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5/5/2018 Agricoltura - Potatura Dell'Olivo - slidepdf.com

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La potatura dell’olivoin Toscana

Riflessioni tecniche

Regione ToscanaA.R.S.I.A.

17

L a

p o t a t u

r a d el l ’ ol i v o i n T o s c an a



La qualità



ARSIA • Agenzia Regionale per lo Sviluppoe l’Innovazione nel settore Agricolo-forestalevia Pietrapiana, 30 - 50121 Firenzetel. 055 27551 fax 055 2755216 - 055 2755231www.arsia.toscana.ite-mail: [email protected]



La potatura dell’olivo Riflessioni tecni

Fiammetta Nizzi Gri



Ringraziamenti

Un ringraziamento particolare all’amica e collega d.ssa Rotecnici delle aziende agricole San Felice, Fontodi, Selvapiandono in una nuova olivicoltura e che mi hanno dato l’opporaneamente sperimentare tecniche di potatura alternative a

Un pensiero particolare a Dino Marchini a cui dedico questGrazie, perché con la tua esperienza e passione mi ha inse



PresentazioneMaria Grazia Mammuccini

Considerazioni generaliPremessa

1. Perché si pota l’olivo? Si potrebbe evitare la p

2. Una potatura effettuata correttamente risolve

dell’olivicoltura e dell’olivicoltore?

3. Cosa si intende per potatura ordinaria e straor

4. È preferibile potare ogni anno o ad intervalli mQuando è il caso d’in tervenire?

Tipologie di intervento

Sommario



In una collana di pubblicazioni che ha vo e l’olio, non può mancare un volume c

Questa pratica è infatti uno degli aspdell’olivo che più interessa ed appassio

rapporto diretto, fisico, tra l’uomo e la piavalica il semplice fine produttivo per scforma d’arte che trae origine dalle radici popolare contadina.

Ancora oggi visitando un’azienda olpotatura, si scopre che ognuno ha una su

su come e quando effettuare i tagli, spessotura un’importanza ampiamente prepondri colturali, peraltro invece non secondari

Eppure le leggi di mercato e la necimpongono anche in questo campo una

Presentazione



Premessa

L’olivicoltura di oggi richiede un impenalità tali, senza cui risulta difficile intrav

del comparto che è invece essenziale per Con questa pubblicazione si è voluto

di un “rinnovo” tecnico nell’attività di friferimento ad alcuni aspetti relativi alla Toscana, attraverso il tentativo di “traducetti tecnici in un linguaggio comprensibsono impegnati manualmente nel settore.

Il contenuto di questo testo si riferisce sperienza maturata in campo in circa docome tale deve essere letto senza quindi v

di iù h “ di i ” d

Considerazioni generali



10 A R S I A

1. Olivicoltura tradizionale toscana



Questo testo affronta l’argomento “popunto di riferimento una realtà olivicola ila maggiormente presente nella nostra reg

Non si affrontano volutamente problem

impianti e forme di allevamento particolaricoltura più intensiva, concepita con criteri dNel corso della stesura del testo è sta

molti lavori più o meno recentemente publi consultati, ha suscitato particolare curioza, quanto letto in uno scritto del 1955 in

dell’olivo può essere raddoppiata di Luigi Niriferimento all’epoca dell’Ispettorato Pcoltura. La principale constatazione che ètura è che il tempo si sia fermato in questmeno sull’argomento in oggetto, e che le l’epoca sembrano, in linea generale, coin

nostri giorni!Poco è stato fatto, in termini di evoluzi

delle tecniche agronomiche in olivicolturmantiene più forte di tutte il primato di con “antichi criteri”. Ma questo aspetto dcultura dell’olio che recentemente ha inizun giusto riconoscimento, e le tecniche dvo, non è caratteristica esclusiva della reg

Mi ha colpito particolarmente quantonel corso di un’esperienza formativa sullff i bi hé l

L A P O T AT U R A D E LL’ O L



12 A R S I A

3. Olivo siciliano



della vecchia olivicoltura siciliana si preseallevate in questo modo e pochi sono i tezione ed adattamento alle nuove esigenze

Anche in Toscana si trovano piante st

forme di allevamento decisamente “fuoradattano al concetto odierno di olivicoltuforme nell’olivo aveva una ragione di esisera consociata con altre colture (per esemptra i filari, che sviluppandosi anche nellrichiedevano spazi (olivi impalcati alti) e

potate intensamente) per consentirne la core il fabbisogno alimentare del mezzadro Nelle nostre colline sono infatti ancora

di una olivicoltura caratterizzata da unapesante” che, potando l’olivo, trasforma rgio, e fa sì che delle piante rimanga un

simile ad un disegno su carta velina ( fig. 4Gli anni passano, le generazioni di tec

ancora uno dei problemi base della nostraproduttività!

Ma come è possibile pretendere di avere pi

se continuiamo a tagliare così tanti rami?

1. Perché si pota l’olivo?Si t bb it l t t




tamento delle potenzialità produttive, inmunque risultava molto meno depauprispetto a quello di oggi, grazie alla ricchduttive (non c’era la monocoltura) e all’a

nutrizionali organici.Quest’ultimo aspetto non è da sottovaldato per sottolineare il fatto che determindiscutibili, possono essere causa di veri e perché applicati in una gestione totale prsicuramente impoverita, nella quale qui

piante ad un tipo di intervento può esserePartendo dal presupposto quindi che ladattarle alle nostre esigenze operative e vo deve essere potato esclusivamente pefrutti da cui si estrae l’olio e quindi la scmirare ad ottenere il massimo rendimento

tutto a minimizzare la variazione produttQuesto è l’obiettivo per cui l’olivo deve

deve essere il presupposto che guida l’oltecniche per i nuovi impianti, questo è quseguito per raggiungere anche una conquesto è quanto tutti sanno ma purtrop

applicare!Quando in una azienda agricola o in un

albero da frutto, difficilmente questo nonmente dato che quasi tutti sanno che per av

li i ( l d !) di di

14 A R S I A



questa pianta, al contrario di altri fruttiferiquindi come tale presenta una maggiore co

