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Editorialedi Giuseppe Milito

È legittimo non rispondere alle do-mande scomode, ma è altrettanto legittimo dubitare della serietà di chi

ha un simile atteggiamento. Nel numero di aprile di “Progetto Pergola” sono state poste all’attenzione del sindaco e dei suoi collaboratori diverse questioni che sono state regolarmente ignorate del periodico dell’amministrazione comunale, uscito la scorsa estate. La maggior parte dello spa-zio di “Pergola Informa” è occupata dalla beatificazione dell’amministrazione comu-nale; anche questo è legittimo, ma un’am-ministrazione seria dovrebbe anche dare uno straccio di risposta a chi dubita che da quando amministra il centro-destra, Per-gola sia diventata il paese delle meraviglie. Prendiamo l’articolo di Luca Castratori che parla della chiusura del teatro, un errore imperdonabile che ha soffocato sul na-scere il risveglio culturale di Pergola. In questo numero troverete la risposta dell’ex sindaco Giordano Borri e alcune interes-santi considerazioni di Loredana Conti, ma vorrei sottolineare un aspetto che rap-presenta uno dei punti deboli dell’ammi-nistrazione. Castratori attacca duramen-te Borri, accusandolo di aver tenuto un comportamento irresponsabile per aver permesso lo svolgimento degli spettacoli nonostante non fosse garantita la sicurez-za. E’ singolare che ancora una volta ven-ga ignorato il ruolo dell’ex sindaco Dario Conti, attuale assessore all’urbanistica. Se, secondo l’autore dell’articolo, Borri ha tenuto un comportamento irresponsabile, lo stesso discorso andrebbe fatto per il suo predecessore, visto che il sindaco che ha riaperto il teatro (dicembre 2002) si chia-

mava proprio Dario Conti e che fino alla primavera del 2004 è stato proprio l’attua-le assessore all’urbanistica a permettere lo svolgimento degli spettacoli. A costo di essere monotoni, continuiamo a chiede-re all’amministrazione comunale: visto e considerato che il centro-sinistra viene continuamente accusato di ogni sorta di nefandezza e di aver portato Pergola allo sfascio e che Conti è stato per 12 anni un sindaco di centro-sinistra, come mai gli è stato assegnato un assessorato ? Libe-rissimi di continuare a non rispondere, come noi lo siamo di avere scarsa stima di chi non rispetta le minoranze. Da quando amministra il centro-destra, chi non si fa incantare e pensa che a Pergola la situa-zione generale sia tutt’altro che brillante, chi pone domande poco gradite e non è accomodante come certi pennivendoli, chi ricorda alla maggioranza che è formata da esseri umani e dunque può sbagliare, tutta questa gente viene accusata di avere come unico obiettivo la distruzione di tutto quello che sta costruendo l’amministrazione co-munale. Altre risposte non ce ne sono e le questioni più scottanti vengono ignorate. Ma si può? Come si fa ad accusare dei per-golesi di voler distruggere quello che di positivo si sta facendo per Pergola? Agli amministratori non viene il dubbio di non essere infallibili e che non è tutto oro quel-lo che luccica? Le minoranze stanno svolgendo il loro ruo-lo, l’amministrazione svolga il proprio sen-za tentare di deligittimare gli avversari, poi giudicheranno gli elettori. Non manca molto, il tempo vola.

anno 2 n° 3 novembre 2012

periodico pergolese di informazione e approfondimento

PROGETTOPERGOLAMANIFESTO per PERGOLA progetto in 7 punti

PROPOSTE per la trasparenza

PORTA CHIUSAper l’associazione musicale

Angel Dal Focodue voci sul nostro teatro

Simone Massiintervista

LE AZIENDE del territorio CHE “TIRANO”

SANITÀcome sta cambiandoOspedale Pergola: è SALVO

FESTE in PIAZZAquanto ci sono costate

TASSE COMUNALIvia libera agli aumenti

UNO SGUARDOOLTRE IL COMUNE

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MANIFESTO perPergoladi Franco Bompani

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E Pergola? Prima di noi si posizionano anche Urbania, Saltara e Montelabbate.Sono lontani i fasti del passato. Siamo scesi anche sot-to la soglia psicologica dei 7.000 abitanti. E il trend è ulteriormente negativo.

Secondo il censimento del 2011 siamo arrivati a 6.564 abitanti. Nell’analisi per classi di età gli abitanti tra 85 e 90 anni (227) sono esattamente gli stessi che abbiamo nella fascia da 6 a 10 anni. Ci sono più persone di 88 anni (l’età di mia madre), che di 12.La popolazione con più di 65 anni è il 27,2% (1.816) del totale; ad Acqualagna è il 19,3%, a Tavullia il 12,3%.La popolazione con meno di 25 anni è di 1323, 493 in meno degli ultra sessantacinquenni; a Cagli sono 2.001. Fino a 5 anni abbia-mo 248 persone, a Cagli sono 415.Gli under 25 rappresentano il 19,8% del totale; a Fermignano il 27,4%; a Montelabbate il 29,5%.Possiamo ancora riprenderci? C’è una speranza per il futuro? Il dato demografico è impietoso: appena si può si fugge da Pergola e si mette su famiglia altrove. La situazione economica è difficile, ma anche nel resto d’Italia le cose non vanno così bene. E allora?Pergola non è una città povera: i dati sui depositi bancari da sem-pre ci posizionano nella parte alta della classifica. E allora, per-ché questo clima di sfiducia, questa rassegnazione, questa man-cata voglia di investire nel futuro, che si riflette così duramente nei dati demografici?Questa situazione ha origini lontane nel tempo, è determinata da-gli annosi problemi di viabilità e di mancanza di servizi. Ma non è solo questo: è la mancanza di prospettiva e di fiducia. Non è do-vuta solo all’incapacità ed alle politiche sciagurate di isolamento ed alle inconcludenze dell’attuale Amministrazione, che pure ci ha messo tanto del suo, e sembra non rendersi conto della realtà. Basti pensare ai quotidiani proclami di rinascita: la giunta parla di boom e di grande sviluppo a Pergola, ma tutti hanno sotto gli occhi una realtà ben diversa.Si può uscire da questa situazione? Sì, si può!Crediamo che sia giunto il momento di raccogliere le forze e, tutti insieme, operare per la ripresa di Pergola.Il nostro progetto è articolato in 7 punti: ristabilire un clima di se-renità sociale; riprendere le relazioni con i comuni limitrofi e con

l’istituzione provinciale e regionale; dare maggiore spazio alle au-tonomie e alle associazioni locali; sviluppare un progetto equili-brato per Pergola, che aiuti le persone a realizzarsi, ad investire e a sviluppare le proprie idee; rilanciare economia ed occupazione, vero dramma sociale, attraverso la realizzazioni di reti d’impresa; investire nella cultura; non essere provinciali ed autoreferenziali, aprirsi ad esperienze fatte altrove che possano essere utilmente importate anche a Pergola.Intraprendere la strada dello sviluppo è una cosa ben diversa dal mero dinamismo locale, dall’organizzare feste ed iniziative senza un filo conduttore coerente. Lo sviluppo è un processo di cresci-ta economica misurabile in termini di reddito prodotto e di occu-pazione, è la capacità di usare le risorse esterne per valorizzare quelle interne: attrarre investimenti e risorse culturali non solo per la crescita del reddito e dell’occupazione, ma anche come strumento per arricchire le competenze e le specializzazioni che abbiamo.La nostra proposta di sviluppo è cosa totalmente diversa rispetto al localismo autarchico a cui ci ha abituati l’attuale amministra-zione. La nostra proposta si fonda sulla capacità di cooperazione e di strategia dei soggetti locali per gestire i vincoli che questa difficile situazione ci pone e per cogliere le opportunità che si aprono. Crediamo che sia indispensabile sviluppare quello che è definito Capitale Sociale, cioè le reti di relazioni sociali personali ed associative che favoriscono lo sviluppo, attraverso una cultura condivisa dei soggetti presenti nel nostro contesto territoriale che limiti i comportamenti opportunistici e favorisca la cooperazione.Ma per fare tutto questo è necessario ripartire dal ripristino di un clima di serenità sociale ,compromesso gravemente dall’attua-le amministrazione. E’ sotto gli occhi di tutti non solo lo scontro continuo a cui la politica scellerata dell’attuale maggioranza ci ha abituato, ma anche il risentimento e il rancore che animano i vari soggetti associativi, politici, imprenditoriali e sociali protagonisti della vita cittadina. Tutto questo deve essere superato, eliminan-do la causa originaria di questa situazione, che oltre tutto, pregiu-dica anche la qualità della vita sociale.Ripristinare corrette e proficue relazioni con i comuni limitrofi e con l’ istituzione provinciale e regionale è l’altro passo obbligato. Non si può seriamente pensare di poter essere autosufficienti.

Secondo i dati ISTAT, al 1 gennaio 2011 Pergola non rientra nell’elenco dei primi 50 Comuni della Regione Marche per numero di abitanti.Pesaro è al secondo posto, Fano al terzo, Urbino al ventiduesimo, Mondolfo al trentesimo con 11.971 abitanti, Fossombrone al trentacinquesimo con 9.823 abitanti, Cagli al trentanovesimo (9.148). E poi Sant’Angelo in Lizzola (quarantesimo- 8.749 abitanti); Fermignano (quarantunesimo - 8.668); Cartoceto (quarantacinquesimo - 7.992); Tavullia (quarantaseiesimo - 7.820); Sassoferrato (quarantasettesimo - 7.955)

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Pergola Ph© Massimo Antognoli

Questa è una grave miopia che deve essere corretta in tempi rapidissimi, pena l’isola-mento. Nei nostri tempi non pensare ad una rete di relazioni per sviluppare servizi con-divisi vuol dire votarsi al suicidio e svuotare la possibilità di ripresa del nostro territorio di entroterra.Altro aspetto centrale è la cultura. Nell’Ita-lia del dopoguerra, e fu questo il vero mi-racolo della Ricostruzione, ci fu la consa-

Secondo il censimento del 2011 siamo arrivati a 6.564 abitanti. Nell’analisi per classi di età gli abitanti tra 85 e 90 anni (227) sono esattamente gli stessi che abbiamo nella fascia da 6 a 10 anni.

pevolezza che bisognava rifare non solo le case, le strade e le fabbriche, ma anche i luoghi della cultura. In una Milano semi distrutta fu ricostruita a tempo di record la Scala. L’Amministrazione di Milano trovò “energia, concordia e soldi” per ripristina-

re anche la sala di via Rovello e far nascere il Piccolo Teatro. A Pergola invece il Teatro Angel Dal Foco, faticosamente ricostruito, è di nuovo chiuso perché l’attuale Sindaco non sì prende la responsabilità che prima di lui si erano presi Conti e Borri.Da ultimo riteniamo che un amministra-tore, per poter ben operare, debba essere aperto alle esperienze fatte altrove, debba avere cultura, curiosità, esperienza, debba conoscere le soluzioni trovate in altri comu-ni italiani e all’estero sui temi dello svilup-po locale, sul turismo, sul rilancio e rivita-lizzazione dei centri storici, sul commercio nei centri urbani, sui progetti di sviluppo e di lancio delle tipicità locali, sui temi del ri-ciclaggio dei rifiuti, sulla tutela ambientale, sulla tutela del paesaggio urbano.Pensare di invertire la tendenza al declino con quattro feste in piazza è una politica suicida che Pergola non merita.

