Strategia di comunicazione
Gianni Florido e la Provincia di Taranto
Nuovi metodi e linguaggi per la comunicazione degli adolescenti
L’educazione, la formazione, i ragazzi e Internet:Una relazione impossibile?
Bari, 23 marzo 2011L’educazione tra pari nelle malattie sessualmente trasmesse
Dino Amenduni, Proforma
Chi parla?
Mi chiamo Dino Amenduni
Ho 27 anni, sono laureato in psicologia del lavoro (triennale), della comunicazione (specialistica) e ho un master in marketing
Sono il responsabile dei nuovi media e consulente per la comunicazione politica a Proforma, agenzia di comunicazione di Bari, mia città natale, dove ho sempre studiato e lavorato e dove vivo tuttora
Chi parla?
Sono il coordinatore dello staff social media di Nichi Vendola (Link alla pagina FB di Nichi)
Sono stato coordinatore di EmiLab, staff di 150 volontari under30 a supporto di Michele Emiliano, sindaco di Bari, (PD, Amministrative 2009) (link alla pagina FB di Emiliano)
Nel poco tempo libero che mi rimane sono giornalista musicale, e blogger sul Fatto Quotidiano (link al blog) e tra i responsabili di Quink, collettivo di satira (link alla pagina FB)
Di che si parla?Come è cambiata la comunicazione dopo l’avvento di Internet?
Come cambia la comunicazione tra adolescenti?
Come può cambiare la comunicazione tra chi insegna e chi apprende?
Una case history personale: insegnare web-marketing in una classe ad obbligo formativo
Buone pratiche per la peer education
Temi
Il web: un rischio o un’opportunità?
Come è possibile utilizzare Internet nella peer education?
Esistono metodi e contenuti trasversali a tutti i contesti, le età, le lezioni?
È possibile integrare metodi verticali e orizzontali di insegnamento?
Nota: questa presentazione incarna tutte le tecniche descritte
Il web 2.0
Trattazione teorica originale di Tim O’Reilly. Traduzione integrale qui
Alcuni assiomi:
1. The long tailI piccoli siti rappresentano il grosso del contenuto
internet; nicchie ristrette rappresentano il grosso delle applicazioni internet possibili. Perciò: fate leva sul customer-self service e sulla gestione dei dati algoritmici per raggiungere l’intero web, le periferie e non solo il centro, la lunga coda e non solo la testa.
Il web 2.0Alcuni assiomi:
2. I Dati sono il Prossimo Intel InsideLe applicazioni sono sempre più guidate dai dati. Perciò: Per un vantaggio competitivo, cercate di possedere una fonte di dati unica e difficile da ricreare.
3. Gli Utenti Aggiungono ValoreLa chiave per un vantaggio competitivo nelle applicazioni internet è il grado in cui gli utenti sono in grado di aggiungere i propri dati a quelli che voi fornite. Perciò: Non limitate la vostra “architettura partecipativa” allo sviluppo del software. Coinvolgete i vostri utenti sia implicitamente, sia esplicitamente nell’aggiungere valore alla vostra applicazione.
Il web 2.0Alcuni assiomi:
4. Gli Effetti del Network di DefaultSolo una piccola percentuale di utenti si prenderà la briga di aggiungere valore alla vostra applicazione. Perciò: Impostate di default un sistema per aggregare i dati degli utenti come effetto dell'utilizzo della vostra applicazione.
5. Some Rights Reserved La protezione della proprietà intellettuale limita il riutilizzo e previene la sperimentazione. Perciò: Quando i benefici vengono dall’adozione collettiva e non dalla restrizione privata, assicuratevi che le barriere all'adozione siano basse. Seguite gli standard esistenti e utilizzate le licenze con il minimo di restrizioni possibili.
Il web 2.0Alcuni assiomi:
6. L’eterno BetaQuando i dispositivi e i programmi sono collegati a internet, le applicazioni non sono più manufatti software, bensì servizi in continuo sviluppo. Perciò: Non inserite più nuove funzioni in versioni monolitiche ma, al contrario, aggiungetele regolarmente come parte della normale esperienza dell’utente. Impegnate i vostri utenti come collaudatori in tempo reale e dotate il servizio di strumenti di controllo così saprete come la gente usa le nuove funzioni.
