Ricerca e Sviluppo
1
Economia Industrialeprof. Gianmaria Martini
Anno accademico 2009/2010
Andrea GuarnieriStefano Pabellini
Luca PesentiCarlo Savarese
CLASSIFICAZIONE DELL’INNOVAZIONE
2
• Di base: non strettamente connessa o finalizzata a specifiche applicazioni.
• Applicata: deriva da input dal mercato, con finalità di applicazioni pratiche nella realtà
mediante, ad esempio, l’uso di prototipi.
• Di sviluppo: non ci si focalizza più su prototipi ma su come realizzarli per renderli disponibili ai
consumatori.
• Prodotto innovativo: creazione di nuovi beni o servizi.
• Processo innovativo: nuovi modi per produrre beni esistenti.
• Innovazione radicale (processo drastico)
• Innovazione incrementale (processo non drastico)
RICERCA
OUTPUT DELLA RICERCA
GRADO DELL’INNOVAZIONE
PROCESSO INNOVATIVO DRASTICO/NON DRASTICO
3
Dati:
• Competizione Bertrand
• MC1 = MC2 = P = $80
• P = 120-Q
Innovazione drastica CM2=$20 (L’azienda 2 si comporta da monopolista e butta fuori dal
mercato la 1).
MR = 120-2Q 120-2Q = 20 Qm = 50 Pm = $70 (l’impresa 1 non compete ed esce dal
mercato).
Innovazione non drastica CM2 =$60 Qm = 30 Pm = $90.
Come si vede dalla figura la strategia del monopolista non funziona, perché restano margini di
profitto per le altre imprese (area azzurra). La cosa migliore che l’azienda innovatrice può fare è
stabilire un prezzo di $80 (più precisamente $79.99) e un output di 40 unità, eliminando la
concorrenza delle altre imprese.
Se l’innovazione di processo permette all’impresa di ottenere un profitto da monopolista allora
l’innovazione è drastica, viceversa, se l’azienda non ottiene un profitto da monopolista, ed è
costretta ad abbassare il prezzo per liberarsi della concorrenza, l’innovazione non è drastica.
INCENTIVI ALL’INNOVAZIONE 1: MASSIMIZZAZIONE SURPLUS
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Dati:
• Competizione Bertrand
• MC1 = $80 MC2 = $60
• P = 120-Q
Vi è un pianificatore sociale che impone la vendita al prezzo marginale, non vi è
quindi surplus per il produttore.
Surplus prima dell’innovazione per i consumatori: [$(120-80)*(40)]/2 = $800.
Surplus dopo l’innovazione per i consumatori: [$(120-60)*(60)]/2 = $1800.
I mille aggiuntivi si realizzano in tutti i periodi dopo l’innovazione per cui sono
da attualizzare.
Attualizziamo il valore dell’innovazione: Vp = 1000/(1-R) con R = (1+r)^(-1).
L’innovazione fa aumentare il surplus dei consumatori.
INCENTIVI ALL’INNOVAZIONE 2: MERCATO CONCORRENZIALE
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Dati:
• P = 120-Q
• MC = $80
• MC dopo l’innovazione = $60
Profitti prima dell’innovazione = 0 (P = MC)
L’impresa che possiede i diritti sull’innovazione venderà ad un prezzo leggermente inferiore
rispetto ai precedenti concorrenti, facendoli uscire dal mercato e ottenendo un monopolio.
Profitti dopo l’innovazione = $(80-60)*40 = $800
Vc = 800/(1-R) con R = (1+r)^(-1).
L’impresa che innova ha maggiori profitti.
INCENTIVI ALL’INNOVAZIONE 3: MONOPOLIO
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Dati:
• P = 120-Q
• MR = 120-2Q
• Prima di innovare:
MC = $80
Q prodotta prima di innovare = 20 al P di $100
Profitto = 20(100-80) = $400
• Dopo l’innovazione:
MC dopo l’innovazione = $60
Q prodotta dopo l’innovazione = 30 al P di $90
Profitto = 30(90-60) = $900
Beneficio per il monopolista = $(900-400)/(1-R) = $500/(1-R)
Si dimostra che le aziende che operano in competizione traggono maggiori vantaggi
innovando rispetto al monopolista.
