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Carmine Lamber -ti (foto 1) per lasua simpatia, perla sua squisita cor-tesia, è stato sem-
pre l'amico di tutti. Avevasempre il consiglio giustoper ogni occasione tantoche un manifesto affisso in suamemoria riporta: "dagli insegna-menti di Carmine Lamberti abbia-mo imparato a tracciare il nostrofuturo". La notizia della sua scom-parsa ha sconvolto l'intera comu-nità bellonese che lo ricorderà an-che per le sue doti canore, parti-colarmente del repertorio classiconapoletano, e per le sue parteci-pazioni a tutte le rappresentazionifatte a Bellona, a cominciare dalCarnevale Bellonesi: ideatore erealizzatore dei suoi carri, cheerano invidiati dagli organizzatoripiù blasonati, era felice e fiero didare il suo contributo da protago-nista. Quando i suoi carri sfilavanoper le vie del paese, tanta era lasua dimestichezza, che dava l'im-pressione di un timoniere alla gui-da della sua nave. Ma egli eccel-leva anche in cucina: infatti nelsuo ristorante "La Piccola Vene-zia" (uno dei primi sorti a Triflisconegli anni settanta), le squisitepietanze che preparava personal-
mente, erano molto richieste."Carminuccio" concepiva semprebrillanti iniziative e qualsiasi cosafaceva gli riusciva bene; possia-mo, senza dubbio, affermare che:"non c'era cosa che Carminuccionon sapesse fare". Ci piace ricor-darlo muratore in Libia (foto 2) ein Svizzera: la sua casa in Bello-na fu ideata e realizzata, pietra supietra, dalle sue mani. In campoteatrale, Carmine Lamberti erasempre presente ad ogni rappre-sentazione: nella tragedia di San-ta Filomena impersonava Glau-dione (il sacerdote pagano, 'uprèvete curnùto), mentre nellamentre nella rappresentazione dame diretta "Vita, passione e mortedi Gesù", rappresentata negli an-ni '80, interpretava Anna, membrodel Sinedrio, (foto 3). Nel 1976Carminuccio partecipò alla sfilataa cavallo de "I misi 'e gli anno" imesi dell'anno, dove, con foulardal collo, paglietta in testa ed a tra-colla un piccolo aratro di legno (lu
Ciao “Carminuccio”Giovanni Carusone - Collaborate da Bellona
surcatùro) e una bisaccia piena digrano, cantò il mese di Novembre.(foto 4).Martedì 10 settembre, nell'ospe-dale San Sebastiano e Sant’Annadi Caserta, Carmine ha lasciatoquesto mondo per trasferire la suaallegria in Cielo. Il giorno succes-sivo, alle ore 18, l'intera comunitàdi Bellona si è trovata nella ChiesaMadre per l'ultimo saluto ad unamico sincero, ad un marito fedelee padre affettuoso. Alla famiglia Lamberti che, unamaro destino, ha privato del caro"Carminuccio", le più sentite e sin-cere condoglianze sia mie perso-nali che dell’Associazione DeaSport Onlus di Bellona.
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Il Sacco di Capua: I Borgia Franco Valeriani - Giornalista - Collaboratore da Bellona
Dopo la morte di CallistoIII fu eletto papa Pio II. Icardinali non erano favo-revoli al nuovo papa poi-ché oltre ad essere am-malato di artrite, podagra
e calcolosi, componeva versi. "Comepossiamo, dicevano, affidare il tronodi S. Pietro a chi scrive versi pieni disconcezze come: "Chi non sente ilfuoco dell'amore o è pietra o è una be-stia"; di se stesso diceva: "Molte sonole donne che ho conosciuto e amato!"e riconosceva di avere violato tutti edieci i comandamenti e commesso tut-ti i sette peccati capitali. Pio II era an-che un ottimo oratore, scrittore in lati-no, geografo e uomo politico. Le dis-solutezze lo avevano portato più voltead essere padre, prima di vestire l'abi-to talare. Pio II richiamò all'ordine ilcardinale Borgia sia per le avventureamorose, che per l'avidità di accumu-lare ricchezze. A ciò si aggiungevanonumerose truffe: il giovane cardinaleaveva dispensato, a suon di moneted'oro, licenze matrimoniali e beneficifalsificando bolle che faceva firmare asuo zio. Si scopri che Callisto II avevafirmato una bolla che autorizzava il
matrimonio tra consanguinei. Ciò rat-tristò il papa che gli scrisse una lette-ra: "Caro figlio, sei poco memore del-la tua carica, ti sei trovato tra le don-ne di Siena dall'una fino alle sei delpomeriggio. Sappiamo che si è balla-to in modo molto licenzioso, ti seicomportato vergognosamente ed haioffeso la carica che ricopri. Sei diven-tato la favola del giorno e ciò rattristatutti noi. Ora agisci in modo che pos-siamo avere di te una buona opinio-ne". Rodrigo Borgia si adoperò perconvincere il papa che le notizie era-no invenzioni di chi gli voleva male.Pio II finse di credere perchè pensavaal suo passato licenzioso e al suo ne-potismo che aveva favorito numerosifamiliari. Dopo la morte di Pio II, fueletto papa Paolo II, che avrebbe vo-luto chiamarsi "Formosus" per il fisi-co vigoroso che sfoggiava con le don-ne, tanto che fu definito "uomo incli-ne alla libidine". Il 26 luglio 1471,Paolo II moriva per apoplessia: avevamangiato "duos praegnantes popo-nes", due enormi cocomeri. Gli suc-cesse Francesco della Rovere, con ilnome di Sisto IV, dedito al nepotismo.Infatti creò cardinali i nipoti: il 28en-
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2 parte
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ne Giuliano Della Rovere e Pietro Ri-ario, un 25enne insano di mente. PapaSisto IV fece più male che bene. Fra ilbene una cappella di sublime bellezzaa cui diede il suo nome: Cappella Si-stina (foto). Fra il male l'istituzionedel Tribunale dell'Inquisizione cheperseguiva ebrei, mori e cristiani so-spettati di eresia. Nel 1484 fu elettopapa Innocenzo VIII che commercia-va in indulgenze: bastava versare unacongrua somma per ricevere l'assolu-zione. Innocenzo VIII fu il primo pa-pa ad ammettere di avere messo almondo dei figli. E la moralità del Va-ticano precipitava sempre più! Nelmomento del trapasso Innocenzo VIIIdisse: "Ora scegliete un successoremigliore di me". Gli erano vicini fiordi peccatori: Rodrigo Borgia, AscanioSforza, Giuliano Della Rovere, Raf-faele Riario, Giovanni Battista Orsini,Jean Balue, Gian Battista Savelli e Fe-derico Sanseverino che vivevano daprincipi tra feste, carnevalate, partitedi caccia e giochi d'amore. L'undiciagosto 1492 fu eletto papa RodrigoBorgia con il nome di Alessandro VI.
