gestione del trattamento del dolore nei suoi vari
aspetti.
Nel corso del 2008 le Strutture interessate a vario titolo nella atti-
vità antalgica sono state numerose e si è assistito ad una valida e
profi cua collaborazione fra la componente infermieristica e me-
dica per la risoluzione di problemi comuni.
È proseguito, anche nel 2008, il lavoro del COSD aziendale per la
riorganizzazione del trattamento antalgico post-operatorio.
In particolare sono stati condivisi ed implementati in tutte le S.C.
chirurgiche dell’ASMN (S.C. di Ortopedia; tutte le S.C. del Dipar-
timento Chirurgico, S.C. Ginecologia Oncologica e Ostetricia e
Ginecologia) i seguenti strumenti per il trattamento del dolore
acuto post-operatorio:
protocollo aziendale per il dolore post-operatorio•Schede per la misurazione e registrazione del dolore post-•operatorio come parametro vitale
Volantino informativo da consegnare al paziente in fase di vi-•sita pre-operatoria per informarlo sulle misurazioni del do-
lore a cui sarà sottoposto e sui benefici che ne avrà il suo
processo di guarigione.
In particolare nel I semestre del 2008, nell’ambito dell’iniziativa
100 ospedali senza dolore, è stata condotta una raccolta dati si-
stematica in 4 S.C. (Urologia, Ortopedia, Chirurgia Toracica, Day-
Surgery), allo scopo di implementare il protocollo di terapia an-
talgica post-operatoria.
Nelle strutture afferenti al Dipartimento medico il dolore viene
sistematicamente trattato e viene attivato in consulenza l’aneste-
sista-algologo ogniqualvolta la terapia impostata risulti insuffi -
ciente e la sintomatologia dolorosa non sia controllata. Nel corso
del 2008 si è avviata la misurazione del dolore e la registrazione
in cartella.
Nella S.C. di Oncologia, che risulta autonoma da un punto di vi-
sta del trattamento antalgico, il dolore viene sistematicamente
affrontato.
Ci sono state nel corso dell’anno numerose occasioni di incontro
e richieste di consulenza fra S.C. di Oncologia e/o Hopsice e algo-
logi della S.C. di Anestesia e Rianimazione.
Nel corso del 2008 è proseguita l’attività di collaborazione con la
Chirurgia Vascolare e con l’Angiologia per il controllo del dolore
ischemico degli arti inferiori. Questa collaborazione ha previsto,
tra l’altro, la dimissione con catetere epidurale di pazienti in at-
tesa di intervento vascolare distale. Anche questa attività ha visto
uno sviluppo dei rapporti con la medicina generale in termini di
collaborazione sia con il medico di medicina generale che con il
servizio infermieristico domiciliare.
Nell’ambito dell’istituzione di una collaborazione “orto-geriatrica”
per l’assistenza del grande anziano fratturato, il COSD ha parteci-
pato alla redazione del protocollo relativo all’assistenza antalgica
peri-traumatica. Grazie a questa iniziativa il grande anziano frat-
turato riceve misurazione e trattamento del dolore anche nella
fase pre-operatoria, dal ricovero all’intervento in collaborazione
fra ortopedici, geriatri e anestesisti.
Nel secondo semestre del 2008 è stata portata a termine la ste-
sura di un protocollo aziendale di sedo-analgesia pediatrica in
urgenza. Il lavoro è stato condotto da una commissione di medi-
ci e infermieri professionali di Anestesia, Ortopedia, Radiologia,
Pediatria e Pronto Soccorso, con partecipazione della Direzione
Medica di Presidio e coinvolgimento del CCM (Comitato Consul-
tivo Misto).
Nel corso del 2008 sono state organizzate delle giornate di forma-
zione (8 edizioni) sulla terapia antalgica rivolto a medici e infer-
mieri di tutte le strutture dell’ASMN.
Il corso dal titolo “Il dolore nella pratica clinica: farmacologia e
strategie terapeutiche” si pone come obiettivo quello di mettere
i professionisti ospedalieri nelle condizioni di far fronte alle esi-
genze attuali sia in materia di dolore cronico, oncologico e non,
che di dolore acuto post-operatorio o post-traumatico. Prevede,
oltre alla lezione frontale, sia la discussione di casi clinici che
l’esercitazione pratica sull’impostazione della terapia.
Il corso ha registrato la partecipazione di circa 300 persone e
un’aumentata adesione da parte della componente medica, indi-
ce di aumentata sensibilità al tema.
141
3.4.5.f) Progetto Teseo
L’attivazione del progetto Teseo rappresenta un esempio di mo-
dello assistenziale per la continuità assistenziale tra ospedale e
territorio che completa la già presente procedura di “dimissione
protetta” aziendale, arricchendola dal punto di vista umano ed
etico; il punto focale è il potenziamento della relazione e della
conoscenza fra gli operatori delle due aziende e tra operatori e
famigliari. Il confronto esperienziale, il supporto per l’acquisizio-
ne di nuove competenze, la condivisione delle problematiche pre-
senti nell’ambito ospedaliero, territoriale e domiciliare assieme
alla capacità di supporto del gruppo professionale all’impegno
emozionale sono favoriti dall’incontro diretto, face to face, tra ope-
ratori e famigliari (per i casi specifi ci codifi cati dalla procedura e
dall’esperienza professionale): ne risulta un rapporto estrema-
mente ricco/caldo, capace di alimentare la fi ducia, la serenità e
progettualità assistenziali inimmaginabili.
Il progetto iniziato nel corso del 2006 ha raggiunto i seguenti
obiettivi:
individuare le principali criticità relative alla continuità assi-•stenziale per gli ambiti di competenza infermieristica.
individuare una procedura interaziendale per l’attivazione •della visita infermieristica di presa in carico nell’ambito del
piano di dimissione protetta ospedaliera.
Creare/favorire una cultura della continuità assistenziale •come mandato/impegno degli operatori delle diverse aziende
coinvolte (AOSP S. Maria Nuova e ASL).
Il percorso ha visto, in una prima fase, coinvolti tutti i Coordinatori
Infermieristici attraverso un incontro Seminariale interaziendale
che ha messo in luce le aree di criticità e le possibilità di miglio-
ramento. Successivamente, in una seconda fase, si è costituito un
gruppo di miglioramento interaziendale composto da Coordinato-
ri Infermieristici dell’ASMN, del Servizio di Assistenza Domiciliare
e delle Case Protette dell’AUSL che ha prodotto (a chiusura del
2006) una procedura interaziendale per l’attivazione della visita
infermieristica di presa in carico nell’ambito del piano di dimis-
sione protetta ospedaliera.
Nel 2007 è stato attivato un percorso di sperimentazione della
procedura che ha coinvolto tutto il personale infermieristico dei
reparti di: Neurologia, Pneumologia, Ortopedia, Lungodegenza,
Geriatria, prima attraverso un intervento formativo e, in seguito,
attraverso la sperimentazione della “Procedura interaziendale
per la visita di presa in carico nell’ambito delle dimissioni pro-
tette”.
La sperimentazione, iniziata a giugno 2007 e conclusa a dicembre
2007, ha visto l’attivazione della visita di presa in carico infermie-
ristica nel 6% delle dimissioni protette nei reparti interessati.
Per promuovere la diffusione dei contenuti della sperimentazio-
ne in corso, e per sostenere la cultura della continuità assisten-
ziale, è stato realizzato nel mese di dicembre 2007 il Seminario
interaziendale “Nel problema c’è la soluzione”, che ha visto la
partecipazione di circa 260 professionisti delle due Aziende locali
e diversi professionisti provenienti da altre realtà regionali. Le re-
lazioni presentate hanno valorizzato l’esperienza locale del “Pro-
getto Teseo”, ma anche altre esperienze nazionali con particolare
riferimento a quella dell’Azienda USL Triestina e dell’Azienda USL
di Empoli. Realtà con le quali si intende mantenere un rapporto di
collaborazione e scambio.
Il 2008 ha visto la realizzazione del percorso formativo previsto,
con il coinvolgimento di circa 130 operatori dell’area infermieri-
stica ospedaliera e territoriale. La procedura è stata implemen-
tata in tutti i reparti che hanno partecipato alla formazione nel
corso del 2008 (Medicina 1, Medicina 2, Medicina 3, Angiologia,
Chirurgia Toracica, Chirurgia Vascolare, Nefrologia), che si ag-
giungono alle realtà già formate nel corso del 2007.
Relativamente al numero di attivazioni di visite di presa in carico,
secondo quanto previsto dalla procedura, il risultato raggiunto
nel 2008 è stato leggermente inferiore rispetto a quello del 2007.
In realtà, la riduzione è legata ad un netto miglioramento del-
la comunicazione telefonica fra gli operatori dell’ospedale e del
territorio, che consente, in diverse situazioni, di trovare soluzioni
adeguate a garantire la continuità assistenziale.
Le esperienze di attivazione della procedura effettuate nel 2008
hanno messo comunque in evidenza la necessità di ampliare l’ap-
plicazione della procedura anche ai servizi infermieristici domici-
liari dei Distretti della Provincia.
Si prevede, quindi, nel corso del 2009, di estendere ulteriormen-
te la formazione: in particolare, per quanto riguarda l’Ospedale,
ai reparti di Chirurgia, ORL, Urologia, Ginecologia e Cardiologia,
mentre, per quanto riguarda l’AUSL, al Servizio Infermieristico
del Distretto di Correggio.
3.4.5.g) Progetto Orto-Geriatria
Nell’ambito dei percorsi di assistenza integrata al paziente, nel
corso del mese di marzo 2008, è stato avviato il progetto di orto-
geriatria.
Il progetto prevede la presenza quotidiana del Geriatra nella U.O.
di Ortopedia per almeno 6 ore, dal lunedì al venerdì. Il Geriatra
esegue la valutazione dei nuovi pazienti entro 24 ore dall’ingres-
so ed ha la responsabilità degli aspetti medico-internistici. Attiva
inoltre le consulenze specialistiche eventualmente necessarie
ed attiva precocemente il Servizio Sociale Ospedaliero per la co-
struzione del percorso di dimissione protetta con la famiglia ed i
servizi territoriali.
L’Ortopedico ha ovviamente competenza sul tipo di intervento ed
i problemi ad esso correlati, preferendo quello che consente la
più rapida messa in carico del paziente. La scelta operatoria av-
viene con valutazione collegiale ortopedico-geriatria-anestesista,
sebbene siano previsti protocolli automatici per la riduzione della
degenza preoperatoria nei pazienti stabilizzati.
Analogamente, è prevista la rapida mobilizzazione del paziente
con verticalizzazione in prima giornata post-operatoria, attraver-
so una valutazione collegiale fra Ortopedico, Geriatra e Fisiatra.
Anche in questo caso sono previsti protocolli automatici per la
riduzione dei tempi di attesa nei pazienti stabili con accettabile
motilità prefrattura.
Allo stato attuale sono stati presi in carico circa 210 pazienti.
L’analisi dei primi 6 mesi di attività (125 pazienti - 78% di sesso
femminile - età media 85.6 anni) ha confermato la riduzione dei
giorni di attesa preintervento (da 4.9 a 2.6 – operati entro 48 ore:
49.2%). Il trattamento conservativo su questi pazienti è risultato
inferiore all’1% (standard < 4%). Entro 48 ore dall’intervento l’81%
dei pazienti è stato verticalizzato con carico e il 61.2% ha ripreso
la deambulazione. Si conferma anche la riduzione della degenza
media ospedaliera in reparto per acuti (da 18 a 14 giorni). Per
quanto riguarda i percorsi riabilitativi e di continuità assistenziale,
il 19% è stato dimesso in reparto riabilitativo intraospedaliero, il
25% in residenza riabilitativa territoriale, il 17.2% in lungodegen-
za –riabilitazione estensiva, il 6.9% in struttura protetta, mentre il
26% è stato dimesso a domicilio senza ulteriore riabilitazione.
3.4.6 LO SVILUPPO DEL PROCESSO DI ACCREDITAMENTO NELL’ASMN
> Accreditamento dei Dipartimenti Ospedalieri
L’Azienda è impegnata da diversi anni nell’attuazione del proces-
so di accreditamento che ha coinvolto gli operatori di tutti i dipar-
timenti, ma anche i servizi trasversali connessi alla costruzione
di un sistema qualità.
Tutto il processo ha come obiettivo quello di defi nire il sistema
aziendale ponendo attenzione alla trasparenza, alla defi nizione
delle responsabilità organizzative e professionali, alle relazioni,
alla comunicazione interna ed esterna, alle esigenze dell’utente,
ai risultati fi nali sia clinici che organizzativi\gestionali che ognuno
all’interno dell’organizzazione e per la sua parte deve garantire.
Nel 2005 sono stati accreditati 6 dipartimenti, mentre il 2006 ha
visto la revisione organizzativa dei dipartimenti e la stesura del
nuovo atto aziendale pubblicato nel 2007. Nello stesso anno è sta-
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to avviato inoltre il processo di costruzione dell’IRCSS.
La richiesta di accreditamento dei restanti dipartimenti:
dipartimento chirurgie generali e specialistiche-dipartimento neuro motorio-dipartimento cardio, toraco vascolare e di area critica-dipartimento ostetrico, ginecologico e pediatrico-
si inserisce quindi in un quadro di nuovi assetti aziendali, in quan-
to la costruzione e la stabilizzazione del sistema qualità diparti-
mentale e di UO favorisce la defi nizione dell’assetto dell’IRCSS.
Il 2008 ha visto l’impegno di questi dipartimenti per sviluppare
un modello gestionale-organizzativo-clinico che rispondesse a
quanto previsto dai requisiti regionali.
Determinante è stato l’impegno dei referenti dipartimentali
dell’accreditamento, che hanno supportato e coordinato i refe-
renti di unità operativa, e la perseveranza con cui i direttori e i
coordinatori infermieristici hanno sollecitato affi nché il “sistema
qualità” diventasse parte integrante del ”sistema di gestione”
quotidiano. Ciò dimostra che affi nché l’accreditamento sia vera-
mente effi cace è comunque necessaria e indispensabile la parte-
cipazione di tutti i professionisti.
Il procedimento di accreditamento, realizzato in modo partecipato
e coordinato a livello aziendale, ha impegnato i professionisti di
tutti i reparti per rendere i servizi offerti ai cittadini sempre più
sicuri e partecipati. La sicurezza è stata ricercata nella gestione:
della struttura e degli impianti• . Si sottolineano, a tal propo-
sito, le ristrutturazioni in atto e gli ampliamenti realizzati nel
corso degli ultimi anni in linea con i requisiti richiesti per l’ac-
creditamento.
delle tecnologie• per migliorare il controllo di tutta la stru-
mentazione clinica utilizzata per effettuare gli esami e gli in-
terventi sui pazienti. Un esempio è rappresentato dal piano di
manutenzione: tutte le tecnologie (dalla TAC agli ecografi , a
tutte le apparecchiature delle sale operatorie, ai defi brillato-
ri ecc.) sono sottoposte a controlli periodici di manutenzione
(ordinaria e preventiva), sia da parte di operatori addetti che
da parte del Servizio Tecnologie Biomediche. Tale attività è
stata verifi cata dai valutatori regionali.
dell’organizzazione• . Alcuni esempi per la ricerca e la codifi ca
di modalità per garantire agli utenti servizi sicuri in termini di
effi cacia ed effi cienza sono stati:
defi nire in modo chiaro le responsabilità e i compiti di cia-oscuno.
Codifi care le modalità di comunicazione tra i professio-onisti dello stesso reparto, sia per discutere su problemi
organizzativi che per confrontarsi sul percorso clinico e
assistenziale da garantire al paziente per fornirgli il me-
glio delle cure.
Lavorare in modo integrato tra le varie discipline e, quindi, otra reparti diversi, al fi ne di garantire al paziente una valu-
tazione complessiva del suo stato.
Curare la formazione professionale per garantire perso-onale preparato con competenze adeguate alle nuove co-
noscenze e tecnologie.
Raccogliere il punto di vista degli utenti non solo attra-overso il singolo reclamo, ma anche attraverso indagini di
soddisfazioni ad hoc, che prevedono domande sempre più
specifi che, al fi ne di valutare le criticità segnalate dagli
utenti e intervenire con progetti di miglioramento atti a
risolvere i problemi.
Defi nire un sistema che tenga sotto controllo i risultati oclinici per garantire la confrontabilità sugli esiti con i dati
della letteratura scientifi ca.
Il 22 e 23 maggio 2008 i dipartimenti sopra citati sono stati sot-
toposti ad una verifi ca di pre-audit condotta da un team di 23 va-
lutatori regionali, verifi ca che si concluderà nel gennaio 2009. Gli
auditor hanno messo in luce alcuni punti di forza tra cui la produ-
zione di materiale informativo rivolto agli utenti nonché la rileva-
zione continuativa nel tempo della qualità percepita dal paziente,
l’impegno nella defi nizione di standard di prodotto, la condivisione
delle informazioni durante i comitati dipartimentali, la visibilità e
la diffusione dei documenti attraverso il nuovo sistema informa-
tizzato di gestione della documentazione. Particolare attenzione è
stata rivolta alla valutazione più che positiva dei percorsi diagno-
stico-terapeutici dipartimentali e intradipartimentali.
Particolarmente apprezzata è stata la partecipazione alle visite
nelle singole unità operative, durante gli incontri con le direzioni
dipartimentali e la riunione di restituzione dei risultati, segno di
un coinvolgimento effettivo e di un lavoro di equipe consolidato
nel tempo.
La Direzione Aziendale, nel 2008, nell’ambito del modello di ac-
creditamento, ha contribuito a sviluppare la tematica della gestio-
ne del rischio attraverso un programma di formazione, progetti di
miglioramento ad hoc e revisione di procedure. A tal proposito, la
valutazione ottenuta in sede di verifi ca ha riconosciuto la crescita
nei percorsi di prevenzione e gestione del rischio.
Da sottolineare, inoltre, che l’Azienda SMN ha continuato ad inve-
stire nel tempo sul tema della “qualità”, dimostrando la propria
attenzione al percorso regionale attraverso la partecipazione dei
propri professionisti ai corsi per valutatori dell’accreditamento.
Attualmente dieci operatori dell‘Azienda sono valutatori regionali
e, in quanto tali, non solo contribuiscono a realizzare verifi che di
accreditamento in altri ospedali creando momenti di scambio e
di relazione con altre realtà, ma sono diventati anche facilitatori
all’interno dell’Azienda fornendo supporto sia alle U.O. di appar-
tenenza che alle strutture in accreditamento.
> Certifi cazione del Servizio Acquisti e del Servizio Logistico Al-
berghiero in base alle norme ISO 9001/2000
Nel giugno 2008 il Servizio Logistico Alberghiero e il Servizio Ac-
quisti hanno ricevuto la visita di verifi ca per il mantenimento della
certifi cazione ISO 9001.
Entrambi sono stati certifi cati dal CERMET ente di parte 3^ (ente
esterno e riconosciuto tale a livello internazionale) che assicu-
ra tramite un’attenta verifi ca sul campo che sono applicati e resi
evidenti tutti i requisiti di qualità previsti dalla norma oggetto di
certifi cazione.
Il percorso della certifi cazione ha permesso di incidere sul lavoro
di tutti i giorni, snellendo le pratiche, eliminando le possibilità di
rischio, aumentando la sicurezza degli operatori, migliorando i
rapporti tra le persone, favorendo l’inserimento e la crescita del
personale, migliorando costantemente l’ambiente di lavoro, mi-
gliorando i processi e riducendone i costi.
I risultati della visita di verifi ca hanno confermato, ancora una
volta, l’attenzione dei servizi dell’ASMN a percorsi di qualità e
di ricerca dell’oggettività al fi ne del miglioramento continuo. La
partecipazione degli operatori è stato un punto di forza rilevato
dall’Ente certifi cante che peraltro non ha riscontrato nessuna non
conformità sul sistema.
In particolare, il Servizio acquisti, a fronte dell’introduzione di
nuove norme, ha razionalizzato nuovi percorsi interni per l’ac-
quisizione di beni e servizi e quindi ha realizzato procedure nuo-
ve che hanno determinato una maggiore celerità negli acquisti
dei prodotti e nella gestione del lavoro all’ interno del servizio. Il
Servizio ha dimostrato la sua capacità e volontà nel perseguire
i propri standard di Qualità, dimostrando come la Certifi cazione
possa essere uno strumento indispensabile di riorganizzazione,
di fronte a cambiamenti operativi sostanziali.
Il Servizio Logistico Alberghiero ha invece investito in modo con-
siderevole sulla ristorazione e, quindi, l’attenzione ai bisogni
dell’utente ha portato a proporre oltre alla scelta del menù gior-
naliero anche il vassoio personalizzato e menù per etnie diverse.
143
Nel 2^ semestre è stato avviato anche il processo di certifi cazione
della Direzione Infermieristica, in base alle norme ISO 9000. Tale
processo sarà strettamente collegato con il processo di accredi-
tamento e sarà omogeneo in tutta l’Azienda in quanto tutti i dipar-
timenti sono accreditati.
3.4.7 POLITICA DEL FARMACO E GOVERNO DEL-LA SPESA FARMACEUTICA
3.4.7.a) Appropriatezza prescrittiva
Nel corso del 2008 sono state intraprese diverse azioni volte al
controllo dell’appropriatezza prescrittiva. In particolare:
a) nel 1° semestre 2008 si è concretizzato il progetto relativo
all’apertura della nuova Centrale di allestimento antiblastici
che prevedeva anche l’inserimento della fi gura del farmacista
nell’ambito delle fi gure professionali preposte, a diretto con-
tatto con medici e infermieri. Questo ha consentito di effettuare
in tempo reale la verifi ca/validazione delle terapie per singolo
paziente ed uno scambio costante di informazioni tra i diversi
professionisti.
Preventivamente all’avvio della nuova Centrale è stata effettua-
ta la revisione dei protocolli terapeutici in uso, inseriti all’inter-
no del programma di prescrizione informatizzato già utilizzato
dalla Struttura di Oncologia da diversi anni. Il “foglio terapia”,
elaborato dal programma di prescrizione, viene utilizzato per
l’allestimento e la successiva somministrazione delle terapie
e rappresenta uno strumento utile nell’ambito del governo del
rischio clinico.
Si è data, inoltre, prosecuzione all’attività di monitoraggio dei
farmaci ad alto costo previsti dal sito AIFA.
Mensilmente vengono monitorati i consumi dei farmaci oncolo-
gici ed elaborati report dettagliati per i reparti utilizzatori, evi-
denziando particolari scostamenti dei consumi e le eventuali
criticità rispetto alle previsioni di budget.
b) Per i farmaci ad alto costo che non prevedono monitoraggio
AIFA, in base alle indicazioni fornite dalla Commissione Provin-
ciale Farmaco (CPF), vengono valutate tutte le richieste redatte
per singolo paziente. Inoltre, per i farmaci non ancora inseriti
nel Prontuario Terapeutico Regionale (PTR), richiesti con ca-
rattere di urgenza, vengono prodotte e valutate specifi che rela-
zioni cliniche nominali.
c) Permane in ambito di Distribuzione Diretta farmaci la verifi ca
di appropriatezza della prescrizione con particolare riguardo
ai farmaci che necessitano di PT o con limitazioni particolari
d’uso secondo le indicazioni regionali e/o AIFA.
d) Viene regolarmente effettuato il controllo delle richieste prove-
nienti dai reparti per valutarne la conformità in ordine al PTO,
congruità, limitazioni d’uso previste per determinati farmaci
dalla CPF e validate per la successiva preparazione dei fabbi-
sogni.
e) Particolare attenzione viene rivolta alla verifi ca della prescri-
zione di farmaci off-label che, secondo i percorsi defi niti a livel-
lo aziendale, possono essere sottoposti alla valutazione della
Commissione Provinciale Farmaco o del Comitato Etico o anco-
ra alla Commissione di Vigilanza USL, relativamente a singoli
casi o a serie di casi.
f) Anche nel 2008 è stata inviata a tutti i medici dipendenti la
pubblicazione “Informazione sui Farmaci” edito dall’Azienda
Speciale Farmacie Comunali Riunite di Reggio E., al fi ne di
promuovere una informazione indipendente. Vengono inoltre
trasmessi tutti i verbali delle riunioni della CPF per diffondere
le decisioni assunte nell’ambito delle singole riunioni, fornendo
nel contempo informazioni precise sui singoli farmaci oggetto
di discussione, desunte dalla letteratura internazionale.
g) A livello aziendale vengono promossi periodicamente dal CIO
incontri formativi a Medici e Infermieri su tematiche relative
alla prevenzione delle infezioni e sul corretto utilizzo degli anti-
biotici. Sono state inoltre adottate, già a partire dal 2007, linee
guida inerenti l’utilizzo dei farmaci Antimicotici.
3.4.7.b) Commissione Terapeutica Provinciale Farmaco e Pron-
tuario Terapeutico
La Commissione Provinciale Farmaco (CPF) di RE esplica la sua
attività in stretta collaborazione con la Commissione Regionale
Farmaco (CRF) nell’applicazione delle nuove direttive inerenti il
Prontuario Terapeutico Regionale, quale strumento di governo
clinico vincolante per l’operatività a livello locale, in base alla ri-
defi nizione delle funzioni specifi che delle varie CPF e della stes-
sa CRF.
La CPF di RE collabora inoltre con i gruppi di lavoro formalizzati
in ambito AVEN per la defi nizione dei capitolati tecnici relativi a
farmaci da valutare sotto il profi lo dell’equivalenza terapeutica.
Un farmacista addetto alla Segreteria CPF partecipa alle riunioni
di coordinamento regionale.
Il Prontuario Terapeutico Provinciale viene aggiornato in tempo reale
sulla rete Intranet aziendale a disposizione di tutti i sanitari.
Le decisioni assunte dalla CTP vengono trasmesse a tutti i Medici
con l’invio dei verbali delle singole riunioni, disponibili anche sul-
la Intranet aziendale.
Tra gli obiettivi 2008 assegnati a tutte le Strutture ospedaliere è
stato riconfermato il vincolo della prescrizione secondo il PTO.
All’atto dell’erogazione diretta farmaci dopo la dimissione vengo-
no effettuati regolarmente i controlli di appropriatezza della pre-
scrizione in relazione alle indicazioni registrate, note AIFA, Piani
Terapeutici e schede elaborate dalle Commissioni Regionale e/o
Provinciale del Farmaco.
3.4.7.c) Prescrizione per principio attivo e di farmaci con bre-
vetto scaduto
Vengono comunicati alle singole Strutture, attraverso la rete In-
tranet aziendale, gli elenchi aggiornati dei farmaci generici di-
sponibili in commercio per una puntuale informazione utile alla
prescrizione sia alla dimissione che a seguito di visita specialisti-
ca ambulatoriale.
I farmaci generici vengono regolarmente utilizzati in ambito
ospedaliero e ugualmente distribuiti in erogazione diretta ai pa-
zienti per l’assunzione a domicilio, a seguito delle scelte di gara
di Area Vasta.
È in fase di defi nizione la lettera di dimissione informatizzata che
consentirà di standardizzare a livello di tutte le Strutture l’infor-
mazione destinata sia al paziente che al medico curante tramite
campi defi niti, tra cui la prescrizione per principio attivo, la fascia
di rimborsabilità, l’eventuale presenza di note AIFA/PT.
3.4.7.d) Gestione del rischio clinico e sicurezza sull’uso dei farmaci
Si è data regolare prosecuzione nel 2008 al progetto Interazien-
dale Azienda USL/Az. Osp. ASMN che prevede l’estensione di un
programma di prescrizione informatizzata ad altre Unità Operati-
ve di Area Medica. Ad oggi il programma è stato adottato comples-
sivamente da n° 5 Strutture per un totale di n° 180 posti letto.
Attraverso la collaborazione di medici, infermieri, informatici e
farmacisti, il programma viene implementato e adattato di volta
in volta alle singole realtà, per rispondere alle necessità dei di-
versi reparti utilizzatori.
Nel programma vengono regolarmente inseriti vari protocolli te-
rapeutici condivisi e supportati da evidenze di letteratura, sono
disponibili tutte le informazioni relative alle interazioni tra farma-
ci documentate e i collegamenti a banche dati ed al PTO.
Il programma consente di controllare ed indirizzare tutto il pro-
cesso di gestione del farmaco, limitando in modo drastico l’errore
nelle varie fasi, di ridurre e ottimizzare le scorte di reparto, di
ottimizzare il tempo infermieristico dedicato al paziente e di ab-
battere i costi conseguenti agli errori di terapia.
3.4
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3.4.7.e) Sviluppo della Farmacovigilanza (FV)
Al fi ne di favorire la massima diffusione delle informazioni e per
sensibilizzare ulteriormente i medici sulla materia, è stata im-
plementata la sezione dedicata alla FV sulla Intranet aziendale
attraverso un software di gestione in grado di amministrare tutte
le informazioni.
Tale sistema consente di classifi care le informazioni in diverse
tipologie:
ADR: contiene le segnalazioni di reazione avverse verificatesi •nella struttura ospedaliera ASMN e già inserite nella banca
dati dell’AIFA;
Note Informative/Dear Doctor: tutte le comunicazioni di FV •emanate dall’AIFA e dall’EMEA;
Lettere FV: riassunti delle più recenti note informative;•Farmaci sottoposti a monitoraggio intensivo: elenco di farma-•ci per i quali è richiesta la segnalazione di tutte le reazioni
avverse, gravi e non gravi;
Bollettini FV: Riviste relative alla materia (“Reazioni” dell’AI-•FA, “Focus Farmacovigilanza”);
Normativa FV: principali riferimenti normativi.•
L’adozione di questo nuovo sistema ha consentito di implementa-
re e strutturare il sito di FV già presente sulla Intranet in modo
tale da favorire un facile reperimento delle informazioni anche at-
traverso una funzione di ricerca per “principio attivo” e per “spe-
cialità medicinale”.
Il Responsabile della FV provvede personalmente all’inserimento
dei documenti, compilando opportunamente la scheda richiesta
dal sistema, preoccupandosi di inserire le voci necessarie al com-
pletamento dell’informazione.
Il sistema inoltre è in grado di generare un invio automatico ai
destinatari selezionati (Medici e Farmacisti) di un’e-mail che con-
sente l’accesso al documento e alla Homepage della FV attraver-
so appositi link.
3.4.8 - POLITICHE DI ACQUISTO DI BENI E SER-VIZI: INTERVENTI D’AREA VASTA E TRAMITE INTERCENT-ER
Nel corso dell’anno 2008 l’impegno dell’Area Vasta Emilia Nord è
stato indirizzato:
da un lato a dare continuità alle attività e progetti su cui si è •costituita inizialmente l’Associazione stessa (Acquisti centra-
lizzati e Logistica Integrata);
dall’altro ad estendere e favorire processi di integrazione in •ulteriori ambiti di intervento, in linea con espliciti indirizzi
regionali in materia, finalizzati a contribuire alla omogeniz-
zazione dell’offerta assistenziale sui migliori standard quali-
tativi.
Il Piano delle azioni, adottato in data 2 aprile 2008 dall’Assemblea
dei Direttori Generali delle Aziende sanitarie associate, rappre-
senta il riferimento per l’analisi e la verifi ca della realizzazione
degli obiettivi e dei risultati raggiunti.
> Acquisti centralizzati e monitoraggio
In tema di acquisti centralizzati gli obiettivi per l’anno 2008 com-
prendevano principalmente:
Potenziamento dell’interazione con Intercent-ER: incremento 1.
dall’11% al 20% degli acquisti da effettuare tramite Intercent-
ER (obiettivo regionale).
Per la realizzazione di tale obiettivo AVEN ha collaborato atti-
vamente con l’Agenzia Intercen-ER alla defi nizione della pro-
grammazione delle gare regionali di beni sanitari per il biennio
2008-2009 ed ha fornito il supporto tecnico-professionale per
l’espletamento delle stesse (partecipazione di professionisti
con specifi che competenze alla stesura dei capitolati e alle
Commissioni di gara, raccolta e defi nizione dei fabbisogni da
parte dei Servizi di competenza).
Le Aziende dell’Area Vasta Emilia Nord hanno raggiunto un
volume di acquisti tramite convenzioni Intercent-ER (calcola-
to come valore annuo degli importi delle convenzioni attive e
bandite nel 2008) che ammonta ad € 303.400.000, pari al 36%
della spesa per beni e servizi.
Un ruolo determinante per il raggiungimento di questi im-
porti hanno avuto in particolare la gara farmaci e la gara per
l’acquisizione di endoprotesi coronariche, entrambe espleta-
te da Intercent-ER per conto dell’Area Vasta Emilia Nord. La
fase preparatoria di queste procedure, coordinata dal Ceveas
in collaborazione con il gruppo farmacisti AVEN e con i ser-
vizi economali, si è conclusa nel primo semestre del 2008 ed
ha visto il coinvolgimento di numerosi professionisti AVEN (in
particolare clinici di diverse discipline) nel lavoro di standar-
dizzazione e defi nizione della tipologia di prodotti da inserire in
gara e nella defi nizione dei fabbisogni. Intercent-ER ha proce-
duto alla pubblicazione della gara per endoprotesi coronariche
a luglio 2008 e della gara farmaci a dicembre 2008.
Si elencano di seguito le altre procedure d’acquisto regionali,
attivate da Intercent-ER, che hanno visto nel 2008 la collabo-
razione ed adesione delle Aziende dell’Area Vasta Nord, suddi-
vise per tipologia di Beni:
ausili per incontinenti;-materiale di medicazione classica e avanzata;-mezzi di contrasto;-soluzioni infusionali;-arredi sanitari;-servizio di raccolta e smaltimento rifi uti speciali (Azien--da USL di Piacenza- Azienda USL e Azienda Ospedaliera
di Reggio Emilia);
servizio di telefonia fi ssa e trasmissione dati;-fornitura di energia elettrica.-
Sempre con riferimento alle procedure di acquisto svolte dalla
Agenzia Regionale Intercent-ER, nel corso dell’anno 2008 è stato
approfondito il confronto per la defi nizione di un modello orga-
nizzativo maggiormente strutturato tra Aziende sanitarie, Area
Vasta e Centrale d’Acquisto regionale per il governo delle attività
connesse alla gestione delle convenzioni regionali in Area vasta
in termini di monitoraggio dell’effettiva adesione e di risoluzione
delle problematiche post-gara.
Incremento delle procedure di acquisto centralizzate a livello di 2.
Area Vasta rispetto a quelle aziendali.
Dalla rilevazione, richiesta dall’Assessorato regionale alla Sa-
nità a gennaio 2008, relativa ai volumi e tipologie di acquisti di
beni e servizi delle Aziende Sanitarie, differenziati per livelli di
aggregazione (aziendale, area vasta, intercent-ER, CONSIP), è
risultato che il volume di acquisti effettuati a livello aziendale è
in percentuale ancora piuttosto rilevanti (40-45%).
Nella programmazione delle attività di acquisto di Area Vasta
2008-2009 si è puntato ad ampliare il numero di procedure da
espletare a livello centralizzato, estendendole anche al settore
servizi, attrezzature e service e al contenimento dei tempi ri-
chiesti per portarle a termine; infatti il ritardo sui tempi previsti
per l’attivazione dei contratti incide negativamente sul proces-
so di progressivo allineamento delle scadenze contrattuali.
Per quanto riguarda i risultati, si riporta lo stato di avanza-
mento a dicembre 2008, relativo alle procedure comprese nella
programmazione annuale (gare di nuova attivazione e gare già
avviate negli anni precedenti):
145
Nell’ottica di perseguire una maggiore effi cienza organizzativa
sono state realizzate le seguenti azioni:
suddivisione delle gare in tipologie omogenee, puntando alla •specializzazione di singole Aziende per specifi ci settori;
affi damento ad un’Azienda referente della responsabilità per •la conduzione, strategia, esiti di gara, informazione e gestione
post-gara e nomina di un gruppo di referenti (tecnici e ammini-
strativi) per ogni gara.
Implementazione di strumenti e modalità di monitoraggio3.
In merito alle attività connesse all’implementazione degli stru-
menti di monitoraggio, l’impegno principale nel corso del 2008
è risultato quello relativo alla predisposizione dei prerequisiti
per l’adozione di codifi che (e/o anagrafi che) comuni (o comun-
que di sistemi di transcodifi ca) relativamente ai beni sanitari,
in vista della prossima attivazione del magazzino unico di area
vasta. In particolare per quanto riguarda i dispositivi medici
tutte le Aziende AVEN hanno lavorato per l’inserimento e/o il
completamento della classifi cazione CND dei Dispositivi Medi-
ci, secondo le indicazioni del gruppo regionale.
Relativamente alle modalità di monitoraggio, per tutte le gare
di nuova attivazione si è provveduto, in sede di defi nizione dello
“studio di fattibilità” preliminare allo svolgimento della proce-
dura, alla raccolta dei prezzi, vigenti nelle diverse Aziende, dei
prodotti oggetto di gara. Tale impostazione ha consentito una
più congrua defi nizione delle basi d’appalto ed una valutazione
più precisa dei risultati economici conseguiti.
> Progetto di logistica integrata-magazzino centralizzato
La costruzione e gestione di un magazzino centralizzato per la
logistica dei beni sanitari, rappresenta il principale e forse anche
il più impegnativo progetto condiviso dalle Aziende dell’Area Vasta
Emilia Nord. Conclusa la fase progettuale e di acquisto del terre-
no si è passati nel 2008 alla fase più propriamente operativa.
È stato costituito un team multiprofessionale per il progetto Ma-
gazzino Unico dei Beni Sanitari che nel 2008 ha affrontato le se-
guenti tematiche:
implementazione delle procedure informatizzate per la •gestione del magazzino;
impostazione e definizione del capitolato tecnico per •l’allestimento interno del magazzino e per l’affidamento dei
servizi, personale e trasporti, connessi alla realizzazione del
progetto di logistica integrata;
organizzazione del sistema di distribuzione.•Completato l’iter per il rilascio della concessione edilizia da parte
del Comune di Reggio Emilia, si è proceduto alla pubblicazione
della gara per la costruzione dell’edifi co ed al controllo ammi-
nistrativo delle offerte presentate e per la valutazione tecnica ed
economica. L’aggiudicazione defi nitiva è prevista entro il I seme-
stre 2009.
Un altro settore di attività connesso alla realizzazione del Pro-
getto di Logistica integrata è quello relativo alla “Reingegneriz-
zazione dei processi”, ovvero alla necessità di approfondire la
portata e l’impatto sulle organizzazioni delle Aziende associate
che il cambiamento organizzativo connesso alla realizzazione del
Magazzino unico comporta.
Tabella 3.4.3 – Gare AVEN
n° gareStato
di avanzamentoTipologia di Beni
8 concluseService NAT, Assicurazioni II° rischio, Assicurazioni I° rischio, Reti chirurgiche, Di-
spositivi medici per uso ginecologico, Letti a bilancia, Frigo farmaci, Carte sanitarie
8
Fase avanzata
(aggiudicazione
prevista I sem 2009)
Suturatrici meccaniche, Fili di sutura, Materiale per ricostituzione antiblastici, Di-
spositivi medici per endoscopia digestiva, Piastre per elettrobisturi, Dispositivi per
video-laparoscopia, Dispositivi medici per uso oculistico, Rilevazione ricette farma-
ceutiche
2
Fase avanzata
(in collaborazione
con Intercent-ER)
Endoprotesi coronariche, Farmaci
6
In corso
(aggiudicazione
prevista a fi ne 2009)
Materiale protesico per Endoscopia Digestiva, Service IVUS, Service Immunocolora-
zione, Dispositivi Medici per Vertebroplastica, Drenaggi, Appalto servizi e attrezzatu-
re interne del Magazzino Logistico Centralizzato 3.4
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146
3.4.9 GESTIONE DELLA CASISTICA CRONICA AD ELEVATO CONSUMO DI RISORSE DI RICOVERO
L’analisi riguardante la casistica cronica ad elevato consumo di ri-
sorse di ricovero, rilevata presso l’Azienda Ospedaliera S. MARIA
NUOVA attraverso la stima dei ricoveri ripetuti, evidenzia che per
i ricoveri ripetuti con fi nestra temporale 0-1 giorno la percentuale
sul totale dei dimessi osservata dal 2006 al 2008, oscilla attorno
all’1%. Si tratta di re-ricoveri avvenuti tra le unità operative del
S.M.N. e determinati, spesso, da riacutizzazioni della patologia
del ricovero indice (soprattutto quella cardiologica), ma comun-
que assolutamente non attribuibili ad artifi ciosi frazionamenti
degli episodi di cura con il fi ne di produrre più casistica, o con-
seguenti a dimissioni eccessivamente precoci rispetto al primo
ricovero.
Per quanto riguarda i ricoveri ripetuti con fi nestra 2-7 vengono
analizzati quelli attribuiti ad una stessa MDC-MAJOR DIAGNO-
STIC CATEGORY (in altre parole Drg appartenenti alla stessa Ca-
tegoria Diagnostica Principale) ed avvenuti nello stesso presidio
ospedaliero; si sottolinea che i re-ricoveri dopo 2-7 giorni sono
automaticamente tariffati dalla Regione E.R. al 50%, in quanto si
ipotizza un minore assorbimento di “risorse” per una patologia
già indagata nel primo ricovero.
Comunque per questa tipologia di ripetuti, la % oscilla tra un mi-
nimo di 1,21% nel 2006 ed un massimo di 1,52% nel 2008, dove
il fenomeno ha riguardato prevalentemente l’ostetricia con par-
ti (fi siologici e con TC) preceduti da ricoveri per falso travaglio,
mentre per le altre discipline, il re-ricovero ha riguardato pazien-
ti cronici con riacutizzazioni di patologie mediche dell’apparato
cardiovascolare,respiratorio.
Per contenere il fenomeno si è proposta, quando possibile, una
gestione in Osservazione Breve Intensiva, (OBI uffi cializzato al
S.M.N. dal 6 febbraio 2008).
