Proceedings of the International ConferencePreventive and Planned Conservation
Monza, Mantova - 5-9 May 2014
Protezione dal rischio sismico
Proceedings of the International ConferencePreventive and Planned Conservation
Monza, Mantova - 5-9 May 2014
Comitato scientificoCarlo Blasi, Universita di Parma, ItalyFederico Bucci, Politecnico di Milano, ItalyFausto Cardoso Martinez, University of Cuenca, EcuadorAngelo Ciribini, Universita di Brescia, ItalyNigel Dann, University of the West of England, United KingdomStefano Della Torre, Politecnico di Milano, ItalySasa Dobricic, University of Nova Gorica, SloveniaXavier Greffe, Universite Paris 1 Pantheon-Sorbonne, FranceMassimo Montella, Universita di Macerata, ItalyElena Mussinelli, Politecnico di Milano, ItalyChristian Ost, ICHEC Brussels Management School, BelgiumAna Pereira Roders, University of Eindhoven, HollandPietro Petraroia, Eupolis Lombardia, ItalyMario Santana Quintero, Carleton University, CanadaKoenraad Van Balen, UNESCO Chair for PRECOMOS, KU Leuven, Belgium Minja Yang, RLICC, KU Leuven, BelgiumRossella Moioli, Distretto Culturale Monza e Brianza, Italy (coordinamento)
Segreteria scientifica del convegno:Maria Paola Borgarino, Stefania BossiPolitecnico di Milano, Dipartimento ABC - Architecture, Built Environment and Construction Engineering
Atti a cura di Stefano Della TorreCuratela editoriale: Maria Paola BorgarinoImpaginazione e collaborazione alla revisione dei testi: Cristina Boniotti
Politecnico di Milano - Dipartimento ABC - Architecture, Built Environment and Construction EngineeringFondazione Cariplo, progetto Distretti CulturaliDistretto Culturale Evoluto di Monza e Brianza - Provincia di Monza e della BrianzaDistretto Culturale Le Regge dei Gonzaga
Con il patrocinio della
@ 2014 Politecnico di Milano e Nardini EditoreTutti i diritti sono riservati
Copertina Ennio Bazzoni
Stampato per Nardini Editore
Le immagini contenute in questo volume sono fornite dagli autori alPolitecnico di Milano e all’editore sotto la propria esclusiva responsabilitàe sono state utilizzate per scopo didattico e per divulgazione.L’editore è disponibile a riconoscere la paternità delle immagini ad altriche la dimostrino, e a citare gli aventi diritto nelle successive edizioni.
NARDINI EDITORE
Proceedings of the International ConferencePreventive and Planned Conservation
Monza, Mantova - 5-9 May 2014
A cura di Stefano Della TorreCuratela editoriale Maria Paola Borgarino
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Protezione
dal rischio sismico
Indice
LA PROTEZIONE DAL RISCHIO SISMICO A LIVELLO TERRITORIALE: UNA STRATEGIADI PREVENZIONE POSSIBILE, TRA ECONOMIA E RESPONSABILITÀCarlo Blasi, Federica Ottoni, Eva Coisson . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 1
CRITICITÀ DEL PATRIMONIO STORICO NELLE ZONE A BASSA SISMICITÀ - IL CASODI UNA VILLA VENETA SETTECENTESCAMarco Boscolo Bielo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 13
PRESIDI STATICI ED OPERE DI MESSA IN SICUREZZA NEI SITI ARCHEOLOGICI:CONFINI E LIMITI DEL PIANO DI MANUTENZIONE PROGRAMMATANicola Santopuoli, Miriam Vitale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 27
RETROFITTING OF MASONRY STRUCTURES WITH COMPOSITE MATERIALS.EXPERIMENTAL AND NUMERICAL RESULTSGaia Barbieri, Massimiliano Bocciarelli, Lorenzo Borrello, Sara Cattaneo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 37
KNOWLEDGE LEVELS AND CONFIDENCE FACTORS: CONSIDERATIONS ON THEIREFFECTIVENESSMarco Magnani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 49
PER UNA CONSERVAZIONE PREVENTIVA. LA CHIESA DELL’IMMACOLATAA PIZZOFALCONE A NAPOLI TRA ISTANZE DI CONSERVAZIONE E PROTEZIONEDAL RISCHIO SISMICORenata Picone, Andrea Prota, Arianna Spinosa, Luigi Veronese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 61
