Claudia Sanna - CONSERVARE IN DIGITALE: Le nuove tecnologie e la tutela del patrimonio librario in
biblioteca.
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Sommario Introduzione ..................................................................................................................................................... 3
I. Definizione di digitalizzazione ....................................................................................................................... 4
II. La digitalizzazione in biblioteca .................................................................................................................... 4
II. 1 La digitalizzazione al servizio della Conservazione dei Beni Librari. ....................................................... 5
II.2 Metodi di digitalizzazione ....................................................................................................................... 7
II.2.1 Le fasi della digitalizzazione ............................................................................................................. 8
II.3 Vantaggi e svantaggi della digitalizzazione ........................................................................................... 12
III. Progetti di digitalizzazione del patrimonio librario .................................................................................... 13
III.1 Europa ................................................................................................................................................. 13
Gran Bretagna ........................................................................................................................................ 15
Germania ................................................................................................................................................ 15
Francia .................................................................................................................................................... 15
Spagna .................................................................................................................................................... 16
Russia ..................................................................................................................................................... 16
Italia ........................................................................................................................................................ 16
III.2 Stati Uniti ............................................................................................................................................. 19
IV. L’Italia e Google Books. ............................................................................................................................. 19
Conclusioni ..................................................................................................................................................... 21
Bibliografia ..................................................................................................................................................... 22
Sitografia ........................................................................................................................................................ 23
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Avvertenza: Per tutti i siti web l’ultima consultazione è avvenuta il 12 Aprile 2013.
Introduzione
Ha quasi valenza ossimorica l’accostamento tra un oggetto contemporaneo come il computer e
uno antico quale è il libro. È stato anche predetto che il primo avrebbe decretato la morte del
secondo, ma appare ormai chiaro come un buon uso delle tecniche informatiche possa giocare un
ruolo importante nell’ambito della conservazione e della fruizione di ciò che viene custodito nelle
nostre biblioteche.
La digitalizzazione del patrimonio culturale è uno dei temi cruciali per le biblioteche del XIX secolo
ed una delle priorità dell’Agenda Digitale Europea1. L’acquisizione in formato digitale di libri,
riviste, immagini, carte, documenti di archivio, fotografie, materiale audiovisivo, oggetti museali
consente una immediata fruizione e un aumento dell’accesso al patrimonio culturale sia in termini
di tempo che di pubblico. Permette inoltre la valorizzazione di materiali rari, preziosi e poco
conosciuti o appartenenti ad aree tematiche particolari e la loro conseguente conservazione e
tutela, permettendo un utilizzo virtuale al posto di una spesso dannosa manipolazione
“analogica”.
In questa esposizione non parleremo di digitalizzazione dei libri moderni e dei periodici, ma
vedremo come questa viene applicata nell’ambito della Conservazione dei Beni Culturali e del
patrimonio librario in particolare, i metodi e gli standard e i conseguenti vantaggi e svantaggi.
1 Su questo argomento si veda il paragrafo III.1 alla pag. 13.
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I. Definizione di digitalizzazione
Per digitalizzazione2 si intende il processo di conversione che applicato alla misurazione di un
fenomeno fisico ne determina il passaggio dal campo dei valori continui a quello dei valori discreti.
Tale processo viene oggi comunemente sintetizzato nei termini di passaggio
dall'analogico al digitale. Più specificatamente, la digitalizzazione è un modo di catturare e
immagazzinare immagini mediante tecnologie informatiche. Attraverso una macchina fotografica
digitale o uno scanner si esegue una fotografia che viene convertita in un codice digitale binario
(essenzialmente una stringa di tanti zero e uno) e, letta da un computer, ne ridà la sua facies
elettronica su uno schermo o ne permette la sua stampa su carta. I dati sono immagazzinati su un
supporto magnetico o ottico che ne permette la sua fruizione e conservazione. Il contenuto di
informazione delle immagini digitali non viene convertito in forma alfanumerica al momento della
lettura a scansione e pertanto non si possono eseguire ricerche testuali, ma è possibile lavorare
ulteriormente sulle immagini digitalizzate in modo da estrarne i contenuti testuali (attraverso l’uso
di programmi di riconoscimento caratteri, detti OCR), o migliorare la qualità di visione (attraverso
software di elaborazione di immagini e fotoritocco).
II. La digitalizzazione in biblioteca
Due sono i principali presupposti per cui si sceglie di digitalizzare in biblioteca: una motivazione di
carattere più puramente conservativo – per proteggere cioè gli originali dai rischi inevitabilmente
connessi alla consultazione diretta – e l’intenzione di rendere disponibili su larga scala (on-line o
off-line) risorse culturali che altrimenti rimarrebbero sotto-utilizzate. È importante avere una
visione il più possibile chiara degli obiettivi per mettere a punto le strategie operative e pianificare
con precisione il programma e il progetto di digitalizzazione. Nel corso degli anni, con la nascita dei
primi progetti di digitalizzazione, è stato riscontrata una certa improvvisazione nelle procedure e
una mancanza di uniformità nei metodi, per cui, a vari livelli, si è proceduto al rilascio di una serie
di modelli prescrittivi che delineano con precisione gli standard qualitativi cui uniformarsi. Si passa
da semplici raccomandazioni di carattere generale3 alla Normativa per l’acquisizione digitale delle
2 http://it.wikipedia.org/wiki/Digitalizzazione
3 Falchetta P. , “Guida breve alla digitalizzazione in biblioteca”, in Biblioteche oggi , Fasc. n.9(2000), pp. 52-67.
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immagini fotografiche dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero per i
Beni e le Attività Culturali4. Nel corso degli anni, attraverso la condivisione di esperienze si è giunti
alla formulazione di standard per la digitalizzazione di vari tipi di materiali e i metodi da utilizzare5,
in modo da limitare al massimo le discordanze tra i procedimenti e le modalità di acquisizione, così
da coordinare a livello nazionale le realizzazioni di metadati nei progetti di digitalizzazione nei
diversi settori dei beni culturali e di raccordare le iniziative italiane con quelle europee e
internazionali, facendo in modo che il materiale digitalizzato possa essere visto in una prospettiva
di comune utilizzo (ad esempio attraverso la costituzione di grandi portali web come l’italiano
Internet Culturale6).