Non è semplice capire il perché di quesza colturale, e forse in parte si può trovare

fatto che per potare un olivo è necessarionon tanto alla forma del presente quantodel futuro, con la difficoltà che abbiamo rametti provvisti di foglie e gemme e qumolto più “vitali” dei tralci di una vite nel

Come conferma di quanto sopra espos

frasi dei potatori che sicuramente tutti i tecorso della loro attività professionale, e scelta dei rami da tagliare è spesso legata cogliere anche “mezza cesta” di olive; troppianta ragionando soltanto in base alla sfrutti e di rado si pensa a cosa può accade

quando si lasciano determinate formazionRaramente si riflette sul fatto che se

male posizionata per i frutti del prossimo babilmente la crescita di quella pianta subtale da non consentire una uguale prodancora successivo!

Il futuro a cui si deve mirare e che si deve non è solo quello relativo ai pochi mesi suc

P l’ li è




Queste possono essere indicativamentpegno richieste per diventare potatori impossibile acquisire la capacità di non co

Pur rimanendo valido il principio natu

molte altre essenze legnose, vivrebbe trsenza interventi cesori, per ottenere quantdi produzione, è necessario intervenire pmantenere costante dopo, lo sviluppo delandare contro natura, ma semplicemente tamento vegetativo e produttivo che la pi

donata a se stessa, comunque realizzerebbCon la potatura, per gli scopi già ricordpilotare le energie della pianta verso la fruttifera, riducendo lo sviluppo di quellae sfruttatrice, che non produce olive se nonlungo.

Facile a dirsi! E ancora di più a farsi!

È sufficiente ricordare che i succhioni una condizione di forte squilibrio tra la radicale e la quantità di foglie e rami ch

potatura e che quindi dovrà essere stimolatanto nel caso di un programma di ristrutsi vuole abbassare l’altezza delle piante sfscita di questi rami ( fig. 5).

E allora come si pota l’olivo?

16 A R S I A



Nella sezione Tipologie di intervento già risce fare riferimento a casi specifici che si ssti ultimi anni o a principi di carattere gene


5. Particolare disucchioni cresciuti suuna branca di olivo



c’è la vigna dello stesso proprietario, e quialtro mondo se confrontiamo le tecniche ag

Quando si ritiene di coltivare un olivgestione ordinaria, o si decide di recuper

obsoleti, spesso si è convinti che la potatuvento più importante.Qualcosa viene poi fatto al livello di

raramente si considera la nutrizione comdelle tecniche di conduzione.

Soprattutto la concimazione rappresen

quentemente penalizzato nella conduzionquanto riguarda i quantitativi di elemensia per la frequenza e le modalità della dis

Nell’ambito di un progetto Leader II effdel Vino Chianti Classico e dal Dipartfrutticoltura dell’Università di Firenze (Ca

ramento e valorizzazione delle produzioni oleaanalizzata la qualità e la frequenza di alcunomiche relativamente al comprensorio oCentrale.

In particolare è emerso un dato sconcercimazione dell’oliveto; dal calcolo effettua

zanti distribuite annualmente nel comprencampione di 112 aziende, è stato trovato che buiscono 8,5 chilogrammi di azoto per ettcirca 60 grammi per pianta (densità di riferd ) f di i à di d

18 A R S I A



È vero che inizialmente, dopo un interpresenta un’apparente ripresa vegetativa,a seguito dello squilibrio provocato condella maggiore disponibilità di elementi n

senti nel legno, che si distribuiscono su ufoliare. È come una dispensa alimentarenutrire un minor numero di persone che gruppo più numeroso, fin tanto che la dische poi potranno soffrire la fame, se quemente riempita.

Se nell’oliveto non sono mantenute o mriserve nutritive del terreno, si tende inevil crearsi di una condizione più simile adell’oliveto che ad una vera e propria pro

La concimazione con prodotti sia chimessere effettuata costantemente, con un p

che tenga conto delle esigenze degli olivi degli elementi apportati e della produttivcon le altre scelte tecniche quali la potasuolo, la difesa e l’epoca di raccolta delle

Solo in un programma generale dove ncaso, si può sperare di ottenere un comp

regolare dall’olivo, altrimenti gli eventucon l’essere casuali e purtroppo non ripet

Anche se l’interesse di questo lavoro dell’olivo, ci sembra utile sottolineare alcu

l i h i h i h




determinerebbe un incremento di quella fomolata dallo squilibrio provocato con l’intguenza di favorire quelle formazioni tipo sui quali il potatore si accanisce generalm

colta delle olive. Sarebbe quindi preferibilmenti o scegliere forme azotate che favormaggiori riserve nel terreno.

Per fare un semplice esempio, nel casopero su piante d’olivo che erano state abbrichiedono un intervento di potatura più

chiome produttive, non è corretto intervzione con gli stessi criteri adottati invece nSia il tipo di concime che l’epoca di di

ro tenere conto del comportamento vegetaperati, per evitare di incorrere in “delusionon reagiscono secondo le aspettative.

In questi casi infatti, l’obiettivo è quellma al più presto in grado di fare frutti e qribile ritardare l’epoca di distribuzione dal mese di maggio, in modo da evitare chedi una pianta squilibrata (lo squilibrio è cpesante effettuata) si esprima prima utiliz

tive presenti nelle porzioni legnose, e poiapportati. Il risultato atteso è quello di nvegetazione in grado di produrre fiori emente ingentilita ( fig. 6 ).