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insiste soprattutto sulla na-tura coloniale del rapportoimposto dal governo unita-rio alle province appenaannesse. Persino Nopoleo-ne III, che aveva dato ilsuo potente appoggio ar-mato a Cavour per la con-quista dell'ltalia, il 21 lu-glio 1863 scriveva al suogenerale Fleury: "Ho scrit-to a Torino le mie rimo-stranze; i dettagli di cui ve-niamo a conoscenza sonotali da alienare tutti glionesti alla causa italiana.Non solo la miseria e l'a-narchia sono al culmine,ma gli atti più indegni sonoconsiderati normali espe-dienti: un generale di cuinon ricordo il nome, aven-do proibito ai contadini diportare scorte di ciboquando si recano al lavoro dei campi, hadecretato che siano fucilati tutti coloroche vengono trovati in possesso di unpezzo di pane. l Borbone non hanno maifatto cose simili."Benjamin Disraeli (1804-1881) politicoe scrittore britannico. Ha fatto parte delPartito Conservatore ed è stato Primo Mi-nistro del Regno Unito due volte."Desidero sapere in base a quale principiodiscutiamo sulle condizioni della Poloniae non ci è permesso discutere su quelledel Meridione italiano. E' vero che in unpaese gli insorti sono chiamati briganti enell'altro patrioti, ma non ho appreso inquesto dibattito alcun'altra differenza tra idue movimenti".Claude Duvoisin,Console svizzero 2006"Nel secolo precedente, il Meridione d'I-talia rappresentò un vero e proprio edenper tanti svizzeri, che vi emigrarono,spinti soprattutto da ragioni economiche,oltre che dalla bellezza dei luoghi e dellaqualità della vita. Luogo di principale at-trazione Napoli, verso cui, ad ondate, tan-ti svizzeri, soprattutto svizzeri tedeschi ditutte le estrazioni sociali, emigrarono,
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Lord Henr y Lennox,parlamentare inglese,che nell'inverno 1862-63, quando era ammira-tore della Rivoluzioneitaliana e specialmentedi Garibaldi, visitò le
vecchie province napoletane, comunicò lesue impressioni alla Camera dei Comuni:"l fatti che sto per narrare, disse, sono av-venuti sotto i miei occhi; impegno il mioonore sulla loro verità, e sul fatto che nonne farò alcuna esagerazione. Vorrei ricor-dare a questa assemblea che, quando visi-tai Napoli per la prima volta, dopo la for-mazione del regno d'ltalia, ero un ardentesostenitore di re Vittorio Emanuele." Do-po aver visitato la prigione Santa Mariascrisse la seguente protesta sul registrodei visitatori, dopo aver riconosciuto l'e-strema cortesia del direttore: "Ma i sotto-scritti non possono fare a meno di espri-mere quanto rincresca che alcuni prigio-nieri siano detenuti da mesi senza proces-so, e che, a quanto hanno assicurato, nonsiano stati mai nemmeno interrogati dalleautorità sulle cause della loro carcerazio-ne". L'8 maggio 1863 Lord Henry Lennoxdenuncia alla camera dei Lords le infamieitaliane e ricorda che non Garibaldi mal'lnghilterra ha fatto l'unità d'Italia: "Sen-to il debito di protestare contro questo si-stema. Ciò che è chiamata unità italianadeve principalmente la sua esistenza allaprotezione e all'aiuto morale dell'Inghil-terra, deve più a questa che a Garibaldi,che non agli eserciti stessi vittoriosi dellaFrancia, e però, in nome dell'Inghilterra,denuncio tali barbarie atrocità, e protestocontro l'egida della libera Inghilterra cosìprostituita." John Dickie, storico e giornalista, SeniorLecturer in Studi italiani all'UniversityCollege of London, scrive da tempo su di-versi aspetti di storia italiana, in partico-lare di storia del Meridione, e sul proces-so di unificazione nazionale. Il primo li-bro tradotto in Italia è "Cosa Nostra - sto-ria della mafia siciliana" (Laterza 2005).Nel saggio "Una parola in guerra: l'eserci-to italiano e il brigantaggio, 1860-1870",
con diversi obiettivi personali. Verso lametà dell'Ottocento, nella capitale del Re-gno, quella svizzera era tra le più numero-se comunità estere."
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Palazzo Incontro è un edifi-cio storico di Roma, in viadei Prefetti nel Rione diCampo Marzio. Costruitonel 1765 dall'architettoGiovanni Paolo Burij, l'edi-ficio è di proprietà dellaProvincia di Roma, che lo
ha restaurato nel 2004 e 2007. L'area dovefu costruito il Palazzo apparteneva alleproprietà dell'Ospedale di San Maria dellaPietà dei Poveri Pazzi. Il terreno era giàstato interessato in età archeologica, conalcuni rinvenimenti di insulae e di edificicommerciali, datati fra la fine del II e l'i-nizio del III secolo. La zona fu abitatadensamente durante tutto il Medioevo. Perla costruzione dell'edificio furono demoli-te diverse costruzioni più antiche, riporta-te nella pianta redatta dall'architetto Burij.Fra questi, la Cappella della Vergine, fudemolita e ricomposta nelle vicinanze. Daaltri documenti si evince che il Palazzo eragià stato completato nel 1768 e affittato
Palazzo IncontroDr. Domenico Valeriani - Giornalista - Collaboratore da Bellona
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l'anno successi-vo. Con il rifaci-mento del Male-rini l'impianto fuadibito ad abita-zioni per fami-glie borghesi;questa tipologiaarchitettonica di-venne comunedurante tutto ilSettecento, quan-do i principali or-dini religiosi decisero di smaltire i propripossedimenti immobiliari affittandoli allenuove famiglie della borghesia. Mantenu-ta la sua funzione fino alla Presa di Roma,i possedimenti ecclesiastici furono assor-biti dal neonato Regno d'Italia, nel parti-colare affidando Palazzo Incontro allanuova Provincia di Roma. La facciata èrealizzata nel modello tipico del tardo Ba-rocco, con un modesto cortile contenenteuna grande fontana a forma di ninfeo,
scolpita nel travertino. La Cappella dellaMadonna del Divino Amore fu posta al pia-no stradale dell'edificio, dopo essere stataspostata dal vicolo che ostruiva; la cappel-la era gestita dalla vicina Chiesa di San Ni-cola, ed ancora oggi presenta il quadro del-la Madonna di Giovan Battista Salvi, me-glio conosciuto come il Sassoferrato. La ri-costruzione del Palazzo ha fatto parte diuna ingente operazione di restauri che laProvincia di Roma ha realizzato in tutto ilterritorio,attraverso un investimento di ol-tre 33 milioni di euro. Palazzo Incontro haritrovato il suo antico splendore grazie adun ingente restauro che ha portato al recu-pero dell'intero stabile destinato ad iniziati-ve culturali, artistiche, sociali, ed istituzio-nali di carattere nazionale ed internaziona-le. Restaurare per riaprire e ridare agli altriè il compito per eccellenza di ogni ammini-strazione, ogni governo, ogni Stato.
