1
Rischi per la salute per gli autotrasportatori
CORSO DI FORMAZIONE PERLAVORATORI AUTONOMI
LA MALATTIA PROFESSIONALE
Eventi patologici conseguenti all’esposizione, prolungata
Definizione
nel tempo del lavoratore a fattori di rischio presentinell’ambiente di lavoro
Può comportare come conseguenza:
• Inabilità temporanea
• Inabilità permanenteInabilità permanente
• Morte
2
FATTORI di RISCHIO PER LA SALUTE NEL SETTORE
TRASPORTI
• Rumore
• Vibrazioni meccanicheVibrazioni meccaniche
• Prodotti chimici
• Movimentazione manuale di carichi
• Posture incongrue
• Condizioni microclimatiche
• Stress lavoro correlato
Il rischio lavorativo da esposizione a rumorerumore
3
Suono: è determinato da variazioni periodiche della pressione di un mezzo elastico nelle frequenze da 20 a
DEFINIZIONI
pressione di un mezzo elastico, nelle frequenze da 20 a 20000 Hz (banda uditiva umana) che si propagano nello spazio e nel tempo.
Rumore: è un fenomeno sonoro caratterizzato da più onde prodotte contemporaneamente senza alcun accostamento armonico (sensazione sgradevole)accostamento armonico (sensazione sgradevole).
DEFINIZIONI
PRESSIONE (Pa o N/m2) o livello di pressione sonora Lp, espresso in decibel (dB)
Lp = 20 log10 P / P0 [dB] P0= in genere equivale a 20 Pa corrispondente al valore minimodi pressione sonora mediamente percepibile dall'orecchio umanoa 1000 Hza 1000 Hz
il dB non è un’unità di misura, ma un rapporto di grandezze. È adimensionale!
4
Con l’uso dei Pa abbiamo bisogno di numeri a sei cifre.
Ci vorrebbe una scala con un centinaio di milioni di divisioni.
L’orecchio umano risponde in modo logaritmico: i dati sono più facilmente interpretabili.
Per misurare il rumore si è introdotto il dB ossia il rapporto fra due misure di pressione: quelle minima percepibile dall’oreccjhio (20 Pa) quella da misurare
COME SI PERCEPISCE
5
COME SI PERCEPISCE
Non tutti i suoni esistenti in natura possono essere percepiti dall'orecchio umano. Il campo dei suoni udibili dall'uomo è ristretto approssimativamente fra i 20 Hz e i 20.000Hz. Altri esseri viventi sono in grado di percepire anche frequenze esterne a questo intervallo
EFFETTI SULLA SALUTE
Fattori che determinano il danno da rumore sull’uomo
Livello sonoro (intensità)
Sprettro sonore (frequenze)
Tipo di rumore (continuo o impulsivo)
Durata dell’esposizione
Categorie a rischio suscettibilità individuale donne in gravidanzaminori
assunzione di farmaci
Interazione con altri fattori di rischio lavorativi vibrazioni sostanze chimiche ototossiche segnali di avvertimento
6
L’esposizione prolungata superiore a 80 dB per 8
EFFETTI DANNOSI UDITIVI
ore al giorno, per molti anni, determina un tipo di sordità definita ipoacusia da trauma acustico ipoacusia da trauma acustico cronicocronico (o ipoacusia da rumore o tecnopatica)
L’esposizione a rumori particolarmente intensi e di breve durata (es. scoppio) determina un quadro dibreve durata (es. scoppio) determina un quadro di sordità definita ipoacusia da trauma acustico ipoacusia da trauma acustico acutoacuto
EFFETTI DANNOSI SULL’UDITO
Il danno che si instaura è irreversibile e ò tnon può essere curato.
L’udito è perso definitivamente.
7
dBdB
2020
1010
00
-- 1010
11aa curva audiometrica normalecurva audiometrica normale
22aa
33aa
Perdita di udito in ambiente rumoroso
2020
3030
4040
5050
6060
44aa
55aa
220,250,25 44
oo
6633 88
55--9 anni9 anni
KHzKHz7070
11--2 anni2 anni
.. 2525--29 anni29 anni1515--19 anni19 anni
3535--39 anni39 anni
ESPOSIZIONE0,500,50 110,1250,125
22aa--55aacurva sordità progressivacurva sordità progressiva
VERTIGINI, PERDITAVERTIGINI, PERDITAD’EQUILIBRIOD’EQUILIBRIO
NERVOSISMONERVOSISMOIRRITAZIONEIRRITAZIONE
EFFETTI DANNOSI EXTRA UDITIVI
TREMITO TREMITO DELLE MANIDELLE MANI
PROBLEMI CIRCOLATORIPROBLEMI CIRCOLATORI
DISTURBI DISTURBI DELLA DELLA
PRESSIONE PRESSIONE SANGUIGNASANGUIGNA
DISTURBI DELL’APPARATO DISTURBI DELL’APPARATO GASTRO INTESTINALEGASTRO INTESTINALE
DISTURBI SOGGETTIVIDISTURBI SOGGETTIVIGASTRITI, DUODENITIGASTRITI, DUODENITI
ULCERAULCERAGASTRODUODENALEGASTRODUODENALE
EPATOEPATO--TOSSICITA’TOSSICITA’
MINORE VIGILANZA MINORE VIGILANZA ED ATTENZIONEED ATTENZIONE
MINORE CAPACITA’MINORE CAPACITA’DI DI
CONCENTRAZIONECONCENTRAZIONE
SOVRAFFATICAMENTOSOVRAFFATICAMENTO
RISCHIOINCIDENTI
8
1.Risposta di allarme
EFFETTI DANNOSI EXTRA UDITIVI
Le risposte del sistema nervoso adrenergico al rumore
è una risposta rapida ad uno stimolo sonoro intenso e di breve durata.
• aumento della frequenza cardiaca• aumento della frequenza respiratoria• aumento della pressione arteriosa• vasocostrizione periferica• vasodilatazione circolo cerebrale• aumento della secrezione e motilità gastrica• sudorazione• dilatazione pupillare• aumento produzione di adrenalina e noradrenalina
EFFETTI DANNOSI EXTRA UDITIVI
Le risposte del sistema nervoso adrenergico al rumore
2. Risposta neurovegetativaè una risposta lenta, determinata da stimli intensi e
prolungati nel tempo. La sua entità è in funzione dello stimolo sonoro e dura quanto lo stimolo stesso, con manifestazioni a carico di:
• Apparato cardiocircolatori (aumento pressione arteriosa)• Apparato cardiocircolatori (aumento pressione arteriosa)• Apparato garstroenterico (gastrite)• Sistema nervoso centrale (tipici segni di stress)
9
Prima bisogna conoscere l’entità del rischio attraverso:
LA VALUTAZIONE del rischio
attraverso:
1. Misura del rumore emesso da macchine e attrezzature:Valutazione con misurazioni (Standard CEN ISO)Valutazione senza misurazioni (Banca Dati Ispesl, Banche dati CNR, informazioni fornite dal costruttore)
2 Calcolo del livello di esposizione personale a rumore2. Calcolo del livello di esposizione personale a rumore giornaliero (quanto tempo l’operatore trascorre nelle postazione a rischio)
I VALORI LIMITE
L’esposizione dell’uomo ad un livello di rumore inferiorerumore inferiore
80 db (Leq)
- per 8 ore al giorno
- per 5 giorni/settimana
- per l’intera vita lavorativa
consente di preservarne l’integrità della capacità uditiva .
10
Durata per giorno ore Livello sonoro dBA
I VALORI LIMITE
Il Livello Equivalente e il tempo di esposizione
Durata per giorno ore Livello sonoro dBA
8 80
4 83
2 86
1 89
1/2 921/2 92
1/4 95
1/8 98
1/16 101
Prima bisogna conoscere l’entità del rischio attraverso:
LA VALUTAZIONE del rischio
attraverso:
1. Misura del rumore emesso da macchine e attrezzature:Valutazione con misurazioni (Standard CEN ISO)Valutazione senza misurazioni (Banca Dati Ispesl, Banche dati CNR, informazioni fornite dal costruttore)
2 Calcolo del livello di esposizione personale a rumore2. Calcolo del livello di esposizione personale a rumore giornaliero (quanto tempo l’operatore trascorre nelle postazione a rischio)
11
Il fonometroIl fonometro è un misuratore del livello di pressione
LE MISURAZIONI
del livello di pressione sonora, che viene tradotta in un segnale elettrico, a sua volta pesato con un particolare filtro acustico A: si ricava così un valore espresso in dB(A).espresso in dB(A).
E' quindi uno strumento elettronico che reagisce al suono in maniera simile a quella dell'orecchio umano.
L EX 8h Misure di prevenzione
I VALORI LIMITE
Valori limite per i lavoratori stabiliti dal D.Lgs 81/08
L EX,8h Misure di prevenzione
Valore limite di
esposizione87 dB(A)
Dose da non superare (tenendo conto dell’attenuazione dei DPI)
Valore superiore di
i85 dB(A)
Al superamento di questa dose c’è:
• l’obbligo dell’uso dei DPIazione
l obbligo dell uso dei DPI
• obbligo di sorveglianza sanitaria
Valore inferiore di
azione80 dB(A)
Al superamento di questa dose:
• messa a disposizione DPI
• sorveglianza sanitaria su richiesta
12
ESPOSIZIONE A RUMORE NEL SETTORE TRASPORTI
La principale fonte di rumore è quello derivante dal mezzo: camion, furgone, rimorchio etc
Esiste una variabilità legata al tipo di macchina ed ai parametri di esercizio della stessa.
Inoltre alcune macchine collegate alla trattrice possonocollegate alla trattrice possono essere fonte di ulteriore rumorosità
Caratteristiche della cabina di guida (insonorizzata
ESPOSIZIONE A RUMORE NEL SETTORE TRASPORTI
Elementi di criticità
Caratteristiche della cabina di guida (insonorizzata o no)
Anno di immatricolazione (le nuove cabine meglio insonorizzate rispetto a qualche anno fa)
Km percorsiManutenzione (anche sostituzione dei finestrini)Entità del rumore stradale (traffico cittadino, cantiere (
edile…)Climatizzatore (o guida col finestrino aperto)
13
Alcuni informazioni sugli obblighi del datore di lavoro
ESPOSIZIONE A RUMORE NEL SETTORE TRASPORTI
La riduzione dell’esposizione al rumore può essere attuata mediante differenti strategie di intervento,
i il i d li i t ti ll f t
LA PREVENZIONE
privilegiando gli interventi alla fonte:
scelta di macchine e attrezzature meno rumorose
insonorizzazione e manutenzione
riduzione dei tempi di esposizione
informazione e formazione sull’uso corretto delle attrezzature di lavoroattrezzature di lavoro
uso di protezioni personali (DPI)
sorveglianza sanitaria
14
DPI
I protettori per l’uditoInserti auricolari o tappiCuffieCaschi
1. marcatura di certificazione (Certificazione CE)2. requisito di attenuazione sonora (da evitare l’iperprotezione)3. confortevolezza del portatore4. disturbi sanitari (precedenti irritazioni del meato acustico esterno,
otalgia, patologia auricolare o cutanea…)
Criteri di scelta
Caschi
5. compatibilità con altri DPI6. ambiente di lavoro e attività lavorativa
Perché sia efficace, deve essere indossato correttamente, con continuità per tutta la durata dell’esposizione al rumore, non deve essere manomesso e deve essere conservato adeguatamente.
Raccomandazioni
DPI Criteri di scelta
Alta temperatura ed umidità:
6. ambiente di lavoro e attività lavorativa
Alta temperatura ed umidità:preferibili gli inserti auricolari o cuffie con coperture per i cuscinetti in materiale assorbente (opportuno disporre dei dati di attenuazione con copertura)
Polvere:preferibili inserti auricolari monouso o coperture monousopreferibili inserti auricolari monouso o coperture monouso per i cuscinetti delle cuffie
Rumori di breve durata:preferibili cuffie ed archetti che sono di uso più pratico
15
I DPI riutilizzabili devono essere sottoposti periodicamente a manutenzione e pulizia
DPI Cura e manutenzione
periodicamente a manutenzione e pulizia
Uso individuale
Modalità di conservazione che evitino deformazioni, contaminazioni e danneggiamenti
Seguire le indicazioni del fabbricante
Sono protettori auricolari che vengono inseriti nel meato acustico esterno oppure posti nella conca del
DPI 1. inserti auricolari o tappi
pp ppadiglione auricolare per chiudere a tenuta l’imbocco del canale auricolare.
Possono essere monouso o riutilizzabili.
16
hanno attenuazione sonora tra 10 – 20 decibel
2. DPI 2. inserti auricolari o tappi
vanno impiegati in presenza di fonti di rumore i cui livelli di pressione sonora non superino i 95 db
sono maggiormente impiegati in condizioni che richiedono la permanenza prolungata nell’ambiente rumoroso o l’impiego contemporaneo di altri DIP (maschere, occhiali, elmetto)
la loro efficacia è strettamente collegata al loro correttola loro efficacia è strettamente collegata al loro corretto posizionamento nel condotto uditivo
possono essere causa di inconvenienti igienico-sanitari dovuti al loro imbrattamento
Sono costituite da coppe contenenti materiale fonoassorbente che coprono le orecchie creando un
1. DPI 1. cuffie auricolari
pcontatto ermetico con la testa mediante cuscinetti; le coppe sono collegate con un archetto che mantiene la pressione delle coppe sul capo.