A h ll i d l l i d

20 A R S I A



Altro aspetto cui ci sembra doveroso acvo all’opportunità di introdurre l’inerbimsfalcio che rappresenta una valida alternat

Si ritiene importante infatti ricordare c


6. A sinistra rametto selvatico che per produrresi”, a destra rametto domestico in grado di prod



3. Cosa si intende per potatue straordinaria dell’oliveto?

I termini con cui si definiscono queste

tura sono chiari, perché appunto fanno rilogie d’intervento distinte sulla base dellaripetono.

La potatura ordinaria viene ripetuta pla straordinaria è quella eseguita occasion

In vari testi sulla potatura dell’olivo si

ta, come d’altra parte anche altre arboreeviene messa a dimora fino a quando nomaturità fisiologica o, meglio ancora, una camente conveniente, viene generalmentventi di potatura definiti ordinari.

Dal momento in cui viene superata

caratteristiche dell’intervento di potaturnegli scopi e quindi rientrare nella classizioni straordinarie.

Tra le operazioni che appartengono al psempre state considerate quelle relative amento effettuata in vivaio, di trapianto e

tanza all’estirpazione del vivaio e la messdi formazione per assistere l’accrescimentdi fruttificazione (o produzione) per facilitrendimento dell’olivo.

22 A R S I A



Con gli interventi di potatura straorditano gran parte delle porzioni legnose, si mente motoseghe e si lasciano poche foglivocare quello stimolo vegetativo necessar

chioma produttiva.Questa classificazione di tipo tecnico ca conferire un ordine mentale necessario p

Una specie arborea sempreverde comedifficoltà e qualche volta anche timore inmati a svolgere operazioni di taglio, ma

presentare un ostacolo all’introduzioneinnovativi.Si ritiene infatti che l’olivicoltura di

debba fondarsi su requisiti differenti da qper passato non si fa necessariamente rifermezzadria, ma anche a pochi anni fa.

Il settore olivicolo infatti ha da pocomaggiore attenzione nella valutazione defiliera ed in nome di una qualità di prodota, si iniziano ad applicare bilanci di setttempo caratterizzano altri comparti produ

Con questo concetto di coltivazione d

“più imprenditoriale”, è forse consigliabisione gli schemi operativi precedentementcludere che siano errati (tutt’altro!), ma pnità di applicare alcune tecniche considei i l i ll d i di




gli olivi tendono a svilupparsi concentranin alcune parti, generalmente quelle più a

24 A R S I A



vegetative in posizione terminale rispetto li. Se l’olivo tende a crescere cercando la lu


8. Olivo con chiomacresciuta eccessiva-mente in altezza



che è necessario operare anche con criterimodo che l’intervento di potatura “non pore della produzione, come oggi purtroppo

Per venire al nocciolo!

Nella speranza che le produzioni oleicde trovino un ulteriore riconoscimento quco sui mercati, è indispensabile intervenirlizzando attrezzature e secondo criteri ch

più consoni agli interventi straordinari.Per spiegarci meglio, oggi non è pensabutilizzando le cesoie ed i seghetti, impi(compresi lo smaltimento del materiale diché il valore di questo lavoro, tradotto icirca 500 grammi che spesso coincidono

duttività di una pianta, per lo meno nell’oUn’alternativa a questa tecnica è quellaminare del tutto gli interventi sui ramgestione della chioma tagliando porzionmaggiore, utilizzando il meno possibile lesto seghetti o meglio ancora piccole e legg

Un olivo così gestito non potrà certo mente dal punto di vista estetico, ma ottper lo sviluppo e la produttività e, se non ridurrà la tendenza a produrre succhion

li i d à i i i i i

26 A R S I A



La differenza sostanziale che si è potulo sviluppo dei due tipi di chioma è che abbassato ed anche “sforbiciato”) si è svnumero di succhioni e, in proporzione, i

sono cresciuti meno in lunghezza mentre plici e corte ramificazioni sulla vegetazionNel secondo caso (chioma abbassata e

avuta una crescita minore di succhioni, foglie su rametti apparentemente secchi, giore allungamento dei germogli con ridu

ramificare; quest’ultimo aspetto ha sicuramlivo ad una maggiore produzione per l’aquindi che questo criterio di potatura piùmente discutibile per alcuni, ma soddisfail coraggio di provarlo, può entrare nella

Questo infatti consente di mantener

chioma della pianta proprio perché, se esriduce l’eliminazione del numero di foglverifica con una potatura “ordinaria” con

4. È preferibile potare ogni a

o ad intervalli maggiori?Quando è il caso di interveni

Uno tra gli interrogativi più frequenti i i i d i l l di




vamente sulla chioma o dalla ceppaia (“stura” o “rimonda estiva”).

Questi consigli tecnici dovrebbero stimnel lettore, riflessione legata al quesito chperché se si pota ogni anno, in nome delequilibrio e di una riduzione di “traumi” consigliato di ritornare nel periodo estivoporzioni vegetative nuove e vigorose (sututti sanno, si formano a causa della forte re una superficie foliare idonea alla forza

dell’olivo.C’è qualcosa che non torna, ma questo oggi, nel XXI secolo, dove l’ottica ed i critecambiati e dove l’olivo è essenzialmente utivato appunto solo per i suoi frutti.

Senza volere apparire presuntuosi, vie

anche per questo argomento come in olancora, purtroppo con grande diffusione tare le scelte tecniche con criteri più convita agricola di 50-100 anni fa!

Un olivo risulta più “traumatizzato” da ta

o da pochi un po’ più grossi?

Certamente l’esperienza di ciascuno realtà produttiva, è l’unica arma che potr

d d è i bil h i è

28 A R S I A



Italia ed anche all’estero, che dimostrano cresa in olio non si riduce (in alcuni casianche se di poco) se si pota con cadenannuale.

