12016 Rivista della Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia
pneireviewDirettore Francesco Bottaccioli
Programma Ics Integrated Care Science - Scienza della Cura Integrata
CEFALEETrattamenti non farmacologici
e integrati
12016
Perché è l’unica Società scientifica interdisciplinare, che persegue l’unità della conoscenza dell’essere umano e dell’ambiente, promuovendo ricerca, studio e dibattito sia nelle discipline umanistiche sia in quelle biomediche e psicologiche.
Perché è l’unica Società scientifica interprofessionale, dove medici, psicologi, biologi, fisioterapisti, osteopati, infermieri, ostetriche e altri professionisti della salute interagiscono, in pari dignità, tra loro e con filosofi, fisici, antropologi, sociologi.
Perché lavora per produrre un nuovo modello di prevenzione e cura, basato su una visione unitaria dell’essere umano e sulla stretta collaborazione tra terapeuti uniti dal medesimo paradigma scientifico e culturale.
Perché è attivamente impegnata nel cambiamento qualitativo della formazione dei ricercatori e degli operatori sanitari, collaborando con le istituzioni Universitarie e le altre Società scientifiche.
Perché offre Master universitari di formazione in “PNEI e Scienza della cura integrata”.
Perché organizza corsi di formazione di base in PNEI con accreditamento ECM per soci e non soci in diverse città d’Italia a costi contenuti, basandosi sulle docenze gratuite offerte dai docenti SIPNEI.
Perché ogni anno, la Direzione Nazionale e le Sezioni regionali organizzano numerosi convegni di elevato livello scientifico e clinico.
Perché pubblica: 100 pagine l’anno di PNEINEWS, con contributi e interviste ai leader mondiali della ricerca per mantenersi sempre aggiornati in modo sintetico ed efficace; 200 pagine l’anno di PNEI REVIEW con approfondimenti monografici sui temi di interesse scientifico e clinico; un sito web www.sipnei.it continuamente aggiornato, la cui segreteria invia frequenti informazioni email direttamente ad ogni socio.
Perché offre ai soci la possibilità di organizzarsi in sezioni regionali e in coordinamenti professionali per promuovere ricerche, esperienze cliniche ed essere in continuo collegamento con colleghi italiani e stranieri.
Perché, come membro della International Society for Neuroimmunomodulation (ISNIM), è parte attiva del movimento scientifico internazionale che promuove la ricerca e la clinica in campo PNEI.
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Rita Ardito professore associato psicologia clinica Università di Torino, presidente Società Italiana Terapia Comportamentale e CognitivaMauro Bologna professore ordinario di Patologia generale, coordinatore Master di II Livello in Pnei e scienza della cura integrata, Università dell’Aquila, Presidente eletto SIPNEIAnna Giulia Bottaccioli medico specializzando in medicina interna, La Sapienza Università di Roma, perfezionata in Agopuntura e medicina tradizionale cinese, socio SIPNEI LazioFrancesco Bottaccioli professore a contratto di Fondamenti di Psiconeuroendocrinoimmunologia nella Formazione post-laurea delle Università di Siena e dell’Aquila, direzione Master in PNEI e scienza della cura integrata Università dell’Aquila, presidente on. SIPNEIPaolo Brambilla professore associato di Psichiatria Università di Milano e Università del Texas,Houston, USARaffaella Cardone psicologa psicoterapeuta,istruttrice Metodo PNEIMED, coordinatrice SIPNEI Emilia RomagnaAntonia Carosella professore a contratto di tecniche antistress e meditative (Metodo Pneimed) nel Master di II livello in Pnei e scienza della cura integrate Università dell’Aquila, socio SIPNEI LazioMarco Catani Clinical Senior Lecturer & Hon Consultant Psychiatrist NATBRAINLAB Department of Forensicand Neurodevelopmental Sciences, Institute of Psychiatry, King‘s College LondonFabio Coppedè professore associato di Genetica Medica, Dipartimento di „Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina a Chirurgia“, Università di Pisa.Mirko La Bella psicologo psicoterapeuta EMDR. Ambulatorio Sper. Medicina Funzionale dello Stress A.S.O. S. Giovanni Antica Sede TO, docente Università Popolare Torino, direttivo SIPNEI PiemonteVeronica di Nardo nutrizionista, Master Oncologia Integrata, Università Guglielmo Marconi, RomaIsabel Fernandez direttrice Centro Ricerca e Studi in Psicotraumatologia (Milano), Presidente Associazione EMDR Italia, Presidente Associazione EMDR EuropaMassimo Fioranelli professore associato di Fisiologia, Università Guglielmo Marconi, RomaDavid Lazzari