Programma del corso• Microeconomia (3 CFU)
– Offerta, domanda e mercato dei prodotti– Mercato dei fattori e distribuzione del reddito– Commercio internazionale, intervento pubblico e ambiente
• Macroeconomia (3 CFU) – Crescita economica e cicli economici– Economia aperta– Disoccupazione, inflazione e politica economica
Testo di riferimento: Sameulson, P. A., Nordhaus, W.D., Bollino C.A., Economia, McGraw Hill.
Slides su: http://climeg.poliba.it/moodle/mod/resource/view.php?id=1082http://climeg.poliba.it/moodle/mod/resource/view.php?id=1082
L’economia
• “Studio del modo in cui le società utilizzano risorse scarse per produrre beni utili e di come tali beni vengono distribuiti” (Paul A. Samuelson)
• Scienza della ricchezza o della scarsità? (Thomas Carlyle: “La scienza triste”)
• Efficienza (W. Pareto): impossibilità di migliorare le condizioni di un soggetto senza peggiorare quelle di qualcun altro.
Micro e Macro
• Microeconomia (A. Smith, 1776): studio del funzionamento dei singoli mercati.
• Macroeconomia (J.M. Keynes, 1936): studio del funzionamento complessivo dei sistemi economici.
• Economie di mercato, pianificate e miste: tre diverse risposte a tre precise domande.
Tre domande
• Cosa produrre? (E in che quantità?)
• Come produrre? (Quali tecnologie?)
• Per chi produrre? (Come distribuire i prodotti?)
Prodotti = beni (materiali) o servizi (immateriali)
I fattori di produzione (input)
• Terra (risorse naturali)
• Lavoro (e knowhow)
• Capitale (beni durevoli: impianti, infrastrutture, ecc.)
La Frontiera delle Possibili Produzioni
• Burro o cannoni?
burro
can
no
ni possibile
impossibile
efficiente
F.P.P. nel tempo: anno n
• Consumi o investimenti?
consumi
inve
stim
enti
Cicalandia
Formicandia
F.P.P. nel tempo: anno n + 1
• Consumi o investimenti?
consumi
inve
stim
enti
Cicalandia
Formicandia
Costo opportunità
• Il costo opportunità è il valore di ciò a cui si rinuncia quando si decide un consumo (o un investimento).
Ad esempio: burro / cannoni, Porto industriale / flussi turistici interessi a cui rinuncio se presto una somma ad
un amico, ecc.
Il mercato
• Un mercato è un luogo (reale o ideale) di incontro tra venditori (offerta) ed acquirenti (domanda). Risultato dell’incontro è la determinazione delle quantità e dei prezzi.
• Cosa? domanda (voto del portafoglio)
• Come? concorrenza (tecnologia)
• Per chi? redditi (prezzo dei fattori)
Il circuito del mercato
Famiglie Imprese
Mercato dei beni e servizi
finali
Mercato dei fattori di
produzione
Lavoro
Terra
Capitale
Salario
Rendita
Interesse
Acquisti Prodotti
€
€
Il mercato concorrenziale perfetto
• In un mercato concorrenziale perfetto viene massimizzata la produzione di ricchezza
• Il mercato opera come una “mano invisibile” di distribuzione ottimale delle risorse (A. Smith, 1776)
Condizioni di “perfezione” del mercato concorrenziale
• N° di venditori e acquirenti molto elevato• Nessun venditore o acquirente ha
dimensioni tali da influenzare singolarmente il mercato
• Informazione totale, immediata e gratuita• Razionalità perfetta dei decisori
• Una metafora: il modello del gas perfetto
Alcuni parametri fondamentali
• Specializzazione e scambi (la “pin factory”)
• Moneta (mezzo di scambio e di misura)
• Capitale (accumulo di ricchezza per produzioni future) [moneta come mezzo di tesaurizzazione]
Le imperfezioni del mercatoe l’intervento dello Stato
Imperfezione Intervento (esempi)
Concorrenza imperfetta Antitrust, controllo prezzi
Esternalità negative Regolamentazioni
Esternalità positive Opere pubbliche
Cicli economici Politiche economiche
Sperequazioni Ridistribuzione
Curva della domanda• Effetto sostituzione
• Effetto reddito
quantità
prezzo
Relazioni tra domanda e reddito
Quantità domandata
Reddito
Prodotti normali
Relazioni tra domanda e reddito
Quantità domandata
Reddito
Prodotti normali
Prodotti inferiori
Determinanti della domanda
• Reddito medio
• Dimensioni del mercato
• Prodotti correlati (sostitutivi e complementari)
• Gusti e mode
• Situazioni ambientali
• Aspettative per il futuro
Evoluzioni della domanda/1
quantità
prezzo spostamento della curva
Evoluzioni della domanda/2
quantità
prezzo spostamento sulla curva
P1
P2
Q2Q1
Curva dell’offerta
quantità
prezzo
Determinanti dell’offerta
• Tecnologia
• Prezzi degli input
• Prezzi dei beni correlati
• Politiche governative
• Influenze particolari
Spostamenti della/sulla curva
quantità
prezzo
Equilibrio di domanda e offerta
quantità
prezzo
P*
Q*
Rendita del consumatore e rendita del produttore
quantità
prezzo
P*
Q*
Rendita del consumatore
Rendita del produttore
Qx<Q*
Pz >P*
Py <P*
Perché è un equilibrio stabile?
quantità
prezzo
P*
Q*
eccesso di offerta
eccesso di domanda
Il problema dei prezzi amministrati
quantità
prezzo
P*
Q*
Prezzo troppo alto: contrabbando
Prezzo troppo basso: equo canone
Variazioni della domanda
quantità
prezzo
P*
Q*
Variazioni dell’offerta
quantità
prezzo
P*
Q*
Elasticità di domanda e offerta
E>1 domanda (offerta) elastica
E=1 domanda (offerta) ad elasticità unitaria
E<1 domanda (offerta) anelastica
E =dQ/Q
dP/P
P
Q
Elasticità della domanda e ricavo totale
domanda anelastica:
P RT
domanda elastica:
P RT
domanda ad elasticità unitaria
P RT = K
Iperbole
P*Q=cost.
