- 1. John Locke A cura di Stefano Ulliana
2. Panoramica
3. 2. Ragione ed esperienza. 4. 3. Le idee semplici e la
passivit della mente. 5. 4. L'attivit della mente e le idee. 6. 5.
La conoscenza e le sue forme. 7. 6. La politica. 8. 7. Tolleranza e
religione.John Locke 9. 1. Vita e opere.
- John Locke(1632 1704 d.C.) viene considerato, a partire
dall'interpretazione che della sua riflessione diede G.W.F. Hegel,
il padre dell'empirismo inglese e dell'illuminismo critico delle
posizioni assolutiste.infatti proprio l'orizzonte dell'assoluto
positivo, con il suo connesso e conseguente innatismo
(Aristotelevs.Platone), con la sua forte ed autoritaria identit e
potenza di predeterminazione, ad essere posto in crisi dalla serie
di pensatori (Berkeley, Hume) che accompagnano gli sviluppi
teoretici del pensatore di Wrington. In questo senso l'empirismo si
riallaccia alla tradizione del pensiero inglese (Ruggero Bacone,
Ockham, Francesco Bacone) per riformulare in maniera rivoluzionaria
e liberale - sotto l'influenza della nuova metodologia sperimentale
scientifica - i concetti e gli schemi ordinativi della realt della
filosofia continentale (Cartesio, Spinoza, Leibniz).
10.
- Per questi pensatori infatti l'orizzonte razionale di
investigazione e di spiegazione della realt risulta determinarsi
per effetto del primato reale e concreto dell'esperienza. Essa per
prima fornisce gli oggetti ed i contenuti della conoscenza;
secondariamente e successivamente all'intervento autoregolatore
dell'intelletto essa conserva la funzione del criterio per la
verificazione delle determinazioni teoriche e pratiche del
medesimo. In questo modo l'esperienza intesa come rapporto di
scambio del soggetto con l'oggetto, costituito dal mondo esterno
diviene tendenzialmente il fattore critico e destrutturante di ogni
proposta metafisica (incardinata attorno ai concetti astratti e
separati di Dio, sostanza, causa e fine). Con la sua attenzione
concentrata sulle facolt del soggetto l'empirismo inglese riprende
e rivitalizza in senso liberale e borghese tutti gli apporti di
innovazione culturale dell'umanesimo rinascimentale italiano ed
europeo, proiettandoli lungo tutta l'et del successivo
illuminismo.
11.
- Le due rivoluzioni politiche inglesi (1649-1660; 1688-89) sono
quindi state accompagnate da una profonda, estesa e radicale
trasformazione del panorama culturale, sia sul lato della
conoscenza dell'oggetto con la filosofia naturale newtoniana sia su
quello della costituzione di un nuovo soggetto con la filosofia
della prassi lockiana.
12. Influenzato dagli eventi della prima rivoluzione inglese la
decapitazione di Carlo I da parte del Parlamento John Locke studia
all'universit di Oxford. DivenutoMagister artiuminsegna nella
stessa universit, cominciando a rielaborare le riflessioni di
Cartesio, Hobbes e Gassendi. Orienta le proprie ricerche verso la
medicina e la filosofia naturale, diventando il medico personale ed
il consigliere di Lord Ashley, conte di Shaftesbury. Con la caduta
in disgrazia di questi presso Carlo II, Locke costretto ad emigrare
prima in Francia, poi in Olanda, dove sia partecipa ai preparativi
della spedizione di Guglielmo III d'Orange, sia prosegue la
composizione delSaggio sull'intelletto umano(1690). 13.
- Prima di questo testo fondamentale d alla luce per un'altra
opera importante per la riflessione politico-religiosa: laLettera
sulla tolleranza(1689). Del 1690 sono iDue trattati sul governo .
Attento al problema educativo, Locke compose iPensieri
sull'educazione(1693). Tra il 1695 ed il 1597 scrisse
laRagionevolezza del Cristianesimo .
Saggio sull'intelletto umano 14. 2. Ragione ed esperienza.