17
DPI 2. cuffie auricolari
hanno attenuazione sonora tra 30 - 40 decibel
i i t i di f ti di i i li lli divanno impiegate in presenza di fonti di rumore i cui livelli di pressione sonora non superino i 120 db
sono maggiormente impiegate in condizioni che non richiedono la permanenza prolungata o continuativa nell’ambiente rumoroso
sono ingombranti e possono interferire con l’impiegosono ingombranti e possono interferire con l impiego contemporaneo di altri DIP
di solito sono di minor tollerabilità (stringono, aumentano la sudorazione) ma di più facile indossabilità
di solito non sono causa di inconvenienti igienico-sanitari
Sorveglianza sanitaria per i lavoratori
1.Quando il livello di esposizione supera gli 80 dB:La sorveglianza sanitaria è attivata a richiesta dei lavoratori
2. Quando il livello di esposizione supera gli 85 dBLa sorveglianza sanitaria è obbligatoria e comprendeLa sorveglianza sanitaria è obbligatoria e comprende
Visita e audiometria preventivaVisite e audiometria periodica annuale
18
Il rischio lavorativo da esposizione a vibrazioni
Le vibrazioni sono oscillazioni meccanichet d d di i h i
DEFINIZIONI
generate da onde di pressione che sitrasmettono attraverso corpi solidi elastici
L'accelerazione (variazione di velocità, espressa in m/sec2 )è il parametro più importante per la valutazione della risposta
ll ib i i i t l' t iù lcorporea alle vibrazioni, in quanto l'uomo avverte più la variazione di uno stimolo che il suo perdurare.
19
sistema mano-braccio:vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al sistema mano-
PUNTO DI APPLICAZIONE
vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al sistema manobraccio nell'uomo, comportano un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari
corpo intero:vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al corpo intero,comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, inparticolare lombalgie e traumi del rachide
Le attività lavorative che comportano l'esposizione a vibrazioni sull'intero corpo sono:
VIBRAZIONICORPO INTERO
– conducenti di autotreni– operatori di macchine per il movimento terra– guida di trattori– autisti di mezzi di trasporto in genere (muletti)– operatori di vibratori per cemento o impianti con
hi i d t ti di i tt f t timacchinari dotati di piattaforme rotanti.
Si stima che l’esposizione alle vibrazioni al corpo intero riguardi una popolazione lavorativa compresa tra 4 e 7%.
20
VIBRAZIONICORPO INTERO
Patologie del rachide:
PATOLOGIE davibrazioni corpo intero
Disturbo lombare aspecifico (Low Back Pain)
Lombalgia acuta
Sciatalgia
Alt i i d tiAlterazioni degenerative precoci del rachide lombare
Mal di schiena
21
Prima bisogna conoscere l’entità del rischio attraverso:
LA VALUTAZIONE del rischio
attraverso:
1. Misura delle vibrazioni emesse da macchine e attrezzature:Valutazione con misurazioni (Standard CEN ISO)Valutazione senza misurazioni (Banca Dati Ispesl, Banche dati CNR, informazioni fornite dal costruttore)
2. Calcolo del livello di esposizione personale giornaliera a vibrazioni (quanto tempo l’operatore trascorre nelle postazione a rischio)
I VALORI LIMITE
Valori limite per i lavoratori stabiliti dal D.Lgs 81/08
Vib corpo intero Misure di prevenzione
Valore limite di esposizione
1 m/s² (8 ore)
1,5 m/s² (brevi periodi)Dose da non superare
Valore di azione giornaliero 0,5 m/s²
Al superamento di questa dose c’è:
• obbligo di sorveglianza sanitaria
• obbligo di misure di prevenzione e protezioneprotezione
22
ESPOSIZIONE A VIBRAZIONI NEL SETTORE TRASPORTI
La principale fonte di vibrazioni a l corpo intero è la cabina di guida del camion, furgone, muletto, etc
Esiste una variabilità legata al tipo di macchina ed ai parametri di esercizio della stessa e dalla manutenzione.
7
8
Valori di accelerazione misurati in alcuni carrelli elevatori
ESPOSIZIONE A VIBRAZIONI NEL SETTORE TRASPORTI
1
2
3
4
5
6
Nu
mer
o ca
rrel
li
0
0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0
Accelerazione ponderata in frequenza [m/s2]
Considerando una durata di impiego giornaliero dei carrelli pari a 6 ore, l’esposizione normalizzata a 8 ore (A(8)) di 13 carrelli su 72 risulta
superiore al valore di azione (0.5 /ms2);
23
La banca dati dell’INAIL ex ISPESL
ESPOSIZIONE A VIBRAZIONI NEL SETTORE TRASPORTI
24
25
26
LA PREVENZIONE
Scelta di altri metodi di lavoro e di attrezzature con una minore esposizione a vibrazioni meccaniche: isolamento della cabina pedane assorbenti sedili ammortizzanti sospensioni attive
Fornitura di accessori quali sedili, maniglie
Manutenzione delle macchine e attrezzature
Progettazione e l’organizzazione dei luoghi e posti di lavoroluoghi e posti di lavoro
Informazione e formazione sul rischio e uso corretto delle attrezzature di lavoro
Limitazione della durata ed intensità dell’esposizione
Organizzazione di orari di lavoro appropriati
27
Sorveglianza sanitaria per i lavoratori
1. Quando il livello di esposizione supera:• Corpo intero > 0,5 m/s2
2. Oppure quando insorgono malattie correlate
La sorveglianza sanitaria è obbligatoria e comprende
Alcuni informazioni sugli obblighi del datore di lavoro
ESPOSIZIONE A RUMORE NEL SETTORE TRASPORTI
28
Il rischio lavorativo da esposizione a sostanze chimiche
AGENTI CHIMICI: tutti gli elementi o composti chimici, sia da solisia nei loro miscugli, o allo stato naturale o ottenuti, utilizzatio smaltiti
DEFINIZIONI
AGENTI CHIMICI PERICOLOSI:
a) agenti chimici classificati come sostanze pericolose ai sensidel D.Lgs 52/1997 e successive modificazioni D.Lgs145/2008.
b) agenti chimici classificati come preparati pericolosi ai sensidel D.Lgs 65/2003 e successive modificazioni
b) agenti chimici che, pur non essendo classificabili comepericolosi, in base ai numeri 1) e 2), possono comportare unrischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa diloro proprietà chimico-fisiche, tossicologiche e del modo incui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro
29
in modo improvviso e brutaleincidente/infortunio: incendio esplosione
MODALITA’ DI AZIONE
incidente/infortunio: incendio, esplosione, ustione, intossicazione, asfissia, ecc.
dopo un certo tempo di esposizionemalattia: dell’apparato respiratorio (asma, rinite), di malattie della pelle e delle mucose (irritazioni, p ( ,ulcerazioni, eczemi, ecc.), di malattie del sistema nervoso (mal di testa, tremori, turbe psichiche, ecc.),dei tumori (delle vie aeree e digerenti, ecc.).
I polmoni hanno una superficie alveolare di circa 100 mq e sono la via di penetrazione
inalazione
VIE DI ASSORBIMENTO
q ppiù importante
La pelle di un individuo di statura media ha una superficie di circa 1,8 mq ed è un’ottima barriera se è integra
contatto
L’apparato digerente normalmente non ha molta importanza nell’ambiente di lavoro, salvo nel caso di comportamenti errati
ingestione
30
EFFETTI SULLA SALUTE
Organo bersaglio EffettiIrritazioni
OcchiIrritazioni
Allergie
Vie respiratorie
Irritazioni
Allergie (asma, alveoliti)
Penumoconiosi
Tumori
Dermatiti irritative
Cute
Dermatiti irritative
Dermatiti allergiche
Tumori
Organi interni (fegato, reni, sistema emopoietico, sistema nervoso centrale)
Alterazioni funzionalità
Tumori
Chi immette sul mercato sostanze o preparati pericolosi:
ETICHETTATURA
pericolosi:
• deve apporre sul loro contenitore un’etichetta che informi l’utilizzatore dei pericoli per l’uomo e l’ambiente (simboli di pericolo)
• ha l’obbligo di fornire agli utilizzatori anche la• ha l obbligo di fornire agli utilizzatori anche la scheda dei dati di sicurezza, per consentire i provvedimenti necessari per la tutela della salute e della sicurezza
31
Si applica a sostanze e preparati considerati pericolosi (attenzione: esclusi farmaci e alimenti)
ETICHETTATURA
pericolosi (attenzione: esclusi farmaci e alimenti)
L’etichetta riporta le indicazioni fondamentali per la sicurezza di uso
In caso di travaso, sul nuovo contenitore si devono riportare le indicazioni dell’etichetta originale p g(assicurarsi che il contenitore sia idoneo)
• Nome commerciale del preparato• Nome, indirizzo, numero di telefonico del
ETICHETTATURA: contenuti
fabbricante/ importatore/distributore• Nome chimico dei componenti più significativi
dal punto di vista tossicologico (regole precise)• Per i nocivi (effetti acuti) dimostrando i motivi di
riservatezza, utilizzare denominazioni generiche• Simboli
F i R• Frasi R• Frasi S• Quantità (se al dettaglio)
32
ACETONE
UNGUIS srlVia Dal Corno, 9 Cornuda (TV)
Tel. 0423-020311
Il nome l’indirizzo il numero
ESEMPIO DIVECCHIA ETICHETTA
ACETONEF+ Facilmente infiammabile Xi Irritante
R11 Facilmente infiammabile.R36 Irritante per gli occhi. R66 L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolature della pelle. R67 L’inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini.
Il nome l indirizzo, il numero telefonico del fabbricante, distributore, importatore
I pericoli più importanti segnalati da questi simboli
Frasi RI rischi particolari del
S2 Conservare fuori dalla portata dei bambini. S9 Conservare il recipiente in luogo ben ventilato. S16 Conservare lontano da fiamme e scintille – Non fumare. S26 In caso di contatto con gli occhi lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare un medico.
Etichettatura CE 125 ml
I rischi particolari del prodotto
Frasi S Consigli di prudenza e condotta in caso d’incidente
UNGUIS srlVia Dal Corno, 9 Cornuda (TV)
Tel. 0423-020311
Il nome l’indirizzo, il numero telefonico del fabbricante, distributore, importatore
ESEMPIO DINUOVA ETICHETTA Pittogrammi di
pericolo
ACETONEPERICOLO
H225 Liquido e vapori facilmente infiammabili.H319 Provoca grave irritazione oculare.H336 Può provocare sonnolenza o vertigini.
P102 Tenere fuori dalla portata dei bambini.P210 Tenere lontano da fonti di calore / scintille / fiamme libere / superfici riscaldate. Non
Avvertenza Indica il grado di pericolo
Findicazioni di pericolo H
fumare.P280 Indossare guanti / indumenti protettivi / Proteggere gli occhi / il viso.P305+P351+P338In caso di contatto con gli occhi sciacquare accuratamente per parecchi minuti. Togliere le lenti a contatto se è agevole farlo. Continuare a sciacquare.P403+P233 Tenere il recipiente ben chiuso in luogo ben ventilato
EUH066 L'esposizione ripetuta può provocare secchezza o screpolature della pelleN° CE. 200-662-2
Consigli di prudenza P
Uleteriori informazioni dipericolo EUH
33
I vecchi e i nuovi pittogrammi di pericolo
SIMBOLI DI PERICOLO
PERICOLI SIMBOLO VECCHIO SIMBOLO NUOVOPericolo di esplosione.
Questi prodotti possono esplodere a
CONFRONTOtra vecchi e nuovi simboli
contatto di una fiamma, di una scintilla, dell’elettricità statica, sotto l’effetto del calore, di uno choc, di uno sfregamento
Pericolo d’incendio
Questi prodotti possono infiammarsi: a contatto di una fiamma, di una scintilla, di elettricità statica, sotto l’effetto del calore, o di sfregamenti
Prodotti comburenti.
Questi prodotti possono provocare oQuesti prodotti possono provocare o aggravare un incendio, o anche provocare un’esplosione se sono in presenza di prodotti infiammabili o combustibili
34
PERICOLI SIMBOLO VECCHIO
SIMBOLO NUOVO
Gas sotto pressione.
CONFRONTOtra vecchi e nuovi simboli
Gas sotto pressione.
Questi prodotti sono gas sotto pressione in un recipiente e possono esplodere sotto l’effetto del calore. Si tratta di gas compressi, di gas liquefatti e di gas disciolti. I gas liquefatti possono, quanto tali, essere responsabili di bruciature o di lesioni legate al freddo dette criogeniche. Nuovo pericolo
Classificato e indicato da nuovo pittogramma
Pericolo di tossicità acuta
Questi prodotti avvelenano rapidamente anche con una bassa doseuna bassa dose.
Essi possono provocare degli effetti molto vari sull’organismo: nausea, vomito, mal di testa, perdita di conoscenza, o altri disturbi importanti compresa la morte. Questi prodotti possono esercitare la loro tossicità per via orale, inalatoria e cutanea.
PERICOLI SIMBOLO VECCHIO
SIMBOLO NUOVO
Pericoli gravi per la salute
CONFRONTOtra vecchi e nuovi simboli
Pericoli gravi per la salute
Questi prodotti possono:
• provocare il cancro (cancerogeni)
• modificare il DNA delle cellule e quindi provocare dei danni sulla persona esposta o sulla sua discendenza (mutageni)
• avere degli effetti nefasti sulla riproduzione e sul feto (tossici per la riproduzione)
• modificare il funzionamento di certi organi come il fegato, il sistema nervoso, sia se si è stati esposti una sola volta o meglio a più riprese
• provocare degli effetti sui polmoni, e che possono essere mortali se penetrano nelle vie respiratorie (dopo essere passati per la bocca o il naso o meglio quando li si vomitano
• provocare allergie respiratorie (asma)
Pericoli già classificati
Indicati con nuovo pittogrammi
35
PERICOLI SIMBOLO VECCHIO SIMBOLO NUOVOPericoli per la salute.
