Aggiornato 2014
art. 32: “ La Repubblica tutela la salute comefondamentale diritto dell’individuo e interessedella collettività…”
art. 9: “La repubblica tutela il paesaggio e ilpatrimonio storico e artistico dellaNazione”
L’Ambiente nella Costituzione italiana:
Aggiornato 2014
“Nel nostro ordinamento giuridico la protezione dell’ambiente è imposta da precetti costituzionali (artt. 9 e 32) ed assurge a valore primario ed assoluto ”
(sent. Corte Costituzionale 30.12.1987, n. 614)
Giurisprudenza “Ambientale”
La lacuna della Costituzione italiana è stata colmata dalla dottrinaovvero dalle interpretazioni degli studiosi ed esperti del settore,ma in principal modo dalla giurisprudenza ovvero dalle sentenzedei giudici, con le quali sono state date le definizioni di ambientee tutela ambientale.
Aggiornato 2014
PRODUZIONE NORMATIVA ITALIANA IN MATERIA DI DIRITTO AMBIENTALE
- È stata praticamente assente fino agli anni ‘70-80, fino allecosiddette “Leggi Speciali” degli anni ’90.
- Le poche leggi emanate in quegli anni erano:
1) caratterizzate da una visione antropocentrica e utilitaristicadell’ambiente:
La protezione dell’ambiente in sé non era la vera finalità
ma la tutela dell’uomo come soggetto economico che sfrutta le
risorse naturali
Aggiornato 2014
2) Costruite nell’ottica della riparazione del danno prodotto
La logica era quella di intervenire una volta che il danno siera manifestato , ovvero l’opposto della logicaprevenzionistica basata su interventi mirati a diminuire laprobabilità di accadimento del danno
- Questi due aspetti non caratterizzano più le Leggi in campoambientale che sono state emanate dagli anni ’90 in poi,essendo cambiato totalmente l’approccio della politicaambientale, che si basa attualmente su alcuni principi tra cuiquello della prevenzione e dello sviluppo sostenibile.
Aggiornato 2014
- A partire dagli anni ’60, per contrastare i primi gravi fenomenidi inquinamento che si verificarono, i giudici, non avendo glistrumenti appropriati per contrastarli, cominciarono ad utilizzareestensivamente alcune norme del Codice Civile e Penale, inparticolare due articoli riportati di seguito, utilizzati controepisodi di inquinamento acustico, atmosferico, idrico eelettromagnetico.
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art. 844 c.c. (Immissioni)
“Il proprietario di un fondo non può impedire leimmissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori,gli scuotimenti e simili propagazioni provenienti dalfondo del vicino se non superano la normaletollerabilità
Nell’applicare questa norma l’autorità giudiziaria devecontemperare le esigenze della produzione con leragioni della proprietà ...
Utilizzo di norme del Codice Civile e del Codice Penale
inq. acustico
Inq.Atmosf.
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art. 674 c.p. (Getto pericoloso di cose)
“Chiunque getta o versa in un luogo di pubblico
transito o privato ma di comune uso cose atte ad
offendere o imbrattare o molestare persone ovvero
provoca emissioni di gas di vapori o di fumo atti a
cagionare tali effetti è punito…”
Inq.IdricoAcusticoElettrom.…
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•Stoccolma , 1972•Rio de Janeiro , 1992•Kyoto , 1997•Johannesburg , 2002
POLITICA AMBIENTALE INTERNAZIONALE
Si è sviluppata attraverso le Conferenze di:
All’interno di queste Conferenze, a cui hanno partecipato lamaggior parte dei capi di Stato, si è focalizzata l’attenzione suigravi problemi ambientali da affrontare a livello internazionale:effetto serra, desertificazione, buco dell’ozono, scomparsa di specieanimali e vegetali, sovrapopolazione, disparità di utilizzo delle risorse,
risorse primarie sempre più scarse,…
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2) Gli effetti economici, politici e sociali di certe scelte devonoessere condivise, sottoscritte ed applicate da tutti i soggetti incampo: tutti gli Stati devono avere stessi obblighi e doveri neiconfronti della sicurezza , della salute e dell’ambiente , anchecon riferimento alla concorrenza sul mercato internazionale.
1) Sono problemi planetari e in tale contesto vanno affrontati:non è possibile cercare di risolvere tali problematiche conapprocci locali, dei singoli Stati, ma è necessario un approccioglobale, ovvero l’impegno concreto di tutti gli Stati.
