MAZARA NELL ANTICHIT SORGEVA TUTTA SULLA SPONDA SINISTRA DEL
FIUME MAZARO. NEL 1072 IL CONTE RUGGERO CIRCOND MAZARA DI MURA. LA
CITT ASSUNSE LA FORMA DI UN QUADRILATERO. LE MURA ERANO SPESSE
CIRCA DUE METRI E SORGEVANO ADIACENTI ALLE SEGUENTI VIE: CORSO
VITTORIO VENETO, CORSO UMBERTO I, LUNGOMARE G. MAZZINI, MOLO
COMANDANTE CAITO, VIA G. GIACOMO ADRIA.
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IL TRACCIATO MURARIO DI MAZARA DEL VALLO
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LE MURA ERANO COSTRUITE CON PICCOLE PIETRE DI TUFO FRIABILE
LEGATE CON MALTA DI CALCE E FANGO. VENNERO DEMOLITE NEL 1880 PER IL
NOTEVOLE SVILUPPO DEMOGRAFICO. disegno realizzato dallarch. Mario
Giubilato
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LUNGO LE MURA VI SI APRIVANO QUATTRO PORTE: SALARIA, CARTAGINE,
MOKARTA E PALERMO, LA QUALE RIMANEVA SEMPRE APERTA. I QUARTIERI
ERANO: S. FRANCESCO, GIUDECCA, XITTA E S.GIOVANNI.
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DOPO AVER CONQUISTATO MAZARA, I NORMANNI EDIFICARONO NEL NOSTRO
TERRITORIO NUOVE CHIESE E MONASTERI PER CONTRASTARE LA PRESENZA
MUSULMANA. S. Nicol Regale S. Veneranda Cattedrale S. Michele S.
Maria delle Giummare S. Francesco
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A PARTIRE DALLA MET DEL QUINDICESIMO SECOLO FURONO COSTRUITI
FUORI LE MURA DIVERSI CONVENTI: NEL 1455 IL CONVENTO DI SANTA MARIA
DI GES; NEL 1584 IL CONVENTO DEI CAPPUCCINI E INFINE NEL 1515 IL
CONVENTO DEI PADRI DOMENICANI. LA LORO COSTRUZIONE FAVORIR
SUCCESSIVAMENTE LESPANSIONE DELLE COSTRUZIONI PRIVATE FUORI LE MURA
LUNGO GLI ASSI CHE CONDUCEVANO A QUESTI CONVENTI. Convento di santa
Maria di Ges
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Chiesa e Convento dei cappuccini
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TRA IL DICIASSETTESIMO E IL DICIOTTESIMO SECOLO VENNE
COMPLETATA LA SISTEMAZIONE DEL PIANO MAGGIORE, CHE DIVENTER IL
LUOGO PI RAPPRESENTATIVO DELLA CITT, SU CUI SI AFFACCIAVANO GLI
EDIFICI PI SIGNIFICATIVI DEL POTERE POLITICO E RELIGIOSO: IL
PALAZZO DEL SENATO, IL PALAZZO VESCOVILE, LA CATTEDRALE.
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LE PRIME COSTRUZIONI CIVILI OLTRE LA CINTA MURARIA SI EBBERO
NEL 1848 E RIGUARDARONO LE COSTRUZIONI DELLE NUOVE OFFICINE DEI
FABBRI FUORI PORTA PALERMO A SPESE DEI PRIVATI. NEL CORSO DEL TEMPO
LA CITT SI ESPANSA A NORD, AD EST E SOPRATTUTTO A OVEST ASSUMENDO
LA FORMA DI UN SEMICERCHIO.
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ARCO NORMANNO
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L'Arco normanno di Mazara del Vallo era la porta di accesso a
forma di arco ogivale del castello, fatto costruire da Ruggero I
dAltavilla dopo la liberazione nel 1072 della citt dalla
dominazione araba, e demolito nel 1880 per la costruzione di un
giardino pubblico, l'attuale villa Jolanda. L'Arco normanno domina
l'antistante piazza Mokarta (cos chiamata in onore del guerriero
musulmano Mokarta, nipote del re di Tunisi che nel 1075 tent la
riconquista della citt) ed considerato il simbolo pi significativo
di Mazara. Nel castello soggiornarono oltre al Gran Conte Ruggero,
anche Federico III di Aragona e la regina Eleonora dAngi nel 1318,
nonch Pietro II di Sicilia, il re Martino I di Sicilia e per ultimo
il re Alfonso II di Napoli nel 1495. Nel XVI secolo le sale e i
sotterranei del castello vennero adibite a carcere.
