PROGETTO ITEC 2
Natura, scienza e fede nella Poesia.Natura, scienza e fede nella Poesia.
II D “Banzi Bazoli” - Lecce
GG
RR
UU
PP
-Marte “Natura nella poesia del ‘900”
-Giove “Scienza e Fede”
-Venere “Natura, Scienza e fede nella poesia del primo ‘900”
-Mercurio “Natura, Scienza e fede nella poesia del secondo ’900”
-Urano “Natura, Scienza e fede nella Poesia Salentina”
PP
PP
II
� Gruppo Marte – “Natura nella poesia del ‘900”
Alunni: Giacomo Attanasio, Elisa Calogiuri, Emanuele
Marra, Michela Mugar, Jacopo Pati, Michela Puzziello
Siamo il gruppo Marte della 2 D del liceo scientifico Giulietta Banzi Bazoli di Lecce. Mercoledì 28 marzo 2012 abbiamo avviato il progetto iTEC. La nostra learning story il progetto iTEC. La nostra learning story riguarda natura, scienza e fede nella poesia del ’900; in particolare il nostro gruppo analizzerà il rapporto tra natura e poesia. A primo impatto ci riteniamo fortunati di essere una classe iTEC e faremo del nostro meglio per portare avanti nel modo migliore lo sviluppo del nostro tema. Il nostro gruppo è composto da tre ragazze, Michela, Elisa e Michela, e da tre ragazzi; Emanuele, Giacomo e Jacopo.
� Gruppo Venere - “Natura, Scienza e fede nella poesia del primo ‘900”
Alunni: Alessandro Calogiuri, Mariangela Corsetti, Noemi
Dell’aquila, Simone De Vitis, Paolo Giovannico, Matilde
Tramacere
Siamo il gruppo “Venere” della classe 2^D del Liceo Scientifico “G. Banzi Bazoli” di Lecce. Il giorno 28/03/12 abbiamo iniziato il progetto iTEC. La abbiamo iniziato il progetto iTEC. La learning story scelta della nostra classe è “Natura, Scienza e Fede nella poesia del Novecento”. In particolare al nostro gruppo è stato assegnato, attraverso il programma Team Up, il topic: Poesia del Primo ’900. Anche se abbiamo iniziato da poco, il progetto sembra essere bello, ma allo stesso tempo anche impegnativo, ma daremo del nostro meglio divertendoci e imparando nuove cose.
� Gruppo Mercurio - “Natura, Scienza e fede nella poesia del secondo ‘900”
Alunni: Agnese De Giorgi, Martina Manca, Alessandro
Moscara, Stefano Pergola, Erica Persico, Luca Visconti
Siamo il gruppo “Mercurio” della classe 2^D del Liceo scientifico “Banzi” di Lecce. Il 28 marzo abbiamo iniziato il progetto iTEC. Il nostro argomento è progetto iTEC. Il nostro argomento è la poesia del secondo Novecento che ci porta a viaggiare con l’immaginazione tra i periodi del dopoguerra e quelli del grande boom economico, accompagnati dai pensieri dei poeti che cambiano la loro visione della vita a seconda delle varie condizioni politiche e sociali che si sviluppano nel loro ambiente quotidiano. In particolare analizzeremo il rapporto scienza-fede e il suo legame con la poesia.
� Gruppo Giove – “Scienza e fede”
Alunni: Francesco Baldassarre, Enrico Brunetta, Francesco
D’angela, Alice Fraschetti, Federica Malizia, Silvia Mazzotta
Siamo il gruppo “Giove” della classe 2^D del Liceo Scientifico “Giulietta Banzi Bazoli” di Lecce. Mercoledì 28 marzo abbiamo iniziato il progetto iTEC e ci occupiamo di poesia, in iTEC e ci occupiamo di poesia, in particolare il nostro gruppo si occupa del rapporto che ha la poesia stessa con la scienza e la fede. Questo è un tema interessante perché è attuale e oltre a riguardare la letteratura abbraccia altri campi ed è anche piuttosto complesso. Questo è un progetto ambizioso e lo sfrutteremo per ampliare le nostre conoscenze e per imparare ad interagire e collaborare al meglio con i nostri compagni e gli studenti di altre scuole.
� Gruppo Urano – “Natura, Scienza e fede nella poesia Salentina”
Alunni: Francesco Calogiuri, Erika Monittola, Giacomo
Pisanello, Caterina Renna, Giacomo Ricchiuto
Siamo il gruppo “Urano” della classe 2 D del liceo scientifico G. Banzi Bazoli di Lecce, partecipante al progetto iTEC. Mercoledì 28-03-12 abbiamo iniziato tale progetto il cui scopo è quello di sperimentare nuove cui scopo è quello di sperimentare nuove metodologie didattiche tramite la collaborazione di docenti e studenti appartenenti a diversi istituti. Il nostro “topic” riguarda la poesia salentina, ossia la poesia della realtà culturale del Salento. Questo progetto mi appassiona molto, in quanto ci dà l’opportunità di costruire nuovi scenari didattici con le nuove tecnologie. Il nostro argomento, inoltre, ci dà anche la possibilità di riflettere sulle nostre origini e sulle nostre radici salentine.