Questi prodotti chimici possono:
CONFRONTOtra vecchi e nuovi simboli
avvelenare ad una dose elevata, provocare delle allergie cutanee o causare sonnolenza o vertigini, provocare una reazione infiammatoria per gli occhi, la gola, il naso o la pelle a seguito del loro contatto diretto, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose
Pericolo di corrosione.
Questi prodotti sono corrosivi perché attaccano o distruggono i metalli e corrodono la pelle e/o gli occhi in caso di contatto o di proiezione
Pericoli per l’ambiente
Questi prodotti provocano effetti nefasti sugli organismi dell’ambiente acquatico (pesci, crostacei, …) e sullo strato dell’ozono
Le frasi “R” precisavano meglio la natura dei rischi
R 2 Rischio di esplosione per urto sfregamento fuoco
ETICHETTATURA:Vecchie Frasi “R”
R 2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco...R 4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili.R 5 Pericolo di esplosione per riscaldamento.R 6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria.R 7 Può provocare incendio.R 43 Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle.R 45 Può provocare il cancro.R 46 Può provocare alterazioni genetiche ereditarie.p gR 49 Può provocare il cancro per inalazione.R 60 Può ridurre la fertilità.R 61 Può danneggiare i bambini non ancora nati.R 36/37 Irritante per gli occhi e le vie respiratorie.R 36/38 Irritante per gli occhi e la pelle.
36
Le frasi R saranno sostituite da “Indicazioni di pericolo H”
E i
ETICHETTATURA:Nuove Indicazioni “H”
Esempi
H224 Liquido e vapori altamente infiammabili
H334 Può provocare sintomi allergici o asmatici odifficoltà respiratorie se inalatop
H400 Molto tossico per gli organismi acquatici
I Consigli di prudenza “S” fornivano sinteticheindicazioni per operare in sicurezza.
ETICHETTATURA:Vecchi Consigli “S”
S 7 Conservare il recipiente ben chiuso.S 9 Conservare il recipiente in luogo ben ventilato.S 17 Tenere lontano da sostanze combustibili.S 18 Manipolare ed aprire il recipiente con cautela.S 24 Evitare il contatto con la pelle.S 25 Evitare il contatto con gli occhi.S 26 In caso di contatto con gli occhi lavare immediatamenteS 26 In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente
ed abbondantemente con acqua e consultare un medico.S 28 In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente
ed abbondantemente con … (prodotti idonei indicato).S 36 Usare indumenti protettivi adatti.S 37 Usare guanti adatti.S 43 In caso di incendio usare ...(mezzi estinguenti idonei).
37
La frasi S saranno sostituite da “Consigli di Prudenza P”,
ETICHETTATURA:Nuovi Consigli “P”
Esempi
P260 Non respirare le polveri
P302 + P350 In caso di contatto con la pelle lavare delicatamente e abbondantemente con acquadelicatamente e abbondantemente con acqua e sapone
P405 Conservare sotto chiave
Ulteriori informazioni sui pericoli “EUH”
ETICHETTATURA:Ulteriori informazioni “EUH”
Esempi
EUH031 A contatto con acidi libera un gas tossico
EUH201 Contiene piombo. Non utilizzare su oggetti chepossono essere masticati o succhiati da bambinip
EUH059 Pericoloso per lo strato dell’ozono
38
Attenzione certi pericoli non sono indicati da un pittogramma.Per questo è importante leggere tutta l’etichetta!
LA NUOVA ETICHETTA
Alcuni pericoli non sono indicati da un pittogramma ma vengono segnalati dalle Frasi H (Indicazioni di Pericolo) o dalle Frasi EUH (Ulteriori informazioni di pericolo). E’ il caso della miscelazione di prodotti incompatibili, quali per esempio la Varechina con sostanze acide, che provoca lo sviluppo di un gas tossico, il Cloro. Questo è un tipico pp g pincidente chimico, comune sia in ambiente domestico che lavorativo.
Tale rischio viene segnalato dalla frase: EUH031 A contatto con acidi libera un gas tossico.
I produttori devono provvedere alla stesura delleschede di sicurezza secondo le istruzioni
SCHEDE DI SICUREZZA
schede di sicurezza secondo le istruzionidell’allegato al D.M. 07/09/2002.
Forniscono le informazioni necessarie alla tuteladella salute delle persone addette allamanipolazione e della popolazione generale.
Si compongono di 16 punti
39
1. Identificazione della sostanza/preparato e della società/impresa
2. Composizione/informazione sugli ingredienti3 Identificazione dei pericoli
SCHEDE DI SICUREZZAIl contenuto
3. Identificazione dei pericoli4. Interventi di primo soccorso5. Misure antincendio6. Provvedimenti in caso di dispersione accidentale7. Manipolazione ed immagazzinamento8. Protezione personale/controllo dell’esposizione9. Proprietà fisiche e chimiche10 Stabilità e reattività10. Stabilità e reattività11. Informazioni tossicologiche12. Informazioni ecologiche13. Osservazione sullo smaltimento14. Informazioni sul trasporto15. Informazioni sulla normativa16. Altre informazioni
ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI NEL SETTORE TRASPORTI
classe 1 Materie e oggetti esplosivi
Il rischio chimico per gli autotrasportatori deriva dalle merci movimentate e trasportate
classe 1 Materie e oggetti esplosivi classe 2 Gas compressi, liquefatti o disciolti sotto pressione classe 3 Liquidi infiammabili classe 4.1 Solidi infiammabili classe 4.2 Materie soggette ad accensione spontanea classe 4.3 Materie che a contatto con l’acqua formano gas infiammabili classe 5.1 Materie comburenti classe 5.2 Perossidi classe 6.1 Materie tossiche classe 6.2 Materie infettanti classe 7 Materie radioattive classe 8 Materie corrosive classe 9 Materie e oggetti pericolosi diversi
40
Fornendo attrezzature idoneeFornendo procedure di manutenzione adeguateRiducendo al minimo il n° di lavoratori esposti
PREVENZIONE
Riducendo al minimo il n° di lavoratori espostiRiducendo al minimo la durata dell’esposizioneRiducendo al minimo l’intensità dell’esposizioneRiducendo al minimo la quantità di agenti sul luogo di lavoroUtilizzando metodi di lavoro appropriatiAttuando misure igieniche adeguateUsando i DPIAttuando la sorveglianza sanitariaAttuando la sorveglianza sanitaria
La principale misura di prevenzione per gli autotrasportatori è la conoscenza dei pericoli delle merci trasportate: per cui è
essenziale avere a disposizione (richiedere) le schede tecniche dei prodotti movimentati
PREVENZIONE
Infortuni di tipo chimico
Anche se obiettivamente la b bilit ’ di di t diprobabilita’ di accadimento di
eventi incidentali durante lamovimentazione dei contenitori e’ bassa, non possono essere esclusi eventi causati da rovesciamento, collisioni, valvole difettose, ecc. , con perdita di materiali liquidi, gassosi o solidi, che possono dar luogo ad incendi, esplosioni, reazioni con incompatibili, ecc).
41
PREVENZIONE
Misure di prevenzione nelle aree di sosta
Per la sosta di contenitori di materiali pericolosi deve essere i di id t ’ ti l d li it t l t i dindividuata un’area particolare, delimitata, segnalata in modo chiaro, sia con strisce a terra che con cartelli di segnalazione,facilmente raggiungibile con mezzi di pronto intervento.
Misure di prevenzione nelle operazioni di Cambio olio motore
Evitare spargimenti ed imbrattamento.Utilizzare adeguati DPI (guanti, grembiule). L’olio esausto deve essere stoccato in modo corretto e conferito per lo smaltimento in modo altrettanto corretto.
ricorso ai DPI:• non prioritario;
La protezione delle vie respiratorie
• non risolutivo;
uso giustificato:• carattere occasionale della lavorazione o di interventi
di manutenzione;• specificità di determinati ambienti (sotterranei);• specificità di determinate attività (amianto);• specificità di determinate attività (amianto);• difficoltà tecnologica (sostituzione materiali
pericolosi);• situazioni di emergenza;
42
CLASSIFICAZIONE DEI RESPIRATORI
FILTRI ANTIPOLVERE E ANTINEBBIA
EFFICIENZA FILTRANTE
CLASSE GRADO DI PROTEZIONE
ANTIPOLVERE(POLVERI E FUMI) ANTINEBBIE
AEROSOL DI PROVANaCl
AEROSOL DI PROVAOLIO DI PARAFFINA
P1 BASSOPOLVERE INERTI
>80% -
P2 MEDIOPARTICELLE NOCIVE
94% >98%
P3 ALTOPARTICELLE TOSSICHE
>99,95 >99,99%S aerosol base acquosa SL aerosol base organica
FPN e FPO dei APVR per polveri
Dispositivo di protezione individuale FPN FPO
Facciale filtrante P1 (FFP1) o semimaschera con filtro P1. 4 4
Facciale filtrante P2 (FFP2) o semimaschera con filtro P2. 12 10
Facciale filtrante P3 (FFP3) o semimaschera con filtro P3. 50 30
Maschera intera con filtro P1 5 4
Maschera intera con filtro P2 20 15
Maschera intera con filtro P3. 1000 400
Elettrorespiratore con maschera e filtro P1 (TMP1) 20 10
Elettrorespiratore con maschera e filtro P2 (TMP2) 100 100
Elettrorespiratore con maschera e filtro P3 (TMP3) 2000 400
Elettrorespiratore con cappuccio o casco e filtro P1 (THP1)
10 5
Elettrorespiratore con cappuccio o casco e filtro P2 (THP2)
20 20
Elettrorespiratore con cappuccio o casco e filtro P3 (THP3)
500 100
43
FILTRI ANTIGAS
TIPO COLORE PROTEZIONE
A MARRONE Gas e vapori organici con punto di ebollizione > 65°Cebollizione > 65 C
AX MARRONE Gas e vapori organici con punto di ebollizione < 65°C
B GRIGIO Gas e vapori inorganici (es. cloro, idrogeno solforato, acido cianidrico) con esclusione dell’ossido di carbonio
E GIALLO Anidride solforosa, acido cloridrico e altri gas e vapori indicati dal fabbricante
K VERDE Ammoniaca e suoi derivati organici indicati dal fabbricante
Tipo di indumento
Permeabilità
Classi del Tempi di permeazione
Gli indumenti di protezione
1 a tenuta stagna di gas
2 a tenuta non stagna di gas
3 prova di tenuta a getto di liquido
4 prova di tenuta agli spruzzi (spray)
materiale (minuti)
6 480
5 241 - 480
4 121 – 240
3 61 – 120spruzzi (spray)
5 prova di tenuta alla penetrazione di polveri
6 prova di tenuta limitata agli schizzi liquidi
2 31 – 60
1 10 - 30
44
Gli indumenti di protezione
• marcatura CE impressa in modo leggibile indelebile per tutto
La protezione delle mani
Caratteristiche dei guanti
marcatura CE impressa in modo leggibile, indelebile per tutto il periodo di utilizzo del DPI
• da usare contro le aggressioni meccaniche, chimiche, per elettricisti e antitermici…”
• NB: da usare se non vi sono rischi d’ impigliamento
• il materiale dei guanti e delle cuciture deve essere soggetto g ggagli stessi livelli di sicurezza e di pulizia come qualsiasi altra protezione
• si deve considerare anche la difficoltà nell’ indossarli e nel toglierli ed il pericolo di passaggio di liquidi attraverso i guanti larghi
45
EN 388 REQUISITI DEI GUANTI PER LA
La protezione delle mani
EN 388: REQUISITI DEI GUANTI PER LA PROTEZIONE DEI RISCHI MECCANICI
1. Resistenza all’ abrasione
2. Resistenza al taglio
3. Resistenza allo strappo
4. Resistenza alla perforazione
46
EN 374-2-3: REQUISITI DEI GUANTI PER LA
La protezione delle mani
EN 374 2 3: REQUISITI DEI GUANTI PER LA PROTEZIONE DAL RISCHIO MICROBIOLOGICO E CHIMICO
Determinazione della resistenza alla permezione dei prodotti chimici: LQA (livello di qualità 1-2-3, accettabile in base alla percentuale non conforme che sarà accettato dal piano di campionamento)che sarà accettato dal piano di campionamento)
1. Indici di permeazione e protezione: durata della protezione offerta (classi da 1 a 6)
47
LATTICE b di iù l t t l
La protezione delle mani
I più comuni materiali
LATTICE: a base di caucciù, la sostanza naturale più elastica
NEOPRENE: elastomero sintetico a base di policloroprene
NITRILE: detto anche NBR, è un polimero di sintesi ottenuto da tre monomerisintesi ottenuto da tre monomeri
PVC: cloruro di polivinile (“vinile”)
BUTILE: eccezionale resistenza alla permeazione
Il rischio lavorativo da esposizione a fattori climatici sfavorevoli
48
DEFINIZIONI
Il MICROCLIMAÈ il clima negli ambienti chiusi
Il MACROCLIMAE’ l’i i d i f i li ti i di ’ i i I t liE’ l’insieme dei fenomeni climatici di un’ampia regione. Interessa gli
ambenti di lavoro all’aperto
i parametri climatici che caratterizzano un ambiente di lavoro econdizionano il benessere termico dei lavoratori sono:
Radiazione solare Temperaturap Ventilazione Umidità
La combinazione di questi 4 parametri definisce la sensazione di:BENESSERE o DISAGIO TERMICO
L’uomo deve mantenere costante la sua temperatura corporea, mantenendo in equilibrio il bilancio termico
d i di l t b li
Equilibrio termico
DEFINIZIONI
• produzione di calore metabolico• ambiente esterno• dispersione termica
Il benessere termico si ha quando il bilancio termico è in pareggio, non vi è eccessiva perdita di calore, né acquisto: cioè la TEMPERATURA CORPOREA è COSTANTE
Lo scambio di calore con l’esterno avviene per:• Convenzione• Evaporazione• Radiazione
49
RISCHIO NEL SETTORE TRASPORTI
Il rischio è presente sia per le attività all’aperto che per le operazioni all’interno dei magazzini
1. Individuazione dei lavoratori esposti2. Misurazione dei vari indici (temperatura dell’aria, umidità %)3. Misurazione del tempo di permanenza dei lavoratori nelle
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
