senza influenzarne gusti e prefe-renze ma fidandosi piuttosto dellaloro capacità di scegliere cose bel-le, che li interessino. Introdurre li-bri nuovi, capaci di emozionare,di insegnare in maniera non no-zionistica, aiutarli a imparare a leg-gere, prima, e poi ad affrontare te-sti sempre più complessi è uno deiregali più belli che si possano farea un bambino. Il tempo dedicatoa leggere insieme, o a studiare in-sieme diventa prezioso.Paradossalmente, però - soprattut-
to in Europa - trovare dei libri cheriescano ad avvicinare i bambinialla Torah è praticamente impos-sibile. Testi che non siano troppodifficili, ma neppure troppo facilio banali, che non impongano in-terpretazioni già pronte ma chestimolino i piccoli lettori a ragio-nare con la propria testa sono unavera rarità. Nel 1964 è uscito inGermania il volume Die Bibel fürKinder erzählt nach der HeiligenSchrift und der Agada di AbraschaStutschinsky, che è stato anche tra-
dotto in italiano, nel‘97. Un libro ora introvabile, nonfacilissimo da leggere, ma adattoa tutte le età, La Bibbia raccontataai bambini: secondo la Sacra Scritturae l'Aggadà ebraica, in cui tutta laTorah viene raccontata come una
sorta di romanzo, molto discorsi-vo, che poteva essere letto ad altavoce ai bambini più piccoli, e stu-diato insieme ai più grandi. Le sto-rie, accompagnate da incisioni inbianco e nero mai aggressive e maiscontate, potevano essere attraver-sate come si legge a volte anchela grande letteratura, per il sem-plice gusto di “sapere come va afinire”. L’esempio di Stutschinsky, lontanonel tempo, non ha praticamenteavuto seguito in Europa, ma dueesempi recenti fanno sperare inuna nuova attenzione alla necessitàdi dare ai bambini strumenti ade-guati: il primo libro dedicato allostudio della Torah per i ragazzi,quel Bereshit uscito qualche annofa che è già in uso nelle scuole
ebraiche italiane, su cui hannolungamente lavorato Anna Co-en e Mirna Dell’Ariccia, fortidell’esperienza di una vita tra-scorsa ad insegnare, sarà seguitofra pochissimo da Shemot, il se-condo volume, che ha riunito lo
stesso team. Si tratta di una pub-blicazione dell’Unione delle Co-munità Ebraiche Italiane, seguitadal Dipartimento Educazione eCultura, e in particolare da OdeliaLiberanome, forte anche di unalunga esperienza al Centro peda-
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DOSSIER /Leggere per crescereIl rapporto fra i bambini e la Torahparte da lontano, ma purtropponon se ne vedono grandi effettipratici sulle scelte editoriali, e nelmercato europeo sono rarissimi itesti che avvicinano la Torah aibambini. Eppure già dopo la distruzione delsecondo Tempio di Gerusalemmenel 70 E.V. Una legge, scriveva nelprimo secolo lo storico GiuseppeFlavio, ordina agli ebrei “che aibambini si debba insegnare a leg-gere, e debbano imparare le leggie gli atti dei loro antenati, così chepossano imitarne i comportamenti,e conoscendo a fondo le leggi, nonpossano trasgredirle né avere al-cuna scusa per non conoscerle”. Ilprimo libro su cui hanno imparatoa leggere nei secoli gli ebrei è laTorah e sulle sue lettere, sulle suepagine, con le sue storie, sono cre-sciute innumerevoli generazioni.Da allora, prima per legge, e poiper consuetudine, tutti i bambiniebrei imparano a leggere e studia-no. In ebraico scuola si dice bet-sefer, casa del libro, a indicare chenon può esserci scuola senza libro,né libro senza scuola. Insieme, aformare una casa. E analogamentein Italia si diceva “andare a scola”per intendere andare alla sinagoga,dove