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� Messa a punto di una strategia a scala planetaria
SVILUPPO SOSTENIBILE:
Se soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le
possibilità per le generazioni future
Principio cardine:
Questo concetto riconosce che le decisioni assunte in una parte del mondo possono avere effetto su popolazioni in altre regioni, e
richiede che vengano prese delle iniziative lungimiranti per promuovere delle condizioni globali che favoriscano progresso e
benefici per tutti .
Aggiornato 2014
25 Gennaio 1957: Trattato di Roma che ha istituito la Comunità
Economica Europea (CEE), in cui non si fa alcun riferimento alla
tutela ambientale
1986: Atto Unico Europeo con cui viene inserito nel Trattato di
Roma un apposito titolo (XIX) dedicato all’”Ambiente”.
con il quale veniva delineato l’obiettivo della Comunità alriguardo e precisamente: salvaguardare, proteggere emigliorare la qualità dell’ambiente; contribuire alla protezionedella salute umana; garantire un utilizzo accorto e razionaledelle risorse naturali.
POLITICA AMBIENTALE EUROPEA
Aggiornato 2014
Attualmente ci troviamo sotto la vigenza del VI Programma 2002-2012, le cui aree prioritarie
sono 4:
Dal 1972 ad oggi: sono stati adottati sei programmid’azione comunitaria in materia ambientale
POLITICA AMBIENTALE EUROPEA
• cambiamento climatico
• natura e biodiversità
• ambiente, salute e qualità della vita
• risorse naturali e rifiuti
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1. “Chi inquina paga”
2. Principio di prevenzione(Riduzione inquinamento alla fonte)
3. Principio di precauzione
Principi giuridici alla base della politica ambientale Europea
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Principio di prevenzionePresuppone una programmazione preventiva nei confronti di unfenomeno inquinante o danneggiante certo o comunqueprevedibile, al fine di prevenire il rischio ambientale
Principio di precauzioneSi applica in assenza di certezza scientifica, adottando tutte lepossibili misure per prevenire i rischi ambientali
Principio di “chi inquina paga”Gli oneri relativi alle attività di risanamento ambientale sono acarico degli inquinatori
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NORMATIVACenni storici
• Legge 20/3/41 n. 366:E’ stata la prima legge di disciplina dei rifiuti, e prendeva inconsiderazione solo i rifiuti provenienti dalle civili abitazioni
• D.P.R. 10.09.1982 n. 915Tale DPR era incentrato sul concetto di smaltimento del rifiuto.Classificava i rifiuti in – urbani, - speciali, - tossico/nocivi.Ha introdotto il formulario di Identificazione del rifiuto
Aggiornato 2014
• Decreto Legislativo 5 Febbraio 1997, n.22 o DecretoRonchi
• Decreto Legislativo 3 Aprile 2006, n.152
abrogato espressamente dal D. lgs 152/2006
In vigore dal 29/04/2006
Riformula l’intera legislazione sull’ambiente
PARTE PRIMA – Disposizioni comuniPARTE SECONDA – VAS/VIA/IPPCPARTE TERZA – Difesa del suolo/Tutela acque e gestione risorse idrichePARTE QUARTA – Gestione rifiuti /Bonifica siti inquinatiPARTE QUINTA – Tutela aria e riduzione emissioni in atmosferaPARTE SESTA – Tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente
ATTUALMENTE VIGENTE
Aggiornato 2014
D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152Norme in materia ambientale
Parte Quarta – Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati
La parte quarta del Decreto 152/2006 disciplina la GESTIONE DEIRIFIUTI conformemente ai principi di precauzione, diprevenzione, di proporzionalità, di responsabilizzazion e e dicooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nelladistribuzione, nell'utilizzo e nel consumo di beni da cui originano irifiuti, nel rispetto dei principi dell'ordinamento nazionale ecomunitario, con particolare riferimento al principio comunitario“chi inquina paga”
Aggiornato 2014
Principio di precauzioneAnche in assenza di certezza scientifica, si devonoadottare le possibili misure per prevenire i rischi Ambientali;Principio di prevenzioneLe misure devono essere finalizzate in via prioritaria a prevenire il rischio ambientale;Principio di proporzionalitàL’intensità delle misure da adottare deve essere proporzionato al rischio;Principio di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell’utilizzo e nel consumo di beni da cui originano i rifiutiPrincipio di “chi inquina paga”Gli oneri relativi alle attività di smaltimento sono a carico di chi produce i rifiuti
Aggiornato 2014
Per GESTIONE DEI RIFIUTI si intende:
Quindi la GESTIONE DEI RIFIUTI comprende le attività di :
o raccolta
o trasporto
o recupero
o smaltimento
la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti,compreso il controllo di queste operazioni, nonché il controllo dellediscariche dopo la chiusura
Aggiornato 2014
1) Prevenzione della produzione dei rifiuti
2) Recupero dei rifiuti
3) Smaltimento dei rifiuti
La normativa vigente è mirata a privilegiare prioritariamente la
prevenzione e la riduzione della produzione e della
pericolosità dei rifiuti, in modo tale da ridurre lo smaltimento
finale degli stessi.