Maria Stuarda (foto) dopoessere stata deposta daltrono di Scozia si rifugiòin Inghilterra, fiduciosa diricevere aiuto dalla reginaElisabetta ma la perfida
Elisabetta fece imprigionare Maria Stuar-da e la tenne in carcere per più di diciot-to anni accusandola di aver complottatocontro di lei. Molte furono le associazio-ni cattoliche che intercedettero per la re-gina di Scozia, ma Elisabetta fu irremovi-
Maria StuardaSalvatore Antr opoli - Collaboratrore da Pontelatone
All’interno dellanostra Associa -zione stiamo al -lestendo unabiblioteca. V uoidonare unoscaffate oppureun libro ancheusato? - Grazie.
bile. Maria eraconsiderata un'e-roina e una donnadi grande carisma,perciò poteva rap-presentare per leiuna minaccia allasua sovranità. Infi-ne Elisabetta glipropone di rinun-ciare al trono e diintrodurre il cultoriformato in Scozia. Alla prima richiestaMaria acconsente ma non se la sente diandare contro la sua religione. Allora Eli-sabetta la condanna a morte e annunciache sia eseguita in quella stessa giorna-ta. Il maggiordomo fedele accompagnala regina sino al supplizio e cerca di con-fortarla, anche il cagnolino di MariaStuarda la seguirà sino al patibolo e lì ri-marrà a guaire per tre giorni fino a quan-do anch'esso morì.
Ciao FratoneMentre eri tra noi non mi hai maifatto sentire solo, ora che sei inCielo continui a proteggermi perfarmi superare le avversità dellavita. Giovedì 19 u.s., ho trascorsoalcune ore in compagnia di donLuigi Merola e, quando gli ho co -municato la notizia della tua scom -parsa è rimasto sconvolto e mi harisposto: “Sia sempre fatta la vo -lontà di Dio” ed inoltre, mi ha assi -curato che sarari sempre presentenelle sue preghiere. Sabato 5 otto -bre dovevamo festeggiare il tuo70° compleanno, invece, per fartigli auguri, sono costretto a recar -mi nel luogo dove riposi. Grazie, grazie di tutto, fratone mio.
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China Miéville (foto),scrittore inglese natoa Norwich nel 1972, èuno dei massimiesponenti della newweird, una correnteletteraria che nascedal genere narrativo
della fantascienza, con innesti fan-tasy e contaminazioni horror. Il suoterzo romanzo, The scar (la cicatri-ce), conosciuto nel nostro Paese co-me La città delle navi, inizia con ilviaggio del cargo Tersicoria: salpatoda New Crobuzon, il mercantile fa
rotta verso la colonia penaledi Nova Esperium, ma, du-rante il viaggio viene abbor-dato da feroci corsari, cheimpossessatesi della nave,fanno rotta verso la multiet-nica città di Armada, un arci-pelago artificiale realizzatodall'insieme di migliaia diimbarcazioni che solca l'O-ceano Nascosto grazie ad una squa-driglia di motonavi. Giunti a destina-zione, i prigionieri vengono "invitati"a diventare concittadini dell'arcipela-go di natanti, e Bellis Coldwine, una
glottologa in fuga, sceglie didiventare la bibliotecaria del-la città galleggiante. Grazieal suo lavoro, e nonostante illivore per la sua condizionedi indotta permanenza, Bellisfa amicizia con il CapitanoUther Doul, guardia dei dueAmanti di Acqualuccio, i Go-vernatori di uno dei quattro
settori di Armada. La linguista scopreche i due accarezzano un piano am-bizioso e pericoloso: trovare, cattura-re e sottomettere Avanc, al fine di uti-lizzare il lusus naturae come propul-sore dell'arcipelago artificiale. Laconseguenza del loro piano scellera-to porterà Armada ad insorgere: saràil vampiro Brucolac, Governatore diFontesecca, a guidare la sommossa.Ma la rivolta verrà sedata e Brucolacarrestato. Intanto la ricerca di Avanccontinuerà senza sosta, e al terminedella battuta, una nuova rivoluzionefarà deporre il governo in carica e fa-rà ritornare l'arcipelago fluttuante anavigare nell'Oceano Nascosto, il tut-to in un'incantevole spirale di ana-gnorisi letterarie e di peripeteie nar-rative. La new weird miévilleiana sidifferenzia notevolmente dal "nuovoassurdismo" della bizzarro fiction,che, più irriverente e paradossale, haantefatti e preamboli illogici ed im-probabili. Il "senso del meraviglioso"pervade tutta l'opera di Miéville, co-me lo scenario di Bas-Lag, un univer-so metafisico dove coabitano diversigruppi etnici, e dove le obsolete tec-nologie meccaniche e magnetiche,oggi definite steampunk, si intreccia-no alle scienze occulte, alle arti ma-giche e alla taumaturgia. L'opera, at-traverso il traslato della peregrinazio-ne tangibile e metafisica, tratta dellasfera pubblica, di quella politica cheinfluenza e disorienta, di chi si imbat-te nei meandri inesplorati dell'itinera-rio della propria esistenza ed è co-stretto, giocoforza, ad una inevitabilemetamorfosi intellettuale.
