Download - Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

Transcript
Page 1: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

1

Page 2: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

2

Page 3: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

3

A mio padre

Page 4: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

4

Page 5: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

5

Un uomo privo della memoria è in balia di

un’esistenza illusoria..

Andrei Tarkovskij

Quanto segue è la trascrizione dei diari di guerra tenuti dal

nonno Giuseppe a partire dal 22 settembre 1940, giorno

della sua partenza „verso l‟ignoto‟.

La prima parte consiste in una cronaca pressoché quotidiana

del periodo trascorso in Belgio.

La seconda, probabilmente scritta a breve distanza dai fatti

narrati, descrive la prigionia dalla Grecia all‟Austria.

Seguono un discorso che celebra la fine del conflitto

mondiale e una commossa lettera alla mamma, riportate nel

diario a firma di Giuseppe Avolio.

Le ultime pagine sono dedicate alla fine dei combattimenti

nella città di Düsseldorf e alle previsioni per il ritorno in

Italia.

Il manoscritto originale è stato riportato in modo completo e

integrale, pertanto mantenendo inalterate eventuali

imprecisioni e sviste grammaticali, di sintassi o dei

riferimenti.

I rari e sporadici interventi, licenze prese al fine di una più

chiara comprensione del testo, compaiono in carattere

corsivo.

Un ringraziamento particolare va a Mariella che, a sua

insaputa, è stata la fonte principale di informazioni nonché

della ricca documentazione fotografica.

Francesco

Page 6: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

6

Page 7: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

7

Page 8: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

8

Page 9: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

9

Page 10: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

10

Page 11: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

11

22 Settembre 1940

Questa mattina, quando la mia mamma bussò alla porta della

mia camera dicendomi che era ora di partire, un vivo

rincrescimento si impadronì di me, ma pensando che era

inutile fare smorfie quando il dovere verso la patria chiama,

ho cercato di farmi animo a me stesso e mi sono vestito in

fretta.

Quando scendo in cucina vedo che la mamma piange, bevo

una goccia di caffè, ma a dire la verità non mi passava giù.

Salii in camera a salutare mio padre, mio zio e zia, vedo su

tutti una lacrima negli occhi e mentre salutavo loro il mio

pensiero volava verso l‟ignoto dove il destino mi voleva.

Ritorno in cucina, dato un bacio alla mamma, una stretta di

mano che non finiva più ed eccomi sulla strada buia che mi

conduceva a Bevera dove alle 6 in punto parto con l‟autobus

che mi porterà a Milano Taliedo.

Prima di entrare all‟aeroporto entro in una chiesa, sosto un

po‟ per una preghiera- non potevo fermarmi per la messa

perché era tardi (dato che era Domenica)- e faccio accendere

una candela alla madonna affinché mi aiuti.

Ed eccomi all‟aeroporto.

Verso le 9 con un camion, dopo che mi hanno rifornito di

due pani e salami, caricati gli zaini siamo partiti per

Rogoredo, dove alle 10 con un treno speciale si parte verso

l‟ignoto.

A mezzogiorno il treno si ferma a Brescia, abbiamo il tempo

per colazione e per scrivere a casa la nostra partenza.

I miei compagni di viaggio sono quasi tutti milanesi, così

pure il Serg. Magg. Ramazza nostro capo è di Tortona, non

c‟è male siamo abbastanza allegri.

Arrivati a Trento le donne fasciste mi hanno distribuito dolci

e cartoline e fatti molti auguri, così pure a Bolzano.

Arrivati al Brennero abbiamo fatto un po‟ di sosta, ma dato

che era tardi nella serata sono sceso a prendere un caffè e,

Page 12: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

12

comperato un po‟ di caramelle, sono risalito a prepararmi un

po‟ di ambiente per dormire, ma dato lo spazio così angusto

in scompartimento di III classe in 4 persone, mi sono

accontentato di sdraiarmi per terra con la coperta.

Ero tanto stanco della giornata che non tardai ad

addormentarmi.

23 Settembre 1940

Al primo risveglio guardo fuori dal finestrino nella

penombra del mattino e comprendo di trovarmi in territorio

tedesco.

Appena fatto giorno passarono davanti a me i meravigliosi

paesaggi tedeschi con le linde e fiorite casette tipo tirolese,

la vista di queste praterie e case faceva più impressione dato

che il tempo era bello e il sole illuminava tutto.

Alla prima fermata, Monaco, grande accoglienza da parte

della popolazione: organizzazioni ci hanno offerto caffè,

pane nero, salame e sigarette a volontà, così pure per le

stazioni che ci fermavamo ho potuto constatare l‟entusiasmo

del popolo tedesco con noi: ci salutava augurandoci buona

fortuna e un ritorno vittorioso.

Eccoci a Francoforte, approfittiamo di una fermata un po‟

lunga per scendere al ristorante a prendere una Birra dato

che qua in Germania l‟unica bevanda è questa ma in

complesso è buona.

Questa birra è stata la prima spesa in territorio tedesco: 15

fennici.

Si aveva avuti 10 Marchi dato che le lire italiane non si

possono spendere qua.

Ormai era venuta la sera, con una nebbia e acqua non ci è

restato altro che buttarsi a dormire come si poteva.

Page 13: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

13

24 Settembre 1940

Dopo una notte passata piuttosto male dormendo sui sedili

duri del treno, l‟alba mi trova lungo i meravigliosi paesaggi

tedeschi che sfioravano da una nebbiolina proprio autunnale,

ma si prevedeva una buona giornata.

Mentre il nostro treno scorreva paesi e borgate si riceveva

l‟accoglienza da parte dei cittadini tedeschi: è cordialissima,

ci fanno capire lo spirito che corre tra i due paesi in armi.

Alle 9 arriviamo a Colonia dove una grande manifestazione

ci era preparata, le organizzazioni naziste ci hanno offerto

sigarette e caffè.

In questa città abbiamo potuto scambiarsi poche parole con

italiani residenti in quella città, il nostro morale è altissimo

di fronte all‟entusiasmo della folla.

Alle 11,30 siamo fermati al confine tedesco-olandese dove

abbiamo cambiato i marchi tedeschi con marchi di

occupazione.

Nel frattempo al ristoro militare ci hanno offerto purè di

piselli con caffè a volontà, in complesso era buono malgrado

che noi non siamo abituati a questi cibi.

Alle 10,30 si parte e si entra in territorio olandese.

Dopo pochi chilometri abbiamo subito constatato i terribili

effetti della guerra: reticolati divelti, fortini spazzati, piccoli

e grandi ponti travolti dove il treno prosegue piuttosto

lentamente.

Nella popolazione abbiamo trovato freddezza e in noi

automaticamente tutto l‟entusiasmo sé spento; ognuno non

canta e non ride più, pensa al destino che va incontro.

Mentre succede tutto questo cambiamento passa davanti a

noi come uno scenario di piccole casette in fiore e bestiame

che pascola con qualche mulino a vento che funziona con le

sue larghe pale.

La coltivazione di terreno è ottima.

Page 14: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

14

Verso sera siamo fermati a Tilburg, cittadina di olandesi da

parte tedesca.

Abbiamo avuto minestra, caffè e nello stesso istante

abbiamo avuto una ardente manifestazione da parte di

militari tedeschi di passaggio in quella stazione.

Nella notte abbiamo passato la frontiera belga e siamo

passati da Brussel dove non siamo scesi perché era buio

pesto.

25 Settembre 1940

Svegliandomi dopo una discreta dormita in territorio Belga

la nostra prima cosa è attaccarsi al tascapane dove c‟era un

po‟ di qualche cosa; il nostro stomaco invoca un po‟ di tutto

-pane, cioccolato, galletta, carne in scatola- sapendo che a

mezzogiorno si doveva arrivare sul posto a noi assegnato.

Alle 11.30 arriviamo a Cortrai1 dove ci siamo fermati solo

per staccare diversi vagoni che facevano parte del nostro

convoglio.

Alle 13 siamo scesi zaino in spalla alla piccola stazione di

Vevergem2, nostro posto di destinazione.

Uscendo tutti inquadrati dalla stazione siamo incamminati a

piedi attraverso le deserte vie di quel paese dove la scarsa

popolazione ci guardava come esseri nuovi per loro,

guardandoli in faccia si constatava la loro sorpresa ma nello

stesso tempo l‟indifferenza verso noi.

Arrivati in un locale dove a vista d‟occhio abbiamo

compreso essere una scuola, con mia sorpresa trovai lettini e

brande con i rispettivi materassi di lana.

Sistemati in fretta i nostri zaini siamo usciti in cortile dove i

camerati tedeschi ci portarono il rancio, carne, patate,

1 Courtrai

2 Wevelgem

Page 15: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

15

minestra di verdura e un pezzo di pane nero; in complesso

era tutto buono anche per i più difficili in fatti di mangiare.

Tutto il resto della giornata passato in camerata a raccontarci

le nostre impressioni.

Alla sera caffè e marmellata, dopo, verso le 20, a letto,

perché dopo tre giorni di viaggio sentivo il bisogno di

ristorare un po‟ le forze.

26 Settembre 1940

Dopo una buona dormita - verso le 7 sveglia – ci siamo

recati in cortile a prendere il caffè con marmellata e un

pezzo di pane nero.

Questa mattina poi, per farsi un po‟ di pulizia dopo tre giorni

di viaggio, non abbiamo potuto dato che non c‟era acqua,

pazienza non si poteva fare miracoli.

Verso le 9 siamo andati alla stazione a scaricare del

materiale arrivato con noi.

Dopo aver scaricato sui camion diversi vagoni di materiale e

trasportato a Curtrai al magazzino viveri, arrivati in caserma

verso le 14 abbiamo saltato anche il rancio e ci siamo

accontentati di una galletta e di una scatoletta di carne.

Alla sera un po‟ di caffè e un pezzo di salame con pane nero.

Dato che si mangia rancio tedesco in complesso non si può

lamentarsi, trovandosi in guerra non si può pretendere tutto

quello che si vuole.

Mentre succede tutto questo il mio pensiero vola ai nostri

paesi e alla mia casa dove il più delle volte non ero contento

neanche di cibi più buoni.

L‟acqua non si può bere, il motivo non lo so.

Fuori in libera uscita non si può andare perché ancora non

siamo in regola con i documenti dato che trovandosi in terra

straniera dobbiamo avere una tessera speciale.

Page 16: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

16

27 Settembre 1940

Appena alzato vado alla porta, guardo fuori e vedo che c‟è

una splendida giornata dopo diversi giorni di tempo incerto.

Verso le 9 adunata dove il nostro comandante Cap. Viola, un

uomo un po‟ burbero e di modi un po‟ rudi, mi spiega in

poche parole come dobbiamo comportarci qua, dato che

trovandosi in terra straniera noi, come rappresentanti

dell‟arma azzurra italiana, dobbiamo fare in modo che sia la

popolazione sia i camerati tedeschi si abbiano a convincersi

che gli italiani sono dei soldati educati e disciplinati.

“Per coloro – continua il Capitano- che non si

comporteranno come si deve saranno presi provvedimenti

disciplinari”.

Termina con la speranza che le sue esortazioni siano messe

in pratica per il nostro bene e ci comunica l‟indirizzo per

scrivere a casa: AEROPORTO N. 5 POSTA MILITARE

940.

Avendo tempo libero fino a mezzogiorno scrivo una lettera a

casa per assicurare i miei genitori del mio ottimo arrivo a

destinazione, ma non posso dire dove mi trovo per ragioni di

sicurezza.

A mezzogiorno andiamo all‟aeroporto a mangiare, dove ha

cominciato a funzionare la cucina italiana: non c‟è male per

il rancio e si ha un bel refettorio.

Per tutta la durata del pomeriggio siamo rimasti a riposo,

alla sera, dopo il II rancio ci siamo fermati per forza in

camerata a discorrere tra di noi sul posto dove ci troviamo.

Nella serata ho avuto la gradita sorpresa di trovare tra i

compagni Buzzi di Bosisio, con il quale già ci conoscevamo

da civili e siamo rimasti sorpresi a vicenda di trovarsi tutte e

due a Vevelgem in Belgio.

Page 17: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

17

28 Settembre 1940

Alla sveglia mi trova già sveglio.

Il tempo è un po‟ bizzarro, c‟è un po‟ di nebbia, ma noi si

spera in una buona giornata.

Ma verso le 9, quando mi incammino verso l‟aeroporto per

mettere a punto con i miei compagni di squadra le sezioni

luci a cui sono assegnato, il tempo cambia e incomincia una

arietta frizzante che più tardi si cambierà in pioggia, per poi

tornare il sole.

I miei compagni di squadra sono:

Serg. Maggiore Elet. Ramazza Giovanni

I av. ” De Ruo Antonio

I av. ” Cossu Adriano

av. sc. aut. Pizzigoni Emilio

av. sc. ” Magni Franco

av. sc. ” Milani Guerrino

av. sc. Elet. Casalegno Francesco

av. sc. ” Cacciola Salvatore

av. sc. ” Buzzoni Salvatore

av. sc. ” Eufili Guerrino

av. sc. ” Ruscillo Alfredo

av. sc. Gov. Martino Giuseppe

av. sc. Gov. De Lucis Alfonso

All‟aeroporto abbiamo sistemato le sezioni, provato i motori

e fatto pulizia.

Abbiamo impiegato fino a sera.

Durante la prima giornata di comunanza con i miei

compagni di squadra c‟è qualcuno che con i suoi fatti e

parole e il modo di comportarsi fa sì che io credo che non si

potrà avere un affiatamento completo, che sarebbe così bello

tra compagni ad avere la massima comprensione, però io

spero che con il tempo forse si potrà andar bene, dato che il

nostro Serg. Magg. è uno di quelli che comprende lo stato in

Page 18: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

18

cui viene a trovarsi i suoi dipendenti e cerca di aiutarli fin

dove è la sua possibilità.

Questo l‟ho potuto comprendere in questi pochi giorni di

vita con lui.

Alla sera, in caserma, ho scritto a casa e allo zio sperando

che questi miei scritti li riceveranno presto.

Verso le 21, dopo una preghiera, sono buttato sotto le

coperte.

La camerata dove noi alloggiamo c‟è il riscaldamento a

trasmissione si sta mica male.

29 Settembre 1940

Verso le 8, quando con i miei compagni ci siamo avviati

verso l‟aeroporto, c‟era un‟ariettina fresca che mi dava un

po‟ fastidio, noi abituati in Italia più al caldo.

Mi sono preso un raffreddore.

Questo è il primo regalo dei belgi, spero però che il territorio

belga non me ne dia ancora di questi regali.

A mezzogiorno, quando tutti inquadrati eravamo al rancio, ci

comunicarono il nuovo indirizzo: AEROPORTO 792

POSTA MILIT. 940.

Nel pomeriggio ho scritto a casa e al parroco.

Alla sera mi sono coricato presto dopo aver passato la serata

con Buzzi di Bosisio abbiamo revocato la nostra vita e le

difficoltà e soddisfazioni del nostro lavoro.

30 Settembre 1940

Dopo la sveglia e preso il caffè, verso le 8 ci siamo recati

all‟aeroporto; abbiamo messo in moto i motori delle sezioni

e fatto un po‟ di pulizia, è arrivato mezzogiorno senza

saperlo.

Dopo il rancio, rientrati in caserma, mi hanno mandato a

Curtrai al magazzino viveri dove abbiamo lavorato molto a

Page 19: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

19

mettere a posto una grande quantità di materiale dividendo

qualità da qualità.

Alla sera, ritornato in caserma, sono coricato presto dato che

ero un po‟ stanco del lavoro fatto durante la giornata.

1 Ottobre 1940

Questa mattina all‟adunata mi hanno preso tutte le

generalità.