II. 1 La digitalizzazione al servizio della Conservazione dei Beni Librari.
Il desiderio di tramandare il patrimonio culturale è sempre stato accompagnato alla necessità di
selezionare ciò che viene tramandato. Non è solo il testo a dover essere conservato ma anche
l’oggetto, il supporto. Gli interventi riguardanti la conservazione devono essere lungimiranti. In
passato sono sopravvissuti i libri di pregio, mentre si è guardato poco alla tutela di quei testi
ritenuti popolari e di limitato valore economico, nonché dei periodici, in quanto giudicati materiale
ingombrante e di scarsa qualità. I bibliotecari contemporanei, che operino o meno in Biblioteche di
Conservazione si ritrovano ora a dover fare i conti con materiale a stampa o manoscritto che può
avere da qualche secolo a decine di anni, e non è detto che sia il materiale più antico ad essere il
più fragile e bisognoso di cure. È vero soprattutto il contrario. È infatti noto come volumi scritti su
pergamena o (dalla metà del XV sec.) stampati su carta ottenuta con metodi artigianali (come ad
esempio la carta di stracci), a causa del materiale di cui sono fatti, spesso si rivelino molto più
resistenti alle insidie del tempo di libri stampati appena centocinquanta anni fa. A metà del
Ottocento infatti, la nascita della stampa industriale e la produzione della carta con metodi di
massa porto alla caduta dei prezzi e trasformò il libro da oggetto raro e prezioso in un prodotto di
4 Il documento, in formato PDF, è scaricabile dalla pagina http://www.iccd.beniculturali.it/getFile.php?id=291 .
5Linee Guida ICCU: http://www.iccu.sbn.it/opencms/opencms/it/main/bdi/linee_guida_standard/;
Linee guida IFLA: http://www.ifla.org/files/assets/preservation-and-conservation/publications/digitization-projects-guidelines.pdf.
6 Accesso al portale da http://www.internetculturale.it. Sull’argomento si veda anche l’articolo di Laura Ciancio, “
“Internet Culturale. Cataloghi e Collezioni digitali delle biblioteche italiane”. La nuova versione del portale”, in Digitalia. Rivista del digitale nei beni culturali, A.5, n. 2 (2010), pp.123-134.
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largo consumo. Questo fatto portò innegabilmente grandi benefici sul piano della sconfitta
dell’analfabetismo, ma per contro la qualità dei volumi prodotti calò a tal punto che la studiosa
Franca Alloatti afferma che “mediamente la durata della vita di un libro si aggiri intorno ai
settant’anni, ma è un’ipotesi ottimistica, se si considera che alcune edizioni degli anni Cinquanta,
come certi romanzi che non hanno avuto ristampe e sono per tanto le uniche edizioni superstiti,si
sbriciolano fra le dita”7. Tale deterioramento è imputabile con facilità alla qualità della carta,
prodotta non più con gli stracci ma con la pasta di legno. L’alta percentuale di lignina e l’innestarsi
di processi chimici che causano acidità ed ossidazione, sono responsabili della perdita di resistenza
meccanica, della mancanza di flessibilità, di elasticità delle carte che, se piegate, si spezzano. È
necessario dunque avere un’ottima conoscenza del materiale che si possiede in biblioteca e non
riservare solo al materiale antico e di pregio (come verrebbe naturale) particolari attenzioni di
tutela, ma a tutto il patrimonio, in modo che resti fruibile e possa essere tramandato per i decenni
a venire.
In tutto questo discorso della Conservazione la digitalizzazione può giocare un ruolo importante,
sia dal punto di vista della tutela che da quello della fruizione, senza tralasciare il lato economico.
Il restauro di un libro è un fatto costoso, dunque è necessario ridurre al minimo i “danni da
consultazione”, fornendo quando possibile una copia digitale del volume. La Conservazione non
deve dunque avvenire a discapito della fruizione, ma le due cose si possono implementare grazie
ad un uso sapiente delle moderne tecnologie. Sottoporre a digitalizzazione il materiale più
frequentemente consultato e quello a elevato rischio di degrado è in alcuni casi una scelta
obbligata, ma consente la preservazione e insieme il godimento di volumi che fino a ieri
risultavano inavvicinabili da parte di un’utenza generica. È comunque necessario non dimenticare
che la digitalizzazione deve considerata come mero supporto della conservazione, ed è spesso
anche un supporto molto valido, ma non può mai risultare sostitutivo degli originali. Questi vanno
sempre salvaguardati con le tecniche tradizionali e la loro digitalizzazione non può rivelarsi una
scusa per un loro accantonamento “in qualche angolo della biblioteca, in attesa di tempi migliori
che forse non verranno mai. Se per “salvaguardia” si intende l’attiva protezione di un bene, non si
può applicare questo termine ad un’operazione di mera esclusione: questi esemplari anche se
7 Alloatti F. , “Gli originali e la riproduzione Digitale. A proposito della conservazione del materiale moderno e di alcuni suoi paradossi”, in Biblioteche oggi ,Fasc. 10 (1998), pp. 28-31.
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impacchettati,inscatolati, esclusi dalla consultazione, continuano a degradarsi,perché la loro stessa
natura li condanna”8. I volumi destinati alla digitalizzazione non possono dunque essere sostituiti
in toto da loro copie digitali; essi rimangono come testimonianza materiale, spesso vere e proprie
opere d’arte, di cui l’utente deve poter sempre predisporre in tutti i casi in cui la sola visione
virtuale non è sufficiente ma necessita anche uno studio delle caratteristiche fisiche. La
riproduzione digitale risulta quindi essere un’alternativa alla consultazione fisica, ma non svolge
alcuna funzione di salvataggio degli esemplari, in quanto non arresta quei processi di
disgregazione chimica e meccanica già presenti nell’oggetto al momento della sua creazione.
La digitalizzazione può venire in aiuto dello stesso restauro dei volumi, per cui si può disporre una
copia del volume ante-restauro e una post-restauro per poter fare confronti (anche se spesso
l’operazione diviene necessaria in quanto le pagine trattate con velatura al momento della
digitalizzazione si sono rivelate di difficile lettura9). Ci sono poi casi in cui la copia digitale si può
rivelare addirittura “migliore” dell’originale: ad esempio, se l’inchiostro di un manoscritto è
particolarmente sbiadito si può effettuare un’operazione di image processing, che consente di
aumentare il grado di risoluzione delle immagini e fornire quindi una maggior precisione nei
dettagli.
II.2 Metodi di digitalizzazione
La pianificazione di un’attività di digitalizzazione dalla portata più o meno ampia deve considerare
innanzitutto gli scopi che si intendono perseguire e gli esiti attesi. Si può infatti andare dalla
creazione di copie d’archivio destinate tout court a preservare la memoria di determinati volumi al
riversamento in formato digitale di dati precedentemente immagazzinati su altro supporto (ad es.
il microfilm), all’intento primario di diffondere i dati digitali localmente o mediante accesso
remoto (OPAC, Internet), dalla necessità di aggiornare e rinnovare la qualità dei servizi offerti
tramite l’uso dei nuovi mezzi tecnologici e (perché no) usarli per costituire fonte di introiti.
8 Alloatti F. , “Gli originali e la riproduzione Digitale. A proposito della conservazione del materiale moderno e di alcuni suoi paradossi”, in Biblioteche oggi , Fasc. 10 (1998), pp. 28-31.
9 Mura G., “Conservazione vs fruizione? Dal supporto cartaceo al supporto digitale”, in Biblioteche oggi , Fasc. n.7 (2003), pp. 33-37.