GRUPPO URANO – FLASHNEWS 1
È molto diffusa l’opinione secondo cui scienza e fedeabbiano poco da spartire e che anzi siano acerrimenemiche. Infatti esperienze come quella di Darwin e diGalileo Galilei non fanno altro che accreditare questatesi come anche i vari scontri che queste due tematichehanno avuto nel corso della storia, quando l’uomo difede vedeva nello scienziato il nemico da combattere eviceversa. In realtà scienza e fede hanno bisogno l’unadell’altra: ne è un esempio brillante la poesia. Alcunidegli autori del Novecento che trattano questo rapportosono: Pascoli, D'Annunzio, Baudelaire e altri interpreti
• It is a widespread opinion that Science and Faith havenothing in common but that they are bitter enemies. Theclaims of Darwin and Galileo can confirm of the inevitableand bitter warfare between religion and science. Falseclaims about religion and science have been used asweapons in this battle throughout the History, when men offaith regarded scientists as enemies to fight and vice versa.To tell the truth, science and faith are connected as wenotice in Poetry. Some important twentieth-century authorssuch as Pascoli, D'Annunzio and Baudelaire and otherDecadents deal with this subject. Some authors in Salentoalso tackle over this matter.Another very important theme they deal with is nature. It isconsidered in a different way as it depends on the mood of
sono: Pascoli, D'Annunzio, Baudelaire e altri interpretidel Decadentismo. Anche gli autori salentini affrontanotale rapporto.Un’ altra tematica molto importante è quella riguardantela natura, affrontata in maniera diversa secondo lo statod’ animo dell’ autore e ciò che intende esprimere tramitei suoi versi. Autori del Novecento che trattanoquest’argomento sono: Pascoli, D’Annunzio eQuasimodo rispettivamente con “Novembre”, “La pioggianel Pineto” e “Ride la gazza, nera sugli aranci”. Anche lapoesia salentina affronta questa tematica regalandosoprattutto immagini che descrivono il tipico paesaggiolocale.Due degli autori più rappresentativi della poesiasalentina sono Girolamo Comi e Vittorio Bodini cheaffrontano soprattutto l’ argomento fede e natura e inmisura minore quello riguardante la scienza.
considered in a different way as it depends on the mood ofthe poet and on what he wants to express through his/herpoetry. The twentieth century authors who treat this subjectare Pascoli, D’Annunzio and Quasimodo in “Novembre”, “LaPioggia del Pineto”, and “Ride la gazza nera sugli aranci”respectively. The salentini poets also deal with this subjectusing mostly images which describe local landscape.Girolamo Comi and Vittorio Bodini are two of the mostrepresentative authors of salentina poetry who dealparticularly with Faith and Nature and Science but only to acertain extent.
GRUPPO MARTE – FLASHNEWS 1
La natura è una tematica molto frequente nella poesia del novecento. Infatti la troviamo sia nella poesia italiana sia in quella francese che in quella inglese. Tre grandi esempi della poesia italiana sono: “La pioggia nel pineto“ di Gabriele D’annunzio, “l’assiuolo“ di Giovanni Pascolo e ride la gazza nera sugli aranci di Quasimodo. Per quanto riguarda la poesia francese invece abbiamo “l’albatro“ di Charles Pierre Baudelaire; abbiamo “l’albatro“ di Charles Pierre Baudelaire; Mentre per quello inglese “Là nei giardini dei Salici” di William Butter Yeats. La natura si diffonde attraverso le correnti storiche artistiche dell’ astrattismo, che si può definire come una corrente artistica in cui i segni raffigurati non rappresentano alcun paesaggio reale ma trasmettono solo dei messaggi e dei sentimenti, del cubismo, che è una tecnica mista con uso di pezzi e oggetti reali, e dell’ espressionismo, nel quale l’artista osserva la natura e poi rappresenta ciò che percepisce nel suo animo esprimendo i suoi sentimenti.
GRUPPO GIOVE – FLASHNEWS 1
Il rapporto tra scienza e fede è stato da sempre conflittuale e, ad affermare ciò vi sono molti documenti di alcuni scienziati delle epoche passate.Sin dalla Preistoria l’uomo ha iniziato ad interrogarsi sui fenomeni che lo circondavano e si è affidato ad esseri superiori in grado di fornirgli una risposta, facendo nascere così il primo concetto di religione.primo concetto di religione.Nasce poi la cultura biblica, nella quale l’uomo modifica la concezione di sé stesso.Si arriva così al Medioevo: in questo periodo la scienza era molto simile alla filosofia ed era fondata su un pensiero astratto e logico.In epoca rinascimentale la figura di spicco è Galileo, noto anche per i suoi contrasti con la Chiesa cattolica.Arriviamo così ai tempi più recenti, in cui troviamo la figura di Darwin, che cercò di dare una spiegazione sull’esistenza dell’uomo sulla Terra.
