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Anno scolastico 2007/2008
Scuola Scuola Scuola Scuola Media F. BerniMedia F. BerniMedia F. BerniMedia F. Berni LamporecchioLamporecchioLamporecchioLamporecchio
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L’ LENTA ORGOGLIOSO INCREDIBILE RAZIONALE SIGNORA E AFFASCINANTE NATURALE ZUZZURELLONE OMINO BUONO NOME AMICO INSIGNIFICANTE LENTO CASUALE DA CON UCCIDERE ORMAI CON LA COLTELLO A INSANGUINATO IN FONDO SIGNORA L’ AMICHEVOLE AMICA NOTA MIGLIORE TENNISTA INIMITABILE ISTANCABILE NEGLI ANNI
Amico
Buono
Come
Dolce
Ermetico
Filosofo
G
Hotel
Importanti
L impidi
Meravigliosi
Non
Orribili
Probabilmente
Questo
Resterà
Solo
Tutto
Un
Vero
Zorro
Feliciarosa Boccia
Chiara Volpi
spara tanti colpi
Volpi Chiara
ha una zia di nome Mara
Arianna Ferreri
rompe tanti bicchieri
Ferreri Arianna
odia la panna
Margherita Palese
va in ferie tutto il mese
Palese Margherita
è stata ingerita
Valentina Desideri
ha molti pensieri
Desideri Valentina
conosce una fatina
Feliciarosa Boccia
come una rosa sboccia
Boccia Feliciarosa
si è dipinta tutta di rosa
Lisa Grande
ha delle belle mutande
Grande Lisa
tifa solo per il Pisa
Monia Leone
ha un bel cagnolone
Leone Monia
va a una cerimonia
Sandra Alderotti
mangia troppi biscotti
Alderotti Sandra
ha una salamandra
Armando Bartolini
fa lezione ai ragazzini
Bartolini Armando
i cretini stava scacciando
Chiara Volpi
Ho conosciuto un tale
un tale di Milazzo
che sembrava un pazzo
Ho conosciuto un tale
un tale di Torino
che faceva il fattorino
Ho conosciuto un tale
un tale di Parma
che possedeva un’arma
Ho conosciuto un tale
un tale di Terralba
che si svegliava sempre all’alba
Ho conosciuto un tale
un tale di Sicilia
che beveva l’acqua Lilia
Giacomo Marcelloni
Giacomo
Intelligente
Amabile
Come
Orlando Bloom
Ma
Ombroso
Martina
Amabile
Ragazza
Certamente
Eccezionale
Lei
Lentamente
Ogni
Notte
Impazzisce
Giacomo Marcelloni
Amabile
Buono
Come
Dentista
Estremamente
Forte
Gagliardo
Ha
Intensamente
Lavorato
Martedì
Nove
Ottobre
Per
Quindici
Ruoli
Speciali
Tutti
Undici
Venerdì
Zappava
Anziano
Bibliotecario
Concede
Di
Entrare
Fingendo
Gentilmente.
Hanna
Intelligente,
Lentamente
Mentre
Nessuno
Osa
Privarla di quel
Regno
Sa
Tirare
Uva dalle
Vigne
Zeppe
Mi piace andare a gattoni
così schivo i piccioni.
Mi piace guardare gli alberi
ma non mi piace guardare i peri.
Non mi piace fare la spesa
perché portarla poi pesa.
Gabriele Gallerini
LCUNI ALLI ISONTI ANNO ERCANO ATTERI NFESTATO STREMAMENTE A ACCHINA RUTTOSI UOVA
CCCC’’’’era una volta una gattina di nome Arianna.
Un giorno scappò nella foresta a curiosare, per vedere
qualche animale nuovo e per fare nuove conoscenze.
Si avviò e trovò dei cacciatori che mettevano delle
trappole grandissime per catturare l’orso più forte
per ucciderlo perché pensavano che scappasse dalla foresta per uccidere le
persone del paese.
La gattina non capiva cosa erano quelle trappole e quando vide che i
cacciatori se ne andarono, andò e mise una zampetta dentro, ma l’orso che
passava di lì si tuffò e salvò la gattina.
A quel punto la gattina disse: -come ti chiami?-
-Mi chiamo Giacomo e sono l’ orso più grande della foresta e tu?- -Io sono un
gattina di nome Arianna e sono venuta a curiosare nella foresta-. Lei
raccontò all’orso per chi erano quelle trappole e
da quel giorno l’ orso e la gattina e diventarono
bravi amici.
Lisa Grande Lisa Grande Lisa Grande Lisa Grande
C’era una volta un
falegname che stava
intagliando nella carta
un burattino per poi
farlo diventare un
pezzo di legno. Ma il
falegname che si
chiamava Geppetto vide
che il disegno era già
bello così e non volle più
farlo sul legno. Gli
diede un nome, lo
chiamò Pinocchio, dato dal tipo di carta che aveva usato, cioè il pino. Fuori
tirava un vento fortissimo, e Pinocchio con un soffio di vento fu sbalzato fuori
dalla finestra come una piuma, in quel momento nel paese stavano passando due
carabinieri, Pinocchio volò nel viso ad uno dei carabinieri che si mise paura.
Geppetto inseguì: “mi scusi ma quel foglio è mio.” Il carabiniere rispose:”con il
suo foglio ci ha fatto distrarre dal nostro lavoro, tenga il suo foglio ma stia più
attento perché la prossima volta non la perdoniamo.”
Pinocchio però volò via di nuovo e arrivò dalla fata che lo fece diventare un
pezzo di plastica. Pinocchio volle diventare un bambino e ci riuscì, grazie a
Geppetto che lo aiutò e lo trasformò.
Samuele Telesca
C’era una volta un gatto che viveva in un castello sperduto dal mondo. Lui era il re
del castello e non aveva amici. Un giorno
conobbe degli amici, che erano un cane, una
volpe e un coniglio, e ogni giorno si ritrovavano
per fare delle scommesse, anche se il gatto
non diceva mai niente.
Allora un giorno gli chiesero –perché non li
metti anche tu i soldi?-
- Sono affari miei!-
-Ne hai tanti!-
- E’ uguale !-
- Dai cosa ti costa?!-
-Tutto!-
- Va bene fai come vuoi.-
Per un po’ di tempo il gatto stette a casa. Un giorno mentre era seduto sul suo trono,
felice, arrivarono i suoi amici. I servi stranamente erano presenti e sentirono tutto:
gli amici erano in pericolo. Allora gli chiesero:- Presteresti 70 monete d’oro a i poveri
gatti?-
-State scherzando spero?-
-No!!-
-Ma neanche per idea, siete malati!-
-Ascolta abbiamo urgente bisogno.-
-Non ve li darò mai! Fuori dal mio castello.-
Facendo così non solo perse i suoi amici ma
anche tutti i suoi servitori e così alla fine si
ritrovò solo soletto nel castello.
Giacomo Marcelloni
Ho conosciuto un tale,
un tale di Lamporecchio
che era sordo da un orecchio
Ho conosciuto un tale,
un tale di Montecatini
che amava tanto i bambini
Ho conosciuto un tale,
un tale di Cerbaia
che d’estate dormiva nell’aia
Ho conosciuto un tale,
un tale di Mastromarco
che andava sempre al parco
Ho conosciuto una tale,
una tale di Messina
che faceva la fattorina
Ho conosciuto un tale,
un tale di Nuoro
che nuotava nell’oro
Ho conosciuto un tale,
un tale di nome Giorgino
che mangiava sempre un brigidino
Ho conosciuto una tale,
una tale di nome Lisa
che era sempre in divisa
Margherita Palese
BALDUCCI LORENZO GUIDA LA MACCHINA CON VINCENZO LORENZO BALDUCCI MANGIA I CANTUCCI MONIA LEONE VA A SCUOLA CON UN CANNONE LEONE MONIA MANGIA TUTTA LA MACEDONIA ARMANDO BARTOLINI UCCIDE I VIAREGGINI BARTOLINI ARMANDO INDOSSA UNO SCAFANDRO MARGHERITA PALESE MANGIA LA MAIONESE PALESE MARGHERITA È MORTA INTIRIZZITA
Lorenzo Balducci
Megghy Amata Ricercata Giocosa Happy Esplosiva Radiosa Intraprendente Testarda Amabile Polemica Amichevole Lenta Estroversa Semplicemente Esuberante Margherita Palese
Viva viva il Carnevale tutti quanti fa ballare i bambini mascherare e i coriandoli tirare la tristezza fa passare e i guai dimenticare viva viva il Carnevale
Lorenzo Balducci
La scuola Secondaria Berni Francesco è obbligata a mettere tutti gli alunni al fresco Fisica, Musica e Tecnologia sono materie da fare in compagnia Dopo tre anni di giocate ecco arrivano le legnate In questa classe gli alunni stanno attenti come un bel gruppo di dormienti Per chi non studia in questa scuola dopo poco dalla finestra vola Dopo anni in questo sciame ecco arriva l’odiato esame
Lorenzo Balducci
Ancora
Bassotto
Cerca
Di
Evadere
Fuggendo in
Grandi
Hotel
Inabitati
Lungo il
Mare
Navigando verso
Occidente
Però
Questo
Repertorio
Sta
Terminando
Ugualmente e la
Vigilanza sta
Zizzagando
Alessio Cinelli
C’era una volta nel regno di Valleverde un ragazzo di nome
Tom, era un ragazzo sveglio e intelligente, e abitava insieme
alla sua povera nonna malata.
Il dottore di famiglia un giorno gli disse che per guarire la nonna avrebbe dovuto
prendere un capello del malvagio stregone che abitava ai confini del regno, per fare
una pozione curativa, ma l’impresa sarebbe stata impossibile.
Tom grazie alla sua testardaggine partì nonostante la nonna e il medico glielo avessero
impedito. Lo stregone, che aveva visto le intenzioni di Tom attraverso la sua magica
palla di cristallo, mandò il suo esercito di cani rabbiosi ad ucciderlo. Tom, grazie a
tutta la sua forza e agilità, riuscì ad arrivare a destinazione passando per tutte le
cime degli alberi della foresta, lasciando così i cani inferociti alle sue spalle, o meglio,
ai suoi piedi.
Arrivato di fronte al portone del palazzo si accorse che lo stregone con un
incantesimo aveva fatto sparire l’accesso sostituendolo con dei massi enormi
impossibili da spostare. Ma proprio mentre Tom si stava per arrendere arrivò lo
Spirito della foresta che con un soffio lo fece saltare così in alto da fargli superare le
mura. Lo stregone non si accorse di niente quando Tom gli piombò addosso dal cielo e
gli strappò un ciuffo di bianchi capelli dalla testa che subito un altro soffio lo fece
balzare fuori dal castello, e via di corsa verso casa dalla povera nonna.
Lo stregone rimase così male dell’accaduto che non uscì mai più dal suo castello, infatti
nessuno ebbe più sue notizie, smise di andare perfino nella sua bottega preferita
quella dove vendono caramelle di rospo e vomito di lucertola, e pensare che era il suo
unico cliente!
Tom ringraziò tanto lo Spirito della foresta, fece guarire la nonna, e vissero tutti
felici e contenti.
FINE Alessio Cinelli
FEROCE
E
RADIOSA
RAGAZZA
ENERGETICA
RITMICA
IRONICA
AMICA
RADIOSA
IRONICA
ALLERGICA
NON
NATA
APRILE
L’unica Geniale
Importante Inistancabile
Sincera Amico
Amica Non
Laziale
Unico
Calciatore
Approssimativo
Veloce
Onorevole
Leonessa
Piccola
Inistancabile
Corsara
Ha
Innumerevoli
Amori e
Ragazzi
Arrabbiati
Moglie Leale
Onorevole Energetica
Non Onorevole
Impazzita Non
Ancora Emotiva
Arianna Ferreri
Arianna Ferreri rompe i bicchieri Ferreri Arianna mangia tanta panna Margherita Palese molesta il Paese Palese Margherita è stata ingerita Bartolini Armando i cretini stava scacciando Armando Bartolini fabbricava pannolini Giacomo Marcelloni assaggia i bomboloni Marcelloni Giacomo ha una villa a Como Alderotti Sandra ha una salamandra Sandra Alderotti mangia tutti i biscotti Fiorello va sempre in giro con l’ombrello Enzo Iacchetti mangia tanti spaghetti Elena Sofia Ricci fa tanti capricci
Chiara Volpi & Arianna Ferreri Chiara Volpi & Arianna Ferreri Chiara Volpi & Arianna Ferreri Chiara Volpi & Arianna Ferreri
SLAPPY, IL PUPAZZO aNIMATO
… Poi abbassai lo sguardo verso Slappy.
In quel momento, vidi le sue labbra
contrarsi. Il pupazzo mi guardò diritto
in faccia e mi fece l’occhiolino. In quel
momento mi accorsi che era animato.
Feci un urlo e Slappy cadde a terra, mio
padre lo raccolse e disse: -Hai visto è
animato! Dici sempre che ti senti sola…
lui è come una persona vera, lo potrai
accudire come un fratellino; cerca
almeno di andare d’accordo con lui visto
che non vai d’accordo con Sara e Jed. Quando litighi con tuo fratello e
tua sorella non riuscite mai a ritrovare la calma e spesso io e tua madre
siamo costretti ad intervenire… spero che con Slappy questo non
accada!- Risposi: - Certo papà te lo prometto!! -
Ero felicissima e corsi nella stanza da disegno di Sara per fargli vedere
Slappy, ma nel frattempo sentii la voce di Slappy che mi disse: -Ehi
lasciami scendere… so camminare anche da solo!-
Lo posai a terra e gli dissi: -Corri, prima che Sara vada via!
Arrivammo nella stanza, ma Sara non c’ era, allora decisi di aspettarla
seduta. Nel Frattempo Slappy girò per la stanza e vide tutti i dipinti di
mia sorella, lei è molto brava a disegnare, ne vide uno da finire così
pensò di aiutare Sara, prese il pennello… e lo accostò alla tela ma io mi
buttai su di lui per fermarlo… stava per rovinare il disegno. Nel
frattempo arrivò Sara che mi disse: -Cosa sta facendo quel pupazzo!
- Ho appena fermato Slappy – bofonchiai ansante tenendo con una mano
il pupazzo e con l’altra il pennello grondante di vernice – stava per
rovinare un dipinto di Sara.-
Tutti mi guardarono allibiti. - Ho visto arrivare te – replicò in tono
insofferente Sara. - L’hai portato tu il pupazzo, Amy ce l’hai ancora in
mano. Come il pennello. -Ma… ma… ma… - balbettai.
I miei occhi saettarono da un volto all’altro. Tutti mi guardarono come
se fossi un’aliena appena arrivata sulla Terra a bordo di un’astronave.
Nessuno dei miei familiari mi credeva.
Nessuno!