1° Esempio: i problemi dell’agricoltura
Domanda anelastica
Offerta anelastica, variabile (effetti metereologici)
2° esempio: imposte sulla benzina
Offerta elastica, domanda anelastica
imposta
prelievo fiscale
minore domanda
Utilità
• J. Bentham (1748 -1832)
• Utilità = soddisfacimento
• Concetto ordinale e non cardinale (come la qualità)
• Il paradosso del valore
Utilità totale e marginale
Utilità totale Utilità marginale
Legge dell’utilità marginale decrescente
0 1 2 3 4
UT
0 1 2 3 4
UM
Curva di indifferenza
Q1
Q2
Curva di indifferenza
Q1
Q2
Q1A
Q2A
Q1B
Q2B
UT(Q1A + Q2A) = UT(Q1B + Q2B)
Retta di bilancio e massimizzazione dell’utilità totale
Q1= R/P1
Q2= R/P2
Umax UM1/P1 = UM2/P2
Variazione di P2
Q1= R/P1
Q2= R/P2
Umax UM1/P1 = UM2/P2
Q’2= R/P’2
Variazione del reddito
Q1= R/P1
Q2= R/P2
Umax UM1/P1 = UM2/P2
R’ > R
Equilibrio del consumatore
Il consumatore che disponga di un reddito R destinato al consumo di n prodotti lo ripartisce in maniera tale che risulti:
UM1/P1 = UM2/P2 = … = UMn/Pn
Funzione di produzione
• La funzione di produzione è la relazione tra la quantità massima di output ottenibile e la quantità di input necessaria per ottenerla, per un determinato livello di conoscenze tecnologiche.
• Prodotto marginale: output aggiuntivo conseguente all’aumento di una unità di input, fermi restando tutti gli altri.
Legge dei rendimenti decrescenti
Produzione totale Produzione marginale
Aumentando un solo input (e lasciando costanti tutti gli altri) l’output marginale è decrescente.
0 1 2 3 4
Ou
tpu
t
0 1 2 3 4
Ou
tpu
t m
arg
inal
e
Input (uno) Input (uno)
Rendimenti di scala
Output
Input (tutti)
Rendimenti di scala costanti
Rendimenti di scala crescenti
(economie di scala)
Rendimenti di scala decrescenti
Economie di scala e produttività
• Produttività del lavoro: produzione per unità di lavoro.
• Produttività totale dei fattori: produzione per unità di input totali (lavoro, materie prime e capitali).
• Le economie di scala fanno aumentare la produttività.
• Un esempio: i costi di progettazione.
Rendimenti decrescenti, costi marginali, costi unitari
lavoro
Prodotto marginale
Costo marginale
Costo unitario
CM
CU
Perché la curva CM incontra la curva CU nel suo punto di minimo?
Q
C
Isoquanto
FP1
FP2
Diverse combinazioni dei Fattori Produttivi 1 e 2 danno origine alla stessa quantità di prodotto.
Isocosti
FP1= S/C1
FP2= S/C2
Cmin PM1/C1 = PM2/C2
Variazione di C2
FP2= S/C2
Cmin PM1/C1 = PM2/C2
FP1= S/C1
Variazione della spesa
FP1= S/C1
FP2= S/C2
Cmin PM1/C1 = PM2/C2
Mix di fattori produttivi
Ogni impresa combina i fattori produttivi in quantità tali che il rapporto tra prodotto marginale e costi di ogni singolo fattore produttivo sia costante:
PM1/C1 = PM2/C2 = … = PMn/Cn
esempio: operai e robot
Costo-opportunità
• Il costo-opportunità è ciò a cui si rinuncia facendo una scelta (non necessariamente di acquisto: es.: costo-opportunità di studiare invece che andare al cinema).
• Nei mercati efficienti il costo-opportunità di un prodotto è pari al suo prezzo.
I mercati concorrenziali perfetti
• Rapporto tra prezzo e quantità: domanda del mercato e domanda per l’impresa.
P
Q (mercato)
P
Q (impresa)
Massimizzazione del profitto
mercato concorrenziale: l’impresa massimizza il profitto producendo la quantità per cui CM=P
Costo marginale
Costo unitario
CM
CU
P
C
QQottimale
profitto
Condizioni di “chiusura”
Costo marginale
Costo unitario
CM
CU
P
C
QQottimale
CM=CU situazione di profitto nullo (l’impresa non apre)
CM=CVU situazione di chiusura dell’impresa
CVUCosto variabile unitario
L’offerta del mercato
• L’offerta di un mercato è la somma delle offerte di tutte le imprese presenti in esso.
P
P
PQ1
Q2
QT= Q1 + Q2
Breve e lungo periodo
• Variazioni della domanda e conseguenze sull’offerta
Breve periodo Lungo periodo
Equilibrio di lungo periodo
Costo marginale
Costo unitario
CM
CU
P
C
QQottimale
Nel lungo periodo, a causa del progressivo ingresso di nuovi concorrenti, è:
P = CM = CU
Ricavi = Costi
Pminimo
Casi particolari
Prezzo (costo) costante Rendita pura
Un’eccezione: le curve di offerta retrogade
Esempi: lavoro, petrolio, ecc.
P
Q
Efficienza allocativa
• Efficienza allocativa (o “Paretiana”): situazione in cui non è possibile riorganizzare la produzione in modo da migliorare le condizioni di qualcuno senza peggiorare quelle di qualcun altro.
• Nei mercati concorrenziali perfetti l’allocazione delle risorse è Pareto-efficiente.
Imperfezioni del mercato
• Concorrenza imperfetta
• Esternalità
• Cicli economici
• Sperequazioni
• Asimmetrie informative
Concorrenza imperfetta
• Monopolio
• Oligopolio
• Concorrenza monopolistica
P
Q
P
Q
Concorrenza imperfetta Concorrenza perfetta
Domanda (per la singola impresa)
Cause di imperfezioni del mercato
• Economie di scala
• Barriere all’ingresso (economiche)
• Barriere all’ingresso (restrizioni legali)
• Pubblicità e differenziazione del prodotto
Struttura del mercato e costi di impresa
D
CU
CM D
CU
CMD
CU
CM
CM e CU di singola impresa D del mercato
Monopolio naturale Oligopolio Concorrenza perfetta
Il vantaggio del monopolista/1
Per il monopolista:
D = RU
RM > 0 per domanda elastica (E>1)
RM < 0 per domanda anelastica (E<1)
D = RU
RM
50%0% 100%
Il vantaggio del monopolista/2
50%0% 100%
Il ricavo totale cresce finché è:
RM > 0 (E>1)
quindi decresce.
Il vantaggio del monopolista/ 3
CM
RM
D=RU
Pmax
Qmax
Il vantaggio del monopolista/ 4
CMCU
RM
D=RU
Pmax
Qmax
Il vantaggio del monopolista/ 5
Prezzo di massimo profitto: RM = CM
Massimo profitto: Pmax * Q max – CU * Qmax
CMCU
RM
D=RU
Profitto
Pmax
Qmax
Il vantaggio del monopolista/ 6
CM CU
D=RU
Profitto
PT (profitto totale)
RT (ricavo totale)
Potere di mercato
• Rapporto di concentrazione su x imprese: quota % di produzione delle x maggiori imprese del settore.
