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Michele Tampieri intervista Ottavio Baia“Fisica Quantistica nel Business”
Michele: Ciao a tutti e benvenuti in Business TRIBE, il video blog che tratta argomenti per
aumentare i profitti, gestire meglio il tempo e raggiungere una maggiore libertà finanziaria. Oggi
trovo che sia una mezz’ora che passeremo insieme molto interessante, insieme ad un nostro
ospite che è già stato presente in Business Tribe trattando l’argomento di time management,
Ottavio Baia. Ottavio benvenuto di nuovo in Business Tribe!
Ottavio: Buondì a te Michele e anche a tutti i video ascoltatori.
Michele: Oggi trattiamo un argomento di grande valore Ottavio, perché parleremo di PNL e
Fisica Quantistica applicata al business e al management, quindi saliamo, alziamo un po’ l’asticella
con informazioni molto particolari. Però prima ci tengo, come sempre, a presentarvi Ottavio.
Ottavio Baia opera nella formazione professionale e nella consulenza aziendale su scala
nazionale. La sua attività è patrocinata da molte Camere di Commercio e da Enti Certificatori che
ne accreditano i contenuti. E’ il creatore della Certificazione Nazionale di Qualità per le Agenzie
Commerciali e si interessa da anni agli effetti prodotti dalla comunicazione politica, industriale, del
web e a quella interpersonale. E’ un grandissimo esperto di PNL applicata e oggi appunto, insieme
ad Ottavio, tratteremo con lui l’argomento a mio avviso di straordinario interesse che è la Fisica
Quantistica e i neuroni a specchio, un qualcosa che per molti dei nostri video ascoltatori suona un
po’ strano, ma capirete quanto sono concetti applicabili in modo concreto alla nostra vita
quotidiana.
Bene Ottavio, io direi di partire subito con l’intervista. Partiamo subito con i contenuti. Da quanto
tempo sentiamo parlare sempre più di PNL e delle sue applicazioni in ambito lavorativo, ma cos’è
innanzitutto la PNL, quindi la Programmazione Neuro Linguistica, e cos’è che serve
concretamente?
Ottavio: La Programmazione Neuro Linguistica non nasce in Italia, nasce negli Stati Uniti,
diciamo da due ricercatori, un neuro linguista e l’altro matematico Richard B. e John M.
Il programmatore neuro linguistica, la spiegazione sta nel suo acromo PNL cioè, a livello di
programmazione, è la capacità di influire sulle modalità di comportamento fondata sulla percezione
e sull’esperienza individuale. Possiamo dire che è un pochino lo studio della struttura della
referenza soggettiva, quindi riesce ad intervenire su una gamma ridefinita di comportamenti che
noi chiamiamo schemi o dealimentari che funzionano in modo per lo più inconsapevoli, il più delle
volte anche automatico. “Neuro” invece è un processo neurologico di comportamento umano e di
fatto basato un pochino sul sistema nervoso che riceve stimoli esterni e le rielabora attraverso
percezioni rappresentative proprie. “Linguistica” è quel che definisce un sistema con cui i processi
mentali umani sono codificati, organizzati e trasformati attraverso il linguaggio, che non è solo un
linguaggio logico cioè verbale ma diventa anche un linguaggio più che altro non verbale. Il principio
di fondo della PNL è che ciascuna persona vive le proprie esperienze della realtà filtrandole
attraverso i suoi canali più percettivi: linguista, udito, gusto, tatto, olfatto che sono in qualche modo
i sensori che noi abbiamo per metterci in contatto con l’esterno. Ovviamente a questi ci sono altri
filtri soggettivi, quelli personali, familiari, culturali e sociali. Insomma in definitiva possiamo dire che
la Programmazione Neuro Linguistica indica il procedimento fondamentale usato da tutte le
persone da tutti gli esseri umani per codificare, trasferire, guidare e modificare il comportamento.