professore a contratto di Psicologia medica Università di Perugia, direttore del servizio Psicologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Terni, presidente SIPNEIGiovanni Liotti psichiatra psicoterapeuta, docente della Scuola di Psicoterapia Cognitiva, RomaGiorgio Marchese ricercatore Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Farmacologia Traslazionale, UOS di CagliariPaolo Migone psichiatra psicoterapeuta, condirettore della Rivista Psicoterapia e Scienze Umane, ParmaAntonio Onofri psichiatra psicoterapeuta, Presidente UTT - Unità di Terapia del Trauma CCDS - Centro Clinico de Sanctis - RomaMarco Pagani primo ricercatore Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di scienze e di tecnologia della cognizione, Chair of the Neuroimaging Committee of the European Association of Nuclear Medicine (EANM).Andrea Polidoro psichiatra psicoterapeuta, dirigente Medico I livello Dip. Salute Mentale di Latina, docente Scuola di Formazione in Psicoterapia a Indirizzo Psicodinamico (SFPID) Roma, coordinatore sez. Lazio SIPNEILuciano Rispoli fondatore della Scuola europea di formazione in psicoterapia funzionalePaolo Sacchetti psicoterapeuta, didatta di terapia sistemico-relazionale (Centro Bolognese di Terapia della Famiglia), trainer esperto in Voice Dialogue - Psychology of The SelvesRosario Savino neuropsichiatra infantile,Napoli, Master II Livello in PNEI e Scienza della cura integrata, Università dell’Aquila, socio SIPNEI CampaniaDario Siniscalco chimico, dipartimento di medicina sperimentale, Seconda Università di Napoli, Editor-in-chief Autism Open AccessDanilo Sirigu medico gastroenterologo, radiologo, ipnologo, responsabile Scuola Ecografia SIUMB, Cagliari, coordinatore sez. Sardegna SIPNEIMargherita Spagnuolo Lobb, direttore Scuola di Specializzazione in Psicoterapia dell‘Istituto di Gestalt HCC Italy (Milano, Palermo, Siracusa)
È PREVISTO L’ACCREDITAMENTO ECM Costi: 60 euro Soci Sipnei, docenti e dipendenti Università Marconi, studenti, specializzandi alla prima specializzazione, tirocinanti 100 euro per tutti coloro che non rientrano nelle citate categorie Per iscriversi: vedi la scheda allegata Per informazioni: segreteria scientifica: dott.ssa Laura Vaccaro [email protected] evento: dott.ssa Diana Biondi [email protected] Sipnei: [email protected] provider ECM: Qiblì srl www.qibli.it
Società italiana di psiconeuroendocrinoimmunologia www.sipnei.it
Relatori e moderatori
MONOGRAFIACapitolo 1
F. Bottaccioli Psiconeuroendocrinoimmunologia delle cefalee3
Capitolo 2
F. De Cesaris, P. Geppetti, A. Chiarugi, E. Rossi Le nuove terapie per l’emicrania15
Capitolo 3
F. Cracolici L’agopuntura, madre di tutte le terapie di neuromodulazioneper la cura delle cefalee
25
Capitolo 4
F. Cerritelli Efficacia clinica del trattamento osteopatico nell’emicrania cronica: studio controllato randomizzato a tre braccia
34
Capitolo 5
A. G. Bottaccioli Terapie Mente-Corpo per la cura delle Cefalee. Evidenze scientifiche di efficacia e sicurezza
44
SAGGI
G. Miserotti Cambiamenti climatici: impatto sanitario e socio-economico 55
R. Robba Carie dentaria: una nuova visione integrata 71
RECENSIONI
F. Bottaccioli La teoria polivagale. Un’analisi critica94
Rivista della Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia
pneireview
Direttore ResponsabileFrancesco Bottaccioli
Supplemento al n. 3/2016 di Pnei News
Registrazione Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 8038 del 11/02/2010
Redazione Piazza Mincio, 1 - Roma
Grafica e impaginazioneArgento e China
Acquisti/PurchaseAbbonamenti/[email protected] www.sipnei.it
Editor in ChiefFrancesco Bottaccioli
Scientific Board Franco Baldoni (Psychosomatic Medicine, Bologna University), Fabrizio Benedetti (Neuroscience, Torino University), Gianluca Bocchi (Philosophy of Science, Bergamo University), Mauro Bologna (General Pathology, L'Aquila University), Francesco Bottaccioli (Psychoneuroendocrinoimmunology, L'Aquila University), M. Grazia Cifone (Immunology, L'Aquila University), Claudio Franceschi (Interdepartmental Center Bioinformatics, Biophysycs, Biocomplexity, Bologna University), Irving Kirsch (Psychology, Plymouth University (UK), Program in Placebo Studies Harvard Medical School, Boston (USA), David Lazzari (Medical Psychology, Perugia University), Andrea Minelli (Physiology, Urbino University), Marina Risi (Integrated Medicine, Siena and Perugia University), Tullio Seppilli (Medical Antropology, Emeritus, Perugia University), Andrea Sgoifo (Physiology of Stress, Parma University).