• Ad esempio negli USA, nel 1992:RC4 (sigarette) = 93%RC4 (altoforni) = 37%RC4 (utensileria) = 3%
Oligopolio collusivo
• Quando gli oligopolisti sviluppano interazioni strategiche ognuno è monopolista della propria quota di mercato.
CM CU
D=RU
Profitto
RM
N.B.: le curve sono relative alla i-esima impresa ed alla sua quota di mercato.
Concorrenza monopolistica/1
Ogni impresa è monopolista del proprio prodotto, ma …
CMCU
RM
D=RU
Profitto
Pmax
Qmax
Concorrenza monopolistica/2
La concorrenza dei nuovi concorrenti fa diminuire la domanda …
CMCU
RM
D=RU
ProfittoPmax
Qmax
Concorrenza monopolistica/3
Fino ad annullare il profitto
CMCU
RM D=RU
Pmax
Qmax
Concorrenza monopolistica/4
Cosa cambia rispetto alla concorrenza perfetta?
CMCUPc.m.
Qc.m. Qc.p.
Pc.p.
Concorrenza monopolistica/5
Cosa cambia rispetto alla concorrenza perfetta?
Prezzi più alti, quantità minori, maggiore varietà, profitto sempre nullo.
CMCUPc.m.
Qc.m. Qc.p.
Pc.p.
Economia dell’informazione
• L’informazione è illimitatamente replicabile.
• L’informazione appropriabile (brevetti) è un fattore di monopolio.
• L’informazione non appropriabile (ricerca di base) è un fattore di sviluppo generalizzato.
• Il problema della difesa della proprietà intellettuale (musica, farmaci, ecc.).
Economia del rischio e dell’incertezza/1
• Rischio: alea statisticamente strutturata.
• Incertezza: alea per la quale non si dispone di valutazioni statistiche.
• Competizione: alea conseguente a comportamenti altrui non prevedibili a priori.
Economia del rischio e dell’incertezza/2
• Speculazione: acquistare con l’intenzione di rivendere in altro luogo e/o tempo.
• Se il luogo è diverso ed il tempo è lo stesso (trascurando i tempi di trasporto) si ha l’arbitraggio.
• Copertura (contratti future): compravendita con consegna futura a prezzo prefissato (trasferimento dell’incertezza).
Utilità della speculazione/1
Esempio: arbitraggio di frutta tra Bari e Milano
0 1 2 3 4
Uti
lità
a B
ari
Q a Bari 0 1 2 3 4
Uti
lità
a M
ilan
o
Q a Milano
Utilità della speculazione/2
Trasferimento di una unità da Bari a Milano
0 1 2 3 4
Uti
lità
a B
ari
Q a Bari 0 1 2 3 4
Uti
lità
a M
ilan
o
Q a Milano
Analogamente per i trasferimenti nel tempo
Le assicurazioni
• Le assicurazioni trasformano una possibile grave perdita X (costo probabilistico x) in un costo certo (deterministico) y: X>y>x.
• y-x è il margine dell’assicuratore.
• Perché l’assicurato è disposto a sostenere un costo (deterministico) superiore a quello probabilisticamente prevedibile?
• Problema della selezione avversa.
Teoria dei giochi Giocatore A
Opzione X Opzione YO
pzi
on
e Y
Op
zio
ne
X
Gio
cat
ore
B
Axx
Bxx
Axy Ayy
Ayx
Byx
Bxy
Byy
Strategia dominante• Un giocatore ha una strategia
dominante quando ottimizza i suoi risultati indipendentemente dalle scelte dell’altro giocatore. Se tutti i giocatori hanno una strategia dominante c’è un equilibrio dominante.
• Esempio: per il giocatore A, x è una strategia dominante se è sempre:
Axi > Ayj
Equilibrio di Nash
• Si ha l’equilibrio di Nash quando nessuno dei due giocatori, data (ipotizzata) la strategia dell’altro, è in grado di migliorare il proprio risultato.
Dilemma del prigioniero/1• Due pregiudicati, Minguccio e Savinuccio,
sono arrestati perché sospettati di rapina.• Sono interrogati separatamente, e il
giudice fa ad ognuno una proposta: se confessa, se la caverà con una pena di 1 anno, ed il complice sconterà 10 anni.
• Se entrambi confessano, però, saranno condannati a 5 anni.
• Se invece nessuno confessa, saranno entrambi condannati a 2 anni.
Dilemma del prigioniero/2 Minguccio
Confesso Non confessoN
on
co
nfe
sso
Co
nfe
sso
Sa
vin
ucc
io
-5
-5
-1 -2
-10
-10
-1
-2
Dilemma del prigioniero/3• Sembrerebbe che convenga sempre
confessare: se il complice non confessa, ce la caviamo con 1 anno; se confessa ne scontiamo 5.
• “Confesso” non è però una strategia dominante: 5 anni è meglio di 10 ma peggio di 2.
• Confesso/confesso è un equilibrio di Nash nei giochi non ripetuti.
• Nei giochi ripetuti, non confesso/non confesso è un equilibrio di Nash (omertà).
Comportamento opportunistico o cooperativo
• Nei rapporti economici occasionali prevale l’interesse (da entrambe le parti) al comportamento opportunistico.
• Nei rapporti economici ripetuti cresce l’incentivo alla cooperazione (es.: la “reputazione” su eBay).
Relazioni cliente/fornitore
• Perché le imprese tendono ad avvalersi di un numero ridotto di fornitori abituali?
1. Comportamenti opportunistici (teoria dei giochi)
2. Teoria dei costi di transazione (Coase, Williamson)
Redditi
• Redditi di mercato: salari e stipendi, profitti, rendite, interessi.
• Reddito personale: reddito di mercato più trasferimenti pubblici.
• Le pensioni sociali (di invalidità, di vecchiaia, ecc.) sono (almeno in parte) trasferimenti pubblici.
Domanda dei fattori
• La domanda dei fattori di produzione è:
1. Derivata (dalla domanda di prodotto finito).
2. Interdipendente (lavoro/terra/capitale sono risorse correlate).
Il mercato del fattore lavoro
Lavoro specialistico Lavoro generico
O
O
DD Q
P
Q
P
Perché le curve di offerta hanno elasticità differenti?
Rendimento del patrimonio
Grandi patrimoni Piccolo risparmio
D
O
D
O
Pre
zzo
= t
as
so d
i in
tere
ss
e
Pre
zzo
= t
as
so d
i in
tere
ss
e
Perché tassi di interesse diversi?