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Esaurita la sua funzione di carcere, non fu pi riparato e nulla
si fece per evitare i crolli; nel 1898 fu addirittura demolita
parte di esso e se ne utilizz il materiale per la costruzione della
nuova banchina a mare. Queste demolizioni proseguirono fino ai
primi anni del Novecento e sempre nellambito di costruzione della
banchina e della passeggiata a mare. PRIMAADESSO
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Mazara:la citt dalle cento chiese
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Nome della chiesa Cattedrale Pontificia Basilica Minore SS.
Salvatore Ubicazione:Piazza della Repubblica, angolo via Conte
Ruggero Datazione:Epoca normanna (1093)/XVII Breve storia:Edificata
nel 1093 dal Conte Ruggero d'Altavilla, per voto fatto durante la
decisiva battaglia del 1072 contro i Saraceni, venne nel 1690
completamente trasformata.
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Elementi artistici: La cattedrale di Mazara rappresenta un
esempio tra i pi interessanti dell'archi- tettura normanna. Della
costruzione normanna, per, sopravvi-vono soltanto le mura del
transetto e l'abside. Verso la fine del secolo XVII la chiesa,
infatti, viene quasi radicalmente trasformata, da ripetuti
restauri, in una stupenda cattedrale barocca a pianta basilicale, a
croce latina. La facciata principale affiancata da un imponente
campanile del XVII secolo. Sopra la porta principale c un
altorilievo in marmo raffigurante il conte Ruggero a cavallo
trionfante sul musulmano Mokarta. Linterno della chiesa, formata
dallabsi- de e dal transetto e divisa in tre navate da alte colonne
doriche, ricco di preziose opere d'arte, tra cui la "Croce" lignea
dipinta e il grandioso gruppo marmoreo della Trasfigurazione.
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Il gruppo scultoreo della Trasfigurazione raffigura Ges sul
monte Tabor, accompagnato dai profeti Mos ed Elia, e dai discepoli
Pietro, Giacomo e Giovanni, opera di Antonello e Antonio Gagini del
1535.
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Le volte e le pareti sono piene di dipinti e di sculture. Ai
lati delle porte principali e secondarie ci sono dei sarcofagi. La
Cattedrale collegata al palazzo vescovile tramite un ponte coperto
detto Tocchetto.
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Facciata della cattedrale da Piazza della Repubblica
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Facciata della chiesa di Santa Veneranda Nome della Chiesa
Santa Veneranda Ubicazione:Piazza santa Veneranda
Datazione:XVII-XVIII secolo Breve storia: La chiesa, in
sostituzione delle chiese costruite in epoca normanna e nel 500,
stata realizzata alla fine del XVII secolo e completata nel 1788
con laggiunta di due campanili. Fu consacrata il 21 novembre 1716
dal Vescovo Castelli. Elementi artistici: Ha una pianta a croce
greca e una cupola emisferica esternamente rivestita da un tiburio
ottagonale. Il prospetto della facciata, di stile barocco,
caratterizzato da una balconata a petto doca in ferro battuto.
Linterno molto semplice e vi si poteva tempo fa ammirare una statua
attribuita a Vincenzo Gagini.
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Nome della chiesa San Vito Ubicazione:Si tratta di un tempietto
di fronte al mare, sulla spiaggia di levante dove, secondo la
tradizione, San Vito si imbarc con Modesto e Crescenza.
Datazione:Datazione della chiesetta incerta, portale del 1776 Breve
storia: stata costruita sopra unaltra chiesa normanna in onore di
San Vito e nel corso degli anni ha subito profonde modifiche.