Poi quale può essere, qual è il nesso che c’è fra Programmazione Neuro Linguistica e Fisica
Quantistica? Abbiamo detto che noi per avere, per metterci in contatto con l’esterno abbiamo 5
sensori che sono la vista, l’udito, il tatto, il gusto e l’olfatto. Il cervello sta in una scatola chiusa, non
si accorge di ciò che c’è all’esterno e per mettersi in contatto con l’esterno attiva di volta in volta un
sensore o tutti o qualcuno in parte. Ogni persona in qualche modo adotta nell’età evolutiva, un
sensore piuttosto che un altro privilegiandolo, ecco perché a volte si dice “quella persona è di
natura uditiva” piuttosto che di natura visiva o cinestegica, cioè l’aggregazione del tatto-gusto-
olfatto. Dov’è il nesso stretto? Il nesso stretto è che questi contatti con l’esterno, là dove accuniti, là
dove aumentati, creano l’attitudine alla osservazione, a una parola che sembra semplice ma è
fondamentale, e alla elasticità, cioè la capacità di uscire fuori schema, fuori modello, fuori abitudine
e questa osservazione e la correlazione con l’ elasticità sono dal mio punto di vista le colonne della
consapevolezza quantistica.
Michele: Ottavio, per identificare un po’ il concetto del nazionale, visto che parliamo di aspetti
molto importanti, chi sono in Italia i maggiori esperti di Fisica Quantistica?
Ottavio: Ci sono molti ricercatori in Italia e all’estero, però ritengo di dire Fabio Marchesi,
Alberto Lori, per un verso, ed altri dal punto di vista scientifico Marco S., diciamo che grazie a loro
io poi ho sviluppato questa passione verso la Fisica Quantistica e anche la nostra intervista fa leva
sulle loro ricerche. Io le prendo e le vado a calibrare, adattare nei contesti formativi che
quotidianamente o periodicamente facciamo.
Michele: Quindi, sulla base di questa tua formazione, di questa tua elaborazione e della tua
esperienza Ottavio, che cos’è la Fisica Quantistica? Cioè spiegaci un po’, facci un po’ un quadro
per chi non la conosce, perché è un argomento che non tutti ovviamente conoscono, anche se è
un po’ di moda negli ultimi tempi.
Ottavio: Non è facile in realtà parlare di Fisica Quantistica nel senso tecnico, cercherò più di
adattare questa intervista, a fare spiegazioni più soft, perché è bene che coloro che ci ascoltano
possano avere un accesso un pochino più leggero, ed adatto specialmente per coloro che questa
disciplina non la conoscono bene. Poi con il tempo la possono indubbiamente approfondire
sempre meglio, ma diciamo oggi mettiamo il primo mattoncino, le prime informazioni significative.
Comunque la Fisica Quantistica è una branca della fisica che studia le particelle subatomiche e si
occupa principalmente di probabilità. Lo scopritore, un certo Max Planc, quindi parliamo della
seconda metà del diciannovesimo secolo e del ventesimo secolo, il quale ha definito la realtà
come un’insieme di qua…., piccole particelle composte da unità elementari di energia indivisibili.
Ciò vuol dire che tra me e te Michele, anche se siamo distanti fisicamente, siamo a 100km di
distanza, in realtà non siamo divisi, ma tra me e te, tra me e il mondo, tra te e il mondo, tra tutti gli
esseri viventi, viene una sorta di legame in una tela, definiamola così, formata da particelle, da
atomi, da fotoni, protoni, elettroni, neuroni che interagiscono a distanza attraverso dei, definiamoli,
campi, ok, più generalmente detti campi magnetici. Sulle riviste scientifiche è stato riportato che
ogni cosa in realtà nell’universo interagisce con un’altra cosa esistente, che una piccola modifica in
una qualsiasi parte del mondo può influenzare inevitabilmente altre parti del sistema. Basterebbe
pensare al sistema dell’ecologia, quanto un’azienda in Cina può creare problemi ad un popolo a
migliaia di km dalla stessa Cina. E’ come dire che il mondo, l’universo, è tutto correlato, tutto
legato. Non so se, a me è sempre piaciuta una metafora che recita pressappoco così: “un lieve
battito d’ali di una farfalla può scatenare un uragano nell’altra parte del mondo”, sembra banale ma
in realtà è come dire “nulla nasce per caso”. Successivamente poi si è passati dallo studio del
micro al macro, quindi dalle particelle subatomiche, da ciò che non si vede a ciò che si vede. Ciò
