Capitolo I.
Un viaggio intorno al mondo
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Un viaggio intorno al mondo
Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
Che cos’è la macroeconomia? Il modo migliore perrispondere a questa domanda non è cercare una definizione,ma accompagnarvi in un “giro del mondo”.
ECONOMIA deriva dal greco οἴκος (oikos), "casa" + νόµος(nomos), "norma" o "legge"
Tutta l’attenzione è concentrata sulla crisi finanziaria che, a partiredall’estate del 2007, ha colpito gli Stati Uniti e l’Europa, prima di
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dall’estate del 2007, ha colpito gli Stati Uniti e l’Europa, prima diestendersi al resto del mondo.
Nell’autunno del 2008, l’economia mondiale è entrata in quella chesembra essere la peggiore recessione del secondo dopoguerra.
Tuttavia queste difficoltà, seppur gravi, rischiano di far passare insecondo piano il fatto che da oltre vent’anni l’economia mondiale
cresce tanto rapidamente quanto mai era accaduto prima, nonsoltanto nelle economie avanzate, ma anche nei paesi emergenti
e in via di sviluppo
Quando gli economisti studiano l’economia, guardano per prima cosa tre variabili:
• produzione: livello di produzione dell’economia e tasso di crescita
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• tasso di disoccupazione: proporzione di lavoratori non occupati e in cerca di occupazione sulla forza lavoro
• tasso di inflazione: tasso di crescita del prezzo medio dei beni nell’economia
Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
Le prospettive economiche degli Stati Uniti
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� Produzione: il tasso medio di crescita è stato del 3.3 %, sostanzialmente più alto della media dal 1970
� Occupazione: il tasso medio di disoccupazione è stato del 4.8%, sostanzialmente più basso della media dal 1970
� Inflazione: il tasso medio di inflazione è stato del 2.8%, leggermente più alto di quello europeo, ma più basso della media dal 1970.
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Le prospettive economiche degli Stati Uniti
Negli ultimi anni l’economia statunitense ha rallentato. Il
tasso di crescita è stato del 1.1% nel 2008 e -2.8% nel 2009.
Di conseguenza il tasso di crescita medio tra il 2001 e il
2010 (pari al 1.6%) si è più che dimezzato rispetto al
decennio precedente.
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Fra il 2007 e il 2008 le famiglie americane sono state colpite
da quattro shock economici:
1. brusco aumento del prezzo del petrolio;
2. diminuzione del prezzo delle abitazioni;
3. caduta della borsa;
4. restrizione del credito.
Le prospettive economiche degli Stati Uniti
1. Aumento del prezzo del petrolioFigura 1.3 Prezzo del petrolio in dollari del 2008: gennaio 1947-agosto
2008
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Un aumento del prezzo del petrolio impoverisce le famiglie e contribuisce a ridurre i loro consumi
Le prospettive economiche degli Stati Uniti
2. Diminuzione del prezzo delle abitazioniFigura 1.4 Prezzo delle abitazioni negli Stati Uniti a dollari costanti
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Il valore delle case rappresenta circa i tre quarti della ricchezza delle
famiglie americane. Dall’estate del 2007 alla fine del 2009 il valore delle
abitazioni si è ridotto del 30%
Le prospettive economiche degli Stati Uniti
3. La caduta della borsa ha ridotto ulteriormente il valore dellaricchezza delle famiglie americane investita in titoli azionari
4. La restrizione del credito ha reso più difficile e costosoottenere finanziamenti
Per completare l’analisi, gli Stati Uniti da metà degli anniottanta ogni anno hanno acquistato molti più beni e servizi
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ottanta ogni anno hanno acquistato molti più beni e servizidall’estero di quanti non ne riuscissero a vendere. Alcrescere del disavanzo commerciale è cresciutol’ammontare di denaro preso a prestito (come paese,hanno preso a prestito più di $720 miliardi all’anno dalresto del mondo!). Tutto questo può continuare?
2. I paesi dell’euro
Le performance economiche dei paesi europei dall’inizio del nuovo millennio è stata meno soddisfacente di quella registrata negli anni Novanta:
�dal 2001 al 2010 la crescita media annua della produzione è stata di circa il 2% inferiore rispetto al valore registrato nel decennio precedente (-2,3% per la UE27 e -
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registrato nel decennio precedente (-2,3% per la UE27 e -1,7% per l’area euro). Ciò riflette un significativo rallentamento nelle principali economie europee a partire dal 2008 e una vera e propria recessione nel 2009;�disoccupazione persistente ed elevata (11.5% nell’area euro) benché tra il 2001 e il 2010 la disoccupazione si sia ridotta;�l’unica notizia positiva riguarda l’inflazione. Il tasso annuo è stato in media pari al 2.2% nell’UE (2% nell’area euro).
