Download - Altro Consumo

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Page 1: Altro Consumo

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IL GIOCO IMPAZZAA fare bingo è sempre il banco, ma saperlo non basta a tenere lontani dall’azzardo. Che è ovunque, dal web alla posta

DIETE INEFFICACIIngrassano i guadagni di chi produce integratori, pasti speciali e libri. A perdere peso sono le nostre tasche

290 • Marzo 2015Altroconsumo - mensile - 11 €Altroconsumo + supplemento Soldi&Diritti - 22 €Altroconsumo + supplemento Test Salute - 24€Altroconsumo + supplemento Soldi&Diritti e Test Salute - 35 €

A

CACCIA ALL’ UOVO26 prodotti alla prova per scovare il migliore

Cosa pensa dei piccoli apparecchi chi li usa

Non sempre è possibile

AFFIDABILI?

SPARIRE DALLA RETE

IL TEST

DIRITTI ONLINE

ELETTRODOMESTICI

Page 2: Altro Consumo

Marzo 2015

2 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 3

Sommario

AL TELEFONOTutti i numeri sono a pag. 62

ATTRAVERSO IL SITOwww.altroconsumo.it/contattaci

Contatti

ADESSO LO SAI

Rosanna MassarentiDirettore

EFFICACIIl nostro metodo di lavoro si basa su criteri di rigore scientifico, ef-ficienza e competenza. A test e inchieste lavorano tecnici quali-ficati e specialisti di settore che mettono la loro professionalità al servizio dell’informazione, del-la consulenza, della risoluzione concreta dei problemi.

INDIPENDENTICi finanziamo con le quote asso-ciative e l’abbonamento alle no-stre riviste, che non contengono pubblicità, né informazioni paga-te da produttori o da gruppi di interesse politico e finanziario. L’indipendenza è totale, a garan-zia della obiettività dei giudizi e dei consigli.

DALLA TUA PARTELa nostra missione è esclusiva-mente orientata a soddisfare le necessità dei consumatori e a tutelare i loro diritti. Per questo offriamo servizi di consulenza individuale ai nostri soci e por-tiamo la voce e le istanze dei consumatori presso gli interlo-cutori istituzionali e sociali.

I nostri obiettivi sono l’informazione, la difesa e la rappresentanza dei consumatori. Non ab-biamo pubblicità. Per i test acquistiamo tutti i prodotti e ci affidiamo solo a laboratori com-petenti e indipendenti da qualsiasi interesse.

Uova al sicuro dal rischio diossina, qualche delusione sulla freschezza

16

6 Ti aspettiamo al nostro Festival, 22-24 maggio 24 Snack, integratori,

libri: il business-diete

54Piccoli elettrodomestici: la classifica dei migliori per chi li usa

62Lavori in casa: il nostro socio rischiava di pagare doppio

60 Rispondiamo direttamente alle vostre domande: merendine.

VIVA VOCE

62 CONDIVIDI UN’ESPERIENZA Un altro bonifico - Una linea

fantasma - Olio: in quale bottiglia?

- Un pacchetto o un pacco? - Si

lava meglio all’estero -

Aspirapolvere a prova di gatto -

Sulla fattura della bici

64 IL DUBBIO Identikit di un sacchetto

Possedere o usare?

Complice la crisi economica, alleata di ferro una tecnologia sempre più sofisticata, si è fatto strada un modo di consumare nuovo, che basa su condivisione e alleanza tra persone la possibilità di risparmiare tempo e denaro, di evitare sprechi e rifiuti, di godere di beni e servizi solo quando servono, di mettere in comune spazi e conoscenze. Forse è più consolante pensare che come cittadini stiamo maturando nei nostri stili di vita, meno consumistici. E, di fatto, sta venendo meno l’ansia di comprare o accumulare cose, secondo il vecchio modello culturale che valorizzava il possesso – auto, casa, oggetti di famiglia – come espressione di benessere e sicurezza economica. Molti oggetti poi sono diventati immateriali, come libri o dischi: quel che conta oggi è la fruizione, leggere o ascoltare musica, non esibire una libreria. Chi vive in grandi città può fare a meno dell’auto, visto che a ogni angolo di via ci sono mezzi per ogni esigenza a disposizione di chi ne ha bisogno, quando vuole: bollo, assicurazione, revisione, benzina, zone a traffico limitato, box... non sono più un nostro problema. Persino le formule di vendita delle auto seguono il trend: paghi le rate per guidare una bella auto nuova, che di fatto non è tua, e la restituisci due anni dopo (Soldi & Diritti di questo mese). Per alloggiare in vacanza non è necessario prenotare un albergo, ma si può trovare accoglienza in una casa, mettendo a disposizione la propria per altri viaggiatori. La stessa logica partecipativa anima i gruppi di acquisto di beni o servizi, come quelli che anche Altroconsumo propone, facendo tesoro della condivisione di interessi e di valori che unisce tutti i soci, e rendendoli più forti di fronte al mercato. Benissimo, comodo: siamo di fronte a una vera innovazione sociale.

Ma attenzione, sempre di economia – per quanto

sharing - e di mercato globale stiamo parlando. Molte

imprese hanno reso la condivisione un affare redditizio,

che vale già miliardi di dollari (per esempio, Uber per le

auto e Airbnb per le case) e molte sono pronte a farlo,

aiutate guarda caso dai soldi dei grandi investitori,

trasformando genuini ideali in lauti utili. E ignorando

magari regole di sicurezza o garanzie offerte dal mercato

tradizionale, aggirando leggi nazionali e creando nuove

forme di sfruttamento del lavoro. Anche di questo parleremo al Festival di Ferrara. Vi aspettiamo.

6 Notizie, analisi, commenti, consigli

dal mondo del consumo e

aggiornamenti sulle nostre attività.

12 Le nostre impressioni e i nostri

giudizi sui prodotti appena usciti

sul mercato.

14 Cinque prodotti particolarmente

interessanti tra l’ampia selezione

di test che trovate sul nostro sito.

DALLA TUA PARTE

A PRIMA VISTA

TOP 5

TEST INCHIESTE

47 TELEFONO E ADSL Scegliere la tariffa giusta,

senza trappole.

50 MAI PIÙ TARME Per evitarle meglio i prodot-

ti naturali o chimici?

54 ELETTRODOMESTICII più soddisfacenti e i più inu-

tili: i giudizi di chi li usa.

58 COMPUTER LOW COSTTutti i consigli per comprare

un pc economico, ma buono.

16 UOVA ALLA PROVA Sono fresche, buone e sicure?

Testate 26 confezioni.

21 TEST SUI MIXER Bastano 30 euro per un buon

frullatore a immersione.

24 DIETE, CHE AFFARE Promettono miracoli e intan-

to ci vendono di tutto.

28 GIOCO D’AZZARDO La nostra inchiesta svela

quanto ci costa davvero.

33 CAR SHARING E EXPO Parcheggi e tragitti limitati:

il servizio non è pronto.

38 CHIEDI AL DENTISTA Al via un nuovo servizio di

consulenza gratuita per i soci.

40 DIRITTO ALL’OBLIO Rimuovere i propri dati dal

web si può, ma rispettando

l’interesse pubblico.

44 LEGGERE DIGITALEIl nostro test su 9 ereader.

Risparmi105€i

Page 3: Altro Consumo

Codice Socio

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riceverai tutta la nostra esperienza per risolvere piccoli e grandi problemi quotidiani e vivere meglio.

A cosa serve l’Autorità Garante della Privacy? Chi può ricorrere alla Corte Europea?

Quando ci si rivolge al Difensore Civico?

Gli occhi rossi sono sempre sintomo di allergia? Allergici si nasce o si diventa?

Intolleranze o allergie alimentari?

VA15030

COLLANA SOLDI E DIRITTI

• Difendi i tuoi diritti G402

• Difendi i tuoi diritti vol.2 G409

• Guida all’eredità G404

• Assicurazioni G748

• Guida alle attività in proprio G388

• Guida alla banca G749

• Mutui e Finanziamenti G397

• Il condominio in 150 domande G422

• Diritti quotidiani in 100 domande G413

• Trovare lavoro oggi G415

• Affi ttasi G759

COLLANA SALUTE E BENESSERE

• Esami medici G401

• Esami medici vol. 2 G405

• Conoscere i farmaci G756

• Malattie e dolori reumatici G403

• L’abc del paziente G410

• Guida alle allergie G386

• Dimagrire G750

• Cosa c’è nel piatto G425

• Guida alla gravidanza G392

• Sapore ed equilibrio G398

• Cuore in forma G420

• 100 esercizi per restare in forma G421

• Casa sana e sicura G412

• Frutta e verdura G414

• Alimenti con trucco G753

COLLANA CONSUMI E VITA PRATICA

• Manuale del turista G751

• Android G760

• Fai da te G411

• Fai da te - livello avanzato G416

• Sai cosa compri? G754

• Come risparmiare energia in casa G407

• iPhone G752

• Il manuale delle pulizie G387

• Vivere meglio spendendo meno G747

• Come gestire il proprio tempo G395

• Conservare sotto vetro e sotto zero G396

• Comprare e vendere casa G394

• Conosci il tuo computer G399

• Internet per principianti G423

• Il tuo mondo in un click G757

• La tua vita nella rete G761

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Page 4: Altro Consumo

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www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 76 Altroconsumo 290 • Marzo 2015

L'invito è rivolto a tutti. A chi

già ci conosce e vuole scoprire

le novità che abbiamo in

cantiere. A chi ha solamente sentito

parlare di noi ed è curioso di

vederci all’opera. E naturalmente a

tutti i soci che vorranno porci

domande di persona, accedere al

dietro le quinte del nostro lavoro e

stimolarci con i loro suggerimenti.

L’appuntamento cade in un

weekend di primavera, perfetto per

regalarsi un viaggio a Ferrara, una

delle città d’arte più affascinanti

d’Italia, che regala bellezza a ogni

angolo e che ha fatto della mobilità

sostenibile una bandiera: è la città

con il maggior numero di biciclette

per abitante. Ferrara Altroconsumo

Festival 2015 metterà al centro temi

che attraversano la vita di ciascuno

di noi e che ci chiamano a fare

scelte quotidianamente: i diritti,

l’alimentazione, la salute, la

sicurezza, l’energia, la scelta dei

prodotti migliori risparmiando.

Ci saranno ospiti illustri, eventi

informativi e laboratori formativi,

degustazioni, installazioni e mostre:

tutto all’insegna dell’utilità pratica e

del divertimento. Grazie anche ai

molti spettacoli dal vivo. Online gli

aggiornamenti sul programma. ¬

www.altroconsumo.it/ferrara

Il 22 marzo si festeggerà la

Giornata mondiale dell'acqua,

istituita dall’Onu oltre un

ventennio fa. Quest'anno sarà

all'insegna del motto "Acqua e

sviluppo sostenibile", per

evidenziare il fondamentale ruolo

delle risorse idriche per la crescita

economica, la riduzione della

povertà, la sostenibilità ambientale.

Noi aggiungiamo per la vita e per la

salute. Per questo vogliamo che

l'oro blu sia esente da inquinamento

e spreco. Non poteva cadere in un

momento migliore l'inizio dei

prelievi dei campioni d'acqua dalle

fontanelle pubbliche in giro per

l'Italia, per farli analizzare da un

laboratorio specializzato. L'obiettivo

è valutare la qualità dell'acqua del

sindaco. Nel nostro Paese l’acqua è

una risorsa abbondante e

mediamente di buona qualità. Chi

sceglie di bere acqua minerale

spesso lo fa perché nutre dubbi

sulla qualità di quella potabile. Se

sei tra questi, scrivici per segnalare

il problema della tua zona. ¬

[email protected]

Facciamo FestivalUN WEEKEND INSIEME Appuntamento il 22, 23 e 24 maggio a Ferrara per la terza edizione di Altroconsumo Festival. Ospiti illustri, consulenze, laboratori, prove pratiche, degustazioni e spettacoli. Ti aspettiamo!

Così loro sono dimagriti

Dubbi sull'acqua? Scrivici INDAGINE Al via i prelievi dalle fontanelle pubbliche: è il momento della verità.

ANTITRUST Non esistono alimenti né integratori in grado di bruciare grassi o calorie. Le false promesse di Perfoline.

Perdere peso velocemente: con

gli incredibili poteri

dimagranti del carciofo in una

capsula iper-concentrata» così si

pubblicizzava il prodotto

Carcioforte. Oppure «potere

dimagrante della zuppa di cavolo

finalmente in una capsula» (Cavolo Forte). Facevano leva su presunti

“snellenti naturali" come il carciofo,

il lampone o il caffè verde gli undici

prodotti della società Perfoline che

promettevano dimagrimenti

immediati e duraturi. Promesse che

ovviamente non erano in grado di

mantenere. Ecco perché l’Antitrust

ha punito Perfoline con una multa di

650 mila euro per pubblicità

ingannevole. La cura dimagrante è

servita, ma per le loro tasche. ¬

OSSERVATORIO PREZZI

Che i siti di couponing, tipo Groupon, non sempre si comportino correttamente, lo abbiamo già denunciato. Che invece, in molti casi, tradizionali siti di e-commerce (Ebay, Amazon...) abbiano offerte migliori, è una novità che è emersa con questa nostra indagine. Il settore in cui i coupon sono più cari è quello degli articoli sportivi, per i quali si registrano prezzi superiori del 23%, mentre la categoria di prodotti in cui sono più economici è quella che include l'arredamento e i prodotti per la casa. Il consiglio è di non dare mai per scontato che i coupon siano i più economici in assoluto. Spesso online si trova di meglio, più spesso di quanto si creda. Basta cercare.

Quando la convenienza è su altri siti

QUANTO SONO CARI I COUPON? (%)

CATERGORIE

360Q

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GLA

MO

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PALI

A

GR

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PON

LETS

BO

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S

POIN

X

PRODOTTI PER BAMBINI +2,7

CASA E ARREDAMENTO -27,4 -9,4

ELETTRODOMESTICI +9 -13,8 13,6

ELETTRONICA E TECNOLOGIA -9,3 +29 +4,9 -3 14 +3,7

MODA -11,5 -19,6 16,6

SALUTE E BELLEZZA -5,9 -4,4 -12,1

ARTICOLI SPORTIVI +28,2 +8,5

Si risparmia Prezzi nella media Si spende molto di più

Il latte alle ginocchiaETICHETTA Aggiunta di vitamine e minerali solo per usare slogan, come quello sulle ossa.

Cosa succede quando l’ingegneria alimentare amoreggia con il marketing? Partorisce i cosiddetti superfood: alimenti di cui non si sente assolutamente il bisogno e che

sono fabbricati in laboratorio solo per poter utilizzare slogan che titillano il nostro desiderio di mantenerci in salute. Che ci fanno quello zinco, quel selenio, quelle vitamine (B3, B5, B6, B12 e D) nel nuovo latte Parmalat? Semplice: sono stati artificialmente aggiunti per poter usare alcuni dei claim sulla salute autorizzati dalla Commissione europea, tra cui “la vitamina D aiuta il mantenimento di ossa normali”. Il paradosso è che da quando esiste il regolamento europeo (1924/2006) che prescrive che gli slogan presenti su alimenti e integratori debbano essere veritieri, si sono moltiplicati, accanto ai prodotti fuori legge, anche quelli fabbricati ad hoc per usare proprio i messaggi salutistici autorizzati. Non contenta Parmalat si è spinta oltre, usando il fantasioso termine “pro-age”, di cui non c'è traccia nel regolamento. Lo fa per rafforzare il messaggio contenuto nel nome commerciale del prodotto, “Elysir”, scelto ad arte perché

elisir è il liquido cui la leggenda attribuisce la magica virtù di prolungare la vita. Tutto studiato per attirarci, come si fa con i gatti davanti a una ciotola di latte. Elysir lo abbiamo pagato 1,59 euro: troppo per un latte a lunga conservazione (Uht). Non ci piacciono gli alimenti addizionati, meglio puntare su una dieta varia ed equilibrata. A qualsiasi età.

slogasi sonfabbrautofantaregonom

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30 kcalPochissime le calorie contenute in 200 g di

daikon, noto anche come “ravanello cinese”. È una

radice con un sapore dolce e polpa croccante.

IN FORMA

Pochissime le cacontenute in 200

daikon, noto anche c“ravanello cinese”. È

radice con un sapore de polpa crocca

Page 5: Altro Consumo

R NOTIZIE R INFORMAZIONI R CONSIGLI R PREZZI R SICUREZZA R AMBIENTE R SALUTE R DAL MONDO R PRODOTTI R ALIMENTAZIONE R INIZIATIVE R TECNOLOGIA R CAMPAGNE R RISPARMIO RDalla tua parte

www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 98 Altroconsumo 290 • Marzo 2015

40 giriSono quelli che si possono fare intorno alla Terra mettendo in fila i 6 miliardi di bottiglie di plastica di acqua imbottigliata in un anno in Italia.

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GLI ESEMPI

MONITORAGGIO Cala l’obesità infantile, secondo i dati del monitoraggio del ministero della Salute. Ma restiamo i peggiori d’Europa.

Dopo anni di crescita

vertiginosa, gli ultimi dati del

sistema di sorveglianza

nazionale sull’obesità infantile,

promosso dal ministero della

Salute, segnalano finalmente una

battuta d’arresto del fenomeno, che

è in leggero calo. Ma la bella notizia

non deve farci gioire troppo, visto

che l’Italia resta, insieme a Cipro,

maglia nera dell’intera Europa per

quanto riguarda la ciccia sul

girovita dei suoi bambini.

Attualmente, infatti, ancora un

bambino italiano su cinque è

oversize e quasi quattro mamme su

dieci non lo notano nemmeno.

L’indagine, che ha coinvolto oltre 48

mila bambini e poco più di 2.600

classi scolastiche, rivela la presenza

ancora molto radicata di stili di vita

scorretti. A cominciare dalla tavola:

l’8% salta la prima colazione e il 31%

la fa non adeguata; un bambino su

quattro non consuma frutta e/o

verdura tutti i giorni e più di

quattro su dieci bevono

abitualmente bevande zuccherate

e/o gassate. Sport e attività fisica

sono l’altra nota dolente: l’indagine

rivela una realtà fatta di pigroni

abituati a vedere troppa Tv.

Insomma, i miglioramenti rispetto

al passato, frutto anche di efficaci

campagne di educazione

alimentare, non devono farci

abbassare la guardia su questo

pericoloso fenomeno. ¬

I genitori non dovrebbero sottovalutare il problema

Piccoli meno obesi

Risparmio da scossaENERGY SAVER PRO Il dispositivo condannato dall'Antitrust è ancora in vendita. Sotto mentite spoglie.

Il nome è diverso, ma la solfa è la

stessa. Ora ha deciso di chiamarsi

Topweb Offers, ma è la stessa

azienda che l’Antitrust ha già

sanzionato per aver ingannato i

consumatori, promettendo riduzioni

del 75% sul consumo di energia

elettrica, semplicemente inserendo il

suo dispositivo in una presa della

corrente. L'apparecchio in questione

è il famigerato Energy Saver Pro, che

non è in grado di garantire alcun

risparmio. Promesse che

Altroconsumo aveva smentito con

diverse prove tecniche e che

l’Antitrust aveva punito con 30mila

euro di multa. Abbiamo segnalato

anche la nuova azienda al Garante

perché il prodotto è identico al

precedente. Restatene alla larga. ¬

Il male di scendere a patti CASO STAMINA Sfruttare per anni la disperazione dei malati e sfuggire al carcere. Un oltraggio da evitare a ogni costo.

Diciamo no al patteggiamento

per Davide Vannoni e le altre

dodici persone imputate nel

processo per Stamina. Processo in

cui Altroconsumo si è costituita

parte civile. Vannoni ha sfruttato per

anni la disperazione di famiglie con

malati senza speranza di

sopravvivenza, vendendo l'illusione

di una guarigione impossibile. Le

richieste di patteggiamento non solo

non prevedono alcun risarcimento

per chicchessia, ma consentirebbero

a Vannoni e a suoi accoliti di sfuggire

al carcere. Inoltre permetterebbero

loro di continuare l'impresa

all'estero. Tutto questo è esecrabile e

moralmente inaccettabile. Serve una

punizione esemplare. Anche per

evitare altre future Stamina. ¬

Ebook: scende l'Iva ma non i prezziL'Iva sugli ebook è finalmente uguale a quella dei libri di carta: dal 1° gennaio è passata dal 22% al 4%. Era da anni che gli editori chiedevano omogeneità di trattamento fiscale tra i libri di carta e quelli elettronici, perché non importa su quale supporto sia, “un libro è un libro”. Questo lo slogan della (giustissima) campagna promossa dall'Associazione italiana editori (Aie) e da noi supportata. Ora però che la tassazione è scesa, gli editori non abbassano i prezzi e si intascano tutti i benefici della riduzione. Una condotta davvero scorretta: l'Iva è un’imposta sui consumi e il suo abbassamento sarebbe dovuto andare a esclusivo beneficio dei consumatori. Altroconsumo lo ha segnalato all’Antitrust, chiedendo di verificare se la decisione comune a tutti gli editori italiani di mantenere inalterati i prezzi possa costituire una violazione delle regole in materia di concorrenza.

LA DENUNCIA

I NUMERI BOCCIANO IL SUDL’eccesso di peso riguarda il 30,7% dei bambini di otto-nove anni (-4,5% rispetto alla prima rilevazione del 2008/2009). Va peggio al Centro-Sud, dove l’eccesso di peso riguarda più del 40% del campione.

LO SPORT È TRASCURATOIl 18% dei bambini pratica sport solo per un’ora a settimana o anche meno, rispetto al 25% del 2008-2009. Il 35% guarda la Tv e/o gioca con i videogiochi per più di 2 ore al giorno.

LABORATORI PER EDUCAREDurante il prossimo festival a Ferrara (22-24 maggio) e durante i mesi di Expo, Altroconsumo organizza alcuni laboratori di educazione alimentare per gli studenti di primarie e medie.

www.altroconsumo.it/guid

dal 15 marzo: www.altroconsumo.it/expo

Cibo buono e sicuro. Alimentazione corretta e sana. Sostenibilità delle filiere alimentari e responsabilità sociale. Sono temi che sono anche il cuore dell'attività di Altroconsumo, che fin dalla sua fondazione ha fatto delle inchieste e dei test alimentari, condotti con l'indipendenza che la contraddistingue, due dei suoi principali punti di forza. In una Expo che ha come tema "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita" faremo la nostra parte con progetti che mettono al centro l'educazione e la sicurezza alimentare.

Siamo partiti con l'app merendine, che permette ai genitori che la scaricano di scegliere, attraverso i codici-colore del semaforo, la merenda più sana per i propri figli e scartare quelle troppo grasse, dolci o salate.

I bambini saranno coinvolti direttamente grazie a laboratori, in cui imparerenno divertendosi a distinguere le buone dalle cattive abitudini alimentari. Ancora laboratori, questa volta per adulti,

dedicati al riso e al caffè: si articoleranno in degustazioni e riflessioni sulla sostenibilità delle diverse filiere.

Il tema dell'obesità, non solo infantile, sarà affrontato con uno spettacolo teatrale, "Io sono la luna"(Compagnia Genovese Beltramo).

Altroconsumo organizza, in collaborazione con il Beuc (organo che riunisce le associazioni di consumatori europee), il convegno internazionale sulla promozione di stili di vita sani, in cui saranno premiati i migliori progetti di comunicazione dedicati al tema dell'alimentazione sana e sostenibile.

Al centro del programma Expo di Altroconsumo ci sono i diritti del viaggiatore-turista. I moltissimi che arriveranno a Milano da tutto il mondo potranno contare sulla nostra guida digitale SOS Expo, per far valere i propri diritti durante il soggiorno in città e risolvere i principali problemi riguardanti trasporti, pernottamento e acquisti.

Noi ci EXPOniamoAlimentazione e cibo, i temi dell'Esposizione Universale 2015, sono da sempre nostri cavalli di battaglia. Siamo pronti per questa sfida.

Page 6: Altro Consumo

Dalla tua parte

10 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it

R NOTIZIE R INFORMAZIONI R CONSIGLI R PREZZI R SICUREZZA R

Zona di cattura

Data di scadenza

Temperatura di conservazione

Metodo di produzioneNome commerciale e nome scientifico della specie

Categoria di attrezzi usati per la pesca

Quantità

Produttore

Bollo sanitario

SGOMBRO (SCOMBER SCOMBRUS) PESCATO (MAR IONIO)

DA CONSUMARE ENTRO 18/03/15

DA CONSERVARE TRA 0 E 2°C

RETI A STRASCICO

PESO NETTO:250G

NOME E INDIRIZZO XXX

ITXX-YYY-ZZEC

È l’ora di condividereSOSTENIBILITÀ È questo il motto della Sharing economy: risparmiare tutti, collaborando e scambiando.

NUOVA ETICHETTA PER IL PESCEDa 13 dicembre 2014 è obbligatorio indicare in etichetta o nel punto vendita sia il nome scientifico del pesce sia quello commerciale, il luogo di pesca, il tipo di attrezzi utilizzati per la cattura del pesce selvaggio, se il prodotto è stato scongelato e il termine minimo di conservazione. Rimane in vigore l’attuale indicazione del metodo di produzione: pescato o allevato.

a quello di utilizzo. Non è solo una

risposta momentanea alla crisi

economica, la Sharing economy è un

modello forte, motore di un nuovo

modo di relazionarsi, molto legato

allo sviluppo della tecnologia

digitale. Molte realtà di economia

collaborativa nascono come start

up, nel campo del turismo e dei

S ta emergendo anche in Italia

un nuovo modello di servizio,

quello della piattaforma

collaborativa, che mette in contatto

diretto le persone per condividere o

scambiare beni, competenze, spazi.

Si tratta di un modo più sostenibile

di vivere e di pensare, che sposta

l’attenzione dal concetto di possesso

trasporti, ma anche del lavoro e del

crowdfunding. I vantaggi sono

numerosi: si risparmia, si socializza

e si sfruttano meglio le risorse, visto

che in sostanza si pratica il riuso e la

condivisione di beni sottoutilizzati.

Un esempio tipico è l’automobile,

spesso poco sfruttata, ma in qualche

circostanza indispensabile. Perché

comprarne una e mantenerla tutti i

giorni dell’anno quando posso

sfruttare un comodo servizio di car

sharing? Lo stesso può succedere

per una casa, da scambiare con

quella di altri in occasione di un

viaggio o da affittare per brevi

periodi quando non è abitata.

L’elenco di valide alternative alla

proprietà è lungo, come rivela la

recente ricerca di Collaboriamo.org,

uno studio dello stato delle

piattaforme collaborative italiane.

Un vero e proprio boom: se ne

stimano più di 100, suddivise tra

società di piccoli dimensioni in

mano a giovani imprenditori,

numerose realtà italiane pioniere

(come Subito.it, Kijiji, Bakeka...) e

alcune multinazionali, come Uber o

Airbnb. ¬

Ne parleremo il 22, 23 e 24 Maggio

Page 7: Altro Consumo

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Page 8: Altro Consumo

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La qualità di navigazione è

decisamente buona: le indicazioni

video e audio sono molto chiare e

la velocità di calcolo dei percorsi è

ottima. Piuttosto facile da usare e

veloce nell'avvio, l'applicazione non

consuma traffi co dati perché le mappe

sono precaricate. Piuttosto elevato,

invece, il consumo di batteria: meglio

dotarsi di un caricatore per auto.

TOMTOM GO 6000 GPS 296 € - 377 €

Qualità globale: buona (72 su 100)

Prestazioni buone come quelle

dell'app, ma prezzo sensibilmente

più elevato. Il GPS ha in più un ampio

schermo per le indicazioni video,

una qualità audio eccellente, le

informazioni sul traffi co integrate

e non a pagamento e un miglior

riconoscimento vocale. Il calcolo dei

percorsi è soddisfacente, ma non è

rapido come quello dell'applicazione.

Ecco la nostra valutazione dell'app TomTom per iPhone (la migliore secondo i nostri test) e del TomTom GO 6000 (il

navigatore dedicato di fascia alta più nuovo). Per confrontare oltre 50 prodotti, tra app e GPS, visita il nostro sito.