• Costi di transazione (fissi)
• Diversificazione di portafoglio
• Propensione al rischioFondi Comuni di Investimento
Distribuzione del reddito nazionale/1
Quantità di lavoroPro
dott
o m
argi
nale
, ta
sso
sala
riale
Rendita degli altri fattori produttivi
Prodotto marginale del lavoro
Salari
Prodotto dell’i-esimo lavoratore
• In condizioni di equilibrio:• Salario = prodotto marginale dell’ultimo
lavoratore impiegato• Rendita = differenza tra prodotto
marginale medio di tutti i lavoratori impiegati e salario
• (E’ un concetto analogo a quello della rendita del consumatore, applicata al mercato dei fattori)
Distribuzione del reddito nazionale/2
Rendita e rendita del consumatore
quantità
prezzo
P*
Q*
Rendita del consumatore
Rendita del produttore
Differenze: non consideriamo il prezzo, ma il prodotto marginale; la quantità di lavoro acquistata è data (dall’equilibrio di mercato: Pm=Rm), pertanto la curva della “offerta” è verticale.
Equa distribuzione dei redditi?
• La distribuzione dei redditi dipende dal mercato dei fattori, quindi:
• dalla domanda di prodotto “finito” (esempio: redditi dell’Arabia Saudita)
• e dalla interdipendenza dei fattori produttivi
• Conseguenze: nessuna garanzia di equità
Il mercato del lavoro: confronti internazionali
Paese industrializzato Paese emergente
O
O
DD Q
P
Q
P
Istruzione, capitale, tecnologia, demografia
Differenziali salariali compensativi
• Differenziali salariali compensativi: differenze salariali a compenso di particolari condizioni di lavoro.
• Esempi: lavoro straordinario, notturno, all’estero, ecc.
Differenziali di istruzione
0 10 20 30 40
Anni di esperienza
20
15
10
5Gu
adag
no
med
io o
rari
o (
$ U
SA
, 19
89)
Laurea
Diploma
Scuola media
Conviene studiare?
V.A.N. = CFj
(1 + I)jJ=1
n
V.A.N. = Valore Attuale Netto
CF = Cash Flow all’anno j
I = tasso di attualizzazione
n = numero di anni di attività di studio e lavorativa
Differenze salariali
Individui uguali
Occupazioni uguali
Unico mercato con
concorrenza perfetta
Individui uguali
Occupazioni diverse
Differenziali salariali
compensativi
Individui diversi
Offerte diverse
Gruppi non concorrenti
Pure rendite economiche
Individui diversi
Gruppi in parte concorrenti
Differenziali salariali
determinati dal mercato
La contrattazione collettiva
Quantità di lavoro
salari
P*
Disoccupazione
Q*
paga sindacale
Terra e rendita
• La rendita è rendita economica pura
Quantità di terra
Rendita
P*
Q*
Offerta anelastica
(ma in Olanda …)
Imposte sulla terra
• L’imposta grava sul proprietario
Quantità di terra
Rendita
P*
Q*
Pi*Prelievo fiscale
L’imposta “perfetta”
Rendita
imposta
prelievo fiscale
Quantità di terra
prelievo fiscale
imposta
Normalmente l’imposta comprime l’offerta, ed altera le quantità scambiate, e quindi l’equilibrio di mercato
Se l’offerta è fissa le quantità scambiate restano le stesse: l’offerta (che non può cambiare) “vede” una domanda ridotta
Capitale e interesse
• Tasso di rendimento del capitale: rendimento netto annuo del capitale investito.
• Il T.I.R. (Tasso Interno di Rendimento) è il tasso I che rende nullo il V.A.N.
CFj
(1 + I)jJ=1
n
V.A.N. =
Tassi di interesse
• Tasso di interesse (nominale) Tn è il prezzo (% annuo) di concessione di un prestito monetario.
• Tasso di interesse reale Tr è il tasso depurato dagli effetti dell’inflazione In.
• Per tassi di inflazione modesti si può approssimare: Tr = Tn - In
Valore attuale di una rendita perpetua
• Un capitale V, prestato al tasso (decimale, non percentuale) i, fornisce una rendita annua perpetua: N = V*i ; quindi è:
• N.B.: il V.A.N. è il V.A. al netto dell’investimento iniziale.
V =N
i
I profitti dell’impresa: punti di vista
• Rendimenti impliciti (costo-opportunità del capitale investito).
• Compenso per l’assunzione di rischi (imprenditoriali).
• Premio per l’innovazione (Shumpeter).
Teoria generale del capitale
Consumi e investimenti
con
sum
i
tempo
opzione A
opzione B
periodo di investimento
risparmio
maggiore produzione
Capitale e rendimenti decrescenti• In una situazione stazionaria, l’accumulo di
capitale dovrebbe portare a rendimenti decrescenti.
• Ma in condizioni di progresso tecnologico permanente il capitale crescente trova sempre nuovi possibili utilizzi.
• In un sistema senza rischi o inflazione il tasso di interesse di mercato è pari al tasso di rendimento concorrenziale del capitale:
Cm = Rm
Tasso d’interesse di mercato
• Nel breve periodo:
Stock di capitale
Tas
so d
i int
eres
se
Q*
Tasso d’interesse di mercato• Nel lungo periodo: il rendimento incoraggia
il risparmio
Stock di capitale
Tas
so d
i int
eres
se
Q*
Il commercio internazionale
• Maggiori possibilità di scambio: aumentano scelta e concorrenza.
• Nazioni sovrane: possibilità di barriere e/o limiti doganali.
• Tassi di cambio: l’uso di monete locali diverse implica lo sviluppo di un mercato dei cambi.
Determinanti del commercio internazionale
• Diverse condizioni di produzione (risorse naturali, clima, ecc.)
• Differenze di gusti (funzioni di utilità differenti nei vari paesi; es.: tonno italiano in Giappone).
• Costi decrescenti (economie di scala).
Vantaggio assoluto e comparato
• Se il paese A è più efficiente del paese B nella produzione del bene x, e B è più efficiente di A nella produzione del bene y, è logico che A esporti x ed importi y (viceversa per B).
• Ma cosa succede se A è più efficiente di B nella produzione sia di x che di y?
Teoria del vantaggio comparato
• Ogni paese avrà un vantaggio se si specializzerà nella produzione e nell’esportazione dei beni che può produrre a costi relativamente bassi, importando invece i beni che produrrebbe a costi relativamente più alti. Ciò anche se, in termini assoluti, è più efficiente degli altri paesi nella produzione di tutti i beni. (David Ricardo, 1817).
• Risorse disponibili (h lavoro):
• USA: 600 h
• EU: 600 h
• Ipotesi semplificative: 2 paesi, 2 prodotti, 1 solo fattore produttivo, costi di trasporto trascurabili.
Vantaggio comparato: esempio/1
Vantaggio comparato: esempio/2
h lavoro/prodotto h (USA) h (EU)
alimentari 1 3
vestiario 2 4
rapporto di scambio 2 1,33
Vantaggio comparato: esempio/3
• Frontiere delle possibili produzioni
V
A
0 300 600
300
150
0
V
A
0 300 600
300
150
0
USA EU
Vantaggio comparato: esempio/4
• In regime di autarchia:
USA EU Tot.