La città delle naviProf. Francesco Fraioli - Collaboratore da Napoli
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A chi non è mai stata raccontata unafiaba almeno una volta nella vita?"C'era una volta …","vissero felici econtenti": sono le tipiche frasi entratenella memoria della nostra infanzia.La struttura della fiaba è semplice elineare: ad una situazione iniziale incui vengono presentati i personaggi
e l'ambientazione, sopraggiungono dei problemi darisolvere, intorno cui si svolgono le successive vicende, fino al superamento delledifficoltà e all'usuale lieto fine. Tramandate oralmente, dai tempi più antichi (si pen-si alle famose fiabe del greco Esopo), fino all'era moderna, le fiabe hanno sempreavuto un ruolo ben preciso e delineato: oltre naturalmente l'intrattenimento dei piùpiccoli, esse svolgono una funzione morale ed educativa. Nelle fiabe possiamo rin-tracciare le credenze e le tradizioni di una cultura popolare che si rispecchiano nel-l'agire e nel pensiero degli eroi, non a caso vi è una differenza notevole tra le fiabeoccidentali e quelle orientali. A seconda dei luoghi in cui vengono narrate, le fiabecambiano ambientazione e protagonisti, ad esempio mentre in Russia la maggiorparte delle vicende si svolgono nella steppa con zar e zarine, le popolazioni Inuitambientano le loro storie tra i ghiacciai con cacciatori di foche ed orsi, ed ancora inEuropa si riprendono i paesaggi dei paesi del nord, con fitte boscaglie, castelli, prin-cipi e boscaioli. Il valore delle fiabe venne riconosciuto e valorizzato soprattutto du-rante il Romanticismo, in cui la fiaba venne definita come espressione di una poe-sia ingenua, ed è in questo periodo che si iniziò una raccolta sistematica di tutte leopere: ad iniziare tale processo furono i fratelli Grimm, che attinsero direttamente dafonti popolari (soprattutto amici, conoscenti ed in particolare una vecchia donnaanalfabeta chiamata Dorothea Viehmann) per la stesura della raccolta. In Italia lapiù ricca raccolta di fiabe popolare fu "Fiabe Italiane" di Italo Calvino pubblicata nel1956. Al suo interno sono contenute circa 200 fiabe appartenenti alle credenze ditutte le regioni, trascritte dai dialetti originali in italiano affinché potessero esserecomprese da tutti. Grazie Ambra per aver scelto di far parte della nostra Grande Famiglia. Con te siamo 210. Franco Falco
C'era una volta…Ambra Salzillo - Collaboratrice da Vitulazio
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Mousse di caprino e confettura di melanzanesu gelatina di pomodoroIngredienti 160 g di caprinospalmabile confettura di
melanzane 1 pomodoro olio extravergi-ne D’oliva sale 2 fogli di gelatina 40 g dipanna. Per la mousse di formaggio: inuna ciotola, mettete il caprino e lavora-telo con la panna. A parte fate scioglie-re nell'acqua un foglio di gelatina; ap-pena raffreddata unitevi il formaggio.Per la gelatina di pomodori passate ilpomodoro e filtrate il succo con un co-lino. A parte ammollate in acqua l'altrofoglio di gelatina amalgamandola con ilsucco di pomodoro scaldato. In unaformina mettete con un sac a poche ilformaggio, la confettura di melanzanee completate con la gelatina di pomo-dori. Fate riposare un'ora in frigo. Sfor-mate e servite decorando con un ciuf-fetto di finocchietto selvatico.
Strangolapreti al ragù di agnelloIngredienti per 8 persone: 1 kg. di car-ne di agnello, 4 spicchi d'aglio, 1 maz-
zetto di prezzemolo, olio extravergine,1,5 kg. di pomodori pelati 200 gr. di for-maggio pecorino grattugiato. Per la pa-sta: 1kg. di farina di grano duro, acqua,un pizzico di sale. Su una spianatoia la-vorate con un piz-zico di sale e ac-qua la farina, fino aformare una pastamorbida e compat-ta. Lasciatela ripo-sare per 30 minutiavvolta in un tova-gliolo di cotone.Con l'aiuto di uncoltello tagliate deitocchetti di pasta
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Prima comunioneDomenica, 22 set-tembre 2013, Gio-vanna Parisi daBellona ha ricevu-to il Sacramentodella Prima comu-nione. Al terminedel sacro rito Gio-vanna con amici eparenti si è recatapresso un noto ristorante di Bellona per trascorrere tra ab-bracci ed auguri una giornata da ricordare insieme allagioia di papà Luigi del fratello Francesco e di mamma La-ra Vozza che alla sua amata figlia ha detto: "Oggi il Si-gnore è sceso ad incontrare il tuo cuore. Che il ricordo del-la purezza e della gioia della tua Prima Comunione ti siaguida per tutta la vita". Auguri dalla nostra Redazione:"Giovanna sii luce nella tua vita".
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che incavate con piccola pressione deldito indice. Otterrete gli "strangolapreti".Intanto, in un tegame di terracotta met-tete l'olio con l'aglio finemente tritato,fatelo imbiondire, aggiungete il prezze-molo tritato e la carne tagliata a pezzinon troppo grandi, rosolate per qualcheminuto, aggiungete i pomodori pelati,salate e fate cuocere a fuoco lento peralmeno 2 ore. Quando il ragù sarà bencotto cuocete gli strangolapreti in ab-bondante acqua che scolate quandosaranno saliti in superficie. Aggiungeteil ragù. Prima di servire cospargete condel pecorino grattugiato.