Elementi artistici: La struttura architettonica caratte- rizzata da
una disadorna semplicit: una sola navata con copertura a botte. Nel
prospetto in alto spicca una croce mentre il portone sormontato da
un arco a tutto sesto.
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Nome della chiesa San Michele Ubicazione: Annessa al monastero
delle Benedettine, in piazza San Michele Datazione:XII/XVII secolo
Breve storia: La chiesa fu costruita nel XII secolo da Giorgio di
Antiochia, ammiraglio del Gran Conte Ruggero, e riedificata nel
XVII secolo. Elementi artistici: Il suo interno uno sfolgorio di
ori, di marmi e di decorazioni: le venti statue di stucco di
Bartolomeo Sanseverino; gli affreschi di Tommaso Sciacca, lo
stupendo pavimento di maiolica cosparso di fiori splendenti. La
facciata, in stile rinascimentale, contrasta con linterno.
Costruito a partire dal 1771 e affiancato al prospetto del
monastero, si erge il superbo campanile dal profilo tipicamente
orientale, culminante con guglia arrotondata.
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Nome della chiesa San Nicol Regale (Santa Niculicchia)
Ubicazione:Molo Cito Datazione:Met del XII secolo Breve storia:Fu
costruita sotto i Normanni, poi pi volte rimaneggiata. Sotto la
chiesa ci sono i resti di terme romane di cui rimane solo un
mosaico che rappresenta un cervo. Elementi artistici:La chiesa ha
una pianta a croce greca, con tre absidi che presentano le finestre
arcate davanti e dietro la chiesa. L interno molto semplice.
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San Nicol Regale vista dal fiume Mazaro Vista dal lato
posteriore Facciata principale
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Nome della chiesa San Francesco UbicazionePiazza San Francesco
DatazioneEpoca normanna/XVII-XVIII Breve storia La chiesa di san
Francesco ha origini medievali ma, come accadde un po per tutte le
chiese mazaresi, sul finire del 600 fu trasformata e ricostruita
con opere di decoro che furono realizzate per tutto il XVIII
secolo. Domina incontrastata sul quartiere di san Francesco ed
sormontata da un caratte- ristico campanile. Nel 1972 fu chiusa per
restauri, oggi ultimati. La stessa cosa non pu dirsi per lex
convento dei padri francescani, adibito in seguito ad istituto
carcerario, ma da parecchi anni chiuso ed oggi praticamente
abbandonato. Elementi artistici barocca con ununica navata e
copertura a botte. Sopra il portale, in unedicola collocata una
statua della Madonna Immacolata. Linterno della chiesa ha una ricca
decorazione di stucchi e affreschi.
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Dettagli dellinterno Vista della facciata principale
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Nome della chiesa:Santa Madonna del Paradiso Ubicazione :piazza
Madonna del Paradiso Datazione :1515/XIX secolo Breve storia: La
chiesa della Madonna del Paradiso sorse nel 1515. Quasi tre secoli
dopo la sua nascita, il progetto della chiesa stato ripreso ed
ingrandito. Elementi artistici:La chiesa ha un sola navata con
copertura a botte, una cappella maggiore e quattro laterali. La
facciata molto semplice. Il portale della facciata architravato con
una tonda finestra soprastante. Accanto alla chiesa si erge un
campanile in stile barocco a pianta quadrata, con un alto zoccolo
da cui emerge, nel primo ripiano, uno stemma. Svetta su tutto la
cella campanaria coi suoi agili archi a tutto sesto. Il tempio
accoglie un dipinto raffigurante la Madonna di Sebastiano Conca, al
quale una lunga tradizione attribuisce interventi miracolosi.
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Interno della Chiesa Madonna del Paradiso
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Nome della chiesa: Santa Caterina Ubicazione:Si trova
sullomonima piazza Datazione:1318/ XVIII secolo Breve storia:Le sue
origini risalgono al 1318, ma lattuale aspetto barocco. La chiesa,
infatti, fu restaurata nel XVIII secolo. Elementi artistici:Ha una
pianta ad aula, a una sola navata, coperta da una volta a botte
sovrastata da un tetto a due falde. Nella facciata spicca un ricco
portale ad arco affiancato da colonne, con capitello composito, che
poggiano su alti piedistalli. Sopra il portale vi una grossa
conchiglia che accoglie una statua. Lalto campanile, accanto la
chiesa, adorno anchesso di volute, fregi e puttini. La chiesa ben
restaurata e ben curata dalle suore che abitano lomonimo attiguo
monastero; ha un bellissimo pavimento in maiolica a grande decoro
del Settecento.