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Figura 1: Scanner planetario a luce fredda
II.2.1 Le fasi della digitalizzazione
Il processo di digitalizzazione si compone di diverse fasi che è bene rispettare per ottenere risultati
accettabili nel rispetto degli standard qualitativi10:
Pianificazione di un progetto di digitalizzazione: è la prima fase, la più delicata di tutto il processo.
Una buona pianificazione
può far fronte all’insorgere
di problemi e ottenere una
coordinazione tra le parti
coinvolte che si tradurrà in
un risparmio di tempo e di
denaro. Di norma bisognerà
trovare una risposta alle
seguenti questioni:
• Cosa (va fatto)?
• Chi (dovrebbe farlo)?
• Dove (lo si dovrebbe fare)?
• Quando (dovrebbe aver luogo)?
• Come (sarà fatto)?
Ricognizione e individuazione dei fondi: è necessario avere bene in mente cosa digitalizzare. La
scelta del materiale verrà dettata dagli scopi della digitalizzazione (conservazione, distribuzione
on-line / off-line, catalogazione) che a sua volta detteranno i metodi da utilizzare e le
problematiche connesse.
10 Falchetta P., “Guida breve alla digitalizzazione in biblioteca”, in Biblioteche oggi , Fasc. n.9 (2000), pp. 52-67; “Manuale di buone pratiche per la digitalizzazione del patrimonio culturale. Versione 1.3 (3 marzo 2004)” a cura del Gruppo di lavoro 6 del Progetto Minerva. Il documento, in formato PDF, è scaricabile dalla pagina: http://www.minervaeurope.org/structure/workinggroups/goodpract/document/buonepratiche1_3.pdf.
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Le risorse umane e organizzative:
Sia che si ricorra a personale
interno all’istituto, sia che ci si
appoggi a personale esterno
occorre che chiunque si occupi
del progetto sia a conoscenza di
ogni fase di esso e abbia tutti gli
strumenti necessari per operare.
Preparativi per la digitalizzazione:
Hardware e Software Affinché la
digitalizzazione possa procedere, sarà necessario dotarsi della strumentazione tecnica necessaria.
Normalmente questa sarà costituita da strumenti per la cattura di immagini digitali (videocamere
digitali, scanner per libri, documenti o microfilm, hardware audio e video, se necessari) collegati a
una piattaforma informatica idonea (computer, sistema operativo, rete ecc.). Si possono
distinguere due diversi metodi di digitalizzazione che utilizzano hardware differenti: la scansione e
l’uso di videocamere digitali. La maggior parte dei progetti di digitalizzazione richiede uno scanner
piatto per quel tipo di materiale che può essere sottoposto a pressione su una superficie rigida
(documenti manoscritti e a stampa non rilegati). È sempre meglio dotarsi dello scanner più grande
possibile per evitare scansioni “a mosaico”. Di norma lo scanner piatto dovrebbe essere utilizzato
solo con materiale già piatto di per sé e che non venga danneggiato dall’essere pressato su una
superficie rigida. Per molti documenti rilegati può risultare idoneo uno scanner con un leggio, in
modo da rispettarne le dimensioni. Per l’acquisizione di materiali che non possono essere
schiacciati o appoggiati su un leggio, gran parte dei progetti di digitalizzazione richiede una
macchina fotografica. La cattura di immagini (sia con lo scanner sia con la macchina fotografica)
dovrebbe essere effettuata con la più alta risoluzione possibile. Questo, nella maggioranza dei casi,
darà luogo a file master molto grandi dai quali poi, per scopi quali la diffusione via Web, potranno
essere estratti file più piccoli. Naturalmente, da un’immagine a bassa qualità, non si potrà mai
ottenere un’immagine ad alta qualità.
Per il progetto dovrebbe essere acquistato il pacchetto software più adatto e potente che ci si
possa permettere. Come soglia minima irrinunciabile, il software dovrebbe essere in grado di:
Figura 2: Scanner piano con contrappesi
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- aprire file immagini molto grandi
- modificare la risoluzione e la profondità del colore
- salvare versioni differenti in vari file di varia grandezza
- selezionare e copiare parte di un’immagine e salvarla in un altro file
- esportare immagini in file di formato differente, inclusi gli standard Web comuni JPEG e GIF.
Diversi pacchetti software gratuiti forniscono tali livelli di funzionalità; tuttavia, l’investimento in
un prodotto commerciale potrebbe rendere di più in termini di tempo, energie, documentazione
e supporto tecnico.
Ambiente: Molti materiali rari o delicati richiedono un ambiente particolare. Il procedimento di
digitalizzazione deve comportare il minimo effetto negativo sul materiale originale e questo
costituisce un punto delicato per ogni progetto. L’ideale sarebbe avere una sala dedicata alla sola
digitalizzazione e riservata al progetto per l’intera sua durata. Se il materiale originale richiede
particolari condizioni di luce, umidità ecc., queste dovranno essere replicate quanto più
fedelmente possibile nell’ambiente di digitalizzazione. È assolutamente sconsigliato l’utilizzo di
luce diretta.
Movimentazione del materiale: In molti casi il materiale da digitalizzare risulta particolarmente
fragile o delicato. Spesso la sostituzione della consultazione manuale con l’accesso on-line
costituisce una delle motivazioni principali dei progetti di digitalizzazione. È fondamentale che in
ogni progetto vengano presi provvedimenti per assicurare che il materiale originale non subisca
alcun danno durante il procedimento di digitalizzazione. Questi provvedimenti possono estendersi
dall’uso dell’hardware appropriato, alla realizzazione di un adeguato microclima oppure alla scelta
di spostare il centro delle operazioni nel luogo in cui il materiale è conservato piuttosto che
viceversa.
Formato dei file e dei metadati : Di regola il risultato del procedimento di digitalizzazione è
rappresentato da un file master nel formato non compresso TIFF (Tagged Image File Format) con
alcuni metadati incapsulati. Questi metadati saranno sia di natura descrittiva che amministrativa e
conterranno una serie di informazioni relative alla struttura dei file, al contesto in cui sono nati e al
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loro utilizzo nel tempo. I metadati da associare a un record digitale in vista della sua conservazione
devono includere tutte le informazioni sulla fonte dei dati e su come, quando e perché tale fonte è
stata creata; fornire i criteri per aprire e leggere il record in condizioni corrette; riportare infine la
storia del record, ossia tutte le modifiche avvenute dopo la sua creazione e le modalità con cui tale
record si è incrociato con altri software e con altri record. I file di cattura sono, in genere, file
molto grandi e costituiscono i file master adatti alla conservazione, da cui utilizzando i software
per l’elaborazione delle immagini, se ne possono creare versioni più piccole, sia in TIFF sia, più
comunemente, in formati per la distribuzione come JPEG, PNG o GIF. Lo scopo di utilizzo
dell’immagine detta il tipo e la “pesantezza” del file. Più grande è il file maggiore sarà la sua
risoluzione, ma maggiori saranno anche i tempi di elaborazione in rete o su schermo. Per l’utilizzo
sul web è sufficiente l’uso di file JPEG di media qualità.