12 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 13

A confronto www.altroconsumo.it/navigatori

Sperando di capitalizzare

l’attenzione che il grande

pubblico dedica al tema

delle intercettazioni telefoniche,

un’azienda svizzera ha lanciato il

Blackphone, uno smartphone che

incita a “riprendere il controllo

della propria privacy”. Tutto

punta a dare l’impressione della

segretezza, a partire dal nome del

sistema operativo, Private OS (una

derivazione di Android priva di

accesso al Play Store) e dalle app

per la comunicazione crittografata:

Silent Phone, Silent Text, Silent

Contacts. Il reale funzionamento

del telefono però ci fa sorgere più

di una perplessità. Per esempio,

le telefonate tra un Blackphone

e un telefono normale restano

intercettabili e nella mail non

vengono impostati per default i

classici protocolli di protezione

come SSL. Va detto, inoltre, che le

“Silent app” possono anche essere

installate su un normale smartphone

Android. Sicurezza a parte, la

qualità del telefono è tutt’altro che

esaltante, in particolare risultano

deludenti la prestazione della

batteria e la qualità della fotocamera

e questo ci porta al nostro giudizio

complessivo: per noi utenti comuni

è un apparecchio privo di interesse.

Blackphone, difende la privacy?IL NOSTRO PARERE Non serve agli utenti comuni

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via l’acqua. Perché sia effi cace,

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eliminare lo sporco. Insomma, niente

di molto diverso da quello che si

farebbe normalmente per le pulizie.

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contiene, rispettivamente, il 64% e

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tastiera del pc, ma i limiti sono tanti: ad

esempio, funziona solo se il cellulare

su cui si ha l'account WhatsApp - che

deve essere connesso - è Android,

Windows Phone o Blackberry. I due

sistemi vanno poi "accoppiati" sul

sito web.whatsapp.com. Maggiori

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particolari, quindi,

meglio imparare a

contrastare phishing

e malware di vario

genere, prima di

preoccuparsi delle

intercettazioni

telefoniche»

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riferisce al cambio nel momento in cui scriviamo (9 febbraio 2015).

Page 9: Altro Consumo

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48 %

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MIELE G 4280 SCVI 62 %

HOOVER DDY 062/E 61 %

BOSCH SMV69N30 EP 60 %

MIELE POLARIS NEXT 59 %

IGNIS LPA 58 EG/WH 59 %

IKEA RENGORA 58 %

INDESIT DIF 14B1 EU 58 %

ELECTROLUX REX RSFCHRONOW 57 %

CANDY CDP 6350 57 %

SAMSUNG UE40H7000 75 %

SAMSUNG UE40H6410 71 %

LG 42LB730V 70 %

SAMSUNG UE40HU6900 70 %

PHILIPS 42PFL7008 66 %

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SONY KDL-40W815B 64 %

SONY KDL-40W605B 63 %

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CASTEL FAGLIA FRANCIACORTAEXTRA BRUT 71 %

BERLUCCHI FRANCIACORTADOCG CUVÉÈ IMPERIALE BRUT 66 %

MARTINI MONTELERA SIGILLO BLUBRUT 64 %

ROTARI TRENTO DOCBRUT 63 %

GANCIA PINOT DI PINOT 63 %

ZONIN MULLER THURGAU BRUT 62%

FERRARI TRENTO DOCBRUT

60 %

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56%

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ROWENTA DW9230 D1 STEAMFORCE 78 %

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Page 10: Altro Consumo

Test

16 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 17

Strapazzate dal laboratorio, le uova sono uscite indenni da problemi di diossina e farmaci veterinari. Non mancano i nei, soprattutto scarsa freschezza. I consigli per sceglierle.

UChe sorpresa!ova con sorpresa. Finalmente bella. È

la prima volta che in un nostro test sul-

le uova i risultati sono infatti così posi-

tivi. Certo, siamo ancora lontani dalla

perfezione, in particolare su freschezza,

pulizia del guscio, assenza di macchie nel tuorlo e

nell’albume e chiarezza delle informazioni ai consu-

matori. Ma quanto al rischio di contaminazione da

farmaci veterinari, le analisi − eseguite con l’accura-

tezza di chi è abituato a cercare il pelo nell’uovo (è il

caso di dirlo) − dicono che si può stare tranquilli. Qua-

si tutti i campioni sono risultati puliti: solo tre quelli

in cui ne è stata riscontrata la presenza in tracce e si

tratta in tutti i casi di farmaci il cui uso è permesso.

Nulla di preoccupante, visto che le concentrazioni

riscontrate sono molto al di sotto dei limiti massimi

consentiti dalla legge, che sono già molto restrittivi e

cautelativi per la salute dei consumatori. Non è stato

così nella primavera del 2000, quando il test eviden-

ziò la presenza di antibiotici in una decina prodotti,

fatto che portò al loro ritiro dal mercato e a un pro-

cesso protrattosi per anni (e da noi vinto). Anche nel

2003, l’esito non fu tranquillizzante: residui di farma-

ci veterinari furono riscontrati in due campioni, men-

tre nel 2008 ad essere interessato dalla presenza di

un farmaco non autorizzato fu un solo campione.

Diossina, niente pauraStesso discorso sulle diossine. Dopo l’allarme dello

scorso anno sulla contaminazione da pcb e diossine in

alcune uova, rilevata dalle autorità sanitarie della Lom-

bardia, era naturale che includessimo nel test anche

questo tipo di analisi, benché costoso. La fobia collet-

tiva era scattata perché il modo in cui la notizia era

stata divulgata induceva a pensare che tutte le uova,

anche quelle allineate sugli scaffali dei supermercati,

fossero a rischio. In realtà, i dati raccolti dalle Asl ri-

guardavano solo alcuni allevamenti domestici, in cui

le galline ovaiole erano libere di razzolare all’aperto e

soggette a pratiche non proprio ortodosse, cosicché le

uova contaminate erano di fatto uova destinate all’au-

toconsumo. Dal momento che i rischi maggiori erano

stati evidenziati in uova ottenute da galline che vive-

70 CALORIEA dispetto del luogo comune, l’uovo non è un alimento nutrizionalmente completo. Per esserlo dovrebbe avere più carboidrati, calcio e vitamina C. Un uovo contiene circa 70 calorie.

RICCO DI PROTEINEL’uovo è una fonte concentrata di proteine nobili, il cui valore biologico è il più elevato tra tutti gli alimenti. 100 g di tuorlo e albume contengono il 12% circa di proteine e quasi il 9% di grassi.

ALBUMEÈ praticamente privo di grassi. L’albume è costituito per il 90% da acqua e per il 10% da proteine, soprattutto ovalbumina (di alto valore biologico, ricca di aminoacidi essenziali).

TUORLOParticolarmente ricco di grassi (30%), è nel tuorlo che si concentra il colesterolo. Il “rosso dell’uovo” contiene tra l’altro proteine nobili, ferro, calcio e vitamine (soprattutto A, E e D).

COLORE DEL GUSCIOPiù chiaro o più scuro non ha importanza. Il colore del guscio, che dipende solo dalla razza della gallina, non influisce sugli aspetti nutrizionali né sul sapore.

LA CARTA D’IDENTITÀ

Che significato ha il codice di lettere e numeri impresso sulle uova? In verità ne ha più di uno, a patto che lo si sappia decifrare. E a condizione che sia effettivamente leggibile: su quattro prodotti del test non era così. Questo codice è una sorta di carta d’identità dell’uovo: fornisce molte informazioni su provenienza e qualità. Ecco come leggerlo.

Tutto quello che c’è da sapere quando acquisti le uova è nel video della serie “Adesso lo sai”

www.altroconsumo.it /alimentazione

BIOLOGICHE (CODICE 0)Quando il primo numero del codice corrisponde a 0 significa che le uova sono prodotte da galline cresciute in allevamenti biologici. In questi allevamenti non possono esserci gabbie e le galline ovaiole devono avere accesso ad aree all’aperto (di almeno quattro metri quadri per ciascuna) tutte le volte che il clima lo consente. Le galline si cibano di erba e mangimi, ottenuti con metodi biologici.

A TERRA (CODICE 2)Come in quello all’aperto, l’allevamento a terra non prevede la presenza di gabbie, ma capannoni divisi in livelli. Le galline non possono accedere a spazi esterni. La densità prevista è di nove galline per metro quadro. Poiché non ci sono divisori, le galline possono in teoria muoversi e passare da un livello a l’altro. I livelli (con un’altezza minima di 45 cm), possono essere massimo quattro.

ALL’APERTO (CODICE 1)Nell’allevamento all’aperto, contrassegnato dal numero 1, le galline hanno la possibilità di accedere attraverso appositi passaggi a una superficie aperta, che corrisponde alla metà di quella degli allevamenti biologici. Per ogni mille galline ovaiole, deve essere disponibile un’apertura totale di due metri. Negli spazi chiusi la densità massima è di nove galline al metro quadro.

IN GABBIA (CODICE 3) Una norma europea ha migliorato le condizioni degli allevamenti in gabbia, le cosiddette “batterie”. Fino all’inizio del 2012, le galline erano costrette a un regime inaccettabile di restrizione. Le nuove regole prescrivono che le galline ovaiole siano tenute in gabbie più spaziose, in modo che ciascuna abbia almeno 750 centimetri quadrati, per poter razzolare e appollaiarsi.

IL NOSTRO

TEST

Sono fresche, buone e sicure le uova in commercio? Per rispondere a questa domanda abbiamo acquistato a Roma e a Milano 26 confezioni di uova fresche, tra cui due di “extra fresche”. La selezione include uova provenienti da diversi tipi di allevamento: in gabbia, a terra, all’aperto e da agricoltura biologica.

AI BLOCCHI DI PARTENZAAbbiamo scelto campioni di uova conservate a temperatura ambiente, come nella maggior parte dei punti vendita. Per poter testare tutti i prodotti nelle stesse condizioni, abbiamo dovuto escludere di conseguenza le uova vendute nei banchi refrigerati, tra cui quelle a marchio Esselunga. Tutti i produttori suggeriscono di riporre le uova in frigorifero una volta a casa. Per questo motivo abbiano refrigerato tutti i campioni una settimana prima della scadenza indicata in etichetta (ultimo giorno utile, secondo la legge, per tenere in vendita le uova). Le prove le abbiamo invece effettuate tutte il giorno esatto della scadenza, che per legge deve essere il 28° dalla deposizione.

DUE A SETTIMANAA causa del loro alto contenuto di colesterolo, i nutrizionisti consigliano di non consumare più di due uova a settimana. Anche perché quasi altrettante sono quelle contenute in altri alimenti da noi consumati (dolci, pasta...).

Paese di produzione

Comune di produzione (codice Istat)

Codice allevamento

Provincia di produzione

Tipo di allevamento

Page 11: Altro Consumo

Test

18 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 19

vano all’aria aperta, abbiamo concentrato le analisi

sulle uova da allevamento all’aperto e da agricoltura

biologica. I tenori di diossina e pcb riscontrati sono da

dieci a cinquanta volte inferiori rispetto al limite mas-

simo ammesso dalla legge. Quindi su questo versante

nessun timore. E per fortuna neppure su quello della

salmonella: gli esami microbiologici hanno escluso la

presenza di questo batterio, che causa un’infezione

dagli effetti gravi per l’uomo e che trova nelle uova uno

dei principali veicoli di trasmissione.

La freschezza il vero punto deboleLe delusioni però non sono mancate, in primo luogo

sulla freschezza. Si sa che quando questa lascia a desi-

derare è una disdetta per ogni tipo di alimento, ma lo

è in particolare per l’uovo, che dà il meglio di sé — in

termini di sapore, di potere nutritivo e di consistenza

nelle preparazioni alimentari — quanto più è fresco. È

La nostra scelta Uova fresche

82AMADORI1,79 euroQualità molto alta per il nostro Migliore del Test: un uovo da allevamento in gabbia, che supera a testa alta tutte le prove di laboratorio.

71CA’ BIANCA (MD e LD discount)1,09-1,19 euroIl titolo di Miglior Acquisto va a una marca di discount. Si distingue per il prezzo contenuto, anche se non brilla altrettanto per la freschezza.

71CONAD1,10-1,55 euroL’uovo Conad - altro Miglior Acquisto - merita valutazioni lusinghiere. Ed è tra i pochi campioni del test ad avere un peso conforme al dichiarato.

Altre pecche: gusci sporchi e presenza di macchie

COME LEGGERE LA TABELLA

Categoria di peso Testare tante uova della stessa ca-tegoria di peso è complica-to. Infatti, in una stessa confezione possiamo tro-vare uova di diverso peso. Questo è consentito dalla legge, purché si riporti sul-la confezione la dicitura “vario calibro”: succede soprattutto per le uova che provengono da allevamen-ti all’aperto o biologici. Nel test, quando possibile, ab-biamo preferito scegliere uova medie e grandi.

Imballaggio Indichiamo con P+C i prodotti la cui confe-zione è composta da un portauova di plastica av-volto da una fascetta ester-na di cartone. C+C, quando ad essere di cartone sono sia il portauo-va sia la fascetta esterna. P quando la confezione è composta esclusivamente dal portauova in plastica.

Etichetta Abbiamo verifi-cato che fossero presenti tutte le informazioni obbli-gatorie. Siamo poi passati alla verifica delle informa-zioni facoltative, come l’o-rigine geografica delle uova, la data di deposizione e le informazioni nutrizionali.

Leggibilità del codice Il giu-dizio è stato dato tenendo conto che la norma europea prevede una tolleranza sul-la leggibilità: possono risul-

tare non leggibili al massimo il 20% delle uova oggetto di controllo.

Peso Il laboratorio ha veri-ficato che il peso delle uova fosse conforme alla cate-goria dichiarata. Per le uova medie deve essere di 53-62 g, per le grandi di 63-72 g. Dieci campioni, soprattut-to quelli ottenuti da agri-coltura biologica e da alle-v a m e n t o a l l ’ a p e r t o , dichiarano in etichetta di contenere nell’imballaggio uova di vario calibro.

Esame ispettivo esterno Gli esperti del laboratorio han-no valutato l’integrità del guscio, la presenza di rugo-sità e concrezioni e il suo stato di pulizia.

Speratura È un metodo di controllo non distruttivo: l’uovo viene esposto a una sorgente luminosa che con-sente di valutare in contro-luce l’aspetto di tuorlo e albume, di misurare l’altez-za della camera d’aria e di verificare l’eventuale pre-senza di microfratture sul guscio.

Esame ispettivo interno È il giudizio sulla qualità del con te n u to d e l l e u ova : aspetto di tuorlo e albume, presenza di odori atipici, di macchie di carne o di san-gue, di macchie nere o gri-gie, muffe e corpi estranei.

Freschezza Abbiamo mi-surato l’altezza della came-ra d’aria all’interno dell’uo-vo. Si tratta di un indice affidabile, perché l’altezza della camera d’aria aumen-ta con l’età dell’uovo, a cau-sa della perdita di umidità. Un altro indice di freschez-za delle uova è la consisten-za dell’albume: più giorni passano più l’albume perde consistenza e tende a lique-farsi.

Microbiologia (salmonella) Sia sul guscio, sia all’interno dell’uovo il laboratorio ha ricercato la salmonella, bat-terio responsabile della salmonellesi (infezione che dà disturbi gastroenterici).

Residui di farmaci Le ana-lisi si sono concentrate nella ricerca di cinque im-portanti classi di farmaci veterinari: sulfamidici, chi-noloni, tetracicline, cocci-diostatici ed antielmintici.

Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove

Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo

Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso

Ottimo

Buono

Accettabile

Mediocre

Pessimo

Qualità buona

vero che le nostre prove sono state effettuate tutte il

giorno di scadenza (il 28° da quello in cui l’uovo è sta-

to deposto), ma nessun uovo merita un voto che vada

oltre il buono e addirittura sei prodotti non raggiun-

gono lo sufficienza. Tra questi ultimi, guarda caso,

anche i due campioni di uova “extra fresche” (vedi

riquadro a pagina 20): segno che superato il nono gior-

no dalla deposizione — a partire dal quale per legge

non possono più fregiarsi della qualità “extra” (anche

se nessuno provvede a cancellare la scritta sulla con-

fezione) —, non è più il caso di preferirle alle altre uova.

Un altro parametro importante che ha fatto registra-

re molte valutazioni negative (ben nove) nell’esame

ispettivo esterno è lo stato di pulizia del guscio. Infat-

ti, un uovo non particolarmente pulito può facilmen-

te diventare ricettacolo di microrganismi dannosi per

la salute del consumatore. Le uova del test non hanno

brillato neppure nell’esame ispettivo interno, soprat-

tutto a causa della presenza di macchie di sangue e

carne nel tuorlo e in misura maggiore nell’albume:

nulla comunque che dia problemi di sicurezza. Un’al-

tra nota dolente è stata evidenziata dalla bilancia:

nonostante i vincoli di legge, non sempre il peso del-

le uova di una stessa confezione rientra nella catego-

ria di peso riportata sulla confezione.

Tutti giù per terraUna curiosità: poiché è obbligatorio indicare sull’eti-

chetta da quale tipo di allevamento provengono le

uova che sono nella confezione, tutte le aziende usa-

no vari espedienti grafici per nascondere l’informa-

zione quando si tratta di allevamento in gabbia; usa-

no al contrario caratteri cubitali se il riferimento è a

metodi più rispettosi del benessere delle galline ova-

iole, come quelli a terra, all’aperto o che seguono i

metodi dell’agricoltura biologica. Nella nostra tabella

UOVA FRESCHE PREZZI CARATTERISTICHE RISULTATI

QU

ALI

TÀ G

LOB

ALE

(

su 10

0)

MARCA e tipo di allevamento

in e

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a co

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14)

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ia

(sal

mon

ella

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Resi

dui d

i far

mac

i

AMADORI in gabbia 1,79 0,30 6 medie P+C B A B A A B B A A 82

CARREFOUR a terra 1,59 - 1,76 0,27 6 medie P+C B A B A A C C A A 79

AMADORI a terra 1,59 - 1,99 0,31 6 vario calibro P+C B A D B A A B A A 76

LE NATURELLE in gabbia 1,19 - 1,80 0,24 6 medie P+C B A A B A D D A A 73

AIA a terra 1,5 - 2,10 0,31 6 medie C+C C C B A A C C A A 72

CA’ BIANCA (MD e LD discount) in gabbia 1,09 - 1,19 0,19 6 grandi C+C C A B B A B C A A 71

CONAD in gabbia 1,10 - 1,55 0,23 6 medie P+C C A A C A B B A A 71

OVITO a terra 2,15 - 2,69 0,41 6 medie C+C B A C A A D C A A 68

AUCHAN BIO biologiche 1,29 - 1,99 0,39 4 vario calibro P+C C C B B A C B A A 66

LE NATURELLE all’aperto 1,99 - 2,25 0,35 6 vario calibro P+C B A B B A E C A A 66

ALMAVERDE BIO biologiche 1,55 - 2,49 0,48 4 vario calibro P+C B A A D B B C A A 66

PAM a terra 1,69 0,28 6 medie P+C C C A C A D B A C 65

OVONATURE in gabbia 1,89 - 2,45 0,34 6 grandi P+C B A E A B B C A C 65

COOP VIVIVERDE biologiche 2,10 - 2,72 0,41 6 vario calibro C+C A A B B B E C A A 64

MAIA a terra 1,80 - 1,93 0,31 6 grandi P+C B A E B B C B A A 63

GRANAROLO in gabbia 1,69 - 2,55 0,35 6 grandi P+C C A E B B B C A A 63

COCCODÌ >BÌ< biologiche 1,95 0,49 4 vario calibro P+C C A A C A D D A A 62

OVO MAREMMAall’aperto 1,89 0,32 6 vario calibro P+C C C B D B C B A A 62

COOP a terra - extra fresche 1,68 - 2,13 0,32 6 grandi C+C A A E A B D D A A 60

AIA ORO NATURA in gabbia 1,79 0,30 6 grandi P+C C E B B C C C A A 58

COCCODÌ FREE all’aperto 1,89 - 2,19 0,35 6 vario calibro P+C B A E B A D C A A 58

DELIZIE DAL SOLE (Eurospin) in gabbia 0,99 - 1,09 0,18 6 grandi P+C B A E B B C D A C 55GRANAROLO PRIMANATURA BIO biologiche

1,89 - 2,54 0,54 4 vario calibro P+C C D C C A D C A A 52

COCCODÌ a terra - extra fresche 1,93 - 2,09 0,34 6 grandi P+C B B E C A D D A A 50

OVOSOLE in gabbia 1,35 0,23 6 medie P C E E D B C B A A 46

CARREFOUR BIO biologiche 1,57 - 1,59 0,39 4 vario calibro P+C B D A E C D D A A 46

Page 12: Altro Consumo

Test

20 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it

abbiamo indicato, accanto al nome del prodotto, an-

che il tipo di allevamento, per chi volesse fare una

scelta che privilegia il benessere animale.

Come non rompere le uovaMediamente il prezzo di un uovo è di 33 centesimi,

una spesa modica se si considerano le qualità nutri-

tive di questo alimento. Ecco alcuni consigli che è

bene tenere a mente al momento dell’acquisto e dopo.

• Scegli uova più “giovani”. Se la data di deposizione

non c’è, scegli quelle con una vita residua più lunga.

• Una volta a casa, conserva sempre le uova in frigo-

rifero. Non toglierle dalla confezione: potrai tenere

sottocchio la data di scadenza ed eviterai il rischio di

contaminazione con altri alimenti che sono nel frigo.

• Per le preparazioni a crudo (maionese, creme…),

puoi usare ovoprodotti pastorizzati, che danno mag-

giori garanzie igieniche: sono nel banco frigo del su-

permercato. Se usi uova fresche, lava sempre il guscio

prima di rompere l’uovo.

• Attento alla manipolazione: lava sempre mani, uten-

sili e superfici venuti a contatto con il guscio delle

uova; per dividere il tuorlo dall’albume, non usare il

guscio ed evita di romperlo sul bordo della ciotola che

userai per la preparazione (soprattutto se a crudo).

• Conserva rigorosamente in frigo le preparazioni a

base di uova crude e consumale entro 24 ore. ¬

IMPATTO AMBIENTALE: DOVE LO BUTTO?

Portauova in plastica o cartone, fascetta di cartone e guscio possono mettere in crisi le certezze del provetto raccoglitore-differenziatore. Per esempio, il materiale utilizzato per il portauova, che sembra cartone, è vero cartone o polpa di legno? Anche sulla natura della plastica possono sorgere dubbi. Stesso discorso per la destinazione del guscio. Ecco dove vanno, senza eccezioni.

Raccolta differenziata carta e cartone

Raccolta differenziata della plastica

L’imballaggio delle uova non ha un profilo ambientale problematico: sia la plastica sia il cartone possono essere riciclati con facilità. Il portauova in plastica, nonostante provenga da fonti non rinnovabili, è un po’ più leggero e quindi produce una quantità di rifiuti inferiore rispetto a quella prodotta dal cartone, che però se è riciclato è più sostenibile. I produttori potrebbero evitare il sovraimballaggio, eliminando la fascetta e riportando tutte le informazioni direttamente sul portauova certo, la leggibilità ne risente.

I consumatori, se non sono single, potrebbero evitare le confezioni da due o quattro uova (lo spreco di imballaggio è maggiore), scegliendo quelle da sei o da dodici, tenendo conto sia della scadenza sia del fatto che è meglio non consumare più di due uova a testa in una settimana.

Le dimensioni non c’entrano. Le uova sono “extra” perché sono state imballate entro quattro giorni dal momento in cui la gallina le ha deposte. Extra si riferisce infatti alla freschezza. Per legge possono conservare questo appellativo per i primi nove giorni dalla data di deposizione. Peccato

che la scritta rimanga sulla confezione anche dopo. Tocca al consumatore fare il calcolo: nel caso mostrato qui sopra, le uova restano “extra fresche” fino al 29 ottobre (nove giorni dal 20, data della deposizione). Dopo questa data non vale la pena preferirle alle altre, se costano di più.

Raccolta differenziata carta e cartone

Raccolta differenziata dell’umido

Raccolta differenziata carta e cartone

EXTRA FRESCHE? ATTENTI ALLA DATA

Page 13: Altro Consumo

www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 21

Test

Un piccolo elettrodomestico versatile con cui preparare passati, omogeneizzati e maionese. Ecco i migliori.

asce con un obiettivo di base semplice: miscelare e frullare gli alimenti. Oggi però i frullatori a immersione sono dotati di una lunga serie di accessori in grado di fare un po’ di tutto in cucina:

tritare, affettare, sminuzzare... Ne abbiamo “torchia-ti” 32: da quelli più basilari ed economici, ai modelli più raffinati, venduti con una lunga serie di strumen-ti e boccali aggiuntivi, che fanno quasi le veci di un vero robot da cucina. Si può quindi scegliere quello più adatto alle proprie esigenze fidandosi della nostra classifica. Sia che serva un modello base, sia che si abbia bisogno di un mixer dotato di diversi accessori, per esempio con una frusta per montare la panna o la chiara d’uovo, basterà investire una piccola somma: in entrambe le categorie, infatti, tra gli elettrodome-

N

Mixer tuttofare

IL NOSTRO

TEST

Abbiamo testato 32 frullatori a immersione: 18 modelli base e 14 modelli con una frusta, utile per montare la panna e gli albumi, o una lama extra.

FARE LA MAIONESEAbbiamo sottoposto tutti i modelli anche alla prova della maionese. Il frullatore a immersione riesce a fare la famosa salsa a base d’uovo? Dipende: come potete verificare anche dalla foto in alto, non sempre questo elettrodomestico è riuscito a realizzare una maionese come si deve, ottenendo nei casi peggiori poco più di una crema liquida senza consistenza. Da notare che molti apparecchi senza fronzoli hanno portato a casa la prova con successo, mentre così non si può dire per alcuni dei modelli più blasonati.

RISPARMI

105€

stici premiati con il titolo di Miglior Acquisto ci sono modelli piuttosto economici, con un costo che si ag-gira tra i 30 e i 35 euro.

Come scegliere un buon frullatoreI frullatori più economici sono in plastica, mentre quelli più ricercati hanno l’asta e gli accessori in me-tallo. La differenza non influenza il risultato delle preparazioni, ma ha un suo peso sulla praticità e la pulizia dell’apparecchio: la plastica, con il tempo, ten-de a colorarsi con il cibo. Prima di acquistare un frul-latore a immersione cerca di capire se ti serve un mo-dello base, dotato di un semplice frullino a paletta o di un modello con accessori come la frusta o diversi tipi di lame. Per esempio, se non hai altri robot da cucina o ti serve un apparecchio versatile e poco in-

Page 14: Altro Consumo

Test

22 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 23

La nostra scelta Frullatori a immersione

85 80BRAUN Minipimer 7 MQ 735 Sauce90 - 105 euroMigliore del Test. Con frusta e lama per affettare.

84BRAUN Minipimer 5 MQ 500 Soup59 - 69 euroMigliore del Test. Senza fronzoli, ma impeccabile.

PHILIPS HR 160235 - 45 euroMiglior Acquisto. Ha una lama per affettare. Costa 105 euro meno del modello più caro.

83BRAUN Minipimer 1 MQ 10030 euroMiglior Acquisto. Simile al primo, ma di plastica.

80PHILIPS HR 160026 - 35 euroMiglior Acquisto. Un prodotto economico e comunque valido.

Modelli con accessori

Mixer semplici

gombrante per una seconda casa, questo elettrodo-mestico fa al caso tuo.Controlla il peso dell’apparecchio e la sua ergonomia: sia la pesantezza sia la forma dell’impugnatura influ-iscono sulla sua praticità d’uso.Valuta anche la lunghezza del cavo elettrico (in tabel-la la indichiamo): a seconda della posizione delle pre-se potresti aver bisogno di un cavo più o meno lungo.Verifica in negozio la facilità di pulizia e di smontag-gio dell’apparecchio, tenendo conto che gli apparec-chi migliori in questo senso hanno sempre delle guar-nizioni di gomma o silicone lungo le giunture.

Comprarli online? Non convieneI frullatori che abbiamo valutato hanno prezzi molto diversi a seconda della marca e della quantità di ac-cessori forniti con l’apparecchio. Quelli più spartani si trovano anche a poche decine di euro, mentre per i mixer più sofisticati si può spendere molto di più, anche 140 euro (il prezzo più elevato che abbiamo riscontrato nei negozi per i modelli del test). E com-prarli online non conviene: facendo una breve ricer-ca sui maggiori siti di elettrodomestici, abbiamo rile-vato che la maggior parte delle volte l’eventuale risparmio viene vanificato dai costi di spedizione. Andare in negozio, inoltre, permette di controllare di persona le caratteristiche del prodotto, valutare i par-ticolari di costruzione e verificarne la comodità. ¬

COME LEGGERE LA TABELLA

Braccio in metallo Il segno di spunta indica che l’apparec-chio è dotato di braccio in metallo.