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Particolare della facciata Facciata principale della Chiesa di
Santa Caterina
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Nome della chiesa : SantIgnazio Ubicazione:Piazza plebiscito
Datazione:1701 Breve storia:La chiesa stata costruita, su un
precedente progetto del gesuita Angelo Italia, dallarchitetto
Giacomo Napoli di cui si deve pure la costruzione del celeberrimo
collegio dei Gesuiti a cui annessa la chiesa. Elementi artistici:La
chiesa presenta unoriginale pianta ellittica con archi e colonne,
cappelle lungo le pareti, pennacchi e finestre, zoccoli, punti,
capitelli e dadi sovrastanti che davano una sensazione di movimento
e di agilit a tutto il disegno.
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Facciata principale e interno della chiesa di SantIgnazio
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Il Museo del Satiro Danzante
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Il museo ha sede nella chiesa di Sant'Egidio, esempio molto
interessante di architettura arabo-normanna. Fondata nel 1424 dalla
confraternita dedicata allo stesso santo, la chiesa, presenta
un'unica navata e una cupola semisferica poggiante su un tamburo
ottagonale, che media le tradizioni di stile arabo- normanno con i
moduli architettonici rinascimentali. La chiesa, una volta
sconsacrata, divenuta dapprima sede del Consiglio comunale e
successivamente stata trasformata nel Museo del Satiro danzante,
che ospita l'omonima statua.
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La statua del Satiro danzante, rinvenuta nella primavera del
1998 durante una battuta di pesca nel canale di Sicilia, un
rarissimo esempio di statuaria bronzea greca. Flesso sul fianco
destro, con le braccia distese in avanti, colto nell'attimo in cui
sta compiendo un salto sulla punta del piede destro sollevando
contemporaneamente la gamba sinistra. I capelli, resi a fitte
ciocche sottolineate da sottili incisioni, sono agitati dal pathos
della danza orgiastica, che sconvolge ogni regola di equilibrio
conferendo a tutto il corpo un movimento enfatico.
Straordinariamente si sono conservati gli occhi, in calcare
alabastrino in origine integrato con pasta vitrea colorata. La
statua alta poco pi di 2 metri e pesa 96 Kg. Secondo l'iconografia
del satiro in estasi, gi nota dal IV sec., la statua doveva tenere
con la mano destra il tirso, attributo di Dioniso, mentre il
braccio sinistro reggeva una pelle di pantera e la mano sinistra
una coppa di vino.
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Il satiro danzante
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Cosa puoi trovarci dentro REPERTI MOLTO ANTICHI RITROVATI IN
MARE
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Il Museo Diocesano
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Il Museo diocesano di Mazara del Vallo un museo che raccoglie
una significativa collezione di argenti e paramenti sacri di epoca
compresa tra il XIV ed il XIX secolo, oltre a sculture e dipinti,
tra cui alcuni ritratti di vescovi.
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Il museo ospitato nel palazzo del seminario vescovile, edificio
costruito nel 1710 in sostituzione del vecchio seminario, ospitato
nella chiesa di Sant'Eligio il Vecchio ed istituito nel 1575 dal
primo sinodo diocesano in applicazione delle disposizioni date dal
Concilio di Trento. Il palazzo stato pi volte rimaneggiato ed
ampliato: gli ultimi lavori furono la costruzione dell'ala
prospiciente il mare (met del XIX secolo) e l'abbellimento del lato
occidentale voluto dal vescovo Gaetano Quattrocchi ai primi del XX
secolo.