Il seguente controllo sui ricoveri ripetuti riguarda i ricoveri chi-
rurgici in regime ordinario preceduti da ricovero medico nello
stesso presidio ospedaliero di durata inferiore a 4 giorni se in deg.
ordinaria o a 4 accessi se in day hospital. La fi nestra temporale
viene determinata dalla differenza tra le due date di ammissione.
Tabella 3.4.5 - Ricoveri ripetuti con stessa MDC e fi nestra temporale 2-7 gg.
Ricoveri per acuti a carico del SSN, regime ordinario
Anno 2006 Anno 2007 Anno 2008
Totale
dimessi
Ricoveri
ripetuti% ripetuti
Totale
dimessi
Ricoveri
ripetuti% ripetuti
Totale
dimessi
Ricoveri
ripetuti% ripetuti
ASMN 28.323 344 1,21 28.813 444 1,54 28.819 438 1,52
Tabella 3.4.4 - Ricoveri ripetuti con fi nestra temporale 0-1 gg.
Ricoveri per acuti a carico del SSN, regime ordinario
Anno 2006 Anno 2007 Anno 2008
Totale
dimessi
Ricoveri
ripetuti% ripetuti
Totale
dimessi
Ricoveri
ripetuti% ripetuti
Totale
dimessi
Ricoveri
ripetuti% ripetuti
ASMN 28.323 286 1,01 28.813 269 0,93 28.819 289 1,00
(nota; sono esclusi i ricoveri di pazienti neoplastici, quelli attribuiti ai casi di HIV, ai trattamenti di radioterapia ed i re-ricoveri per intervento
chirurgico con peso relativo 1,5 del drg prodotto)
(nota; sono esclusi i ricoveri di pazienti neoplastici, quelli attribuiti ai casi di HIV, ai trattamenti di radioterapia ed i re-ricoveri per intervento
chirurgico con peso relativo 1,5 del drg prodotto)
Si osserva come nell’anno 2007 e nell’anno 2008, la percentuale
del ricovero medico mostri un valore costante attorno al 2,3 %. E’
ormai consolidato comunque presso la nostra Azienda, l’utilizzo
del Day Service ogniqualvolta le condizioni cliniche dei pazienti lo per-
mettono per tutte quelle indagini preparatorie all’intervento chirurgico.
147
Tabella 3.4.6 - Ricoveri chirurgici in regime ord. preceduti da un ricovero di tipo medico entro 0 - 15 gg.
Ricoveri per acuti a carico del SSN, regime ordinario
Anno 2006 Anno 2007 Anno 2008
Totale
dimessi
Ricoveri
ripetuti% ripetuti
Totale
dimessi
Ricoveri
ripetuti% ripetuti
Totale
dimessi
Ricoveri
ripetuti% ripetuti
ASMN 9.960 192 1,93 10.354 235 2,27 10.570 241 2,28
Tabella 3.4.7 - Sintesi dei casi per attività di controllo (stima del campione)
ATTIVITA' DI CONTROLLO - ASMNcasi
anno 2007
% di con-
trollo
cc control-
late
casi
9 mesi 2008
% di con-
trollo
cc control-
late
DRG potenzialmente inappropriati allegato 6
delib 2126/2005 1382 12% 160 959 12% 115
Revisione per audit clinici su specifici feno-
meni (audit cardiologico AVEN, audit endo-
cardite batterica, audit su BPCO) per il 2008
214
RICOVERI RIPETUTI NELLO STESSO PRESI-
DIO CON FINESTRA TEMPORALE 0-1 GG.269 100% 269 215 100% 215
RICOVERI RIPETUTI NELLO STESSO PRESI-
DIO CON STESSA MDC E FINESTRA TEMPO-
RALE 2-7 GG.
444 100% 444 322 100% 322
RICOVERI CHIRURGICI IN REGIME ORD.
PRECEDUTI DA UN RICOVERO DI TIPO
MEDICO NELLO STESSO PRESIDIO CON
FINESTRA TEMPORALE 0-15 GG.
235 100% 235 180 100% 180
SCHEDE ATTRIBUITE A DRG "MALDEFINITI",
424, 468, 476, 477, DO e DH2 100% 2 0 100% 0
SCHEDE ATTRIBUITE A DRG COMPLICATI 4950 2% 99 3424 2% 68
dh medico da 1 accesso 877 2% 18 433 2% 9
dh medico da 2 accesso 676 2% 14 232 2% 5
dh medico da 3 accesso 584 2% 12 229 2% 5
TOTALE 9419 1252 5994 1132
NOTA: per l’attività di controllo e il calcolo del campione sono stati esclusi i neonati sani.
3.4
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3.4.10 ATTIVITÀ DI CONTROLLO SULLE CARTELLE CLINICHEIn ottemperanza a quanto previsto dall’art. 88 comma 2 della L.
388/2000 e dell’allegato 7 della DGR 2126/2005, l’Az. Ospedaliera
S. Maria Nuova di RE, al fi ne di prevenire comportamenti oppor-
tunistici e di incrementare il livello di appropriatezza delle attività
ospedaliere, ha sottoposto a controllo il 2% delle cartelle cliniche
e delle corrispondenti schede di dimissione ospedaliera (SDO)
dell’anno 2007. Nel 2008 continua questa attività di controllo, ed
ad ottobre 2008 si è completata la revisione del campione di car-
telle del I° semestre 2008.
I contenuti dei controlli attengono a quanto previsto nell’allegato
7 della DGR 2126/2005 e hanno come riferimento per la compila-
zione della SDO la revisione 2007 delle “Linee Guida per la com-
pilazione e la codifi ca ICD-9-CM della SDO”.
Periodicamente i risultati dei controlli sono inviati al Servizio Pre-
sidi Ospedalieri della Direzione Generale Sanità e Politiche Socia-
li, entro il 30 aprile dell’anno successivo.
Nello specifi co, l’attività di controllo comprende i seguenti con-
tenuti:
DRG potenzialmente inappropriati•ricoveri ripetuti nello stesso presidio con fi nestra temporale 0-1 gg•ricoveri ripetuti nello stesso presidio con stessa MDC e •fi nestra temporale 2-7 gg
ricoveri chirurgici in regime ordinario preceduti da un ricovero di •tipo medico nello stesso presidio con fi nestra temporale 0-15 gg
schede attribuite a DRG mal defi niti, 424, 468, 476, 477 (DO e DH)•schede attribuite a DRG complicati•
DH medico da 1 accesso•DH medico da 2 accessi•DH medico da 3 accessi•
Sulla base dei contenuti sopra elencati, gli obiettivi specifi ci
dell’attività di controllo sono i seguenti:
Valutare la qualità delle informazioni riportate sulla Scheda di 1)
Dimissione Ospedaliera (SDO);
Stimare il livello di appropriatezza clinica-organizzativa di al-2)
cuni DRG in due momenti principali: all’ammissione e nella
giornata indice di degenza (che è stata identifi cata con la gior-
nata a metà degenza).
La produzione dell’anno 2008 ammonta a 46.185 dimessi (esclusi
1.797 neonati sani), di cui in degenza ordinaria 30.860 e 15.325 in
day hospital.
Il numero di cartelle cliniche controllate ammonta a 1132 pari al
2,5% di tutti i dimessi (esclusi i neonati sani).
Dopo analisi quali-quantitativa dei risultati dei controlli ed in se-
guito ad anomalie rilevate, si provvede alla trasmissione di note
scritte e alla pianifi cazione di incontri specifi ci con le strutture
interessate.
148
Secondo un concetto di innovazione intesa come “una nuova con-
fi gurazione di comportamenti, tecniche o risorse ed il miglioramento
del modo con cui prodotti o servizi raggiungono obiettivi desiderati”,
e di tecnologia, non limitato alle sole apparecchiature, ma este-
so anche a farmaci, devices ed all’organizzazione, nel corso del
2008 l’Azienda ha sviluppato ulteriormente le attività fi nalizzate a
supportarne l’evoluzione, non limitandosi a presidiare i processi
di acquisizione, ma consolidando le funzioni di assessment mirate
a:
vincere le resistenze interne,•migliorare i collegamenti fra chi propone l’innovazione, i valu-•tatori e gli utilizzatori,
concentrare l’attenzione sulle innovazioni di provata efficacia •e di elevato rapporto beneficio-rischio (horizon scanning) e
renderle tempestivamente disponibili,
porre attenzione ai rischi di overlapping,•intervenire su un processo generalmente dominato dai clinici, •nel quale manca una visione strategica delle diverse fasi e nel
quale la nuova tecnologia è quasi sempre complementare alla
precedente,
preparare adeguatamente l’ambiente per metterlo nelle con-•dizioni di accogliere l’innovazione,
descrivere e valutare l’impatto sul piano clinico, organizzativo •ed economico-finanziario.
3.5.1 ECCELLENZA TECNOLOGICA:
3.5.1.a) Tecnologie Biomediche
Sul piano delle Tecnologie Biomediche nel corso del 2008 sono
arrivate a conclusione le procedure di acquisizione di due impor-
tanti strumenti fi nalizzati a completare la dotazione strumentale
e l’offerta nell’ambito della radioterapia (Tomotherapy e IORT).
Nel caso di queste tecnologie, infatti, oltre alla scelta strategica
che, attraverso un ampio coinvolgimento, ha portato a program-
marne l’acquisizione, si è reso necessario progettare e realizzare
le condizioni logistiche, impiantistiche, informatiche, radioprote-
zionistiche, indispensabili al loro posizionamento.
Sempre nel 2008, si è ultimato il progetto per la realizzazione di
un laboratorio analisi ad alta automazione e ad elevata produttivi-
tà, la cui procedura di acquisizione si completerà nel 2009 e sono
proseguite le collaborazioni già avviate da tempo con i dirigenti
dell’Assessorato e dell’Agenzia Sanitaria e Sociale della Regione
Emilia Romagna, relative a:
progetto stroke care,•aggiornamento dei criteri di utilizzo della FDG-PET,•attività della Commissione cardiologica e cardiochirurgia re-•gionale,
PRI-ER e ORI.•
A fi ne 2008 il valore rivalutato delle apparecchiature biomediche
in uso nell’Azienda Ospedaliera ha superato i 71 Milioni di Euro.
3.5 Promozione dell’eccellenza tecnologica, clinica ed organizzativa
Il valore complessivo di apparecchiature installato nel 2008 è stato di 9,12 Milioni di Euro (3,15 Milioni di Euro nel 2007).
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Questo rilevante valore annuo di installato, fra i più alti raggiunti dal nostro Ospedale nell’ultimo decennio, è da attribuire alla messa in
funzione di alcune apparecchiature di elevato valore tecnologico: l’acceleratore Tomotherapy (3.50 MEuro), una Risonanza Magnetica
da 1,5 T (valore capitale:1,66 MEuro), un’apparecchiatura per radioterapia intraoperatoria – IORT (860.000 Euro), una apparecchiatura
per risonanza magnetica articolare (250.000 Euro).
A seguito di queste nuove acquisizioni, il peso delle alte tecnologie (tecnologie con valore unitario superiore a 100.000 Euro) sul valore
complessivo di sostituzione delle apparecchiature, a fi ne 2008 ha superato il 41%, ed è in aumento rispetto all’anno precedente (era
il 39%).
Il valore di apparecchiature per posto letto ha superato nel 2008 i 78.000 Euro con un incremento del 10% rispetto al dato del 2007
(71.000 Euro/pl).
150
Il numero complessivo di apparecchiature in uso in Ospedale continua a crescere e a fi ne 2008 ha raggiunto le 6.560 unità con un au-
mento complessivo negli ultimi 5 anni attorno al 15%.
L’età media delle apparecchiature in esercizio è attualmente di 7,59 anni, in leggero aumento rispetto al dato del 2007 (7,36 anni). In
particolare, la percentuale di apparecchiature con età superiore a 15 anni di vita si è attestato al 9,7% del totale, di poco superiore
rispetto al 9,5% del 2007.
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L’Azienda Ospedaliera, anche in vista del completamento del
percorso verso la costituzione in IRCCS, intende proseguire per
il prossimo futuro lungo il doppio binario della innovazione tec-
nologica e del mantenimento in effi cienza del parco tecnologico
esistente procedendo alla sostituzione/potenziamento delle ap-
parecchiature biomediche secondo criteri orientati ad assicurare
l’eccellenza delle prestazioni strumentali che vengono richieste
dai cittadini.
Per quanto riguarda l’innovazione, i prossimi obiettivi prioritari
dell’Azienda riguardano le acquisizioni delle seguenti tecnologie
biomediche:
- una nuova SPECT/CT (installazione entro l’estate)
Apertura della nuova Ala Nord di ampliamento dell’Ospedale, -in particolare: la nuova Centrale di sterilizzazione, la Nefrolo-
gia e Dialisi, e il nuovo Comparto Operatorio
Sostituzione della mammografi a analogica con mammografi a -detettore digitale
È inoltre previsto l’avvio delle procedure di gara per la sostitu-
zione di:
un tomografo computerizzato (TC)-un angiografo per emodinamica-letti per Rianimazione per terapia intensiva postoperatoria -
3.5.1.b) Tecnologie Informatiche
Relativamente all’evoluzione dei progetti e delle Tecnologie Infor-
matiche, il 2008 ha rappresentato un anno di impegno signifi cati-
vo nella prosecuzione del piano di informatizzazione ospedaliera
e di integrazione con i sistemi informativi dell’AUSL.
Obiettivi, questi, di particolare impegno, che si sono concretizza-
ti attraverso la realizzazione od il consolidamento dei seguenti
progetti:
migrazione del L.I.S.(Laboratory Information System) da Net-•Lab a Metafora;
integrazione dei datawarehouse (dwh) delle due Aziende;•estensione all’Azienda USL del PACS (Pcture Archivi and Co-•munication System);
avvio del progetto di prescrizione informatizzata dei farmaci •ai pazenti ricoverati;
progettazione della migrazione degli applicativi di Pronto •Soccorso verso la nuova soluzione Web;
introduzione sperimentale di un software di gestione delle •sale operatorie;
messa in linea dei driver dei dwh per laboratorio e radiologia, •nell’ambito del progetto SOLE;
allineamento del database degli utenti informatici con quello •del S. Gestione Risorse Umane, allo scopo di aumentare i li-
velli di sicurezza;
revisione architetturale dell’infrastruttura di rete.•
> PROGETTI ICT
Progetto Sole
L’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia partecipa insieme
all’Azienda USL di RE al Progetto Regionale Sole (Sanità On LinE)
che si propone di attuare una rete integrata ospedale-territorio
al fi ne di migliorare la comunicazione tra specialisti e Medici di
Medicina Generale.
Il progetto è entrato nella fase operativa sulla provincia di RE e si
sta completando il collegamento telematico dei MMG e la preno-
tazione CUP integrata con il caricamento on line della prescrizio-
ne medica del MMG.
Per l’anno 2008, a livello provinciale le prenotazioni su prescri-
zione Sole sono state 90.626/865.413 = 9,5%, in calo rispetto alla
percentuale raggiunta nel primo semestre 2008 quando si è svol-
ta una campagna di affi ancamento del personale di sportello da
parte del personale CUP2000. Le diffi coltà nell’aumentare la per-
centuale in modo strutturale e permanente risiedono nel fatto che
per il CUP provinciale l’integrazione con Sole è accettabile solo se
la prenotazione fa riferimento ad una prescrizione monoricetta.
Sono gestite con diffi coltà, viceversa, le prescrizioni su più ricette,
che in alta percentuale, riguardano il laboratorio analisi.
Per quanto riguarda l’allineo del nomenclatore aziendale a quello
regionale si sta procedendo insieme all’Azienda USL a completare
tale allineo anche se per alcune prestazioni specialistiche si in-
contrano delle diffi coltà nel corretto allineo con il nomenclatore
regionale.
Relativamente alla restituzione dei referti originati dal ciclo pre-
scrizione-prenotazione SOLE si assiste ad una diffi coltà nella re-
stituzione di referti, per la presenza di alcuni nodi critici ancora
da sciogliere, sia per i referti di Laboratorio che di Radiologia. Per
la Specialistica Ambulatoriale, l’integrazione SOLE non è ancora
attivata e lo sarà nel 1° semestre 2009.
Per quanto attiene l’invio a SOLE di altre notifi che/documenti cli-
nici (ricovero e dimissione, lettera di dimissione da ricovero o PS)
si attende la stabilizzazione della normativa sulla privacy su base
regionale.
Progetto SPARTA (Supporto al Piano Attuativo Regionale per il
contenimento dei tempi di attesa)
In accordo con l’Azienda USL si sta procedendo all’applicazione
dei vari punti relativi alla circolare 10/07 sul monitoraggio dei
tempi di attesa, anche se alcuni di essi, relativi direttamente alla
gestione del programma CUP provinciale a gestione AUSL, po-
trebbero avere dei rallentamenti a causa delle modifi che consi-
stenti da apportare al gestionale.
Progetto SIGLA (Sistema integrato di gestione delle liste di at-
tesa per ricoveri ospedalieri)
Dei due applicativi coinvolti a livello aziendale nella gestione
delle liste di attesa dei ricoveri, è stata integrata e fi nanziata da
CUP2000 solo quella che fa riferimento all’applicativo GST Sie-
mens Med. Il personale interessato è stato formato sull’utilizzo
del programma.
Progetto MAPS (Sistema di monitoraggio dell’accesso alle pre-
stazioni di specialistica ambulatoriale)
Per garantire e agevolare la gestione e il monitoraggio dell’of-
ferta effettiva a CUP, L’azienda Ospedaliera ha sviluppato alcuni
applicativi informatici che consentono di analizzare una serie di
indicatori: tempi di attesa, offerta, apertura e chiusura delle liste,
mobilità intra-aziendale. Sono a prenotazione CUP tutte le pre-
stazioni ambulatoriali tranne alcune prestazioni che richiedono
una valutazione specialistica preventiva (Radioterapia e Medicina
Nucleare).
La Direzione Medica di Presidio e l’Uffi cio Gestione Risorse moni-
torizzano periodicamente l’andamento delle agende informatiz-
zate, al fi ne di mettere a disposizione dei Direttori di Struttura
elementi di valutazione sull’andamento dell’offerta. Per garantire
la completezza dell’informazione vari tipi di report vengono inviati
ai Direttori di Struttura, così strutturati:
tempo di attesa - mediana delle prime disponibilità•tempo di attesa – retrospettivo•giorni senza disponibilità•offerta teorica settimanale•offerta reale settimanale•pazienti in lista nel mese•totale casi entro soglia•Indice di Performance %•
Vengono inoltre indicati i giorni di apertura delle agende nell’ar-
co del mese per valutare sia eventuali chiusure parziali di posti
precedentemente messi a disposizione sia chiusure complete
dell’agende. I dati vengono aggregati per tipologie omogenee di
esami e per Struttura di erogazione e poi proiettatati in un anda-
mento annuo divisi nei singoli mesi.
153
Integratore CUP
Al momento l’Azienda Ospedaliera nella fi gura di un suo referente
ha partecipato regolarmente agli incontri e si stanno valutando i
criteri di erogazione e prenotazione delle prestazioni in oggetto.
Progetto PROFILER
Tutte le schede di monitoraggio sull’edilizia sanitaria ed ammo-
dernamento tecnologico vengono regolarmente compilate ed in-
viate
Call center numero verde regionale
La banca dati aziendale è stata aggiornata ed allineata secondo i
criteri forniti dalla Regione e viene regolarmente aggiornata dal
personale dell’uffi cio URP aziendale preposto per tale attività
3.5.2 INNOVAZIONI STRUTTURALI
Nel 2008 si sono avviate e/o concluse le procedure relative:
alla realizzazione di una centrale di sterilizzazione, dotata •delle tecnologie più evolute, sia per quanto riguarda i proces-
si di decontaminazione, disinfezione e sterilizzazione, sia per
ciò che attiene alla tracciabilità dei processi e delle singole
attività;
alla realizzazione del nuovo comparto operatorio ORL-Orto-•pedia-Oculistica-Neurochirurgia, innovativo sul piano della
logistica interna, delle predisposizioni di produzione, trasmis-
sione e storage delle immagini, dei materiali utilizzati per re-
alizzare sale operatorie in grado di integrare tra loro le attività
diagnostiche e chirurgiche;
alla ristrutturazione della nuova sala autoptica e delle came-•re ardenti, con una separazione dei percorsi fra spazi di lavoro
e box di esposizione delle salme (questi ultimi ampliati sotto il
profilo numerico e migliorati in termini di qualità ambientale
e microclimatica).
3.5.3 TRATTAMENTI FARMACOLOGICI INNOVATIVI Per ciò che attiene, infi ne, ai farmaci oncologici innovativi, le at-
tività terapeutiche molecolari intraprese dalla Medicina Nucleare
si inseriscono in un processo di sviluppo della sezione di Terapia
Radiometabolica.
In particolare dal 2007 si è dato spazio alla terapia con Ibritumo-
mab tiuxetano, anticorpo monoclonale anti-CD20, marcato con 90Y, utilizzato nei linfomi follicolari CD20+ in recidiva, refrattari
alla consueta chemioterapia. Si è dato inoltre inizio all’attività
diagnostico-terapeutica con DOTATOC, un radiofarmaco recetto-
riale, analogo alla somatostatina, ma con emivita biologica com-
patibile con un suo utilizzo diagnostico e terapeutico nei tumori
neuroendocrini, o, comunque, in quelle neoplasie in cui sia dimo-
strata la presenza di recettori per la somatostatina.
Il DOTATOC, marcato con 68Gallio (emettitore +), è idoneo alla
rilevazione in PET, con notevole incremento della sensibilità e
specifi cità rispetto all’indagine con il radiofarmaco fi no ad oggi in
uso (Octreoscan-111In); se marcato con 90Y, la molecola diventa un
eccellente prodotto d’uso terapeutico, convogliando sulla cellula
neoplastica la radiazione - del 90Y. L’uso sequenziale in diagnosti-
ca e terapia del DOTATOC marcato con i due differenti radioisoto-
pi, disegna un percorso effi cace in pazienti affetti da neoplasie in
genere poco rispondenti alla comune chemioterapia e con poche
possibilità di cure effi caci. L’uso di tale farmaco è inserito in un
protocollo sperimentale.
3.5.4 NUOVE SOLUZIONI ORGANIZZATIVE Infi ne, meritano un accenno le soluzioni organizzative introdotte a
livello aziendale, per migliorare i livelli di effi cienza delle singole
Strutture o, semplicemente, per migliorare la qualità percepita
del servizio reso.
In particolare meritano di essere segnalati:
l’attivazione presso il Pronto Soccorso Generale dell’ambu-•latorio emergenze-urgenze pediatriche: questa collocazione,
oltre a migliorare sensibilmente l’accessibilità alle prestazio-
ni ed il comfort nella fase dell’attesa, ha consentito l’unifica-
zione dei percorsi dell’urgenza all’interno di un unico spazio,
evitando dispersioni ed accessi incongrui al reparto di degen-
za durante le fasce orarie notturne;
l’attivazione di 9 posti letto di Osservazione Breve Intensiva a •fianco della Medicina d’Urgenza, finalizzati a trattenere fino
a 24 ore pazienti per i quali l’opzione fra la dimissione o il
ricovero, dopo un accesso al Pronto Soccorso, richieda appro-
fondimenti o un periodo di osservazione prolungata;
ridefinizione dell’assetto dipartimentale e delle aree tecno-•logica-scientifica, amministrativa e tecnico-logistico-alber-
ghiera e conseguente adozione del nuovo atto aziendale;
l’attivazione della nuova Centrale Antiblastici unificata e del-•la Centrale unica di Sterilizzazione, rispettivamente presso i
locali della S.C. di Oncologia ed al piano -1 dell’edificanda ala
nord;
il completamento del progetto edilizio e della ripartizione de-•gli spazi all’interno dell’edificanda ala sud, con la previsione
di realizzare l’elisupericie in copertura.
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In questo capitolo vengono prese in considerazione le condizioni di lavoro, le competenze del
personale e l’effi cienza dell’organizzazione. Preliminarmente l’azienda relazione sulle politiche
di governo adottate in attuazione ai Piani Pluriennali ed alle Linee di Indirizzo Regionale e
fornisce dati ed elementi atti a delineare la “carta di identità” del personale di cui si avvale;
vengono descritte le modalità organizzative con cui l’azienda favorisce la partecipazione dei
professionisti alla gestione, vengono illustrate le azioni intraprese nell’ottica della salute e
sicurezza dei lavoratori. Vengono poi descritte le principali iniziative sviluppate nell’ambito
della ridefi nizione dei ruoli professionali in funzione delle strategie aziendali. Accanto
a questi aspetti il capitolo fornisce un quadro delle modalità aziendali adottate in tema di
sistemi premianti e sistemi di valutazione, funzionalità e opportunità sviluppate nell’ambito
del fl usso informativo sul personale. Il documento tratta anche gli sforzi profusi dall’Azienda
nella produzione degli eventi formativi. L’azienda illustra inoltre le iniziative promosse volte al
mantenimento e allo sviluppo del benessere psico-fi sico.
Condizioni di lavoro, competenze del personale ed effi cienza dell’organizzazione44
156
4.1.1 POLITICHE DI GOVERNO AZIENDALI IN ATTUAZIONE AI PIANI PLURIENNALI ED ALLE LINEE DI INDIRIZZO REGIONALI
4.1.1.a) Variazioni intervenute negli organici in relazione agli
obiettivi regionali e alle politiche di governo delle risorse umane
Le variazioni d’organico complessive registrate nel periodo 2006-
2008, presso l’Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova, sono in rela-
zione al raggiungimento degli obiettivi regionali e alle politiche di
governo delle risorse umane, secondo le direttrici determinate
dal quadro normativo nazionale, con particolare riferimento al
Patto per la Salute, sottoscritto tra Governo e Regioni il 28 set-
tembre 2006, e alle Leggi Finanziarie 2006, 2007 e 2008 (leggi n.
266/2005, n. 296/2006 e n. 244/2007), nonché dalle Linee di pro-
grammazione emanate a livello regionale. Tali linee guida, han-
no fi ssato in particolare gli obiettivi di salute da raggiungere in
ciascuna Azienda Sanitaria ed Ospedaliera fatto salvo l’obiettivo
fi nale dell’equilibrio economico fi nanziario.
A seguito degli incontri di concertazione in tema di risorse uma-
ne, tenutisi a livello regionale, sono state defi nite le azioni da
intraprendere, per ciascuna azienda, per assicurare il regolare
funzionamento dei servizi sanitari e l’erogazione dei livelli es-
senziali di assistenza. Le dotazioni organiche, necessarie per il
mantenimento dei livelli quali/quantitativi dei servizi, sono state
costantemente monitorate, rinviando a specifi che valutazioni le
assunzioni per la copertura dei posti vacanti o le sostituzioni del
personale assente dal servizio; soluzioni possibili solo se indi-
spensabili e indifferibili.
Si evince, dalle tabelle che seguono, che l’incremento del perso-
nale intervenuto nel triennio 2006-2008, è quantifi cabile in com-
plessive 158 unità, di cui 24 appartenenti a profi li della dirigenza
medica e sanitaria e le restanti 134 appartenenti al personale del
comparto. Anche l’analisi dei dati, riportata in calce alle varie
tabelle, evidenzia che gli incrementi del personale del comparto
sono prevalentemente riconducibili (122 unità) ai profi li profes-
sionali del personale infermieristico (60 unità), tecnico-sanitario
(16 unità) e OSS/OTA/Ausiliari specializzati (46 unità), tutti moti-
vati dall’attivazione di nuove funzioni sanitarie: il progetto di rior-
ganizzazione dell’ambulatorio per le urgenze pediatriche, l’OBI e
le riorganizzazioni intervenute, a livello provinciale, in occasione
dell’accorpamento del laboratorio di analisi di Castelnuovo nè
Monti, nell’ambito del Dipartimento di Medicina di laboratorio.
L’incremento di fi gure amministrative è connesso in gran parte
al passaggio in tale ruolo di alcuni operatori tecnici, per i quali è
stata certifi cato la non idoneità allo svolgimento delle mansioni
del proprio profi lo, nonché all’assunzione di personale disabile
e/o appartenente alle categorie protette, in attuazione della legge
n. 68/1999 e delle convenzioni stipulate tra Azienda e Provincia di
Reggio Emilia.
4.1.1.b) Contenuti e modalità attuative dei Piani Pluriennali per
la trasformazione delle posizioni di lavoro da personale preca-
rio a tempo indeterminato
L’incremento delle consistenze organiche, registrato nel triennio
2006-2008, è connesso anche all’attuazione dei Piani Pluriennali
inerenti i processi di stabilizzazione a tempo indeterminato delle
posizioni di lavoro ricoperte con rapporti di lavoro fl essibili e alla
valorizzazione delle esperienze lavorative svolte da parte del per-
sonale precario in possesso dei requisiti (anzianità di servizio e/o
specifi ci) fi ssati con le Leggi Finanziarie 2007 e 2008 e riguardanti
l’intero quadriennio 2007-2010. Si riportano, in sintesi, i tratti sa-
lienti dei citati Piani Pluriennali per ciò che concerne i contenuti
e le modalità attuative concertate con le Organizzazioni Sindacali
della Dirigenza e del Comparto in ambito regionale ed aziendale.
4.1.1.c) Personale del comparto
Tenuto conto delle necessità organizzative aziendali ed analizzan-
do le posizioni di lavoro ricoperte da personale precario occupato
in attività istituzionali e continuative, che risultava in possesso
dell’anzianità di servizio richiesta nonché dei restanti requisiti
generali e/o specifi ci previsti dalle vigenti norme, è stato defi nito
il primo Piano triennale delle stabilizzazioni per l’ Azienda San-
ta Maria Nuova. Relativamente al periodo 2007-2009, sono state
defi nite le posizioni di lavoro da stabilizzare in ciascun anno del
triennio, distinte per categorie e profi li professionali, secondo i
criteri e vincoli contenuti nel Protocollo regionale del 4 maggio
2007, sottoscritto dall’Assessorato alle Politiche per la Salute
della Regione Emilia Romagna e le Organizzazioni Regionali CGIL
FP, CISL FPS, UIL FPL, secondo gli indirizzi regionali in materia
di governo delle risorse umane.
Si richiamano in proposito i seguenti Protocolli aziendali: i proto-
colli siglati con le Organizzazioni sindacali e RSU il 27 settembre
2007 fi nalizzati a defi nire le modalità operative per la graduale
attuazione, nel triennio 2007-2009, del Protocollo regionale sot-
toscritto in data 4 maggio 2007; l’informativa del 31 ottobre 2007,
attuativa del successivo protocollo regionale del 24 ottobre 2007.
Analogo procedimento è stato seguito al fi ne di dare attuazione
alle nuove norme contenute in materia nella Legge Finanziaria
2008 e nel Protocollo Regionale del 18 marzo 2008, con cui sono
state previste - tra l’altro - specifi che modalità di attivazione delle
procedure selettive, per titoli ed esami, da espletarsi al fi ne della
valorizzazione delle esperienze lavorative svolte dagli operatori
che risultano in possesso dei requisiti richiesti ma che non hanno
conseguito l’idoneità in concorsi pubblici. Vedasi a tal proposito
i protocolli attuattivi sottoscritti in data 24 giugno 2008, fi naliz-
zati alla stabilizzazione del lavoro precario e valorizzazione del-
le esperienze lavorative presso l’Arcispedale S. Maria Nuova nel
triennio 2008-2010.
> L’esito delle politiche aziendali di stabilizzazione del persona-
le del comparto
L’Azienda ha provveduto tempestivamente alla pubblicazione dei
bandi di avvio delle procedure di stabilizzazione, a domanda, in
data 28.11.2007 (in esecuzione della L.F. 2007) e in data 3.9.2008
(in esecuzione della L.F. 2008) al fi ne di acquisire e verifi care le
istanze degli operatori in possesso dei requisiti richiesti.
Tali protocolli sono stati attuati come da programmazione, quan-
tifi cando in 23 unità, a tutto il 31.12.2008, il personale a cui è stato
sottoscritto un contratto individuale a tempo indeterminato e con
contestuale chiusura dei contratti di lavoro fl essibile in essere.
Nel corso del 2009 e del 2010 si proseguirà, compatibilmente con
le norme in vigore, all’attuazione del processo di stabilizzazione
che interesserà, nell’ambito del comparto, ulteriori 16 operatori
in possesso dei requisiti richiesti.
4.1.1.d) Personale della dirigenza medica e sanitaria
L’avvio, a livello aziendale, degli incontri di concertazione per la
stabilizzazione del personale della Dirigenza Medica e Sanitaria,
in attuazione della Legge Finanziaria 2007 e dei Protocolli regio-
nali sottoscritti in data 30 luglio 2007, è avvenuto nei primi mesi
del 2008.
La conoscenza delle nuove norme contenute nella Legge Finan-
ziaria 2008 (cfr. a livello regionale il protocollo del 19.6.2008) ha
consentito di affrontare il processo di stabilizzazione della diri-
genza prendendo a riferimento, da subito, le posizioni lavora-
tive coperte da professionisti impiegati in attività istituzionali e
4.1 La “carta di identità” del personale
157
continuative, stabilizzabili nell’intero periodo 2007-2010 previo
espletamento degli specifi ci concorsi pubblici per titoli ed esami
(o mediante utilizzo delle vigenti graduatorie di concorso pubblico
in presenza di professionisti utilmente collocati nelle stesse). Per
quanto attiene all’aspetto economico, va precisato, tuttavia, che
negli stessi verbali di concertazione è stata evidenziata la neces-
sità di effettuare valutazioni annuali circa le compatibilità econo-
miche connesse alla realizzazione di detti piani, dovendo tenere
conto sia della programmazione nazionale che di quella regiona-
le nonché degli obiettivi di bilancio specifi ci riguardanti l’Azienda
Santa Maria Nuova. Al riguardo, si richiamano:
per la Dirigenza Medica lo specifi co verbale di concertazione in -data 27 marzo 2008 con cui sono state defi nite le procedure re-
alizzate e da realizzarsi nel periodo 2007/2010 che interessano
complessivamente 18 professionisti;
per la Dirigenza Sanitaria lo specifi co verbale di concertazione, -con data 14 aprile 2008, con cui sono state defi nite le procedure
da realizzarsi nel triennio 2008-2010 che interessano comples-
sivamente 13 professionisti.
> L’esito delle politiche aziendali di stabilizzazione del persona-
le della Dirigenza Medica e Sanitaria
Per entrambe le Aree dirigenziali, nel secondo semestre del 2008,
sono state tempestivamente attivate, ai sensi del DPR n. 483/1997,
le procedure concorsuali per titoli e prove d’esame, previste dai
protocolli sopra citati, realizzando quanto era stato pianifi cato,
anche dal punto di vista dei costi conseguenti all’instaurazione
dei contratti di lavoro a tempo indeterminato e alla soppressione
dei rapporti di lavoro fl essibili precedentemente in essere.
L’anno 2009 sarà pertanto caratterizzato dalla prosecuzione dei
processi di stabilizzazione del personale della Dirigenza Medica e
Sanitaria, compatibilmente con le norme in vigore e con le verifi -
che economiche di cui sopra.
4.1.2. PROFILO DEL PERSONALE
Il personale presente all’interno dell’azienda alla data del
31.12.2008, secondo i dati forniti dal Sistema Informativo Azien-
dale, ammonta a oltre 2.800 unità, in crescita del +3,5% rispetto
alla stessa data del 2007. In questo paragrafo dedicato alle carat-
teristiche del personale vengono analizzati nel dettaglio il tipo di
rapporto contrattuale, la suddivisione in categorie professionali,
il genere, l’età anagrafi ca, ecc., per fornire un quadro completo
delle persone che lavorano in Azienda.
4.1.2.a) Tipologia Contrattuale
L’analisi dei dati sulla tipologia contrattuale evidenzia che il per-
sonale dell’Azienda è costituito prevalentemente da dipendenti
del SSN con rapporto di lavoro regolato dai CCNL (95%) . Nell’an-
no 2008 il numero dei professionisti con contratti di lavoro fl essi-
bili, legati prevalentemente all’espletamento di progetti aziendali,
ha registrato un lieve incremento, inferiore comunque rispetto a
quello registrato sull’anno precedente.
4.1.2.b) Categorie del personale dipendente
In questo paragrafo viene rappresentato il personale dipendente
suddiviso per categoria professionale.
L’andamento delle dotazioni organiche all’interno dei vari profi li
professionali evidenzia un incremento che per il personale del-
la dirigenza medica e sanitaria risulta connesso con il comple-
tamento dell’attivazione di alcune funzioni come il Pronto Soc-
corso Pediatrico e l’ OBI, con l’accorpamento del laboratorio di
Castelnovo nè Monti al Dipartimento di Medicina di Laboratorio
dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova, nonchè per effetto
della stabilizzazione della posizione di lavoro in attuazione alle
norme contenute nelle L.F. 2007-2008 e relativi accordi regionali/
aziendali. Per quanto riguarda il Personale Infermieristico, Tec-
nico Sanitario e di supporto (OSS/OTA/Ausiliari Specializzati), si
evidenzia un incremento dovuto al completamento delle nuove
attività (P.S. Pediatrico e OBI) e al trasferimento del personale
sanitario del Laboratorio di Castelnovo nè Monti, nonchè al po-
tenziamento di alcuni servizio/U.O., per far fronte a criticità e rior-
ganizzazioni aziendali. Per tali fi gure, inoltre, risulta consistente
la necessità di sostituzione degli assenti a vario titolo (gravidanze,
malattie, aspettative) oltre alla sostituzione di operatori allonta-
nati per motivi di salute. L’incremento di alcune unità, nel perso-
nale amministrativo, è strettamente connesso all’attuazione dei
processi di stabilizzazione previsti dalla normativa e da accordi
aziendali.
Tabella 4.1.1 – personale presente al 31.12
per tipologia contrattuale
ANNO DIPENDENTI
ALTRO PERSONALE
( incarichi L.P. ,co.
co.co, con contratto
di formazione -
lavoro , borsisti)
2006 2573 92
2007 2641 122
2008 2731 131
Tabella 4.1.2 – personale per categoria professionale
ANNO 2006 2007 2008
DIRIGENTI MEDICI 398 406 415
ALTRI DIRIGENTI (SANITARI - A.P.T.) 59 60 66
PERSONALE INFERMIERISTICO 1089 1111 1149
PERSONALE OTA,OSS,AUSILIARI 302 331 348
PERSONALE TECNICO SANITARIO 288 300 304
PERSONALE AMMINISTRATIVO 206 217 229
ALTRO PERSONALE 231 216 220
TOTALE 2573 2641 2731
4.1
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158
4.1.2.c) ANAGRAFICA DEL PERSONALE
La prevalente presenza di personale femminile, in ambito azien-
dale, si conferma per il triennio considerato con una percentua-
le del 72% circa sul totale del personale dipendente. All’interno
delle varie categorie, il personale femminile presenta percentuali
diverse, raggiungendo valori molto elevati soprattutto nell’ambito
del personale del comparto ed in particolare nei profi li del perso-
nale infermieristico,di supporto ed amministrativo.
4.1.2.d) Tipologia del Contratto
I dati evidenziano la consistenza degli operatori a tempo parziale,
nelle dotazioni organiche dei vari profi li; per la Dirigenza, il fe-
nomeno rimane esiguo anche per effetto della diversa disciplina
contrattuale, che permette l’accesso al tempo ridotto, da parte
dei Dirigenti, solo in presenza di determinate condizioni e per pe-
riodi di tempo circoscritti (es. esigenza di assistenza ai fi gli minori
di otto anni o particolari necessità a livello familiare).
Si conferma, invece, costante l’aumento del numero di perso-
nale a tempo parziale, appartenente a fi gure professionali del
comparto ( da 271 del 2006 al 302 del 2008 prevalentemente di
sesso femminile ). Il numero complessivo di personale, a tempo
parziale, resta inferiore al 25% delle dotazioni organiche, che è
il tetto previsto dalla Legge 724/94 e il cui raggiungimento po-
trebbe mettere in diffi coltà l’attuale organizzazione delle attività e
dei servizi ospedalieri. Le motivazioni prevalenti, che spingono il
personale alla richiesta di riduzione dell’orario di lavoro, sono di
carattere familiare e strettamente correlate all’orario lavorativo
articolato sulle 24 ore.
Va segnalato che, per il comparto, la normativa legislativa vi-
gente ha subito importanti modifi cazioni a seguito dell’entrata
in vigore del D. L. 112/2008, convertito con modifi che in L. 133
del 6.8.2008, i cui effetti sulla realtà aziendale potranno valutar-
si a partire dal prossimo anno. Infatti, l’art.73, ha modifi cato la
previgente disciplina, abolendo l’automatismo nella concessione
del part-time (comunque subordinato ad un accordo sull’articola-
zione oraria) ed ha richiesto che la trasformazione del rapporto
di lavoro, venga ponderata dall’Amministrazione, di volta in volta,
contemperando il diritto al passaggio a part-time con le esigenze
di funzionalità del servizio.