Quindi in ordine decrescente di priorità, si ha:
CRITERI DI PRIORITA’ NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI:
Aggiornato 2014
�RIUTILIZZO
�REIMPIEGO
�RICICLAGGIO (RECUPERO PER PRODURRE MATERIA)
�RECUPERO PER PRODURRE ENERGIA
1) Prevenzione della produzione dei rifiuti
Significa attuare tutte le misure/tecniche possibili per diminuirela produzione dei rifiuti (a monte, per esempio modificando unciclo produttivo) e la loro pericolosità .
2) Recupero dei rifiuti
Per recupero si possono intendere più operazioni:
Aggiornato 2014
Propedeutico al recupero è la Raccolta Differenziata , definita come di seguito:
RACCOLTA DIFFERENZIATA:
La raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee al momento della raccolta, al fine di indirizzare tali rifiuti a recupero
Aggiornato 2014
- E’ la fase residuale della gestione dei rifiuti
- Il rifiuto non è più ulteriormente valorizzabile
- I rifiuti da avviare allo smaltimento finale devono essere il più possibile ridotti sia in massa che in volume, potenziando la prevenzione e le attività di recupero
3) Smaltimento dei rifiuti
Aggiornato 2014
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA IN ATENEO
Dal 2000 ad oggi, sono stati distribuiti in tutto l’Ateneo
Ferrarese circa 150 contenitori per laraccolta
differenziata di:
� CARTA
�VETRO/ALLUMINIO
� PLASTICA
Aggiornato 2014
All’interno dell’area scoperta del Polo dietro il Corpo E è presente una piazzola denominata “ISOLA ECOLOGICA” in cui sono presenti:� 1 cassonetto per la plastica� 1 cassonetto per la carta � 2 cassonetti per i rifiuti solidi urbani
LA RACCOLTA DIFFERENZIATAAL POLO TECNOLOGICO SCIENTIFICO
All’interno del Polo sono dislocati inoltre presso le varie strutture dei contenitori per la raccolta differenziata della:
� CARTA� PLASTICA� VETRO/ALLUMINIO
Aggiornato 2014
� UN NON CORRETTO UTILIZZO DEI CONTENITORI DELLA CARTA, PLASTICA E VETRO/ALLUMINIO DETERMINA:1) l’inefficacia della raccolta differenziata in quanto il rifiuto delcontenitore viene considerato un rifiuto solido urbanoindifferenziato;2) la sospensione del servizio di raccolta da parte di Hera, alperdurare dei comportamenti di conferimento non corretti;3) un grave ostacolo al perseguimento dell’obiettivo disostenibilità ambientale prefissato da questo Ateneo.
� GLI STUDENTI SONO TENUTI AD UTILIZZARE I CONTENITORI ADIBITI ALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA SECONDO LE MODALITÀ DI CONFERIMENTO CHE SONO DETTAGLIATE DI SEGUITO
Aggiornato 2014
RACCOLTA DIFFERENZIATA
CARTA
NOPiatti e bicchieri di “carta”
Carta oleata e plastificata
Carta sporca di alimenti
Elementi di rilegatura tipo spirali,dorsini, ecc…
SIGiornali, riviste e opuscoli
Libri e quaderni
Sacchetti di carta
Cartoni,scatole
Tetrapack
RACCOLTA DIFFERENZIATA
PLASTICA
NOPalette caffè - CD, DVD,
e loro custodie - Articoli
usa e getta (rasoi, cotton
fioc) – Accendini - Penne
SIBicchierini del caffè - Piatti, bicchieri e posate
Bottigliette di acqua e bibite
Polistirolo - Chips da imballaggio
Buste di merendine e patatine
Barattoli di yogurt-sacchetti per la spesa-
vaschette in plastica o polistirolo-Aggiornato 2014
Aggiornato 2014
RACCOLTA DIFFERENZIATA
VETRO e ALLUMINIO
NOLampadine e neon
Specchi
Oggetti in metallo
SIBottiglie e bottigliette
Flaconi e barattoli
Lattine per bevande
Aggiornato 2014
CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI
URBANI SPECIALI
RIFIUTIsecondo la provenienza
PERICOLOSI NONPERICOLOSI
PERICOLOSI NONPERICOLOSI
secondo le caratteristiche di pericolosità
Aggiornato 2014
2. Sono RIFIUTI URBANI :a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali eluoghi adibiti ad uso di civile abitazione;b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usidiversi da quelli di cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani perqualità e quantità (RIFIUTI SPECIALI ASSIMILATI AGLI URBANI) ;c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle stradeed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunquesoggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sullerive dei corsi d'acqua;e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi earee cimiteriali;f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché glialtri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cuialle lettere b), c) ed e).