Dissi esasperata: -Sono venuta qui solo per far vedere a Sara il pupazzo
che mi era stato appena regalato da papà, ma quando siamo arrivati non
c’era, allora abbiamo deciso di aspettarla! Slappy ha girato tutta la
stanza per vedere i dipinti e ne ha visto uno da finire allora voleva
aiutarla, ha preso un pennello, lo ha intinto nella tempera e stava per
sfiorare la tela, ma io mi sono buttata su di lui e l’ho fermato e poi sei
arrivata tu! Sara rispose: -Va bene questa volta ti perdono ma che non
risucceda!- Io risposi contenta: - Va bene non accadrà mai più!-
Fui molto felice perché Slappy non volendo ci aveva reso più unite e
quando andavamo nella stanza da disegno di Sara, lei gli dava sempre un
pennello, la tinta ed un foglio e lui si metteva a disegnare mentre io
stavo lì a guardarli con ammirazione.
MARGHERITA PALESE
Amabile Ragazza Imprenditrice Affidabile Non Nata Agosto Furba Elegante Riconoscibile Riconoscente Elogiatrice Ristoratrice Impegnata Moglie Amante Rigorosa Generosa Ha Energia Rabbiosa I rritata Tamponatrice Autostrada Pittrice Anallergica Lavoratrice Esasperata Silenziosa Eclettica Graziosa Rimborsatrice Elegante Tartassa Altri Tozza Adorabile Forse Impazzita
Chiara Volpi
Alice va in campagna
CCCC’era una volta una bambina di nome Alice, lei era una bambina di otto anni. Viveva in una bellissima città dove
alcune persone avevano dei poteri soprannaturali, Alice
era una di queste. Alice era in grado di volare. In città
c’erano moltissime case grandissime e anche molti castelli. Un giorno il
suo babbo che lavorava come fattore in un’ azienda agricola perse il
lavoro. Durante una tempesta, il raccolto andò distrutto, perse molti
soldi e non riuscirono a far riprendere l’azienda che dovette chiudere. Il
padre di Alice trovò lavoro in un’altra azienda agricola molto lontana e
allora decise di trasferirsi lì con tutta la famiglia. Alice non era molto
contenta di questo, perché doveva abbandonare la sua casa e
soprattutto le sue amiche. Tutte le sue amiche si riunirono e le fecero
una festa di addio. Alice pianse molto ma purtroppo sapeva che doveva
andare via. Arrivati alla nuova casa, Alice rimase di stucco perchè la
casa era bruttina ed era circondata tutta da campi con qualche casetta
in qua e là. Alice era sempre sola senza amici e tutte le volte che si
avvicinava alle bambine per chiedere se potevano giocare con lei, loro
rispondevano: -No, noi non giochiamo con le bambine arrivate da poco
in paese, giochiamo solo con le bambine che vivono qua da sempre,
quindi torna a casa tua.-
Tutte le volte che le dicevano così, Alice ci rimaneva male e tornava a
casa piangendo. La mamma vedendola piangere le chiese: -Alice cosa ti è
successo?- Alice rispose: -Le bambine del villaggio non vogliono che io
giochi con loro perché sono arrivata da poco in paese- La mamma le
disse per tranquillizzarla: -Non ti preoccupare prima o poi ti
accetteranno- Così Alice si tranquillizzava sempre e tornava fuori. Un
giorno tornando da scuola all’imbocco della stradina di casa, sentì una
vocina che diceva: -Aiuto aiutatemi!- Questa vocina proveniva dal
pozzo. Alice si affacciò e vide la “leader” del gruppo delle bambine che
rifiutavano sempre Alice. La bambina disse: -ti prego fammi uscire …
aiutami!- Alice rispose un po’ arrabbiata: - Perché dovrei farti uscire, tu
ti rifiuti sempre di giocare con me, non dovresti evitare le persone senza
prima conoscerle, io non sono poi così tanto male.-
La bambina rispose: -Hai ragione ho sbagliato avrei dovuto darti una
possibilità, ma ti prego, se non mi aiuti morirò qui. Ti scongiuro chiama
qualcuno e scusami se ti ho fatto soffrire!-
Alice disse: - e va bene siccome io sono una bambina corretta ti farò
uscire. - Alice, grazie ai suoi poteri, andò fino alla fine del pozzo e tirò
fuori la bambina, che appena uscita disse: -Oh mio Dio come hai fatto?-
E scappò. Alice quando tornò a casa raccontò la vicenda alla mamma che
disse: - ora prova ad andare di nuovo a chiedere alle bambine di giocare
con te e vedrai che qualcosa cambierà. –
Alice andò e come sempre tutte non vollero giocare con lei tranne una
che disse: -Lei è una mia amica e da oggi giocherà sempre con noi, ha un
segreto che sappiamo io e lei e che racconterà solo a della vere amiche.-
Da quel giorno diventarono molto unite e vissero per sempre felici e
contente. MARGHERITA PALESE
Anatra
Nave
Balena
Cane
Delfino
Elefante
Farfalle
Gatto
Hotel
Istrice
Lupo
Marmotta
Oca
Pecora
Quaglia
Rana
Serpente
Topo
Uva
Vipera
Zebra
Samuele
Telesca
Testardo
Esotico
Lento
Entusiasta
Simpatico
Compagno e
Amico
Sincera
Amica
Migliore
Ancora
Neonata
Troppo vivace e
Allegra
Serena
Anche
Birichina
Ronfa
Indifferente
Naturale
Aitante
Solare
Amico
Modesto
Unico
Entusiasta
Libero e
Energico
Samuele
Telesca
AAAANTOLOGIA, LA MIA MATERIA PREFERITANTOLOGIA, LA MIA MATERIA PREFERITANTOLOGIA, LA MIA MATERIA PREFERITANTOLOGIA, LA MIA MATERIA PREFERITA
BBBBABBO NOME COMUNE DI PERSONAABBO NOME COMUNE DI PERSONAABBO NOME COMUNE DI PERSONAABBO NOME COMUNE DI PERSONA
CCCCALCIO, SPORT AMATOALCIO, SPORT AMATOALCIO, SPORT AMATOALCIO, SPORT AMATO
DDDDIDONE, PERSONAGGIO DELL’ENEIDEIDONE, PERSONAGGIO DELL’ENEIDEIDONE, PERSONAGGIO DELL’ENEIDEIDONE, PERSONAGGIO DELL’ENEIDE
EEEELEFANTE, ANIMALE GIGANTE LEFANTE, ANIMALE GIGANTE LEFANTE, ANIMALE GIGANTE LEFANTE, ANIMALE GIGANTE
FFFFABIO, IL MIO NOMEABIO, IL MIO NOMEABIO, IL MIO NOMEABIO, IL MIO NOME
GGGGIULIA, IL NOME DELLA MIA RAGAZZAIULIA, IL NOME DELLA MIA RAGAZZAIULIA, IL NOME DELLA MIA RAGAZZAIULIA, IL NOME DELLA MIA RAGAZZA
HHHHOTEL, A VOLTE COSTOSOOTEL, A VOLTE COSTOSOOTEL, A VOLTE COSTOSOOTEL, A VOLTE COSTOSO
IIIITACA, CITTA’ GRECATACA, CITTA’ GRECATACA, CITTA’ GRECATACA, CITTA’ GRECA
JJJJUVE, LA MIA UVE, LA MIA UVE, LA MIA UVE, LA MIA SQUADRA DEL CUORESQUADRA DEL CUORESQUADRA DEL CUORESQUADRA DEL CUORE
LLLLUCCIOLA, ANIMALE CHE ILLUMINAUCCIOLA, ANIMALE CHE ILLUMINAUCCIOLA, ANIMALE CHE ILLUMINAUCCIOLA, ANIMALE CHE ILLUMINA
MMMMOTORINO, QUELLO CHE AVRO’ TRA DUE ANNIOTORINO, QUELLO CHE AVRO’ TRA DUE ANNIOTORINO, QUELLO CHE AVRO’ TRA DUE ANNIOTORINO, QUELLO CHE AVRO’ TRA DUE ANNI
NNNNAPOLEONE, CONDOTTIEROAPOLEONE, CONDOTTIEROAPOLEONE, CONDOTTIEROAPOLEONE, CONDOTTIERO
OOOOPPOSITE, TRADOTTO IN ITALIANO: DI FRONTEPPOSITE, TRADOTTO IN ITALIANO: DI FRONTEPPOSITE, TRADOTTO IN ITALIANO: DI FRONTEPPOSITE, TRADOTTO IN ITALIANO: DI FRONTE
PPPPAPERINO, PERSONAGGIO DEI CARTONI ANIMATIAPERINO, PERSONAGGIO DEI CARTONI ANIMATIAPERINO, PERSONAGGIO DEI CARTONI ANIMATIAPERINO, PERSONAGGIO DEI CARTONI ANIMATI
QQQQUADRI, NE HO ROTTI TANTIUADRI, NE HO ROTTI TANTIUADRI, NE HO ROTTI TANTIUADRI, NE HO ROTTI TANTI
RRRROSPO, ANIMALE OSPO, ANIMALE OSPO, ANIMALE OSPO, ANIMALE
SSSSOSPENSIONE, SPERIOSPENSIONE, SPERIOSPENSIONE, SPERIOSPENSIONE, SPERIAMO DI NO!!!!!AMO DI NO!!!!!AMO DI NO!!!!!AMO DI NO!!!!!
TTTTAZ, DIAVOLETTO DEI CARTONIAZ, DIAVOLETTO DEI CARTONIAZ, DIAVOLETTO DEI CARTONIAZ, DIAVOLETTO DEI CARTONI
UUUUVA, FRUTTO CHE HO A CASA VA, FRUTTO CHE HO A CASA VA, FRUTTO CHE HO A CASA VA, FRUTTO CHE HO A CASA
VVVVALZER,IL BALLO CHE ODIOALZER,IL BALLO CHE ODIOALZER,IL BALLO CHE ODIOALZER,IL BALLO CHE ODIO
ZZZZORRO, EROE MESSICANOORRO, EROE MESSICANOORRO, EROE MESSICANOORRO, EROE MESSICANO
Fabio Fucentese
C’era uno scolaro di Milano che non studiava mai l’italiano portava sempre dei grossi scarponi e camminava sempre sui talloni quello strano scolaro di Milano Un professore di inglese mangiava trenta torte al mese era grasso come un elefante forse come un ippopotamo gigante quel grasso professore di inglese C’era una volta un signore che passava in oreficeria molte ore prendeva anelli per i suoi monelli grossi come dei fardelli quello strano ladro di un signore
Lorenzo Balducci
CERCASI
HOTEL
IN
AMSTERDAM
ROMA
AMERICA
VELOCE
ONOREVOLE
LEALE
POLPETTINA
INSICURA Non mi piace andare a scuola
perché mi si consuma la suola
mi piacciono gli animali
ma non le cellule staminali
non mi piace andare in montagna
perché preferisco scrivere alla lavagna
mi piace la bistecca
purché non sia secca
non mi piace Francoforte
perché mi ricorda la morte
mi piace la Sardegna
ma non raccogliere la legna
non mi piace Sandrone
perché è un po’ pelandrone
Chiara Volpi
Un giorno Biancaneve
andò nel bosco per
raccogliere dei fiori.
Vide dei nani e pensò che
volevano rubarle i
fiori.
-Allora, cosa state facendo!? – disse Biancaneve.
- Noi, nulla – ribatterono i nani.
- E invece non mi convincete – disse Biancaneve.
Allora Biancaneve prese un bastone e lo lanciò in
testa a Pisolo. Pisolo si arrabbiò e saltò addosso a
Biancaneve. Eolo prese un coniglio per le orecchie e
lo lanciò addosso a Biancaneve. Mammolo andò da
una strega per farsi dare una pozione. Tutti e sette
i nani bevvero la pozione che fece moltiplicare i nani
in quattordici e poi in ventotto. Biancaneve non c’è la
fece più e buttò una bomba. I nani caddero uno a
uno ma rimasero incolumi. Allora i nani saltarono
tutti addosso a Biancaneve. Biancaneve scappò ma il
principe la spaventò con la sua spada incandescente
e svenì. I nani ritornarono sette e vissero vittoriosi
e contenti.
Samuele Telesca
Nella Radura Pianeggiante vivevano o meglio vivacchiavano
tre paperelle. Una era bianca con delle macchie rosse però era molto
pigra. Un’altra era bianca con delle macchie blu e l’altra era bianca
con delle macchie gialle. Le ultime due erano meno pigre della prima.
Non dovete pensare che non avevano un nome, l’avevano eccome! Si
chiamavano Gialla, Blu e Rossa lo potete dedurre dai colori delle loro
macchie. Per tutta l’estate non fecero che divertirsi, ma quando sentirono
le prime piogge, avvertirono il bisogno di una casa. In un primo
momento si rifugiarono nello stagno, ma quando lo stagno si ghiacciò
iniziarono a costruire un riparo. Rossa, essendo pigra, si
costruì una casa con delle canne di bambù ma non trovò
l’approvazione dei due che costruirono una casa di
mattoni.
Un brutto giorno arrivò una volpe andò a “bussare” alla
porta di Rossa e le disse: -Apri voglio farti vedere una
cosa- Ma Rossa rispose: - Sono una papera non un’oca-. Ma
la volpe si arrabbiò e distrusse la casa di bambù. La papera
non sapendo cosa fare si rifugiò a casa delle sue sorelle. La
volpe vedendo che la casa era resistente salì sul camino, ma appena si
gettò si sentì bruciare la coda. Voleva andare via, ma le tre paperelle la
intrappolarono e la mangiarono.
In una lontana fattoria un cane di nome Carl, un Pastore Tedesco, ed un lupo di nome Lenny,si contendevano un pezzo di carne davanti a un pollaio dove le galline
“impazzite” facevano il tifo per l’uno o per l’altro. Ad un certo punto il cane iniziò a
fingere dicendo: -Ohi! Che male il mio stomaco, credo proprio che non riuscirò a
mangiare nemmeno un brodino.-
Però Lenny non abboccò ai piagnistei del cane e mentre diceva: -Te lo faccio passare
io il mal di pancia.- con un salto gli si avventò contro. Il cane fece appena in tempo a
salvarsi, però così facendo svelò il suo trucco. I due si fissarono per un tempo
interminabile quando ad un certo punto i due si avventarono sul pezzo di carne,
nell’impatto alzarono un polverone da non vedere più niente.
Dopo un po’ che litigavano addentarono la carne contemporaneamente diedero uno
strattone così forte che la carne si “alzò in volo” e cadde vicino ad una volpe.
La volpe tutta contenta la mangiò.
Morale:Tra i due litiganti il terzo gode.