Il monopolista paga l’effetto di rimpiazzo, se innova infatti deve sostituire i vecchi impianti
(che già gli davano un profitto da monopolista) con i nuovi, per questo è meno incentivato
rispetto alle imprese che concorrono.
INCENTIVI ALL’INNOVAZIONE
7
Il valore dell’innovazione è differente nei tre mercati (con pianificatore sociale,
perfettamente concorrenziale e monopolistico). In particolare:
Vp=1000/(1-R) > Vc=800/(1-R) > Vm=500/(1-R)
Pianificatore sociale Concorrenza perfetta Monopolio
Il motivo importante per cui il monopolista attribuisce all’innovazione un valore inferiore è che
egli riduce l’output ad un livello inferiore a quello socialmente ottimale. Egli infatti non è in grado
di effettuare una discriminazione di prezzo di primo grado, altrimenti il valore attribuito
all’innovazione dal monopolista sarebbe pari al valore attribuitole dalla società e verrebbe
prodotta la quantità socialmente ottimale.
INNOVAZIONE TRA INCUMBENT ED ENTRANTE 1
8
Cercheremo ora di capire come l’innovazione può servire all’entrante per aggredire un
mercato o all’incumbent per innalzare barriere all’entrata.
Dati:
• P = 120-Q
• MC = $60
• Durata illimitata del brevetto
Nello stadio 1 l’impresa già presente sul mercato decide se effettuare o meno la R&S che
riduce il costo marginale a $30. Nello stadio 2 un potenziale entrante decide se entrare o
meno. Se l’impresa già presente sul mercato non ha effettuato la R&S, la nuova impresa
sceglie se effettuare o meno la R&S. Senza R&S i costi marginali sono pari a $60, con R&S
sono pari a $30.
I
I
N
E
E
F
E
F
E
E
N
I
M: $400; E: $400
M: $1600; E: $100
M: $2025; E: $0
M: $100; E: $1600
M: $900; E: $0
1
2
3
4
5
INNOVAZIONE TRA INCUMBENT ED ENTRANTE 2
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Duopolio alla Cournot
max [120-(q1+q2)]q1-30q1 90-2q1-q2=0 q1=40
max [120-(q1+q2)]q2-60q2 60-q1-2q2=0 q2=10 p=70
πM=(70-30)40=1600
πE=(70-60)10=100
Monopolio
RM=CM 120-2q1=30 q=45 p=75 πM=(75-30)45=2025
Duopolio alla Cournot
max [120-(q1+q2)]q1-60q1 60-2q1-q2=0 q1=10
max [120-(q1+q2)]q2-30q2 90-q1-2q2=0 q2=40 p=70
πM=(70-60)10=100
πE=(70-30)40=1600
Duopolio alla Cournot
max [120-(q1+q2)]q1-60q1 60-2q1-q2=0 q1=20
max [120-(q1+q2)]q2-60q2 60-q1-2q2=0 q2=20 p=80
πM=πE=(80-60)20=400
Monopolio
RM=CM 120-2q1=60 q=30 p=90 πM=(90-60)30=900
1)
2)
3)
4)
5)
INNOVAZIONE TRA INCUMBENT ED ENTRANTE 3
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A questo punto, è possibile calcolare quanto vale l’innovazione per le due imprese.
Per quanto riguarda la nuova impresa, l’innovazione fa aumentare i profitti portandoli
da $400 a $1600; di conseguenza, il valore attuale dell’innovazione per la nuova impresa è
Ve=$1200/(1-R).
Per l’impresa già presente sul mercato l’innovazione fa aumentare i profitti da $100 a
$1600 con conseguente valore dell’innovazione per l’incumbent pari a Vi=$1500/(1-R).