- Per Locke il grado di determinazione e di completezza razionale
in grado e misura diverso nei diversi uomini (adulti, bambini,
stolti e fantasticanti). Ci fa riferimento ad eventi ed abitudini
diverse, a processi formativi diversificati ed a condizioni
individuali e/o sociali molto differenti. Le idee presenti nella
mente umana possono poi non essere a loro volta complete ed
esaustive, quindi risultare incapaci di rendere l'apparenza di un
discorso razionale stabilmente fondato e compiuto. Molti e
variabili sono i principi, molte volte decettivo lo stesso
linguaggio con il quale quelle vengono espresse. Soprattutto poi
l'esperienza a fornire il materiale per la riflessione e la stessa
variabile determinazione dei principi.
15. Con tutto ci lo spazio che si apre alla ragione all'interno
del soggetto l'unico che possa fornire giustificazione alla volont
di comprensione e di azione umana. 16.
- Per Locke l'autonomia e la libert della volont razionale e
naturale del soggetto rimane costantemente salvaguardata e
conservata proprio grazie all'indagine ed all'analisi dei suoi
fattori, elementi e criteri costitutivi.quest'indagine e
quest'analisi che il pensatore inglese si accinge a fare nel
suoSaggio sull'intelletto umano . Qui egli intravede nello spazio
razionale umano il generarsi, il formarsi e perfezionarsi di
alcunefacolto strumenti atti a generare la visione, il progetto e
il desiderio all'azione. Per fare questo egli ha bisogno di
poterdelimitare le propriet di queste funzioni , osservandone e
valutandone la forma e la materia della loro costituzione (analisi
critica pre-kantiana). Queste si formano e si costituiscono grazie
agli apporti ed agli scambi intessuti con l'esperienza sensibile
esterna.
17.
- l'esperienza sensibile esterna a fornire la materia di ci che
poi costituir il dato dell'impressione sensoriale e il segno
interno costituito dai primi immediati elementi semplici:leidee
semplici(colori, sapori, forme). La mente umana poi utilizzer,
combinando e scombinando questi primi assunti, creando leidee
complesse , mettendo poi questi assunti secondari in relazione
reciproca ed ordinata, costituendo dei giudizi e disponendo delle
possibili finalit, sia conoscitive che pratiche. Questi e queste
dovranno per essere continuamente confrontati e confrontate con il
mondo esterno, per poter essere verificate e giustificate. Con
questa serie ordinata di processi e di procedimenti o procedure la
speculazione lockiana allontana la mente umana dalle soluzioni
tradizionali ai problemi metafisici, fissandola alla possibilit di
intravedere, definire ed ordinare idirittiradicali, naturali e
razionali, del soggetto umano. Saranno poi questi diritti a
costituire il fondamento della vita morale, religiosa e politica
delle collettivit civili, sgombrando il campo dalla superstizione,
dalla fantasiosit e faziosit, dal settarismo e dall'assolutismo
morale, religioso e politico (spirito della tolleranza).
18. 3. Le idee semplici e la passivit della mente.
- Lo spirito umano si muove con maggiore o minore certezza, fra
conoscenza ed opinione, intendendo arrivare ad un grado di assenso
tale da consentirgli una certa persuasione, in relazione alle
azioni che devono o possono essere compiute. La potenza umana
infatti limitata, sia dal punto di vista conoscitivo che morale e
politico (per non dire religioso). Questa limitatezza si esprime
prima nella cautela conoscitiva con la quale l'uomo esplora e
controlla i poteri della propria sensibilit, della propria
immaginazione e della propria capacit intellettiva, poi nella
prudenza con la quale tolto un universalismo che solo di Dio i
soggetti umani possano trovare un accordo pratico, nella comune
regolazione delle proprie attivit quotidiane, relative alla propria
singolare sopravvivenza ed alla comune vita civile (reciprocit dei
doveri).
19.
- Questa limitatezza teoretica e pratica non fa decadere la
potenza umana: al contrario essa accentua la consapevolezza della
necessit dell'impegno e dell'umilt nei confronti delle
responsabilit della vita comune. Per poter meglio chiarire,
definire ed accentuare le capacit di controllo, di governo e di
direzione delle potenze conoscitive e pratiche dell'uomo John Locke
amplia ed approfondisce lo sforzo critico teso alla determinazione
degli spazi, degli oggetti, delle misure e dei gradi
dell'intelletto umano. Egli cos lascia sullo sfondo ed
all'orizzonte il problema della razionalit (l'infinito della
comprensione e dell'azione).