si pregava ma anche si stu-diava: la sinagoga era la casa dellostudio. Sviluppatosi nei secoli, l’ap-proccio ebraico al mondo dell’in-fanzia restituisce ai bambini unaposizione centrale che invece nellastoria - ma anche nella modernità- è spesso loro sottratta. Una cen-tralità di sostanza, fatta di impe-gno, di tempo e di costanza, di fi-ducia nel futuro che rappresenta-no. I bambini non sono relegati inun angolo, non si resta ad aspet-tare che crescano, bensì tutto è di-retto a cercare di portarli a entrarea pieno diritto nella vita attraversoi principi, le idee, le regole dellatradizione. Per fare ciò il mezzoprivilegiato dal cosiddetto Popolodel Libro è, ovviamente, la lettura.La priorità, inoltre, non è data almero riempire i bambini di infor-mazioni, spingendoli ad appren-dere sempre di più, sommandonozioni su nozioni, ma ad accom-pagnarli in uno sviluppo omoge-neo che ne curi la crescita dellapersonalità, della sensibilità, di sen-timenti etici. Unire le due cose nonè semplice, ma riuscire allora aportarli al piacere di leggere un li-bro, senza che ci sia obbligo e sen-za forzature diventa conseguenzalogica. Accompagnarli nella scelta,
Raccontalo ai tuoi figliDue progetti editoriali riportano, dopo tanta attesa, la Torah ai bambini
È nata da poco Parpar, la collana
dedicata ai bambini della storica
casa editrice Giuntina di Firenze,
specializzata in libri di cultura e
storia ebraica, e porta un nome
dolce: in ebraico vuoi dire Far-
falla. Il primo volume della nuova
collana, voluta fortemente da
Shulim Vogelmann, è uscito a fi-
ne novembre e sono in program-
ma uscite regolari. Saranno po-
chi libri all’anno, libri leggeri, co-
lorati e allegri come farfalle: sto-
rie della tradizione, racconti di
autori israeliani, spiegazioni
sull’osservanza delle regole del-
l’ebraismo e sulla presenza di Dio
nel mondo. La fisarmonica di
Mendel, il primo titolo, ha avuto
grande successo, e il prossimo,
La torre di Babele, arriverà in li-
breria ad aprile.
I primi due volumi della collana
sono traduzioni di libri dell’ame-
ricana Ken-Ben Publishing, che
ha sede a Minneapolis ed è parte
del Lerner Publishing Group. Vin-
citrice di molti premi, la Ker-Ben
(da Karen e Ben, i figli delle fon-
datrici) ha pubblicato come pri-
ma uscita una Haggadah per
bambini, My very Own Hag-
gadah, che, ristampata per
il trentesimo anniversario
della casa editrice, ha rag-
giunto i due milioni di copie.
Sono seguiti circa 150 volu-
mi, tutti di argomento ebrai-
co, dedicati a bambini che
vanno dall’età prescolare fi-
no alle soglie dell’adolescen-
za, e che hanno portato alla
casa editrice numerosi premi.
Il primo titolo tradotto da Giun-
tina è una storia che risuona di
musica klezmer, e l’autrice Heidi
Smith Hyde e l’illustratrice Jo-
hanna Van Der Ster-
re sono riu-
scite a rendere percepibili anche
ai più piccoli le atmosfera di Mel-
nitz, il villaggio europeo in cui
inizia la storia, e poi del Nuovo
Mondo, dove
M e n d e l
va a cercare fortuna. Protago-
nista assoluta è la musica, e
soprattutto la fisarmonica del
protagonista, che suona alle
feste del paese, poi inizia a
viaggiare da un villaggio al-
l’altro unendosi ad altri mu-
sicisti, fino a formare un
gruppo, noto come I klezmo-
rim. La musica si intreccia col
tema dell’emigrazione, una
migrazione di persone e di talen-
to, che però porta la musica a
scomparire lentamente dalla
quotidianità familiare, più presa
dal lavoro e dalla famiglia fino a
ricomparire fra rock, jazz e
swing a New York...