Dato che eravamo molti c‟è voluta fino quasi mezzogiorno.

Dopo il rancio mi sono fermato alle sezioni luci dove il

pomeriggio l‟abbiamo passato a raccontarsi le barzellette.

Il tempo è bello ma quella ariettina che viene dalla manica

mi fa continuare un raffreddore che da quando sono arrivato

non mi è ancora partito.

La serata passata tranquillamente.

2 Ottobre 1940

Al mattino c‟è stata la rivista da parte del nostro comandante

Magg. Trevisan, da quello che ho potuto capire è un uomo

calmo ma severo.

Lui mi ha esortati a cercare di fare bene il nostro dovere, per

il nostro bene e per far si che tutti coloro che siamo vicini

abbiano ad avere una buona impressione da noi.

A mezzogiorno rancio ottimo, non si può lamentarsi solo che

non c‟è il vino e l‟acqua non si può bere mi danno una

piccola bottiglia di acqua gasata.

Nel pomeriggio ho fatto un po‟ la lavandaia, alla sera con il

serg. Gracciotti, che conoscevo già da Loreto, siamo usciti di

contrabbando recandoci al dopolavoro tedesco.

Ho costatato che è un bel ambiente.

Era, si vede, una specie di teatro non so per quale scopo,

dato che l‟ambiente, per quello scopo, è troppo angusto.

Abbiamo bevuto la birra e verso le 21 siamo rientrati.

Page 20: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

20

La cosa più che mi dispiace è che dato noi non sappiamo il

tedesco bisogna sempre tacere anche quando i tedeschi ci

rivolgono qualche parola.

3 Ottobre 1940

Per tutta la giornata una nebbiolina persistente che solo nel

pomeriggio verso le 14 il sole ah fugato.

La giornata è stata lunga e noiosa dato che lì alle sezioni non

si aveva niente da fare, solo per passatempo si raccontava a

vicenda delle barzellette.

La serata passata in camerata dato che non si può uscire.

Speriamo che questa libera uscita sia presto.

4/11/1940

Questa mattina, quando il cap. di giornata ha fatto la sveglia,

un forte acquazzone con vento batteva le finestre della

camerata.

La mattina, dato il tempo brutto, siamo rimasti in camerata

mentre nel pomeriggio alla sezione luci abbiamo fatto un po‟

di pulizia.

Serata a dormire presto.

5 Ottobre 1940

Questa mattina caffè senza pane per caso avevo anche fame,

pazienza vorrà dire che a mezzogiorno mangerò con più

appetito.

Ma pensando dove mi trovo devo ringraziare il signore di

aver trovato quello che non credevo, sia come trattamento,

sia come rancio, sia come compagni non posso lamentarmi,

si vive.

Il pensiero che più mi sta a cuore è per la posta, sono 11

giorni che ho scritto e non ho ancora ricevuto niente.

Page 21: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

21

Per me tiro avanti, il più è che abbiano ricevuto a casa miei

scritti per non farli stare in pensiero.

Per tutta la giornata niente lavoro, quello più grosso è lavare

il gamellino3.

6 Ottobre 1940

Questa mattina siamo andati alla messa nella

cattedrale della città, una Chiesa bellissima ma piuttosto

provata dalla guerra.

Il campanile esterno è tutto rovinato, i vetri intorno alla

chiesa tutti bucherellati, ma durante la messa tutti noi siamo

rimasti meravigliati dalla maestosità del tempio, il rispettoso

contegno della popolazione e la musica sacra che mi faceva

venire un certo rimpianto pensando al mio paese e Chiesa

nella quale ho vissuto i diversi momenti della mia vita.

Nel pomeriggio 50 di noi siamo stati invitati al dopolavoro

tedesco, dove la musica tedesca ha tenuto un concerto in

nostro onore. Molto applaudita la musica.

7/10/1940

Durante la giornata niente di nuovo.

Solo la sera, per puro caso, ho fatto la conoscenza con

Vignati di Canegrate, giovane ascritto all‟ a.c.4 con il quale,

dopo avergli detto la mia appartenenza all‟a.c., siamo rimasti

in cortile a parlare in completa armonia di questioni di

carattere religioso.

3 Contenitore-pentola in rame o ferro stagnato, grande a

sufficienza da farvi cuocere una libbra di carne. 4 Azione Cattolica

Page 22: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

22

9/10/1940

Oggi il nostro comandante ha fatto noto a tutti noi una

circolare del Gen. Fugier, il quale ci invita di essere pronti a

qualunque evenienza, purché si abbia a fare il nostro dovere

verso la patria, la quale da noi aspetta il segno della vittoria e

che i nostri alleati tedeschi si facciano un concetto esatto del

nostro valore e disciplina che finora abbiamo dimostrato di

possedere.

Alla sera mi sono coricato presto, però prima abbiamo

recitato il Rosario con Vignati.

10/10/40

Questa mattina ci siamo alzati un po‟ prima del solito per

fare la pulizia completa di tutto perché doveva venire il Gen.

Fugè a fare una visita.

Abbiamo puliti tutta la C.E.A. e la sez. Luci.

Abbiamo messo in moto i motori e caricato le batterie.

Nel pomeriggio abbiamo fatto una partita al pallone con i

tedeschi i quali sono stati cordialissimi con noi.

11/10/40

Questa mattina nel recarmi all‟aeroporto sono entrato con

diversi miei compagni in un negozio dove ho comperato un

paio di mutandine.

Appena usciti ho saputo che dei miei compagni aveva preso

della roba abusando della buona fede della padrona.

Appena venuto a conoscenza di ciò li ho invitati a restituire

ciò che loro avevano preso, ma per tutta risposta mi dissero

di pensare ai fatti miei.

Da quel momento è entrato in me un senso di disgusto e di

compassione verso di loro pensando in qual baratro erano

cascati.

Page 23: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

23

Giornata nera per tutti.

Alla sera ho fatto una preghiera per loro affinché iddio gli

faccia conoscere il male che hanno fatto a loro e alla povera

donna per il danno subito.

Mi sono coricato non senza il dispiacere di avere compagni

così.

12/10/40

Giornata bella ma un po‟ triste per tutti noi perché il

comando è venuto a conoscenza del fatto di ieri.

Siamo stati chiamati quali testimoni del fatto dal

comandante nostro il quale ci ha fatto rilasciare da ognuno di

noi una dichiarazione di come era successo il fatto.

A Mezzogiorno è arrivata la musica italiana che ha tenuto un

concerto a noi tanto gradito.

Alla sera mi sono coricato presto per evitare di pensarci a

quello che era successo pensando a come se la caveranno i

miei compagni.

13/10/40

Questa mattina, essendo domenica, mi sono recato con tutti i

miei compagni inquadrati alla messa nella cattedrale.

Dato che tutta la chiesa era piena di fedeli, noi militari c‟è

stato dato il posto sull‟altare maggiore dove ho potuto

assistere alla messa bene.

Solo al vangelo non ho potuto capire niente perché parlava

Belga.

Durante la messa canti e musica sacra qualche armonia di

sciubert.

Nel pomeriggio ho avuto la soddisfazione di sapere che alla

sera c‟era la libera uscita, così un po‟ contento ho scritto a

casa.

Page 24: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

24

Dopo il II rancio sono andato in libera uscita con Vignati e

Scotti, abbiamo bevuto diverse birre ma con nostro

dispiacere di non poter parlare con persone civili e militari

Tedeschi perché non sappiamo né francese e tedesco, però

mi sono promesso di imparare un po‟ di queste lingue.

Ritornando alla sera in caserma, dopo circa 2 ore di uscita,

abbiamo recitato il rosario lungo le vie buie e oscure di

Vevergem.

14/10/40

Questa mattina, incamminandoci verso l‟aeroporto, ho

comperato delle buste da lettere e ho scritto alla zia

Margherita, a Stefano Motta, a casa.

Nel pomeriggio alle sezioni luci ho avuto una discussione di

carattere religioso con i miei compagni, ma non sapevo

neanche io se era meglio tacere.

Io ho cercato di fargli capire certe cose, non so quale effetto

abbiano fatto le mie parole.

Però ho costatato che, malgrado che loro abbiano parlato

tutti contro la religione, di fronte hai fatti loro, vivendo

insieme, sono convinto che è il contrario.

Alla sera sono ritornato al caffè della sera prima, dove ho

potuto intendersi qualche parola in francese.

Siamo stati allegri, rientrando in caserma abbiamo recitato il

rosario.

15/10/40

Oggi, al nostro risveglio, abbiamo trovato una nebbiolina

fredda che passava dentro nelle ossa.

Più tardi all‟aeroporto abbiamo caricato le batterie.

Durante questo lavoro diversi miei compagni sono andati in

caserma a prendere le cassette e brande perché devono

andare a dormire qua vicino all‟aeroporto in una palazzina.

Page 25: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

25

Nel pomeriggio mi ha chiamato il Maggiore in ufficio con i

miei compagni e mi ha domandato spiegazioni su quello che

era capitato al mattino giorno 11/10/40.

Alla sera ci siamo divertiti cercando di afferrare qualche

parola in francese dato che la persona lo parla bene e per noi

è abbastanza facile.

16/10/40

Giornata bella e tranquilla, niente di nuovo da segnalare,

solo hanno aperto il nostro spaccio cooperativo, ma non c‟è

che sigarette e poco altro.

Ho comperato poco.

Alla sera con Vignati tranquillamente siamo andati al

Camposanto.

17/10/40

Durante la giornata niente da segnalare, solo è che sono un

po‟ inquieto perché non ho ancora ricevuto ancora posta da

casa.

Questo è per me una cosa molto dura, essere lontano come

posizione e anche con scritti che sono gli unici conforti di un

cuore che ardentemente pensa alla casa e alla patria lontana.

Ma alla sera, però, sono coricato tranquillo sperando di

ricevere al giorno appresso.

19/10/40

Dopo la sveglia e il caffè ho avuto, dopo lungo tempo, di

ricevere posta da casa, una lettera da mio padre e Giulio i

quali mi assicurano che tutto procede bene e che stanno

bene.

Questo per me è stato di somma consolazione.

Page 26: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

26

Durante la giornata niente di nuovo, solo alla sera ho avuto

la consolazione di sentire nel giornale la voce della patria.

Nel caffè dove vado con Vignati e Scotti è un posticino

tranquillo e abbiamo fatto una certa amicizia con i padroni e

figli, incominciamo anche a sparlare francese.

19/10/40

Giornata tranquilla, niente lavoro, solo nel pomeriggio ho

fatto la lavandaia.

Alla sera, alle 19.30, al solito caffè, ho sentito alla radio, da

Roma, un appello di un vescovo missionario che faceva a

tutto il mondo per un aiuto materiale dato i gravi bisogni che

le missioni hanno in questo momento.

Dopo una chiaccherata ritorno in caserma.

20/10/40

Questa mattina siamo andati alla messa.

Al ritorno, con un camion, siamo andati all‟aeroporto dove

sono fermato fino a sera.

Lavorare niente.

Alla sera, come al solito, mi trovavo al caffè. Erano circa le

20.30 quando sento dei colpi stani, nuovi per me.

Automaticamente vedo che le figlie del padrone e diverse

donne che si trovavano nel locale si mettono le mani nei

capelli e scappano in cantina.

Allora compresi cosa era.

Era l‟artiglieria contraerea che sparava ad aeroplani nemici.

I colpi sono continuati per un paio dore, però sono tornato in

caserma e mi sono messo a dormire dato che ero stanco.

Page 27: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

27

21/10/40

Giornata bella, niente da segnalare di importante solo ho

potuto bere una tazza di vino allo spaccio nostro dato che da

quando sono partito non lo bevo più salvo della birra.

Alla sera al solito caffè.

22/10/40

Questa mattina sveglia con una nebbia e acqua, preludio che

l‟inverno si avvicina.

Niente da segnalare solo alla sera nella nostra camerata c‟è

stato il cinema „squadrone Bianco5‟.

23/10/40

Questa mattina tempo brutto, ma per me è bello perché ho

ricevuto posta da casa, dalla quale sento che tutto procede

bene come lo è di me.

Alla sera a Curtrai abbiamo presenziato a un trattenimento,

una specie di varietà con canti di pezzi d‟opera italiani.

Il comando italiano ci ha offerto la birra per tutti.

5 Squadrone Bianco (1936), regia di Augusto Genina. Tratto dal

romanzo l‟Escardon blanc di Joseph Peyrè.

Il film fu finanziato direttamente dal governo fascista perché

esaltasse la colonizzazione italiana in Libia e la conseguente

missione di civilizzazione che l‟Italia vi avrebbe svolto, in

concomitanza con la conquista dell‟Etiopia e con la proclamazione

dell‟Impero.

Page 28: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

28

24/10/40

Tempo è bello solo è arrivata un‟arietta frizzante che è tutta

speciale.

Durante la giornata tutto normale, non abbiamo niente da

fare alla sez. luci perché non abbiamo nessun servizio per

illuminazioni o altro.

Alla sera ho sentito la radio che comunicava notizie italiane.

25/10/40

Questa mattina, dato che faceva freddo, vicino alle sezioni

luci abbiamo acceso un fuocherello fino a mezzogiorno, si

stava lì intorno tutti insieme a raccontare ognuno la sua.

Nel pomeriggio sono andato a Curtrai alla stazione dove

abbiamo sgobbato fino a sera a scaricare materiale.

Alla sera, alla radio, abbiamo appreso che i nostri aeroplani

facenti parte del C.A.I.6 sono andati per la prima volta a

bombardare l‟inghilterra.

26/10/40

Al mattino, tornando alla sezione Luci, sento che Pizzigoni

con Ruscillo, Casalegno e il serg. Maggiore sono partiti per

Brusselle con la sez. Luci chiamati urgentemente per

servizio.

Nella mattinata abbiamo caricato le Batterie.

Per Brussel con la sez. Luci è partito anche il gamellino.

Tutta la giornata passata normale e la serata passata al caffè

solito.

6 Compagnia Aeronautica Italiana

Page 29: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

29

27/10/40

Questa mattina, dopo la messa, trovo i miei compagni che

erano tornati da Brusselle, i quali mi comunicarono che da

qua dobbiamo essere trasferiti.

Questo mi è stato di dispiacere, pensando che ormai ci siamo

abituati a questo paese e anche ambientati.

Mi dispiace anche perché devo lasciare compagni come

Vignati e Scotti, con i quali si va così d‟accordo che è un

piacere.

È la vita che è così; ero a casa, via sotto le armi; mi trovavo

bene a Vergiate, via nel Belgio.

Niente di notevole da segnalare.

28/10/40

Oggi, anniversario della marcia su Roma7, ci siamo radunati

nella nostra camerata dove il nostro Comandante maggiore

Trevisan, con poche parole ha rievocato la fatidica data e

tutto quello che è sorto sotto la guida del Duce.

Mi hanno distribuito la tessera, che è come un lasciapassare

e nello stesso tempo un documento con il quale, in caso di

bisogno, può servirmi anche per avere aiuto dalle autorità

tedesche.

Nel pomeriggio siamo andati a ritirare gli stivali che sono di

vacchetta cerata con ferro e chiodi proprio in gamba, li ho

messi subito vanno benone.

Alla sera alla casa del soldato dove aver presenziato a un

documentario tedesco e il film Ettore fieramasca8.

Alle 20 abbiamo preso parte ad un rancio italiano con invito

di camerati tedeschi.

7 28 ottobre 1922

8 Ettore Fieramasca (1938), regia di Alessandro Blasetti, con Gino

Cervi e Osvaldo Valenti. Tratto da Ettore Fieramasca o la disfida

di Barletta di Massimo D‟Azeglio.