Gallerini�Gabriele�
Nella periferia di una cittadina italiana c’era una casetta molto carina
dove abitava una normale famiglia insieme ad una gattina di nome Milly e una
colla tedesca di nome Pritt. Questi due venivano
sempre presi di mira dai loro simili: a Milly dicevano
che era troppo affettuosa e a Pritt che quando
incollava lasciava sempre dei pezzetti di colla. Un
giorno Milly disse a Pritt: - Basta! Non voglio più
essere presa in giro! - - Anch’io! – Rispose Pritt – Che
ne dici di far rigar dritto tutti quelli che si prendono
gioco di noi e degli altri? – gli propose Milly – Si! Ci
sto! – Confermò Pritt.
Pritt decise di costruirsi un’astronave: trovò due pezzi di ellisse fatti di
metallo, un collare di legno con piccole lampadine rotonde e una ciotola di
plastica trasparente. Milly invece si allenò con i suoi artigli, anche se del resto
era sempre la solita gatta dolcissima.
Da allora in poi i bulli non osarono più prendere in giro quella strana coppia che
iniziò ad essere circondata da amici.
CCCC’era una volta in u’era una volta in u’era una volta in u’era una volta in un regno molto lontano una ragazza molto esigente di n regno molto lontano una ragazza molto esigente di n regno molto lontano una ragazza molto esigente di n regno molto lontano una ragazza molto esigente di
nome Biancaneve che viveva in una casa lussuosa e aveva come schiavetti sette nome Biancaneve che viveva in una casa lussuosa e aveva come schiavetti sette nome Biancaneve che viveva in una casa lussuosa e aveva come schiavetti sette nome Biancaneve che viveva in una casa lussuosa e aveva come schiavetti sette nani nominati: Tonnolo, Sediolo, Vasolo, Librolo, Cellularolo, Fogliolo, Lettolo.nani nominati: Tonnolo, Sediolo, Vasolo, Librolo, Cellularolo, Fogliolo, Lettolo.nani nominati: Tonnolo, Sediolo, Vasolo, Librolo, Cellularolo, Fogliolo, Lettolo.nani nominati: Tonnolo, Sediolo, Vasolo, Librolo, Cellularolo, Fogliolo, Lettolo. Biancaneve bastonava i suoi nani per essere Biancaneve bastonava i suoi nani per essere Biancaneve bastonava i suoi nani per essere Biancaneve bastonava i suoi nani per essere servita come una regina.servita come una regina.servita come una regina.servita come una regina. Vasolo, stanco di ricevere sempre e solo botte, un giorno disse a Tonnolo, il nano Vasolo, stanco di ricevere sempre e solo botte, un giorno disse a Tonnolo, il nano Vasolo, stanco di ricevere sempre e solo botte, un giorno disse a Tonnolo, il nano Vasolo, stanco di ricevere sempre e solo botte, un giorno disse a Tonnolo, il nano della cucina: della cucina: della cucina: della cucina: ---- Che ne dici di mettere del sonnifero nella cena della nostra Che ne dici di mettere del sonnifero nella cena della nostra Che ne dici di mettere del sonnifero nella cena della nostra Che ne dici di mettere del sonnifero nella cena della nostra padrona? padrona? padrona? padrona? ---- ---- Va bene! Sarà un gioco da ragazzi per me Va bene! Sarà un gioco da ragazzi per me Va bene! Sarà un gioco da ragazzi per me Va bene! Sarà un gioco da ragazzi per me ––––rispose Tonnolo.rispose Tonnolo.rispose Tonnolo.rispose Tonnolo. Arrivò l’ora della cena e Biancaneve, appena mise in bocca il primo boccone, cadde Arrivò l’ora della cena e Biancaneve, appena mise in bocca il primo boccone, cadde Arrivò l’ora della cena e Biancaneve, appena mise in bocca il primo boccone, cadde Arrivò l’ora della cena e Biancaneve, appena mise in bocca il primo boccone, cadde in un sonno profondo e fu in quel momento che i nani si munirono di legni e in un sonno profondo e fu in quel momento che i nani si munirono di legni e in un sonno profondo e fu in quel momento che i nani si munirono di legni e in un sonno profondo e fu in quel momento che i nani si munirono di legni e iniziarono a rendere alla loro padrona tutte le botte che avevano ricevuto.iniziarono a rendere alla loro padrona tutte le botte che avevano ricevuto.iniziarono a rendere alla loro padrona tutte le botte che avevano ricevuto.iniziarono a rendere alla loro padrona tutte le botte che avevano ricevuto. Finito il loro lavorFinito il loro lavorFinito il loro lavorFinito il loro lavoro, i nani lasciarono la casa e furono così per sempre liberi.o, i nani lasciarono la casa e furono così per sempre liberi.o, i nani lasciarono la casa e furono così per sempre liberi.o, i nani lasciarono la casa e furono così per sempre liberi. Da quel giorno non si seppe più niente né di Biancaneve, né dei sette nani.Da quel giorno non si seppe più niente né di Biancaneve, né dei sette nani.Da quel giorno non si seppe più niente né di Biancaneve, né dei sette nani.Da quel giorno non si seppe più niente né di Biancaneve, né dei sette nani.
Alessio CinelliAlessio CinelliAlessio CinelliAlessio Cinelli
C’era una volta una ragazza di nome Biancaneve, viveva con i sette nani, in una casetta molto carina.
Un giorno Biancaneve decise di andare a fare spesa.
Brontolo le disse: -Attenta, potrebbe essere
pericoloso!-
-Non preoccuparti!- esclamò la ragazza.
Quando tornò, Biancaneve era più strana di
prima.
Sembrava posseduta dal demonio, e lo era.
Prese un bastone e, avvicinandosi ai nani, glielo
tirò in capo.
Brontolo, si arrabbiò molto e disse: -Come hai osato, io sono il tuo
nano!?-
Biancaneve allora lo stordì con un colpo in testa, lo prese in braccio
e mise i suoi piedi sul soffitto e disse: -Spider
nano - Spider nano, il soffitto tu mi tocchi!!!-
Allora gli altri nani presero asce, coltelli e una
mezzaluna insieme a un macete, erano intenzionati
a levare dal mondo la ragazza.
Biancaneve, allora, uscì di casa facendo una risata
satanica, infine, prese una bomba, la lanciò, e la
casa, con i nani, scomparì.
-Alla fine dovrei dire: “e tutti vissero felici e contenti” ma no!
Tutti vissero infelici e scontenti, perché Biancaneve, dopo un anno
riuscì a far scoppiare il pianeta Terra!
Jacopo Spinelli
A me non piace andare a scuolaA me non piace andare a scuolaA me non piace andare a scuolaA me non piace andare a scuola
nemmeno tagliare l’aiuola.nemmeno tagliare l’aiuola.nemmeno tagliare l’aiuola.nemmeno tagliare l’aiuola.
A me piace curiosareA me piace curiosareA me piace curiosareA me piace curiosare
eppure non mi fa amare.eppure non mi fa amare.eppure non mi fa amare.eppure non mi fa amare.
A me piace l’immaginazioneA me piace l’immaginazioneA me piace l’immaginazioneA me piace l’immaginazione
e cantare una canzone.e cantare una canzone.e cantare una canzone.e cantare una canzone.
A me non piace chi mi guardaA me non piace chi mi guardaA me non piace chi mi guardaA me non piace chi mi guarda
e nemmeno chi mi mandae nemmeno chi mi mandae nemmeno chi mi mandae nemmeno chi mi manda
dei biglietti dalla mansarda.dei biglietti dalla mansarda.dei biglietti dalla mansarda.dei biglietti dalla mansarda.
A me piace tA me piace tA me piace tA me piace tutto questoutto questoutto questoutto questo
del restodel restodel restodel resto
sono sempre arrivata presto….sono sempre arrivata presto….sono sempre arrivata presto….sono sempre arrivata presto….
Feliciarosa BocciaFeliciarosa BocciaFeliciarosa BocciaFeliciarosa Boccia
CENERENTOLA
C’erano una volta in un paese tre sorelle e una matrigna. Una delle tre sorelle, la più povera, era una giovane di nome Cenerentola che era costretta a lavorare giorno e notte.
Arrivò la sera in cui le sorellastre e la matrigna furono invitate a un ballo
organizzato dal principe, partirono e lasciarono Cenerentola sola a casa. Dopo qualche istante un forte bagliore accecò Cenerentola. Era la carrozza della fata. Atterrò e disse a Cenerentola: -non aver paura, ora ti trasformerò in una bellissima ragazza.- Fece un incantesimo e trasformò Cenerentola in una stupenda ragazza. La fata le disse ancora: -ora va’ dal principe.- Cenerentola seguì il suo consiglio e si avviò al castello. Entrò e subito il principe, stupito dalla bellezza di questa ragazza, chiese se voleva ballare con lui. Ma il ballo durò poco perché intervennero le sorellastre e la matrigna mandando un sortilegio su quella coppia. UNA STRANA ACQUA BERRETE E UNA COPPIA DI STUPITI CIOCCOLATINI SARETE. Il principe e Cenerentola si trasformarono in due stupiti cioccolatini fondenti, che furono subito mangiati. In fin dei conti le anime del principe e di Cenerentola si vollero tantissimo bene e così per sempre vissero felici e fondenti.
Lorenzo Balducci
FANS
ANCORA
BELLO
INCITA
ORLANDO BLOOM
FURBO
UNDICENNE
CHE
ESCOGITA
NUOVI
TEMI
E
SCRIVE
ENTUSIASMENTE
LUSSUOSA
INESTIMABILE
STELLA
ARGENTEA
GRAZIOSA
RAGAZZA
ALTA
NON
DEFINITA
ECCENTRICA SE STUDI IN QUESTA SCUOLA
IL TEMPO NON VOLA
MATEMATICA, STORIA, GEOGRAFIA
MAMMA MIA CHE PAZZIA!
ALLA FINE DI ANNI TRE
DI SOMARI NON CE NE E’
Fabio Fucentese
Elettrizzante Pacifico
Dominatore Amico
Oppure Con
Audace Importanti
Riccone Notizie
Di Imbarazzanti
Oro
Taccagna
Afferra
Fugacemente
Impermeabile
Chiara vive in
Habitat
Invernali e
Autunnali ma è
Raccapricciante in
Autunno
Alessio Cinelli
Entusiasmante
Dermatologo
Odiato
Al
Rogo
Da
Osvaldo
Papero
Ancora
Carino
Incontra
Nonna
Ida
Granchio
Ringrinzito
E
Tozzo
Abbronzato
Topo
Arrogante
Fifone
Impaurito
Valida
Amica
Leale
E
Non
Tanto
Impazzita
Nemmeno
Ammattita
Dà
Elemosina
Soltanto
In
Delle
Emergenze
Rischiose e
Infernali
IL CANE RIKI E IL LUPO
CCCC’era una volta in una fattoria un cane che stava sempre davanti alla sua cuccia ad abbaiare a tutti i contadini che passavano di là aspettando ogni tanto qualche ricompensa. Riki, era un cane molto intelligente, ma non tanto furbo, però obbediva sempre al suo padrone. Aveva un difetto e cioè quello di vantarsi troppo davanti a tutti gli animali della fattoria. Era un meticcio con il pelo marrone chiaro e bianco e aveva sempre le orecchie e la coda ritta; era un giocherellone e non si stancava mai di correre dietro alle oche e alle anatre per poter giocare con loro. Un giorno quando il suo padrone tornò dal lavoro prese un bel pezzo di carne e lo portò al suo fedele cane, il quale era così felice e contento, che lo leccò per mostrargli la sua gratitudine. Mentre mangiava il suo pezzo di carne tranquillamente davanti al pollaio, da lontano scrutò qualcosa di colore grigiastro-bianco. Dapprima pensò che fosse una palla di neve gigantesca che scendeva velocemente per la collina e travolgeva tutto ciò che si trovava davanti, ma subito dopo capì che non era possibile, poiché non era inverno. Allora pensò a una pecora di colore grigiastro-bianco che correva impazzita su e giù per la collina inseguita da oche che svolazzavano sulla sua testa e infine man mano che questa cosa avanzava, il cane si accorse che era proprio un lupo che minacciosamente si aggrappò su di lui e il pezzo di carne. Riki riuscì a scappare via velocemente e vigliaccamente, tra sé pensò che l’aveva scampata proprio bella, per un attimo aveva temuto il peggio e cioè che sarebbe potuto finire tre le fauci del lupo, proprio come il suo pezzo di carne. Tutti gli animali della fattoria lo derisero e così Riki andò via di lì con la coda tra le gambe. La morale di questa favola è che <<il vantarsi non porta a nulla, è sempre meglio essere umili e avere tanti amici intorno>>.
Feliciarosa BocciaFeliciarosa BocciaFeliciarosa BocciaFeliciarosa Boccia
TRE GNOMETTI E UN ELFO C’era una volta in una piccola casetta sotto un albero di mele, una famigliola di gnomi, composta da due gnomi e tre gnometti. I genitori dicevano sempre ai loro gnometti: - non dovete mai uscire di casa quando noi non ci siamo o vi caccerete in grossi guai.- Un giorno gli gnomi erano usciti per raccogliere bacche e gli gnometti ignari del pericolo che stavano correndo uscirono di casa. Fecero pochi passi e una trappola li prese. Agitandosi sempre più perché assordato dal frastuono, un elfo andò a vedere cosa mai fosse accaduto. -Oh che vedono le mie pupille gnometti intrappolati.- Esclamò l’elfo. -Da quant’era che non mangiavo degli gnomi.- Gli gnometti implorarono pietà ma niente da fare, l’elfo stava già preparando il fuoco per arrostire le prede. -OK chi vuole essere cucinato per primo? -Io - rispose il primo gnometto. -No voglio essere cucinato per primo io-. Ribattè il secondo. -Ma sentitelo, la prego signor elfo cucini me.- Consigliò il terzo. Così all’elfo assillato da quella confusione prese un mal di testa talmente forte che si mise a dormire come un ghiro. Gli gnometti riuscirono a scappare e così vissero per sempre felici e contenti.
Lorenzo Balducci
Ieri ho visto una foca
che rincorreva un’oca
perché aveva bevuto una coca
mischiata ad un caffé di moca
ma ne aveva bevuta poca.
C’era uno scolaro di Milano,
che non studiava mai l’italiano,
ed era così vagabondo,
che decise di girare il mondo,
quel vagabondo scolaro di Milano.
Ho conosciuto un tale,
un tale di Piacenza,
correre da Vincenza,
per chiederle con pazienza:
-Puoi prestarmi la tua lenza?-
Ho conosciuto un tale,
un tale di Lamporecchio,
a cui faceva male un orecchio.
Ho conosciuto un tale,
un tale di Taormina,
che beveva l’aspirina.
Ho visto un tale,
correre come un matto,
dietro un grosso gatto,
che rincorreva un ratto,
sotto un cielo scarlatto.