L’aspetto che comunque ci sembra fonre è che quando si pota con turni biennalire schiarendo eccessivamente la chioma, n“al cappello lanciato di attraversare la chsto eliminare solo quei rami che non hanncui foglie non sono più in grado di contrib

Per valutare l’opportunità di allungturno, dovranno essere considerati anchagronomici che si effettuano nell’oliveto, lta e soprattutto la quantità di crescita dei

Sarà quindi la fertilità del suolo e le pcondizioni climatiche che determinerann

produttiva dell’oliveto e come conseguenche si potrà attendere prima del nuovo inQuando l’olivo vive in ottime cond

potrà potare anche ogni tre anni ad eccezo meglio di quelle singole piante, che predenza a crescere verso l’alto.

In queste ultime, infatti, è necessariodelle porzioni vegetative poste in posizideperimento delle formazioni inferiori faalcuni patogeni quali l’occhio del pavone




È opportuno inoltre considerare l’impotore legato alla fisiologia delle gemme a fi

Queste infatti si formano in primavera i nuovi germogli, nel periodo estivo ricfiore, in prossimità circa dell’indurimentovani frutti, e tra la fine dell’inverno e l’in( i i d ll l hi

30 A R S I A

9. Attrezzi vari per la potatura



minore sarà la risposta vegetativa della anche vero che in buone condizioni di colportamento può essere sfruttato a vantaper ridurre il rischio di sviluppo di succchioma.

Non è quindi possibile fornire agli intecnica ideale per ogni situazione.

L’obiettivo di questo lavoro, si ricordstrumenti per ragionare ed introdurre necole prove “sperimentali” che consentano

ri migliori, partendo da un minimo di cogia dell’olivo.D’altra parte, la maggioranza delle aff

queste pagine sono proprio il frutto di tstato possibile effettuare per la disponibaziende dove i produttori si sono seriame

vare soluzione ai problemi tecnici ed ecodei loro oliveti.




La coltivazione dell’oliveto ha come scle piante alle esigenze dell’operatore emigliorare la capacità produttiva, adattaralla tecnologia operativa che vi si applica

delle operazioni colturali ecc.L’obiettivo finale della conduzione aattraverso il raggiungimento dell’equilipiante ed è dall’osservazione di questo cduare le esigenze degli olivi o valutare l’eti applicati.

Quando l’olivo presenta una crescita vta da molte ramificazioni corte e sottili, qfoglie invece di iniziare intorno al mese di il periodo estivo-autunnale, termina addcessivo interessando non solo i rami di du

Tipologie di intervento



ristiche ambientali che contribuiscono a organolettico medio dell’olio della Tosapprezzato su molti mercati nazionali edqueste le condizioni in cui è necessario lavcombinazione tecnica ottimale.

I limiti ambientali si manifestano anchecità produttiva che richiede quindi unamassima esaltazione delle potenzialità di ne, nell’ambito di una attenta gestione del

Se da un lato è oggi possibile tracciare

nee per la progettazione e la realizzazionolivicoli, maggiori difficoltà si incontragestione dei vecchi oliveti, che sono statidopo l’ultima gelata, oliveti che tra l’altro l’80% circa della superficie olivicola region

Quando le piante adulte si presen

impianti spesso non “razionali” per lavarietà, con differenze di vigoria vegetavversità biotiche ed abiotiche e soprattutne” che si rileva nell’andamento della mapossono comprendere le difficoltà di apgramma organico.

Come già espresso in precedenza, quene è inoltre ulteriormente appesantita qnecessari conti economici di settore per dproduzione dell’olio, costo sotto il quale nd il d

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Come è noto, durante la gestione annuche si devono sostenere si dividono in ore/macchina e prodotti acquistati.

Tra questi è inoltre abbastanza noto cincide in modo determinante, rappresentil costo più elevato ( fig. 10).

Per arrivare a definire la tecnica operanere il raggiungimento degli obiettivi sopmettere errori che possano ridurre l’efficipiante, si riportano le seguenti consideraz

Se ipotizziamo di gestire un ettaro di


10. Distribuzione dei costi di gestione in un olivToscana interna



situazione di buona remuneratività del medio di 9,30/chilo (L. 18.000) con vendfezionato in lattine.

Riepilogando abbiamo quindi la segueriferisce solo all’operazione di raccolta e m

1 albero = 1.000 grammi di olio p390 grammi per la ra

96,3 grammi per la m513,7 grammi di olio re

Con il nostro esempio rimangono 513devono essere suddivisi tra il quantitativo spese agronomiche sostenute durante l’ana fornire un po’ di reddito per l’olivicoltor

Proseguendo nell’ipotesi proposta dov

venduto a 9,30 (L. 18.000), i 513,7 grammrispondono a circa 4,78 (L. 9.247), parte dlizzati per l’acquisto di concimi ed eventumenti antiparassitari.

Nei territori olivicoli mediamente si1.000) pari a 103.29 ad ettaro (L. 200.000

mento e la distribuzione di prodotti per 4,78 – 0,52 = 4,26) (L. 9.247 – L. 1.000 =

Per le lavorazioni al terreno o per il tacaso di impianti inerbiti si quantificano in

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2400) per ogni chilo di olio prodotto, sicuche deve essere considerata come quella rper svolgere l’operazione di potatura sull’

Qualsiasi scelta tecnica richiede quindper evitare, in condizioni di gestione ordiro, di operare senza tenere in giusta concome quelli dell’esempio riportato.

Attribuendo alla manodopera un cost20.000) equivalente ad un’ora di lavoro dizato esterno all’azienda, con 1,24 (L. 2.4

sibili circa 8 minuti di potatura l’anno per minuti quando si utilizza manodopera azzata, ad un costo medio di 7,75 (L. 15.00

Si ritiene che questo tipo di ragioname bile (ce lo auguriamo!) di variazione nelincompleto per un economista in quanto

voci di costo, sia utile per stabilire le cdelle varie operazioni colturali che è piùdurre nell’oliveto.