3 su a o e de e po d pe a e a de a o a o e econdizioni climatiche avverse
4. Dotazione di adeguati mezzi di protezione personali5. Fatica fisica6. Esistenza e ripari di posti di ristoro7. Sorveglianza sanitaria8. Abbigliamento indossato (idoneo o no)9 Rapporto fra periodi di lavoro e riposo9. Rapporto fra periodi di lavoro e riposo10.L’acclimatazione (processo fisiologico di adattamento che si
raggiunge in alcuni giorni con aumento graduale dello stress termico)
Il tutto vale per soggetti in buona salute, normalmente vestiti e idonei fisicamente all’attività considerata
50
Meccanismi delle malattie da calore
Il danno insorge quando le condizioni climatiche rendono difficile la dispersione del calore per convenzione ed irraggiamento. In questi casi i tutto il calore
EFFETTI SULLA SALUTE
p gg qaccumulato deve essere disperso per sudorazione ed evaporazione del sudore (difficile se poca ventilazione e alto tasso di umidità):
• Aumento della gittata e della frequenza cardiaca • Vasodilatazione periferica• Aumento della secrezione del sudore (perdita di acqua e Sali: anche un
litro/h e 2-3 grammi di cloruro di sodio) • Aumento notevole della temperatura del nucleo corporeo
Limiti OMS:38°C di temperatura interna160 battiti/minuto5 litri di sudore in 8 ore
N.B. è molto importante durante il lavoro bere in abbondanza bibite contenenti sali
CRAMPI DA CALORESono dovuti a una sudorazione abbondante e prolungata che porta a
EFFETTI SULLA SALUTE
Malattie da calore
Sono dovuti a una sudorazione abbondante e prolungata che porta a una perdita di sali minerali
DISIDRATAZIONELegata a perdita di liquidi con la sudorazione e ad un insufficiente reintegro
SINCOPE O COLPO DA CALORE (improvvisa perdita di coscienza)Di breve durata, in genere preceduta da vertigini, senso di stanchezza eccessiva e nausea. Causata dalla intensa vasodilatazione periferica, diminuzione della pressione arteriosa e diminuzione di apporto di sangue al cervello. I sintomi sono la perdita di coscienza, la cute pallida, lucida e fredda, polso piccolo e frequente e diminuzione della PA
51
EFFETTI SULLA SALUTE
Il colpo di caloreSintomi:
• Improvvisa perdita di coscienza• Sintomi premonitori: cefalea, vertigini, stanchezza, confusione mentale, p , g , , ,
incoordinazione motoria, disturbi addominali • Casi gravi: confusione psichica seguita da delirio e coma
Esame obiettivo:• Prostrazione profonda• Temperatura rettale superiore a 41°C (anche fino a 45°C)• Pelle calda e priva di sudore• Polso frequente (150 -160 battiti/minuto)• Respirazione rapida e superficialeRespirazione rapida e superficiale• Muscoli flaccidi e diminuzione dei riflessi osteo-tendinei• Danni epatici e insufficienza renale (a distanza di giorni)• Si può arrivare allo shock e alla morte
Si tratta di una vera emergenza medica ad alto livello di mortalità CHIAMARE SUBITO IL PRONTO SOCCORSO (118)In attesa dei soccorsi cercare di raffreddare il lavoratore trasportandolo in ambiente fresco, avvolgerlo in un lenzuolo in presenza di ventilatoreEvitare la somministrazione di qualunque farmaco
Colpo di calore: elementi di primo soccorso
EFFETTI SULLA SALUTE
Si tratta di una vera emergenza medica ad alto livello di mortalità CHIAMARE SUBITO IL PRONTO SOCCORSO (118)
1. Trasportare la persona in ambiente fresco e all’ombra 2. Posizione antishock (supina con gli arti inferiori sollevati)3. Slacciare quello che stringe (colletto e cintura)4. Allontanare la folla per permettere al soggetto di respirare meglio
Cosa non si deve fare
Mai dare schiaffi (non servono a niente)
( )
( )Mai dare alcolici (aumentano la, vasodilatazione e peggiorano la situazione) Mai sprizzare acqua gelata sul viso (provoca brividi che aumentano la temperatura)Mai dare da bere fino a quando non si è ripreso e può stare seduto e deglutireMai dare farmaci di alcun tipoMai alzarlo in piedi di colpo Mai abbandonarlo
52
1. Verificare quotidianamente le condizioni meteorologiche, valutare il rischio
2 Informare i lavoratori
PREVENZIONE
2. Informare i lavoratori3. Mettere a disposizione quantità sufficienti di acqua fresca4. Preparare aree di riposo ombreggiate 5. Aumentare la frequenza delle pause di recupero6. Effettuare una rotazione nel turno fra i lavoratori esposti7. Organizzare il lavoro in modi da minimizzare i rischi
(programmare i lavori più pesanti nelle ore più fresche)8. Programmare in modo che si lavori il maggior tempo
possibile nelle zone meno esposte al sole9. Variare l’orario di lavoro, sfruttando le ore meno calde10.Evitare lavoratori isolati
Misure di Prevenzione nelle operazioni di trasporto
Macroclima caldo
Per le attivita’ di lavoro all’aperto, in grandi depositi ecc., quando le condizioni meteo siano particolarmentecondizioni meteo siano particolarmente pesanti per elevati livelli di temperatura ed umidita’ relativa ed assenza di ventilazione, e’ spesso molto utile poter disporre di strutture attrezzate ove sia possibile il ricorso a pause “fresche”, come i box
Anche pause brevi (ad es. 10-15 minuti per ogni ora) possono migliorare di molto la tollerabilità del lavoro
53
Misure di Prevenzione
Microclima caldo in ambienti chiusi
LL’’evidenza scientifica attesta che le pause compensatorie sono evidenza scientifica attesta che le pause compensatorie sono una risorsa preventiva modo importante nelluna risorsa preventiva modo importante nell’’esposizione al esposizione al microclima sfavorevolemicroclima sfavorevole
AMBIENTE SEVERO FREDDO
Definizione
Quando i meccanismi di termoregolazione non sono più sufficienti aQuando i meccanismi di termoregolazione non sono più sufficienti amantenere l’equilibrio termico, la temperatura del nucleo corporeo siabbassa provocando manifestazioni patologiche anche gravi(assideramento) che possono avere conseguenze fatali
I lavoratori devono essere protetti dall’esposizione al freddo in modo tale che la temperatura rettale non scenda sotto i 36°C
54
ambienti severi freddi
Il rischio è presente in molti settori lavorativi nelle operazioni di conservazione del cibo per la presenza di celle frigorifere:
• Agricoltura • Agroalimentare• Pesca
Ri t i• Ristorazione• Trasporti• Servizi• ….
AMBIENTE SEVERO FREDDO
Misure di Prevenzione
1. prevenire temperature corporee al di sotto di 36 °C2 tutelare contro il danno da freddo alle estremità2. tutelare contro il danno da freddo alle estremità3. per una esposizione singola occasionale si può accettare un
abbassamento della temperatura corporea interna fino ad un valore non inferiore a 35 °C
4. particolare attenzione a mani, piedi, testa
Raccomandazioni (ACGIH) per ambienti chiusi:• nelle sale frigorifere velocità dell’aria max 1m/s• gli indumenti devono essere scelti anche in funzione della velocità
dell’aria• possono essere necessari DPI per gli occhi• i lavoratori con patologie o in cura con farmaci che possono alterare la
normale termoregolazione non possono essere adibiti a temperature <1°C
55
Il rischio lavorativo da esposizione ad agenti biologici
DEFINIZIONE
Rischio ambientale ed occupazionale proveniente dalla presenza di microrganismi (virus, batteri, funghi, rickezie, etc.), di allergeni di origine biologica (funghi aeroallergeni, acari, forfore, etc.) ed anche di sottoprodotti della crescita microbica (endotossine e micotossine, che possono essere presenti nell’aria, negli alimenti, su superfici contaminati e che possono di provocare al lavoratore:
– Infezioni
All i– Allergie
– Intossicazioni
56
Agente biologicoqualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni.
DEFINIZIONI
provocare infezioni, allergie o intossicazioni.C. tetaniSalmonella
Colera
Epatite
batteri e organismi simili
virus
Giardia
funghi e miceti
Candidosi
rickettsie
Borreliosi
protozoi
Elenco esemplificativo di esposizione potenziale ad agenti biologici
ATTIVITA’ LAVORATIVE
attività in industrie alimentari attività nell’agricoltura attività nell agricoltura attività nelle quali vi è contatto con animali o con prodotti di origine
animale attività nei servizi sanitari attività nei laboratori clinici, veterinari e diagnostici impianti di smaltimento rifiuti e di raccolta rifiuti speciali
potenzialmente infetti impianti per la depurazione delle acque di scarico
TRASPORTO
57
ESPOSIZIONE PER IL SETTORE TRASPORTI
Il rischio riguarda il trasporto di materiale contaminato e l’eventuale contatto accidentale con il prodotto potenzialmente infetto.
Da non sottovalutare il rischio di dispersione nell’ambiente di materiale infetto
MISURE DI PREVENZIONE
1. Evidenziare bene le aree (segnaletica) e i contenitori (etichettatura)
2 Ad tt di iti i li di t i (DPI2. Adottare dispositivi personali di protezione (DPI, guanti, stivali, maschere antipolvere)
3. Predisporre i mezzi necessari per la raccolta, stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti
4. Profilassi vaccinale per gli esposti 5. Disponibilità di acqua corrente e mezzi di
detersionedete s o e6. Vaccinazione degli animali e abbattimento di quelli
infetti7. Pulizia e disinfezione periodica delle stalle8. Adottare misure igieniche personali
58
MISURE IGIENICHE PERSONALI
• Servizi sanitari adeguati con docce• Docce oculari con antisettici• Indumenti protettivi (tuta, occhiali, visiera, protezione
delle vie respiratorie, etc.)• Armadietti a doppio scomparto• Cambio indumenti da lavoro all’uscita• Pulizia, disinfezione o distruzione indumenti contaminati• Divieto di bere, mangiare, fumare nelle aree di lavoro a
rischiorischio• Pulizia personale adeguata e costante (lavarsi sempre
bene le mani)
Il rischio da stress lavoro-correlato
59
Art. 28 Oggetto della valutazione dei rischi
D.Lgs 81/2008 e s.m.i.
La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a) … deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro – correlato …
STRESS:“reazione fisiologica aspecifica adattiva a qualunque richiesta di modificazione esercitata sull’organismo da una gamma assai vasta di stimoli eterogenei”
DEFINIZIONE
assai vasta di stimoli eterogenei
“condizione in cui l’individuo non si sente in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative dell’ambiente”
STRESS LAVORO-CORRELATO:“condizione in cui il lavoratore non si sente in grado di corrispondere alle richieste lavorative”
“stato di malessere che si manifesta con sintomi fisici, psichici o sociali legati all’incapacità delle persone di colmare uno scarto tra i loro bisogni e le loro aspettative e la loro attività lavorativa”
60
EFFETTI SULLA SALUTE
Apparati e organi su cui agisce lo stress
Patologie causate dallo stress
Apparato cardio-circolatorioIpertensione arteriosa, cardiopatia ischemica
Apparato cardio-circolatorio(infarto)
GastroentericoAlterazioni della funzione intestinale, ulcera peptica, pirosi, colite, gastrite
Apparato genitale Alterazioni del ritmo mestruale, amenorree
Sfera/organi sessuali Impotenza calo del desiderio
Apparato muscolo-scheletrico Mialgie, dolori muscolo-tensivi
C tArrossamenti, prurito, sudorazione,
Cute Arrossamenti, prurito, sudorazione, dermatiti,orticaria, psoriasi, alopecia
Sistema nervoso (disturbi del sonno)
Insonnia, incubi notturni, spossatezza al risveglio
Sistema nervoso (disturbi psicologici e della sfera intellettiva)
Cefalee, ansia, depressione, attacchi di panico, irritabilità, apatia, disturbi della memoria, difficoltà di concentrazione
Organizzazione del lavoro Impegno alla guida Orario di lavoro
FATTORI DI STRESS NEL SETTORE TRASPORTI
Orario di lavoro Lavoro notturno Lavoro in turno Responsabilità Fatica
Prevenzione:Interventi sull’organizzazione del lavoro rappresentano le misure d’elezione di intervento
61
LA FATICA
Definizione: il sentirsi molto stanchi, spossati o sonnolenti per un’insufficiente
durata/qualità del sonno, un prolungato impegno fisico o mentale o lunghi periodi di stress o ansia g p
Cause: prolungamento di periodi di attività fisiche o mentali riposo inadeguato condizioni ambientali avverse fattori fisiologici stress o altri fattori psicologici
Conseguenze: diminuzione delle prestazioni dell’uomo rallentamento dei riflessi fisici e mentali riduzione delle capacita’ di fare valutazioni razionali colpo di sonno
LA FATICA
Totale incidenti i fl ti d ll
La fatica costituisce uno dei più importanti fattori di rischio di incidente alla
COLPO DI SONNO(MICROSONNO)
ECCESSIVA SONNOLENZA
RIDUZIONE PERFORMANCE PSICOMOTORIE
DISTRAZIONE-DISATTENZIONE
influenzati dalla
sonnolenza=sonnolenza=21.9%21.9%
rischio di incidente alla guida.In una recente indagine internazionale essa è risultata costituire per frequenza il secondo fattore di rischio, dopo l’alcol nell’analisi degli DISTRAZIONE DISATTENZIONE
RIDOTTA CAPACITA’ DI REAZIONE
ERRATA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
l alcol, nell analisi degli incidenti stradali occorsi agli autotrasportatori
Guppy A. Truck driver fatigue risk assesment and management: a multinational survey. Ergonomics. 2003 Jun 20;46(8):763-79.