Frusta per montare Il segno di spunta indica che nell’ap-parecchio è incluso almeno un tipo di frusta per montare, oltre al braccio frullatore uni-versale.

Lame per aff ettare Il segno di spunta indica quando è inclu-sa almeno una lama per grat-tuggiare e/o una lama per affettare.

Montare gli albumi e la panna Abbiamo provato a montare gli albumi delle uova e a mon-tare la panna con l’apposita frusta quando questa era in

dotazione. N.d. non valutabi-le (la prova non è stata ese-guita con i modelli che non hanno l’accessorio apposito).

Maionese Fare la maionese è uno dei compiti di questo pic-colo elettrodomestico. Ma non sempre i risultati ottenuti sono soddisfacenti.Cadono in que-sta prova sia alcuni frullatori

semplici sia frullatori pluriac-cessoriati.

Omogeneizzati Il frullatore a immersione deve saper pre-parare omogeneizzati e pap-pe per neonati. Abbiamo pro-vato a farli con i modelli del test: quasi tutti se la cavano, chi bene chi discretamente, tran-ne Ariete 881 Pimmy 200.

Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove

Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo

Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso

Ottimo

Buono

Accettabile

Mediocre

Pessimo

Qualità buona

FRULLATORI SEMPLICI PREZZI CARATTERISTICHE RISULTATI

QU

ALI

TÀ G

LOB

ALE

(s

u 10

0) MARCA e modello

In e

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(min

-max

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2014

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Frul

lati

Om

ogen

eizz

ati

Faci

lità

d’us

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prat

icità

Puliz

ia

MIXER SEMPLICIBRAUN Minipimer 5 MQ 500 Soup 59 - 69 122 690 V n.d. n.d. A A B A A 84

BRAUN Minipimer 1 MQ 100 30 118 550 n.d. n.d. A B B A A 83

PHILIPS HR 1600 26 - 35 124 690 n.d. n.d. C A B A A 80

BOSCH MSM 64110 34 - 40 140 670 V n.d. n.d. E A B A A 78

BOSCH MSM 64010 27 - 30 140 600 n.d. n.d. E A B A A 74

BRAUN Minipimer 3 MR 300 45 - 50 125 590 n.d. n.d. A B C A A 72

BRAUN Minipimer 3 MR 320 PASTA 28 - 36 120 590 n.d. n.d. A B C A A 71

KENWOOD HB710 Triblade 45 - 49 127 860 n.d. n.d. B A B B B 69

KENWOOD HB713 Triblade 50 - 75 127 870 n.d. n.d. B A B B B 69

PHILIPS HR 1361 Daily 33 131 720 n.d. n.d. B B C B B 67

IMETEC HB 1000 Professional 37 - 40 97 800 V n.d. n.d. B B B B B 66

BOSCH MSM 6B150 20 - 26 142 550 n.d. n.d. B B C B C 66

ARIETE 882 Pimmy 400 29 - 35 149 770 V n.d. n.d. B B C B B 62

ARIETE 881 Pimmy 200 15 - 20 149 720 V n.d. n.d. B B E B B 58

TERMOZETA 76009 15 - 17 161 450 n.d. n.d. B B C B C 58

MOULINEX DDH141 Faciclick 25 - 33 147 670 n.d. n.d. E A C B C 53

MOULINEX DD 8508 Slimforce 40 - 45 161 690 V n.d. n.d. D B C C C 53

IMETEC HB2 500 Dolcevita 13 - 27 97 710 V n.d. n.d. D B C C C 47

FRULLATORI CON ACCESSORIBRAUN Minipimer 7 MQ 735 Sauce 90 - 105 122 880 V V V B A A A A A A 85

PHILIPS HR 1602 35 - 45 124 690 V n.d. n.d. C A B A A 80

MOULINEX DD8611 Infiny force 55 - 71 160 790 V V n.d. n.d. E A A A A 75

KOENIC KHB800 39 - 49 123 990 V V n.d. n.d. E A A A C 75

BOSCH MSM 66120 50 - 60 147 750 V V n.d. n.d. E A A A A 75

BRAUN Minipimer 3 MR 320 Omelette 37 - 50 125 590 V V C C A B C A A 72

KENWOOD HB724 Triblade 70 - 98 132 910 V V V C C B A B B B 70

KENWOOD HB723 Triblade 70 - 90 124 870 V V V C C B A B B B 69

KENWOOD HB714 Triblade 59 - 78 126 860 V V C C B A B B B 69

BRAUN Minipimer 5 MR 530 79 - 80 125 800 V V V D D A B C B C 68

TERMOZETA 76011 Faccio io 39 - 40 115 720 V V V C A E A A A C 67

IMETEC HB 2000 Professional 50 - 53 97 800 V V V C D B B B B B 66

BRAUN Minipimer 5 MR 570 129 - 140 128 1.400 V V V D D A B C C C 64

MOULINEX DD 8558 Slimforce 70 - 89 161 690 V V V C C D B C C C 52

GLI ACCESSORI

Gli accessori in dotazione con alcuni modelli possono sostituire altri elettrodomestici.

Frusta. Grazie alla frusta, il mixer a immersione è anche in grado di montare gli albumi, la panna e aiuta a preparare dolci spumosi. I risultati migliori si ottengono con una bassa velocità. Ne abbiamo provato l’efficacia sui modelli che l’hanno in dotazione.Lama per affettare e grattuggiare. Alcuni modelli hanno in dotazione diverse lame, tra cui le più comuni sono la lama per grattuggiare il formaggio e quella per affettare frutta e verdura.

Page 15: Altro Consumo

Inchiesta

24 Altroconsumo 290 • marzo 2015 www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 25www.altroconsumo.it

QUANTO MI COSTI

Pesoforma

Enerzona

Dukan

2,70 ₤COPPA AL CIOCCOLATO

3 ₤ CRACKERS

2 ₤CRUSCA D’AVENA

1,50 ₤2 BARRETTE

7,50 ₤NUTRITION BAR

15-20₤BACCHE DI GOJI

9,30-13,40 ₤OMEGA 3RX

3,90- 4,50₤DEVORCAL

Prezzo medio del “pasto goloso” che dovrebbe sostituire un intero pranzo o una cena.

È il costo medio settimanale di 4 pacchetti da 25 gr. Dieci volte più cari dei cracker del supermercato di pari quantità.

Per Dukan è insostituibile, e va assunta ogni giorno. Questo è il costo a settimana. Ma è davvero necessaria?

Sostituiscono un pasto e “vantano” la presenza di 12 vitamine e 11 minerali.Ma di certo non incoraggiaa mangiare sano.

Prezzo complessivo delle 3 barrette previste per sette giorni. Sul sito costano anche di più: 3,40 euro l’una.

Presentate come “una panacea” (che non sono), ecco quanto fanno spendere settimanalmente.

Contiene formaggio Emmental e prosciutto crudo, entrambi in polvere. Sarebbe molto più sano consumarli freschi.

La spesa per assumere 28 compresse settimanali. Che sono inutili per chi segue un’alimentazione equilibrata.

Sul sito si rimanda l’uso “nel quadro di un’alimentazione varia ed equilibrata”. Ma la dieta Dukan è davvero così?

Quanto costa stare a dieta? Nonostante la vasta gamma di prodotti dell’industria delle diete, alcuni metodi lasciano libertà di scelta su come organizzare i pasti della giornata. Così, ad esempio, per pranzo si potrà scegliere di mangiare pesce, mentre a cena una zuppa di marca. Per questo motivo, in certi casi è difficile valutare i costi con precisione, proprio a causa della variabile dei gusti personali. D’altra parte, però, alcune diete prevedono l’assunzione quotidiana di uno o più prodotti. Ci si ritrova così ad acquistare gli alimenti più strani, che normalmente non avremmo mai mangiato. Ecco quanto fanno spendere alcuni “must” di tre diete: Pesoforma, Zona e Dukan.

2,50 ₤SANDWICH

romettono mari e monti:

perdere molti chili in pochi

giorni senza fatica e

mantenendo in modo

permanente la forma fisica

ottenuta; gustare ottimi

pasti pur seguendo un regime alimentare

per perdere peso. Fateci caso: le diete più

in voga del momento, come la Dukan, la

Enerzona, la Pesoforma e la più recente

dieta del Supermetabolismo, hanno

caratteristiche molto simili tra loro. Non è

soltanto una questione di regimi

alimentari spesso iperproteici (e dunque

squilibrati): quello che hanno in comune

tra loro queste diete è soprattutto la

tendenza a indurre l’ignaro aspirante

magro ad acquistare i prodotti del loro

marchio. Siamo davanti a un cocktail

commerciale dai molteplici ingredienti:

libri, alimenti speciali, snack, integratori,

servizi di tutoraggio online e persino

utensili da cucina, tutti rigorosamente

firmati dai marchi dietetici. L’immagine

magra e perfetta di alcuni vip, a volte

strapagati, è la ciliegina finale: Kate

Middleton è stata identificata come

l’esempio vivente di quanto si può

dimagrire con la dieta Dukan, mentre la

cantante Jennifer Lopez mostra i risultati

raggiunti col metodo del

“supermetabolismo” di Haylie Pomroy.

Quello che queste diete non dicono, però,

è che i chili persi sono spesso destinati a

tornare. Si crea un circolo vizioso: perdere

chili, ingrassare di nuovo, rimettersi a

dieta. Alimentando, così, una vera e

propria industria che, soltanto per i

prodotti alimentari, in Italia vale circa 150

milioni di euro (fonte Nielsen).

Affari d’oro e tecniche persuasiveAbbiamo già calcolato (sul numero di Test

Salute di ottobre 2014) quanto costa

mangiare sano: circa 51 euro a settimana,

con un apporto calorico di 2.000 calorie al

giorno e una distribuzione di nutrienti

equilibrata, basata sulla “piramide

alimentare” (lo schema per aiutare a

impostare un’alimentazione corretta).

Oltre a scombinare tutti i princìpi di una

dieta sana ed equilibrata, queste diete

fanno spendere somme molto di più alte. I

potenziali clienti vengono attirati in

questa rete con apposite tecniche di

persuasione. Alcuni trucchi sono

facilmente riconoscibili: viene garantita

una perdita di peso facile, senza sforzi e

con risultati permanenti; sono spesso

utilizzate le testimonianze di clienti

soddisfatti; si fa riferimento alla cellulite;

si utilizzano termini come “miracoloso”,

“esclusivo”, “recente scoperta” “dimagrire

senza rinunce” e si citano studi e ritrovati

P

Tagliatelle di konjac DukanHanno il 96% di

calorie in meno, ma

costano il 730% in più

della pasta

tradizionale

ChipsEnerzona“Una pausa di buonumore”,

come dice il produttore?

Per 4,50 euro a settimana

Snack di verdure Dukan5,50 euro per una bustina

da soli 20 grammi

Crema intensiva alle verdure PesoformaIn bustine, da sciogliere nell’acqua. Al

“modico” prezzo (di listino) di 19,50

euro per 8 buste

Crema al cioccolato PesoformaLa sostituiresti alla tua cena?

Pesoforma lo fa

Bacche di goji Dukan

Con prorietà anti

ossidanti. Come tanti

altri frutti

15-20 euro a

settimana

dietaUn business chiamato

Alimenti improbabili, strani integratori e libri che assicurano miracoli. Ecco come l’industria delle diete ha creato un giro di affari milionario. A spese di chi non si

sente a suo agio con il proprio corpo.

Page 16: Altro Consumo

Inchiesta

26 Altroconsumo 290 • marzo 2015 www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 27www.altroconsumo.it

di sovrappeso, ed è quindi utile

intraprendere un percorso dimagrante,

oppure se dal punto di vista della salute il

peso è soddisfacente. Una volta appurato

che perdere qualche chilo può essere utile

per sentirsi meglio, è importante scegliere

la dieta giusta e il regime alimentare

corretto, valutando attentamente se una

dieta può rivelarsi un inutile spreco di

tempo e di soldi. Di recente abbiamo

aggiornato la nostra guida online, dando

Tisanoreica, app per dimagrire e diete lampo: su Test Salute parliamo anche di loro, analizzandole dal punto di vista nutrizionale.

IL PARERE DELL’ESPERTA

Come mai siamo così sensibili al tema delle diete?Negli ultimi trent’anni l’approccio alle diete si è modificato radicalmente; prima il desiderio di essere magri apparteneva alla fase adolescenziale. Adesso ci sono anche moltissimi adulti che vorebbero essere persino leggermente sottopeso.

Cosa è cambiato rispetto al passato?Dal punto di vista psicologico, sempre più persone hanno identificato il loro valore personale con la forma fisica. La causa è da ritrovare in fattori educativi e culturali: dagli anni ‘70 circola il messaggio per cui si ha più valore se si possiede un fisico perfetto. Le nuove generazioni sono spesso sottoposte a pressioni da parte dei genitori, che vogliono figli magri e in perfetta forma fisica. A chi si rivolge l’industria delle diete?Le pubblicità di questi metodi dimagranti hanno maggiore presa su chi ha un livello di autostima molto basso, e su chi riesce ad apprezzare il proprio corpo soltanto se piace anche agli altri.

Quindi è vero che esistono persone che si lasciano convincere più facilmente rispetto ad altre?In generale possiamo dire che l’industria delle diete cerca di rivolgersi a un pubblico sempre più ampio. Comunque, già la quarta revisione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi alimentari (il cosiddetto DSM-IV, datato 2002 ndr) indicava una tipologia di persone dette “dieters”, ovvero coloro che pur essendo normopeso stavano regolarmente a dieta.

In che modo veniamo persuasi a seguire una dieta?Una tecnica usata di frequente è quella del far riferimento all’alimentazione sana: molti slogan pubblicitari recitano “impara a mangiare sano, e perdi chili”. Bisognerebbe innanzitutto capire cosa intendono per “sano”: da un certo punto di vista, infatti, è già insano essere costantemente preoccupati per quello che si mangia.

Cosa possiamo fare per non cadere in trappola?Ragionare con la propria testa, usando il buon senso. Il pericolo, infatti, è sempre in agguato: tra perdere qualche chilo a ossessionarsi per il dimagrimento il passo è breve.

scientifici dalla dubbia provenienza.

L’eventuale fallimento della dieta, infine, è

visto come un segno di scarsa volontà e di

mancanza di valore morale: ci si sente

sconfitti a livello personale, ma con la

voglia di fare un altro tentativo in futuro.

Un caso da manuale: la dieta Dukan“Senza grassi aggiunti e liofilizzate con

cura”: chi non gusterebbe un pacchetto di

zucchine liofilizzate, alla modica cifra di

5,50 euro per un pacchetto di 20 grammi?

E perché non spruzzarci sopra qualche

goccia di aroma burro fuso (7,19 euro la

boccetta da 100 ml), ovvero “un gusto di

rivolta che ridona la spontaneità a chi

considera il burro come il simbolo del

fallimento”? Sembrano alimenti da

romanzi di fantascienza, ma è quello che

riesce a venderci Pierre Dukan. L’ex

medico francese (radiato dall’albo qualche

anno fa) è autore del famoso metodo

dimagrante iperproteico e ipocalorico

costruito su quattro fasi. Dopo aver scritto

ben 19 libri tradotti in 14 lingue, Dukan ha

messo in vendita i suoi prodotti in

supermercati, farmacie e soprattutto in

negozi online, attivi in dieci Stati.

Chi si addentra in questo metodo dovrà

mettere in conto che a dimagrire sarà

innanzitutto il suo portafoglio.

Basti pensare alla crusca d’avena marca

Dukan, che secondo le indicazioni deve

essere consumata ogni giorno: comporta

una spesa media settimanale di 2 euro,

quando potrebbe essere sostituita, in

modo più sano ed economico, da altri

alimenti contenenti fibra. Per non parlare

delle proposte più bizzarre, come le finte

tagliatelle ricavate dalla radice del Konjiac

o i costosissimi semi di chia (che sul sito

sono proposti a “soli” 19,50 euro a

confezione). Dopotutto, per realizzare le

ricette dei libri, molto spesso sono

necessari i prodotti del marchio. E il

business è servito.

Come ti sostituisco il pastoE se un prodotto di marca sostituisse il

pranzo o la cena? È quello che propone il

metodo Pesoforma. Sul sito ufficiale, che

vanta “numerosi studi scientifici” a

sostegno del programma, viene proposto

un menu settimanale. Accanto ad alimenti

come carne, pesce e verdure, sono previsti

pasti sostitutivi: due barrette, due biscotti

o una coppa di budino (tutti di marca

Pesoforma, ovviamente) dovrebbero

sostituire un intero pranzo o una cena.

Tutto questo a un prezzo esorbitante: ben

46 euro in media a settimana (inclusi

snack e integratori), che tuttavia non

coprono tutto il fabbisogno nutrizionale

dei sette giorni. Seguendo il menu

proposto, questa cifra copre soltanto otto

pasti principali (una colazione, cinque

pranzi e due cene): ne restano da

preparare (e pagare) ben tredici.

Rimangono fuori dal calcolo anche alcune

integrazioni prescritte dalla dieta, come

spremute, frutta fresca e biscotti secchi,

che saranno ovviamente a carico

dell’aspirante magro.

“Una giornata a tavola”È marketing spinto anche quello di

Enerzona. Il marchio, che in Europa

“identifica l’esclusiva linea di prodotti in

sintonia con i principi della strategia

alimentare Zona”, presenta in un video un

esempio di “giornata a tavola”. Le

immagini propongono un piano

alimentare basato esclusivamente sui

prodotti del marchio: dai muesli per la

colazione, allo spuntino con le barrette,

fino ai crackers per una merenda... tutti

prodotti “firmati”, che nel video vengono

mostrati accanto a costanti rimandi al loro

sito. Ma a che prezzo?

Prendiamo per esempio i crackers: il

metodo ne concede 4 pacchetti da 25 g

l’uno a settimana, per accompagnare

pranzi o spuntini. Se consumati in questa

quantità, il prezzo medio settimanale sarà

di circa 3 euro. E pensare che, a parità di

peso, i crackers “normali” del

supermercato costano 0,3 euro: un

decimo di quelli Enerzona!

La vasta gamma di alimenti proposti dal

marchio (tra snack, barrette, latte di soia e

persino pasta), unita alla complessa e

personale costruzione del menu

quotidiano, non permette di calcolare il

costo medio di un programma alimentare

settimanale completo. Comunque,

volendo fare due conti, solo per frollini e

snack di vario tipo si spendono quasi 40

euro ogni sette giorni. E non finisce qui:

aggiungendo anche i due integratori

(Enerzona Maqui RX Polifenoli e Enerzona

Omega 3rx, entrambi inutili a chi segue già

una dieta sana) la spesa settimanale lievita

a 65 euro. Oggettivamente troppi.

Buone nuove? Proprio noIl business delle diete sforna sempre nuove

idee, specie in previsione della stagione

dei costumi da bagno. Noi monitoriamo la

situazione: sul nostro sito (www.

altroconsumo.it/dimagrire) mettiamo a

confronto le diete dimagranti, valutandole

sia in termini di convenienza economica

sia sotto l’aspetto di rischi per la salute.

Con l’apposito calcolatore online, inoltre,

è possibile valutare il proprio indice di

massa corporea (IMC). Questo dato è

molto importante per capire se

effettivamente ci si trova in una situazione

2,5 mlnLe copie vendute in Francia del libro “La dieta Dukan” secondoLe Monde

40 euroLa spesa media settimanale solo per gli snack Enerzona

15I pasti e snack sostitutivi (tra barrette, cereali e creme) di marca Pesoforma, per ogni settimana

un giudizio su tre nuove diete presenti sul

mercato. La prima è quella contenuta

nell’ebook “Dimagrire senza fatica”.

Acquistabile a 3,99 euro, quest’ultimo

ritrovato in materia di consigli dietetici in

realtà non contiene informazioni per

intraprendere un percorso dimagrante,

ma offre consigli per riequilibrare la

propria alimentazione.

C’è poi la “nuova” filosofia alimentare del

dottor Alberico Lemme: il suo slogan è

tutto un programma: “Dio ti ha creato,

Lemme ti modella”. Il nutrizionista di

Desio critica molto l’industria dei prodotti

per dimagrire, eppure lui stesso ha creato

un laboratorio per la produzione di

alimenti “che non fanno ingrassare” e un

ristorante dove propone piatti studiati da

lui. Attenzione, infine, anche alla famosa

“dieta del Supermetabolismo”, che

rappresenta la nuova moda in fatto di

regimi alimentari ipocalorici. Le tre fasi di

questa “dieta delle star”, che si alternano

settimanalmente, la rendono un metodo

senza carenze alimentari, ma il rischio

dell’”effetto yo-yo”è sempre in agguato.

Meglio aprire gli occhi: sulle nostre pagine

e nel sito (che ha una sezione dedicata

all’argomento) consigliamo come seguire

un’alimentazione equilibrata, senza che il

portafoglio ne risenta inutilmente. Un

corretto regime alimentare, unito a una

regolare attività fisica, aiuta non solo a

star bene, ma anche a difendersi da un

marketing dannoso per la salute. ¬

ANCHE I LIBRI IN TEMA SONO UN BUSINESS

Nella generale smania di dimagrimento, lanciare l’ennesimo libro che promette risultati miracolosi è spesso un buon affare. I libri sulle diete sono in vetta alla classifiche di vendita. Ma, prima di lanciarti nell’acquisto, sappi che diffuso non vuole dire affidabile.

Non fatevi ingannare dalle copie vendute: non sono la garanzia di un libro che dà indicazioni né utili, né ragionevoli né realistiche, né sane.I libri sulle diete vanno forte in libreria, anche se ancora non riescono a insidiare il successo dei libri dedicati più in generale alla cucina. Secondo un recente dossier pubblicato dall’Associazione italiana editori il rapporto tra libri di ricette e libri più specificamente dedicati alle diete (non necessariamente dimagranti) è 935 a 129. I picchi di uscite di titoli sono tra giugno e agosto (il 29% dei titoli), quando l’avvicinarsi della “prova costume” manda alle stelle l’ansia nei confronti della propria forma fisica. Si arriva al 40% con settembre:

ovvero il prima e il dopo delle vacanze. Un altro 26% dei titoli esce tra dicembre e febbraio, probabilmente per chi deve rimediare agli stravizi natalizi.Tra i libri che hanno avuto maggiore successo è citato naturalmente nel dossier “La dieta Dukan”, che in Italia ha ormai compiuto tre anni, con vendite che hanno superato il milione e duecentomila copie. Eppure, come abbiamo visto, si tratta di una dieta sconsigliabile. Dietro la spinta del successo, i prodotti editoriali si moltiplicano: nuove versioni di vecchie diete e decine e decine di diete nuove spuntano ogni anno negli scaffali. Sul nostro sito valutiamo regolarmente le principali diete via via che escono.

“Usate sempre il buonsenso”Alessandra Saggin,psicoterapeuta

Page 17: Altro Consumo

28 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 29www.altroconsumo.it

Inchiesta

e anche un giocatore

giocasse senza mai smettere,

ipotizziamo pure per un

anno intero, e vincesse

sempre, perderebbe

comunque qualcosa: il suo tempo. Il gioco

d’azzardo non ti porta via solo i soldi:

succhia via ore al tuo lavoro, alla tua

famiglia, alla tua vita. Lo sa bene Fabio -

ex giocatore patologico salvato

dall’associazione Giocatori anonimi - che a

42 anni sta per compiere il primo anno di

astinenza dal gioco, il primo da quando,

«all’età di tredici anni, sognai mio nonno,

e la domestica di casa mi “sfornò” tre

numeri, due dei quali furono estratti. Era

il 1980». E Fabio non è certamente solo.

Secondo la nostra inchiesta, un

intervistato su due ha avuto esperienze di

gioco d’azzardo negli ultimi dodici mesi.

Un dato preoccupante, confermato anche

dalle stime nazionali: la popolazione

italiana totale è stimata in circa 60 milioni

di persone, di cui il 54% sarebbero

giocatori d’azzardo. La stima dei giocatori

d’azzardo problematici varia dall’1,3% al

3,8% della popolazione generale, mentre

la stima dei giocatori d’azzardo patologici

varia dallo 0,5% al 2,2% (fonte Ministero

della Salute, 2012). Dati purtroppo in

allarmante crescita. Nonostante la crisi.

Quel tempo perdutoMalgrado il generale calo dei consumi, gli

italiani continuano a spendere soldi nel

gioco d’azzardo. Tantissimi soldi. Nel 2014

sono stati 84 i miliardi di euro buttati -

letteralmente - in slot, scommesse e gratta

e vinci. Anche nella nostra inchiesta

emerge un dato significativo: in media

ogni famiglia - anche quelle che non

hanno mai giocato - ha speso circa 100

euro nell’ultimo anno per i giochi

d’azzardo. Oltre ai soldi, è il tempo che si

passa a giocare, in aumento. Una volta il

gioco d’azzardo era relegato ai casinò e a

luoghi ben definiti e stigmatizzati. Oggi è

ovunque, si è subdolamente infiltrato

nelle pieghe della nostra quotidianità:

grazie a giochi nuovi, ad alta frequenza e

bassa remunerazione. Così gli italiani

continuano a buttare via gli stessi soldi,

ma sacrificando molte più ore della loro

vita. E questo spinge verso la dipendenza.

L’arruolamento di massa«Ad un certo punto nel culmine della mia

carriera sportiva - racconta Giovanna a

Dipendenza Gioco Azzardo - prima di

arrivare alle finali regionali, mi sono

infortunata e la mia carriera si è

interrotta. Da quel giorno ho cominciato a

giocare con i gratta e vinci. Prima uno, poi

un altro e poi un’intera mazzetta. Dopo

SL’ azzardonon è un giocoNon più solo nei casinò, ora il pericolo si annida sul web, al bar, persino in posta. La nostra inchiesta svela come ci caschiamo e quanto ci costa.

LA NOSTRA INCHIESTA

Gli italiani giocano d’azzardo? Quali giochi preferiscono? Quanto spendono in media? Vincono o perdono?

ESPERIENZE DI GIOCO L’inchiesta offre una fotografiadi quanto il gioco d’azzardo impatti sulla nostra vita. L’indagine è stata realizzata inviando un questionario tra marzo e maggio 2014 a un campione della popolazione (tra i 18 e 74 anni). Le risposte ricevute sono state analizzate e valutate statisticamente in modo da massimizzare la rappresentatività dei risultati in base al genere, all’età e al livello scolastico.

È LA SPESA MEDIA ANNUA

DI UNA FAMIGLIA(INCLUSE QUELLE

CHE NON GIOCANO)

Il gioco d’azzardo si è pericolosamente infiltrato nella nostra società, a tutti i livelli. I dati lo dimostrano: un intervistato su due ammette di aver partecipato negli ultimi 12 mesi a un gioco d’azzardo: il 49% ha preferito una delle tante lotterie disponibili in Italia, quelle - per intenderci - nelle mani dello Stato. Tra le motivazioni

fornite dalle persone che non hanno mai giocato nell’ultimo anno, il 69% risponde che preferisce spendere i propri soldi in altre cose. Mentre il 5% dichiara di non averlo fatto per paura di diventare dipendente; il 3% perché non può permetterselo a causa della cattiva situazione finanziaria in cui si trova.

A che gioco giochi?

Lotteria Italia

Lotto

Scommesse sportive in sala Bet

Gratta e vinci

Superenalotto

12%

34%

18%

21%

7%

Slot in bar

Scommesse sportive online

Totocalcio e Totogol

Giochi televisivi e radiofonici con sms

Win for life

3%

5%

4%

2%

Giochi d’azzardo online

Casinò

Slot in Sala VLT

Corsa Tris

Eurojackpot

Sala Bingo

1%

2%

2%

2%

1%

1%

5%

100€

1 PERSONA SU

2 GIOCA

Ne parleremo il 22, 23 e 24 Maggio

Page 18: Altro Consumo

30 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 31www.altroconsumo.it

Inchiesta

INTERVISTA AGLI ESPERTI

Parliamo con due psicologhe psicoterapeute dell’associazione AND Azzardo e Nuove Dipendenze (www.andinrete.it)

Quando il gioco d’azzardo diventa malattia? C. Quando si inizia a perdere il controllo sul gioco d’azzardo, cioè quando si gioca più denaro di quanto abbiamo a disposizione e più di quanto avevamo preventivato e si gioca più frequentemente e più a lungo di quello che si è predeterminato e di quanto possiamo permetterci di fare, allora il gioco d’azzardo diventa patologia. Non è sempre una questione di cifre alte: se un papà gioca i soldi destinati alla retta dell’asilo del figlio, o se si inizia a fare tardi sistematicamente al lavoro perché ci si trattiene troppo davanti alle slot, o se si toglie tempo prezioso alla famiglia, allora c’è un problema. È una patologia subdola, perché lo scivolamento è lento e progressivo: avviene per piccoli passi.