Pertanto, essendo Vi > Ve, il monopolista è maggiormente incentivato ad innovare.
INNOVAZIONE TRA INCUMBENT ED ENTRANTE 4
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Generalizzando, indichiamo con πdi(ci,ce) i profitti di duopolio per ciascun periodo per
l’incumbent e con πde(ci,ce) i profitti di duopolio per ciascun periodo per l’entrante, dove
ci è il costo marginale dell’impresa già presente sul mercato e ce è il costo marginale
della nuova impresa.
Ricordiamo che l’innovazione riduce il costo marginale da ca (alto) a cb (basso).
L’incumbent sa che l’innovazione comporta profitti pari a πdi(cb,ca), mentre la
mancata innovazione comporta l’entrata dell’entrante e profitti pari a πdi(ca,cb). Per la
nuova impresa è possibile innovare solamente se l’incumbent non ha innovato quindi
l’innovazione comporta profitti pari a πde(ca,cb) mentre la mancata innovazione profitti
pari a πde(ca,ca).
INNOVAZIONE TRA INCUMBENT ED ENTRANTE 5
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Valore dell’innovazione per l’incumbent: πdi(cb,ca)- πd
i(ca,cb)
Valore dell’innovazione per l’entrante: πde(ca,cb)- πd
e(ca,ca)
Per simmetria: πde(ca,ca)= πd
i(ca,ca) e πde(ca,cb)=πd
i(cb,ca)
Di conseguenza affinché l’impresa già presente sul mercato assegni all’innovazione un
valore maggiore rispetto alla nuova impresa, è necessario che πdi(ca,cb)< πd
i(ca,ca),
condizione che è sempre soddisfatta.
Il profitto dell’incumbent, quando fronteggia un rivale a basso costo, è inferiore al
profitto che essa ottiene quando fronteggia un rivale ad alto costo, indipendentemente dai
costi marginali dell’impresa già presente sul mercato.
Supponendo che l’innovazione dell’incumbent scoraggi l’entrata, per il monopolista il
valore dell’innovazione è πm(cb)-πd
i(ca,cb), un valore chiaramente maggiore del valore
dell’innovazione con l’entrata di un’altra impresa, dal momento che πm(cb)≥πdi(cb,ca).
INNOVAZIONE TRA INCUMBENT ED ENTRANTE 6
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Il monopolista rendendosi conto che il costo della non adozione dell’innovazione
sarebbe talmente alto da lasciare possibilità di entrata ad un rivale che l’adottasse,
innova. Questo effetto prende il nome di effetto di efficienza. Per sintetizzare,
indipendentemente dal fatto che l’innovazione da parte di un’impresa monopolista
già presente sul mercato permetta di mantenere o meno quel monopolio, l’impresa
già presente sul mercato attribuisce all’innovazione un valore maggiore rispetto a
un’impresa che potenzialmente entra sul mercato. Migliorarsi è meglio che essere
rimpiazzati da un nuovo arrivato.
IL MODELLO DI DASGUPTA E STIGLITZ (1980) 1
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Quando il monopolista si rende conto che il costo della non adozione dell’innovazione
sarebbe talmente alto da lasciare possibilità di entrata ad un rivale che l’adottasse si
realizza l’effetto di efficienza. Analizzeremo ora come la decisione di spendere in
R&D sia fondamentale per la strategia di un’azienda.
Uno dei modelli più semplici che riassumono tale concetto è quello elaborato da
Dasgupta e Stiglitz (1980), basato sul modello di Cournot.
Ipotizziamo un settore caratterizzato da:
n = numero imprese (identiche alla Cournot)
qi = output generato dalla singola impresa
xi = quantità di denaro speso in R&D dalla singola impresa
La spesa xi è finalizzata a ridurre il costo unitario c di produzione, tant’è che esso sarà
espresso in funzione di xi ci = c(xi) : costo unitario di produzione
Il profitto totale netto per ogni singola impresa sarà quindi (dato il prezzo P(Q) di
mercato):
πi = P(Q)qi – c(xi)qi – xi
IL MODELLO DI DASGUPTA E STIGLITZ (1980) 2
15
Supponendo che ogni impresa spenda un ammontare specifico di denaro xi , è possibile
trovare l’output ottimale qi * della singola impresa e quindi del mercato.