GRUPPO MERCURIO – FLASHNEWS 1
llNeorealismo è stato un movimento culturale sviluppatosi in Italia tra l'inizio degli anni quaranta e la metà degli anni cinquanta, che si è espresso soprattutto nella narrativa e nel cinema. Il film di Visconti Ossessione, del 1943, è considerato il primo film neorealista.Il dopoguerra, sinonimo di impegno nel reale, la seconda guerra mondiale e la conseguente lotta antifascista sono gli eventi storici che fanno da sfondo ad un nuovo profondo rivolgimento culturale e letterario. Come mai prima d'ora, il nesso con la realtà socio-politica è direttamente determinante anche nell'elaborazione della nuova poetica.In Italia, nell'immediato secondo dopoguerra, si fa vivissimo
sull'elaborazione letteraria del secondo dopoguerra, attraverso la sua riflessione sul ruolo degli intellettuali nella storia italiana, la sua proposta di una letteratura nazional-popolare in cui la tradizionale separazione tra intellettuali e popolo finalmente si annulli.Il rapporto scienza e fede si può notare in vari aspetti: la tecnologia avanza, creando mostruosità e seminando morte e distruzione; le bombe risuonano per le strade e il camminare dei carri armati è ormai diventato la sveglia mattutina.La fede invece si può sentire nei sussurri della gente che si rivolge a Dio affinché tutto finisca e torni la pace, persone che non sanno più a chi rivolgersi, a cui è rimasta solo la preghiera per trovare serenità In Italia, nell'immediato secondo dopoguerra, si fa vivissimo
negli intellettuali il bisogno di un impegno concreto nella realtà politica e sociale del paese. L'antifascismo represso prima, e l'adesione ai moti di rivolta popolare poi, determinano in molti scrittori l'esigenza di considerare la letteratura come una manifestazione e uno strumento del proprio impegno.Questo diffuso bisogno di impegno concreto nel reale dà origine a romanzi ispirati alla Resistenza e a importanti dibattiti che hanno per tema il ruolo e i doveri degli intellettuali nella società, il passato rapporto degli intellettuali col fascismo e quello attuale col Partito Comunista Italiano. Molto rilevante è la posizione acquisita dalle riviste, tra cui primeggiava Il Politecnico di Elio Vittorini.In questi stessi anni si diffonde la conoscenza del pensiero gramsciano, che esercita un influsso considerevole
a chi rivolgersi, a cui è rimasta solo la preghiera per trovare serenità interiore e per magari augurare un felice riposo ai cari che la guerra ha portato via.
GRUPPO VENERE – FLASHNEWS 1
Per quanto riguarda la “Scienza e fede nel primo Novecento” si contrappongono quattro tipi di correnti letterarie: il Decadentismo, il Futurismo, l’Ermetismo e il Crepuscolarismo. Il Decadentismo è una corrente letteraria sviluppata nei primi del Novecento. Essa si contrappone al positivismo scientifico e tra gli autori più importanti analizzati incontriamo le così dette “tre corone”: Giosuè Carducci,
fede negli antichi valori, attraverso l’ideale di una “poesia pura”. Giuseppe Ungaretti è uno dei più importanti esponenti della corrente. Egli aveva una concezione della fede particolare dal momento che si limitava a chiedersi che senso ha Dio in un mondo di orrori. Il contrasto consisteva in una religiosità superficiale e tradizionale ed una più intima e sofferta.uIl Crepuscolarismo si propone in particolar così dette “tre corone”: Giosuè Carducci,
Giovanni Pascoli e Gabriele D’Annunzio ognuno dei quali ha una concezione e un rapporto con la fede e con la scienza alquanto discusso. Il Futurismo si contrappone alla corrente del Decadentismo ma è a favore delle innovazioni scientifiche. Uno degli autori caratteristici del periodo è Giovanni Papini che inizialmente ateo, in seguito si converte alla religione cristiana. Il suo pensiero sulla fede viene proiettato nelle sue opere.Con l’Ermetismo, invece, si ha un recupero alla poesia pura, esprimendo il senso di solitudine disperata dell’uomo che ha perduto
modo, di elevare la vita quotidiana nei suoi più dismessi e banali aspetti, priva di ogni ornamento e libera dal peso della tradizione. Il poeta considerato è Aldo Palazzeschi, il quale fa parte di un periodo storico all'interno del quale subentra la disillusione, l'angoscia, la sensazione del vuoto e del nulla: elementi che permettono l'ingresso della fede nella comunità scientifica.