Esistono differenti stadi della malattia?S. Oggi l’escalation è più rapida rispetto al passato. Quando si giocava d’azzardo solo al casinò, potevano servire anche una decina d’anni perché la patologia si sviluppasse, oggi i giochi sono veloci e ovunque: la dipendenza si può sviluppare anche in sei mesi. All’inizio c’è una sorta di fase chiamata “vincente”: il giocatore vince ed è in attivo. Più gioca e più inizia inesorabilmente a perdere, entrando in una seconda fase (“perdita”) in cui compaiono i primi litigi con i familiari, le assenze da casa e le mancanze ingiustificate di soldi: i familiari però faticano a capire e a collegare tutto al gioco. Si scivola poi verso la fase della disperazione: il giocatore capisce che ha perso il controllo, mente per nascondere l’entità dei danni, può diventare irascibile, contrae debiti . Quando la bolla scoppia, la fase di crollo investe tutti, anche i familiari e parte la richiesta di aiuto. L’obiettivo della nostra associazione è che la richiesta d’aiuto arrivi il prima possibile.

Esistono persone più a rischio di altre?C. Se da un lato è vero che una persona che ha già una fragilità (psichiatrica, di indigenza

prende in cura sia chi è vittima del gioco d’azzardo sia i familiari, che soffrono quanto la vittima, a volte arrivando al suicidio.

Si può fare prevenzione?C. All’estero si è fatta molta ricerca sugli aspetti di prevenzione e si è capito che si deve viaggiare sempre su due binari. Bisogna fare prevenzione educativa (per esempio quella fatta con interventi nelle scuole, sui ragazzi, potenziando le loro “life skills”,le competenze di base per affrontare la vita). Ma è altrettanto importante fare prevenzione strutturale, ovvero creare un ambiente che sostenga il messaggio in modo coerente. Questo argomento in Italia è piuttosto indigesto a livello politico. Se non si agisce però su entrambi i fronti è difficile essere efficaci. Non posso parlare ai ragazzi a scuola, ma poi permettere a una società concessionaria di spendere 60 milioni di euro all’anno per fare pubblicità al gioco d’azzardo con i migliori testimonial sportivi del momento. O lasciare i ragazzi in balia del gioco d’azzardo online o in ogni angolo della città. È un controsenso e uno spreco, perché l’ambiente depotenzierà, sino ad annullarlo, l’effetto degli interventi di prevenzione educativa.

Si può calcolare il danno a livello sanitario?S. L’ampliamento della platea dei giocatori consentita dallo Stato provoca non solo un rischio per la salute, ma un danno economico alla società. Giocare d’azzardo implica sottrarre ore al lavoro, alla famiglia, con un danno incalcolabile. Anche se mai un giorno le cure dovessero essere coperte dai Lea, non sarebbero mai sufficienti per compensare i costi complessivi di questa malattia e per aiutare chi vive accanto al giocatore.

economica o altra dipendenza) è più predisposta al rischio, questo non significa nella maniera più assoluta che le persone che non hanno vulnerabilità ne siano immuni, anzi. Questo perchè in Italia il gioco d’azzardo è diventato un prodotto di largo consumo: l’industria ha operato per espandere il target di clienti, cercando di coinvolgere tutta la popolazione. Per farlo sono stati creati prodotti diversi: tutti sfruttano i meccanismi psicologici dell’apprendimento, ma ognuno è rivolto a uno specifico target (per le donne, i giochi non stigmatizzati come i Gratta e vinci o il bingo; per i giovani, i giochi online). I giocatori che ci chiedono aiuto sono casalinghe, dirigenti, medici, impiegati, pensionati, studenti e atleti, donne e uomini. Il business del gioco d’azzardo arruola tutti, ma quello che per la normale industria si chiama fidelizzazione del prodotto, per l’industria del gioco d’azzardo si chiama dipendenza: studi accreditati all’estero dicono che il fatturato delle slot machine deriva per un buon 60% dalle tasche di giocatori patologici.

Come intervenite? S. Il percorso di cura è molto faticoso. Le occasioni di gioco purtroppo sono molto frequenti e ovunque: in autogrill, al bar, al supermercato, in posta. È molto difficile resistere fuori dallo studio del terapeuta. È importante poi lavorare in équipe: all’inizio va fatta un’attenta valutazione diagnostica multidisciplinare con un medico, uno psicologo, una figura sociale-educativa e anche un legale: spesso la prima cosa da risolvere è la situazione debitatoria della famiglia. Tutte queste figure sono coinvolte nella cura. E proprio per questo, AND

Daniela Capitanucci, socio fondatore Associazione AND

“È una forma di dipendenza perfetta, e subdola perché è senza sostanza d’abuso”

FACILE PERDERE, DIFFICILISSIMO VINCERE

Nell’arco di un anno abbiamo una probabilità sola su quasi due milioni di vincere al Win For Life. Una su 6 milioni di vincere 500 mila euro puntando 5 euro al Gratta e vinci. In realtà è molto più probabile morire al volante di un’auto (una probabilità su 20mila) o precipitare a bordo di un aereo (una probabilità su 500 mila). Eppure si gioca, si perde e si ritenta.

Dalla nostra inchiesta emerge che la maggior parte degli intervistati (82%) ha perso i soldi che ha investito nel gioco d’azzardo. Eppure i giocatori sono in aumento. La possibilità di vincere non va confusa con la probabilità che si ha di vincere. La mente può essere facilmente ingannata: il fatto che qualcuno vinca al Superenalotto, per esempio, ci porta a pensare che non sia così difficile vincere. In realtà qualcuno vince perché le persone che giocano sono milioni.

QUANTI SOLDI SPESI Un altro dato messo in evidenza dalla nostra inchiesta è la quantità di soldi spesi negli ultimi 12 mesi nei principali giochi d’azzardo. In media in Italia nell’ultimo anno - secondo nel nostre stime - sono stati spesi 190 euro: nel grafico invece si trova il dettaglio per ogni tipo di gioco. I giochi d’azzardo online - legali e no - sono in rapida diffusione e sono particolarmente pericolosi per i più giovani. La Direzione nazionale antimafia più di una volta ha diffuso dati preoccupanti sulle videolottery e newslot illegali presenti online: perché scollegate dalla rete telematica, perché contengono schede manomesse, o perché importate dall’estero senza essere registrate.

Nessun problema con il gioco

Basso livello di problemi con poche o non identificate conseguenze negative

Moderato livello di problemi che possono portare a qualche conseguenza negativa

Problemi con il gioco con conseguenze negative e possibile perdita di controllo

Roberta Smaniotto, presidente Associazione AND

Difficile ammettere il problema Secondo la nostra inchiesta solo l’1% degli intervistati potrebbe avere un problema grave con il gioco. Il dato non va sottovalutato. Anche perché può essere lo specchio di un fenomeno ben più ampio. Il giocatore patologico, infatti, solitamente non percepisce il suo comportamento come una malattia, anzi. Accade spesso che giustifichi con ostentata autobenevolenza il suo come un semplice “vizio” , ritenendo, erroneamente, di poter smettere in qualsiasi momento. Non per niente il giocatore che ha superato la soglia del gioco “normale” non accede quasi mai spontaneamente allo studio dello specialista, ma quasi sempre grazie ai familiari.

90%

1%

2%

6%

Una persona su dieci ha problemi, come sentirsi in colpa dopo aver giocato

Ho perso

Non ho né vinto né perso

Ho vinto tra l’1 e il 100% della somma giocata

Ho vinto più del 100% della somma giocata

82%

2%

6%

10%

Sco

mm

es

se

sp

ort

ive

Slo

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ac

hin

es

, bin

go

, ca

sin

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es

Gra

tta

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inc

i, lo

tte

rie

142€

128€

75€

Quanto si spende in media all’anno

Page 19: Altro Consumo

32 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it

Inchiesta

fatto ingabbiata dalle lobby, quella locale è

sensibile e si sta muovendo di più. Basta

vedere che cosa ha fatto fino ad oggi

Slotmob, una campagna nata nel 2013 - le

iniziative del comitato promotore sono su

Facebook - che premia i bar che scelgono di

non avere slot machines. Una mobilitazione

dal basso che ha stimolato risposte

concrete (sono partite leggi in varie Regioni

e provincie, come quella di Bolzano, per

limitare per esempio la presenza di slot

machine nei locali vicini a scuole), anche se

l’impegno degli enti locali è stato spesso

ostacolato dai ricorsi al Tar delle

concessionarie dei giochi d’azzardo.

Come intervenire? A partire dal 2015, fra le risorse destinate

al finanziamento del Servizio sanitario

nazionale vengono destinati 50 milioni di

euro alla prevenzione, cura e riabilitazione

delle malattie connesse alla dipendenza da

gioco d’azzardo. Basta? Certamente no:

oltre a curare, bisogna prevenire. Per farlo

è necessario aumentare la consapevolezza

collettiva, spingendo per esempio per una

legge che vieti dalla pubblicità sul gioco

d’azzardo in tv fino alle slot machine

vicino alle scuole. ¬

poco mi sono ritrovata schiava di questo

“grattare”, fino al punto che delle sere con

la scusa di andare a comprare le sigarette,

mi ritrovavo a “grattare” le schedine e a

spendere soldi. Dopo diversi mesi -

conclude - ho cominciato a prelevare i

soldi che avevo messo da parte con i miei

sacrifici, fino a quando ho contratto anche

un debito bancario».

Pensato e concepito per piacere a tutta la

famiglia, il gioco del Gratta e Vinci sembra

quasi un innocente passatempo, se

paragonato al vecchio stereotipo del gioco

d’azzardo da casinò, radicato nella mente

delle persone. Eppure miete tantissime

vittime. La nostra inchiesta, per esempio,

rivela che il 34% di chi gioca ha preferito

proprio questa lotteria e il 5% ci gioca

regolarmente due, tre volte al mese.

Nonostante le probabilità di vincere siano

bassissime. Basta controllare sul sito

ufficiale di Lottomatica, nell’area “Premi e

probabilità di vincita” per capirlo. Nel caso

del “Miliardario”, per esempio, si specifica

che un biglietto su quattro è vincente. A

colpo d’occhio le probabilità di vincita,

dunque, sembrerebbero buone, ma se si

legge con attenzione si può facilmente

scoprire che i biglietti stampati (dati primo

lotto) sono 100.800.000. E - naturalmente

- solo quattro tra questi fanno intascare la

vincita massima (500mila euro); quasi 29

milioni regalano solo 5 euro (la cifra che si

spende per acquistare un biglietto).

Per riportare sul pianeta terra chi crede

sia facile vincere, forse basterebbe seguire

l’esempio del Portogallo: qui su ogni

Gratta e Vinci viene messo in evidenza

quanti biglietti di quel tipo sono stati

stampati.

La mobilitazione del basso Se i giocatori perdono sempre (l’82% degli

intervistati dichiara di aver perso negli

ultimi 12 mesi), chi è che vince? Il detto “il

banco vince sempre” non mente. Ma, si

badi, dietro al banco si nascondono più

entità: a spartirsi macchinette, slot,

lotterie e scommesse sportive nel nostro

Paese sono una manciata di grandi società

accanto a un gruppo di piccoli

concessionari. Tutti, in pratica, fanno da

esattori fiscali per lo Stato. Dunque è

“bisca Italia” che continua a drenare soldi

dalle famiglie. Per fortuna, in attesa di una

norma nazionale, le Regioni si stanno

sempre più spendendo per regolamentare

il settore. Mentre la politica nazionale è di

I TRUCCHI CI SONO E SONO TANTI

Altro che fortuna: nei giochi tutto è calcolato e indotto. Come il fatto di non far effettuare ai giocatori alcun pagamento reale, ma sempre e solo virtuali, con l’utilizzo di carte di credito o altri sistemi del genere. Così anche il giocatore più incallito non avrà l’impressione di dilapidare un patrimonio.

INGANNANO IL TUO CERVELLOI giochi sfruttano il meccanismo della vincita sfiorata. Quando si gioca al classico “gratta e vinci”, per esempio, nel 90% dei casi i numeri o le cifre che si scoprono sono vicini a quelle che indicano la vincita. Idem per le slot: la terza ciliegina che serve per vincere è spesso appena sotto alle due allineate. Questa situazione di “mancato per poco”, spinge inconsciamente a ritentare la fortuna. Il cervello reagisce a una situazione di quasi vincita, come reagisce alla vincita.

TI INCOLLANO ALLA SEDIAI game designer (i disegnatori di giochi) sono sempre alla ricerca di nuovi metodi affinché il giocatore giochi più partite nel minor tempo possibile: rendono lo schermo piacevole alla vista con immagini e disegni attraenti, con colori ipnotici, correlando suoni ripetitivi che stimolino la routine. Le sedute delle sedie vengono scelte comode, ampie ed ergonomiche. Negli USA si ordina cibo direttamente dalle macchinette, in modo che il giocatore si senta sempre a proprio agio e non debba mai alzarsi.

VINCONO SEMPRE LOROSi perde sempre, è matematica. Quanto? Circa il 25% della cifra puntata al gioco: questa percentuale va a caratterizzare la costante matematica del rappresentativo guadagno intascato dal “banco” ovvero da chi sta dietro l’organizzazione del gioco stesso. La prova. Poniamo di puntare alla roulette una fiches su tutti i 37 numeri presenti: con un numero si vincerebbe di certo, ma la vincita verrebbe pagata dal banco 36 volte. E tu hai speso comunque 37 euro. Vale per tutti i giochi.

Page 20: Altro Consumo

Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 33www.altroconsumo.it

App a confronto

LA NOSTRA INCHIESTA

Nel capoluogo lombardo, dove a breve si terrà l’Esposizione universale, l’offerta di auto a noleggio è sempre più ampia. Tra i sei operatori di car sharing, l’app Uber e i taxi cosa conviene di più?

TELEFONO, APP, WEB, PARCHEGGIOAbbiamo coperto tre percorsi cittadini utilizzando questi mezzi con tutte le possibilità di prenotazione: app, telefonata, sito quando disponibile (nel caso dei taxi siamo andati anche al parcheggio). I percorsi sono stati fatti nelle prime due settimane di novembre sempre negli stessi orari (8-10 e 17-19). Abbiamo verificato se il servizio è diffuso, se la prenotazione è comoda, se tutti gli strumenti a disposizione funzionano, infine quanto costa e cosa conviene di più.

EXPO E MOBILITÀInfine abbiamo valutato quanto la mobilità on demand è pronta per Expo, quindi se esistono convenzioni o abbonamenti per turisti e visitatori o parcheggi dedicati.

L’alternativa all’auto privata non è pronta per l’Esposizione. Mancano i parcheggi e gli operatori di car sharing non permettono di raggiungere la fiera.

non è mobile

Expo

Page 21: Altro Consumo

App a confronto

34 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 35www.altroconsumo.it

DURATA MEDIA E COSTO DEL VIAGGIO

e stai programmando di

andare a Milano in occasione

di Expo, l’esposizione

universale che prenderà il via

il 1° maggio 2015, per

raggiungere la fiera non fare troppo

affidamento sul tanto pubblicizzato servizio

di car sharing (ora operativo in città con sei

brand). A poche settimane dall’inizio

dell’evento, gli apprezzatissimi servizi di

auto on demand non offrono la possibilità

di terminare il noleggio nella zona

fieristica, ovvero fuori dall’area urbana; in

altre parole puoi prendere l’auto in città,

ma poi non puoi lasciarla parcheggiata in

Expo. Un problema che non hanno altri

concorrenti della mobilità via app, come

Uber e UberPop e neppure i taxi, che da

qualche tempo propongono anche un

nuovo servizio tramite smartphone. La

ricca offerta di mobilità alternativa all’auto

privata, esplosa a Milano, più in generale

pone diverse domande: qual è il sistema più

economico? E il più pratico? Il più comodo?

Per chi rinuncia ai mezzi pubblici o alla

bicicletta (anche questa disponibile a

noleggio), per chi non vuole o non può

abbandonare l’abitudine di muoversi in

auto è bene informarsi, prima di sostenere

un inutile salasso. Ecco allora la nostra

guida alla mobilità per Expo: cosa scegliere,

quanto costa e cosa offre il capoluogo

meneghino, che si prepara ad accogliere 20

milioni di visitatori in sei mesi.

Molte opportunità per tuttiIn città le strade sono sempre più affollate

di macchine nuove, molto colorate: è il

boom del car sharing, dei quadricicli

elettrici targati Expo e delle berline nere

Sdella app più contestata di sempre (alias

Uber). I milanesi hanno accolto con

entusiasmo l’arrivo di nuovi modi di

spostarsi. Dalle app che localizzano

l’autista più vicino, alle 1.900 auto in

condivisione che hanno raccolto già oltre

120mila iscritti. Ci sono anche le bici del

bike sharing comunale e per la fiera

arriveranno anche i ciclomotori da

condividere. Non c’è però stato solo

entusiasmo per il nuovo modello di sharing

economy, l’economia della condivisione

che privilegia l’idea di servizio al concetto

di proprietà, nei confronti di Uber ci sono

stati anche contestazioni, scioperi e

minacce di blocchi da parte dei tassisti.

Non solo taxiA qualcuno forse sono stati pestati i piedi,

ma non si può pensare che se in città nei

sei mesi di Expo arriveranno milioni di

turisti, li si possa accogliere con la sola

flotta di taxi, pochi dei quali dotati del Pos

per il pagamento con carta di credito.

A Milano ormai il boom delle auto in

condivisione è realtà. Con la

liberalizzazione attuata tramite un bando,

indetto dal Comune a metà 2013, è partita

la concorrenza dei privati. Prima c’erano

solo le auto di GuidaMi, il primo servizio

messo a disposizione da Atm, l’azienda dei

trasporti milanese. Poi sono arrivate le

smart bianche e blu di Car2Go a 29

centesimi al minuto, e le Fiat 500 rosse di

Enjoy (Eni). Poche, ma presenti, anche le

auto ecologiche, quelle elettriche di E-Vai,

che hanno il vantaggio di essere presenti

nelle principali stazioni lombarde, e i

quadricicli elettrici di EQ Sharing, che

hanno gli stessi limiti di circolazione del

car sharing di Car2Go ed Enjoy. La

concorrenza ha dato spazio anche a un

altro operatore, Twist, che ha portato

sulle strade della città le Volkswagen Up!.

Un servizio insufficiente per ExpoLa rivoluzione è iniziata sulla scia di

rinnovamento della mobilità in vista di

Expo. Ma ora che il conto alla rovescia per

l’esposizione del 2015 è iniziato, la realtà

sembra al di sotto delle aspettative. Lo

rivela questa inchiesta.

Abbiamo contattato gli operatori di car

sharing per scoprire che tipo di servizio

intendono offrire in vista di Expo. Le auto

Enjoy, Car2Go e Twist di fatto non

prevedono alcuna novità: al termine del

noleggio devono essere parcheggiate

all’interno dell’area urbana (l’auto può

essere guidata al di fuori di quest’area, ma

il noleggio deve terminare in città).

Le auto GuidaMi, e EQ Sharing devono

essere riconsegnate nei parcheggi gestiti

dalle società (GuidaMi, inoltre, prevede

che il parcheggio di consegna deve essere

lo stesso di quello di ritiro). Secondo

queste regole insomma, ad oggi nessuno

degli operatori consente di terminare il

servizio nella zona dove sorge Expo.

Fa eccezione E-vai, che in zona fiera ha a

disposizione due parcheggi (inoltre offre

un servizio integrato al sistema ferroviario

e collega diverse stazioni della Lombardia,

compresi gli aeroporti). Enjoy dà la

possibilità di parcheggiare all’aeroporto di

Linate in uno dei 14 posti auto riservati.

Rispetto alla possibilità di parcheggiare in

fiera non abbiamo ricevuto risposte da

Enjoy e Car2Go. Twist ci ha comunicato

che non sono state ancora prese decisioni

UBER E I TAXI I PIÙ CARI

Ecco una sintesi dei viaggi che abbiamo fatto lungo tre percorsi cittadini milanesi, utilizzando tutta l’offerta di mobilità disponibile in automobile. I tempi per trovare l’auto sono molto variabili, così come il costo e la durata del viaggio lungo uno stesso tragitto.Nel caso del servizio di car sharing il calcolo della tariffa è stimato

sulla base della durata del percorso. Nel caso di Uber, UberPop e dei taxi abbiamo utilizzato il costo medio pagato per la corsa. Per GuidaMi, E-Vai e Eq Sharing è stato fatto solo il percorso 1, visto che queste auto devono essere prelevate e riconsegnate solo nei parcheggi adibiti (nell’inchiesta nelle stazioni Cadorna e Centrale).

TEMPO MEDIO DI ATTESA PER REPERIRE L’AUTO

Ub

er

15,5

Tax

i12

,1€

E-v

ai

9,2

Ca

r2g

o6

,7€

Ub

erP

op

6,5

Twis

t6

,2€

Gu

ida

Mi

6€

En

joy

5,8

Eq

Sh

ari

ng

3€

In alt o le tariffe spese per percorrere il tragitto che collega le due stazioni ferroviarie milanesi. Il meno caro è Eq Sharing (costa solo 3 euro), mentre Uber è nettamente il servizio più caro, seguito dal taxi. Si tratta, però, di offerte molto diverse: un quadriciclo elettrico, un’auto berlina con autista e un taxi.

Da: Stazione Centrale A: Stazione Cadorna 3.7 Km

Percorso 1

Taxi00:03:20

UBER00:11:00

UBERPOP00:21:40

CON AUTISTA IN MINUTISENZA AUTISTA IN MINUTI

00:14:00Twist

00:09:30Car2go

00:11:40Enjoy

Le auto non sono sempre reperibili, si devono prenotare

con anticipo anche di 24 ore.

GuidaMi

E-vai

Eqsharing

Uber

Taxi

UberPop

Car2go

Twist

Enjoy

22€

15€

8,5€

7€

6,5€

6€

Uber

Taxi

UberPop

Car2go

Twist

Enjoy

22,5€

19,5€

10,5€

7,3€

6,8€

6,3€

Da: Piazza 24 Maggio A: Via Procaccini, 205.4 Km

Percorso 2

Da: Via Teodosio, 24A: Viale dell’Innovazione, 206 Km

Percorso 3

DURATA MEDIA DEL PERCORSO

Abbiamo provato altri due percorsi, ma questa volta senza GuidaMi, E-Vai e EQ Sharing, visto che queste auto devono essere prelevate e riconsegnate solo nei parcheggi adibiti, non presenti in tutti i percorsi della nostra inchiesta. Questa rigidità distingue proprio i diversi servizi di car sharing.Ancora una volta i servizi con conducente sono, come prevedibile, più cari del car sharing, in particolare lo è Uber, il servizio con auto berlina e autista, più caro anche del taxi. Car2go, Twist ed Enjoy risultano più economici anche del tanto discusso UberPop, il servizio low cost offerto dall’azienda Uber.

14 minUber

23 minCarsharing

17 minTaxi

17 minUberpop

Un’importante differenza tra i servizi sta nel tempo di attesa della vettura: tempi biblici per UberPop (più di 21 minuti), in media molto rapido ad arrivare il taxi (circa 3 minuti). Ma il servizio taxi tramite app può essere ben diverso: It Taxi si fa attendere 30 minuti.

Page 22: Altro Consumo

App a confronto

36 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 37www.altroconsumo.it

in merito, mentre Eq Sharing ha risposto

che il loro servizio di auto elettriche è

destinato all’area urbana.

Non esistono abbonamenti Abbiamo chiesto anche se sono previsti

vantaggi particolari per chi utilizzerà il

servizio di car sharing durante Expo

(come sconti, promozioni, abbonamenti

per chi ha acquistato un biglietto per

accedere ai padiglioni). Rispetto a questo,

il sistema di car sharing sembra piuttosto

impreparato: solo EQ Sharing effettua al

momento promozioni per i dipendenti

Expo e per quelli degli sponsor coinvolti.

Dato il respiro internazionale dell’evento,

abbiamo chiesto anche se sarà possibile

per un turista utilizzare le auto con una

patente di guida straniera. Car2go, Twist,

E-vai ed Eq Sharing lo permettono già,

Enjoy sta cercando un modo per effettuare

il controllo delle patenti straniere.

Un’app non bastaNell’inchiesta è emerso che l’app in

generale è lo strumento migliore per

prenotare un’auto, e si presta bene

all’utilizzo via smartphone per la strada.

Ma la tecnologia non basta: GuidaMi ed

E-Vai si rivelano poco al passo coi tempi e

assomigliano più a un noleggio auto

tradizionale che a un car sharing.

I limiti imposti sono troppi: l’auto va

prenotata in anticipo, va prelevata e

restituita solo in alcuni punti prestabiliti

della città e con GuidaMi è necessario

fissare il tempo di noleggio (pena un

addebito in fattura). Insomma, manca la

flessibilità che è diventato il punto di forza

dei nuovi servizi di car sharing: l’auto si

preleva e si lascia ovunque, come se fosse

un mezzo privato.

UberPop, invece, è poco diffuso ed è un

servizio non garantito (ci è capitato di non

trovare l’auto nemmeno nei dintorni delle

stazioni), inoltre va regolamentato, visto

che per adesso è un servizio illegale (vedi

AC 288, gennaio 2015).

Abbiamo provato anche le app dei tassisti

(disponibili per Iphone e Android) a

disposizione per prenotare un taxi: Qui

Taxi, It Taxi e Taxiblu Milano. Prenotare

un taxi è molto semplice: si scarica l’app,

ci si registra e da quel momento si può

prenotare un taxi con pochi clic. Sia nel

caso della prenotazione con Qui Taxi che

con Taxiblu Milano il tempo di attesa è

stato minimo (in media poco più di 3

minuti). It Taxi, però, non consente di

prenotare prima di mezz’ora.

Neppure il tempo per trovare un’auto con

il car sharing ci soddisfa del tutto, Enjoy e

Twist possono richiedere anche più di 11

minuti, per un’auto Car2go ce ne vogliono

SCOPRI SE PUOI SCARICARE L’APP

Utilizzare un’app per prenotare un’auto è sicuramente comodo e veloce, ma qualche intoppo informatico può capitare. Controlla se il tuo smartphone è compatibile.

Ogni operatore si avvale di una specifica versione di un sistema operativo per scaricare la app da utilizzare per il noleggio dell’auto. Alcune app possono essere scaricate solo con sistemi operativi aggiornati, in altri casi è lo stesso sistema a proporre all’utente di scaricare una versione meno recente dell’app, ma compatibile, a volte, invece, è necessario eseguire l’aggiornamento del sistema operativo, pena l’impossibilità di scaricare l’app.Uno dei problemi può essere che non tutti gli smartphone supportano gli aggiornamenti dei sistemi operativi, cosa particolarmente vero con Android: l’ultima

versione è stata lanciata a ottobre 2014 e a oggi il numero di telefoni sui cui è installata o installabile è ancora molto basso. Nei prossimi mesi sarà resa disponibile per un numero limitato di altri telefoni, ma per la maggior parte dei telefoni già venduti Android 5 non sarà mai installabile e l’anno prossimo ci saranno ancora numerosi nuovi telefoni messi in vendita con una versione di Android più vecchia.Prima di scegliere l’operatore di car sharing, quindi, è utile valutare due aspetti: la versione del sistema operativo richiesta dall’app e la versione del sistema operativo del tuo smartphone. Ecco come trovare sul proprio telefono qual è la versione del sistema operativo.

Se hai uno smartphone iOS vai su:Impostazioni > Generale > Info > Versione

Se hai uno smartphone Android vai su:Impostazioni > Info telefono > Versione

Se hai uno smartphone Windows Phone vai su:Impostazioni > Informazioni su > Altre informazioni > Versione

SE GUIDI TU IL COSTO PRECIPITA

Pagare un’auto con un conducente professionista, tramite Uber o un taxi, a Milano costa l’85% in più rispetto al noleggio tramite car sharing.