La scelta dei supporti e la conservazione dei dati: La scelta dei supporti costituisce un momento
decisivo per quei progetti intenzionati a mantenere le loro collezioni digitali per un periodo di
svariati anni. Il prodotto del progetto di digitalizzazione deve essere conservato su dei server.
Occorre effettuare copie di riserva dei contenuti di tutte queste macchine. Inoltre, per archiviare il
contenuto digitale di sistemi che non sono dedicati in via esclusiva a un determinato progetto di
digitalizzazione, si dovrebbero utilizzare supporti rimovibili, separando così il contenuto dagli altri
dati conservati sul server. Normalmente tutti i file master (compresi i metadati) dovrebbero
essere salvati su due diversi tipi di supporto immagazzinati separatamente. I CD-Rom sono ormai
stati sostituiti dai DVD, ma ormai si fa largo uso di hard disk esterni di grossa capacità e non è
escluso che in avvenire non ci si avvalga della tecnologia del cloud computing (in italiano nuvola
informatica) cioè insieme di tecnologie che permettono di memorizzare, archiviare e
/o elaborare dati (tramite CPU o software) grazie all'utilizzo di risorse hardware
/software distribuite e virtualizzate in Rete. I supporti finali, qualunque essi siano, tenderanno così
a moltiplicarsi, e a porre in tal modo non pochi problemi per la loro gestione organizzativa e
tecnologica. Le possibilità tecniche che potranno essere individuate dovranno perciò non soltanto
garantire l’espansibilità degli archivi ma anche garantire la trasportabilità dei dati che, nel caso del
formato TIFF, costituiscono, in rapporto all’originale, le copie a maggior tasso di contenuti
intrinseci ed estrinseci.
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II.3 Vantaggi e svantaggi della digitalizzazione
La digitalizzazione partecipa alla valorizzazione del bene culturale consentendone una fruizione più
agevole e con meno limiti, offrendo cioè un servizio migliore di quello tradizionale, o per lo meno
questo dovrebbe essere il suo obiettivo. Pur offrendo numerosi e riconosciuti vantaggi questa
tecnologia possiede alcuni punti deboli. Negli ultimi tempi le tecnologie subiscono cambiamenti
molto rapidi. Questi cambiamenti spesso si manifestano attraverso l’obsolescenza dei processi,
delle attrezzature e dei supporti con il rischio di sperperare enormi quantità di denaro per lavori
che dopo pochi anni risultano inutili e “da rifare” o che “il nostro vicino di biblioteca” ha già fatto. I
rischi raddoppiano nel caso in cui le biblioteche procedono con lavori “fatti in casa” senza
attenzione e rispetto a standard e modelli individuati quali migliori dalla comunità scientifica.
Sono comunque innegabili i vantaggi che la biblioteca e di conseguenza l’utente traggono dalla
pratica della digitalizzazione. I prodotti finali della digitalizzazione possono essere però di vario
genere e la loro consultazione potrà avvenire con modalità diverse. La consultazione dei dati
digitalizzati può avvenire off-line, cioè su un supporto separato, in rete locale o sul web. La forma
di consultazione tramite cd-rom o DVD è destinata a scomparire, soppiantata dalla possibilità di
usufruire, all’interno e all’esterno delle biblioteche, di servizi off-line o on-line il cui accesso è
garantito tramite una rete (locale o Internet) e può essere sottoposto a un controllo che autorizza
l’apertura delle pagine dell’opera solo all’utente registrato, che dovrà indicare nome utente e
password. Siti internet dedicati possono mettere in vetrina il patrimonio posseduto assumendo il
ruolo di vere e proprie mostre virtuali, e . Se messi in rete, i dati digitalizzati possono essere di
consultati 24 h al giorno, ogni giorno della settimana e dell’anno, con un conseguente incremento
dell’uso delle collezioni, in totale autonomia da parte dell’utente (o di più utenti
contemporaneamente) senza necessariamente doversi recare fisicamente in biblioteca. Ancora, si
avrebbe una riduzione delle possibilità di furto o danneggiamento dei materiali, il testo
digitalizzato è migliorabile, può essere reso più leggibile, può essere ingrandito, etc.
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III. Progetti di digitalizzazione del patrimonio librario
Il primo, pionieristico programma di digitalizzazione del patrimonio librario è l’ormai famoso
Progetto Gutenberg11, un'iniziativa avviata da Michael Hart nel 1971 con l'obiettivo di costituire
una biblioteca di versioni elettroniche liberamente riproducibili di libri stampati, arrivata nel luglio
2012 a oltre 40.000 titoli.
Attualmente, in tutto il Mondo si stanno sviluppando, o sono ben avviati, progetti di
digitalizzazione e di fruizione del patrimonio digitalizzato da parte di grandi istituti culturali.
L’offerta è molto ampia e va da piccole iniziative locali a grandi progetti internazionali, spesso
confluite in vere e proprie “biblioteche digitali”12. In questo capitolo segnaleremo quelli più
significativi, sia per qualità del patrimonio che per portata innovativa.
III.1 Europa
Già da vari anni i paesi europei hanno iniziato campagne per la digitalizzazione del patrimonio
culturale a tutti i livelli. Alcuni di essi hanno riguardato in particolare il patrimonio librario13. A tal
proposito Gino Roncaglia afferma che “La digitalizzazione può offrire alle biblioteche e ai
ricercatori una straordinaria opportunità per ridurre il gap esistente fra cultura del libro e culture di
rete, fra contenuti a stampa e contenuti digitali. Tuttavia, è necessaria una particolare attenzione
per evitare che il rilievo e la natura anche commerciale di molti progetti di digitalizzazione
bibliotecaria possano contribuire in qualche modo a limitarne il valore scientifico. Una cattiva
qualità nella digitalizzazione, la mancanza o l’incompletezza di metadati adeguati, la scelta di
formati proprietari, una limitata interoperabilità, politiche troppo restrittive nella tutela del
copyright, sono tutti fattori che possono limitare in maniera anche seria l’utilità del lavoro
svolto”14. Nella prospettiva di un impegno condiviso l’Unione Europea ha sviluppato l’Agenda
Digitale Europea (European Digital Agenda)15 che si propone di sfruttare al meglio il potenziale
11 www.gutenberg.org
12 Ridi R., “La biblioteca digitale: definizioni, ingredienti e problematiche”, in Bollettino AIB, vol. 44, n. 3 (2004), pp. 273-345; Ciacchini L., “Progettare la biblioteca digitale. La centralità dell’utente”, in Bollettino AIB, vol. 47 n. 3 (2007), pp. 329-333.