che si vede è ciò che si ha e in particolare le persone e siccome anche le persone sono all’interno
dei campi quantici, il loro comportamento può essere influenzato in modo del tutto analogo a ciò
che non è visibile, non esiste solo ciò che si vede ma anche ciò che non si vede. E ciò che si vede
influenza ciò che si vede. La Fisica Quantistica può essere definita una scienza, l’ultima frontiera
nella scienza moderna, non è certamente dell’ultima ora ma sta prendendo sempre più valore,
perché lo studio e la ricerca stanno recuperando, come dire, alcune filosofie, definiamole così
rinascimentali o del mondo greco, del mondo egizio, dove alcune definizioni potevano essere
poste per via empirica, insomma “aiutati che il ciel ti aiuta”, però che cosa vuol dire? Vuol dire che
c’è un nesso tra i nostri pensieri, la nostra volontà e la trasformazione della realtà che ci si pone di
fronte, e questo concetto della realtà tra un pochino lo vedremo, perché non esiste una realtà
assoluta, ma come vedremo esistono tante realtà che si possono trasformare anche in base al
nostro pensiero, semplicemente al nostro pensiero. Diciamo che nell’ambito quantistico ci sono
stati tanti scienziati, Ernest Pauli, Gustav Yang, Joseph Alexander, Schroder, il quale è stato anche
un premio nobel proprio relativamente alla meccanica e alla fisica quantistica ed è stato Schroder
che in qualche modo ha intuito quello che oggi si chiamano le equazioni d’onda. Ecco qui
entreremo nel tecnico e per il momento lo lascerei da parte. Continuerei a parlare della superficie
della fisica quantistica, comunque in particolare quest’ultimo Schroder affermava che attraverso la
quantistica siamo in grado di piegare la realtà al nostro volere favorendo gli eventi desiderati. Ho
iniziato a notare ciò che esiste ma che la nostra mente non vede, l’equazione di Schroder
focalizzandoci sugli elettroni dell’universo, studiandone le infinite probabilità di presenza, ha
assimilato tali probabilità all’interno della mente umana ricreando in qualche modo le infinite
possibilità di movimento neurale. E’ come dire, noi siamo all’interno di un sistema e tutto ciò che è
all’interno di questo sistema è correlato tra sé e sé, quindi non esiste una frammentazione, una
divisione tra noi esseri umani e tutto ciò che ci circonda a livello visibile e a livello non visibile.
Prende forma da questo punto di vista il fatto che il nostro cervello non è solo un osservatore della
realtà, ma un emulatore, qualche cosa che origina nuove realtà, dunque l’osservatore in fisica
quantistica influenza il sistema osservato modificando la realtà stessa, e questa definizione che
l’osservatore modifica l’osservato è potentissima perché fino ad oggi abbiamo percepito che
eravamo noi a modificare l’atteggiamento, il comportamento, rispetto ad input esterni. La Fisica
Quantistica dice che il nostro modo di osservare invece può influenzare tutto il sistema osservato,
ed è qualche cosa di grandioso di straordinario, tant’è che Albert Einstein diceva che “vale più
l’immaginazione che l’intelligenza”, e questo è quasi un aforisma particolarmente potente perché
dice: “se io non immagino, se io non posso prevedere, se io non mi disegno un percorso mentale,
non posso avere le idee chiare”. Immaginando una realtà che non c’è e quindi da un pensiero
informe trasformarlo in un fatto concreto è perché nasce dalla mia possibilità di immaginare,
positivo o negativo. Se penso, se immagino che le cose vadano male, probabilmente io creerò
dentro di me inconsciamente, ma anche coscientemente, una sorta di percorso tale per cui creo
maggiori possibilità che le cose vanno male perché ho pensato che le cose vadano male. Mentre,
tant’è che c’è un bel detto che dice “ se ti concentri persistentemente su ciò che temi è proprio lì
che finirai”. Cosa diversa è invece immaginare propositivo, positivo, però termine che frazionato
nella sua etimologia significa “ in me mago agere”, cioè io ho un mago dentro di me che può
attivare delle forze che interferiscono con la realtà attiva e positiva e anche qui posso creare,
immaginare o rendere statisticamente più probabile ciò che io desidero, tant’è che sempre Albert
Einstein che ha lavorato all’interno della Fisica Quantistica, ha dichiarato una volta: “meglio essere