πi=P(Q)qi-c(xi)qi-xi
δ πi / δ qi = 0 [P – c(xi *)] / P = si / η
• P è il prezzo di mercato.
• η è l’elasticità della domanda.
• si è la quota di mercato della singola impresa.
Dato che tutte le imprese sono identiche, la quota di mercato per impresa è si = 1 / n.
Da qui, sostituendo: [P – c(xi *)] / P = 1 / nη P(1 – 1 / nη) = c(xi *)
Si nota che all’aumentare di η o di n , il prezzo tende sempre più al costo marginale.
Per determinare l’ammontare ottimale di xi* bisogna aggiungere un’ulteriore condizione:
δ πi / δ xi = [-δ c(xi) / δ xi] qi – 1 = 0 [-δ c(xi ) / δ xi ] qi = 1
La quantità ottima di investimenti in R&S (xi*) si ottiene quando, il beneficio marginale in
termini di riduzione del costo unitario dovuto ad un euro in più speso in R&D (termine di
sinistra) è uguale al costo marginale dell’euro stesso (termine di destra).
Indice di Lerner
IL MODELLO DI DASGUPTA E STIGLITZ (1980) 3
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All’aumentare del numero di imprese operanti nel settore, le quantità qi prodotte da una
singola impresa diminuiranno; si abbasserà di conseguenza il livello di spesa in R&D e i
relativi benefici sui costi unitari c(xi).
Si ipotizzi che, nel lungo periodo, l’entrata libera nel mercato conduca ad un aumento di
n fino a che πi = 0:
P(Q*) qi * – c(xi *) qi * – xi * = 0 con n* imprese: P(Q*)Q* – c(xi *)Q* – n*xi * = 0
Significa: [P(Q*) – c(xi *)]Q* = n*xi * sostituendo [P(Q*) – c(xi *)] con P(Q*) / n*η
si ottiene: [P(Q*) / n*η]Q* = n*xi * n*xi * / P(Q*)Q* = 1 / n*η
L’equazione esplicita la quota di ricavi dedicati all’R&D rispetto al totale dei ricavi.
Tale valore è minore nei mercati poco concentrati, quindi con n* elevato (basso L).
Tale valore è maggiore nei mercati molto concentrati, quindi con n* ridotto (alto L).
Quindi in accordo con la visione di Schumpeter: la concorrenza imperfetta (ossia
la maggiore concentrazione del mercato) favorisce il progresso tecnologico.
CONSIDERAZIONI SCHUMPETERIANE
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Secondo Schumpeter quando le imprese sono relativamente piccole e/o i mercati sono
relativamente poco concentrati, ogni positivo effetto dell’attività innovativa tende a svanire.
La ricerca è quindi massima nei mercati concentrati, in cui grandi aziende competano sui
brevetti per accaparrarsi tutta la domanda.
Prima considerazione
Vi sono mercati con aziende ad alto livello tecnologico e mercato con aziende a basso
livello tecnologico. Le aziende ad alta tecnologia riescono a tradurre velocemente le
scoperte scientifiche in innovazioni di prodotto o processo mentre le aziende a bassa
tecnologia faticano a sfruttare le scoperte scientifiche.
Seconda considerazione
Bisogna distinguere tra le spese in R&D e le vere innovazioni misurando il numero di
brevetti dell’azienda e l’eventuale aumento di produttività.
Terza considerazione
La tecnologia chiave per dominare è associata al numero di brevetti. Si potrebbe pensare
che solo imprese grandi possano realizzare molti brevetti e innovare. Piuttosto esse hanno
saputo brevettare e creare innovazioni drastiche fin dalla loro nascita, sono state in grado di
imporsi sul mercato durante la fase di crescita e continuano a impegnarsi in R&D per
mantenere tale dominio. Questo contrasta col pensiero schumpeteriano secondo il quale
solo i grandi fanno grandi innovazioni.