20. Balzato all'interno della finitezza e della determinazione,
lo sforzo critico della ragione lockiana si appunta all'inizio
sull'origine sensibile della conoscenza. 21.
- Lasensazionetrasferisce allo spirito ed alla coscienza
dell'uomo il dato di conoscenza che proviene dal mondo esterno;
questo poi si modula in maniera sia oggettiva che soggettiva,
diventando undato d'esperienza . La determinazione esteriore ed
estrinseca si trasforma pertanto in una determinazione interiore ed
intrinseca:l'idea , come oggetto pensato dall'intelletto. Allora si
pu dire che la materia inizialmente incomprensibile della nostra
sensazione si precisa, si definisce e si determina individuandosi
attraverso l'identit pensata e riflessa dall'intelletto. Ogni
contributo esterno diventa quindi primaidea di sensazione , per poi
trasformarsi inidea di riflessione . Se nelle prime l'intelletto
passivo e si limita a ricevere e raccogliere l'identit plurale
delle sensazioni degli organi di senso, nelle seconde l'intelletto
diventa attivo, grazie ad un senso interno, che divide, distingue e
ricombina gli spazi dell' esteriorit sensibilee dell' interiorit
determinante(le due fonti della conoscenza).
22.
- La combinazione delle passivit-attivit esterne, delle attivit
interne e delle passioni ad esse interconnesse definisce lo spazio
complessivo delle operazioni dello spirito umano. Esso dunque
attraverso la percezione e le idee risultanti procede ad una
propria lenta e graduale evoluzione ed educazione formale ed
esperienziale, che toglie fondamento e valore ad ogni possibile
concezione innatista ed universalistaa priori . L'idea si forma
dunque all'interno dello spirito e di essa vi pu essere
determinazione chiara e distinta al modo cartesiano solo nel
momento in cui lo spirito stesso si acconci ad individuarla in modo
attentamente analitico, organico ed organizzato, prima di procedere
a qualsiasi operazione sinteticaa posteriori . Se quindi l'idea
comunque il risultato di un'attivit dello spirito il pensare ogni
effetto od ulteriore risultato dell'attivit di giudizio dal
giudizio sull'identit e non-contraddizione di una cosa con se
stessa, all'affermazione di un criterio unico ed universale per le
azioni umane dovrebbe essere inteso come un processo in
formazione.
23.
- Il processo di formazione del pensare porta la coscienza dello
spirito a formulare l'ipotesi di una rete di relazioni fra elementi
semplici leidee semplici organizzata secondo alcuni criteri
disposti in un ben preciso ordine. Cos dalle idee semplici che sono
la presenza nello spirito ed allo spirito di un'unica ed omogenea
apparenza e determinazione (proveniente dalla distinzione
sensoriale) lo spirito passa alleidee complesse . Queste sono
costituite dalla ripetizione, dal confronto e dall'unione delle
prime, quindi dalla loro composizione e scomposizione, senza alcuna
creazione o distruzione del materiale conoscitivo disponibile,
afferente per via di sensazione e/o riflessione. Le idee semplici
poi sono il risultato di una prima impressione sensoriale, che
distingue fra la qualit (oggettiva o soggettiva, primaria o
secondaria) della cosa esterna e le relative sensazioni, presenti
all'interno dei diversi e distinti organi di senso.
24. 4. L'attivit della mente e le idee.
- Dalle idee semplici lo spirito ottiene percombinazionele idee
complesse. Quando per le accosta senza unirle, per confrontarle,
allora esso pone in campo l'idea della possibilit
direlazionidiverse, comunque giustificate o giustificabili sulla
base del contenuto proposto dalle idee semplici di partenza. Quando
ancora lo spirito sceglie e seleziona un'idea dalle altre, esso
procede all' astrazione . In tutte queste attivit lo spirito umano
usa una potenza intellettiva capace di variare e moltiplicare la
determinazione risultante. Se le idee complesse possono rimanere
separate da una loro esistenza pratica e particolare, allora sono
dettemodi . Se, al contrario, le idee complesse non possono
rimanere separate da una loro esistenza pratica e particolare,
allora sono dettesostanze . In ultimo il confronto fra idee
complesse porta l'intelletto a generare l'idea dellarelazione(p.es.
la relazione fra causa ed effetto, oppure la relazione fra identit
e diversit) .