POST SEISMIC STRATEGIES AFTER 2012 EARTHQUAKES ON MILITARY ARCHITECTUREIN MANTUA AREA Antonella Saisi, Stefania Terenzoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 73
RISK ASSESSMENT AND PREVENTION PRIORITIES IN CULTURAL HERITAGE PRESERVATIONAndrea Dall’Asta, Manuela Battipaglia, Federico Bellini, Tamara Carducci, Graziano Leoni,Giuseppe Losco, Alessandra Meschini, Enrica Petrucci, Quintilio Piattoni, Daniele Rossi,Filippo Sicuranza, Horst Thaler, Enrico Tubaldi, Alessandro Zona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 85
DURABILITY OF FIBER REINFORCED SYSTEMS FOR SEISMIC RETROFITTINGOF MASONRY STRUCTURESElisa Bertolesi, Francesca Giulia Carozzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 97
CENTRI STORICI, VULNERABILITÁ, RISCHIO E GESTIONE DELLA CONSERVAZIONE.UNA PROPOSTA D’IMPLEMENTAZIONE DELLO STRUMENTO ‘CARTA DEL RISCHIO’Carlo Cacace, Donatella Fiorani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 107
CARTA DEL RISCHIO DEL PATRIMONIO CULTURALE: STUDIO SULLA VULNERABILITÀE PERICOLOSITÀ SISMICA DEL PATRIMONIO CULTURALE IN SICILIA E CALABRIACarlo Cacace, Adalgisa Donatelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 119
PROTEZIONE SISMICA PREVENTIVA. DALLA STORIA AL RESTAURO SISMICOATTRAVERSO L’ISOLAMENTO SISMICO ALLA BASEAbdul Kader Moussalli, Francesco Amendolagine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 129
STRATEGIES FOR SEISMIC RISK PROTECTION. A MULTI-DISCIPLINARYMETHODOLOGICAL APPROACH FOR HISTORICAL CITY PATTERNSCristina Boido, Monica Naretto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 143
PROCEDURE PER LA MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO MOBILE IN CASODI CALAMITÀ NATURALI. DA CELANO A SASSUOLO, DA MODELLO A STANDARDFrancesca Capanna, Paolo Scarpitti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 153
SEISMIC PROTECTION OF EXISTING BUILDINGS IN THE ITALIAN EXPERIENCEMaria Adelaide Parisi, Chiara Tardini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ” 165
segue Indice
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PROCEDURE PER LA MESSA IN SICUREZZA DEL PATRI-MONIO MOBILE IN CASO DI CALAMITÀ NATURALI. DA CELANO A SASSUOLO, DAL MODELLO ALLO STANDARD
Francesca Capanna, Paolo Scarpitti MiBACT - ISCR, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Istituto Supe-
riore per la Conservazione ed il Restauro
Abstract
The Italian cultural heritage is peerless for variety, quantity and diffusion
throughout the country. In this we must include mobile works: paintings, sculp-
tures and other works of artistic value, but also religious furniture or objects of
cultural and historical importance. Their loss during natural disasters could
create a void in the history of our national identity.
Following the earthquake that destroyed L'Aquila and neighboring coun-
tries in 2009 was developed and proposed by our Institute a procedure for
recovery and storage this heritage in safe places and in stable conditions.
This procedure was re-adopted on the occasion of the earthquake in Emilia
Romagna, happened unfortunately after only three years, confirming its effec-
tiveness.
Today, the Ministry intends to ratify this operating method by releasing cir-
cular act. This text describes the method in its early phases and in state of
emergency.
The text will also describe the theoretical assumptions in which the imple-
mentation of the procedure is based.
La Direttiva del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in seguito agli ul-
timi eventi calamitosi, si è dotato di una struttura operativa per il monitoraggio
e il coordinamento delle attività necessarie per fronteggiare le emergenze deri-
vanti da calamità naturali con decreto del Segretario Generale n. 7 del
25.05.2013 (circolare del Segretario Generale n. 32 del 21.06.13 ampliata e con-
fermata con circolare del 14.03.14).