Page 30: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

30

Serata tranquilla e allegra terminata con un brindisi di

sciampagn alla vittoria delle nostre armi.

29/10/40

La mattina l‟abbiamo passata vicino a un fuocherello da noi

acceso lì alla sezione Luce che si trova in mezzo a un

campo.

Nel pomeriggio mi hanno dato il pastrano e diverse cose per

l‟inverno.

Alla sera sono andato al caffè dove con il padrone abbiamo

parlato come si poteva dei costumi del paese. Ci siamo intesi

come abbiamo potuto.

Il padrone si chiama Lapare Giorgio.

30/10/40

Questa mattina, mentre si stava prendendo il caffè, sono

venuto a sapere che l‟italia aveva dichiarato guerra alla

Grecia e che le truppe italiane sono già entrate in Grecia9.

Nel resto della mattina e per tutta la giornata abbiamo

lavorato dietro alle sezioni luci a provare i motori e il

contaldi con il faro, fatto rifornimento completo.

Alla sera al caffè sentito il giornale radio.

31/10/40

Questa mattina tempo brutto, ho preso l‟occasione per

scrivere a Osvaldo e a casa e a Margherita.

Nel pomeriggio abbiamo lavorato alle sezioni dato che

dobbiamo partire, questo mi dispiace perché dovrò lasciare i

più cari amici

9 L‟invasione della Grecia da parte delle truppe italiane dislocate in

Albania avviene la mattina del 28 ottobre 1940.

Page 31: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

31

Mentre si faceva rifornimento di benzina, per sbaglio, ci

hanno messo dentro l‟acqua nel serbatoio.

Serata tranquilla.

1/11/40

Oggi, giorno dei Santi, avevo il desiderio di confessarsi, ma

non mi è stato possibile perché non so spiegarmi bene in

francese.

Dopo aver ricevuto la paga di 11 marchi e mezzo siamo

andati alla messa delle 10 solenne dove la mia vista ha

potuto vedere i grandiosi paramenti e cerimonie un po‟

diverse dalle nostre e la messa cantata del perosi10

a tre voci.

Nel pomeriggio siamo andati a Curtrai a vedere una partita

di calcio alla quale la squadra Belga superava quella tedesca

per 3 a 2.

Nella serata sono stato al cimitero con Scotti, ma mentre si

tornava e si andava al caffè solito è suonato l‟allarme aereo e

mi è toccato fermarsi alla casa del soldato a bere la birra.

2/11/40

Tempo discreto, la mattina lo passata a fare la lavandaia.

Nel pomeriggio, alla caserma, è arrivato il nostro cappellano,

il quale ci ha invitato a confessarsi e in poche parole mi

disse di comportarsi da veri soldati e di ricordarsi il nostro

dovere verso iddio.

Alla sera, malgrado il tempo brutto, vento e pioggia, siamo

recati al cimitero a recitare il rosario per i morti.

Alla sera siamo andati al caffè solito ma siamo tornati presto

perché al mattino seguente si doveva fare la comunione.

10

Lorenzo Perosi (1875-1956).

Page 32: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

32

3/11/40

Al mattino, verso le 7.30, il nostro cappellano iniziò la santa

messa.

Dopo poche parole di circostanza al vangelo, prima della

fine della messa ci è stata distribuita la santa comunione a

molti di noi e anche a operai civili italiani che si trovano qui

con noi.

Verso le 9 la solita visita medica.

Nel pomeriggio, in un cinema di Cortrai, abbiamo assistito a

un concerto della musica italiana e un specie di varietà in

lingua tedesca, in complesso si siamo divertiti.

Alla sera, al solito caffè, dato che a giorni devo partire, i

Leperre hanno voluto una mia foto contraccambiata con una

della sua signorina.

4/11/40

Oggi, per tutta la giornata, tempo brutto.

Niente da segnalare solo siamo rimasti rinchiusi per il

tempo.

Alla sera con Vignati e Scotti siamo andati al Dopolavoro

tedesco.

5/11/40

Questa mattina eravamo lì alla sezione luci quando è

arrivato un ordine dal comando di „preparate tutto‟ che si

doveva partire.

Ci siamo affaccendati tutto il giorno a preparare tutto e

caricare sopra due camion il poco materiale a noi assegnato.

Nel pomeriggio ho preparato lo zaino e alla sera sono andato

al cinema.

Page 33: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

33

6/11/40

Appena alzato, salutati i più cari amici, sono uscito dalla

caserma incamminandomi verso l‟aeroporto.

Passato davanti alla chiesa siamo entrati per una preghiera.

Arrivati all‟aeroporto con un tempo pessimo, vento e acqua.

Siamo partiti da Vevergem alle 9 incamminandoci verso

Ostenda, dove la abbiamo raggiunta verso le 12.30.

Da Ostenda siamo partiti e siamo fermati in un campo di

fortuna vicino a circa 500 metri dal mare del nord, che verso

le 15.30 ho avuto occasione di vedere essendo andato a

ritirare le brande lì al paese Middelcherche, una grossa

borgata nella quale ci sono una infinità di caffè, ristoranti,

Otels di gran lusso avendo una spiaggia bellissima.

Alle 18 abbiamo mangiato con i tedeschi pane nero, burro,

pesce in scatola, tè e sigarette.

Alla sera, in un salotto dove si trovano i tedeschi essendo

una bellissima casa civile, seduti su ampie poltrone abbiamo

ascoltato la radio.

Per il cambiamento non c‟è male, per adesso il posto dove

alloggiamo è una specie di palazzina fabbricata però di

legno, che guardandola di fuori sembra davvero una casa11

.

Riguardo ai camerati tedeschi siamo circondati dalle cure

più premurose a nostro riguardo per tutto quello che può

interessarsi a noi per la nostra nuova sistemazione, dato che,

non avendo nessun comando italiano vicino, dobbiamo

chiedere tutto a loro.

Ho dovuto constatare che tra di loro esiste un cameratismo

tra soldati ufficiali e sottoffuciali che tra noi italiani,

malgrado tutto lo sforzo dei nostri comandanti superiori a

questo riguardo, sarà una cosa difficile a realizzare, dato che

si sente troppo il distacco tra militari e graduati.

11

Cfr. doc. foto. p. 73

Page 34: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

34

Una cosa che non dimenticherò è questa: certi sergentelli,

che a dire la verità non possono conoscere bene ancora la

vita, in diverse occasioni ci insultavano dicendoci Truppaia,

bestie e tante parole altre che neanche per ridere si

dovrebbero dire.

Tutto questo è capitato a Vevergem.

Tutto questo non mi si cancellerà mai dalla mente fino che

vivrò sotto la divisa militare, dopo aver costatato con quale

gentilezza i tedeschi si trattano a vicenda.

Questo, per canto mio, è uno dei fattori principali per

vincere tutti gli ostacoli dato che sono uniti col corpo ma è

più il morale che fa vincere gli ostacoli.

7/11/1940

Dopo una notte un po‟ movimentata, dato che siamo

circondati dall‟artiglieria contraerea e da costa per tutta la

notte casi isolati di sparatoria verso gli inglesi che

sorvolavano questo territorio.

Ci siamo alzati alle 8 al mattino e, dopo essersi fatti un po‟

di pulizia, ci siamo recati dai tedeschi dove mi avevano

preparato la colazione, caffè e pane.

Nella mattinata trascorsa velocemente abbiamo sistemato

per bene un po‟ le nostre cose.

A mezzogiorno abbiamo mangiato patate con sugo, rape

cotte e un pezzo di carne, non si può lamentarsi anche come

quantità abbastanza.

Tutto il pomeriggio l‟abbiamo impiegato a sistemare la

sezione luce.

Alla sera, dopo cena, abbiamo incominciato a sentire colpi di

cannone e fari potenti in cerca del nemico che a prima vista

mi fece impressione, ma poi guardavo con un senso di

curiosità.

Durante questo movimento qualcuno dei miei compagni si è

impensierito sul serio.

Page 35: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

35

Da parte mia ho alzato gli occhi al cielo abbandonandosi

nelle mani di colui che tutto può.

La notte in parte è passata tranquilla.

Nella nostra camerata, come quella dei miei compagni, è

stata sistemata la stufa.

8-11-40

Dopo una notte tranquilla nella seconda parte, quando

abbiamo aperto gli occhi e guardato fuori erano le 8, ma

quello che più ci fece piacere era il tempo che era bello.

Nella mattina abbiamo fatto la buca per mettere il bidone per

l‟acqua per far si che non geli di notte.

A mezzogiorno abbiamo mangiato con appetito patate con

sugo e carne; quando si ha appetito non si guarda tanto alla

qualità e basta che ci sia la quantità.

Nel pomeriggio abbiamo fatto la prova del contaldi, per

vedere quanto tempo ci si impiega in caso di bisogno a

preparare tutto.

La manovra è stata fatta abbastanza velocemente.

Credo che dove siamo non potremo lamentarci: siamo serviti

a tavola come signori, abbiamo un bellissimo salotto dove si

può stare a sentire la radio seduti su ampie poltrone e per di

più anche come posizione dove si troviamo, pensando a tanti

miei compagni che si trovano in mezzo ai boschi qua e nelle

terre infocate dell‟africa.

La notte è stata movimentata da fasci di luce e colpi di

cannone.

9-11-40

Questa mattina, dato che è domenica, si voleva andare a

messa, ma non si è potuto.

Sono stato in camerata a scrivere e cercando di imparare

qualche parola in tedesco che qua è utilissimo.

Page 36: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

36

Nel pomeriggio un sottufficiale tedesco ci porto qua in un

paese vicino Middelcherche.

Dato che questo paese è un posto di villeggiatura ci sono una

infinità di alberghi tutti occupati da tedeschi.

Noi siamo stati all‟otel Vittoria dove abbiamo preso caffè e

qualche pasta offerti dal sottuff. Tedesco.

Dato l‟ambiente di lusso mi pareva una cosa strana vedendo

dentro tutti militari.

Dopo aver percorso un po‟ le vie della città mi sono fermato

da un fotografo, mi sono comprato una macchina

fotografica, ho speso 22 Marchi.

Dopo, in riva al mare, ho fatto fotografie con marinai

tedeschi.

Mentre si tornava a casa abbiamo dovuto fermarsi per forza

in un caffè dove diversi soldati tedeschi ci hanno offerto

birra in quantità, dato che loro ne bevono senza contare.

Abbiamo constatato con quale slancio di cameratismo ci

hanno trattati.

Nel ritorno abbiamo preso un tale acquazzone che persino

gli stivali erano pieni di acqua.

Serata tranquilla.

11-10-40

Durante la giornata niente di importante da segnalare.

Al mattino lavato il pavimento della camerata e nel

pomeriggio pulizia completa alla sezione luci. Serata

tranquilla.

Page 37: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

37

12-11-40

Giornata brutta, vento e acqua in abbondanza.

La mattina sono stato in camerata e nel pomeriggio sono

andato a ritirare le foto fatte, ma ho avuto la delusione di

constatare che non erano venute.

Alla sera lo passata alla radio e mi sono coricato presto,

prima però mi sono preso, qua in un caffè vicino, una tazza

di Birra.

Serata e notte tranquilla.

13-11-40

Oggi per tutta la giornata tempo bizzarro, solo verso

mezzogiorno è uscito il sole.

Noi abbiamo approfittato di questo per fare una passeggiata

al mare a fare fotografie12

.

Niente da segnalare.

Serata tranquilla.

14-10-40

Questa mattina, dopo una serie di giornate un po‟ buie, il

sole si è fatto vivo.

Tutta la giornata lo passata di servizio al telefono.

Alla sera, di servizio notturno alle segnalazioni, ho dovuto

usare grande attenzione perché una grande quantità di

aeroplani solcavano il cielo italiani, tedeschi, inglesi,

cannonate, fasci di luce solcavano il cielo razzi lanciati dai

nostri.

Verso le 24.30 abbiamo dovuto accendere le segnalazioni

del campo perché doveva atterrare un apparecchio che poi si

è saputo è atterrato in un altro posto.

12

Cfr. doc. foto. p. 72

Page 38: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

38

In complesso mi sono divertito dato che non avevo ancora

visto simile movimento.

15-11-40

per tutta la giornata niente da segnalare, solo il rancio è

arrivato alle 14.

Nel pomeriggio sono andato a Middelcherche a cambiare la

macchina fotografica.

Alla sera grandiosi tiri di sbarramento dato che un buon

numero di aerei inglesi erano sul territorio.

16-11-40

Giornata bella.

Il mattino l‟abbiamo impiegato a provare i motori della

sezione luci e Contaldi e fatto un po‟ di pulizia a questi.

Nel pomeriggio è venuto il Magg. Trevisan con un ten.

dell‟uff. amministrativo, il quale ci ha portato la paga che ci

aspettava.

Alla sera abbiamo giocato al tirasegno.

17-11-40

Dopo una notte tranquilla, ma con un tempo burrascoso, alle

7 circa, quando ci siamo alzati per andare a messa dato che

oggi è domenica, il tempo era bello.

Ci siamo incamminati verso Middelcherche dove alle 8.30

abbiamo ascoltato la messa.

La chiesa ha di quelle pitture e vetrate proprio speciali.

Finita la messa siamo andati a fare colazione in un caffè e

verso le 10 siamo tornati.

Page 39: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

39

Nel pomeriggio sono stato di piantana alle camerate, alla

sera, in salotto, il Maresciallo ci ha fatto foto grazie al

magnesio.

Serata un po‟ movimentata dalla contraerea.

18-11-40

La mattina l‟abbiamo trascorsa in salotto a leggere i giornali

e nel pomeriggio siamo andati a Ostenda dove abbiamo

visitato il porto, la stazione ferroviaria e le rovine della

guerra.

Abbiamo potuto scambiarsi poche parole con un italiano che

gestisce un ristorante in una via del centro.

Nel ritorno abbiamo preso una doccia.

La serata passata in camerata a fare discussione su tante cose

fino alle 11, serata e notte abbastanza tranquilla.

19-11-40

Per tutta la giornata piantone al telefono, solo nel

pomeriggio, verso le 16, con il camion siamo andati a

Middelcherche.

La sera lo passata in camerata, mi sono coricato presto

perché alle 2 devo alzarsi perché ero di servizio notturno.

20-11-40

Questa mattina mi sono alzato alle 2 perché ero di servizio

alle segnalazioni.

Notte tranquilla , ho approfittato di questo per scrivere a

casa.

Scrivo, ma senza sapere se le mie lettere le ricevono, dato

che le spedisco per mezzo del comando tedesco.

Page 40: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

40

Sono stato sopra pensiero pensando che è 18 giorni che non

ho più la posta da casa, dato il cambiamento fatto di

aeroporto.

Finito il servizio, alle 8, ho preso il caffè, poi ho aiutato

Casalegno a fare pulizia alle camerate.

Verso mezzogiorno, avendo fatto scaldare un secchio di

acqua, ho fatto una specie di bagno essendo circa tre

settimane che non ne faccio più.

Nel pomeriggio ho fatto una buona dormita fino alle 16,

dopo alle 18 abbiamo fatto cena discretamente.

È partito per Cotrai l‟infermiere Sculze.

La serata passata in camerata dove la stufa manda calori

insopportabili.

La serata tranquilla.

21-11-1940

Questa mattina, dopo il caffè, ho aiutato il piantone a fare

pulizia perché era già tardi, circa le 9.30, e cera tutta la

camerata in disordine.

Tutta la mattina lo passata in camerata tanto che non cera

niente da fare.

Dopo aver mangiato un po‟ alla tedesca, verso le 14 siamo

andati ad Ostenda dove mi sono fatto i capelli dove mi

hanno fatto pagare 9 franchi.

Siamo rimasti male, si voleva comperare qualche cosa ma

sbirciando nelle vetrine abbiamo costatato che tutte le cose

sono prezzi da matti.