Tabella 4.1.4 – personale per tipologia di contratto
Tempo a. 2006 a.2007 a.2008
DIR. MEDICI pieno 396 403 412
parziale 2 3 3
ALTRI DIRIGENTI pieno 59 60 66
parziale
PERS. INFERM.pieno 935 954 980
parziale 154 157 169
OTA, OSS, AUSIL.pieno 286 315 333
parziale 16 16 15
TECNICI SANIT.pieno 252 247 256
parziale 36 54 48
PERS. AMM.VO pieno 171 182 187
parziale 35 35 42
ALTRO PERS. pieno 203 194 195
parziale 28 22 25
TOTALE pieno 2302 2355 2429
parziale 271 287 302
Tabella 4.1.5 – dipendenti usciti nell’anno 2008
Dipendenti usciti a vario titolo nell’anno.
a.2008
PENSIONAMENTI 42
DIMISSIONI PREMATURE 96
TERMINE INCARICO 112
MOBILITA' VERSO ALTRE AZIENDE 35
TOTALE 285
Tabella 4.1.6 – nuovi ingressi 2008
TOTALE ASSUNTI DI CUI DA ALTRE AZIENDE
DEL SSR
398 13
Tabella 4.1.3 – anagrafi ca del personale
a. 2006 a.2007 a.2008
DIR. MEDICI M 253 253 256
F 145 153 159
ALTRI DIRIGENTI M 22 22 24
F 37 38 42
PERS. INFERM.M 205 196 210
F 884 915 939
OTA, OSS, AUSIL.M 56 59 57
F 246 272 291
TECNICI SANIT.M 50 64 70
F 238 236 234
PERS. AMM.VO M 26 28 29
F 180 189 200
ALTRO PERS. M 65 86 93
F 166 130 127
TOTALE M 677 708 739
F 1896 1933 1992
4.1.2.e) TURN OVER 2008
Il dato relativo ai pensionamenti risulta leggermente inferiore ri-
spetto a quello dell’anno scorso (42 contro 52). Risulta invece in
aumento il dato dei cessati per termine incarico rispetto a quello
dello scorso anno (112 contro 85) connesso ad un incremento del-
le assunzioni a tempo determinato di personale infermieristico e
di supporto disposte per la sostituzione di personale assente a
vario titolo e per la fruzione delle ferie estive del personale di ruo-
lo. Pressochè invariato il dato della mobilità verso altre Aziende
rispetto allo scorso anno (35 contro 36).
4.1.2.f) NUOVI INGRESSI 2008
La tabella comprende sia gli assunti a tempo indeterminato che
quelli a tempo determinato. Le procedure di reclutamento riguar-
dano prevalentemente l’espletamento di pubblici concorsi e il ri-
corso alle graduatorie vigenti presso il Centro per l’Impiego, ex
art. 16 L. n.56/97 e successive modifi che.
4.1.2.g) RIPARTIZIONE PER CLASSI DI ETA’
Dai dati riportati, si evince come, per l’intero triennio 2006-2008,
la fascia di età prevalente del personale risulti compresa tra i 35 e
44 anni, seguita dalla fascia dei 45-54 e da quella dei neo assunti
di età inferiore o pari a 35 anni. Nell’ambito della fascia di età
(55-64), la cui entità rappresenta circa il 50% rispetto a quella dei
neo assunti, si ritiene che il graduale incremento che si registra
nel 2008 rispetto al 2006 (+67 unità) sia attribuibile alla riforma
pensionistica intervenuta da alcuni anni.
159
Tabella 4.1.7 – Classi età personale dipendente
CLASSI DI ETA' <= 34 35-44 45-54 55-64 >=65 Totale
ANNI 2
00
6
20
07
20
08
20
06
20
07
20
08
20
06
20
07
20
08
20
06
20
07
20
08
20
06
20
07
20
08
20
06
20
07
20
08
DIRIGENTI
MEDICI 28 34 33 119 116 121 166 161 151 83 93 107 2 2 3 398 406 415
ALTRI DIRIGEN-
TI ( SANITARI -
A.P.T.)
4 5 8 19 17 18 23 19 18 13 19 21 1 59 60 66
PERSONALE
INFERMIERI-
STICO
374 368 377 470 478 483 213 227 244 32 38 46 1 1 1089 1111 1150
PERSONALE
OTA,OSS,
AUSILIARI
45 84 78 126 121 128 113 112 125 18 14 18 302 331 349
PERSONALE
TECNICO SANI-
TARIO
29 45 45 136 130 110 93 95 115 30 30 31 1 1 288 300 302
PERSONALE
AMMINISTRA-
TIVO
16 24 26 99 93 93 62 73 84 29 27 26 1 206 217 229
ALTRO PERSO-
NALE 22 16 13 94 89 73 91 89 89 24 22 45 231 216 220
TOTALE 518 576 580 1063 1044 1026 761 776 826 229 243 294 3 4 5 2573 2641 2371
4.1
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160
4.2.1 COLLEGIO DI DIREZIONE
La Legge Regionale n.29 del 28 dicembre 2004, legge di riforma
del Sistema Sanitario Regionale, com’è noto ha elevato il Collegio
di Direzione al rango di organo delle aziende sanitarie pubbliche
che si affi anca così ai due preesistenti organi: il Direttore genera-
le ed il Collegio dei Sindaci Revisori.
L’obiettivo dichiarato nel complessivo percorso di reingegneriz-
zazione della nostra organizzazione che si concluso con l’appro-
vazione del nuovo atto aziendale nel marzo 2007 è stato quello
di cercare di valorizzare sempre di più il contributo di tutti gli
operatori nel governo dell’Azienda, in piena sintonia con la rifor-
ma regionale.
Il Collegio di Direzione, presieduto dal Direttore Sanitario, si pre-
senta oggi in una nuova confi gurazione istituzionale e vanta una
partecipazione numericamente ampia , con caratteristiche di in-
terdisciplinarietà, corrispondendo così alle nuove e cruciali fun-
zioni che la riforma regionale gli ha attribuito
Spicca, in particolare, la facoltà di formulare proposte su:
programmazione delle attività clinico assistenziali•gestione del rischio clinico •attività di formazione•
Alle sedute del Collegio di Direzione, oltre al Direttore Sanita-
rio, Direttore Amministrativo, Direttore Operativo, Responsabi-
le della Direzione Infermieristica, Tecnica e Ostetrica, Direttori
dei dipartimenti, sono presenti i Responsabili Infermieristici
Dipartimentali, i Coordinatori di Area Amministrativa, Tecnica–
Logistica-Sicurezza e Tecnologie Scientifi che ed Innovazione,
nonché il Responsabile del Servizio Formazione, Innovazione Cli-
nica e Biblioteca; rendendo estremamente concreto il contributo
di diverse categorie professionali al governo aziendale. L’ampia
partecipazione è il segnale tangibile di quello che concretamente
signifi ca per la direzione aziendale, coinvolgimento, trasparenza
nelle decisioni, verifi ca costante dei programmi e delle proposte,
non solo all’interno ma anche all’esterno, con i più importan-
ti interlocutori istituzionali, fra i quali l’Azienda Sanitaria Locale
– principale committente -, la Conferenza Territoriale Sociale e
Sanitaria – sede di confronto tra Aziende Sanitarie ed Enti Locali,
il Comitato Consultivo Misto – organismo di rappresentanza del
volontariato accreditato.
Condividere l’evoluzione dei progetti aziendali e le innovazioni che
vengono introdotte è l’obiettivo prioritario utile a garantire l’evo-
luzione costante delle risposte diagnostico assistenziali.
I temi che sono stati affrontati dal Collegio di Direzione nell’anno
sottoposto a bilancio, interessano molteplici aspetti sia contin-
genti che strategico/ progettuali, riorganizzativi , economico-fi -
nanziari nonché tecnologico-strutturali.
Le tematiche trattate riguardano i sottoelencati argomenti :
concertazione regionale e contratto di fornitura con l’Azienda •Usl,
modifica dell’Atto Aziendale e nuova stesura, •andamento della produzione e dei costi di beni sanitari,•confronto costante sul percorso che ci vede impegnati per il •costituendo IRCCS e per le linee di ricerca correlate,
programmazione di attività clinico-assistenziali (ad esempio •Breast Unit),
programmi di gestione del rischio clinico,•tematiche relative al tecnology assesstment,•tematiche relative alla formazione dei professionisti,•progetti di massima ed esecutivi dell’evoluzione strutturale •
ed architettonica dell’ospedale ..ecc..ecc.
sono stati inseriti all’ordine del giorno anche molte altre te-•matiche, ritenute importanti, proposte dai componenti del
Collegio di Direzione.
4.2.2 LE RETI AZIENDALI DI PROFESSIONISTI
L’Atto Aziendale deliberato nel marzo 2007 ha ridisegnato l’orga-
nigramma dell’Azienda con la creazione di 9 Dipartimenti Clini-
ci e 3 Aree Tecnico Amministrative, che trovano la loro sede per
l’aggregazione strategica ed operativa nelle funzioni del Collegio
di Direzione, organo dell’azienda istituito per l’attualizzazione
del governo clinico. Una ulteriore modifi ca dell’organigramma,
funzionale alla candidatura della Azienda ad IRCCS, ha portato
il numero dei dipartimenti a dieci. Il nuovo Atto Aziendale è stato
approvato con delibera n.86 del 18.12.2008.
Le attività del governo clinico, in particolare la gestione della qua-
lità dei servizi offerti ai pazienti, la pianifi cazione della formazione
degli operatori aziendale, la comunicazione intra ed extrazienda-
le e, non ultima, la gestione delle attività di innovazione e ricerca,
si fondano su RETI DI PROFESSIONISTI trasversali a tutto l’orga-
nigramma aziendale ed alle funzioni.
Le RETI dei PROFESSIONISTI sono quattro:
> Rete per la qualita’ e l’accreditamento e Rete della formazione
Queste due reti risultano capillari perché hanno fondamento nelle
norme di legge che sostengono l’accreditamento delle strutture
sanitarie (L.R.34/98 e 327/04) e la pianifi cazione della formazio-
ne aziendale (D.M 11/2001,accordo stato regioni 1 agosto 2007);
secondo quanto richiesto con la normativa, queste reti sono state
realizzate identifi cando un medico-chirurgo, un infermiere, un
ostetrico o un tecnico di radiologia per ogni struttura complessa
o semplice, incaricato di organizzare le attività riportadole ai re-
ferenti dipartimentali o di area, fi no ad arrivare a quelli aziendali.
I responsabili dell’Uffi cio Qualità ed Accreditamento hanno so-
stenuto tutto il programma di accreditamento istituzionale delle
strutture sanitarie dell’azienda, che ha visto il suo completamen-
to nel corso del 2008. Tutta le rete dei referenti di struttura e di
dipartimento dispongono di un repository unico dei “saperi orga-
nizzativi” nel server e quindi nel SITO della INTRANET aziendale.
Oltre all’accreditamento la rete della qualità ha provveduto a re-
alizzare indagini di soddisfazione dei pazienti sui servizi sanitari
ed alberghieri offerti.
La seconda rete è rappresentata da tutti i referenti di struttura,
di dipartimento e di aree per la Formazione Aziendale; facendo
seguito alla ricognizione dei bisogni formativi espressi dai dipen-
denti, con questionario ad hoc, è stato possibile identifi care le li-
nee di indirizzo per la programmazione della formazione dell’an-
no 2008 e la progettazione degli eventi formativi, con l’adozione
di modalità legate a modelli pedagogici innovativi per realizzare
la migliore offerta formativa possibile. La rete della formazione,
in tutta la sua articolazione, trova evidenza delle attività nel SITO
della INTRASNET Aziendale ed i risultati dell’attività propria sono
riportati nel punto 4.6 di questo bilancio.
> Rete della comunicazione aziendale: ogni struttura dipartimen-
tale ha un referente per la comunicazione che condivide, con lo
staff, i materiali informativi per pazienti e le notizie da diffondere,
a tutti i professionisti ed operatori, attraverso il sito INTRANET,
il periodico bimestrale” NOTIZIE-ASMN” ed il sito WEB http://
4.2 Partecipazione dei professionisti all’individuazione delle strategie aziendali e alla gestione operativa
161
www.asmn.re.it. La rete, dei referenti della comunicazione, ha un
punto di coordinamento ed elaborazione grafi ca editoriale indivi-
duabile nell’Uffi cio Comunicazione Aziendale, che cura tra l’altro
l’archiviazione di tutti i contenuti informativi prodotti.
> Rete è quella dell’Osservatorio per la ricerca ed Innovazione
Aziendale (O.R.I.A.): l’estensione della rete è a livello dipartimen-
tale, di area e di coordinamento degli uffi ci/infrastrutture a sup-
porto della ricerca che inviano un loro rappresentante (uffi cio epi-
demiologia e statistica, Comitato Etico, qualità e accreditamento,
sistemi bibliotecari e documentali, unita dell’evidenza clinica, evi-
dence based medicine, direzione operativa, PRIER-programma
ricerca innovazione regionale, gestione economica della ricerca).
La rete/Osservatorio per la Ricerca effettua ricognizioni periodi-
che sulle attività di ricerca in essere nei vari dipartimenti e cura la
raccolta degli output della ricerca (pubblicazioni, comunicazioni,
linee guida, protocolli); essa trova il suo punto di comunicazione
nel sito aziendale della Biblioteca Medica http://www.biblioteca.
asmn.re.it . Nel sito, oltre a tutti i saperi scientifi ci, trovano evi-
denza anche alcuni progetti di comunicazione strutturata per pa-
zienti e familiari e di ricerca organizzativa delle aziende sanitarie.
I dati relativi alle attività della Biblioteca medica a supporto della
ricerca ed innovazione sono evidenziati nel capitolo 6 di questo
bilancio.
Alle reti di professionisti a supporto delle funzioni organizzative
trasversali si aggiungono altre due tipologie di sistemi in rete:
la prima è quella della rete dei percorsi clinici assistenziali, •strutturati in veri è propri audit o in gruppi di discussione di
casi clinici tra pari;
la seconda è quella di tutti i professionisti impegnati nelle at-•tività tutoriale di supporto alla didattica di cui si è riferito nel
capitolo 2.4, che riporta le relazioni con le Facoltà Universi-
tarie.
Le attività specifi che di ogni ambito di rete si interconnettono con
le altre, creando un sistema di reti integrate sempre più interat-
tive, favorite dalla disponibilità delle infrastrutture informatiche
di deposito, archiviazione, pubblicizzazione degli eventi comuni.
Dallo scorso anno è attiva la funzione di discussione e condivisio-
ne, in rete riservata, di specifi ci progetti di interesse organizzati-
vo, formativo e soprattutto clinico.
Le reti aziendali dei professionisti sono l’infrastruttura di suppor-
to ai fl ussi di valori ed energie dell’organizzazione, indispensabili
per il mantenimento e lo sviluppo dei servizi sanitari integrati,
centrati sui percorsi di cura .
4.2.3 COMMISSIONI AZIENDALI PARITETICHE
In ottemperanza ai CCNL e nello spirito di una partecipazione at-
tiva e consapevole dei dipendenti alle attività aziendali, sono atti-
ve le seguenti commissioni:
4.2.3.a) Commissione per la Libera Professione
Dal 2002 è stata istituita la Commissione per la Libera Profes-
sione che, pur essendo prevista contrattualmente solo per la Di-
rigenza Sanitaria (medica e non medica), è stata allargata anche
alla partecipazione di rappresentanti delle OO.SS del comparto,
in virtù del supporto che tale personale fornisce allo svolgimento
dell’attività libero-professionale. Alla commissione sono state at-
tribuite funzioni propositive in tema di sviluppo e verifi ca dell’atti-
vità libero professionale.
I principali obiettivi del 2008 sono stati:
la regolamentazione dell’attività “aggiuntiva” in un accordo •quadro e le funzioni della Commissione LP
elaborazione di una reportistica periodica a disposizione di •tutti i componenti sull’andamento dell’attività
l’aggiornamento del regolamento aziendale sulla libera pro-•fessione
l’aggiornamento della pagina WEB sulla Libera Professione• Per quanto riguarda il primo punto, nell’ambito della Com-•
missione LP è stato ratificato l’accordo quadro sulle “presta-
zioni aggiuntive” (Libera Professione per conto dell’azien-
da), oltre che sulle funzioni della Commissione stessa. Per
il secondo punto, da settembre 2008, ogni componente del-
la commissione può accedere al “repository del controllo di
gestione” per consultare i reports dell’attività LP aggiornati
trimestralmente. Per il terzo punto, si è giunti alla definizio-
ne dell’indice del nuovo regolamento i cui contenuti saran-
no completati nell’anno 2009 e, infine, per quanto riguarda il
quarto punto, è stata predisposta la pagina web della LP su
internet in cui sono visibili i tarifarri individuali e di equipe di
tutte le strutture e tutti i professionisti.
E’ stata inoltre proposta, ai professionisti aziendali, una assicura-
zione sugli infortuni ed in itinere per tutte le attività di consulenza
ed LP, non coperte dall’INAIL
4.2.3.b) Comitati per le Pari Opportunità per l’area della Diri-
genza e del Comparto
Nell’ambito delle forme di partecipazione del personale alle at-
tività dell’azienda e sulla base delle vigenti norme legislative e
contrattuali (cfr. D. Lgs. 11 aprile 2006 n. 198 e successive mo-
difi che e integrazioni nonché art. 7 CCNL 7 aprile 1999 e artt. 8
dei CCNL 8 giugno 2000) sono stati costituiti, rispettivamente, per
l’Area Comparto (atto n. 1018/2006) e per l’Area della Dirigenza
Medica, Sanitaria, Professionale, Tecnica e Amministrativa (atto
n. 387/2006) due specifi ci Comitati Paritetici per la salvaguardia
dell’integrazione del principio delle Pari Opportunità nella gestio-
ne delle risorse umane dell’Azienda e per l’esercizio del diritto
di trattamento paritario tra uomini e donne. In particolare, per
quanto concerne le Aree della Dirigenza, il Comitato si è riuni-
to diverse volte, nel corso del 2008, al fi ne di proseguire l’analisi
della situazione sociale/occupazionale esistente a livello azien-
dale, con individuazione delle problematiche connesse quali, ad
esempio, le diffi coltà incontrate dal personale (prevalentemente
di sesso femminile) nel conciliare i tempi di vita e di lavoro in ra-
gione dell’apertura delle strutture sulle 24 ore e la conseguen-
te impossibilità di fruizione dei servizi pubblici per la turnistica
ospedaliera. Si è poi trattato dei problemi che si presentano nelle
Unità Operative al momento dell’allontanamento degli operato-
ri dal servizio per gravidanza e puerperio; allontanamento a cui
non sempre può seguire in tempi ravvicinati l’inserimento di un
professionista esperto con conseguenti diffi coltà sull’organizza-
zione del lavoro e sul restante personale. E’ stato valutato anche
il punto di vista del professionista/donna che viene allontanato
dal proprio posto di lavoro non appena vi è l’accertamento dello
stato di gravidanza; ne è emersa, in alcuni casi, la volontà/deside-
rio di posticipare il distacco dal lavoro specifi co al fi ne di portare
avanti eventuali progetti o attività in corso d’opera mantenendo
un contatto con la struttura ospedaliera a vantaggio della propria
crescita professionale. Su questo punto in particolare sono allo
studio del Comitato varie ipotesi di inserimento a tempo pieno o
parziale di eventuali professionisti interessati, che verranno me-
glio analizzate nel corso del 2009, previo confronto con le altre
Aziende Sanitarie/Ospedaliere. Buona è stata la partecipazione
ai lavori dei componenti il Comitato; ne sono emerse idee per
l’attuazione di progetti ad ampio respiro, miranti all’adozione di
Azioni positive, da attuare in collaborazione con le Consigliere
Provinciali alle Pari Opportunità.
4.2.3.c) Commissioni Paritetiche per prevenire il fenomeno del
Mobbing
Consolidata è l’attività dei due Comitati paritetici, presenti in
azienda, per monitorare e prevenire il fenomeno del Mobbing:
uno per il personale della Dirigenza (CCNL 2005) ed uno per il
personale del comparto (CCNL 2004). I due comitati hanno allo
studio l’adozione di un Codice di Condotta contro le vessazioni
morali (mobbing) a tutela delle persone che lavorano nell’am-
ministrazione, richiamandosi alla Raccomandazione 92/131/
CEE sulla tutela della dignità delle donne e degli uomini sul po-
4.2
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162
sto di lavoro ed alla Risoluzione del Parlamento Europeo, n. A5-
0283/2001 (2001/2339-INI) di pari oggetto. Il Codice di Condotta
si prefi gge di agire, sia in via preventiva (stimolando l’adozione di
regole di comportamento e prassi dirette a creare e mantenere
un ambiente di lavoro in cui uomini e donne rispettino la dignità
di ciascuno/a), sia successivamente, qualora si dovessero verifi -
care casi di molestia morale - mobbing, garantendo la tempesti-
va identifi cazione di soluzioni adeguate, sempre nel rispetto del
diritto alla riservatezza non solo nei confronti di chi ha subito il
comportamento molesto, ma anche di chi lo ha posto in essere.
4.2.3.d) Commissione per lo studio della razionalizzazione dei
punti di guardia in ambito ospedaliero
A seguito di valutazioni congiunte da parte della Direzione Azien-
dale e delle Organizzazioni Sindacali della Dirigenza Medica e Sa-
nitaria, si è valutata l’opportunità di costituire, nel corso del 2008,
una specifi ca Commissione aziendale (di cui hanno fatto parte
dirigenti-esperti nominati sia dalla direzione che dalle varie sigle
sindacali) con il compito di studiare la possibilità di razionalizzare
i punti di guardia attivi nelle Unità Operative/Servizi, anche alla
luce delle riorganizzazioni di funzioni sanitarie ed attività inter-
venute negli ultimi anni per effetto dei trasferimenti effettuati nei
locali dell’ampliamento ospedaliero. I lavori della Commissione
si sono svolti nel corso del 2008 e le relative risultanze saranno
poste all’attenzione della Direzione Aziendale e delle OOSS per le
valutazioni conseguenti nel rispetto delle vigenti norme di legge
e contrattuali.
I dati emersi dallo studio, di cui sopra, hanno rappresentato un
importante elemento di valutazione per le delegazioni trattanti
anche in occasione delle verifi che effettuate sulle consistenze or-
ganiche delle varie UO/Servizi ospedalieri, al fi ne della stesura e
sottoscrizione dei Protocolli operativi aziendali di stabilizzazione
delle posizioni di lavoro precarie e valorizzazione delle esperienze
lavorative presso l’Azienda Santa Maria Nuova, in attuazione ai
relativi Protocolli Regionali per le assunzioni/stabilizzazioni del
quadriennio 2007-2010.
4.2.3.e) Gruppo Tecnico volto alla verifi ca degli organici di base
e integrativi del personale di supporto
A seguito dell’accordo sindacale sottoscritto con le OOSS e RSU
del comparto in data 26 maggio 2008, al termine di una lunga
vertenza riguardante la carenza di personale di supporto (OSS/
OTA/Ausiliari specializzati), è stato costituito un Gruppo tecnico
cui è stato affi dato il compito di verifi care, nei vari Dipartimen-
ti/Unità Operative aziendali, la dotazione degli organici di base e
integrativo del personale di supporto, anche in ragione delle mo-
difi che organizzative intervenute negli ultimi anni. Dai lavori del
Gruppo tecnico, che si sono conclusi nel mese di dicembre 2008,
è stato redatto un verbale contenente un’analisi dettagliata del-
la situazione aziendale che verrà valutato nelle sedi istituzionali
competenti.
4.2.4 IL PROCESSO DI BUDGET
Il processo di budget dell’azienda S.M.Nuova, iniziato in via spe-
rimentale nel 1992 per poi consolidarsi negli anni, conduce alla
negoziazione di obiettivi complessivi di Dipartimento, al rafforza-
mento del ruolo del Direttore di Dipartimento nella fase decisio-
nale di programmazione degli obiettivi delle singole unità opera-
tive e responsabilizza il Dipartimento verso output comuni deli-
neando, con ciò, un cammino culturale e gestionale pienamente
conforme alle responsabilità che la riforma sanitaria attribuisce
ai Dipartimenti.
La negoziazione di budget 2008/2009 ed il successivo incontro di
verifi ca con tutti i dipartimenti, ha permesso di dare continuità
ad un percorso di pianifi cazione e verifi ca dei risultati che , come
prassi degli ultimi anni, si articola e si completa in un biennio.
La negoziazione di budget ha seguito anche nel 2008 il seguente
percorso, ormai formalizzato:
Trasmissione della scheda di budget ai Direttori di Dipartimento
e ai Responsabili infermieristici e Tecnici Dipartimentali con il
successivo coinvolgimento dei Direttori di Struttura e dei Coordi-
natori Infermieristici e Tecnici
Negoziazione intradipartimentale degli obiettivi di ogni singo-•la struttura e formulazione di una proposta di budget dipar-
timentale
Negoziazione degli obiettivi/risorse con la Direazione Azien-•dale
Formalizzazione degli accordi raggiunti•Verifica a medio periodo del grado di raggiungimento degli •obiettivi assegnati
In particolare si segnala che la fase di negoziazione è effettuata
dal Comitato di Negoziazione Aziendale (Direzione Medica di Pre-
sidio, Controllo di Gestione , Servizio Assistenza Infermieristica e
Tecnica) con il Direttore di Dipartimento ed il RID, alla presenza
dei Direttori e Caposala/Capotecnici delle strutture interessate ed
eventualmente con il coinvolgimento dei Responsabili di struttura
semplice che il Dipartimento ritiene opportuno invitare. La nego-
ziazione fi nale tra Direzione Dipartimentale e Direzione Aziendale
è prevista nel caso in cui permangano dei punti critici irrisolti.
163
4.3 Gestione del rischio e sicurezza
4.3.1. OBIETTIVI DI SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI
I principali obiettivi per il Datore di Lavoro in tema di salute e si-
curezza dei lavoratori sono stati perseguiti nel 2008 in adempi-
mento agli obblighi sanciti dal testo di legge D.Lgs.626/94, ora
abrogato a favore del più esplicito D.Lgs.81 del 30 aprile 2008, e
sono così sintetizzabili: assenza di sanzioni comminate a seguito
di ispezioni degli organi di vigilanza, aggiornamento del docu-
mento di valutazione dei rischi, ottenimento di riduzione del tasso
medio di tariffa INAIL per esercizio 2008.
Ad INAIL sono state dichiarate ed evidenziate le seguenti azioni:
operatori sanitari periodicamente addestrati a intervenire in ogni
situazione di pronto soccorso e di emergenze incendio; controllo
e indagine infortuni; attività documentata del Medico Competente
rivolta agli ambienti di lavoro, alla cartella sanitaria del lavorato-
re, ai dati epidemiologici del territorio; defi nizione di un piano di
formazione/informazione obbligatoria per i dipendenti; attivazio-
ne di misure di contenimento particolare del rischio chimico.
Il Servizio di Prevenzione e Protezione ha ottenuto a fi ne eserci-
zio un assetto di Struttura Semplice inserita nell’ Area tecnica-
logistica-sicurezza ed integrata nel Programma interaziendale
tra azienda ospedaliera e unità sanitaria locale.
> Sistema Aziendale di Gestione della Sicurezza
E’ impostato un progetto di sviluppo del servizio in ordine a ga-
rantire un Sistema aziendale di Gestione Sicurezza del Lavoro
(British Standard OHSAS 18001:2007): tale sistema permettereb-
be una effi cace dimostrazione di responsabilità distribuite, anche
in caso di procedimento giudiziario, e una ulteriore riduzione dei
costi INAIL .
Ogni appalto per forniture, lavori o servizi in area ospedaliera è
stato valutato con il documento che allegato al contratto individua
i rischi da interferenze, a responsabilità del committente ASMN;
procedura opportuna è stata condivisa con tutti i Servizi aziendali
gestori di appalti, al fi ne di coordinare in campo l’organizzazione e
il controllo della sicurezza dei lavori, estesa dai cantieri all’acces-
so di ogni diverso appaltatore. I piani di sicurezza e coordinamen-
to dei cantieri edili sono stati normalmente affi dati a Coordinatori
esterni, ma le ristrutturazioni sono valutate anche da SPP per le
interfaccia con le attività contigue.
In tema di Prevenzione incendi, evacuazione, pronto soccorso,
d’accordo con il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco: è sta-
to approvato il piano di adeguamento esecutivo del padiglione
Spallanzani, con destinazione prevalente ad uso uffi ci anziché di
degenza;è stata presentata una relazione di aggiornamento per
i progetti in corso d’opera di tutti i vecchi edifi ci ospedalieri, con
particolare rilievo per il progetto del Centro di Gestione Emergen-
ze, presidio continuativo che consentirà sinergie con la vigilan-
za anti-intrusione e gestione di tutti gli allarmi tecnologici; si è
convenuta la massima collaborazione per la gestione degli eventi
di emergenza, ventilando l’ipotesi di convenzioni per l’assisten-
za di personale VF, in particolare per atterraggio e decollo sicuri
dell’elisoccorso.
> Sorveglianza Sanitaria
La Sorveglianza sanitaria ha contemplato, oltre alle visite preven-
tive e periodiche con il Medico Competente aziendale, l’aggiorna-
mento del protocollo sanitario, la collaborazione a valutazione del
rischio da agenti biologici, da movimentazione manuale pazienti
e in ultimo dello Stress lavoro correlato; è stata commissiona-
ta l’informatizzazione della cartella di sorveglianza sanitaria con
software unico per azienda ospedaliera e AUSL.
Le limitazioni d’idoneità sono state sancite da verifi ca congiunta
tecnico-sanitaria, dei compiti professionali e dell’ambiente di la-
voro, con gli esiti che si evincono dalla tabella 4.3.1.
Tabella 4.3.1 Esiti verifi ca su limitazioni di idoneità
2008
TOTALE operatori visitati1491
IDONEI 1317
IDONEI CON PRESCRIZIONI 150
NON IDONEI 11
TEMPORANEAMENTE NON IDONEI 11
IDONEI CON LIMITAZIONI 2
Le denunce di malattia professionale sono state 8.
Gli incontri con Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza
sono stati regolari, e più frequenti perché gli RLS designati sono
cresciuti da tre a cinque. Consultazioni avvenute in merito all’im-
patto diretto dei lavori sull’attività sanitaria o sui servizi, per infor-
mare sui problemi di avanzamento cantiere, per illustrare l’anda-
mento infortuni, per divulgare le valutazioni da rischi, particolar-
mente da movimentazione manuale. Al di là delle rappresentan-
ze, il Servizio di Prevenzione e Protezione ha costituito sportello
sempre aperto alle esigenze di tutti i lavoratori affi nché le misure
di miglioramento siano rilevate, concordate nei limiti di fattibilità
tecnico-economica, attuate nei tempi più brevi possibili secondo
scala di gravità del rischio da infortunio o da esposizione.
> Piano di Informazione e formazione
Il Piano di informazione e formazione 2008 ha previsto:
- Nuova edizione opuscolo PRIMA INFORMAZIONE SICUREZZA.
- Inserimento neo assunti 4 ore per 52 operatori sanitari, 12
operatori amministrativi.
- Procedure operative del piano di emergenza ed evacuazione 3
ore 129 operatori.
- Tutela da rischio biologico 12 operatori servizio trasporti ordinari.
- Gestione di modalità prelievo ematico sottovuoto : Geriatria 8
unità, 3 unità del Centro prelievi
- Tutela da movimentazione manuale dei carichi in cardiologia e
chirurgia 2 : 6 ore distinte in 3 di teoria e 3 di pratica per 54
operatori .
- Tutela da rischio biologico Dipartimento Chirurgico 2 ore 14
operatori.
- Incaricati di Pronto Soccorso Aziendale BLS Retraining 4 ore
per 31 operatori .
- Corso per carrellisti addetti cucina, n° 4.
- Corso per sicurezza delle attrezzature, operatori di cucina n° 30.
- Preparazione insieme ad Università di Modena e Reggio del
corso di formazione a distanza per Dirigenti e Preposti, unifi ca-
to per azienda ospedaliera e AUSL.
> Statistiche degli infortuni e delle malattie professionali
Sono stati realizzati gli aggiornamenti semestrali di statistiche,
che richiamano nuova attenzione da portare alle motivazioni di
crescenti denunce di eventi.
E’ stato possibile confrontarsi con tutte le realtà ospedaliere co-
ordinate da RER, con l’impegno ad elaborare coerentemente e
mantenere osservazione sulle cause e sulle misure di conteni-
mento infortunistico.
164
Si è proceduto nelle indagini puntuali sulle circostanze di ogni in-
fortunio non appena accaduto, per documentare la dinamica e coin-
volgere i preposti ai fi ni del controllo sulle condizioni oggettive di
sicurezza; tali informazioni sono risultate essenziali per contribuire
alla difesa dell’azienda in alcuni procedimenti giudiziari.
> Requisiti di igiene e sicurezza
I requisiti di igiene e sicurezza dei luoghi di lavoro sono stati ve-
rifi cati in ambito di Area tecnico-logistico-sicurezza, nuova orga-
nizzazione defi nita nell’Atto aziendale, in diverse fasi: in fase pro-
gettuale esecutiva per la valutazione dei rischi presentata alla Vi-
gilanza AUSL, per la prevenzione incendi con i Vigili del Fuoco, per
lay-out funzionali e arredi idonei valutati con Dirigenti e Preposti;
durante i lavori con adeguata segnalazione di percorsi e rischi; in
avviamento con il controllo delle istruzioni esaurienti per gli ope-
ratori. Tutte le grandi opere e ristrutturazioni come l’ampliamento
di ALA NORD, le nuove destinazioni d’uso attivate con progetto di
riutilizzo del padiglione Spallanzani, sono state seguite anche dal
servizio di Prevenzione e Protezione. E’ stato defi nito un piano di
accessibilità alle persone diversamente abili, per accogliere molti
nuovi utenti esterni. Un progetto di area coordinato da RSPP, ha
riunito le esigenze tecniche, alberghiere, di sicurezza del lavoro,
nell’organizzazione di un servizio di manutenzione per migliorare
il comfort degli utenti e degli operatori aziendali all’interno degli
spazi comuni, con la procedura necessaria.
Nell’area esterna ospedaliera sono state molteplici le azioni del
Mobility Manager, in particolare:
- il regolamento di accesso, viabilità e sosta di veicoli dei dipen-
denti e degli utenti
- l’accordo di programma per la riqualifi cazione e la riorganizza-
zione del traffi co, approvato dal Comune.
> Movimentazione manuale pazienti
La movimentazione manuale dei pazienti è stata oggetto di ag-
giornamento degli indicatori, in accordo con la Direzione Infer-
mieristica, vista la riduzione essenziale del rischio per l’intro-
duzione di ausili in ogni unità operativa. E’ stata aggiudicata la
gara di appalto per la sostituzione dei residui letti a due ruote con
letti elevabili, privilegiando l’acquisto di letti elettrici. Sono stati
introdotti i sollevapazienti del tipo attivo. Il progetto regio-
nale Ortogeriatrico ha agevolato l’orientamento ad una assisten-
za ergonomica, con la prospettiva di realizzare sollevapazienti a
soffi tto, prima in Geriatria poi nelle costruende nuove degenze.
Procedure aggiornate per operazioni di Cucina, hanno consentito
la divisione di compiti con minimo rischio per sollevamento/spo-
stamento di attrezzature e derrate alimentari.
> Tutela da rischio biologico
La tutela da rischio biologico è stata costantemente curata con
la formazione di base del personale sanitario e con la diffusione
dell’uso dei DPI, come guanti, occhiali, facciali fi ltranti, con la di-
vulgazione costante di documenti informativi via Intranet.
Realizzato da SPP e MC, un documento di aggiornamento com-
pleto della Valutazione del rischio di infezioni a trasmissione
ematica, presentato alla Direzione Sanitaria e a RLS. E’ stato
acquisito il sistema di prelievo ematico sottovuoto, che riduce il
rischio di esposizione evitando qualsiasi contatto con il materia-
le biologico (sangue) sia al momento del prelievo che durante il
trattamento. La collaborazione di SPP al Comitato Infezioni Ospe-
daliere ha contemplato la revisione di alcune procedure, come il
Prelievo e Trasporto di materiali organici, oltre a collaborazione
per la bonifi ca da inquinamento delle acque da Legionella.
> Le radiazioni
Le radiazioni ionizzanti e non ionizzanti sono state controllate con
regolarità in macchine e materiali dal servizio di Fisica Sanitaria,
in adempimento alle leggi specifi che sulla radioprotezione, e co-
municate a SPP. Specifi ca attenzione è stata posta nell’attivazione
di nuovi locali bunker, che ospitano la tecnologia Tomoterapy, per
la collocazione e la protezione delle macchine, insieme alla for-
mazione degli operatori.
> Il rumore
Il rumore esterno è stato valutato come clima acustico, perciò
é stata discussa in Comune la proposta di barriere al rumore
presso il reparto Malattie infettive, in ambito del progetto di ri-
qualifi cazione viario a protezione dall’impatto del traffi co.
Valutato con i progettisti e ARPA l’impatto acustico di costruenda
elisuperfi cie, in elevazione sopra copertura dell’ampliamento di
ALA SUD.
> Protezione da Agenti cancerogeni mutageni
Per la protezione da Agenti cancerogeni mutageni, è stato realiz-
zato il progetto di un laboratorio centralizzato di preparazione di
farmaci antiblastici, con vantaggio per gli spazi d’accoglienza agli
utenti di chemioterapie del Day Hospital oncologico; le condizioni
di sicurezza sono oggetto di costante attenzione e di confronto tra
operatori e tecnici.
> Protezione da Agenti chimici
La protezione da Agenti chimici, ha contemplato l’introduzione
progressiva dei contenitori pre-riempiti, previo appalto di fornitu-
ra approvato da Farmacie, in riduzione delle esalazioni dovute ai
versamenti da grossi contenitori di formalina.
SPP è stato chiamato in sede di gara ad esprimere parere tecnico
sui prodotti chimici che vengono acquistati, particolarmente per i
processi di sterilizzazione a ogni livello, fi no a semplici attrezza-
ture come le fotocopiatrici.
Il monitoraggio in continuo dei gas anestetici nelle nuove sale
operatorie è stato superato a vantaggio di un impianto, collaudato
per intervenire sulla captazione delle possibili concentrazioni di
inquinamento, tramite prese di aspirazione ad alta portata.
Tabella 4.3.2 - trend annuale incidenti a rischio biologico
2003 2004 2005 2006 2007 2008
Incidenti
a rischio
biologico
118 136 124 114 95 98
Grafi co 4.3.2
Grafi co 4.3.1
165
4.4.1. LE PROFESSIONI SANITARIE
Il processo di ridefi nizione dei ruoli professionali parte da alcuni pre-
supposti che si ritiene doveroso esplicitare per poter concretizzare la
valenza innovatrice relativa agli specifi ci ruoli interessati:
Indicazioni dell’atto aziendale: la Direzione Infermieristi-•ca, Tecnica ed Ostetrica assicura il governo dell’assistenza
all’interno dell’azienda perseguendone la qualità e l’efficien-
za nell’ambito dei programmi di prevenzione, cura e riabili-
tazione; predispone in sinergia e collaborazione con le altre
strutture Aziendali, modelli organizzativi che consentano la
continuità assistenziale ed il miglioramento delle competen-
ze professionali secondo le linee di indirizzo del piano strate-
gico Aziendale.
Dichiarato orientamento aziendale all’implementazione delle •nuove tecnologie, innovazione e definizione di percorsi assi-
stenziali.
Empowerment connotato come “processo” e “prodotto”: risul-•tato cioè di un’evoluzione di esperienze di apprendimento che
portano un soggetto a superare una condizione di impotenza/
inadeguatezza. Un “saper fare” e “saper essere” caratterizza-
ti da una condizione di fiducia in sé, capacità di sperimentare
e di confrontarsi con la realtà circostante; le azioni e gli inter-
venti centrati sull’empowerment mirano a rafforzare il pote-
re di scelta degli individui, migliorandone le competenze e le
conoscenze in un’ottica di crescita individuale e organizzativa.
Questa opera di scoperta ed esplicitazione delle potenzialità
diviene opera e al contempo prodotto del gruppo professio-
nale per favorire l’esplicarsi di una expertise riconoscibile in
competenze tecniche/organizzative/relazionali che possono
garantire un intervento assistenziale congruo ed efficace, in
situazioni di prestazione complessa e/o specialistica.
Naturale complessità organizzativa e necessità di approcci •multiprofessionali: diviene doveroso lavorare sul coinvolgi-
mento degli operatori, sul senso di appartenenza, sulla cre-
scita delle competenze distintive e sulla necessità di approcci
corali inter ed intra-professionali
Bisogno di assessment: la naturale tendenza alla produzio-•ne (anche se trattasi in realtà di risposte a bisogni) e il suo
appiattimento a mera attività prestazionale (tipica della pro-
duzione teiloristica), non collima con la richiesta sempre più
pregnante di attenzione alla persona nella sua globalità, al
risk management, alla raccolta e valutazione delle informa-
zioni come modalità di contenimento dei risk relazionale , au-
mentando nell’azienda la necessità di limitare lo stress lavo-
rativo ed assumere una nuova capacità del “farsi carico”.
Tra gli aspetti maggiormente degni di nota ed esplicativi della
“rivisitazione” operata nell’ambito dei ruoli professionali sanitari
presenti in azienda per l’anno 2008, citiamo:
> Sviluppo delle competenze di coordinamento
Si conferma l’impegno a individuare gli ambiti di sviluppo delle
competenze dei professionisti con particolare riguardo, per l’anno
2008, per i ruoli con funzioni di coordinamento nell’area infermie-
ristica, tecnica e ostetrica. Nello specifi co, a seguito dell’analisi
dei bisogni formativi effettuata nel corso del 2007, si è posta l’at-
tenzione allo sviluppo delle competenze di leadership. Il proget-
to di formazione/intervento che ha avuto inizio nel 2008, ma che
proseguirà anche per l’anno 2009, ha considerato prioritariamen-
te le competenze relative alla leadership applicata alla valorizza-
zione delle persone, alla gestione dei confl itti e alla gestione del
cambiamento facendo proprie capacità di fl essibilità, effi cacia e
soddisfazione.
Le persone che lavorano si differenziano non solo per la capacità
di fare, ma anche per la loro volontà nel motivare; fattore deter-
minante per il comportamento personale e professionale. Lo svi-
luppo delle funzioni di leadership dei Coordinatori deve prevedere
una continua analisi degli elementi che concorrono a motivare
loro stessi ed i propri collaboratori, nella consapevolezza che la
soddisfazione del paziente/cliente dipende molto da questo pro-
cesso.