Il web 2.0Alcuni assiomi:
7.Cooperazione, Non ControlloLe applicazioni Web 2.0 consistono in una rete di data service che collaborano. Perciò: Offrite interfacce per i web service e syndication dei contenuti e riutilizzate i data service degli altri. Supportate modelli di programmazione leggeri che consentono sistemi di abbinamento non rigidi.
8. Il Software a Livello Superiore del Singolo DispositivoIl PC non è più l’unico dispositivo che consente l’accesso alle applicazioni internet e le applicazioni che sono limitate a un solo dispositivo hanno un valore inferiore rispetto a quelle che sono connesse.
Dal web 1.0 al web 2.0
Il web 2.0 – modelli teorici di riferimento
Legge di ParetoModello Wikipedia
Coda lungaSaggezza della
folla
A. Legge di Pareto 80/20
Secondo la "legge 80/20" (i valori 80% e 20% sono ottenuti mediante osservazioni empiriche di numerosi fenomeni e sono solo indicativi), in genere l'80% dei risultati dipende dal 20% delle cause
A. Legge di Pareto 80/20
Questo principio può avere diverse applicazioni pratiche in diversi settori, ad esempio:
Economia: l'80% delle ricchezze è in mano al 20% della popolazione (ma ovviamente i valori reali variano a seconda dei paesi e dei periodi). Oppure: il 20% dei venditori fa l'80% delle vendite, ed il restante 80% dei commerciali fa solo il 20% delle venditeQualità: il 20% dei tipi possibili di guasto in un processo produttivo genera l'80% delle non conformità totali. Oppure: l'80% dei reclami proviene dal 20% dei clientiInformatica: l’80% del tempo di esecuzione è impiegato solo dal 20% delle istruzioni di un programma. Oppure: l'80% delle operazioni degli utenti sono dovute al 20% delle funzioni a disposizione di un applicativo. L'80% degli errori di codifica è riconducibile al 20% dei moduli (fonte: Wikipedia)
B. Modello Wikipedia – divisione disorganizzata
del lavoro1. Creazione di una voce (ad es. la parola “carta”)2. Prima bozza3. La voce viene individuata da altri utenti che aggiungono
o modificano la stessa voce perché competenti nella materia
4. Se sono riscontrate inesattezze (volontarie o meno, poco importa) vengono subito corrette
5. La voce sarà perfezionata con il contributo, anche minimo, di tanti utenti
Anche in Wikipedia è valido il principio di Pareto: il 20% degli utenti modificano l’80% delle voci totali presenti sul sito. Questa distribuzione vale, in media, anche per la singola voce
C. La coda lunga
La coda lunga è una teoria economica formulata da Chris Anderson (fondatore di Wired) nel 2004
È un modello che sembra poter spiegare i funzionamenti del mercato. È una teoria attuale per il mercato dei beni immateriali e “futuribile” perché pare essere in grado di teorizzare il cambiamento delle leggi che regolano il tradizionale meccanismo distributivo (produzione/stoccaggio/vendita al dettaglio)
C. La coda lunga
La diffusione di internet, il non-luogo dove chiunque in qualunque momento può consultare infiniti elenchi di prodotti, ha permesso di abbattere i costi di distribuzione e magazzino, spezzando il legame che vincolava il successo alla visibilità
La possibilità di gestire un catalogo virtuale pressoché illimitato ha rivoluzionato il modello economico dominante: semplicemente, vendere anche solo poche copie al mese di migliaia di titoli è più redditizio che vendere migliaia di copie di pochi titoli
Oggi: le corporazioni dei beni immateriali sono in profonda difficoltà (esempi: mercato discografico e pornografia)
C. La coda lunga - cause
Nuove tecnologie hardware e software a basso costo che permettono ai produttori di beni immateriali (grafica, musica, video, servizi) di farlo a costi contenuti o addirittura nulli
Servizi (Internet, archiviazione dati) a costi contenuti che forniscono banda e hosting illimitato ai produttori di beni immateriali
Possibilità di distribuire i propri prodotti a costo zero (es. attraverso Youtube), combinata alla possibilità che questi prodotti siano fruiti da chiunque attraverso Internet, anche senza pubblicità o senza conoscenza diretta del prodotto o dell’autore (es. attraverso Google o aggregatori di notizie)
C. La coda lunga - cause
Approcci di marketing e comunicazione più efficienti e misurati per la distribuzione di questi prodotti (niente più costi di stampa, di magazzino e di spedizione)