Editorial Board Anna Giulia Bottaccioli MD, Roberta De Bellis Ph.D., Andrea Delbarba MD, Antonella Palmisano M.Sc., M. Psy.
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3 n.1 anno 2016 pneireview
cap. 1 | Psiconeuroendocrinoimmunologia delle cefaleeFrancesco Bottaccioli
Le cefalee sono un gruppo di patologie a larga diffusione, ad elevato rischio iatrogeno e con un trattamento farmacologico di modesta efficacia, che anche la più moderna ricerca sul CGRP non sembra essere in grado di modificare in modo significativo. S’impone una visione unitaria delle fonti di produzione dei fattori infiammatori, alla base della patologia, per costruire un approccio multiplo e integrato alla terapia, fondato sulla regolazione dello stress, del sonno, dell’alimentazione, utilizzando anche metodiche di neuromodulazione non invasive.
Parole chiave: CGRP, neuromodulazione, mastocita, infiammazione neurogenica, cura integrata
The headaches are a group of wide- spread diseases, high iatrogenic risk and with modest efficacy of the pharmacological treatment, that even the most modern research on CGRP does not seem to be able to change significantly. This calls for a unified vision of the sources of production of inflammatory factors, the basis of pathology, to build a multiple and integrated approach to therapy, based on the regulation of stress, sleep, nutrition, also using methods of non- invasive neuromodulation.
Key words: CGRP, neuromodulation, mastoid cell, neurogenic inflammation, integrated care
Le cefalee sono una delle patologie umane più diffuse e probabilmente tra le peggio
curate.
La prevalenza del disturbo, secondo una recente national survey statunitense, riguarda
il 16,2-22,7% degli adulti, mentre la soddisfazione dei pazienti per le cure attuali è
decisamente scarsa: meno di un paziente su tre si dichiara soddisfatto delle terapie che
riceve (Wachholtz, Malone, Bhowmick 2015).
Gli attacchi di emicrania hanno un forte impatto sia sul benessere individuale che su
quello sociale, per la riduzione della produttività causata dalle frequenti assenze dal
lavoro e per le spese per le cure, anche in emergenza. È stato calcolato che negli Stati
Uniti gli attacchi di emicrania rappresentano il 3% di tutte gli accessi al dipartimento
d’emergenza (Buse, Lipton 2013).
Le persone che soffrono di cefalea soffrono anche di altri disturbi, tra cui, in primo luogo,
Psiconeuroendocrinoimmunologia delle cefalee Francesco Bottaccioli - Direzione Master in “Pnei e Scienza della cura integrata” Università dell’Aquila
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cap. 1 | Psiconeuroendocrinoimmunologia delle cefaleeFrancesco Bottaccioli
Tab. 1 Le relazioni tra
disturbi psichiatrici, esperienze
traumatiche ed emicrania
Fonte: Minen et al 2016
di depressione e ansia, ma, in una quota rilevante di loro, è anche rintracciabile una storia
di esperienze traumatiche, subite nella vita infantile e in quella adulta (vedi Tab. 1).