62
LA FATICA
Misure di prevenzione comportamentali
Verifica di sentirti “idoneo” a guidare Non intraprendere un viaggio lungo (più di un’ora di guida ) se ti senti Non intraprendere un viaggio lungo (più di un ora di guida ) se ti senti
stanco Evita di affrontare lunghi viaggi tra la mezzanotte e le sei del mattino,
quando “il livello naturale di allerta” è al suo minimo Organizza il tuo viaggio in modo da poter avere pause sufficienti Si raccomanda un “break” minimo di 15 minuti ogni 2 ore di guida Se ti senti sonnolento, fermarti in un posto sicuro. Non ti fermare
lungo la “costola” dell’autostradau go a costo a de autost ada Il modo più efficace di contrastare la sonnolenza è quello di fare brevi
pisolini (fino a 15 minuti) o il bere per esempio due tazze di caffè forte L’aria fresca, l’esercizio fisico, accendere la radio, possono aiutare un
po’, ma non sono altrettanto efficaci
LA FATICA
Evitare il sovraccarico lavorativo, massimo 8ore/die di guida Fare pause almeno di 10 minuti ogni 90 minuti di guida
Altri consigli comportamentali
Fare pause, almeno di 10 minuti ogni 90 minuti di guida Dormire un minimo di 6-7ore per notte Non fare più di due notti consecutive di lavoro Non superare le 6 ore di guida notturna Non fumare (oltre ad essere un fattore di distrazione, il CO
inspirato riduce la performance alla guida) Riprendere la guida non prima di un ora dalla fine del pasto E it ti t bb d ti ti ( t i di l idi Evitare pasti troppo abbondanti e pesanti (un pasto ricco di glucidi
favorisce il sonno, quello ricco di proteine mantiene lo stato di vigilanza)
63
LA FATICA
Che probabilita’ ha di appisolarsi o di addormentarsi nelle seguenti situazioni, indipendentemente dalla sensazione di stanchezza?
a Seduto mentre leggo b Guardando la TV
Il questionario Fatica/Sonnolenza Epwork Sleepiness Scale
b Guardando la TV c Seduto, inattivo in un luogo pubblico (a teatro, ad una conferenza) d Passeggero in automobile, per un'ora senza sosta e Sdraiato per riposare nel pomeriggio, quando ne ho l'occasione f Seduto mentre parlo con qualcuno g Seduto tranquillamente dopo pranzo, senza avere bevuto alcolici h In automobile, fermo per pochi minuti nel traffico
La domanda si riferisce alle usuali abitudini di vita nell'ultimo periodo.Qualora non si sia trovato di recente in alcune delle situazioni elencate provi ad immaginare
Se il punteggio totalizzato è superiore a 10 è indicativo di una sonnolenza diurna eccessiva.
Qualora non si sia trovato di recente in alcune delle situazioni elencate, provi ad immaginare come si sentirebbe.Usi la seguente scala per scegliere il punteggio più adatto ad ogni situazione:
O = non mi addormento mai1 = ho qualche probabilità di addormentarmi2 = ho una discreta probabilità di addormentarmi3 = ho un'alta probabilità di addormentarmi
MISURE DI PREVENZIONE DEI FATTORI DI STRESS NEL
SETTORE TRASPORTI
Interventi sull’organizzazione del lavoro (orari, pause, turni,…) rappresentano le misure d’elezione
Nei contratti di appalto e nei DUVRI si dovrà tenere in considerazione la necessità di pause compensatorie e di riposo
Area di sosta per autotrasportatori video-sorvegliata all’Interporto di Venezia
64
Il rischio lavorativo da esposizione a movimentazione manuale dei carichi
Azioni od operazioni comprendenti, non solo quelle più tipiche di sollevamento, ma anche quelle, rilevanti, di
DEFINIZIONE
p qspinta, traino e trasporto di carichi che “in conseguenza di condizioni ergonomiche sfavorevoli comportano, tra l’altro,rischi di lesioni dorso-lombari”
“tra l’altro”: nella movimentazione manuale di carichi visono altri tipi di rischio:sono altri tipi di rischio:
•da infortunio•per altri segmenti dell’apparato locomotore (es. cumulativetrauma disorders del tratto cervicale e degli arti superiori)
•per altri apparati (es. cardiovascolare)
65
ATTIVITA’ LAVORATIVE A RISCHIO
In generale il rischio è presente in tutti i settori lavorativi:
• Agricoltura• Manifatturiero• Costruzioni• Metalmeccanica• Trasportip• Commercio• Servizi• ….
Patologie del rachide:
A t i
EFFETTI SULLA SALUTE
• Artrosi
• Discopatia (ernia)
• Mal di schiena
66
Cenni di anatomia del rachide
EFFETTI SULLA SALUTE
Cenni sulla funzionalità dei dischi intervetebrali
EFFETTI SULLA SALUTE
Aumento pressione
Fuoriuscita sostanze nutritive
Diminuzione pressione
Ingresso sostanze nutritive
67
EFFETTI SULLA SALUTE
Entità del carico lombare nelle attività quotidiane
Conseguenze del carico lombare Carico leggero (Kg. 80-100) Favorisce l’ingresso di sostanze nutritive nel disco
Carico moderato (Kg. 100-250) Favorisce l’eliminazione delle scorie dal disco
Carico intenso (Kg. 250-650) Possibilità di microfratture sulle cartilagini vertebrali, degenerazione artrosica del disco
Carico estremo (Kg. Oltre 650) Microfratture delle cartilagini
g
Carico• Pesante • Ingombrante• Difficile da afferrare
FATTORI DI RISCHIO
• Contenuto (instabile, distante)
Ambiente• Spazio ristretto• Pavimento: scivoloso, irregolare, instabile• Soffitto basso• Illuminazione
Attività• Frequente e ripetuta• Frequente e ripetuta• Distanze troppo grandi• Ritmo non modulabile
Lavoratore• Inidoneità fisica• Mancata informazione e formazione
68
Caratteristiche del carico
- è troppo pesante (limite NIOSH: 23 Kg)è i b t diffi il d ff
FATTORI DI RISCHIO
- è ingombrante o difficile da afferrare- è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di
spostarsi- è collocato in una posizione tale per cui deve essere
tenuto o maneggiato ad una certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco,
- può a motivo della struttura esterna e/o della- può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni al lavoratore, in particolare in caso di urto.
Sforzo fisico richiesto
è i
FATTORI DI RISCHIO
- è eccessivo
- può essere effettuato solo con un movimento di torsione del tronco
- può comportare un movimento brusco del carico
- è compiuto con il corpo in posizione instabile.
69
Caratteristiche dell’ambiente di lavoro
FATTORI DI RISCHIO
- lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo svolgimento dell’attività richiestaper lo svolgimento dell attività richiesta
- il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o è scivoloso
- il posto o l’ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione manuale di carichi ad un’altezza di sicurezza o in buona posizione
- il pavimento o il piano di lavoro presenza di dislivelli che implicano la manipolazione del carico a livelliche implicano la manipolazione del carico a livelli diversi
- il pavimento o il punto di appoggio sono instabili- la temperatura, l’umidità o la ventilazione sono
inadeguate
Esigenze connesse all’attività
FATTORI DI RISCHIO
- sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonnasforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti o troppo prolungati
- pause e periodi di recupero fisiologico insufficienti
- distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto
- un ritmo imposto da un processo che non può essere d l t d l l tmodulato dal lavoratore.
70
Fattori individuali di rischio
FATTORI DI RISCHIO
inidoneità fisica a svolgere il compito tenuto conto- inidoneità fisica a svolgere il compito tenuto conto delle differenze di genere e di età
- inidoneità fisica a svolgere il compito per patologie (preesistenti o intercorrenti)
- indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore
insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o- insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione o dell’addestramento
IL RISCHIO NEL SAETTORE TRASPORTI
vibrazioni meccaniche (scuotimenti)
mantenimento prolungato di posture fisse (in posizione seduta)
71
IL RISCHIO NEL SAETTORE TRASPORTI
Il rischio è presente nell’ambito dei depositi merci dove avviene il carico e scarico. Generalmente tali azioni sono a carico delazioni sono a carico del personale presente nei depositi del fornitore e destinatario. Tuttavia spesso vi partecipano anche gli autisti
LE PATOLOGIA DA MMC
Danni acuti:- Contrazioni muscolari
Ernie del disco- Ernie del disco- Mal di schiena
Danni cronici:- Patologie cronico-degenerative del rachide (artrosi)
- Mal di schiena
72
1. individuazione dei compiti che comportano rischi Caratteristiche del carico,
Sforzo fisico richiesto
PREVENZIONE
Sforzo fisico richiesto,
Caratteristiche dell’ambiente di lavoro,
Esigenze connesse all’attività,
Fattori individuali di rischio;
2.ricorrere a mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche (meccanizzazione e ausiliazione dei processi)processi)
3.se ciò non è possibile, organizzare i posti di lavoro in modo che la movimentazione sia sicura
4.attivare la sorveglianza sanitaria
Automazione
PREVENZIONE
73
PREVENZIONE
Automazione
Automazione
PREVENZIONE
74
Formazione lavoratori e organizzazione lavoro
PREVENZIONE
Pressione su L 3
650 Kg
PREVENZIONE
Formazione
650 Kg
75
Formazione
PREVENZIONE
< 250 Kg
Pressione su L 3
PREVENZIONE
Formazione
Avvicinare l'oggetto al corpo.
Evitare di ruotare solo il tronco, ma girare tutto corpo, usando le gambe.
76
Evitare di inarcare
Formazione
PREVENZIONE
Evitare di inarcare troppo la schiena.
Non lanciare il carico.
Usare uno sgabello o unasgabello o una scaletta.
RISCHI INFORTUNISTICI DI MACCHINE, IMPIANTI NEL SETTORE TRASPORTI
CORSO DI FORMAZIONE PERLAVORATORI AUTONOMI
77
Uso di macchine, attrezzature di lavoro
Uso di macchine, aspetti generaliIl L.A. deve utilizzare attrezzature di lavoro in conformità alle
USO DI MACCHINE
disposizioni contenute nel Titolo III del D.Lgs 81/08s.m.i..
In generale, come ogni lavoratore dovrà:osservare le procedure di lavoro previste;utilizzare correttamente le attrezzature;non compiere azioni o manovre che possano essere rischiose;provvedere immediatamente a sanare le anomalie edprovvedere immediatamente a sanare le anomalie ed eventuali condizioni di pericolo.
Nel caso di guida di mezzi al conducente sono richiesti determinati requisiti, a carattere generale.
78
ST
IE
Perfetta integrità fisica, vista e udito buoni.
Prontezza di riflessi.
USO DI MACCHINES
ITI
RIC
HIE
SC
ON
DU
CE
NT
Senso di responsabilità e prudenza.
Attitudine a valutare il peso, la stabilità e l’equilibrio dei materiali.
Conoscere le norme di prevenzione per la
RE
QU
ISA
L C Conoscere le norme di prevenzione, per la
conduzione dei carrelli / macchine per il sollevamento.
Conoscere la segnaletica di sicurezza e quella stradale.
USO DI MACCHINE
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
79
Uso di macchine (3)Le principali situazioni di pericolo si realizzano durante lo
USO DI MACCHINE
svolgimento delle seguenti operazioni:• aggancio e sgancio attrezzature dalla trattrice;
• carico e scarico delle merci dai mezzi di trasporto;
• spostamento delle merci stesse dal luogo di raccolta oppure all’interno dell’azienda stessa.
Aggancio - sgancio di rimorchi o semirimorchiQueste operazioni sono molto frequenti nell’attività di
USO DI MACCHINErischi specifici
Queste operazioni sono molto frequenti nell attività di autotrasporto. Dipende dalla necessità di:
- lasciare il semirimorchio o rimorchio vuoto in attesa che venga caricato,
- avere la motrice, o il trattore stradale, libera.
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
80
Sgancio di semirimorchio:parcheggiare il mezzo in modo che il trattore stradale e il
USO DI MACCHINErischi specifici
parcheggiare il mezzo in modo che il trattore stradale e il semirimorchio siano in linea retta e su terreno piano; frenare le ruote col freno di stazionamento (detto anche
freno a mano); sollevare le sospensioni al massimo della corsa: si solleva il
semirimorchio e vi è più spazio per la discesa delle zanche;abbassamento delle zanche (sistema manuale o idraulico);( );bloccare le ruote di un asse fisso con gli appositi cunei di
stazionamento;
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
Sgancio di semirimorchio (2): salire sulla parte posteriore del trattore;
USO DI MACCHINErischi specifici
salire sulla parte posteriore del trattore;
scollegare i contatti e le tubazioni (di aria compressa per i freni) fra trattore e semirimorchio (il semirimorchio rimaneautomaticamente frenato nei modelli recenti);
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
81
Sgancio di semirimorchio (3):agire sulla maniglia della ralla per liberare il semirimorchio;
USO DI MACCHINErischi specifici
agire sulla maniglia della ralla per liberare il semirimorchio;
riabbassare le sospensioni del trattore e allontanamento del mezzo.