La realizzazione del percorso formativo ha visto un’ampia e at-
tiva partecipazione da parte dei RID/RTD e dei Coordinatori che
hanno potuto rifl ettere, condividere e sperimentare, partendo da
modelli di comportamento proposti dai formatori. Nel corso del
2009 verranno realizzati incontri di supervisione relativi a progetti
di sviluppo individuale e analisi di criticità relazionali.
> Integrazione e valorizzazione degli operatori di supporto.
Un altro progetto coerente con l’obiettivo di valorizzare e ridefi ni-
re i ruoli professionali, ha visto il coinvolgimento degli operatori
di supporto.
Questa area professionale che assume un ruolo centrale nell’as-
sistenza ai pazienti, è stata al centro di un’indagine quali/quanti-
tativa che aveva l’obiettivo di raccogliere elementi di rifl essione
relativi agli specifi ci ambiti di sviluppo e alle criticità correlate.
Inoltre era necessario indagare i vissuti degli operatori di suppor-
to riguardo ai percorsi formativi coerenti con le funzioni assisten-
ziali a loro attribuite. E’ stata così messa in campo una ricerca
qualitativa attraverso la realizzazione di focus group e interviste
semi-strutturate, che hanno coinvolto circa un centinaio di ope-
ratori di supporto, infermieri e ostetriche. L’elaborazione dei dati
emersi dalla ricerca, in sinergia con i processi di miglioramen-
to organizzativo che si stanno sviluppando a livello delle realtà
dipartimentali, esiterà in un insieme di azioni che verranno re-
alizzate nel corso del 2009. In primis verranno progettati degli
eventi seminariali atti a socializzare i dati emersi dalla ricerca
qualitativa e a condividere le esperienze professionali ed organiz-
zative dell’inserimento degli operatori di supporto nelle diverse
realtà aziendali, nonché a individuare possibili miglioramenti nei
percorsi di accoglienza e inserimento degli operatori di supporto
neo-assunti o neo-inseriti.
> Progetti professionalizzanti collegati a percorsi di migliora-
mento: Progetto Iside e progetto Teseo
Progetto Teseo - ovvero percorsi assistenziali: integrazione ospe-
dale e territorio
Il progetto Teseo continua anche nel corso del 2008 con il coinvol-
gimento del personale infermieristico dei reparti di: Medicina 1,
Medicina 2, Medicina 3, Angiologia, Chirurgia Toracica e Vascola-
re, Nefrologia, Recupero e Riabilitazione Funzionale”. Come per
la fase realizzata nel 2007, si è attuato un percorso formativo che
ha coinvolto tutto il personale infermieristico di questi reparti nei
quali è stata successivamente attivata la “Procedura interazien-
dale per la visita di presa in carico infermieristica nell’ambito del-
le dimissioni protette”. Da un incontro di verifi ca effettuato a fi ne
anno è emersa una valutazione molto positiva dell’applicazione di
detta procedura e del complessivo miglioramento dei rapporti di
integrazione fra gli infermieri dell’ospedale e del territorio.
Progetto Iside: analisi del processo di identifi cazione dei proble-
4.4 Ridefi nizione dei ruoli professionali in relazione allo sviluppo delle strategie aziendali
166
mi della persona assistita
Il 2008 ha visto l’elaborazione dei dati emersi dall’indagine quali-
tativa su modelli di riferimento assistenziali, effettuata nel 2007.
L’indagine effettuata tramite la metodologia del Focus Group,
aveva coinvolto 30 infermieri appartenenti alle diverse struttu-
re organizzative dipartimentali. I dati emersi hanno consentito
un confronto sinergico fra le realtà organizzative e la formazio-
ne accademica, al fi ne di prevedere percorsi integrati di sviluppo
delle discipline professionalizzanti, coerenti con i contesti di rife-
rimento. Da questa analisi sono scaturiti ulteriori sviluppi anche
per l’elaborazione di modelli e strumenti legati ai problemi dei
pazienti delle strutture organizzative di: Pneumologia, Room Or-
topedia, Urologia, Medicina 3 e Lungodegenza
> Sviluppo professionale ed Integrazione delle Professioni Sa-
nitarie
L’integrazione fra le professioni sanitarie ha rappresentato da
sempre un valore per gli operatori dell’area infermieristica, tecni-
ca ed ostetrica. Un’ integrazione che coinvolge i professionisti che
appartengono all’organizzazione aziendale, ma che si esprime
anche nella continuità assistenziale con le strutture territoriali;
l’integrazione delle professioni è parte integrante per lo sviluppo
delle stesse e va considerato all’interno degli ambiti che le coin-
volgono trasversalmente: assistenza , didattica e ricerca.
Per approfondire e condividere questi temi, nel mese di dicembre
2008, è stato realizzato un Convegno Nazionale dal titolo: “Lo svi-
luppo inizia qui: assistenza, ricerca e didattica nelle professioni
sanitarie”. Il Convegno, organizzato in collaborazione con l’AU-
SL, e con il Patrocinio di:Provincia di Reggio Emilia, Comune di
Reggio Emilia, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia,
Federazione Nazionale Collegi Infermieri, Federazione Nazionale
Collegi Ostetriche, Federazione Nazionale Collegi professionali
Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, Associazione Italiana Fisio-
terapisti, ha perseguito i seguenti obiettivi:
Valorizzare esperienze professionali ed organizzative degli •operatori delle professioni dell’area sanitaria della realtà lo-
cale e nazionale, all’interno delle quali:
- l’integrazione e la condivisione multi professionale
- la continuità assistenziale
- il miglioramento della sicurezza delle cure,
costituiscono altrettanti valori aggiunti per la realizzazione di •un servizio di qualità per la persona, la famiglia e la collet-
tività.
Restituire alle comunità professionali la testimonianza •dell’impegno, non privo di criticità, nello sviluppo di percor-
si e progetti di miglioramento che fanno riferimento all’area
dell’assistenza, della ricerca e della didattica.
Riconoscere e sostenere la presenza degli studenti come un •elemento fondamentale per lo sviluppo delle strutture sani-
tarie.
Arricchire la collaborazione/condivisione fra le Organizza-•zioni Sanitarie e le Istituzioni Universitarie per creare nuove
esperienze di integrazione e condividere le opportunità e le
criticità che accompagnano gli sviluppi della didattica nella
formazione dei professionisti dell’area.
Il Convegno si è caratterizzato per la pluralità dei contributi of-
ferti: dalle realtà sanitarie reggiane, da altre realtà nazionali,
dall’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, dai volon-
tari, in particolare i volontari Clown che offrono il loro sostegno
presso i reparti dell’Arcispedale S. Maria Nuova e dell’AUSL di
Reggio Emilia, e da professionisti provenienti da tutto il territorio
nazionale che hanno partecipato al concorso a premi attraverso
la presentazione di poster.
Circa 400 i professionisti che hanno partecipato, con grande in-
teresse e calore, al succedersi delle relazioni, che si sono carat-
terizzate per l’alto valore professionale, e molte di queste, anche
per l’originalità creativa delle presentazioni. Il messaggio conclu-
sivo, che riassume lo spirito di questa iniziativa, è che gli ope-
ratori delle professioni sanitarie sono chiamati, sempre di più, a
comprendere il proprio specifi co professionale come parte di un
sistema più complesso. Un sistema che, a seconda di come lo
si legge e lo si agisce, può rendere le esperienze di integrazione
delle professioni un’occasione positiva di crescita e di sviluppo,
ma può anche diventare una fredda e pesante necessità organiz-
zativa di cui si perde il valore. “La responsabilità va condivisa”. Un
sistema che riconosce nella propria natura l’evoluzione continua
delle professioni nelle tre fondamentali coordinate: assistenza,
didattica e ricerca.
> Ridefi nizione del ruolo dell’ostetrica e la sua integrazione
con le altre fi gure professionali nell’assistenza al percorso na-
scita.
È in atto un progetto del dipartimento ostetrico-ginecologico e
pediatrico sulla comunicazione alle pazienti con gravidanza a
rischio elevato (grave prematurità, feti malformati, gravi iposvi-
luppi fetali, morti prenatali, ecc..), volto a migliorare sia la quali-
tà della comunicazione che il sostegno psicologico, individuando
i bisogni della donna e della famiglia, al fi ne di strutturare una
consulenza multidisciplinare che consideri non solo le esigenze
cliniche ma anche quelle della sfera emotiva. La riorganizzazio-
ne del reparto di ostetricia e della sala parto, avvenuta presso
l’Azienda ospedaliera Santa Maria Nuova, nel corso del 2008,
con l’individuazione dell’ostetrica come fi gura di riferimento per
la gestione della donna in gravidanza, offre una situazione favo-
revole per sorvegliare e rilevare eventuali disturbi emozionali.
La costituzione di un gruppo di lavoro interaziendale ristretto, per
l’applicazione delle linee di indirizzo regionale (n° 533/2008), ha
pertanto cercato di ridefi nire il ruolo dell’ostetrica e la sua inte-
grazione con le altre fi gure professionali, comprese quelle terri-
toriali, nell’assistenza al percorso nascita, “costruendo modelli
assistenziali che vedano al centro la donna e la sua famiglia”. Il
progetto di rivalorizzazione vede quindi l’ostetrica come la fi gura
professionalmente competente a distinguere le condizioni fi sio-
logiche della gravidanza da quelle potenzialmente patologiche;
una ampia documentazione scientifi ca attesta come nell’equipe
pluri-disciplinare che dovrebbe fornire assistenza pre - peri e
post natale l’ostetrica sia la professionista competente a:
accogliere la donna e condurre il colloquio informativo a ini-•zio gravidanza;
gestire in prima persona l’assistenza/sorveglianza delle gra-•vidanze a basso rischio valutando il benessere materno-feta-
le, sia tramite la relazione che attraverso i controlli clinico-
sanitari;
inviare e seguire la donna in consulenza ad altre figure pro-•fessionali quando insorgano eventi che modifichino il decor-
so fisiologico e possano comportare rischi per la salute della
madre e del neonato;
continuare a prestare l’assistenza di base collaborando con lo •specialista medico nell’assistenza alla gravidanza a rischio;
organizzare e gestire in prima persona i servizi di accoglienza •e presa in carico delle gravidanze a termine a decorso fisio-
logico e collaborare alla assistenza prestata dagli specialisti
nelle gravidanze patologiche;
assistere al travaglio – parto fisiologico;•assistere e consigliare la donna durante il puerperio accom-•pagnandola fino alla dimissione dall’ospedale e affidandola
alle colleghe del servizio consultoriale, se necessario, per un
supporto a domicilio e rispondendo ai bisogni espressi e non
espressi della donna e della coppia;
assistere il neonato sano e collaborare con gli altri professio-•nisti e specialisti nell’assistenza al neonato problematico.
Attualmente le ostetriche assistono in autonomia le donne con
travaglio di parto fi siologico secondo un protocollo interno; ri-
mane da defi nire, in modo strutturato, il percorso fi siologia-pa-
tologia al momento del ricovero attraverso uno strumento spe-
cifi co condiviso (come ad esempio una griglia di assegnazione
del rischio) che consenta di individuare il percorso corretto.
Per la piena realizzazione dell’obiettivo occorrono ancora alcuni
167
passaggi ed il superamento di alcune barriere legislative (pos-
sibilità di prescrizione di esami da parte delle ostetriche, ruolo
della ostetrica nella diagnosi di travaglio di parto fi siologico……),
nonchè burocratiche, organizzative (con le ASL ed il territorio) e
relazionali. Il progressivo coinvolgimento dei professionisti del
territorio e l’azione sinergica in rete divengono le priorità per
il completamento nello sviluppo dell’autonomia professionale
dell’ostetrica.
> Ortogeriatria: gestione assistenziale integrata degli anziani
con frattura di femore
L’avvio del progetto regione-università “ortogeriatria” ovvero
“modelli per la gestione clinica integrata e per la continuità assi-
stenziale degli anziani con frattura di femore”, ha reso necessario
rivedere il modello assistenziale all’interno della struttura di or-
topedia. Il percorso clinico-assistenziale ortogeriatrico si carat-
terizza per il coinvolgimento e l’integrazione multiprofessionale
(geriatri, ortopedici, infermieri, fi sioterapisti, OSS); l’infermiere di
ortopedia diventa il team leader di riferimento per la presa in ca-
rico del paziente. E’ stata effettuata una formazione teorica e sul
campo, con gestione diretta del programma formativo ad opera
dei Coordinatori delle strutture coinvolte. La presa in carico è il
momento cardine per la pianifi cazione degli interventi assisten-
ziali, per l’analisi dei momenti critici, per le possibilità offerte di
integrazione/confronto tra i professionisti. La conseguente modi-
fi ca dei modelli impone una visione più ampia dei confi ni di inter-
vento; il territorio d’azione e di progettazione assistenziale non è
più, pertanto, limitato alla sola unità operativa (ricovero e dimis-
sione di unità operativa) ma all’intero dipartimento. Nell’attività
infermieristica quotidiana si è ottenuto, in modo implicito, una
rivisitazione critica del proprio ruolo, in termini di spazi e pos-
sibilità d’intervento, di attivazione di nuove abilità, di attenzioni e
competenze da mettere in campo.
> Infermieri di Pronto Soccorso: un nuovo modello di formazio-
ne per l’acquisizione di competenze
Si tratta di un modello che trae leva dalla formazione sul campo
e dalla verifi ca delle abilità e competenze raggiunte; partendo dal
presupposto che le competenze e la ricerca del loro perfeziona-
mento sia l’elemento più importante per gestire il cambiamento
nelle professioni sanitarie e nelle organizzazioni, si è provveduto
alla creazione di un percorso di crescita e sviluppo basato sull’ac-
quisizione di diversi livelli di competenza e la creazione di diver-
si step formalizzati di inserimento. Se “la competenza richiede
conoscenze, appropriate attitudini ed abilità osservabili mecca-
niche o intellettuali che insieme concorrono all’erogazione di una
specifi ca prestazione professionale. (OMS,1988, p.68)”, le abilità
raggiunte e certifi cate agendo in modo strutturato, sul percorso
di acquisizione, defi niscono differenti profi li professionali. La sfi -
da che è stata affrontata ha come obiettivi prioritari, da un lato,
il mantenimento di una buona qualità assistenziale ottenuta con
la formazione, l’innovazione organizzativa e la cura dell’aspetto
motivazionale, dall’altro, una stratifi cazione e certifi cazione del
livello raggiunto (correlato al profi li di competenza) che favorisca
una visibilità organizzativa e gestionale del processo assistenzia-
le in Pronto Soccorso.
Il percorso di inserimento dei nuovi infermieri prevede quindi di-
verse fasi:
ambulatori d’urgenza (trattamento dei pazienti non critici);•ambulatori dedicati all’emergenza (pazienti critici);•triage del PS generale;•triage del PS pediatrico;•passaggio al ruolo di infermiere esperto (con competenze •avanzate).
Ogni step prevede un livello professionale e di esperienza mini-
mo; livello raggiunto mediante corsi di formazione teorico-pratici
(corso neo inserito, ECG, immobilizzazione ferite….), affi anca-
mento a tutor ed infermiere esperto, valutazione formale delle
capacità pratiche e superamento di questionari strutturati d’ap-
prendimento (skill test). Il progetto formativo si prefi gge pertanto
di defi nire chi, partendo dai profi li individuati, può passare ad un
livello superiore. Nel dettaglio, in ordine crescente di professio-
nalità acquisita si identifi cano:
Infermiere base: con competenze minime per gestire ambu-•latori a bassa complessità;
Infermiere di sala emergenza: in grado di gestire pazienti cri-•tici;
Infermiere di triage: con competenze tali da gestire i com-•plessi processi di triade, la gestione incrociata dei flussi di
pazienti e lavoro degli ambulatori.
Infermiere esperto: con competenze tali da favorire lo svi-•luppo della professionalità infermieristica (personalizzazione
e massima qualità degli interventi assistenziali) all’interno
dell’organizzazione, ottimizzando l’intervento dei colleghi nel
rispetto delle competenze distintive acquisite. Facilita inoltre
lo sviluppo di competenze distintive/esperte dei colleghi.
Su questa stratifi cazione, si sono elaborate le diverse domande
(semplici quesiti) per le valutazioni di capacità pratiche a cui sot-
toporre i vari infermieri, secondo il grado di competenza raggiunto
in quello specifi co momento del percorso formativo della struttu-
ra. Fra i quesiti preparati sono presenti domande defi nite “gate”:
queste, ovviamente relative ad aspetti fondamentali dell’assisten-
za e/o della clinica, implicano un’adeguata preparazione e vinco-
lano imprescindibilmente il superamento della prova.
Da un punto di vista procedurale è bene segnalare: l’importan-
te lavoro di condivisione e validazione operato dagli infermieri
esperti sui quesiti predisposti e la necessità di uniformare atteg-
giamenti e comportamenti di fronte alle problematiche oggetto
di verifi ca.
> Infermieristico e risk managementwIn linea con il progetto
aziendale diversi sono i lavori/incontri iniziati con i vari diparti-
menti: chirurgico, medicina di laboratorio, emergenza urgenza,
radiologico. Nello specifi co si reputa signifi cativo, per il livello
raggiunto nel corso del 2008, riportare le esperienze del Pronto
Soccorso e della Radiologia; in entrambi sono stati introdotti gli
strumenti FMEA-FMECA (Failure Mode and Effect Analysis - Fai-
lure Mode and Critical Effect Analysis) per analizzare il proces-
so di accoglienza dell’utente. Il lavoro meticoloso sia dal punto
di vista procedurale che di analisi delle attività all’interno della
struttura (dall’ingresso alla dimissione/ricovero), ha consentito di
mappare le attività a rischio favorendo l’acquisizione di una nuova
visione multiprofessionale connotata alla rivoluzionaria fi losofi a
del risk management. La nuova sfi da ha identifi cato varie barriere
sulle quali lavorare con l’intera unità operativa e/o dipartimen-
to ipotizzando progetti di miglioramento; si tratta di ridefi nire gli
spazi di intervento professionale sia esso di natura Radiologica
o Infermieristica alla luce di una acquisita consapevolezza delle
potenzialità intrinseche al gruppo, all’ascolto, alla condivisione.
Lo strumento introdotto, partendo dall’analisi delle criticità, si
prefi gge non solo di individuare nuove barriere ma di promuove-
re durante i momenti di incontro una cultura del rischio dove la
ricerca ed il confronto, sia l’elemento unifi catore. I progetti so-
praccitati, da un punto di vista procedurale, dopo la costruzione
della FMECA sono entrati nella fase di condivisione del lavoro fat-
to e si stanno predisponendo lavori di gruppo (supervisionati dal-
la Direzione Infermieristica, Tecnica ed Ostetrica) per individuare
e condividere le barriere che si riterranno più consone ai rischi
esplicitati e formalizzati.
> Risk e Progetto cadute
Prosegue il progetto per l’adozione di una linea guida per la pre-
venzione delle cadute in ospedale; il progetto, afferente ai proget-
ti di risck management aziendali, prosegue nel 2008, con la fase
sperimentale di applicazione delle scale di valutazione del rischio
e della scheda di rilevazione cadute per la stesura defi nitiva del-
la linea guida; stesura che richiede, secondo le indicazioni del
gruppo di progetto, l’individuazione della scala di rischio caduta
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più idonea (Conley o Morse), mediante applicazione sperimen-
tale. La validazione statistica necessita, per l’inserimento degli
strumenti individuati, di tre mesi di applicazione in ognuna delle
quattro unità operative coinvolte dal progetto: Medicina Riabili-
tativa, Neurologia, Cardiologia e Geriatria (che ha già effettuato
la sperimentazione come gruppo pilota). Al termine dei tre mesi,
il gruppo di progetto potrà defi nire quale scala di valutazione del
rischio caduta scegliere per la nostra realtà e completare la linea
guida per la sua diffusione. Il percorso di sperimentazione propo-
sto, vede le seguenti tappe:
Formazione di tutto il personale infermieristico, medico e tec-•nico delle unità operative coinvolte.
Inserimento degli strumenti e raccolta dei dati da elaborare.•Elaborazione dei dati.•
La restituzione dei dati ed il completamento della linea giuda
aziendale è prevista per l’anno 2009; così come la fase di imple-
mentazione nelle strutture oggetto di sperimentazione.
> Percorso Piede Diabetico
Si tratta di un progetto interdipartimentale ed interprofessionale
(Ortopedia, Angiologia, Diabetologia, Medicine, Malattie Infetti-
ve) volto a migliorare atti/metodiche chirurgiche e processi as-
sistenziali incidendo sulla qualità della prestazione, sui tempi
di guarigione e sulla qualità di vita degli utenti affetti da piede
diabetico. Il progetto, che si prefi gge di formalizzare il percorso e
trattamento del piede diabetico in ambito ospedaliero, necessita
della presa in carico congiunta di più specialisti/professionalità.
Nuove conoscenze e tecnologie innovative sono state oggetto di
apprendimento e addestramento per gli operatori, che hanno al
contempo dovuto affi nare le capacità comunicative inter ed intra-
professionali facendone oggetto di prassi quotidiana. Lo stato
dell’arte vede al momento defi niti ed alquanto scorrevoli i percor-
si di presa in carico sia da parte dell’ambulatorio diabetologico,
fulcro del percorso, che delle unità operative coinvolte nel pro-
getto. L’ambulatorio redige il registro della patologia e, secondo
le linee del case management, defi nisce il percorso ottimale del
paziente e le sue necessità di cura ed assistenza. Oggetto di con-
fronto interprofessionale sono state: la codifi ca del percorso, la
defi nizione delle tappe con la relativa tempistica e l’introduzione
di una linea guida sulle ferite diffi cili. Il personale infermieristico
ha poi dovuto acquisire le necessarie competenze sulle medica-
zioni avanzate, sull’utilizzo del gel piastrinico e sulla la VAC the-
rapy. La “competenza esperta” infermieristica così come l’intera-
zione con gli altri professionisti del percorso hanno permesso di
raggiungere ottimi risultati permettendo, in alcuni casi con grave
perdita di sostanza, di ricorrere al trapianto cutaneo autologo.
Permangono naturalmente alcune criticità da risolvere sia di na-
tura organizzativa che relazionale; anche il versante della conti-
nuità assistenziale e della presa in carico sul territorio necessita
di ulteriori aggiustamenti sui quali si sta cercando di intervenire,
con la collaborazione della domiciliare e della dirigenza ASL.
> Progetto Peri-operatorio
Prosegue, in collaborazione con Regione ed Università, il per-
corso per l’applicazione di un nuovo modello organizzativo per
l’allargamento delle competenze infermieristiche nel peri-opera-
torio; in particolare la fase pre-operatoria, vedrà portato a compi-
mento il suo aspetto formale ed organizzativo, nei primi mesi del
2009, con l’attivazione del corso di formazione specifi co con l’uni-
versità di Parma. Tale corso è fi nalizzato alla costruzione di un
portfolio di competenze avanzate per l’assistenza infermieristica
peri-operatoria, in linea con le esperienze anglosassoni. Il lavoro
messo a punto dall’NHS Education Scotland Working Party (NES
2001-2002), ha fornito importanti basi per programmi di pratica
specialistica, riconoscendo l’esigenza di fornire chiari descrittori
di “competenze avanzate” per l’assistenza peri-operatoria infer-
mieristica, individuandone 17. In realtà europee ed americane,
l’organizzazione dell’attività peri-operatoria e dei blocchi ope-
ratori, si basa su modelli che prevedono l’utilizzo dell’infermiere
con competenze che in Italia sono ancora appannaggio del perso-
nale Medico. Il modello “fast track surgery” permette di proces-
sare trattamenti chirurgici con la partecipazione attiva dell’infer-
miere responsabilizzato sull’esecuzione di parte dei processi di
cura; nella comunità scientifi ca viene frequentemente utilizzato
il termine “Nursing peri-operatorio”, che racchiude tutte le fasi
dell’esperienza chirurgica del paziente (pre - intra - post-opera-
torio). Il campo specifi co dell’assistenza infermieristica peri-ope-
ratoria include un’ampia varietà di funzioni assistenziali integrate
con gli interventi medici.
Il progetto intende implementare la qualità dell’assistenza peri-
operatoria con azioni specifi camente rivolte a:
Aumentare il livello di sicurezza del processo •Adeguare l’offerta di assistenza ai livelli di qualità percepita e •attesa del cittadino
Ottimizzare le risorse disponibili per la gestione del processo •di cura
Implementare l’interfaccia territorio ospedale•Aumentare il livello qualitativo dei processi di gestione di al-•cune dimensioni cliniche quali la gestione del dolore
Individuare il “core competence” delle competenze dei diversi •attori in particolare quelli dell’area assistenziale
Individuare il “core curriculum” sulla base del “core compe-•tence” necessario per la costruzione di percorsi di formazione
complementare specialistica,
Costruire il portfolio come strumento per valutare le compe-•tenze in ingresso del personale
La fase pre-operatoria rappresenta un momento importante per
la corretta impostazione e valutazione di programmi peri-opera-
tori, in quanto caratterizzata da azioni valutative volte a defi nire il
livello di complessità della procedura chirurgica, le condizioni cli-
niche del paziente, la classe di rischio anestesiologico e la scelta
della tecnica anestesiologica.
Sono stati valutati tre percorsi, per il paziente, in funzione della
complessità dell’intervento chirurgico (classifi cazione JK), della
tecnica anestesiologica e delle condizioni cliniche del paziente
(valutazione MMG classifi cazione ASA), prevedendo di sperimen-
tare l’integrazione nelle attività di valutazione del team dei profes-
sionisti coinvolti (chirurgo, anestesista, infermiere). Si ritiene che
l’infermiere, in possesso di competenze avanzate per la medicina
peri-operatoria, possa svolgere azioni di valutazione multidimen-
sionale, funzionali all’accertamento clinico pre-intervento e alla
valutazione dei problemi assistenziali del paziente, sottoposto ad
intervento minore a basso rischio chirurgico e basso rischio ane-
stesiologico. L’infermiere utilizzerà metodologie di accertamento
assistenziale specifi che e strumenti appositamente predisposti
che saranno sottoposti a sperimentazione nello studio di fattibi-
lità e correlati a variazioni delle condizioni di rischio, sicurezza,
qualità ed effi cienza. La sperimentazione focalizzerà l’attenzio-
ne sui processi di valutazione ed accertamento del paziente in
modo integrato, consentendo elaborazioni multidimensionali e
multiprofessionali che migliorino la comprensione delle proble-
matiche del paziente per una corretta impostazione del percorso
peri-operatorio.
> La consulenza infermieristica
Il riconoscimento di competenze esperte a professionisti dell’area
infermieristica, tecnica e ostetrica appartenenti a diverse realtà
organizzative, è un ambito che ha consentito in questi anni, d’at-
tivare risorse professionali in modo più esplicito e formalizzato.
L’esperto è colui al quale si riconoscono competenze tecniche/
organizzative/relazionali che possono garantire un intervento as-
sistenziale competente, in situazioni di prestazione complessa o
specialistica. La consulenza infermieristica già da qualche anno
viene attivata attraverso l’applicazione di una procedura azien-
dale in diversi contesti organizzativi e per diverse prestazioni sia
nell’area infermieristica che nell’area tecnica ed ostetrica.
169
> Centralizzazione preparazione antiblastici
Si tratta di un progetto volto a migliorare la sicurezza dell’utente
e dell’operatore (infermiere) non solo per ciò che concerne la ma-
nipolazione dei farmaci ma anche l’acquisizione di competenze
esperte. Gli obiettivi tengono pertanto conto sia della standardiz-
zazione /omogeneizzazione delle modalità operative e procedu-
rali, sia della tracciabilità delle varie fasi del percorso terapeutico
con defi nizione delle responsabilità, sia dell’implementazione/
estensione del programma informatizzato per la prescrizione e
registrazione di tutte le terapie da allestire, sia l’addestramento
per l’acquisizione di abilità esperte defi nita: “unità di manipolazio-
ne antiblastici”. La partenza del progetto avviene a maggio 2008 e
con la fi ne dell’anno è stato attivato il 50% di quanto dichiarato.
> Ideazione ed attivazione Centrale di Sterilizzazione
La centralizzazione dell’attività di sterilizzazione rappresenta
ormai un modello organizzativo che viene largamente adottato
nei più importanti centri ospedalieri. Gli indubbi vantaggi di ra-
zionalità e funzionalità del percorso, la certifi cazione di qualità,
la rintracciabilità di tutto il processo e l’omogeneizzazione nei
comportamenti (relativi al processo di sterilizzazione) rendono
opportuna l’attivazione di un centro dedicato a tale funzione. La
nuova centrale di sterilizzazione è pertanto dotata di un siste-
ma informatico che registra costantemente le fasi del processo
di sterilizzazione; ogni spazio della centrale è collegato in rete in
modo da permettere anche a distanza di tempo, la ricostruzione
del percorso di “ricondizionamento” di ogni singolo presidio, cioè:
come è stato trattato il materiale e chi lo ha trattato. Grande at-
tenzione è stata posta alla relazione ed alla creazione di un clima
collaborativo con i vari professionisti afferenti alle sale operato-
rie, per la defi nizione di protocolli di lavoro e la catalogazione di
ogni Kit chirurgico. Ad oggi si è già inserito in rete il 70% dei dati
relativi alla tipologia di strumenti chirurgici aziendali e si proce-
de alla catalogazione dei kit per specialità chirurgica. Il sistema
informatico, citato, permette non solo di validare le fasi del pro-
cesso, ma anche di effettuare un controllo sullo strumentario chi-
rurgico, produrre reports utili per le programmazioni gestionali
e suddividere il prodotto in uscita per specifi co Cliente (Sistema
centri di costo per unità operativa).
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Per quanto concerne il personale dirigente, nel corso del 2008,
è proseguita l’attività connessa al sistema di valorizzazione e va-
lutazione del personale attraverso la compilazione delle relative
schede, come stabilito in base agli accordi stipulati con le Orga-
nizzazioni Sindacali aziendali. In particolare, l’impegno dei pro-
fessionisti si è concentrato sul confronto preventivo tra valutato
e valutatore e sulla compilazione della scheda individuale di va-
lutazione (intesa come sintesi tra valutazione del professionista
e quella del suo superiore gerarchico). Nell’ultimo trimestre del
2008 particolare attenzione e impegno ha comportato l’espleta-
mento delle procedure di rinnovo di numerosi incarichi di posizio-
ne in scadenza attraverso l’attivazione degli appositi Collegi Tec-
nici previsti dai vigenti contratti di lavoro e dagli accordi stipulati
con le Organizzazioni Sindacali Aziendali.
Ai Collegi Tecnici di cui sopra è stata demandata la valutazione
delle attività svolte e dei risultati raggiunti dai singoli professio-
nisti nell’intero periodo. Al termine di tali procedure di valutazio-
ne sono stati rinnovati ai professionisti interessati nuovi incarichi
di durata triennale provvedendosi altresì alla stipula dei previsti
contratti individuali di lavoro contenenti gli obiettivi specifi ci da
conseguire nel corso del nuovo incarico. Va ricordato che, per il
personale della dirigenza, il sistema premiante concepisce la ne-
goziazione di budget come momento iniziale e basilare attraverso
il quale la Direzione individua, di concerto con i Responsabili di
Struttura ed i professionisti, gli obiettivi strategici e di attività da
conseguire nel corso dell’anno.
L’erogazione delle risorse economiche disponibili per effetto del-
la contrattazione collettiva nazionale è effettuata ogni anno sulla
base di accordi sottoscritti a livello aziendale con le Organizzazio-
ni Sindacali della Dirigenza con la volontà di valorizzare i risultati
quali-quantitativi conseguiti nel periodo considerato.
Per quanto attiene al personale del comparto, il sistema di valu-
tazione interessa in modo specifi co, e con modalità concordate
con le parti sociali, gli operatori che ricoprono incarichi di posi-
zione organizzativa (conferiti dal 2001 ai sensi del CCNL 7.4.1999)
comportanti lo svolgimento di funzioni con assunzione diretta di
responsabilità, quali a titolo esemplifi cativo, i Responsabili In-
fermieristici e Tecnici di Dipartimento ospedaliero (strutture di
particolare complessità la cui direzione richiede elevati gradi di
esperienza e autonomia gestionale ed organizzativa). Gli incari-
chi vengono conferiti per un biennio con verifi ca dell’idoneità del
titolare dell’incarico, al termine di ciascun anno, relativamente
ai compiti assegnati e ai risultati raggiunti e al termine del bien-
nio sul complesso dell’attività svolta e dell’esperienza compiuta,
valutando in tale sede, la possibilità di confermare l’incarico per
un ulteriore biennio. La valutazione dei titolari di posizione or-
ganizzativa viene effettuata da parte del Responsabile di Servizio
con il coinvolgimento degli interessati, chiamati a compilare una
scheda di autovalutazione. Specifi che procedure di valutazione
sono effettuate inoltre, nell’ambito della Direzione Infermieristi-
ca, Tecnica ed Ostetrica nei confronti dei nuovi operatori sanita-
ri incaricati delle funzioni di coordinamento di attività e risorse
umane ex art. 10 CCNL 20/9/2001. In tale contesto, si effettua una
valutazione delle prestazioni individuali in relazione a: obiettivi
defi niti nell’ambito della negoziazione di budget, considerazioni
sull’area della managerialità, abilità e capacità relazionali. Rela-
tivamente allo sviluppo professionale del personale e, in partico-
lare, al sistema di progressione economica orizzontale, si procede
alla valutazione del personale neo-assunto decorsi cinque anni di
servizio; il fi ne è di incentivare l’inserimento e la prosecuzione
dell’attività nelle strutture sanitarie pubbliche, nonché stimola-
re l’impegno nell’espletamento dei compiti e prestazioni affi date.
Analoga valutazione viene effettuata al compimento del 12° anno
di anzianità per l’attribuzione della relativa fascia economica.
Il sistema di incentivazione della produttività, per il personale del
comparto, è regolato da accordi integrativi, il cui impianto gene-
rale è stato sostanzialmente confermato negli ultimi anni e può
così sintetizzarsi:
1. l’erogazione di una quota di incentivo (pari a circa l’80% del fon-
do) avviene attraverso un regime di acconti mensili che si basano
sulla valorizzazione dei seguenti parametri:
qualifica funzionale di inquadramento;•assegnazione a servizi sanitari connotati da particolari •criticità/disagi;
effettiva presenza in servizio.•2. quantifi cazione della quota, a consuntivo, da corrispondere a
titolo di saldo, nonché defi nizione dei fondi da utilizzare per l’at-
tribuzione di specifi che quote incentivanti legate a:
riconoscimento di situazioni particolari che si caratterizzano •per l’importanza delle funzioni esercitate e per la gravosità
del lavoro svolto;
attribuzioni connesse ai carichi effettivi di attività inerenti la •libera professione (cui fa seguito una decurtazione oraria in
misura concordata);
remunerazione di progetti aziendali incentivanti concordati in •sede di discussione del budget.
In quest’ultimo ambito, viene data particolare enfasi allo spirito di
partecipazione, alla condivisione e alla creatività degli operatori
per la realizzazione di progetti di varia natura (innovazione, mi-
glioramento, tutoraggio, gruppi di lavoro...) in linea con gli obiet-
tivi strategici aziendali, cercando, al contempo, di prestare par-
ticolare attenzione ai bisogni e alle attitudini professionali degli
operatori. Questa forma di valorizzazione professionale viene ri-
conosciuta agli interessati, sul versante economico, attraverso la
compartecipazione alla ripartizione di quote di incentivazione alla
produttività, in base al numero di progetti cui i singoli operatori
hanno contribuito, l’impegno richiesto e lo stato di avanzamento
dei progetti stessi.
4.5 Sistema di valutazione delle competenze e sistemi premianti
171
4.6 LA FORMAZIONE DEL PERSONALE NELL’ASMN
I professionisti sanitari sono operatori che, per effetto della ra-
pida evoluzione delle prestazioni sanitarie e della ricerca clini-
ca, necessitano di continue conoscenze e informazioni; è per tale
motivo che, in vari Paesi, sono nati i programmi di Educazione
Continua in Medicina (E.C.M.). Essa è defi nibile come l’insieme
organizzato e controllato delle attività formative, teoriche e prati-
che, promosse da una Società Scientifi ca o professionale, da una
Azienda Sanitaria o da Enti/Società in possesso di specifi ci requi-
siti, realizzate per l’orientamento e la crescita professionale degli
operatori sanitari.
L’Arcispedale S. Maria Nuova, tramite il servizio Formazione Inno-
vazione Clinica e Biblioteca garantisce, ai professionisti, la possi-
bilità di tenere costantemente aggiornate le proprie conoscenze;
tutta l’attività formativa, comprensiva di eventi interni ed ester-
ni siano essi di natura trasversale o specialistica, obbligatoria o
facoltativa, è riepilogata nel Piano Annuale di Formazione (PAF),
che include tutti i piani formativi dei vari Dipartimenti e Servizi
autorizzati dai rispettivi Responsabili Organizzativi.
Il Piano Annuale di Formazione dispone di un budget dedicato
e viene sottoposto all’approvazione del Collegio di Direzione. È
dall’analisi dei bisogni formativi dei professionisti, che si indivi-
duano le attese, le criticità, gli ambiti di miglioramento sui quali
intervenire con la formazione; ciò consente di elaborare le Li-
nee di Indirizzo per la programmazione della formazione secondo
un processo sintetizzato nella Flow-Chart riportata nel grafi co
4.6.1:
L’analisi dei bisogni formativi viene effettuata dal Servizio Forma-
zione tramite la somministrazione di questionari ai professionisti
delle aree della dirigenza e delle professioni sanitarie. I risultati
sono poi analizzati con due approcci: uno quantitativo-descrittivo
e uno qualitativo attraverso “l’analisi dei contenuti” (metodo usa-
to nelle indagini sociologiche).
Per la programmazione 2008, tale analisi ha portato all’individua-
zione delle cinque Linee di indirizzo sotto elencate:
1. Sicurezza e gestione del rischio assistenziale e professionale
2. Comunicazione, Relazione e Welfare Organizzativo
3. Appropriatezza nella pratica assistenziale
4. Appropriatezza nella metodologia della ricerca delle evidenze
in ambito clinico, assistenziale e organizzativo
5. Acquisizione di abilità specifi che e del saper fare
Le Linee di Indirizzo sopra citate hanno consentito di uniformare
l’offerta formativa in percorsi condivisi tra l’area Infermieristica
Tecnica e Ostetrica e l’area della Dirigenza Sanitaria.
4.6.1. PROGETTAZIONE E PROGRAMMAZIONE 2008: PER UN SERVIZIO SENZA CARTA
La progettazione e programmazione 2008, in particolare, per
rendere più effi cace e fruibile la formazione, ha sviluppato me-
todologie innovative, condivise con il Centro E-learning di Ate-
neo dell’Università di Modena e Reggio Emilia. È stata costruita
una collaborazione tra Azienda Santa Maria Nuova, UNIMORE ed
AUSL per la progettazione di eventi formativi e-learning da pro-
porre ai professionisti.
4.6 La Formazione del Personale nell’ASMN
Grafi co 4.6.1- fasi di programmazione della formazione
172
Il Servizio Formazione, inoltre, ha adottando, per la gestione dei
corsi, modulistica online fruibile attraverso la intranet aziendale.
Un esempio è la Scheda Evento Formativo per la progettazione
dei corsi:
La gestione dei corsi, con i conseguenti dati relativi all’acquisi-
zione e certifi cazione dei crediti ECM dei singoli dipendenti, ha
richiesto la dotazione di un Sistema Informatico in grado di creare
un profi lo curriculare per ciascun dipendente (recuperando i dati
sin dal 2002). Il sistema permette, ad ogni singolo Dipendente,
grazie alla connessione con l’anagrafi ca aziendale, di visionare in
tempo reale la propria situazione formativa, con report periodici
sul totale delle attività svolte e sui crediti ECM acquisiti.
4.6.2. QUALCHE DATO TRATTO DAL RAPPORTO ANNUALE DELLA FORMAZIONE (R.A.F.)
L’attività di formazione tiene in considerazione, per la costruzio-
ne dei progetti, diverse aree e competenze identifi cabili nelle se-
guenti tipologie: Formazione Residenziale, Formazione sul Cam-
po e Formazione E-learning (ancora invia sperimentale).
I bisogni formativi vengono soddisfatti sia attraverso la formazio-
ne gestita internamente che attraverso eventi formativi gestiti da
provider esterni.
La platea di riferimento del 2008 è rappresentata dai 2.731 di-
pendenti di cui 1.824 (67%) sono destinatari dei crediti ECM. Tra
questi solo 194 dipendenti, pari al 10,6%, non hanno maturato il
minimo di 15 crediti annuali richiesti.
Nel 2008 sono stati gestiti all’interno 458 eventi formativi (alcuni
dei quali sono stati ripetuti in più riedizioni, per un totale com-
plessivo di 733) di cui 255 (56%) classifi cati come formazione re-
sidenziale e 191 (44%) come formazione sul campo.
La distribuzione degli eventi effettuati internamente si differenzia
a seconda dei vari dipartimenti e delle aree aziendal; le strutture
a maggior assorbimento di risorse formative sono state quelle
appartenenti al Dipartimento Cardio-toraco- ascolare e di area
critica (11%), seguite dai dipartimenti di Emergenza-Urgenza
(10%), Onco-ematologico e malattie infettive (10%), Ostetrico gi-
necologico e pediatrico (10%) e l’area delle Medicine generali e
specialistiche (9%).
Sempre nel 2008 il personale dipendente ha potuto usufruire di 619
eventi formativi organizzati da provider esterni. Complessivamente il
personale sanitario con obblighi ECM ha maturato quasi 70.000 cre-
diti, di cui il 94% attraverso corsi organizzati all’interno dell’azienda.