Dopo aver girovagato a lungo per la città siamo entrati a

visitare quello che credo che sia il Duomo.

Guardando le architetture ho costatato che i vetri erano tutti

crollati e cambiati con quelli bianchi.

Tutto intorno molte cose erano state rovinate e abbattute e il

Duomo neanche una scalfittura!

Nel ritorno abbiamo preso il tram.

Page 41: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

41

Alla sera, dopo il rancio solito, sono rimasto in sala dei

tedeschi a sentire la radio.

La sera da parte degli inglesi è stata tranquilla.

22-11-40

Questa mattina, erano verso le 7, un intenso fuoco di

contraerea ci fece svegliare di soprassalto.

È durato poco, ma verso le 7.40, essendo ancora a dormire,

un nostro compagno di servizio venne a svegliarmi e correre

subito ad accendere il faro perché un apparecchio doveva

atterrare e si trovava in pericolo.

Saltati fuori, subito infilati i vestiti e stivali, siamo corsi sul

campo dove erano già accesi i segnali del campo.

Appena arrivati là un aeroplano tedesco è sceso così ed è

andato a finire proprio sul limite del campo.

Arrivati di corsa là abbiamo constatato con piacere che tutto

era andato bene e che a bordo niente di male solo avevano

finito la benzina.

Dopo siamo tornati in camerata dove ci siamo asciugati gli

abiti dato che pioveva dirottamente.

A mezzogiorno i componenti del equipaggio ci hanno

offerto la birra e noi una bottiglia di cognac.

Verso le 3, dopo averci fatto diverse foto13

, sono partiti.

Mentre si erano alzati in volo un aeroplano inglese a

bombardato il porto di Ostenda, non so se hà arrecato danni

si o nò.

Alle 5 siamo andati a Middelcherche a prendere le foto e

siamo andati a prendere un caffè al Otel Vittoria.

Dopo cena, sentito il giornale radio, sono andato in camerata

a scrivere perché il tempo è pessimo, vento e pioggia.

Questa sera credo che si sarà tranquilli con questo tempo.

13

Cfr. doc. foto. p. 77

Page 42: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

42

23-11-40

questa mattina, erano circa le 6.30, quando un sordo

rimbombo si sentì in lontananza.

Dopo sé saputo che a ostenda due bombe incendiarie erano

cadute in città distruggendo un grandioso palazzo civile.

La mattina lo passata un po‟ in camerata un po‟ dai tedeschi.

Dopo mezzogiorno, verso le 16, sono tornati da Maldeghem

i miei compagni che sono andati a vedere per la posta e per

la nostra sistemazione.

Tornati loro con buone notizie, hanno portato vino e pane

nostro che da 20 giorni non si vedeva.

In serata hò scritto a casa e a Rinaldo.

Durante la serata i tommi14

hanno fatto diverse incursioni,

comprendendo dal fatto che l‟artiglieria contraerea è entrata

in azione diverse volte violentemente.

24-11-1940

Questa mattina mi sono alzato un po‟ prima del solito e

siamo andati a Middelcherche a messa.

Ho costatato il grande rispetto dei belgi in chiesa.

Usciti siamo andati al Otel Vittoria a fare colazione, ritornati

siamo stati fino alle 3 del pomeriggio ad aspettare il rancio.

Alla sera ho potuto leggere qualche giornale italiano che da

20 giorni non si poteva avere.

Dopo aver sentito un bon giornale radio sono andato a fare

servizio al telefono.

Serata tranquilla da parte dei inglesi.

14

Appellativo con cui la popolazione locale si riferiva agli inglesi.

Vedi qui pag. 53

Page 43: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

43

25-11- 40

Dopo una notte tranquilla nella seconda parte, dato che fino

alle 2 di questa mattina sono stato di servizio al telefono, la

sveglia mi trova con un sonno profondo malgrado che siano

le 8 del mattino.

Dopo aver mangiato un po‟ di pane e burro con caffè ho

fatto pulizia della camerata dato che sono piantone per tutta

la giornata.

Anche oggi senza posta ed hò scritto a Motta e alla zia

Margherita.

Durante la giornata ho avuto diverse discussioni con i miei

compagni su diverse cose di carattere militare, sarà difficile

avere una completa armonia tra noi dato che siamo troppo

accoppiati male come carattere essendoci diverse persone

che vogliono fare come si dice il „superuomo‟.

Alla sera, che è tranquilla, mi sono coricato presto.

Nella camerata dove si dorme il caldo è insopportabile.

26-11-1940

Al mattino, dopo una notte tranquilla, quando si siamo alzati

erano circa le 8.

Non saprei neanche io esprimere questa vita che facciamo

qua a Ravaside, non mi pare più neanche di esser militare, in

certi momenti.

Mangiare e dormire e sentire la radio, sarebbe troppo bella la

guerra per noi se continuasse così, ma tra le rose ci sono

ovunque le spine e tra di noi non c‟è e non potrà esserci mai

quella armonia che sarebbe così bello tra amici.

Il motivo non so come spiegarlo, tutti vogliono fare a modo

loro e il loro comodi anche se questo è di scapito al

compagno. Continuando così?

Al mattino con il camion sono andati a Maldeghem a

prendere la posta, ma quando sono tornati ho avuto solo una

Page 44: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

44

lettera del parroco, nella quale ho trovato il suo dolore per

tutto quello che capita nella presente ora del mondo.

La serata passata tranquilla in camerata sono stato sveglio

fino circa le 11-30 a discutere con De Ruo.

Inglesi niente.

27-11-40

Questa mattina, dopo preso il caffè, siamo andati a mettere i

tacchi sotto alla sezione luci, affinché si conservino bene le

gomme dal fango.

Questo lavoro è durato fino a mezzogiorno.

Nel pomeriggio, dopo un po‟ di riposo, sono stato a

Middelcherche a prendere le foto e ad Ostenda a parlare con

diversi italiani.

Serata tranquilla passata un po‟ alla radio, dopo in camerata.

28-11-40

Questa mattina ho spedito la posta con il nuovo indirizzo e

sono in ansiosa attesa che mi portino quella in arrivo.

La mattina sono stato di piantone al telefono al posto di

Pizzigoni che è andato con il camion a Maldeghem.

Il tempo è stato matto: sole, vento, tempesta e viceversa per

tutto il giorno.

Nel pomeriggio ho fatto una passeggiata fino a

Middelcherche e quando verso le 16 sono tornati con la

posta così ho potuto sapere della nascita di un nuovo ospite

nella famiglia di mio fratello Giulio.

Come è mai triste la lontananza da casa quando c‟è un po‟ di

allegria in famiglia senza sapere lo saputo oggi 28-11-40 ma

è una sorpresa.

Da mio zio ho saputo che gli affari vanno mica male e sono

felice che anche loro si trovano bene.

Page 45: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

45

La serata lo passata in camerata tranquillamente con i miei

compagni.

Da parte dei inglesi niente, non si sono fatti vivi, meglio

così.

29-11-40

Questa mattina, dopo una notte passata così così dato che un

forte vento tirava da tutte le parti, ci siamo alzati verso le

8.30, orario un po‟ tardi per dei militari, ma dato che non

abbiamo nessun servizio non è il caso di alzarsi presto.

La mattina passata in camerata dato che il tempo e brutto,

solo abbiamo piantato l‟ufficio comando del nostro

aeroporto Borea.

Nel pomeriggio, dopo un discreto rancio, sono andato a farci

le foto a Pizzigoni

, abbiamo preso la tempesta e abbiamo dovuto rifugiarsi in

un rifugio.

Alla sera, dopo il rancio, sono stato a scrivere in camerata.

Cè un po‟ di movimento di aerei tedeschi.

30-11-40

Questa mattina alle 2 sono alzato per andare a fare servizio

al telefono alle 2 fino alle 8.

Durante questo tempo ho scritto a casa a Giulio, alla

Monachine e diverse cartoline.

Verso le 6 ho fatto colazione con i tedeschi con marmellata e

caffè.

Verso le 8 sono partito con il camion per Maldeghem dove

abbiamo i viveri per 10 giorni dato che mi hanno messo

come direttore di mensa.

Dopo aver caricato i viveri e fatto colazione siamo ritornati

indietro perché alle 15 dovevamo andare con un ispettore

Page 46: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

46

tedesco a comperare tutte le pignatte e le altre cose per la

cucina.

Durante il ritorno da Maldeghem ho fatto una foto a Brugge

dove c‟è un mulino a vento15

.

Alla sera con De lucia abbiamo messo a posto tutto e

preparato il cacao per il mattino.

La serata lo passata in camerata. Serata tranquilla.

1 Dicembre 1940

Questa mattina dopo la sveglia avevo l‟intenzione di andare

a messa, ma, dato che essendo incaricato di fare il rancio, mi

è toccato restare qua.

Quando abbiamo acceso la stufa abbiamo dovuto scappare

per il fumo, allora non si sapeva come fare .

Dato che si doveva mangiare abbiamo acceso due stufe,

abbiamo tribolato ma si è mangiato lo stesso e abbastanza

buono: pasta al sugo con carne in scatola, vino e frutta, così

alla sera con la minestra e spezzatino.

Tutta la giornata sono stato in cucina a dirigere e mettere a

posto un po‟.

Verso le 16 sono andato a vedere se trovavo patate, latte e

verdura.

Dopo aver girato due o tre cascinali siamo rientrati con tutto

e con poca spesa.

Alla sera, dove aver messo a posto tutto, sono andato a bere

la birra.

Serata tranquilla.

15

Cfr. doc. foto. p. 80

Page 47: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

47

2-12-40

Questa mattina verso le 6 mi sono alzato e con Pizzigoni mi

sono recato a messa a Middelcherche e sono tornato verso le

9 dato che sono tre km andata e ritorno.

In tutta la mattina sono stato in cucina.

Ma il secondo giorno di questo lavoro ho trovato un po‟ di

discussione, dato che i diversi buongustai hanno fatto

diverse obiezioni come si deve cucinare, da che ognuno vuol

darsi d‟intendere che è più bravo dell‟altro.

Ma in complesso non sanno niente dato che a tutte le loro

parole sono come gettate sulla rena del mare che il vento le

disperde, dato che io, ed anche il mio compagno è del mio

parere, li lasciamo parlare e facciamo come meglio ci pare.

Nel pomeriggio niente di nuovo, alla sera, tranquilla mentre

una pioggia leggera cadeva, sono fermato in camerata.

Serata tranquilla.

3-12-40

Questa mattina, quando mi sono alzato, ho preparato il caffè

per i miei compagni solo scaldato, dato che lo avevo

preparato alla sera.

La mattina lo passata ad andare avanti e indietro per

preparare il rancio e a fare pulizia dato che sono piantone.

A mezzogiorno, alla nostra mensa, abbiamo invitato due

tedeschi dato che avevamo un debito di riconoscenza con

loro, dopo essere stati loro ospiti per quasi un mese.

Nel pomeriggio, verso le 4, siamo andati a fare la spesa,

abbiamo comperato il latte e fatte le foto li vicino.

Quando torno ho visto con piacere che avevo posta: uno

scritto da mio fratello Giulio in data 19-11-40.

Appena lessi poche righe sento che è stato richiamato alle

armi, questo per me è stato un dolore pensando a quello più

grande che sarà per sua moglie e per tutti i miei da casa.

Page 48: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

48

Ma il mio pensiero se rivolto al cielo offrendo a Dio questo

dolore affinché si degni concedere a tutti gli uomini colpiti

dal dolore la forza della rassegnazione che solo lui può dare.

Un altro dispiacere è quello che tra di noi qua, per causa di

qualcuno, non si va d‟accordo ed è un continuo bisticciarsi,

sono come bambini che hanno bisogno di attaccarsi perché

da soli non sanno vivere a 24-25 anni.

Serata tranquilla.

4-12-40

Dopo una notte tranquilla mi sono svegliato verso le 7 con

un freddolino addosso che si faceva sentire dato che la stufa

sera spenta.

Dopo aver acceso la stufa e preso il caffè latte, ho fatto un

po‟ di pulizia dove mangiamo.

Il resto della mattina lo impiegato ad aiutare a preparare il

pranzo (chiamiamolo pure così) per il mezzogiorno dato che

a mangiare viene anche il maresciallo e un altro camerata

tedesco.

Nel pomeriggio, dopo aver ingrassato per bene gli stivali,

sono andato a Middelcherche a portare le fotografie a far

sviluppare.

Sono stato a bere la Birra in un caffè italiano e ho fatto una

foto con la piccola Silvia16

di quel italiano.

Il caffè che gestisce gli è stato dato dai tedeschi dato che era

una casa vuota.

Ritornato abbiamo cenato e dopo ho scritto ad antonietta e al

parroco e allo zio Baldassarre e a Vignati.

Serata con un vento forte ma tranquilla.

16

Cfr. doc. foto. p. 81

Page 49: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

49

5-12-1940

Dopo una notte nella quale un vento quasi buttava per aria la

nostra Baracca, la mattina mi sono alzato per tempo dovendo

preparare tutto quello che occorreva perché si doveva andare

a Meldeghen a prendere la carne.

Dopo ho acceso le stufe e fatto un po‟ di pulizia al refettorio,

è arrivato l‟ora di mangiare senza saperlo.

Nel pomeriggio in bicicletta sono andato a Middelcherche

viaggiando in riva al mare dato il vento forte ci buttava in

faccia una quantità di sabbia che non ci si vedeva

camminare.

Dopo fatto un paio di foto siamo stati dal caffè di un italiano

dove abbiamo passato qualche ora parlando in italiano che

da tempo per noi era difficile trovare.

Ritornato ho avuto il piacere di ricevere posta da Giulia,

sento con piacere tutto bene, e una lettera di Margherita.

Ho avuto un po‟ di contrasto con i miei compagni per una

osservazione che gli ho fatto sul sistema che hanno sotto

diversi punti di vista.

Serata tranquilla.

6-12-1940

Dopo una notte che il vento faceva tremare la nostra

camerata dato che il legno con il vento secca e a certi punti

pareva proprio che si spaccasse.

Dove aver scaldato e distribuito il caffè sono recato in

cucina e incominciato ad accendere le stufe e fare un po‟ di

pulizia, così tutto affaccendato e venutole 12 e mezza, ora in

cui si è mangiato.

Nel pomeriggio, dopo aver dormito un paio d‟ore, sono

andato a prendere il latte in un contadino qua vicino.

Page 50: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

50

Dopo ritornato ho finito con il mio compagno di preparare il

rancio che in complesso in questi primi giorni non possiamo

lamentarci.

La serata passata in camerata.

Serata tranquilla da parte dei Tommi (così chiamano qua gli

inglesi).

7-12-40

Questa mattina appena esco dalla camerata una arietta fredda

si fece avanti, ma non ci ho fatto caso perché sarebbe

ridicolo farsi prendere dal freddo quando il termometro non

è sotto lo zero.

La mattina lo passata lavando in cucina e cercando di fare

del mio meglio perché ne abbiano un vantaggio i miei

compagni, ma purtroppo è così, con più si cerca di fare il

proprio dovere, con più si è criticati.

Figuratevi, dato che le patate erano un po‟ crude e la pasta

un po‟ senza sale, le critiche che hanno fatto.

Nel pomeriggio verso le 15 sono andato a fare la spesa

perché domani avremo l‟onore di avere fra di noi due

ufficiali ispettori tedeschi che siederanno alla nostra mensa.

Ritornato sono andato a Middelcherche a comperare qualche

piatto e cucchiaini che fanno di bisogno per far meglio

figura davanti agli ospiti.