Vittorio Bodini è stato uno dei più grandi autori della poesia salentina. L’ambiguità dei sentimenti di Bodini nei confronti del Sud emerge anche quando egli sostiene che non vorrebbe morire dove è destinato a vivere; in un paese che ama, ma che a egli è sgradito, in una zona dove la luce del tramonto è rossa come sangue e il nespolo fiorisce “tra noi e l’inverno”. Egli ama la sua terra ed è per questo che le sue poesie sono ricche di immagini riguardanti il paesaggio salentino. Una di queste poesie è appunto “l'allodola e la luna”tratta dalla raccolta “Dopo la luna” (1952-1955). In questa raccolta affronta raccolta “Dopo la luna” (1952-1955). In questa raccolta affronta il tema della solitudine e della necessità di superarla. Il poeta immagina l’allodola e la Luna sole nel cielo, immagina ancora la luna appena sorta e la paura degli uccelli dinnanzi ai finti cacciatori(spaventapasseri).Egli si riferisce ad un’allodola che rappresenta un’ attesa premiata e che passa veloce: mentre l’ allodola vola non si vedono più i papaveri e tutto il resto, il tramonto cancella tutte le immagini. In altri versi il poeta esprime l’ importanza di pensare al passato come di sera si può pensare al giorni trascorsi, con la memoria che si perde nella solitudine dell’ Io. In questa poesia mette in evidenza sì la situazione di solitudine, ma sempre inserita in un paesaggio caratteristico e presentata sotto forma di elementi appartenenti alla natura, quali l'allodola e la luna.
Nella poesia “La pioggia nel pineto”, il poeta si trova a Marina di
Pisa con Ermione, la sua donna amata e, mentre passeggiano in
una deserta pineta vicino al mare, li sorprende un fresco
temporale estivo. Le gocce, cadendo leggere sui rami e sulle
foglie, creano una musica magica e orchestrale, ridestando odori
e vita segreta nel bosco. I due amanti si inoltrano sempre più nel
fitto della vegetazione e, così circondati, coinvolti e immersi da
una sinfonia di suoni, profumi e sensazioni sprigionati dalla una sinfonia di suoni, profumi e sensazioni sprigionati dalla
pioggia, si sentono parte viva della natura che li circonda, fino ad
immedesimarsi con essa stessa e a trasformarsi in creature
vegetali. Questa trasformazione inizia nella seconda strofa, ai
versi 52-61, dove il poeta paragona il volto di Ermione a una
foglia e i suoi capelli a una ginestra e si compie nell'ultima strofa,
a partire dal verso 97, dove D'Annunzio definisce Ermione non
bianca ma quasi fatta virente, cioè verde, come una pianta. E i
vari elementi del corpo umano sono paragonati ad altrettanti
elementi naturali, il cuore alla pesca, gli occhi alle polle d'acqua, i
denti alle mandorle.
Gabriele D’Annunzio
(12 marzo 1863 –1º marzo1938), è stato uno scrittore,
poeta, drammaturgo, militare, politico e giornalista
italiano, simbolo del Decadentismo italiano ed
eroe di guerra.
La Pioggia Nel Pineto
il poeta si trova a Marina di Pisa con Ermione, la sua donna amata e, mentre
passeggiano in una deserta pineta vicino al mare, li sorprende un fresco temporale
estivo
I due amanti si inoltrano sempre più nel fitto della vegetazione e, così circondati, coinvolti e immersi
da una sinfonia di suoni, profumi e sensazioni sprigionati dalla pioggia, si sentono parte viva della natura che li circonda, fino ad immedesimarsi con essa stessa e a trasformarsi in creature vegetali.
Nelle varie epoche storiche la concezione del mondo, dell’uomo,
di Dio e della storia insieme con la verità, cambia. Nell’antichità si
crede che il mondo sia rinchiuso entro frontiere invalicabili dove
la natura è sede del sacro e i fenomeni inspiegabili per l’uomo
sono alla base del sentimento religioso. L’uomo stesso è
soggiogato da questi fenomeni che individua come divinità. Il dio
stesso è percepito in molte forme distinte ma non sono ancora
divinità personali. La storia è ciclica, ovvero soggetto all’eterno divinità personali. La storia è ciclica, ovvero soggetto all’eterno
ritorno, la verità invece, consiste nell’adeguamento alla natura.
Con l’introduzione della cultura biblica l’uomo ha la supremazia
su tutto il creato, ma è Dio che ha creato il mondo e l’umanità
deve sottostare al suo volere. Dio è inoltre il Dio della storia,
questa non è più ciclica ma delimitata da un inizio (creazione) e
una fine (parusia, il ritorno glorioso di Gesù sulla terra). La verità
è quella rivelata da Dio mediante atti salvifici e parole profetiche.