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Crescita del PIL reale nelle economie avanzate, emergenti e
PVS (IMF, WEO 2009)
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2. L’Europa e l’euro
Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
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I macroeconomisti europei si preoccupano di tre grandi problemi:
1.l’elevata disoccupazione (approfondimento nel Cap.7);
2. L’Europa e l’euro
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1.l’elevata disoccupazione (approfondimento nel Cap.7);
2.la crescita del reddito pro-capite (approf. nel Cap.11);
3.l’introduzione della moneta unica (approf. nel Cap.26).
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2. L’Europa e l’euro
Elevata disoccupazione
Un’elevata disoccupazione non è una tradizione Europea:
• all’inizio degli anni Settanta la disoccupazione nei 4 principali
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• all’inizio degli anni Settanta la disoccupazione nei 4 principalipaesi dell’Europa continentale (Germania, Francia, Italia eSpagna) era inferiore a quella registrata negli Stati Uniti;• alla fine degli anni Settanta il miracolo è svanito. Ladisoccupazione in Europa è stata di circa due puntipercentuali superiore al tasso medio di disoccupazione negliStati Uniti.
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Elevata disoccupazione
Fig. 1.2 Il tasso di disoccupazione nell’Europa continentale e negli Stati Uniti dal 1970
2. L’Europa e l’euro
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Come ridurre la disoccupazione europea?
Non c’è pieno accordo sulle cause dell’elevatadisoccupazione europea.
- La maggior parte degli economisti crede che la fonte delproblema non sia la politica macroeconomica, ma le
I paesi dell’euro
problema non sia la politica macroeconomica, ma leistituzioni del mercato del lavoro.
- Alcuni economisti pensano che il problema principale sial’elevata protezione che i paesi accordano ai lavoratori.
Soluzione: rimuovere tali rigidità del mercato del
lavoro, per rendere il mercato del lavoro europeo piùsimile a quello statunitense.
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Bassa crescita del reddito pro-capite
Perché il reddito pro capite in Europa è diminuito relativamente agli Stati Uniti dal 1980 ad oggi?
2. L’Europa e l’euro
2020
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Perché il reddito pro capite in Europa è diminuito
relativamente agli Stati Uniti?
Il reddito pro capite può essere decomposto come segue:
Questa decomposizione può aiutarci a capire che ci
ore
Y
L
ore
N
L
N
Y=
Questa decomposizione può aiutarci a capire che ci possono essere tre ragioni:
1. perché poche persone lavorano;
2. perché chi lavora, lavora poco (cioè poche ore);
3. infine perché chi lavora, quando lavora, produce poco.
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Effetti dell’introduzione della moneta unica
• Quali sono le conseguenze dell’euro per l’Europa?
• Quali cambiamenti macroeconomici ha comportato?
• Come dovrebbe essere gestita la politica macroeconomica in questo nuovo spazio economico?
2. L’Europa e l’euro
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macroeconomica in questo nuovo spazio economico?
• Quei paesi che hanno inizialmente deciso di non entrare a far parte dell’area euro dovrebbero ora cambiare idea?
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Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
3. Effetti dell’introduzione della moneta unica
I sostenitori dell’euro sottolineano in primo luogo la sua enorme
importanza simbolica in un continente diviso da secoli di storia,
lingue e guerre.
Altri ritengono che il valore simbolico dell’euro potrebbe portare
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con sé qualche costo economico, in termini di perdita della
sovranità monetaria.
In un paese come il nostro, l’importanza dell’entrata nell’Unione
deriva dalla diminuzione dei tassi d’interesse dovuta dalla
maggiore credibilità della Banca centrale europea rispetto a
quanta ne godesse la Banca d’Italia.
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Che cosa farà l’euro all’Europa?
I sostenitori dell’euro sottolineano in primo luogo la sua enorme importanza simbolica.
Altri ritengono che il valore simbolico dell’euro potrebbe
2. I paesi dell’euro
Altri ritengono che il valore simbolico dell’euro potrebbe portare con sé qualche costo economico.
In un paese come il nostro, l’importanza dell’entrata nell’Unione deriva dalla diminuzione dei tassi d’interesse dovuta dalla maggiore credibilità della Banca centrale europea rispetto a quanta ne godesse la Banca d’Italia.
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3. I BRIC
Brasile Russia India e Cina (i cosiddetti BRIC) hanno registrato una rapida crescita nel decennio scorso e costituiscono attualmente le più grandi economie esistenti accanto a quelle dei paesi avanzati.
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Non vengono indicati i tassi di disoccupazione, in quanto nei paesi poveri sono molto più difficili da misurare.
3. I BRIC: La Cina
Durante i due decenni scorsi la produzione cinese è cresciuta di circa il 10% all’anno e si stima che continui a farlo anche in futuro.
Da dove proviene questa crescita?
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� Da una rapidissima accumulazione di capitale
� Dall’apertura dei mercati al commercio e investimento internazionali
� E dal rapido progresso tecnologico
Quota di PIL (PPP) mondiale di BRICS, USA, UE e resto del mondo
2,928
13,562
5,425
2,996
35,211
19,414
20,464
Brazil China India Russia United States European Union Resto del mondo
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