Scrive Aldo Cazzullo: “il nostro oggi è un Paese di cattivo umore. Impaurito. Sospeso tra un passato che non torna e un futuro che non arriva”. Sembra che parli di Pergola. Continua Cazzullo: “Sono convinto invece che il nostro Paese abbia davanti a sé una grande occasione di ripresa e di sviluppo”. Anche noi siamo convinti che per Pergola ci sia “una chance di rinascita, una nuova stagione possibile”.Basta volerlo.

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Il Comune di Pergola ha deciso di tagliare le spese per il trasporto scolastico. Questi tagli sono an-dati a colpire le famiglie residenti nelle zone periferiche del nostro Comune, quali i luoghi vicini a Percozzone o compresi in località Montegherardo, i cui figli frequen-tano per vicinanza il nostro Istituto Comprensivo.

Durante il Consiglio Comunale del 13 agosto 2012 sono state appro-vate dalla Maggioranza con voto contrario o di astensione da parte della Minoranza, alcuni gravi prov-vedimenti:• l’adozione di una variante parzia-le al P.R.G. che andrà ad alterare l’area del Parco fluviale limitrofa ai giardini Pubblici che potranno essere modificati notevolmente con la realizzazione di una struttu-ra dalle vaste dimensioni;• l’approvazione del Capitolato speciale d’oneri per la conces-sione ventennale del servizio di gestione delle strutture comunali facenti parte del complesso ri-creativo “Chiosco-bar dei Giardini Pubblici” che andrà a legare le future Amministrazioni ad un investimento gravoso per le casse comunali.

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…un povero patetico soldatino di stagno: senza più esercito… senza più guerre da combattere… senza più nemici da affrontare… Perché anche i nemici, uno se li deve meritare! E il povero soldatino di stagno, nella sua protervia, riteneva di averne molti. E ripeteva il suo belato petulante che aveva, unico risultato, l’irridente attenzione di coloro che soltanto ne commiseravano le imprese. Non aveva mai saputo costruire nulla che avesse un valore… nemmeno se stesso! Aveva dichiarato guerra al mondo, ma il mondo lo aveva ignorato… sconfiggendolo. Ma lui non se n’era neppure accorto. E giorno dopo giorno scorreva inutile la vita di un soldatino di stagno che non valeva neppure l’aria che respirava. Forse anche lui lo sapeva, ma tristemente si affannava ad esistere. E accettava di vivere una farsa che, sola, gli consentiva di essere attore protagonista nel gran teatro degli Illusi.Buona fortuna a tutti quelli che non vogliono essere soldatini di stagno.

Erratacorrige!di Maria Pia Fratini

A proposito dell’articolo: “Bronzi. Fermato, per ora, il tentativo del PD di portare i Bronzi ad Ancona” denun-ciamo la disonestà di chi ha voluto, formulando tale titolo, offuscare l’impegno del PD provinciale e locale che si è sempre adoperato per la permanenza definiti-

va dei Bronzi in quella che è ritenuta la sede più idonea e naturale e cioè il nostro Museo.Il PD ha preso posizione per la salvaguardia del gruppo equestre, ma non vediamo un altrettanto sforzo della giunta Baldelli che di fatto non sta incentivando la promozione del Museo dei Bronzi Dorati “Città di Pergola” e non realizza ancora, nonostante abbia superato la metà legislatura, progetti a lungo termine. Non so-stiene neanche in modo adeguato gli operatori culturali del no-stro territorio che hanno maturato esperienze specifiche ed alta professionalità.Nessuno sforzo dell’Amministrazione attuale è volto ad una col-laborazione attiva e proficua con gli enti e le istituzioni sovraco-munali affinché il Museo di Pergola divenga ancora di più un polo d’attrazione inserito pienamente in una rete museale ampia e ricca nell’ottica del concetto di “museo diffuso” il cui centro pro-pulsore deve essere costituito dal Museo Archeologico Nazionale delle Marche.Riguardo al secondo articolo: “Inaugurata la nuova sede della Banda cittadina e recuperato un altro edificio comunale che era stato lasciato all’abbandono” stentiamo addirittura a credere ai nostri occhi! Come può, l’autore di quest’articolo prestarsi a dire una menzogna del genere?L’edificio dell’ex- scuola di Pantana, divenuto dal 9 giugno la sede della Banda Cittadina “A. Escobar” (che realmente necessitava di spazi più dignitosi) non è stato lasciato negli anni precedenti in uno stato d’abbandono, anzi, con l’Amministrazione Borri si erano recuperati gli spazi di questa struttura che aveva accolto per vari anni alcune realtà di volontariato quali il gruppo locale della Pro-tezione Civile, l’Associazione Struttura Open Labs, l’Associazione di animalisti “ Amici di Pluto e Silvestro”, i due gruppi “Accademia G. Verdi” e “Music Suite For Fun”. Proprio questi ultimi, che ave-vano realizzato con il contributo del Comune una stanza insono-rizzata idonea alle prove, sono stati dalla Giunta attuale esclusi dall’utilizzo della sede con la motivazione della necessità di dover procedere ad una ristrutturazione dei locali. Ma qualora i giovani potessero riappropriarsi delle chiavi della sede che loro stessi aveva-no provveduto a sistemare anche con i propri sforzi economici, trove-ranno l’amara sorpresa di non poter usufruire dei servizi igienici che sono stati inclusi nel solo spazio in cui si ritrova la Banda Cittadina.

Doverose correzioni delle affermazioni false e tendenziose contenute in alcuni articoli pubblicati sul giornale di regime “Pergola Informa” che sarebbe più

onesto denominare “Pergola Disinforma”!

C’erauna volta...di Massimo Albertini

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Dal 1 gennaio 2011, ai sensi dell’art. 32 comma 5 della leg-ge 69 del 18 giugno 2009 e s.m., la pubblicazione all’albo pretorio effettuata in forma cartacea ha cessato di avere effetto di pubblicità legale.

Dalla medesima data è stato istituito l’albo pretorio online sul quale sono pubblicati i documenti relativi ad atti e provvedimenti che, ai sensi della normativa vigente, sono soggetti all’obbligo di pubblicazione avente effetto di pubblicità legale.Questa disposizione è stata in larga parte disattesa dall’ammi-nistrazione comunale di Pergola. A causa di questa mancata os-servanza della legge, l’opposizione ha presentato un esposto alla Prefettura di Pesaro e Urbino e alla Corte dei Conti di Ancona per segnalare la mancata pubblicazione, da circa due anni, di decine di delibere consiliari e di giunta, molte delle quali di rilevante im-portanza. L’esposto è stato accolto dalla Prefettura e ha portato come ri-sultato la pubblicazione di tutte queste delibere nel giro di qual-che settimana, a dimostrazione che era possibile pubblicarle nei tempi dovuti, come fanno tutte le pubbliche amministrazioni che rispettano le regole. Questa battaglia per la trasparenza non ri-marrà l’unica che abbiamo combattuto e vinto; abbiamo intenzio-ne di portare avanti delle proposte che, se accolte, renderebbero facile al cittadino il controllo dell’attività amministrativa.Ecco le mie proposte:• spazi appositi nel sito del Comune adibiti all’esclusiva pubblica-zione dei bilanci;• riprese web delle sedute consiliari (proposta già presentata e bocciata dalla maggioranza di destra);Pubblicazione nel sito internet del Comune: • delle fatture ricevute dall’ente, in modo che tutti i cittadini pos-sano controllare come l’amministrazione comunale spende le ri-sorse pubbliche; • dei rimborsi e delle indennità percepite dal sindaco e dalla giun-ta; • delle dichiarazioni dei redditi degli amministratori; • del bilancio del Centro Margherita (i cittadini sono sensibili e contribuiscono in modo notevole al mantenimento di questa fon-damentale struttura, quindi è giusto che il rendiconto sia pubblico e facilmente consultabile da tutti).

Queste sono proposte concrete e facilmente realizzabili che sot-topongo al vaglio dei lettori e che presto presenterò in Consiglio Comunale, con la speranza che la maggioranza consiliare sia veramente aperta al cambiamento. I pergolesi hanno il diritto di poter controllare come vengono impiegate le risorse pubbliche senza il condizionamento dalla becera propaganda politica. Gli amministratori hanno il dovere di rendere il più possibile traspa-rente la loro attività e quella dell’ente che amministrano.Se queste proposte non saranno accolte, dovremmo seriamen-te preoccuparci perché un’amministrazione che non è comple-tamente trasparente, è un’amministrazione che potrebbe avere qualcosa da nascondere ai cittadini….

PROPOSTEper la trasparenzadi Enrico Rossi

“Gli amministratori hanno il dovere di rendere il più possibile trasparente la loro attività e quella dell’ente che amministrano”

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Un saluto a tutti i lettori.Sono Andrea Fiorani, chimi-co, ma in questo caso vi parlo come presidente dell’asso-ciazione di volontariato “The

Music Suite For Fun”. Un’associazione di giovani musicisti e gruppi musicali Pergo-lesi nata nel 2004, che aveva la sua sede, chiamiamola più precisamente sala prove, in una stanza delle ex-scuole elementari di Pantana e ora, in pratica, non l’ha più.Questi sono i fatti.Ad aprile 2011 scade il contratto di como-dato della stanza. Nel frattempo le chiavi per accedere alla struttura vengono ri-consegnate al Comune, in quanto nelle ex-scuole si dovevano svolgere le consul-tazioni referendarie. A questo punto l’as-sociazione è senza una sede.Finito il periodo di chiusura forzata causa referendum, il sottoscritto, verso fine giu-gno, fa presente alla Vicesindaco che era intenzione dell’associazione richiedere il rinnovo del contratto. In questa occasione si chiarisce solo il fatto che dovevano esse-re fatti dei lavori presso le ex-scuole e che ancora non si potevano prendere decisioni.