EPOCHE
STORICHE
Mondo Uomo Dio Storia Verità
ANTICHITÀIl mondo è una
struttura chiusa entro
frontiere invalicabili e
la natura è sede del
sacro e i suoi
L'uomo è soggiogato
da forze misteriose
della natura selvaggia
e identifica fenomeni
della natura con la
Dio è in molte divinità
(politeismo) percepite
come immanenti al
mondo fisico e non si
tratta ancora di dèi
La Storia è ciclica, a
immagine del tempo
cosmico; è
soggetta all'eterno
ritorno senza
La Verità consiste
nell'adeguamento
rassegnato alle forze
della natura ; nasce
più dalla sacro e i suoi
fenomeni inspiegabili
sono base del
sentimento religioso.
della natura con la
divinità.
tratta ancora di dèi
personali ma di
demiurghi (Platone).
ritorno senza
progresso, senza un
inizio e una fine.
più dalla
contemplazione che
dal ragionamento.
CULTURA
BIBLICA
ll mondo è creato da
Dio, che lo governa
dal
suo inizio alla fine
ma è l'uomo che
ha il primato su tutte
le cose.
L'uomo è direttamente
creato da Dio quindi a
lui sottomesso per
legge naturale e per
legge positiva
(comandamenti).
Dio non è solo il
Dio della natura, ma
è il Dio della storia e
prende l'iniziativa dell'
alleanza, della
rivelazione, della
redenzione.
La Storia ha un inizio
certo (la creazione) e
avrà una fine certa
(parusía) e la storia
dell'uomo coincide con
la storia dell'essere
salvato da Dio.
La Verità è quella
rivelata da Dio
mediante fatti salvifici
e parole profetiche.
Salvatore Quasimodo fa parte del filone più propriamente
religioso della poesia Italiana del Secondo Novecento.
Il tema della poesia “Uomo del mio tempo” è l’immutabilità della
natura umana, rimasta uguale a quella dell’uomo della pietra e
della fionda, fatta di istinti, pulsioni, sentimenti ed egoismi,
rimasta uguale fino ad oggi, anche se la scienza ha fatto passi da
giganti.
La scienza ha perfezionato le armi che portano la morte ai
fratelli.
L’uomo del nostro tempo, afferma il poeta, ha perduto ogni L’uomo del nostro tempo, afferma il poeta, ha perduto ogni
considerazione dei fratelli e ha dimenticato la solidarietà e la
religione che lo trattengono dalla violenza.
E la menzogna di allora è arrivata fino all’uomo del nostro tempo
e insieme all’inganno i giovani d’oggi farebbero meglio a
rinnegare i padri che portano la guerra: le loro tombe giacciono
in una terra deserta, gli avvoltoi rodono il loro cuore e il vento
sparge nell’arie l’odore dei loro cadaveri.
Per affrontare il tema “scienza e fede nella poesia del primo
‘900” abbiamo scelto la poesia “X Agosto” di G. Pascoli,
appartenente all ‘ epoca del Decadentismo. Il componimento
mette a confronto, attraverso una similitudine, una rondine
che muore trafitta dai rovi, mentre porta da
mangiare ai propri figli e l’omicidio del padre di Pascoli, ucciso
mentre portava in dono due bambole alle figlie. La poesia è
composta da sei quartine in cui si alternano decasillabi e composta da sei quartine in cui si alternano decasillabi e
novenari in rime alternata. Il titolo della poesia si riferisce alla
notte del X Agosto, quando cadono le stelle. Il poeta interpreta
questo avvenimento come il pianto del cielo, un segno della
tristezza divina che si dispera con il poeta. Pascoli ha infatti
perso ogni speranza per il positivismo scientifico, crede solo al
Signore e al cammino che lui predispone per noi. Per questo
non dimentica, vive ancora il dolore, perché è convinto che sia
la volontà di Dio, che ha tracciato un percorso difficile e triste
per lui.
PRIMO NOVECENTO (VENERE)L’argomento “Scienza e Fede nella poesia del
primo ‘900” comprende, oltre al Decadentismo,
al Futurismo e al Crepuscolarismo, anche la
corrente dell’Ermetismo. Il maggiore esponente
è Giuseppe Ungaretti.
“La Madre”, pubblicato nel 1930, presente nella
raccolta “Sentimento del tempo” ,rispecchia
fedelmente le caratteristiche dell’Ermetismo e
dello stile dell’artista. Il soggetto di questa poesia
è il ricordo della madre da poco perduta, figura è il ricordo della madre da poco perduta, figura
di donna umile e forte che, attraverso la sua
determinata religiosità, diventa simbolo di un
amore che va oltre la morte.
Nei versi viene espresso, con sobrietà di toni, il
dramma intimo e sofferto di una madre che
aspetta il figlio alle soglie dell’Eden.