Tabella 4.6.2 – Dati statistici sulla formazione 2008
Numero complessivo dei Dipendenti: 2731
di cui destinatari dei Crediti ECM: 1824
Numero dei professionisti che non hanno
maturato il minimo di 15 crediti ECM richiesti:
194
N° Eventi Formativi gestiti internamente 458
Quante persone hanno partecipato ad eventi di
formazione interna:
1864
N° Eventi di Formazione fruiti da Provider esterni: 619
N° Referenti Dipartimentali di formazione: 26
N° animatori di formazione: 124
Costi effettivi per Formazione ECM 2008 € 650.871
Questionari di gradimento elaborati: 6750
Tabella 4.6.1 – Eventi formativi interni 2008
DIPARTIMENTI /AREEN° EVENTI
F. Resid.
N° EVENTI
FSC
Area Amministrativa 5 0
Area Tecnica - Logistico alberghiera
- Sicurezza9 0
Area Tecnologico Scientifica e
dell’innovazione15 3
Dip. Cadio - Toraco - Vascolare e di
Area Critica25 27
Dip. Chirurgie Generali e
Specialistiche21 16
Dip. Diagostica per Immagini 7 10
Dip. Emergenza - Urgenza 45 4
Dip. medicina di Laboratorio 7 6
Dip. Medicina Interna e specialità
Mediche21 24
Dip. Neuro-Motorio 7 13
Dip. Onco-Ematologico e di Malattie
Infettive13 35
Dip. Ostetrico Ginecologico e
Pediatrico21 25
Direzione INfermieristica 19 16
Direzione Operativa 40 12
173
Il Piano Formativo annuale è stato predisposto avendo come rife-
rimento gli obiettivi di budget aziendale ed i bisogni formativi dei
professionisti che sono emersi attraverso la rete della formazio-
ne costituita da 26 referenti dipartimentali e 124 animatori della
formazione. In particolare gli ambiti tematici di riferimento sono
stati la gestione del rischio, l’adozione di nuove tecnologie e la
comunicazione ed hanno portato alla realizzazione di :
un piano formativo per la Gestione del Rischio Clinico che ha -visto coinvolti oltre 900 dipendenti in 16 edizioni di eventi for-
mativi dedicati;
un piano della formazione alla Comunicazione nelle realtà ad -alta criticità per le relazioni con i pazienti ed interprofessio-
nali.
oltre 230 eventi formativi di Formazione sul Campo (FSC), -orientata alla messa a punto di modelli di revisioni clinico -
assistenziali tra pari, messa a punto di linee guida, implemen-
tazione dei programmi di accreditamento.
formazione all’uso delle risorse scientifi che basate sulle -evidenze documentali per medici , farmacisti, biologi, fi sici,
infermieri ,tecnici , fi sioterapisti, ostetriche. Per questo ol-
tre alla formazione d’aula si è provveduto a mettere a punto
eventi formativi basati su supporti elettronici realizzando For-
mazione a Distanza (FAD),sincrona ed asincrona. A sostegno
di questo programma è stata attivata una convenzione con il
Centro e-learning dell’Università di Modena e Reggio Emilia
(CEA-UNIMORE), che ha fornito le infrastrutture open-source
per realizzare gli eventi formativi su piattaforma moodle. Allo
stesso tempo si è sviluppata un’area di interazione con i Corsi
di laurea attivi presso le Azienda sanitarie di Reggio Emilia,
per consentire a tutti gli studenti di acquisire i fondamentali
della ILB (Information Literacy Biomedicine); questa alfabe-
tizzazione ha consentito di sostenere le basi documentali di
pubblicazioni scientifi che, tesi di laurea e la proposta di pro-
getti di ricerca.
4.6.3 LA VALUTAZIONE DEI CORSI ECMCon l’inizio del 2008, il servizio Formazione Innovazione Clini-
ca e Biblioteca ha adottato (dopo l’approvazione da parte della
Commissione Regionale) una nuova versione del questionario di
valutazione degli eventi formativi E.C.M., contenente domande
più specifi che che permettono di ottenere informazioni più ana-
litiche e particolareggiate di ciascun evento formativo. Si è pun-
tato all’eliminazione della fi rma, all’interno del questionario, per
consentire al discente di esprimere ciò che “veramente” pensa
dell’evento formativo, in tutti i suoi aspetti.
Sono stati elaborati 6.750 nuovi questionari di gradimento (283
eventi), dai quali è emerso un livello di soddisfazione particolar-
mente positivo. Ogni elaborazione, relativa ad un evento, viene
inviata al Responsabile del corso perché possa trarne utili indi-
cazioni per le edizioni successive. Va segnalato che la formazio-
ne sul campo, per la quale non è prevista la somministrazione
del questionario di gradimento, viene valutata con altri indicatori
all’interno delle singole strutture proponenti.
Il grafi co, sotto riportato, costituisce un esempio di elaborazione
di un progetto formativo in linea con gli obiettivi nazionali:
Grafi co 4.6.12 – Esiti questionario gradimento
L’impegno del Servizio Formazione è volto a valorizzare la pro-
pria attività come strumento per il miglioramento professionale,
stimolandone l’agire competente e consapevole per un’adeguata
assistenza ai cittadini.4
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MNTabella 4.6.3 – Crediti ECM maturati nel 2008
PRODUZIONE CREDITI ECM:
Corsi interni
ASMN
Corsi Esterni Totali
MEDICI 20.981 1.907 22.888
PROFESSIONI
SANITARIE
43.862 2.493 46.355
TOTALI 64.843 4.400 69.243
174
Disporre di un sistema informativo del personale adeguato è un
requisito indispensabile per qualsiasi servizio sia a fi ni di program-
mazione, controllo, organizzazione e valutazione sia nell’ottica di
un miglioramento della qualità delle prestazioni fornite. L’inte-
grazione dei sistemi informativi contribuendo allo snellimento
e semplifi cazione dell’attività amministrativa, alla diminuzione di
attività ripetitive e all’accelerazione dei tempi di esecuzione delle
procedure, alla diffusione tempestiva di ogni notizia/documento
necessario alla vita dell’azienda, ha portato ad implementare e
consolidare il sistema informativo del personale a tutto vantaggio
della visibilità, trasparenza ed integrazione tra i professionisti e
tra operatori e struttura organizzativa.
L’ integrazione tra i diversi applicativi informatici in uso nei Servizi
amministrativi aziendali allo scopo di defi nire un fl usso di dati tra
i diversi programmi che consenta di implementare e manutenere
un’anagrafi ca del personale dipendente, aggiornata e completa,
utilizzabile per le fi nalità che attengono alla gestione del rapporto
di lavoro nonchè alle molteplici attività connesse e conseguenti,
comprese quelle attinenti i profi li della sicurezza. Diversi sono gli
strumenti aziendali, informatici e non, che consentono di ordina-
re organicamente i processi e le informazioni; alcuni sono volti a
garantire gli adempimenti di legge e le applicazioni economico-
contrattuali, altri sono maggiormente orientati a supportare tutta
l’attività decisionale, di sviluppo professionale e personale. Il si-
stema informatico è basato su differenti livelli di autorizzazione,
che consentono al personale dipendente di accedere alla propria
posta aziendale anche attraverso il computer di casa.
Nell’ottica di uno snellimento delle procedure amministrative e
riduzione del fl usso cartaceo, si segnala:
> Badge a doppia tecnologia
Nel corso del 2008 si è concluso il processo di sostituzione di tutti
i badge in dotazione al personale dipendente con nuove tessere
di riconoscimento/badge a doppia tecnologia (banda magnetica
e sensore di prossimità) corredati di foto digitale. Il nuovo siste-
ma consente di eseguire un controllo sugli accessi abilitando
l’ingresso alla struttura (correlate alla qualifi ca e alle abilitazioni
possedute dal dipendente).
> Portale WEB del personale
Nel corso del 2008 l’Azienda ha provveduto a rendere attivo sulla
rete intranet aziendale il Portale del Personale (in analogia con
quanto disposto dall’Azienda Usl) che consente al personale di-
pendente, autenticatosi con le proprie credenziali informatiche
(nome utente e password) e supportato dalle necessarie istruzio-
ni tecniche, di consultare i dati strettamente personali (giuridici
ed economici) relativi al proprio rapporto di lavoro con l’Azienda.
Il sistema informativo infatti consente, da qualsiasi postazione
informatica all’interno della rete dati aziendale, di accedere alla
visione e alla stampa delle principali informazioni relative al pro-
prio stato giuridico ed economico (stato di servizio, dati reddituali
e fi scali, cartellino orario). Ciò ha consentito ai dipendenti di po-
ter verifi care eventuali irregolarità in fase di timbratura, registra-
zioni di ferie/permessi/aspettative, ecc. e consentirne la tempe-
stiva rettifi ca da parte degli uffi ci competenti. Il nuovo sistema
ha consentito inoltre di richiedere o segnalare ai referenti degli
uffi ci preposti informazioni, delucidazioni per quanto attiene sia
agli eventi della propria carriera sia agli emolumenti economici
corrisposti, dando così un importante contributo alla tempestivi-
tà, semplicità ed economicità di gestione nonchè alla trasparenza
amministrativa.
Il Portale del Personale offre altresì un’area dedicata alla For-
mazione, alimentata dal Servizio Formazione Innovazione Clinica
e Biblioteca. La sezione Formazione del Personale, contiene la
situazione curriculare di ciascun dipendente, consultabile in tem-
po reale; include la situazione riepilogativa dei corsi interni, e dei
corsi esterni che ciascun professionista documenta all’Azienda.
> Cruscotto direzionale e indicatori di gestione
Dal 2005 l’azienda ospedaliera ha sviluppato il progetto “Sistema
Informativo del personale - Indicatori di gestione» con lo scopo
di sviluppare un sistema informativo strutturato e attendibile in
grado di alimentare un sistema di reportistica e di indicatori a
supporto della direzione per la gestione del personale.
Il percorso è stato così avviato dal Servizio Controllo di Gestione
attraverso la collaborazione con il Servizio di informatica, il Ser-
vizio gestione del personale, la Direzione infermieristica, tecnica
ed ostetrica e la Direzione operativa aziendale.
L’obiettivo informativo è quello di sintetizzare l’attività lavorativa
effettuata in termini di presenze e distribuzione dell’attività nelle
varie aree, al fi ne di evidenziare le caratteristiche, la struttura e
le eventuali sofferenze delle varie unità operative nello svolgere
le proprie attività.
Ciò può essere esplicitato a differenti livelli di dettaglio sia in ter-
mini di fi gure professionali (ruolo e qualifi ca), sia per centro di
costo di appartenenza. I dati sono estratti dal database del pro-
gramma di rilevazione presenze che rileva a mezzo badge le tim-
brature in entrata e in uscita del personale.
La situazione attuale, all’interno dell’azienda ospedaliera di Reg-
gio Emilia, vede l’utilizzo consolidato di tale cruscotto di indicatori
dal 2006 a livello della Direzione aziendale, a cui essi sono tra-
smessi trimestralmente dal Servizio controllo di gestione.
La reportistica standard prevede l’analisi delle seguenti variabi-
li, per il periodo considerato, suddivisa per tipologia di contratto,
ruolo e centro di costo:
– ferie maturate e godute;
– ore fatte e straordinari;
– tipologia di assenza;
– attività specifi ca in reparto/servizio;
– ore di formazione.
L’elaborazione prevede sempre il confronto tra l’anno corrente e
l’anno precedente.
Tra i programmi/fi le maggiormente utilizzati dalla Direzione
aziendale e dai Responsabili dei servizi a supporto delle attività,
si segnala:
Il sistema di rilevazione delle presenze/ straordinari /reperi-•bilità …
Il sistema di gestione delle assenze e relativa modulistica •scaricabile dal dipendente
Il sistema di gestione della turnistica•Tutto il settore della intranet legato a: contratti sindacali, atto •aziendale, comitato consultivo misto, comitato etico, accredi-
tamento ….
Relativamente ai primi due punti, si pone l’attenzione sul consoli-
damento della prassi volta all’integrazione, analisi e confronto dei
dati raccolti dal Servizio di Gestione del Personale e Direzione In-
fermieristica a supporto di alcune componenti gestionali e attività
quali: identifi cazione e valutazione del trend di richiesta aspet-
tative, reporting per la negoziazione sindacale, defi nizione delle
strategie per una corretta sostituzione del personale assente.
4.7 Sistema informativo del personale
175
> Comunicazione ed autorizzazione giustifi cativi di assenza
Lo scopo è di rendere più snelle le operazioni di registrazione e
monitoraggio delle assenze, per un miglioramento della traspa-
renza gestionale e una rendicontazione più prossima al tempo
reale; prosegue con il Servizio di Gestione del Personale (in par-
ticolare uffi cio attività di servizio), l’analisi del processo dal quale
era scaturita una griglia di responsabilità per l’autorizzazione e
trasmissione dei giustifi cativi di assenza riducendo la ridondanza
di autorizzazioni. Sono attualmente allo studio possibilità di vi-
sualizzazione ed accesso ad alcune sezioni del sistema di regi-
strazione dati aziendale, da parte dei coordinatori, convinti che la
possibilità di ridurre il gap tra reale assenza e registrazione possa
favorire le politiche di gestione, i rapporti e le strategie suppletive
nei servizi coinvolti.
> Il sistema di gestione della turnistica
Si tratta un sistema informatico, predisposto per l’elaborazione
della turnistica di tutte le unità operative afferenti alla Direzio-
ne Infermieristica. Il programma vuole essere uno strumento per
favorire il lavoro dei coordinatori nella predisposizione della turi-
stica mensile e consentire la realizzazione di indagini conoscitive
e statistiche da parte della Direzione Infermieristica stessa; allo
stato attuale viene utilizzato solo nella funzione di gestione/ela-
borazione della turnistica.
> Sistema a supporto della professione
La possibilità, del sistema informativo, di essere un supporto allo
sviluppo professionale è rappresentata dalle potenzialità, insite
nello strumento stesso, di offrire/ favorire possibilità di confronto
e condivisione di situazioni e saperi. L’ambito della intranet azien-
dale è luogo favorevole attraverso spazi dedicati ad ogni diparti-
mento e singola unità operativa e link specifi ci per ogni servizio.
Ogni utente ha la possibilità di accedere, con proprio username
e password, a tutte le informazioni contenute nel sistema; que-
ste sono raggruppabili in notizie a carattere generale, necessarie
alla visibilità e funzionamento dell’unità operativa/servizio, ban-
che dati per gli utenti, procedure e protocolli specifi ci del settore,
modulistiche di settore, informazioni relative alla sicurezza …..,
accesso e prenotazione ad eventi formativi. Si segnala infi ne il
progressivo utilizzo dell’applicativo aziendale nella segnalazione
e condivisione di problematiche professionali con l’inserimento
di spazi dedicati a forum, repository di dati e/o documenti, link di
approfondimento.
> Sistema ed iscrizione/calendarizzazione
della formazione del personale
Non si fa riferimento nello specifi co a tutto il sistema di gestione
e registrazione degli eventi formativi e dei curricula formativi pre-
senti presso il servizio formazione innovazione e biblioteca, ma
alla programmazione telematica, presente nella intranet azien-
dale, predisposta per la visualizzazione calendari e prenotazio-
ne on-line di eventi formativi. Allo stato attuale lo strumento è
messo a disposizione dei professionisti solo per alcuni eventi in
programma e sarà potenziato secondo le richieste; nel corso del
2008 si sono messi in rete alcuni eventi formativi trasversali quali
appunto il corso base di gestione del rischio clinico, gestione del
catetere vescicale, lavaggio delle mani … (et alter), con l’obiettivo
di aumentarne la visibilità, facilitare la condivisione, ottimizzare
la prenotazione e la copertura dei posti a disposizione. Si tratta
pertanto di un applicativo della intranet a supporto gestionale dei
responsabili di eventi formativi che completa/integra quanto esi-
stente al servizio di formazione.
4.7
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176
4.8.1 LE RELAZIONI SINDACALI
Le relazioni sindacali tra la direzione aziendale e i rappresentanti
dei dipendenti, si sono mantenute costanti durante tutto il 2008
secondo le forme e le modalità previste, per le varie materie, dai
contratti collettivi di lavoro delle Aree della Dirigenza e del Com-
parto. Si sono infatti tenuti, sui vari tavoli di trattativa, numerosi
e periodici incontri in cui si sono affrontate ed approfondite le te-
matiche inerenti sia le applicazioni a livello aziendale dei CCNL
che le problematiche presentatesi, di volta in volta, nell’ambito
dell’organizzazione del lavoro, anche a seguito delle riorganizza-
zioni interne di attività e/o dell’incremento di funzioni sanitarie.
Nel corso 2008, hanno assunto particolare rilevanza, i seguenti
argomenti: l’attivazione del modello organizzativo della nuova
centrale di sterilizzazione, la riorganizzazione in ambito chirur-
gico, la riorganizzazione dell’attività del personale di supporto
in specifi che strutture ospedaliere per migliorare l’assistenza e
renderla più consona ai bisogni dell’utenza, l’accorpamento del
Laboratorio di Castelnovo nè Monti al Dipartimento Medicina di
Laboratorio dell’Arcispedale.
Per quanto attiene al personale del comparto, è inoltre prose-
guita l’applicazione degli accordi sindacali sottoscritti in tema di
progressione orizzontale e sviluppo professionale, consolidando
un sistema di valorizzazione economica del personale con cui si
è inteso incentivare l’inserimento del personale nelle strutture
sanitarie e valorizzarne l’esperienza professionale maturata nel
corso del servizio effettivamente prestato. Sono state, inoltre,
espletate nel corso del 2008, per la copertura di posti vacanti, al-
cune selezioni interne per titoli e prove attitudinali (riservate al
personale di ruolo in possesso dei requisiti di cui alle declaratorie
contrattuali), atte a consentire nell’ambito del sistema di classifi -
cazione del personale e nei limiti delle percentuali previste dalle
vigenti norme (D. Lgs. 220/1991 e artt. 16 e 17 CCNL 7.4.1999),
lo sviluppo professionale nel ruolo amministrativo (verticale/oriz-
zontale) di operatori inquadrati in altri profi li.
Particolare attenzione ed impegno sono stati dedicati nel 2008, a
continuazione di quanto avviato nel 2007, al tema della stabilizza-
zione del lavoro precario ed alla valorizzazione delle esperienze
lavorative presso l’Azienda, relativo al periodo 2007-2010, come
già descritto nel paragrafo 4.1.1.
4.8.2 COMPATIBILITÀ TRA VITA LAVORATIVA E VITA FAMILIARE
Il tema in oggetto risulta particolarmente importante in ambito
ospedaliero data la necessità di assicurare, nella maggior par-
te delle strutture aziendali data la necessità di assicurare l’ero-
gazione dei servizi sanitari articolati in una turistica sulle 24 ore
(turni diurni/notturni e festivi). Trattasi di esigenze che spesso
diffi cilmente si conciliano con la vita familiare dei singoli opera-
tori che, in molti casi, hanno fi gli minori o genitori anziani da ac-
cudire. A fronte di questo si è constatato il graduale incremento
della richiesta di passaggio dal rapporto di lavoro a tempo pieno
a quello a tempo parziale
Il tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, che risulta
strettamente connesso al più ampio tema dei tempi e degli orari
delle città, è stato ed è tuttora oggetto di studio da parte di uno
specifi co Gruppo di Lavoro (Progetto “ConciliaRE”), costituito da
parte degli Assessorati ai Diritti di Cittadinanza e Pari Opportunità
ed alla Mobilità del Comune di Reggio Emilia e di cui fanno parte
diversi rappresentanti delle Associazioni d’impresa dei vari settori
produttivi, le istituzioni del territorio nonché l’Azienda Ospedalie-
ra e l’Azienda USL di Reggio Emilia. L’Amministrazione Comunale
ha infatti posto al centro del proprio programma la “conciliazione
dei tempi di vita e di lavoro”, considerato tema strategico del si-
stema economico, sociale e culturale, con caratteristiche di com-
plessità e trasversalità, dato il coinvolgimento e la collaborazione
di diversi attori sociali, nella prospettiva di valorizzare il tempo
quale bene fondamentale per una migliore qualità della vita e al
fi ne di superare alcune criticità presenti nella società reggiana
derivanti da vari fattori (es. aumento della mobilità delle persone,
la diversa regolazione temporale della vita individuale, le criticità
rispetto all’uso del tempo). Nell’ambito del progetto “ConciliaRE”
promosso dal Comune di Reggio Emilia nel 2008 l’Azienda con
proprio atto n. 32 del 09.05.2008 ha aderito alla Consulta dei Tem-
pi e degli Orari, mediante l’adesione all’atto costitutivo, ricono-
scendo importanza ai temi della pianifi cazione dei tempi e degli
orari individuali e collettivi e della loro reciproca conciliazione per
defi nire azioni e strategie fi nalizzate anche a liberare tempi per la
vita sociale e a migliorare i bilanci temporali dei cittadini nonché
a favorire la mobilità sostenibile. Alle iniziative e agli incontri pro-
mossi dalla Consulta nel corso del 2008 l’Azienda ha partecipato
con propri rappresentanti.
In merito alle iniziative promosse per facilitare gli orari e i per-
corsi casa-lavoro dei dipendenti e di venire incontro alle necessità
delle loro famiglie, si inserisce la convenzione sperimentale sti-
pulata nel corso del 2008 tra la Direzione Aziendale e la limitrofa
Scuola Materna di S. Pellegrino di Reggio Emilia (di proprietà del
Comune e a gestione parrocchiale), inerente la riserva a favore
dei propri dipendenti di 12 posti per bambini di età compresa tra
i 3 e 5 anni per l’anno scolastico 2008/2009. Il numero dei posti
disponibili è stato riservato per 9 posti ai fi gli di dipendenti area
comparto e 3 posti ai fi gli di dipendenti area dirigenza. Quanto
sopra ha comportato la pubblicazione di un avviso rivolto a tutti i
dipendenti nel quale sono state indicate le condizioni per l’acces-
so alla Scuola Materna e i criteri per la selezione dei richiedenti,
qualora le domande di iscrizione fossero superiori ai posti dispo-
nibili. Si puntualizza che, se l’onere della riserva dei posti è stato
assunto dall’Azienda, risulta ovviamente a carico dei genitori il
pagamento della retta mensile, quantifi cata in € 200 per ciascun
fi glio. L’esito della sperimentazione è stato soddisfacente anche
se, dati i tempi ristretti per l’iscrizione alla scuola materna, sono
pervenute un numero di domande inferiore ai posti disponibili
non rendendosi necessaria la formulazione di alcuna graduato-
ria. L’iniziativa verrà sicuramente ripetuta per l’anno scolastico
2009/2010 previo rinnovo della convenzione a suo tempo stipulata
e mantenendo fermo il numero complessivo dei 12 posti da riser-
vare ai dipendenti dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia.
4.8.3 FACILITAZIONI PER I DIPENDENTI
> Il Servizio di Ristorazione
L’Azienda Ospedaliera dispone di un servizio di ristorazione azien-
dale, di recente ristrutturazione, gestito dal Servizio Logistico
Alberghiero e da personale qualifi cato. Trattasi di un processo
certifi cato dal 2004 secondo le norme ISO 9001/2000. Particolare
attenzione è posta verso la soddisfazione degli utenti sia per ga-
rantire cibi di buona qualità che per stimolare comportamenti più
sani da adottare nella vita quotidiana.
Il servizio di ristorazione prepara anche i pasti per i pazienti di
alcune strutture dell’Azienda Sanitaria Locale nonché per i di-
4.8 Struttura delle relazioni con il personale dipendente e con le loro rappresentanze
177
pendenti della stessa. Le derrate alimentari sono tutte di prima
qualità e su di esse vengono effettuati costantemente controlli
sia al loro arrivo sia nel momento in cui avviene la lavorazione.
Vengono utilizzati prodotti IGP (indicazione geografi ca protet-
ta) e DOP (denominazione origine protetta). Le pietanze vengono
preparate da personale dipendente, che opera all’interno della
cucina dell’ospedale, qualifi cato e costantemente aggiornato con
particolare riguardo alle norme igieniche.
Il menù viene stilato tenendo conto delle diverse esigenze nutri-
zionali, coprendo tutti i gruppi alimentari: latte e derivati, cereali
e derivati (pasta, orzo, farro, riso ecc…), frutta e ortaggi, carne e
pesce, condimenti (olio, formaggio grattugiato, aceto ecc…). e del
loro apporto nutrizionale (kcl, glucidi, lipidi ecc…).
E’ attivo un servizio mensa aperto a tutti i dipendenti che coprono
la fascia oraria del pranzo (12/15), dal lunedì al sabato, l’acces-
so è previsto al prezzo stabilito dal CCNL mentre per gli uten-
ti esterni (frequentatori, borsisti, operatori di ditte appaltatrici,
liberi professionisti, parenti dei pazienti) è stabilita una tariffa
calcolata sulla base di costi sostenuti per la produzione e distri-
buzione del pasto (attualmente € 8,00).
Il menù della mensa prevede la scelta tra 4 primi, 3 secondi caldi
- formaggio - salume, 5 contorni caldi, 3 contorni freddi, frutta,
1 volta alla settimana dolce, acqua minerale o vino. Nuovi piatti
vengono periodicamente sperimentati e, se risultati graditi dopo
apposita indagine, vengono immessi stabilmente nel menù.
Specifi ci indicatori misurano, secondo un preciso piano di rile-
vazione dei dati, la qualità del pasto in tutte le fasi del processo
produttivo: dal ricevimento delle derrate alla somministrazione
all’utente.
I dipendenti celiaci possono prenotare in mattinata un pasto spe-
ciale da consumare all’ora di pranzo in mensa. Detto pasto viene
cucinato presso una sede dedicata e servito in monouso.
> Vaccinazione antinfl uenzale
Nel corso della stagione invernale 2008-2009, come ogni anno, è
stata condotta presso l’ASMN la campagna di vaccinazione antin-
fl uenzale che prevede l’offerta gratuita del vaccino ai dipendenti.
Come in tutti i luoghi pubblici anche negli ospedali la trasmissio-
ne dell’infl uenza è molto frequente: sia i degenti che gli operatori
sanitari possono contrarre e trasmettere l’infl uenza a pazienti e
colleghi. Ne possono derivare danni importanti per i degenti, per
gli stessi operatori e per l’organizzazione nel suo complesso.
La vaccinazione è stata proposta a tutto il personale sanitario e non
sanitario, dipendente e non dipendente, ed è stata somministra-
ta nel periodo novembre-dicembre e cioè in quel arco temporale
ottimale per lo sviluppo della immunizzazione verso l’infl uenza,
in considerazione del fatto che il picco di incidenza solitamente
si verifi ca a fi ne gennaio. Per favorire l’aderenza del personale
alla campagna vaccinale, la direzione aziendale ha messo a di-
sposizione varie modalità di somministrazione della vaccinazio-
ne (ambulatorio ad hoc per il periodo indicato, ambulatorio delle
assistenti sanitarie) e fasce orarie fruibili (a scavalco tra un turno
e quello successivo). È stata inoltre fornita la possibilità al perso-
nale di eseguire la vaccinazione nei singoli reparti, presso i quali
un medico ed un’assistente sanitaria della direzione sanitaria si
sono recati secondo un calendario stabilito e condiviso.
Complessivamente sono stati vaccinati più di 750 operatori, equi-
valenti a circa il 30% del personale dipendente.
> Abitudini alimentari ed abitudine tabagica
Da un punto di vista clinico, l’Obesità è una malattia cronica, du-
revole, multifattoriale, geneticamente predeterminata, dovuta
ad un eccessivo deposito di grasso corporeo rispetto alla massa
magra (paragonato alla media della popolazione), che presenta
signifi cative conseguenze di ordine medico, psicologico e sociale.
Per l’opinione pubblica, il considerare l’eccesso ponderale (so-
vrappeso/obesità) uno stato di malattia (o per lo meno non fi siolo-
gico) è poco diffuso ed a molti addirittura sconosciuto, viene con-
siderato semplicemente un fattore estetico. Per quanto riguarda
la tutela della salute in ambito lavorativo l’obesità e le patologie
correlate infl uenzano negativamente l’idoneità alla movimenta-
zione dei carichi, allo svolgimento di lavoro in turni avvicendati
e l’adattamento ergonomico ai posti di lavoro. Il personale sani-
tario è probabilmente più informato sul problema obesità e sulle
sue conseguenze rispetto alla popolazione generale, ma spesso
ad una maggiore informazione non corrisponde l’acquisizione di
comportamenti corretti e salutari.
Per queste ragioni, a fi ne 2007 è stato svolto un “Sondaggio sullo
Stato Ponderale dei Dipendenti ASMN”, volto ad identifi care la pre-
valenza dell’eccesso ponderale e l’abitudine a consumare alimenti
sul luogo di lavoro. Per tale Sondaggio si è proceduto a: 1) formulare
la scheda di raccolta dati; 2) realizzare uno spazio informativo ed im-
postare il questionario elettronico nella Intranet Aziendale; 3) infor-
mare i dipendenti ASMN dell’iniziativa tramite news nella Intranet
Aziendale ed invio di e-mail ai Gruppi di posta elettronica.
Il questionario è rimasto attivo on line nella Intranet Aziendale per
circa 30 giorni. I dati sono stati elaborati ed i risultati hanno costi-
tuito parte integrante dei contenuti del corso educativo-informativo
organizzato nel 2008. Al sondaggio hanno partecipato 671 dipendenti
(circa 30% del totale) di cui 74% donne e 26% uomini con età media
di circa 40 anni. Dal sondaggio è emerso che il personale è così di-
stribuito: 4,02% sottopeso, 61,85% normopeso, 25,04% sovrappeso,
9,09% obeso. È emerso anche che il 37% non svolge attività fi sica,
mentre la rimanete quota la svolge costantemente (24%) o non re-
golarmente (39%). Il corso, dal titolo “La Salute vien … Mangiando? -
Presentazione dei Risultati del Sondaggio 2007 sullo Stato Ponderale
dei Dipendenti ASMN”, si è svolto nel corso di maggio 2008 ed è stato
organizzato dal dietista e dal servizio di formazione, in collaborazio-
ne con i clinici. Sono stati trattati i seguenti temi: epidemiologia e
nutrizione umana; presentazione dei risultati dello screening ponde-
rale; eccesso ponderale e conseguenza cliniche (obesità, Sindrome
di Pickwick ed OSAS); ruolo dell’Alimentazione nella Prevenzione e
nel Trattamento dell’Obesità; sicurezza sul Luogo di Lavoro; il Pasto
in Mensa: combinazioni Culinarie; il programma BIB (BioEnterics
Intragastric Ballon) nel Trattamento dell’Obesità. Al corso hanno
partecipato circa 100 dipendenti ed il gradimento è stato elevato. Nel
corso del 2009 verrà riproposto il questionario ai dipendenti per un
successivo confronto dei risultati con quelli del precedente. Nel 2010
si ripeterà quindi il corso educativo-informativo.
Il fumo di sigaretta è la principale causa di malattia e di morte oggi
in Italia, come nella maggior parte dei Paesi industrializzati. L’as-
sunzione costante e prolungata di tabacco è in grado di incidere sulla
durata della vita media, oltre che sulla qualità della stessa.
Studi condotti in numerose situazioni e utilizzando diverse meto-
dologie hanno provato una relazione causale tra consumo di ta-
bacco e neoplasie di molti organi: polmone, cavo orale e faringe,
esofago, laringe, pancreas, rene e vescica, ecc, oltre che con ma-
lattie cardiovascolari e cerebrovascolari. L’aumento del rischio di
tumore nei forti fumatori è di almeno 25 volte per polmone e laringe
e tra 2 e 10 volte per gli altri organi. Il carcinoma del polmone è estre-
mamente raro nei non fumatori, ma è diventato nel corso degli ultimi
30 anni la principale causa di morte per tumore in Italia, come del
resto negli altri Paesi sviluppati. Anche il fumo passivo è responsa-
bile di un aumento del rischio relativo di tumore del polmone del
30-50%. Per gli adulti, il tumore polmonare è il prodotto più co-
nosciuto del fumo passivo, ma pare che esistano correlazioni con
i tumori dei seni nasali nonché con malattie cardiovascolari (so-
prattutto a causa della nicotina e del monossido di carbonio). Nel
corso del 2008, come nei precedenti anni, presso l’ASMN c’è stata
la possibilità per i dipendenti fumatori di accedere all’ambulato-
rio di fi siopatologia respiratoria che riserva 1 volta alla settimana
visite dedicate a chi vuole smettere di fumare. L’ambulatorio offre
una prima visita ed un primo counselling ed è in collegamento
con i centri antifumo USL a cui i dipendenti possono venire indi-
rizzati successivamente. Ogni anno i dipendenti che si rivolgono
all’ambulatorio sono pochi ma l’esistenza di questo ambulatorio
aumenta le possibilità, per i dipendenti che intendano smettere
di fumare, di rivolgersi ad operatori esperti per un supporto. La
vicinanza fi sica al luogo di lavoro e la cadenza settimanale sono
infatti elementi che possono favorire l’adesione del personale.
4.8
Str
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178
179
In questo capitolo vengono illustrate le logiche impiegate e le azioni attivate nell’ambito
della comunicazione esterna ed interna. In particolare sono trattati i temi collegati alla
comunicazione per l’accesso ai servizi rendicontando le iniziative sviluppate per facilitare
l’accesso e migliorare le relazioni con il cittadino e quelle per sostenere le scelte di interesse
per la comunità. Nell’ultimo paragrafo sono elencate le azioni collegate alla comunicazione
interna focalizzate a sostenere le scelte organizzative ed il coinvolgimento del personale nella
vita dell’azienda.
Sistema di relazioni e strumenti di comunicazione55
180
L’Arcispedale Santa Maria nuova ha da tempo adottato una stra-
tegia di comunicazione che vede nella semplifi cazione e nella tra-
sparenza i suoi obiettivi primari.
La comunicazione aziendale è orientata a mantenere signifi cati-
vamente costruttivi i rapporti interni ed esterni ed ordinati in un
tessuto di relazioni effi cacemente radicato nella comunità nella
quale l’Ospedale si trova inserito; essa orienta le proprie strategie
verso diversi interlocutori:
il cittadino •gli operatori •le associazioni di volontariato •il mondo istituzionale. •
Per quanto riguarda la relazione con la cittadinanza, lo sforzo
dell’azienda è teso a mettere a disposizione un capitale informa-
tivo completo, comprensibile anche ai “non addetti ai lavori”, utile
per accedere, al meglio, alle prestazioni ed ai servizi istituzional-
mente offerti.
Il patrimonio informativo messo a disposizione degli operatori,
attraverso la rete intranet, “Notizie” e la comunicazione elettroni-
ca si pone l’obiettivo di favorire il coinvolgimento degli stessi nella
vita dell’azienda e di conseguenza anche nelle sue scelte.
La comunicazione con le Associazioni di Volontariato mira ad ac-
crescere il signifi cativo apporto che le Associazioni stesse pos-
sono dare nel valutare i servizi offerti, migliorarli e potenziare i
servizi alla persona e comunque a vigilare che i bisogni della cit-
tadinanza siano sempre al centro delle scelte aziendali.
La comunicazione e l’informazione con il mondo istituzionale è
pensata con l‘obiettivo di favorire, in accordo con il mandato pro-
prio della Azienda, la compartecipazione degli Enti Locali alla
programmazione sanitaria complessiva.
Occorre tuttavia fare una particolare menzione delle iniziative di
comunicazione che sono state progettate e realizzate dalla Bi-
blioteca Medica di questo Arcispedale ed in modo specifi co:
La “Biblioteca per pazienti”, iniziativa divenuta progetto azienda-
le, è composta da due servizi destinati l’uno a migliorare la qualità
dell’assistenza tramite l’informazione (Punto Informativo per pa-
zienti e familiari) l’altro a umanizzare la permanenza dei pazienti
durante il ricovero in ospedale (Biblioteca di Svago “Cure leggè-
re... Lèggere cura!”).
Il Punto Informativo per pazienti e familiari è uno spazio educati-
vo e informativo in cui è possibile richiedere materiale di qualità
sulle malattie. Tale attività si propone di:
• rendere disponibile e comprensibile ai pazienti e ai loro
familiari oltre che consultabile con una guida, la documentazio-
ne più aggiornata sui risultati della ricerca scientifi ca inerente le
patologie oncologiche e croniche trattate dai reparti che parteci-
pano al progetto, ivi comprese le informazioni sulla effi cacia e la
sicurezza delle diverse alternative terapeutiche messe a confron-
to tra loro.
• migliorare, ove già avviato (es: reparto di Oncologia), ed
estendere agli altri reparti coinvolti nel progetto la produzione e
l’aggiornamento periodico della documentazione per una miglio-
re autogestione da parte del paziente e dei suoi familiari della vita
quotidiana, in considerazione dei problemi e dei rischi legati alla
patologia e alle terapie effettuate.
A tal proposito è stata attivata una collaborazione con AZALEA, la
Banca Dati Digitale di materiale divulgativo sul cancro per pazien-
ti e famigliari, realizzata dalle Biblioteche Biomediche di sette
Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifi co (IRCCS) onco-
logici.
I documenti contenuti in questa Banca Dati vengono valutati da
parte di un gruppo di esperti sia per quanto rattiene il contenuto
informativo, lo stile comunicativo e gli aspetti tecnici.
Il progetto è realizzato da infermieri preparati alla tematica della
comunicazione/informazione che forniscono al paziente le infor-
mazioni richieste.
All’interno della Biblioteca di Svago si sviluppano quattro tipolo-
gie di iniziative:
la lettura ad alta voce: gli incontri e le letture sono stati curati •
dai volontari del Servizio Civile Nazionale, dal personale della
Biblioteca Medica e dal personale volontario del “Laboratorio
BAOBAB”;
le parole in pillole che rappresentano il completamento •ideale dei momenti di lettura a voce alta, una selezione di
brevi citazioni di autori celebri distribuite a pazienti e familiari
come ricordo del tempo trascorso insieme e quale spunto di
riflessione;
la mostra di parole che prevede l’affissione di pannelli che •contengono frasi di personaggi celebri appartenenti a diverse
discipline (dalla letteratura alla scienza, dalla filosofia alla
musica) in punti dell’ospedale nei quali gli utenti trascorrono
più o meno lunghi periodi di tempo (sale di attesa di reparti,
studi medici e ambulatori, corridoi, anticamere degli
ascensori; ecc.);
il prestito standard consistente nel prestito di libri ai pazienti •ricoverati che si inserisce in un’ottica di umanizzazione
dell’ambiente ospedaliero e del periodo di degenza, la
possibilità di distrarsi impiegando un po’ di tempo nella lettura
costituisce per il paziente un efficace e piacevole momento
di svago. Il prestito si compone di circa cento libri, forniti
dalla Biblioteca Comunale “A. Panizzi”. Il servizio di prestito
è gestito da personale della Biblioteca Medica, personale
volontario e Volontari del Servizio Civile.
181
L’accesso ai servizi si realizza con una molteplicità di strumenti
comunicativi; alcuni di questi sono attuati ed in essere, altri sono
in via di progettazione; tutti sono fi nalizzati a fornire agli operatori
le informazioni necessarie per consentire il corretto indirizzo del-
le necessità individuali ed il loro soddisfacimento.
Uno dei progetti più signifi cativi è stata la defi nizione di IAP (Infor-
mazioni per l’Accesso alle Prestazioni) ovvero un sistema integra-
to delle diverse banche dati informative aziendali che gli operatori
possono consultare ed utilizzare correntemente. Prospettiva fu-
tura di IAP è la sua trasposizione sul WEB ad immediata disposi-
zione dei cittadini. Il principale fruitore/manutentore di IAP, così
come del Numero Verde della Sanità regionale, è l’URP aziendale
che svolge le funzioni di ascolto, informazione, orientamento dei
e per i cittadini che accedono all’ Ospedale.
Nel corso dell’anno 2008 l’URP ha certamente consolidato la fun-
zione “mediativa” nell’ambito della gestione delle segnalazioni
dell’utenza. Tale prassi si è palesata in 12 esperienze di vera e
propria mediazione di confl itti secondo le tecniche dell’ascolto
profondo apprese in sede di corso regionale. Tale pratica ha in-
contrato il favore dei cittadini che hanno apprezzato la disponibili-
tà degli operatori a dedicare ad ogni singola esperienza un tempo
adeguato e soprattutto uno “spazio-comunicativo” del tutto nuovo
in quanto scevro da volontà di giudizio o di altro particolare inte-
resse. Si sono affrontate con tecnica specifi ca le casistiche più
complesse, quelle più direttamente legate alla fase relazionale
e comunicativa tra la struttura ed il pubblico sviluppando le ca-
pacità di ascolto approfondito fi nalizzato sia a risolvere gli even-
tuali nodi nati dalla reciproca non riconoscenza sia a concedere
ai cittadini uno “spazio emozionale speciale” che potesse al di là
di ogni singolo evento far rinascere la fi ducia nell’Istituzione e
nei suoi professionisti o mantenerla inalterata. L’URP nel corso
dell’anno 2008 ha registrato un totale di 44.730 contatti diretti con
l’utenza; di questi 44.305 si sono rappresentati come contatti in-
formali con esterni, 222 con utenti interni, 192 con utenti di USL e
11 con medici di Medicina Generale.
Nel 2008 l’URP ha anche gestito 293 contatti come secondo livello
di Numero Verde a fronte di un volume complessivo di contatti con
il Numero Verde, pari a 3418 chiamate.