Alessio Cinelli
C’era una volta
un castello dove viveva Biancaneve che si era
rifugiata lì perché la regina non la sopportava. Lei
era andata in una casa dove ogni cosa c’era per sette
volte uguale. Dopo un po’ Biancaneve si addormentò
sul letto. Quando i sette nani arrivano, lei si svegliò
e li buttò fuori tutti. Loro, poverini non
sapevano cosa fare
per entrare nella
loro casa. Un
giorno si erano
stancati di stare fuori ed elaborano un piano.
Andarono dal principe e gli dissero che c’era una
bella fanciulla non sposata. Il principe andò da
Biancaneve e se ne innamorò. Dopo qualche anno che
stavano insieme si sposarono e nacque una figlia e
così vissero felici e contenti. Igli Xhafa
C’era una volta: un re diranno subito i miei lettori, no c’era una volta un
lupo e un cane che si contendevano un pezzo di carne vicino ad un pollaio. Il cane, Giovanni, non sopportava quando il lupo Marco, lo chiamava barboncino o pecorella perché il suo pelo era a riccioli piccoli e
bianchi.
- È mio !!- - No, è mio!!- - No veramente il pollo l’ho ammazzato io!!!-
- No veramente l’ho afferrato io!!!-
E così ribattevano Giovanni e Marco. Per un attimo si erano calmati, allora il cane Giovanni (pensando di essere furbo), provò a riprendere il pezzo di
carne, che era davanti a Marco.
- Stai fermo barboncino! Perché come ho già detto il pollo l’ho
ammazzato io.-
L’ira del lupo Marco fece accucciare il cane Giovanni. Dopo dieci minuti arrivò la volpe e vide da lontano il pezzo di carne che aveva Marco
davanti.
La volpe prese tutta la potenza e corse davanti a loro afferrando il pezzo
di carne gridando:
- Fra i due litiganti il terzo gode!!!-
Sabrina Rubino
Grande
Amico
Bambino
Rispettoso
Intelligente
Energico
Legge
Eneide
Galante
Accompagnatore
Lentamente
Lugubre
Elegantemente
Risponde
In
Numero
Indefinito Ho conosciuto un tale un tale di Livorno che dormiva tutto il giorno Ho conosciuto un tale un tale di Torino che faceva il facchino Ho conosciuto un tale un tale di Catanzaro che come lavoro faceva il faro Alla scuola di Lamporecchio qualcuno ha perso l’orecchio come è strana questa scuola ogni mese facciamo la ola
Gabriele GalleriniGabriele GalleriniGabriele GalleriniGabriele Gallerini
EDOARDO PACINI FA I PASTICCINI PACINI EDOARDO DI ORIGINE E’ SARDO. LISA GRANDE SEI DAVVERO GIGANTE GRANDE LISA HA DIPNTO LA MONNALISA. MICHELA GIACINTI PENSA TROPPO AI DIPINTI. GIACINTI MICHELA COLORA SEMPRE LA TELA.
HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI MARMOTTA CHE PENSAVA SOLO ALLA MELA COTTA HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI PISA CHE PENSAVA SEMPRE ALLA MARISA
HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI PALERMO CHE URLAVA COME UN MERLO HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI CARRARA CHE AVEVA UN MACCHINA CARA
HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI FUCECCHIO CHE SI E’ SUICIDATO PER UN FAZZOLETTO
Fabio Fucentese
Amica Buona Carina Drammatica Emozionante Forte Grande Happy Impassibile Lenta Mammona Nuotatrice Operosa Pagliaccio Quotata Rispettata Sincera Tenera Unica Vera Zuccona Margherita Palese
La scuola a Lamporecchio
è un edificio vecchio
ci sono molti professori
che hanno padri muratori
ma se prendi confidenza
finirai in presidenza
se abbiamo sostituzione
formeremo un’ostruzione
noi stiamo facendo l’orto
ma in quella terra tutto è morto.
Mi piace il gelato
perché rinfresca il palato
Non mi piace la verdura
perché è insipida e dura
Mi piace il treno
perché sembra senza freno
Non mi piace Winnie The Pooh
perché è stupido sempre più
Mi piace il folletto
perché è proprio un piccoletto
Non mi piace il pugilato
perché esci infortunato
Mi piace Ulisse
perché vince senza risse
Non mi piace Rete Quattro
perché Fede è proprio matto
Mi piace la 500
perché vola come il vento
Non mi piace la montagna
perché l’acqua è sempre stagna Gianluca GiannottiGianluca GiannottiGianluca GiannottiGianluca Giannotti
Giocatore L ’unica Importante Importante Alla Sincera Nazionale Amica L ’ Unico Calciatore Amico Attaccante Leale Estremamente Goleador Sincero Inarrestabile Scienziato Attaccante Inarrestabile Noto Orefice Non Olandese Tosto per Tutti Imitano lui
HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI LATINA CHE NON STAVA ZITTO DALLA SERA ALLA
MATTINA HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI SPAGNA CHE OGNI GIORNO PER LUI ERA CUCCAGNA HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI PORTOGALLO CHE POSSEDEVA UN BUFFO PAPPAGALLO
HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI CESENA CHE MANGIAVA SEMPRE DOPO CENA HO CONOSCIUTO UN TALE
UN TALE DI ROMANIA CHE NON CONOSCEVA NEANCHE LA SUA ZIA
Lorenzo Balducci
C’erano una volta Mastro Ciliegia, che non era affatto intelligente, e Geppetto che era tutto il contrario, perché lui era sì povero, ma molto intelligente. Ognuno di essi aveva un burattino: ovviamente Mastro Ciliegia se lo era fatto fare da un falegname esperto, mentre Geppetto se lo era costruito da solo, prendendo i pezzi all’IKEA. Il burattino di Mastro Ciliegia si chiamava Achille, mentre quello di Geppetto si chiamava Pinocchio ed era un po’ lento nel fare le cose. Tutti gli abitanti del paese in cui abitavano avevano
un burattino. Un giorno Geppetto e Mastro Ciliegia videro un volantino che diceva “Gara di burattini, in premio ci saranno due cassette di castagne e 40 soldi!”. Geppetto decise immediatamente di partecipare e anche mastro Ciliegia ci fece un pensierino, non per il premio, ma solo per la soddisfazione di vincere. Geppetto appena arrivato a casa lo disse subito a Pinocchio che restò di stucco e disse: “Dobbiamo assolutamente vincere, perché se vinciamo potremo sfamarci per molto tempo e quindi non patiremo la fame”. “Hai assolutissimamente ragione Pinocchio” rispose Geppetto. “Sì, ma …. Che cosa dobbiamo fare per vincere?” domandò Pinocchio. “Credo di essermi dimenticato di guardare perché stavo leggendo qual era il premio” rispose Geppeto “ora vado a vedere, tu aspettami qui in casa”. Dopo qualche minuto Geppetto tornò, “voi burattini dovrete fare una corsa intorno al villaggio” disse Geppetto “cosa!!!! Io a metà sarò sfinito!” disse Pinocchio, “ma tu sai che puoi batterli” disse a Pinocchio per incoraggiarlo perché il burattino stava già pensando di rinunciare alla gara. Tutti e due andarono fuori, Pinocchio cominciò a correre, cosa che stava facendo anche Achille. Geppetto lo salutò: “Buongiorno mastro Ciliegia, buongiorno Achille!” “Buongiorno e ora mi scusi, ma Achille deve essere in forma per partecipare alla gara” disse Mastro Ciliegia “lei e Pinocchio verrete a vederlo?” “Certo, anzi noi ci saremo di sicuro, perché Pinocchio partecipa alla gara del giro del villaggio” disse Geppetto. “Ah! Partecipa anche lui?” “Certo” rispose Geppetto. “Ma a proposito, ora dov’è Pinocchio?” domandò mastro Ciliegia. “Là si sta allenando, sa noi ci teniamo moltissimo a vincere almeno potremo sfamarci per un po’”. A quel punto tornò da Pinocchio. Achille era molto bravo e Pinocchio, beh… si dava da fare, però quello che poteva fare lo faceva bene e con volontà. Arrivò il giorno della gara. C’erano molti partecipanti fra i burattini ma Mastro Ciliegia era sicuro di vincere. Il giudice dette il via e tutti i burattini partirono. In testa c’era Achille che andava a tutto fuoco poi c’erano tutti gli altri e alla fine c’era Pinocchio. Quasi alla fine erano tutti stanchi morti, Achille che era in testa cominciò a rallentare perché non ce la faceva più e gli facevano male le gambe come a tutti i burattini. L’unico che non era stanco era Pinocchio, che andando piano piano passò avanti a tutti, anche ad Achille. Così Pinocchio vinse. Geppetto fu molto contento e con il premio poterono sfamarsi per molto tempo. Questo dimostra che la lentezza non sempre è un difetto.
UUUUn giorno Claudio giocava sotto il portone e, nella strada, passò un bel
vecchio con gli occhiali d’oro, che camminava curvo appoggiandosi ad
un bastone.
Proprio davanti al portone, il bastone gli sfuggì di mano e cadde.
Claudio fu pronto a raccoglierlo e lo porse al vecchio.
- grazie ma non mi serve- disse sorridendo- se ti piace tienilo-
E senza aspettare risposta, il vecchio si allontanò.
Claudio rimase lì, col bastone fra le mani a non sapeva cosa
farne. L’osservò: era un bastone di legno, col manico ricurvo e il
puntale di ferro.
Senza pensarci picchiò due volte il puntale per terra. Oh meraviglia! Il
bastone era diventato una bacchetta magica che era in grado di
trasformare le cose in oro e viceversa. Claudio era così contento di
questo oggetto che lo fece vedere a tutti e tutti erano invidiosi della
bacchetta a tal punto che molti cercarono di rubarla. Un giorno Claudio
era in casa a giocare e aveva la bacchetta sul davanzale della finestra
chiusa. Un suo compagno di scuola di nome Luca bussò alla porta e
Claudio cortesemente lo fece entrare. Luca propose: - perché non
giochiamo con la tua bacchetta?-
-Va bene – acconsentì Claudio - ma cosa facciamo? -
-Trasformiamo tutte le cose della tua casa in oro e viceversa.- disse Luca
Claudio disse felice: - va bene iniziamo!!!!-
Trasformarono tutte le cose in oro e arrivati all’ultimo oggetto Luca
disse a Claudio: -posso provare io a trasformare questa sedia in oro?-
Claudio acconsentì: - va bene, prova pure!-
Luca trasformò con successo la sedia in oro e poi scappò con la
bacchetta.
Claudio lo insegui e appena raggiunto, gli prese la bacchetta di mano e
andò di corsa in casa chiudendo a chiave la porta. Si assicurò che Luca
non lo avesse seguito, prese la bacchetta e dopo aver trasformato la sua
casa come prima, la spezzò in due. Uscì di casa, andò verso i cassonetti
della spazzatura e la gettò nei rifiuti. Tutto a un tratto vide dietro di sé
il vecchio che gli aveva dato il bastone che disse: - Sei stato ragionevole a
gettare la bacchetta perché tutti la vorrebbero e molti sarebbero capaci
di qualunque crimine pur di averla, tu invece vedendo il tuo amico che
l’ha rubata senza preoccuparsi della vostra amicizia, hai preferito
liberartene per non scatenare invidie. Questo ti fa onore perché la
bacchetta ti avrebbe reso ricco e hai comunque deciso di rinunciarci!! Ti
meriti tutto l’oro del mondo!!-
Il vecchio prese la sua bacchetta e fece diventare Claudio un miliardario
pieno d’oro. Visse per sempre felice e contento nella sua bellissima villa
di venti piani rivestita in oro purissimo.
MARGHERITA PALESE
Ho conosciuto un tale
un tale matto
che se ne va in giro con un ratto
Ho conosciuto un tale
un tale della Birmania
che vuol placar la sua smania
Ho conosciuto un tale
un tale australiano
che ha visto un marziano
Ho conosciuto un tale
un tale egiziano
che prendeva un cobra in mano
Ho conosciuto un tale
un tale tedesco
che mangia solo cibo fresco
Ho conosciuto un tale
un tale di Riccione
a cui piaceva il piccione
Ho conosciuto un tale
un tale pacifico
che mangiava un intero fico
Ho conosciuto un tale
un tale maremmano
che possedeva un alano
Ho conosciuto un tale
un tale piccolino
che sembrava un delfino
Ho conosciuto un tale
un tale fioco
che mi piaceva poco Gianluca Giannotti
I NERAZZURRI DI MILANO
FESTEGGIANDO LO SCUDETTO FANNO UN GRAN BACCANO
ABBIAMO VISTO IL PRESIDENTE MORATTI
DARE BICCHIERI DI SPUMANTE E TORTA NEI PIATTI
SONO RIMASTI CON UN FICO SECCO GLI ALTRI TIFOSI DI MILANO
ALLA SCUOLA MEDIA BERNI DI LAMPORECCHIO
CI SI DIVERTE PARECCHIO
Lisa Grande
Ho conosciuto un tale un tale di Cerbaia che un giorno cascò nell’aia Ho conosciuto un tale un tale di Borgano che dalla pazzia si tagliò una mano Ho conosciuto un tale un tale di San Marino che era molto carino Ho conosciuto un tale un tale di Toscana che aveva tanta grana Ho conosciuto un tale un tale di Messina che amava la farina Ho conosciuto un tale un tale di Pisa a cui piaceva Lisa in divisa Ho conosciuto un tale un tale di Sardegna che era amante della legna Chi non studia in questa scuola diverrà un ciuco di colore viola. Alla fine del primo anno tanti somari lo ripeteranno. Storia, lettere e geografia mamma mia che pazzia!!!
Chiara Volpi
Margherita Palese è sempre in paese Palese Margherita ama giocare con Rita
Balducci Lorenzo guida la moto con Renzo Lorenzo Balducci mangia tanti cantucci
Gianluca Giannotti mangia tanti biscotti Giannotti Gianluca ha picchiato la nuca
Greta Tafi guida tanti motoscafi Tafi Greta conosce sempre la meta
Valentina Desideri vuole molti piaceri Desideri Valentina gioca con la sua amica Tina
Cinelli Alessio ha al braccio un Casio Alessio Cinelli regala molti anelli
Leone Monia Le monete conia
Monia leone ha un bel gattone
MARGHERITA PALESE MARGHERITA PALESE MARGHERITA PALESE MARGHERITA PALESE
<<SSSSi può sempre aver bisogno anche di chi è più piccolo di te>>: questa è la morale della favola dello squalo bianco e del piranha rosso. Questi due animali vivevano nello stesso posto e tutti e due avevano una caratteristica in comune: dei denti aguzzi come punte affilate atte a sbranare qualsiasi cosa. Un giorno, lo squalo, sempre in cerca di prede, si imbatté nel piranha, il quale gli sferrò un contrattacco afferrandolo da dietro sul collo. E lo squalo disse: -piranha tu sei molto forte!