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
Aggancio di semirimorchio: il trattore stradale è posizionato in linea retta con il
USO DI MACCHINErischi specifici
il trattore stradale è posizionato in linea retta con il semirimorchio; verificare che la ralla sia aperta e più bassa rispetto alla
contropiastra;procedendo in retromarcia far scattare il dispositivo di blocco
della ganascia; frenare il trattore stradale col freno di stazionamento;frenare il trattore stradale col freno di stazionamento; collegare i contatti e le tubazioni (di aria compressa per i freni)
fra trattore e semirimorchio;posizionare la spina di sicurezza per evitare lo spostamento
accidentale della maniglia e sgancio della ralla;
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
82
Aggancio di semirimorchio (2):disinserire il freno di stazionamento del semirimorchio e
USO DI MACCHINErischi specifici
disinserire il freno di stazionamento del semirimorchio e togliere i cunei da sotto le ruote.
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
Sgancio di un rimorchio:effettuare la stabilizzazione del rimorchio e bloccare le ruote;
USO DI MACCHINErischi specifici
effettuare la stabilizzazione del rimorchio e bloccare le ruote; scollegare i contatti e le tubazioni (di aria compressa per i
freni) fra motrice e rimorchio (che rimane automaticamente frenato, nei modelli recenti);disinserire la sicura della campana di giunzione;
spostare la motrice per effettuare lo sgancio completo.
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
83
Aggancio di un rimorchio: verificare che il timone sia in linea e alla stessa altezza con
USO DI MACCHINErischi specifici
verificare che il timone sia in linea e alla stessa altezza con la campana della motrice;disinserire la sicura della campana di giunzione;procedere in retromarcia fino a quando l’occhio del timone
non si appoggia all’interno della campana stessa;azionare il freno di stazionamento; inserire la spina di sicurezza nella campana per bloccare ilinserire la spina di sicurezza nella campana per bloccare il
timone e collegare i contatti e le tubazioni (di aria compressa per i freni) fra motrice e rimorchio; togliere i cunei sotto le ruote del rimorchio, disinserire il
freno di stazionamento del rimorchio.
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
Attenzione: rischio di caduta durante le fasi di collegamento o
USO DI MACCHINErischi specifici
- rischio di caduta durante le fasi di collegamento o scollegamento delle tubazione e dei cavi;
- rischio di contusione/schiacciamento delle mani.
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
84
Uso di macchineLe principali situazioni di pericolo si realizzano durante lo
USO DI MACCHINE
svolgimento delle seguenti operazioni:• aggancio e sgancio attrezzature dalla trattrice;
• carico e scarico delle merci dai mezzi di trasporto;
• spostamento delle merci stesse dal luogo di raccolta oppure all’interno dell’azienda stessa.
Rischio apertura del cassone
USO DI MACCHINErischi specifici
Il rischio principale è la caduta durante la salita/discesa per procedere all’apertura del cassone, schiacciamento di mani e piedi durante il posizionamento di pedane.
In primo luogo si procede all’apertura del cassone; - cassone aperto, aprire la sponda posteriore e/o laterali;
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
85
Rischio apertura del cassone (2)hi i i t ll i t i i
USO DI MACCHINErischi specifici
- cassone chiuso, aprire i portelloni posteriori;
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
Rischio apertura del cassone (3)ti t bbi t d t l i t lli
USO DI MACCHINErischi specifici
- cassone centinato: una gabbia composta da un telaio metallico con barre orizzontali rimovibili in metallo o legno, ricoperta da teli apribili (scorrevoli). La parte posteriore del mezzo può presentare, in alternativa alla classica centina, delle porte a tutta altezza.
86
Rischio apertura del cassone (4)M lti i ti ti h h il t tt ibil i d
USO DI MACCHINErischi specifici
Molti mezzi centinati hanno anche il tetto apribile grazie ad un meccanismo scorrevole, cosa che li rende adatti anche ai carichi dall'alto.
USO DI MACCHINErischi specifici
Rischio apertura del cassone (5)N l di i ti ti i i l’ i diNel caso di cassoni centinati si aggiunge l’operazione di apertura (e chiusura) delle centine, che possono essere:
- con telone che scorre su apposite guide; le pareti si aprono facilmente per trazione manuale (da terra), la copertura si apre operando a bordo del cassone, usando un’asta;
- telone con stecche di irrigidimento, che costringono l’autista g gad operare in quota per toglierle. Il tutto è rischioso quando il cassone è carico: l’autista deve operare dall’esterno su scale, anziché dall’interno, dal pianale di carico.
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
87
Rischio copertura-scopertura del carico con teli
USO DI MACCHINErischi specifici
Il rischio principale è la caduta durante la salita/discesa dal cassone, utilizzando a volte scale portatili (non sempre adeguate).
Utilizzare scale a norma, vincolate o trattenute al piede da altro operatore per evitare il ribaltamento e scivolamento.
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
LE PROTEZIONI DELLA SCALA
Le scale semplici devono avere:dimensioni (principalmente la lunghezza) appropriate alle effettive esigenze di lavoro
i pioli (di tipo antisdrucciolevole) convenientemente fissati ai montanti (per quelle in legno sono tassativi il sistema ad incastro e l'assenza di nodi)
dispositivi di appoggio antiscivoloapplicati alla base dei montanti,
montanti (se di legno) trattenuti da tiranti in ferro applicati sotto i due pioli di estremità, e da un tirante intermedio (per quelle lunghe più di m 4)
D.Lgs. 81/08, art. 70, all. V
88
LE PROTEZIONI DELLA SCALA
Le scale semplici: inclinazione La corretta inclinazione della scala, fondamentale per evitare rischi di pinstabilità o di rottura, si ottiene posizionandone la base ad una distanza dalla verticale del punto di appoggio superiore di 1/4 della lunghezza di scala compresa tra gli appoggi
D.Lgs. 81/08, art. 70, all. V
LE PROTEZIONI DELLA SCALA
Le scale semplici: superfici di appoggioLe superfici di appoggio (inferiore o superiore) devono risultare:
livellate e piane (ovvero essere rese tali),p ( ),
non cedevoli nè mobili (non devono essere utilizzate, ad esempio, porte o finestre non bloccate),
capaci di resistere alle azioni complessiveche su di esse vengono a scaricarsi durantel'impiego (si pensi al sollevamento di materiali, ovvero all'uso di attrezzature)ovvero all uso di attrezzature).
89
Apparecchi di sollevamento
USO DI MACCHINErischi specifici
“Apparecchio destinato ad effettuare un ciclo di sollevamento di un carico sospeso tramite gancio o altro organo di presa (gru, argano ….)”.
UNI ISO 4306-1: “Apparecchio a funzionamento discontinuo destinato a sollevare e manovrare nello spazio carichi sospesi
di t i lt i i di ”mediante gancio o altri organi di presa”
LINEE INFORMATIVE PER LA PREVENZIONE: “Salute e sicurezza del lavoro nella movimentazione delle merci”
Apparecchi di sollevamento (2)
USO DI MACCHINErischi specifici
L’autogru o gru semovente, gru su autocarro sono organi di sollevamento. Per una buona gestione tecnica degli apparecchi di sollevamento è necessario tenere presenti queste regole:
- identificare la macchina;- usare correttamente la macchina;- risolvere situazioni impreviste;
ti i ll di i t lli- garantire i collaudi e i controlli;- predisporre e tenere in ordine la documentazione.
LINEE INFORMATIVE PER LA PREVENZIONE: “Salute e sicurezza del lavoro nella movimentazione delle merci”
90
Gli apparecchi di sollevamento
Argani e Paranchi
Gru a Bandiera
USO DI MACCHINErischi specifici
Gru a Ponte
Gru a Torre
Autogru-
Gru Su Autocarro
USO DI MACCHINErischi specifici
Zone di lavoro predisposte allo scopo e mantenute idonee
Gli apparecchi di sollevamento: misure di prevenzione
Zone di lavoro predisposte allo scopo e mantenute idoneeMezzi compatibili con le caratteristiche e le condizioni del
lavoro da svolgere Misure per prevenire il rovesciamento (carrelli) e i rischi di
lesioni per il conducente Misure organizzative per il rispetto delle norme di sicurezza e
delle disposizioni impartite
LINEE INFORMATIVE PER LA PREVENZIONE: “Salute e sicurezza del lavoro nella movimentazione delle merci”
p p Informazione, formazione e addestramento dei conducenti Manutenzione costante e periodicaControlli
91
USO DI MACCHINErischi specifici
Gli apparecchi di sollevamento: i controlli
Ai fini della sicurezza si distinguono in due gruppi:
1. Apparecchi di portata superiore a 200Kg,2. Apparecchi di portata inferiore a 200Kg.
I secondi NON sono soggetti a collaudo e verifica.
Le operazioni di carico e scarico non sono normalmente È
Sollevamento carichi, movimentazione merce
MOVIMENTAZIONE MERCE
comprese fra i compiti lavorativi dell’autotrasportatore. È corretto che l’autista durante le operazioni di caricamento del mezzo dia indicazioni sulla modalità di stivaggio restando in posizione di sicurezza.
Generalmente all’autista viene chiesta la collaborazione d t l i i di i i h id idurante le operazioni di carico e scarico, anche per ridurre i tempi di attesa.
92
I rischi: - movimentazione con mezzi meccanici, senza adeguata
formazione;
MOVIMENTAZIONE MERCE
- MMC e rischi per la salute;- caduta dal piano di carico;- caduta dalle autocisterne durante la salita e stazionamento
in quota nelle fasi di verifica e/o durante la fase di carico sotto il silos di deposito (mangimi);
- caduta nella cisterna dopo apertura dei boccaporti, con i hi di lli t / ff t ( i i)rischio di seppellimento/soffocamento (mangimi);
- riempimento/svuotamento cisterne.
CaricamentoCarichi mal effettuati comportano:
- un rischio nel momento stesso del caricamento,
MOVIMENTAZIONE MERCE
- successivamente la perdita del carico con possibile ribaltamento del mezzo (se vi è errata collocazione senza tener conto del baricentro del mezzo).
Carichi particolari non ben ancorati, in caso di frenata di emergenza, possono scivolare in avanti e colpire l’autista ll’i t d ll biall’interno della cabina.
93
Il caricamento di materiale con accessori di sollevamento, prevede:
- la verificare della portata della gru (diagramma di carico).
MOVIMENTAZIONE MERCE
- il controllo dei limitatori di carico applicati sulle gru su autocarro.
- l’uso corretto dell’argano (tener conto del senso di avvolgimento della fune sul tamburo; avvolgimento uniforme; tt i h l i d l i t t di l i t iattenzione che le spire del primo strato di avvolgimento siano
serrate).
- l’uso di funi di sollevamento
- l’uso corretto del carrello elevatore
LA PORTATA DELLA GRU
I diagrammi di carico indicano le possibilità limite della macchina in funzione del cedimento strutturale e delmacchina in funzione del cedimento strutturale e del ribaltamento, quindi, ne consegue, che la configurazioneideale della gru per lo spostamento di un carico è quella che consente di avvicinarsi il meno possibile alle condizioni limite della macchina evidenziate dai relatividiagrammi di carico!!!
LINEE INFORMATIVE PER LA PREVENZIONE: “Salute e sicurezza del lavoro nella movimentazione delle merci”
94
LA PORTATA DELLA GRU
Le gru con portata superiore a 1000 Kg o con un momento di sollevamento (peso x sbraccio) superiore ai 40.000 Nm. e quelle montate su autocarro, d i t ll ti i di t i li it t i d ll ità i l (didevono avere installati indicatori e limitatori della capacità nominale (di carico utile).
I limitatori devono in genere soddisfare i tre requisiti :• prevenire la struttura dal sovraccarico;• prevenire il rischio di ribaltamento del veicolo ;• prevenire movimenti pericolosi del carico .
LINEE INFORMATIVE PER LA PREVENZIONE: “Salute e sicurezza del lavoro nella movimentazione delle merci”
Il limitatore altro non è che un’elettrovalvola installata sul braccio principale (o anche sui bracci secondari in caso di gru con più articolazioni) che impedisce i movimenti della gru ogni qualvolta si superano le prestazioni massime della gru.Il limitatore è abbinato anche a un manometro ben visibile dal posto di comando che indica l’avvicinarsi alla capacità nominale.
LA PORTATA DELLA GRU
Il manometro è obbligatorio anche nelle gru con capacità nominale inferiore a 1000Kg o con un massimo momento di sollevamento inferiore ai 40 000 Nmai 40 000 Nm.
Vista l’importanza del limitatore di carico, l’operatore ha l’obbligo diprovarne il funzionamento prima di lavorare con la gru. Questa prova va effettuata a vuoto e consiste nel sollevare il braccio principale alla massima velocità fino alla sua massima elevazione.La protezione dai sovraccarichi, se funzionante, entra in azione quando il cilindro raggiunge la massima estensione.
LINEE INFORMATIVE PER LA PREVENZIONE: “Salute e sicurezza del lavoro nella movimentazione delle merci”
gg g
95
L’USO DELL’ARGANO
L’uso corretto dell’argano su gru:- tener conto del senso di avvolgimento della fune sul tamburo;- verificare che l’avvolgimento sia uniforme; - aver cura che le spire del primo strato di avvolgimento siano serrate;aver cura che le spire del primo strato di avvolgimento siano serrate;- evitare accavallamenti o incroci delle spire.