L’URP sempre nello stesso periodo ha anche gestito la procedura
formale per la raccolta e la trattazione delle segnalazioni avan-
zate dai cittadini, sono stati raccolti e trattati 318 atti formali dei
quali 161 reclami, 144 elogi o ringraziamenti, 4 rilievi, 7 suggeri-
menti e 2 casi impropri. A tutte le segnalazioni è stata fornito un
appropriato riscontro formale entro i termini temporali previsti
dalla procedura aziendale ed in molti casi tale riscontro è stato
preceduto da un colloquio personale fi nalizzato a fornire quelle
spiegazioni che in un atto formale possono non risultare di com-
pleta effi cacia.
Nel corso dell’ultima parte dell’anno 2008 è anche stato ri-pro-
gettato il nuovo “protocollo d’intesa” con il Tribunale del Malato-
Cittadinanzattiva per la regolazione dei rispettivi rapporti proce-
durali inerenti la trattazione delle segnalazioni dei cittadini che
decidono di avvalersi, per la tutela dei loro diritti, della predetta
Associazione. Si sono riviste le fasi procedurali storiche concor-
dando una loro riedizione più aderente alla nuova organizzazio-
ne aziendale, ma sempre garantista del ruolo insopprimibile che
l’Associazione esprime verso i cittadini che le affi dano i loro inte-
ressi.
L’URP è stato, inoltre, interessato all’opera di allineamento delle
informazioni contenute in Banche dati del Numero Verde e del
Progetto Regionale SOLE.
> Sito internet
L’attività dell’anno 2008 è stata incentrata sullo sviluppo dell’inte-
rattività del sito internet.
Al fi ne di facilitare la discussione di tematiche interne ai gruppi di
lavoro scientifi c sono stati messi on line:
schede di iscrizione a convegni, seminari, ..•format per la presentazione di abstract a congressi,•questionari di soddisfazione del cliente,•forum di discussione•
Nell’ambito del sito aziendale si segnalano, in particolare, gli
spazi dedicati a:
> Gruppo di Lavoro Tecnico-Scientifi co per lo sviluppo delle tre
linee di ricerca nell’ambito del percorso di candidatura dell’Arci-
spedale ad per:
condividere documentazione clinico-biomedica (articoli •scientifici, linee guida, procedure, protocolli, ricerche in pro-
gettazione, …)
condividere documentazione gestionale-organizzativo (deli-•bere, verbali di riunioni, presentazioni, …)
> Gruppo di Ortogeriatria con la predisposizione del “Giornale di
Ortogeriatria”, newsletter quindicinale, con possibilità di iscrizio-
ne on line, avente l’obiettivo di condividere e diffondere materiale
scientifi co in modo rapido tra gli iscritti al gruppo stesso. La reda-
zione della newsletter segnala, evidenzia e riporta le notizie ed i
dati della letteratura scientifi ca più signifi cativi prodotti in ambito
ortogeriatrico. L’iscrizione è libera ed avviene mediante la com-
pilazione di un format; a ciascun iscritto vengono comunicate le
credenziali per la visualizzazione on line di tutti i numeri arretrati.
Ad oggi le iscrizioni di professionisti operanti presso strutture sa-
nitarie fuori provincia sono 74 su un totale di 195.
> Attività di Libera Professione intramoenia; per rendere con-
sultabile - per ogni professionista o struttura - l’attività svolta in
regime:
Ambulatoriale individuale; •Ambulatoriale in equipe;•in regime di ricovero. •
> Bacheche
Oltre all’attività di aggiornamento delle informazioni contenute
nelle bacheche poste all’ingresso dei singoli reparti, è stata effet-
tuata nell’anno 2008, una ricognizione di quelle esistenti in com-
mercio al fi ne di individuare il prototipo rispondente alle esigenze
dei reparti dell’Azienda.
La bacheca è strutturata in modo da contenere e mettere a dispo-
sizione materiale informativo, quale:
presentazione del reparto,
campagne informative,
opuscoli informativi per i pazienti.
> Schede informative per pazienti (schede di accoglienza)
Viene curato costantemente con i singoli reparti/servizi l’aggior-
namento delle schede informative sulle attività, orari e altre in-
formazioni utili per l’accesso al reparto/servizio.
Le schede vengono consegnate al paziente, al momento dell’ac-
coglienza in reparto, da parte dell’operatore sanitario ed anche
esposte nelle bacheche poste all’ingresso di ogni singolo reparto/
servizio.
> Brochure
L’uffi cio comunicazione cura assieme ai reparti/servizi ospedalie-
ri stesura, realizzazione grafi ca e stampa di opuscoli informativi
rivolti all’utenza del la Azienda Ospedaliera.
5.1 La comunicazione per l’accesso ai servizi
182
> CAMPAGNE INFORMATIVE
La Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia partecipa, insieme a tut-
te le aziende sanitarie della Regione Emilia- Romagna, al Gruppo
di coordinamento regionale per la comunicazione e l’informazione
in campo sanitario. In tale sede vengono progettate ed organizza-
te le campagne di informazione alle quali le Aziende aderiscono,
in maniera unitaria, con partecipazione locale e coinvolgimento
attivo. Tali campagne mirano a favorire una migliore informazione
su temi legati alla prevenzione e cura (screening, vaccinazioni,
l lotta al dolore, all’AIDS, uso dell’antibiotico, ecc) ed anche ad
argomenti di natura sanitaria legati alla solidarietà sociale (dona-
zione del sangue, donazione di organi, contraccezione, donazione
sangue cordonale). Le campagne programmate a livello regionale
oltre che nazionale trovano, in sede locale, un ulteriore livello di
impegno organizzativo per una più effi cace trasmissione alla col-
lettività locale di riferimento delle informazioni e dei messaggi
ritenuti importanti. Il Volontariato, tramite il Comitato Consultivo
Misto, e la cittadinanza tutta, tramite la comunicazione istituzio-
nale, vengono sempre informati delle iniziative che organizzate e
realizzate tramite l’URP.
Nel corso del 2008 è stato dato, inoltre, ampio spazio al con-
tributo che l’Azienda ha prestato al Piano della Mobilità che ha
interessato la regolamentazione della circolazione e della sosta
interna ed esterna all’area ospedaliera. Una conferenza stampa
di annuncio dell’avvio del Piano di Mobilità è stata fatta congiun-
tamente ai competenti assessorati del Comune di Reggio Emilia
e diversi comunicati stampa in concomitanza con le singole fasi di
sviluppo del Piano generale. Gli scopi del riordino del traffi co di
veicoli nell’area sono stati costantemente comunicati in termini
di benefi ci per la collettività nella riduzione del numero di veicoli
in transito ed in sosta, conseguente riduzione di inquinamento at-
mosferico ed acustico, migliore accessibilità ai servizi ospedalieri
da parte di chi ne ha maggiore e più urgente bisogno e da parte
dei soggetti più svantaggiati.
> RAPPORTI CON I MASS-MEDIA
Il livello informativo e comunicativo generale si realizza anche
attraverso il rapporto costante con i mezzi di comunicazione di
massa. L’Uffi cio Comunicazione svolge la funzione di tramite con
le redazioni locali e regionali di stampa e televisione. Attraverso
contatti diretti, comunicati e conferenze stampa viene diffusa no-
tizia su aspetti ed eventi riguardanti l’attività ordinaria e straor-
dinaria della Azienda. Nel corso dell’anno 2008 sono stati redatti
n.77 comunicati e organizzate n. 5 conferenze vertenti su iniziati-
ve ed attività aziendali di interesse generale.
Frequenti gli interventi dei professionisti a trasmissioni e rubri-
che, in televisione e su carta stampata, su temi di interesse sani-
tario. La rubrica televisiva “Il Medico e il Cittadino”, in onda sulla
principale emittente locale con cadenza settimanale per nove
mesi l’anno, è ormai storica e rappresenta un canale privilegiato
per mantenere la cittadinanza al corrente dell’evoluzione e dello
sviluppo della capacità di fare salute da parte dell’Ospedale e dei
suoi Professionisti. L’Azienda inoltre, sempre nell’ottica di forni-
re alla cittadinanza un servizio di informazione/divulgazione su
temi di interesse medico-clinico, sui percorsi di assistenza e cura
e sui temi di educazione alla salute ed all’uso appropriato della
diagnostica e della terapia, ha ampliato la propria presenza sulla
rete televisiva locale tramite la predisposizione di 30 spazi setti-
manali, in diretta della durata di 15 minuti ciascuno, nell’ambito
della rubrica di attualità “Buongiorno Reggio” e 5 servizi “Primo
Piano” in onda in orario di elevati ascolti.
> LA BIBLIOTECA PER I PAZIENTI
L’anno 2008 ha visto il proseguimento delle attività del proget-
to “La Biblioteca per i Pazienti”, avviato dalla Biblioteca Medica
“P. G. Corradini” nell’autunno 2005. La presenza dei volontari
del Servizio Civile Nazionale ha permesso l’incremento, rispetto
ai precedenti anni, delle attività di Cure leggère… Lèggere cura!,
sottoprogetto che prevede la realizzazione di iniziative ricreative
rivolte a pazienti (e familiari di pazienti) ricoverati e/o coinvolti in
attività terapeutiche in regime di day hospital. In particolare, nel
corso dell’anno 2008 sono stati realizzati 68 incontri di lettura ad
alta voce di testi letterari, ai quali hanno partecipato 532 perso-
ne, con una media di quasi 8 partecipanti per incontro. Nel mese
di aprile si è registrato il superamento dei 1000 partecipanti agli
incontri di lettura ad alta voce dall’inizio del servizio (novembre
2005): un traguardo importante che testimonia l’apprezzamento
dell’iniziativa da parte degli utenti. Si registra, come dato molto
positivo, anche l’incremento dei “menù di lettura”, ovvero delle
raccolte di testi letterari destinati alla lettura ad alta voce, pas-
sati dai 24 di fi ne 2007 ai 40 odierni. I pazienti e i loro familiari
ricoverati nei 3 reparti di medicina dell’ospedale hanno, inoltre,
continuato ad usufruire del servizio di prestito libri a loro dedica-
to: 292 i libri dati in prestito durante le 44 visite ai reparti. Tutte le
attività di Cure leggère… Lèggere cura! sono state coordinate dalla
Biblioteca Medica e realizzate grazie alla collaborazione dei vo-
lontari del Servizio Civile Nazionale del progetto “Cure leggère…
Lèggere cura! – La biblioteca entra in ospedale” (in servizio fi no
a novembre 2008), dei volontari dell’Associazione Vittorio Lodini
per la ricerca in chirurgia, del progetto comunale Baobab/Spazio
giovani scritture, nonché grazie alla disponibilità dimostrata dal
personale dei 6 reparti coinvolti.
Nell’ambito delle iniziative di Restate, nel mese di luglio presso
la Biblioteca Panizzi, si è tenuta, inoltre, la presentazione del li-
bro Baobab/Un libro per amico; realizzato insieme all’Assessorato
Cultura del Comune di Reggio Emilia, il volume raccoglie testi-
monianze ed esperienze sulle attività del progetto Cure lèggere…
Lèggere cura!.
Parallelamente, sono proseguite anche le attività del Punto Infor-
mativo per pazienti e familiari (uno spazio educativo e informativo
al quale è possibile rivolgersi per richiedere materiale informati-
vo di qualità sulla salute) ubicato presso il Day Hospital Oncologi-
co. Le richieste di informazioni raccolte nel corso dell’anno 2008
sono state 23: a tutte è stata fornita una risposta personalizzata,
attraverso la ricerca di materiale informativo accuratamente se-
lezionato in base a rigorosi criteri di qualità.
“Salute e informazione di qualità. La Biblioteca per i Pazienti al
servizio dei cittadini” è il titolo di un corso, organizzato nell’am-
bito delle attività de La Biblioteca per i Pazienti, destinato sia ad
operatori sanitari, sia ad associazioni di volontariato, pazienti,
familiari e cittadini. Al corso, tenutosi presso l’Aula EBM della
Biblioteca Medica il 22 ottobre 2008, hanno partecipato 16 per-
sone.
5.2 La comunicazione per le scelte di interesse della comunità
183
5.3 La comunicazione interna aziendale
Il processo di comunicazione interna in questo ospedale è forte-
mente orientato al diretto coinvolgimento del professionista alla
vita dell’azienda nella consapevolezza che solo la conoscenza di
ciò che avviene e di come avviene porta in sé il valore del miglio-
ramento continuo della qualità della prestazione. La dotazione
strumentale e le funzionalità tecnologiche di cui l’Ospedale si è
dotato, unite al capillare lavoro di “organizzazione” del generale
livello di utilizzazione degli strumenti stessi, hanno consentito di
abbreviare le distanze anche professionali favorendo la creazione
di reti interdisciplinari, impegnate a progettare, sperimentare e
consolidare nuove conoscenze, buone pratiche, risultati ed inno-
vazioni positive. Ciò è raggiunto attraverso il portale intranet, che
nel corso del tempo si è trasformato da vetrina informativa a vero
e proprio strumento interattivo, tendente ad una cultura di web
community. Alla intranet si affi anca la creazione e la diffusione
di “Notizie” la newsletter aziendale che, perseguendo lo stesso
fi ne di condivisione delle informazioni e delle singole esperienze,
moltiplicandone il valore. Alla fi ne del 2008 è stato fatto un primo
esperimento di incontro diretto tra dipendenti ed alta direzione
aziendale. Il meeting, svoltosi in sede esterna alla azienda il 18
dicembre scorso, ha avuto lo scopo di comunicare in maniera or-
ganica tutti gli obiettivi (strutturali, assistenziali, logistici, fi nan-
ziari) programmati e realizzati e la strategia entro la quale erano
stati individuati e perseguiti.
Con riferimento alla Comunicazione interna occorre citare l’espe-
rienza progettuale per l’INNOVAZIONE, FORMAZIONE E PROMO-
ZIONE DI UN CLIMA POSITIVO. Nel corso del 2008 l’Osservatorio
Ricerca e Innovazione Aziendale (O.R.I.A.) è diventato luogo di co-
municazione e socializzazione; si è strutturata infatti la nuova Rete
per l’Innovazione e la Ricerca, che va ad aggiungersi alle altre tre già
esistenti, attraverso la quale è stato possibile –mensilmente- con-
dividere relazioni sulle attività di ricerca e innovazione svolte dai 9
dipartimenti clinici e dall’Area Tecnologico Scientifi ca e Innovazio-
ne; Ogni mese, secondo un calendario prestabilito, il referente per
l’Innovazione e la Ricerca del dipartimento convocato è tenuto ad
animare la prima parte dell’incontro O.R.I.A. (che si tiene il primo
mercoledì di ogni mese).
5.3.1 INTRANETNell’anno 2008 il portale intranet è stato arricchito da diverse fun-
zionalità interattive. Il portale non ha più un ruolo solo informativo
all’interno dell’azienda ma diventa sempre più strumento di lavoro
quotidiano. Il professionista può iniziare e concludere alcune attività
direttamente sul portale come ad esempio iscrizione a corsi, forum di
discussione, sondaggi, etc. Può condividere e lavorare su documenti,
linee guida, protocolli, decidendo a chi renderli consultabili e in che
modo. Queste nuove funzionalità consentono il risparmio di tem-
po nell’invio di documenti essendo disponibili immediatamente on
line, il miglioramento del lavoro d’equipe e la riduzione del materiale
cartaceo circolante. Un ampio spazio è stato redatto per l’attività di
farmacovigilanza e Pharma Aggiornamenti. Tutte le comunicazioni
sono disponibili on line e nel momento dell’inserimento è possibile
decidere il target a cui è destinata la comunicazione. Tutto questo av-
viene senza dover scrivere o inviare messaggi ma automaticamente
nel momento di inserimento della comunicazione si genera un mes-
saggio di posta con il link al documento inserito. Altro spazio è stato
creato nella sezione dedicata al Dipartimento Ostetrico Ginecologico
e Pediatrico con l’Area Incontro. Questa area vuole essere uno spa-
zio di condivisione di documenti dipartimentali e del dipartimento,
di discussione su forum tematici. L’ambito della intranet aziendale
è luogo favorevole attraverso spazi dedicati ad ogni dipartimento e
singola unità operativa e link specifi ci per ogni servizio.
5.3.2 NOTIZIEStrumento di comunicazione interna è anche “Notizie”, house or-
gan dell’Arcispedale Santa Maria Nuova che ha come target l’ope-
ratore aziendale. Il periodico è uno strumento a disposizione dei
professionisti per mettere a conoscenza di tutti le esperienze for-
mative più signifi cative, i nuovi percorsi assistenziali, nuove pro-
cedure cliniche, ecc..; è uno strumento che consente una diffusio-
ne delle informazioni e una valorizzazione delle nuove esperienze
dei professionisti dell’Azienda. Oltre ai professionisti dell’Arcispe-
dale viene inviato anche ai Medici di Medicina Generale, ai pro-
fessionisti dell’AUSL e al mondo istituzionale; diventa quindi un
canale di informazione verso i nostri stakeholder principali.
5.3.3 RASSEGNA STAMPALa rassegna stampa quotidiana, selezione di notizie riguardanti la
sanità e la pubblica amministrazione tratta dai quotidiani locali e
dai principali quotidiani nazionali, è pubblicata quotidianamente sul
portale Intranet; la pubblicazione consente l’archivio della Rassegna
e quindi la possibilità di ricerca di ogni articolo di interesse.
5.3.4 GESTIONE DELLA DOCUMENTAZIONEE CONDIVISIONE DEI SAPERI PROFESSIONALI E ORGANIZZATIVI
Nell’anno 2008, continuando quanto avviato nel 2007, l’Arcispeda-
le Santa Maria Nuova ha realizzato, in collaborazione con l’azien-
da sanitaria locale, uno spazio virtuale atto a favorire e facilitare
la diffusione di conoscenze, saperi e buone pratiche tra i profes-
sionisti delle due aziende sanitarie provinciali.
Il progetto aveva tre obiettivi:
avere a disposizione un’area dove tutti i professionisti posso-•no condividere la produzione clinica e organizzativa al fine di
creare e sviluppare opportunità di confronto attraverso l’in-
crocio dei saperi (comunità di pratica e di apprendimento);
organizzare una banca dati informatizzata ove è possibile re-•gistrare e tracciare lo sviluppo organizzativo e professionale
dell’azienda;
acquisire modalità e strumenti condivisi tra le due aziende •per la gestione documentale prevista dal modello regionale
di accreditamento.
Lo sviluppo complessivo del progetto ha visto le due aziende sa-
nitarie della provincia impegnate a creare, come risultato fi nale
un programma informatico in grado di raccogliere i saperi orga-
nizzativi e professionali attraverso un sistema di gestione della
documentazione che permetta di valorizzare i saperi e le com-
petenze aziendali ed in grado di soddisfare i requisiti regionali
del modello di accreditamento. Le azioni messe in atto nell’anno
2008, per realizzare il progetto sono state le seguenti:
ricognizione dell’esistente sia a livello organizzativo che clinico•Individuazione dei criteri per la codifica della documentazione •al fine di dare evidenza ai saperi e alle competenze aziendali
codifica di un sistema di gestione della documentazione coe-•rente con il modello di accreditamento regionale;
Ricognizione della documentazione e messa a punto degli •strumenti necessari per il trasferimento e/o aggiornamento
della documentazione nella rete aziendale
sperimentazione di percorsi per l’utilizzo del materiale in rete •sia attraverso momenti formativi che attraverso l’addestra-
mento all’uso di strumenti per l’accesso
formazione per l’utilizzo del sistema per gli “amministratori •del sito web”
Programmazione delle iniziative formative e promozione •dell’autogestione
184
185
In questo capitolo vengono prese in esame le azioni intraprese, i processi ed i prodotti dell’at-
tività di promozione della ricerca e dell’innovazione. Nello specifi co gli obiettivi su cui sta la-
vorando l’Azienda Ospedaliera ASMN sono: la creazione di una infrastruttura locale per la ri-
cerca ed innovazione, la promozione di un clima culturale favorevole e la tutela delle garanzia
di trasparenza. In questo quadro sono presentati i progetti di ricerca e le collaborazioni con
le altre aziende, le iniziative formative volte a supportare l’attività di ricerca e l’accessibilità
all’informazione e documentazione scientifi ca, i progetti multidisciplinari e multiprofessionali
volti al miglioramento della qualità clinico-assistenziale ed organizzativa. Ampio spazio viene
infi ne dato alla valorizzazione del ruolo del Comitato Etico.
Ricerca66 e Innovazione
186
6.1.1 AZIONI DELL’INFRASTRUTTURA LOCALE
L’Azienda Ospedaliera S.M.Nuova ha intrapreso nel 2008 un per-
corso di sviluppo in IRCCS che prevede la costituzione di una In-
frastruttura per la Qualità , la Ricerca e la Statistica.
L’infrastruttura comprenderà le seguenti Strutture: Statistica,
Qualità e Studi Clinici (SQSC) - Ricerca Epidemiologica (RE).
Tali strutture singolarmente sono già presenti e strutturate ma
nel istituendo Presidio IRCCS confl uiranno in un’unica infrastrut-
tura.
> Statistica, Qualità e Studi Clinici (SQSC)
Questa struttura ha e avrà funzioni di supporto al Comitato Etico,
Statistica ed Epidemiologia Clinica, Qualità ed Accreditamento;
Sulla base delle Linee di ricerca e dei Progetti approvati collabo-
rerà in forma attiva ed effettuerà il lavoro di data management e il
controllo di qualità dei dati, in ordine al rispetto delle metodologie
consolidate e delle norme etiche e di privacy, in ogni fase dello
studio.
Intratterrà un rapporto privilegiato con la struttura di Ricerca
Epidemiologica e manterrà rapporti con le Istituzioni di ricerca.
Attraverso la funzione di Supporto al Comitato Etico, vigilerà sul
rispetto delle norme in materia di sperimentazione clinica, parte-
ciperà all’attività dello stesso Comitato e delle Commissioni a tal
fi ne istituite, curando la conservazione della relativa documenta-
zione. Attraverso la funzione Statistica ed Epidemiologia Clinica,
fornirà strumenti operativi per la valutazione delle attività clinico
scientifi che, supporto metodologico e biostatistico, analisi e va-
lutazioni di indicatori di effi cienza, di effi cacia e di qualità clinico
assistenziale.
Attraverso la funzione Qualità ed Accreditamento, coordina il pro-
cesso di accreditamento e la verifi ca della conformità ai requisiti,
promuovendo piani fi nalizzati al perseguimento del miglioramen-
to continuo della qualità.
> Ricerca Epidemiologica (RE)
E’ una struttura che sviluppa progetti di epidemiologia descrit-
tiva, analitica e valutativa. In essa, inoltre, è collocato il Registro
Tumori. Manterrà un rapporto di collaborazione con altre strut-
ture di ricerca su progetti specifi ci di comune interesse. È una
Struttura Complessa a valenza Provinciale, inserita anche nell’or-
ganizzazione dell’Azienda Territoriale per la quale svolge attività
di Epidemiologia descrittiva e di Epidemiologia occupazionale/
ambientale. La gestione del Registro Tumori (RT) di popolazione
rientra nelle attività di ricerca proprie. Si avvarrà inoltre di profes-
sionalità afferenti all’area della statistica, dell’epidemiologia e del
Data Managment/Quality control.
In attesa dell’avvio, atteso per il 2009, dell’infrastruttura per la
Qualità , la Ricerca e la Statistica, nel 2008 l’Azienda Ospedaliera
di Reggio Emilia ha supportato l’attività di ricerca aziendale at-
traverso l’Osservatorio Ricerca e Innovazione Aziendale (O.R.I.A.),
costituito unendo fi gure professionali di eterogenea provenienza
e professionalità intorno a un unico scopo, quello di far emergere
i “giacimenti di ricerca”, e ad un obiettivo comune, quello di edu-
care e formare al pensiero critico; a livello operativo l’orizzonte
è diventato più ampio, coinvolgendo O.R.I.A. anche nella promo-
zione e diffusione dei bandi di ricerca, nel supporto a progetti di
innovazione e nel monitoraggio dei payback dei progetti stessi.
L’Osservatorio Ricerca e Innovazione Aziendale (O.R.I.A.) nel cor-
so del 2008 ha:
Consolidato la Rete dei referenti dipartimentali per Innova-•zione e Ricerca: la Rete, costituitasi ex novo nel 2007 per in-
tegrare il nucleo originario e spontaneo che si era unito in un
primordiale Osservatorio un anno prima, è stata completata
acquisendo un profilo multidisciplinare e multiprofessionale;
Progettato e programmato incontri monotematici da svilup-•pare nel corso del 2009 su:
fi nanziamenti e costi della ricercaoattività del Comitato Etico e normativa di supportooNormative e procedure per la gestione delle Banche oBiologiche con supporti informatici
Focus sulla procalcitoninaoSostenuto e sviluppato il Progetto di valutazione e validazio-•ne delle linee guida Aziendali in tema di dolore chirurgico
nell’ambito del progetto Nazionale “Cento Ospedali Senza
Dolore”, elaborandone e diffondendone i risultati
Supportato e presentato all’Alta Direzione (nell’incontro del 7 •maggio 2008) gli 8 partecipanti al Bando Giovani Ricercatori
2007
Raccolto e valutato proposte di formazione e di educazione al •pensiero critico
Partecipato, tramite tre dei suoi membri, al Progetto “Ana-•grafe Regionale della Ricerca”, alla stesura del relativo vade-
mecum e alla fase pilota di implementazione
Perseguito lo scopo originario di promozione dell’emersione •dei “giacimenti di ricerca” e di horizon scanning attraverso 11
incontri / anno animati ciascuno da un diverso Dipartimento
col tutoraggio dei rispettivi Referenti Medici e Infermieristici/
Tecnici.
Aggiornato e implementato il suo spazio Web all’interno del •portale della Biblioteca Medica
svolto il ruolo di raccordo con la struttura attivata nell’Area •Vasta Emilia Nord (AVEN) a sostegno della ricerca
mantenuto i collegamenti operativi con l’Osservatorio Regio-•nale per l’ Innovazione (O.R.I.).
L’O.R.I.A. nelle sue attività sistematiche ha previsto la valutazione
delle attività di ricerca nella fase in cui vengono proposte, e per
questo impiega un data base dedicato per “l’Anagrafe della ricer-
ca aziendale”. Allo stesso tempo O.R.I.A. effettua la ricognizione
di tutti i risultati della ricerca (payback) ed in particolare delle
pubblicazioni di cui viene redatto un elenco della produzione ef-
fettuata per singolo dipartimenti.
6.1.2 CAPACITÀ DI ATTRAZIONE DA PARTE DELL’AZIENDA DI RISORSE FINANZIARIE
> Attivita’ di promozione dei bandi di fi nanziamento
Al fi ne di acquisire capacità di attrazione di fi nanziamenti dedicati
alla ricerca l’Osservatorio acquisisce informazioni sulle modalità
di accesso ai bandi e si occupa poi della diffusione delle informa-
zioni e della promozione della partecipazione dei professionisti ai
suddetti bandi anche attraverso l’aggiornamento della sua pagina
Web – Sezione Bandi; l’iter della partecipazione ai diversi bandi
viene seguito dall’Osservatorio anche nelle fasi successive: il fun-
zionario che coordina la Segreteria O.R.I.A. svolge le funzioni di
Responsabile amministrativo dei progetti, gestendo i rapporti con
le Aziende capofi la e con le altre unità di ricerca.
6.1.3 UTILIZZO APPROPRIATO DELLE INNOVAZIONI TECNOLOGICHEAllo scopo di promuovere una metodologia condivisa e sistemati-
ca nella promozione dell’innovazione tecnologica l’azienda ASMN
ha in progetto l’adozione della specifi ca scheda di analisi, pre-
6.1 Attività dell’Infrastruttura locale per la Ricerca e Innovazione
187
sentazione e richiesta messa a punto dall’Osservatorio Regionale
per l’Innovazione (O.R.I.). Si tratta di una scheda che impegna il
richiedente in una valutazione dei dati disponibili in letteratura
relativi alla tecnologia richiesta/proposta. Da essi dovrà deriva-
re una specifi ca analisi costo-effi cacia e costo-benefi cio tale da
agevolare la prioritarizzazione delle scelte. La scheda è stata pro-
posta nel percorso di di negoziazione budget 2009 limitatamente
alle tecnologie di importo presunto superiore a 100.000€ (prezzo
unitario al netto dell’iva). E’ prevista, nel corso del 2009, la realiz-
zazione di un corso formativo specifi co sui fondamenti del Tech-
nology Assessment e del Decision Making in ambito sanitario.
La scheda di Health Technology Assessment (HTA) aveva già tro-
vato nel corso del 2008 una sua applicazione in via sperimentale
al progetto “Mammografi a Digitale”.
Questo progetto prevede la transizione, a livello provinciale, dalla
mammografi a tradizionale su fi lm alla mammografi a completa-
mente digitale. Il relativo HTA prende in cosiderazione quattro
elementi: la tecnologia, il paziente, la organizzazione, i costi. Gli
esiti di questo studio hanno reso disponibili informazioni essen-
ziali per la defi nizione del capitolato di gara.
6.1.4 COLLABORAZIONI A PROGETTI REGIONALI NELL’AMBITO PRIER
Presso l’azienda Ospedaliera S. Maria Nuova ha sede la gestione
della formazione svolta nell’ambito del Programma PRIER in par-
ticolare sono stati sviluppati i seguenti temi:
Valutazione dell’assistenza al Paziente Oncologico con dolore.•Incontri commissione regionale per l’innovazione (CRIER)•Elaborazione dei piani di adozione Aziendale delle tecnologie. •
L’Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova di Reggio Emilia è impe-
gnata con i professionisti delle varie discipline nel trattamento e
arruolamento delle attività nei seguenti registri operanti a livello
regionale e nazionale:
Registro Regionale protesi d’anca(RIPO) •Registro Regionale impianti defibrillatori e PaceMaker•Registro Regionale angioplastiche coronariche (REAL)•Registro Regionale sepsi in terapia intensiva (Progetto LASER)•Registro Regionale Tomografia Computerizzata Multistrato •Cardiaca
Registro Regionale pazienti con gravi cerebrolesioni (GRACER)•Registro Provinciale Tumori di Reggio Emilia•Registro Nazionale Mesoteliomi•Registro Nazionale delle Trombocitemie•
6.1
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188
6.2.1 ATTIVITA’ DI FORMAZIONE DEL PERSONALE
6.2.1.a) Corsi a supporto della ricerca clinico-scientifi ca
Nel corso degli ultimi 2 anni, 2007-2008, la funzione Statistica ed
Epidemiologia Clinica nel rispetto dei suoi compiti, ha promosso
ed attivato corsi a supporto della ricerca clinico-scientifi ca con
lo scopo di aumentare le competenze e conoscenze in materia di
metodologia statistica ed epidemiologica. Tali corsi sono rivol-
ti ai professionisti che operano nel campo della ricerca e della
qualità clinica all’interno dell’azienda, soprattutto a chi intende
realizzare studi clinici secondo i principi rigorosi della ricerca
osservazionale e sperimentale.
I corsi attivati sono stati:
Elementi di epidemiologia clinica: studi clinici e misure di •associazione (2 edizioni – corso base)
Principali modelli di analisi multivariata per la ricerca •scientifica (1 edizione – corso avanzato)
progettati e realizzati con i seguenti obiettivi:
favorire un processo di conoscenze teorico-pratiche sui •principali studi epidemiologici e le misure di associazione;
migliorare la progettazione dei protocolli di ricerca •“spontanea”, sia osservazionale che sperimentale;
analizzare in modo critico gli studi presenti in letteratura ed •interpretarne i risultati;
acquisire il know-how per le fasi di valorizzazione e gestione •del “dato statistico”;
individuare e stimare modelli statistici che consentono •di ottenere previsioni, classificazioni e simulazioni su un
insieme di variabili (analisi della varianza, regressione
lineare, regressione logistica, analisi della sopravvivenza),
con il supporto del programma statistico SPSS presente da
anni in azienda.
Sono stati formati circa 50 professionisti sanitari (medici, chi-
mici, biologi, fi sici, infermieri, tecnici ed ostetriche). Al termine
di queste iniziative formative i partecipanti saranno in grado di
scrivere un protocollo di ricerca coinvolgendo tutte le professio-
nalità necessarie, di individuare la tecnica ottimale in relazione
al tipo di dati ed agli obiettivi dello studio e di interpretare i risul-
tati in modo corretto.
Ulteriori interventi formativi sono stati attivati in ambito Eviden-
ce Based Medicine per acquisire la metodologia per introdurre
le Linee Guida nella propria organizzazione, strumenti e tecni-
che di ricerca e valutazione critica della letteratura, realizzazio-
ne dei percorsi clinico-assistenziali, misurazione con indicatori
di esito e di processo attraverso l’audit clinico.
Una rilevante attività di formazione sul campo si è oramai con-
solidata per gli audit clinici, soprattutto per i percorsi oncologici
favorendo il lavoro multidisciplinare.
6.2.1.b) Professioni Sanitarie e sviluppo di una cultura relativa
alla ricerca
Come favorire una Cultura della Ricerca nelle diverse comunità
professionali (Infermieri, Tecnici, Ostetriche, Fisioterapisti ….):
questo in estrema sintesi il valore guida che ha portato al conve-
gno nazionale di dicembre2008 “Lo sviluppo inizia qui: assisten-
za, ricerca e didattica nelle professioni sanitarie”. Si tratta della
tappa conclusiva di un anno e stimolo di apertura per il nuovo,
per promuovere e diffondere un nuovo approccio ai problemi assi-
stenziali; approccio più critico sull’agire e più orientato alle cono-
scenze scientifi che per depauperare il peso di altre fonti conosci-
tive quali il senso comune, le prove ed errori, la tradizione. Tanti
gli spazi di discussione, dibattito e confronto interprofessionale
ideati e voluti: momenti creativi fondanti quel substrato culturale,
germe di ogni cambiamento, per rendere tutti i professionisti “dei
futuri fruitori ordinari di ricerca”. La ricerca offre infatti una base
di conoscenze, scientifi che e specialistiche, che consente alle
professioni sanitarie di soddisfare le sempre mutevoli richieste
e di preservare l’importanza della presa in carico della perso-
na anche secondo un’ottica di qualità, verifi cata e documentata.
Plurimi i messaggi lanciati dal convegno: necessità di ricerca e
specializzazione ma soprattutto integrazione, cooperazione ed
attenzione alla persona. Lo sviluppo delle professioni va conside-
rato all’interno degli ambiti che le coinvolgono trasversalmente
quali appunto assistenza, didattica e ricerca ed alla luce dei valori
(anche morali e deontologici) sottesi; la formazione sulla ricerca
riesce ad unire la teoria e la pratica trasmettendo gli strumen-
ti di valutazione e comprensione del processo di ricerca per una
traslazione di quanto emerso/appreso nella pratica quotidiana.
Per essere un “utente informato” della ricerca occorre pertanto
comprendere il processo di ricerca, le sue fasi ed il loro rapporto,
conoscere le norme che caratterizzano la validità di una ricerca e
sviluppare la capacità di valutazione critica, necessaria per giudi-
care il merito e l’importanza dei risultati, prima di applicarli all’at-
tività pratica. La ricerca traslazionale ha come valore aggiunto la
verifi ca dei risultati della ricerca (primaria e secondaria) in ter-
mini del loro impatto e del loro rendimento sugli outcome pratici
clinico assistenziali; non si tratta quindi solo di acquisire nuove
conoscenze e/o sviluppare competenze specifi che e distintive, in
linea con l’evoluzione scientifi ca e l’elevato grado di innovazione
tecnologica, ma anche e soprattutto di dominare il proprio ambito
organizzativo, utilizzando in maniera adeguata le proprie capacità
e salvaguardando i propri valori. L’integrazione fra le professioni
sanitarie ha rappresentato da sempre un valore per gli operatori
dell’area infermieristica, tecnica ed ostetrica e per il loro sviluppo
professionale; integrazione come tappa propedeutica per i futuri
investimenti formativi e metodologici orientati a riconoscere nella
ricerca una “funzione” come quella assistenziale. Il messaggio
che riassume anche lo spirito congressuale, è che gli operatori
delle professioni sanitarie sono chiamati, sempre di più, a com-
prendere il proprio specifi co professionale come parte di un siste-
ma più complesso dove la ricerca diviene elemento catalizzatore
di cicli virtuosi delle comunità di pratica. Un sistema capace di
puntare sulla qualità ed effi cienza attraverso la valorizzazione dei
professionisti: visibilità ed autorevolezza delle professioni in un
rapporto interprofessionale.
> Identifi cazione di una linea di ricerca delle professioni sanitarie
Per l’anno oggetto di bilancio, si ritiene importante segnalare lo
sforzo profuso dalla Direzione Infermieristica,Tecnica ed Ostetri-
ca, per favorire l’acquisizione di conoscenze relative all’ambito
della metodologia della ricerca, anche attraverso collaborazioni
con Enti di provata esperienza, sul tema: “Effi cacia della prati-
ca professionale nelle professioni sanitarie”. Si è identifi cato una
linea di ricerca dal titolo: “Verifi ca dell’appropriatezza e valuta-
zione costo benefi cio dei presidi utilizzati nell’assistenza: studio
dell’outcome sui pazienti e sui professionisti sanitari rispetto a
pratiche assistenziali innovative.”
Gli spazi su cui investire in funzione di questa opportunità ed og-
getto di discussione/ragionamento con il consulente sono:
Ambiti di setting assistenziale intra/ interaziendale con una
grande attenzione alla continuità e ai percorsi dei pazienti.
Individuazione delle aree tecnico-assistenziali in cui risulta
6.2 Sviluppo di un ambiente culturale favorevole
189
prioritario avviare la ricerca, sviluppando una stretta collabo-
razione tra chi è deputato a occuparsi di ricerca, chi lavora nel-
la clinica e chi agisce l’intero sistema organizzativo.
Formulazione di corsi base e avanzati in metodologia della ricerca
La consapevolezza della necessità di disporre di un’organizzazio-
ne attenta all’importante contributo che può e deve provenire da
tutte le professioni , assieme al bisogno di identità/appartenenza
di tutti i professionisti, la necessità di una cultura di base diffu-
sa sulla ricerca tout court e sulla metodologia della ricerca nello
specifi co, defi niscono le nuove attività formative come elemento
indispensabile non solo per il settore IRCCS, ma per la crescita
nel settore dei professionisti globalmente intesi. Le professioni
sanitarie potranno pertanto fruire di questa consulenza per am-
pliare le proprie conoscenze e competenze migliorando visibilità
professionale e clima collaborativo; acquisizioni indispensabili
per elevare il livello soglia di conoscenza aziendale in materia,
identifi care ed indagare problemi specifi ci professionali, o sem-
plicemente prendere parte a team interdisciplinari per progetti di
pratica basata sulle evidenze.
6.2.2 ACCESSIBILITA’ ALL’INFORMAZIONE E ALLA DOCUMENTAZIONE SCIENTIFICA: LE ATTIVITA’ DELLA BIBLIOTECA MEDICA “P.G. CORRADINI”
La Biblioteca medica dell’Arcispedale Santa Maria Nuova è spe-
cializzata in biomedicina ed è rivolta sia al personale dell’Aziende
sanitarie della Provincia di Reggio Emilia (ASMN e AUSL) che ad
utenti esterni interessati a frequentarla per motivi di studio e di
ricerca. Non solo svolge la tradizionale funzione di raccolta e con-
servazione del materiale librario antico e moderno, ma anche le
attività relative al trattamento e alla diffusione dell’informazione
consultabile direttamente a terminale dall’utente locale oppure
da utenti remoti via Internet. E’ strutturata a scaffali aperti ed
è dotata di una segnaletica di semplice interpretazione, tale da
permettere la consultazione diretta del materiale documentario
moderno posseduto. Viene fornita assistenza all’uso dei cataloghi
e dei repertori, consulenza per l’individuazione, la localizzazione
delle pubblicazioni e per le ricerche bibliografi che. E’ inoltre pos-
sibile effettuare ricerche su basi dati e riprodurre i risultati delle
medesime. Il patrimonio della Biblioteca è composto dalle seguen-
ti collezioni: Una sezione dedicata alla MONOGRAFIE con un totale
12.545 volumi suddivisi in Monografi e moderne (8.877), Volumi
del Fondo Antico (2.819), Monografi e infermieristiche (849);
Una sezione dedicata ai PERIODICI che comprende 283 periodici
attivi e 957 periodici cessati per un totale di 1.240 periodici.
L’annata in corso delle riviste è esposta in appositi raccoglitori
che permettono di mettere in evidenza il fascicolo più recente
pervenuto in biblioteca. La Biblioteca Medica è sede di un Archi-
vio di Tesi di laurea: sono presenti un totale di 759 tesi tra Corso
di Laurea in Infermieristica (495), Corso di Laurea in Fisioterapia
(151), 13 del Corso di perfezionamento in management.
La Biblioteca Medica è titolare di un cospicuo patrimonio elettro-
nico e rende disponibile l’accesso a 2.169 E-journals, 9 banche
dati mediche, 2 banche dati legislative, 44 e-books. Dei servizi
della Biblioteca Medica nel corso del 2008 hanno usufruito 823
utenti (con una media mensile di 69 utenti).
Per quanto riguarda l’attività di Document delivery sono stati for-
niti 2.159 articoli presenti in biblioteca e 787 Articoli richiesti ad
altre biblioteche per un totale di 2.946 articoli forniti; l’attività di
prestito ha riguardato 256 monografi e e 596 periodici per un to-
tale di 852 prestiti.
Il sito della biblioteca ha registrato 52.330 visite per una media
giornaliera di 143.
Il portale della Biblioteca Medica Pietro Corradini è stato dotato
nel corso del 2008 di un’area per il workfl ow di alcuni progetti
sostenuti dagli stessi documentaristi della sanità ed, allo stes-
so tempo, di un’area per la raccolta delle pubblicazioni dei pro-
fessionisti aziendali e dell’Azienda ASL partner di tutte le attività
messe a punto dalla Biblioteca.