Possibilità per tutti di entrare in questo mercato (finisce la divisione tra produttore e consumatore: si parla di prosumer, ovvero di un utente che fa entrambe le cose in contemporanea)
C. La coda lunga - conseguenze
Dal broadcasting al narrowcasting: da una platea con milioni di persone come pubblico a milioni di platee con poche persone come pubblico
Questo modello economico, chiamato “coda lunga”, è economicamente sostenibile proprio perché non ha costi se non quelli (minimi) per produrre il contenuto e, in caso di contenuti professionali, ha costi nulli per la distribuzione
Gli utenti, avendo molte più alternative di scelta, abbandonano il mainstream e si rivolgono alle nicchie di mercato che più soddisfano le loro necessità
D. Saggezza della folla
È una teoria dimostrata da James Surowiecki attraverso un’infinità di prove empiriche (2005). Secondo questa teoria, una variabile è misurata in modo più preciso da una massa di persone inesperte che da un gruppo di specialisti
D. Saggezza della folla
Esempio (1): durante una fiera, Surowiecki fece scommettere 100 persone sul peso di un vitello. Le 100 persone dichiararono il loro peso stimato. A seguire, fece ripetere l’esperimento a 10 allevatoriIl peso del vitello fu indovinato con precisione assoluta dalla “massa” (il valore medio delle 100 valutazioni era precisamente il peso del vitello)Esempio (2): prediction markets – un istituto di ricerca universitario permise ai cittadini di scommettere sul vincitore alle elezioni. Nelle scommesse, le quote variano sulla base dell’orientamento della giocata (sia sulla base di chi viene scelto, sia su quanto si punta)Il risultato del prediction market fu più affidabile di quello dei sondaggi nel misurare la distanza tra i vincitori
Dal web 1.0 al web 2.0 – una mappa
Dal web 2.0 alla classe
Perché questo preambolo teorico?
Per studiare quali sono i meccanismi di socializzazione e apprendimento dei giovani (e non solo)
I nati dopo il 1976 appartengono infatti alla cosiddetta Millenial Generation, ossia a quel gruppo di persone, “nativi digitali”, che considerano Internet la prima fonte rilevante di reperimento delle informazioni
Se Internet è più credibile di ogni altra cosa, non può che diventare un nostro alleato formativo/educativo
Dal web 2.0 alla classe - strumenti
Questi strumenti della rete possono essere funzionali all’apprendimento e alla comunicazione agli adolescenti:FacebookYoutubeTwitterLinkedinSlideshareSkypeDeliciousWikipedia
Per ogni strumento vi chiedo di farmi tutte le domande necessarie all’approfondimento
Dal web 2.0 alla classe - Facebook
Dal web 2.0 alla classe - Facebook
Facebook è il social media più popolare al mondo. Ha 600 milioni di iscritti, 17 milioni di italiani. Il 65% degli utenti di Internet ha un profilo FB e un italiano su quattro è iscritto
Ignorare o evitare Facebook è un errore. È un luogo di socializzazione e di condivisione delle conoscenze, a prescindere dalla nostra valutazione sullo strumento
Bisogna dunque ribaltare la minaccia in possibile opportunità: trasformiamo Facebook da distrazione per gli studenti ad alleato per i docenti
Dal web 2.0 alla classe - Facebook
Possibili applicazioni:
Gruppo FB della classe per condividere contenuti, informazioni, stati d’animoPagina FB legata a specifici progetti educativi o a percorsi informativi
Semplice monitoraggio delle dinamiche relazionali tra adolescentiMonitoraggio degli argomenti più citati sulla Rete come spunto per la discussione in classe
Utilizzare FB in classe (per uscire da scuola) e a casa (per rientrare a scuola)
Dal web 2.0 alla classe - Youtube
Dal web 2.0 alla classe - Youtube
Possibili applicazioni:
Realizzare video di alcune parti di lezioni come archivioUtilizzare Youtube per reperire materiale per le lezioni
Nel collegio docenti: realizzare focus group tra studenti o tra alunni per valutare miglioramenti nei metodi e confrontarsi con altre scuole
Per la peer education: riprendere le lezioni, caricarle (in privato) su Youtube e analizzarne le dinamiche di gruppo, gli stili di leadership
Dal web 2.0 alla classe - Twitter
Dal web 2.0 alla classe - Twitter
Possibili applicazioni