Ungaretti aveva un rapporto di ricerca rispetto al
divino e nel componimento pone la madre come
sua guida. Infatti il poeta sottolinea la necessità
della protezione materna nellla morte così come
da bambino quando lo teneva per mano. Per
questo, nella sua ritrovata fede, è convinto che
una volta trapassato, la madre lo conduca per
mano al cospetto dell’Altissimo ed interceda per
la sua salvezza eterna.
SECONDO NOVECENTO (MERCURIO)
Il tema dominante della poesia è il manicomio che Alda
Merini assimila metaforicamente alla Terra Santa di fonte
biblica. In tutta la poesia questo tema non solo è presente
ma viene iterato, e come sintetizza Alda Merini, la Terra
Santa «parla ossessivamente dello stesso tema, lo racconta,
se ne lamenta. Sembrerebbe, ma non è poesia patologica».
Recuperando i giudizi critici, abbastanza generosi, che
riguardano questa poesia, ci si rende conto che il dato riguardano questa poesia, ci si rende conto che il dato
costante nelle sue liriche è l’armonia, che si accompagna
alla musicalità causata dalla presenza di «scatti fonici e
verbali». Nella poesia La Terra Santa il periodo
d’internamento della scrittrice viene creativamente
metaforizzato nella vicenda storico-religiosa che il popolo
ebraico ha percorso durante l’esodo in Terra Santa e di cui
narrano i primi libri dell’Antico Testamento. Essendovi
concretamente una sovrapposizione fra Terra promessa e
manicomio, il manicomio di Alda Merini viene individuato
dalla scrittrice come un inferno.
NATURA (MARTE)
Nella poesia l'albatros di Baudelaire,L'albatros è un volatile che
con le sue ali maestose, domina nel cielo, ma quando si posa sul
suolo, proprio a causa delle ali, appare goffo e ridicolo. Così il
poeta, con le grandi ali della sua superiorità spirituale, delle sue
capacità intellettuali e della sua sensibilità, non viene compreso
dagli uomini comuni, ma trova il proprio spazio privilegiato
nell'arte. Si delinea qui il conflitto tra l'intellettuale e il mondo
borghese che è al centro della cultura ottocentesca.
In una società che ha come valori fondamentali l'utile,
l'interesse, la produttività, il senso pratico, e che trasforma anche
l'opera d'arte in merce, l'artista, teso verso valori ideali e
spirituali, appare diverso, inadatto alla vita comune. La società, lo
considera come un essere maledetto proprio a causa delle sue
capacità e diventa oggetto di scherno per gli uomini comuni.
Baudelaire sceglie "l'albatros "per simboleggiare questa
condizione, come il grande uccello marino infatti, il poeta si eleva
ai livelli più alti della percezione e della sensibilità ma una volta
sulla terra ferma non riesce a muoversi proprio a causa delle sue
capacità (paragonate alle ali dell'albatros). La causa della
sofferenza del poeta è un' angoscia esistenziale profonda e
disperata che lo proietta in uno stato di perenne disagio.
POESIA SALENTINA (URANO)La poesia si compone di sedici versi suddivisi in quattro quartine; sono
presenti undici frasi che formano tre periodi. La prima quartina coincide
con il primo periodo, la seconda e la terza con il secondo periodo, la
quarta quartina con il terzo periodo. La sintassi è prevalentemente
ipotattica.
I Gruppi Nominali presentano il termine sera come soggetto prevalente,
posto all’inizio del verso, in una posizione metrica importante, per ben
tre volte e per questo evidenziato nella figura dell’anafora.
La presenza del termine sera viene messa in relazione con una serie di
significati contrastanti. L’antitesi sembra la figura retorica dominante.
Questo avviene attraverso il disfacimento della
materia dovuto alla morte.
La sera/morte indugia nel mondo allo scopo di
risolvere in unità i cuori divisi, in un unico caldo
risveglio dell’anima, vale a dire che la morte rende
uguali tutti gli uomini. Sono queste antitesi
concettuali che riguardano il pensiero di Comi ed
esprimono la sua angoscia nei confronti delle
contraddizioni più forti dell’esistenza umana, a cui dà
risposta attraverso il punto di vista cristiano. Solo la significati contrastanti. L’antitesi sembra la figura retorica dominante.
L’antitesi sera e mattina nella prima strofa ripropone il binomio vita-
morte. Anche nella seconda strofa ritroviamo la sera come metafora
della morte. Qui alla sera viene attribuita la capacità di contenere carne
e pensiero, elementi contrastanti della vita dell’uomo, presentati
attraverso la mediazione dell’attributo peso, messo in relazione con il
suo opposto, leggero. Il peso della carne viene reso leggero dall’ombra,
dalla riduzione della luce, il peso del pensiero, la leggerezza del pensiero
viene invece appesantita dal peso della materia.
risposta attraverso il punto di vista cristiano. Solo la
morte può compiere questa operazione suprema di
unire gli opposti, trasformando il cantico ebbro in un
cantico unico.