I COSTI DEL SERVIZIO CAR SHARING (₤)

OPERATORI DI CAR SHARING

Abbonamento o iscrizione

Tariffa al minuto

Tariffa al minuto in sosta

Tariffa oraria Tariffa al km

ENJOY 0 0,25 0,10 15 50 km inclusi

CAR2GO 19 0,29 0,29 14,9 50 km inclusi

TWIST 15 0,27 0,17 14,9 50 km inclusi

GUIDAMI 20 5/7 50 km inclusi

E-VAI 5 euro costo fisso per ogni noleggio

2,4 0,48 al km

EQ SHARING 10 0,13

COME LEGGERE LA TABELLA

Operatori di car sharing I costi si riferiscono a un abbonamento specifico nel caso di GuidaMi (ta-riffa Easy); di E-Vai (abbonamen-to silver); e di EQ Sharing (abbo-namento annuale).

Costo di abbonamento Tutti gli operatori richiedono un costo di

iscrizione, tranne Enjoy. E-Vai prevede un costo fisso di 5 euro per ogni noleggio dell’auto.

Costo La maggior parte delle società ha un costo al minuto, mentre GuidaMi ed E-Vai preve-dono una tariffa di almeno un’o-ra anche se si noleggia l’auto per

un tempo inferiore. Enjoy, Car2Go e Twist richiedono un costo anche per ogni minuto di sosta dell’au-to, ma più basso.

Costo al km Tutti gli operatori, tranne E-vai, non prevedono un costo chilometrico se si percor-rono fino a 50 km.

più di 9, mentre un tempo ragionevole

dovrebbe essere circa 5 minuti.

Attenzione a contratti e penaliPrima di servirti del car sharing, leggi

bene il contratto. Ci sono differenze anche

importanti tra un operatore e l’altro e non

sempre a tuo vantaggio. I massimali

dell’Rcauto sono molto vari, da 5 milioni

(GuidaMi) a 50 milioni (Car2Go); Eq

Sharing non offre la copertura incendio e

furto né la kasko, quest’ultima è assente

anche nel contratto di Enjoy. Bisogna stare

attenti alle penali in caso di incidente

(elevata quella di Enjoy: 250 euro), EQ

Sharing non lo specifica e questa è

tutt’altro che una garanzia. Una penale è

prevista in caso di furto dell’auto per colpa

o dolo del cliente, fino a 500 euro per

Car2Go e Twist. Salasso anche se si

perdono le chiavi, Car2go chiede un

risarcimento di 350 euro, ma ci sono costi

aggiuntivi anche per la pulizia del veicolo

o per le spese di notifica in caso di multa.

Il Codice del consumo (d.lgs nr. 206 del

6-9-2005) considera vessatoria la clausola

che stabilisce come “sede del foro

competente, in caso di controversie, una

località diversa dalla residenza o dal

domicilio del consumatore”, come fanno

Car2Go e Twist nel contratto. Il primo ha

promesso di modificare la clausola,

mentre abbiamo segnalato il secondo

all’Antitrust: vi terremo informati.

Condividere per risparmiareLa mobilità tramite app è una rivoluzione,

insomma, che permette a chi non ha

un’auto di proprietà di usarne una

occcasionalmente, senza dover pagare un

più costoso taxi. Il boom dei veicoli in

sharing potrebbe anche consentire alle

famiglie di rinunciare alla seconda auto di

proprietà, quella che si usa solo

occasionalmente e che secondo una

ricerca di Altroconsumo a volte pesa

inutilmente sul bilancio familiare.

Eliminando le spese fisse legate al

possesso della macchina (acquisto,

assicurazione, bollo, revisioni,

carburante...) per un uso limitato,

inferiore ai 3.000 km l’anno, i conti nel

portafogli pendono a favore del car

sharing. La macchina usata in media una

volta a settimana, ovvero circa 50 volte

l’anno, percorre circa 2.000 km l’anno,

l’equivalente di una mezza giornata

di commissioni ogni settimana, coprendo

più o meno 40 km a volta.

Possedere e usare l’auto in questo modo

costa più di 3.400 euro l’anno, una spesa

un po’ più alta dell’affitto di un’auto in

sharing, per un utilizzo equivalente. A

ognuno la scelta. ¬

+85%

noleggio con conducente

Car sharing

GLOSSARIOSharing economy Secondo la rivista Time, il 2015 sarà l’anno della definitiva esplosione della Sharing economy. Basarsi su scambio e condivisione, infatti, è stato inserito nell’elenco delle dieci idee che cambieranno il mondo. Secondo alcune ricerche, il movimento che fa della collaborazione il suo emblema sembra già esploso. Da una ricerca di Collaboriamo.org emerge che i canali principali dell’economia collaborativa italiana sono: il crowdfunding (30% delle piattaforme), i trasporti (il 12%), il turismo (10%) e il lavoro (9%). La tecnologia digitale è un supporto necessario in tutti i servizi collaborativi, sotto forma di siti internet o app.

Le auto in circolazione

644

250

100

700

100

118

Page 23: Altro Consumo

Nuovo servizio

38 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.itMarzo 2015 • 290 Altroconsumo 39

www.altroconsumo.it

Professionisti esperti offrono consulenza per aiutare tutti a ritrovare un bel sorriso.

isparmiare sulle spese del dentista oggi quasi inevitabilmente porterà a spendere di più dal dentista domani. Purtroppo,

aspettare che i problemi insorgano o si aggravino non è una buona scelta: un dente compromesso porterà alla necessità di interventi più complessi, non solo sgradevoli, ma spesso assai costosi.

Risposte ai tuoi dubbiIn collaborazione con la Aiop, una delle più importanti società scientifiche in campo odontoiatrico, abbiamo lanciato un nuovo servizio per i soci: una consulenza personalizzata con un dentista esperto sui problemi che riguardano i denti (tutte le informazioni pratiche per accedere al servizio sono nel riquadro in basso nella pagina a lato). La consulenza non può né vuole sostituire le regolari visite da un dentista: piuttosto il contrario. Vuole dare un aiuto a scegliere correttamente il professionista cui rivolgersi, a capire bene che cosa si deve chiedergli, a capire che cosa ci si deve aspettare e se si può essere soddisfatti delle prestazioni ottenute. E dare migliori strumenti anche per dialogare più efficacemente con lui.

Una guida sicura È grave constatare che la crisi economica, che affligge ormai da diversi anni in nostro Paese, ha provocato un calo

Dentistichiedilo ai nostri

R

marcato delle visite dal dentista. Secondo dati Censis, nel 2013 ben 6 milioni e 800.000 pazienti in Italia hanno rinunciato alle cure odontoiatriche perché non in grado di sostenerne i costi, mentre altri 900.000 hanno rinunciato per altri motivi. Una scelta obbligata, purtroppo, facilmente controproducente. Una buona prevenzione è in realtà anche il sistema migliore per risparmiare.La salute dei denti, inoltre, è indispensabile alla salute globale del nostro organismo: per una masticazione e quindi una digestione corretta, per prevenire malattie anche gravi (denti in cattivo stato aumentano il rischio di disturbi cardiaci), anche per la propria autostima e i rapporti sociali. E non c’è forse campo in cui sia più importante, per garantire la salute, la prevenzione: sia con la pulizia quotidiana, sia facendosi controllare regolarmente dal dentista, non aspettando il dolore, ma prima che si manifestino problemi.Naturalmente, un buon sistema per risparmiare è anche rivolgersi al professionista giusto, che non soltanto sia in grado di garantire un intervento di qualità, ma eviti spese eccessive e interventi inutili.

Una guida sicuraCome scegliere bene il dentista? Cosa fare se qualcosa del suo lavoro non è soddisfacente? Quanto posso aspettarmi che duri una protesi? Come mai ci sono differenze così grandi tra le parcelle di diversi dentisti? Come posso capire se lo studio cui mi rivolgo effettua disinfezioni sicure? L’alito cattivo può essere collegato alla mia protesi? È opportuno usare dentifrici e prodotti sbiancanti? Queste e altre domande riceveranno la risposta da parte di un professionista competente. ¬

Togliamoci i dubbiEcco alcuni esempi delle domande che potrai porre ai dentisti nostri consulenti. E le risposte che ci hanno anticipato.

Ogni quanto tempo devo andare dal dentista a fare la pulizia?Sottoporsi regolarmente alle visite di controllo dal dentista e a sedute periodiche di igiene orale è fondamentale per intercettare precocemente possibili alterazioni non solo dei denti e delle gengive, ma anche delle protesi, se presenti, e dei tessuti che circondano l’impianto, se è il proprio caso. A seconda della situazione di ciascuno si possono attuare programmi di mantenimento a intervalli regolari ogni tre, sei, dodici mesi: questo permette di valutare la stabilità della situazione e di controllare o eliminare i microrganismi dannosi che causano carie e malattia parodontale/perimplantare.

È meglio un impianto o un ponte tradizionale?Secondo la letteratura internazionale, la durata dopo 10 anni delle protesi su impianti e di quelle su denti è uguale. L’impianto consente però al paziente un risparmio biologico inestimabile, perché non vengono limati i due denti sani sui quali ancorare il ponte. Inoltre, per il mantenimento igienico, l’impianto singolo è totalmente assimilabile al dente naturale. Però in condizioni di osso e gengiva insufficienti per un impianto, o di denti vicini destinati comunque a protesi, alcune considerazioni cliniche possono portare invece a consigliare un ponte.

Posso usare dentifrici e sbiancanti senza chiedere al dentista?I dentifrici e i prodotti sbiancanti sono generalmente formati da una componente abrasiva che rimuove le colorazioni superficiali e da una chimica che dissolve i depositi colorati. Possono essere utili nella rimozione di pigmentazioni leggere, legate all’alimentazione o al fumo, e nel mantenere i risultati di un trattamento sbiancante. Un uso non proprio di questi prodotti però, soprattutto se lo smalto è debole o danneggiato, può provocare a quest’ultimo danni irreversibili, come anche irritazione delle gengive. Andrebbero utilizzati con cautela e solo dopo una visita odontoiatrica.

Per ottenere una risposta ai tuoi dubbi sulla salute dei denti, puoi utilizzare il nostro sito o il telefono.

Vai su altroconsumo.it/chiedialdentista. Troverai un modulo da utilizzare per scrivere il tuo dubbio. Inserisci il tuo numero di telefono: verrai richiamato da noi e messo in contatto con uno dei dentisti dell’Aiop nostri consulenti, che ti risponderà.

Telefona allo 02 6961555 dal lunedì al venerdì h.9/13-14/18. Potrai porre la domanda e sarai successivamente richiamato per la risposta.

Il servizio sarà attivo dal 1° marzo al 30 giugno 2015: non aspettare troppo a chiamare.

Sul sito o al telefono

www.altroconsumo.it/chiedialdentista

L’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica (Aiop) è una delle più importanti società scientifiche in ambito odontoiatrico.

Attivo da marzo a giugno

Page 24: Altro Consumo

Inchiesta

40 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 41www.altroconsumo.it

Rimuovere dati personali e notizie scomode dai motori di ricerca è possibile. Nel rispetto dell’interesse pubblico.

a dimenticare

ssere dimenticati, sul web, è

un diritto. Capita sempre più

spesso di accorgersi che nel

mare magnum di internet

sono sparse notizie, foto e

dati personali che - magari anche senza

volerlo - abbiamo diffuso. E che non

riusciamo a rimuovere, benché lo

desideriamo. Ma da qualche tempo alcuni

paletti normativi, sia a livello italiano che

in Unione europea, stanno timidamente

facendo il loro ingresso per tutelare i

diritti dell’individuo sul World Wide Web.

Il diritto all’oblio nasce proprio da questa

esigenza: la scelta di non essere più

tracciati su internet, chiedendo ai motori

di ricerca di non far apparire tra i risultati

notizie sul proprio conto che

appartengono ormai a un lontano passato

o che nel tempo hanno avuto delle

evoluzioni su cui il web tace.

Per dirla con le parole di Stefano Rodotà, il

diritto all’oblio rappresenta la scelta di

“liberarsi dall’oppressione dei ricordi, da

E

un passato che continua a ipotecare

pesantemente il presente” per “governare

la propria memoria e restituire a ciascuno

la possibilità di reinventarsi”. Ma quanti e

quali sono i limiti nel voler cancellare ogni

traccia di sé? Due libertà fondamentali si

incontrano e si scontrano: quella di voler

rimuovere notizie scomode e il diritto

all’informazione da parte di tutti.

Entrambe vanno tutelate, all’interno di

una pacifica convivenza.

Il caso spagnoloCome fare a liberarsi dal riproporsi di

notizie sul proprio passato, che

continuano a saltare fuori dai motori di

ricerca? È stata proprio una domanda

simile a porre le basi per il riconoscimento

del diritto all’oblio. Il 13 maggio del 2014,

una sentenza della Corte di Giustizia

europea ha fatto luce sugli strumenti che i

cittadini possono utilizzare nel caso in cui

vogliano chiedere ai motori di ricerca la

cosiddetta “deindicizzazione” di

informazioni e dati personali.

Il caso specifico faceva riferimento a

Google. Il colosso di Mountain View

riproponeva tra le sue pagine la notizia di

un cittadino spagnolo che in passato aveva

subìto un pignoramento. Il fatto sbucava

fuori ogni qualvolta il nome del

malcapitato veniva digitato su Google.

Con una sentenza destinata a rimanere

nella storia, la Corte ha stabilito una volta

per tutte che, nell’ambito delle loro

attività, i motori di ricerca sono

responsabili del trattamento dei dati

personali degli utenti. Questi ultimi,

quindi, possono chiedere che alcuni

contenuti vengano eliminati. Ma questa

rimozione non avviene in automatico:

le richieste degli individui, infatti, devono

rispettare un adeguato bilanciamento tra

contrapposti diritti e interessi, non ultimo

quello della libertà di espressione e il

diritto all’informazione degli utenti di

internet.

Ma secondo quali criteri Google e gli altri

motori di ricerca possono accogliere o

respingere richieste di rimozione dei dati?

Ad oggi, la presenza di autentici vuoti

normativi (sia in Italia che in Unione

europea) non ci consente di dare una

risposta certa. Ma andiamo con ordine.

INTERVISTA

”Una cornice per il diritto di cronaca”Professore, cosa ne pensa degli ultimi sviluppi normativi, sia in Unione europea che in Italia, sul diritto all’oblio?Quello del diritto all’oblio è un terreno molto scivoloso, che spesso ha creato fraintendimenti. Dal punto di vista normativo, i passi avanti più importanti sono stati fatti grazie alla sentenza della Corte di giustizia europea del 13 maggio 2014. Con essa è stato stabilito un principio positivo: le persone vengono risparmiate da una gogna mediatica, data da notizie non più attuali, che la collettività non deve più necessariamente conoscere. Allo stesso tempo offre diversi strumenti agli individui che vogliono far valere il proprio diritto all’oblio.

In che modo?La sentenza stabilisce, da un lato, che la persona può rivolgersi al motore di ricerca (nel caso specifico della sentenza, a Google) compilando un apposito modulo per chiedere la deindicizzazione dei propri dati. A quel punto sta al motore di ricerca valutare se accogliere o meno la richiesta. Trattandosi di un soggetto commerciale, il motore di ricerca non è in grado di valutare con oggettività giuridica se la rimozione di un link lede o no la libertà di informazione. Per questo motivo la sentenza precisa che il cittadino può anche rivolgersi al Garante per la protezione dei dati del proprio Stato oppure intraprendere vie legali per chiedere il diritto all’oblio.

Il diritto all’oblio si può sposare con la libertà di informazione?Assolutamente sì. Il diritto all’oblio non è altro che una cornice, all’interno della quale il diritto di cronaca può essere esercitato

in modo più rispettoso nei confronti dei protagonisti della notizia. Anche la giurisprudenza italiana ha più volte ribadito questo concetto.

Ci faccia qualche esempio concreto. Nel 2012 un imputato di Tangentopoli si era rivolto ai giudici per chiedere l’eliminazione di una notizia dal sito web di una testata giornalistica nazionale. La notizia in questione, infatti, parlava solo della condanna dell’uomo e non anche della successiva assoluzione. I giudici non hanno autorizzato l’eliminazione della notizia, ma hanno obbligato la testata giornalistica a contestualizzarla e ad aggiornarla fino agli ultimi sviluppi. In seguito, la Corte di Cassazione ha confermato questa sentenza, riconoscendo il diritto all’oblio. In questo modo l’informazione è completa, e continua a essere accessibile a tutti, considerata anche la rilevanza pubblica della stessa.

Secondo lei quali sono i limiti dell’interesse pubblico di una notizia?Sicuramente deve essere rispettato il criterio dell’essenzialità della notizia. In generale, l’equilibrio tra diritto all’informazione e diritto all’oblio deve essere valutato singolarmente, caso per caso. A mio parere non possono esistere regole generiche per valutare i casi di diritto all’oblio.

Cosa ci possiamo aspettare dalle future leggi italiane?La strada giusta è quella tracciata dalla Cassazione: non eliminare dal web le notizie, ma indicizzarle correttamente e soprattutto aggiornarle. Dal punto di vista giornalistico, le redazioni dovrebbero rispettare queste regole. Anche i motori di ricerca però dovrebbero riconoscere e rispettare il diritto all’oblio. Il quadro normativo dell’Unione europea sta già andando in questa direzione.

Ma è possibile far sparire tutti i nostri dati dal web?Con gli attuali strumenti informatici è difficilissimo e molto improbabile. Nei meandri della rete si cela qualsiasi cosa. Il diritto all’oblio si applica ai motori di ricerca, ma spesso i link vengono rimbalzati sui social network: una cancellazione totale di tutto diventa quindi un’impresa praticamente impossibile.

Prima solo Google, ora anche gli altri

Il dirittoRuben Razzante, professore di Diritto dell’informazione

Page 25: Altro Consumo

Inchiesta

42 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 43www.altroconsumo.it

Come funziona, a cosa si applicaInnanzitutto, è bene precisare che il

diritto all’oblio non riguarda la notizia o il

contenuto in sé: questi continuano a

essere accessibili nel sito che li ospita. A

essere rimosso è il collegamento generato

quando viene digitata una parola chiave

(ad esempio il nome e il cognome della

persona a cui si riferisce la notizia) sui

motori di ricerca.

In questo modo, infatti, da una parte viene

preservata la possibilità per il pubblico di

ottenere informazioni ma, allo stesso

tempo, non si espone il protagonista della

notizia al continuo riproporsi di contenuti

sul suo conto ogni volta che

semplicemente si digita il suo nome e

cognome. Da notare che soltanto il diretto

interessato (ovvero la persona cui i dati si

riferiscono) può chiedere la rimozione dei

risultati di ricerca, e quindi esercitare i

diritti che la normativa prevede a livello

europeo. Il vero problema è che la Corte di

Giustizia ha omesso di indicare in maniera

organica e completa su quali basi una

richiesta di deindicizzazione possa essere

accolta. I motori di ricerca, quindi, devono

valutare caso per caso vari elementi, quali

ad esempio l’interesse pubblico a

conoscere la notizia, il tempo trascorso

dall’avvenimento, l’accuratezza della

notizia e la sua rilevanza.

Se a seguito della richiesta ci si trova

davanti a un diniego del motore di ricerca,

gli utenti italiani potranno rivolgersi al

Garante della privacy o all’autorità

giudiziaria (vedi riquadro qui sotto).

Secondo i dati forniti dal Garante per la

protezione dei dati per la privacy, sono già

pervenute alcune richieste di

deindicizzazione di articoli relativi a

vicende processuali ancora recenti e in

alcuni casi non concluse.

Per sette dei nove casi presentati, il

Garante non ha accolto la richiesta degli

interessati, ritenendo che fosse prevalente

l’interesse pubblico della notizia.

Linee guida per tuttiA seguito della sentenza della Corte di

Giustizia europea, soltanto Google aveva

creato un apposito modulo per le richieste

di rimozione dei link dalle pagine di

ricerca. Ma la musica era destinata a

cambiare presto: nei mesi scorsi, infatti,

anche Bing e Yahoo! si sono adeguati alla

nuova situazione, creando appositi

strumenti per il rispetto del diritto

all’oblio. Un cambio di rotta che sembra

essere arrivato al momento giusto. Lo

scorso 26 novembre il gruppo di lavoro

Articolo 29, che opera all’interno

dell’Autorità per la protezione dei dati

personali dell’Unione europea, ha stilato

un documento contenente istruzioni per i

motori di ricerca su come agevolare chi

COME FARE PER FARSI DIMENTICARE

Non solo Google: di recente anche altri motori di ricerca, come Bing e Yahoo, si stanno adeguando alle linee guida europee sul diritto all’oblio. Ecco cosa fare per richiedere l’eliminazione di un link dai risultati delle pagine di un motore di ricerca.

MODULO PER LA RIMOZIONEDal 2014 Google ha messo online un modulo attraverso il quale è possibile richiedere la rimozione di link dalle sue pagine. Il modulo può essere scaricato dal sito support.google.com.Dopo aver selezionato il proprio Paese di origine da un elenco, si deve inserire il proprio nome e cognome, il rapporto con la persona rappresentata (nel caso in cui sia un avvocato a gestire la pratica) e un indirizzo email a cui essere ricontattati. Vanno poi indicati gli indirizzi (URL) per i quali viene richiesta la rimozione e spiegare brevemente il motivo della richiesta. Infine è necessario allegare un documento di identità, per dimostrare di essere la persona interessata. Un modulo simile è stato adottato anche da Bing, il motore di ricerca di Microsoft.

VALUTAZIONE DELLA RICHIESTASulla stessa pagina del modulo, Google spiega fin da subito che ogni richiesta sarà valutata con attenzione e cercando di “bilanciare i diritti sulla privacy della persona con il diritto di tutti di conoscere e distribuire le informazioni”. La Corte di Giustizia, comunque, ha indicato alcuni elementi che un motore di ricerca deve tenere in considerazione in ogni richiesta di diritto all’oblio. Essi sono l’interesse pubblico a conoscere la notizia, il tempo trascorso dall’avvenimento, l’accuratezza della notizia e la rilevanza di quest’ultima nell’ambito professionale di appartenenza. Se esclusi dai motori di ricerca, i contenuti pubblicati su internet saranno più difficili da recuperare.

RICORSO AL GARANTENel caso in cui il motore di ricerca non accolga la richiesta di rimozione del link, gli utenti italiani possono rivolgersi al Garante per la privacy (www.garanteprivacy.it) o all’autorità giudiziaria. Se il Garante ritiene fondato il ricorso, può ordinare la cessazione del comportamento illegittimo indicando le misure necessarie a tutela dei diritti dell’interessato e assegnando un termine per la loro adozione. Se trascorrono 60 giorni dal ricorso e il Garante non si pronuncia, il ricorso si intende rifiutato. Al momento sono alcune decine le segnalazioni giunte al Garante a seguito della sentenza della Corte di giustizia europea sul diritto all’oblio.

A FERRARA PARLIAMO DI DIRITTI IN RETE

richiede di ottenere il diritto all’oblio.

Tra le altre cose, viene precisato che ogni

richiesta deve essere valutata con

attenzione, e che “se l’interesse pubblico è

superiore ai diritti del singolo utente, la

rimozione del link non è appropriata”.

Le linee guida, inoltre, chiariscono

finalmente alcuni punti oscuri. Viene

messo nero su bianco, ad esempio, che

non ci sono basi legali per la pratica di

avvisare il proprietario del sito quando un

link viene rimosso da un motore di ricerca

(cosa che Google faceva spesso), con il

rischio che il contenuto del link venga

inevitabilmente riportato all’attenzione

della rete. Viene anche chiarito che il

diritto all’oblio deve essere applicato in

tutte le principali versioni del motore di

ricerca, comprese quelle “.com”, che sono

spesso le più diffuse, e non soltanto quelle

locali.

Piccoli punti fermi, che tuttavia sono utili

a delimitare comportamenti spesso

scorretti perché non ancora presi in

considerazione dalla legge.

Per la tutela dell’informazioneA prescindere dalle continue evoluzioni

del web, sia dal punto di vista tecnico che

da quello giuridico, bisogna prendere atto

che il ruolo svolto da internet e dai motori

di ricerca nella società attuale non è più

quello di vent’anni fa. La loro iniziale

caratteristica di essere piattaforme

neutrali ha avuto nuovi risvolti, dati dalle

multiformi attività che hanno via via

intrapreso e di cui il nostro ordinamento

legislativo deve tenere conto.

Anche per questo Altroconsumo ha preso

parte alla stesura della prima bozza della

Dichiarazione dei diritti in internet. Si

tratta di un documento di 14 articoli, con il

quale i dieci parlamentari e i tredici

esperti della Commissione di Studio per

una Carta dei Diritti di Internet (costituita

su iniziativa della presidente della Camera

Laura Boldrini e presieduta da Stefano

Rodotà) intendono porre le basi per la

tutela dei diritti fondamentali di cittadini e

utenti su internet.

Il nostro contributo si è focalizzato anche

sull’art. 10 della bozza di Dichiarazione,

dedicato al diritto all’oblio. A nostro

avviso, infatti, la tutela della riservatezza

in rete non deve essere però considerata al

di sopra di altri principi fondamentali.

Anzi: in alcuni casi deve essere compressa,

soprattutto se si scontra con la libertà di

manifestazione del pensiero. Ben venga,

quindi, esercitare il proprio diritto

all’oblio, purché con esso non vengano

cancellate informazioni importanti oppure

utili agli utenti di Internet. Anche di

questo parleremo al Ferrara Altroconsumo

Festival, che si svolgerà dal 22 al 24

maggio. ¬

Ai tempi di Google, Facebook, Twitter & co. una parte importante della nostra vita si è spostata nello spazio digitale e dipende anche dalle informazioni che altri mettono in rete. Perché la rete non diventi il luogo dell’oblio dei diritti e per trovare il difficile equilibrio, per esempio, tra diritto alla privacy e diritto all’informazione, portiamo in piazza a Ferrara il dibattito sugli aspetti

più interessanti legati ai diritti in Internet. Venite a discuterne con noi, portate le vostre domande, curiosità, dubbi e perplessità il 22-23-24 maggio a Ferrara alla terza edizione del Festival di Altroconsumo. Questo sarà solo uno dei dibattiti che animeranno le giornate del Festival. Trovate tutti gli eventi nel programma in costante aggiornamento sul

sito dedicato. Ad accogliervi ci saranno i giornalisti, gli esperti e tutto il mondo di Altroconsumo. Come sempre la città tutta sarà animata dagli eventi in cui abbiamo coinvolto esperti e personaggi della cultura e dello spettacolo: avremo anche diverse degustazioni e mostre aperte fino a sera.

www.altroconsumo.it/ferrara

Page 26: Altro Consumo

Gli ereader sono apparecchi dal progresso tecnologico relativamente lento, tant’è che alcuni dei prodotti già in vendita l’anno scorso reggono tranquillamente il passo con quelli appena immessi nel mercato. La principale innovazione di quest’anno riguarda

l’impermeabilità di alcuni modelli.Sono tre i lettori testati che si vantano di essere resistenti all’acqua e quindi adatti alla spiaggia; in particolare dichiarano di essere aderenti alla specifica IP57, ovvero di poter resistere all’immersione fino a un metro d’acqua per

trenta minuti. Dato che, già a partire dal nome e dalla confezione, puntano molto su questo aspetto per differenziarsi dal resto del mercato in laboratorio siamo andati a verificare la validità di quanto sostenuto. Tutti e tre risultano impermeabili: il Tolino e il Kobo

hanno passato il test senza problemi, appena usciti dall’immersione li abbiamo asciugati con un panno ed erano già funzionanti. Il Pocketbook è invece rimasto inattivo per tre giorni, passati i quali si è risvegliato e ha ripreso a funzionare correttamente.

IL NOSTRO TEST

n euro a testa. Stando all’associazione

editori italiani ammonta a questa picco-

la somma, all’incirca, la spesa media che

gli italiani hanno investito in ebook nel

corso del 2014. Non sono certo numeri

da far girare la testa, ma quello degli ebook costituisce

comunque il 4,4% del mercato complessivo dei libri

e resta la principale nota positiva nel panorama edi-

toriale contemporaneo. A questo si aggiunge una buo-

na notizia recente e cioè che finalmente l’Iva sugli

ebook è stata abbassata, arrivando così allo stesso

livello di quella imposta sui libri cartacei, anche se

per il momento questo si sta traducendo solo in un

maggior guadagno per gli editori, che in media hanno

mantenuto invariati i prezzi, piuttosto che in un ri-

sparmio per i lettori.