Dopo aver fatto sosta a bere un caffè al ristorante di quel

italiano siamo ritornati ed abbiamo trovato la cena pronta,

però prima di questa una paternale del nostro serg. Magg. sul

nostro sistema sbagliato di vivere qua nel posto dove ci

troviamo.

La sera appena buio, eravamo appena finito di mangiare, che

colpi di cannone facevano tremare la Baracca.

Gli inglesi si fanno sentire.

Mentre scrivo questo cannonate antiaeree fanno tremare la

Baracca, mentre fuori spira un vento fortissimo.

Page 51: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

51

8-12-40

Dopo una buona dormita verso le 6,30 ci siamo alzati per

andare a messa a Middelcherche verso le 7,20 con il camion

siamo partiti con vento e acqua ed era buio.

Entrati in chiesa il mio cuore si è aperto trovandomi nella

casa di Dio ed alla sua presenza ho pregato per tutti i miei

famigliari e amici e per la patria affinché iddio si degni

concedere quella pace che si attende da tanti mesi.

Ritornati sono recato in cucina a preparare per il pranzo dato

che doveva venire due ufficiali tedeschi da noi invitati.

Malgrado il vitto in abbondanza e tante cose belle il nostro

spirito è piuttosto abbassato dato che le nostre armi in Grecia

si trovano abbastanza male.

Oggi alla radio ho sentito le dimissioni di Badoglio e

Cavagnari17

, non si sa spiegare questi fatti nei momenti

critici che ci troviamo.

In tutto questo il mio pensiero è rivolto a Colui che tutto

può, che solo lui sa consolare e dar la forza a tutti di fare il

proprio dovere.

Verso le 12,30 è arrivato i due ispettori a mangiare; noi

abbiamo fatto del nostro meglio, non cé stato male si è

terminato allegramente facendo delle foto18

anch‟io.

Verso sera sono stato un po‟ a chiacchierare con i civili

militarizzati che vivono qua nella nostra baracca.

Dopo in camerata abbiamo parlato un po‟ della situazione

che ci troviamo.

17

Il 6 dicembre 1940 Pietro Badoglio è costretto a rassegnare le

dimissioni da capo di stato maggiore generale, figurando come

capro espiatorio per le sconfitte e le umiliazioni subite dall‟Italia

sul fronte greco.

Per analoghe ragioni l‟ammiraglio Domenico Cavagnari venne

silurato da Mussolini dopo l‟ennesimo insuccesso nella battaglia di

Capo Teulada. 18

Cfr. doc. foto. p. 84

Page 52: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

52

Serata movimentata dato che di continuo spara la contraerea

e spira un vento abbastanza forte da nord.

9-12-40

Dopo unaltra notte che il vento faceva tremare la nostra

baracca, il mattino ci trova con il vento forte e freddo.

Nel mattino niente di nuovo solo in cucina a lavorare un po‟

fino a quando si è mangiato, così pure nel pomeriggio.

Solo di notevole nella giornata mine che scoppiano sul

litorale del mare che fanno tremare tutto il nostro

appartamento.

Alla sera, dopo il rancio, nella sala „mangé‟ ho scritto due

lettere, una a casa e una a Molteno a Giulia tanto per

ringraziarla del suo impegno che si è presa per farmi avere

notizie da casa ( ho scritto famiglia Ostenda per indicarci

dove mi trovo).

Serata un po‟ movimentata riguardo hai tommi.

Il nostro morale è un po‟ in ribasso riguardo alla Grecia che i

nostri sembra vanno male.

Pazienza, speriamo che presto riprendano la carburazione

giusta affinché tutto proceda per il meglio per le nostre armi.

10-12-40

Questa mattina erano quasi le 9 quando verso Ostenda si è

visto che l‟artiglieria antiaerea era in funzione, ma è stato

per poco.

Per tutta la giornata un andare e venire in cucina per il

lavoro che ho da fare.

Oggi, come gli altri giorni, ho dato la minestra e pane hai

borghesi operai qua che l‟hanno accettata ringraziando dato

che loro qua hanno tutto tesserato.

Page 53: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

53

I miei compagni ieri hanno comperato un iaz. Band piccolo

con il quale mi stordiscono le orecchie dato che non sanno

suonare.

Niente di nuovo da segnalare solo delle mine che

scoppiavano nel mare facevano tremare tutta la camerata.

Alla sera sono tornati da Maldeghen con i viveri, fino che si

va così non c‟è male.

Serata tranquilla nella seconda parte.

11-12-40

Questa mattina tempo piuttosto brutto vento e acqua il quale

da diversi giorni pare che non voglia cambiare.

Nella giornata niente di nuovo, solo alla sera quando alla

radio ho ascoltato il nostro giornale radio che già da diversi

giorni mi lascia con un senso di nostalgia e di apprensione

per lo svolgersi della guerra che pare non voglia esserci

propizia per le nostre armi.

Serata tranquilla dato il tempo brutto.

12-12-40

Dopo una dormita solenne, essendo andato a dormire stanco

della giornata passata nelle mille faccende della cucina, la

mattina mi trova con una voglia di dormire ancora, ma l‟ora

è già tardi e non c‟è da star a poltrire.

Mi alzo e per tutta la mattina che la tempesta vento acqua

pare che voglia scatenarsi tutto contro di noi come le notizie

della radio riguardo alle nostre truppe.

Nel pomeriggio sono andato a Middelcherche nel barbiere,

sono stato in chiesa a pregare un po‟ dopo ho girato un po e

alle 5½ circa sono tornato dove ho trovato tutto pronto per

mangiare.

Page 54: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

54

Alla sera sono coricato un po con il morale non ha posto

dato le notizie ricevute alla radio non tanto buone per le

nostre armi.

Oggi abbiamo avuto la radio da parte dei tedeschi alla quale

abbiamo passato la serata.

Da parte inglese tranquilla.

13-10-40

Questa mattina verso le 8 sono alzato.

Tempo cattivo per tutta la giornata.

Niente da segnalare solo pare che la radio mi ha un po‟

tranquillizzato, speriamo che iddio ci guardi e ci aiuti in

questi tempi così tristi per tutti.

Serata tranquilla.

14-12-1940

Dopo una notte tranquilla alla mattina verso le 8 mi sono

alzato, scaldato il caffelatte e distribuito ai miei compagni.

Verso le 10 sono andato a comperare un po di verdura per il

mezzogiorno.

Verso le 11 è arrivato il tenente elettricista nostro

comandante a Brusselle il quale con tre avieri si è fermato a

mangiare. Abbiamo fatto del nostro meglio per accontentarli.

Dopo aver ispezionato i vari parti e ascoltato le nostre

dichiarazioni è partito verso le 13½ per Calè19

dove forse noi

dobbiamo andare.

Nel pomeriggio sono stato in cucina a fare tutto quello che

sarebbe pulizia e vitto per la sera.

Dopo cena il giornale radio malgrado la grandiosa battaglia

su tutti i fronti ci ha un po‟ accontentato.

19

Calais

Page 55: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

55

Prima di entrare a letto ho scritto diverse cartoline al paese e

una lettera a casa.

Serata bella e tranquilla da parte inglese.

15-12-40

Questa mattina, quando verso le 6,30 siamo alzati, una

leggera coltre di neve aveva imbiancato la campagna che

siamo circondato.

Verso le 8 siamo partiti per la santa messa a Middelcherche.

Finita la messa siamo andati a prendere un caffè, poi siamo

ritornati.

Nel pomeriggio non sono uscito, sono rimasto a sentire la

radio e a scrivere.

Dopo cena sono andato a dormire presto.

Serata tranquilla da parte inglese.

16-12-40

Dopo una giornata grigia questa mattina un sole freddo ha

schiarito un po il cielo.

Questo è un avvenimento quà dato che è da tanto tempo che

non si vede.

Tutta la giornata passata tra la cucina e il refettorio dove c‟è

la radio ed ho sentito tutta la musica.

Alla sera siamo andati dai tedeschi a fare un po‟ di allegria

fino alle 11.

17-12-40

Questa mattina ci siamo svegliati verso le 8.

Alzatomi, fatto scaldare il caffè lo servito hai miei compagni

con un po di marmellata ed ho fatto quel lavoro solito fino

alle 14.

Page 56: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

56

Dopo sono uscito in libera uscita, ho comprato un po di lana

per portare a casa e l‟astuccio per la macchina fotografica.

Ritornati con mezzi di fortuna alla sera ho scritto fino a tardi

dopo mi sono coricato.

Serata buia ma tranquilla.

18-12-40

Questa mattina una nebbia insolita malgrado la posizione

geografica che mi trovo si è fatta vedere.

Ormai è già da parecchio che non si vede il sole e pare un

mistero che quà è sempre nuvolo.

Dopo aver preparato per i miei compagni caffelatte,

marmellata ed acceso la stufa mi sono fatto un po‟ di pulizia

come potevo dato che qua il bagno non c‟è bisogna

accontentarsi.

Per tutta la mattina e il pomeriggio ho atteso alle mie

occupazioni in cucina e refettorio, nello stesso tempo sentivo

la radio con le sue musichette allegre che scovavo sul

quadrante.

Alla sera, dopo una lunga chiacchierata in refettorio, siamo

andati in camerata dove i tedeschi ci hanno offerto della

birra ed erano piuttosto tutti allegri.

Siamo stati fino alle 24 cantando e brindando.

Inglesi nicsh20

.

19-12-40

Questa mattina alle 8,30 sono alzato, scaldato il caffè e

distribuito ai miei compagni ed acceso le stufe, fatto pulizia

al refettorio è venuto mezzogiorno senza capire.

Nel pomeriggio ho fatto un po‟ la lavandaia.

Serata tranquilla.

20

Forse NICHT

Page 57: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

57

20-12-40

Questa mattina mi sono alzato un po‟ prima del solito per

andare a Maldeghem a prendere i viveri.

Verso le 9 con il Camion è venuto anche il maresciallo

tedesco.

Arrivati la dopo un buon viaggetto, essendoci circa 60 km da

qua passando per Brugge cittadella importante e bella.

Per primo abbiamo caricato il pane e poi tutto il resto.

Dopo, un pasto in qualche modo, alla cucina di quel

aeroporto dove ho costatato che come disciplina e tutto

stanno bene.

Verso le 13 sono andato all‟autoreparto di questo aeroporto

dove ho trovato Macani e Bianchi Palmiro, compagni di

Sesto e Vergiate.

Li hanno tutte le macchine nei Boschi e due Belle baracca

servono di mensa e camerata per autisti.

Quello che c‟è li è che è più freddo di dove mi trovo io.

Nel ritorno siamo fermati a fare qualche foto in un piccolo

ponte e nella piazza di Brugge.

Siamo fermati a prendere una birra e poi siamo tornati.

Verso sera è incominciata la contraerea a cantare in modo

forte e per tutta la notte spari Bombe che cadevano in

lontananza che il rumore dello scoppio ci portava l‟eco.

Questo ad intervalli è durato fino alle 8 del mattino.

Page 58: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

58

21-12-40

Questa mattina verso le 8 sparava ancora l‟antiaerea quando

ci siamo alzati dopo una notte di dormiveglia.

La mattina niente di nuovo, solo fa freddo ma c‟è una bella

giornata, ma il sole non riuscirà a scaldare dato che è freddo

con un‟aureola di nebbia.

Durante la mattina ho saputo che nella notte sono cadute

diverse bombe ad Ostenda.

Nel pomeriggio niente di nuovo, solo ho scritto e ho fatto un

po di bagno.

Dopo cena la serata fredda là rischiarata i Tommi con le loro

comparse nel cielo di Ostenda e l‟antiaerea ci ha dato

occasione di sentire colpi forti che ha fatto tremare la

baracca che noi abitiamo.

22-12-40

Questa mattina, essendo domenica, non ho potuto andare a

messa per darci il cambio a un mio compagno, dato che

facciamo una giornata ciascuno ad andare a messa.

Durante la notte passata l‟artiglieria contraerea ha sparato

continuamente e nella mattina si è saputo che a Ostenda

qualche casa è stata abbattuta dalle Bombe.

Durante la giornata niente di nuovo, solo nel pomeriggio

sono andato a Middelcherche, viaggiando dietro al mare un

freddolino intenso entrava nelle ossa malgrado il sole che

non è riuscito a bucare quella nebbiolina fredda che si vede

un po‟ in lontananza.

Siamo stati al Otel vittoria a prendere il caffè e siamo

tornati.

Serata un po‟ tranquilla.

Page 59: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

59

23-12-1940

Questa mattina, dopo una notte che i cannoni antiaerei hanno

tuonato incessantemente, giornata bella.

Niente di nuovo solo nel pomeriggio sono stato a spasso a

Middelcherche.

Serata un po movimentata.

24-12-40

Dopo una notte tranquilla al mattino verso le 7 mi sono

alzato e con il mio amico Cosso siamo andati a

Middelcherche a Confessarsi e a fare la S. Comunione.

Arrivati in chiesa ci siamo diretti in sacrestia dove abbiamo

domandato a un prete di parlare un po‟ in francese dato che

noi non sappiamo altro come spiegarci.

A confessarci ci siamo arrangiati.

Dopo la messa e la S. Comunione, ritornati alla nostra casa

(caserma), niente di nuovo fino verso le 15, quando un mio

compagno lo vedo arrivare con albero di Natale, allora dopo

averlo messo a posto hanno acceso delle luci colorate, in

complesso è mica male.

Unaltra delusione è quando sono tornati da Maldeghem i

miei compagni i quali ci hanno detto che le licenze sono

sospese.

Questo per mè, non so come, non mi sono turbato per niente,

tanto e meglio prendere le cose come iddio vuole così lui ci

da la forza per vincere tutti gli ostacoli.

La serata lo passata in camerata mentre tutti i miei compagni

sono andati in giro a sbronciarsi.

Serata tranquilla.

Page 60: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

60

25-12-1940

Oggi 1° natale fatto lontano da casa.

Questa mattina verso le 7 mi sono alzato per andare a Messa,

sveglio qualche mio compagno ma nessuno ha voluto alzarsi

perché in serata avevano fatto baraonda e si sono coricati

tardi.

Partito solo per Middelcherche ho ascoltato la messa e fatto

la S. Comunione.

Ritornato ho avuto da fare per preparare il pranzo per

mezzogiorno.

Verso le 9.30 tutti i miei compagni sono andati alla messa.

Riguardo al pranzo natalizio non c‟è male, una bella

cotoletta con verdura fritta, pasta asciutta, vino Chianti,

frutta, verdura in complesso tutto bene.

Questo pranzo cera anche un maresciallo e un sergente

tedesco, abbiamo bevuto cognac con biscotti.

Tutto il resto della giornata passata li alla radio e discorrere

in completa armonia.

A rendere la festa più simpatica è caduta qualche briciola di

neve.

Questo primo natale in Belgio grazie a Dio non cè male, non

si poteva pretendere di più.

Movimenti aerei niente, si vede che hanno fatto riposo anche

loro così ci hanno lasciato in pace anche noi.

La serata tranquilla passata in camerata.

26 Dicembre 1940

Oggi, giorno di S. Stefano, niente di notevole da segnalare.

Giornata nebbiosa ma tranquilla.

Serata tranquilla.

Page 61: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

61

27-12-1940

Oggi tempo discreto, nulla da segnalare.

Serata tranquilla.

28-12-40

Dopo una notte tranquilla il mattino tempo nebbioso, ma si

vedeva tempo sereno.

Tutta la mattina servizio in cucina, i pochi lavoro ma in

complesso non cè male.

Nel pomeriggio mi sono recato a Middelcherche a fare una

passeggiata, ritornati con un camion appena arrivati sono

arrivati da Maldeghem i miei compagni i quali ci hanno

portati la pasta e la notizia che si deve rientrare in italia.