Entrando nel merito della potatura, lsentate fino ad ora, ci inducono a programimpianti con turni per lo meno biennali

minuti di potatura per olivo, ogni 2 anni)Dai calcoli sopra effettuati si evidenzialavoro consentiti, impediscono di operareconseguenza che un maggiore tempo dedi

i i l i d i




38 A R S I A



40 A R S I A



42 A R S I A



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18. Attribuendo un’inclinazione al taglio su una bfavorisce uno sviluppo maggiore della nuova ve



1) è consigliabile effettuare l’intervento tuin più tempi;

2) è importante conferire un’inclinazione

Varie prove effettuate in Toscana hannre alla conclusione che quando è necessarito di una branca, è necessario eseguire la ptaglio e non accorciando gradualmente la cessori dicevano: “Meglio riformare a friformarne cento cinquanta a mezzo per s branca allo scopo di guadagnare un po’ d

Il risultato tecnico è sicuramente più recupero della produttività, quando unaproblema, si interviene con un’unica solu

Per quanto riguarda il secondo puntofavorire la formazione di nuova vegetaz

taglio sulle branche, è consigliabile inclicentro dell’olivo in modo da ottenere gepartire dalla porzione più alta del taglio, ca crescere verso l’esterno della chioma ( fig

2. Interventi sul troncoQuesta tipologia di intervento viene ov

un’operazione finalizzata a riformare un obl i è i d l d




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altro modo ed in tempi ragionevoli, ad abbprio perché queste sono inserite ad altezze

Risultano infine ombreggiare le porzquali non riescono a crescere nuovi germo

Queste condizioni di sviluppo “fuori

ritrovare in:• oliveti ormai abbandonati da tempo,

bosco, con la vegetazione basale “soffoc• oliveti con piante messe a dimora a di

nate (eccessiva densità) che impediscetrazione dei raggi solari nelle porzioni

• oliveti con piante allevate in forme poristiche vegetative naturali o sulle quaerrori nel corso della potatura di formQualunque siano i motivi, su piante c

sono le scelte tecniche che l’operatore può

Il taglio sul tronco rappresenta l’unica sdrasticamente il problema dell’eccessivo della perdita di vigoria degli olivi, ma nonil successo di tale intervento sia sempre sicsperienza insegna che il recupero di chiomtanto più tempo, quanto più è vecchio e ma

co dell’olivo, mentre è rapido e più sicuro qalberi giovani che presentano ancora una cPer semplificare la comprensione di q

pensare allo “sforzo” che una gemma devd ll i h l d ll




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re al ciocco e ricreare la chioma con i pollQuest’ultima risulta infatti una scelta

precedente perché garantisce un inizio dività a partire dal terzo anno.

La differenza che si verifica tra un taglichio tronco ed uno su un giovane tronco,rea interessata dalla crescita della nuova v

Nel primo caso, infatti, i nuovi germoglentemente intorno all’area del taglio, mequesti si svilupperanno interessando unadel tronco ( fig. 22).

In entrambi i casi è comunque necessala ricostruzione della nuova chioma, anscelta quei germogli che sono nati tropptaglio, così come quelli che fin da giovaverso l’esterno. Questi infatti non presen

tronco idoneo e con caratteristiche di resisdiventare future branche di unachioma produttiva.In pratica è preferibile utilizzare la

nuova vegetazionepresente al di sottodei dieci centimetririspetto all’area di




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24. Taglio sul tronco a circa 0,8-1 metro di altezzmarzo

25. Crescita della vegetazione nel mese di settem




26. La nuova chiomadopo un anno esattodal taglio

27. Alla fine delsecondo inverno sieffettua il primo taglio

di diradamento



che hanno superato o quasi l’altezza deglit ti it di d ti i t li l t

52 A R S I A



In particolare è indispensabile valutarl i t ti d li li i i


29. Crescita dellenuove chiome nelmarzo dell’annosuccessivo



nutritive degli olivi non sono ottimali.Non è facile spiegare in questa sede co

re perché ogni olivo risponde con una cnonostante ciò è possibile fornire alcuni co bene a tutte le circostanze:

1) con il primo intervento di potatura nosistemare le chiome scegliendo subito i branchette, perché questa scelta sarà ete e negli anni successivi;

2) quando la nuova vegetazione richiedeuna prima potatura, si dovrà aprire lsolo i rami a portamento assurgente ccentro della pianta e tendono a svilumente al terreno;

3) i rami cresciuti in posizione tale da non lizzo come branche principali, se non c blemi (per esempio, rami troppo sporgl’olivo, facilmente urtabili dalla trattridalla ceppaia) devono essere inizialmefunzione fotosintetizzante;

4) la quantità di vegetazione asportata conon dovrà superare un terzo della chio

5) nel caso che, al secondo anno dopo l’ichioma dell’olivo si presenti interamecaratteristiche del selvatico, è assolutanon tagliare alcun rametto e rimandare

i d ll hi d

54 A R S I A



3. Interventi sul cespuglio ricdopo la gelata del 19 85

È triste ma è necessario dedicare un po’dia questo caso: anche questo è diventato un

L’ultima gelata, quella del gennaio 19890% degli olivicoltori toscani, a rinnovarpiante.