Allo stato, non si può escludere che questa decisione,

comune a tutti gli editori italiani, possa costituire una

violazione delle regole in materia di concorrenza, nel-

la forma di un’intesa restrittiva della concorrenza.

Per questo motivo abbiamo segnalato la cosa all’Au-

torità garante della concorrenza e del mercato (terre-

mo tutti informati sugli sviluppi della vicenda).

Il calo dell’IvaSe gli italiani continuano a sembrare non molto ben

disposti ad aprire il portafoglio per acquistare libri

(elettronici o no), sembrano invece più tranquilli

nell’allentare i cordoni della borsa per acquistare i

supporti necessari: tra lettori e accessori vari la spesa

complessiva è stata tre volte tanto. Il nostro test mo-

stra che la fiducia degli acquirenti è nel complesso

ben riposta: apparecchi di buona qualità, che fanno

il loro mestiere con precisione e affidabilità.

Leggere fa bene Nei mesi scorsi parecchi giornali hanno riportato i

risultati di uno studio scientifico pubblicato dalla ri-

vista Proceedings of the National Academy of Sciences.

Lo studio ha fatto un po’ di scalpore perché, già a

partire dal suo titolo, puntava il dito contro gli erea-

der, attribuendo loro un’influenza negativa sulla qua-

lità del sonno. In realtà si trattava di un titolo fuor-

viante, per uno studio che non ha rivelato nulla di

nuovo. Lo studio, infatti, ha preso in considerazione

la lettura su smartphone e tablet, cioè su apparecchi

che - contrariamente agli ereader - emettono luce ed

è già risaputo che l’uso di questo tipo di prodotti (così

come della tv) in ore serali può influenzare negativa-

mente il sonno. Purtroppo, dato che sono stati utiliz-

zati per leggere dei libri, nello studio smartphone e

tablet sono stati chiamati anch’essi ereader, confon-

dendosi così con gli ereader veri e propri, che invece

dal punto di vista della luce sono come libri cartacei.

Scegliere un KindleA primeggiare tra gli ereader sono sempre i Kindle, i

lettori prodotti da Amazon. La scelta dipende, oltre

che dal budget, dalle proprie esigenze. L’ultimo nato,

il Kindle Voyage, rispetto ai modelli precedenti ha uno

schermo tattile ancora migliore: risoluzione e contra-

sto sono aumentati, anche se si tratta di vantaggi che,

alla prova dei fatti, sono assai meno visibili che leg-

gendo le specifiche tecniche. Rispetto ai vecchi mo-

delli lo schermo del Voyage è anche migliorato dal

punto di vista della scrittura (per prendere appunti o

cercare parole), ma resta comunque poco adatto a chi

vuole scrivere molto. Una piacevole novità è la rein-

troduzione del pulsante hardware per girare pagina

(bisogna premere la cornice esterna dello schermo).

C’è anche una funzione di adattamento automatico del-

la luminosità, che però non funziona benissimo: è me-

glio disabilitarla e regolare la luminosità a mano. Detto

questo, è un apparecchio caro, i cui plus per molti non

valgono la spesa. Meglio allora i Kindle più economici

e qui la scelta dipende essenzialmente da due fattori:

se vi interessa la possibilità dell’illuminazione, puntate

sul Paperwhite, se no, il Kindle base è di gran lunga

l’ereader con il miglior rapporto tra qualità e prezzo.

Per chi non vuole un KindleLa controindicazione dei Kindle è che legano il loro

proprietario a fare acquisti sulla libreria online di Ama-

zon (che comunque è ben fornita e ha prezzi allineati

a quelli delle librerie concorrenti). Quest’anno il con-

corrente principale è Tolino, che produce lettori di

buona fattura, in grado di leggere libri acquistabili su

tutte le altre librerie online: sono distribuiti dalla libre-

ria online IBS e dalla catena Il Libraccio. Chi vuole un

ereader impermeabile, per leggerlo con più tranquil-

lità al mare o nella vasca, ha tre modelli tra cui sceglie-

re (vedi la tabella), nessuno di Amazon: un altro mo-

tivo, questo, per non scegliere un Kindle.

Test

44 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 45

Buona la qualità degli ereader portati in laboratorio. E anche quelli impermeabili in effetti sono risultati a prova d’acqua.

U

Leggere digitale CONSIGLI D’USO PER CHI HA UN KINDLE

Ecco qualche informazione utile per gestire al meglio la propria libreria digitale.

Da anni, ogni volta che facciamo un test sugli ereader, il Kindle di turno ottiene il titolo di Miglior Acquisto o Migliore del Test. Se in una di queste occasioni avete seguito il nostro consiglio di acquisto, o se state per seguirlo quest’anno, ecco ora qualche consiglio di utilizzo per sfruttare al meglio l’ereader prodotto da Amazon.

Tutti gli ebook che avete acquistato negli anni su Amazon

utilizzando il vostro account sono disponibili anche su qualunque Kindle, purché sia registrato con lo stesso account. Nella pagina principale di un Kindle in alto compaiono alcune scritte: cliccando su Dispositivo visualizzate tutti gli ebook fisicamente contenuti nel Kindle, che potete leggere anche in assenza di collegamento a internet. Cliccando su Cloud potete vedere tutti quelli che avete acquistato e scaricare quello che volete leggere in quel momento.

Per una gestione più dettagliata della vostra biblioteca dovete

collegarvi ad Amazon con un pc. Inserite le vostre credenziali e dal menu in alto a sinistra selezionate Il mio account – I miei contenuti e dispositivi. La pagina che aprirete è divisa in tre sezioni. Nella sezione I miei contenuti vedete tutti i libri acquistati e i documenti

inviati al kindle. Su ciascuno potete effettuare azioni come Eliminarlo (cosa che non è possibile fare dal Kindle), scaricarlo sul pc, rimuovere il segnalibro dell’ultima pagina letta. Se per quel libro è disponibile una versione aggiornata ciò sarà indicato in questa pagina. Nella sezione I miei dispositivi vedrete elencati tutti i vostri Kindle: Amazon considera come un Kindle a tutti gli effetti non solo il lettore, ma anche l’omonima app installabile su uno smartphone o tablet. Se per qualche motivo (ad esempio se l’avete venduto) dovete annullare la registrazione di un Kindle è questa la pagina per farlo.

La sezione Impostazioni consente di scegliere le

modalità di pagamento per gli ebook scaricati, attivare la funzione di sincronizzazione (che consente di aprire un ebook su un Kindle, leggere fino a una certa pagina, aprire l’app e poter partire direttamente da quella pagina). Inoltre potete impostare un indirizzo di posta elettronica per ciascuno dei vostri Kindle, così da poter caricare libri o documenti sul vostro ereader anche via mail (dovrete anche impostare gli indirizzi email autorizzati a tale invio: questo serve per evitare di ricevere posta indesiderata).

1

2

Nella tabella a pag. 46 ti diamo i dati sintetici che riassumono i risultati delle nostre prove. Vieni sul nostro sito per trovare maggiori informazioni.

Più dettagli sui risultati ottenuti da ciascun apparecchio nelle singole prove del test.

I prezzi di vendita più convenienti nei negozi online.

La possibilità di accostare e confrontare fino a cinque apparecchi alla volta, per avere una visione di insieme delle caratteristiche e scegliere il più adatto.

Ereader: più dettagli

www.altroconsumo.it/ereader

3

L’ereader non disturba il sonno

Page 27: Altro Consumo

COME LEGGERE LA TABELLA

Prezzi Al momento in cui scriviamo, il Kindle Voyage non è ancora ven-duto in Italia, il prezzo indicato è quello di Amazon.de. Quando usci-rà il Voyage è presumibile che il prezzo del Paperwhite cali.

Pulsante per girare pagina In tutti gli ereader si può girare pagina stri-

sciando un dito sullo schermo. Mol-ti trovano più comodo usare appo-siti pulsanti posti nella cornice esterna. Nel Tolino Vision 2 si può girare pagina con un tocco sul retro dell’apparecchio.

Lettura al buio Quasi tutti gli erea-der hanno un sistema di illumina-

zione che ne consente la lettura al buio. Per gli altri servirà un abat jour.

Prestazioni Abbiamo misurato il tempo che serve per connettersi a una rete wifi, ad aprire un ebook, a girare pagina, a far apparire il menu delle impostazioni o a tornare alla home page.

Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove

Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo

Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso

Ottimo

Buono

Accettabile

Mediocre

Pessimo

Qualità buona

La nostra scelta Ereader

78AMAZON Kindle Voyage WiFi189 euroL’ultimo nato di casa Amazon è anche il migliore.

78AMAZON Kindle Paperwhite 3G189 euroIl kindle dell’anno scorso, ancora validissimo.

73TOLINO Shine99 euroLa scelta migliore per chi non vuole un Kindle.

70AMAZON Kindle59 euroIl lettore con il miglior rapporto tra qualità e prezzo.

Test

www.altroconsumo.it46 Altroconsumo 290 • Marzo 2015

EREADER PREZZO CARATTERISTICHE RISULTATI

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Faci

lità

d’us

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Form

ato

file

Solid

ità

Bat

teria

AMAZON Kindle Voyage WIFI

189 6 1448 x 1072 179 V A A A C A A B A C A A 78

AMAZON Kindle Paperwhite 3G

189 6 1024 x 758 218 A A A C A A B A C B A 78

TOLINO Vision 2 129 6 1024 x 758 172 V A A A B B A B A B B A 77

AMAZON Kindle Paperwhite WiFi

129 6 1024 x 758 208 A A A C A A B A C B A 77

TOLINO Shine 99 6 1024 x 758 185 A A B B B A B A B B A 73

KOBO Aura H2O 179 6,7 1430 x 1080 227 V A A A B C B C B B B A 72

AMAZON Kindle 59 6 800 x 600 192 A B n.d. C A A B A C B A 70

POCKETBOOK Aqua 111 - 148 6 800 x 600 171 V V A B n.d. B C A B B A C A 68

KOBO Aura 119 5,9 1024 x 758 173 B A B B C A C C B B A 68

Page 28: Altro Consumo

Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 47www.altroconsumo.it

Inchiesta

Le promozioni per la linea di casa, internet incluso, sono tante: ma attenzione ai costi “imprevisti” dietro l’angolo. Ecco come scovarli e scegliere bene.

TelefonoTariffe senza trappole

elefonate illimitate verso

tutti, navigazione internet 24

ore su 24, tutto incluso e a

un prezzo stracciato.

A giudicare dalle promozioni

sembra un paradiso, ma gli slogan con cui

gli operatori pubblicizzano le loro offerte

per il telefono di casa e internet non

dicono tutto. Anzi, dicono solo il meglio:

bisogna leggere tra le righe per non avere

brutte sorprese dopo. Qualche esempio?

Con FastWeb Super Jet non si paga nulla

per l’attivazione in promozione, ma se si

decide di cambiare fornitore prima di due

anni, bisogna sborsare ben 119 euro.

Con Tiscali Tutto Incluso Light se si vuole

optare per un altro gestore prima di due

anni bisogna restituire la differenza tra il

prezzo pieno e quello pagato in

promozione: fino a 345 euro

T

Confrontiamo le tariffe per telefono di casa e internet in base alla qualità del servizio e non solo in base al prezzo. Per ogni operatore abbiamo inserito in classifica la tariffa più conveniente. I prezzi si riferiscono a fine gennaio 2015.

L’OPINIONE DEGLI UTENTI E I TRANELLI Per giudicare la qualità, ci basiamo sulle nostre indagini statistiche sulla soddisfazione degli utenti e sulla presenza o meno di “rischi” come gli alti costi per il recesso anticipato.

nell’eventualità peggiore, quella in cui si

recede dopo un mese dall’attivazione. Non

mancano poi i casi in cui si vuole far

credere che il prezzo in offerta è “per

sempre”: non lasciamoci prendere in giro,

con i provider niente è “per sempre”,

eccetto il fatto che possono comunicare, in

ogni momento, il cambio delle condizioni

contrattuali e quindi anche dei prezzi,

costringendoci ad accettare la variazione

VALUTIAMO ANCHE LA QUALITÁ

Page 29: Altro Consumo

Inchiesta

48 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 49www.altroconsumo.it

2)

- di solito verso l’alto - o a cambiare

provider, pagando un costo di

disattivazione. Un balzello, purtroppo

ancora permesso dalla legge, che a tutti gli

effetti ostacola il passaggio ad altri

operatori, esattamente come le penali per

il recesso anticipato abolite nel 2007.

Scegliere bene si puòInsomma, nella giungla delle promozioni

da un lato si possono avere delle vere

opportunità di risparmio, con proposte

sempre nuove e vantaggiose; dall’altro,

questa velocità si traduce spesso in offerte

complesse, non facili da capire, che

nascondono delle belle trappole: costi

imprevisti, mancati risparmi, qualità del

servizio non soddisfacente. Prima di

scegliere bisognerebbe tenere conto di

tutto questo, ma non è semplice da soli

capire qual è la soluzione con il miglior

rapporto qualità-prezzo. Senza contare

che ogni offerta può essere più o meno

conveniente in base alle proprie abitudini

di consumo: fondamentale valutare anche

queste prima di scegliere. Per rendere

tutto più semplice, abbiamo messo a

punto un servizio online sul nostro sito,

che confronta le tante tariffe presenti sul

mercato, segnalando i possibili rischi dal

punto di vista dei costi con un “Attento al

prezzo”, come si può vedere nella pagina a

fianco. La classifica che si può ottenere è

personalizzata in base alle specifiche

esigenze dell’utente e non tiene conto solo

del prezzo, ma anche della qualità del

servizio. Nel box in basso forniamo un

esempio in cui mostriamo le tariffe più

convenienti per due profili di consumo

piuttosto comuni: la soluzione con il

miglior rapporto qualità-prezzo (indicata

come “Miglior Acquisto”) - senza rischi di

salassi imprevisti - non è necessariamente

quella con il costo più basso in assoluto.

A cosa fare attenzioneMeglio non farsi illudere dai soli costi

pubblicizzati dagli operatori o da quelli in

promozione (che spesso durano solo

alcuni mesi): la spesa mensile stimata che

indichiamo - e che qui si riferisce a fine

gennaio 2015 (ma sul sito trovi i costi

aggiornati) - include sia il canone mensile

vantato dai provider, sia il costo al

consumo, cioè quello che si potrebbe

spendere in più in base al proprio utilizzo,

come lo scatto alla risposta o le telefonate

verso cellulari, se non incluse nel canone.

Attenzione anche alla durata delle

promozioni, quando previste: alla fine

dell’offerta, ci si potrebbe trovare a pagare

un bel po’ in più. Visto che la connessione

internet è ormai sempre flat (cioè con

navigazione illimitata), a fare la differenza

in bolletta, come si può vedere nel

confronto tra i due utenti, è il numero di

chiamate al giorno: per chi ne fa di più,

convengono le tariffe in cui c’è solo il

canone mensile e il traffico è

completamente gratuito (minuti inclusi e

senza scatti alla risposta). La durata media

delle telefonate e il loro orario durante la

giornata non varia invece nei due profili

(d’altra parte, in questo momento, è il

mercato stesso a orientarci verso soluzioni

a “minuti illimitati”, in cui queste variabili

non implicano una differenza di prezzo).

Occhio anche al modo in cui si attiva la

tariffa: ad esempio Wind Infostrada

Absolute Adsl ha un canone di 19,95 euro

per la versione attivata via web, mentre

per telefono costa molto di più, 34,72 euro.

Altra cosa degna di nota sono le tariffe

combinate (come nel caso di SIADSL +

Linkem): si tratta di combinazioni di

offerte che arrivano da due providers

diversi e che, soprattutto per profili di

consumo basso, possono risultare

convenienti; attenzione, però, ai costi di

attivazione e recesso. ¬

Le migliori offerte per due utenti

1-2 telefonate al giorno 3-5 telefonate al giorno

Spesa stimata al mese (attivaz. web)

25,40₣

WIND INFOSTRADA Absolute Adsl

Spesa stimata al mese

28, 16 ₣

SIADSL + LINKEM Unica + Linkem No Limits Abbonam.

Spesa stimata al mese

29 ₣

VODAFONE Super Fibra Family

per 6 mesi, poi a 44 euro

Spesa stimata al mese

29 ₣

TELECOM ITALIA Tutto

per 12 mesi, poi a 44,90 euro

Spesa stimata al mese

29 ₣

FASTWEB Super Jet

per 12 mesi, poi a 45 euro

Ecco le tariffe più convenienti per due utenti-tipo: a fare la differenza è il numero di telefonate. Il “Miglior Acquisto” è il prodotto con miglior rapporto-qualità prezzo.

Spesa stimata al mese

29 ₣

VODAFONE Super Fibra Family

per 6 mesi, poi a 44 euro

Spesa stimata al mese

29,95 ₣

WIND INFOSTRADAAll Inclusive Unlimited

Spesa stimata al mese

34,95 ₣

TISCALI Tiscali Tutto Incluso Full

Spesa stimata al mese

29 ₣

TELECOM Tutto

per 12 mesi, poi a 44, 90 euro

Spesa stimata al mese

29 ₣

FASTWEB Super Jet

per 12 mesi, poi a 45 euro

LA TUA TARIFFA SUL SITO

Quanto ti costa navigare e telefonare? Qual è la tariffa più adatta a te? Tutte le risposte sul nostro sito. Impostando le tue abitudini di consumo otterrai una classifica di tutte le offerte presenti sul mercato per telefono e internet, oppure solo per telefono o solo per internet.

www.altroconsumo.it/casa-energia/telefono-internet-e-tv-digitale

Puoi personalizzare il tuo profilo indicando quante chiamate fai al giorno, di quale durata e in quale momento della giornata, se preferibilmente verso telefoni fissi, cellulari o entrambe.

Per ogni tariffa ti diciamo con un punteggio qual è la qualità del servizio, indicandoti anche quali sono i nostri “Miglior Acquisto”, cioè con il miglior rapporto qualità-prezzo e senza rischi di elevati costi imprevisti. Per la “spesa stimata al mese” teniamo conto del canone mensile (quello pubblicizzato dall’operatore) e del costo al consumo (cioè quello che spenderai in più in base al tuo profilo, come lo scatto alla risposta o le telefonate verso cellulari, se non incluse nel canone).

Preferisci una connessione adsl o la fibra ottica? Quanto veloce? Con quale gestore? Quanto sei disposto a pagare per la disattivazione? Puoi raffinare la ricerca filtrando i risultati in base a tante variabili.

Presta attenzione, in classifica, all’allerta “Attento al prezzo”: è lì che ti indichiamo i rischi di un’offerta. Come in questo caso: il costo di attivazione della tariffa è pari a zero in promozione, ma viene addebitato successivamente se si recede prima dei due anni.

Cliccando su “Dettagli” avrai tutte le informazioni più importanti su ogni tariffa, come la durata della promozione, la velocità di connessione e tutti i costi relativi al canone, al nuovo allacciamento, al cambio operatore o alla disattivazione. Ti spieghiamo anche come fare per attivare la tariffa.

Quanto chiami

Cosa cerchi

Attento al prezzo

La classifica

Tutti i dettagli

Da 4-6 minuti, 85% verso fissi e 15% verso mobili. Internet adsl illimitato.

Da 4-6 minuti, 85% verso fissi e 15% verso mobili. Internet adsl illimitato.

Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo

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Page 30: Altro Consumo

Guida

50 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 51

Addio alle tarmeNon di sola lana. Questi insetti si cibano di tutte le fibre naturali, cotone compreso. Come mettere al sicuro armadi e cassetti.

on ci sono più le tarme di una volta, quelle che facevano capolino soltanto con l’arrivo della stagione calda. Oggi, nel tepore dei nostri apparta-menti, questi fastidiosi insetti possono

essere attivi tutto l’anno e fare danni anche nella stagione invernale. «La vita di questi insetti è legata alla temperatura e all’umidità», spiega Piero Crave-di, docente di parassitologia animale all’Università cattolica del sacro cuore di Piacenza, «In natura le tarme sono più frequenti nel periodo estivo, ma nel-le abitazioni, grazie alla presenza del riscaldamento, vivono e si riproducono tutto l’anno».

Vivono al buioQuesti animali amano stare in ambienti bui e temo-no la luce, per cui difficilmente si fanno vedere e quando questo succede, se notate qualche farfallina, il danno è già stato fatto. «A creare i classici buchi nei maglioni non sono le tarme adulte, che vivono giusto il tempo per ripro-dursi e depositare le uova, ma le loro larve, che per crescere mangiano le fibre dei nostri vestiti», conti-nua Cravedi. «Uno dei segni della colonizzazione delle tarme, infatti, oltre ai classici buchi, è la pre-senza di piccoli batuffoli bianchi simili a lanugine,

Nquello che resta del bozzolo di una larva diventata adulta». Le larve delle tarme si nutrono solo di fibre naturali, principalmente di origine animale, come lana, seta e pelliccia, ma in mancanza di queste ul-time non disdegnano il cotone o altre fibre di origi-ne vegetale. «Nel loro ambiente naturale vivono nei nidi degli uccelli e in posti dove sono a contatto con gli animali, ecco perché qualunque fibra animale viene riconosciuta come un ambiente favorevole al loro sviluppo», conclude Cravedi. Ma come arrivano nei nostri armadi e come preveni-re la loro comparsa? Di solito le tarme entrano nei nostri armadi attraverso un singolo indumento infet-tato, magari un acquisto “vintage” o di seconda mano, ma può anche succedere che entrino dalla finestra volando, soprattutto se in casa sono presenti cabine armadio, con ambienti ampi e spesso aperti. «Per prevenire danni al nostro guardaroba l’arma più efficace è la pulizia degli indumenti a ogni cam-bio di stagione», spiega il professore, «basta un pic-colo residuo di sudore in un capo indossato anche soltanto una volta per attrarre questo insetto: pro-prio perché abituato a vivere a contatto con gli ani-mali, ne riconosce l’odore. Ricordiamoci, inoltre, che le tarme possono attacca-re anche i tappeti, per cui è bene proteggere anche

COME SCEGLIERE IL PRODOTTO GIUSTO

I prodotti naturali contengono oli essenziali ed estratti di piante e fiori sgraditi alle tarme. In etichetta non hanno una classificazione precisa: non possono chiamarsi “antitarme”, ma vengono spesso indicati come prodotti salvalana, per salvare, proteggere la lana... e indicazioni generiche di questo tipo. Le profumazioni più utilizzate a questo scopo sono la lavanda e l’olio di cedro. I prodotti di questo tipo non sono obbligati a riportare né la concentrazione dell’essenza né il nome del principio attivo utilizzato. Addirittura possono omettere l’intero elenco degli ingredienti.L’effetto è sostanzialmente repellente: l’odore poco gradito dovrebbe tenerle lontane, ma l’efficacia di questi prodotti non è sufficientemente documentata.

POSSONO CONTENERE ALLERGENIQuesti prodotti, anche se hanno un impatto minore sull’ambiente rispetto agli insetticidi, non è detto che siano completamente innocui, perché possono contenere profumazioni allergizzanti (limonene, linalool, coumarin...) scosigliabili alle pelli predisposte a reazioni allergiche.Molto spesso poi, a discapito delle belle immagini in etichetta, le profumazioni sono sintetiche: ad esempio, è molto raro che il profumo di lavanda sia naturale.Prima di acquistarli, puoi provare a farli in casa, con la vera lavanda, o usare le palline di legno di cedro.

Se hai il sospetto che le tarme abbiano già colonizzato il tuo armadio, devi scegliere i prodotti che contengono insetticidi, ma non usarli a scopo preventivo. Li riconosci dalla dicitura “antitarme”, “antitarmico”, “tarmicida”..., e soprattutto dal fatto che riportano tutti la scritta “presidio medico chirurgico”, con il numero di registrazione del ministero della Salute, nonché nome e concentrazione del principio attivo utilizzato. Queste informazioni sono una garanzia del fatto che è stato presentato un dossier scientifico a supporto dell’efficacia e della sicurezza del prodotto.

COME USARLI IN SICUREZZA I principi attivi più comuni nei prodotti insetticidi sono i piretroidi, che garantiscono il miglior compromesso tra sicurezza ed efficacia. Il biocida più diffuso è la trasflutrina, piuttosto sicura anche per gli animali domestici. Permetrina e piretro, invece, sono sostanze più tossiche, soprattutto per i gatti. La tossicità per le persone è molto bassa, ma possono essere irritanti per la pelle e le vie respiratorie e pericolosi per gli ambienti acquatici. Per questo meglio evitarli negli armadi e nei cassetti che si trovano in stanza da letto ed è sempre bene arieggiare i capi che sono entrati a contatto con queste sostanze prima di indossarli di nuovo. Attenzione ai rimedi di una volta come le palline di naftalina e i cubetti di canfora: molto tossici, sono vietati.

Essenze repellenti Insetticidi

Ci sono numerosi prodotti in grado di contrastare le tarme, alcuni naturali, altri insetticidi chimici, con gradi diversi di efficacia. Entrambi hanno pro e contro ed entrambi possono essere utili nelle giuste circostanze: per questo è importante conoscerli a fondo e riconoscerli. Tenendo sempre presente, però, che per scoraggiare le tarme non c’è niente di meglio della pulizia.

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52 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it

Guida

ORMONI CHE ATTRAGGONO

Tra i vari rimedi antitarme ci sono anche le trappole a base di feromoni. Si tratta di foglietti appiccicosi, imbevuti di sostanze che riproducono l’odore delle femmine, che sono in grado di attrarre i maschi delle tarme e incollarli sulla loro superficie, evitando che questi si possano riprodurre. Un test condotto alcuni anni fa su un prodotto per le tarme alimentari, però, ha dimostrato che le trappole con feromoni sono in grado di attrarre questi insetti anche dove non ci sono mai stati. In pratica rischiano di creare il problema invece di risolverlo. I foglietti quindi non devono mai essere usati a scopo preventivo, soprattutto se si tengono spesso le finestre aperte o se ci sono cabine armadio facilmente accessibili, ma sono un sistema di monitoraggio di un’infestazione in atto, utile per verificarne l’andamento. Bisogna ricordare, inoltre, che queste trappole non eliminano le larve responsabili dei buchi sui capi, ma agiscono solo sulle farfalline adulte.

questi ultimi, se si ripongono nella stagione estiva». A darci una mano nella dura lotta contro le tarme troviamo tantissimi prodotti, da semplici repellenti a base di essenze naturali a veri e propri insetticidi, che eliminano sia le tarme adulte sia le larve (ne parliamo nei riquadri in queste pagine), ma gli in-setticidi sono da riservare soltanto ai casi in cui l’in-festazione è già avvenuta e non da usare come mi-sura di prevenzione. «Ritengo più interessante usare strategie efficaci per la prevenzione, come appunto il lavaggio degli indu-menti e degli armadi e l’uso di essenze repellenti, piuttosto che consigliare un insetticida», sottolinea Cravedi, «ricordiamoci che di solito gli armadi stan-no nelle stanze da letto e negli ambienti dove stiamo più a lungo e, anche se i prodotti in vendita sono tutti sicuri per l’uomo, hanno comunque un minimo di tossicità e sono da evitare se non necessari. Inol-tre inquinano e alcuni possono essere pericolosi per gli animali domestici».

La strategia per tenerle alla largaPrima di passare alle maniere forti, quindi, ecco cosa fare per prevenire nel modo più efficace le tarme.Al momento del cambio di stagione lava bene, con acqua calda o a secco, i capi che hai indossato prima di riporli.I capi che non hai indossato, invece, andrebbero comunque spazzolati vigorosamente e lasciati ad ariaggiare al sole prima di riporli nuovamente.Adopera sacchetti di plastica e sacche con cerniera per conservare maglioni, giacche invernali e cap-potti.Aspira bene i tappeti con l’aspirapolvere e arrotola-li in un contenitore chiuso insieme a un prodotto antitarme (per sceglierlo con cognizione di causa

Pulire armadi e vestiti prima del cambio di stagione è fondamentale

consulta le schede in queste pagine).Se hai il sospetto che il tuo armadio sia stato comun-que attaccato dalle tarme o vuoi assicurarti di avere fatto tutto il possibile per scongiurarne la presenza, svuotalo e puliscilo con un panno umido impregna-to di acqua, aceto o bicarbonato o con uno sgrassa-tore a spruzzo, prestando attenzione anche agli an-goli e ai punti più nascosti. ¬

La confusione sulle caratteristiche dei prodotti antitarme regna sovrana e i produttori non sempre chiariscono bene in etichetta il

tipo di prodotto. In questo caso, per esempio, il marchio Raid farebbe pensare a due insetticidi, ma anche il richiamo ai fiori e il

colore potrebbero far pensare a repellenti naturali. Sveliamo il mistero: quello a sinistra è un insetticida (la scritta “presidio

medico chirurgico” è sul retro) quello a destra un profumatore.