Questa notizia mi fece restare un po‟ sopra pensiero, non

sapendo se dare ascolto si o no a questo, ma d‟altronde mi

pare di essere contento di rivedere la patria e forse la

famiglia.

Serata buia ma tranquilla.

29-12-1940

Questa mattina, dopo avere preparato qualche cosa in cucina

e fatto colazione, verso le 9 sono partito per la messa con i

miei compagni.

Siamo entrati in chiesa un po in ritardo.

Dopo la messa siamo andati a fare un po‟ di provviste in un

negozio di lana.

Dopo io ho comperato un po di roba per mangiare e sono

tornato.

Arrivo e il mio cuoco aveva le stufe spente e così non si è

potuto mangiare fino alle 14, così il nostro Serg. Magg. ci ha

fatto un po un cicchetto.

Page 62: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

62

Nel pomeriggio mi sono fermato in cucina per preparare da

mangiare dato che il mio compagno è uscito.

Serata tranquilla.

30-12-40

La mattina tempo bello ma freddo, niente da segnalare.

Nel pomeriggio sono andato a Ostenda dove ho comperato

dei ricordi da portare a casa.

Abbiamo visto un quartiere che prima erano bei negozi ora

distrutti dalle bombe inglesi.

Giornata verso sera piovosa, siamo tornati col tram.

Serata tranquilla.

31-12-40

L‟ultimo giorno dellanno per tutta la giornata niente di

nuovo da segnalare.

Solo quando da Maldeghem sono tornati i miei amici mi

hanno detto se volevo restare in Belgio o tornare in italia, io

non ho detto niente, lascio che l‟acqua scorra per la sua via,

tanto la via che ho segnata non si può cambiare.

Questo però mi ha lasciato sopra pensiero, ma quando devo

lasciare questo posto dove si sta proprio bene, non so cosa

desiderare.

Alla sera verso le 20 siamo andati dai tedeschi, abbiamo

portato vino, pane e formaggio, loro ci hanno offerto birra in

quantità.

La serata procedeva tranquilla tra di noi in cameratesca

assemblea, ma a rovinare la tranquillità a questo ultimo

giorno dell‟anno sono entrate in scena due donne di strada.

Non posso raccontare quello che è successo inebriati tutti dal

vino e birra, ma io disgustato da quella orgia me la sono

squagliata alla chetichella senza farsi vedere (guai ai

Page 63: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

63

tedeschi abbandonarli quando tengono una festa diciamo, ma

fanno a male tanto) dato che tutti erano sbronzati.

Erano le 4 del I giorno dell‟anno e cera in giro ancora qua

gran quantità di donne giovani che ormai non persone ma

neanche bestie le quali forse ragionano di più.

Tralascio di continuare a descrivere questo perché farebbe

proprio compassione.

I Gennaio 1941

Dopo una notte nella quale la nostra baracca, per merito dei

miei compagni fino alle 4 è stato un susseguirsi di voci,

grida , un gran fracasso, verso le 7 mi sono alzato e sono

andato a Messa solo perché tutti i miei compagni erano

sfibrati dopo una notte così.

Rientrato ho avuto molto da fare dato che a Mezzogiorno si

aveva ospiti a tavola camerati tedeschi, tanto per festeggiare

il I giorno dell‟anno.

Nel pomeriggio sono andato con il camion a Nieuport, dove

dopo un girovagare siamo capitati in un locale dove cera dei

marinai tedeschi con uno che parlava italiano.

Ci hanno offerto birra, biscotti e sigarette, abbiamo passato

due ore proprio bene.

Serata tranquilla.

Spero che l‟anno nuovo ci porta quella pace a tutto il mondo

che lo sollevi dai dolori della guerra.

2-1-1941

Giornata fredda, niente di notevole da segnalare.

Serata tranquilla.

Solo al mezzogiorno abbiamo avuto marinai e ufficiali i

quali sono stati soddisfatti.

Page 64: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

64

3-1-1941

Questa mattina un vento gelido da nord ci ha fatto

raddrizzare su il bavaro del cappotto.

Nella mattina abbiamo messo a posto tutta la roba per

partire, dato che ormai anche la radio ha parlato di questa

partenza.

Nel pomeriggio un capitano e un tenente del regio esercito

sono venuti qua ad interrogarci di nuovo sul fatto accaduto a

Vevergem 11 Ottobre 1940 nel quale io sono testimonio.

Il resto della giornata niente.

Serata tranquilla.

4-1-1940

Questa mattina un leggero nevischio con un aria gelida

faceva intirizzire.

Niente di nuovo da segnalare, ma solo il pensiero che presto

dovrò lasciare questo posto mi dispiace.

Nel pomeriggio sono stato dal barbiere.

Serata tranquilla, ma le notizie riguardanti la guerra in grecia

ci fanno un po‟ pensare allo sviluppo che potrà prendere la

nuova situazione.

Speriamo che tutto vada bene.

5-1-1941

Questa mattina con Cosso e Fuz. siamo stati alla messa.

I miei compagni non hanno voluto venire, hanno preso la

scusa che faceva freddo.

In chiesa ho visto un insolito fervore e devozione da parte

della popolazione che è sempre corretta.

Dopo avere bevuto un caffè siamo tornati.

Nel pomeriggio sono andato a Ostenda.

Dopo aver girato un po‟ sono tornato.

Page 65: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

65

Serata passata solo mentre i miei compagni sono andati a

teatro.

6-1-1940

Tempo freddo tutto il giorno.

Niente di nuovo di segnalare, solo il nostro pensiero vola

dove i nostri compagni combattono e muoiono per la patria,

dato che la radio porta queste notizie che purtroppo noi si

attendeva il contrario.

Questa sera, trovandomi al caffe con alcuni tedeschi, ho

cercato di sviare questo discorso sulle operazioni.

Serata tranquilla ma nevica.

Page 66: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

66

Page 67: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

67

VARIE NOTIZIE

avute qua in merito alla guerra Tedesco Belga.

Quando i tedeschi dichiararono la guerra al Belgio, Olanda e

Lusemburgo21

, nello stesso istante tutti i paesi e le città di

questi singoli paesi, nella notte, furono visitati da una grande

quantità di aeroplani.

Loro stessi dicono che subito si sono trovati disorientati i

civili dal frastuono di questi motori.

Le truppe, poi, furono stordite dagli aeroplani e dall‟impeto

delle truppe motorizzate tedesche, le quali nessun ostacolo

ha potuto fermarli.

Quando i tedeschi furono arrivati al mare, avevano già tutto

pronto per lo sbarco in inghilterra, ma vedendo che il fronte

francese le era di ostacolo, trovarono un punto debole tra il

belgio e la francia22

.

I tedeschi, come si è saputo, hanno sbaragliato i francesi su

tutto.

21

Le truppe tedesche invadono Olanda, Belgio e Lussemburgo

l‟alba del 10 maggio 1940 e da qui lanciano l‟offensiva verso la

Francia. 22

E‟ la celebre tattica del blitzkrieg (guerra lampo), fondata sul

massiccio impiego di mezzi corazzati, aviazione e truppe

paracadutate per penetrare rapidamente in territorio nemico e

aggirare le linee difensive prendendole alle spalle. L‟operazione –

specie il passaggio di intere divisioni corazzate attraverso le

Ardenne, ritenute una insuperabile difesa naturale – coglie di

sorpresa le forze francesi schierate a difesa. La linea Maginot,

formidabile sistema difensivo verso oriente, viene neutralizzata

dalle spalle mentre i mezzi corazzati tedeschi, dopo aver sfondato

il fronte presso Sedan e Namur, puntano sulla Manica chiudendo

in una sacca, presso la costa di Dunkerque, l‟intero corpo di

spedizione britannico. Gli inglesi, abbandonate le armi e il

materiale bellico sulla spiaggia, attraversano la Manica ricorrendo

anche a centinaia di piccole imbarcazioni, sotto i continui

bombardamenti e mitragliamenti dell‟aviazione nemica.

Page 68: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

68

Mentre le truppe autoportate entravano in Ostenda, aerei

stessi, forse non sapendo che i loro camerati erano in città,

gli sono piombati addosso facendo dei morti fra i tedeschi e

la popolazione civile che, contenta che gli inglesi se ne erano

andati, faceva festa hai nuovi vincitori.

Gli inglesi in questi paesi hanno lasciato verso di loro un

vero senso di disprezzo, perché loro dove passavano

rubavano, violavano le case e uccidevano donne e fanciulle

che non volevano assecondare i loro istinti perversi.

Qua hanno lasciato una quantità innumerevole di macchine e

camion e molti morti.

I morti belgi qua e in francia sono stati circa mezzo milione.

Bisogna notare con quale spirito di iniziativa i tedeschi

hanno organizzato subito i loro servizi e per i paesi occupati.

In pochi giorni tutto era a posto, sia come mangiare e

organizzazione civile.

Page 69: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

69

Page 70: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

70

18.12.40 Middelcherche23

23

Le didascalie riportano le note scritte a mano sul retro delle foto

originali

Page 71: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

71

18.11.40 Gruppo Ravaside

Page 72: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

72

20.11.40 Riva al mare Middelcherche

17.12.40 Middelcherche Mine portate a riva dai marosi

Page 73: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

73

Page 74: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

74

12.12.40 Camerate. La mia casa è bella T Cucina refettorio

magazzino studio

Page 75: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

75

Page 76: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

76

15-12-40 Operai civili tedeschi

Page 77: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

77

9.12.40 Middelcherche

Page 78: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

78

22.11.40 apparecchio Darmier 17 atterrato alle 7 del mattino

di ritorno dal bombardamento di Coventri

Page 79: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

79

Una cartolina che mostra Ostenda dopo i bombardamenti.

Sul retro „Oostende 1940. Visscherkaai‟.

Page 80: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

80

Page 81: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

81

30.11.1940 Mulino a vento

Page 82: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

82

15.12.40 signorina Silvia Middelcherche Padre italiano

Page 83: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

83

Page 84: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

84

3 -sezione luci-

Page 85: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

85

15-12-40 dopo il pranzo all'ispettore tedesco

Page 86: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

86

Page 87: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

87

Page 88: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

88

Page 89: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

89

Page 90: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

90

9.12.40 mentre scendevo dalle dune del mare. Ravaside

3.12.40 Tra le dune del mare. Ravaside

Page 91: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

91

Page 92: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

92

Page 93: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

93

Page 94: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

94

Page 95: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

95

aerop. 8 Grecia Patrasso

autisti nei servizi aeroportuali

Non è ancora spuntata l‟alba che dal desertico aeroporto si

sente già da lontano un rombo di un motore, è la macchina

che porta da lontano i piloti e specialisti del servizio

giornaliero dall‟arma.

Vedete questo autista durante il suo servizio con quanta cura

circonda la sua macchina, avendo cura di tenerla sempre

efficiente, perché un semplice ritardo per la sua noncuranza

può causare danni irreparabili, magari una battaglia perduta.

Non è ancora spuntato il sole all‟orizzonte, altri motori si

sentono allontanare presto, sono le autobotti per il

rifornimento idrico che devono fare un lungo tratto di strada

per compiere questo.

Page 96: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

96

Page 97: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

97

Page 98: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

98

Page 99: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

99

Page 100: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

100

Page 101: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

101

Page 102: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

102

Page 103: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

103

Page 104: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

104

Page 105: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

105

8 Settembre 1943

Sono verso le 16 quando corre voce che l‟italia ha chiesto

l‟armistizio.

A questo annuncio noi siamo rimasti con un certo senso di

inquietudine, non sapendo se questo corrisponde alla verità.

Col giornale radio delle 18,15 questo è venuto realtà.

Alle 20 arriva il Cap. Varca, comandante del distaccamento

e ci ordina di vigilare armati nel nostro reparto.

Abbiamo piazzato le nostre armi nei punti più salienti e si

attendeva ordini in caso di attacco da parte dei tedeschi.

Al mattino del 9 si è saputo che tutti i nostri ufficiali erano

all‟aeroporto, e li comandava noi un sottotenente che si era

trovato li per caso di passaggio.

Verso le 10 del mattino si vede arrivare davanti al nostro

reparto un autocarro carico di tedeschi e hanno piazzato un

cannone, entra nel cancello un ufficiale tedesco, consegna al

nostro ufficiale un foglio con timbro e firma del comandante

la piazza di consegnare tutte le armi.

Il nostro comandante ci invita a questo, noi si voleva

opporsi, ma non sapendo cosa fare dato che i nostri comandi

non ci avevano fatto sapere più niente.

Dopo aver reso inservibili diverse armi li abbiamo

consegnate.

Più tardi si è saputo che i nostri ufficiali avevano deciso di

partire con gli aerei, ma dato che volevano portare con loro i

bagagli con tutto ciò che illecitamente avevano acquistato,

questo ha provocato ritardo e quando sono arrivati sul posto

per la partenza i tedeschi cè l‟anno impedito.

La nostra vita per qualche giorno è continuata normale e tra

noi cera una atmosfera in cui non si sapeva ciò che era

destinato, si faceva progetti: „sarà così, sarà in un altro

modo‟.

Page 106: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

106

Si era progettato di partire per l‟italia, di andare a far parte

delle Bande partigiane, di vestirsi in civile e lavorando tra i

greci.

Di tutto questo si attendeva tra noi una decisione, ma le voci

della radio scarpa erano tante e si siamo decisi di attendere i

possibili sviluppi.

In quei giorni il nostro reparto è stato occupato dai tedeschi i

quali ci hanno fatto la proposta se si voleva lavorare con loro

o seguire la sorte di tutti gli altri che nel frattempo erano

arrivati da Cefalonia «dove 14mila, tra cui 600 ufficiali,

sono stati barbaramente trucidati» e li avevano messi in un

campo di concentramento dove quasi non ci davano da

mangiare24

.

Noi si è continuato a stare al nostro reparto dove i tedeschi ci

facevano fare qualche cosa e si viveva un po con quello

che ci davano, un po con tutto quello che si vendeva

d‟accordo con un tedesco stesso di guardia di origine

spagnola e che parlava bene l‟italiano.

I magazzini e le macchine piano piano sparivano senza che

nessuno si accorgesse e noi si viveva discretamente con la

vendita di tutto ciò, consapevoli ora della nostra sorte.

La sera del 13 ottobre io e Goffarni, mio intimo amico,

usciamo di contrabbando e andiamo a sentire la radio e a

fare il contratto di 6 gomme di macchina che nella notte

dovevano sparire nelle ore che era di guardia il spagnolo.

Quella sera la radio comunicava che l‟italia di Badoglio

aveva dichiarato guerra alla germania.

A questa nuova rientriamo al reparto con la decisione di

partire la notte stessa con le gomme e i nostri bagagli e

andare tra le file dei partigiani.

24

A Cefalonia, in Grecia, si compì dopo l'8 settembre 1943 uno

dei più terribili eccidi di tutta la guerra.

In pochi giorni furono sterminati dai tedeschi 9.500 soldati italiani

su 11.500, e 390 ufficiali su 525.

Page 107: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

107

Al mattino allora segnata si fa sparire le gomme e noi non si

parte avendo deciso di attendere ancora qualche giorno che

la situazione tra i partigiani stessi si chiarisca, perché altri

che erano partiti d‟accordo con l‟organizzazione greca

alcuni di questi erano arrivati felicemente a destinazione,

altri gli avevano fatto depositare i bagagli in un dato posto e

questi sono spariti e loro sono rimasti sbandati senza sapere

dove andare, così dopo qualche giorno tornare affamati e

stanchi.

Dopo un periodo di tempo in cui abbiamo continuato ancora

a stare al reparto, giornalmente non mancava da parte dei

tedeschi di farci delle proposte allettanti, facendoci presente

le condizioni in cui se non si aderiva non sarebbero mancati

dolore e sacrifici e sofferenza.