Passa all’incirca un mese e il 4 agosto 2011 parlo direttamente con il Sindaco (presen-te anche la Vicesindaco) che mi conferma e garantisce che la stanza verrà nuovamente assegnata all’associazione, ma ribadisce il fatto che si dovranno fare dei lavori di ri-strutturazione perché lo stabile è in cattive condizioni. A questo punto, con la parola data dal Sindaco in persona, all’associa-zione, non rimane che aspettare. Per uffi-cializzare la cosa, a metà settembre viene depositata una richiesta scritta da parte dell’associazione presso l’ufficio protocol-lo del Comune.In settembre iniziano i lavori, che preve-devano la realizzazione di un muro in car-tongesso e una nuova entrata per accede-re alla stanza dell’associazione, isolando di fatto la stanza dal resto dello stabile. Durante i lavori andavo di tanto in tanto a vedere. Era più che altro per la voglia di ri-cominciare ad usufruire della stanza, non vedevamo l’ora. Verso i primi di novembre ricevo una telefonata dall’ufficio economa-to, fatta su indicazione della Vicesindaco, che mi ribadisce che i lavori potrebbero fi-nire presto e non saremmo molto lontani

dal poter rientrare. Il 26 novembre, sabato mattina, faccio una capatina presso le ex-scuole e vedo che stanno riverniciando il cancello di entrata. Di fatto da quel giorno ad oggi è rimasto tutto così com’era dalla parte della nuova entrata adibita all’asso-ciazione. E’ stata tolta una pianta di circa tre metri che cresceva tra due scalini, ri-sistemati gli scalini, messa un po’ di ghia-ia per rifare il marciapiede e imbiancato il muro, mentre la porta è stata lasciata tale e quale (vedi foto).Si arriva a dicembre, intorno alla metà, e un sabato mattina andando in Comune per parlare con il Sindaco sulla possibilità di rientrare, mi viene risposto che i lavori sono ancora in corso, insomma dobbiamo aspettare. Aspettiamo fino a fine febbraio, dopo la nevicata. Incontro di nuovo il Sinda-co, sotto i portici del Comune, mi dice che dovevamo entrare dal primo gennaio e che la delibera per riassegnarci la stanza è già pronta, ma c’è stata l’ emergenza neve alla si è dovuta dare la priorità su tutto. Oltre a questo, aggiunge che c’è ancora da rifare la porta e non vuole riconsegnare uno spa-zio non del tutto sistemato. C’è ancora da

PARLIMALEDELSINDACO?NIENTE SEDEdi Andrea Fiorani

La scuola di Pantana

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PARLIMALEDELSINDACO?NIENTE SEDEdi Andrea Fiorani

aspettare. Arriviamo a fine aprile e vado di nuovo in Comune, per sapere se ci sono novità. Parlando con un dipendente comunale mi riferisce che la delibera non è pronta e non ha neppure avuto indicazione di prepararla, perché prima il Sindaco deve parlarne con noi. Ma come! Il sabato mattina successivo io e due miei amici incontriamo il Sindaco per il mercato, come proviamo a parlargli, ci risponde subito in tono alterato che quello che dice, lui lo fa e comunque anche la Banda Comunale, la quale usufruirà degli altri spazi, non è ancora entrata perché ci sono i lavori.E così arriviamo al 9 giugno, c’è l’inaugurazione della nuova sede della Banda, mentre per l’associazione alla quale era stato pro-messo uno spazio, ancora nulla. In questo caso, sentendomi preso in giro, per non dire di peggio, decido di andare all’inaugurazione, sicuro di trovare il Sindaco per chiedergli spiegazioni. Con me ci sono anche altri tre amici. Appena lo avvicino mi snobba dando il compito alla Vicesindaco di parlare con me. Dopo qualche minuto il consigliere Baldelli ci accusa dicendo che siamo venuti a rovi-nare l’inaugurazione e che stavamo parlando male dell’ammini-strazione comunale. In realtà volevamo solo un chiarimento, non volevamo rovinare niente (i miei toni sono rimasti sempre pacati),

nè tanto meno abbiamo parlato male. Poi si è aggiunto il Sinda-co dicendo che qualcuno della nostra associazione (ma qualcuno chi?) parlava male dell’amministrazione, ma in tutto questo non ci ha spiegato quali erano realmente le sue intenzioni. Perché non ci viene ridata la stanza dopo che ci era stata data la parola di poter rientrare? Bastava veramente poco. Forse può essere stato inopportuno andare a chiedere spiegazioni in quel giorno, ma è stato un gesto istintivo dopo tutto quello che era successo e che tra l’altro ci eravamo sentiti promettere. Gesto preso al volo per farci passare come dei poco di buono. Non finisce qui ed il 9 ago-sto ritorno in Comune per avere una risposta. Parlo con la Vice-sindaco la quale mi dice che è stato un errore venire quel giorno all’inaugurazione, che è stato fuori luogo e poi che “il Sindaco non può dare uno spazio del Comune a chi ne parla male”. Stessa do-manda: chi sono queste persone? E poi, perché dovrebbero esse-re della nostra associazione? Ha le prove di quello che afferma? Altrimenti sono solo illazioni e pretesti. Non ho ricevuto alcuna risposta. Da quest’ultimo incontro è venuto fuori che dobbiamo ancora aspettare, che cosa non si sa. Quindi si è passati da “ci sono i lavori, dovete aspettare” a “ci sono persone che parlano male”, diversa scusa stesso risultato.

Adesso l’associazione è fuori dalla stanza e praticamente è morta dopo circa otto anni di attività, il che mi pare la cosa più grave. I vari componenti, cittadini Pergolesi, sono costretti ad adattarsi: chi si è risistemato una capanna, chi va a Castelleone di Suasa, San Lorenzo o Barbara. Intanto uno spazio è rimasto inutilizzato e in stato di abbandono (dalla foto si vede che sono ricresciute le erbacce). Inoltre all’interno della stanza è stata lasciata tut-ta la strumentazione di proprietà dell’associazione. Quello che ci aspettavamo era che la stanza ci fosse ridata, non perché la pre-tendevamo come nostro diritto insindacabile, ma perché ad una nostra richiesta la risposta era stata affermativa. In realtà però, solo a parole, ma non da una persona qualsiasi bensì dal Primo Cittadino, il che dovrebbe essere motivo di garanzia. Ma la do-manda inoltrata presso l’ufficio protocollo non ha avuto risposta, nonostante la legge preveda che la risposta deve arrivare entro 60 giorni. E’ passato un anno. Questi sono i fatti, sta a chi legge trarre le proprie conclusioni perché io sarei considerato di parte. Rima-ne solo l’amarezza, visto che mi sono sempre esposto in prima persona, ho portato sempre il massimo rispetto e avevo avuto una buona impressione dai primi colloqui con Sindaco e Vicesindaco, di essere stato preso in giro.

“Ma la domanda inoltrata presso l’ufficio protocollo non ha avuto risposta, nonostante la legge preveda che la risposta deve arrivare entro 60 giorni”

L’ingresso dell’Associazione

Domenica 7 ottobre nell’ambito della XVII Fiera del Tartufo di Pergola la Giunta Baldelli ha conferito la cittadinanza onoraria al poliedrico Vittorio Sgarbi che nel giro di un decennio ne ha col-lezionate parecchie in tutta Italia tra cui, per citarne solo alcune, quelle di San Severino Marche, di Sant’Antioco in Sardegna, di Spilinga in Calabria.Viene spontaneo pensare quale sia l’utilità di tale attribuzione anche da parte del nostro Comune considerata la controversa personalità del noto critico d’arte, condannato in via definitiva per diffamazione e ingiurie, e soprattutto per truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello Stato, sempre a caccia di visibili-tà e di compensi economici.

Nel Consiglio Comunale del 29 settembre 2012 è stata approvata la Convenzione con la Confcommercio Provinciale per l’affidamen-to di alcuni servizi di gestione del Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola. Dopo la gestione della struttura portata avanti per più di 10 anni dall’Associazione locale “Angel Dal Foco” i cui componenti erano stati formati dalle precedenti Amministrazioni proprio per offrire tali servizi, senza alcuna operazione trasparen-te, viene affidato l’incarico ad un’Associazione Sindacale e di Ca-tegoria che nella Provincia di Pesaro e Urbino tutela gli interessi di oltre 5.000 piccole e medie imprese, ma che si occupa in primo luogo della formazione professionale dei propri iscritti e non certo della gestione dei servizi nei musei!

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Teatro Angel Dal Foco di Pergola Ph© Massimo Antognoli8

Il 21 aprile scorso, in occasione della settimana della cultura (14-22 aprile), nella sala dell’Abbondanza del Teatro Angel dal Foco, si è svolta la presentazione di un volume che rico-struisce documentalmente la nascita del teatro a Pergola: “Pergola. Il teatro si racconta”.

Sono intervenuti il curatore, Leon Lorenzo Loreti ed Antonino Emma, che con lui ha collaborato alla pubblicazione. Erano pre-senti il dott. Antonello de Berardinis, direttore dell’Archivio di Sta-to di Pesaro, e il prof. Franco Battistelli, storico dei teatri marchi-giani. Ai presenti è stato fatto omaggio di una copia del volume, che è davvero bello e interessante.Non poteva mancare ovviamente, suo malgrado, il sindaco Francesco Baldelli. Dico suo malgrado perché non poteva sfuggire a tutti i presenti la palese assurdità della situazione: presentazione storica e celebrazione di una struttura, il Teatro Angel Dal Foco, chiuso da 3 anni, di fatto, per volontà dell’attuale amministrazione.Ma non basta: il volume è datato ottobre 2010, pubblicato e pronto dunque per essere presentato da oltre un anno, e gli stessi ospiti e curatori del libro alla fine dell’incontro hanno espresso palese sconcerto per il grave ritardo con il quale erano stati invitati.Inoltre l’evento non è stato pubblicizzato, men che meno è stato giudicato degno del passaggio dell’ormai mitica auto comunale provvista di trombe, (quella che in genere conclude i suoi passag-gi con la frase “l’Amministrazione comunale vi augura una buona festa... o anche “Buon divertimento” per il gaudio e la serenità di tutti noi cittadini). Solo una locandina stretta su una delle bache-che comunali.Fatto sta comunque che, tra il malcelato imbarazzo del Sindaco e dei consiglieri presenti, la presentazione ha avuto luogo, peraltro davanti ad un ben nutrito gruppo di pergolesi.Gli interventi sono stati ricchi di aneddoti basati su documenti d’archivio raccolti da Loreti ed Emma. Personalmente ho trovato davvero coinvolgente la storia del nostro teatro e delle persone che nel tempo lo hanno voluto e fatto vivere. Si è trattato di un excursus nella lunga vicenda iniziata nell’anno 1696, ripresa nell’anno 1723 e conclusasi nel 1758 con l’inaugurazione del teatro; della storia del fabbricato dei “Magazzini Pubblici dell’Abbondanza” e di uno spaccato di vita su una terra fatta da uomini operosi, non a caso promossa nel 1752 al rango di città.