LINEE INFORMATIVE PER LA PREVENZIONE: “Salute e sicurezza del lavoro nella movimentazione delle merci”
L’USO DELL’ARGANO
L’uso corretto dell’argano elettrico:• se di portata superiore ai 200 kg, l’argano deve essere corredato da libretto delle verifiche per apparecchi di sollevamento (verifiche periodiche);periodiche);
• l’argano è soggetto alla verifica trimestrale dello stato di conservazione delle funi, tale verifica va fatta a cura del proprietario e l'esito va annotato su un'apposita pagina del libretto;
• la portata deve essere chiaramente indicata, le funzionidei comandi devono essere richiamate sulla pulsantiera (All.V,parte II,punto3.1.3 D.Lgs. 81/08);
• controllare periodicamente l'efficienza degli ancoraggi;
• l'imbracatura dei carichi deve essere fatta in modo idoneoper evitare la caduta o lo spostamento del carico durante il sollevamento;
96
L’USO DELL’ARGANO
L’uso corretto dell’argano elettrico (2):• usare solo materiale certificato CE (ganci con chiusura, corde metalliche o in tessuto, fasce in tessuto, catene, ecc.) (Art. 70, D.Lgs. n.81/08);
• l'addetto alla pulsantiera deve sempre porsi in posizione adeguata perpoter osservare la zona di lavoro e non iniziare ad operare se vi sono persone sotto il carico. Il collega a terra non sosterà nella zona di carico e sorveglierà che nessuno vi acceda. (Allegato VI punto 3.1.5 del D.Lgs. n.81/08 );
• i componenti elettrici non devono essere rotti ofessurati, i pressacavi devono essere idonei e ben posizionati;
• le prolunghe giuntate e nastrate o con prese aspina o adattatori di uso civile per la probabile presenza di acqua sono estremamente pericolose.
USO DI FUNI DI SOLLEVAMENTO
PREMESSA I rischi principali relativi all’uso delle funi sono:
- caduta/rilascio del carico per rottura della fune (usura, scorretto utilizzo); p ( )- punture e lacerazioni delle mani a causa dei fili rotti dei trefoli; - sbilanciamento del carico a seguito di deformazioni delle funi.
SCELTA DELLA FUNE La scelta del tipo di fune adatta al carico da sollevare/movimentare deve essere effettuata valutando i seguenti parametri:
1 peso del carico
“FUNI DI SOLLEVAMENTO CRITERI DI SCELTA, MANUTENZIONE, VERIFICA E SOSTITUZIONE” AULSS 22
1. peso del carico,2. lunghezza della fune,3. sagoma del carico,4. protezione degli spigoli.
97
USO DI FUNI DI SOLLEVAMENTO
Lunghezza della fune La lunghezza della fune incide in modo significativo sullo sforzo che gli accessori di sollevamento devono resistere. Tanto maggiore è l’angolo al vertice tanto più la fune viene sollecitata a trazione indipendentemente dalla massa sollevata (esempi).
500Kg 500Kg 580Kg
60°
120°
“FUNI DI SOLLEVAMENTO CRITERI DI SCELTA, MANUTENZIONE, VERIFICA E SOSTITUZIONE” AULSS 22
1000Kg 1000Kg 1000Kg
1000Kg
~
USO DI FUNI DI SOLLEVAMENTO
Sagoma del carico La sagoma irregolare del materiale da sollevare può compromettere la stabilità del carico e dell’impianto di sollevamento stesso in quanto si p qpotrebbero verificare dei sobbalzi - aggiustamenti del carico dovuti al suo spostamento o a quello delle funi. Per questo motivo quando si effettua la movimentazione di carichi con la sagoma irregolare bisogna sollevare lentamente il carico e verificare che le funi siano regolarmente posizionale e il carico stabile.
“FUNI DI SOLLEVAMENTO CRITERI DI SCELTA, MANUTENZIONE, VERIFICA E SOSTITUZIONE” AULSS 22
98
USO DI FUNI DI SOLLEVAMENTO
Protezione degli spigoli Tra la fune e gli spigoli vivi del materiale da sollevare devono essere posizionati degli spessori o delle protezioni - accessori in modo che la p g p pfune non subisca delle flessioni che potrebbero deformare la fune stessa in modo permanente.
“FUNI DI SOLLEVAMENTO CRITERI DI SCELTA, MANUTENZIONE, VERIFICA E SOSTITUZIONE” AULSS 22
USO DI FUNI DI SOLLEVAMENTO
Verifiche delle funiLa norma UNI ISO 4309/84 indica i criteri per il controllo, la sostituzione della fune, elencando i casi in cui deve essere sostituita, al fine di garantire gl’efficienza e la sicurezza delle operazioni di sollevamento.
L’esame visivo deve essere giornaliero per individuare il deterioramento e la deformazione subita. Verificare: - i punti di attacco ad entrambe le estremità della fune; - fili rotti dei trefoli; - tutte le parti della fune che possono essere soggette ad abrasioni per
“FUNI DI SOLLEVAMENTO CRITERI DI SCELTA, MANUTENZIONE, VERIFICA E SOSTITUZIONE” AULSS 22
contatto con il materiale; - la parte interna della fune (corrosione e fatica).
99
USO DI FUNI DI SOLLEVAMENTO
Verifiche delle funi (2)Quando si nota una variazione dello stato originario della fune si dovrà far eseguire una verifica più dettagliata da parte di personale competente, il g p g p p pquale dovrà decidere se sostituire o meno la fune.
La sostituzione della fune deve avvenire in base a:a) natura e numero dei fili rotti; b) rottura dei fili metallici nel punto di attacco; c) rottura dei trefoli; d) diminuzione di elasticità; e) grado di usura (esterna ed interna);
“FUNI DI SOLLEVAMENTO CRITERI DI SCELTA, MANUTENZIONE, VERIFICA E SOSTITUZIONE” AULSS 22
e) grado di usura (esterna ed interna); f) grado di corrosione (esterna ed interna); g) deformazione; h) deterioramento dovuto al calore o ad arco voltaico; i) ritmo di incremento dell’allungamento permanente.
USO DI FUNI DI SOLLEVAMENTO
a) natura e numero dei fili rotti
g) deformazione
“FUNI DI SOLLEVAMENTO CRITERI DI SCELTA, MANUTENZIONE, VERIFICA E SOSTITUZIONE” AULSS 22
100
USO DI FUNI DI SOLLEVAMENTO
Verifica interna delle funiIl metodo di verifica interna consiste nel:
1) fissare saldamente alla fune due morsetti di dimensioni opportune e posti ) pp pad una distanza conveniente l’uno dall’altro;
2) applicando una forza sui morsetti, in senso opposto all’avvolgimento dei trefoli, i trefoli esterni si separano e si allontanano dall’anima della fune;
“FUNI DI SOLLEVAMENTO CRITERI DI SCELTA, MANUTENZIONE, VERIFICA E SOSTITUZIONE” AULSS 22
bisogna fare attenzione che i morsetti non slittino sull’esterno della fune eche i trefoli non devono essere scostati eccessivamente;
3) quando si è ottenuta una modesta apertura, si può utilizzare una sonda per rimuovere il grasso o frammenti che potrebbero ostacolare l’esame della fune;
USO DI FUNI DI SOLLEVAMENTO
Verifica interna delle funi (2)4) I punti essenziali da controllare sono: a) lo stato di lubrificazione interna; )b) il grado di corrosione; c) l’intacco dei fili causato da pressione e di usura; d) la presenza di fili rotti.
5) Una volta finito il controllo interno lubrificare la parte interna della sezione
“FUNI DI SOLLEVAMENTO CRITERI DI SCELTA, MANUTENZIONE, VERIFICA E SOSTITUZIONE” AULSS 22
5) Una volta finito il controllo interno, lubrificare la parte interna della sezione aperta; esercitare una rotazione dei morsetti, assicurandosi che il riposizionamento dei trefoli intorno all’anima della fune sia avvenuto in modo corretto;
6) Dopo la rimozione dei morsetti, la superficie esterna della fune deve essere normalmente ingrassata.
101
Rischio ribaltamento
Il rischio è proprio dei carrelli elevatori; per ridurre il rischio per il conducente di essere schiacciato tra carrello e terreno
CARRELLO ELEVATORE
per il conducente di essere schiacciato tra carrello e terreno esistono
- sistemi di protezione di tipo attivo,- sistemi di protezione di tipo passivo.
GRUPPO DI SOLLEVAMENTO
POSTO DI GUIDA SOLLEVAMENTO
ASSALE RIGIDO
FORCHE DI CARICO
ASSALE STERZANTE
MOTORE
GUIDA
• In caso di sovraccarico del carrello.
• Affrontando le curve a velocità sostenuta.
ITA
’
CARRELLO ELEVATORE
• Spostandosi con il carico sollevato.
• Inclinando il montante in avanti.
• Durante il trasporto su pavimentazioni irregolari.
• In caso di discesa con carico d’avanti.
OL
O D
I IN
STA
BIL
• Quando si curva su percorsi inclinati.
• Qualora cambi la posizione del baricentro del
carico.
PE
RIC
O
102
EQUILIBRIO A CARRELLO IN MOVIMENTO
CARRELLO ELEVATORE
Quanto più la velocità è elevata e la fermata è brusca
Quanto più il carico è in posizione alta, tanto più aumenta il pericolo di rovesciamento (B2 maggiore di B1)
Quanto più la velocità è elevata e la fermata è brusca, tanto più aumenta il pericolo di rovesciamento
EQUILIBRIO SU UN PIANO INCLINATO
CARRELLO ELEVATORE
SALITA: DISCESA:SALITA:la distanza A si allunga
la distanza B diminuisce
DISCESA:la distanza A si accorcia
la distanza B si allunga
103
EQUILIBRIO IN TRAIETTORIA CURVILINEA
Curva a dx
CARRELLO ELEVATORE
La forza centrifuga risulta tanto maggiore quanto maggiore è la velocità e quanto minore è il raggio di curvatura
FC
FR FP
TARGHETTA DI PORTATA
Su ogni carrello deve essere indicata la portata massimaammissibile sulle forche
CARRELLO ELEVATORE
ammissibile sulle forche
La portata varia in relazione alla posizione baricentrica del carico e dell’altezza
104
Prima di muoversi in qualsiasi direzione, guardate che il percorsosia libero
CARRELLO ELEVATORE
sia libero
CARRELLO ELEVATORE
Non permettere a nessuno di sostare sotto le forche sollevate anche sesollevate anche se non c’è il carico.
105
Mantenere una posizione corretta. Non sporgersi con nessuna
t d l l di f i
CARRELLO ELEVATORE
parte del corpo al di fuori dell’abitacolo
Non passare su oggetti sparsi suloggetti sparsi sul pavimento
Non trasportare persone sulle forche
CARRELLO ELEVATORE
106
Viaggiare ad una velocità adeguata alle condizioni
bi t li
CARRELLO ELEVATORE
ambientali.
CARRELLO ELEVATORE
Tenere le il carico il più possibile vicino a terra (10 - 20 cm) ( )con il sollevatore inclinato all’indietro.
107
Fare attenzione ai pedoni che possono sbucare da porte o ad lt i lli
CARRELLO ELEVATORE
Suonare in corrispondenza di
altri carrelli.
corrispondenza di incroci, portoni ed in vicinanza di pedoni.
Non sollevare mai il carico con una sola forca
CARRELLO ELEVATORE
Non usare pallets danneggiati o difettosidanneggiati o difettosi
108
Un carico molto lungoriduce la effettiva portata del carrello.
CARRELLO ELEVATORE
Marciare con carichi larghi o decentratilarghi o decentrati lateralmente può mettere in pericolo stabilità trasversale del carrello.
Non fare manovre brusche soprattutto quando il carico e’ in
CARRELLO ELEVATORE
alto; azionare i comandi dolcemente
Non trasportate carichi instabili ocarichi instabili o mal sistemati sulle forche
109
Marciando su una rampa il carico deve essere rivolto
l ità
CARRELLO ELEVATORE
verso la sommità.
Non trasportare carichi sovrapposti ca c so apposse sono più alti della griglia reggicarico, a meno che siano stabili.
CARRELLO ELEVATORE
110
Procedere in retromarcia quando il carico limita la visibilità o farsi
CARRELLO ELEVATORE
visibilità, o farsi aiutare nelle manovre da un collega.
In nessun caso aggiungere contrappeso per
di t
CARRELLO ELEVATORE
cercare di aumentare la capacità di carico del carrello.
Non parcheggiare davanti a dispositividavanti a dispositivi antincendio o scale di sicurezza.
111
Prima di abbandonare il carrello, abbassare le forche a terra, spegnere il
t i il f di
CARRELLO ELEVATORE
motore, azionare il freno di stazionamento, togliere la chiave di avviamento.
Il rischio ribaltamento è proprio dei carrelli elevatori; per ridurre il rischio per il conducente di essere schiacciato tra carrello e terreno esistono i t i di t i di ti tti
CARRELLO ELEVATORE
- sistemi di protezione di tipo attivo,- sistemi di protezione di tipo passivo.
112
CARRELLO ELEVATORE
Rischio investimento-collisioni
DISPOSITIVI AUSILIARI PER MIGLIORARE LA VISIBILITÀ(in ambiente e sul mezzo)
CARRELLO ELEVATORE
(in ambiente e sul mezzo)
Specchietto retrovisore Finestra sul tetto
113
DISPOSITIVI DI ILLUMINAZIONE ADEGUATI (in ambiente e sul mezzo)
CARRELLO ELEVATORE
Faretti per lavori all’esterno
I carrelli elevatori con timone possono essere del tipo in cui l’operatore guida il carrello solo da terra o del tipo in cui
CARRELLO ELEVATORE
CON TIMONE (TRANSPALLET)
l operatore guida il carrello solo da terra o del tipo in cui l’operatore può manovrare il carrello anche in piedi in quantoil carrello è provvisto di una pedana ribaltabile.
“Linee guida carico scarico merci” Regione Lazio
114
Gli operatori sono principalmente esposti a pericoli di:• schiacciamento dei piedi sotto il carrello,
CARRELLO ELEVATORE
CON TIMONE (TRANSPALLET)
p ,• schiacciamento tra carrello, strutture, oggetti (muro, scaffale...), • infortuni per uso improprio del carrello (trasporto/sollevamento di persone),
• investimento di persone.