Page 32: Altro Consumo

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Page 33: Altro Consumo

Inchiesta

54 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 55www.altroconsumo.it

All’atto pratico non danno tutti la stessa soddisfazione, ma i guasti sono rari: ecco la classifica dei piccoli elettrodomestici più comuni, stilata da chi li usa.

Affidabilicose di casa

LA NOSTRA INCHIESTA

I piccoli elettrodomestici sono affidabili? Quanto ne sei soddisfatto?

IL QUESTIONARIOLe classifiche di affidabilità (quanti guasti, in quanti anni) e soddisfazione che trovate in queste pagine sono frutto delle vostre risposte a un questionario spedito ai soci in

tutti i Paesi in cui è presente un’associazione di consumatori del nostro gruppo (Belgio, Spagna e Portogallo). Agli intervistati abbiamo chiesto di descrivere anche la durata e la frequenza di utilizzo. In tutto, abbiamo raccolto 24.400 testimonianze, di cui 9.720 in Italia.

lcuni elettrodomestici sono i re della casa, di cui non potremmo fare a meno, come un aspirapolvere o un ferro da stiro. Altri li

abbiamo comprati sull’onda dell’emotività o spinti da amici, per trovarci poi a usarli molto poco: è il caso delle macchine per il pane, che gli intervistati di questa inchiesta confessano di tirare fuori dall’armadio neanche una volta al mese. Quasi 10mila intervistati italiani ci hanno confidato quali sono gli elettrodomestici che danno maggiore soddisfazione e quali quelli che si rivelano anche più affidabili. Apprezzamento e soddisfazione non vanno sempre di pari passo: come potete vedere nelle schede in queste pagine, può succedere di giudicare un robot da cucina molto affidabile (in pratica non perde colpi), ma poi di non esserne troppo soddisfatti al momento dell’uso.

Non tutti sono sicuriAl di là di gusti e preferenze, gli elettrodomestici vanno scelti con attenzione, possibilmente dopo aver consultato un test di laboratorio come quelli che Altroconsumo fa regolarmente. Le sorprese non mancano, uno dei più recenti sulle macchine del pane boccia sei modelli nelle prove di sicurezza, perché a rischio

A

ASPIRAPOLVERE MIXER A IMMERSIONE

Il 93% degli intervistati ha in casa un aspirapolvere. Nel 44% dei casi si tratta di una scopa elettrica, mentre i robot sono poco diffusi (3%). La maggior parte dei soci usa l’aspirapolvere una o due volte la settimana. La marca più diffusa è Vorwerk (Folletto). Più della metà ha sostituito il precedente aspirapolvere entro cinque anni, principalmente perché non aspirava più bene.

Il mixer a immersione è molto diffuso (lo possiede il 70% dei soci). Solo nel 5% dei casi si tratta di un apparecchio cordless. Un socio su due usa il mixer meno di una volta alla settimana. La marca più diffusa è Braun ed è anche tra le più apprezzate.

COME LEGGERE LA TABELLA

Affidabilità Include il numero di guasti, l’età e la gravità dei proble-mi riscontrati negli ap-parecchi. Più alto è l’indice, maggiore è l’affidabilità del marchio (il punteggio massimo è 100). Il verde indica che il giudizio di soddi-sfazione è sopra la media, il grigio nella media e il nero sotto la media.

Soddisfazione Com-prende le valutazioni soggettive di chi utiliz-za un elettrodomesti-co e prende in conside-razione aspetti come il prezzo, l ’estetica e l’uso.

Sotto la media

Nella media

Sopra la media

MARCA

Sodd

isfa

zion

e

Aff

idab

ilità

DYSON 87 91

MIELE 88 90

KÄRCHER 83 88

RAINBOW 89 87

VORWERK 88 87

KIRBY 81 86

BOSCH 80 86

PHILIPS 82 85

CARREFOUR HOME 71 84

IROBOT 85 83

NILFISK 84 83

SIEMENS 82 83

MOULINEX 76 83

SAMSUNG 79 82

ROWENTA 78 82

DAEWOO 73 82

ELECTROLUX 80 81

AEG 78 81

IMETEC 72 80

LG 75 79

DELONGHI 72 79

FAGOR 63 79

HOOVER 75 78

PANASONIC 81 77

NECCHI 73 76

BLACK & DECKER 72 74

BLUESKY 67 74

ARIETE 68 72

POLTI 71 69

TAURUS 64 66

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

14% Rottura dei tubi flessibili o rigidi 3% Perdita di efficacia

delle lame rotanti

12% Malfunzionamento del sistema di avvolgimento del cavo elettrico

3% Rottura dell’asta a immersione

9% Malfunzionamento delle spazzole 3% Guasti al motore

MACCHINA PER IL PANE

Solo un intervistato su cinque possiede una macchina del pane, e di questi circa un terzo ne fa un uso limitato: meno di una volta al mese. Insomma, non si può dire che sia tra gli elettrodomestici indispensabili. La marca più diffusa è Moulinex, ma all’atto pratico è Panasonic quella giudicata meglio.

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

10% Danneggiamento della vaschetta interna

8% Rottura del motore dell’impastatrice

MARCA

Sodd

isfa

zion

e

Aff

idab

ilità

PANASONIC 87 93

ARIETE 69 92

DELONGHI 75 89

MOULINEX 78 88

IMETEC 73 87

BIFINETT 74 84

SILVERCREST 73 84

TEFAL 72 83

KENWOOD 74 82

CLATRONIC 69 82

CARREFOUR HOME 66 82

DPE 68 80

SEVERIN 70 79

PRINCESS 69 70

7% Il motore gira a vuoto e non impasta

MARCA

Sodd

isfa

zion

e

Aff

idab

ilità

TEFAL (SEB) 84 97

BRAUN 84 91

KENWOOD 84 90

KRUPS 83 90

PHILIPS 82 91

MOULINEX 81 91

BOSCH 81 90

AEG 79 91

ELECTROLUX 77 92

ARIETE 77 91

CARREFOUR HOME 76 91

SEVERIN 73 88

CLATRONIC 71 87

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Inchiesta

56 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 57www.altroconsumo.it

Sul sito aggiorniamo con frequenza maggiore che sulla rivista i risultati dei nostri test, trovi i prezzi sempre aggiornati, sia nei negozi sia online. Trovi anche i dettagli sulle caratteristiche dei modelli testati e il parere dei nostri esperti sugli apparecchi più recenti. Puoi approfondire anche i risultati dei test, scoprendo le prestazioni di ogni modello nelle singole prove. Insomma, tutto quello che serve per acquistare un elettrodomestico.

Confronta e scegli

www.altroconsumo.it /elettrodomestici

CAFFÈ IN CAPSULE

ROBOT DA CUCINA

Comune anche il robot da cucina, posseduto dal 58% dei soci. Uno su cinque è una planetaria, ovvero un’impastatrice utilizzata per preparare impasti sia dolci sia salati. La metà dei soci usa il robot da cucina meno di una volta alla settimana. La marca più diffusa è Vorwerk (Bimby), la più apprezzata, ma non risulta tra le più affidabili.

Il 47% dei soci possiede una macchina per il caffè. Una volta su quattro si tratta di un apparecchio che utilizza capsule Nespresso. Tre soci su quattro usano la macchina più di una volta al giorno. La marca più diffusa è Delonghi.

scottature. Eppure risultano formalmente in regola, grazie a una scappatoia legale (vedi AC 289, febbraio 2015).

Spesso sono un doppione Un’altra domanda da farsi prima di precipitarsi in negozio è se abbiamo veramente bisogno di comprare l’ennesimo elettrodomestico. Le nostre cucine ne sono sempre più piene, ci sono quelli indispensabili come frigo e forno, altri che sono ormai entrati nell’uso comune come i forni a microonde e le macchine per il caffè. Infine ci sono tanti altri piccoli apparecchi, come robot da cucina, impastatrici, macchine del pane, frullatori e mixer, che spesso si trovano sugli scaffali dei grandi magazzini, ma ciò non significa che siano necessari. Le esperienze dei soci raccontate in queste pagine sono un aiuto prezioso per facilitare le scelte di acquisto, anche perché evidenziano l’affidabilità di una marca rispetto a un’altra. In più, su www.altroconsumo.it, nella sezione “elettrodomestici”, trovi una guida per scoprire quali e quanto servono davvero. Leggendo la guida online potrai capire se hai effettivamente bisogno di tanti piccoli elettromestici o se puoi sostituirli con qualcos’altro. Ad esempio se possiedi già un robot da cucina potrebbe non servirti comprare anche un mixer o uno spremiagrumi elettrico. Inoltre ti aiutiamo a capire cosa offre il mercato e a scegliere il modello più adatto alle tue esigenze. Ad esempio: quando si acquista un mixer, meglio scegliere il modello base o uno accessoriato? E ancora: che differenze ci sono tra un normale robot da cucina e il ben più costoso Bimby? E infine: meglio comprare una bistecchiera elettrica o direttamente un barbeque elettrico? Una scelta consapevole aiuta a non acquistare oggetti che alla fine occupano spazio e rischiano di essere usati ben poche volte.

Studiati per invecchiare presto?Secondo diversi studi, ad alimentare i nostri acquisti ci si mette anche l’obsolescenza programmata. Uno studio realizzato in Germania conferma che spesso gli elettrodomestici non hanno una lunga vita. Molti apparecchi e numerosi oggetti di uso quotidiano sarebbero programmati dai produttori stessi per rompersi velocemente, ma solo dopo la scadenza del periodo di garanzia (ovvero dopo circa due anni dalla data di acquisto). In pratica le aziende sarebbero colpevoli di creare un circolo vizioso per cui ci troviamo costretti a buttare prima del tempo gli oggetti e a comprarne periodicamente di nuovi, in modo da alimentare quasi in continuo le vendite. Un’accusa molto pesante, difficile da dimostrare. Gli esperti hanno esaminato comuni prodotti di massa, e hanno analizzato le strategie attraverso le quali i produttori pianificherebbero a tavolino l’invecchiamento precoce. In pratica, le aziende utilizzerebbero, intenzionalmentee su vasta scala, materiali scadenti einserirebbero in prodotti o elettrodomestici una serie di punti deboli,in modo che siano destinati a rompersi oa usurarsi più rapidamente. Il sospetto è che si cerchi di deteriorare la qualità per massimizzare i profitti. Ai soci coinvolti in questa inchiesta abbiamo chiesto quanti anni sono durati i due elettrodomestici più diffusi nelle case, aspirapolvere e ferro da stiro (abbiamo scelto questi perché li possiedono praticamente tutti). In entrambi i casi, più della metà dei soci ha sostituito il precedente apparecchio entro cinque anni dall’acquisto, principalmente per un calo importante di prestazioni. Dunque le nuove generazioni di elettrodomestici hanno davvero vita breve? Continueremo a verificarlo attraverso i nostri test. ¬

Aspirapolvere e ferri da stiro in media non durano più di 5 anni

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

perdite d’acqua11%

malfunzionamento della pompa 5%non raggiunge la temperatura necessaria4%

MARCA

Sodd

isfa

zion

e

Aff

idab

ilità

TEFAL 82 94

KITCHENAID 89 93

ELECTROLUX 80 92

ROWENTA 85 90

PHILIPS 80 90

ARIETE 77 90

KENWOOD 84 89

BRAUN 83 88

BOSCH 82 88

SILVERCREST 80 88

AEG 79 88

KRUPS 82 87

IMETEC 75 87

PRINCESS 71 86

MOULINEX 79 85

VORWERK 90 84

SIEMENS 78 84

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

Perdita di efficacia delle lame rotanti4%

Cattivo funzionamento di tasti e pulsanti3%

FORNI A MICROONDE

Tre soci su quattro hanno acquistato un forno a microonde. Nel 55% dei casi si tratta di un forno con grill. La maggior parte dei soci usa questo tipo di forno più di una volta al giorno. La marca più diffusa è Whirlpool.

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

Malfunzionamento di tasti e pulsanti7%

Guasto al meccanismo di rotazione del piatto interno5%Malfunzionamento della porta del forno4%

MARCA

Sodi

sfaz

ione

Aff

idab

ilità

SEVERIN 76 95

LG 82 92

SAMSUNG 84 90

DAEWOO 80 90

PANASONIC 84 89

PHILIPS 83 89

WHIRLPOOL 84 88

BLUESKY 82 88

MIELE 88 87

BIFINETT 83 87

SILVERCREST 81 87

CANDY 79 86

CARREFOUR HOME 76 85

SHARP 83 84

ELECTROLUX 79 84

DELONGHI 78 84

MOULINEX 82 80

BEKO 74 80

SMEG 75 73

MARCA

Sodd

isfa

zion

e

Aff

idab

ilità

DELONGHI 84 90

KRUPS 84 89

COOP 80 89

ILLY 84 79

LAVAZZA 78 76

BIALETTI 69 72

SAECO 73 65

FERRI DA STIRO

Un ferro da stiro è nel 96% delle case dei soci. Nel 52% dei casi si tratta di un elettrodomestico con caldaia separata. La maggior parte dei soci usa il ferro una o due volte la settimana. La marca più diffusa è Rowenta. Più della metà dei soci ha sostituito il precedente ferro entro cinque anni, principalmente perché non stirava più bene.

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

Perdita di acqua dai fori del vapore della piastra13%

Rilascio di particelle bianche di calcare sui vestiti12%Piastra danneggiata o macchiata11%

MARCA

Sodd

isfa

zion

e

Aff

idab

ilità

SIEMENS 79 92

SILVERCREST 75 89

PHILIPS 79 88

BRAUN 77 88

TEFAL 79 87

AEG 74 87

ROWENTA 77 85

BLACK & DECKER 71 85

BOSCH 76 84

MOULINEX 75 84

LELIT 87 83

HOOVER 74 82

IMETEC 74 80

JURA 78 79

NOVA 76 79

DELONGHI 74 79

TERMOZETA 69 78

ARIETE 70 77

SIMAC 77 76

CARREFOUR HOME 70 75

SINGER 70 73

POLTI 74 72

Page 35: Altro Consumo

58 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 59

Guida

Per i semplici usi da ufficio e casalinghi un portatile di livello base è più che sufficiente e ti fa spendere poco. Sceglilo bene, con un occhio alle alternative.

computer portatili sono ormai i più dif-fusi: non solo è possibile portarseli die-tro in viaggio o in vacanza, ma sono comodi anche in casa visto che occupa-no poco spazio, consentendo inoltre di

spendere poco. Poche centinaia di euro possono ba-stare infatti per chi non ha bisogno di macchine su-perevolute e desidera un pc cosiddetto “entry level”: piuttosto essenziale nelle sue funzioni, con prestazio-ni non elevate, ma più che sufficienti per i classici compiti da ufficio e casalinghi, come l’uso della mail, la navigazione online o l’utilizzo di programmi di la-voro semplici come Office di Windows (il pacchetto che comprende anche i diffusissimi Word, Excel e PowerPoint). Queste macchine hanno, in generale, un costo inferiore ai 500 euro e se ne trovano model-li anche a meno di 300 euro (il più economico sul mercato, nel momento in cui scriviamo, è un compu-ter HP 250 G3, venduto a 229 euro su Amazon). Se non si hanno grosse pretese, meglio evitare di spen-

I

PC per ogni tascadere più del necessario e orientarsi su uno di questi pc. È preferibile cambiare strada, invece, e comprare qualcosa di più sofisticato - e sicuramente più costoso - se le aspettive sono diverse e, ad esempio, si voglio-no usare programmi particolarmente pesanti, gioca-re a videogiochi impegnativi, se si ha bisogno di scher-mi un po' più grandi, di una batteria molto duratura o di apparecchi particolarmente leggeri.

Prestazioni essenziali, valuta altroI portatili low cost, spesso, non sono proprio dei pesi piuma e hanno, in genere, schermi da 13-15 pollici, a volte di qualità non così elevata. Anche l’estetica pro-babilmente non sarà ricercata, ma ciò che conta - quando si sceglie un prodotto del genere - è più che altro che soddisfi i propri bisogni di utilizzo, cosa che normalmente avviene, senza grosse differenze tra un modello e l'altro nel livello delle prestazioni. Per orien-tarsi nella giungla dei tanti prodotti sul mercato, bi-sogna stare attenti piuttosto a queste caratteristiche.

LE ALTERNATIVE AL PORTATILE WINDOWS

• Dimensione dello schermo: da valutare bene se non si vuole affaticare eccessivamente la vista o stare trop-po vicini allo schermo per poter leggere. Inoltre, bi-sogna tenere conto del fatto che lo schermo è quello che influenza le dimensioni di tutto il pc, per cui i computer da soli 11,6 pollici avranno anche tastiere più piccole e magari prive del tastierino numerico che di solito si trova sulla destra. • Quante e dove sono le porte usb: non devono essere mai meno di due (una per il mouse e l'altra per con-nettere chiavette o hard disk esterni); meglio sarebbe averne almeno una per lato, per evitare problemi nel caso in cui si inseriscano due dispositivi contempo-raneamente. • Uscite video: non dovrebbe mai mancarne una, in modo da poter connettere il computer a una televi-sione o a un monitor esterno, ad esempio per vedere foto o film. Sarebbe ancora meglio se ce ne fossero due, una analogica (vga) per gli apparecchi più data-ti e una del tipo hdmi o dvi, che è invece compatibile con gli ingressi digitali dei televisori più moderni. • Connessione internet: tutti i portatili, anche i più economici, ormai possono connettersi a internet via wifi, cioè senza fili; da tenere presente che però la presenza di una porta ethernet potrebbe essere utile per connettersi tramite cavo a un modem adsl che non faccia anche da router. Alcuni prodotti hanno anche un modem interno 3G o 4G, ma si tratta di fun-zionalità ancora poco diffuse e sicuramente più co-stose, comunque non fondamentali; c'è sempre, in-fatti, la classica ed economica chiavetta umts, che può essere una buona soluzione per connettersi ogni vol-ta che si ha bisogno, anche in assenza di wifi. • Durata della batteria: se si usa il pc per molte ore lontani da una presa, può essere fondamentale come parametro da valutare, senza aspettarsi troppo. Da considerare che ci sono anche delle buone alter-native al classico pc, valide soprattutto se si hanno esigenze particolari: ne parliamo qui a fianco. Il clas-sico portatile con Windows resta comunque la scelta migliore, se si considera indispensabile usare pro-grammi sotto questo sistema operativo, se si ha spes-so necessità di usare il computer disconnessi da in-ternet e, infine, se si ha bisogno di un dispositivo con un hard disk capiente o di un lettore dvd. ¬

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www.altroconsumo.it /hi-tech

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La mancanza di un mouse e di una tastiera di buone dimensioni non è un problema.

Ti trovi bene anche a utilizzare il touchscreen.

Sei sempre connesso e se vuoi un laptop semplice da gestire e configurare, visto che tutto gira online.

Ti trovi bene con le applicazioni Google (Docs, Gmail, Drive...).

Cerchi la facilità d’uso di un tablet senza voler rinunciare a mouse e tastiera.

Page 36: Altro Consumo

60 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 61www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it

Consigli concreti basati sulle vostre richiesteConsigli concreti basati sulle vostre richieste

Compagni di merenda

Visual designerELISABETTA

VERALDI

ei al supermercato e non sai quale merendina

scegliere? Con la nostra nuova app gratuita per

smartphone potrai conoscere “in diretta” calorie

e qualità nutrizionale di oltre 450 merendine in

commercio, compresi molti succhi di frutta e le

principali bibite gassate. Sfoglia l’elenco o fotografa il

codice a barre: la app riconoscerà il prodotto e ti darà

un commento sulle calorie, la quantità di zucchero e di

grassi di una porzione (in rosso quando sono troppi, in

verde se sono nei limiti corretti).

Non solo: grazie al “merendiario” potrai memorizzare

all’interno della app tutte le merende che hai dato ai tuoi

bambini nell’arco della settimana. Compilati i cinque

giorni della settimana, il sabato comparirà un giudizio

sulle abitudini alimentari della famiglia calcolato su tre

aspetti: equilibrio calorico, presenza sufficiente di frutta

e varietà nella scelta delle merende.

I soci Altroconsumo possono inoltre avere una prima

consulenza con un nutrizionista di un noto centro

medico di Milano. Tutte le informazioni per ottenere

e prenotare la consulenza sono disponibili nell’app

accedendo con le credenziali Altroconsumo o dopo

essersi registrati come soci. L’applicazione è disponibile

dal primo marzo 2015 su tutti gli store per ora per iOs e

successivamente anche per Android.

S IL NOSTRO

ESPERTO

« La grafica di questa app è molto fresca e colorata, ma anche lineare, per rendere semplice il suo utilizzo. »

Continuano le sessioni con i no-

stri esperti, che rispondono

online in tempo reale sui so-

cial network o tramite email. Questa

volta a chiarire i vostri dubbi è stata

una delle nostre esperte di alimenta-

zione, alle prese con il difficile tema

dell’equilibrio nutrizionale della

merenda. Perché, se è vero che lo

spuntino di metà pomeriggio (gene-

ralmente all’uscita dalla scuola) è un

rito irrinunciabile e consolatorio per

tutti i bambini, è anche un momen-

to che mette in crisi i genitori. Quali

sono gli alimenti più appropriati da

somministrare?

Merendine addio?

D. Ho due bambine che frequentano le scuole elementari e ogni giorno mi trovo in difficoltà sulla scelta della merenda migliore. Come posso conciliare l’esigenza di dar loro qualcosa con il giusto equilibrio nutrizionale e il loro desiderio di merendine confezionate?Ci sono diverse soluzioni che si pos-

sono adottare. La parola chiave è

“variare” il dolce e il salato (pane e

marmellata, cracker, schiacciatine...)

senza per forza negare ogni tanto

una merendina confezionata, a pat-

to che non sia troppo calorica - per

conoscerne le caratteristiche si può

consultare la banca dati sul nostro

sito o la app con i profili di oltre 450

merendine - e meglio se accompa-

gnata da frutta o un succo di frutta al

100%. L’importante è mantenere un

apporto calorico di 150-180 calorie.

D. Nostra figlia preferisce la merenda salata e così le diamo un po’ di prosciutto cotto. Facciamo bene?Il prosciutto cotto fornisce un appor-

to calorico equilibrato, ma sarebbe

meglio alternarlo con qualche altro

alimento salato per non dare un salu-

me tutti i giorni. Perfetti i cracker con

qualche pomodorino fresco.

Equilibrio e calorie

D. I miei bambini fanno sport dopo la scuola ma hanno poco tempo per la merenda. Cosa possiamo dare loro prima di iniziare l’allenamento? Per un pomeriggio di allenamento

sportivo, si può optare per una

merenda sostanziosa intorno alle

200 kcal, per esempio pane e

prosciutto o pane e marmellata.

Anche una merendina dolce, come

un plumcake, può andare bene e

potrebbe essere abbinata ad un

succo di frutta (meglio 100%), se

l’alimento liquido non dà poi fastidio

durante gli allenamenti.

D. La merenda a metà mattina è consigliata? E quanto deve “pesare” sul bilancio energetico?I nutrizionisti consigliano di fare cin-

que pasti ogni giorno, comprenden-

do quindi anche due spuntini, uno a

metà mattina e uno a metà pomerig-

gio. Lo spuntino a scuola è giusto, a

patto che non sia troppo pesante.

Normalmente uno spuntino deve

rappresentare il 5-10% del fabbiso-

gno calorico quotidiano, quindi sta-

re tra le 130 e le 250 kcal. Quello del

pomeriggio dovrebbe essere un po’

più abbondante se è prevista attività

fisica o più leggero se invece è pre-

vista una sessione di studio. Anche

lo spuntino del mattino deve essere

modulato, in questo caso in funzio-

ne della prima colazione: se è stata

abbondante allora lo spuntino potrà

essere più leggero. Basterà un frutto

e/o un pacchetto di cracker.

Frutta, frutta, frutta

D. Frutta fresca come banane, mele, arance, pere, kiwi, ma anche frutta secca come uva passa, mandorle, fichi... E poi spremute, tè, pane e pomodoro: ci sono tanti modi di fare una merenda sana. Bisogna per forza comprare le merendine? Ovviamente no. Gli ingredienti che

abbiamo in casa ci danno mille spun-

ti per un’alimentazione corretta,

senza per forza comprare prodotti

pronti. Detto questo, non sempre è

possibile preparare qualcosa di fre-

sco: l’importante è riuscire a ricono-

scere i prodotti più sani ed equilibrati

da quelli che non lo sono. Attenzione

alle calorie anche di alcuni ingredien-

ti sani come la frutta essiccata, che ha

molti nutrienti positivi, ma va consu-

mata con moderazione.

IL NOSTRO

ESPERTO

Esperta di

alimentazione

ANTONELLA

BORROMETI

<<La giusta merenda è il cruccio di molti genitori. Bisogna trovare un compromesso tra ciò che piace e ciò che è sano»

Vuoi partecipare? Vieni su FacebookSe vuoi collaborare a questa rubrica, seguici sulla nostra pagina Facebook. Pubblicheremo sempre nuovi argomenti su cui puoi chiederci consigli. I nostri esperti risponderanno in diretta e qui pubblicheremo le domande e risposte più interessanti.

VIA I DUBBI

Olio di palma dovunquePerché ogni volta che acquisto un

prodotto da forno confezionato ci

trovo l’olio di palma?

olio di palma è molto

utilizzato dall’industria

alimentare per le sue

caratteristiche tecnologiche

che lo rendono adattissimo alle

cotture ad alte temperature

dei prodotti lievitati. Inoltre

ha un sapore neutro ed è un

grasso piuttosto economico.

L’olio di palma, nel tempo,

ha sostituito l’uso del burro e

delle margarine idrogenate,

entrambi grassi sgraditi ai

consumatori per la loro

scarsa salubrità. Purtroppo

però anche l’olio di palma,

pur essendo un grasso di

origine vegetale, ha una

composizione ricca di acidi

grassi saturi non salutari ed è

poco sostenibile dal punto di

vista ambientale, cosa che gli

ha fatto guadagnare negli anni

una pessima reputazione.

Trasparenza in etichettaCome faccio a scegliere prodotti

senza olio di palma?

Fino ad alcuni mesi fa sarebbe stato quasi impossibile, perché questo grasso era indicato con la dicitura vaga di “olio o grasso vegetale”. Da dicembre 2014, invece, i produttori sono obbligati a specificare il tipo di grasso utilizzato nell’elenco degli ingredienti e così scegliere alternative più salutari è ora finalmente piuttosto semplice. Grazie anche a una petizione contro l’olio di palma che sta raccogliendo migliaia di firme, molti marchi stanno cambiando materia grassa nei loro prodotti.

L’

Una app per scegliereLE NUOVE TECNOLOGIE AL VOSTRO SERVIZIO

Abbiamo sviluppato una app per smartphone che permette di controllare la qualità nutrizionale di oltre 450 merendine. In più, un dietologo risponde.

Page 37: Altro Consumo

Condividi le tue esperienze. Le tue domande, i nostri consigli

Viva voce

62 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 63

n errore o una disattenzione a

volte possono costare cari. E il

nostro socio lo ha compreso molto

bene. Per non aver utilizzato un bo-

nifico specifico per le agevolazioni

fiscali, il signor Giorgio Bevilacqua

non solo ha rischiato di non vedere

riconosciuta la detrazione fiscale che

gli spettava, ma - ben più grave - di

non riavere indietro un bel gruzzolet-

to di soldi. Quando infatti il socio ha

fatto sostituire l’impianto di allarme

di casa sapeva di aver diritto alle de-

trazioni fiscali previste dalla legge per

gli interventi “volti a prevenire il ri-

schio del compimento di atti illeciti

da parte di terzi” (come l’installazio-

ne di grate alle finestre, porte blinda-

te e anche appunto l’impianto d’allar-

me). Purtroppo però al momento del

pagamento il signor Bevilacqua uti-

lizza un bonifico normale e non quel-

lo specifico per le detrazioni.