Teatroe teatranti di Loredana Conti

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Teatro Angel Dal Foco di Pergola Ph© Massimo Antognoli9

Teatroe teatranti di Loredana Conti

Alla fine però come non farsi la domanda più ovvia: quando ri-aprirà il teatro di Pergola? Non è stato possibile porre ad alta voce la questione, perché, neanche a dirlo, la parola al pubblico non è stata concessa, ma attenzione… in perfetta armonia con il contesto...“coup de theatre”! Il Sindaco ha immaginato la domanda e fornito la risposta. Abbi-gliamento informale, maglioncino dolcevita sotto la giacca, con tono basso e pieno di orgoglio, ha annunciato grossomodo quanto segue: “Mi preme comunicare ai cittadini in anteprima una gran-de notizia... abbiamo superato i vari ostacoli che hanno causato la chiusura del nostro teatro... e lunedì prossimo inizieranno i lavori per la riapertura…”. Fin da piccola sono sempre stata una gran credulona. Adoro gli scettici e gli accorti, quelli che ti guardano con il sopracciglio ri-alzato e capiscono sempre come stanno esattamente le cose, che conoscono il mondo e la natura umana. Ho sempre cercato di imi-tarli, di atteggiarmi, ma non c’è niente da fare: nel profondo del mio essere, quando qualcuno mi dice una cosa, ci credo. Così è stato anche allora. Piuttosto allegra e pimpante il giorno dopo (lunedì) mentre andavo in ufficio ho fatto un salto al teatro, per godermi la visione di una porta aperta, di gente operosa che stesse discutendo e lavorando col fine di farlo rivivere.

“Alla fine però come non farsi la domanda più ovvia: quando riaprirà il teatro di Pergola? Non è stato possibile porre ad alta voce la questione, perché, neanche a dirlo, la parola al pubblico non è stata concessa”

Mi aspettavo di vedere qualcuno, forse il sindaco, i tecnici, gli ope-rai... e invece niente. Porta sbarrata, nessun segno di vita. Lì per lì ho pensato di essermi sbagliata, e così ho riprovato ad andare il martedì, il mercoledì, il giovedì... e così via. Infine ho trovato la soluzione: il sindaco parlava sicuramente del lunedì successivo: che sciocca!Ma anche il lunedì successivo la porta del teatro era tristemente chiusa, e così tanti lunedì dopo.Adesso sono passati circa 150 giorni, oltre 20 lunedì, e non solo il teatro non è stato riaperto, ma non se ne parla più da nessuna parte: niente di niente.Per non arrendermi del tutto ho anche cercato informazioni sul sito del Comune, che in questi 150 giorni si è arricchito via via di sezioni dedicate sempre più numerose, “Notti colorate”, “Notte Verde”, “Serata Medievale”, “Cioccofesta”, Gemellaggi vari e im-probabili, foto di danze del ventre, di arcieri ed interpreti vari.Nessuna sezione dedicata al teatro. Che il sipario sia calato per sempre?Nel frattempo un po’ di tempo fa mi sono imbattuta - e ho pro-vato un po’ di amarezza - in questa frase del grande impresario teatrale Paolo Grassi, fondatore con Strehler del Piccolo Teatro di Milano:“Il teatro per la sua intrinseca sostanza è fra le arti la più idonea a parlare direttamente al cuore e alla sensibilità della collet-tività. Noi vorremmo che autorità e giunte comunali si formassero questa precisa coscienza del teatro considerandolo come una ne-cessità collettiva, come un bisogno dei cittadini, come un pubblico servizio alla stregua della metropolitana e dei vigili del fuoco”.

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Il periodico “Pergola Informa”, diffuso dall’amministrazione Baldelli, tenta di spiegare maldestramente perché il sindaco non apre il teatro.La prima grave e impropria affermazione è che il Teatro “Angel Dal Foco” è stato chiuso dal Commissario Prefettizio: sarebbe interessante avere il documento con cui l’inviato del Prefetto dice di aver stabilito ciò . La verità è che il Commissario, semplicemente, non ha aderito alla richiesta di utilizzo del teatro perché non ha inteso assumersi la responsabilità di firmare la certificazione di messa a norma temporanea, come avevano fatto il sottoscritto, quando era sindaco, e in precedenza il sindaco Conti.La ricostruzione dell’iter per la richiesta di messa a norma fatta dal “competente” Luca Ca-stratori, che firma l’articolo, termina con la nota del 7/03/2006 inviata dal Comando Provin-ciale dei Vigili del Fuoco in cui si invita l’Amministrazione “Borri” a superare delle difformità riscontrate nella struttura volta ad ospitare spettacoli con capienza superiore ai 100 posti.Il parere di non piena conformità delle norme antincendio, rilasciato dal Comando Pro-vinciale dei VV.FF, viene confuso in modo illegittimo dal Castratori con una dichiarazione d’inagibilità della struttura stessa.

Questa definizione è un’interpretazione arbitraria e addirittu-ra impropria dell’au-tore dell’articolo che si definisce un tecnico con acquisi-te competenze pro-fessionali. E allora, proprio un tecnico dovrebbe sapere che il termine “Agibili-tà” non può essere utilizzato per gli edi-fici storici; infatti le strutture storiche e pubbliche devono ri-spettare i requisiti di sicurezza struttura-le, impiantistica e di antincendio. Il teatro

di Pergola possiede detti requisiti e deve solo ottenere la piena conformità riguardo alle norme di antincendio. Proprio per questo, fin dal 2002, anno dell’inaugurazione del teatro tenutosi con lo spettacolo della grande attrice Valeria Moriconi, il sindaco di allora Dario Conti, ed in seguito il sottoscritto, hanno consentito la realizzazione di numerosi spettaco-li, non perché irresponsabili, ma perché le norme di sicurezza venivano applicate avvalen-dosi della presenza di una squadra antincendio, della Croce Rossa e delle maschere e tali disposizioni erano di volta in volta controllate scrupolosamente e certificate dalla società SEA di Fano.Il comandante dei VV.FF di Pesaro conferma con chiarezza, sempre in tale nota, la mo-tivazione del Parere di non piena conformità antincendio dovuta all’indisponibilità di un locale sottostante il teatro stesso (chiuso da molti anni e sottoposto a regime falli-mentare) la cui porta d’ingresso insiste sulla scala che porta ai sotterranei del teatro. Il “BUGIALDELLI” riporta la risposta dei VV.FF che recita: “La nota di risposta a firma del progettista,ricevuta in data 20 gennaio 2006, conferma la presenza di una comunicazio-ne diretta del teatro con attività a diversa destinazione e non pertinenti, ciò in difformità al p.to 2.2.3 dell’allegato al D.M. 19-08-1996. Alla luce di quanto sopra si conferma il parere contrario e si precisa che il progetto non potrà essere approvato fino al superamento della difformità appena evidenziata”.Non serve una laurea o un diploma da geometra per capire quello che recita la nota dei VV.FF e cioè che l’unico ostacolo alla piena conformità, rimane la mancata disponibilità

TEATRO ANGEL DAL FOCO

Troppe scuse per non riaprirlodi Giordano Borri

dei locali sottostanti il teatro.Quello che non si capisce è come faccia uno che si definisce competente, dopo aver letto la nota dei VV.FF, dove non c’è alcuna traccia di riferimento a carenze strutturali e mancanza di sicurezza, ad affermare che l’uso del teatro concesso prima dal sinda-co Conti (mai citato) e poi dal sottoscritto abbia fatto correre rischi agli spettatori.Queste gravi affermazioni, che fanno pas-sare dei sindaci come degli “irresponsabi-li”, che mettono a rischio l’incolumità dei propri concittadini, possono essere con-siderate dei veri e propri atti diffamatori e come tali perseguibili per legge!Quello che stupisce in questa vicenda è an-che l’assordante e imbarazzante (per lui) silenzio dell’ex sindaco Conti, il quale non difende il proprio operato riguardo all’uti-lizzo del teatro in cui aveva fortemente creduto e si lascia sbeffeggiare continua-mente da queste figure di contorno che, pur di compiacere il “capo”, si prestano ad affermazioni menzognere.Tutti non si rendono conto di essere mani-polati dalla coppia “Baldelli” che, quando c’è da prendersi i meriti è sempre in prima fila, ma quando si corre il rischio di brutte figure manda avanti gli altri.

L’ex Sindaco Conti potrebbe spiegare una volta per tutte al “competente” che, poiché tutta la struttura del teatro è a norma, è sufficiente che sia presidiata l’unica porta di accesso al teatro non ancora del tutto di pertinenza dell’amministrazione per ot-temperare (durante gli spettacoli previsti nella struttura) alla richiesta dei VV.FF.Il “competente“ ammette alla fine che l’amministrazione sta cercando di ac-quistare il locale sottostante il teatro per avere l’agibilità definitiva, a conferma del-le motivazioni addotte dal comando dei VV.FF, arrivando a smentire persino se stesso laddove egli afferma che il teatro non era sicuro per ragioni strutturali. Cer-to che certe sbandierate “competenze da professionisti” fanno sorgere più di qual-che dubbio, in un cittadino normale, sulla loro effettiva qualità! .

“l’unico ostacolo alla piena conformità, rimane la mancata disponibilità dei locali sottostanti il teatro”

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IL VOLTO DI PERGOLA È CAMBIATO… IN PEGGIOdi Eleuterio

Il titolo dato all’ultima edizione di “Pergola informa” (“Il volto di Pergola è cambiato”) è effettivamente verace. A forza di notti medioevali, Pergola è stata in realtà sospinta in un’epoca e in una storia che non sono mai state le sue. Ma oggi le si adattano, se vogliamo connotare il Medioevo come un’epoca oscurantista ed in qualche misura piuttosto barbara, non perché invasa dai Goti o dai Vandali, ma, nel caso di Pergola, da un’inaudita genìa vocata al potere e corroborata da una corte di vassalli, maggiordomi e servi della gleba, quale mai in passato è dato di verificare.Il bollettino cartaceo de quo costituisce una testimonianza di

culto della personalità che non si vedeva nemmeno ai tempi di Stalin nell’Unione Sovietica, secondo l’indirizzo di Zdanov. Sulla traccia del suo padrone di Arcore, abbiamo il sindaco vigile del fuoco, il sindaco operatore ecologico, il sindaco che s’azzarda sul terreno della politica estera avviando intese diplomatiche con l’ambasciatore dei Paesi Bassi in Italia, ecc. ecc.Siccome i Baldelli hanno salvato la ferrovia Pergola-Fabriano, i bronzi dorati e l’ospedale civile., la circostanza suggerisce che alle prossime elezioni amministrative si battano per ritornare minoranza consiliare, atteso il potere che, a ben vedere, s’addensa nelle mani delle opposizioni (in specie quelle provinciali e regionali). Un consiglio opposto va dato all’attuale minoranza, da definirsi anziché bugiarda e tutti gli altri epiteti che le vengono attribuiti, semmai piuttosto timida di fronte alle soperchierie del podestà cittadino e agli stucchevoli duetti non propriamente pucciniani che in consiglio comunale assimilano i fratelli Baldelli a Rodolfo e Mimì.