25.
- Le idee generali sono poi segni accompagnati da nomi, che si
riferiscono a forme di similitudine desunte dall'accostamento di
casi particolari.
Saggio sull'intelletto umano (1&2) Saggio sull'intelletto
umano (3&4) 26. 5. La conoscenza e le sue forme.
- Se la conoscenza si forma quindi grazie alla formulazione
linguistica di un giudizio (X /non P), essa intrinsecamente e
manifestamente sembra essere costituita da una procedura
intellettuale mediante la quale idee diverse vengono accostate o
separate e la loro unit o separazione diventa effetto di una
percezione spirituale (l'atto di una coscienza consapevole). Questo
atto pu dunque essere immediato e si ha allora laconoscenza
intuitiva quindi certo ed evidente, oppure derivato, attraverso la
mediazione di altre idee. In questo caso si ha laconoscenza
dimostrativa . Oltre a queste due forme di conoscenza interna
conoscenza di idee vi una terza forma di conoscenza: la conoscenza
esterna. Grazie alla sensazione attuale si d certezza
dell'esistenza delle cose esterne, grazie alla dimostrazione
(implicazione della causa per la presenza dell'effetto, il mondo
creato) si d certezza dell'esistenza di Dio.
27.
- A favore del fatto che si possa e debba poi pensare che la
relazione fra la realt esterna e l'idea che si forma in noi sia una
relazione certa e non illusoria od arbitraria stanno l'effettiva
funzionalit degli organi di senso (resa evidente dalle loro
mancanze contingenti), la produzione automatica delle idee,
l'accompagnamento in questa produzione del piacere e del dolore,
l'interrelazione organica e coordinata dei diversi apporti
sensoriali.
28. Ad un'altra forma di conoscenza certa si perviene a
proposito dell'io o coscienza di s: essa viene attestata dal fatto
che il soggetto pensante pu persino dubitare di stesso, assicurando
in questo modo la propria effettiva ed intuita presenza attiva. 29.
L'estensione della conoscenza oltre l'attualit della sensazione e
della riflessione espone la stessa alla considerazione della sua
mera possibilit (probabilit). 30.
- L'estensione della conoscenza e la sua probabilit non certezza
viene quindi convogliata attraverso l'ampliamento del procedimento
per somiglianza o differenza: somiglianza o differenza con
l'esperienza propria o degli altri uomini. L'insieme della
conoscenza certa ed evidente legata all'esistenza degli enti
esterni, di Dio e della singola coscienza e della conoscenza
possibile/probabile costituisce e fonda il regno e l'orizzonte
delle umane capacit razionali. La ragione umana vive e si muove tra
questi due termini: al loro interno si chiarisce, definisce e
determina. All'esterno di entrambi sta invece la conoscenza
sovrarazionale, regno della fede e della rivelazione divina. La
ragione per resta ad attestare l'attendibilit di questa apparente
sovradeterminazione, che accompagna la ragione stessa al di l dei
propri limiti apparenti, senza contraddizione o negazione possibile
(con conseguente negazione del fanatismo).
31. 6. La politica.
- L'individuo elementare il singolo soggetto - vive nell'apertura
della potenza politica naturale e razionale che costituisce la
collettivit sociale (il corpo e l'anima sociale). Vive e si
determina in essa grazie alla pluralit delle posizioni consentite
dal principio d'orizzonte della libert. Cos mentre l'assolutismo
hobbesiano finiva per giustificare e consentire il predominio
separato di un'ipotetica maggioranza assoluta sul resto della
societ politica e civile inglese, il contrattualismo lockiano
impedisce la formazione di una separazione nel corpo civile e
politico, volendo al contrario garantire l'esecutivit dei diritti
naturali e razionali di ogni singolo cittadino (vita, libert,
propriet).
32.
- Lo stato di natura non consente la regolazione delle dispute
umane, concentrate essenzialmente sul diritto di propriet. Esso
infatti manca di un'autorit e di una legge superiore capaci di
garantire la giusta determinazione delle attivit dei singoli. Per
consentire quindi la realizzazione comune della giustizia i singoli
individui detentori dei diritti naturali e razionali alla vita,
libert, eguaglianza e propriet decidono di costituirsi attraverso
un patto comune in societ civile e politica. Nasce in questo modo
il corpo e l'anima dello Stato, all'interno del quale il pensiero
della maggioranza variabile diventa legge dominante, discrimine di
volta in volta attuale delle azioni dei singoli.