Prevenzione: disposizioni generali
CARRELLO ELEVATORE
CON TIMONE (TRANSPALLET)
• La conduzione dei carrelli con timone deve essere effettuata camminando a co du o e de ca e co t o e de e esse e e ettuata ca a dorivolti nella direzione di marcia;
• evitare di camminare all’indietro senza valide motivazioni; in caso di necessità, verificare che lo spazio tra timone e gli ostacoli fissi retrostanti sia sufficiente;
• il conducente del mezzo deve accertarsi, prima di accedere in corsia, che sul suo percorso non ci siano persone o merci;
• rispettare sempre le distanze di sicurezza dai mezzi che sono davanti .
“Linee guida carico scarico merci” Regione Lazio
115
CARRELLO ELEVATORE
CON TIMONE (TRANSPALLET)
Prevenzione: disposizioni sul prelievo merci• Avvicinarsi e porsi in posizione frontale e perpendicolare al carico da p p p p
prelevare;• sollevare le forche all’altezza necessaria;• avanzare con il carrello fino a quando il carico è stato completamente
inforcato;• sollevare il carico in modo da staccarlo dallo scaffale o dalla catasta;• arretrare il carrello lentamente in modo da portare il carico fuori dallo
scaffale/catasta;abbassare il carico in posizione di trasporto
“Linee guida carico scarico merci” Regione Lazio
• abbassare il carico in posizione di trasporto.
Divieti
CARRELLO ELEVATORE
CON TIMONE (TRANSPALLET)
• E’ vietato trasportare più di un bancale; E vietato trasportare più di un bancale;• e’ vietato trasportare persone sulle forche o su pedane;• e’ vietato trasportare persone sul mezzo.
“Linee guida carico scarico merci” Regione Lazio
116
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
Caduta dall’alto durante la salita
Caricamento del materiale da cisterna
lo stazionamento in quota durante la fase di carico sotto il silos
Caduta nella cisterna dopo apertura dei boccaporti con rischio di seppellimento/soffocamento
Elettrocuzione, nella fase di scarico per contatto della “proboscide” con linee elettriche aeree.
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALE PALLETIZZATO
I rischi individuati sono di tipo infortunistico: • caduta dal piano di carico o dalla banchina;• caduta dal piano di carico o dalla banchina; • schiacciamento di piedi o mani sotto il peso dei materiali movimentati o durante il posizionamento delle pedane;
• investimento da transpallet o carrelli elevatori;• scivolamento su superfici sdrucciolevoli o a causa di dislivellieccessivi tra rampa e piano di carico del camion
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
eccessivi tra rampa e piano di carico del camion.
117
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALE PALLETIZZATO (2)Gli interventi possibili:Corretto stazionamento del mezzo (freno di stazionamentoCorretto stazionamento del mezzo (freno di stazionamento, posizionamento dei cunei sotto le ruote). Nel caso di semirimorchi privi del trattore stradale vanno posizionate in maniera stabile le zanche.
Sicurezza strutturale di rampe e pedane
Corrette modalità di carico: attenzione che i pallet posti al
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
livello inferiore siano in grado di sopportare i materiali stivati sopra, tenendo conto delle sollecitazioni dovute al trasporto. La distribuzione del carico che deve essere uniformemente ripartita sul cassone. Nel caso di materiali poco stabili sarà necessario provvedere all’ancoraggio (corde, fasce. ecc.)
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALE PALLETIZZATO (3)Gli interventi possibili:Manutenzione ordinaria e straordinaria delle attrezzatureManutenzione ordinaria e straordinaria delle attrezzature usate per il carico e scarico delle merci.
Informazione, formazione ed addestramento dei lavoratori sull’uso delle attrezzature macchine e impianti e sulle procedure di carico.
Uso di D.P.I (scarpe antinfortunistica, guanti, ecc.).
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
( p , g , )
118
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALI DI GROSSE DIMENSIONI (blocchi di marmo)
I rischi individuati sono di tipo infortunistico: • caduta del materiale durante la movimentazione;• caduta del materiale durante la movimentazione;
• caduta del personale durante la salita/discesa dal pianale e durante le operazioni di alloggiamento e legatura del carico;
• schiacciamento da parte del blocco in movimento; • schiacciamento delle mani tra le funi di sollevamento - blocco.
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALI DI GROSSE DIMENSIONI (blocchi di marmo) (2)Gli interventi possibili:Attrezzatura idoneaAttrezzatura idonea
Manutenzione ordinaria e straordinaria delle attrezzature.
Informazione, formazione ed addestramento dei lavoratori sull’uso delle attrezzature macchine e impianti e sulle procedure di carico.
Uso di D P I (scarpe antinfortunistica guanti elmetto)
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
Uso di D.P.I (scarpe antinfortunistica, guanti, elmetto).
119
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALI DI GROSSE DIMENSIONI (blocchi di marmo) (3)
Il piano di ripartizione del caricoIl i di i ti i d l iIl piano di ripartizione del carico, specifico per il singolo veicolo, informa in merito a quale peso del carico è ammissibile in relazione al baricentro misurato dalla parete frontale.
Leggere un piano di ripartizione del carico1. Determinate la distanza dalla parete frontale del baricentro totale di tutti gli
elementi del carico.2. Leggete questa distanza sul diagramma all‘orizzontale.3. Poi scorrete verso l’alto fino al peso del carico in questione.
www.routiers.ch/Francais/documents/Ladungssicherung_i.pdf
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALI DI GROSSE DIMENSIONI (blocchi di marmo) (4)
Sì!!!Sì!!!
No!!!www.routiers.ch/Francais/documents/Ladungssicherung_i.pdf
120
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALI DI GROSSE DIMENSIONI (blocchi di marmo) (5)
Attenzione in caso di scarico parziale!Se un veicolo è scaricato semplicementeSe un veicolo è scaricato semplicementeda dietro a ogni fermata, è possibile che la distribuzione del carico esca dal settore verde improvvisamente!!
Non avete un piano di distribuzione del carico? Informatevi dal costruttore del vostro veicolo!
www.routiers.ch/Francais/documents/Ladungssicherung_i.pdf
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALI DI GROSSE DIMENSIONI (lastre di marmo)
I rischi individuati sono di tipo infortunistico: • caduta delle cavallette durante il posizionamento;• caduta delle cavallette durante il posizionamento;
• caduta di lastre o parti di esse durante la movimentazione; • caduta delle lastre dal camion durante il caricamento; • caduta del personale durante la salita/discesa dal pianale e durante le operazioni di alloggiamento del carico.
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
121
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALI DI GROSSE DIMENSIONI (lastre di marmo) (2)Gli interventi possibili:Attrezzatura idonea Per dare stabilità al carico sono usate leAttrezzatura idonea. Per dare stabilità al carico sono usate le cavallette. Ora le cavallette sono state modificate, creando un angolo di 90° tra il piede ed i montanti di appoggio. Infatti in precedenza le lastre si trovavano in posizione sub-verticale e l’eventuale cedimento del pianale rendeva instabile il carico.
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALI DI GROSSE DIMENSIONI (lastre di marmo) (3)Gli interventi possibili:
Informazione formazione ed addestramento deiInformazione, formazione ed addestramento dei lavoratori sull’uso delle attrezzature e sulle procedure di carico.
Uso di D.P.I (scarpe antinfortunistica, guanti, elmetto).
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
122
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALI DA CISTERNA (mangimi)
I rischi individuati sono: • caduta dall’alto durante la salita e lo stazionamento in quota• caduta dall alto durante la salita e lo stazionamento in quota sulla passerella di servizio;
• caduta dentro la cisterna (nelle operazioni di apertura dei boccaporti o di controllo delle celle) con rischio legato all’impatto con il fondo della cisterna, anche possibilità di seppellimento/soffocamento;
• elettrocuzione (durante la fase di scarico presso gli utenti per
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
elettrocuzione (durante la fase di scarico presso gli utenti, per contatto della “proboscide” con linee elettriche aeree).
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALI DA CISTERNA (mangimi) (2)Le operazioni di carico delle cisterne (presso i mangimifici):
• posizionale la cisterna sotto i silos;posizionale la cisterna sotto i silos;• salire sulla cisterna e aprire i boccaporti di carico delle celle;• aprire la bocca di scarico del silos fino al riempimento della
cella; la medesima procedura si effettua per tutte le celle.
Per quanto riguarda le operazioni di scarico (presso gli allevamenti), il camion viene posizionato in prossimità dei
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
), p psilos di riempimento e:
• si apre la bocca di carico (meccanismo azionato da terra);• si riempie il silos attraverso la “proboscide” in dotazione alla
cisterna, azionata da terra con quadro comandi o a distanza con radiocomando.
123
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALI DA CISTERNA (mangimi) (3)Presso i mangimifici le operazioni di carico vengono di norma effettuate dal personale dipendente mentre l’autotrasportatoreeffettuate dal personale dipendente, mentre l autotrasportatore ha solamente il compito del posizionamento del mezzo.
Presso gli allevamenti le operazioni di scarico vengono effettuate dall’autista.
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALI DA CISTERNA (mangimi) (4)
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
124
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
MATERIALI DA CISTERNA (mangimi) (5)
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
Gli interventi possibili:Attrezzature: uso del radiocomando per la
MATERIALI DA CISTERNA (mangimi) (6)
Attrezzature: uso del radiocomando per la movimentazione della proboscide; in questo modo l’operatore può stazionare a distanza dal mezzo, con una migliore visibilità dell’area operativa e l’eventuale contatto con cavi aerei non lo espone a rischio di elettrocuzione.
Informazione, formazione ed addestramento dei
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
,lavoratori sull’uso delle attrezzature e sulle procedure di carico.
Uso di D.P.I (scarpe antinfortunistica, guanti, elmetto).
125
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
RIFORNIMENTO SERBATOI GPL
I rischi individuati sono: • incendio esplosione (vapori di GPL);• incendio-esplosione (vapori di GPL);• ustione da fuoriuscita del gas dal recipiente a pressione.
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
RIFORNIMENTO SERBATOI GPL (2)Presso le raffinerie le operazioni di carico vengono effettuate dal personale dipendente mentre l’autotrasportatore hadal personale dipendente, mentre l autotrasportatore ha solamente il compito del posizionamento del mezzo.
Presso il cliente le operazioni di scarico-rifornimento vengono effettuate dall’autista e prevedono:
• il posizionamento del camion nei pressi del serbatoio,• l’applicazione del dispositivo “tagliafiamma e parascintille” al
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
pp p g ptubo di scappamento,
• lo svolgimento delle manichette flessibili, da collegare al bocchettone di carico del serbatoio. L’autista deve essere munito di patente ADR.
126
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
Gli interventi possibili:Informazione formazione ed addestramento dei
RIFORNIMENTO SERBATOI GPL (3)
Informazione, formazione ed addestramento dei lavoratori sull’uso delle attrezzature e sulle procedure di carico.
Uso di D.P.I: durante ogni operazione eseguita l’autista deve avere corpo, braccia e gambe completamente ricoperte da vestiario e impiegare guanti da lavoro.
Per evitare scariche elettrostatiche e scintille durante
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
Per evitare scariche elettrostatiche e scintille, durante l’intero servizio, l’autista deve impiegare vestiario a base di cotone o lana (non indumenti a base di fibre acriliche, ed in genere a base di fibre sintetiche), scarpe di tipo antistatico (da escludere scarpe con suole isolanti e scarpe chiodate).
RISCHI CORRELATI AL CARICO–SCARICO MERCI
Per evitare lesioni da freddo al viso o agli occhi, durante le operazioni su impianti l’autista deve impiegare il casco con
RIFORNIMENTO SERBATOI GPL (4)
operazioni su impianti, l autista deve impiegare il casco con visiera facciale o gli occhiali a protezione completa. Deve sempre avere a disposizione guanti lunghi antitermici e impermeabili per intervenire tempestivamente in caso di perdite di GPL .
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/autotrasportatori
127
Dispositivi di protezione individuale
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
Si intende per dispositivo di protezione individuale, «DPI»,
INTRODUZIONE
p p p , ,qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.
NON COSTITUISCONO DPI … le attrezzature di protezione individuale proprie dei mezzi di trasporto stradali …
128
INTRODUZIONE
Protezione per i piedi
129
Protezione per i piedi
Protezione per i piedi
130
• Marcatura CE impressa in modo leggibile, indelebile per tutto il periodo di utilizzo del DPI
Protezione delle mani
Caratteristiche dei guanti
periodo di utilizzo del DPI
• Da usare contro le aggressioni meccaniche, chimiche …
• Da usare se non vi sono rischi d’impigliamento
• Il materiale dei guanti e delle cuciture deve essere soggetto agli stessi livelli di sicurezza e di pulizia come qualsiasi altra protezione
S ff ’• Si deve considerare anche la difficoltà nell’indossarli e nel toglierli ed il pericolo di passaggio di liquidi attraverso i guanti larghi
REQUISITI DEI GUANTI PER LA PROTEZIONE DA RISCHI MECCANICI (EN 388):
Protezione delle mani
Caratteristiche dei guanti (2)
RISCHI MECCANICI (EN 388):
1.Resistenza all’abrasione
2.Resistenza al taglio
3.Resistenza allo strappo
4 Resistenza alla perforazione4.Resistenza alla perforazione
131
Protezione delle mani
REQUISITI DEI GUANTI PER LA PROTEZIONE DAL RISCHIO MICROBIOLOGICO E CHIMICO (EN 374 2 3):
Protezione delle mani
Caratteristiche dei guanti (4)
RISCHIO MICROBIOLOGICO E CHIMICO (EN 374-2-3):
Indici di permeazione e permeabilità (durata della protezione offerta, classi da 1 a 6)
LQA: livello di qualità accettabile 1-2-3, in base alla percentuale non conforme che sarà accettato dal piano di campionamento
132
Protezione delle mani
Top Related