La Biblioteca Medica ha sviluppato anche una cultura propedeuti-
ca alla ricerca sanitaria organizzando anche nel 2008 il corso “In-
troduzione all’Evidence Based Medicine” in modalità e-learning
che ha visto la partecipazione di 36 professionisti dell’Azienda; al
fi ne di facilitare l’accesso alle conoscenze e alle competenze per
il corretto utilizzo delle informazioni scientifi che la Biblioteca ha
attivato 2 edizioni del corso “The Cochrane Library e il Clinical
Evidence” (28 partecipanti), 1 edizione del corso “La banca dati
Cinahl” (20 partecipanti), 4 edizioni del corso “Dalla Biblioteca
alla Rete” (31 partecipanti).La Biblioteca medica dell’Arcispedale
Santa Maria Nuova partecipa, insieme alla Biblioteca dell’Azienda
Ospedaliera S. Anna di Ferrara, al progetto di modernizzazione
denominato STEP BY STEP: RENDICONTAZIONE DELLA PRODU-
ZIONE SCIENTIFICA E OPEN ACCESS JOURNALS, cofi nanziato
dall’Agenzia Sanitaria Regionale. Il progetto, che è supervisionato
dell’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia Romagna,
comprende un corso di formazione ECM di alto livello organizza-
to in collaborazione con le Aziende USL di Ferrara e di Bologna
che ha come obiettivo principale l’incremento delle pubblicazioni
scientifi che delle aziende sanitarie, sotto il profi lo quantitativo e
qualitativo e quello di incentivare la diffusione della letteratura
open access. Un altro progetto, di cui la Biblioteca medica è capo-
fi la è ILB: Information Literacy in campo Biomedico.
L’attività clinica e la ricerca biomedica fi nalizzata sono sempre
più basate su dati e pubblicazioni di carattere scientifi co che
validino scelte, metodi, terapie o nuove iniziative di ricerca. A tal
fi ne è essenziale la disponibilità di un elevato numero di fonti (pe-
riodici elettronici e banche dati) per la consultazione corrente e,
da parte dei medici, dei ricercatori e degli operatori sanitari, di
capacità di base di ricerca bibliografi ca e selezione delle infor-
mazioni di qualità. Questa capacità di base ad orientarsi nelle
informazioni scientifi che è comunemente chiamata “information
literacy” (con riferimento a questa capacità anche in altri settori
non biomedici) e viene acquisita attraverso corsi curati dalle bi-
blioteche o attività congiunte con documentaristi e bibliotecari.
Il progetto I.L.B. è fi nalizzato allo studio, alla sperimentazione e
alla realizzazione del prototipo di un modello di valutazione/auto-
valutazione delle capacità di ricerca bibliografi ca e di linee guida
online, allo scopo di inserire le attività di ricerca e di utilizzo della
documentazione scientifi ca elettronica fra quelle valutabili per
l’attribuzione di crediti formativi ECM (formazione sul campo).
6.2
Sv
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190
6.2.3 COLLABORAZIONI CON ALTRE AZIENDE: Progetti di ricerca
Tabella 6.2.1 – Progetti di ricerca di competenza anno 2008
Tipologia Titolo Progetto Azienda Capofila Aziende PartecipantiFonte finanzia-
mento
Progetto ricerca
Regione/Università
2007-2009 AO-U Par-
ma (Radiologia)
Therapeutic Application of stem cells in the tre-
atment of heart faillureAz.OSP di PR
Az.OSP RE, Az. OSP di
PR, Az USL di PC, Univer-
sità Bologna, Università
Parma
RER
Progetto ricerca
Regione/Università
2007-2009 AO-U Par-
ma (Radiologia)
Valore prognostico della tomografi a compute-
rizzata multistrato nello studio della malattia
subcritica del tronco comune
Az.OSP di PR
Az.OSP di RE, Az. USL
Ravenna, Az.OSP di BO,
Az.OSP di Modena.
RER
Progetto ricerca
Regione/Università
2007-2009AO-U Par-
ma (Dip.to di Neuro-
scienze)
New perspectives on rehabilitation in adults and
children with motor defi cits, in children with
autistic spectrum disorder, and in disorders of
empathic communication: the role of the mirror
neuron system
Az.OSP di PR
Az.OSP di PR, Az.OSP di
MO, Az.OSP di RE, Uni-
versità di Ferrara
RER
Progetto ricerca
Regione/Univer-
sità 2007-2009
Az.Osp.S.ORSOLA
di BO
Hematopoietic stem cell transplantion (HSCT) in
the elderlyAz.Osp.S.Orsola di BO
Az.OSP di PR, Az.USL PC,
Az.OSP RE, Az.USL BO,
Az.OSP BO, Università di
Bologna, Università di MO
RER
Progetto ricerca
Regione/Univer-
sità 2007-2009
Az.Osp.S.ORSOLA
di BO
Molecular bases and targeted theerapy of hemo-
lymphopoietic malignancies (HM) Az.Osp.S.Orsola di BO
Az. OSP di BO, Az.OSP
PR, Az.OSP MO, Az.OSP
FE, Az.OSP RE, Az. USL
Ravenna
RER
Progetto ricerca
Regione/Univer-
sità 2007-2009
Az.Osp.S.ORSOLA
di BO
Ortogeriatria: modelli per la gestione clinica
integrata e per la continuita’ assistenziale degli
anziani con frattura di femore
Az.Osp.S.Orsola di BO
Az. OSP di BO, Az.OSP
PR, Az.OSP RE, Az.OSP
FE
RER
Progetto ricerca
Regione/Univer-
sità 2007-2009
Az.Osp.S.ORSOLA
di BO
Ottimizzazione della durata della terapia antico-
agulante orale dopo tromboembolia venosaAz.Osp.S.Orsola di BO
Az. OSP di BO, Az. OSP
di RERER
Progetto ricerca
Regione/Università
2007-2009 Az.USL
di BO
Registro dei tumori cerebrali primitivi: un me-
todo per promuovere la ricerca clinica in Neuro
Oncologia. Progetto della Regione Emilia Roma-
gna in Neuro Oncologia (PERNO)
Universita’ di Bolo-
gna, Dip. di Scienze
Neurologiche;Ausl di
Bologna, Dip.di Neuro-
scienze
AO-U Ferrara, AUSL Bo-
logna, AO Reggio EmiliaRER
Dipendenze Patolo-
giche
Prevenzione e contarsto del consumo/abuso di
sostanze stupefacentiAz.Osp. Di RE
Az.OSP di RE , Az.USL
di RERER
Dipendenze
Patologiche
Monitoraggio applicazione linee guida regionali
contrasto consumo/Abuso di sostanze stupefa-
centi
RER
Az.USL di RE, Az. USL di
Rimini, Az. USL di PC. Az.
USL di BO, Az. OSP di RE
RER
Gestione del rischioNuovi comportamenti di consumo prevenzione e
riiduzione dei rischiRER
Tutte le Aziende Sanitarie
della Regione Emilia Ro-
magna
Ministero Salute
Progetto ricerca
Regione/Università
2007-2009 - Policli-
nico Mo
Audit clinico strutturato per defi nire le priorità
di governo clinico dell’Hub&Spoke perinatale ed
i piani di implementazione per il miglioramento
della qualità assistenziale.
Az.OSP.di MO
Az.OSP di MO, Az.USL
di MO, Az.USL di RE,
Az.OSP di RE, , Az. USL di
BO, Az.OSP di BO,CeVEAS
di MO
RER
191
Progetto ricerca
Regione/Università
2007-2009 - Policli-
nico Mo
Elaborazione di un programma di follow-up inte-
grato degli eventi avversi a distanza dopo terapia
oncologica in età pediatrica
Az.OSP.di MO
Az.OSP di MO, Az.USL di
MO, Az.OSP di RE Az.USL
di RE, Az.OSP di PR,
Az.OSP di FE, Az. USL
di Rimini, Az.OSP di BO,
Az.USL di PC
RER
Progetto ricerca
Regione/Università
2007-2009 - Policli-
nico Mo
Immune status of solid and bone marrow/stem
cell transplant: application and validation of new
tests in a coordinated regional managemente of
the diagnosisi and monitoring of post-transplant
infectious complications.
Az.OSP.di MO
Az.OSP di MO, Az.OSP di
RE, Az.OSP di PR, Az.OSP
di FE, Az.OSP di BO
RER
Progetto ricerca
Regione/Università
2007-2009 - Policli-
nico Mo
Integrated molecualr/imaging technollgies for
characterization of biological aggressiveness of
HCC in patients candidate to liver transplant
Az.OSP.di MO
Az.OSP di MO, Az.USL di
MO, Az.OSP di RE, Az.OSP
di PR, Az.OSP di BO
RER
Progetto ricerca
Regione/Università
2007-2009 - Policli-
nico Mo
Identifi cation and clinical validation of predictive
and prognostic factors, with special focus on
moleculary targeted agents
Az.OSP.di MO
Az.OSP di MO, Az.USL
di MO, Az.OSP di RE ,
Az.OSP di FE, Cantonal
Institute of Pathology,
Oncology institute of
Southern Switzekland,
Società Istituto scientifi co
Romagnolo per lo Studio
e la cura dei Tumori
RER
Progetto ricerca
Regione/Università
2007-2009 - I O.R.
Il laboratorio di analisi del movimento: uno stru-
mento innovativo per la diagnosi di disfunzione
del cammino e la verifi ca di outcome nella chi-
rurgia funzionale della spasticità
I.O.R.
I.O.R., Az.OSP di Ferrara,
Spinal Unit Montecatone
Rehabilitation Insitute
S.p.A., Az. OSP di RE
RER
Progetti di moderniz-
zazione 2008
La condivisione dei saperi delle aziende sanitarie
della provincia di Reggio Emilia per i professioni-
sti 2008: la Banca dei Saperi Scientifi ci
Az.OSP di RE Az.USL di RE RER
Progetti di moderniz-
zazione 2008
Applicazioni dell’imaging multimodale a pazienti
affetti da patologie cerebrali oncologiche o de-
generative.
Az.OSP di RE Az.USL di RE RER
Progetti di moderniz-
zazione 2008
Modello organizzativo e professionale di medici-
na perioperatoria: avvio e implementazione della
fase pre-operatoria
Az.OSP di RE
Az.USL di Cesena, Az.USL
di Imola, Az. OSP di PR,
I.O.R.
RER
Progetti di moderniz-
zazione 2008
Gestire le differenze nel rispetto dell’equità:
strategie aziendali e modelli organizztiviAz.USL di RE
Az.OSP di RE, Az. USL di
PC, Az.USL di BO, Az.OSP
di BO, Az.USL di Imolam,
Az.USL, di Ravenna, Az.
USL di FE, Az.USL d RN,
Az.USL di PR, Az.USL di
Forlì
RER
Progetti di moderniz-
zazione 2008
La continuità assistenziale: applicazione del set
minimo di scale per la valutazione del paziente
anziano e del percorso di presa in carico
Az.USL di FerraraAz. USL di PR, Az.USL di
RE, Az. OSP di RERER
Progetto Puerperio
anno 2008 RER
Az. USL di PC, Az.USL di
RE, Az. USL di MO, Az.
USL di FE, Az. USL di For-
lì, Az.OSP di RE, Az.OSP
di MO, Az. OSP di FE
RER
6.2
Sv
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o d
i u
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te c
ult
ura
le f
av
ore
vo
le
192
Ricerca fi nalizzata ex
art. 12 L.502 Approcci di sistema per la gestione del rischio RER
Università di BO, Univer-
sità di PR, SISSA Univer-
sità di Trieste, Az. USL
di RE, Az. OSP di FE, Az.
OSP di RE, Az. USL di PC,
Az. USL di PR, Az. USL di
BO, Az. OSP di MO
Ministero Salute
Ricerca fi nalizzata ex
art. 12 L.502
Detection, characterization and prevention of
Major Adverse Cardiac Events after Drug Eluting
Stent implantation in pèatients with Acute Coro-
nary Sundrome.
RER
Agenzia Sanitaria e So-
ciale Regionale dell’Emi-
lia Romagna, Az. OSP
di BO, Az. OSP di FE, Az.
OSP di RE
Ministero Salute
Ricerca fi nalizzata ex
art. 12 L.502
Nuove conoscenze e problematiche assisitenziali
nell’ictus cerebrale: un Programma Strategico di
Ricerca e Sviluppo
RER
Az. OSP di RE, Az. USL
di MO, Servizio Presidi
Ospedalieri-Direzione Ge-
nerale Sanità e Politiche
Sociali Reg.E.R. , Univer-
sità di BO
Ministero Salute
Trapianti e Medicina
Rigenerativa - ANNO
2008
Progetto ALMA Az. OSP di RE Az. OSP di RE RER
Ricerca Oncologica
2006 - Ist.Nazionale
ricerca Tumori AVIA-
NO
Technology asessemnt of toothepray in radiation
oncology
Ist.Nazionale Ricerca
Tumori AVIANO
Ist.Nazionale Ricerca Tu-
mori AVIANO, Fondazione
S.Raffaele di MI, Az. OSP
di RE, Az. OSP di MO
Ministero Salute
Ricerca Oncologica
2006 - AO-U BOLO-
GNA
Biomarkers discovery for the early diagnosis and
for proteomic classifi cation of Hepatocellular
Carcinoma
Az.OSP di BO
Az.OSP di BO, Università
di BO, Az.USL di MO,
Az.USL di PC, Az.OSP di
PR, Az. OSP di RE, So-
cietà Istituto scientifi co
Romagnolo per lo Studio
e la cura dei Tumori
Ministero Salute
Ricerca Oncologica
2006 - AO-U BOLO-
GNA
Characterization of normal and neoplastic he-
matopoietic stem cells for the clinical use for
tissue regeneration and the development of no-
vel anti- tumor targeted therapies
Az.OSP di BO
Az.OSP di BO, Az.OSP di
RE, Az. ULSS 9 di Treviso,
Az. USL di Ravenna
Ministero Salute
Ricerca Oncologica
2006 - AO-U FER-
RARA
Post-genomic approaches for the identifi cation
of high-risk cancers: evaluation and optimization
of cost/benefi ts for the National Health System
Az.OSP di Ferrara
Società Istituto scientifi co
Romagnolo per lo Studio
e la cura dei Tumori, Az.
OSP di FE, Univeristà
di FE, Univesità di MO
e RE, Az. OSP di PR,
Fondazione università
“C.D’Annunzio” di Chieti,
IRCCS Istituto Dermo-
patico dell’Immacolata,
Università di VR, Az.OSP
di RE, Istituto Nazionale
per lo studio e la cura dei
Tumori.
Ministero Salute
Programma di Ri-
cerca e Innovazione
della Regione Emilia-
Romagna (PRI-E-R)
Ralizzazione del progetto “Network regionale
per l’identifi cazione e valutazione delle innova-
zioni sanitarie”
Az.OSP di RE Az.OSP di RE RER
Accesso alle tecniche
di procreazione me-
dicalmente assisitta
Finanziamento delle funziona di congelamento/
scongelamento ovocitiRER
Az.USL di Ravenna, Az.
USL di Rimini, Az. OSP
di PR, Az. OSP di RE, Az.
OSP di MO, Az. OSP di BO
RER
Az.Ospedaliera
S.Orsola di Bologna
Progetto Regionale PIRP “Prevenzione insuffi -
cienza renale progressiva” anno 2008Az.OSP di BO
Az.OSP di BO, Az. OSP
di RERER
193
6.2.4 SVILUPPO DI PROGETTI DI RICERCA E INNOVAZIONE IN RETE CON ALTRE ISTITUZIONI E STRUTTURE SANITARIE (NAZIONALI E STRANIERE):
6.2.4.a) RETE PER L’INNOVAZIONE E LA RICERCA IN AZIENDA
L’ASMN ha avviato, a partire dal 2001, il progetto “Network per
l’Innovazione e la ricerca”, progetto avviato su mandato del Colle-
gio di Direzione che aveva chiesto alla Direzione Generale di orga-
nizzare un programma stabile di sostegno all’innovazione profes-
sionale, tecnologica e organizzativa; il Network, ora denominato
“Progetto formativo Rete per l’innovazione e la ricerca in Azien-
da” dispone di un budget dedicato a cui i professionisti possono
attingere, previa verifi ca di conformità agli obiettivi del Progetto,
tramite una disposizione autorizzatoria del Direttore del Servizio
Formazione, Innovazione clinica e Biblioteca.
La Rete per l’Innovazione e la Ricerca promuove relazioni interna-
zionali, partecipazioni a eventi formativi e meeting internazionali
ritenuti opportunità uniche di benchmarking e validi portatori di
innovazione.
Nel corso del 2008 sono state avviate relazioni con
l’Università di Innsbruck •Royal Brompton Hospital di Londra •
6.2.5 SOSTEGNO DELL’INTEGRAZIONE TRA DIVERSE DISCIPLINE/PROFESSIONI E TRA COMPETENZE CLINICO-ASSISTENZIALI E GESTIONALI
6.2.5.a) Principali percorsi clinico-assistenziali integrati
Numerosi sono i progetti attivati nel corso degli ultimi anni e che
hanno favorito il lavoro multidisciplinare ed interprofessionale
per il miglioramento della qualità clinico-assistenziale ed orga-
nizzativa.
Si riporta di seguito una tabella sintetica dei principali percorsi
clinico-assistenziali integrati a valenza provinciale ed aziendale:
Tabella 6.2.2 – Percorsi clinico-assistenziali integrati
TitoloStruttura
coordinatriceStrutture coinvolte Stato di avanzamento al 2008
Percorso interaziendale
per la diagnosi
ed il trattamento
dell’epatocarcinoma
S.C. Malattie
Infettive e S.C.
Medicina III -
ASMN
Medicine, Endoscopie Dig., Chirurgie,
Radiologia, Anatomia Pat., Malattie
Inf., Oncologia, Radioterapia,
Programma Cure Primarie, Direzione
Medica di Presidio, Uff. Stat. Epidem.
Cl. - ASMN e AUSL
Gruppo multidisciplinare attivato nel 2007 all’interno
del Programma Interaziendale Gastroenterologia
Endoscopia Digestiva. Nel 2008 ha lavorato per
defi nizione del percorso diagnostico terapeutico a
livello provinciale.Attivata una discussione sistematica
dei casi in modo multidisciplinare
Percorso aziendale del
paziente con sospetto ca
del colon-retto
S.C. Endoscopia
Digestiva - ASMN
Endoscopia Digestiva, Medicine,
Radioterapia, Chrirugie, Radiologia,
Anatomia Patologica, Oncologia,
Direzione Medica di Presidio, Uff.
Stat. Epidem., Programma Cure
Primarie della USL
Nel corso del 2007 e del 2008 effettuate più riunioni
del gruppo multidisciplinare. Approvato e condiviso
il protocollo di appropriatezza della richiesta di
colonscopia. Defi nito un percorso di presa in carico
con un approccio multidisciplinare
Percorso provinciale
assistenziale delle
pazienti affette da
sospetta neoplasia
dell’Endometrio
S.C. Ginecologia
e Chirurgia
Oncologica - ASMN
Ginecologie della provincia, Anatomia
Patologica, Radioterapia Oncologica,
Oncologia, Direzioni Mediche di
Presidio, Uff. Stat. Epidem.
Il gruppo multidisciplinare ha predisposto ed
implementato la Linea Guida. Attivato il progetto di
audit clinico
Percorso aziendale del
paziente affetto da tumore
del polmone
S.C. Anatomia
Patologia - ASMN
Pneumologia, Oncologia, Anatomia
Patologica, Radioterapia, Direzione
Medica di Presidio, Uff. Sistemi
Qualità, Uff. Stat. Epidem.
A fi ne 2007 è stato costruito il percorso di cura
polmone (PCP) informatizzato che attualmente è
in fase di sperimentazioneAttivata una discussione
sistematica dei casi in modo multidisciplinare
La prevenzione, la
diagnosi e il trattamento
dell’Endocardite batterica
(percorso interaziendale)
S.C. Cardiologia
e S.C. Malattie
Infettive - ASMN
Cardiologia ASMN e della USL,
Cardiochirurgia, Malattie Infettive,
Microbiologia, Medicina ASMN e
della USL, Neurologia, Programma
di cure primarie, Farmacia, Uff.
Stat. Epidem., Direzioni Mediche di
Presidio e Direzione Infermieristica
e Tecn.
Implementata la Linea Guida a livello provinciale,
ora in fase di revisione con le nuove indicazioni per la
terapia antibiotica e la profi lassi ed un conseguente
adeguamento del percorso. Attivato il progetto di audit
clinico
Percorso aziendale
del paziente con piede
diabetico
S.S. di Diabetologia
- ASMN
Medicine, Angiologia, Chirurgia
Vascolare, Malattie Inf., Ortopedia,
Microbiologia, Trasfusionale,
Dermatologia, Direzione Medica di
Presidio, Uff. Stat. Epidem. Cl.
Il gruppo multidisciplinare nel 2008 ha svolto le
seguenti attività: defi nizione delle fasi del percorso e
le criticità, revisione della letteratura per alcuni aspeti
specifi ci, identifi cazione di indicatori per audit clinico
6.2
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194
TitoloStruttura
coordinatriceStrutture coinvolte Stato di avanzamento al 2008
Appropriato uso delle
emotrasfusioni e gestione
del rischio
S.C. Medicina
Trasfusionale
Servizio Medicina
TrasfusionaleDirezione Sanitaria,
Chirurgia Scandiano, Medicina
GuastallaMedicina Correggio,
Chirurgia Montecchio, Cardiologia
Scandiano, Oculistica, Endocrinologia,
Laboratorio Castelnuovo MontiPronto
Soccorso ASMN, Radiologia ASMN,
Cardiologia Castelnuovo Monti, Uff.
Stat. Epidem. Cl.
Revisione/aggiornamento della LG a fi ne 2007 e
ulteriore monitoraggio degli indicatori. Nel 2008 è
stata realizzata l’integrazione della linea guida con la
gestione trasfusionale dell’emorragia massiva
Percorso interaziendale
del paziente critico con
emorragia digestiva
S.C. Endoscopia
Digestiva - ASMN
Endoscopia Dig., Chirurgia, Medicina
e PS dell’ASMN e degli ospedali
provinciali, Dipartimento Cure
Primarie, Direzione Medica di
Presidio, Uff. Stat. Epidem. Cl.
Gruppo multidisciplinare attivato all’interno del
Programma Interaziendale Gastroenterologia
Endoscopia Digestiva ha defi nito il protocollo
interaziendale per la gestione delle emorragie.
Rilevazione eventi sentinella ed analisi delle criticità
Gestione in urgenza
del paziente adulto con
trauma cranico
S.C. Pronto
Soccorso - ASMN
Pronto Soccorso, Medicina
d’Urgenza, Neurologia,
Neurochirurgia, Radiologia, Direz.
Med. Di Presidio
Stesura ed implementazione Linea Guida aziendale
Percorso interaziendale
diagnostico e terapeutico
della Meningite batterica
comunitaria nell’adulto
immunocompetente
S.C. Malattie
Infettive - ASMN
Malattie Infettive, Emergenza-
Urgenza, Neurologia, Radiologia,
Laboratorio di Microbiologia,
Anestesia e Rianimazione,
Dipartimento di Sanità Pubblica,
MMG, Uff. Stat. Epidem.
Stesura ed implementazione Linea Guida provinciale.
Gestione perioperatoria
della terapia
anticoagulante orale
(protocollo aziendale)
S.S. Centro
emostasi e
trombosi
Medicine,Cardiologia, Chirurgie,
Chirurgia vascolare, Chirurgia
Toracica, Dermatologia, Ginecologia,
Endoscopia Dig., Ortopedia, ORL,
Oculistica, Urologia, Pneumologia,
LACC, Cardiochirurgia di PR,
Direzione Inf., Dipartimento Cure
Primarie, Direzione Medica di
Presidio, Uff. Stat. Epidem. Cl.
Nel 2008 stesura del protocollo aziendale aggiornato
secondo le migliori evidenze e defi nizione di indicatori
per audit clinico
Risk Management
infermieristico/tecnico
– Gestione delle Cadute
accidentali
Direzione
Infermieristica,
Tecnica e Ostetrica
Tutte le S.C. dell’ASMN
Terminata la fase di sperimentazione, si procede con
la stesura defi nitiva della Linea Guida aziendale e il
monitoraggio continuo delle cadute
6.2.5.b) Progetto “TISSUE BANK DEI LINFOMI”.
Un importante progetto interdipartimentale e interdisciplinare pre-
sentato ed approvato dal Comitato Etico provinciale nel 2008 è stato
quello della creazione di una “TISSUE BANK DEI LINFOMI”.
Il progetto proposto dalla S.S. Day – hospital ematologico, dalla
S.C. di Anatomia Patologica e dalla Biologia molecolare e che
vede quindi il coinvolgimento del Dipartimento Onco-Ematolo-
gico e di Malattie Infettive e del Dipartimento Medicina di Labo-
ratorio, si inserisce nel più ampio Progetto Aziendale Linfocare.
La “Tissue bank” dei linfomi diagnosticati al S.Maria Nuova è
una biobanca (Tissue Bank) che ha come scopo la conservazione
di cellule, tessuti ed organi a fi ni di ricerca. Una sistematica ar-
chiviazione di tali materiali biologici e la loro integrazione con le
informazioni cliniche ad essi correlate svolge un ruolo centrale
nella ricerca traslazionale e negli studi di effi cacia sui farmaci.
Lo sviluppo delle nuove tecniche di biologia molecolare ha con-
sentito studi su larga scala dei profi li di espressione genica con
importanti ricadute cliniche. In particolare, tali tecniche hanno
trovato un vasto campo di applicazione nell’ambito degli studi sui
linfomi.Per questo motivo è nato, in seno al gruppo di professio-
nisti dell’ASMN che partecipa al progetto aziendale Linfocare, un
programma interdipartimentale ed interdisciplinare di raccolta
e conservazione di tessuto, acidi nucleici (DNA o RNA) e proteine
provenienti dal linfoma. I tessuti, una volta raccolti, verranno in
parte utilizzati per stabilire colture primarie di linfociti che ver-
ranno fenotipizzati e sottoposti al trattamento con combinazioni
di farmaci, radiofarmaci e/o molecole potenzialmente terapeu-
tiche, anche innovative, presso il Laboratorio di Biologia Mole-
colare. La caratterizzazione cellulare e molecolare di tali colture
primarie mediante citofl uorimetria, western blot ed approcci di
amplifi cazione genica mediante PCR, consentirà di correlare le
caratteristiche sopradette con la sensibilità e/o con la resisten-
za della neoplasia all’azione di specifi che molecole antitumorali.
I dati così ottenuti saranno utilizzati per costruire una banca dati
presso il Day Hospital di Ematologia che correli le modifi cazioni
delle caratteristiche che il tessuto bioptico manifesta in risposta
a specifi ci trattamenti, le caratteristiche genetiche o epigeneti-
che con le informazioni cliniche di ciascun paziente. Gli studi di
genomica, proteomica ed epigenetica che potranno essere dise-
gnati e sviluppati sul materiale raccolto grazie alla Tissue Bank
forniranno informazioni utili all’ematologo per indirizzare la te-
rapia in modo sempre più mirato. La presenza della Tissue bank
costituirà, inoltre, un valore aggiunto, rispetto alla considerevole
mole di ricerca clinica sviluppata e pubblicata, svolta da circa 20
anni dal DH Ematologico nell’ambito di gruppi cooperatori na-
zionali ed internazionali
195
6.3.1 PROGETTO REGIONALE “ANAGRAFE DELLA RICERCA”
A seguito del censimento della ricerca svolta nelle aziende sa-
nitarie regionali, nell’ambito del PRI-ER, limitatamente agli anni
2002-2004, dove erano emerse alcune criticità, tra cui la diffi col-
tà a classifi care e a valorizzare l’attività di ricerca vera e propria
da quella di descrizione, documentazione ed erogazione di pre-
stazioni/interventi all’interno delle strutture del SS regionale, è
stata decisa dall’Agenzia Sanitaria Regionale di sperimentare la
fattibilità di un sistema prospettico di registrazione dell’attività di
ricerca condotta all’interno delle aziende sanitarie regionali.
Ciò al fi ne di conoscere la tipologia quali-quantitativa dell’attività
di ricerca svolta, di individuare le aree di maggior o minor interes-
se e di avere una visione unitaria della ricerca preclinica, clinica,
osservazionale nell’ambito dei servizi sanitari.
In tale Anagrafe verranno sistematicamente registrati tutti i pro-
getti che vengono condotti nelle aziende sanitarie, monitorandoli
nel tempo.
Le informazioni ricomprendono anche una parte ampia di carat-
tere economico-fi nanziaria, con particolare attenzione ad una
registrazione dettagliata delle risorse (umane e materiali) impe-
gnate in ogni progetto.
Le aree tematiche sono state riviste e sono stati inseriti gli ou-
tput della ricerca (pubblicazioni, brevetti) per ora solo come dato
quantitativo.
Pertanto ci si aspetta di:
potenziare e rendere omogenee le procedure relative alla -tracciabilità dell’attività di ricerca e innovazione nelle strut-
ture del SSR
collaborare con l’Osservatorio Regionale per l’Innovazione -per creare sinergia tra l’introduzione di nuove tecnologie e
innovazioni cliniche e clinico-organizzative
identifi care le aree di maggiore intensità di ricerca e le aree -“orfane”
valutare l’impatto economico dell’attività di ricerca-monitoraggio della convergenza locale tra attività di ricerca -e innovazione
capacità di costruire network collaborativi, al fi ne di produrre -risultati rilevanti per il miglioramento della qualità e dell’ap-
propriatezza delle prestazioni.
sviluppo di capacità ideativi e progettuale e incentivazione -delle forme di collaborazione.
Sono esclusi dalla registrazione i progetti o gli atti che pur defi -
nendo un intervento che incide sui modelli organizzativi azien-
dali, non prevedono un piano di analisi e valutazione dell’impatto
dell’intervento stesso.
L’azienda ha partecipato alla fase pilota dell’Anagrafe regionale,
partecipando nelle persone dei referenti aziendali, agli incontri
tenutisi presso l’Agenzia Sanitaria Regionale e al sottogruppo che
ha lavorato al manuale operativo del sistema. La fase pilota ri-
guardava l’inserimento di una decina di progetti/studi per azien-
da, attivati nel 2008 , fase che si è conclusa il 30.11.2008.
I progetti sono stati inseriti da parte del referente aziendale indi-
viduato presso la segreteria del Comitato Etico e da parte di un
collaboratore individuato presso l’Uffi cio Ricerca e Innovazione a
seconda che i progetti fossero stati sottoposti o meno al Comitato
Etico.
L’inserimento nel database regionale, dopo alcune giornate di
formazione, proseguirà nel 2009 dove verranno censiti tutti gli
studi/progetti approvati nel 2009.
6.3.2 TRASPARENZA VERSO I FINANZIATORI PUBBLICI E PRIVATI
Relativamente ai costi della ricerca, la segreteria del Comitato
Etico provinciale, per la parte di sua competenza, istruisce i co-
sti indotti dalle prestazioni aggiuntive previste dai protocolli, me-
diante apposita modulistica, al fi ne di vigilare e monitorare che i
costi extra-routine previsti dai protocolli non vadano a gravare sul
SSN, come richiesto dall’art. 20, comma 2, del D.Lgs 211/2003 e
dal D.M. 21.12.2007.
6.3.3 VALORIZZAZIONE DEL RUOLO DEL COMITATO ETICO
Il Comitato Etico aziendale, già presente in Azienda dal 1991, ha
subito negli anni diverse trasformazioni che hanno seguito i di-
versi assetti aziendali e da ultimo, a seguito della emanazione
del D.M. 12 Maggio 2006 e delle indicazioni regionali, tale organi-
smo ha acquisito valenza provinciale risultando competente per
le proposte di studi avanzate alle strutture dell’A.O. A.S.M.N. e
a quelle dei Presidi Ospedalieri dell’AUSL, nonché alle sue ar-
ticolazioni distrettuali. Pertanto il Comitato, istituito nella nuova
veste con delibera n. 20 del 23.03.2007 adottata dal D.G. dell’A.O.
A.S.M.N. e con deliberazione n. 27 adottata dal DG dell’AUSL in
data 27.03.2007, è stato accreditato in data 03.04.2007 dalla Re-
gione Emilia-Romagna presso l’AIFA garantendo la corrispon-
denza dell’organismo ai requisiti minimi previsti dal citato decre-
to attuativo in termini di indipendenza ed autonomia.
L’organismo è composto di n. 19 componenti, di cui n. 6 clinici (un
oncologo, un pediatra, due internisti, un cardiologo e un chirur-
go), n. 2 biostatistici, n. 1 farmacologo, n. 1 rappresentante del
personale infermieristico, n. 1 esperto in materia giuridica e assi-
curativa, n. 1 bioeticista, n. 1 MMG palliativista, n. 2 farmacisti, n.
1 farmacista ex offi cio, n. 2 direttori sanitari “ex offi cio” e n. 1 rap-
presentante delle associazioni di volontariato. Si riunisce men-
silmente e in alcuni casi anche due volte al mese e le modalità
operative consistono nella disamina da parte di tutti i componenti
della documentazione relativa agli studi/progetti posti all’ordine
del giorno della seduta.
A supporto dell’organismo è defi nita una segreteria tecnico-
scientifi ca, che si occupa non solo di istruire i protocolli ai fi ni
dell’esame e del parere del CE prov.le, ma anche di gestirne gli
aspetti economici, amministrativi e giuridici fi no alla conclusione
degli studi stessi, come dettagliato nella Tabella 6.3.1 che ne de-
scrive anche la composizione.
6.3 Garanzie di Trasparenza
196
A seguito dell’entrata in vigore del D.M. 21.12.2007, che ha inteso
omogeneizzare e armonizzare le modalità di inoltro della docu-
mentazione che i promotori devono presentare alle segreterie dei
CE per il preliminare esame di ammissibilità della stessa e con-
seguente sottomissione al CE, si è reso necessario creare un sito
riservato su cui compare la documentazione degli studi e di qual-
siasi altro argomento posto all’ordine del giorno (verbali, emen-
damenti, comunicazioni, programmi di eventi formativi e congres-
suali) e al quale i componenti accedono mediante password. Tale
modalità di lavoro comporta un notevole impegno per la segrete-
ria, ma ha permesso di eliminare in gran parte il cartaceo.
Alle sedute gli sperimentatori vengono man mano invitati a presen-
tare i protocolli di studio e nel caso vengano sollevate criticità queste
vengono discusse e affrontate direttamente con l’investigatore, che
ovviamente, non è presente al momento della decisione.
Il CE provinciale ai sensi di legge e per proprio regolamento espri-
me parere formale su ogni tipologia di studio (trial clinici, studi
osservazionali, registri, studi di genetica e di farmacogenetica,
studi con dispositivi, studi che indagano strategie terapeutiche,
tecniche chirurgiche, strumenti diagnostici, ecc.) e comunque su
ogni progetto che richieda a qualsiasi titolo il consenso del pa-
ziente sia alla partecipazione allo studio sia al trattamento dei
dati personali, ex D.Lgs n. 196/2003 e della Deliberazione n. 52
del Garante del 24 luglio 2008, nonché ai sensi delle diverse Au-
torizzazioni del Garante in materia.
Annualmente la segreteria del Comitato attiva il monitoraggio
amministrativo di tutti gli studi che risultano in corso, predispo-
nendo per ogni reparto l’elenco degli studi di competenza e richie-
Tabella 6.3.1 Personale attribuito
alla segreteria del Comitato Etico
Tempo Attività specifica Attività comuni
Responsabile ammini-
strativo (componente
del CE in qualità di
esperto in materia giu-
ridica e assicurativa)
che coordina gli aspetti
amministrativi
Full time
Verifica della necessità di integrazione della composi-
zione del CE
Redazione assieme alla farma-
cista di un documento di sintesi
degli studi posti all’OdG per i
Direttori Sanitari
Registrazione degli studi sul
Registro e nel Data Base
Esame degli studi sotto l’aspetto legale (contratto,
polizza, modulo di consenso e privacy)
Verbalizzazione seduta
Referente OsSC e Inserimento nell’ OsSC studi aziendali
Redazione provvedimento autorizzativo degli studi e
atti conseguenti
Consultazione della normativa
Gestione Progetti finalizzati del M.d.S, Commissione
Europea, CNR, I.S.S. (contratto, destinazione del finan-
ziamento, fatturazione per il finanziamento e rendicon-
tazione finale)
Report annuale destinazione degli introiti
Gestione comodati dei beni concessi per gli studi
Referente aziendale per l’Anagrafe regionale della
ricerca
Gruppo di lavoro nel coordinamento regionale CE
n. 1 collaboratore
amm.vo, per A.S.M.N. part-time Attività di accettazione e controllo documentazione
Archiviazione documentazione
degli studi in corso e di quelli
conclusi
n. 1 amm.vo per AUSL 9ore/sett
Richiesta di relazione allo sperimentatore per GCP
Aggiornamento database interno
per la parte amministrativa
Creazione Ordine del giorno per la seduta CE e gestio-
ne sito Web riservato ai membri
Emissione fatture per l’esame degli studi e per rilascio
Parere Unico
n. 1 farmacista (anche
componente “ex offi-
cio” del CE)
1 g e ½/
sett.
Attività di farmacovigilanza: (redazione report di sintesi
di SAE)
Aggiornamento database interno
per la parte scientifica, assieme
al Biostatistico
Gestione farmaci sperimentali con spedizione ai
reparti
Verifica conservazione farmaci sper. presso i reparti
Allestimento di farmaci in alcuni casi
Interlocutori dei promotori degli studi per il Monitoraggio
Approfondimenti bibliografici
n. 1 biostatistico (anche
componente del CE)
contrat-
to per 9
accessi/
Compilazione questionario annuale ISTAT
Valutazione degli Emendamenti
Monitoraggio amministrativo annuale cartaceo
Predisposizione bozze dei pareri esitati dalle sedute di CE
Relazione annuale attività del CE
197
dendo alcune informazioni sullo stato dell’arte degli studi stessi.
Al termine del monitoraggio che consente l’aggiornamento dei
dati, viene predisposto un report al fi ne di presentare in Comitato
l’esito del monitoraggio stesso. Obiettivo dell’attività del CE, san-
cito dalla normativa, è quello di garantire che la ricerca sia svol-
ta correttamente e secondo criteri di correttezza metodologica,
eticità e scientifi cità, evitando duplicazioni di studi che nulla ag-
giungono alle conoscenze disponibili e impedendo una scorretta
allocazione e gestione di risorse. Compito dell’organismo è quello
di orientare la ricerca “patient-centred”, evitando l’effettuazione
di progetti inutili e proponendo scelte organizzativo-gestionali ca-
ratterizzate da eticità. Si è avvertito anche nel 2008 un sensibile
aumento di studi, soprattutto indipendenti o non-profi t, special-
mente a seguito del D.M. 17.12.2004 “Prescrizioni e condizioni di
carattere generale, relative all’esecuzione delle sperimentazioni
cliniche dei medicinali, con particolare riferimento a quelle ai fi ni
del miglioramento della pratica clinica, quale parte integrante
dell’assistenza sanitaria” che ha dato il via all’attivazione dei Ban-
di AIFA. Tale opportunità offerta ai ricercatori ha inteso proporre
e stimolare la ricerca indipendente corrispondente ai requisiti in-
dicati nei Bandi, favorendo razionali che, oltre a rientrare nelle
aree di interesse richieste, prevedessero il coinvolgimento di più
centri e assegnando fi nanziamenti per la loro effettuazione, nel
tentativo contestuale di responsabilizzare a precise e documen-
tate rendicontazioni delle spese sostenute.Allo stesso tempo si è
attribuita ai CE la responsabilità di ritenere che una sperimenta-
zione rientri a tutti gli effetti sotto i requisiti prescritti dall’art. 1
del Decreto 17 dicembre 2004, e in particolare dall’art. 1, comma
2 lettera e), qualora la sperimentazione sia fi nalizzata non a sco-
pi industriali, ma al miglioramento della pratica clinica e rico-
nosciuta pertanto, come sperimentazione rilevante e come tale
parte integrante dell’assistenza sanitaria.
I principi che il Comitato Etico deve garantire sono non solo la sal-
vaguardia, la tutela dei diritti e la sicurezza dei partecipanti alle
sperimentazioni, come sancito dalla normativa, ma anche che le
sperimentazioni cliniche rispondano sempre più alle caratteristiche
proprie di una pratica innovativa volta ad accrescere le conoscenze
e che si traduca in pratiche terapeutiche di cui possano usufruire i
soggetti afferenti ad una determinata struttura sanitaria.
Il Comitato Etico provinciale presta particolare attenzione a che
venga il più possibile garantita una adeguata ed esauriente in-
formazione al fi ne dell’ottenimento di un consenso consapevo-
le e partecipato, ma soprattutto a che l’informativa sia onesta e
trasparente tale da indurre realmente il paziente a decidere se
partecipare o meno ad uno studio, di cui devono essere chiari gli
obiettivi. Da diverso tempo è oggetto di studio da parte del Comi-
tato il processo del consenso informato, tema che ad ogni seduta
viene affrontato approfonditamente in occasione della disamina
dei progetti proposti e che porta di frequente alla rivisitazione
totale dei moduli, pur nella consapevolezza che l’informativa an-
drebbe adeguata al soggetto cui viene proposto lo studio.
A tal proposito l’ultima versione della Dichiarazione di Helsinki (59th
WMA General Assembly, Seoul, October 2008) all’art. 24 recita:
“24. In medical research involving competent human subjects, each
potential subject must be adequately informed of the aims, methods,
sources of funding, any possible confl icts of interest, institutional
affi liations of the researcher, the anticipated benefi ts and potential
risks of the study and the discomfort it may entail, and any other rel-
evant aspects of the study. The potential subject must be informed of
the right to refuse to participate in the study or to withdraw consent
to participate at any time without reprisal. Special attention should be
given to the specifi c information needs of individual potential subjects
as well as to the methods used to deliver the information (corsivo
aggiunto). After ensuring that the potential subject has understood
the information, the physician or another appropriately qualifi ed in-
dividual must then seek the potential subject’s freely-given informed
consent, preferably in writing. If the consent cannot be expressed in
writing, the non-written consent must be formally documented and
witnessed.”