Si tratta di un complesso apparato che si compone di unità di personale
permanente e della preventiva strutturazione di una serie di apparati logistici e
procedurali che possono essere tempestivamente, o meglio immediatamente,
attivati nel caso di sopraggiunta calamità.
Protezione dal rischio sismico
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Il Ministero ha istituito un’Unità di crisi di coordinamento nazionale presso
il Segretariato Generale e di Unità di crisi di coordinamento regionale presso le
Direzioni Regionali che, quando necessario, rendono operative alcune procedu-
re già precedentemente programmate in modo da ottimizzare i tempi e i costi di
risposta. Questo avviene di concerto con: il Comitato operativo presso il dipar-
timento della Protezione civile, il comando dei Carabinieri, il dipartimento dei
Vigili del Fuoco, l’Ufficio nazionale dei beni ecclesiastici, e le direzioni generali
MIBACT.
La “Gestione della fase di progettazione ed attivazione degli interventi di
sicurezza, costruzione, consolidamento e restauro dei beni danneggiati” preve-
de le seguenti procedure.
1 - “procedura di attivazione della struttura operativa e delle comunicazioni;
2 - procedura per il coordinamento delle strutture di protezione civile;
3 - procedura relativa all’attività di rilievo dei danni al patrimonio culturale;
4 - procedura relativa all’attività connesse con gli interventi di messa in sicurez-
za dei beni immobili e mobili;
5 - procedure per la gestione dei depositi temporanei e dei laboratori di pronto
intervento sui beni mobili;
6 - procedura di gestione delle informazioni”.
Per ogni procedura la circolare dispone e normalizza una serie di atti a ca-
rattere preventivo che devono essere effettuati sul territorio sin dalla data di
emanazione del decreto ministeriale, una serie di atti da attivarsi in fase emer-
genziale e a regime ed una serie di appartati schedografici standardizzati.
La procedura indicata al punto 5 è quella della quale si relazionerà in modo
particolare in questo testo.
La “scuola” di Urbani e l’attitudine alla gestione del territorio
La direttiva ministeriale, assolutamente benvenuta nella dinamica interna di
tutela del patrimonio, è frutto di impostazioni metodologiche già da tempo
teorizzate all’interno dell’Istituto Centrale per il Restauro (ICR oggi Istituto
Superiore per la Conservazione ed il Restauro ISCR) negli anni in cui era diretto
da Giovanni Urbani e oggi giunte a concreta maturazione.
È del 1975 il “Piano pilota per la conservazione programmata dei beni cul-
turali in Umbria” e la “Carta del Rischio del Patrimonio culturale” è stata svi-
luppata all’interno di un progetto ICR a partire dal 1990.
La frequentazione costante di un sistema, quello ISCR, abituato a non pre-
scindere mai dalla valutazione del contesto territoriale e la formazione maturata
in questo ambito ha permesso, mano a mano che la tecnologia ne ha consentito
PPC Conference 2014
155
gli sviluppi, di giungere all’attuale efficiente struttura operativa attuata dal Mini-
stero. La procedura del sopraddetto punto 2.5 è stata ideata, strutturata e testata
sul campo, dagli autori di questo testo. La comprovata efficacia ne ha determi-
nato la formalizzazione come standard.
Celano e il terremoto del 2009 l’esperienza sul campo per
l’impostazione della procedura
All’indomani della forte scossa di terremoto che il 6 aprile 2009 danneggia-
va gravemente il patrimonio culturale abruzzese ed in particolare quello aquila-
no, l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro metteva a disposi-
zione le proprie competenze ed il proprio personale per l’emergenza.
Come in altri precedenti eventi catastrofici, il sistema informativo territoria-
le della “Carta del Rischio”, è stato utilizzato per estrarre in immediato tutte le
informazioni alfanumeriche e cartografiche utilizzando le funzioni proprie del
GIS. Inserendo le coordinate geografiche dell’epicentro del terremoto si è co-
struito un buffer di estrazione relativamente ai comuni interessati dal sisma.