ottimisti ed avere torto che essere pessimisti ed avere ragione”. Bellissima questa cosa! Perché è
come dire “per essere una buona offerta basta essere pessimisti, tanto qualche cosa nella vita ti
andrà sempre male!”. Ma il pessimista è una persona statica, è una persona che non fa succedere
le cose forse proprio perché ha paura che le cose succedono, e vede solo l’aspetto negativo
dunque di un percorso, di un progetto di un’idea. L’ottimista invece è quello che immagina intanto
che il futuro sia favorevole e assapora il gusto del successo, come dire, ancor prima che avvenga,
stimolando se stesso quale protagonista delle trasformazioni. C’è un bellissimo video che gira su
internet relativamente alla vita di Enzo Ferrari, con Enzo Castellitto e Pierfranco Favino, ed è
bellissimo perché quando Pierfranco Favino che era il socio che Enzo Castellitto voleva per sua
scuderia Ferrari, chiedeva appunto Favino a Castellitto :” si ma dove sono gli operai?”, “si ma dove
sono le banche che ci danno i soldi?”, “si ma dov’è l’officina?”, ed Enzo Castellito che interpretava
Enzo Ferrari gli diceva: “dove sono? Qui dentro sono!” ed è bellissima questa cosa, perché
l’ottimismo e il pessimismo possono influire tantissimo sulla nostra vita, sulla società e anche
sull’economia, anzi se è per questo io ritengo che l’Italia tenti a ripartire anche per il senso di
vittimismo che molte classi sociali o anche di culture e abitudini che abbiamo. Il pessimismo
intelante è distribuito, si può dire, tutti i giorni prendendo dalle riviste di giornali, dai media, influisce
un effetto domino nelle coscienze, un effetto domino nelle coscienze. Si arriva a volte alla paralisi
del pensiero dunque anche all’azione producendo una rassegnazione paura. Il sistema delle forze
negative può essere a volte forzato talmente disperato e trattato per esempio nella legge di
Rosental , dove la realtà si auto avvera, un tam tam nell’etica insomma, com’è che si dice come
aforisma? “ma si respira una brutta aria”, è come se noi trattassimo nell’aria dei sistemi
comunicativi invisibili che ci fanno pensare e comportare tutti nello stesso modo, e questo è, sotto
il profilo della comunicazione, una grande criticità perché potremmo essere vittime inconsapevoli di
sistemi comunicativi creati affinché noi omologhiamo tutti insieme lo stesso pensiero e lo stesso
tipo di comportamento.
Michele: Scusa Ottavio se ti interrompo, trovo veramente affascinante questo argomento,
sono sincero. Proprio perché effettivamente andiamo un po’ a tecnicizzare o a rendere scientifico
ciò che si dice, cioè si attrae quello che si pensa, nel bene e nel male, sia nella vita professionale
ma anche nella vita personale. Però ti volevo fare questa domanda: quali sono le verità su cui si
appoggiano le teorie quantistiche?
Ottavio: Le verità che la Fisica Quantistica pone sono un connubio tra lo stato empirico, cioè
l’esperienza, e la ricerca applicata. Nella ricerca un modello diventa plausibile e accettato quando
si ripete, quando nel tempo ripete lo stesso risultato. La scienza non può prendere per vero un
risultato unico e omologarne su tutto il contesto, si può immaginare nella medicina insomma. La
cosa bella invece della Fisica Quantistica ci mette di fronte è che, e guarda è un’esperienza che ho
fatto, ero a cena con un ingegnere nucleare e parlavamo di fisica quantistica, proprio per portare
un esempio pratico, e gli ho fatto questa domanda: “quanto il ricercatore influenza il risultato?” o
meglio, se il ricercatore crede ed è convinto in un certo risultato, pur non avendo ancora basi di
comprove, può influire sul risultato finale? E, se un ricercatore non crede nel risultato finale può
questo essere inficiato dal pessimismo stesso del ricercatore? E beh, questa domanda fatta ad un
tecnico, il tecnico mi ha detto “sì, questo può succedere”, tant’è che in alcuni esperimenti della
fisica quantistica, alcuni esperimenti prendevano una via diversa e avevano un risultato diverso.
Fintanto quanto il sistema dei processi per arrivare al risultato finale veniva osservato in un modo o
in un altro, dunque il meccanismo del pensiero sul risultato finale ha una grande incidenza, in
realtà siamo noi a trasformare la realtà compatibilmente con le nostre credenze, con i nostri valori.