R&D COOPERATIVA
18
18
La tecnologia spesso nasce da una varietà di competenze ed esperienze perciò diventa
fondamentale la condivisione di esperienze individuali, risultati sperimentali e modelli
applicati al fine di ottenere i migliori benefici. Qualora una impresa, lavorando da sola,
introducesse un’importante innovazione, vi sarebbero potenziali inefficienze in R&D per
via di una competizione non collaborativa.
Analizzeremo quindi gli effetti e le implicazioni degli spillover (diffusione delle conoscenze)
attraverso un modello in cui le attività di ricerca di un’impresa costituiscono un beneficio
anche per gli altri soggetti sul mercato.
R&D COOPERATIVA
19
19
Ipotizziamo l’esistenza di un mercato con funzione di domanda P=A-BQ e di due
imprese con costi marginali identici pari a c, costi riducibili attraverso una attività
condivisa di ricerca e sviluppo.
Con x1 e x2 indichiamo l’intensità delle attività di ricerca e sviluppo per le due
imprese
I costi marginali di produzione risultano:
c1 = c – x1 – βx2 e c2 = c – x2 – βx1
β è un coefficiente compreso tra 0 e 1 che misura il grado con cui i risultati delle
attività di ricerca possono trasferirsi alle altre imprese.
β = 0 significa che non esistono spillover
β = 1 indica uno spillover perfetto
Assumiamo che i costi di ricerca siano maggiori quanto maggiore è l’attività R&D:
r(x) = x2 / 2
Si tratta di una diseconomia di scala.
R&D NON COOPERATIVA
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Per analizzare lo scenario in cui le imprese non collaborano immaginiamo un gioco a due stadi
nel quale nel primo stadio ogni impresa decide il livello dell’intensità di ricerca xi mentre nel
secondo stadio ogni impresa agisce come un concorrente alla Cournot scegliendo il proprio
output.
Gli output delle due imprese risultano:
q1C = (A – 2c1 + c2) / (3B)
q2C = (A – 2c2 + c1) / (3B)
Ricordando che P = A-BQ = A-Bq1-Bq2 e πnC=P* qn
C –cn* qnC , i profitti sono:
π1C = (A – 2c1 + c2)
2 / (9B) – x12 / 2
π2C = (A – 2c2 + c1)
2 / (9B) – x22 / 2
Sostituendo c1 = c – x1 – βx2 e c2 = c – x2 – βx1 si ottiene l’equilibrio di Cournot – Nash:
q1C = [A – c + x1(2 - β) + x2(2β - 1)] / (3B)
q2C = [A – c + x2(2 - β) + x1(2β - 1)] / (3B)
Sostituendo i punti individuati all’equilibrio di Cournot – Nash all’interno delle funzioni di profitto:
π1C = [A – c + x1(2 - β) + x2(2β - 1)] 2 / (9B) – x1
2 / 2
π2C = [A – c + x2(2 - β) + x1(2β - 1)] 2 / (9B) – x2
2 / 2
R&D NON COOPERATIVA
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Analizzando l’equilibrio di Cournot - Nash notiamo come gli output di ogni impresa siano
una funzione crescente delle relative spese in R&D, xi. Tali spese riducono i costi
marginali dell’impresa quindi rendono più profittevole un maggiore output.
Questo effetto può avere però un duplice esito sull’ R&D del rivale:
• se si verifica uno spillover anche l’impresa concorrente avrà costi inferiori e di
conseguenza un’espansione degli output;
• d’altra parte la maggiore competitività dell’impresa può lasciare una quota di mercato
inferiore al competitor.