ASSUNTA TOTI BURATTI HA RAPPRESENTATO L’ITALIA A SMIRNE

Molti complimenti alla nostra concittadina Assunta Toti Buratti, insegnante di disegno dal vero, che recentemente è stata chiamata a rappresentare l'Italia all'inaugurazione del museo dell'umorismo a Smirne, in Turchia. Per l'occasione sono stati invitati cinquanta disegnatori dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Assunta Toti Buratti è stata scelta come componente dello storico studio d'arte “Andromeda”. Tra gli altri invitati, il mitico Bruno Bozzetto, Lucio Trojano, Achille Superbi e Matteo Bertelli.Dopo aver frequentato l'istituto d'arte di Fano e il Magistero d'arte di Urbino, Assunta Toti Buratti ha ottenuto la cattedra di disegno dal vero. Attualmente è insegnante presso l'istituto d'arte di Trento. In collaborazione con Franca Marenzana ha pubblicato diversi libri umoristici e illustrato testi per il Servizio Istruzione della Provincia Autonoma di Trento: “Compagni di scuola” , “Adoro la scuola”, “L'impegno di una scelta”, “Speciale orientamento”, “Quasi sufficiente” .Con lo Studio d'Arte Andromeda ed altri autori ha pubblicato “Il biforcuto”, “Autonomia è bello”, “Arte come impegno sociale: il fumetto”, “Chi ha paura del lupo cattivo”, “Di che razza sei ?”, “Homo Turisticus”, “Senza parole”.Assunta Toti Buratti ha inoltre tenuto mostre a Pergola, Belgrado, Istanbul, Trento, Fano e Riva del Garda.

Disegno di A. Toti Buratti

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Ph© Giuseppe Di Caro 201212

Simone Massi, classe 1970, vive e lavora a Pergola. In quasi venti anni di attività ha ricevuto più di 200 premi nei festival del cinema di tutto il mondo, ma quest’anno

ha ricevuto un riconoscimento con cui ha visto salire notevolmente la notorietà in Italia. Ha vinto infatti il “David di Donatel-lo” con il corto “Dell’ammazzare il maia-le”. Sul settimanale FILM TV (Giugno 2012) Giulio Sangiorgio afferma che si tratta del miglior animatore italiano. Quest’anno gli è stata commissionata la sigla di apertura della 69esima Mostra del Cinema di Ve-nezia, (molto bella e molto apprezzata) e la stessa Mostra gli ha dedicato una per-sonale retrospettiva con la proiezione di tutti i suoi corti. Anche altri festival come quello di Pesaro e di Napoli gli hanno dedi-cato personali sezioni. Noi tutti di Proget-to Pergola ci congratuliamo e auguriamo a Simone, persona profonda e umile, una lunga carriera ricca di occasioni stimolanti e soprattutto tanta fortuna perché l’abilità, ricordiamo, da sola non basta.

Innanzitutto complimenti per i meritatis-simi riconoscimenti. Quest’anno per te ha segnato una svolta, che cosa hai provato?Sono stato contento il giusto perché quel che ho raccolto è il frutto di tanti anni di semina e di fatica e allora mi sento di dire che nessuno mi ha regalato niente. Non so se c’è stata davvero una svolta e soprattut-to non so come saranno gli anni a venire, per cui l’unica cosa sensata da fare è di-menticare i riconoscimenti e rimboccarsi le maniche.Raccontaci qualcosa del lavoro svolto per

Simone Massiun Pergolesefamoso nel mondo

di Marta Rossi

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un Pergolesefamoso nel mondo

la mostra del cinema di Venezia. La sigla di apertura ha entusiasmato la critica, hai ricevuto qualche complimento che ricor-derai con particolare piacere? Il giornali-sta Giulio Sangiorgio ha definito i tuoi film “puro cinema di poesia fatto di liriche graf-fiate nel gesso...” sei d’accordo?Il lavoro per Venezia mi è stato commis-sionato a fine febbraio, all’inizio ero un po’ preoccupato, poi mi sono detto che se mi avevano cercato era per quello che avevo fatto e quello che sapevo fare. Il Direttore Alberto Barbera mi ha dato carta bianca e questo ha significato molto per me, non solo libertà e fiducia per il lavoro che mi apprestavo a fare, ma anche il riconosci-mento per tutto quello che avevo fatto in passato. La sigla è piaciuta, il manifesto anche, sono state scritte tante parole e in lingue diverse. Sono stato contento delle parole di Sangiorgio, certo, ma anche di tutte le altre.

Nella sigla di trenta secondi composta da 300 disegni ci sono citazioni di Fellini, Angelopoulos, Wenders, Olmi, Tarkovskij, Dovženko. Ne deduciamo che sei un cine-filo. Qual é il cinema che più ami?Non sono un cinefilo, ma mi piace il cinema di poesia, lento e con pochi dialoghi, senza azione e senza clamore. Preferisco il cine-ma che fa addormentare gli spettatori.

Puoi dirci qualcosa delle persone che hanno collaborato ad alcune delle tue opere più importanti? Chi sono Fabrizio Tassi, Francesca Badalini, Lola Capote Ortiz, Stefano Sasso? Che ruolo ha avuto tua moglie Julia Gromskaya?Fabrizio Tassi è un critico cinematografi-co di Abbiategrasso che ha seguito tutto il lavoro fatto per la sigla di Venezia, mi ha aiutato nel soggetto e nella sceneggiatu-ra, ma soprattutto mi ha protetto e tenuto tranquillo. Francesca Badalini è una com-positrice e musicista di Milano (di origine marchigiana) che ha realizzato le colonne sonore di molte delle mie animazioni e di

quelle di Julia. Lola Capote Ortiz è di Si-viglia ma vive e lavora nelle Marche e si occupa di post-produzione e montaggio vi-deo: il suo lavoro è meno appariscente ma è importantissimo, specie per me che non sono un fulmine con la tecnologia. Stefa-no Sasso è originario di Fasano ma da più di dieci anni vive a Macerata dove insegna all’Università e all’Accademia; ha compo-sto le colonne sonore più recenti dove le musiche si diradano e lasciano spazio ai suoni e ai rumori della natura. In quan-to a Julia mi aiuta con le riprese e con la stesura dei fondali e naturalmente mi con-siglia sui colori. Ci scambiamo anche le idee e non è una cosa di poco conto: vivo isolato, praticamente non ho più contatti, né con altri autori, né con i docenti di Ur-bino e potermi confrontare con una moglie disegnatrice è molto importante. Ad ogni modo lavoro con questo piccolo gruppo e sono contento perché oltre che come pro-fessionisti mi piacciono molto anche come persone. Ti è capitato di rifiutare un progetto in cui

non credevi? Confermi di aver detto che non ti interessa essere “commerciale”?Sì, mi è capitato, a dire il vero non tantis-sime volte e mai per presunzione. Sempli-cemente ho un segno, un immaginario e un modo di fare animazione che non sono adatti per tutte le storie e per tutte le ani-

Pesarofilmfestival 2012 - Ph© Luigi Angelucci

“Non è semplice restare, ma non è nemmeno semplice andarsene. Sono affezionato ai luoghi, alle bestie e a una dozzina di persone”

mazioni, è evidente. Sono infinitamente di più le volte in cui è successo il contrario, dove sono stato prima cercato come ani-matore e poi rifiutato senza ricevere spie-gazioni. Riguardo all’essere commerciale, non ricordo di averlo detto, ma lo confermo senza problemi: non mi interessa e non se ne sente nemmeno il bisogno.

Pensi che il ruolo dell’arte e dell’artista in Italia sia abbastanza considerato?Questa domanda somiglia a un campo mi-nato e io mi guardo bene dall’attraversarlo: non ne ho la più pallida idea, io non so nien-te dell’arte e degli artisti. So di me soltanto e posso dire che nei miei confronti c’è una considerazione da sagra e da supermerca-to, cioè può succedere che riceva dei com-plimenti mentre addento una bruschetta o che venga bloccato mentre scelgo un cespo d’insalata.

Hai avuto molte soddisfazioni per i tantis-simi premi ricevuti in questi anni, ma ci sono state anche delusioni?Le seconde non finiscono sui giornali ed è meglio perché non basterebbe lo spazio. Lasciamo perdere, non ho voglia di arrab-biarmi.

Recentemente hai detto che la tecnica a cui sei giunto negli ultimi anni è quella che cercavi. Puoi spiegarci com’è il tuo lavoro?Io vengo dalla fabbrica e ho avuto un’edu-cazione al ferro e alla forma ottenuta in sottrazione: da sette anni a questa parte i disegni li ottengo in una maniera simile, to-gliendo e graffiando la materia con l’utilizzo di strumenti che hanno un corpo di legno e un’anima in ferro. In parole povere stendo sul foglio dei pastelli a olio, dal più chiaro al più scuro fino al nero, e poi >

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vado a togliere, cioè tiro fuori il chiaroscuro con la puntasecca. È una tecnica sporca e molto laboriosa, ma mi piace e penso sia giusta perché dice qualcosa di me e della mia storia.

Hai mai pensato di esprimerti in un’altra forma d’arte oltre all’animazione?Sì, mi piacerebbe fare illustrazione. Rispetto al cinema di anima-zione richiede meno tempo ed è probabilmente più considerata. Dopo l’uscita de “La casa sull’altura” fra internet e giornali, sono uscite poco meno di quaranta recensioni (fra l’altro tutte positive) ed io, lo confesso, pensavo che a quel punto avrei potuto conti-nuare a illustrare libri. Mi sbagliavo, pazienza.

“può succedere che riceva dei complimenti mentre addento una bruschetta o che venga bloccato mentre scelgo un cespo d’insalata”

Puoi anticiparci qualcosa sul film ispirato a Cesare Pavese a cui stai lavorando?L’animazione sarà diversa dalle precedenti anche perché, chiu-sa la tetralogia sulle Marche e sulla civiltà contadina, torno dopo molti anni ad affrontare un tema differente, letterario. Ma non sarà un film biografico e, almeno nelle intenzioni, di Pavese non ci sarà nemmeno l’ombra o al limite proprio quella: l’ombra. Per-ché più lo leggo e più capisco che quello che mi interessa davvero non è né lo scrittore e nemmeno l’uomo, ma il personaggio lunare così come me lo sono sempre figurato e credo che ridurre Pavese a una figura di sogno sia la maniera più sensata per poterlo infine catturare e raccontare.

Credi che continuerai a vivere a Pergola?Non è semplice restare, ma non è nemmeno semplice andarsene. Sono affezionato ai luoghi, alle bestie e a una dozzina di persone. Ci sono dei momenti in cui il poco che ho mi pare tanto e comun-que più di quello che avrei se vivessi altrove. Vorrei continuare a vivere a Pergola, sì.

In questo numero del nostro periodico inauguriamo un nuovo spazio, dedicato alla letteratura. Non intendiamo proporre una qualsiasi rubrica sulle ultime uscite in libreria, ma creare uno spazio comune in cui chiunque voglia consigliare ai nostri lettori un libro che ha letto, recente o meno, invii una piccola recensione leggibile in pochi minuti al nostro indirizzo e mail: [email protected]

Buona lettura.