Perché? Perché se io non credo o non ho consapevolezza, coscienza di alcune cose, i miei occhi i
tuoi, gli occhi di tutti, non riescono a vederli perché non hanno i codici per vedere realtà visibili ma
che non si palesano proprio perché non le conoscono. Quindi l’ampiezza delle possibilità, delle
nostre mappe mentali, dei nostri pensieri,come dire, si ampliano tanto quanto noi abbiamo codici
per vedere ciò che apparentemente non c’è ma esiste, ti faccio un esempio classico: quante volte
tu hai pensato, esperienze che facciamo in tanti, vuoi acquistare un’automobile, ok, vai ad
acquistare un’automobile e ad un certo punto ti informi e vai a sfogliare finché vedi la tua
automobile, questa mi piace, è questa che voglio comprare. Vedi, c’era anche il giorno prima
quell’automobile, ma tu nel momento che vuoi acquistare quell’automobile, vedrai in giro solo
quell’automobile che vuoi acquistare. Ne cominciamo a vedere a decine e decine di tutti i tipi e di
tutti i colori, ma i nostri occhi non la vedevano, e dunque è come se non fosse mai esistita. Quando
ci siamo innamorati della nostra donna lei già esisteva ma ha preso forma nel momento in cui ci
siamo innamorati e più la pensavamo e più la avvicinavamo a noi anche senza confessarle il
nostro interessamento, i nostri occhi hanno cominciato a vederla, a formarla nella nostra mente, a
vederla in ogni via, in ogni angolo, insomma siamo noi i fautori della nostra realtà e del nostro
destino, e il nostro destino non sarà mai casuale, non sarà altro che il rapporto causa – effetto dei
nostri pensieri e dei nostri relativi comportamenti. Un bellissimo film “sliding doors” metteva in
evidenza come scendendo da un ascensore e andando a destra le appariva un destino
completamente diverso a sé, come se non fosse andata a sinistra. Vedi il problema non è tanto la
verità in quanto tale, perché nell’universo non esistono verità assolute, ma esistono solo
interpretazioni. Nella natura non esistono verità, esistono semmai possibilità, ciò che ognuno crede
che sia vero, contribuisce al fatto che la realtà si manifesti così come le nostre credenze, le
nostre………..Quando lo scienziato fa una scoperta, in realtà non si chiamerebbe scoperta se non
fosse già stata presente. Una scoperta vuol dire che qualcuno ha scoperto ciò che c’era, se no non
ha scoperto niente, ma perché l’ha scoperta lui? Perché ha avuto un grado di osservazione
maggiore di altri e ha avuto la flessibilità di non creare un buonismo stretto cartesiano nel dire “due
più due fa quattro”. Nella Fisica Quantistica non fa quattro e dunque tutto ciò che avviene nella
nostra vita è perché noi siamo in grado di poter interpretare la realtà per quello che tutti i giorni ci
immette e ci somministra. Ecco perché prima parlavo di osservazione e di elasticità all’inizio, in
altre parole noi vediamo la realtà compatibilmente con i nostri codici educativi, culturali, sociali,
neurotici, quello che abbiamo. Di conseguenza ognuno interpreta la realtà sulla base delle
interpretazioni di sé stesso. Quindi io ricordo da bambino che qualche persona di buon senso ci
diceva che il destino lo costruiamo con le nostre mani, probabilmente voleva dire con la nostra
mente, per cui al di là di casi singoli il nostro stile di vita a tutti i livelli causerà in qualche modo,
come dire, probabilità compatibilmente con ciò che noi pensiamo che sia.
Michele: Ottavio ti faccio una domanda, leggevo ultimamente qualcosa di Fisica Quantistica e
mi aveva incuriosito il fatto che le persone possono in qualche modo relazionarsi anche se sono in
realtà a distanza. Ma cosa c’è di vero in questo?