Significativa è la constatazione che la relazione tra emicrania e disturbi dell’umore è di
tipo bidirezionale, cioè non solo le persone che soffrono di cefalea accusano spesso anche
disturbi d’ ansia e depressione, ma accade anche il contrario (Minen at al 2016). Soffrire
quindi di un disturbo psichiatrico espone all’insorgenza di un disturbo cefalalgico. Come
vedremo, questa correlazione non è bizzarra, ha una precisa spiegazione biologica riferita
all’infiammazione che sottende sia i disturbi psichiatrici sia quelli neurologici.
Le persone che soffrono di frequenti attacchi di emicrania (uno o più giorni al mese)
o che presentano una emicrania cronica (con più di 15 giorni al mese) conoscono
perfettamente i fattori scatenanti dell’attacco. I principali triggers, individuati dalle
indagini epidemiologiche, sono: condizioni ambientali, stress, mancanza di sonno,
cibo e bevande (per l’elenco completo vedi la Tab.2).
DepressioneAnsiaDisturbo da stress post-traumaticoTrauma infantileAbuso durante la vita adulta
Disturbi ed esperienze traumatiche
Percentuale di pazienti con emicrania che presentano anche patologie psichiatriche
41-4751-589-435833
Tab.2I triggers dell‘
emicrania. Fonte: Wachholtz,
Malone, Bhowmick 2015
Condizioni ambientali (vento caldo freddo umidità) StressCarenza di sonnoAlcune bevandeAlcuni cibiPasti saltatiMestruazioniAttività fisicaAlcol/farmaciAttività sessuale
I principali fattori scatenanti gli attacchi d’emicrania60
55,851,944,742,739,437,425,825,96,8
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cap. 1 | Psiconeuroendocrinoimmunologia delle cefaleeFrancesco Bottaccioli
Negli ultimi 25 anni, la terapia standard dell’attacco di emicrania è basata sull’uso dei
triptani, molecole il cui meccanismo d’azione è ancora completamente da chiarire,
ma la cui efficacia si fa risalire all’ azione agonista sul recettore per la serotonina
5-HT1B/1D: il risultato è una vasocostrizione che contrasta la vasodilatazione, indotta
dall’infiammazione alla base dell’emicrania, con effetti sulla risoluzione del dolore.
Il primo dei triptani, messo in commercio nel 1992, è stato il sumatriptan, seguito da
altri sei: almotriptan, eletriptan, frovatriptan, naratriptan, rizatriptan e zolmitriptan. Al
di là di qualche differenza tra le varie molecole, l’efficacia media di questi farmaci
è decisamente modesta: le statistiche documentano un sollievo dal dolore, nel
giro delle due ore successive all’assunzione, in una quota variabile tra il 49 e il
69% dei pazienti, ma la possibilità che questi farmaci liberino completamente
dal dolore, senza causare effetti avversi, riguarda solo un 10-20% dei pazienti
studiati (Asseburg, Peura, Oksanen et al. 2012). Inoltre, considerata la loro azione
vasocostrittiva, con possibili effetti ipertensivi, il possibile abuso, soprattutto in
corso di cefalea ricorrente e cronica, i triptani giustificano la scarsa soddisfazione
per le terapie delle cefalee di cui accennavo all’inizio. Da qui la ricerca di un
altro approccio alla prevenzione e alla terapia delle cefalee in generale e
dell’emicrania in particolare.
L’eccitazione in corso nella ricerca farmacologica
Ci sono grande eccitazione e attesa per un nuovo farmaco, frutto della ricerca più
recente sui meccanismi alla base del dolore emicranico. Il farmaco, un anticorpo
monoclonale, va a bloccare un peptide, il CGRP (calcitonin gene-related peptide)
coinvolto nella vasodilatazione e nell’infiammazione dei vasi cerebrali in corso di
emicrania. Bloccando il peptide si pensa quindi di poter innescare la regressione della
vasodilatazione e, soprattutto, dell’infiammazione risolvendo il dolore. Vedremo che,
nei primi trial controllati, l’efficacia dell’anticorpo anti-CGRP non è particolarmente
robusta e che la prospettiva del nuovo farmaco non così esaltante e liscia come si tende
a presentare.
