SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO È POSSIBILE?
© Valentina Durante / District Vision Lab
La crisi? È anche un’occasione per riflettere sulle storture e i limiti del nostro sistema di sviluppo. E la vostra azienda? È pronta per il check-up?
In Un altro mondo è possibile? (12 sub-trend) analizziamo le conseguenze che il neo attivismo ha sulla moda, sull’arte e sul design (ma parliamo anche di food, finanza, travel…).
Quando il progettare recupera il suo primigenio valore sociale (oggi spesso soffocato da iperdecorativismo e operazioni di marketing), quando la street art parla meno di sé e più dei problemi del mondo, quando il fashion bypassa creativamente i limiti del copyright.
UN ALTRO MONDO È POSSIBILE?
SOSTENIBILITÀ ETICA E AMBIENTALE© Valentina Durante / District Vision Lab
macro trends
STREET ART ACTIVISM
macro trends
NEO-ACTIVISM
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
SWAPPING E SHARING
HANDMADE E CRAFTIVISM
DESIGN PER L’ALTRO 90%
DESIGN PER MIGLIORARE LA VITA
LOCAL & ETHICAL FOOD
ARTE IMPEGNATA
MICROCREDITO E CREDITO PEER-TO-PEER
ETHICAL CELEBS
© Valentina Durante / District Vision Lab
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Gli ecologisti britannici sono sempre più spesso sul piede di guerra. L’industria aeronautica è uno dei loro target prediletti.
L’evento annuale in cui si radunano è il Camp for
Climate Action; l’edizione 2008 si terrà a Heathrow.
La loro parola d’ordine è Direct Action: “I voli aerei emettono
ogni anno più CO2 del Perù. In Gran Bretagna sono
responsabili del 13% delle emissioni nazionali”.
NEO ACTIVISM
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
macro trends
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Le strategie di protesta adottate sono di stampo situazionista, poichè si ritiene che l’azione convenzionale non sortisca i
risultati sperati.
L’incursione più famosa è il “Sermone sulla pista”: una
messa celebrata sulla linea di decollo principale dell’aeroporto
di Heathrow dal parroco attivista Malcolm Carroll (ha
all’attivo oltre 40 azioni) in memoria delle vittime del
cambiamento climatico, 150mila ogni anno secondo
l’Oms.
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NEO ACTIVISM
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A Londra sei agenzie di viaggio sono state impacchettate con
adesivi “Chiuso: siamo al Campo del Clima”.
O ancora l’invasione di una fabbrica da parte di un gruppo
di attivisti vestiti da uccelli.
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NEO ACTIVISM
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Una delle associazioni che promuovono il Camp for
Climate Action è Plane Stupid, fondata nel 2006 da Joss
Garman.
Viene paragonata dai sociologi inglesi alle avanguardie che hanno cambiato la società,
come il movimento per il voto alle donne.
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NEO ACTIVISM
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Approccio situazionista anche per il brand di cosmetici
ecosostenibili Lush.
Nato nel 1994 non utilizza ingredienti testati su animali e
vende i prodotti senza packaging.
L’ultima campagna ha utilizzato un gruppo di ragazzi e ragazze
vestiti con solo un grembiule con la scritta “Ask me why I’m
naked”.
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NEO ACTIVISM
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Il movimento Critical Mass, nato a San Francisco nel
settembre del 1992 quando un gruppo di ciclisti decise di
passare ugualmente sul Golden Gate (all’epoca vietato alle
biciclette), è ritornato al centro dell’attenzione.
Inizialmente era un modo per rivendicare uno spazio nelle
strade del traffico urbano.
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NEO ACTIVISM
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Oggi la bicicletta non è solo un’alternativa all’automobile o
alla civiltà del petrolio, ma anche uno strumento per
sovvertire in modo silenzioso e pacifico modelli di vita e società
basati sul profitto e l’alienazione di sé.
È una strada per dare forma a quella che Chriss Carlsson
chiama nowtopia.