Il nostro istituto è stato inoltre incaricato dell’impostazione metodologica e
dell’esecuzione del lavoro di ricognizione, controllo, schedatura e pronto inter-
vento delle opere provenienti dal Museo Nazionale d’Abruzzo la cui sede, pres-
so il Castello Spagnolo, era stata gravemente danneggiata divenendo inagibile.
Per ricoverare le opere recuperate da questo museo è stato individuato il
Museo della Preistoria d’Abruzzo di Celano-Paludi, in seguito rinominato Mu-
sè. La struttura presentava tutte le caratteristiche necessarie alla gestione del
programma. Sito in una zona a bassissimo rischio sismico, fu edificato negli
anni ottanta e venne allestito con il patrimonio di reperti archeologici italici.
L’allora soprintendente Giovanni Scichilone ebbe la risolutezza e la lungimiran-
za di attrezzarlo con un ampio laboratorio di restauro e, prevedendo questo
tipo di attività, predispose anche ampi spazi per i depositi e una foresteria dove
i tecnici potessero lavorare e soggiornare in comodità.
Le potenzialità della struttura erano, al momento dell’arrivo dei tecnici
ISCR, solo parzialmente sfruttate, ad esempio i laboratori erano attrezzati speci-
ficatamente per manufatti archeologici ed i depositi erano solo ambienti privi di
qualunque allestimento per l’organizzazione degli spazi. Sono state approntate
liste per la fornitura di materiali e attrezzature per rendere i laboratori funzionali
per ogni tipologia di beni lì convogliati ed i depositi sono stati compartimentati
con semplici strutture mobili in tubi innocenti successivamente contraddistinti
da numeri e lettere.
Protezione dal rischio sismico
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Gli spazi dei laboratori e del deposito sono stati dotati di sistemi di monito-
raggio in continuo da remoto per la gestione dati in ISCR e ciò ha permesso di
registrare le condizioni termo-igrometriche durante le attività di pronto inter-
vento e schedatura, quindi di consigliare, qualora necessario, dei correttivi di
facile applicabilità, come ad esempio il controllo delle aperture o di prediligere
un ambiente di lavoro piuttosto che un altro; nonché di controllare le condizio-
ni microclimatiche dei materiali nei depositi alla fine degli interventi.
Le schede conservative già in uso presso il nostro istituto sono state sinte-
tizzate per la predisposizione di sei modelli di scheda di tipo speditivo (cerami-
che, vetrate, metalli, pietra, tavole e tele) per la registrazione dei danni connessi
con l’evento sismico.
A scopo riepilogativo è stato approntato un foglio Excel in cui riportare
sinteticamente i dati identificativi dell’oggetto, il codice di priorità ed il codice di
collocazione nel deposito temporaneo di Celano per un rapido reperimento di
ogni oggetto: in poco tempo la struttura era operativa.
Nel corso di circa tre mesi di ricognizione si sono avvicendate squadre di
tecnici specializzati provenienti da tutti i laboratori di restauro statali del territo-
rio nazionale. L’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, ha gui-
dato le squadre alternandosi con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. È stato
possibile controllare più di 500 manufatti di diverse tipologie: dipinti su tela, su
carta e su tavola, sculture lignee, in terracotta e in pietra, tessuti, manufatti in
carta, cuoio e metallo.
Tutte le opere recuperate sono state controllate per verificare in dettaglio i
danni causati dal sisma e per valutare la necessità e l’urgenza di un intervento di
restauro.
Per ogni manufatto è stata redatta la scheda conservativa sintetica. Durante
la fase di schedatura, essendo necessaria una procedura speditiva, sono stati
esaminati solo gli elementi salienti della tecnica e esecutiva e i problemi conser-
vativi strettamente connessi col sisma. In calce un codice da 1 a 4 indicava la
gravità delle condizioni e un’altro l’urgenza di un intervento di restauro. Il giu-
dizio attribuito è indispensabile per stabilire la scala delle priorità.