A 150 120 270
V 225 60 285
Vantaggio comparato: esempio/5
• Posizionamento sulle FPP:
V
A
0 300 600
300
150
0
V
A
0 300 600
300
150
0
USA EU
150
225
120
60
Vantaggio comparato: esempio/6
• Gli USA in assoluto sono più efficienti in entrambi i prodotti, ma …
• devono rinunciare a 2 unità di A per una di V, mentre ..
• L’EU deve rinunciare a solo 1,33 unità di A per una di V, quindi …
• conviene che gli USA facciano A, e l’EU faccia V. Infatti …
Vantaggio comparato: esempio/7
• In regime di commercio internazionale:
USA EU Tot.
A 280 0 280>270
V 160 150 310>285
Vantaggio comparato: esempio/8
• Le nuove produzioni:
V
A
0 300 600
300
150
0
V
A
0 300 600
300
150
0
USA EU
280
160
Vantaggio comparato: esempio/9
• I nuovi consumi:
V
A
0 300 600
300
150
0
V
A
0 300 600
300
150
0
USA EU
A>150
V>225
A>120
V>60
Vantaggio comparato: esempio/10
• I rapporti di scambio tra V (prodotto in EU) e A (prodotto in USA) saranno intermedi tra 2 e 1,33.
• L’esatto valore di scambio dipenderà dalla elasticità delle rispettive domande.
• I rapporti di cambio tra € e $ saranno tali da garantire lo stesso potere di acquisto in entrambi i paesi.
Il protezionismo
• Divieto di importazione
• Dazi di importazione
• Contingentamento delle importazioni
• Costi di trasporto (esternalità)
Perché il protezionismo?• Gruppi di interesse
• Asimmetrie di potere
• Protezione delle industrie nascenti
• Transitori di riallocazione delle risorse
• Autarchia “strategica”
• Il problema dei movimenti finanziari (rapporti di cambio indipendenti dai rispettivi poteri d’acquisto).
Strumenti della politica pubblica
• Imposte e tasse
• Spese e trasferimenti
• Regolamentazioni e controlli
Rapporto spesa pubblica / PIL
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%
Svezia
Francia
Italia
Germana
Regno Unito
USA
Iran
Filippine
Rep. Dominicana
Spesa pubblica e imposte: USA
Spesa pubblica e imposte: Italia
La spesa pubblica locale in Italia
Funzioni della Pubblica Amministrazione
• Incremento dell’efficienza economica (combattere le imperfezioni del mercato)
• Miglioramento della distribuzione del reddito (equità)
• Stabilizzazione del sistema economico (PIL, disoccupazione, inflazione)
• Rappresentanza del Paese a livello internazionale
Principi di imposizione fiscale
• Principio del beneficio (tasse)
• Principio della capacità contributiva (imposte)
• Equità orizzontale: individui uguali devono subire la stessa imposizione
• Equità verticale: giusta ripartizione del carico fiscale tra i percettori di redditi diversi
Imposte dirette e indirette
• Imposte dirette (gravano direttamente sui percettori di reddito, individui o imprese; es.: IRPEF, IRPEG, IRAP, ecc.)
• Imposte indirette (gravano su beni e servizi; es.: IVA)
• Cosa succede se, a parità di gettito fiscale complessivo, si diminuisce l’IRPEF e si aumenta l’IVA?
Imposta progressiva
Imposte progressive, proporzionali e regressive
Reddito
Imp
ost
e (%
di
red
dit
o)
proporzionale: es. IRPEG
regressiva: es.: imposte indirette
progressiva (es.: IRPEF)
Relazione aliquote entrate fiscali
0% 25% 50% 75% 100%
Aliquota di imposta diretta
En
trat
e fi
scal
i to
tali
La curva di Laffer / 1
0% 25% 50% 75% 100%
Aliquota di imposta diretta
En
trat
e fi
scal
i to
tali
La curva di Laffer / 2
0% 25% 50% 75% 100%
Aliquota di imposta diretta
En
trat
e fi
scal
i to
tali
diminuendo le aliquote impositive
La curva di Laffer / 3
0% 25% 50% 75% 100%
Aliquota di imposta diretta
En
trat
e fi
scal
i to
tali
aumenta il gettito fiscale
La curva di Laffer / 4
0% 25% 50% 75% 100%
Aliquota di imposta diretta
En
trat
e fi
scal
i to
tali ma la curva è questa?
La curva di Laffer / 5
0% 25% 50% 75% 100%
Aliquota di imposta diretta
En
trat
e fi
scal
i to
tali o questa?
Regolazione dei monopoli naturali
Le possibili soluzioni:
• Monopolista pubblico
• Monopolista privato regolamentato
D
CU
CM
Limitazione delle risorse
• Malthus (1798): se la popolazione cresce con progressione geometrica (raddoppio ogni x anni) e la produzione agricola cresce con progressione aritmetica (legge dei rendimenti decrescenti) siamo destinati a morire di fame!
• Ma … ci sono gli sviluppi tecnologici.• Ma … alcune risorse sono limitate
(Meadows, 1972).
Economia delle risorse naturali
• Risorse appropriabili: terra, petrolio, ecc.• Risorse inappropriabili (esternalità): aria
pulita, silenzio, varietà genetica, ecc.• Il mercato non fornisce soluzioni efficienti
in caso di risorse inappropriabili.• Eccessiva produzione di beni ad
esternalità negativa.• Insufficiente produzione di beni ad
esternalità positiva.
Il caso dell’inquinamento / 1
0 livello di disinquinamento Max
0
c
os
ti e
be
ne
fic
i mar
gin
ali
1
00
CM (costo marginale del disinquinamento)
Il caso dell’inquinamento / 2
0 livello di disinquinamento Max
0
c
os
ti e
be
ne
fic
i mar
gin
ali
1
00
CM
BMS (beneficio marginale sociale del disinquinamento)
E (equilibrio sociale)
Il caso dell’inquinamento / 3
0 livello di disinquinamento Max
0
c
os
ti e
be
ne
fic
i mar
gin
ali
1
00
CM
BMS
ES (equilibrio sociale)
BMP (beneficio marginale
privato del disinquinamento)
EP (equilibrio privato)
Il caso dell’inquinamento / 4
0 livello di disinquinamento Max
0
c
os
ti e
be
ne
fic
i mar
gin
ali
1
00
CM
BMS
ES
BMP
EP
Soluzioni: controlli diretti
0 livello di disinquinamento Max
0
c
os
ti e
be
ne
fic
i mar
gin
ali
1
00
CM
BMS
ES
BMP
EP
Soglia minima di disinquinamento imposta per legge
Soluzioni: imposta sulle emissioni
0 livello di disinquinamento Max
0
c
os
ti e
be
ne
fic
i mar
gin
ali
1
00
CM
BMS
ES
BMP
EP
Soluzioni: permessi negoziati di emissione (Kyoto)
CM
BMS
ESBMP
EP
Lo stesso effetto dei controlli diretti, ma riferito al totale del sistema industriale, e non alla singola impresa.