Ottavio: Allora, diciamo che qui entriamo più nel fatto scientifico, anche Albert Einstein ne
parlava. Sostanzialmente che cosa succede? Prendiamo per esempio i fotoni, i fotoni sono
particelle di luce, i quali messi insieme, fatti lavorare insieme e poi divisi, se io maltratto un fotone
soffre anche l’altro fotone. E’ un po’ quello che in fisica quantistica si chiama entglantment
quantistica, cioè ogni stato quantico di un insieme di due o più sistemi dipende dallo stato di
ciascun sistema anche se spazialmente separati, ecco perché prima parlavamo di induzione, ti è
mai capitato per esempio, non vedi un amico o una persona per tanto tempo poi un bel giorno la
pensi e il giorno dopo la incontri per strada oppure ti telefona, oppure persone magari gemelle
quindi con uno stato di sensibilità maggiore, se a uno fa male la testa , fa male anche all’altro. Io
conosco a Pescara, marito e moglie che si amano talmente tanto come se fossero ancora
fidanzati, sono sposati da solo 40 anni. Soffrono entrambi di sinusite, beh se ad uno fa male la
testa inevitabilmente anche all’altra per una sorta definiamola empatica comincia a fargli male la
testa, ma non gliel’ha ordinato nessuno. Insomma in altre parole è possibile realizzare un’insieme
costituito da due elementi tale che, qualunque sia il valore di una certa proprietà osservarli da
sunto in uno dei due, questo influenzi istantaneamente il corrispondente. Quindi questo parlarsi,
questo avere sensibilità a distanza, non è, non ci deve tanto sorprendere. C’è un libro che si
chiama “il cantico dei quanti” scritto nel 1989, dove brevemente ti dico che la visione classica
parlava di un pescatore in un lago torbido in cui c’è un pesce che nuota nel fondo,
presumibilmente, e quindi lui aspetta che il pesce abbocchi e poi vede che esso è appeso alla
lenza prima dell’avvenuta pesca. Il pescatore aveva già dedotto che il pesce si aggirava dentro lo
stagno percorrendo una traiettoria incognita, ma la Fisica Quantistica dice che il pesce è in
disciolto nell’acqua dello stagno, cioè c’è assoluta certezza di trovarlo da qualche parte del suo
interno, nel momento dell’abboccamento, la funzione d’onda si parla del pesce con l’ansa, cosa
vuol dire? Vuol dire che il pesce è all’interno di un sistema in cui ne è parte integrante, quindi noi
siamo parte integrante dell’universo, non siamo parti disgiunte, qualsiasi cosa esiste e avviene
all’interno dell’universo noi in un modo o nell’altro ne subiamo vantaggi o svantaggi. In questo testo
dice che se in quello stagno mettiamo un altro pesce, chiamiamo il pesce A e il pesce B, li
mettiamo insieme, la Fisica Quantistica dice che non c’è uno stagno, un pesce e un altro pesce,
ma c’è un tutt’uno formato da uno stagno, un pesce A e un pesce B, e se io prosciugo il lago e
metto l’acqua, la faccio defluire in due laghi vicini, un pesce lo metti in una parte e un pesce lo
metti in un altro, se io vado a pescare il pesce nel lago, nello stagno S1, bene, la Fisica Quantistica
dice che anche il pesce nello stagno S2 collassa, cioè vuol dire che emerge anche lui facendosi
pescare ma questo non è una banalità! C’è un’ esperimento di un francese che si chiama Aspect
che ha misurato la polarizzazione, ovvero la direzione di un campo elettrico di un’onda
elettromagnetica di due fotoni sovrapposti. Bene se i due fotoni si allontanano in direzioni diverse,
la misura della polarizzazione di un fotone causa il collasso istantaneo della funzione d’onda
dell’altro fotone ormai lontano anche chilometri. Vuol dire che le nostre coscienze, le nostre
intelligenze, e qui nasce anche il fatto che anche le particelle hanno un’intelligenza, anche gli
elettroni hanno un’intelligenza, hanno una sensibilità, o noi pensiamo di averla solamente noi.
Perché certi fenomeni avvengono e non ci spieghiamo ancora perché avvengono in un certo
modo, perché diamo per assunto sistemi intorno a noi che sono diversi da noi e invece potrebbero
essere stranamente correlati e molto molto vicini alle nostre coscienze anche se non le vediamo,
ecco perché si dice “ciò che non si vede non è detto che non abbia con noi influenze diverse”. A
me dispiace parlare di grandi problemi che sono nati nell’industria, vedi d’amianto mobili interni
regionali di cui abbiamo tanto parlato, vedi come le induzioni anche se apparentemente invisibili
possano poi causare nella vita di un uomo tanti avvenimenti che siano poi positivi o negativi questo
non importa, ma tutto ciò che ci circonda è legato ai nostri destini e viceversa il nostro modo di
pensare può influenzare direttamente i nostri destini. Se tu t’immagini, nel marketing per esempio,
alcuni stilisti danno i propri abiti gratuitamente a quelli che si chiamano gli opinion leader, cioè delle
persone che sono più carismatiche di altre, sono generalmente dei tipi sociali letterali possono
essere i capigruppo, la persona più seguita. Gli ricama un jeans e magicamente dopo un po’
questo jeans viene acquistato da, ma non perché quella persona diceva agli altri “compratevi il mio
jeans”, perché induttivamente noi siamo portati in qualche modo ad avere delle trasformazioni
neurali e di comportamento relativamente al mondo che ci circonda. La moda infatti è un classico
esempio di generatore quantico in qualche modo, io ricordo addirittura quando scoppiò la guerra in
Iraq ero sorpreso perché tutte le persone correvano nei supermercati a comprare generi alimentari,
ma non è che qualcuno glielo avesse detto. Come mai centinaia di migliaia di milioni di persone si
comportavano tutte nello stesso modo? Cosa succede nelle menti, come e quali sono i meandri e
le reti che mettono insieme tutte le menti per farle comportare tutte nello stesso modo? Quindi è
condizionabile la realtà, la nostra mente, il nostro comportamento. Una cosa è certa, ciò che
succede dentro di noi, nel nostro mondo interno, crea ciò che accade fuori nel mondo esterno. Qui
c’è poco da fare, insomma.