La procedura di controllo prevedeva:
1 - la ripresa fotografica del manufatto imballato e della scheda identificativa
posta al momento del recupero;
2 - l’attribuzione di un codice alfanumerico identificativo qualora non fosse
stato apposto prima dell’arrivo al museo di Paludi;
PPC Conference 2014
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3 - l’apertura dell’imballo, l’osservazione dell’opera, la redazione della scheda
conservativa e l’esecuzione di nuove foto dell’intero senza imballo e dei par-
ticolari dei danni subiti;
4 - l’esecuzione del pronto intervento qualora necessario e delle relative riprese
fotografiche;
5 - l’esecuzione del nuovo imballaggio; questo è stato effettuato, in generale,
con uso di velina e feltro in poliestere e, in qualche caso, con ethafoam.
6 - l’applicazione, all’esterno del pacco, dell’immagine dell’oggetto in esso con-
tenuto tratta dal catalogo on-line del museo e della scheda identificativa;
7 - marcatura della scheda in rosso con il numero di codice di priorità attribuito.
Quando un’opera ha subito un pronto intervento, a complemento delle in-
dicazioni di massima contenute nella scheda conservativa è stata stilata una
relazione recante informazioni sui materiali e sui metodi utilizzati.
Il lavoro a Celano, apparentemente marginale rispetto a quello sul campo,
tra detriti e macerie, è stato di grande importanza. Tutta la documentazione
raccolta è stata consegnata alla Soprintendenza per i beni artistici, storici ed
etnoantropologici dell’Aquila che ne ha fatto la base per la programmazione
degli interventi di restauro ed è confluita nella banca dati del sistema informati-
vo territoriale “Carta del Rischio” sopra citato che si è arricchito di più 500
schede con relativi allegati fotografici. Il materiale è stato fin da subito consul-
tabile on line sul sito “Carta del Rischio” e ora rappresenta una importante
piattaforma di conoscenza dello stato di conservazione delle opere e delle ne-
cessità di intervento a medio e lungo tempo.
La ricognizione ha portato ad effettuare una serie di osservazioni sulle con-
dizioni generali delle opere del Museo Nazionale. La ricca collezione di statue
lignee ha resistito relativamente bene al sisma, come anche i manufatti in carta,
mentre i dipinti su tela, tra l’altro molto numerosi, si sono dimostrati, come
prevedibile, i più vulnerabili con una percentuale di opere in pessimo stato oltre
il 15%, seguiti dai manufatti ceramici.
La prassi di lavoro rigorosamente codificata ha ben funzionato ed il model-
lo messo a punto a Celano sui manufatti provenenti da un singolo museo è
stata replicata senza difficoltà nel deposito temporaneo individuato in seguito
alla scossa di terremoto del 20 maggio 2012 in Emilia Romagna ove confluiro-
no manufatti provenienti da tutto il territorio colpito.
Protezione dal rischio sismico
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Sassuolo e terremoto del 2011 la conferma del metodo e il progetto di
tirocinio
Il patrimonio di opere mobili confluite nel Palazzo Ducale di Sassuolo è
largamente superiore rispetto a quello raccolto a Celano. Complessivamente si
contano, nei depositi temporanei allestiti nell’edificio 1564 beni mobili di picco-
la media e grande dimensione. Subito dopo la prima scossa di terremoto e fino
ad ottobre 2012 sono stati effettuati sul territorio emiliano 190 sopralluoghi e
67 interventi di recupero dei beni in 90 siti lesionati. Il rischio della dispersione
di questo patrimonio se non ordinatamente organizzato nei magazzini era alto,
ma la precedente esperienza organizzativa ci garantiva un sistema efficiente di
stoccaggio e conservazione.
Anche se il Palazzo Ducale, a differenza del Museo Preistorico di Celano,
non era già dotato di strutture adibite a laboratorio di restauro o deposito,
l’esistenza di un protocollo consolidato in precedenza ha favorito tempi brevi di
allestimento degli spazi (Fig. 1). L’evidenza che il grande patrimonio di espe-
rienze pregresse rendeva agevoli le procedure è stato determinante per
l’emanazione della circolare ministeriale che imponeva l’uso normalizzato del
modello.