Vantaggio (teorico): premia le imprese più efficienti.
Distribuzione del reddito
0 % popolazione 100
0
% r
edd
ito
10
0
Brasile
USA
Svezia
uguaglianza assoluta
Curva di Lorenz per il reddito
Distribuzione del patrimonio
0 % popolazione 100
0
% p
atr
imo
nio
1
00
Gran Bretagna
USA
uguaglianza assoluta
Curva di Lorenz per il patrimonio
Origini delle disuguaglianze
• Da reddito di lavoro (specializzazione, differenziali compensativi, capacità, rendite di posizione).
• Da reddito di capitale (eredità, risparmio, imprenditorialità).
Redditi e ingiustizia sociale (fonte: Economist October 25th 2008)
0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
20 25 30 35 40
Coefficiente di Gini
Co
rrel
azio
ne
red
dit
i g
enit
ori
/fig
li
NorvegiaDanimarca
Canada
SpagnaGermania
FranciaU.S.A.ItaliaU.K.
Costi della ridistribuzione / 1
reddito del 50% più ricco
red
dit
o d
el 5
0%
più
po
ve
ro
A
E A= massima efficienza senza intervento pubblico
E = massima equità
Costi della ridistribuzione / 2
reddito del 50% più ricco
red
dit
o d
el 5
0%
più
po
ve
ro
A
E
B
Ctraiettoria efficiente
traiettoria inefficiente
Strumenti di politica economica
• Politica fiscale o di bilancio (entrate e uscite dello Stato)
• Politica monetaria (offerta di moneta)
• Rapporti internazionali (accordi commerciali, ecc.)
• Politica dei redditi
Disoccupazione e inflazione
Tasso di disoccupazione =disoccupati
forza lavorox 100
Tasso di inflazione =I.P.C.n – I.P.C.n-1
I.P.C.n-1
x 100
I.P.C.n = Indice dei Prezzi al Consumo all’anno n
P.I.L. e P.N.L.
• P.I.L.: valore di mercato di tutti i prodotti finiti realizzati all’interno di un paese nel corso di un determinato periodo.
• P.N.L.: valore di mercato di tutti i prodotti realizzati da fattori di produzione di proprietà dei cittadini di un paese in un determinato periodo.
Obiettivi della politica macroeconomica
• P.I.L. • Occupazione • Livello dei prezzi
• Inport / export
Domanda aggregata
Livello dei prezzi
PIL reale
• politica monetaria
• politica fiscale
• altre forze
Offerta aggregata
Livello dei prezzi
PIL reale
PIL potenziale
• livello dei costi
• PIL potenziale
• tecnologia
• fattori di produzione
L’equilibrio macroeconomico
Livello dei prezzi
Inflazione
PIL reale
Disoccupazione
PIL potenziale
Il circuito del reddito
Famiglie Imprese
Fattori produttivi
Beni e servizi finali
Il circuito del reddito
Famiglie Imprese
Fattori produttivi
Beni e servizi finali
Remunerazione dei fattori produttivi
Acquisto beni e servizi finali
P.I.L.
R.I.L.
P.I.L. e R.I.L.
• P.I.L. = C + I + G + X
• C = Consumi• I = investimenti (lordi)• G = Spesa pubblica• X = Esportazioni nette
• R.I.L. = Reddito Interno Lordo [compresi gli ammortamenti].
P.I.L. = R.I.L.
• Metodo dei costi o dei redditi: misura del R.I.L.
• Metodo del flusso dei prodotti: misura del P.I.L.
• Il problema dei “doppi conteggi”: il Valore Aggiunto
P.I.L., prezzi, ammortamenti, G, X
• P.I.L. reale e P.I.L. nominale
• Il deflatore del P.I.L.
• Investimenti lordi e investimenti netti
• Invest. netti = invest. lordi – ammortamenti
• Composizione di G: spesa pubblica senza considerare i trasferimenti e gli interessi sul debito pubblico
• X = esportazioni – importazioni.
I limiti del PIL come indicatore di benessere
• Danni ambientali
• Spese militari
• Tempo libero
• Lavoro domestico, volontariato
• Dal PIL al BEN (Benessere Economico Netto)?
Consumo, reddito e risparmio
reddito
con
sum
i45°
Consumo, reddito e risparmio
reddito
con
sum
i
Consumo, reddito e risparmio
reddito
con
sum
i
debiti
risparmio
pareggio
Propensione marginale al consumo
Reddito
Co
nsu
mi
PMC = dC / dR
dR1 dR2
dC1
dC2
Curva del risparmio+ Reddito - Consumi= Risparmio (Save)
PMS = PropensioneMarginale al Risparmio
PMS = dS / dRPMS + PMC = 1
Reddito
Co
nsu
mi
RedditoRis
par
mio
Fattori che determinano il consumo
• Reddito disponibile corrente
• Reddito permanente (ipotesi del ciclo di vita: un individuo risparmia in modo tale da ripartire in modo equo i consumi durante tutto la vita)
• Ricchezza (patrimonio statico)
Fattori che determinano gli investimenti
• Ricavi (attuali, attesi)
• Costi (attuali, attesi)
• Aspettative
• Tassi di interesse
La domanda di investimenti
investimenti
tass
i d
i in
tere
sse
La domanda di investimenti
investimenti
tass
i d
i in
tere
sse
•Ricavi (attuali, attesi)•Costi (attuali, attesi)•Aspettative
Cicli economici• Fluttuazioni dei “fondamentali”
recessione
espansione
Teorie del ciclo economico
• Esogene: dipendenza da eventi esterni al sistema economico (oscillazioni indotte)
• Endogene: dipendenza da eventi interni al sistema economico (instabilità intrinseca)
Variazioni della domanda aggregata
Li
vello
dei
pre
zzi
PIL reale
PIL potenziale
Variazioni della domanda aggregata
Li
vello
dei
pre
zzi
PIL reale
PIL potenziale
Variazioni della domanda aggregata
Li
vello
dei
pre
zzi
PIL reale
PIL potenziale
Il moltiplicatore degli investimenti/1
Reddito=PILC
on
sum
i
Reddito=PILRis
par
mio
S
IE
Ipotesi: Il livello degli investimenti è indipendente dal livello del PIL (dipende da ricavi, costi, aspettative tassi di interesse).
E ( I = S ) è il punto di equilibrio che determina il PIL, e quindi il Reddito ed i consumi effettivi.