13 Di Gianmarco F., “La Biblioteca digitale europea. Un’impegnativa campagna di digitalizzazione”, in Biblioteche oggi , Fasc. n.7 (2006), pp. 41-43; Roncaglia G., “I progetti internazionali di digitalizzazione bibliotecaria: un panorama in evoluzione”, in Digitalia. Rivista del digitale nei beni culturali, n. 1 (2006), pp. 11-30; Niutta F., “Manoscritti nella rete, in -Digitalia. Rivista del digitale nei beni culturali, A.5, n. 2 (2010), pp. 9-28.
14 Roncaglia R., cit.
15 Tutte le informazioni si possono trovare sul sito istituzionale http://ec.europa.eu/digital-agenda/.
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delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) per favorire l’innovazione, la
crescita economica e il progresso. Sempre in quest’ottica, 28 ottobre 2011 la Commissione
Europea ha adottato una raccomandazione16 in cui invita gli Stati membri dell’UE ad intensificare
le proprie iniziative, a mettere in comune le rispettive risorse e a coinvolgere il settore privato sul
fronte della digitalizzazione del materiale culturale. I materiali digitalizzati dovrebbero essere resi
disponibili attraverso Europeana17, la biblioteca, l’archivio e il museo digitale d’Europa, che
riunisce contributi già digitalizzati da diverse istituzioni dei 27 paesi membri dell'Unione Europea in
23 lingue. La sua dotazione include libri, film,dipinti, giornali, archivi sonori, mappe, manoscritti ed
archivi. Ad esso si affianca il portale Il portale MICHAEL (Multilingual Inventory of Cultural Heritage
in Europe)18, un servizio on-line19 che promuove il patrimonio culturale europeo presso il pubblico
di tutto il mondo. MICHAEL fornisce informazioni sui contenuti digitali e digitalizzati di musei,
biblioteche, archivi e sulle istituzioni culturali e scientifiche dei diversi Paesi europei. In Italia20
MICHAEL ha avviato un censimento sistematico delle collezioni digitali e digitalizzate rese
disponibili al pubblico (in rete e off-line) da istituzioni culturali di ogni settore basandosi su
standard internazionali ampiamente condivisi. Il Ministero per i beni e le attività culturali ha
organizzato il censimento coinvolgendo tutti i propri istituti centrali e periferici, le Regioni italiane
e 77 atenei, pubblici e privati, garantendo così la copertura capillare di tutto il territorio nazionale.
Per i soli manoscritti è da segnalare il 21 progetto Manuscriptorium che produce un ambiente
virtuale di ricerca che consente l’accesso a tutti i documenti digitali esistenti nell’ambito delle
risorse di un libro antico (manoscritti, incunabuli, antichi libri a stampa, mappe, carte e ogni altri
tipo di documento).
Di seguito si dà elenco di alcuni progetti di digitalizzazione e relativi portali internet portati avanti
da paesi europei.
16 La versione PDF in italiano della raccomandazione può essere scaricata accedendo all’indirizzo: http://ec.europa.eu/information_society/activities/digital_libraries/doc/recommendation/recom28nov_all_versions/it.pdf.
17 Il portale è accessibile all’indirizzo: http://www.europeana.eu/
18 Su questo argomento si veda l’articolo di Rossella Caffo: “La Biblioteca digitale: la strategia dell’Unione Europea e il servizio MICHAEL”, in Bollettino AIB, vol. 46 n. 4 (2006), p. 399-405.
19 Il portale è accessibile all’indirizzo: http://www.michael-culture.org/.
20 Si può accedere al portale MICHAEL-Italia digitando l’indirizzo: http://www.michael-culture.it.
21 http://www.manuscriptorium.com/?q=it
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Gran Bretagna
Da tempo la British Library di Londra ha portato avanti progetti di digitalizzazione del suo enorme
patrimonio di manoscritti e libri a stampa22. Scegliendo tra le varie sezioni si possono visualizzare
selezioni di pagine manoscritte23 e volumi miniati24. Tra i tesi a stampa si può menzionare la
digitalizzazione dei Renaissance festival books, i libri di cerimonia stampati tra il 1470 e il 170025.
Molto importante, sul piano internazionale, è la messa on-line della riproduzione delle pagine
scritte di 287 manoscritti greci datati tra il IX e il XVIII secolo26. Numerosi volumi possono essere
fruiti dall’utente, tramite la piattaforma Turning The Pages TM, in alta risoluzione27.
Germania
La più grande raccolta di testi digitalizzati della Germania è il sito Manuscripta Mediaevalia28,
realizzato in collaborazione dalla Staatsbibliothek zu Berlin, dal Bildarchiv Foto Marburg e dalla
Bayerische Staatsbibliothek di Monaco. Il sito offre sotto un'unica interfaccia l’accesso alle
descrizioni scientifiche e alle immagini digitali di manoscritti medievali provenienti da varie
biblioteche in Germania, Austria e Svizzera29. Per quest’ultima esiste anche e-codices30, la
Biblioteca virtuale dei manoscritti conservati in Svizzera, il cui intento è quello di rendere
accessibili tutti i manoscritti medievali della Svizzera, come pure una selezione di manoscritti della
prima età moderna, grazie alla creazione di una biblioteca virtuale.
Francia
La Bibliothèque nationale de France (BnF), è stata la prima in Europa ad aver pubblicato in Internet
un gran numero di libri digitalizzati integralmente, attraverso il portale Gallica31. Il progetto,
concepito agli inizi degli anni novanta, ha infatti visto la luce nel 1997, con il primo rilascio on-line
22 Breay C., “Digitisation of Western Medieval Manuscripts at the British Library”, in Digitalia. Rivista del digitale nei
beni culturali, A. 5, n. 2 (2010).
23 http://www.bl.uk/manuscripts/
24 http://www.bl.uk/catalogues/illuminatedmanuscripts/welcome.htm
25 http://www.bl.uk/treasures/festivalbooks/homepage.html
26 http://www.bl.uk/manuscripts/About.aspx
27 http://www.bl.uk/onlinegallery/ttp/ttpbooks.html
28 http://www.manuscripta-mediaevalia.de
29 “Manuscripta mediaevalia. Un progetto di digitalizzazione che ha radici profonde e integra risorse di origine
diversa”, a cura di Giliola Barbero, in Biblioteche oggi , Fasc. n. 8 (2002), pp. 100-102.
30 http://www.e-codices.unifr.ch/it (versione italiana).
31 http://gallica.bnf.fr/ .
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biblioteca.
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dei dati, guadagnando un vantaggio riconosciuto nel panorama della digitalizzazione. Dal 2008 col
sostegno del Centre national du livre ha avviato la Numérisation de masse (100.000 opere l’anno,
2500 documenti a settimana) che prevede una nutrita serie di programmi, ponendosi in prima
linea nella costituzione della Bibliteca digitale Europea32, in forte contrapposizione con le recenti
vicende che hanno coinvolto Google33.