Mentre la struttura concettuale è impostata sul
contrasto, la tecnica espressiva ricorre ad insistiti
parallelismi. Oltre a quelli rappresentati dai
complementi indiretti (del suolo, del pensiero), sono
presenti i seguenti binomi:
- aurea e delicata
- della carne e del pensiero
- degli atomi e dei visi
- aderenza del suolo alla radice…aderenza del
pensiero al volto
che conferiscono un equilibrio e un’armonia cui Comi
aspira e che nel canto unico accomuna la vita della
natura a quella dell’uomo nell’ultima strofa.
SCIENZA E FEDE (GIOVE)Nell’età contemporanea il mondo diventa un laboratorio
dell’uomo che scopre e trasforma perdendo ogni valore
simbolico ma acquista un valore economico. L’uomo perde la
fiducia nei miti e si crea un mondo su misura, in un orizzonte di
immanenza. Dio non è più necessario per spiegare il mondo
essendo stato reso meno credibile dalla predicazione delle
chiese, nonostante ciò alcuni contemporanei continuano a
cercarlo spinti dalla nostalgia. La storia prosegue grazie a
compromessi stipulati tra potenze economiche e giochi compromessi stipulati tra potenze economiche e giochi
diplomatici o ancora tra alternanze di ideologie che non
promettono più un futuro luminoso. Infine, la verità è quella che
risulta utile all'uomo ed è provata dalla scienza.
SCIENZA E FEDE (GIOVE)
EPOCHE STORICHE
Mondo Uomo Dio Storia Verità
MEDIOEVO Il mondo fisico fa
parte di un cosmo
dove hanno posto gli
uomini (spiriti
incarnati) e gli angeli
L'uomo è membro
della Chiesa prima che
cittadino della società
civile
C'è una priorità della
Dioè presente nel
mondo ma lo
trascende ed è
percepito
magicamente nei
La Storia è teatro
dell'azione potente,
amorosa o
vendicatrice, di Dio; la
necessità prevale sulla
La Verità è quella
dettata e dall'autorità
e trasmessa dai Padri;
la teologia è la scienza
che accerta la verità.incarnati) e gli angeli
(puri spiriti) e la
natura fisica è
subordinata agli esseri
spirituali.
C'è una priorità della
legge divina ed
ecclesiastica sulle leggi
civili.
magicamente nei
fenomeni naturali e
negli eventi dolorosi
(peste, carestie,
morte).
necessità prevale sulla
libertà.
che accerta la verità.
ETÀ MODERNA Il mondo diventa
regno dell'uomo che lo
domina con la scienza
e con la tecnica ha
leggi proprie,che non
dipendono da Dio
(desacralizzazione
della natura).
L'uomo l'io diventa
misura dei valori della
vita
e fede e scienza si
separano fino a
ignorarsi o
polemizzare.
Dio non è più il Dio
personale biblico ma
l'Assoluto (deismo)
è ammesso come ente
supremo perché la
ragione non lo
considera un assurdo.
La storia è guidata
dalla libera
intraprendenza degli
uomini e degli stati;
essa è aperta ad un
futuro di progresso
illimitato (utopia).
La Verità è quella
scoperta mediante
l'indagine filosofica o
scientifica.
Filosofia e scienze si
liberano dalla teologia.
SCIENZA E FEDE (GIOVE)EPOCHE STORICHE
Mondo Uomo Dio Storia Verità
ETA’ CONTEMPORANEA
ll mondo diviene un laboratorio dell'uomo che scopre (scienza)e trasforma (tecnica) perdendo ogni valore simbolico, ha solo valore economico.
L'uomo è disilluso dai miti tramontati, si crea un mondo su misura, in un orizzonte di immanenza (pragmatismo, edonismo, liberalismo ... )
Dio non è più necessario per spiegare il mondo ed è sempre meno credibile il Dio predicato dalle chiese, ma molti contemporanei, per altre vie, lo cercano con nostalgia.
La Storia non promette più un futuro luminoso; non è che il frutto di compromessi tra potenze economiche, giochi diplomatici e alternanza di ideologie.
La Verità è quella scientificamente provata e soprattutto quella pragmaticamente utile.
economico. altre vie, lo cercano con nostalgia.
alternanza di ideologie.