In tale processo pertanto, il Comitato si pone garante non solo
della validità etico-scientifi ca degli studi, ma anche delle moda-
lità di raccolta del consenso, che non deve ridursi al solo con-
tenuto della modulistica, ma soprattutto all’accompagnamento
alla comprensione che il professionista deve attuare nei confronti
del paziente. A tal proposito il Comitato ha avviato in occasione
delle sedute un vero e proprio approfondimento della lettura dei
consensi informati facendone un’area specifi ca di ricerca e modi-
fi candoli a favore della comprensione e della “friendly –reading”.
La segreteria del Comitato ha diversamente collaborato in varie
sedi ai temi della ricerca, come nel gruppo di lavoro dell’Area ri-
cerca e Innovazione dell’Aven, nell’ambito dell’ORIA (Osservatorio
Ricerca e Innovazione Aziendale), che intende proseguire la rico-
gnizione sistematica delle attività di ricerca e della conseguente
produzione scientifi ca. L’interfaccia del CE con ORIA garantisce il
censimento dei progetti di ricerca, registrati, a seconda della loro
tipologia, nel database del CE o in quello dell’Uffi cio Ricerca e
Innovazione, di recente acquisizione per entrambi.
L’attività del CE si integra con la Legge regionale n. 29/2004, nel
cui contesto tale organismo, se pur indipendente nell’esprimere
i pareri sugli studi, si concatena con gli altri meccanismi del pro-
cesso volti a garantire il diritto del cittadino-paziente ad essere al
centro dell’attività assistenziale, al centro di una ricerca “pazien-
te-orientata”, al centro del processo di “decision making”, al cen-
tro di una corretta e comprensibile informazione, al centro di un’as-
sistenza che è sempre più integrata con la ricerca, quale migliora-
mento delle strategie terapeutiche da traslare appunto nella pratica
clinica. Nell’ambito dell’attivazione dell’Anagrafe regionale della ricerca
la segreteria del Comitato partecipa agli incontri regionali, in quanto
responsabile dell’inserimento dei progetti esaminati dal Comitato e la
cui tracciabilità sia da punto di vista della tipologia che dal punto di vista
economico è garantita dal database regionale. Come già descritto la
segreteria del Comitato da tempo registra anche informaticamente
mediante un database tutti gli studi esaminati, restituendo informa-
zioni sia al Comitato che ad altri destinatari mediante reportistiche
contenenti nel dettaglio caratteristiche, tipologie di studi, promotori,
centri sperimentali, ecc.
L’acquisizione del nuovo database ha implementato tali informa-
zioni e arricchito la quantità e la qualità delle informazioni che si
intendono ricavare dai progetti registrati. Peraltro le informazioni
previste da questo sistema informatico ricomprendono quelle ri-
chieste dal database regionale.
All’interno del gruppo di lavoro dell’area ricerca e innovazione
dell’AVEN il componente presente per il CE prov.le di RE aveva
sottolineato l’utilità e l’opportunità della condivisione da parte dei
CE delle aziende afferenti all’AVEN di un unico database degli stu-
di esaminati, al fi ne di condividere le stesse informazioni e al fi ne
di produrre reportistica comune, sempre nel rispetto della confi -
denzialità dei protocolli, ai sensi di legge (D.M. 27.12.2007).
Alcuni componenti della segreteria del Comitato infi ne partecipa-
no ai gruppi di lavoro afferenti al coordinamento regionale dei CE
presso l’ASR. Pertanto, a diversi livelli e ai diversi tavoli che affe-
riscono all’area della Ricerca e Innovazione il Comitato Etico Pro-
vinciale è presente mediante alcune fi gure della segreteria in una
costruttiva collaborazione che vuole essere propositiva e sempre
fi nalizzata e orientata verso ricerche qualitativamente valide e
scientifi camente rilevanti da condursi nella salvaguardia dei di-
ritti dei pazienti con particolare attenzione agli aspetti etici che
ne derivano soprattutto sul piano del rapporto medico-paziente
che nella fattispecie si concretizza nel processo della raccolta del
consenso del paziente alla partecipazione allo studio, che deve
essere sempre più condivisa e veramente partecipata. Nella con-
sapevolezza che tale obiettivo è possibile solo a seguito di una
corretta, onesta e chiara informazione sullo studio proposto, si è
certi che solo in tale modo il percorso decisionale sarà veramente
e correttamente compiuto e per questo il CE provinciale ha fatto
di tale tematica, in occasione delle sue sedute, un ambito di ricer-
ca al fi ne di individuare strumenti effi caci per il perseguimento di
questo obbiettivo.
6.3
Ga
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di
Tra
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a
198
199
In questo capitolo conclusivo viene presa in esame l’attività istituzionale svolta per il perse-
guimento di obiettivi specifi ci e di particolare rilevanza in accordo con i principali documenti
aziendali. Tra gli obiettivi assegnati alla Direzione Aziendale dalla Giunta Regionale grande
importanza viene assegnata al percorso di costituzione a IRCCS
Obiettivi specifi ci diparticolare rilevanzaistituzionale77
200
Il Piano Sociale e Sanitario 2008/2010 della Regione Emilia Ro-
magna ha individuato nella formula organizzativa della rete inte-
grata delle prestazioni un’area importante di sviluppo sia per la
ricerca che per l’assistenza vera e propria ed ha individuato negli
Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifi co - I.R.C.C.S. - lo
strumento per impegnare competenze distintive, promuovendole
in una rete regionale che, ad integrazione dell’Istituto Ortopedico
Rizzoli - già riconosciuto I.R.C.C.S. -, avrà come riferimento le
tre aree vaste del territorio regionale e come ambiti le discipline
dell’oncologia e delle neuroscienze.
Allo stesso tempo, con la L.R. n. 29/04, la ricerca è stata ricono-
sciuta tra le funzioni fondanti delle politiche per la salute della
Regione Emilia Romagna, insieme al fatto che il potenziamento
degli I.R.C.C.S. e la loro organizzazione in rete integrata secon-
do il modello Hub & Spoke potrà e dovrà utilmente concorrere
a realizzare lo sviluppo e l’innovazione nelle aziende del sistema
sanitario regionale.
E’ stato confermato che le disposizioni recate dal D.Lgs 288/2003,
soprattutto all’art.13, si qualifi cano quali principi fondamentali ai
quali la legislazione regionale deve fare preciso riferimento: la
materia degli I.R.C.C.S. appartiene infatti alla legislazione con-
corrente di cui al 3° comma dell’ art. 117 cost., essendo questa
relativa sia alla “tutela della salute” che alla “ricerca scientifi -
ca”. Da ciò consegue che appartiene alle Regioni la titolarità della
competenza legislativa relativamente a ciò che è attinente all’or-
ganizzazione della ricerca scientifi ca. La novella dell’art. 10 della
L.R. 29/04, contenuta nell’art. 12 della L.R. 4/08, consente infi ne
lo studio di un’architettura innovativa dal punto di vista organiz-
zativo, volta alla creazione di un I.R.C.C.S. individuato in presidi o
strutture incluse nell’organizzazione di un’Azienda Sanitaria del
SSR a personalità giuridica pubblica. Tali strutture, individuate
con precisione, devono avere autonomia economico- fi nanziaria
con contabilità separata, all’interno del bilancio aziendale, sulla
base delle indicazioni riportate nella normativa regionale di rife-
rimento (art. 10 L.R. 4/08).
L’evoluzione seguita dall’Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova
di Reggio Emilia, è stata caratterizzata nel tempo non solo dal
rafforzamento delle sue prerogative tipiche di Azienda Sanitaria
pubblica (effi cacia, effi cienza, appropriatezza, qualità ed equa ac-
cessibilità delle prestazioni), ma anche dall’avvio e dallo sviluppo
di attività di ricerca, in particolare nell’ambito delle tecnologie
avanzate e dei modelli assistenziali in oncologia.
L’assistenza al paziente oncologico, infatti, sta attraversando una
fase di profonda trasformazione. Si assiste alla messa a punto di
terapie integrate che richiedono tecnologie evolute e specifi che
competenze multidisciplinari ed interprofessionali in grado di svi-
luppare contemporaneamente forti legami con i team professio-
nali territoriali (debitamente organizzati e preparati), per quelle
fasi (es. follow up) e quei livelli di assistenza che hanno maggiore
garanzia di appropriatezza ed accettabilità per il paziente ed i suoi
familiari nel contesto delle cure primarie. L’ipotesi di costituzione
di un IRCCS che, nella identifi cazione della disciplina, richiami
anche il forte impegno ed i risultati raggiunti dal SMN su entrambi
questi versanti, oltre a rappresentare un’importante opportunità
di crescita per l’ospedale, costituisce il rifl esso di quanto operato
in questi anni per qualifi care l’offerta e migliorare complessiva-
mente i percorsi diagnostico terapeutici ed i modelli organizzativi
che integrano la fase ospedaliera e quella territoriale in tal senso.
Da un lato infatti, l’ospedale si è caratterizzato per competenze
rilevanti nel campo della diagnostica avanzata e per capacità di
integrazione in rete con altre strutture specialistiche sia in Emi-
lia Romagna sia in altre Regioni e, dall’altro, ha operato su tutto
l’ambito territoriale in collaborazione con l’Azienda USL di Reggio
Emilia) per consolidare le esperienze ed innovare i modelli assi-
stenziali rivolti al paziente oncologico, trasferendo a questo livello
le innovazioni cliniche ed assistenziali elaborate dalle sue attività
di ricerca e sviluppando nuove linee di ricerca originali.
L’istituendo IRCSS permetterà, inoltre, di diffondere la Cultura
della Ricerca nelle diverse comunità professionali (Infermieri,
Tecnici, Ostetriche, Fisioterapisti…) introducendo spazi culturali
di discussione, dibattito e confronto interprofessionale. Diffonde-
re un nuovo approccio ai problemi assistenziali che promuova un
utilizzo critico dei risultati della produzione scientifi ca e riduca
progressivamente il peso di altre fonti conoscitive quali il senso
comune, le prove ed errori, la tradizione, signifi ca implementare
maggiormente l’approccio critico, al fi ne di rendere tutti i profes-
sionisti “dei fruitori ordinari di ricerca”, dove opportunità di cre-
scita e di valorizzazione diventeranno parte integrante dell’agire
delle comunità di pratiche. L’investimento in termini formativi e
metodologici permetterà nel medio/lungo periodo di disporre di
professionisti che riconosceranno nella ricerca una “funzione”
come quella assistenziale e che potrà esprimersi attraverso ruoli
diversifi cati, che vanno dalla semplice partecipazione agli studi
fi no alla loro progettazione. Gli spazi su cui investire in funzione
di questa opportunità saranno:
• favorire l’acquisizione di conoscenze relative all’ambito della
metodologia della ricerca; senza volere con questo immaginare
tutti i professionisti esperti negli ambiti citati;
• individuare le aree tecnico-assistenziali e gli ambiti in cui risulta
prioritario avviare la ricerca, sviluppando una stretta collabora-
zione tra chi è deputato a occuparsi di ricerca, chi lavora nella
clinica e chi gestisce l’intero sistema organizzativo;
• ripensare in collaborazione con il mondo Universitario i diver-
si piani di studio, perché il ragionamento scientifi co deve essere
trasversale e costitutivo dell’apprendimento dei futuri professio-
nisti;
• creare e mantenere un’organizzazione a rete: ambiti di setting
assistenziale intra/ interaziendalecon una grande attenzione alla
continuità e ai percorsi dei pazienti.
E’ necessario disporre di un’organizzazione attenta all’impor-
tante contributo che può e deve provenire da tutte le professioni
sanitarie, ma anche consapevole che tutte le scelte organizzative
implementate all’interno
della Struttura Sanitaria, comprendente l’IRCCS, dovranno anche
dare risposte al:
• bisogno di identità/appartenenza di tutti i professionisti: ovvero
l’esigenza di ogni operatore di dominare ilproprio ambito orga-
nizzativo, utilizzando in maniera adeguata le proprie capacità e
salvaguardare i propri valori;
• bisogno di specializzazione: che signifi ca sviluppare compe-
tenze specifi che e distintive in linea con l’evoluzione scientifi ca e
l’elevato grado di innovazione tecnologica.
• bisogno di integrazione e di cooperazione: creazione di team di
lavoro trasversali che favoriscano l’integrazione tra competenze
professionali fortemente differenziate.
Alla luce di tutte le considerazioni di cui sopra, l’Assemblea Re-
gionale dell’Emilia Romagna con deliberazione n. 169/3443/9670
del 22.04.08 ha approvato la proposta della Giunta n.241 del
25.02.2008, con cui si propone la individuazione, tra le altre,
dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia “Arcispedale S. Maria
Nuova” per l’avvio del percorso al riconoscimento quale I.R.C.C.S.
in Tecnologie avanzate e Modelli assistenziali in Oncologia.
Con delibera n. 86 del 18.12.2008 l’Azienda Arcispedale San-
ta Maria Nuova ha provveduto ad aggiornare e modifi care l’Atto
7.1. Percorso verso IRCCS
201
Aziendale con la costituzione di un Presidio interno formato da
due Dipartimenti, uno in Tecnologie Avanzate ed uno Oncologico,
entrambi con spiccate potenzialità per la ricerca, Presidio rite-
nuto come la migliore forma organizzativa a garanzia di quanto
previsto dall’art. 12, c.3 lettera b), della L.R. dell’Emilia Roma-
gna n.4/2008 e dalla Legislazione nazionale competente in ma-
teria, assicurando autonomia scientifi ca, organizzativa, contabile
all’IRCCS. La forma organizzativa del Presidio consente la desti-
nazione dei beni, del personale e delle risorse necessarie allo
svolgimento delle attività istituzionali, così come previsto per la
costituzione dell’ IRCCS all’interno dell’Az. Ospedaliera ASMN.
Inoltre rende possibile la rendicontazione analitica con contabilità
separata all’interno del bilancio aziendale ed è idonea a garantire
l’erogazione integrata di tutte le prestazioni diagnostiche e tera-
peutiche nei percorsi clinico assistenziali per le patologie tumo-
rali, avvalendosi di competenze specialistiche pluridisciplinari e
multiprofessionali anche mediante l’utilizzo di tecnologie evolute
ed innovative.
Con delibera n. 87 del 18.12.2008 l’Azienda Arcispedale Santa Ma-
ria Nuova ha approvato il documento di candidatura per la costi-
tuzione in I.R.C.C.S. in Tecnologie avanzate e Modelli assistenziali
in Oncologia e ha trasmesso l’atto deliberativo, quale formale
domanda ai sensi delle normative in vigore corredata dal docu-
mento comprovante il possesso dei requisiti per il riconoscimen-
to, alla Giunta della regione Emilia-Romagna per l’approvazione
e l’inoltro al Ministero del Welfare competente per il riconosci-
mento formale.
L’Istituto/Presidio si compone di strutture operative organizzate
nei due dipartimenti citati:
DIPARTIMENTO ONCOLOGICO
{S.C. Anatomia Patologica; S.C. Oncologia; S.C. Ematologia; S.C. Me-
dicina Trasfusionale; S.C. Laboratorio Genetica; S.S. Dipartimentale
Laboratorio Biologia Molecolare}
Il Dipartimento trova la sua conferma nella necessità di accor-
pare, come in altre prestigiose realtà nazionali ed internazionali,
Strutture Complesse/ Semplici orientate alla patologia oncologi-
ca. Si propone di raggiungere l’eccellenza nel campo della pre-
venzione, della diagnosi e della cura dei tumori attraverso lo svi-
luppo della ricerca clinico scientifi ca e l’innovazione organizzativa
e gestionale, in un contesto di costante attenzione alla qualità del
servizio erogato alle persone assistite.
La S.C. di Oncologia del SMN registra da anni un costante incre-
mento di attività e di casi trattati nell’ambito delle principali pato-
logie oncologiche, utilizzando anche nuovi trattamenti adiuvanti e
neo-adiuvanti. E’ ormai prossima la realizzazione di una sezione
di degenza ordinaria di oncologia, che ne completerà la struttura
dell’offerta.
Quale principale utilizzatore di tecnologie avanzate, la Struttura
stabilisce una stretta correlazione interfunzionale con le Struttu-
re di Radioterapia e Medicina Nucleare e con il Dipartimento Chi-
rurgico per la realizzazione di piani di trattamento multimodali
guidati dall’imaging funzionale e per il risparmio d’organo.
La S.C. di Ematologia svolge attività diagnostico-terapeutica in
regime di ricovero ordinario, in regime di Day Hospital ed in re-
gime ambulatoriale, mediante l’utilizzo di metodiche multidisci-
plinari e con sviluppo di approcci innovativi volti alla guarigione
ovvero al controllo della malattia e dei suoi sintomi. Alti sono la
competenza, l’aggiornamento e l’attenzione dei professionisti
verso il paziente, tanto da porre la Struttura come riferimento cit-
tadino, nazionale ed internazionale.
L’attività di ricerca scientifi ca e di sperimentazione, testimoniata
dalle numerose pubblicazioni e partecipazioni a Congressi Nazio-
nali ed Internazionali, è volta alla puntualizzazione di protocol-
li diagnostico-terapeutici e di procedure innovative nell’ambito
delle patologie di competenza ematologia e oncologica nonché al
miglioramento dell’assistenza infermieristica.
La S.C. di Anatomia Patologica partecipa, assieme ad altre U.O.
della RER, a Centri Universitari nazionali e ad IRCCS, ad un pro-
getto di ricerca multicentrico sull’identifi cazione mediante ap-
plicazione di tecniche postgenomiche di tumori ad alto rischio e
sulla defi nizione del relativo impatto economico- organizzativo
per il SSN.
La struttura eroga esami istologici, citologici, intraoperatori ,
esami citologici per lo screening del carcinoma del collo dell’ute-
ro, indicatori prognostici predittivi per patologie oncologiche (re-
cettori estrogeni e progesterone, indice di proliferazione cellulare
Ki-67, espressione di EGFR), esami di biologia molecolare (FISH)
per la caratterizzazione di alcuni tumori, ricerca dell’Oncogene
HER-2 neu, valutazione dell’espressione di EGFR, valutazione
della delezione 1p-19q, ricerca delle traslocazioni con riarrangia-
mento BCL1,CL2.
La S.C. di Medicina Trasfusionale effettua crioconservazioni di
cellule staminali e procedure
di reinfusione. Il settore aferesi esegue procedure complesse di
aferesi da paziente sia come eritroaferesi, plasmaexchange, rac-
colta di PBSC, plasma fi ltrazione, fi ltrazione a cascate ed LDL
aferesi. Dal 1992 il Trasfusionale opera nell’ambito dell‘IBMDR
come Centro Donatori;
La S.C. Laboratorio di Genetica è dotata di elevate professiona-
lità e di adeguata tecnologia che consentono l’esecuzione di pre-
stazioni specialistiche di 3° livello (circolare regionale n. 24 del
22.7.97) sia di tipo analitico che consultoriale. L’attività analitica
copre attualmente tutti i settori.
1. citogenetica classica – si incentra sulla analisi dei cromosomi
sia nell’ambito della patologia costituzionale postnatale e prena-
tale che della patologia oncoematologica (cariotipo su midollo e,
raramente, su periferico non stimolato);
2. citogenetica molecolare – si fonda sull’utilizzo della ibridazio-
ne a fl uorescenza in situ (FISH) ed è principalmente rivolta alla
patologia oncoematologica; in questo ambito sonde molecolari
commerciali o “home made”, vengono applicate allo studio di
cromosomi metafasici o interfasici, per caratterizzare alterazio-
ni citogeneticamente manifeste o ricercare specifi che anomalie,
anche criptiche o mascherate, di grande rilevanza sotto il profi lo
prognostico o terapeutico (come la trisomia 8, le monosemie 5 e
7, le delezioni 5q, 7q, 12 p e 20q nelle Mielodisplasie; la trisomia
12 e le delezioni 11q22.3, 13q14.3, 13q34 e 17p13.1 nelle Leuce-
mie Linfatiche Croniche; le monosomie 5 e 7, le delezioni 5q, 7q e
11q23, le traslocazioni t(15;17) e t(16;16) e l’inversione 16pq nelle
Leucemie Mieloidi Acute; la traslocazione t(9;22) nella Leucemia
Mieloide Cronica; le delezioni 13q14 e 17p13.1 e la traslocazione
t(4;14) nel Mieloma Multiplo); la restante quota di attività è rife-
ribile invece allo studio di alterazioni cromosomiche costituzio-
nali postnatali (sindromi microcitogenetiche, analisi deisegmenti
subtelomerici) e prenatali (aneuploidie 13,18,21,X,Y);
3. genetica molecolare – si rivolge alla diagnostica di specifi che
condizioni costituzionali.
Queste caratteristiche e il livello quali-quantitativo delle presta-
zioni fornite hanno fatto sì che già dal 2002 il laboratorio sia rico-
nosciuto come punto di eccellenza dalla Regione Emilia-Roma-
gna, che, nell’organizzazione della rete regionale delle strutture
di genetica secondo il modello “Hub and Spoke”, lo qualifi ca come
“Hub” di riferimento per la citogenetica per l’area dell’Emilia-Ro-
magna di nord-ovest.
La S.S.Dip. Laboratorio di Biologia Molecolare
Il Laboratorio di Biologia Molecolare svolge, da ormai alcuni de-
cenni, studi di associazione gene malattia, nelle malattie comu-
ni, come le malattie infi ammatorie articolari e anche sui tumori.
In questo ambito, da alcuni anni è stato intrapreso uno studio
per valutare l’effetto di polimorfi smi, contenuti in specifi ci geni
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candidati, nei pazienti con melanoma maligno. Negli ultimi anni
l’applicazione delle tecniche biologico molecolari alla diagnosi
delle malattie neoplastiche è stata notevolmente implementa-
ta. In questo genere di patologie, la diagnosi molecolare assu-
me un’importanza fondamentale perché consente di individuare
a livello presintomatico, e quindi in fase precoce, i soggetti in cui
si sta sviluppando la patologia tumorale. La maggior parte dei
tumori sono sporadici, cioè le alterazioni del DNA (mutazioni) si
sviluppano casualmente a livello delle cellule somatiche. Solo
una piccola, anche se signifi cativa, percentuale dei tumori sono
ereditari.
Attualmente nel laboratorio di Biologia molecolare vengono ana-
lizzate diverse mutazioni caratterizzanti il tumore, la sua insor-
genza, la risposta farmacologica, la capacità metastatizzante at-
traverso tecniche di PCR e sequenziamento diretto del DNA.
In particolare viene effettuata:
- analisi molecolare delle mutazioni del gene KRAS (tumore del
colon e del polmone)
- analisi molecolare delle mutazioni del gene EGFR (tumore del
polmone)
- analisi molecolare delle mutazioni del gene PDGFRA (GIST)
- analisi molecolare delle mutazioni del gene c-KIT (GIST)
- analisi molecolare delle mutazioni del gene p53;
- analisi molecolare delle mutazioni del gene RET (MEN2);
- analisi molecolare delle mutazioni del gene BRAF
DIPARTIMENTO TECNOLOGIE AVANZATE
{S.C. Medicina Nucleare; S.C. Radioterapia; S.C. Gastroenterologia-
Endoscopia Digestiva; S.C. Fisica Medica}
Il Dipartimento aggrega al proprio interno Strutture Complesse
che,nell’ambito delle attività assistenziali e di ricerca, utilizzano
tecnologie evolute ed innovative. A queste si affi anca la Struttura
di Fisica Medica, le cui prerogative, oltre a quelle tipiche legate
alla radioprotezionistica ed al calcolo dei piani di trattamento ra-
dioterapici, si estendono alla partecipazione attiva alla promozio-
ne dell’innovazione in ambito tecnologico. propositivo, affi datogli
dagli orientamenti regionali, in materia di innovazione tecnologi-
ca, clinica ed organizzativa dei contesti assistenziali e nell’elabo-
razione dei piani di adozione delle nuove tecnologie.
Obiettivi del Dipartimento sono:
• l’utilizzo più appropriato, effi cace, continuativo ed accessibile
delle migliori tecnologie, nell’ambito dei percorsi clinico assi-
stenziali delle patologie oncologiche;
• l’elaborazione e l’adozione di protocolli diagnostico terapeutici
in logica collaborativa interdisciplinare e interprofessionale, per
una gestione integrata dei pazienti che coniughi eccellenza clini-
ca e sviluppo di progetti di ricerca
• il supporto all’aggiornamento tecnologico.
Per quanto attiene alla S.C. di Medicina Nucleare, occorre sot-
tolineare il ruolo incrementale ed ormai imprescindibile, che,
ancorché in modo non esclusivo, questa U.O. svolge nell’ambito
della diagnostica e della terapia di molte patologie di natura on-
cologica.
La sezione di Terapia Radiometabolica è cresciuta nel tempo, ali-
mentata da un bacino di utenza ampio, esteso ad oggi a tutto il
territorio dell’Area Vasta Emilia Nord (AVEN) ma anche alla Re-
gioni limitrofe (Lombardia, Veneto, ….)
Attualmente dispone di una CT-PET di ultima generazione. Colla-
bora da anni con la S.C. di Radioterapia apportando il proprio con-
tributo nella diagnosi e stadiazione delle patologie tumorali del
paziente destinato alla radioterapia, defi nendo in modo corretto
l’estensione della malattia, ma anche il “bersaglio” da irradiare
(il BTV – Biological Target Volume). Tale approccio metabolico al
target ha determinato signifi cative modifi che del planning radio-
terapico, indispensabile nelle terapie conformazionali ad ipofra-
zionamento spinto. Grazie a questa collaborazione, il SMN è di-
venuto centro di eccellenza AIMN (Associazione Italiana Medicina
Nucleare) per le applicazione della PET in Radioterapia.
La S.C. di Radioterapia è stata tra le prime in Europa ad applicare
la tecnica complessa I.M.R.T. (intensity- motulated radiation the-
rapy): prima di tale data i pazienti eleggibili dovevano recarsi negli
Stati Uniti o in poche altre realtà europee per essere sottoposti a
questi trattamenti.
Nel campo della modulazione di intensità e/o delle tecniche ad
archi multipli (PAM, IMAT, Intensità-modulated arc terapy, ecc…)
sfruttando le qualità di risparmio dei tessuti sani e di ottimale de-
fi nizione dei target tumorali di tali metodologie, ha utilizzato fra-
zionamenti innovativi (simil stereotassici) ad alta dose per frazio-
ne (ipofrazionamento). Si sono così osservate numerose risposte
complete anche in patologie da sempre ritenute “radioresistenti”
(polmone, pancreas, ecc…)
La S.C. di Radioterapia, coadiuvata dalla S.C. di Fisica Medica,
dal 2004, con un contributo regionale, ha avviato un progetto di
potenziamento dell’Imaging Multimodale per una più corretta de-
fi nizione del volume tumorale in radioterapia.
La S.C. di Fisica Medica oltre a garantire l’attività nel campo del-
la radioprotezione, indirizzata alla prevenzione e protezione dai
danni derivanti dall’utilizzo delle radiazioni ionizzanti e alla sorve-
glianza dosimetrica del personale esposto alle radiazioni, svolge
una importante attività di supporto alle attività delle Strutture di
Radioterapia e Medicina Nucleare. In particolare nel settore di
Radioterapia, sono svolte le seguenti attività specifi che:
- supporto tecnico alla gestione delle apparecchiature di Ra-
dioterapia
- piani di trattamento radioterapici (2 e 3D) per trattamenti
esterni e brachiterapia
- dosimetria dei fasci radianti e delle sorgenti radioattive
- dosimetria del paziente e procedure di set-up
- applicazione di informatica e gestione delle immagini
- ricerca applicata alla clinica, con particolare riferimento allo
studio di tecniche di trattamento ottimali
- ottimizzazione dei trattamenti e radioprotezione del pazien-
te con particolare riferimento a quanto previsto dal D.Lgs
187/2000.
Nel settore di Medicina Nucleare sono svolte le seguenti atti-
vità:
- supporto tecnico alla gestione delle apparecchiature della
Struttura
- dosimetria e spettrometria delle sorgenti
- ottimizzazione degli esami e dosimetria del paziente con par-
ticolare riferimento alla valutazione dei limiti diagnostici di
riferimento e a quanto previsto dal D.Lgs 187/2000.
- applicazione di informatica e gestione delle immagini
- ricerca applicata alla clinica, con particolare riguardo allo stu-
dio di tecniche di ottimizzazione dell’immagine radioisotopi-
ca
- gestione isotopi
- gestione tecnica del deposito dei rifi uti radioattivi e dell’im-
pianto di smaltimento degli escreti liquidi della Terapia Ra-
diometabolica e Medicina Nucleare
- gestione tecnica del Ciclotrone e delle attività di manutenzione
periodica.
La S.C. di Gastroenterologia-Endoscopia Digestiva è coinvolta a
vari livelli in progetti relativi alla prevenzione, alla diagnosi ed al
trattamento delle neoplasie gastrointestinali. L’attività che l’unità
svolge è sia di tipo diagnostico che terapeutico ed è da anni co-
stantemente orientata ad una gestione ottimale delle tecnologie
che possiede e che rappresentano quanto di più avanzato si possa
utilizzare oggi nella disciplina della Gastroenterologia- Endosco-
pia Digestiva.
In particolare l’unità si è distinta in questi ultimi anni per un ap-
proccio integrato alla diagnosi ed al trattamento della patologia neo-
plastica biliopancreatica eseguendo nel corso della stessa sessio-
ne indagini ad elevata complessità tecnologica (ecoendoscopia +
ERCP+ ecoendoscopia intraduttale ad alta frequenza + ecoendo-
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scopia con FNAB + trattamento palliativo con endoprotesi metal-
liche autoespandibili).
Infi ne si sottolinea come la SC di Gastroenterologia-Endoscopia
Digestiva sia direttamente coinvolta nello sviluppo di linee di ri-
cerca che verifi chino l’applicazione di tecnologie diagnostico-te-
rapeutiche in un contesto di modello organizzativo-assistenziale
(es percorso colon-retto; percorso tumori neuroendocrini).
LINEE DI RICERCA
L’IRCCS, avendo fatto propria una interpretazione di ricerca fi -
nalizzata alla produzione di conoscenze che sia rilevante per il
SSN, utilizza approcci di ricerca che si riconducono alla ricerca
traslazionale, clinica e sanitaria, attraverso l’implementazione di
3 linee principali di ricerca, di seguito descritte in termini di fi na-
lità e tipologia.
Ciascuna linea utilizza modelli di ricerca di tipo traslazionale
(dove attività di ricerca di base di tipo biologico e molecolare ven-
gono integrate in progetti di ricerca clinica, condotti da team mul-
ti-disciplinari e multi-professionali al fi ne di garantire un veloce
ed alto impatto sulle fasi successive di ricerca clinica e sanitaria),
clinica (attraverso la conduzione di clinical trial farmacologici e
non, dove accanto a studi sponsorizzati dalla industria farmaceu-
tica e bio-medica vengono favoriti studi indipendenti, al fi ne di
permettere la produzione di conoscenze che siano rilevanti per
il contesto sanitario) e sanitaria (mirante a documentare il pro-
fi lo rischio-benefi cio di interventi medici e sanitari “complessi”
in termini di outcomes rilevanti per il paziente e per il sistema),
utilizzando ricerche cliniche di tipo primario (studi di effi cacia
per confrontare strategie assistenziali) e secondario (dove studi
di impatto/effectiveness saranno guidati da precedenti e formali
valutazioni di technology assessment).
> Linea di Ricerca 1: Modelli Assistenziali Oncologici
L’approccio è quello della ricerca scientifi ca di tipo clinico e sa-
nitario nell’ambito della patologia mammaria, polmonare, inte-
stinale (carcinoma del colon-retto) e dei linfomi, con particolare
attenzione ad attività che avranno l’obiettivo di identifi care, svi-
luppare e validare modelli assistenziali e organizzativi applicabili
a livello interaziendale. Questo obiettivo viene perseguito con due
diverse tipologie di attività, implementate in modo coordinato:
1) Metodi di valutazione standardizzata delle conoscenze disponi-
bili (revisioni sistematiche, health tecnology assessment, apprai-
sal, ecc) al fi ne di poter valutate l’effettivo livello conoscitivo di
ciascun modello assistenziale in termini di effi cacia, sicurezza e
sostenibilità.
2) Programmi di ricerca clinica e sanitaria (RCT e studi di effec-
tiveness) in modo da poter documentare il livello di reale appli-
cazione e la resa nel contesto sanitario, utilizzando outcome ed
endpoint di tipo clinico, umanistico ed economico.
> Linea di Ricerca 2: Tecnologie avanzate (diagnostiche e terapeuti-
che) imaging modulate e tecnologie avanzate endoscopiche
La disponibilità di diverse ed alternative tecnologie avanzate di
tipo diagnostico quali la tomografi a multistrato, la RMN, la PET e
terapeutico, quali la tomo terapia, IORT e terapia radio-metaboli-
ca, accanto a tecniche ad alta tecnologia diagnostica e terapeuti-
ca utilizzate in corso di endoscopia come l’ ESD, l’ecoendoscopia
ad alta frequenza ecc., offrono l’opportunità unica di confrontare,
attraverso protocolli di ricerca concordati e pianifi cati anche a li-
vello regionale, l’effi cacia comparativa delle diverse metodologie
diagnostico ed interventistiche. Questo obiettivo viene perseguito
con due diverse tipologie di ricerca:
a) In caso di una impossibilità ad attivare confronti diretti, per mo-
tivi etici o di fattibilità, vengono attivati studi prospettici e longi-
tudinali dove coorti ben caratterizzate e ben tipizzate di pazienti
che hanno ricevuto interventi diversi saranno seguite nel tempo e
descritte in termini di outcome di tipo clinico (controllo della ma-
lattia, recidive, effetti collaterali, sopravvivenza), umanistico (sod-
disfazione, qualità della vita, opinioni), ed economico (consumo di
risorse sanitarie e non). Quando opportuno ed appropriato, verifi -
che e confronti vengono condotti utilizzando metodologie derivate
dall’Outcome Research (utilizzo di analisi multivariate, propensity
score e matching), eventualmente utilizzando le banche date e i
registri inter-aziendali come fonti di casi e di informazioni.
b) In caso di presenza di un elevato livello di incertezza, previo
parere ed indirizzo da parte del Comitato Etico inter-aziendale,
vengono condotti formali studi comparativi, randomizzati, su
campioni ben caratterizzati di pazienti ponendo comunque enfasi
su analisi tipo intention-to-treat, follow-up a lungo termine e uti-
lizzo di endpoint clinico-sanitari.
Linea di Ricerca 3: Area della complessità (biologica clinica medica
ed assistenziale e sociosanitaria) in oncologia
Quando in ambito medico o sanitario si utilizza l’attributo “com-
plesso” per defi nire le caratteristiche di una caso (paziente) si in-
tende con questo termine identifi care una situazione clinica non
usuale che richiede particolare attenzione in quanto non sem-
plice e/o gravata da un insieme di fattori che lo rendono in una
qualche misura più diffi cile da inquadrare, trattare o assistere. In
questo contesto, quindi, il termine “complesso” veicola più di un
signifi cato ma comunque nell’insieme identifi ca un caso speciale
da trattare con “attenzione” particolare. L’interesse sulla com-
plessità in medicina e in sanità deriva dalla necessità di poter di-
stinguere (identifi care e classifi care) i vari casi (individui) in base
alla loro intrinseca diffi coltà/molteplicità in quanto da essa ne
può derivare un conseguente maggiore diffi coltà/molteplicità in
termini di cure e anche una diversa prognosi quoad vitam o valitu-
dinem. Un caso complesso richiede infatti una cura e assistenza
diversa, più intensa e, talvolta, più costosa. Quindi la gravità, la
necessità di utilizzare molte e innovative e costose tecnologie non
catturano completamente il concetto di complessità, nella sua
declinazione in termini di diffi coltà e molteplicità. In altre parole,
quando si passa da una visione settoriale e specialistica di tipo
medico ad una visione complessiva e olistica che utilizza percorsi
assistenziali per una cura ottimale, si riconosce la mancanza di
sistemi e metodi adatti a catturare e “trattare” la complessità del
paziente.
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Il 2008 si è rivelato un anno di conferme e, al tempo stesso, di importanti mutamenti, immagine fedele di un’Azienda che, con un impegno co-
rale, ha raggiunto gli obiettivi di produzione ed economico fi nanziari previsti dalle linee di programmazione regionale e locale, senza rinunciare
al posizionamento di ulteriori importanti tasselli della sua dinamica evolutiva.
I risultati ottenuti negli anni non devono, tuttavia, indurre a pensare che la loro realizzazione sia casuale o, peggio ancora, frutto di automati-
smi, né, tantomeno, che ne sia scontato il mantenimento.
L’incessante impegno di tutti ha certamente rafforzato il livello di affi dabilità dell’intero impianto organizzativo, gestionale e di governo
dell’Azienda, ma si rivela, anno dopo anno, sempre più insuffi ciente a sostenere, da solo, l’impatto che deriva dall’esigenza di immettere nel
sistema risorse considerevolmente incrementali.
Il trend di crescita della popolazione (il più elevato in Regione), la costante e crescente centralizzazione di fasce signifi cative di casistica di
rilevante complessità, l’esigenza di innovare o, quantomeno, di non arretrare sul piano della dotazione tecnologica al servizio di operatori e
cittadini, la consapevolezza dell’innalzamento delle aspettative della collettività sulle singole prestazioni e sull’intero percorso assistenziale,
lo sforzo ulteriore richiesto dallo status di I.R.C.C.S. a tutti i professionisti per progetti di ricerca, la coesistenza di una duplice funzione in capo
alla Struttura (ospedale “di base” ed ospedale dell’eccellenza e dell’alta specializzazione), si rivelano essere vettori di istanze non facilmente
tra loro conciliabili, a maggior ragione se non adeguatamente sostenuti da una consapevolezza diffusa della loro onerosità e del supporto,
programmatorio ed economico-fi nanziario, che essi richiedono.
Già i primi segnali si avvertono sull’esercizio 2009, anno in cui sarebbe stato conseguentemente logico rallentare le dinamiche di crescita e
che, invece, vedrà la conclusione di progetti importanti, strategici, irrinunciabili per dare continuità e sequenzialità ai processi avviati, ma che
impatteranno in modo signifi cativo sul risultato di esercizio:
la completa attivazione dell’ala nord e del relativo blocco operatorio multispecialistico, •la prosecuzione dei lavori di ultimazione dell’ala sud, •i necessari interventi di ristrutturazione edilizia e di adeguamento impiantistico, •la creazione dell’Infrastruttura ricerca, qualità e statistica finalizzata a supportare le linee ed i progetti di ricerca dell’Azienda e del •futuro I.R.C.C.S.,
l’attuazione della tranche 2009 degli accordi di stabilizzazione del personale avviati nel 2008, •l’avvio di gare d’appalto di fondamentale importanza (laboratorio centralizzato ad alta automazione, TC, Angiografo per emodina-•mica, eco-colordoppler di alta gamma per due unità operative, apparecchiature per future terapie intensive,…),
sono solo alcuni degli interventi che caratterizzeranno il 2009 e che, con oneri crescenti, contribuiranno, tuttavia, a conferire ulteriore solidità
strutturale, tecnologica ed organizzativa al nostro ospedale.
A fi anco di questi interventi, si avvieranno collaborazioni fra prestigiosi Istituti (Mario Negri e Istituti Ortopedici Rizzoli) ed il SMN, di fonda-
mentale importanza per consolidarne la vocazione alla ricerca di base, pre-clinica, clinica, traslazionale in capo a medici, laureati non medici e
delle professioni sanitarie: attività queste che, a fi anco di quelle assistenziali, potranno trovare un luogo idoneo per essere sviluppate nel polo
onco-ematologico, il cui progetto defi nitivo, fi nanziato da un’importante Associazione di volontariato della nostra provincia (Gr.A.D.E.- Gruppo
Amici Dell’Ematologia), sarà presentato entro la fi ne del 2009.
La strada intrapresa si è rivelata certamente quella più impegnativa ed ambiziosa, ma è anche quella che, con una tensione costante, condi-
visa e positivamente orientata, apporterà i migliori risultati.
Conclusioni del Direttore Generale
Ringraziamenti
Il presente documento è frutto del prezioso contributo delle
seguenti strutture:
- Servizio Controllo di Gestione e Marketing
- Direzione Medica di Presidio
- Direzione Infermieristico, Tecnica e Ostetrica
- Servizio Bilancio e Finanza
- Servizio Gestione del Personale
- Servizio Formazione, Innovazione Clinica e Biblioteca
- Servizio Affari Istituzionali, Legali e Comunicazione
- Servizio Farmaceutico
- Uffi cio Statistica Epidemiologia Clinica
- Uffi cio Sperimentazione e Ricerca
- Uffi cio Sistemi Qualità
La Direzione Aziendale dell’Arcispedale Santa Maria Nuova
ringrazia tutti coloro che hanno contribuito a raccogliere i dati
e le informazioni necessarie e tutti i professionisti e dipenden-
ti che si sono resi disponibili per le belle foto che corredano
ogni capitolo del documento.
Comitato di Redazione:
Irene Marcello, Francesca Orlando, Cinzia Gentile, Roberto
Caroli, Danica Ugoletti e M. Elena Costa.
Foto e Progetto fotografi co:
Marco Bonazzi e Lidia Scalabrini
Redatto Giugno 2009
Bilancio di Missione 2008
www.asmn.re.it
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