Spagna
Anche la Spagna partecipa alla digitalizzazione del patrimonio e ha messo in rete la sua Biblioteca
Virtual del Patrimonio Bibliográfico34, progetto di cooperazione tra il Ministero della Cultura e le
Comunità Autonome, che si prefigge la diffusione mediante fac-simili digitali di collezioni di
manoscritti e libri a stampa che fanno parte del patrimonio storico spagnolo. Il portale è stato
concepito per permettere di consultare “sin restricciones” fondi che per loro caratteristica,
risultano difficilmente accessibili. I documenti digitalizzati vanni dal IX al XX secolo.
Russia
La biblioteca Nazionale Russa ha partecipato, assieme alla British Library, al Monastero di Santa
Caterina al monte Sinai e alla Biblioteca Universitaria di Lipsia, alla digitalizzazione del Codice
Sinaitico35, le cui carte sono disperse fra questi quattro istituti. Si tratta di una delle più antiche
testimonianze della Bibbia, scritta in greco onciale e datato tra il 330-350 dopo Cristo. Il
manoscritto è un documento tra i più importanti in quanto contiene una parte dell’Antico
Testamento, la più antica versione completa del Nuovo Testamento e altri scritti cristiani. Il
manoscritto e visualizzabile con la trascrizione del testo greco a lato.
Italia
In Italia ci si è concentrati sulla pubblicazione integrale di due fondi manoscritti, rappresentativi
della varietà del nostro patrimonio, i Plutei della Biblioteca Medicea Laurenziana (manoscritti che
porvengono dalla raccolta privata della famiglia Medici)36 e il Fondo antico della Biblioteca del
32 Freyre E., Bermès E., “Une contribution française à la bibliothèque numérique européenne: Europeana et la Bibliothèque nationale de France”, in Digitalia. Rivista del digitale nei beni culturali, A.3, n. 1 (2008), pp.76-81.
33 Di Gianmarco F., “La Biblioteca digitale europea. Un’impegnativa campagna di digitalizzazione”, in Biblioteche oggi , Fasc. n.7 (2006), pp. 41-43.
34 http://bvpb.mcu.es/es/estaticos/contenido.cmd?pagina=estaticos/presentacion.
35 http://www.codexsinaiticus.org/en/
36 http://teca.bmlonline.it/TecaRicerca/
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biblioteca.
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Sacro Convento di Assisi37, la cui banca dati contiene le immagini digitali (260.000 circa) dei
manoscritti del Fondo Antico. La consultazione di questi cataloghi, prevede delle competenze se
non specialistiche, quanto mai “alte”, e la stessa configurazione visuale dei siti denuncia una certa
difficoltà nel mettere a disposizione il Patrimonio in maniera libera e senza restrizioni.
Abbondano tuttavia i piccoli progetti locali, per cui si ha una proliferazione di piccole biblioteche
digitali su singoli manoscritti o fondi particolari. Ad esempio il sito della Società Dantesca Italiana.
che raccoglie tutti i manoscritti delle opere dantesche in formato digitale, a partire dalla
Commedia, “al fine di riunire e rendere liberamente disponibili al pubblico i testimoni dell’opera
dantesca conservati nelle Biblioteche di tutto il mondo, in
un’unica Biblioteca virtuale”38. Altre banche dati digitali
italiane sono:
Catalogo aperto dei Manoscritti Malatestiani39;
Biblioteca digitale della Biblioteca Augusta di Perugia40;
Censimento dei manoscritti medievali della Lombardia41;
Fondo galileiano della BNCF 42;
Catalogo dei manoscritti delle biblioteche del Veneto43;
Catalogo dei manoscritti della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze44;
Braidense in Digitale45;
37 http://88.48.84.154/bbw/jsp/volumes/
38 http://www.danteonline.it/italiano/home_ita.asp
39 http://www.malatestiana.it/manoscritti/manoscritti.htm
40 http://cdwdoc.demo.alchimedia.it/index.aspx
41 http://www.manoscrittilombardia.it/index.php
42 http://www.bncf.firenze.sbn.it/pagina.php?id=43
43 http://www.nuovabibliotecamanoscritta.it/index.html?language=IT
44 http://www.bncf.firenze.sbn.it/Bib_digitale/Manoscritti/home.html 45 http://www.braidense.it/risorse/bid.php. La Biblioteca Nazionale Braidense ha scelto, tra i vari materiali, la digitalizzazione di alcuni prodotto dell’editoria milanese della seconda metà dell’Ottocento e dei Primi del Novecento.
Figura 3: Frontespizio della cosiddetta Ventisettana dei Promessi Sposi di Manzoni conservata alla Braidense di Milano.
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Manus Online. Censimento dei manoscritti delle biblioteche italiane46;
Opac dei manoscritti miniati della Biblioteca Casanatese47.
Tutti questi cataloghi e molti altri, partecipano al progetto della Biblioteca Digitale Italiana48 che
coordina i programmi di digitalizzazione dei contenuti culturali e scientifici delle istituzioni italiane
stabilendo, a livello centrale, standard e linee guida. I risultati di questi programmi sono accessibili
tramite il portale Internet Culturale49, lo strumento finale di consultazione dei contenuti digitali
oggetto di questa rassegna. Anche l’Italia, tramite l’ICCU partecipa al progetto internazionale di
Europeana50.
Sardegna
La regione Autonoma della Sardegna non è rimasta indietro rispetto alle politiche di
digitalizzazione e messa in rete del patrimonio culturale. Il 29 aprile 2008, sotto l’Amministrazione
Sori, è stata presentata presentata la DigitalLibrary della Sardegna. Il portale51, concepito come
un'opera in progress, è destinato ad accogliere i contenuti digitali e multimediali riguardanti la
cultura, la storia, la letteratura, la musica, il territorio, l’ambiente e le immagini della Sardegna. Per
quanto riguarda i volumi antichi sulla DigitalLibrary è possibile consultare inversione integrale
alcuni volumi contenuti nella Biblioteca Regionale, come ad esempio la “Descrittione di tutta Italia
di F. Leandro Alberti bolognese” del 1561.52
Molti di essi sono in condizioni tali da non poter essere facilmente restaurati , per cui si è decisa una loro digitalizzazione in modo da tramandarne almeno la memoria virtuale. Sull’argomento si veda anche l’articolo di F. Alloatti, “Gli originali e la riproduzione Digitale...”cit.
46 http://manus.iccu.sbn.it/index.php. Sull’argomento si veda anche l’articolo di R. Marcucci, “Catalogare e fare ricerca con Manus Online. La nuova risorsa dell’ICCU per i manoscritti conservati nelle biblioteche italiane”, in Biblioteche oggi , Fasc. n. 6, (2010), pp. 33-49.
47 http://opac.casanatense.it/SearchManusMin.htm.
48 Paoli M., “I progetti di digitalizzazione della Biblioteca Digitale Italiana”, in Digitalia. Rivista del digitale nei beni culturali, n. 0 (2005), pp. 85-91.