Michele: Certo.
Ottavio: E poi non possiamo mai omologare nessuno perché nei rapporti causa – effetto è
come dire se esiste una realtà per ciascun essere umano diventa su pianeta terra è come dire se
tutto fosse reale, oggettivo, schematico, cioè che capita a Tizio dovrebbe capitare a Caio o a
Sempronio. Non è così. L’illusione più pericolosa è quella di pensare che esiste soltanto un’unica
realtà, quella che noi vediamo, quella che noi pensiamo che esista. No, esiste una realtà molto più
ampia, molto più oggettiva rispetto al soggettivismo della nostra interpretazione della realtà.
Michele: Certo. Ottavio siamo arrivati già più o meno al tempo delle nostre interviste e gli
argomenti come vedi sono veramente tanti e vorrei ovviamente farti le ultime due domande. La
prima è: per coloro che vorranno eventualmente approfondire di più questo argomento che qui
abbiamo fondamentalmente trattato solo la copertina, dov’è che potranno trovare dei tuoi contenuti
o dove potranno eventualmente contattarti?
Ottavio: Mah, io tengo corsi sulla PNL e Fisica Quantistica un po’ in tutta Italia, il mio sito è
www.ithacagroup.eu e ci sono tutta una serie di informazioni. Tra un pochino usciremo con dei
book che metteremo in vendita, saranno dei prezzi quasi, possiamo definirli prezzi modici per fare
avvicinare le persone ad un concetto che viene un’enorme differenza tra desiderare e sperare
qualcosa piuttosto che desiderare e volere qualcosa. E questo è una grande mano anche di natura
sociale che cerchiamo di dare. Oggi dobbiamo sapere che se noi crediamo nei miracoli, i miracoli
possono avvenire, se non crediamo nei miracoli, i miracoli non possono avvenire. Sempre Albert
Einstein diceva che ci sono due modi per vivere la vita, il primo è pensare che tutto sia un
miracolo, l’altro è che niente lo sia. Adesso noi non è che quando ci succede qualcosa di bello c’è
scritto “attenzione, miracolo in corso”, non c’è questo, però vuol dire che le cose accadono perché
devono accadere o possiamo noi farle accadere? Questo è un po’ il concetto fondamentale. In
questo, una grande mano ce la stanno dando i neurorispet, i neurorispet che sono una bellissima
scoperta, che poi è stata fatta qui in Italia, nella città di Parma dei ricercatori C…. da Giacomo
Rizzolati, fu una scoperta legata al caso, dei ricercatori avevano collocato degli elettrodi nella
corteccia celebrale di un macaco per studiare il controllo dei movimenti della mamma. Durante
l’esperimento si registrava come i suoi neuroni all’interno del proprio cervello si muovevano
quando prendeva in mano una banana. La cosa strana è che mentre lo sperimentatore prendeva
una banana in un cesto di frutta preparato per l’esperimento, alcuni neuroni della scimmia
conservava la scena……., in realtà è come dire i nostri neuroni non si comportano solamente nel
gesto ma anche nell’intenzione. E’ come in qualche modo pensare ciò che gli altri pensano e
quando parliamo di empatia, quando parliamo di comunicazione, quando parliamo di business, è
bellissimo il pensiero tale per cui se io raggiungo un sistema empatico con un’altra persona, i
suoni, la sua risonanza magnetica funzionale dei propri neuroni è identica alla mia. Ed è bellissima
questa cosa perché vuol dire l’empatia totale e riveste nell’importanza umana un valore
eccezionale perché fa aumentare tantissimo le relazioni nella loro efficacia, ma non solo efficacia
all’interno di un rapporto amoroso, nell’economia, nell’imitare una persona che ha avuto successo,
nella capacità di apprendere con nuove abilità. Nel rispecchio se vogliamo, possono anche
simulare il cervello di un altro, ed è una grandissima cosa questa, insomma. Un po’ noi per natura
siamo stati selezionati per essere empatici con chi è simile a noi e di contro essere predisposti a
trovare resistenza con chi ci è diverso. Però se io immagino che, e parlo però di immaginare, e su
questa parola mi piacerebbe tanto Michele fare un secondo step, perché l’immaginazione è
qualcosa di incredibile.