Il CGRP è uno dei primi esempi di una proteina prodotta per splicing alternativo1 del
gene della calcitonina, ormone tiroideo che entra nella regolazione dei livelli di calcio.
A partire infatti dalla stessa sequenza genica, sulla base della diversa combinazione
1. Sullo splicing alternativo si veda: Bottaccioli 2014, p. 55
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cap. 1 | Psiconeuroendocrinoimmunologia delle cefaleeFrancesco Bottaccioli
delle sequenze codificanti (esoni) si possono formare diversi RNA messaggero, che
daranno origine a diverse proteine, tra cui la calcitonina e il CGRP.
Il peptide viene rilasciato quando viene occupato il recettore TRPV1 (transient
receptor potential vallinoid 1), che è un canale ionico che si apre sotto l’azione di vari
stimoli, tra cui la capsaicina (ben presente nel peperoncino) e il calore sopra i 43°C.
Un contributo fondamentale allo studio di questo peptide è stato fornito, in questi anni,
da ricercatori cinesi, che hanno lavorato su una pianta molto nota nell’antica medicina
cinese, Evodia rutaecarpa, che è tradizionalmente usata per trattare l’ipertensione.
L’estratto della pianta, la Rutaecarpina è un agonista del TRPV1 e quindi, stimolando
il rilascio di CGRP, agisce come ipotensivo e protettivo cardiovascolare, come è
dimostrato nella sperimentazione animale e umana (Li D. et al. 2008).
Il Box 1 descrive l’uso della pianta nell’antica medicina cinese.
Fisiologia del CGRP
Il CGRP fa parte di un gruppo di molecole, come SP (sostanza P), VIP
(Vasoactive intestinal peptide) e somatostatina, che vengono rilasciate in
corso di “infiammazione neurogenica” e cioè di un’infiammazione che non
è prodotta dallo stimolo immunitario indotto da un antigene (una sostanza
estranea), bensì dalle fibre nervose, eccitate da vari stimoli, anche di natura
prettamente psichica. Il rilascio di CGRP, da parte delle fibre del nervo
Una antichissima pianta per una modernissima ricerca
Il Fructus Evodiae Rutaecarpae, Wu zhu yu in cinese, assieme alla Cannella e all’ Artemisia è una delle poche piante citate nei più antichi testi medici cinesi ritrovati (epoca della medicina magica). Successivamente, la pianta entrò a far parte della Materia Medica dei primi Trattati dell’epoca Han (II sec a.C- II d.C.). Utilizzata prevalentemente per abbassare la pressione arteriosa, a questo fine la sua polvere, mescolata con aceto, viene piazzata sotto la pianta del piede, al centro nel terzo anteriore (che nella Medicina cinese antica rappresenta il punto sorgente del meridiano del rene).Oggi sappiamo che il suo estratto è in grado di attivare il recettore TRPV1, che causa il rilascio di CGRP, con effetti ipotensivi.
Box. 1 Wu zhu yu pianta che attiva il
rilascio di CGRP
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cap. 1 | Psiconeuroendocrinoimmunologia delle cefaleeFrancesco Bottaccioli
trigemino, nello spazio sotto la dura madre, che è la membrana meningea
più esterna, induce dilatazione dei vasi e attivazione infiammatoria delle
cellule immunitarie che si trovano in quello spazio cerebrale, in particolare di
mastociti, cellule ad elevata attività infiammatoria (vedi Fig. 1).
L’attivazione nervosa, soprattutto di origine trigeminale, induce un rilascio di CGRP nello spazio sub-durale, che attiva la degranulazione delle cellule mastoidi (mastociti) con rilascio di istamina e di altre sostanze vasoattive che causano vasodilatazione e infiammazione, che sono all’origine del dolore in corso di cefalea. La figura illustra anche gli ipotetici siti d’azione degli anticorpi monoclonali anti-CGRP e degli antagonisti recettoriali
Funziona il blocco del peptide CGRP? Riesce a risolvere il dolore da emicrania?
La sperimentazione si è concentrata, in una prima fase, su anticorpi che bloccano il
recettore del CGRP in siti multipli del cosiddetto sistema trigemino vascolare, secondo
dimostrazioni recenti (Miller et al 2016). Sfortunatamente, gli antagonisti recettoriali del
CGRP si sono mostrati dannosi per il fegato, determinando un temporaneo blocco di
questa linea di ricerca.