L’olivo è pianta secolare ma le sue chiote giovani in quanto sono state riformate cpartire dalla primavera successiva all’ultimtanto normale attendersi che chiome così fnite, presentino requisiti vegetativi e propropri delle nuove piantagioni. Con struttmente giovani, le caratteristiche produtti

poco alternanti in condizioni di buona coltporto legno/foglie dovrebbe risultare equidi vegetazione potenzialmente produttivdelle porzioni legnose che la sostengono.“fisiche” consentono nel caso in cui non nell’applicazione della potatura, di allunga

periodo definito con il termine “maturitpianta non aumenta ulteriormente il voluma mantiene con sufficiente costanza la su

In questo periodo la potatura dovrebb




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60 A R S I A



4. Intervento dopo una micro

L’idea di affrontare separatamente la condizioni di parziale danneggiamento dconstatazione che questo fenomeno clim

troppo con una certa regolarità nei nostdella collina interna. Con una frequenza min aree più o meno estese, gli olivicoltoaffrontare il recupero di olivi parzialmen

I danni da freddo per abbassamenti terno, alla fine dell’inverno o addirittura all’i

interessano il territorio regionale in modo si preferibilmente in alcune aree a rischio pche o agronomiche (in oliveti in cui è preseccessivamente alta, si determina un micche amplifica i danni provocati da forti e rti termici). Le piante colpite si presentano sano le porzioni basali delle chiome, fino a

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Quest’ultimo fenomeno indica però chnon sono morte e che invece reagiscono elidisseccate, per poi successivamente emettema dell’olivo appare “sana” nelle porziotenderanno a svilupparsi di più provocand

mento dell’altezza delle piante.In questi casi è necessario valutare co

intervento da adottare, per evitare, come di spendere tempo nell’eliminazione dellte con tagli sui rametti bassi, favorendo una chioma che inevitabilmente, negli ann

un’operazione di ristrutturazione finalizztezza delle branche.

È consigliabile quindi attendere la ripretare con dati evidenti la vitalità delle porzdere successivamente con le opportune op

Dato che nella primavera successivaavremo una scarsa fruttificazione, e comupiù difficile da rac-cogliere perché po-sizionata su ramialti, è quindi consi-

gliabile operare conun tipo di potaturapiù intensa rispettoa quella normal-

d




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Pur consapevoli che in queste condizsono più complesse, è necessario osservarsanitario delle piante danneggiate e valutaper ristabilire quelle condizioni di equilibaerea che consentono l’ottenimento del

atteso.Non è conveniente potare questi olivi perché si otterrebbe un risultato simile a qsu piante allevate a vaso policonico, dovedella chioma e si lascia una cima singola te; le chiome di queste piante richiedera

l’uso di scale per essere successivamente no così tutti i vantaggi che derivano dall’la maggioranza delle operazioni agronom

In queste circostanze si possono utiaccelerano il lavoro, tipo seghetti e molasciare solo quei rametti sicuramente sanralmente alle branche.

In occasione di questa forzata operazioè possibile inoltre approfittare per abb branche qualora queste siano state, per etroppo in altezza ( fig. 33).

Circa l’epoca di intervento è possibileappena i grandi freddi sono passati (genin poi) e, nonostante l’aspetto generale derire “desolante”, al termine della primave

i


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5. Intervento su chiome prod

Qui casca l’asino!

Fino ad ora abbiamo potuto affrontare

stiche tecniche che, in qualche modo, si ridi potatura finalizzati a correggere imposri del passato, per “costruire” nuove chmeno “costose” da mantenere.

In questa parte invece vogliamo descrni che invece si devono eseguire comun

stanno bene, ben strutturate e che produclarmente.

L’esperienza di un tecnico chiamato a cre lo sviluppo dell’olivicoltura aziendalequentemente su oliveti che necessitano di ramento, e raramente invece si ha l’oppola stessa intensità la gestione agronomica ben coltivati. In questi casi infatti è più prga esternamente per introdurre miglioramdella filiera (raccolta delle olive, conseassemblaggio delle partite, filtraggio e co

mentre pochi sono gli apporti tecnici che sgestione dell’oliveto. Questo aspetto siquando un’azienda ha la “fortuna” di avetutto appassionato potatore che riesce a c

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ca per l’olivo (i tagli sono di dimensioni mcosto e quindi può essere impostata tenentecnica in funzione del suo valore econom

Spiegare su un testo scritto come dovrolivo non è cosa semplice proprio perché

con un comportamento vegetativo “persosce una descrizione modellistica, utile perNon si ritiene interessante proporre d

perché poi diventa molto difficile ritrovastessi fac-simili, e si affrontano quindi gpotatura di un olivo produttivo attravers

sioni tecniche che dovrebbero comprende bili in campagna.

Per rendere più comprensibili i concetin mancanza di un supporto fotografico particolari che si intendeva mettere in evdal vivo riproducendo esattamente le reapresi come soggetti.

Con gli interventi di routine su chioaccordo con le altre operazioni agronomiallungare al massimo la vita produttiva permettendo!).

Qui di seguito si riporta una serie di cpolati dall’esperienza toscana, concetti chtare alcuni punti fermi per la potatura di

L A P O T AT U R A D E LL O L

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tendenza a schiarire eccessivamente le ch

nelle esigenze del raccoglitore che “brontoad impiegare più tempo per la raccolta dano ad essere posizionati non soltanto ester

In alcuni casi si giustifica questo criter

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35-36. A sinistra olivo in buone condizioni vegete a destra intervento eccessivo di potatura




minare soltanto quelle parti della pianta c

duttive (frasca cieca), quelle branchette piùcipale, che tendono a piegarsi verso l’intcampagna si definisce con “rifare la gonnno esaurite per l’assenza di foglie e che qu

37-38. Rinnovo di branchetta produttiva

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nire!) è indispensabile, come è indispensase un olivo produce tendenzialmente più è necessario ridurre i tagli, sia come numedi vegetazione asportata.

III. Evitare il più possibile che i rami prtura la chioma si presentino biforcati, edcaso una delle porzioni.

Le strutture legnose portanti (branchepiù lineari possibili, impostate a partire che partono dalla ceppaia e che corrispon

to delle radici, sviluppate senza curve ecctutta la loro lunghezza, in modo da garanlazione della linfa grezza (proveniente daelaborata (proveniente dalle foglie), per tu

La presenza di biforcazioni (a volte anni a partire da una singola branca princip




mente, con la potatura, la biforcazione teprincipali, nella convinzione di otteneretendenza nello sviluppo in altezza delle s

Questo aspetto tecnico può senz’altrdeterminati ambienti di coltivazione, ma

dere che richiederà maggiori interventi dcosì impostate (tipo doppio cornetto) peprodurre un maggiore numero di succmigliore esposizione, sulla parte dorsale ti della branca.