Aggiornato 2014
3. Sono RIFIUTI SPECIALI :a) i rifiuti da attività agricole e agro-industriali;b) i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché irifiuti pericolosi che derivano dalle attività di scavo;c) i rifiuti da lavorazioni industriali;d) i rifiuti da lavorazioni artigianali;e) i rifiuti da attività commerciali;f) i rifiuti da attività di servizio ;g) i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, ifanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delleacque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento difumi;h) i rifiuti derivanti da attività sanitarie;i) i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti;l) i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti;m) il combustibile derivato da rifiuti;n) i rifiuti derivati dalle attività di selezione meccanica dei rifiutisolidi urbani.
Rifiuti speciali prodotti in Ateneo
Aggiornato 2014
Definizione di rifiuto
Qualsiasi sostanza od oggetto che rientranelle categorie riportate nel CatalogoEuropeo dei Rifiuti (o “elenco CER”) e di cui ilproduttore si disfi o abbia deciso o abbial’obbligo di disfarsi.
Aggiornato 2014
CATALOGO EUROPEO DEI RIFIUTI
Tale Catalogo riporta un elenco di rifiuti, ognuno
contrassegnato da un Codice CER (Codice Europeo Rifiuti)
a sei cifre, che viene utilizzato per codificare i rifiuti.
I rifiuti pericolosi sono contrassegnati da un asterisco in alto
a destra (Es. 070703*).
Aggiornato 2014
CODICE C.E.R.(Codice Europeo Rifiuti): è composto d a tre coppie di cifre:
1) La prima coppia (da 01 a 20) identifica il macro-processo da cui deriva il rifiuto
2) La seconda coppia specifica l’attività da cui proviene ilrifiuto
3) La terza coppia (da 01 a 99) identifica univocamente ilrifiuto.
Significato del codice CER
Aggiornato 2014
Esempio: CER 070703*
(Solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri)
1) 07 rifiuti provenienti da processi chimici organici2) 07 rifiuti da produzione, formulazione, fornitura ed
uso di prodotti della chimica fine e prodotti chimicinon specificati altrimenti
3) 03 nome del rifiuto
Aggiornato 2014
FORMULARIO DI IDENTIFICAZIONE del RIFIUTO
Il Formulario di Identificazione è un documento che deveaccompagnare il trasporto di qualunque tipo di rifiuto .
(esclusi i rifiuti urbani raccolti dal soggetto che gestisce il servizio
pubblico e i rifiuti non pericolosi- che non eccedano la quantità di 30 kg o30 litri - trasportati dal produttore dei rifiuti stessi in modo occasionale esaltuario)
Aggiornato 2014
Dal Formulario devono risultare almeno i seguenti dati:
• nome e indirizzo del produttore e relative autorizzazioni• nome e indirizzo del trasportatore e relative
autorizzazioni• nome e indirizzo dell’impianto di destinazione e
relative autorizzazioni• CER, descrizione, caratteristiche di pericolo e quantità
del rifiuto
Aggiornato 2014
Il formulario deve essere redatto in 4 esemplari e deve essere:
-datato e firmato su tutte e quattro le copie dal produttore o
detentore dei rifiuti
- controfirmato su tutti e quattro gli esemplari dal trasportatore
- la prima copia resta al produttore o detentore
- le altre tre copie sono acquisite dal trasportatore e devono essere
controfirmate e datate in arrivo dal destinatario,
di queste tre copie:
-una copia resta al destinatario
-due copie sono acquisite dal trasportatore,
di queste due copie:
-una copia resta al trasportatore
-una copia (la cosidetta 4° copia) deve ritornare al produttore per
garantire il destino a norma di legge del rifiuto (che così resterà in
possesso di due copie del formulario) entro i tre mesi successivi alla
data del conferimento
Aggiornato 2014
Se entro 3 mesi il produttore non riceve la 4° copia del Formulario,
deve darne tempestiva comunicazione alla Provincia.