A queste ingiunzioni solo 16 su ottanta anno aderito, ma

questa loro decisione li ha portati ad una vita presente libera

sì, ma nel loro intimo non poteva esserci altro che una voce

che diceva al tradimento verso loro stessi e la patria solo al

pensiero del sangue versato dai nostri padri.

Finalmente il 15 novembre del 43, avendo veduto

l‟impossibilità di vita fuori «non potevo fare affidamento su

i greci dato il loto carattere, che a loro basta un semplice

guadagno per vendere anche loro stessi» ci hanno fatto

partire per il campo di concentramento.

Qui è iniziato il calvario della mia vita di prigioniero.

I primi giorni per il vitto non ho sofferto avendo un po‟ di

viveri di scorta, ma presto sono finiti.

L‟unico cibo era un mescolo di cavoli bolliti e un pezzo di

pane nero con una tazza di caffè.

Questo sarebbe niente se dalle 5 del mattino fino alle 17 ci

facevano lavorare.

Nei 15 giorni che rimasi in quel campo, tra i diversi lavori

era pulizia ai cavalli, fare trincee, fare il manovale e altri

lavori che concerne un esercito in zona di operazioni.

Page 108: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

108

Questi lavori in pochi giorni ci hanno ridotto in uno stato di

debolezza che dopo un‟ora di lavoro ci si cascava addosso

alla pala o piccone tenendo conto del modo brutale con cui

ci trattavano i tedeschi.

Il nostro campo di concentramento era formato da una specie

di macello con due camere abbastanza grandi con dei

finestroni senza vetri dove pioveva dentro da tutte le parti e

circondato da un reticolato al quale non poteva avvicinarsi

nessuno.

Nel campo, ossia piccolo cortile, non si poteva camminare

per il fango delle continue piogge di quei giorni, pareva che

anche il tempo era contro di noi.

Per poter avere un sorso d‟acqua da bere non cera altro che

un tubo fuor di terra e, per avere un po di questa,

inginocchiarsi, soffiare con tutte le forze nel tubo e con la

pressione medesima usciva non più di un bicchier d‟acqua.

Nei 15 giorni che rimasi in quel campo giornalmente degli

ufficiali italiani passati con i tedeschi dipingendoci con

colori vivi la vita che si era incamminata e l‟altra bella della

libertà.

Sotto questa influenza dei fascisti il comando tedesco ci

faceva soffrire di più svegliandoci anche di notte per

lavorare e modi brutali.

Noi in un primo tempo si era risentiti da questo trattamento,

ma la loro risposta era: „perché non firmate per noi?‟.

Tutti i giorni arrivava nuova gente che in un primo tempo

erano andati con le bande partigiane e che hanno dovuto

lasciare per mancanza di vitto e indumenti dato il freddo

delle montagne in cui dovevano vivere.

Molti che si trovavano in tristi condizioni di salute, deboli,

svestiti e altri in buono stato si sono lasciati lusingare ed

hanno accettato, ma dopo questo passo da loro fatto abbiamo

dovuto costatare che il pentimento loro era tale che quando

vedevano noi che gli gridavamo dietro „venduti traditori‟

Page 109: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

109

passavano a testa bassa umiliati e derisi e criticati anche dai

greci stessi.

Il 25 Novembre non avevo voglia di alzarmi, ma i tedeschi

mi hanno preso e via a lavorare dopo aver preso un po di

caffe.

Quel giorno, stanco e affamato, mi è toccato con pala e picco

lavorare, che non avevo neanche la forza di reggermi in

piedi, tenendo conto che dal campo 9 ci sono quattro buoni

chilometri.

Verso le 14 arriva il rancio, una mezza gavetta di cavoli

bolliti.

Mezz‟ora di sosta e al lavoro.

Da fumare non ne avevo più, tanto per fare un po‟ di fumo

per dimenticare.

Solo il pensiero della patria e una preghiera innalzata nella

buca che avevo scavato mi diede la forza di proseguire a

lavorare, ma ormai le forze andavano spegnendosi e i

tedeschi, chiamandoci traditori, volevano da noi quello che

non si poteva dare.

Verso le 16,30 abbiamo finito il lavoro e siamo incamminati

per tornare al campo dove appresi la triste nuova che tutti i

miei compagni erano partiti.

Rimasi molto male, ma mi rassegnai vedendo ancora

Muscetti e Soldati che erano rimasti ad aspettarmi.

Dopo aver mangiato quel pezzo di pane e un cucchiaio di

marmellata che consisteva nel pranzo serale mi sono buttato

a dormire su una specie di branda fatta col filo di ferro e con

un po di paglia raccattata in giro, ma il vento freddo, l‟acqua

che entrava da tutte le parti non ci ha fatto chiudere occhio.

Al mattino seguente sveglia alle 5, si prende un po di caffè

che era ancora scuro e si attende ordini.

Anche questa come la precedente, ma altro lavoro in una

scuderia a fare governo ai cavalli in quelle scuderie che non

finivano mai.

Page 110: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

110

Non so dire tutta la paura e il pericolo non sapendo che razza

di bestie sono.

Alla sera stanco, affamato tornai in quel ambiente dove

neanche la luce cera tanto per rincuorare un po col suo

chiaro lo spirito che alle volte diceva „passa coi tedeschi che

la vita ti è più bella, torni ancora a essere un uomo e non un

numero‟.

Sotto questo pensiero molti giornalmente uscivano dalle

nostre fila per ingrossare quelle dei nemici.

Finalmente il 30 Novembre si parte da Patrasso a bordo di

un motoveliero carico di munizioni per Atene, dove non si

sapeva cosa sarebbe stato di noi dato che le voci erano tante

sulla nostra prossima.

Il breve viaggio a bordo di questo veliero ci preoccupava per

la presenza di velivoli Inglesi.

Durante il viaggio abbiamo avuto certi acquazzoni che ci

hanno bagnati da cima a fondo, così la notte abbiamo dovuto

rassegnarsi a stare in coperta non avendo altro posto per

ricoverarsi dato le stive piene di esplosivo.

Come Dio a voluto la notte è passata e l‟alba ci trova oltre il

canale di Corinto e via via che le ore passavano si

incominciava a vedere le colline che circondano Atene e

finalmente verso le 16 siamo entrati in porto.

Quanti pensieri, quante fantasticazioni arrivando ad Atene

dove da vincitori si era entrati e da prigionieri se ne usciva.

Però noi eravamo orgogliosi della nostra fede verso la patria

anche se i nostri superiori ci hanno traditi come ci hanno

lasciati tanti compagni non di fede come la nostra che di

fronte al sacrificio hanno preferito il tradimento.

Al Pireo appena sbarcati, abbiamo dovuto sostare sulla

banchina vigilati da tedeschi armati fino ai denti.

Verso sera ci hanno incolonnati verso la stazione sotterranea

per partire verso Atene.

Alla stazione del Pireo e ad Atene la gente ci guardava con

una faccia strana, non sapendo interpretare cosa pensassero.

Page 111: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

111

Di li ci hanno fatto proseguire lungo strade a mé conosciute,

fino no alla caserma ossia in una fabbrica di motori.

Arrivati la ci hanno chiusi in uno stanzone senza ne una

goccia di acqua, ne niente da mangiare e per i nostri bisogni

corporali ci hanno dato un bidone che data la quantità di

persone presto è stato riempito e naturalmente l‟odore

provocato non è stato simpatico, per tutta la notte dove si è

dormito ancora dato la stanchezza dopo il lungo tragitto fatto

a piedi.

La mattina del 2 Dicembre ci hanno distribuito un po di

caffè e ci hanno fatto prendere tutta la nostra roba per

partire.

Usciamo sul piazzale e vediamo molti inglesi anche loro

prigionieri.

Dopo ci hanno inquadrati e ci hanno fatto partire.

Davanti a noi cerano un lunga colonna di inglesi.

Io avevo tutto il mio corredo in modo che lo zaino e la

valigia mi era, dopo un po‟ di strada, diventata tanto pesante

che a stento potevo reggermi in piedi, trovandomi in un

grado di debolezza tale essendo digiuno dal mattino del

giorno prima.

Lungo la strada, in mezzo hai passanti, vedo un mio amico

che era riuscito a cavarsela e dietro mia richiesta se aveva

almeno da fumare, tanto per cercare di calmare un po la

fame, quando i tedeschi che ci accompagnavano avevano

girato un po l‟occhio mi allunga un pacchetto di sigarette.

Lo metto in tasca in un attimo ma un tedesco mi ha visto e

con una pedata mi fa dare a lui le sigarette e con un „raus‟ al

mio amico l‟aveva scacciato.

Dopo circa tre ore di cammino siamo arrivati a Gudì, un

grande campo dove ci hanno diviso noi dagli inglesi da una

rete.

Finalmente ci danno da mangiare una mezza gavetta di pasta

in brodo.

Page 112: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

112

Mentre si mangia vedo arrivare ancora molti italiani con tutti

i loro zaini e quando li vedo vicini vedo in loro le nastrine

del settimo fanteria e subito tra questi cerco qualche

conoscente.

Domando a loro tutti sono lombardi, ma di amici nessuno.

Finalmente ne vedo uno che non mi era sconosciuto e

quando i nostri sguardi si sono incontrati siamo rimasti.

Questo era Mambretti Federico di Costa masnaga.

Domandato se avevo fame figuratevi cosa dovevo dire, lui

apre lo zaino, leva una scatola di carne con un po di cipolle e

olio e nella gavetta ormai piena si mangia.

Non so quale impressione abbia avuto lui e gli altri.

Dopo averci raccontato la mia vita negli ultimi due mesi ne è

rimasto.

Loro erano due giorni che li avevano presi i tedeschi,

trovandosi in una isola non sapevano ancora niente.

Finalmente ci fanno entrare in una specie di magazzino e li

abbiamo sistemato per dormire uno sopra all‟altro senza ne

luce ne niente.

Malgrado tutto questo, il nostro morale a spirito di sacrificio

è tale che tutte le privazioni e umiliazioni fanno si che il

nostro morale si fa sempre più forte.

Nei 15 giorni che rimasi lì continuamente proposte di lavoro

a favore dei tedeschi e per indurci a questo poco da mangiare

e molto lavoro e dei più pesanti.

Un giorno viene un maresciallo della R.A.25

italiano e dopo

aver raggruppato tutti gli avieri italiani ci fa la proposta se si

vuole andare in italia.

Noi rispondiamo di si, ma dopo aver voluto sapere sotto

quale regolamento si poteva ottenere questo ed alla risposta

di un nuovo giuramento ai tedeschi e la repubblica fascista

noi abbiamo rifiutato e il maresciallo ha dovuto scappare

sotto la fila dei nostri fischi e al grido di „venduto‟.

25

Regia Aeronautica

Page 113: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

113

Intanto i giorni passavano e si attendevano ordini per partire.

Dalle voci che arrivano si diceva che si andava a Belgrado,

altre in polonia, altre in austria, ma ormai eravamo convinti

piuttosto morire ma non cedere a lusinghe.

Finalmente il giorno della partenza è venuto, eravamo al 15

Dicembre 43.

Non voglio ricordare in queste mie righe il gesto di molti

nostri ufficiali che passarono ai tedeschi ed erano proprio

quelli che istigavano i tedeschi a farci soffrire per far si che

si ingrossasse le fila dei traditori.

Un fatto solo che non dimentico di questo, era il 13

Dicembre verso le 10 del mattino, arrivano diversi ufficiali

con un ufficiale tedesco, prendono un centinaio di noi più

stracciati e mal ridotti e senza tanti preamboli gli fanno

prendere la loro roba e li portano via a formare un

battaglione lavoratori per i tedeschi.

Loro hanno reagito ma non hanno potuto far niente e sono

partiti.

Solo più tardi si è saputo che li avevano obbligati a un

piccolo giuramento che solo chi questo lo ha ben capito

significava tutto, dicendo solo di lavorare come liberi civili

per la germania.

Finalmente il giorno 15 si parte, con me cera Renzo

rigamonti, uno di oggiono e molti altri.

Ci fanno sveglia alle 5 per contarci e solo alle 10 siamo

partiti lungo le vie della città.

I greci assistevano al nostro passaggio e nei loro sguardi si

poteva capire la loro approvazione del nostro amor patrio,

considerando che in città circolavano molti italiani con la

fascia della Vermac e del tradimento.

Il nostro passo era da uomini finiti la lunga strada con i

nostri bagagli che ognuno si era scrupolosamente portato

prevedendo in germania freddo e disagi e considerando che i

tedeschi non potevano darci che ben poco.

Page 114: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

114

Dopo tre ore di faticoso cammino, non avendo mangiato che

un pezzo di pane e un goccio di acqua calda, gli ultimi

centinaio di metri non si poteva più camminare, ma i

tedeschi che ci accompagnavano non volevano saper ragione

dicendoci che „questo lo avete voluto voi‟.

Arrivati alla stazione vediamo una lunga serie di vagoni

merci dove i finestrini erano muniti di filo spinato.

Ci buttarono dentro, quaranta uomini per vagone e ci

chiudono dentro senza niente e dopo circa tre ore si parte.

Prima di partire si avvicina dei ragazzi che ci facciamo

portare qualche borraccia di acqua e gli consegniamo i nostri

ultimi soldi rimasti per portarci pane o bollotta (pane di

farina gialla).

Qualcuno è tornato, quello che io ho dato i soldi non lo visto

più, pazienza.

Ci sistemiamo alla meglio e mentre il treno si è messo in

moto ci addormentiamo come stracci.

Verso sera il treno si ferma in piena campagna, ci aprono i

sportelli e ci fanno scendere per i nostri bisogni corporali.

Vedo tutta sta gente, circa un 1500 persone che

componevano la tradotta, scendere e nel prato sottostante,

come una sciame di api dirigersi negli angoli facendo presto

per lasciarci il posto agli altri che attendevano dato il piccolo

spazio.

Prima di partire ci danno un pezzo di pane e una scatoletta di

carne in due persone e via.

Questo viaggio fino all‟arrivo in austria è durato 13 giorni.

In tutti questi giorni quello che abbiamo sofferto di più è la

sete, mangiando asciutto chiusi sempre nel vagone salvo

quel 10 minuti al giorno per scendere e fare i nostri bisogni

corporali.

Quel poco da mangiare ce lo davano dentro e noi se lo

dividevamo.

Page 115: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

115

Passando nelle stazioni e vedendo l‟acqua che facevano

rifornimento alle locomotive, noi tutti, arsi dalla sete, non

potendola avere era una pena tale da non sapere descrivere.

Un giorno il treno si è fermato in campagna per i bisogni

corporali e vedendo un fosso con acqua, non guardando di

che tipo era, ci siamo buttati come tante bestie affamate.

I primi hanno trovato acqua un po chiara, gli ultimi era

fango ma la sete ha vinto ogni ripugnanza.

Arrivando in ungheria non ci hanno fatto scendere più per

tre giorni fino al nostro arrivo in austria.

Ormai nel vagone la puzza, i pidocchi avevano incominciato

a farsi strada, dovendo fare i nostri bisogni attraverso la

fessura della porta e quando si dormiva i piedi di uno arriva

sulla faccia di quell‟altro.

Fortunatamente diversi avevano ancora i teli tenda e li

avevano attaccati sotto il tetto del vagone tanto per essere un

po‟ più alla larga.

Man mano che la strada passava e si andava a nord, il freddo

si faceva sentire.

Arrivando in Austria la neve si è fatta viva e nel vagone il

ghiaccio sulla parete si è fatto strada, era come essere in un

refrigerante.

Il giorno di natale arriviamo a Vienna meta del nostro

viaggio.