Come fai, tu, piccolo scricciolo a battere me che sono tanto grosso?- -Squalo è vero che tu sei tanto forte e tanto grosso ma nel combattimento non c’è solo la forza ma c’è anche l’astuzia…io ti proporrei di cessare il combattimento perché finirà male. -Quindi tu mi chiedi una tregua giusto? E tregua sarà-. Fecero pace e il piranha se ne andò. Dopo tanto tempo lo squalo cadde in una trappola di pescatori ma con grande amicizia il piranha ruppe la rete con i denti e lo liberò. La morale è evidente: bisogna farsi amici gli altri,anche se sono tanto più piccoli e talvolta deboli da arrendersi, possiamo avere un giorno bisogno di loro. Questa conclusione è giustissima e ci sono moltissimi esempi nella vita che lo dimostrano. Grandi generali, importanti feudatari,che avevano potuto conquistare la fedeltà dell’ultimo soldato, dell’ultimo vassallo, mostrandosi generosi, furono poi da questi salvati nel momento del pericolo. Del resto è evidente che tutti, nessuno escluso, abbiamo bisogno gli uni degli altri. C’è qualcosa nella morale della favola,così intensa,che non mi piace. La bontà attira la bontà, la generosità genera la riconoscenza, è vero e soprattutto è bello e non lo sarebbe altrettanto, se ogni atto buono fosse dettato solo dal desiderio di trarne un possibile vantaggio in futuro, se si fosse generosi solo per calcolo. Lo squalo fu buono con il piranha, senza prevedere che in futuro gli sarebbe stato utile,così anche noi dobbiamo fare del bene agli altri non per ottenere dei favori o meriti, ma semplicemente per stabilire un rapporto di amicizia. La morale con la quale concludo questa favola non deve essere interpretata in senso così letterale, su un piano di dare e di avere, ma va intesa da un punto di vista più spirituale: l’amicizia deve estendersi a tutti, senza tener conto della potenza e della ricchezza, perché un amico vero, fedele e pieno d’amore, anche se umile, è un bene più prezioso di un ricco e potente,ma incapace di affetto profondo.
Feliciarosa BocciaFeliciarosa BocciaFeliciarosa BocciaFeliciarosa Boccia
Ho conosciuto un tale
un tale di Mastromarco
che tira con l’arco
Ho conosciuto un tale
un tale di Roma
che ha la moglie in coma
Ho conosciuto un tale
un tale di colonica
che si chiama Veronica
e suona la fisarmonica
Ho conosciuto un tale
un tale di Siena
che ride come una iena
Ho conosciuto un tale
un tale di Lago Puccini
che fa di cognome Larini
e gli puzzano i calzini
Ho conosciuto un tale
un tale che si chiama Antonietta
che era sempre in bolletta
Ho conosciuto un tale
un tale di nome Teresa
che bussa sempre in Chiesa
Sabrina Rubino
Feliciarosa Boccia Boccia Feliciarosa spacca la roccia annusa una rosa Monia Leone Leone Monia spara con il cannone si spaccia per Sonia Valentina Desideri Desideri Valentina prende i bicchieri ti dà la manina Gianluca Giannotti Giannotti Gianluca fa gli agnolotti scava una buca Margherita Palese Palese Margherita va in paese fa una partita Sabrina Rubino Rubino Sabrina mi dà un bacino guarda la cartina
C’era un cane giocherellone che faceva sempre il birbone mentre da solo si gingillava e giocava con ciò che aveva quel noioso di un cane giocherellone.
Favolosa Bambina Ermetica Onorata L ’unica Civetta Impazzita Con Che Importante Imita Amicizia Aistain Rumorosa Oppure Solo Angosciata
Feliciarosa Boccia
C’era una piccola città,
di nome Modalità
dove viveva un topo,
a cui piaceva dire “dopo”.
Abitava in una casa
che per lui era la N.A.S.A.
era un topo nano
e anche un po’ pagano.
In casa aveva un fiore
che produceva tante more.
C’era una volta una professoressa di storia
che si chiamava Gloria
era un po’ matta
e anche un po’ rifatta
quella rifatta prof. di storia
Un giorno ho visto un fiore
che produceva more
era molto bello
che quando pioveva si riparava con l’ombrello
C’era una volta la mia amica Greta
a cui piaceva tanto la Feta
di origine era italiana
ma di salute non tanto sana
quella mia strana amica di nome Greta
Chiara Volpi
In un piccolo villaggio di pescatori irlandesi, viveva una famiglia molto povera, composto da: padre, madre e
dalla piccola Mirtilla, una vivace
una bambina di dieci anni.
Nonostante fossero poveri
erano molto uniti e felici.
Purtroppo in un giorno di
tempesta il padre, che
faceva il pescatore,
scomparve in mare. La
madre si ammalò di
dispiacere e quindi era
Mirtilla che si doveva
occupare di tutto:
scuola, cucina, e dopo la
scuola fare dei piccoli
lavori. Quando Mirtilla andava a
scuola la mamma si raccomandava di non passare mai lungo la
scogliera perché gli anziani del villaggio erano convinti che il
sentiero era frequentato dai pirati. Un giorno Mirtilla non
obbedì e scivolando cadde in un dirupo; passato lo spavento si
rimise a camminare per riuscire a tornare a casa e ad un certo
punto si accorse della grotta. Dopo mille difficoltà riuscì a
entrare e, con sua grande sorpresa trovò il tesoro. Ma un
vecchio pirata che da tempo cercava questo tesoro voleva
uccidere la bambina per impossessarsene. Il padre non era
morto, ma avendo perso la memoria, viveva nascosto dentro la
grotta, riuscì a salvare Mirtilla e a uccidere il pirata. Così porto
il tesoro al villaggio con grande felicità di tutti.
Arianna Ferreri
C’era una volta, un bambino di nome Zic, povero,
povero tanto povero che non si poteva permettere
di comprare i quaderni per andare a scuola. Non
aveva neanche dieci anni e pur essendo piccolo era
tutto sporco e in testa indossava una coppola
malandata a righe bordò, verdi e panna; portava un
cappotto lungo anch’esso trasandato, i calzini
dovevano essere bianchi, invece erano tutti
sporchi e bucati. Per passatempo prendeva i fogli
di giornale e creava giochi, animaletti, barche…..
Li vendeva a poche sterline ed erano piuttosto
carini. Un giorno riuscì a fare un soldatino. Per
terra aveva trovato un tappo di sughero e ci aveva
fatto la testa. Con un altro tappo di sughero, più
grande gli fece il corpo, coperto da un giacchetta
rosea, fatta da lui. Trovò anche un ferma campioni, lo aprì e con esso ci fece un fucile.
Gli fece una gamba, ma un’altra, purtroppo non poté fabbricarla perché aveva finito la
carta. E infine, con due spilli colorati, gli fece gli occhi. All’improvviso, davanti a sé
vide un’ombra: erano cinque ragazzi benestanti, molto più grandi di lui.
-Ecco, ci mancavano anche loro - pensò
-Guarda guarda chi c’è!!! – disse il ragazzo più grande.
-Il bambino che ha i calzini bucati e con quello che guadagna non si può permettere
neanche di comprarsi un chicco di caffè!- prolungò il discorso un altro.
-Via di qua!!! non puoi dar noia a tua sorella?… - disse il primo della fila, rivolgendosi a
Zic.
-Se sei coraggioso, vieni stasera verso le otto giù al porto, chiacchiereremo un po’-.
Da lì si spostarono e presero tutte le sue creazioni compreso il soldatino e lo
gettarono nel ruscello che passavi di lì. Un uomo, che aveva sentito e visto tutto,
parlò con Zic, e gli disse che la sera ci sarebbe stato anche lui, ma il ragazzo continuò
dicendogli di non scomodarsi, l’uomo si rassegno e andò a casa. Ormai erano giunte le
otto di sera, Zic s’incamminò al porto pensieroso. Arrivato, quei ragazzacci gli davano
spintoni, pestate, calci di tutto di più!!! “Per caso” stavano passando dei gendarmi, e
quando videro quel povero ragazzo maltrattato, arrestarono il gruppetto e li
portarono in caserma. Dal cespuglio sbucò l’uomo del pomeriggio, e in mano aveva il
soldatino di carta. Poi portò Zic a casa sua e lo allevò come fosse suo figlio. Con sua
grande felicità andò a scuola ed imparò tante cose, ma pur essendo impegnato nello
studio continuò a fabbricare giochi con la carta.
Arianna Ferreri
Un lupo molto crudele ma con grande forza di volontà un giorno decise
di diventare amico di tutti e di aiutare quelle razze che aveva ucciso in
passato.
Molti anni prima, questo lupo crudele aveva sterminato un’intera famiglia di
beagle risparmiando però un piccolo cucciolo che aveva suscitato in lui molta
tenerezza e compassione che lo aveva pentire del terribile gesto compiuto.
Un giorno avendo molta fame andò a chiedere il pasto in una fattoria vicino al
posto in cui aveva ucciso un bearle. Con molta sorpresa, si trovò davanti il
cucciolo risparmiato e così gli disse:- “ ti ricordi di me ? “
E lui rispose: - “ sì tu sei quel lupaccio cattivo che uccise
mio fratello e mio padre ! “
Lui con la malinconia negli occhi gli disse:
- “ Sì, ma adesso sono cambiato “ .
Il lupo vide una ciotola piena di cibo e decise di prenderla,
ma il cane glielo impedì lanciandogli una sfida.
Il lupo quasi scherzosamente disse: - “ io ora non sono più quel lupo spietato
che conoscevi”. Il cane lo prese in giro per pochi minuti, dopo di che il lupo gli
si scagliò contro il cagnolino e disse: - “Lo vuoi
capire che non accetto la sfida anche a costo di
morire di fame”.
-“ Complimenti! Questo era per metterti alla prova “.
Disse il cane.
-“ Tu sei proprio uguale a tuo padre”. Disse il lupo.
Tutta la fattoria rimase a bocca aperta davanti alle
loro parole, il cane spinse la ciotola con la zampa
verso di lui e disse: - “ te lo meriti, questo
cambiamento da parte tua era proprio inaspettato”.
Il cane non perdonò mai il gesto che il lupo commise
contro la sua famiglia ma divennero amici
inseparabili.
Gianluca Giannotti
C’era una volta una ragazza cattiva di nome Susanna . Aveva due sorelle buone una di nome Giada e l’altra Giulia; lei le comandava sempre a bacchetta, loro rispondevano sempre di “SI”. Un giorno arrivò una lettera che diceva: - Le fanciulle che vogliono sposare i principi Jacopo & Fabio devono partecipare al party in loro onore.- Ma Susanna non voleva portare Giada & Giulia. Così chiamarono la loro fata madrina di nome Sabrina e riuscirono ad andare anche loro. La sorella le vide e fece una scenata, ma così migliorò tutta la situazione, perché i principi le
videro. Jacopo prese Giada mentre Fabio prese Giulia, così ballarono quasi tutta la notte. Ad un certo punto videro che la
sorella stava andando via e corsero via ma sfortunatamente persero le scarpette. Jacopo e Fabio trovarono le loro scarpette, andarono dal padre che gli
disse che avrebbero dovuto cercarle. Dopo molti giorni le trovarono e le sposarono e vissero felici e contenti, tranne Susanna che rimase sola come un cane. C’era una prC’era una prC’era una prC’era una professoressa d’ Italiano ofessoressa d’ Italiano ofessoressa d’ Italiano ofessoressa d’ Italiano che veniva da Milano che veniva da Milano che veniva da Milano che veniva da Milano giocava a pallina giocava a pallina giocava a pallina giocava a pallina insieme a Paolinainsieme a Paolinainsieme a Paolinainsieme a Paolina quella divertente prof. d’ Italianoquella divertente prof. d’ Italianoquella divertente prof. d’ Italianoquella divertente prof. d’ Italiano
Lisa Grande Lisa Grande Lisa Grande Lisa Grande
Limpida
Inossidabile
Simpatica
Allegra
Giocherellona
Radiosa
Artistica
Naturale
Dolce
Euforica
Lisa Grande
Jolly
Abbronzato
Con
Occhi
Profondi
Orgogliosi
Simpatico
Pimpante
Intelligente
Non juventino
Estroverso
Letteralmente
Luminoso
Interista
C’era una volta un vaso non messo a caso era di polistirolo e non si scioglieva nemmeno se andava al polo come avrà fatto poveraccio con tutto quel ghiaccio. C’era una volta un pavone color giallo-limone la coda era un arcobaleno perché l’apriva in un baleno. In Autunno un Unno rapì il pavone e gli uomini non se ne fecero una ragione. Qualcuno lo riconquistò ma non si sa come andò. A me piace il gelato al gusto cioccolato con nocciola e mascarpone tutti lo mangiano come un leone ma anche la fragola non è da dimenticare con la panna ci si può annegare.
C’era un pallone molto spendaccione un giorno rimase senza un soldo perché si rimpinzò come Poldo quel mangione di un pallone C’era un pescatore che si credeva un gran signore ma non pescava niente perché non usava la lente quel “cecato” pescatore La prof. di Italiano guida sempre contromano la gente gliene dice tante ma lei ascolta solo i canti di Dante quella sbadata prof. di Italiano
Gallerini GabrieleGallerini GabrieleGallerini GabrieleGallerini Gabriele
ALESSIA, COMPAGNA DI PALLAVOLO
BARBARA, IL NOME DI MIA MADRE
CHIARA, IL MIO NOME
DIARIO SEGRETO
ELEFANTE, ANIMALE MOLTO GRANDE
FELICITA’
GATTO, ANIMALE FELINO
HOTEL
ILARIA, AMICA DI PALLAVOLO
LUCA, MIO ZIO
MARCO, MIO PADRE
NANETTI, STATUETTE DA GIARDINO
ORSO POLARE
PASQUA: FESTA
QUARRATA, CITTA’ ITALIANA
ROSPI, ANIMALI VISCIDI
SUITE D’ALBERGO
TAVOLIERE DELLA PUGLIE
UVA, MOLTO BUONA
VOLPI, IL MIO COGNOME
ZUCCHERO, SI METTE NEL CAFFE’
Chiara Volpi
Parla
Apertamente
Lamporecchiano
E
Sempre
Espressamente
Vanitosa
Onesta
Libera
Poco
Isterica
Sono
Ancora
Bambina
Ribelle
Impicciona
Notevolmente
Amata
Ragiona
Umanamente
Bisognosa
Intelligente
Non
Ostinata
Sabrina Rubino
Ho conosciuto un tale un tale di Montecatini che ai cinquantenni, comprava i palloncini!!
Ho conosciuto un tale un tale di Violini che si ciucciava i calzini.
Mi piace ballare, invece che cucinare. Mi piace sfilare, invece di andare a giocare. Mi piace cantare invece di lavorare.