IV. Negli anni in cui si ritiene utile m“freccia” (il così detto “tiraggio”) su ciasclarne lo sviluppo vegetativo, è bene indivtamento assurgente (verso l’alto), ma rivpianta.

Il problema della gestione delle cime n

vo è ancora uncapitolo aperto, esempre si discutesu come è megliointervenire.

Partendo dalpresupposto cheuna forma di tirag-gio è necessaria perl’ li h

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sto, la pianta se la sviluppa da sola, magarzione della chioma per noi non interessanderare la possibilità di indirizzare e rispettmodo tale che svolga le sue funzioni senquilibrio vegetativo.

Se si continua a predisporre un tiragg branca, lasciando un rametto singolo o parte più alta della branca, magari in posrispetto al terreno, si finisce con il favorireparte della chioma, a scapito degli apici sui rami o sulle branchette inferiori ( figg.

V. Quando non sussistono particolari c branca necessiti di crescere con una fortel’apice, si devono sistemare le cime in m branca assuma, fin dalla sua testa, la formpresenta branche impostate in modo rigid

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in modo da conferire un aspetto simile a vati in contenitore, nel caso di olivi allev( figg. 43-44).

Non si riesce a capire perché la tendenzri impegnati sulla nostra olivicoltura è que

ta in altezza delle branche lasciando cime mdover tornare con tagli di ritorno nell’annlamentarsi perché l’olivo cresce prevalenLasciare un tirante non significa fare la “punlasciare una guida che non sia “ingorda” nei chioma e che mantenga in equilibrio l’intera

VI. In tutti i casi i succhioni che si svildevono essere eliminati gradualmente nella loro asportazione totale, ne stimoli lo sv

Se l’olivo ha bisogno di recuperare un verso queste formazioni vegetative, è ind

colarlo eccessivamente!!Ancora oggi è erroneamente diffusa l’a

potare l’olivo dal basso, eliminando per pchioni che si sono sviluppati sulle branch

Anche a costo di risultare ripetitivi, si rsono c’è un motivo e se si levano sicurametanto è sicuramente preferibile eliminare

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crescita può decisamente comprometteredella chioma mentre su gli altri è indispeproccio differente.

Quando infatti si trovano succhioni cr branche principali e dei rami, nelle zone in

sentire una buona circolazione della lucedi questa vegetazione determinerebbe nesuscettibilità alle malattie oltre che una rizione produttiva ( fig. 46 ).

Quando invece la crescita dei succhiozialmente la forma di allevamento degli o

zionati lateralmente o sul lato inferiore dese, risulta assolutamente indispensabile lmolto più efficace tentare di comprendere sono sviluppati.

VII. Quando un ramo presenta un po

addirittura parallelo rispetto al terreno, unapicale stimola lo sviluppo di nuova vequalche decina di centimetri dalla zona di

Nel caso di piante strutturate con una vamente aperte rispetto all’asse principalle sfruttare questa reazione vegetativa, nevariare il portamento o rinnovare una bra




47b. Crescita della nuovavegetazione dopo un taglioapicale su un ramo, in rela-zione all’inclinazione dellostesso - fase B

47c. Crescita della nuovavegetazione dopo un taglioapicale su un ramo, in rela-zione all’inclinazione dello

stesso - fase C

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http://slidepdf.com/reader/full/agricoltura-potatura-dellolivo 76/91L A P O T AT U R A D E LL’ O L



Intervenendo con un taglio appositamcentimetri sopra il punto in cui si vuole farporzione vegetativa, si otterrà lo sviluppoche poi potrà essere selezionata per fare aun portamento meno “spanciato” ( figg. 47

VIII. Al contrario, sui rami a portamendicolare) rispetto al terreno, un intervensviluppo “affastellato” di nuovi germoglipunto di taglio.

Anche se questo aspetto tecnico era

stato affrontato in precedenza, vale la pcorreggere il portamento di una branca comente perpendicolare rispetto al terreno, nnere il risultato sperato eseguendo tagli dlasciano sull’olivo porzioni (anche se psempre verticale.

Per ottenere lo scopo di aprire la chiindispensabile abbassarsi con il punto dintervento, fino alla prima biforcazione u branca in modo da non formare un eccess

IX. Quando, osservando un olivo, si rilcime caratterizzate da un ciuffo di vegetamente su un prolungamento di ramo distatri dalla chioma sottostante (tradizionalm“ ll ” d ll’ li ) è i li bil

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http://slidepdf.com/reader/full/agricoltura-potatura-dellolivo 79/9182 A R S I A



XI. La quantità di crescita e di produziogiore a parità di cultivar, ambiente e tecnichcate, in piante la cui chioma è più vicina al tle che presentano un tronco di altezza supe

A parità di dimensioni di chiome, la p

più anni di osservazione, risulta più abbocaso di piante ridotte in altezza, che presenma impostata più bassa.

Come è evidenziato anche nel disegnpiante allevate a vaso cespugliato sono gepiù produttive e risultano avere un

foglia/legno rispetto a quelle sostenute daQuesto è facilmente comprensibile se sdi legno nei due casi e se si pensa che queuna maggiore quantità di elementi nutritivprie riserve, a scapito della nutrizione del

Un olivo impostato a vaso su un unico

a produrre con alternanza.Per contrastare questo fenomeno che si

livo inizialmente destina sempre gli elemmazione delle riserve nel legno e successicrescita, risulta importante programmare oliveti anche in funzione della forma di

sentano.

XII. La valutazione della qualità tecnicè d d ll’ li h i il



Chi comincia bene…

Nel caso ci si trovi a dover realizzareabbiamo l’opportunità di progettarlo e reevitare al massimo l’insorgenza di quei p

sono stati espressi in precedenza, e che czione di una potatura atta a correggere unIn teoria non ci sono dubbi sulla veri

zione ma, di fatto, capita anche di dover pturazione di impianti ancora giovani, readel 1985.