Twitter è un social media basato sul microblogging, aggiornamenti di 140 caratteri. A differenza di FB, gli aggiornamenti possono essere categorizzati per argomento (o #hashtag)
Si possono dunque produrre aggiornamenti su uno specifico argomento (in classe o fuori) o cercare notizie o fonti su argomenti specifici
Inoltre si possono commentare eventi in diretta, confrontandosi con gli altri (ad esempio, commenti su seminari o eventi fuori dalla classe)
Dal web 2.0 alla classe - Linkedin
Dal web 2.0 alla classe - Linkedin
Possibili applicazioni
Linkedin è un social media dedicato ai professionisti. Il profilo personale si costruisce attraverso la condivsione del proprio curriculum, dell’attività professionale
Può servire ai docenti per scambiarsi buone pratiche e materiali, riflettere su modelli educativi da sperimentare in più luoghi o per collaborazioni a distanza
Può inoltre essere utile per aggiornamento e approfondimento professionale
Dal web 2.0 alla classe - Slideshare
Dal web 2.0 alla classe - Slideshare
Possibili applicazioni
Slideshare è un social media che serve ad aggregare presentazioni in PowerPoint. Anche questa presentazione sarà caricata su questo social media
Questo strumento può servire dunque per caricare appunti, dispense, lucidi interne alla classe
Inoltre può servire per cercare fonti esterne, in italiano o all’estero, utili come approfondimento per gli studenti e i docenti
Dal web 2.0 alla classe - Skype
Dal web 2.0 alla classe - Skype
Possibili applicazioni
Skype è uno strumento che permette di fare telefonate gratuitamente tra computer e a basso costo tra computer e numeri di rete fissa
È inoltre dotato di un sistema di chat (instant messaging), della possibilità di fare videochiamate e di predisporre conference call
Queste possibilità possono essere sfruttate per realizzare conversazioni tra docenti, tra docenti e studenti, per la peer education, in chat multiple, in videoconferenza…
Dal web 2.0 alla classe - Delicious
Dal web 2.0 alla classe - Delicious
Possibili applicazioni
Delicious è un social media che permette di salvare e condividere cronologie di ricerca sul web
Se un docente prepara una lezione cercando fonti su Internet, può decidere di condividere le fonti sulla Rete a vantaggio di altri docenti o degli studenti che possono dunque seguire il percorso logico intrapreso dai docenti
Si possono anche fare ricerche esplorando i percorsi di navigazione altrui su temi specifici, come ulteriore approfondimento
Dal web 2.0 alla classe - Wikipedia
Dal web 2.0 alla classe - Wikipedia
Possibili applicazioni
Wikipedia è un’enciclopedia libera, creata da utenti, modificata da utenti e consultabile da tutti
Per alcuni Wikipedia è un eccessivo acceleratore dell’esperienza di apprendimento: invece di fare una ricerca, si tende a copiare e incollare da Wikipedia. Questo problema si può aggirare utilizzando gli altri strumenti del web 2.0 in modo integrato
E poi Wikipedia non è solo uno strumento passivo: le voci dell’enciclopedia si possono creare o modificare in qualsiasi momento. Dunque la costruzione dei vocaboli può essere un’esperienza da provare in classe per stimolare processi collaborativi
Dalla presentazione al web 2.0 (e viceversa)
Dal web 2.0 alla peer education
Proviamo ad applicare queste tecniche su noi stessi
Guardiamo insieme questo video tratto dall’archivio di Ted (http://www.ted.com)
Ted è una conferenza multidisciplinare la cui missione è riassunta nella formula "ideas worth spreading" (idee degne di essere diffuse) e, in effetti, le migliori conferenze sono state pubblicate gratuitamente sul sito web del TED. Le lezioni abbracciano una vasta gamma di argomenti che include scienza, arte, politica, temi globali, architettura, musica e altri saperi
Dal web 2.0 alla peer education
Johanna Blakey: i media sociali e la fine dei generi
Di che parla il video?
I media e le compagnie pubblicitarie usano ancora gli stessi vecchi dati demografici per capire il pubblico, ma la ricercatrice dei media Johanna Blakley dice che stanno diventando sempre di più difficili da cercare e seguire on line. Mentre i media sociali superano i media tradizionali, e le utenti sono più numerose degli utenti, la Blakley spiega quali cambiamenti attendono i media del futuro.