49 Accesso al portale da http://www.internetculturale.it. Sull’argomento si veda anche l’articolo di Isabella Ceccopieri, “Manoscritti miniati: la base dati dell’Opac della Biblioteca Casanatense”, in Digitalia. Rivista del digitale nei beni culturali, A. 7, n. 1 (2012), pp. 113-121.
50 Vedi sopra par. III.1 pag. 14; Piccininno M., “Europeana e altri progetti europei dell’ICCU”, in Digitalia. Rivista del
digitale nei beni culturali, A. 7, n. 2 (2012), pp. 122-131.
51 http://www.sardegnadigitallibrary.it/
52 http://www.sardegnadigitallibrary.it/mmt/fullsize/2009040715253100107.pdf
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III.2 Stati Uniti
La Library of Congress sotto il patrocinio dell'UNESCO ha
progettato e gestisce la World Digital Library53, biblioteca
digitale che mette gratuitamente a disposizione sul Web
materiali che testimoniano le diverse culture del mondo.
Manoscritti, lettere, carte geografiche, stampe, giornali, libri
rari, documenti, filmati, registrazioni sonore, manifesti e
illustrazioni sono stati forniti da centinaia di istituzioni
bibliotecarie nel mondo. Il sito, ben strutturato, permette
una semplice navigazione per localizzazione geografica, per
data, argomento e tipo dei materiali, i quali sono liberamente
consultabili in una risoluzione molto elevata. Il partner
italiano è il Ministero per i beni e le attività culturali che,
attraverso la Direzione generale per le biblioteche, coordina il
contributo delle biblioteche statali per il tramite operativo dell’ICCU. Tra i 107 titoli provenienti da
istituti italiani, oltre alla prima edizione del Sidereus Nuncius di Galileo conservato nella Biblioteca
Universitaria di Padova segnaliamo il frammento di una Ketubah54, un tipo speciale di accordo
prenuziale ebraico, che rappresenta una delle rare testimonianze della presenza ebraica in
Sardegna, conservato nella Biblioteca Universitaria di Sassari.
IV. L’Italia e Google Books.
53 http://www.wdl.org/en/. Sull’argomento si veda anche l’articolo di Patrizia Martini, “World Digital Library”, in
Digitalia. Rivista del digitale nei beni culturali, A. 7, n. 1 (2012), pp. 122-126.
54 Il frammento è consultabile all’indirizzo: http://www.wdl.org/en/item/4175/#regions=europe&countries=IT
Figura 4: Particolare della Ketubah, conservata nella Biblioteca Universitaria di Sassari.
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biblioteca.
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Il 9 marzo del 2010 è stato siglato l’accordo tra MIBAC e Google55 in cui sono coinvolti la
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, l'Istituto
Centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU).
Il 17 febbraio 2011 è stato siglato un Addendum per includere anche la Biblioteca Nazionale di
Napoli. Fino ad un milione di inestimabili opere non coperte da copyright appartenenti a queste
biblioteche saranno rese accessibili a chiunque in formato digitale attraverso il portale Google
Book Search56. Alle biblioteche in questione verranno inoltre fornite copie digitalizzate dei volumi
che potranno essere disponibili anche su altri portali quali Internet Culturale ed Europeana. La
cooperazione con Google consente alle biblioteche di avvalersi di una tecnologia e di conoscenze,
nonché di risorse finanziarie, che permettono di
imprimere un’accelerazione incredibile a tutti quei
progetti di digitalizzazione che spesso, anche se di
qualità scientifica innegabilmente superiore,
assumono dimensioni e numeri quasi amatoriali. Il 10
dicembre 2012, sono partiti dalla Biblioteca Nazionale
Centrale di Roma i primi volumi destinati ad
inaugurare il progetto di digitalizzazione del
patrimonio librario57; tra di essi, la primissima
edizione de La secchia rapita di Alessandro Tassoni e
dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, il libretto
della prima rappresentazione de La Traviata di Verdi a
Venezia nel 1883 e de La Dafne di Ottavio Rinuccini.
Grazie a questo accordo, che ha finalmente spazzato via dubbi e perplessità58, l’Italia si è inserita in
un progetto che vede protagonisti altri importanti Paesi, come Stati Uniti, Inghilterra, Germania,
55 Vedi notizia: Google e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali siglano un accordo per la digitalizzazione delle opere delle biblioteche italiane http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/Ministero/Accordi/Altri/visualizza_asset.html_1672918906.html
56 Roncaglia G., “Google Book Search e le politiche di digitalizzazione libraria”, in Digitalia. Rivista del digitale nei beni
culturali, A. 4, n. 2 (2009), pp. 17-35; Tammaro A. M., “Il caso di Google Book e il futuro della biblioteca digitale”, in - Biblioteche oggi , Fasc. n. 5 (2009), p. 28-34. Il motore di ricerca è accessibile all’indirizzo: http://books.google.it/.
57 http://www.bncrm.librari.beniculturali.it/index.php?it/325/archivio-news/130/progetto-google-books
58 Ridi R., “Biblioteche vs Google? Una falsa contrapposizione”, in Biblioteche oggi, Fasc. n.6 (2004), pp. 3-5.
Figura 5: Annuncio dell’accordo tra Mibac e Google
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biblioteca.
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Francia, Austria, Spagna, Olanda, Repubblica Ceca, Giappone e biblioteche nazionali di rilevanza
mondiale, come la Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera, la British Library di Londra,
l’Österreichische Nationalbibliothek di Vienna, la Nationale Bibliotheek van Nederland de L’Aja ,
mettendosi dunque al passo con la tendenza mondiale.
Conclusioni
Gli ultimi vent’anni hanno segnato l’avvento del digitale in tutti i campi della cultura. Le
biblioteche non sono rimaste immuni al contagio e, dopo alcuni momenti di resistenza, hanno
aperto le porte alle nuove tecnologie, imparando a usarle come strumento indispensabile per
tenersi al passo con i tempi. La digitalizzazione fa in modo che la biblioteca perda i suoi limiti fisici
per entrare in una dimensione senza pareti, garantendo l’accesso alle informazioni in maniera
libera da confini geografici e temporali. D’altra parte la riproduzione in formato digitale risulta
spesso essere una scelta obbligata, l’unico modo per rendere ancora fruibili volumi che per la loro
natura risultano ormai fragili e bisognosi di interventi di tutela. Attraverso la digitalizzazione
l’originale è escluso dalla consultazione ed è sostituito da una riproduzione di ottima qualità e la
biblioteca che la possiede può scegliere di renderla fruibile on-line, in modo da raggiungere oltre
agli utenti abituali, un numero inimmaginabile di utenti potenziali che mai sarebbero stati a
conoscenza di alcuni tesori che gli istituti conservano, ma che sono effettivamente consultabili
solo da un élite di addetti ai lavori. È una scelta che si pone (finalmente) in netto contrasto con
l’idea che la biblioteca si porta ancora addosso, e cioè di un luogo polveroso e oscuro accessibili
solo a particolari categorie di lettori. Una biblioteca che soddisfa appieno i bisogni informativi degli
utenti e una scelta obbligata all’epoca in cui i “nativi digitali” apprendono prima l’uso di dispositivi
digitali e poi imparano a leggere.