Strangolapreti
Le ricette di Niett a Collaboratrice da Bellona
Anno VII Nr. 131
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Metamorfosi
Paolo
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va telefonato alla biblioteca del museocampano chiedendo di rintracciarlo. Ilpoemetto è interessante, non solo per lostile aulico, quanto piuttosto per i riferi-menti classici proposti che fanno capire ilgrande affetto che questo poeta caleno, haavuto ed ha ancora, per la sua povera Cal-vi, ridotta ormai a pochi ruderi abbandona-ti. "Pure di Calvi i ruderi sono a mostrarche un giorno tutto fervea di vita, scrive,quando, le lance in resta, i baldi cavalieri,al grido di vittoria, in ressa sui destrieri,Cozzaron contro l'unghie dell'aquile di Ro-ma, Ma fu dal consul Corvo Calvi som-mersa e doma". Un pooemetto che ricordatra l'altro gli uomini, i monumenti e le co-se che hanno fatto grande Cales: dal con-
sole Marco Valerio Corvo, al Tem-pio della Fortuna, dal passaggio diSan Pietro al martire e patrono SanCasto, dal Circo Massimo (che inrealtà è il Teatro), gli idoli di bronzo,le anfore di creta, le iscrizioni suimarmi e sulle monete. Poi ricorda laconquista romana, la rovina, il sac-cheggio ed il castello dove "l'ederaserpeggia col suo verde / che permutuar di varia stagione mai nonperde..". Alla fine, dopo tante cita-zioni, conclude il poeta che Calvi ri-sorse, "orba di tante offese / Del suodestin vindice e a nuovi allori attese:Mille ville, palagi e chiese, nuovesedi apriche sorsero più in la diquelle antiche. Ma, della città mortanon perde la memoria / Finché vi-vranno al mondo l'umanità, la sto-ria". Una lezione quindi sulla storia,sui monumenti e sugli uomini chehanno dato lustro alla città. Non so-lo la Cales romana, ma anche la
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Rintracciato un poemetto di Giuseppe Martino del 1950 sull'antica CalesProf. Paolo Mesolella - Giornalista - Collaboratore da Calvi Risorta
Chi l'avrebbe maipensato di scoprireun poemetto sul-l'antica Cales in unlibro di "Rime va-rie" e per giuntanon sotto il nomedell'autore. Eppure
è stato così: nei giorni scorsi mi è capitatodi trovare nel Museo Campano di Capua ilpoemetto "Sulle antichità di Cales" del ca-leno Giuseppe Martino. Il poemetto tral'altro, era stato pubblicato dal poeta spara-nisano Francesco Grande nel 1955, in unlibro intitolato "Musa vagante" edito dal-l'editore Gastaldi di Milano. L'autore or-mai ottuagenario e residente a Roma, ave-
Calvi longobarda, normanna, angioina,aragonese, borbonica. La Calvi del vesco-vo Landolfo e dei primi gastaldi LandoneIII e Atenolfo che diventò addirittura contedi Capua e Principe di Benevento. La Cal-vi normanna di Onfredo, Riccardo e Rug-gero dell'Aquila. La Calvi dei monumenti:dalle chiese paleocristiane di san CastoVecchio e san Simeone alla cattedrale ro-manica di San Casto nuovo, al castello, alseminario settecentesco. La Calvi, infine,dei monumenti e delle opere d'arte: dallafamosa lastra di sarcofago dell'VIII sec.,alla pergamena del 914 con la quale Eufe-mia vende il casale pariniano alla figliaBona. E poi ancora le lapidi del vescovoGiusto e di Celerio Giustiniano, la cripta,la sagrestia affrescata, le tele, la doganaborbonica, gli storici e i letterati di Calvi.Perfino le grotte affrescate dei Santi e del-le Fornelle e la rievocazione della storiaFiera di san Casto con la processione ar-mata delle reliquie del santo, martire nel 66d.C. Una Calvi cristiana che spesso nascesu preesistenze architettoniche pagane.
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L'aviazione nella II Guer-ra mondiale. Ci eravamolasciati con la nascita delprimo aereo a reazioneavvenuto poco primadella scoppio della IIguerra mondiale affer-
mando che l'utilizzo del mezzo aereoed il ruolo che esso avrebbe svolto du-rante questo periodo sarebbe stato de-terminante per l'evoluzione del mezzostesso. La messa a punto di strutturecellulari e particolari leghe leggere,unite alla consolidata potenza dei mo-tori a reazione, determinò il successodei velivoli militari che dimostraronodefinitivamente le loro potenzialità nonsolo come mezzo bellico ma anche co-me mezzo di trasporto di grande capa-cità su lunghe distanze. Tutte le nazio-ni belligeranti fecero ampio uso delmezzo aereo nei ruoli di caccia, cac-ciabombardiere, bombardiere (tattico,strategico o in picchiata), ricognitore,mezzo da collegamento, trasporto,pattugliatore marittimo, aerosilurante ein altri ruoli imbarcati, oltre che persvolgere altre funzioni meno conven-zionali. All'inizio della seconda guerramondiale, la fulminea conquista tede-
Il volo - Dalle origini ai nostri tempiCol. (r) Antonio Arzillo - Collaboratore da Vitulazio
sca della Polonia(1939) e la scon-fitta di Danimarca,Norvegia, Olandae Belgio (1940)furono in granparte merito dellaLuftwaffe, l'avia-zione hitleriana,poi pesantementebattuta dalla Ro-yal Air Force bri-tannica nella battaglia d'Inghilterra(1940-41), in cui si svolsero per la pri-ma volta nella storia una serie di scon-tri tutti e solo aerei durante i quali ilcaccia inglese Hurricane Mk1 (foto1)ebbe un ruolo predominante. Anche ilviolento attacco giapponese alle basistatunitensi di Pearl Harbor e delle Fi-lippine fu operato sostanzialmente dal-le forze aeree e portò alla distruzionedi gran parte degli aerei da combatti-mento statunitensi dislocati nell'areadel Pacifico. Nelle battaglie aeree eu-ropee l'aeronautica si affermò come si-stema integrato in cui avevano grandeimportanza i radar e la cooperazionefra ricognitori e bombardieri. Durante ilconflitto, le aviazioni dei diversi paesi
operarono su tuttii fronti e spessoin stretto contattocon le forze diterra e di mare.Essenzialmenteaeree furono in-vece le missionidi bombardamen-to che distrusseromolte città inglesie poi rasero al
suolo gran parte delle città tedesche emolte dell'Italia del Nord. Il giorno dellosbarco in Normandia, o D-Day (6 giu-gno 1944), la superiorità aerea alleataconsentì solo sporadiche sortite dellaLuftwaffe hitleriana. Le innovazioni te-desche dell'ultimo periodo del conflittoindicarono comunque, in modo moltopreciso, il futuro delle guerre aeree: illoro V-1, jet senza pilota in grado di tra-sportare 907 kg di esplosivo, fu impie-gato già nel 1944 contro obiettivi civilibritannici, mentre i V-2, veri missili gui-dati con 748 kg di portata netta, venne-ro lanciati nel settembre del 1944.Sempre i tedeschi schierarono anche iprimi aerei da combattimento a reazio-ne, gli ME-262, che diedero ottimi risul-tati senza peraltro incidere sulle sortidel conflitto. Nel Pacifico, la grandebattaglia delle Midway (1942) e quelleper le isole Gilbert, Marshall e Marian-ne dimostrarono la superiorità aereastatunitense, supportata da unità dellamarina, e fornirono agli Alleati basiadatte agli attacchi diretti contro i giap-ponesi. L'uso delle SuperfortezzeBoeing B-29, a partire dal 1944, colseimpreparato il Giappone, che nel marzodel 1945 subì un attacco incendiario suTokyo, seguito il 6 agosto dal lanciodella prima bomba atomica su Hiroshi-ma, effettuato dal bombardiere statuni-tense Enola Gay. La sconfitta giappo-nese, operata dal cielo senza invasionediretta, confermò il peso decisivo dellaguerra aerea nei moderni conflitti.