Il risultato netto dei due effetti dipende dai valori di x1 e x2 nelle equazioni q2 e q1. Il
coefficiente (2β - 1) è positivo solo per valori di β superiori a 0.5. Quindi in caso di
elevato spillover (>0.5) la R&S effettuata da una impresa sarà di beneficio (in termini di
costi inferiori) anche per l’altra impresa. In caso di basso spillover (<0.5) la R&S di
un’impresa sottrarrà quote di mercato all’altra.
Ogni impresa mira a scegliere il livello ottimale di ricerca per massimizzare il
profitto ma tale valore dipende dagli sforzi della concorrente. Siamo quindi costretti
ad individuare l’esito migliore partendo dalle funzioni di reazione dell’intensità di ricerca.
(Poniamo le derivate dei profitti rispetto a xi pari a zero e poi uguagliamo x1 con x2)
R&D NON COOPERATIVA: FUNZIONI DI REAZIONE
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Se gli spillover sono bassi le funzioni di reazione dell’intensità di ricerca sono
decrescenti, indicando che le spese di R&D delle due imprese sono strategici
sostituti, ovvero un maggior livello di ricerca da parte di un’impresa riduce l’ammontare
della ricerca concorrente.
Questo perché si riducono i costi per un’impresa, la quale otterrà un maggiore
vantaggio competitivo rispetto al competitor. Quest’ultimo sarà costretto a ridurre i propri
investimenti in R&D a causa di una minore profittabilità.
Al contrario quando gli spillover sono consistenti le funzioni di reazione sono crescenti
quindi le spese in ricerca sono complementari strategici. L’aumento dell’intensità di
R&D per un’impresa induce perciò il concorrente a incrementare i propri investimenti.
L’equilibrio di Nash nasce
dall’intersezione delle
funzioni di reazione,
tuttavia non fornisce
informazioni riguardo il
livello di investimenti in
attività di R&D.
ESEMPIO 1 – Basso Spillover
23
23
Proponiamo quindi un esempio numerico in cui vengono modificati i parametri di
β, ovvero il grado di spillover tra imprese.
P = 100 – 2Q
MC = c = 60$
β = ¼le imprese possono scegliere due livelli di intensità di ricerca xi = 10 o xi = 7.5
x2 = 7.5 x2 = 10
x1 = 7.5
q1C = 8.23
π1C = 107.31 $
q2C = 8.23
π2C = 107.31 $
q1C = 8.02
π1C = 100.54 $
q2C = 8.96
π2C = 110.50 $
x1 = 10
q1C = 8.96
π1C = 110.50 $
q2C = 8.02
π2C = 100.54 $
q1C = 8.75
π1C = 103.13 $
q2C = 8.75
π2C = 103.13 $
Eq. Nash
24
P = 100 – 2Q
MC = c = 60$
β = ¾le imprese possono scegliere due livelli di intensità di ricerca xi = 10 o xi = 7.5
x2 = 7.5 x2 = 10
x1 = 7.5
q1C = 8.85
π1C = 128.67 $
q2C = 8.85
π2C = 128.67 $
q1C = 9.38
π1C = 136.13 $
q2C = 9.06
π2C = 125.78 $
x1 = 10
q1C = 9.06
π1C = 125.78 $
q2C = 9.38
π2C = 136.13 $
q1C = 9.58
π1C = 133.68 $
q2C = 9.58
π2C = 133.68 $
Eq. Nash
ESEMPIO 2 – Alto Spillover
24
R&D NON COOPERATIVA - CONCLUSIONI
25
25
Concludendo possiamo riconfermare che l’ammontare di ricerca effettuato da parte di
un’impresa decresce al crescere di β, il grado di spillover relativo alla R&D.
Abbiamo visto che un incremento del grado di spillover in R&D tra le
imprese causa una minore intensità delle attività di ricerca.
PERCHE’?
Se conoscenze e competenze non
si diffondono facilmente (basso
spillover) le imprese sono portate a
investire aggressivamente nella
ricerca per non perdere la
competizione considerando la
risorsa come sostituto strategico.
In tal caso entrambe intensificano le
attività di R&D per non perdere
quote di mercato e profitti rispetto ai
competitor.