La redazione

Tre minuti un librodi Federico Vegliò

Fëdor Michajlovic Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo.Siamo nel 1864. Fëdor M. Dostoevskij ha già alle spalle la pubblicazione di Povera gente e di Umiliati e offesi, ma tuttavia non è ancora il Dostoevskij autore di Delitto e castigo, I demoni , I Fratelli Karamazov.Perché egli compia il salto che gli permetterà di diven-

tare quell’autore serviranno le Memorie dal sottosuolo, il libro in cui, come dirà poi Moravia nella sua prefa-zione all’edizione italiana, “...Dostoevskij prende una lampada e discende dall’ap-partamento al primo piano, in cui è sinora vissuto, giù nel sottosuolo della casa”. L’importanza storica di que-sto libro sta tutta qui. Detto altrimenti, l’apparta-mento (il complesso valoria-le, etico, e sociale) dal quale Dostoevskij scende è la città russa tardo ottocentesca, uno scimmiottamento zarista dei salotti e dei ricchi am-bienti dell’Europa borghese, caratterizzati da un decoro consistente nella soppressio-

ne e repressione di tutti gli aspetti indecorosi della vita. Nelle Memorie dal sottosuolo veniamo affidati ad un io narrante che autoescludendosi dalla società e dalle norme vigenti nell’appartamento al primo piano, non crede di dover più sottostare a nessun tipo di repressio-ne, diventando così un uomo sincero fino alla spudora-tezza, che ci lascia scoprire le sue frustrazioni e paure.L’autore finisce così con l’inventare, forse inconsape-volmente, un nuovo tipo di personaggio, poi chiamato esistenzialista, che sarà fruttuosamente impiegato da Joyce e Kafka.Freud nel 1864 è appena un bambino, ma già si intra-vede la crisalide delle sue intuizioni. Dostoevskij scava dentro se stesso usando poi quanto di più “indecoroso” riesce a trovare, creando così un personaggio i cui moti interiori testimoniano le tendenze sadomasochistiche e le infinite nevrosi che lo portano ad essere vigliacca-mente crudele prima con se stesso e poi con gli altri. E a ben vedere è proprio la sofferenza, inflitta o autoinflit-ta, a fungere da asse portante dell’intero racconto. In questo libro il successo di Dostoevskij sta tutto nell’aver saputo parlare spietatamente di se stesso, at-tingendo a ciò che qualche anno più tardi verrà definito “inconscio” dalla psicanalisi. Dostoevskij non risalirà più dal sottosuolo e dopo il 1864 nulla sarà più lo stesso nei suoi lavori.

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Pessimismo e rassegnazione: sembrano questi i sen-timenti oggi prevalenti. Con questa rubrica vogliamo provare a smentirli e ad andare controcorrente. An-che nel nostro territorio ci sono realtà, aziende, per-sone che stanno attraversando un periodo positivo e

di successo. Vogliamo parlare di queste cose per dimostrare che un futuro diverso è possibile, per cogliere spunti importanti e per suggerire riflessioni che possano servire anche in altri contesti. Iniziamo questo lungo viaggio nella “Pergola che va” con due aziende di eccellenza: la NOCTIS e l’ Azienda Agraria LUZI di San Lorenzo in Campo. Abbiamo inserito anche una realtà di San Lo-renzo perché siamo sempre più convinti che non ci si possa più limitare a guardare solo il proprio Comune, ma è necessario al-largare l’orizzonte e parlare di Territorio di appartenenza.

Cominciamo con la NOCTIS. “I nostri valori sono la concretezza e il fattore umano”, ha dichia-rato Mattia Priori, Direttore di produzione e figlio del fondatore e Presidente Piero Priori, durante l’ incontro in cui ci ha fatto visi-tare la sede dell’azienda inaugurata nel gennaio 2011. Si tratta di un moderno stabilimento dal forte impatto estetico e altamente tecnologico: 20.000 mq dove domina il colore bianco, connessione wireless in tutti gli ambienti e gestione informatizzata di tutti i magazzini. “Contano i fatti e non le parole” è uno slogan che si ripete in Noctis. La capacità di percepire e anticipare le tendenze, il gusto, la qua-lità del prodotto e la flessibilità sono le componenti che hanno permesso all’azienda, fondata nel 1990, di arrivare alle dimensio-ni attuali: circa 100.000 letti prodotti in un anno ed un’occupazio-ne complessiva, tra dipendenti interni, a domicilio ed interinali, di

È la Pergola che va120 unità, la cui età media è di 38 anni; le figure manageriali che collaborano con la proprietà hanno responsabilità specifiche per aree e la loro età media è molto bassa, circa 30 anni. Quindi la Noctis crede molto nei giovani.Un altro punto di forza è la filiera completa di tutte le lavorazioni per la produzione del letto (lavorazione acciaio, lavorazione gom-ma, confezione tessuti, assemblaggio) che ha portato l’azienda ad una conoscenza verticale di ciò che produce. Questo si è tradotto in economie, ricerca e sintesi dei processi.Anche in anni difficili come quelli attuali è proseguito il tasso di crescita: + 30% nel 2011 e anche nel 2012 siamo a circa un +10%. Ma come è stato possibile che, in un mercato così difficile, un’azienda di Pergola abbia potuto raggiungere questi risultati ed una leadership di settore? “In realtà la localizzazione è un nostro punto di forza”, ha proseguito Mattia Priori, “per la serietà delle persone che abitano il nostro territorio, e per la competenza e la passione che mettono nel lavoro, oggi, a mio avviso, una delle chiavi di volta per contrastare il dilagare dei competitor orientali”. Grazie a tutto questo, alla qualità al centro di ogni progetto, alla collaborazione con celebri architetti e ad una avanzata struttu-ra di ricerca e sviluppo coordinata da Caterina Priori, la Noctis è diventata, in pochi anni, un punto di riferimento in un mercato sempre più maturo, selettivo ed esigente. Un’azienda locale, ma che guarda lontano e ricerca i suoi materiali in tutto il mondo con osservatori permanenti in zone ad alto sviluppo quali India e Cina.La Noctis oggi ha l’obiettivo di diventare in Europa un riferimento e un modello di azienda specialistica nella produzione di letti im-bottiti. Il fatto che sia di Pergola deve riempirci di orgoglio.

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di Franco Bompani

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Veniamo ora all’Azienda Agraria LUZI, di proprietà di una storica famiglia di Monterosso (Sassoferrato) che ha la sede operativa a San Lorenzo in Campo. Costituita nel 1995 è gestita da due fra-telli, Gianluigi ed Andrea Luzi. I terreni sono quasi interamente di proprietà della famiglia e distribuiti tra diversi comuni delle pro-vince di Ancona e Pesaro -Urbino. L’azienda, oltre alla coltivazio-ne dei propri terreni, gestisce anche un mulino a pietra di proprie-tà per la produzione di farine integrali o semi-integrali, nonché di cereali perlati. Ha anche un settore biologico certificato, le cui produzioni sono ottenute presso aziende agricole certificate del territorio. Fa parte del gruppo anche la Luzi Srl che commercializza farine biologiche e convenzionali e pasta trafilata al bronzo.Impegnata a produrre nel massimo rispetto dell’ambiente e dell’uomo, adottando metodologie di coltivazione a basso impatto ambientale e biologiche, attraverso una continua selezione qua-litativa delle sementi, riesce ad ottenere una materia prima di eccellente qualità, sfruttando al meglio le caratteristiche pedo-climatiche della zona.L’azienda utilizza esclusivamente il mulino a pietra, ottenendo così farine veramente integrali e funzionali perché ricche di mi-nerali, vitamine, fibra e caratterizzate dalla presenza del germe, che è l’anima della farina stessa. Punto di forza del gruppo è il farro, un antichissimo cereale (10000 anni), originario della Mezza Luna Fertile (tra Iran, Iraq, Siria e Palestina), da qui poi diffuso in Egitto (è stato trovato nelle tombe egizie), nel Bacino del Mediterraneo ed in Italia (introdot-to dalle colonie degli antichi greci presenti nel meridione). Nella Bibbia Ezechiele lo usava come uno degli ingredienti per il suo pane (Ezechiele 4:9). Per secoli è stato l’alimento base dei roma-ni. Oggi il farro è riscoperto per le sue grandi qualità nutrizio-nali, ha poche calorie e un alto contenuto di fibre. E’ un cereale “antico”, non ha subito modificazioni nel corso dei secoli e oggi è sempre più apprezzato come uno degli alimenti di punta del-la dieta mediterranea. Il farro contiene una maggior percentuale di proteine, oltretutto più digeribili, rispetto ad altri cereali; non solo, contiene anche molte sostanze anallergiche.Gianluigi Luzi, nell’intervista che ci ha concesso, ha raccontato dei recenti successi commerciali e di immagine dell’azienda. In particolare si è mo-strato particolarmente orgoglioso della presenza dei suoi prodotti all’Olimpiade di Londra, scelti per le qualità organolettiche e nutri-zionali dal comitato organizzato-re e quindi a disposizione degli atleti e di quanti hanno frequen-tato la manifestazione. Di notevole importanza è anche l’accordo con il Gruppo Esse-lunga, la prima catena di su-permercati italiani, fondata nel 1957, e che fa della qualità un suo punto di forza.La commercializzazione dei pro-dotti, tutti biologici (pasta di far-ro, di grano duro e farine), è fatta con il marchio Fior di Pietra.La filosofia illustrata da Gianlui-gi Luzi è centrata sull’amore per la natura e per l’uomo e sulla comprensione ed il rispetto per l’equilibrio che li legano; l’attività è basata sul concetto di sosteni-bilità e sviluppata attraverso me-

todi di coltivazione a basso impatto ambientale.L’innovazione di prodotto è uno dei punti di forza: ma è un’inno-vazione che poggia sulla tradizione, come il mulino con macina-zione a pietra per ottenere farine di cereali e legumi, la pasta trafilata al bronzo, con essiccazione lenta e a bassa temperatura; concetti antichi, ma che hanno permesso di ottenere un impor-tante riconoscimento alla fiera Anuga di Colonia in Germania (la manifestazione più importante a livello europeo e probabilmente mondiale) quale “miglior innovazione prodotto categoria pasta” per farro e fave, prodotto che seppur con delle varianti richiama un’antica specialità dei nostri luoghi: i tacconi ossia una pasta re-alizzata con farina di grano e di fave che in periodi meno prosperi garantiva un sufficiente apporto di proteine.Tale prodotto è stato inoltre riconosciuto e certificato dall’asso-ciazione vegana “VEGAN OK” come alimento ideale per chi si nu-tre privandosi di cibi di provenienza animale.Importante anche la cura degli aspetti di Responsabilità Sociale, con gli accordi con l’Istituto Oncologico Europeo e con il Banco Alimentare, a cui viene devoluta una quota delle vendite sui pro-dotti previsti dagli accordi.Quindi possiamo ben dire che tra le tante eccellenze del nostro territorio, e tra i tanti prodotti tipici (tartufo bianco di Pergola, ver-naccia, formaggio, visner, salumi, produzioni biologiche, cipolle di San Lorenzo e Castelleone, fave di Fratte Rosa, ecc.), abbiamo anche un cereale importante come il farro. E ringraziamo tutta la famiglia Luzi per averlo così bene valorizzato.