Johanna Blakley studia comunicazione di massa e sociologia dei consumi nel Norman Lear Center, un think-tank in California
Cosa dice questo video?Dalle reti sociali alle reti di interessi: non dialoghiamo più con persone appartenenti a reti prossimali (i vicini di casa/compagni di classe/comunità locale o cittadini), ma piuttosto con persone con cui condividiamo interessi;
Le interazioni sono multiple, così come le identità di riferimento. Essendo multiple ed estemporanee sono anche più deboli e volatili;
Le donne sono generalmente più presenti degli uomini sui social media: questo non ci porterà al femminismo 2.0 ma alla consapevolezza che la distinzione di genere sarà comunque meno rilevante rispetto alle differenze di interessi
Si va verso un appiattimento mediale della fruizione
Antropologia dei nuovi media
Secondo questo video, i criteri demografici (e culturali) con cui fino a oggi abbiamo analizzato intere fasce sociali, differenze di genere e aspettative relazionali sono saltati a causa delle nuove opportunità offerte dai media sociali
La principale conseguenza è la riduzione delle differenze inter-genere
Come possiamo utilizzare questa novità per la peer education?
Antropologia dei nuovi media
La peer education deve prevedere parità da ogni punto di vista: sociale, relazionale, di gerarchia, di leadership. Eliminare la differenza (stereotipata) di genere è funzionale al raggiungimento dell’obiettivo
Inoltre la comunicazione online facilita alcuni processi altrimenti complessi:
Comunicazione asincrona: si risponde solo quando si vuole, se si vuole;Filtro dello schermo: evitando il confronto visivo, si tende a dire maggiormente ciò che si pensa
Antropologia dei nuovi media
I nuovi media integrano l’esperienza educativa tradizionale (mai pensarli in modo alternativo o mutualmente esclusivo). Rappresenta una possibile integrazione, un “bonus motivazionale” o uno strumento di alleggerimento cognitivo
Le due dinamiche stimolate favoriscono sia i docenti che gli studenti e, dunque, l’apprendimento:
Più sincerità nelle relazioniPiù divertimento nelle relazioni
Si impara quando si ha voglia
“Se volete capire il villaggio globale, probabilmente è una buona idea che capiate cosa
li appassiona, cosa li diverte, cosa scelgono di fare nel tempo libero […] Intrattenimento e giochi hanno un impatto enorme sulla vita delle persone. Per esempio sulle loro preferenze politiche e sulla loro salute. Se in qualche modo v’interessa capire il mondo, esaminare come le persone si divertono
è davvero un buon modo per cominciare”
Un altro video
Se sui nuovi media le differenze di genere stereotipate possono essere annullate, esiste una differenza educativa tra uomini e donne in classe. Ce lo spiega un altro video di Ted
Ali Carr-Chellman identifica tre motivi per cui i maschi si interessano sempre meno alla scuola, e propone un piano per coinvolgerli di nuovo: portare la stessa cultura dei ragazzi in aula, con regole nuove che lascino fare ai maschi i maschi usando nuovi video-giochi capaci di educare e insieme divertire
Un altro video
Ali Carr-Chellman: giocare per recoinvolgere i ragazzi nel modo di imparare
Ali Carr-Chellman è una progettista dell’educazione e un’autrice che studia i modi più efficaci per indurre i bambini a crescere meglio a scuola
Cosa dice questo video?
I maschi perdono il contatto con i sistemi di apprendimento tradizionali tra i tre e i tredici anni;
Spesso si dà la colpa alle ‘distrazioni’ (ad esempio, i videogiochi): ma le distrazioni sono il sintomo della perdita di contatto, non della causa;
Gli insegnanti devono rispettare modelli educativi precodificati per ottenere il massimo stipendio: la rigidità è quasi obbligatoria;
Il gioco è un’opportunità educativa: pensarlo come a un premio o una distrazione è limitante
Cosa dice questo video?