Invece, gli anticorpi monoclonali anti-CGRP, mostrando un migliore profilo di sicurezza
Fig. 1 L’azione pro-infiammatoria del CGRP negli spazi meningei. Fonte: Russell 2014 (free article)
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cap. 1 | Psiconeuroendocrinoimmunologia delle cefaleeFrancesco Bottaccioli
a breve termine, hanno potuto proseguire le sperimentazioni controllate, ottenendo i
seguenti risultati: per il trattamento acuto non sono superiori ai triptani, secondo una
recente meta-analisi sui 10 trial randomizzati controllati pubblicati (Hong P, Liu Y 2016),
mentre per la prevenzione della emicrania episodica (ricorrente) i risultati appaiono
alquanto modesti.
Solo alla dose massima si registra un’efficacia maggiore del placebo, che consiste in una riduzione di poco più di un giorno di emicrania al mese, verificata alla fine dei 3 mesi di trattamento.
Come mostra la Tab. 3, i cui dati sono tratti da un trial randomizzato controllato,
pubblicato su Lancet Neurology del 15 aprile 2016, solo il dosaggio massimo
dell’anticorpo monoclonale mostra un’efficacia maggiore del placebo, che però
consiste in una riduzione modesta: poco più di un giorno di emicrania al mese,
verificata alla fine dei 3 mesi di trattamento.
Ma almeno questo nuovo, presumibilmente costosissimo, farmaco antiemicranico è
sicuro?
Nei piccoli e brevi trial clinici e fisiologici, effettivamente si registrano scarsi effetti
avversi significativi, ma la fisiologia del CGRP deve metterci in guardia da facili
e rassicuranti conclusioni. Come mostra la Fig. 2, il CGRP è presente in tutti i vasi
sanguigni a concentrazioni fisiologiche, che, come abbiamo visto per la genesi
dell’emicrania, possono diventare patologiche in corso di eccessiva stimolazione
neuro-immunitaria.
Ciò significa che la riduzione della concentrazione di CGRP nei vasi cerebrali può
avere effetti positivi sulla cefalea, sia pur ancora da dimostrare quanto grandi, ma la
stesso fenomeno può avere effetti opposti, avversi, sulla pressione arteriosa e sulla
7 mg
21 mg
70 mg
EFFETTI
Non superiore al placebo
Non superiore al placebo
Farmaco: -3,4 giorni al mesePlacebo: -2,3 giorni al mese
ANTICORPO MONOCLONALE AMG334 (a dosaggi crescenti)
Tab. 3. Effetti dell’anticorpo
monoclonale anti-CGRP, somministrato
a dosi crescenti, sulla riduzione dei giorni di emicrania
in soggetti con emicrania ricorrente.
Fonte: Sun H et al 2016
9 n.1 anno 2016 pneireview
cap. 1 | Psiconeuroendocrinoimmunologia delle cefaleeFrancesco Bottaccioli
funzionalità cardiaca, laddove, in caso di ipertensione, aterosclerosi, scompenso
cardiaco e guarigione delle ferite, invece che ridurre la concentrazione di CGRP
occorrerebbe, plausibilmente, aumentarla (Russell et al 2014).
Infine, c’è un ultimo aspetto da considerare, che riguarda ciò che ormai è chiaro dalla
lunga sperimentazione, in altre patologie, degli anticorpi monoclonali. Molto spesso, per
mantenere gli effetti sintomatologici degli anticorpi monoclonali, il trattamento deve
essere protratto nel tempo, praticamente a vita, come dimostra l’esperienza degli ultimi
15 anni di trattamento di alcune patologie autoimmuni con anticorpi monoclonali anti-
TNFalfa: la remissione dalla sintomatologia, che può registrarsi in corso di trattamento,
non viene mantenuta dopo la sua sospensione (Chatzidionysiou et al 2016).
I diversi effetti della riduzione (pallino rosso) e dell’aumento (pallino blu) della concentrazione di CGRP tramite, rispettivamente, antagonisti e agonisti del neuropeptide. I punti interrogativi indicano incertezza delle conoscenze attuali.
Fig. 2Il CGRP nella fisiologia dell’organismo. Fonte:Russell et al 2014 (free article)
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