PERCHE’ FARE L’ORTO NELLE SCUOLE?
L’importanza di insegnare un nuovo modo di pensare per affrontare la
complessità del mondo
• PERCHE’ FARE UN ORTO NELLE SCUOLE?
• Le ragioni sono così tante che spesso non sappiamo bene da quale iniziare. Se ci chiediamo quale sia il moIvo più importante e significaIvo spesso succede che ne venga in mente un altro forse più pregnante. Ed ecco il primo errore: tuNo quello a cui si sta pensando è importante, ogni tassello ha un valore ed è collegato agli altri in un sistema di relazioni e connessioni. Perciò si può iniziare da qualunque punto perché sono le relazioni ad essere importanI e non i singoli elemenI isolaI.
• Allora ecco quello che impariamo prima di tuNo. Impariamo ad osservare come funziona un ecosistema, osserviamo la RETE di rapporI al suo interno e iniziamo a ragionare in termini di relazioni, insomma impariamo la base del pensiero sistemico.
Immagine dello spazio profondo fornita dal satellite NASA Chandra, quello che a noi appare come spazio vuoto è in realtà un insieme di filamenI che formano una gigantesca rete
• Dopo poco tempo si inizia ad osservare il mondo in modo diverso. • Il pensiero analiIco tende a separare le cose e analizzarle disIntamente, ci
si trova di fronte a tante macchie nere ma si rischia di perdere il disegno complessivo.
• Il pensiero sistemico guarda il disegno. E’ uno sguardo di ampio respiro, vede le singole macchie ma non perde di vista il tuNo. Osserva le relazioni tra gli elemenI e sa perfeNamente che il risultato complessivo non è una semplice somma degli elemenI ma è qualcosa in più perciò non smonta il disegno ma ne esplora le relazioni senza distruggerlo. Se lo distruggi perdi il senso della forma complessiva e non sei più in grado di coglierla.
• Torniamo all’orto e vediamo come funziona in praIca questo modo di pensare. • Prendiamo in esame un sistema di orto sinergico, in cui coesistono diverse specie
di piante e fiori. E’ un sistema complesso perché formato da tante specie differenI. Ogni pianta ha la sua specificità, le sue caraNerisIche che la differenziano da tuNe le altre.
• Possiamo analizzarle una per una e scendere sempre più in profondità scomponendole a loro volta negli elemenI che le cosItuiscono: radici, foglie, fiori, fruZ. Possiamo scendere ancora e analizzare il sistema più elementare del fruNo o del fiore, ma andiamo ancora più a fondo e nel fiore prendiamo in esame il petalo o gli stami. Analizzando pianta per pianta come fossero sistemi isolaI sapremo tuNo di ognuna di esse ma nulla di come si relazionano tra di loro. Siamo scesi così a fondo nel problema che abbiamo perso la visione globale.
• Al contrario proviamo un approccio sistemico al nostro orto: quello che cerco di cogliere prima di tuNo è la caraNerisIca principale di ogni pianta in relazione alle altre, le leguminose so che fissano l’azoto a livello delle radici e vedo che sono state piantate accanto a piante di pomodori che hanno bisogno di azoto per prosperare, tuNo intorno ci sono agli e cipolle che hanno una funzione proteZva perché sono anIbioIci naturali e difendono le piante dai nematodi, vedo anche fiori come la calendula e il tagete che oltre ad avere funzione proteZva aZrano gli inseZ impollinatori. Ci sono poi le aromaIche perenni che hanno anch’esse funzione proteZva e lunghe radici che restano sempre vive nel terreno contribuendo a sostenerlo. Vedo anche che le piante annuali, quando muoiono, lasciano a decomporsi le radici nel terreno in modo da contribuire alla sua ferIlità.
• Poi c’è il terreno che è un altro sistema streNamente in relazione con le piante. Lì c’è un mondo faNo da baNeri, micro organismi, funghi, lombrichi, ognuno è un sistema in streNa relazione con gli altri e con le piante del nostro orto. Impossibile considerarli isolaI, si rischia di non capire nulla. Ma possiamo andare avanI e osservare l’effeNo sul nostro orto della relazione con sistemi ancora più grandi: il tempo, le stagioni, le piogge, il sole e…anche le persone che ci lavorano.
• TuNo è in relazione, i sistemi sono relazioni e possono essere capiI solo in questa oZca. Questo modo di pensare che in un orto sembra così naturale e produZvo può essere applicato a qualunque sistema, a qualunque livello. Alla famiglia, alla scuola, alla società, alle varie aZvità umane, alla costruzione di una casa, di un eco villaggio o di una ciNà.
• Un’altra cosa importante che impariamo dall’orto è che i sistemi vivenI si sviluppano seguendo dei cicli, gira gira tuNo torna al punto di partenza.
• Perciò dal seme nasce il primo virgulto con il gambo e le foglie, cresce e sviluppa germogli, poi fiori e poi fruZ. Dentro il fruNo troviamo i semi che cadranno a terra per far nascere altre piante. La pianta stessa appassirà e tornerà alla terra per nutrirla e renderla più ferIle. Questo modo di agire non spreca nulla, tuNo viene riuIlizzato e non si producono rifiuI. E’ un sistema intelligente e sostenibile. Possiamo cercare di applicarlo in altri ambiI, potrebbe essere un modello vincente per il futuro.
• In un orto impariamo anche ad osservare tuNe le energie che fluiscono aNraverso esso e impariamo come uIlizzarle al meglio: l’energia del sole ( orienIamo il nostro orto nel migliore dei modi), l’acqua che scende dal cielo in forma di pioggia ( cerchiamo di raccoglierla e usarla per l’irrigazione), le foglie che cadono dagli alberi ( le meZamo da parte e le usiamo come pacciamatura), il lavoro delle persone ( vediamo come stabilire i turni e le mansioni)…
• E poi ci rilassiamo stando all’aperto, facciamo esperienza usando tuZ i cinque
sensi, colIviamo senza usare nulla di chimico, impariamo ad aspeNare e a seguire i ritmi delle stagioni, ci prendiamo cura della terra e della sua ferIlità perché diventa semplice capire che siamo un organismo dentro un organismo più grande che è la natura. Come dice un capo indiano “ l’uomo non tesse la trama della vita, in essa è solo un filo e tuNo quello che fa alla trama lo fa a se stesso”
• I bambini possono sperimentare e capire tuNo questo a scuola, semplicemente
progeNando e prendendosi cura di un orto.