Tra i motivi della rottura del patto educativo:
Eccesso di tolleranza zero
Limiti alla creatività
Assenza di modelli educativi maschili nelle scuole (pochi insegnanti maschi)
Compressione dei tempi educativi: chi è “normale” è “diverso”
Nuovi media per la peer education
Il risultato di questo incrocio di variabili può portare alla costruzione di nuovi modelli formativi, anche di peer education che prevedano:
Costante interazione online-offline, sia in classe che a casa;Analisi scientifica dei materiali prodotti online, attraverso software di analisi dei testi per studiare le dinamiche relazionali nella classe: può essere utile per valutare i rapporti di forza/debolezza, individuare i leader e personalizzare schemi motivazionali;Su temi sensibili, come le MST, la possibilità di ‘nascondersi’ dietro pseudonimi o l’anonimato può favorire la condivisione di esperienze traumatiche o ansiogene
Ma funziona per tutte le classi? Una case history
Pur non avendo la pretesa di aver disegnato pratiche universali, ritengo che alcune dinamiche siano pressoché universali e dunque utilizzabili in qualunque gruppo-classe
Ho provato a sperimentare alcune di queste tecniche durante un modulo di web-marketing (trenta ore) che ho tenuto nel 2010
Gli studenti erano iscritti a un corso di formazione finanziato della Regione Puglia per studenti a rischio di esclusione sociale. Il corso era in grafica pubblicitaria e produzione audiovisiva
Case history – punti di forza
Buona propensione degli studenti all’utilizzo di Internet
Approccio spontaneo alla multimedialità
Differenza d’età limitata (8 anni) tra insegnante e alunni
Argomento potenzialmente interessante, nuovo e adatto alla sperimentazione di pratiche innovative
Case history – punti di debolezza
Studenti generalmente demotivati
Alto livello di assenteismo interno
Livello di attenzione molto variabile, sia all’interno della stessa lezione, sia tra una lezione e l’altra
Il modulo era abbastanza periferico rispetto agli obiettivi del corso triennale (web marketing in un corso più tecnico/esecutivo)
Differenza d’età limitata (8 anni) tra insegnante e alunni: più difficile stabilire l’autorità gerarchica
Case history – opportunità
La multimedialità come necessità: l’unico modo per tenere alta l’attenzione è usare Internet per scopi educativi evitando che il computer (presente in aula) o altri dispositivi (telefoni cellulari) diventano una via di fuga dalla lezione;
Alto livello di curiosità: l’insegnante deve imporre la gerarchia attraverso l’autorevolezza (“lui ne sa”) e deve invece accettare l’orizzontalità nel tono e nella richiesta di aiuto e di approfondimento, anche in argomenti non coincidenti con i moduli educativi previsti;
Catena della motivazione: più si risponde alle domande degli studenti con passione e completezza, più gli studenti avranno una ragione per ascoltare
Case history – minacce
Rischio di perdere il controllo degli aspetti educativi: se per tenere il livello di motivazione sempre alto si spinge in modo eccessivo sulla multimedialità o sulla curiosità, si rischia di perdere d’occhio la trasmissione delle informazioni
Le dinamiche interne al gruppo classe sono spesso complesse, anche per motivi indipendenti dalla volontà del formatore. Se quelle dinamiche sono ignorate o mal gestite, la classe può diventare irrecuperabile
Se la classe perde di interesse, la trasmissione delle informazioni risulta quasi impossibile
Case history – una lezione
Segue uno slideshow: è quello della seconda lezione del mio modulo
Al termine del modulo vi illustrerò le tecniche che ho provato a utilizzare per gestire la lezione
Ogni lezione è stata realizzata proiettando le slide all’interno di una sala multimediale. Tutti gli studenti avevano accesso a Internet (poi regolato e ridotto durante l’anno). Le slide “esperimento” sono state co-costruite in classe
Gli studenti hanno un’età media di 18 anni e sono al terzo e ultimo anno di corso
Corso di web-advertising
Il marketing sui nuovi media
A cura di Dino AmenduniLezione - 11 maggio 2010
Ma perché capita di sentire che FB diventerà a
pagamento?
Leggiamo insieme le risposte dalla Rete
http://www.tuttotech.com/archives/4984/facebook-a-pagamento-il-social-network-smentisce
http://www.ciaoblog.net/facebook-a-pagamento-la-bufala-dellanno/
Dalla scorsa lezione
Ma perché capita di sentire che FB diventerà a
pagamento?
Lo scopo è creare una finta catena di Sant’Antonio
E lo scopo della finta catena di Sant’Antonio è rubare informazioni personali (mail, numero di telefono)
Dalla scorsa lezione
Ma perché capita di sentire che FB diventerà a
pagamento?
Questa pratica si chiama Phishing
Leggiamo il significato da Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Phishing
Dalla scorsa lezione
Quando prendete una decisione su un acquisto, a chi o cosa vi
rivolgete per scegliere?
A chi ha acquistato prodotti su InternetSu forum specialistici
Yahoo AnswersBlog
Anche offline, a chi ha fatto acquisti su Internet
Domanda al nostro gruppo di lavoro
Quali sono i principali motivi per cui passate del tempo al computer?