Valentina Desideri
C’era un ragazzo di MilanoC’era un ragazzo di MilanoC’era un ragazzo di MilanoC’era un ragazzo di Milano che si credeva un Sovranoche si credeva un Sovranoche si credeva un Sovranoche si credeva un Sovrano Il suo nome era Rossi Il suo nome era Rossi Il suo nome era Rossi Il suo nome era Rossi perché era appassionato di De Rossiperché era appassionato di De Rossiperché era appassionato di De Rossiperché era appassionato di De Rossi quello strano ragazzo di Milanoquello strano ragazzo di Milanoquello strano ragazzo di Milanoquello strano ragazzo di Milano
CCCC’’’’era una volta Federicoera una volta Federicoera una volta Federicoera una volta Federico che incontrò un suoche incontrò un suoche incontrò un suoche incontrò un suo amico amico amico amico
mentre mangiava un cornettomentre mangiava un cornettomentre mangiava un cornettomentre mangiava un cornetto llllo o o o sputò in facciasputò in facciasputò in facciasputò in faccia all’ amichetto all’ amichetto all’ amichetto all’ amichetto
quelloquelloquelloquello sputacchione sputacchione sputacchione sputacchione di di di di Federico Federico Federico Federico CCCC‘‘‘‘era era era era una volta Ninauna volta Ninauna volta Ninauna volta Nina chechecheche era era era era molta molta molta molta carina carina carina carina mmmma quandoa quandoa quandoa quando si arrabbiava si arrabbiava si arrabbiava si arrabbiava ssssembrava unembrava unembrava unembrava un mostro di lava, mostro di lava, mostro di lava, mostro di lava, quellaquellaquellaquella Nina birichina Nina birichina Nina birichina Nina birichina che era molto carina.che era molto carina.che era molto carina.che era molto carina.
Ho conosciuto un taleHo conosciuto un taleHo conosciuto un taleHo conosciuto un tale Un tale di LampUn tale di LampUn tale di LampUn tale di Lamporecchio orecchio orecchio orecchio Che non si puliva mai l’orecchio Che non si puliva mai l’orecchio Che non si puliva mai l’orecchio Che non si puliva mai l’orecchio
Ho conosciuto un tale Ho conosciuto un tale Ho conosciuto un tale Ho conosciuto un tale Un tale di Torino Un tale di Torino Un tale di Torino Un tale di Torino Che non smetteva mai di giocare a “chiappino” Che non smetteva mai di giocare a “chiappino” Che non smetteva mai di giocare a “chiappino” Che non smetteva mai di giocare a “chiappino”
Igli Xhafa
La volpe era a caccia di qualcosa da mettere sotto i denti, trovò un passero bello cicciotello e la volpe gli disse: “Come sei bello uccellino vieni un po’ giù per farti ammirare meglio”. Il passerotto saggiamente le risposte: “Io non me la bevo! Vai in fondo alla strada, lì c’è un coniglio
prova a convincere lui.” La volpe arrivò dal coniglio e gli disse: “vieni qua per farti toccare, il tuo pelo sembra davvero soffice”. Il coniglio le rispose molto ostinatamente: “Ma chi credi di corrompere? Vai in cima alla montagna, lì troverai uno scoiattolo di sicuro lui è più stolto di me.” La volpe salì la montagna non trovò nessuno, e questa è stata la prima volta che l’astuzia della volpe è stata battuta.
Lorenzo Balducci
Il mio programma preferito si intitola
“House of Mouse: Il Topoclub” (in
originale “House of Mouse”). Questo
programma viene trasmesso su TOON
Disney durante l’ora di cena e ciò mi porta
a doverlo registrare ogni sera. ”House of
Mouse” insieme ad un altro cartone
animato di Topolino (“Mickey Mouse
Works”) forma un ciclo di trasmissioni
chiamato “ TUTTO TOPOLINO”. ”House of
Mouse: Il Topoclub” oltre ad essere il nome del pro gramma, è anche il nome
del locale che viene gestito da Topolino, Paperino, Minni, Paperina, Pippo,
Max (il figlio di Pippo) ed Orazio. In questo local e Topolino conduce lo
spettacolo, Paperino accoglie gli ospiti, Pippo svo lge il ruolo di capo–
cameriere, Orazio manda in onda i cartoni animati, Minni organizza lo
spettacolo, Paperina controlla che tutti gli ospiti abbiano il biglietto e Max si
cimenta nella parte del parcheggiatore delle macchi ne degli ospiti. Questi
ultimi sono i personaggi dei film Disney come ad es empio Cenerentola,
Aladdin, Biancaneve, Kuzko, Winnie the Pooh. Nel co rso dello spettacolo si
presentano sempre degli ostacoli che potrebbero cau sare la chiusura del
locale poiché Topolino ha firmato un contratto in c ui è scritto chiaramente
che il locale chiuderebbe solo nel caso in cui lo s pettacolo venisse interrotto
ciò nonostante ogni sera i protagonisti del cartone animato riescono a
risolvere i problemi. “House of Mouse: Il Topoclub” è il mio programma
preferito perché in questo periodo mi piacciono par ticolarmente i cartoni
animati della Disney.
Alessio Cinelli
C’era un bambino di nome Gesualdo che era tifoso di Ronaldo ogni giorno mangiava soufflè caldo e si bruciava con il suo amico Aldo com’era strano quel bambino di nome Gesualdo
Per chi studia in questa scuola ogni giorno il tempo vola. La scuola media Jaquerio ha un programma molto serio
Topolino Filiberto si è nascosto sotto il letto e la mamma poveretta gli ha tirato la scopetta corri corri in farmacia gli hanno detto scappa via corri corri all’ospedale gli hanno detto:-tu stai male
Jacopo Spinelli
Ho conosciuto un tale un tale di Cartagine che non risolveva mai un’indagine Ho conosciuto un tale un tale di nome Giocondo che non trova mai il fondo
Lorenzo Balducci mangia troppi cantucci Balducci Lorenzo assomiglia a Renzo Monia Leone è astuta come un piccione Leone Monia adora la peonia
Jacopo Spinelli
Ancora Bello Cadetto Dorme E
Fantastica Grandiosi Habitat Inabitati Lontani Migliaia. Nonni O
Paperini Qui Ridono Sul Tappeto Ultra-moderno Vivace Zebrato
Intrattiene Amici Con Onorevoli Pasti Omaggio
Senza Pietà Invento Novelle E
Leggo Libri Imbarazzanti
Jacopo Spinelli
C’ERA UNA VOLTA UNA TARTARUGA CHE SI VANTAVA PERCHÉ ERA LA PIÚ LENTA DEL BOSCO. LEI DICEVA A TUTTI GLI ANIMALI CHE NON L’AVREBBE BATTUTA NESSUNO, PERCHÉ LEI ERA LA PIÚ LENTA. UN GIORNO LA TARTARUGA FU SFIDATA DA UNA LUMACA, A QUEL PUNTO LA LUMACA, IMPIEGANDO 30 MINUTI, ARRIVO’ FACCIA A FACCIA CON LA
TARTARUGA, E LE DISSE: -TI SFIDO A UNA GARA ALL’ULTIMA ARRIVATA!!!!!!!- LA TARTARUGA ACCETTO’ CON GRANDE SICUREZZA. ALLORA I DUE ANIMALI FECERO CENNO DI PARTIRE. NON VI POTETE IMMAGINARE LE POVERE BESTIE CHE DOVEVANO ASPETTARE IL TRAGUARDO DI QUEI DUE. LA TARTARUGA E LA LUMACA ARRIVARONO DOPO DIECI ORE DALLA PARTENZA. E IMMAGINATEVI CHI VINSE, NON LA TARTARUGA MA LA LUMACA. A QUESTO PUNTO C’E’ UN PROVERBIO CHE POTREBBE COINCIDERE CON QUESTA FAVOLA. ECCOLO QUA: CHI SI LODA SI IMBRODA.
JACOPO SPINELLI
C’era una volta un ragazzo molto intelligente, ma non aveva voglia di studiare, così, per far passare il tempo, stava fisso alla televisione. Questo ragazzo si chiamava Vittorio, un giorno, non c’era nessun programma, così, non sapendo cosa fare, iniziò a parlare con la TV. Dopo qualche scambio di parole, la televisione, si rivolse a lui con un’aria egoista e gli disse:
-Ehi,tu ragazzino, cosa fai?- -Guardo la TV- -Oh, ciuco, questo lo so, ma perché non studi?- -Non ho voglia!!!-
-Fattela venire, perché da grande poi, non farai niente, non lavorerai, non avrai una casa…- Il ragazzino intimorito da queste parole, da quel giorno iniziò a studiare e, dopo, quando diventò adulto, ebbe un gran lavoro, e diventò miliardario.
JACOPO
SPINELLI
Non mi piace il mio gatto
quando fa il matto
Non mi piace il viola
assomiglia a mia sorella Lola
Mi piace l’ Inglese
perché è una lingua molto cortese
Mi piace la cioccolata
perché dalla mia terra è nata
C’era un bambino di nome Luca
che cascava in una buca
la sua mamma lo brontolava
perché sempre lui si sporcava
quel imbranato di nome Luca
C’era un signore di Benevento che parlava al vento
neanche il vento lo ascoltava
perché sempre lui brontolava
quel chiacchierone di Benevento. Samuele Telesca
MARGHERITA PALESE molesta il paese PALESE MARGHERITA si è fatta eremita CHIARA VOLPI guarda i pioppi FABIO FUCENTESE corre nell’empolese JACOPO SPINELLI sta simpatico ai bidelli ALESSIO CINELLI ripara gli occhielli VALENTINA DESIDERI sta sempre nei suoi pensieri GIACOMO MARCELLONI assaggia i bomboloni MARCELLONI GIACOMO ha una villa a Como GIANLUCA GIANNOTTI spara i botti GIANNOTTI GIANLUCA sogna di diventare un duca SABRINA RUBINO sfoglia il giornalino RUBINO SABRINA è una brava bambina EDOARDO PACINI gioca con i bambini GRANDE LISA ascolta i brani di “Elisa”
LORENZO BALDUCCI quando scrive si ispira a Carducci BALDUCCI LORENZO vuol esser chiamato “Renzo” a TAFI GRETA le piace Eta- Beta GABRIELE GALLERINI annusa i calzini GALLERINI GABRIELE adora le mele SAMUELE TELESCA odia la pesca TELESCA SAMUELE assomiglia a Manuele
MONIA LEONE calcia il pallone PAOLA PAOLINI colpisce quanto i cecchini ARMANDO BARTOLINI come i vampiri ha i canini DI……..
Gioca sempre volentieri
Mangia tanta panna
C’era una volta una principessa di nome Amy. Amy
aveva i capelli biondi, era alta e magra, aveva sempre
dei bellissimi vestiti lunghi e sempre rosa perché il
rosa era il suo colore preferito. Anche il castello era
rosa all’esterno e all’interno. Un giorno mentre era
fuori in giardino a raccogliere delle rose rosa con la
sua gatta di nome Lola, arrivò una strega che le disse:
“Che brutte rose che hai nel tuo giardino! Io nel mio
ne ho bellissime!”
La principessa rispose educatamente: “Non penso
proprio! Le mie rose sono le più belle in questo regno, addirittura ho
venti giardinieri 24 ore su 24 per curarle.”
La strega fece una proposta: “Allora stanotte a mezzanotte
incontriamoci qui così ti porto nel giardino del mio castello per farti
vedere le bellissime rose che crescono lì!”
Amy domandò: “Ma le rose che crescono nel tuo giardino sono rosa?”
“Ma certo… se non fosse stato così non te lo avrei nemmeno detto! –
disse la strega- e ora… con permesso principessa, vado ad annaffiare le
mie rose!”
La principessa: “Ma certo vai pure.”
La strega andò al suo castello per preparare una pozione magica per
darle alle rose. La pozione serviva per annaffiare le rose che una volta
impregnate con quella sostanza sarebbero diventate velenose e così
sarebbe bastato far pungere la principessa con le spine della rosa per
farla cadere in un sonno profondo.
La mezzanotte giunse e la strega andò al castello a prendere Amy e la
portò al suo giardino. Amy disse: “Mi piacciono le tue rose ne posso
raccogliere una per piantarla nel mio giardino?”
“Ma certo, raccogline pure quante ne vuoi – rispose la strega.”
Amy staccò una rosa e nel raccoglierla si punse con una spina e cadde in
un sonno profondo.
La strega portò la principessa nella propria camera, ma siccome aveva
paura che qualcuno la salvasse, mise un drago a farle da guardia.
Si poteva risvegliare soltanto se la sua sorellina o il suo fratellino le
avessero fatto mangiare delle fragole, per la precisione quattro di
numero. Il giorno dopo il suo fratellino di nome Mike passò di lì e
curioso di cosa custodisse il drago andò verso il castello e passò di
nascosto quando il drago dormiva. Andò in camera e c’era un foglio con
su scritto “se svegliarmi tu vorrai, quattro fragole farmi mangiare dovrai”. Mike guardò bene la fanciulla e si accorse che era la sua
sorellina, allora andò nel bosco in cerca di fragole. Dopo poco ne trovò
proprio quattro, tornò al castello e le fece mangiare ad Amy, che appena
ebbe finito l’ultima fragola si risvegliò. Amy abbracciò Mike felice e
tornarono a casa sani e salvi, e vissero per sempre felici e contenti
tranne la strega che fu condannata a vita a pelare le patate nel castello
della principessa.
MARGHERITA PALESE
Ho conosciuto un tale un tale di Napoli che si mette sempre la propoli Ho conosciuto un tale un tale di Cerbaia che torna sempre dalla balia Ho conosciuto un tale un tale di Mastromarco che litiga sempre per andare al parco Ho conosciuto un tale un tale di Lamporecchio che non si lavava mai l’orecchio Ho conosciuto un tale un tale di via Aldo Moro che canta sempre in coro
Nella scuola di Lamporecchio se non fai i compiti di tiran un orecchio e se ti giri per parlare ti metton al muro a pensare. Se non ti fai interrogare ti minacciano di non mangiare. È una bella scuola questa ma spero che presto faremo festa.
Feliciarosa Boccia
Giocatore
Invitato
A
Non
Leggere
Ulteriormente
Con
Amicizia
Giocatore
Intruso
Anche
Nel
Numero
Odiato
Trovato
Testardamente
Irresistibile
Laborioso
Ostinato
Restrinto
E
Non
Zoticone
Ovviamente
Bell’
Amico
Lorenzo
Dorme
Urtando
Continuamente
Contrastato
Ignorato
Gianluca Giannotti
Nella scuola media Francesco Berni,
alle professoresse saltano i nervi.
Arte, scienze, storia,
se studi molto avrai gloria.
Se frequenti svogliatamente,
non avrai nulla nella mente.
Chi non studia in questa scuola,
a lui i libri non fanno gola.
Alla fine di quest’anno,
i somari tanti saranno.