Per maggiori informazioni indichiamo i siti internet delle aziende:www.noctis.itwww.aziendaluzi.it

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Un comportamento particolare è stato tenuto dalla giunta gui-data dal sindaco Baldelli nei confronti della Confart Pesaro srl. A questa, Baldelli ha dato

in locazione i locali dell’ex Comunità Mon-tana di via don Minzoni 9, con la delibera di giunta numero 76 del 30 marzo 2011. Delibera adottata in tempi rapidissimi. La domanda con cui l’associazione chiedeva di avere in locazione ad uso ufficio quei lo-cali, di proprietà del Comune di Pergola, al canone di 500 euro mensili, comprensivo anche dell’arredo, è datata 5 marzo 2011. La risposta di Baldelli è del 30 marzo. Una tempestività eccezionale!Per non dire della “generosità” dell’offerta della giunta Baldelli ! Infatti la locazione è stata concessa a un canone inferiore alle valutazioni dell’Agenzia del Territorio, che per locali simili a quelli in questione (5 vani più servizi per una superficie complessiva di 91 metri quadri) indica quale canone corrente per i soli locali, senza arredi, l’im-

porto di circa 630 euro, Iva esclusa. Senza contare la maggiorazione connessa per gli arredi messi a disposizione del conduttore.La delibera del contratto di locazione alla Confart è stata pubblicata solo il 4 luglio 2011. È solo da questo momento, dopo ben quat-tro mesi, che noi dell’opposizione siamo venuti a conoscenza della decisione deli-berata dal sindaco e dalla sua giunta. In pratica, dopo che la delibera aveva già avu-to esecuzione! Un’ulteriore concreta dimo-strazione del “vizietto” del sindaco e della sua giunta di non pubblicare, o pubblicare con notevole ritardo, le delibere.Come opposizione siamo dovuti ricorrere al prefetto per far sì che finalmente il sin-daco si decidesse a pubblicare le delibere del consiglio comunale adottate negli anni 2010 e 2011. Delibere che non erano an-cora state pubblicate, così come quelle di giunta prese molti mesi addietro.Solo dopo l’intervento del prefetto, le deli-bere di giunta vengono pubblicate in tempi più rapidi, così che anche noi gruppi di op-

AFFITTO ALLA CONFART Non tutti uguali per l’amministrazione comunale!

posizione possiamo venirne a conoscenza, nella maggior parte dei casi solo a cose fatte, dopo che il deliberato aveva già avu-to esecuzione, così che abbiamo saputo la diversità di trattamento riservato alla CGIL rispetto alla Confart. Mentre con estrema tempestività, Baldelli si è attivato per ri-spondere all’istanza della Confart, altret-tanto non ha fatto con quella presentata dalla CGIL, che pure aveva fatto analoga richiesta, anche per altri locali siti nello stesso palazzo. Questa si chiama disparità di trattamento, favoritismo a beneficio di alcuni a danno di altri, anzi, in linea di prin-cipio, di tutti gli altri. Per l’assegnazione di questi locali a tutti coloro che ne avevano fatto richiesta poteva, o meglio doveva, essere attivata una procedura che garan-tisse tutti gli interessati alla locazione, nel rispetto delle regole della correttezza, tra-sparenza e buona amministrazione, con la sola finalità di fare gli interessi del Comu-ne, senza privilegiare qualcuno e non tene-re in alcuna considerazione qualcun altro.

di Rosella Renzini

Da qualche tempo alcuni pergo-lesi leggendo gli articoli firmati da me e pubblicati su questo giornale, dicono che gli stes-si risultano corredati da toni

aspri verso l’attuale maggioranza. Fermo restando che rispetto sempre e comunque le altrui opinioni, di converso ritengo che il giudizio non sia corretto rispetto alla re-altà. Scrivo quello che personalmente re-gistro, senza aggiungere né togliere nulla rispetto a quanto concretamente assisto nella quotidianità, perché sono un convin-to assertore che chi scrive deve riportare fedelmente i fatti così come si svolgono, senza dare giudizi che possano inficiare quello di chi, quei fatti, non li ha vissuti, e che pertanto deve averne una descrizione nuda e cruda sulla quale farsi un’opinione propria. In fondo cerco di rifarmi al “reali-smo” europeo di metà ‘800, dove si tendeva ad un’effettiva attenzione alla realtà delle cose, alla sua oggettività e ai suoi aspetti concreti e che, in definitiva, si lascino par-lare i fatti senza che l’autore li commenti o li interpreti. Se questo significa essere aspro allora sì: “LO SONO“, e per quanto possa

CIFRE nudeecrude: I PERGOLESI RIFLETTANOdi Roberto Cecconi

RISORSE IMPEGNATEPER SPESE LEGALI

anno 2009 37.241,55

anno 2010 50.658,73

anno 2011 35.560,06

2012 (fino a giugno) 22.162,91

CAPITOLI SPESA PER MANIFESTAZIONI,FESTE, GEMELLAGGI

anno 2011

anno 2012

(al 31 agosto)

spese per spettacoli manifestazioni culturali e ricreative (ACQUISTI)

2.282,75 435,00

spese per spettacoli manifestazioni culturali e ricreative (SERVIZI)

63.115,65 37.483,85

spese per feste nazionali, solennità civili e manifestazioni di pubblico interesse, gemellaggi(ACQUISTI)

2.648,01 786,25

spese per feste nazionali, solennità civili e manifestazioni di pubblico interesse, gemellaggi(SERVIZI)

17.568,01 680,00

risultare indisponente, ciò non prescinde dalla mia onestà intellettuale che rivendi-co con forza verso i miei lettori e concit-tadini. Su queste premesse ho costruito la mia vita e su tali basi intendo continuare a dare il mio contributo; quando ciò mi fosse precluso, sarà mia cura togliere il disturbo e farmi da parte senza alcun rimpianto, ma fino ad allora... mi dovrete sopportare.Tuttavia, seguendo i suggerimenti, alme-no per questa volta voglio dare delle cifre nude e crude su cui però i contribuenti per-golesi dovranno riflettere accuratamente. È risaputo che qualsiasi giunta comunale è costretta a ricorrere alle spese legali in forza del fatto che non sempre si può giun-gere ad un accordo bonario né con i citta-dini, né con enti o altro, ma a mio avviso negli ultimi anni si è speso troppo. Questi i dati al giugno di quest’anno (tabella 1).Lascio a voi concittadini giudicare se è possibile andare avanti con queste cifre che tolgono risorse ai tanti servizi come ad esempio a quelli sociali. E che dire delle tante spese per le feste? Di seguito è ri-portata in maniera analitica la tabella delle uscite ad agosto scorso (tabella 2).

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Siamo nel bel mezzo di un cambiamento radicale nella sanità regionale, ed in modo particolare nella sanità della nostra provincia.I continui tagli ai finanziamenti sanitari sofferti dalle regioni negli ultimi anni a causa delle mano-

vre dei vari governi succedutisi (compreso l’attuale), hanno dato più forza ad un processo di ristrutturazione del sistema sanitario marchigiano già in atto da qualche anno.Per capire la centralità della questione, è necessario premet-tere che il nostro sistema sanitario assorbe circa l’80% delle risorse iscritte a bilancio. Inoltre, è bene ricordare che il primo governo di centrosini-stra eletto alcune legislature fa ereditò dalle precedenti giun-te un’organizzazione del sistema sanitario piena di falle, a dir poco inefficiente. Lo stato di cose allora vigente non poteva produrre risultati esaltanti e infatti si parlava di un buco di circa 400 miliardi di vecchie lire. Ad oggi, grazie all’azione delle giunte di centrosinistra che si sono succedute, il bilancio sanitario marchigiano è ormai in pareggio da qualche anno ponendo la nostra Regione tra le migliori d’Italia insieme a Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Lombardia, sia in termini di qualità delle prestazioni, sia dal punto di vista della sostenibilità economica dell’intero sistema.

di Mauro Vegliò

UNA SANITÀche CAMBIA

Dopo anni passati ad abbaiare alla luna, ad indossare i panni di profeti di sventura fin dai tempi di Zarletti, spalleggiati a suo tempo da Gaspari (An) e Giannot-ti (Fi) a cui si rivolgevano perché più autorevoli, nel vaticinare la chiusura o la riduzione ad un cronicario

dell’ospedale “Santi Carlo e Donnino”, i Baldelli sono stati sono-ramente smentiti per l’ennesima volta. Negli ultimi mesi hanno riempito i giornali con accuse, oltre alle immancabili foto, alla Re-gione, a Mezzolani, agli accoliti del Pd; sono ricorsi al Tar (spen-dendo inutilmente i soldi dei cittadini), hanno organizzato cortei e petizioni, minacciando di andare in Umbria . Ebbene? L’ospedale di Pergola è forse l’unico dei piccoli presidi marchigiani non toc-cato da riconversioni o taglio dei servizi e dei posti letto.“La Regione ci ruba anche il diritto alla salute” tuonava Antonio Baldelli in uno dei tanti comunicati stampa inviati alle redazio-ni dei giornali o ai Minzolini della Valcesano. Baldelli aggiungeva il 20 dicembre 2011: “Il Consiglio Regionale ha approvato il nuovo piano sanitario e con esso ha deciso la riconversione in cronicari de-gli ospedali di polo, cancellando di fatto l’assistenza ospedaliera per

Solo nella passata legislatura, provvedimenti come l’azze-ramento delle oltre 20 ASL territoriali con l’introduzione dell’ASUR unica regionale oppure l’introduzione del centro unico per gli acquisti hanno permesso notevoli risparmi.Inoltre, la creazione dell’azienda Marche Nord (ospedali di Pesaro e Fano) si rivela premessa fondamentale per giunge-re poi ad una struttura unica che elimini i doppioni dei servizi esistenti a pochi chilometri di distanza, liberando così risorse per l’intero territorio che vadano a qualificare ancor di più quei servizi specialistici indispensabili alla collettività provin-ciale, riducendo così anche la mobilità passiva per prestazio-ni che potrebbero tranquillamente essere espletate in loco.Con l’approvazione nel dicembre scorso del nuovo piano socio-sanitario regionale e del Piano d’Area Vasta (territorio provinciale senza gli ospedali di Pesaro e Fano) la sanità pro-vinciale avrà una nuova identità.Infatti, mentre alcuni ospedali di polo verranno riconvertiti per attività di post-acuzie, l’ospedale di Pergola manterrà le funzioni attuali garantendo così i ricoveri per acuti nei servizi attualmente esistenti.Si va perciò delineando una sanità provinciale che per il rico-vero dei pazienti acuti graviterà attorno a tre punti cardine: Marche Nord (Pesaro-Fano), Urbino e Pergola. >

acuti e l’emergenza in tutto l’entroterra. Tutti gli emendamenti volti a garantire la sopravvivenza di ospedali come Pergola ed Amando-la sono passati sotto la scure della maggioranza di centrosinistra e sono stati inesorabilmente bocciati… Nonostante le patetiche ras-sicurazioni dell’assessore regionale alla sanità e dei suoi portavoce locali, nessuna struttura dell’entroterra garantirà più l’emergenza né le urgenze…Con un blitz, fatto a pochi giorni dal Natale, nella spe-ranza che tutto passasse in sordina, la Regione ci ha tolto anche il nostro diritto alla salute… Credo che sia giunto il momento di insor-gere, come fecero i marchigiani durante il periodo risorgimentale, e di dare alla Regione un aut aut: torni indietro sulla scelta di riconver-tire gli ospedali dell’entroterra in cronicari o faremo come i 7 comuni della Valmarecchia: ce ne andremo in Umbria”. Il 26 febbraio 2012 nell’annunciare il ricorso al Tar Baldelli tornava a tuonare: ”Sono anni che l’assessore alla Sanità e i suoi accoliti locali beffano i per-golesi… La battaglia in difesa dell’ospedale non si fermerà ma pro-seguirà con nuove forme di protesta. Senza tralasciare la possibilità di iniziare una campagna referendaria per il passaggio d’una vasta fetta dell’entroterra in Umbria“. Abbiamo citato solo due >