- navigare su siti specialistici- Facebook
- giochi online- guardare video
- sentire musica e scaricare musica- chattare
- vedere film o partite in streaming- avere dei consigli
- cercare delle informazioni
Domanda al nostro gruppo di lavoro
Senza quale strumento ridurreste di molto l’uso del vostro
computer?
- Google - YouTube
- Giochi online- Download di musica
- WikipediaFacebook, Messenger, MySpace non sono decisivi
Domanda al nostro gruppo di lavoro
A quali siti/social network siete iscritti?
- Badoo- Facebook
- Netlog- QBR
- Myspace- Skakkinostri
- MSN
Domanda al nostro gruppo di lavoro
Il web marketing è la branca delle attività di marketing dell’azienda che sfrutta il canale online per studiare il mercato e sviluppare i
rapporti commerciali (promozione/pubblicità, distribuzione, vendita, assistenza alla clientela, etc.)
tramite il Web
http://it.wikipedia.org/wiki/Web_marketing
Definizione di web-marketing
Il Web Advertising (pubblicità on line) è una forma di promozione che utilizza Internet e
World Wide Web con l’espresso scopo di fornire messaggi di marketing per attirare
clienti
http://www.webmaremma.com/web-advertising/
Definizione di web advertising
Cinque minuti di pausa e dieci di improvvisazione
prima di ricominciare
Pausa!
- Costi ridotti rispetto ai media tradizionali;- Possibilità di individuare precisamente il
pubblico con cui vogliamo interagire;- Possibilità di cambiare una strategia di
comunicazione “in corsa”;- Possibilità di parlare con i clienti/utenti, e
possibilità che i clienti/utenti parlino con noi;- in alcuni casi, costi ridotti per i prodotti
Cosa cambia con il web-marketing
Prima di proseguire, poniamoci alcuni interrogativi:
- quali sono gli elementi che ci possono convincere a comprare un prodotto?
- quale tipo pubblicità vi convince?- e quale è invece inutile o addirittura inefficace?- nel reperire le informazioni, preferite Internet o i
mezzi tradizionali?- e vi fidate più di Internet o dei mezzi tradizionali?
Ma basterà?
Quali sono le persone, i marchi, le aziende che secondo voi comunicano al meglio in Italia?Scegliete un nome a testa e studieremo una
campagna pubblicitaria insieme a voi
L’esperimento del giorno
- Mediaset perché è dominante- Nestlè/Nesquik perché fa molta pubblicità
- Riso Scotti perché è popolare - Ringo per il messaggio
- MTV perché è la TV dei giovaniSKY per l’offerta
- Kraft/sottilette per il clima familiare- Kellogg’s Miel Pops perché parla bene ai bambini
- Paco Rabanne per il prodotto e lo spot- CocaCola per lo spot
- Vigorsol per l’originalità
L’esperimento del giorno
Avete già qualche domanda, dubbio o
curiosità (anche su come ho organizzato la
lezione!)
Abbiamo finito per oggi!
Se mi dite i vostri nomi, cognomi e indirizzi di posta
mando questa presentazione a tutti!
Tecniche utilizzate
La lezione inizia dov’è finita la precedente
Anche se gli argomenti delle lezioni sono totalmente indipendenti, un elemento di possibile motivazione può essere garantito dalla risposta a domande o questioni sollevate dagli studenti (più o meno spontaneamente)
Questa tecnica può essere percepita come un segno di attenzione da parte degli studenti, garantisce un ruolo attivo e interattivo nel processo formativo e mostra l’interesse del docente per gli interessi degli alunni
Questa tecnica può essere utilizzata sia se il docente conosce già la risposta, rinviandola alla lezione successiva, sia in caso il docente sia non pienamente preparato. In questo secondo caso suggerisco di condividere la comune “ignoranza” con gli studenti
Tecniche utilizzate
Utilizzo di fonti terze
Bisogna evitare scontri preconcetti tra studenti e docenti, specie in determinati contesti sensibili (politica, etica, modelli educativi, dinamiche relazioni individuali e sociali). Posizioni pregiudizievoli sono alla base della compromissione di rapporti personali e dell’interesse per la disciplina
(forse sarà capitato anche a voi: quante volte avete sentito la frase “non seguo (la materia) perché il professore mi sta antipatico?)