Michele: Volentieri.
Ottavio: Tutti sappiamo che il gran bisogno dell’essere umano è quello di essere depresso,
ma dico bene, se io posso immaginare le sensazioni, le emozioni, le mie emozioni, le mie
sensazioni, se posso dargli una forma, se posso dargli un colore, se posso dargli uno schema, io
qualche minuto fa ho parlato che l’osservatore influenza il sistema osservato, dunque se noi che
abbiamo il nostro osservatore interiore possiamo influenzare e modificare la nostra realtà
soggettiva, i nostri pensieri, le nostre convinzioni, ma anche quello degli altri. Quando sei convinto
di qualcosa, quel qualcosa diventa la tua realtà. Credere che l’amore esiste o credere che l’amore
non esiste ci porrà di fronte a una realtà corrispondente attraverso o attrarremo a noi ciò che
pensiamo ma ciò che pensiamo è solo una convinzione. Dunque in definitiva io dico questo, che
quello a cui dobbiamo auspicare in una realtà economica come questa è essere ed adattarci verso
un cambiamento, che è quello di un cambiamento sociale, un cambiamento economico, un
cambiamento anche delle nostre idee e delle nostre convinzioni. Il cambiamento ce lo può ancheil
mondo animale suggerire, tu pensa all’aquila e la uso come metafora per questo concetto di
osservazione, elasticità e cambiamento. L’aquila è l’uccello con maggior longevità nella sua
specie, arriva a vivere fino a 70 anni generalmente, ma per arrivarci verso i 40 anni deve prendere
una decisione seria e difficile, quella che dovremmo prendere noi, tanti di noi in un momento come
questo. A 40 anni l’aquila ha gli artigli stretti e flessibili e non riesce più a prendere le prede,
potrebbe morire, ha il becco appuntito, le ali invecchiate, pesanti, le piume vecchie, grosse, e gli è
diventato difficile anche volare. Quindi ha solamente due alternative: o lasciarsi morire o affrontare
un doloroso processo di rinnovamento della durata di circa 4-5 mesi. Tale processo consiste nel
volare presso una alta rete di montagne e rimanere lì in un nido presso una delle pareti rocciose. A
quel punto comincia a battere il becco nella parete fino a romperselo, fino a strapparselo, ma poi
aspetta che ricresca per staccarsi gli artigli. Quando gli cominceranno a crescere gli artigli
comincerà a staccarsi le vecchie piume. Alla fine, dopo circa 5 mesi prenderà il volo per altri 30
anni e più. Durante la nostra vita io credo che sia probabile che ci troveremo in situazioni simili e,
come l’aquila, avviene, dovrebbe avvenire questa conservazione nel rivedere quelle che sono le
nostre convinzioni, i nostri credo, i nostri pensieri e quindi anche noi in qualche modo dovremmo,
tu prima hai detto una cosa “alzare l’asticella”, sì alzare l’asticella perché se il mondo d’oggi, la
società d’oggi, i problemi di oggi e l’avvenuta crisi ci ha insegnato qualche cosa è proprio quello di
aumentare le nostre competenze, quindi la formazione, queste cose si fanno con la formazione
non con il tronello sotto.
Michele: Concordo perfettamente. Ottavio io ti ringrazio di questa intervista di questi 40
minuti che abbiamo passato insieme di veramente alto profilo, speriamo di aver alzato l’asticella
anche delle informazioni e vi ribadisco se volete maggiori informazioni, Ottavio mi ripeti il sito visto
che sicuramente gli interventi son tanti.
Ottavio: www.ithacagroup.com oppure se qualcuno vuole suggerimenti può mandarmi un
email a: [email protected]
Michele: Perfetto. Ok Ottavio grazie ancora una volta e grazie anche alla Tribù che ci ha
seguito fino a qui. Ciao a tutti!
Ottavio: Grazie a te Michele, grazie a tutti voi.
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