Accortosi dello sbaglio e d’accordo

con il fornitore, il giorno successivo

effettua u nuovo bonifico corretto,

BACHECAfacebook.com/altroconsumo

Angelo Fazio

Le compagnie aeree continuano, nonostante i richiami e le multe, a far pagare “commissioni di gestione” e “spese per pagamento con carte di credito”. Ho prenotato con una compagnia spagnola e quelle voci influiscono per il 10% sul totale!

Corrado Giulietti

A proposito di Trenord ed Expo, vorrei segnalarvi una situazione di costante violazione della legge antifumo nell’area di passaggio tra la stazione sotterranea della metropolitana Rho-Fiera e l’area di accesso ai treni. Ho già segnalato la cosa all’ATM che ha declinato la responsabilità su altri, ho segnalato al personale di Trenord che dice che è responsabilità del Comune, ho quindi scritto al Comune di Rho che mi rimanda di nuovo a Trenord. Ora, questa situazione è vergognosa. Il divieto di fumo è perfettamente indicato, ma non ho mai visto alcun controllo e ovviamente alcuna multa ai trasgressori, come prescritto dalla legge. Come può un cittadino chiedere la tutela del rispetto della legge e di un luogo pubblico in cui è obbligato a passare per prendere un treno?U

Un altro bonificoINCENTIVI Per ottenere le detrazioni fiscali previste per alcuni lavori in casa bisogna pagare il fornitore con un bonifico specifico.

pagando quindi due volte la stessa

fattura. Il fornitore, così come si era-

no accordati, avrebbe dovuto provve-

dere in tempi brevi a emettere una

nota di credito nei confronti del socio

per restituirgli i soldi.

Ma ciò non avviene: i tempi iniziano a

dilatarsi, le scuse si moltiplicano e le

raccomandate tornano indietro. Solo

con il nostro aiuto, a distanza di ben un

anno, il signor Bevilacqua riesce final-

mente a tornare in possesso dei suoi

soldi. Insomma una disattenzione che

poteva costargli molto cara.

A chi, come il signor Bevilacqua, ha

fatto o vuole fare lavori in casa consi-

gliamo di dare un’occhiata alla nostra

guida agli incentivi disponibile online

sulnostro sito: vi si spiega che cosa può

essere detratto dalla dichiarazione dei

redditi, chi può beneficiare del bonus

ristrutturazioni e quali documenti sono

necessari. Il dossier, disponibile per

tutti i soci, si trova nella sezione del sito

“Casa e energia”, nell’area “Comprare

e vendere casa”. ¬

Fino al 31 dicembre 2015 puoi detrarre il 50% della spesa OLIO: IN QUALE BOTTIGLIA?

Da circa sei mesi compro l’olio extravergine

Carrefour: nel supermercato dove mi servo

però non è in vendita l’olio 100% italiano, ma

un olio “ottenuto da oli extra vergini di oliva

dell’Unione Europea”. Che cosa significa?

Quest’olio è venduto in bottiglie bianche

trasparenti: è corretto?

Lettera firmata.

Tutto in regola. Non esiste alcun obbligo sul tipo di vetro in cui vendere l’olio extravergine di oliva: è una scelta del produttore. Dato che è un prodotto sensibile alla luce, sono meglio

le bottiglie di vetro scuro o le lattine. Bisogna poi conservarlo in luogo fresco, asciutto e al riparo dalla luce. Quanto alll’indicazione di origine in etichetta, è obbligatoria. Può essere indicato lo Stato da cui arriva il prodotto (es. “Italia”) o, anche e più genericamente, “Unione Europea” se si tratta di un Paese membro. L’indicazione di origine si riferisce alla zona nella quale le olive sono state raccolte e in cui si trova il frantoio dove è stato estratto l’olio. Nel caso in cui si tratti di due paesi diversi, entrambi vanno riportati sull’etichetta: questo ci consente di effettuare un acquisto più consapevole.

Il nostro socio Giorgio Bevilacqua di Milano

a società Tiscali mi chiede il

pagamento di una fattura a mio

parere non dovuta”, così ci scriveva

il nostro socio Eduardo Amati nei

primi giorni di gennaio dello scorso

anno. E aveva ragione. E non solo per

questa specifica fattura, ma anche

per le successive che avrebbe ricevu-

to. In realtà infatti il socio non è mai

riuscito a usufruire dei servizi della

compagnia telefonica.

Ecco i fatti, come da lui raccontati.

“Dopo la sottoscrizione di un con-

tratto tutto incluso, linea telefonica

fissa e adsl, ho subìto il distacco del-

la linea telefonica fissa (che mi è sta-

ta riattivata dopo sei giorni) e quello

della linea adsl, che non mi è stata

più riattivata, nonostante i fax di sol-

lecito e di protesta”.

Dopo diversi mesi in cui la situazione

non si sblocca e la linea adsl non vie-

ne attivata, a ottobre il signor Amati

stipula un nuovo contratto con un

altro operatore; ma a questo punto

Tiscali inizia a mandare fatture per

il servizio che non è mai stato attiva-

to. Il socio ci chiede un aiuto. Nel

frattempo alla prima fattura ne segue

una seconda, seppur di importo mi-

nore.

Interveniamo, contestando queste

pretese ingiustificate di pagamento:

il contratto infatti si è risolto proprio

L per la grave inadempienza dell’ope-

ratore, che non ha mai offerto il ser-

vizio venduto. Con fastidiose conse-

guenze per il signor Amati, tra l’altro,

che ha dovuto per mesi utilizzare il

cellulare per collegarsi a Internet.

Dopo molta insistenza finalmente

riusciamo a ottenere da Tiscali l’an-

nullamento delle fatture insolute.

Il caso del socio è chiuso: lui è sod-

disfatto, noi anche. ¬

PAGARE SENZA SERVIZIO

Una linea fantasma

ABBONAMENTI

SEDE ASSOCIAZIONE

Telefono 02 69 61 520

dal lunedì al venerdì

h. 9/13 -14/17

Altroconsumo

via Valassina 22

20159 Milano

Giuridica 02 69 61 550

dal lunedì al venerdì

h. 9/13 -14/18

Fiscale 02 69 61 570

dal lunedì al venerdì

h. 14/17

Economica 02 69 61 580

dal martedì al giovedì

h. 9/12

Farmaci 02 69 61 555

dal lunedì al venerdì

h. 9/13 -14/18

“Miglior Acquisto” 02 69 61 560

dal lunedì al venerdì

h. 9/13 -14/18

Tariffe Rc auto e moto 02 69 61 566

dal lunedì al venerdì

h. 9/13 - 14/18

Tariffe telefoniche 02 69 61 590

dal lunedì al venerdì

h. 9/13 -14/18

www.altroconsumo.it/contattaci è il canale attraverso il quale chiedere informazioni e consulenze online. Se preferite chiamarci, ecco quali numeri utilizzare.

Consulenze

Page 38: Altro Consumo

64 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 65

Viva voce

IL DUBBIO

na socia, Cristina Baldo, ci ha chiesto aiuto per scegliere

un’aspirapolvere. “Ho problemi di allergia e gatti in casa

(nonostante l’allergia) - ci scrive - avrei bisogno di un consiglio

su un’aspirapolvere che abbia una buona capacità aspirante

anche i peli degli animali e informazioni riguardo alla presen-

za del sacco o meno”.

Abbiamo pubblicato un test sugli aspirapolvere (AC 282, giugno 2014), consultabile anche online per chi è socio. Per trovare i

modelli testati più di recente basta andare sulnostro sito nel

nostro servizio online “Confronta e Scegli”. Gli aspirapolvere

che tolgono meglio i peli di gatto sono quelli che hanno i giu-

dizi migliori nella prova “Rimozione fibre da tappeto”. Per la

polvere, si può scegliere tra i modelli che hanno un giudizio

alto nel test “Riemissione polvere”: in questo caso poi è da

considerare che i modelli con il sacco aiutano a diminuire il

contatto con la polvere al momento dello svuotamento. ¬

U

CONFRONTA E SCEGLI

Aspirapolvere a prova di gatto

BOX REGALO

Un pacchetto o un pacco? n occasione di un importante

anniversario, la nostra socia

N.M. di Milano ha ricevuto un cofa-

netto RegalOne “Tre giorni in Euro-

pa” (dal prezzo di circa 250 euro),

che avrebbe dovuto garantire un

soggiorno di due notti per una coppia

in una città a scelta tra decine. Pur-

troppo, il ben confezionato pacchet-

to si è rivelato molto rapidamente un

vero pacco.

Per riuscire a prenotare l’albergo,

seguire le istruzioni si è rivelato inu-

tile: dopo svariate telefonate e mail

cadute nel vuoto, la nostra socia ha

dovuto prendersi la briga di tornare

al centro commerciale dove era stato

fatto l’acquisto e chiedere al servizo

clienti che fosse contattata l’agenzia

RegalOne, cosa che al centro hanno

provveduto a fare davanti ai suoi oc-

chi. “Immaginatevi l’imbarazzo di

chi mi ha fatto il regalo, racconta la

socia, e l’ha visto trasformarsi in un

incubo: che bella soddisfazione!”

Comunque la nostra socia è stata fi-

nalmente contattata dall’agenzia e

ha potuto indicare la città (Berlino)

e quindi scegliere nella misera lista

(tre alberghi) tra gli alloggi proposti.

Ha quindi provveduto a versare altri

70 euro con bonifico per integrare il

cofanetto, dato che desiderava ag-

giungere un bambino.

Ma non era finita: l’agenzia le ha man-

I dato il voucher per pagare l’albergo

con una data diversa da quella con-

cordata. La nostra socia si è di nuovo

rivolta all’agenzia, chiedendo che la

prenotazione fosse corretta, senza

mai ricevere neanche una risposta.

Non le è quindi restato che richiedere

il nostro intervento, avvertendo che

il caso sarebbe stato pubblicato sulla

rivista per mettere in guardia tutti i

potenziali acquirenti del bel modo

con cui vengono trattati i clienti Re-

galOne. E, miracolo, a questo punto

la situazione si è sbloccata: finalmen-

te è arrivato un nuovo voucher, e que-

sta volta con le date giuste. ¬

FILO DIRETTO

Si lava meglio all’esteroCiao Altroconsumo, mi riferisco al vostro ultimo test sui detersivi per piatti a mano per segnalarvi quanto segue. Nel corso di un mio recente soggiorno a Londra ho casualmente usato un comune detersivo per piatti marcato Fairy. Ne bastava una goccia per lavare le stoviglie per due persone, quando normalmente qui da noi ne uso molto, ma molto di più. È possibile che ci sia una tale differenza di qualità con gli analoghi prodotti venduti in Italia? Micaela de Palma Forse a dare la sensazione di maggiore efficacia alla socia è stato il ruolo importante giocato dalla durezza dell’acqua. Quando vengono usati con acque dolci, come quella dei paesi anglosassoni, i tensioattivi presenti nei detersivi sono molto più efficaci (specie nella produzione di schiuma) rispetto all’uso con acque mediamente più dure come quelle italiane. La formulazione di Fairy, dunque, potrebbe essere simile a quella italiana, ma usato con un’acqua più dolce l’efficacia percepita dal consumatore è maggiore.

Identikit di un sacchetto per la raccolta dell’umido

IL CONCORSO

PER I SOCI

Con il nostro concorso, premiamo la tua fedeltà: a tutti i soci sono stati assegnati tre numeri personali con i quali, purché si sia in regola con l’adesione, si partecipa alle estrazioni mensili. Vai sul sito altroconsumo.it, effettua il login e vai alla pagina dedicata al concorso: puoi visualizzare i tuoi numeri e ogni mese verificare se hai vinto. In palio ci sono videocamere, bici elettriche, smartphone… Per aumentare le tue possibilità di vincita puoi ottenere nuovi numeri aderendo alle nostre iniziative che lo prevedono. Premio finale, una New Mini Cooper. Dettagli e regolamento su:

www.altroconsumo.it/imieinumeri

Concorso valido dal 4/9/2014 al 6/5/2015. Montepremi 45.099,66 euro (IVA compresa). (IVA compresa).

DETERSIVI CARATTERISTICHE

num

ero

di

dos

i per

co

nfez

ione

Dos

e

cons

iglia

ta

per l

avag

gio

(ml)

DIXAN Classico con Coldzyme 25 66

DASH Actilift 18 70

ESSELUNGA Detersivo Lavatrice 35 71

AUCHAN Marsiglia 35 70

ACE Detersivo Igienizzante 25 65

WINNI’S Naturel 25 60

DEXAL (EUROSPIN) Marsiglia 50 80

BIO PRESTO 4 Agenti scioglimacchia 28 66

COOP Marsiglia 30 65

COOP Vivi Verde 30 100

SOLE Bianco Solare 28 67

FELCE AZZURRA Detersivo profumante 45 66

GENERAL Fresco & Brillante 28 66

CHANTECLAIR Marsiglia 26 65

SPUMA DI SCIAMPAGNA Marsiglia con enzimi 33 75

SCALA Pino ed Eucalipto 25 75

BOLT Vortice d’Ossigeno 25 65

CARREFOUR al Sapone di Marsiglia 28 66

FORMIL (LIDL) Marsiglia 40 75

OMINO BIANCO Cuore di Marsiglia 35 75

ERRATA CORRIGE

Nell’articolo “Profumo di bucato” (Altroconsumo 289, febbraio 2015) abbiamo pubblicato i risultati del test che ha messo alla prova 20 detersivi liquidi universali. Nella tabella (pag. 51) ci sono alcune inesattezze nel numero di dosi per confezione e sulle dosi

consigliate per il lavaggio. Qui sotto pubblichiamo le indicazioni corrette. I giudizi, i prezzi (anche quelli per dose) sono corretti quindi non cambiano i risultati e i prodotti indicati come Migliore del Test e Miglior Acquisto. Ci scusiamo con lettori e produttori.

«Nella mia zona (ndr. Napoli) abbiamo cominciato la raccolta differenziata. Quali sono le caratteristiche che devono avere i sacchetti per la raccolta dell’umido e quanto dovrebbero costare? Quelli della Rajapack venduti online sono più economici? Si possono usare le buste dei supermercati ?».

P. R.

■ Sui sacchetti deve essere presente anzitutto l’indicazione che il sacchetto è compostabile (solo la scritta biodegradabile non è sufficiente) e il logo di conformità alla norma UNI EN 13432-

2002. Per quanto riguarda il costo dei sacchetti, il prezzo di quelli distribuiti dalla Rajapack è abbastanza allineato ai prezzi di mercato delle confezioni vendute in ipermercati e supermercati: anche qui, infatti, può trovare confezioni con più sacchetti (10, 15, 20) generalmente con capacità di 10 litri (misure 42x45). Attenzione però alle spese di spedizione applicate dalla ditta, piuttosto care. In alternativa suggeriamo di effettuare una ricerca sulle piattaforme di shopping online, dove la scelta è decisamente ampia e i costi di spedizione più convenienti. Oppure, può usare i

sacchetti da asporto della grande distribuzione (quelli che danno alla cassa, il costo medio è € 0,10), facendo attenzione perché alcuni piccoli rivenditori potrebbero distribuire ancora i vecchi sacchetti in polietilene, non compostabili.

Page 39: Altro Consumo

Viva voce

66 Altroconsumo 290 • Marzo 2015 www.altroconsumo.it

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PARLIAMO DI MARSIGLIA

“A rettifica e chiarimento dell’articolo apparso nell’inserto “Test Salute” in allegato alla rivista Altroconsumo del mese di ottobre 2014 n. 112 dal titolo “Cartoline da Marsiglia” in relazione al prodotto sgrassatore universale “Chanteclair” Realchimica precisa quanto segue:- È da ritenersi erronea l’inclusione dello sgrassatore universale Chateclair tra quelli asseritamente imitativi della c.d. ricetta “originale” Marsiglia. Lo sgrassatore universale Chanteclair indica correttamente e in grande evidenza in etichetta la dicitura “al profumo di Marsiglia” non vantando alcuna altra caratteristica che possa, direttamente e/o indirettamente , essere considerata ingannevole per il consumatore;- Lo sgrassatore Universale Chanteclair rispetta tutte le normative vigenti a livello comunitario o nazionale in tema di impatto ambientale. Non corrisponde dunque a verità, ed è qui espressamente smentita, l’affermazione secondo la quale lo Sgrassatore Universale Chanteclair avrebbe “un impatto ambientale negativo”;- La presenza nel prodotto Sgrassatore Universale Chanteclair di allergeni non equivale in alcun modo a una paventata e indimostrata pericolosità del prodotto per la persona o l’ambiente che è qui espressamente smentita;-Lo sgrassatore Universale Chanteclair

è il frutto di una ricerca accurata, di investimenti ingenti per lo sviluppo del prodotto e la sua formazione è idonea a garantire le più elevate performance di efficacia, non limitandosi ad acqua e tensioattivi, come erroneamente indicato nell’articolo.”

Ci teniamo a precisare che nell’articolo non viene detto né che il prodotto Chanteclair non è a norma con i requisiti vigenti nè che è pericoloso per l’ambiente. Nell’articolo, come spesso facciamo, spieghiamo invece ai consumatori che dietro a un gesto semplice come spruzzare uno sgrassatore si nasconde comunque un impatto sull’ambiente che non va sottovalutato. Tutti i prodotti per la detergenza hanno, a causa proprio della presenza di tensioattivi, conservanti e profumi, un impatto più o meno pesante sull’ambiente. Per la nostra valutazione sull’impatto ambientale di Chanteclair abbiamo fatto riferimento alla scheda tecnica del prodotto disponibile online, mentre l’utilizzo del termine “allergizzante” non è stato usato in modo dispregiativo, ma oggettivo (le leggi vigenti obbligano a elencare in etichetta le sostanze ad elevato rischio di allergia). È nostro compito informare il consumatore sulla natura degli ingredienti presenti in un prodotto e, dunque, anche sulle sostanze allergizzanti.

o acquistato una bicicletta elet-

trica a pedalata assistita - ci rac-

conta Fabrizio Salucci - e contestual-

mente all’acquisto ho prontamente

richiesto che nella fattura venissero

inseriti oltre alle “normali” informa-

zioni, due dettagli, necessari per ot-

tenere un contributo per l’acquisto

di questa bici secondo quanto stabili-

to dal regolamento della mia Regione,

Friuli Venezia Giulia”.

Nello specifico, il socio ha chiesto al

rivenditore di inserire in fattura sem-

plicemente il numero di telaio della

bici e la dichiarazione che questa non

supera il 25 watt di potenza. “Solo

dopo averli minacciati di fare ricorso

al vostro aiuto, Privalia ha ceduto in

parte, concedendomi l’indicazione

del numero di telaio. Ma non la dichia-

razione sulla velocità massima della

bici”. La richiesta del socio però è più

“H

CONTRIBUTI REGIONALI

Sulla fattura della biciche lecita: interveniamo, ribadendolo

a Privalia. Nel giro di breve la fattura

viene rimandata con l’indicazione e

il signor Salucci può finalmente acce-

dere al contributo regionale. ¬

Fabrizio Salucci, socio di Sesto al Reghena (PN)

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www.altroconsumo.it Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 67

INDICETest e inchieste degli ultimi mesi

ARCHIVIO ONLINETrovi l’archivio completo di tutti gli articoli di Altroconsumo degli anni passati, oltre a quelli delle riviste Test Salute, Soldi&Diritti e HiTest, su

www.altroconsumo.it

ARGOMENTO NUM. ANNOA Acqua, tariffe 288 1/2015Affittare una stanza in casa 287 12/2014Automobili consumi ingannevoli 285 10/2014 test “piccole” 288 1/2015Asciugatrici 285 10/2014

BBiscotti 285 10/2014

CCaldaia, controlli di legge 284 9/2014Car sharing 290 3/2015Carte fedeltà 286 11/2014Casse altoparlanti per tv 287 12/2014Cioccolato 287 12/2014Cloud, servizi di 288 1/2015Colle stick 284 9/2014Coltelli 287 12/2014Computer portatili 290 3/2015

DDentisti, consulenza per i soci 290 3/2015Detersivi piatti 288 1/2015Diete 290 3/2015

EEcoball 286 11/2014Elettrodomesticiobsolescenza 285 10/2014affidabilità 290 3/2015Energie alternative 285 10/2014E-reading 290 3/2015Etichette alimentari 287 12/2014

FFarmaci, reperibilità 285 10/2014Fornitori elettricità 288 1/2015Frigoriferi 288 1/2015Frullatori a immersione 290 3/2015

GGaranzia 289 2/2015Giocattoli, sicurezza 287 12/2014Gioco d’azzardo 290 3/2015

IImpermeabilizzanti 286 11/2014Inquinamento casa 289 2/2015Internet, diritto all’oblio 290 3/2015

KKebab 289 2/2015

LLampadine 286 11/2014Lavastoviglie 286 11/2014Lavatrici 289 2/2015Lavoro, come trovarlo 284 9/2014

MMacchine per caffè 287 12/2014Macchine per il pane 289 2/2015Macchine fotografiche reflex 284 9/2014Microonde, forni 285 10/2014

PPesticidi in frutta e verdura 284 9/2014Pneumatici invernali 286 11/2014

RRadiatori portatili 286 11/2014Rifiuti, differenziare l’umido 285 10/2014Robot da cucina 287 12/2014

SSgrassatori smacchiatori 289 2/2015Smalto per unghie 288 1/2015Smartphone 288 1/2015Sughi pronti, ragù 288 1/2015Supermercati, prezzi 284 9/2014

TTariffe: telefonia mobile 285 10/2014 telefonia fissa 290 3/2015Tarme, come difendersi 290 3/2015Tablet guida all’acquisto 287 12/2014 responsabilità sociale 287 12/2014Telefono, affidabilità aziende 284 9/2014Televisori 286 11/2014Trapani 289 2/2015Trasporti, mobilità 288 1/2015Trattato Usa-Ue 288 1/2015Treni, pendolari 286 11/2014

UUltrabook 284 9/2014Uova 290 3/2015

VVino, grandi rossi 286 11/2014

WWifi pubblico 288 1/2015

ASSOCIAZIONEAltroconsumo è un’associazione senza fini di lucro fondata a Milano nel 1973. In piena autonomia e indipendenza, ha come scopo l’informazione, la difesa e la rappresentanza dei consumatori. È membro della CI (Consumers’ International), di ICRT (International Consumers’ Research and Testing) e del BEUC (Ufficio europeo delle associazioni di consumatori). Altroconsumo si finanzia esclusivamente attraverso le quote associative.

Segretario Generale: Luisa CrisigiovanniVicesegretario: Marino MelissanoDirettore: Luisa CrisigiovanniTesoriere: Enzo PassaroConsiglio: Valentina Apruzzi, Franca Braga, Giulia Candiani, Raffaele Cauzzi, Liliana Cantone, Silvia Castronovi, Luisa Crisigiovanni, Graziella De Faveri, Andrea Doneda, Letizia Ghizzi Panizza, Paolo Martinello, Rosanna Massarenti, Francesco Mattana, Marino Melissano, Natalia Milazzo, Giovanni Pessina, Marco Pierani, Daniela Nocchieri, Valeria Riccardi, Vincenzo Somma, Lorena Valdicelli.

ALTROCONSUMO EDIZIONI S.R.L.Il mensile Altroconsumo, i bimestrali Soldi & Diritti, Test Salute e HiTest, le Guide Pratiche hanno come unico obiettivo l’informazione e la difesa dei consumatori. Le riviste non contengono pubblicità, né informazioni pagate o ispirate da produttori e venditori o da gruppi di interesse politico e finanziario, a garanzia di trasparenza e obiettività dei giudizi.I test comparativi su beni di consumo e servizi finanziari e assicurativi sono l’elemento che contraddistingue le riviste. I laboratori e gli esperti incaricati di svolgere le prove sono indipendenti da qualsiasi tipo di interesse commerciale. Tutti i campioni utilizzati per i test vengono acquistati anonimamente e inviati direttamente ai laboratori per l’esame. I campioni gratuiti vengono rifiutati.I risultati delle prove condotte da

Altroconsumo riguardano solo i prodotti presi in esame, anche se è possibile trarne valutazioni di carattere generale.

Direttore editoriale: Andrea DonedaDirettore responsabile: Rosanna MassarentiRedazione: Natalia Milazzo, Marzio Tosi (capiredattori), Manuela Cervilli, Matteo Metta, Beba Minna, Simona Ovadia, Adelia Piva (vicecapiservizio), Sonia Sartori, Stefania Villa. Redazione online: Alessandro Sessa (caporedattore), Luca Cartapatti (vicecaposervizio), Michela Di Mario, Roberto Usai.

Sede nazionale via Valassina 22 - 20159 Milano. Tel 02/66.89.01 - Fax 02/66.89.02.88

ABBONAMENTO E QUOTA ASSOCIATIVA Altroconsumo, Soldi & Diritti e Test Salute sono diffusi solo in abbonamento.L’importo dell’abbonamento comprende anche la quota di associazione. Sono soci solo le persone fisiche. Le persone giuridiche possono abbonarsi e accedere ai servizi individuali forniti dall’associazione. Per abbonarsi inviare una lettera a Altroconsumo Edizioni srl - Casella postale 10376 - 20110 Milano oppure collegarsi al sito altroconsumo.it cliccando alla sezione “contattaci”.Pagamento a mezzo domiciliazione bancaria o carta di credito: questa forma di pagamento è indispensabile quando si sceglie la rata trimestrale. In ogni caso, la durata dell’abbonamento è a tempo indeterminato e le future variazioni di costo verranno comunicate anticipatamente sulla rivista.Garanzia di soddisfazione: se entro 15 giorni dal ricevimento del primo numero della rivista si cambia idea e non si vuole più essere abbonati alle riviste né soci di Altroconsumo, si ha diritto di recedere e nulla sarà dovuto. Per esercitare il diritto di recesso basta scrivere una lettera a: Altroconsumo - Ufficio Abbonamenti - Via Valassina, 22 - 20159 Milano o collegarsi al sito altroconsumo.it (cliccando sulla voce “contattaci”). In qualsiasi momento si può recedere dall’abbonamento e dall’associazione con una lettera all’ufficio Abbonamenti: sarà restituito quanto già pagato per il periodo successivo al recesso.Guide Pratiche gratuite: le Guide Pratiche sono comprese nell’adesione ad Altroconsumo. Per riceverle in regalo è necessario essere in regola con la quota di adesione. L’importo di 1,95 euro relativo alle spese amministrative verrà regolato con le stesse modalità con cui si paga l’adesione ad Altroconsumo. Le Guide possono essere vendute al prezzo indicato in quarta di copertina e/o inviate in omaggio ai Soci Altroconsumo.Per ricevere i numeri arretrati telefonare o scrivere all’Ufficio Abbonamenti. Il costo è pari al doppio del prezzo di copertina. Non è possibile richiedere più di due esemplari dello stesso numero. I dati personali saranno utilizzati da Altroconsumo e/o da terzi da esso incaricati per la gestione dell’abbonamento e per gli scopi associativi. Verranno trattati con mezzi informatici e potranno essere, a termini di legge, consultati, modificati, integrati o cancellati.

QUANTO COSTA Annuale TrimestraleAltroconsumo 96 € 24 €Altroconsumo + Soldi&Diritti 141 € 35,25 €Altroconsumo + Test Salute 142,80 € 35,70 €Altroconsumo + Soldi&Diritti + Test Salute 187,80 € 46,95 €

la quota associativa, compresa nell’abbonamento, è pari a 15,40€ all’anno e 3,85€ al trimestre

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FONDAZIONELa Fondazione Altroconsumo, riconosciuta nel 2012, ha lo scopo di promuovere il consumerismo in Italia e a livello internazionale, contribuendo allo sviluppo di una società più equilibrata, equa, solidale e rispettosa dei diritti e degli interessi dei cittadini. A tal fine, promuove iniziative, pubblicazioni, ricerche e servizi rivolti ai consumatori e agli utenti di beni e servizi e contribuisce allo sviluppo di un movimento di consumatori autorevole, duraturo e indipendente. La Fondazione è socio unico della Altroconsumo Edizioni srl. Presidente: Paolo Martinello

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