(continua nel prossimo numero)
Pagina 10
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Negli anni scorsi, diversefamiglie, avevano proble-mi economici ancora piùdi oggi. Di conseguenzauna o più persone, emi-grava. Méta preferita l'A-
merica. La speranza era quella di poterecondurre una vita dignitosa, unitamenteal resto della famiglia rimasta in Italia. Co-sì a questi, di tanto in tanto, i parenti emi-grati, spedivano un pacco. Un giorno, aduna famiglia residente in questa zona,della quale per ovvie raioni si omette ilnome, arrivò il tanto atteso pacco. Unagioia infinita si leggeva sul viso di tutti ipresenti e in meno che non si dica lo apri-rono. La cosa che per prima saltò agli oc-chi di tutti fu la varietà di indumenti. A quel
... e nel pacco c'era anche la "Buonanima"Sandro Di Lello - Appassionato di antiche tradizioni - Collaboratore da Bellona
punto, s'innescò unaspecie di rissa per acca-parrarsi ed indossarequelli che per taglia, mo-dello e colori si adattava-no ai propri gusti, ed esi-genze. Terminata la fre-netica scelta, l'attenzionefu rivolta ad altre cose contenute nel pac-co. C'erano: sigarette, confezioni di pa-sta, biscotti, caramelle ripiene, chewinggum e diversi vasetti. Alcuni trasparenti alpunto da lasciar vedere che contenevanocioccolato in polvere, latte liofilizzato,frutta omogeneizzata e altro ancora. In-somma, c'era ogni ben di Dio. Allora sen-za battere ciglio, aprirono quelle confe-zioni, così tutti poterono affondare il pro-
prio cucchiaio, per attingere il contenutoe divorarlo con bramosia. Ancora con labocca piena dell'assaggio precedente,passavano ad un'altra confezione, tantoche il retrogusto del precedente bocco-ne, copriva il gusto del successivo. Soloquando furono svuotati tutti i contenitorie ritornò la calma, si accorsero che sulfondo del pacco c'era una busta chiusa.Il più grande di loro l'aprì e vi trovò den-tro un pacchetto di dollari, i quali furonocontati e ricontati fino all'infinito. Poi siaccorsero che c'era anche un foglietto,sul quale una mano incerta, aveva scrit-to il seguente messaggio: Cara mamma,fratelli e sorelle, purtroppo devo darviuna brutta notizia. Pochi giorno fa, è ve-nuto a mancare papà. Qui c'è l’usanzache dopo la morte ci si fa cremare e, no-stro padre, aveva espresso questo desi-derio. Cosa che è stata fatta. In ricordodella buonanima, vi ho spedito le sue ce-neri. Le troverete nel vasetto di terracot-ta (foto). Ma, quando tutti seppero, ormaiera troppo tardi. Quel corpo "liofilizzato"contenuto nel vasetto, era già stato avi-damente degustato e "divorato"!
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Tra il 19 e il 21 set-tembre 1860 si svolsea Caiazzo una dellepiù cruente battagliedel Risorgimento ita-liano. Il paese, alloradi chiara matrice bor-bonica, si trovava inuna posizione strate-
gica poiché luogo di transito per coloroche avessero voluto andare da Capua aCaserta attraversando i ponti dell'acque-dotto Carolino. Dopo la sconfitta ricevutadai Borbone a Napoli, a difesa di Caiaz-zo vi erano 600 uomini del tenente co-lonnello Ferdinando La Rosa, coman-dante del 6° Batt aglione Cacciatori Rea-li. Essi ben presto dovettero scontrarsicon il maggiore Giovan Battista Cattabe-ni, comandante delle camicie rosse.Quest'ultimo decise di attaccare l'eserci-to regio di buon mattino attuando un'im-boscata grazie all'aiuto di Manetti, un fio-rentino che introdusse i garibaldini nelgiardino di casa Corsi - di cui era exagente - e di conseguenza in città. Il ten-tativo di invadere Caiazzo fu sventato
La Battaglia di CaiazzoDr.ssa. Daniela Salzillo - Collaboratrice da Caiazzo
grazie all'aiuto dellapopolazione localeche assalì le casedei nobili liberali ecostruì barricate, daPort'Anzia a PortaPia, che furono utilinel difendere tutto ilcentro abitato. Latradizione locale as-socia questa vittoriaalla festività di San Gennaro, che avreb-be voluto salvare il re e il popolo dellasua città. Ma la battaglia non finì lì. Infat-ti l'esercito regio, si impegnava di evitareche i garibaldini occupassero la stradaper Capua, dove si trovavano Ferdinan-do II di Borbone, lo Stato Maggiore e unabuona parte dell'esercito. Le giubbe ros-se, dal canto loro, non si arresero e con-tinuarono ad avanzare. A Caiazzo La Ro-sa ricevette rinforzi e riuscì ad accerchia-re i garibaldini che furono costretti allaresa. Partecipò anche il giovanissimofratello del re e duca di Caserta, Alfonsodi Borbone. La battaglia fu una delle po-che vinte dall'esercito borbonico. Tale vit-
toria infranse il mito del-l'invincibile Garibaldi eprobabilmente dimostròche l'esercito borbonicoavrebbe potuto vincerese i loro avversari nonavessero operato trami-te tradimenti e corruzio-ne. Il 22 settembre sicontarono 1100 tra feritie morti e 700 prigionieri.
Tra le vittime ci furono anche Cattabeni eLa Rosa, il quale morì a Capua qualchegiorno dopo a causa delle ferite riportatee dove ricevette funerali ufficiali. Dopo153 anni quasi nessuno ormai ricorda losforzo compiuto dai caiatini, scesi per lestrade in difesa dei loro ideali. Erano an-ch'essi italiani e combattevano per lapropria Patria. In memoria di quel tempoa Caiazzo resta solo una strada, dedica-ta al Cattabeni, un segno che la storia èscritta dai vincitori (delle guerre e nondelle battaglie). Grazie Daniela per aver scelto di farparte della nostra Grande Famiglia.Con te siamo 209. Franco Falco
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Raccolta dell'uva di Don Peppe DianaIl Direttore
Il sindaco Raimondo Cuccaroha curato di persona la vignadove, domenica 29 settembre,con Scout, Azione Cattolica eCaritas, si terrà la raccolta del-
l'uva, senza spese per il Comune. L'inizia-tiva avrà soprattutto la finalità di restituireai cittadini i frutti che, fino ad oggi, sonostati illecito appannaggio delle consorteriecriminali del territorio. Proprio per questaragione, l'Amministrazione pignatarese havoluto coinvolgere nelle operazioni di rac-colta e vinificazione i ragazzi degli Scout,dell'Azione Cattolica e gli attivisti della Ca-ritas per dare un concreto segnale di rina-scita e di collaborazione sociale. A partiredalla prima mattinata i giovani apparte-nenti ai tre importanti sodalizi pignataresisi recheranno nei terreni confiscati alla ca-
morra, per raccoglierel'uva della vigna di donPeppe Diana. "Uncammino di sinergia e,se me lo consentite, digrande affetto - hacommentato il sindacodi Pignataro Maggiore,Raimondo Cuccaro -quello di domenica 29
e un appuntamento speciale, perchèquella terra, sottratta con la violenza e te-nuta con il terrore dalla camorra, tornanelle mani della parte migliore della socie-tà. Un momento simbolico, ha aggiunto ilsindaco - ma soprattutto un esempio perfar capire concretamente che quella terraora e nostra". Negli ultimi tempi, lo tessoprimo cittadino pignatarese ha curato per-
sonalmente e senza spese a carico del-l'Ente la vigna intitolata a don Peppe Dia-na. "Un onore farlo, ha concluso Raimon-do Cuccaro, il solo pensiero di poter colla-borare in prima persona alla rinascita mo-rale di questo territorio mi spinge a esse-re sempre in prima fila, soprattutto quan-do si tratta di curare un bene sottratto allacamorra”. Finalmente, dopo un periodo di buio, pas-so dopo passo, anche a Pignataro si ritor-na a respirare odore di Legalità.