In questa occasione l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro
e l’Opificio delle Pietre Dure hanno voluto organizzare un cantiere didattico nei
laboratori di pronto intervento appena allestiti che vedesse la compresenza di
studenti e docenti delle due scuole per trasmettere una metodologia comune e
condivisa alle giovani generazioni che lavoreranno per la conservazione del
patrimonio, anche nell’emergenza.
Il cantiere didattico ha permesso di verificare un campione significativo dei
beni confluiti nei suoi depositi. Ha consentito inoltre di adattare alla realtà emi-
liana il sistema di schedatura e la prassi operativa individuate presso il Musè di
Celano in occasione del terremoto abruzzese e divenute procedura codificata
dall’Unità di crisi.
14 studenti della Scuola di Alta Formazione dell’ISCR insieme a 6 studenti
provenienti dalla Scuola di Alta Formazione dell’OPD, guidati dai rispettivi
docenti, hanno schedato 49 oggetti in diverse condizioni conservative interve-
nendo su di esse con operazioni di semplice esecuzione, come la spolveratura o
più complesse come, tra le altre, il rimontaggio su telaio di opere di grandi di-
mensioni, la riadesione di strati pittorici su manufatti lignei, eliminazione di
deformazioni su supporti tessili o trattamento biocida delle opere attaccate. Per
gli studenti è stata un’esperienza di grande impatto emotivo e formativa sia sul
piano tecnico che su quello umano.
PPC Conference 2014
159
I due istituti hanno inoltre garantito alla Direzione regionale Emilia Roma-
gna e alla Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le
province di Modena e Reggio Emilia continuità nel progetto di schedatura e
controllo a conclusione dei cantieri didattici monitorando con cadenza settima-
nale il proseguire dei lavori affidato a giovani diplomati. La Cassa di Risparmio
di Modena ha saputo comprendere l’importanza basilare di questa operazione
di recupero, messa in sicurezza e controllo del patrimonio e ha messo a dispo-
sizione 150.000 euro per finanziare otto borse di tirocinio per quatto mesi di
lavoro. Altri 100.000 euro sono stati erogati dal Ministero tramite la Direzione
regionale dell’Emilia Romagna.
Per l’avvio al progetto di tirocinio il nostro istituto ha fornito alla Soprin-
tendenza per i beni artistici, storici ed etnoantropologici di Modena e Reggio
Emilia:
1 - indicazioni procedurali per la schedatura conservativa l’inventariazione e
l’immagazzinamento dei beni;
2 - un elenco delle operazioni di pronto intervento necessarie per la messa in
sicurezza delle opere sottoposte a controllo;
3 - un sintetico capitolato con indicazioni di massima relative alle operazioni di
pronto intervento;
4 - l’articolazione del personale attivo necessario;
5 - la stima in preventivo dei costi relativi;
Questo ha permesso la prosecuzione delle operazioni di controllo e la mes-
sa in sicurezza dei beni non ancora verificati portando nel giro di otto mesi il
numero delle opere sottoposte a controllo e messe in sicurezza a circa 800, si
suppone, con una proiezione altamente probabile, di aver completato entro il
2014 la ricognizione di tutti i beni in deposito (Fig. 2 e 3). Alla fine del lavoro
oltre ad aver posto il patrimonio in sicurezza si avrà una conoscenza diffusa
delle condizioni generali del patrimonio dei beni mobili pubblici ed ecclesiastici
del territorio colpito dal sisma.
La ratifica del nostro ministero alla pratica fino a qui illustrata oggi impone
al capo 2.5 della direttiva del 12 dicembre 2013 le seguenti procedure per la
gestione dei depositi temporanei e dei laboratori di pronto intervento sui beni
mobili:
“L’Unità operativa “depositi temporanei e laboratori di pronto intervento
sui beni mobili” dovrà garantire per tutti i beni mobili:
• l’inventariazione dei beni;
• la verifica della schedatura effettuata in occasione del prelevamento;
• l’abbinamento con scheda di Catalogo se non effettuato in precedenza;
Protezione dal rischio sismico
160
• la verifica dello stato di conservazione dell’opera e sua registrazione su mo-
dulo schedografico “schede di pronto intervento” fornito dall’UCCN Mi-
BACT;
• la predisposizione di documentazione fotografica;
• la valutazione delle operazioni da eseguire e loro registrazione;
• gli interventi di messa in sicurezza, la loro registrazione sul modulo schedo-
grafico “schede di pronto intervento” con documentazione fotografica;
• l’attribuzione del codice urgenza;
• l’idonea collocazione nel deposito (Fig. 4);
• l’inserimento in un sistema informativo del Ministero delle schede di pronto
intervento;
• l’aggiornamento delle schede di intervento in funzione delle attività di pron-
to intervento effettuate nel laboratorio.