Nell’età contemporanea il mondo diventa un laboratorio dell’uomo che scopre e trasforma perdendo ogni valore simbolico ma acquista un valore economico. L’uomo perde la fiducia nei miti e si crea un mondo su misura, in un orizzonte di immanenza. Dio non è più necessario per spiegare il mondo essendo stato reso meno credibile dalla
predicazione delle chiese, nonostante ciò alcuni contemporanei continuano a cercarlo spinti dalla nostalgia. La storia prosegue grazie a compromessi stipulati tra potenze economiche e giochi diplomatici o ancora tra alternanze di
ideologie che non promettono più un futuro luminoso. Infine, la verità è quella che risulta utile all'uomo ed è provata dalla scienza.
PRIMO NOVECENTO (VENERE)
Tra fine Ottocento e primo Novecento nuovi mezzi di trasporto e comunicazione hanno fatto irruzione
nella società, rivoluzionandone il modo di vivere e di sentire. Convinti fautori della modernità, del
progresso meccanico, tecnologico, i Futuristi hanno visto in questa novità, l’occasione per l’uomo di vivere
meglio, con ritmi arditi e veloci, consoni alle sue reali capacità, ambizioni e desideri.
Con questa poesia, il poeta Filippo Tommaso Marinetti, infatti, sottolinea l’importanza dell’automobile
grazie alla quale l’uomo futurista sperimenta l’ebbrezza della velocità, del viaggiare, del conoscere
l’inaspettato, dello sfidare e superare i confini, perpetuando in tal modo il mito di Ulisse. E’ evidente,
l’entusiasmo di Marinetti già nelle prime righe quando definisce l’automobile “ dio d’una razza d’acciaio”.
Il pilota, ebbro di velocità, è quasi succube del motore ed estasiato da quella velocità che mai prima d’ora
nessun essere umano era riuscito a raggiungere.
Il trionfo dell’uomo sulla natura, in quanto questo è in grado di creare opere magnifiche che riescono ad
oscurare la bellezza della natura.
Ormai quello che importa non è più il paesaggio, che si riduce ad un ombra scura, ma il meccanico, il
motore che ruggisce dentro il cofano, i pneumatici che divorano la strada. Questo senso di irruente
modernità è rafforzato dai suoni forti e aspri, evocativi di dinamicità, e dal ritmo concitato, che rende più
evidente l’idea della corsa folle. Tramite il paragone con il cavallo al galoppo, il poeta evidenzia il proprio
desiderio di velocità e dinamismo.
Anche il cielo non è un’ ostacolo per la creatura di Marinetti, che sfida e vince le stelle impadronendosi del
loro dominio, lo spazio infinito. Infatti il termina “stella” è ricorrente in questa poesia perché l’autore vuole
evidenziare il desiderio di spingersi verso l’alto, verso l’infinito.
Nell’ultima strofa il poeta dichiara la sua vittoria: si è staccato con la sua creatura dal mondo lento e
pesante e vola verso la leggerezza.
POESIA SALENTINA (URANO)I rosai di qui sono simili a selve color d’oro di profumi luminosi, sono luce appoggiata a ringhiere rossastre…Come i suoni sono vari nelle orchestre, così essi sono vari per le sfumature dei gialli violenti, sono orchestre di gialli avidi poste nello spazio di calde mattine felici…Oh, le rose! Sono simili a bocche che aggrovigliano baci, i quali, grazie alla luce cerulea dell’alba, emergono dal buio della notte zampillando come tante albe. Somigliano alle nostre dediche d’amore, questa volta raccolte non da fogli di carta, ma dal reticolo di colore rosso acceso delle siepi, fitte per via di questa sollevazione di rose: un brivido intenso, simile a ciò che si prova di fronte a vaste pianure abbandonate, si allarga nel profondo di cuori che battono all’unisono, parallelamente alla loro visione.
Il componimento è formato da 15 versi brevi raggruppati in cinque terzine. Le prime tre ospitano Il componimento è formato da 15 versi brevi raggruppati in cinque terzine. Le prime tre ospitano
i primi tre periodi; le ultime due il quarto periodo. Anche in questo testo; la struttura sintattica è
costituita; da proposizioni coordinate fra loro che focalizzano prevalentemente il soggetto ROSE e
ROSAI, con la stessa essenzialità e immobilità rilevate nel precedente; ma l’ultima parte offre il
significato dell’ ebbrezza; che conduce nell’ area delle sensazioni, in maniera ambigua. I cinque
complementi diretti di particolarissimo significato: bionde selve, consumo, orchestre, bocche,
dediche nostre, diventano metafore.
I termini scelti sono semplici, ma la loro combinazione genera immagini nuove. La tessitura
fonica torna ad evidenziare il significato delle rose e dei rosai.
Il poeta , dunque, va ben oltre l’allitterazione di singole lettere; va verso il suono allitterato che è
un’ altra scrittura, fatta delle stesse lettere e delle medesime vocali che si usano nella lingua
normale, già potenti di miliardi di combinazioni, ma capaci nel suono poetico di scrivere
contemporaneamente alla scrittura normale la scrittura nascosta del significato forte che è il tema
conduttore.
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