Teatro della strage di MonteCarmignano 13.10.1943
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Altro bagno di folla per don Luigi MerolaPaolo Fasulo - Collaboratore da Bellona
Giovedì 19 settembre 2013, alle ore09,00 don Luigi Merola si è recatopresso l’Istituto Autonomo Com-prensivo di Bellona, per augurareagli alunni buon inizio del nuovo an-no scolastico. Questa gradita ed
inaspettata visita è stata sollecitata dall’Asso-ciazione Dea Sport Onlus di Bellona coinvol-gendo non solo il suddetto Istituto ma anchequello di Pignataro Maggiore nonché l’Asso-ciazione Demetra di Calvi Risorta. La sensibi-lizzazione della Dea Sport è avvenuta quando è stato ascol-tato l’appello di don Luigi che attraverso i canali della RAI co-municava le difficoltà che stava attraversando la Fondazione‘A voce d’’e creature che rischiava la chiusura facendo ritor-nare in strada 150 ragazzi ospitati nella fondazione. L’Asso-ciazione Dea Sport Onlus di Bellona divulgò la richiesta disolidarietà che, oltre ad essere condivisa dai soci ed estima-tori, fu accolta anche dalle suddette Istituzioni. Don Luigi Me-rola a Bellona è stato accolto dal Direttivo dell’AssociazioneDea Sport Onlus, dal Preside Prof. Luca Antropoli, Docentied alunni dell’IAC di Bellona e dal delegato ai Grandi Eventidella Città di Bellona dott. Domenico Valeriani. Alle ore10,30, don Luigi Merola con la sua scorta si è recato pressol’IAC di Pignataro Maggiore dove ha ricevuto gli onori di ca-
sa dal Preside Prof. Paolo Mesolella, Docenti, alunni, ViceSindaco Francesco De Rosa e dal consigliere comunaleGiorgio Valente, dal Comandante della Polizia MunicipaleCap. Alberto Parente e da una delegazione dell’AssociazioneDemetra di Calvi Risorta. A Bellona è stata raccolta la som-ma di euro seicento ed hanno contribuito: Abbate Filippo, Ad-delio Maria, Altieri Ersilia, Altieri Giuseppe, Antropoli Luca,Cafaro Giacomo, D'Iorio Cecilia, Di Lillo Marisa, Falco Fran-co, Fasulo Paolo, Giudicianni Giuseppe, Giudicianni Maria,IAC "Madre Teresa di Calcutta" Pignataro M., Iorio Giuseppe,Martone Antonio, Mesolella Paolo, Missina Ugo, Papa Maria,Penniello Luigi, Perretta Concetta, Pezzulo Giuseppe, RaiolaSilvia, Renna Aurora Michela, Russo Simonpietro, Salzillo Ar-cangelo, Valeriani Domenico, Valeriani Franco.
Bellona
La 43esima edizione di "Settembre al Borgo"ha regalato, nella suggestiva cornice del Bor-go di Casertavecchia, sette grandi concerti:Franco Battiato, Daniele Silvestri, MalikaAyane, Raphael Gualazzi, Max Gazzè, AlexBritti e Fiorella Mannoia! Sul percorso checonduce al Teatro della Torre, ambientazionedei concerti, è stato installato "il bosco deglialberi parlanti", una serie di alberi che narra-
vano gli avvenimenti più importanti dei 42 anni durante i quali siè svolta la manifestazione. La serata di venerdì 13 u.s. ha avu-to come protagonista la grande Fiorella Mannoia, una delle vo-ci più belle della musica italiana. La cantante romana ha intrat-tenuto il pubblico con le sue più celebri canzoni, tra cui "I trenia vapore", "Io non ho paura", "Come si cambia", "I dubbi dell'a-more", "L'amore si odia", "Ho imparato a sognare", "Il cielo d'Ir-landa", "Sally", "Quello che le donne non dicono", nonché gliomaggi a Paolo Conte, Renato Zero e Lucio Dalla con "Via conme", "Cercami" e "Cara". Ma uno dei momenti più emozionantidella serata è stato quello in cui ha cantato "In viaggio", canzo-ne dell'ultimo album ("Sud"), scritta dalla stessa Mannoia e de-
dicata ad una figlia mai avuta con le parole che una mamma po-trebbe dire ad una figlia che, per un motivo o per un altro, lasciala casa. Sono parole che fanno riflettere e trasmettono una pro-fonda lezione di vita. Parole toccanti, come quelle che la can-tante ha dedicato all'inizio dello spettacolo a tutte le donne vitti-me del "femminicidio", fenomeno purtroppo sempre più diffuso,con una simbolica sedia rossa che una qualsiasi di queste vitti-me avrebbe potuto occupare se non fosse stata uccisa. "Biso-gna parlarne perché questa è diventata una vera e propriaemergenza nazionale. Siamo in un momento di degrado etico,finanziario, morale, economico e quando ci sono queste crisi, intutto il mondo, le prime vittime sono sempre le donne […] Biso-gna far pressione sulle autorità affinché facciano qualcosa per-ché, in questo Paese, ogni giorno una donna viene ammazzata;bisogna fare in modo di ripartire dall'educazione a casa, a scuo-la per insegnare ai nostri figli il rispetto innanzitutto per le don-ne!" ha detto la cantante. Una serata, insomma, caratterizzatada un'ottima musica e da ottime parole di un'artista che da sem-pre lotta contro le ingiustizie di ogni genere dimostrando più vol-te di non predicare soltanto il bene come molti, ma di lottare peril cambiamento… come pochi!