Per le operazioni di intervento sui beni mobili e la gestione dei depositi e
dei laboratori temporanei, l’Unità operativa si avvarrà del supporto tecnico e
scientifico dell’ISCR, OPD e ICRCPAL.
L’aggiornamento del sistema informativo territoriale dell’ISCR, accessibile
via web, risulta assolutamente indispensabile al fine di consentire il monitorag-
gio della consistenza dei beni presenti nei depositi e delle attività di pronto
intervento sia all’UCCN-MiBACT che a tutti i soggetti accreditati e consentirà
attraverso opportune abilitazioni anche ai possessori-proprietari o detentori dei
beni di avere informazioni sulla dislocazione dei beni di loro pertinenza e sulle
eventuali attività di pronto intervento a cui sono sottoposti.
Tale procedura consentirà una tracciabilità continua dei beni ed un aggior-
namento in tempo reale dello stato di avanzamento delle attività di pronto
intervento. Il coordinatore dell’unità operativa garantirà l’aggiornamento conti-
nuo del sistema informativo relativamente ai beni presenti presso i depositi ed il
laboratorio.”
In più occasioni siamo stati chiamati a illustrare l’attività svolta presso la
“Delizia Estense” verificando il ricorrente apprezzamento nei confronti dei
risultati ottenuti. Se quanto fin qui descritto ha esaurientemente chiarito il prin-
cipio metodologico applicato che mira ad un approccio a carattere territoriale
largamente diffuso e capillarmente programmato non deve sorprendere che
nelle tabelle riassuntive mostrate siano soltanto due i beni mobili fino ad ora
sottoposti a restauro completo.
PPC Conference 2014
161
Riferimenti alle norme citate nel testo
Direttiva del Ministero dei Beni delle Attività culturali e del Turismo 12 di-
cembre 2013 Procedure per la gestione delle attività di messa in sicurezza e
salvaguardia del patrimonio culturale in caso di emergenze derivanti da calamità
naturali. (14A02464) (GU Serie Generale n.75 del 31-3-2014).
Riferimenti bibliografici
Capanna F., Marcone A., D’angelo C. (2009), Il pronto intervento e la mes-
sa in sicurezza delle opere danneggiate dal sisma Abruzzo. Il laboratorio di
restauro. In: Sisma Abruzzo: il recupero dei Monumenti XIII Salone dei Beni e delle
Attività Culturali, Venezia 3 – 5 dicembre 2009.
Capanna F. (ed.) (2010), La finta cupola del Duomo de L’Aquila, pronto intervento
e recupero. Roma, novembre 2010.
Capanna F., Cacace C., L’IsCR in Abruzzo, Ananke nuova serie, 63, maggio
2011, 53-58.
Protezione dal rischio sismico
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Fig. 1 - Sassuolo, Palazzo Ducale, una vista panoramica del laboratorio di restauro allestito secondo le indicazioni dei tecnici ISCR.
Fig. 2 - Sassuolo, Palazzo Ducale, una statua lignea portacandela proveniente dalla Canonica della Chiesa di San Paolo, Mirabello Bologna, danneggiata dal sisma.
PPC Conference 2014
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Fig. 3 - Sassuolo, Palazzo Ducale, il sistema di imballaggio provvisorio realizzato con ethafoam per i frammenti del portacandela pertinente alla statua lignea proveniente dalla Canonica della Chiesa di San Paolo, Mirabello Bologna, danneggiata dal sisma.
Fig. 4 - Sassuolo, Palazzo Ducale, i beni mobili controllati e messi in sicurezza riposti negli appositi scaffali nei depositi predisposti nel palazzo.
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