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biblioteca.
22
Bibliografia Alloatti F. , “Gli originali e la riproduzione Digitale. A proposito della conservazione del materiale moderno e
di alcuni suoi paradossi”, in Biblioteche oggi ,Fasc. 10 (1998), pp. 28-31. Barbero G. (a cura di), “Manuscripta mediaevalia. Un progetto di digitalizzazione che ha radici profonde e
integra risorse di origine diversa”, , in Biblioteche oggi , Fasc. n. 8 (2002), pp. 100-102. Breay C., “Digitisation of Western Medieval Manuscripts at the British Library”, in Digitalia. Rivista del
digitale nei beni culturali, A. 5, n. 2 (2010). Caffo Rossella : “La Biblioteca digitale: la strategia dell’Unione Europea e il servizio MICHAEL”, in Bollettino
AIB, vol. 46 n. 4 (2006), p. 399-405. Ceccopieri I., “Manoscritti miniati: la base dati dell’Opac della Biblioteca Casanatense”, in Digitalia. Rivista
del digitale nei beni culturali, A. 7, n. 1 (2012), pp. 113-121. Ciancio L., “ “Internet Culturale. Cataloghi e Collezioni digitali delle biblioteche italiane”. La nuova versione
del portale”, in Digitalia. Rivista del digitale nei beni culturali, A.5, n. 2 (2010), pp.123-134. Di Gianmarco F., “La Biblioteca digitale europea. Un’impegnativa campagna di digitalizzazione”, in
Biblioteche oggi , Fasc. n.7 (2006), pp. 41-43. Falchetta P. , “Guida breve alla digitalizzazione in biblioteca”, in Biblioteche oggi , Fasc. n.9(2000), pp. 52-
67. Freyre E., Bermès E., “Une contribution française à la bibliothèque numérique européenne: Europeana et la
Bibliothèque nationale de France”, in Digitalia. Rivista del digitale nei beni culturali, A.3, n. 1 (2008), pp.76-81.
Marcucci R. , “Catalogare e fare ricerca con Manus Online. La nuova risorsa dell’ICCU per i manoscritti
conservati nelle biblioteche italiane”, in Biblioteche oggi , Fasc. n. 6, (2010), pp. 33-49. Martini P., “World Digital Library”, in Digitalia. Rivista del digitale nei beni culturali, A. 7, n. 1 (2012), pp.
122-126. Mura G., “Conservazione vs fruizione? Dal supporto cartaceo al supporto digitale”, in Biblioteche oggi ,
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28. Paoli M., “I progetti di digitalizzazione della Biblioteca Digitale Italiana”, in Digitalia. Rivista del digitale nei
beni culturali, n. 0 (2005), pp. 85-91. Piccininno M., “Europeana e altri progetti europei dell’ICCU”, in Digitalia. Rivista del digitale nei beni
culturali, A. 7, n. 2 (2012), pp. 122-131. Ridi R., “Biblioteche vs Google? Una falsa contrapposizione”, in Biblioteche oggi, Fasc. n.6 (2004), pp. 3-5. Ridi R., “La biblioteca digitale: definizioni, ingredienti e problematiche”, in Bollettino AIB, vol. 44, n. 3 (2004)
Claudia Sanna - CONSERVARE IN DIGITALE: Le nuove tecnologie e la tutela del patrimonio librario in
biblioteca.
23
pp. 273-345. Ciacchini L., “Progettare la biblioteca digitale. La centralità dell’utente”, in Bollettino AIB, vol. 47 n. 3 (2007),
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nei beni culturali, A. 4, n. 2 (2009), pp. 17-35. Roncaglia G., “I progetti internazionali di digitalizzazione bibliotecaria: un panorama in evoluzione”, in
Digitalia. Rivista del digitale nei beni culturali, n. 1 (2006), pp.11-30. Tammaro A. M., “Il caso di Google Book e il futuro della biblioteca digitale”, in - Biblioteche oggi , Fasc. n. 5
(2009), p. 28-34.
Sitografia
Definizione di digitalizzazione: http://it.wikipedia.org/wiki/Digitalizzazione:
Normativa per l’acquisizione digitale delle immagini fotografiche , ICCU: http://www.iccd.beniculturali.it/getFile.php?id=291:
Linee Guida ICCU: http://www.iccu.sbn.it/opencms/opencms/it/main/bdi/linee_guida_standard/;
Linee guida IFLA: http://www.ifla.org/files/assets/preservation-and-conservation/publications/digitization-projects-guidelines.pdf.
Portale Internet Culturale: http://www.internetculturale.it
“Manuale di buone pratiche per la digitalizzazione del patrimonio culturale. Versione 1.3 (3 marzo 2004)” a cura del Gruppo di lavoro 6 del Progetto Minerva: http://www.minervaeurope.org/structure/workinggroups/goodpract/document/buonepratiche1_3.pdf.
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Agenda Digitale Europea: http://ec.europa.eu/digital-agenda/.
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Portale Europeana: http://www.europeana.eu/.
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Codex Sinaiticus: http://www.codexsinaiticus.org/en/
Teca digitale Biblioteca Medicea Laurenziana: http://teca.bmlonline.it/TecaRicerca/
Fondo antico della Biblioteca del Sacro Convento di Assisi: http://88.48.84.154/bbw/jsp/volumes/
Dante on line: http://www.danteonline.it/italiano/home_ita.asp
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Biblioteca digitale della Biblioteca Augusta di Perugia: http://cdwdoc.demo.alchimedia.it/index.aspx
Censimento dei manoscritti medievali della Lombardia: http://www.manoscrittilombardia.it/index.php
Fondo galileiano della BNCF: http://www.bncf.firenze.sbn.it/pagina.php?id=43
Catalogo dei manoscritti delle biblioteche del Veneto http://www.nuovabibliotecamanoscritta.it/index.html?language=IT
Catalogo dei manoscritti della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze: http://www.bncf.firenze.sbn.it/Bib_digitale/Manoscritti/home.html
Braidense in Digitale: http://www.braidense.it/risorse/bid.php.
Manus Online. Censimento dei manoscritti delle biblioteche italiane: http://manus.iccu.sbn.it/index.php
Opac dei manoscritti miniati della Biblioteca Casanatese: http://opac.casanatense.it/SearchManusMin.htm.
Sardegna DigitalLibrary: http://www.sardegnadigitallibrary.it/
World Digital Library: http://www.wdl.org/en/.
Google e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali siglano un accordo per la digitalizzazione delle opere delle biblioteche italiane http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/Ministero/Accordi/Altri/visualizza_asset.html_1672918906.html
Google Libri: http://books.google.it/.
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