Fiorella Mannoia emoziona CasertavecchiaAlessia Di Nardo - Laureanda in Lettere Moderne c/o Università “La Sapienza” di Roma
BellonaPignat aro
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Api Invasioni Donato De Marco 0823878002Ambulanza 118 Anziani 800.911.315 contro le truffeAuto clonate 800 400 406.Avis - Bellona 339 7386 235 Bellona Municipio 0823 965180Bellona Polizia Locale 0823 967293Carabinieri Vitulazio 0823 967048Carabinieri Capua 0823 969800Carabinieri Allievi BN 0824 311 452Carabinieri Pignataro 0823 871010Centro antiveleni Na 081 545 3333Centro Ustioni Roma 06 59 041Corpo forestale 1515Droga ed alcool - 800 178 796Droga Recupero - 081 553 4272Emergenza Infanzia 114Guardia Forestale 0823 279 099Guardia medicaPignataro 0823 654 586Osp. Santobono Napoli 081 747 5563Prefettura CE 0823 429 111Protezione Civile Bellona telefax 0823 966 163 - 320 567 9455Rifiuti ingombranti (Bellona) 800 519 787Sangue 339.738 6235 - 339.774 2894Stalking 0823 445310Telefono azzurro 081 599 0590Usura - racket 800.999.000Vigili del Fuoco 115 - 0823 466 666Violenza donne 1522Vitulazio Polizia Locale Tel.0823-967528/29
Ospedali: (P .S.=Pronto Soccorso)Arienzo P.S.- 0823 803 111Aversa P.S.- 081 500 1111Caserta - Militare - 0823 469 588Caserta P.S.- Civile - 0823 231 111CUP 800 911 818 Marcianise P.S.- 0823 518 1111NA - Cardarelli P.S. - 081 7471111CUP - 800 019 774S. Maria C.V. P.S.- 0823 891111Prenotaz.: 0823 795 250Sessa P.S. -0823 934 111 Venafro - 0865 903 974DITELO AL TG3 - 081 5639994
FarmacieBellona : Chirico P. Carlo Rosselli, 5 0823 966 684Camigliano : Di Stasio PiazzaKennedy, 2 - 0823 879003Capua : Apostolico - via Duomo, 32 0823 961224 Corvino P.zza Dei Giudici - 0823 961902 Costanzo C.so Appio, 67 - 0823 961781Russo Fuori P. Roma, 101 0823 961162Tartaglione G. P. di Malta 0823 961 364Pastorano :Anfora V. Italia - 0823879104Pignat aro MaggioreFusco - Masiello, 38 - 0823 871167Rega - R. Elena, 63 - 0823 871025
S. Maria C.V. Antonone via Lavoro, 141 0823 812260Beneduce via G. Paolo I 18 - 0823843701Bovenzi via Mazzocchi 48 0823 846520Iodice viale Kennedy, 58 - 0823 589137
Merolla via A. Moro, 43 - 0823 841758Salsano S. Francesco - 0823 798583Simonelli via Anfiteatro 78 - 0823 845383Tafuri via Avezzana, - 0823 589216Vitulazio : Cioppa Via Ruggiero, 13 - 0823 990038
Capua - Turno festivo e prefestivo 28.09.13 - Apostolico29.09.13 - Corvino05.10.13 - Costanzo06.10.13 - Russo12.10.13 - Tartaglione13.10.13 - Apostolico19.10.13 - Corvino20.10.13 - Costanzo
Farmacie - S. Maria C. V . Turno festivo e prefestivo
28.09.13 - Beneduce Simonelli29.09.13 - Salsano05.10.13 - Salsano - Tafuri 06.10.13 - Merolla12.10.13 - Merolla - Bovenzi13.10.13 - Beneduce19.10.13 - Antonone - Iodice20.10.13 - Simonelli21.10.13 - Merolla - Bovenzi22.10.13 - Salsano - Simonelli
S. Maria C. V. - Turno notturno 27.09.13 - Iodice28.09.13 - Beneduce29.09.13 - Salsano30.09.13 - Merolla01.10.13 - Bovenzi02.10.13 - Salsano03.10.13 - Antonone04.10.13 - Simonelli05.10.13 - Tafuri06.10.13 - Merolla07.10.13 - Beneduce08.10.13 - Iodice09.10.13 - Salsano10.10.13 - Merolla11.10.13 - Antonone12.10.13 - Merolla13.10.13 - Beneduce14.10.13 - Salsano15.10.13 - Tafuri16.10.13 - Simonelli17.10.13 - Beneduce18.10.13 - Bovenzi19.10.13 - Antonone20.10.13 - Simonelli21.10.13 - Iodice22.10.13 - Merolla23.10.13 - Bovenzi24.10.13 - Salsano
AvisCalendario delle raccolte 2013
Bellona Ottobre - 12 e 13 - Novembre - 23 e 24Dicembre - 21 e 22
Formicola Ottobre 06Liber iOttobre 27
Orario feriale dei treniS. Angelo in Formis - NapoliVALIDO FINO AL 14.12.2013
06,32 S. Angelo in F. 07,30 na c.le07,03 S. Angelo in F 08,07 na c.le09,16 S. Angelo in F 10,15 na c.le12,24 S. Angelo in F 13,18 na c.le13,52 S. Angelo in F 14,48 na c.le14,51 S. Angelo in F 15,48 na c.le15,59 S. Angelo in F 16,53 na c.le18,13 S. Angelo in F 19,06 na c.le
Napoli - S. Angelo in Formis07,47 na c.le 08,46 S. Angelo in F11,50 na c.le 12,48 S. Angelo in F12,16 na c.le 13,18 S. Angelo in F14,25 na c.le 15,26 S. Angelo in F15,10 na c.le 16,14 S. Angelo in F16,47 na c.le 18,50 S. Angelo in F19,45 na c.le 20,45 S. Angelo in FI treni delle ore: 13,52 - 14,51 - 18,13 nonfermano a TrifliscoPer qualsiasi informazione 800 178097
SorridiSignor Giudice voglio separarmi da miomarito. E' un violento. E' ritornato al-l'improvviso a casa, è entrato in came-ra da letto e senza un attimo di esita-zione ha iniziato a menarmi colpendo-mi dove capitava. Se non fosse statoper il mio amante che, alzatosi dal let-to, mi ha difeso, quell'energumeno miavrebbe ammazzata.
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Anno VII Nr. 131
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