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La crescita di questo trend ha anche una motivazione di
carattere generazionale.
Anche in Europa, come già negli USA e in Giappone, è
ormai stato isolato il fenomeno di quella che viene definita la
“generazione dei perdenti” (Baby Losers): IPOD (Insecure, Pressured,
Overtaxed and Debt Ridden) in Inghilterra; Milleuristas in
Spagna, Genération P (precaire) in Francia,
Bamboccioni in Italia…
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NEO ACTIVISM
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Appartengono alla Generazione X: sono cresciuti nel comfort della classe media.
Hanno studiato più dei loro genitori.
Eppure sono consapevoli che faranno una vita peggiore: con
un lavoro meno pagato, con case meno eleganti, con minor
possibilità di viaggiare, consumare, divertirsi…
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NEO ACTIVISM
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I nowtopians rispondono agli eccessi contemporanei di
lavoro e precarietà unendosi in progetti pratici. Non si salva il
pianeta consumando bene, ma consumando meno.
La spesa etica è diventata uno status symbol e corriamo il
rischio di affogare nella spazzatura ecologica.
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Il guerrilla gardening una forma di giardinaggio politico
praticata soprattutto da gruppi ambientalisti.
Gli attivisti rilevano un pezzo di terra abbandonato, che non gli
appartiene, per farci crescere piante o culture.
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STREET ART ACTIVISM
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Certi gruppi di guerrilla gardening compiono le loro azioni (attacchi) durante la
notte, in relativa segretezza, per seminare e prendersi cura
di un nuovo tappeto vegetale o tappeto fiorito.
Altri lavorano più apertamente, cercando di coinvolgere le
comunità locali.
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Guarda il video guerrilla gardening by Adidas.
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JR ha appeso questi manifesti illegali su un muro di un
quartiere di Gaza logorato dalla guerra.
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Joshua Callaghan, artista di Los Angeles, mixa antropologia
culturale e arti decorative per camuffare gli oggetti
esteticamente indesiderabili presenti nello spazio urbano
con grafiche in vinile trompe-l’oeil.
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La serie Nature’s Revenge dello street artist parigino Ludo mostra piante e fiori armati con
armi e altri apparecchi elettronici: è un modo per ricordare la minaccia che l’uomo rappresenta per la
natura.
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Un esempio di shadow street art a Kaunas, in Lituania:
durante il giorno il graffito sul muro rappresenta solo una
cascata di stelle.
Di notte l’ombra della statua vi proietta un suggestivo
seminatore.
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L’inglese Filthyluker realizza progetti borderline fra arte
pubblica e writing con un chiaro messaggio ambientale.
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Poster Boy è un famoso street artist neworkese che
reinterpreta i billboard pubblicitari tagliandone e
incollandone i pezzi a formare delle composizioni che
denunciano i paradossi della mitologia consumista
contemporanea.
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STREET ART ACTIVISM
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Le immagini iconiche del duo UrbanMedium (Derek e
Heather, marito e moglie) utilizzano un mashup di pop culture e figure storiche per stimolare la riflessione nello
spettatore.
Nella serie Kim Jong-iLL il dittatore nordcoreano viene
mixato a simboli dell’immaginario americano –
ODB, Michael Jordan e James Bond.
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STREET ART ACTIVISM
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A New Orleans il prolifico Bansky ricorda con i suoi
murales le devastazioni causate dall’uragano Katrina.
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STREET ART ACTIVISM
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Il progetto Take a Seat è un’iniziativa di guerrilla che
rimedia alla cronica mancanza di sedie in luoghi pubblici come le stazioni della metropolitana.
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STREET ART ACTIVISM
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Replating è un termine coniato dallo studio di design
Language In Common che indica l’atto di abbandonare del
cibo sopra i cestini pubblici in modo che possa essere
raccolto da chi ha bisogno.
Nel loro sito è possibile scaricare poster e sticker per
sostenere e diffondere questa campagna di open source
food activism.