Alessio Cinelli
Ci troviamo nell’antica casa di Penelope e di Ulisse, che tornò a casa dopo dieci
anni dalla fine della guerra di Troia.
D: Cosa hai provato quando i mendicante che poi era Ulisse entrò in casa? R: Ho avuto un po’ di paura perché pensavo
volesse farmi del male.
D: Come hai reagito quando lui è riuscito a far passare una freccia nei dodici anelli? R: Sono rimasta davvero stupefatta perché
sapevo che solo Ulisse riusciva a far ciò.
D: Come ti sei sentita quando quel mendicante ti ha parlato del segreto del letto?
R: Sono rimasta senza parole perché solo io e mio marito, cioè Ulisse,
sapevamo di questa cosa, era il nostro segreto e non lo avevamo detto a
nessuno.
D: Pensavi che Ulisse fosse morto dopo tutti questi anni di assenza? R: Avevo perso ormai tutte le speranze. Tutti quelli sopravvissuti erano tornati
e io quindi pensavo fosse morto. Ma quando quel mendicante cominciò a parlare
del letto allora capì subito che quello era mio marito Ulisse.
Chiara Volpi
Gabriele Gallerini mangia i brigidini Gallerini Gabriele produce il miele Lorenzo Balducci mangia i cantucci Balducci Lorenzo è identico a Renzo Margherita Palese ingrassa tre chili al mese Palese Margherita va sempre in gita
Gianluca Giannotti mangia i biscotti Giannotti Gianluca ha battuto la nuca Valentina Desideri non si lava da ieri Desideri Valentina corre di mattina
Gabriele Gallerini
Ci troviamo tra i resti della città di Troia e abbiamo qui con noi Elena, la bellissima donna troiana che ha fatto scoppiare una guerra per amore. Domanda: -Signora Elena… Meglio Troia o la Grecia?- Risposta: -Mi dia pure del “tu”…Se avessi potuto decidere, perché come sapete sono stati gli dèi a decidere per me, secondo me era meglio Troia, perché quando sono arrivata, mi hanno accolto molto bene. Priamo mi considerava come una figlia.-
D: -Hai sentito vero amore per Paride? - R: -Si, perché Paride è molto dolce, gentile, affettuoso e bello.- D: -E quando è arrivato Menelao con suo fratello Agamennone, Achille e i Mirmidoni e tutte quelle navi, come pensavi di riuscire a cavartela?- R: -Me lo aspettavo, perché conoscendolo… è un tipo vendicativo! Ma quando ho visto Achille mi sono spaventata, perché è molto forte. - D: -Cosa hai provato a proposito del duello tra Paride e Menelao?- R: (fa un sospiro) –Quando ho visto Paride in pericolo mi sono preoccupata moltissimo al pensiero che Menelao avrebbe potuto ucciderlo… Volevo correre lì per dire a Menelao che uccidesse me, che ero io la sola colpevole… ma sono stata trattenuta a Palazzo.- D: -Con che coraggio hai guardato Andromaca in faccia, quando Ettore è morto?- R: -Mi sono vergognata molto- (si rattrista) -ma dovevo ugualmente andare a consolarla, perché è stata colpa mia se Ettore è morto. È stato molto difficile. D: -Se potessi tornare indietro, seguiresti Paride oppure rimarresti accanto a tuo marito, resistendo agli dèi?- R: (Fa un lungo sospiro) -Se potessi ritornare indietro, resisterei agli dei. D: -Adesso quale futuro ti aspetta?- R: -Devo tornare a Sparta con Menelao… cercherò di essere una regina ospitale e una moglie corretta.- E dai resti di Troia è tutto, continuate a leggerci !!!
classe 1° C
Grande
Indimenticabile
Amico
Non
Litiga
Uccide
Con inquilini
Amanti
Il ballo Il ballo è un movimento
che si fa anche con il mento
La campanella suona
ma molte volte stona
I bambini vanno a casa
e così costruiscono la N.A.S.A.
Un nano dormiglione
che mangiava tutti in un boccone
abitava in un abitazione
che faceva paura anche a un leone
il suo nome e cognome
era Giulio il Bravone
Greta TafiGreta TafiGreta TafiGreta Tafi
Greta Tafi guida molti motoscafi. Tafi Greta guarda sempre gogeta
Palese Magherita ha lo smalto alle dita Margherita Palese torna sempre al suo paese Feliciarosa Boccia lavora per la C.I.A Boccia Feliciarosa ha sempre una matita rosa
Leone Monia è sempre in armonia Monia Leone ha un rosso gattone
C’era un volta un bambino di nome Davide che usava sempre il “tide” per essere pulito e profumato e quindi da tutti amato quel pulitino di nome Davidino C’era una volta una bambina di nome Clementina che era un gran birichina un bambino uno schiaffo le tirò e lei si ribellò quella bambina di nome Clementina
Greta TafiGreta TafiGreta TafiGreta Tafi
Ho conosciuto un tale un tale di San Baronto che è un gran tonto Ho conosciuto un tale un tale di Pisa che ha un negozio di nome Carpisa
Ho conosciuto un tale un tale di Montecantini che ha tanti fratellini Ho conosciuto un tale un tale di Roma che ha una croma Ho conosciuto un tale un tale di Cagliari che si chiama Ari Ho conosciuto un tale un tale di Bergamo che mi ha detto ti amo Ho conosciuto un tale un tale di Vercelli che a colazione mangia piselli Ho conosciuto un tale un tale di Manfredonia che mangia la macedonia
Ho conosciuto un bambino un bambino di nome Mariolino che ha un cagnolino di nome Giannino
Greta TafiGreta TafiGreta TafiGreta Tafi
Non mi piace andare a scuola perché mi si consuma la suola
Non mi piace studiare perché devo faticare Non mi piacciono i serpenti perché sono violenti
mi piace nuotare perché non devo faticare
Scuola Francesco Berni dove i professori si ammalano di nervi Scuola Francesco Berni dove gli studenti dormono indegni
Margherita Palese
Alessio Cinelli
suona i campanelli
Cinelli Alessio
indossa un CASIO
Lorenzo Balducci
mangia tanti paninucci
Balducci Lorenzo
gioca sempre con Renzo
Feliciarosa Boccia
è dura come una roccia
Boccia Feliciarosa
profuma come una rosa
Valentina Desideri
nel campo ha tanti peri
Desideri Valentina
ogni giorno va in piscina
Jacopo Spinelli
indossa sempre Lelli Kelly
Spinelli Jacopo
corre veloce come un topo
Fabio Fucentese
ascolta sempre “Elio e le storie tese.
Fucentese Fabio
dorme sempre in un pagliaio
Edoardo Pacini
è il capo di una tribù di leoncini
Pacini Edoardo
è sempre molto ardo
Monia Leone
mangia un gran gelatone
Leone Monia
è la migliore amica di Sonia
Alessio Cinelli
Moglie Lieve onorata e non ordinata impazzita non ancora estroversa
Valentina Delicatamente alta estroversa lieve solare e impicciona non desidera troppo essere innamorata rispettata non in classe ancora!
Nome e cognomeNome e cognomeNome e cognomeNome e cognome Margherita Palese ha cento anni e ne dimostra un mese Palese Margherita si lima le dita
Arianna Ferreri ha dei bellissimi bicchieri Ferreri Arianna mangia la panna
Fabio Fucentese non mangia bignè da un mese
Fucentese Fabio è andato nel granaio
Valentina Desideri
Mi piace Non mi piace
Non mi piace la gallina
perché sa di farina
Mi piace l’insalata perché è dolce e profumata
Non mi piace il pomodoro perché puzza di castoro
Mi piace la frittata
perché è molto vellutata
Non mi piace la paella perché puzza di mozzarella
Mi piace il sofficino
perché è morbido e croccantino
Lorenzo Balducci
In un tempo lontano
lontano, ed in un luogo
sperduto vivevano due
animali, il Ghepardo e il
Puma, che litigano
sempre per il territorio
conquistato. I due
facevano di tutto per
mangiare. Un giorno, finito il loro cibo andarono a caccia. Si
incontrarono e si dissero l’ un con l’ altro: - “ Io sono più forte!!”
“Sì sì come no lo vedremo chi è il più forte, perché non facciamo
una battaglia?”
“Ci sto, quando?”
“Tra due giorni”.
“OK. Vedremo chi è più forte”. Nei due
giorni che seguirono i due animali non
fecero altro che allenarsi. Finalmente
arrivò il momento del combattimento.
“Sei pronto? Sappi che perderai”
“Questo è tutto da vedere” rispose il
puma. Finito lo scontro il puma morì e il
ghepardo stette bene per tutta la vita.
Giacomo Marcelloni
C’era una volta, in una lontana città una strega malvagia
che voleva addormentare una principessa di nome Aurora.
La strega che voleva addormentare la principessa Aurora,
provò un incantesimo da lontano che consisteva nel lanciare
il sortilegio con
delle parole
magiche. La strega
ci riuscì? No, e
allora fece dei
ripetuti incantesimi.
Ma niente da fare,
la principessa era
sveglissima.
Allora la strega
decise di mandare i suoi orchi e troll.
Gli orchi attaccarono Aurora ma lei tirò fuori una spada
laser e cominciò ad uccidere tutti gli orchi e i troll. Si
ritrovò faccia a faccia con la strega e la strega le disse
“sei molto più forte dall’ultima volta!”
“E mi sono alleata molto”.
“Allora addio mi arrendo”.
E la principessa visse per sempre felice e contenta.
Giacomo MarcelloniGiacomo MarcelloniGiacomo MarcelloniGiacomo Marcelloni
Mi piace studiare ma non mi piace suonare Mi piace il gatto ma non mi piace il suo scatto Mi piace giocare ma non mi piace studiare Mi piace vedere il Milan ma non mi piace ascoltare Bob Dylan Mi piace la Juve ma non mi piace la città che produce le uve
Igli Xhafa
CCCC’era una volta una principessa
di nome Aurora. Quando Aurora
ebbe compiuto diciotto anni una
strega le fece un sortilegio che
doveva addormentare la
principessa e non farla svegliare
più. Ma qualcosa andò storto…
infatti la principessa soffriva di
insonnia. La strega cercò ogni
incantesimo per fare
addormentare la principessa, alla
fine ne trovò uno che consisteva
nel fare baciare la principessa ad
un principe. La strega andò dal
principe per convincerlo ma il
principe non volle perchè era già
impegnato. Il principe trovò per
caso la principessa mentre stava
passeggiando nel bosco e le disse:
“ieri una strega è venuta da me
per chiedermi se ti potevo
baciare per farti addormentare
per sempre”.
La principessa rispose
preoccupata: “e tu … cosa gli hai
risposto?”
E il principe: “naturalmente ho
risposto di no anche perché io sono già fidanzato con un'altra principessa!”
E la principessa rispose tranquillizzata: “ohh!!!!! Menomale ma… mi è venuta in
mente una cosa!!”
…e scappò via senza aggiungere una parola. Aurora tornata a casa fece
convocare il principe di un paese lontano. Era un principe molto brutto e
molto vecchio, inoltre la sua famiglia era caduta in disgrazia e aveva perso
tutti i suoi beni.
La principessa quando lo incontrò gli disse: “se tu bacerai la strega che vive nel
bosco, io ti salverò dalle tue disgrazie e ti ricomprerò di tutti i beni perduti!”
Il principe rispose: “vadoooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!”
Il principe si recò nel bosco, incontrò la strega e dopo una corte spietata….la
baciò!!
La strega cadde in un sonno profondo e il principe andò da Aurora a ricevere il
suo premio!!
Aurora si congratulò con il brutto principe e gli dette ciò che aveva promesso.
La strega non si risvegliò mai più e ancora oggi giace nella sua casetta,
dormendo come un sasso.
Margherita Palese
CCCC’era una volta un rospo, che si chiamava
Tony. Lui abitava in una foresta con altri animali: tigri, leoni, pantere, orsi, avvoltoi… insomma, tutti gli animali più feroci e potenti. Essi erano intimoriti da Tony, perché diceva: -Voi dovete rispettarmi altrimenti, io, avvertirò il mio grande, anzi, grandissimo amico: il GIGANTE.- -Noi saremo tuoi sudditi per sempre!!!!!!!!!!!!!-risposero gli animali. Un giorno la tigre disse: -Dovremo provare a uccidere quell’ignobile essere!!!!!!!!!.- -Si, ma come facciamo se dovesse evocare il
GIGANTE? - ribatté di scatto la pantera. -Rischieremo!!!!!!- esclamò il leone. Gli animali, perciò decisero di lottare. Essi si ritrovarono faccia a faccia, si guardarono molto
attentamente e il rospo capì le intenzioni delle belve e perciò, eseguì un incantesimo che fece resuscitare il GIGANTE. Gli animali si prepararono a combattere. Sembrava che dovessero perdere, ma all’improvviso unirono le forze e riuscirono a sconfiggere il GIGANTE e il malefico rospo. Festeggiarono con una gran festa e da quel giorno vissero felici e contenti.
Jacopo Spinelli
LA PICCOLA PESTE
C’era una volta un bambino di nome Billi che era molto birbone e faceva
disperare la sua mamma. Combinava una marachella dopo l’altra e non stava un
minuto fermo. Si divertiva ad arrampicarsi su tutti i mobili della sua casa
aiutandosi con le sedie; aveva solo cinque anni, ma una ne faceva e cento ne
pensava. La sua povera mamma non sapeva cosa fare per riuscire a calmarlo
almeno un po’. “Come farò quando diventerà grande, se è già una peste ora che
è così piccolo?” pensava tra sé e sé.
Nonostante lo mettesse in punizione, per lui era sempre un gioco; doveva stare
seduto sul divano, ma ne approfittava per cantare e la sua mamma, non poteva
obbligarlo a stare zitto. Anche quando andava all’asilo ne combinava di tutti i
colori; una mattina, mentre giocava a nascondino con i suoi amici, decise di
nascondersi dietro l’armadietto della sua maestra Silvia ed ebbe la bella idea
di mettersi alcuni vestiti che aveva trovato lì dietro. Indossò una maglia che
gli faceva da vestito ed un cappello che gli tappava gli occhi. Quando fu pronto
uscì dall’armadietto convinto che nessuno lo avrebbe riconosciuto, ma non andò
così. All’inizio gli altri bambini lo scansavano non sapendo cosa fosse
quell’esserino strano che si aggirava per i corridoi dell’asilo. Dato che Billi
camminava in ginocchioni, erano convinti che si trattasse di un cagnolino. Non
vedendo dove andava, sbatteva da tutte le parti, fino a quando non sbattè
contro le gambe della sua maestra che lo riconobbe subito. - Billi, che cosa stai
facendo con i miei vestiti? – gli domandò la maestra.