In occasione della sua usci-
ta, e per festeggiare la na-
scita della nuova collana,
la storia de La fisarmonica
di Mendel è stata messa in
scena a Roma al centro
ebraico Il Pitigliani, e, con
Anna Coen e Mirna Dell’AricciaLA MIA TORAH DEC UCEI
Gadot e ReboraLA TORREDI BABELEGiuntina
Smith Hyde e Van der SterreLA FISARMONICADI MENDEL Giuntina
La novità è una farfalla La collana per bambini di Giuntina, al secondo volume, è un successo
gogico dell’UCEI. Il sottotitolo“Lettura dinamica con cenni alMidrash, approfondimenti, gio-chi e attività” è la chiave di spie-gazione della scelta di impostareil testo mantenendo la suddivi-sione in Parashot , raccontan-dole con aggiunta di molte cita-zioni e modulando per ognuna diesse una serie di attività e spuntididattici utilizzabili da alunni di di-verse fasce di età e diversi livellidi conoscenza. Per i libri che an-dranno a comporre tutta La miaTorah - questo il nome del progettocomplessivo - è stato scelto un for-mat editoriale che lo rende adattoa un suo utilizzo nelle scuole, prin-cipalmente in un contesto di edu-cazione ebraica, ma comparabilecon i libri di testo di altre materiein possesso degli allievi: sono state
coinvolti professio-nisti specializzati, ed è
costante il lavoro di confronto erevisione dei contenuti curato di-rettamente dalla direzione del Di-partimento Educazione e Cultura. In parallelo in Germania una pic-cola casa editrice che pubblica sololibri per bambini, di argomentoebraico ha in uscita il primo volu-me, Bereshit, della serie Raccontaloai tuoi figli - La Torah in cinque vo-lumi. La Ariella Verlag, guidata dal-la coraggiosa e determinata My-riam Halberstam, filmmaker ame-ricana trapiantata a Berlino, ha de-
ciso di colmare un vuoto, tantopiù evidente negli ultimi anni incui la comunità ebraica tedesca ècresciuta e si è rinforzata. Dopoessere confluito per anni un sitomolto frequentato di approfondi-mento e studio delle parashot, de-dicato sia ai bambini della scuolaprimaria che ai più grandi, il lavorodi Bruno Landthaler e Hanna Lissdiventa finalmente un libro.Le illustrazioni dell’artista israelia-no Darius Gilmont si integranomirabilmente con testi, a ricreareper i bambini la magia di un nuo-vo inizio. Bereshit verrà presentatoalla Bologna Children’s Book Fair,dove Myriam Halbertam saràospite, insieme a Odelia Libera-nome, di una tavola rotonda or-ganizzata dalla redazione di Pagi-ne Ebraiche.
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altissimo livello, ottimi professio-nisti che per di più conosconomolto bene il mercato del libro.Molte delle novità sul mercato ad-dirittura derivano dai progetti fattidagli studenti durante l’ultimo an-no”. Le case editrici sono parte diquesti nuovi fermenti e stanno fa-cendo scelte più coraggiose rispet-to al passato, evidenti anche inquesta ricerca di nuovi talenti frai neodiplomati, a cui viene imme-diatamente offerta la possibilità dimisurarsi con il mercato. Sono an-che frequenti, in Israele, i casi digiovani che iniziano illustrando li-bri altrui e dopo qualche temposentono la necessità di scrivere leproprie storie; ne è un ottimoesempio l’ormai famosa Orit Ber-gmann, presente in Italia in questigiorni, e in particolare a Bolognainsieme a Orna Granot, in occa-sione della Children’s Book Fair edell’inaugurazione della mostra Ba-lene e capelli blu,che dopo esserestata organizzata aVenezia lo scorsoaprile dall’organiz-zazione Teatrio diOddo De Grandis,proprio con la col-laborazione dellacuratrice dell’IsraelMuseum, è oraospite del museoebraico della città.E proprio all’IsraelMuseum è grandelo spazio dedicato ai libri illustratiper i bambini e addirittura nei testiufficiali di presentazione di unadelle sezioni del museo dedicateai bambini, la Ruth Youth Wingfor Art Education, si può leggereche “l’esistenza in un museo di unabiblioteca per bambini il cui focussia l’illustrazione dovrebbe esserenaturale, perché l’illustrazione èprincipalmente un’opera d’arte.”Un approccio che parrebbe logicoe naturale, ma che non è affattocomune. “Da noi - spiega ancoraGranot, che vi lavora - i libri sonocatalogati e ordinati per illustrato-re, non per autore come di solitoavviene nelle biblioteche per bam-bini. Così si abituano subito a ri-conoscere mani diverse, stili a voltetalmente distanti gli uni dagli altriche possono modificare radical-mente la percezione di una stessastoria. L’educazione all’arte è unapriorità assoluta, e le illustrazionidei libri sono le prime opere d’arteche i bambini prendono in mano.
la regia di Giordana Moscati, e un
attore due musicisti sono riusciti
a incuriosire e divertire i piccoli
spettatori. Riccardo Battisti, alla
fisarmonica, ha poi spiegato che
il suo strumento “è come una ri-
serva di aria nuova e fresca, un
respiro in più che viene in soc-
corso di Mendel mentre muove
il suo mantice, ma anche di chi
si trova accanto a lui e ascolta la
sua musica”. Al clarinetto c’era
Gabriele Cohen e le parole della
storia unite alle atmosfere rega-
late dalla musica klezmer hanno
dato il senso di una grande festa.