Infatti …
Il moltiplicatore degli investimenti/2
Reddito=PIL
Ris
par
mio S
IE
A C B
Per PIL=A è I>S: le imprese investono più dei risparmi: la produzione aumenta
Per PIL=B è I<S: le imprese non riescono a vendere, perché c’è troppo risparmio; la produzione diminuisce
Per PIL=C è I=S: le imprese investono ciò che le famiglie risparmiano; situazione di equilibrio stabile
Il moltiplicatore degli investimenti/3
PIL
Ris
par
mio
S
IE
C C’
I’
E’
dPIL = 1
PMS * dI =
1
1 - PMC * dI
Il paradosso del risparmio
Moltiplicatore della spesa pubblica
Reddito=PIL
Sp
esa
tota
le
C + I + G
Condizione di congruità: Spesa totale = Reddito totale
Ipotesi semplificativa:
X = 0
Moltiplicatore della spesa pubblica
Reddito=PIL
Sp
esa
tota
le
C + I + G
C+ I + G’ dG
dPIL
dPIL = 1
PMS * dG
dPIL = 1
1-PMC * dG
Condizione di congruità: Spesa totale = Reddito totale
La moneta
• Il baratto
• La merce moneta
• Le merci moneta migliori sono: omogenee, divisibili, ad elevato valore specifico
• La moneta aurea (o d’argento)
• La moneta cartacea (titolo convenzionale di credito)
Funzioni della moneta
• Mezzo di scambio
• Unità di conto
• Riserva di valore
La domanda di moneta
• Per transazioni
• Patrimoniale (risparmio)
Sal
di m
onet
ari (
€)1/1 15/1 31/1
fabbisogno medio
L’offerta di moneta
• M0 = moneta metallica e cartacea
• M1 = M0 + depositi nei conti correnti (assegni)
• M2 = M1 + depositi vincolati
• M3 = M2 + fondi comuni monetari, pronti contro termine e analoghi
La domanda di moneta per transazioni: effetto dei c/c
S
aldi
mon
etar
i (€)
1/1 15/1 31/1
fabbisogno medio (contante)
fabbisogno medio (bancomat)
L’attività bancaria
• Impresa di intermediazione finanziaria
• Origini storiche: la banca orafa (“cassette di sicurezza”)
• Il fattore di contemporaneità: prestare moneta di terzi
• La riserva obbligatoria: R
• Creazione di moneta bancaria (M1 – M0)
Tassi di interesse
• Nominali
• Reali (al netto dell’inflazione)
• Attivi (per la banca)
• Passivi (per la banca)
• Fissi
• Indicizzati (funzione di indicatori predeterminati: TUS, Ribor, ecc.)
Moltiplicatore bancario/1
• Un risparmiatore versa in banca S
Moltiplicatore bancario/1
• Un risparmiatore versa in banca S
• La banca accantona S*R e presta ad un debitore S*(1-R)
Moltiplicatore bancario/1
• Un risparmiatore versa in banca S• La banca accantona S*R e presta ad un
debitore S*(1-R)• Il debitore usa S*(1-R) per pagare un
debito
Moltiplicatore bancario/1
• Un risparmiatore versa in banca S• La banca accantona S*R e presta ad un
debitore S*(1-R)• Il debitore usa S*(1-R) per pagare un
debito• Il creditore che riceve la somma S*(1-R) la
versa in banca
Moltiplicatore bancario/1
• Un risparmiatore versa in banca S• La banca accantona S*R e presta ad un
debitore S*(1-R)• Il debitore usa S*(1-R) per pagare un
debito• Il creditore che riceve la somma S*(1-R) la
versa in banca• La banca accantona S*(1-R)*R e presta
S*(1-R)2 … e così via
Moltiplicatore bancario/2
• Se tutta M0 passa nel sistema bancario, la moneta (M1) complessivamente disponibile diventa:
M1 = M0+ M0*(1-R) + M0*(1-R)2 + …+ M0*(1-R)n
Moltiplicatore bancario/2
• Se tutta M0 passa nel sistema bancario, la moneta (M1) complessivamente disponibile diventa:
M1 = M0+ M0*(1-R) + M0*(1-R)2 + …+ M0*(1-R)n
cioè (per n tendente a infinito):
M1 = M0* 1/R = M0* K
dove K = 1/R = Moltiplicatore bancario
Moltiplicatore bancario/3
• Sistema delle banche (e non unica banca)
• Il problema del “panico bancario”
• M1 = M0* 1/R = M0* K costituisce un limite massimo all’espansione monetaria, nell’ipotesi che:
1. Tutta M0 passi nel sistema bancario
2. A velocità molto elevata (infinita)
Le attività finanziarie
• Moneta (propriamente detta e bancaria)
• Conti di risparmio (vincolati)
• Titoli di Stato
• Azioni
• Obbligazioni
• Derivati finanziari (opzioni put e call)
• Fondi pensione
Il mercato finanziario
• Rischio• Evoluzioni delle quotazioni: informazioni sugli
eventi economico-finanziari sottostanti• Teoria dei mercati efficienti: non esistono
regole per guadagnare più degli altri; i rendimenti pesati per i rispettivi rischi (diversificazione, fondi comuni) sono sostanzialmente uguali
• L’insider trading• L’aggiotaggio
Funzioni della Banca Centrale
• Gestisce la politica monetaria attraverso:1. Operazioni di mercato aperto
2. Politica del tasso di sconto
3. Politica della riserva obbligatoria
• Obiettivo: regolare l’offerta di moneta (M1) per regolare la domanda aggregata
• Problema: l’offerta di moneta incide anche sull’offerta aggregata (perché?)
Aumento dell’offerta monetaria/1
Li
vello
dei
pre
zzi
PIL reale
PIL potenziale
Aumento dell’offerta monetaria/2
Li
vello
dei
pre
zzi
PIL reale
PIL potenziale
Altre funzioni della Banca Centrale
• Istituto di vigilanza• Stanza di compensazione• Banca dello Stato• Banca delle Banche (T.U.S.)• Gestione delle riserve valutarie (“difesa”
della moneta nazionale)
• Banca Centrale Europea / Banca d’Italia
Crescita economica
Nel lungo periodo, l’andamento del PIL di una nazione dipende dal PIL potenziale.
Cosa determina il PIL potenziale?
I fattori della crescita
• K = formazione di capitale (investimenti)
• L = lavoro
• R = risorse naturali
• A = livello tecnologico
• Q = produzione
Q = A * F(K, L, R)
Diffusione delle principali tecnologie (USA XX secolo)
Dinamiche di crescita (il modello classico)
• Se le risorse naturali sono illimitate, le tecnologie statiche, ed il tasso di capitalizzazione costante, il PIL aumenta in proporzione alla popolazione (A. Smith).