Non sempre infatti si tiene nella giustaun olivo cresce e soprattutto “quanto” cres

Dopo la gelata del 1985 molti dei nuoli ti d tt d di t di i t

La potatura dei nuovi olive

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Con sesti d’impianto più stretti è msesto-settimo anno si manifestino forme piante (ad esempio per la luce) che obbligareggere lo sviluppo delle piante con una qsivi per l’età degli olivi e che quindi dete

all’emissione di gemme a legno e di conternanza di produzione.Per evitare tutto questo, oltre ad un

distanze di piantagione, è indispensabilpianta nei primi anni della sua crescita in il raggiungimento di un equilibrio tra l

senza favorire una precoce tendenza a progemme a legno.Quest’ultimo aspetto infatti determine

ca della nuova vegetazione con la consegvenire con tagli di correzione (sempre esa

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a) b)




mente molti germogli tenderanno ad uscipianta per prendere il sopravvento sulla c

È paradossale ma la miglior potatura per

55e. Allevamento di un olivo nuovo fino al quint

e)

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risulterà proporzionato allo sviluppo dtipica di piante più sviluppate.

Il nuovo olivo dovrà essere messo a dpalo tutore alto (preferibilmente 3 metri che funzioni come tutore fino al quarto-

55a-e).Troppo spesso si vedono pali appoggiati allgià dal terzo anno!

Nei primi anni dovrà essere posta pa

tenere legata la cima dell’olivo al palo e povegetazione cresciuta sulla parte basale ddi circa 15 centimetri ogni anno. Dovranntati eventuali germogli che manifestano ure oltre la sagoma della chioma, sagoma chme le caratteristiche del globo.

È un errore pulire tutto in una volta parte basale della giovane chioma già all’a




come è un errore scegliere ed impostare pche su cui sarà strutturata la nuova chiom

Il nuovo olivo deve essere allevato sedo, facilitandolo, quel comportamento veassume quando cresce spontaneamente.

Inizialmente infatti l’asse centrale dodiritto, legato al palo, in modo da favorirdella vegetazione sottostante.

Questa infatti tenderà a svilupparsi ascere in altezza fino a superare l’asse cent

Le branche laterali che costituiscono l

della chioma, quando sono cresciute con lle di una cima, sono correttamente imposrichiedere tagli di correzione.

Nel caso invece la giovane pianta sia csenza di una cima, è molto probabile chesomigli a quella di un candelabro, con bra

no di poco dal tronco per poi crescere in dicolarmente al terreno.In piante di questo tipo diventa inevi

quentemente con tagli di ritorno mirati a chioma, con la conseguenza che la pianeccessivamente per effetto di questi tagli

L’olivo dovrà invece essere lasciato con l’asse centrale ben diritto, fin tanto cmanifesteranno la tendenza a disseccarsi

di l (f 6)

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La quantità massima della chioma aspari ad un terzo e da pochi metri di distnotare che l’olivo è stato interessato dallnon deve apparire “finestrata”).

Così facendo non si crea un turbament

sviluppando e che è già entrata in produuna certa probabilità, di ritardare quella particolarmente accentuata che è propria dchie o di quelle gestite molto male.

Infine c’è anche da fare una considerazvazione riferiti a questi primi anni del nuo

Rispettando le indicazioni sopra riportagronomica sono ridotti al minimo ed aottenibili sono massimi.

Un olivo è come un bimbo che deve essere e non costretto … nella sua crescita!



AA.VV. (2001) - Caratterizzazione, miglioramento duzioni olearie del Chianti, Consorzio Vino CLEADER II.

GUCCI RICCARDO, CANTINI CLAUDIO (2001) - Potato dell’olivo, Edagricole, Bologna.

MORETTINI ALESSANDRO (1972) - Lezioni tenute n45, Universitaria Editrice, Firenze.

NIZZI GRIFI LUIGI (1955) - La produzione dell’oli

Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di

NIZZI GRIFI FIAMMETTA (1999) - L’olivo e l’oCarrara, paesaggio-lavoro-salute, Provincia d

Bibliografia



Finito di stampare

nell’aprile 2002

da EFFEEMME LITO

a Firenzeper conto di

ARSIA • Regione Tosca

La potatura dell’olivo in Toscana. Riflessioni tecniche

L’olivicoltura di oggi richiede un impegno ed una professionalità tali

che, senza di essi, risulta difficile intravedere quello sviluppo del

comparto che è invece essenziale per la sua sopravvivenza.

Con questa pubblicazione si è voluto ribadire l’importanza di un

“rinnovo” tecnico nell’attività di filiera, con particolare riferimento



Finanziato dalla Comunità EuropeaRegolamento (CE) n. 528/99

o o tec co e att tà d e a, co pa t co a e e e toad alcuni aspetti relativi alla potatura dell’olivo in Toscana, attraverso

il tentativo di “tradurre” determinati concetti tecnici in un linguaggio

comprensibile a tutti coloro che sono impegnati manualmente nel

settore.

Il contenuto di questo testo si riferisce quasi totalmente all’esperienza

maturata in campo in circa dodici anni di attività e come tale deve

essere letto senza quindi voler intravedere niente di più che “un

punto di vista”, un modus operandi , che ha dato risultati positivi ma

che, soprattutto, vuole essere un’occasione di stimolo alla riflessione

personale.

Sarebbe grave se il lettore assumesse nei confronti di questo lavoro,

lo stesso atteggiamento di una cuoca che legge ed esegue fedelmen-

te la ricetta di una pietanza; nel nostro caso il successo di questa

iniziativa è sicuramente raggiunto se si riesce a trasmettere un dub-

bio o una curiosità nell’operato dell’olivicoltore/potatore, e con esso

anche a determinare qualche cambiamento tecnico nell’oliveto.