Quando invece vi è un’ampia
diffusione di informazioni (alto
spillover), ogni impresa sa di poter
trarre vantaggio dalla ricerca altrui
quindi sostanzialmente non è
incentivata a investire molto.
Le imprese infatti cercano di
“appropriarsi” il più possibile dei
risultati ottenuti dalla concorrenza
senza compiere eccessivi sforzi in
termini di spese in ricerca.
COOPERAZIONE TECNOLOGICA 1
26
Esistono due possibili tipologie di accordi tra imprese operanti in un duopolio:
Coordinamento semplice:
Le imprese scelgono quei valori di x1 e x2 che massimizzano la somma dei profitti individuali.
Questo implica dei cambiamenti rispetto ai casi visti precedentemente.
• Quando gli spillover sono bassi, la coordinazione porta le imprese a scegliere un basso
livello di R&D. Il profitto passa da $ 103.13 a $ 107.31.
• Quando gli spillover sono alti, la coordinazione porta le imprese a scegliere un alto livello di
R&D. Il profitto passa da $ 128.67 a $ 133.68.
Possiamo dunque affermare che:
• maggiore è l’intensità di R&D (xi), maggiore è il β e maggiore sarà la spesa in ricerca.
• il problema del free-riding viene eliminato.
• i risultati del coordinamento non sono sempre positivi per i consumatori. Infatti per β < 0.5,
le imprese riducono le proprie energie in R&D incrementando di conseguenza i loro profitti.
Sfortunatamente un minor tasso di innovazione implica un maggior prezzo per i consumatori.
TIPOLOGIA A
La prima possibilità è che ciascuna
delle due imprese svolga la propria
attività di R&D e si interfacci con l’altra
per coordinare i propri sforzi in
ricerca.
TIPOLOGIA B
La seconda possibilità consiste
nella condivisione esplicita delle
attività di R&D instaurando una
joint venture di ricerca (RJV).
COOPERAZIONE TECNOLOGICA 2
27
27
Research Joint Venture (β = 1):
Come precedentemente affermato, un aumento degli spillover porta ad un
incremento degli sforzi in ricerca e dei profitti conseguibili da ciascuna impresa.
Risulta chiaro come tramite gli RJV, che pongono il parametro β al suo più alto
valore possibile, si possano ottenere i massimi benefici sia per le imprese che per
i consumatori.
Con questa soluzione, le imprese effettuano intensi sforzi in ricerca e ottengono
una considerevole riduzione dei costi. Questo si traduce in un minor prezzo per i
consumatori.
Questi sono i principali motivi per cui le autorità antitrust consentono questo
genere di cooperazione tra le imprese, diversamente da quanto avviene per il
price-fixing.
CONCLUSIONI
28
28
Riflettendo su quanto detto fino ad ora possiamo concludere che:
La fonte primaria dell’avanzamento tecnologico è la ricerca e sviluppo.
Le imprese sono disposte ad effettuare grossi investimenti nella ricerca se e solo se
possono ottenere risultati ragionevolmente soddisfacenti.
L’imitazione dei prodotti da parte dei concorrenti fa si che la competizione sui prezzi
sia elevata ma nel contempo scoraggia le imprese ad effettuare per prime innovazioni.
La politica è incaricata di svolgere un ruolo fondamentale, ovvero fornire adeguati
strumenti di protezione dell’innovazione e in contemporanea deve incoraggiare la
cooperazione delle imprese nelle attività di ricerca e sviluppo.
29
29
“Non è… la concorrenza [del prezzo] che conta, ma la
concorrenza indotta dal nuovo prodotto, dalla nuova tecnologia,
dalla nuova fonte di offerta, dal nuovo tipo di organizzazione…
concorrenza che determina un netto vantaggio di costo o qualità
e che va a colpire non i margini dei profitti e degli output delle
imprese in essere, ma le loro fondamenta e finanche la loro
vita.”
Joseph Schumpeter - “Capitalism, Socialism and Democracy”
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