Jean-Batipste-Camille Corot 1796-1875
Nel 1825 Corot intraprese il grand tour in Italia (estasiato non solo per il ricchissimo patrimonio artistico, ma anche per il calore della luce)
“Ho un solo scopo nella vita che voglio perseguire con costanza: fare paesaggi” Corot
Corot si recò a Barbizon, città ai margini della foresta di Fontainebleau, ed entrò in contatto con i pittori della Scuola di Barbizon.
- Rapporto luce-natura,- Studio dal vero (en plein air),- Paesaggio.
Corot, La città di Volterra (1834); olio su tela, 70 × 94 cm, Louvre
Pittura impostata dal vero. Campiture larghe. Luce morbida. L'artista non dà importanza ai particolari, ma all'effetto generale.
Corot, Una mattina. La danza delle ninfe (1850), 98 × 131 cm, Orsay
Jean-François Millet, olio su tela, 1857, 83,5 x 111 cm Museo d'Orsay
Jean-François Millet (1814-1875) olio su tela, 1857, Cm 83,5 x 110 Museo d'Orsay
Figure scultoree illuminate da luce radente del tramonto che accentua i volumi del primo piano, conferendo alle spigolatrici un aspetto scultoreo, e sfuma le immagini in lontananza per creare un'atmosfera dorata e polverosa.Il quadro venne ironicamente soprannominato "le tre grazie dei poveri". L'orizzonte alto conferisce monumentalità alle tre figure. Senso di equilibrio.
Jean-François Millet (1814-1875) olio su tela, 1857, Cm 83,5 x 110 Museo d'Orsay
Valorizzando i colori dei fazzoletti e delle vesti delle spigolatrici, nel 1914 il dipinto venne assunto come simbolo di patriottismo francese e utilizzato nei manifesti che invitavano all'arruolamento per la prima guerra mondiale.
Jean Désiré Gustave Courbet (Ornans, 10 giugno 1819 – La Tour-de-Peilz, 31 dicembre 1877)
«Ho cinquant'anni ed ho sempre vissuto
libero; lasciatemi finire libero la mia vita;
quando sarò morto voglio che questo si
dica di me: Non ha fatto parte di alcuna
scuola, di alcuna chiesa, di alcuna
istituzione, di alcuna accademia e men
che meno di alcun sistema: l'unica cosa a
cui è appartenuto è stata la libertà.»
Gustave Courbet
Allestisce nel 1855 il Padiglione del Realismonel quale espone le sue tele più importanti
Alternativa a esposizioni ufficiali
Poetica del vero: “la pittura può consistere
soltanto nella rappresentazione di oggetti
visibili e tangibili.”
"L'arte storica è per definizione contemporanea"
Courbet, Gli spaccapietre (1849); olio su tela, 165 × 257 cm
Denuncia sociale: mostrare la vera condizione di vita delle classi lavoratrici senza nessuna trasfigurazione. “Il popolo gode le mie simpatie, devo rivolgermi a lui direttamente, ricavarne il mio Sapere. (Per Proudhon atto di accusa contro effetti più esecrabili del capitalismo)
Courbet, Gli spaccapietre (1849); olio su tela, 165 × 257 cm
Courbet, Gli spaccapietre (1849); olio su tela, 165 × 257 cm
Bouguereau, Famiglia povera (1865); olio su tela, 121,9 × 152,4 cm
Pitturaaccademica
Courbet, Funerale a Ornans (1849-50); olio su tela, 315 × 668 cm, Musée d'Orsay(“Quadro con figure umane, cronistoria di una sepoltura a Ornans”) L'opera fu esposta al Salon
Evento senza storia. Vita quotidiana di provincia. Ritratto collettivo (suoi concittadini divisi in tregruppi). Colori scuri
Il giudizio ufficiale è negativo. Il disprezzo del sovrintendente dell'Accademia di Belle Arti per il Realismo di Courbet è lo stesso che egli aveva precedentemente espresso nei confronti dei paesaggi della Scuola di Barbizon: "... è pittura di democratici, gente che non si cambia di biancheria e che ha la pretesa di imporsi alla buona società"
Courbet, Funerale a Ornans (1849-50); olio su tela, 315 × 668 cm, Musée d'Orsay“Quadro con figure umane, cronistoria di una sepoltura a Ornans”) L'opera fu esposta al Salon
"Hanno già posato il sindaco, il curato, il commissario, il crucifero, il notaio, l'assessore Marlet, i miei amici, mio padre, i chierichetti, il becchino, due vecchi della rivoluzione del 1793 con gli abiti dell'epoca, un cane, il morto e i suoi portatori, le mie sorelle, altre donne ecc. Credevo poi di fare a meno di quei cantori della parrocchia, ma non c'è stato verso; sono venuti ad avvisarmi che erano offesi perché soltanto loro in tutta la parrocchia non erano stati ritratti.” Con queste parole Courbet descrive all'amico Champfleury Funerale a Ornans
Courbet, L'atelier del pittore (1854-55); olio su tela, 361 × 598 cm, Musée d'Orsay"L'atelier del pittore, allegoria reale che determina sette anni della mia vita artistica e morale"
Courbet, L'atelier del pittore (1854-55); olio su tela, 361 × 598 cm, Musée d'Orsay"L'atelier del pittore, allegoria reale che determina sette anni della mia vita artistica e morale"
Courbet, L'atelier del pittore (1854-55); olio su tela, 361 × 598 cm, Musée d'Orsay
"È il mondo che viene a farsi dipingere da me" precisa l'autore, "a destra gli eletti, ovvero gli amici, i lavoratori, gli appassionati del mondo dell'arte". A sinistra, gli altri, coloro che conducono un'esistenza banale, “il popolo, la miseria, la povertà, la ricchezza, gli sfruttati, gli sfruttatori, le persone che vivono della morte”.
Courbet, Ritratto di Baudelaire
Vignetta di Quillenbois su L'Illustration, 21 juillet 1855 (Courbet, L'atelier del pittore)
Honoré Daumier (Marsiglia, 26 febbraio 1808 – Valmondois, 10 febbraio 1879)
Collabora con il giornale umoristico “La Silhouette”, poi con “La Caricature” e “Le Charivari”. La satira politica assume i toni della denuncia sociale.
Verso la fine del Settecento, la caricatura di tipofisionomico si trasforma in strumento di satira politica.
Honoré Daumier, Re Luigi Filippo come Gargantua, 1831, litografia, 21,4 x 30,5 cm Parigi(Reclusione in carcere)
Honoré Daumier, Massacro di Rue Transnonain, il 15 aprile 1834, Litografia; stampa su carta, Cm 28 x 44
Honoré Daumier, Vagone di terza classe, 1863-64, 65 x 90 cm CanadaUmanità senza riscatto. Colori cupi smorzati. Forme semplificate definite da pennellate larghe
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