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Interni del museo diocesano
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bannera di cannavazzu cio Bandiera di canovaccio Modi di dire e
proverbi mazaresi Lu succi ci rissi ala nuci: dammi tempu chi ti
peicciu
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Acqua ali papari e vinu ali mmiachi pigghia sti petri e pisali
Cuagghi la mennula
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Fatti la nomina e va cuiccati Amuri e gilusia su sempri in
cumpagnia
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Nun c' megghiu sarsa di la fami Dopu lu iocu veni lu focu
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Pani e vino rinforza lu schinu Cu mancia fa muddrichi
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Pasquetta Una volta a Pasquetta le famiglie si recavano a
Miragliano, una zona di Mazara del Vallo lungo il fiume Mazzaro,
per divertirsi stando in compagnia. Il dolce tipico che si mangiava
in quella occasione era il CAMPANARO. Le famiglie si divertivano
grazie ai musicisti che suonavano lungo le sponde del fiume.
Tantissime persone, inoltre, arrostivano carne o pesce. Uno dei
detti mazaresi cos recita: a Pasqua a li Cappuccini, Lunniri a
Miragghianu, Maittiri a Santu Vitu, Meiccuri a lu timpuni di
Maranzanu (dove i contadini si recavano con la zappa in spalla per
lavorare )
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Giornata di festa a Miragliano
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Lu corredu espostu Nei tempi passati era tradizione, giorni
prima di uno sposalizio, mettere esposto il corredo dei futuri
sposi che ne avrebbero usufruito dopo il matrimonio. Il corredoera
lintero guardaroba (dello sposo o della sposa) e anche dei piccoli
pezzi di arredamento come: tappeti, lenzuola, ecc.. Ogni capo
veniva esposto in bella vista perch se ne potesse ammirare la
qualit e la quantit. Ai parenti e agli amici che si recavano a
vederlo, venivano offerte per tradizione la calia e la simenza.
Questo rituale spesso era occasione di nuovi incontri per i giovani
in et di matrimonio. Adesso non pi una tradizione diffusa a Mazara
ma alcune famiglie lo fanno ancora.
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Laurora LAurora un rito ecclesiastico mazarese che si svolge la
mattina di Pasqua e consiste nellincontro fra la Madonna Addolorata
e Suo Figlio risorto, Ges. La funzione si svolge nella piazza
principale. Poco prima delle nove un Cristo risorto con manto rosso
e bandiera bianca, preceduto da una dozzina di confrati della
compagnia delle Grazie, vestiti con sacco e cappuccio bianco, dalla
chiesa S. Caterina portato sotto il cavalcavia della Cattedrale,
mentre nello stesso tempo una Madonna, vestita di bianco, ma tutta
avvolta in un manto nero preceduta da altrettanti confrati della
medesima compagnia, portata allimboccatura di via XX Settembre, che
sta di fronte.
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A un dato segno, mentre limpazienza e lansia dellattesa si
fanno pi vive tra la folla e mentre i bambini vengono levati in
alto per vedere meglio, il Cristo e la Madonna, a cui stato gi
tolto il manto nero, sono portati di corsa nel mezzo della piazza
e, fermatisi a brevissima distanza luno dallaltra, fanno tre
inchini in mezzo agli evviva e al tripudio del popolo osannante.
Subito dopo si ordina la processione: precedono i confrati, segue
il Cristo, a cui tiene dietro la Madonna e infine il popolo che,
dopo aver percorso le strade principali della citt, riconduce le
statue alle loro chiese
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Lu fistinu di Santu Vitu La festa per il patrono di Mazara (lu
fistinu di santu Vitu) che si svolge nel periodo compreso tra la
penultima e lultima settimana di agosto caratterizzata da due
processioni: quella storico- ideale dei quadri viventi e la
processione pi mattiniera dItalia (alle 3:30 di mattina del
mercoled) con trasporto del Simulacro dargento del Santo su un
carro a forma di barca su ruote trainato dai pescatori e condotto
dalla Chiesa di San Vito in urbe alla Chiesa di San Vito a mare.
Alla processione segue la manifestazione "jocu di focu a ddiunu",
giochi pirotecnici sullo sfondo del lungomare, prima dello spuntare
del sole.