• Se le risorse naturali non sono illimitate, per la legge dei rendimenti decrescenti, la crescita del PIL è meno che proporzionale a quella della popolazione (T.R. Malthus).
La dinamica classicadi Smith e Malthus
PIL/cad. (salario) = costante PIL/cad. = decrescente
Raddoppio della popolazione
I vincoli ambientali possono esseresuperati con le nuove tecnologie
Capitale e tecnologia(il modello neoclassico)
• Modello neoclassico senza progresso tecnologico:
• Il prodotto per lavoratore (salario) cresce asintoticamente (legge dei rendimenti decrescenti)
Q = F(K, L)
Crescita economica e capitale
Progresso tecnologico
Trend di lungo periodo (USA)/1
Trend di lungo periodo (USA)/2
Trend di lungo periodo (USA)/3
Paesi in via di sviluppo
• Dal PIL/p.c. (procapite)
• Al HDI (indice dello sviluppo umano): comprende, insieme al reddito, l’istruzione (iscrizione a scuola), l’alfabetizzazione e l’aspettativa di vita.
PIL/p.c. e HDI
Ragioni del sottosviluppo?
• L = lavoro (istruzione, salute)
• R = risorse naturali (imperfezioni del mercato, protezionismo)
• K = formazione di capitale (PMR molto bassa)
• A = livello tecnologico (limitato)
Investimenti nei Paesiin via di sviluppo
Il circolo vizioso della povertà
Apertura e crescita economica
Modelli alternativi di sviluppo
• Il mercato gestito (modello est-asiatico): alti tassi di investimento, controllo dei fondamentali, tassi di cambio favorevoli.
• Il socialismo: proprietà statale delle risorse produttive, pianificazione, redisitribuzione del reddito.
• La Cina oggi?
Dal socialismo sovietico al mercato
Dal socialismo sovietico al mercato
Globalizzazione dei mercati
U.S.A.
Commercio estero/PIL (1997)
Bilancia dei pagamenti internazionali
a) Partite correnti Merci (bilancia commerciale)
Servizi
Investimenti netti
Trasferimenti unilaterali
b) Conti patrimoniali Privati
Pubblici
Variazione delle riserve ufficiali
c) Altro Errori ed omissioni
Saldo (a+b+c) 0
Cambi e valute
• Il tasso di cambio tra due valute è funzione delle rispettive domande e offerte.
• La domanda (offerta) di una valuta può avere motivazioni:
1. Economiche (import/export)
2. Finanziarie (investimenti/prestiti)
Determinazione del tasso di cambio
import/export > tassi di cambio(domanda di valuta)
Manovre monetarie > tassi di cambio (offerta di valuta)
PPA e tassi di cambio 1998
PPA = Parità di Potere d’Acquisto
Accordi internazionali
• Bretton Woods (1944-1971): cambi fissi ma aggiustabili tra le varie valute nazionali, il dollaro (e l’oro).
• 15/8/1971: il Presidente Nixon annulla la convertibilità del $ in oro.
• Tassi di cambio flessibili (fluttuanti)• Tassi di cambio amministrati (“serpente
monetario”).• Dal “serpente” europeo all’€.
Interventi a difesa del cambio
Esportazioni nette in % del PIL
U.S.A.
Esportazioni nette (prezzi costanti)
U.S.A.
Il valore del dollaro
Il commercio e i tassi di cambio
Investimenti nazionalie crescita economica
Investimenti nazionalie crescita economica
Variazioni dell’offerta aggregata
Somma dei due effetti
OA di breve e lungo periodo
La disoccupazione
Livello dei prezzi
Inflazione
PIL reale
Disoccupazione
PIL potenziale
Legge di Okun (1955-1999)
Ad ogni 2 % di scostamento tra PIL reale e potenziale corrisponde un 1% di occupazione/disoccupazione.
Salari rigidi e disoccupazione
disoccupazione volontaria
Tipologie di disoccupazione
• Volontaria
• Frizionale
• Ciclica
• Strutturale
Involontaria
Disoccupazione frizionale
U.S.A.
La disoccupazione nel tempo
Inflazione e sue terapie
Andamenti di lungo periodo: U.K.
U.K. 1270-1999
(1270 = 1)
Andamenti di lungo periodo: U.S.A.
Inflazione in U.S.A. (1948-2000)
Livelli di inflazione
• Moderata (a una sola cifra): i cittadini si fidano della moneta (unità di conto, scambio e tesaurizzazione).
• Galoppante (a due o tre cifre): i cittadini non hanno fiducia nel valore a medio lungo termine (solo unità di conto e scambio).
• Iperinflazione (quattro o più cifre): la moneta è soppiantata da altre monete o dal baratto.
La moneta e l’iperinflazionein Germania, 1922-1924
Effetti dell’inflazione
• Redistribuzione del reddito e dei patrimoni.
• Distorsioni dei prezzi relativi.
• Disincentivazione del risparmio.
• Una inflazione bassa e prevedibile è spesso associata allo sviluppo economico.
• La deflazione è negativa come e più dell’inflazione. Perchè?
I prezzi nell’economia classica
Legge di Say (1803): in un’economia di mercato l’offerta (rigida) crea la propria domanda; non esiste disoccupazione.
Modello keynesiano: la domanda aggregata determina il
PIL
Politiche kenesiane
Li
vello
dei
pre
zzi
PIL reale
PIL potenziale
Il monetarismo
• Equazione di Fisher:
• Teoria quantitativa della moneta: se V è costante,
P*Q = M*V
P*Q = K*M
La velocità di circolazionee le sue componenti
Teoria keynesiana e monetarista
Inflazione da domanda
Inflazione da domanda
Terapie dell’inflazione da domanda
• Manovre monetarie (aumento del T.U.S., contingentamento del credito, vendita di titoli di stato, ecc.).
• Manovre fiscali (aumento di imposte e tasse).
• Accordi e/o vincoli sui prezzi.
Inflazione da costi (da offerta)
Li
vello
dei
pre
zzi
PIL reale
PIL potenziale
Terapie dell’inflazione da offerta
• Manovre di politica economica a sostegno della produttività (defiscalizzazione degli oneri sociali, aumento dell’età pensionabile, sovvenzioni ed agevolazioni alla ricerca ed alla innovazione, ecc.).
Inflazione da offerta e spirale prezzi-salari
Inflazione da offerta e spirale prezzi-salari
stretta monetaria
Inflazione e disoccupazione: la curva di Phillips
Curva di Phillipso “ricciolo” di Phillips?
Spostamenti della curva di Phillips dovuti a shock
Curva di Phillips di breve periodo (periodi 1 e 2)
Spostamenti della curva di Phillips dovuti a shock
Curva di Phillips di breve periodo (periodi 1 e 2)
L’aumento dell’inflazione attesa comporta lo scorrimento da B a C
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