33.
- La volont della maggioranza si fa dunque volont generale,
volont e direzione unica dell'intero corpo politico. Qui come
facile vedere legislativo ed esecutivo non si scindono fra loro:
solo l'esito effettivo della seconda rivoluzione inglese e la
conservazione dell'istituzione monarchica permetteranno la
divisione classica dei poteri (esecutivo assegnato al monarca,
assemblee legislative e controllo di legalit devoluto ai
magistrati). Lo stato di natura infatti mette a rischio la
possibilit di godere dei frutti del proprio lavoro, che si
costituiscono in propriet, capaci di far procedere oltre il
processo di determinazione ed individuazione del singolo soggetto.
Lo stato civile invece garantisce le propriet individuali dalle
aggressioni esterne e dalle eventuali prevaricazioni interne grazie
alla legge comune (stabile, fissa, notoria, accettata e
riconosciuta, applicata da un giudice riconosciuto e resa esecutiva
da un organismo particolare).
34.
- In questo modo la forza pu e deve essere usata all'interno ed
all'esterno per garantire e non, al contrario, espropriare i beni
civili collettivi: la pace, la sicurezza ed il pubblico bene del
popolo. In caso contrario infatti la forza verrebbe utilizzata per
salvaguardare interessi separati, a loro volta opposti e contrari
alla difesa dei diritti collettivi. In questa situazione per il
potere politico si trasforma in soggetto arbitrario ed innaturale,
oppressivo e negatore dei diritti naturali e razionali dei singoli.
In soggetto tirannico. Allora contro il tiranno il popolo ha la
facolt di riesumare e di riappropriarsi del diritto di natura,
violato e negato dal potere politico (diritto alla resistenza
contro l'oppressione). Cos facendo restituisce le condizioni
iniziali per un nuovo patto collettivo e per la restaurazione dello
Stato di diritto.
35. 7. Tolleranza e religione.
- Se la reciproca limitazione della potenza individuale la
premessa e la condizione necessaria per la comune conservazione e
la generale implementazione dei propri diritti naturali e razionali
libert, eguaglianza ed indipendenza (poter dare da parte di tutti e
di ciascuno esecuzione giusta alle proprie azioni) allora la stessa
distinzione lockiana fra Stato e Chiesa si inserisce nella medesima
volont di valorizzazione dello spirito di cooperazione fra due
soggetti e poteri deputati alla realizzazione ed al perseguimento
di finalit complementari. Nella suaEpistola sulla tolleranza(1689)
Locke definisce infatti loStatocome una societ di uomini costituita
per conservare e promuovere soltanto i beni civili. Nel contempo
laChiesaviene definita come una libera societ di uomini che si
riuniscono spontaneamente per onorare pubblicamente Dio nel modo
che credono sar accetto alla divinit, per ottenere la salvezza
dell'anima.
36.
- Per effetto di queste definizioni n lo Stato pu occuparsi della
salvezza delle anime, magari costringendo lo spirito dei sudditi ad
una determinata professione di fede, n la Chiesa pu chiedere per se
stessa ed i propri credenti una speciale giurisdizione, che eviti
l'applicazione delle leggi comuni. La fede riguarda infatti la
libert dello spirito e dell'intelligenza dei soggetti umani, quanto
la legge impone al contrario l'obbedienza alla comune realizzazione
razionale dei diritti naturali. La costrizione nella fede infatti
tradisce il suo spirito e la sua realt. Al contrario ma in modo
complementare la sottomissione generale alla legge consente la
realizzazione del medesimo impulso alla libert. Papisti ed atei
confliggono invece contro questo principio: i primi chiedono con
necessit l'adeguazione della magistratura civile a quella religiosa
e fanno discendere dai dogmi i principi della vita civile. I
secondi impediscono l'applicazione di qualsiasi formula di
giuramento, che li vincoli in maniera incontrovertibile al mutuo
patto di difesa civile e politica.
37. Due trattati sul governo Lettera sulla tolleranza