In caso di dibattito in corso, l’ausilio di una comune ricerca pubblica sulla Rete può risolvere la controversia in modo sereno e oggettivamente condiviso dal gruppo-classe
Tecniche utilizzate
Ragionare in chiave “ipertestuale”
Ogni argomento ne può introdurre un altro. Anche quando il collegamento logico non appare immediato, vale la pena di sforzarsi sul saltare con disinvoltura da un tema a un altro
Lo stile di navigazione su Internet, ipertestuale, si basa esattamente su questo processo: il link ci fa “saltare” da un sito all’altro, talvolta in modo ragionato, altre volte in modo casuale e non predeterminato
Questo non vuol dire rinunciare a modelli formativi tradizionali e alla trasmissione di conoscenze indispensabili, ma piuttosto integrare uno schema definito che il docente deve comunque avere entrando in aula per non trasmettere idea di scarsa preparazione o improvvisazione
Tecniche utilizzate
Darsi un obiettivo preciso
Ogni lezione può essere l’anello di una catena. Deve essere progettata in modo autonomo, ma all’interno di una cornice narrativa complessiva
Ogni lezione deve avere dunque una sua compiutezza. In particolare, può essere utile porsi un obiettivo (trasmettere una nozione o un concetto) e condividerlo con gli studenti, affinché si sentano responsabilizzati sul raggiungimento
Condiviso l’obiettivo, ogni azione “collaterale” deve essere funzionale al raggiungimento delle finalità educative
Tecniche utilizzate
Utilizzare un approccio narrativo
Siamo circondati da storie e racconti: serie televisive, fatti di attualità, strumenti della Rete (Facebook, forum, Youtube), così come le favole che raccontiamo ai bambini seguono precise dinamiche narrative
Utilizzare lo stesso approccio a lezione favorirà la trasmissione di informazioni agli adolescenti che sono abituati ad apprendere informazioni secondo questa modalità
Nel racconto non va escluso l’aneddoto, anche personale (del docente o degli studenti, spontaneo o indotto), per tenere alta l’attenzione e per creare empatia nella classe
Tecniche utilizzate
Evitare la monotonia
Non bisogna essere né monòtoni né monotòni. L’interesse del gruppo classe non si attrae solo con argomenti interessanti ma anche con linguaggi e modalità sempre diversi.
L’unica cosa realmente importante è difendere e far accrescere la percezione di autorevolezza negli studenti. L’autorevolezza si costruisce anche mostrando capacità di gestire le difficoltà della classe o di saper cambiare atteggiamento se quello standard non funziona
Dunque può essere utile dividere la lezione in moduli (teoria, esercitazione, approfondimento, valutazione) ma ruotarne l’ordine sistematicamente
Tecniche utilizzate
Fare pause intelligenti
Gli studenti sono esseri umani e come tutti hanno il diritto a rifiatare durante la lezione, all’interno di regole precise e stabili nel tempo
Un patto studenti-insegnanti può essere raggiunto trasformando la pausa in un momento di dialogo alla pari all’interno del gruppo classe
Un esempio: usare Internet per leggere i giornali online e commentare le notizie di attualità, immaginandone la declinabilità ipertestuale
Tecniche utilizzate
Verificare l’apprendimento senza metodi invasivi
La trasmissione dei contenuti-obiettivo della lezione può essere rinforzata con un esercizio che permetta l’applicazione di ciò che è stato spiegato in momenti di esercitazione o attraverso processi proiettivi
Dal processo proiettivo possono nascere i presupposti per le domande o le questioni aperta da cui ricominciare la lezione successiva
Può essere utile stimolare la competizione interna, possibilmente cambiando il formato dell’esercitazione (scritta, orale, per gruppi) per non far emergere sempre i più bravi della classe
In sintesi
Non vivere Internet come il nemicoNon vivere Internet come la panacea di tutti i maliUsare il gioco e il divertimento per facilitare
l’apprendimentoValutare le competenze trasversali degli studenti: non
solo i più bravi, ma anche i più empatici, i leader, i gregari, gli educati
Ragionare in ottica ipertestualeLavorare per obiettiviAscoltare e coinvolgere all’interno di una griglia educativaAutorevolezza, non autoritàMescolare metodi gerarchici con metodi orizzontali di
apprendimentoGli studenti possono insegnare ai docenti almeno
quanto i docenti possono insegnare agli studenti
Grazie!Un grande abbraccio
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