- Gioco a nascondino! – rispose Billi - Se si sposta e mi fa
passare vado a fare bomba libera tutti.-
La signora Silvia gli ordinò di togliersi tutta quella roba di
dosso, altrimenti lo avrebbe punito severamente. Ma Billi
non poteva e, soprattutto, non voleva farsi bombare, così,
disubbidendo, passò sotto le gambe della maestra e corse
verso la bomba. L’insegnante andò su tutte le furie, lo
prese per un braccio e lo mise a sedere in un angolo dell’aula. Ma anche in
questa situazione trovò il modo per giocare e divertirsi, si mise a fare tutti i
versi dei suoi amici, facendoli distrarre da ciò che diceva la loro maestra.
Iniziarono a ridere facendo arrabbiare ancora di più la maestra.
- Ma è possibile! Billi sei un piccolo diavolo!-
Detto questo, finalmente arrivò l’ora di tornare a casa e la signora Silvia fu
molto felice di essere arrivata alla fine di questa giornata. Il piccolo Billi tornò
a casa con la sua mamma che lo sgridò nuovamente, pur sapendo che doveva
stare attento perché lui era pronto a combinare chissà quanti altri guai.
Sabrina Rubino
C’era una volta un re e una
regina che erano disperati
perché non avevano figli, ma
tanto disperati da non poter dir
quanto. Un bel giorno la regina
dette alla luce una bella
bambina. Fu fatto un battesimo
di gala, si diedero per comari
alla principessa tutte le fate
che si potevano trovare nel
paese perché ciascuna di esse
le facessero un regalo; e così
toccarono alla principessa tutte
le perfezioni immaginabili di questo mondo. Dopo la cerimonia del battesimo, la
corte tornò al palazzo reale, dove si dava una gran festa in onore delle fate.
Davanti a ciascuna di esse fu messa una magnifica apparecchiatura, in un
astuccio d’oro massiccio, dove dentro c’erano un cucchiaio, una forchetta e un
coltello d’oro finissimo, tutti tempestati di diamanti e di rubini. Mentre
stavano prendendo posto al tavolo, si vide entrare una vecchia fata, la quale
non era stata invitata con le altre, perché da oltre cinquant’anni non usciva più
dalla sua torre e tutti la credevano morta o incantata. Quando la principessa
diventò grande si fece costruire, da suo padre, un bel castello per andarci ad
abitare. Per passare il tempo durante la giornata, si metteva sempre a cucire,
ma un brutto giorno si punse con l’ago, e da quel giorno la principessa si agitò
sempre di più. La strega che da giorni osservava la principessa, decise di farla
pungere con una rosa per farla addormentare, ma l’effetto fece il contrario.
La fata cattiva, allora, le diede un sonnifero talmente potente che la
principessa dormì per secoli nel bosco, fino a quando arrivò un bel principe che
…… la baciò e la sposò e vissero felici e contenti.
Sabrina Rubino
CCCC’era una volta un gatto di nome Lolly.
Lolly aveva sei mesi era piccolo, giallo e carino, aveva un collare rosso
con un piccolo ciondolino con inciso la
lettera L ed un gatto giallo, con un
brillantino al posto dell’occhio. Lolly
portava sempre questo collare perché
glielo aveva regalato un canino di nome
Bobby. Bobby era un canino di sette mesi,
piccolo e arancione. Anche lui portava
sempre un collare giallo che gli aveva
regalato Lolly e anche il suo
aveva inciso la sua
lettera e un canino
rosso con un brillantino
al posto dell’occhio. Un
giorno Lolly e Bobby
vennero separati, Bobby
venne portato in un
canile e Lolly in un gattile. Bobby tutti i giorni
pensava a Lolly e diceva: -Speriamo che un giorno
una parsona venga ad adottarmi!- Lolly al gattile
diceva le stesse cose e sperava di poter rivedere
presto il suo amico.
Un giorno al canile venne una persona che adottò Bobby. Lui appena
uscito dal canile scappò e corse al gattile ma Lolly non c’era più perché
l’avevano adottato così andò a cercarlo per tutte le case della città e alla
fine lo trovò in una casa brutta e vecchia. Appena si videro si
abbracciarono e scapparono al parco per giocare insieme, andarono a
bere in uno stagno dove una rana che si chiamava Ciarlatana disse loro: -
state attenti! Nel parco di notte si aggira un lupo che sembra molto
amichevole ma se gli date confidenza potrebbe mangiarvi in un sol
boccone.- Lolly rispose: - grazie!! staremo attenti.- Poi rivolgendosi a
Bobby disse: -dove dormiremo stanotte? - - Io so che c’è una bellissima
tana colorata e accogliente dove vanno alcuni animali- disse Bobby –
potremo rifugiarsi lì!- Lolly esclamò: - OK andiamo. – Si avviarono e
arrivati alla tana, appena entrati videro il lupo e Lolly esclamò subito: -
Ti prego lupo non ci mangiare siamo troppo piccoli e magri per te, non ti
stuzzicheremo nemmeno l’appetito!- Il lupo che si chiamava Wolf disse
con ironia : -Ah ah ah! Mangiarvi?! E chi vi mangia… io non mangio
animali come voi! Per tutta la vita mi sono nutrito con bacche e
cespugli… chissà perché tutti pensano male di me! Forse sarà il mio
aspetto ma io non sono così cattivo! Amici miei datemi retta, non
fidatevi mai dell’apparenza! – Dal quel giorno Lolly, Bobby e Wolf
diventarono grandi amici e rimasero tutta la vita insieme.
Margherita PaleseMargherita PaleseMargherita PaleseMargherita Palese
Alta Bella Con Difetti. Estroversa Fantastica e Gioiosa. Ha I Languidi Moro Neri Occhi Poi Quei Riccioli Sono Tanti Unici Voluminosi Zittona Non mi piace a pallone giocare perché le regole non so rispettare Non mi piace il formaggio perché per me è solo un miraggio.
Non mi piace sfilare perché mi fa annoiare.
Valentina Desideri
C’era una professoressa di tecnica che aveva una bambina di nome Monica che era molto birichina e giocava con lei a fare l’imbianchina quella decoratrice della prof. di tecnica
E’ prezioso l’oro come un tesoro il diamante è bello come un brillante lo smeraldo me l’ ha regalato Aldo il mio gioiello ora fa parte di un anello quel rubino è piccolino
Il cuscino è soffice come un pulcino il mio pupazzo è pazzo Il mio letto assomiglia ad un tetto Il mio cappotto è prezioso come un lingotto La mia sciarpa assomiglia ad un’ arpa.
Margherita Palese
C’era una volta un gatto di nome
Flora, era un gattino piccolo, di colore
bianco con il musino, la coda e le zampe
rosa. Portava sempre un collare rosa
con un ciondolino lilla. Lei aveva un’
amica di nome Lola. Lola era un cane
piccolo, bianco e marrone. Portava
sempre un collare celeste chiaro e il
ciondolo celeste. Loro stavano sempre
insieme, ma un giorno quando stavano passeggiando nel parco
l’accalappiacani catturò Lola e la portò al canile. Flora cercò di
rincorrere il camioncino, ma non ce la fece. Quando il camioncino arrivò
al canile sbatterono Lola in una gabbia con le sbarre tutte arrugginite,
con i muri neri, tutta puzzolente e piena di scarafaggi, topi e ragni. Le
davano da mangiare una volta al giorno: pochi croccantini e poca acqua
e se finiva non gliela ridavano nemmeno.
Lola pensava sempre a Flora e diceva: - Speriamo che un giorno Flora mi
trovi!-
Intanto la sua amica la stava cercando finché un bel giorno… la trovò al
canile e cercò di aprire la gabbia per liberarla, ma non ci riuscì. Flora
disperata andò a chiamare il lupo nel bosco che la aiutò a far fuggire
Lola. Da quel giorno tutti al parco parlarono di loro e grazie alla loro
disavventura si fecero un sacco di amici tranne una!!
Lei era Colette, una gattina dal pelo rosa lunghissimo e due occhi celesti
come il mare. Il suo aspetto poteva far pensare che fosse un animale
dolcissimo ma, come spesso accade, a volte l’apparenza inganna!!
Infatti Colette non era affatto dolce ma tanto bella quanto spietata. Un
giorno mentre Lola e Flora parlavano con tutti i loro amici arrivò
Colette e disse: -domani vediamoci qui al parco alle ore 17.23 non un
minuto di più mi raccomando.-
Lola e Flora risposero in coro: -va bene ci saremo!-
L’indomani arrivate alle 17.23 Lola e Flora erano già lì. Arrivò anche
Colette con una pistola in mano e cominciò a sparare all’impazzata!! La
sua follia durò molto ma per fortuna Lola e Flora fecero in tempo a
mettersi in salvo nascondendosi dentro il bidone dell’immondizia.
Colette era rimasta con un unico colpo da sparare! Riuscì a trovare le
due amiche e puntò l’arma contro Lola, ma Flora trovò un pezzo di ferro
fra i rifiuti e quando Colette sparò, glielo mise di fronte per parare Lola.
Per miracolo il proiettile colpì il pezzo di ferro e tornò indietro verso
Colette. La gatta si accasciò a terra colpita dallo sparo che lei stessa
aveva esploso. Lola era salva e Colette in fin di vita, ma Flora non poteva
sopportare che un gatto morisse, così chiamò di corsa un amico
veterinario per salvarla. Colette fu ricoverata nell’ospedale dei gatti e
dopo lunghe cure si salvò e chiese perdono per quello che aveva fatto. A
volte l’invidia può portare a conseguenze drammatiche anche se questa
volta per fortuna tutto si risolse per il meglio!
MARGHERITA PALESE
CCCC’era una volta un pinguino di nome Pingu, era piccolo
rispetto a tutti gli altri pinguini e portava sempre un papillon
rosso. Pingu aveva un vero amico, di nome Fochy. Fochy era
una foca che portava sempre con sé una cravatta a strisce, una
verde più chiara e una verde più scura. Un giorno si persero
nella grotta ghiacciata. Avevano molta paura, soprattutto
Pingu che disse facendosi prendere dal panico: “Ehi Fochy
secondo me….moriremo tutti e due!”
Fochy rispose, un po’ preoccupato: “Ma no che non moriremo!
Riusciremo ad uscire stanne certo!”
Camminarono per ore e ore e ore fino a che non trovarono la
fine della grotta dove c’era il più crudele degli animali che
vivevano lì e cioè la tigre glaciale. La tigre aveva delle zanne
lunghe e affilate era di colore marroncino chiaro con delle
unghie lunghe e affilate. Si chiamava Rudy e faceva spavento
solo a guardarla. Quando Pingu e
Fochy si trovavano di fronte a lei
la supplicarono in ginocchio di non
mangiarli. La tigre disse: “Ragazzi io
ho fame! Qualcosa devo mangiare
quindi o mi procurate
dell’abbondante cibo, oppure vi
sbranerò per pranzo”.
I due amici impauriti chiesero a
Rudy : “Cosa dobbiamo fare per
salvarci la pelle?”
E la tigre disse loro: “Io vi
accompagnerò fuori da qui e voi
dovrete procurarmi un cinghiale
per pranzo. Avete un’ora di tempo
dopo di che vi mangerò”.
Così li fece uscire dalla grotta, Pingu e Fochy si misero in cerca,
guardarono per tutti i ghiacciai …ma niente! Nessun cinghiale!
Intanto la tigre si strusciava le zampe soddisfatto!
L’ora era passata e Rudy disse: “TEMPO SCADUTO! ora sarete il
mio pranzo”.
Pingu e Fochy iniziarono a gridare e a piangere terrorizzati. La
tigre si avventò verso di loro e all’improvviso si fermò e fece:
“Paura è!!!…ci siete cascati!?! ho appena mangiato e sono
davvero sazio e poi … la vostra carne non mi piace. A me piace
solo la carne di bradipo!!!!
……ma se volete possiamo giocare insieme ?”
Pingu disse: “O mio dio ………. Che paura credevo che tu fossi
davvero cattivo!!”
Fochy rispose: “è sì… e proprio vero il detto: can che abbaia non
morde!... ma adesso andiamo a giocare!”
Pingu esclamò: “Sì andiamo!”
Margherita Palese
La principessa Aurora, nota come la Bella Addormentata, ha un grosso, anzi, grossissimo problema: Aurora deve
addormentarsi, ma non ci riesce! E la fiaba? Come può andare
avanti?
Chiamano streghe,
stregoni, maghi…
tutte le creature
fantastiche dicono che
è impossibile farla
dormire.
Ad un certo punto,
arriva un uomo
qualunque, un dottore
mai visto fuori dalla
sua amata farmacia.
Dalla giacca enorme, tirò fuori un boccettino. Era un intruglio
puzzolente, verde, giallo, ma specialmente rosso, fatto da lui
stesso e se ci si metteva un dito dentro si avvertiva caldo, ma
allo stesso tempo freddo. Precisamente erano le magie e
pozioni di tutti i maghi racchiuse in quella ampolla, e in più ci
aveva aggiunto tre tipi di sonniferi differenti. Ma come poter
fare per fare bere la pozione alla principessa?
-Abbiamo assunto i più bravi maghi della città e con una
potente magia, finalmente abbiamo fatto addormentare la
principessa- disse il gran ciambellano di corte. Un sospiro di
sollievo! Arriva il principe, bacia la ragazza, facendo il suo
dovere ma … la principessa non si sveglia più!
Ma questa e un’altra storia che non ho voglia di raccontarvi.
Arianna Ferreri
Amichevole
Leale
Estremo
Super
Simpatico
Importante
Occhialuto
Cristiano
Importante
Notevolmente
Elettrico
Lealmente
Leale
Innocente
Alessio Cinelli
Ho conosciuto un tale di Lamporecchio
che mangiava con l’ orecchio
Ho conosciuto un tale di Venezia
che vive alla Spezia
Ho conosciuto un tale di Torino
che non sta zitto neanche un secondino
Ho conosciuto un tale di Siracusa
che non accetta alcuna scusa
Ho conosciuto un tale di Agrigento
che ha uno strano accento
Ho conosciuto un tale di Livorno
che è meglio non aspettarlo al ritorno
Ho conosciuto un tale di Novara
che ballava in una bara
Samuele Telesca
Classe I C : Balducci Lorenzo, Boccia Feliciarosa, Cinelli Alessio, Desideri Valentina, Ferreri Arianna, Fucentese Fabio,
Gallerini Gabriele, Giannotti Gianluca, Grande Lisa, Marcelloni Giacomo, Pacini Edoardo, Palese Margherita, Rubino Sabrina, Spinelli Jacopo, Tafi Greta, Telesca Samuele, Volpi Chiara, Xhafa Igli.
Opuscolo realizzato dalla
professoressa
La Classe ringrazia per la
collaborazione
la prof.ssa Giacinti MichelaGiacinti MichelaGiacinti MichelaGiacinti Michela
e il prof. Del Monaco MassimoDel Monaco MassimoDel Monaco MassimoDel Monaco Massimo
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