Al ricevimento della quarta copia è esclusa la responsabilità del
produttore.
L’altro caso in cui è esclusa la responsabilità del produttore è il
conferimento dei rifiuti al gestore del servizio pubblico
Aggiornato 2014
FORMULARIO DI IDENTIFICAZIONE: deve essere redatto in 4 copie
PRODUTTORE (2 copie)
TRASPORTATORE (1 copia)
DESTINATARIO (1 copia)(smalt. o recup.)
Schema del percorso del Formulario, redatto in quadruplice copia
Aggiornato 2014
Registri di carico e scarico
• Sui registri si devono annotare le informazioni sullecaratteristiche qualitative e quantitative dei rifiuti, dautilizzare ai fini della comunicazione annuale-MUD al Catastodei Rifiuti.
I registri sono tenuti presso ogni impianto di produzione, distoccaggio, di recupero e di smaltimento di rifiuti nonchépresso la sede delle imprese che effettuano attività di raccoltae trasporto, e presso la sede dei commercianti e degliintermediari.
Aggiornato 2014
I registri integrati con i Formulari relativi al trasporto d eirifiuti sono conservati per cinque anni dalla data dell’ultimaregistrazione, ad eccezione dei registri relativi alle operazioni dismaltimento dei rifiuti in discarica, che devono essere conservatia tempo indeterminato ed al termine dell’attività devono essereconsegnati all’autorità che ha rilasciato l’autorizzazione.
Le informazioni contenute nel registro sono rese in qualunquemomento all'autorità di controllo che ne fa richiesta
Aggiornato 2014
• Produttori: entro 10 giorni lavorativi dalla produzione delrifiuto (carico) e dallo scarico del rifiuto stesso,
• Raccoglitori e trasportatori: entro 10 giorni lavorativi dallaeffettuazione del trasporto,
• Commercianti, Intermediari e i consorzi: entro 10 giornilavorativi dalla effettuazione della transazione relativa,
• Recuperatori e smaltitori: entro 2 giorni lavorativi dallapresa in carico dei rifiuti.
Tempistica annotazioni registro c/s:
Aggiornato 2014
MUDModello Unico di Dichiarazione Ambientale
E’ una comunicazione annuale alle Camere di Commercio, relativamente ai rifiuti gestiti l’anno precedente.
I dati più importanti da comunicare riguardano:- quantità rifiuti - CER e caratteristiche rifiuti- dati dei produttori, trasportatori e destinatari
Aggiornato 2014
il raggruppamento dei rifiuti effettuato, prima dellaraccolta, nel luogo in cui gli stessi sono prodotti.
• NON è un’operazione di GESTIONE DEI RIFIUTI maun’operazione preventiva e distinta rispetto alla gestione,rientra nel ciclo produttivo aziendale
•Può essere condotto solo dal PRODUTTORE
•NON abbisogna di alcuna AUTORIZZAZIONE
DEPOSITO TEMPORANEO
Aggiornato 2014
- deve essere effettuato per categorie omogenee di rifiuti e nel rispetto delle relative norme tecniche
- per i rifiuti pericolosi, nel rispetto delle norme che disciplinano il deposito delle sostanze pericolose in essi contenute
- devono essere rispettate le norme che disciplinano l’imballaggio e l’etichettatura dei rifiuti pericolosi
Il deposito temporaneo
Aggiornato 2014
Modalità alternativa, a scelta del produttore:
- Rifiuti pericolosi: 2 mesi o 10 mc
- Rifiuti non pericolosi: 3 mesi o 20 mc
- In ogni caso i rifiuti non devono essere depositatitemporaneamente per più di un anno
DURATA dello STOCCAGGIO in deposito temporaneo:
Aggiornato 2014
• DIVIETO DI MISCELAZIONE DI RIFIUTI PERICOLOSI
E’ vietato miscelare categorie diverse di rifiuti pericolosi,ovvero rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi
• DIVIETO DI ABBANDONO
Sono vietati l’abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sulsuolo e nel suolo, l’immissione di rifiuti di qualsiasi genere, allostato solido o liquido, nelle acque superficiali e sotterranee
• E’ vietato utilizzare i normali cassonetti per la raccolta dei rifiutiurbani per lo smaltimento dei rifiuti speciali.
DIVIETI
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