Verso le 10 del mattino il nostro morale si era un po‟ alzato

pensando che era finito quel viaggio e ci si poteva lavare e

bere, avendo anche con freddo la bocca arsa ormai da 12

giorni.

Dopo circa due ore di attesa a uno scalo merci di Vienna, ci

portano un mescolino di zuppa di farina in specie di

bicchieri di cartone e si attende.

Sentiamo che si doveva partire ancora per la germania del

nord.

Non so dire quel che è avvenuto in noi, guardandoci in

faccia non si vedeva che uomini con la faccia dalla lunga

Page 116: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

116

barba, gli occhi infossati dalla fame e dalle privazioni, tutti

sporchi essendo ormai 10 giorni che non ci si lavava.

Dormire era impossibile, con i pidocchi che correvano

appena sentivano il calore e pensando poi che era il giorno di

Natale.

Le campane delle chiese suonavano a festa.

Si vedeva la gente che freddolosa nella fredda giornata

andavano alle loro case cariche di pacchi e noi dai reticolati

di un finestrino si guardava come sonnanboli non rendendosi

neanche conto di ciò che accadeva intorno a noi, abbruttiti

come eravamo da sofferenze di oramai tre mesi.

Page 117: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

117

Page 118: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

118

Page 119: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

119

Page 120: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

120

Page 121: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

121

Giornata di giubilo 9-5-45

Italiani con gioia immensa abbiamo appreso che la guerra è

finita oggi ufficialmente in Europa alle 01 di stamani.

Da anni aspettavamo con ansia questo giorno.

Da anni aspettavamo trepidi che la grande novella fosse

annunciata al popolo dell’universo.

Oggi, dopo tante sofferenze, tanti dolori, tanti stenti, tante

privazioni, abbiamo il privilegio di vivere questi momenti

che restano memorabili nella storia del mondo.

Vogliamo perciò come primo pensiero rivolgere un pensiero

di riconoscenza al creatore, che ha voluto che noi uscivamo

incolumi da questo conflitto che ha rivolto in un caos di

disastro tutta l’europa.

Vogliamo che dai nostri cuori sporga spontaneo un cantico

di gloria verso la Bontà infinita che ci ha protetto durante le

giornate nere della nostra schiavitù e che a fatto trionfare la

nostra causa.

Durante lunghi anni di guerra, quando le forze del male

sembravano sopraffarre e vincere i doni più belli della

natura, vale a dire verità, amore, giustizia, la libertà e la

carità, in noi è restata viva la fiamma della fede, la fede

dell’avvenire che tutto vince e che ha mantenuto in noi viva

al speranza che la vita avrebbe ripreso il suo corso in una

cornice di amore e di giustizia.

Ora questa fiamma risplende luminosa come un faro di luce

che dice al mondo che noi, dopo tante pene, dopo aver al

prezzo di duri sacrifici sostenuto la nostra causa fino alla

fine, siamo orgogliosi di essere partecipi della gioia che

oggi affratella il mondo.

In questo giorno che vede il trionfo delle forze della libertà e

della giustizia sulle idee che emergono quanto l’uomo ha di

più nobile, il nostro pensiero riconoscente hai camerati

caduti che dai loro bianchi sepolcri sembravano che levano

la loro voce verso di noi a continuare il nostro cammino

Page 122: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

122

sulla strada che il destino ci ha luminosamente segnato, per

la ricostruzione della società e della patria.

E noi fermiamo in attesa del giorno più bello del ritorno in

seno alla nostra famiglia che trepidano aspettando di

stringersi al seno.

Il nostro compito non è ancora finito, altre prove ci

aspettano forse più ardue di quelle che abbiamo sostenuto e

vinto.

Ma noi abbiamo tutta la volontà d’affrontarle con la

decisione e l’ardore di compiere il nostro dovere.

Sembra di leggervi nel cuore, sembra di notare nel vostro

sguardo una gioia immensa che aspetta il momento giusto

per scoppiare irrefrenabile, solo vi dico che quel momento

non è lontano.

Da tutti si reclama il nostro ritorno ed oggi, per chi non lo

sapesse, una voce autorevole si è levata tra l’altre a incitare

i vincitori affinché restituiscano ognuno di noi alle sue

famigli, alla sua patria che attende fiduciosa che i suoi figli

la faccia nuovamente risorgere, con l’amore e con il lavoro,

più forte e più bella di prima.

La voce del Santo Padre Pio XII, che dalla città del vaticano

per affermare quanto di nostro desiderio.

Abbiamo fiducia che la sua parola sarà senzaltro ascoltata

da coloro che hanno in mano l’arbitrio del mondo.

Ritorneremo nelle nostre case dove le nostre mamme ci

aspettano, le nostre spose, i nostri figli, i nostri parenti,

ritorneremo ai nostri focolari dove per anni il nostro posto è

rimasto vuoto.

Ritorneremo alla nostra patria lontana ma sempre vicina,

alla nostra bella italia che sempre sognavo nelle notti

insonni della nostra prigionia quando le viscere che

gridavano, la fame ci facevano vedere l’inferno.

Raccogliamoci in attesa di quell’ora che non può essere

lontana e preghiamo di tornare in patria col proposito di

Page 123: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

123

ricostruire la nostra vita nel migliore degli intenti e consci

nella giustizia, nell’amore e nella carità.

Solo con questa premessa vi dico che la società potrà vivere

e prosperare perché sono questi i principi basilari che ogni

società umana che si rispetti deve avere come principi.

Se avremo questi propositi siamo certi che vita sarà ancora

bella e degna di essere vissuta, e noi con essi e per essi

vogliamo ancora lavorare e vivere.

In tutto il mondo libero questa giornata è stata festeggiata

perché segna la fine di tutte le sofferenze e il trionfo della

libertà e della giustizia.

Bando alle voci, non più farsi ingannare dalle dicerie del

primo avanta popolo, ma solo e disciplinati con la fiducia di

compiere ancora una volta il nostro dovere, ritorniamo alle

nostre case per ricostruire in una cornice di amore e di

carità la novella società umana.

Camerati gioite, cantate, gridate, le nostre sofferenze sono

passate, abbiamo compiuto il nostro dovere al prezzo della

nostra stessa vita.

Ora un pensiero lontano è quello di avere la certezza di

riabbracciare fra breve le nostre mamme che da lontano con

il cuore in tumulto ci attendono fiduciose.

Page 124: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

124

Page 125: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

125

Dusseldorf 10-5-45

un pensiero MAMMA

Tutto è finito! Le preoccupazioni per la vita quotidiana sono

cessate, non si pensa più a raccattare quel minimo bastante

per il mantenimento della vita, ma tutti i pensieri sono rivolti

verso casa, verso la famiglia che lontano freme nell’attesa

del giorno radioso del nostro ritorno.

Credo che tutti, al pari di mè, pensano in questi giorni

radiosi della liberazione alle loro mamme lontane, che

pregano, pregano ancora per i loro figli lontani, che non

sanno se la fortuna li abbia preservati o no dal pericolo

della morte!

Le vediamo come un sogno davanti agli occhi, le nostre care

mamme trepide in attesa.

Tutto è finito!

La guerra con i suoi tribolii, con i suoi travagli, con le sue

sofferenze e con le sue pene e i suoi dolori è passata; con

essa gli uomini che l’hanno voluta e scatenata sono passati;

tutto risorge ora da questo lavacro di sangue con la

primavera, con la festa della natura che si rinnovella

nell’amore supremo del creatore!

Ed io ti vedo mamma come tante volte ti ho sognato nei

lunghi e duri giorni della prigionia, in quelle notti terribili,

interminabili che non volgevano alla fine, quando le mie

tempie e davanti agli occhi velati mi passavano visioni

d’inferno.

Tutto mi sembrava perduto!

Credevo che la vita fosse finita, che non ci fosse più

speranza per la risurrezione e la rinascita.

Vedevo davanti a me l’abisso e la morte!

Poi d’un tratto mi appariva la tua dolce visione mamma e

quando vedevo te, che m’aspettavi con ansia, che speravi

sempre nel ritorno del tuo figlio adorato, dell’unico scopo

della tua vita, tutto si calmava ed io riposavo calmo e

Page 126: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

126

tranquillo perché risorgeva grande, immensa nel fondo del

cuore una speranza, speranza in dio che tutto aggiusta con

la sua bontà infinita.

Una speranza che un giorno tutto sarebbe passato come

passano tutte le cose di questo mondo, tutte le cupidigie e

tutte le brame, tutto ciò che è materia e vana gloria.

Allora mi pareva di sentire nella mia fronte la carezza della

tua mano lieve che passava lenta tra i fili dei miei capelli

bagnati di sudore e ascoltavo come in eco la tua voce dolce

che mi diceva «Coraggio, coraggio figlio mio, ritornerai».

Oggi quel giorno è realtà tangibile.

Tutte le preoccupazioni sono passate, la vita dopo tanti

triboli scorre calma ora, simile all’acqua limacciosa di un

fiume dopo la piena.

E adesso più che mai penso a te mamma, ora più di prima,

vorrei averti vicina per raccontarti tutte le mie sofferenze,

tutte le mie tribolazioni, tutti i miei dolori.

Vorrei di nuovo poggiare la mia testa nel tuo grembo come

un tempo in quei lontani giorni della mia fanciullezza.

Vorrei che tu sapessi che io sono qua sano e salvo, incolume

come quando partii in quel lontano maggio del 43

baciandoti timoroso sulla fronte per non scoppiare in

singhiozzi.

E soffro adesso, non più delle pene della schiavitù, ma

pensando che tu possa essere ancora in pena per me, non

sapendo ciò che il fato mi aveva destinato.

Tutti i minuti mi sembravano giorni, tutte i giorni mi

sembravano secoli.

Vorrei bruciare le tappe, vorrei volare, fare l’impossibile e

non sono parole, tu mi crederai mamma, per abbracciarti

adesso, per poggiare in questo istante la mia testa nel tuo

seno palpitante, per sentire sulla mia fronte la carezza della

tua mano lieve, per ascoltare la tua voce dolce che mi sana.

O mamma mamma, come ti amo, come sento di volerti bene,

di amarti con tutte le forze dell’anima mia.

Page 127: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

127

Vorrei poterti esprimerti con non so quali parole, vorrei che

tu potessi comprendere quello che passa nel mio cuore; ma

la penna non mi segue più come una volta, come quando tu

mi eri vicina, come quando tu mi attendevi sveglia alla sera

che io tornassi, come quando tu sola con il tuo amore

ispiravi la mia fantasia.

Ma accoglierai lo stesso quello che io ho scritto per te

mamma, per sfogarmi, per calmare le mie pene e la mia

nostalgia, per far tacere la malinconia che mi tormenta e mi

avvilisce.

Poi pensando che il giorno più bello non sarà lontano, mi

riprendo e insieme agli altri compagni che più spensierati

cantano unisco anch’io la mia voce al loro canto.

Canto la canzone più bella che io abbia mai sentito, la

canzone che esprime ciò che io penso in questo momento,la

canzone che parla di mamma, d’amore, di figli lontani.

(Mamma solo per te la mia canzone vola, mamma sarai con

me non sarai più sola)

Quel chiasso, quel frastuono nella baldoria, nel corpo che

nasce nella bella gioia di essere riuniti alla vita, agli occhi

di qualcuno luccica qualche lacrima timorosa ben presto

asciugata.

Per te mamma, per tutte le mamme d’Italia la mia, la nostra

canzone vola.

(Mamma, ma la canzone mia più bella sei tu, sei tu la vita e

per la vita non ti lascerò mai più, mai più.)

Giuseppe Avolio26

26

Dopo la guerra Avolio fu eletto deputato per la III legislatura

della Repubblica e rivestì per molti anni la carica di presidente

della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA).

Conobbe il nonno durante la prigionia e mantennero contatti anche

successivamente.

Page 128: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

128

Page 129: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

129

12-5-45 Previsioni sul nostro ritorno.

La sera del 17 aprile, dopo aver passato la giornata

ascoltando ogni minimo rumore che veniva da lontano, dopo

che le voci e le notizie avevano divulgato in un baleno che le

prime truppe americane erano alla periferia, non si poteva

credere a noi stessi dopo le lunghe giornate snervanti di

attesa di poter vivere un po‟ tranquilli, senza l‟ossessione di

essere travolti dalla quantità di proiettili che piovevano da

tutte le parti.

Finalmente verso le 20, dalla torretta posta nella nostra

fabbrica, si è potuto sentire senza più smentire il rumore dei

carri armati americani.

Non posso esprimere ciò che è passato in noi alla parola è

finita per Dusseldorf e allora, nel silenzio che ci circondava,

nella serata semi stellata il pensiero era alla nostra patria,

alle nostre famiglie, a tutti i nostri compagni che ancora

erano sotto le artiglierie e i bombardamenti, ma la situazione

delle armate tedesche era tale che non poteva durare a lungo.

Questo è diventato realtà quando, dopo una rapida avanzata,

il giorno 8 Maggio la radio annunciava che la guerra è finita

per la germania e con questo la fine di una guerra che ha

travolto tutto il mondo e che ha insanguinato tutte le

contrade d‟Europa27

.

Coloro che l‟anno voluta sono passati con questa.

Mentre scrivo queste poche righe sono in un lager dove al

presente si trovano circa 600 italiani in attesa di rimpatrio,

ma data la penuria dei mezzi di trasporto non è possibile

prevedere il giorno della nostra partenza.

Qua passano i giorni d‟attesa in una atmosfera febbrile e da

tutti indistintamente una sola parola esce dalle labbra

„quando partiremo?‟

27

L‟8 Maggio 1945 in Germania entra il vigore la resa

incondizionata firmata a Berlino il giorno prima.

Page 130: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

130

Qua sono giovani ragazzi, uomini che dopo tutti i dolori,

sacrifici, privazioni anelano al ritorno per gustare dopo

lunghi anni la gioia di una nuova vita in seno alla propria

famiglia, forse mutilata di qualche membro di essa che la

furia devastatrice di questa guerra ha travolto.

In attesa di questo giorno che resterà memorabile nella

nostra vita le giornate sono interminabili, solo alla sera,

sentendo alla radio la voce dell‟Italia, la nostalgia ci invade

ancor di più.

Page 131: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

131

Page 132: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

132

Page 133: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

133

Cè un fermento inconsueto

tra la fame e il poco dormir

brilla ciascun un segreto

la speranza che non può morir.

Con un po‟ di emozione

tutti aspettano la gran novità

una tradotta in stazione

che verso il brennero va.

Art., bersagliè, fanterin, vecchio alpin

con la gioia nel cuore ora vanno

verso il sole lasciato da anni,

il soffrir, il martir scorderanno,

il lagher e l‟arbait,

con il treno che al brennero va

Quando in qualche stazione fermerà

la tradotta a sosta non mancherà

il brontolone che per forza dovrà brontolar.

Sembreran lunghi i secondi

con quel ansia di presto arrivar,

poi dopo, tutti giocondi, ritorneranno a cantar.

Cè una graziosa casetta

dolce nido di felicità

dove una bimba mi aspetta

con un pegno di felicità.

Bimba da gli occhi sgomenti

che mi stringe più forte sul sen

e con le labbra sue ardenti

mi dice ti voglio ben.

Page 134: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

134

Page 135: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

135

Page 136: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

136

Page 137: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

137

INDICE

Prefazione pag. 5

„Descrizione di episodi...‟ “ 7

Varie notizie “ 67

Grecia “ 93

Giornata di giubilo 9-5-45 “ 121

Un pensiero MAMMA “ 125

Previsioni sul nostro ritorno “ 129

Page 138: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

138

Page 139: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

139

Natale 2004

Page 140: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

140

Page 141: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

141

Page 142: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

142

Page 143: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

143

Page 144: Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali

144