OSPEDALE Smentiti i profeti di sventura

a cura della Redazione

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Alla grave crisi economica che ha colpito anche l’economia per-golese, si aggiungono le scelte scellerate dell’Amministrazione Baldelli in tema di IMU e di Addizionale IRPEF.Con il decreto “Salva Italia” il governo Monti ha introdotto una nuova tassa sugli immobili. Come aliquota base ha deciso di applicare lo 0,4% per la prima casa e le relative pertinenze e lo 0,76% per gli altri immobili, ovvero le seconde case, gli immobili destinati alle attività commerciali, artigianali e industriali. È sta-ta data la possibilità alle amministrazioni comunali di variare le aliquote base e concesso di abbassare o aumentare dello 0,2% le aliquote sulle prime case e dello 0,3% sugli altri immobili.L’Amministrazione Comunale di Pergola ha portato l’aliquota sul-le seconde case e sugli immobili destinati alle attività commer-ciali, artigianali e industriali all’1,06%, massimo consentito dalla legge, a fronte di un’aliquota base dello 0,76% (è facoltà dei Co-muni di ridurla anche allo 0,46%). Al contrario, Pergola ha deciso un aumento del 40% rispetto all’aliquota di base. L’IMU all’1,06% riguarda anche le seconde case e gli immobili affittati; anche in questo caso l’aliquota base è dello 0,76%; quindi chi detiene un immobile in affitto rischia futuri aumenti per effetto dell’incre-mento dell’imposizione fiscale.Per la prima casa l’aliquota applicata a Pergola è dello 0,4%. I comuni avevano la facoltà di applicare una percentuale compresa fra lo 0,2% e lo 0,6%. A Pergola è stata scelta una via interme-dia, quindi non particolarmente conveniente. A maggior chiarezza puntualizziamo che la detrazione di 200 euro per l’abitazione prin-cipale è prevista dalla legge, e non è una scelta voluta dell’Am-ministrazione Comunale. Complessivamente l’IMU permetterà al Comune di Pergola di incassare dalle tasche dei cittadini e delle imprese circa 1.150.000 euro, contro gli 800.000 euro della vecchia ICI (dati 2007), e contro i 650.000 euro dell’ICI incassata nel 2011.Sappiamo bene che l’IMU non è un’imposta voluta dai Comuni, ma la scelta delle aliquote da applicare è stata fatta dalla Giunta Bal-delli. Crediamo che, in momenti difficili come quelli che stiamo vivendo, anziché aumentare le tasse dovrebbero essere contenuti i costi ed eliminate le tante spese superflue che gravano sulla nostra collettività.Invece è stata aumentata anche l’Addizionale Irpef, portata allo 0,8% rispetto allo 0,6%, con un costo complessivo per i cittadini Pergolesi pari a 550.816 euro, e un aggravio, rispetto all’aliquota precedente, di 137.704 euro. Gli altri Comuni della nostra Pro-vincia hanno deciso diversamente: alcuni hanno aumentato l’ad-dizionale Irpef solo per le fasce di reddito più alte, altri non han-no aumentato in modo così deciso l’Imu sugli immobili destinati alle attività economiche: scelta ponderata in considerazione della grave crisi che sta colpendo le aziende.È questa la diminuzione delle tasse comunali promessa dal Sin-daco e dalla sua maggioranza in campagna elettorale?A tutto questo si aggiunge l’assoluto disinteresse della Giunta per i problemi delle imprese e la totale mancanza di iniziative volte a fronteggiare gli effetti della perdurante crisi economica. I Gruppi Consigliari di opposizione si sono opposti con forza a questa manovra: noi proponiamo di ridurre le aliquote, anche quella dell’IMU sulla prima casa, e contemporaneamente mantenere i servizi, ta-gliando i costi improduttivi e le spese superflue che vengono fatte dal Comune solo per la vanagloria di chi oggi amministra Pergola.

a cura dei Gruppi Consiliari”PD-Centrosinistra per Pergola” e “Tutti insieme per Pergola”

TASSE COMUNALI una mazzata per i PERGOLESI

dei tanti “j’accuse”, delle tante bugie dei Baldelli, crediamo che siano sufficienti a dimostrare come siano stati sbugiar-dati. Purtroppo Pergola non li vedrà riparare in Umbria. Aven-do accusato il colpo e nel tentativo di ascriversi i meriti per il salvataggio dell’ospedale, si sono inventati un fantomatico emendamento del sindaco, che sarebbe stato approvato il giorno successivo alla conferenza dei sindaci convocata per l’approvazione del piano d’Area Vasta. Meriti che poi Antonio Baldelli ha esteso anche a Latini, Foschi, D’Anna, Marangoni, Aguzzi, Cisl che non c’entrano un fico secco .A salvare l’ospe-dale, se lo mettano in mente i Baldelli, è stato il Centro-Sini-stra regionale con l’emendamento Comi voluto da Mezzolani e Solazzi che avevano preso precisi impegni con il Pd pergolese. A sbugiardare i Baldelli ci ha pensato direttamente anche il presidente del consiglio regionale Solazzi, come potete desu-mere dall’articolo comparso il 2 agosto sul Corriere Adriatico con queste parole: “I pergolesi sono troppo intelligenti per es-sere presi in giro dai Baldelli”.

Il progetto portato avanti dalla Giunta regionale e princi-palmente dall’assessore Mezzolani, che voleva garanti-re anche territori più disagiati come Pergola e Amandola (vedi emendamento della maggioranza al Piano Sanitario) risponde a quel criterio di giustizia per il quale da trent’an-ni ci battiamo come parte politica insieme ai cittadini, alle forze sociali e alle amministrazioni locali di tutta la vallata.Ultimata questa fase ci sarà comunque da lavorare e per il nostro ospedale continueremo ad avanzare le nostre ri-chieste: l’attivazione di due letti di terapia intensiva post-operatoria, il primariato di riabilitazione, la dialisi ed un progressivo ammodernamento tecnologico e strutturale.Siamo certo consapevoli del fatto che tali richieste devono fare i conti col momento di ristrettezze economiche e dif-ficoltà di tutto il Paese, e che perciò non è possibile ave-re tutto e subito, ma noi continueremo a lavorare come sempre per il bene della nostra comunità, ricercando il dialogo e non lo scontro. Le battaglie si vincono ricercan-do l’unità delle forze politiche, sociali e amministrative di tutto il territorio, mettendo al bando metodi arroganti ed atti di presunzione, specialmente quando la posta in gioco è di vitale importanza per i cittadini.La serietà, in politica come nella vita, alla fine paga sempre.

“A sbugiardare i Baldelli ci ha pensato direttamente anche il presidente del consiglio regionale Solazzi”

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Essendo stato tanti anni in Libia per lavoro, conoscendo bene il suo Popolo ed apprezzandolo per la sua mitezza ed estrema cordialità, qualità unite ad una fede isla-mica che rarissimamente può sfociare nel fondamen-talismo, ritengo che l’eccidio dell’Ambasciatore Ame-

ricano a Benghazi, di altri 3 cittadini americani e di 10 militari libici, eccidio messo in atto da uno sparuto, anche se ben armato, gruppo terrorista, facente parte di Al Qaeda, ha avuto i seguenti chiarissimi scopi: 1) entrare, a gamba tesa, nelle Elezioni Presi-denziali Americane per favorire una vittoria della destra repub-blicana e, quindi, boicottare la rielezione del progressista Obama; 2) Vendicare, platealmente, la morte di Bin Laden; 3) Mettere un bastone tra le ruote della Nuova Democrazia Libica e punire il Popolo Libico che, nelle recentissime Prime Elezioni Libere dopo la Guerra di Liberazione, ha detto chiaramente NO al fondamen-talismo islamico caldeggiato da Al Qaeda. Altro dato da non sottovalutare è che nella fascia mediterranea della Primavera Araba (Egitto e Tunisia), i nuovi Governi, pur gui-dati da partiti etichettati “Fratelli Musulmani”, si stanno dimo-

unoSGUARDO OLTRE il nostro carocomune strando estremamente moderati e per nulla indulgenti al Fon-

damentalismo Religioso di minoranze di scalmanati, eccitati ed attizzati da idiote e criminali provocazioni anti-islamiche, perpe-trate da un folle prete americano che invita i suoi fanatici fedeli a bruciare il Corano, e da un regista da 4 soldi, pregiudicato, tra l’al-tro, per truffa, autore di un cortometraggio offensivo nei confron-ti di Maometto, al quale si è aggiunta, sempre come offensiva e blasfema verso il Profeta dell’Islam, una rivista satirica francese.Tutto quanto sopra, conferma che gli episodi appena citati sono perfettamente coerenti con il perseguimento, da parte della De-stra, sia essa Americana, Europea ed Italiana (non dimentichiamo mai la maglietta, con le vignette olandesi contro Maometto, indos-sata da Calderoli, ministro del noto Berlusconi. che suscitò la rea-zione di una folla contro il Consolato Italiano di Benghazi, repressa dal Dittatore Gheddafi, l’amico di Berlusconi, con una quindicina di morti libici), di una Società Razzista e Feroce verso… l’altro. Sono pertanto fiero di appartenere ad uno schieramento Pro-gressista e di Centro–Sinistra, uno schieramento che persegue l’obiettivo di una società multirazziale e solidaristicamente in-tegrata; sono altresì convinto che la vittoria di Obama aiuterà le forze progressiste europee, dopo la vittoria socialista in Francia, europeista in Olanda e del Centro–Sinistra in Italia nel 2013, uni-tamente ad una resipiscenza europeista dei tedeschi già in atto, a farci uscire da questa maledetta crisi economica, la quale, non dimentichiamolo mai, è nata dal Capitalismo Selvaggio e Finan-ziario dell’America di Bush e si è ingigantita in un’ Europa do-minata e sgovernata dalla Destra e dalla nostra intramontabile…marionetta.

di Vittorio Caprini

periodico pergolese di informazione e approfondimento

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