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I PIATTI SICILIANI Sarde a beccafico Ravioli con la ricotta
Campanaro Pasta con le sarde
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Le sarde a beccafico una delle tante ricette tramandateci dai
domestici delle cucine baronali siciliane. Infatti, questo piatto
la modifica di un piatto prelibato nel quale gli ingredienti
principali erano degli uccelletti, i beccafichi. Le sarde a
beccafico sono, appunto, una modificazione del piatto nobile. In
realt questi uccelletti, particolarmente apprezzati dagli
aristocratici, venivano sistemati nei piatti con le piume della
coda rivolte allins, cos da poterli prendere e sbocconcellarli a
piacimento. Lorigine del nome sta nel fatto che le sarde a
beccafico, una volta servite sul piatto, assumevano le sembianze
dei beccafichi.
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1 chilo di sarde Olio extravergine doliva 10 cucchiai di
pangrattato 100 grammi di passoline (in mancanza si pu usare luva
sultanina) 100 grammi di pinoli 1 cucchiaio di zucchero Sale e pepe
q.b. Foglie di alloro Un ciuffo di prezzemolo Succo di limone
(ancora meglio succo di arancia)
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BUON APPETITO .
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RAVIOLI CON LA RICOTTA Caratteristici della Sicilia occidentale
e precisamente del trapanese, vengono denominati per nel raggio di
pochi chilometri con nomi diversi tra cui "cappidruzzi" a Marsala,
"cassateddri" a Castelvetrano e a Favignana. Sono un dopo pasto
sostanzioso ma concilianti... la siesta.
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1 kg di farina 00 200 g di strutto (o l'equivalente peso di
olio d'oliva extravergine) 100 g di zucchero (o due cucchiai di
malto d'orzo) vino bianco per impastare olio per friggere Ripieno:
1 kg di ricotta (preferibilmente di pecora) 300/400 g di zucchero
cannella macinata trucioli di cioccolato fondente buccia
grattugiata di un limone.
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Buon Appetito ..
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Campanaro Il campanaro nacque nei tempi antichi in Sicilia. Nel
giorno di Pasquetta, a Mazara del Vallo, andavano tutti a
Miragliano per trascorrere un giorno allaria aperta, al sole e al
vento della bellissima primavera. Di solito preparavano pani
cunsatu e cosi arrustuti e poi non potevano rinunciare al dolce: IL
CAMPANARO.
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pasta frolla: 1 kg di farina 00 500 g di strutto 700 g di
zucchero litro di latte 3 bustine di vaniglia 1 cucchiaio di
ammoniaca solida per dolci (oppure 2 bustine di pane degli angeli)
decorazione: uova sode colorate glassa confettini colorati
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Buon appetito
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PASTA CON LE SARDE La pasta con le sarde (pasta ch sardi in
siciliano) un piatto tipico della cucina siciliana, inserito nella
lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani del
Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. un
piatto stagionale: si pu preparare da marzo a settembre e cio
nellunico periodo dellanno in cui si trovano al mercato le sarde
fresche ed possibile raccogliere nei campi il finocchietto
selvatico. Esistono molte varianti. Una tra le pi importanti la
pasta con le sarde alla Trappitara, ricetta gelosamente custodita
da famiglie marinare di Trappeto.
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320 g di bucatini 600 g di sarde freschissime 4 acciughe (o
sarde) sotto sale o sottolio 250 g di finocchio selvatico 50 g di
pinoli 50 g di uvetta sultanina 50 g mandorle 4 cucchiai di pane
grattugiato 70 g di cipolla bianca o cipollotti 1 spicchio di aglio
1 bustina di zafferano olio extravergine di oliva pepe nero di
mulinello sale
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Buon Appetito..!
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Ed ecco a voi i protagonisti di questa avventura
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Samuela Giorgia
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Giada Miriana
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VirginiaMaria Letizia
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MoniaBrigitte
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Jonathan Vladik
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AntoninoMohamed
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VitoDaniele
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Francesco
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Orazio
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Cristopher
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Gaspare
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Lavoro realizzato dagli alunni della classe 2E della Scuola
Media Giuseppe Grassa di Mazara del Vallo A.S. 2011-12 Hanno
coordinato i lavori i docenti: Prof.ssa Elisabetta Tumbiolo
Prof.ssa Rossella Ingraldo Prof. Andrea Fiducioso