La seconda uscita della collana,
il volume La torre di Babele, che
dovrebbe arrivare nelle librerie
in primavera, racconta della vita
tranquilla ma noiosa di quando
in tutto il mondo si parlava una
sola lingua. Noiosa al punto che
gli abitanti di Sennaar iniziarono
a cercare qualche idea per ravvi-
vare le giornate, e fra le tante
proposte, ovviamente, viene
scelta la costruzione di una tor-
re. La scelta di lanciarsi nell’av-
ventura di una nuova collana de-
dicata ai piccoli lettori è nata,
racconta Vogelmann, “perché ho
avuto due bambine e ho capito
l'importanza di avere libri ebraici
per bambini in casa. Nasce anche
perché avevamo voglia di rinno-
vamento e nuove sfide nella casa
editrice. E perché informandomi
e cercando libri per bambini ho
scoperto che alcuni sono davvero
molto belli”. La soddisfazione è
palpabile, e in effetti nell’attuale
panorama editoriale in cui le ca-
se editrici spesso annaspano,
l’idea di partire con un progetto
totalmente nuovo è coraggioso.
“Siamo all'inizio di un nuovo pro-
getto e stiamo ancora imparan-
do, ma già il primo libro ha ri-
scosso un buon successo e buone
critiche e questo è stato molto
importante per darci coraggio e
ancora maggiore entusiasmo, è
un mercato rispetto a cui siamo
ancora inesperti. Il terzo volume,
ancora una traduzione da Kar-
Ben Publishing, racconterà una
storia la cui protagonista, una
scimmia di nome Ester, sbaglia
tutti i regali di Hanukkah per i
suoi amici. Un libro divertente,
ma proporlo a un pubblico non
solo ebraico sarà una vera scom-
messa. D'altra parte, ci teniamo
a pubblicare anche libri legati al-
le feste ebraiche, per i bambini
ebrei (e speriamo per i loro amici
non ebrei). Sicuramente, la mag-
gior parte si collocherà in uno
spazio tematico ebraico, ma ac-
cessibile a tutti i bambini”. Il
quarto libro della collana sarà
poi la traduzione italiana di un
libro dell’israeliana Rutu Modan,
in parte già noto in Italia ai let-
tori di DafDaf, il giornale ebraico
dei bambini, che ne ha parlato
qualche mese fa.
Landthaler, Lisse GilmontRACCONTALO AI TUOI FIGLI Ariella Verlag
GRANOT da P17/ Sono importanti, al punto chespesso abbiamo una memoria pre-cisa di una certa illustrazione vistada bambini, più precisa del ricordodella storia. Ma non sappiamo pra-ticamente mai chi era l’illustrato-re”.Eppure gli illustratori hanno unruolo fondamentale, fungono datramite tra parole e immagini, vi-vono sul confine fra i due mondie sono, nel senso più ampio deltermine, dei mediatori. Possonotrattare argomenti drammatici oleggeri, essere divertenti o serissi-mi, e spaziano dall’illustrazione perl’infanzia alla satira politica. Gli il-lustratori israeliani hanno in genereun approccio coraggioso, moltoradicale, che li sta portando ad ot-tenere sempre più spesso ricono-scimenti anche prestigiosi al di fuo-ri del loro paese. Alcuni artisti han-no scelto di confrontarsi con igrandi classici, reinterpretando testiuniversali, noti ai bambini di tutto
il mondo. I giovaniillustratori israelianisfidano le conven-zioni visive, e forseanche le tendenzepiù universali ocommerciali. Chesia un uso partico-lare degli spazibianchi, la distor-sione delle forme, oin genere la capaci-tà di creare nuovilinguaggi in un am-bito che dal punto
di vista estetico ha certamente del-le forme di rigidezza, tutto portaa un tentativo di infrangere le re-gole tradizionali di un mercato cheaccetta difficilmente le rotture conla tradizione. Orna Granot a que-sto proposito spiega come “sia dif-ficile, nella realtà, presentare un te-sto o un’illustrazione nei libri perbambini che sia manifestamentearte sovversiva ottenendo popola-rità commerciale. È dunque sor-prendente e gratificante sottolinea-re che la transizione verso una rap-presentazione più complessa, tal-volta ombrosa, dell’infanzia emer-ge chiaramente in molte illustra-zioni attualmente pubblicate”. Tragli artisti più maturi c’è la capacità,per esempio, di produrre illustra-zioni anche cupe, eppure fresche,e interessanti per i bambini che nesono giustamente attratti, moltopiù che dalle immagini stereotipa-te, fatte di stili noti e già visti ovun-que che non sono più capaci di in-curiosire, di far pensare.
LENA
RAV
ENKO
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