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
STREET ART ACTIVISM
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Lo swapping (scambio di abiti) è un trend sempre più
dilagante.
Si fa a feste private oppure durante eventi appositamente organizzati come lo Swap-a-
rama Razzmatazz, ogni mese al Favela Chic di Londra: ogni
volta che suona il clacson bisogna scambiare un capo con
la persona che si trova di fianco.
SWAPPING E SHARING
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
A Milano il servizio di car sharing è stato introdotto da Legambiente nel 2001. Oggi
conta tre differenti tipologie di auto, 13 parcheggi e più di 200
abbonati.
In Inghilterra City Car Club, una delle più grandi aziende di
car sharing, ha assistito a un incremento degli iscritti del 46%
negli ultimi mesi.
SWAPPING E SHARING
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Fratello dello sharing è il pooling: una o più persone
mettono a disposizione il proprio veicolo mentre gli altri contribuiscono a coprire una parte delle spese sostenute
dagli autisti.
Pickup Pal è attivo in 104 Paesi: facilita il contatto fra chi offre e chi cerca un passaggio
con l’obiettivo di ridurre le emissioni di Co2, combattere il
congestionamento urbano, risparmiare e aiutare le persone
a connettere fra loro.
SWAPPING E SHARING
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
E il pooling non è solo per l’auto…
Il cowpooling consiste nell’associarsi per acquistare
una mucca da una fattoria locale e poi dividerla.
SWAPPING E SHARING
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Già da qualche anno si è diffuso, grazie al Web 2.0, il
couch surfing, iniziativa legata al travel & hospitality che mette in contatto persone con diverse
esigenze da ogni parte del mondo.
Da una parte c’è chi mette a disposizione una stanza o il
divano di casa o un angolo di giardino dove piantare la tenda;
dall’altra c’è il viaggiatore low cost che cerca un posto in cui
poter sostare per qualche giorno.
SWAPPING E SHARING
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
… oppure grazie a community on-line come
Whatsmineisyours.com e Commuto.com (quest’ultimo
dedicato non solo all’abbigliamento).
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
SWAPPING E SHARING
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Craftivism è un termine creato da Betsy Greer unendo le
parole craft e activism.
Alla base del movimento c’è il concetto che ogni qualvolta si
decide di realizzare un capo di abbigliamento a mano anzichè
acquistarlo si compie un atto propositivo (e anche critico) a
livello sociale.
Ci si distanzia dal consumismo di massa, sottraendosi dalla
logica dell’acquisto.
HANDMADE E CRAFTIVISM
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Il craftivism si concretizza anche in tangibili
manifestazioni di aiuto: è il caso del charity knitting di
Tricoteuse sans frontières, che devolvono i loro incassi ai
medici impegnati in prima linea.
HANDMADE E CRAFTIVISM
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© Valentina Durante / District Vision Lab
O anche di The StreetKnit Project.
Fondato da Sadie Lewis nel 2006, riunisce gli sferruzzatori di Toronto per aiutare, con le
loro sciarpe e maglioni, i senzatetto durante i mesi
invernali.
HANDMADE E CRAFTIVISM
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Ma fare a maglia, a uncinetto, cucire o ricamare in compagnia è anche un modo per stringere
connessioni profonde con le persone.
Ai circoli Stich ‘n Bitch made in USA è dedicato il bestseller
The Friday Night Knitting Club di Kate Jacobs. Julia
Roberts ne ha già acquistato i diritti e lo sta trasformando in
un film (uscita prevista nel 2010).
HANDMADE E CRAFTIVISM
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Il craftivism può diventare anche concreta azione di
protesta politica.
Un esempio è l’opera Pink M.24 Chaffee dell’artista
danese Marianne Jørgensen: un carrarmato coperto con una
coperta di lana rosa (creata con 4mila pezzi inviati da
sferruzzatori di tutto il mondo) sistemato nell’aprile 2006 di
fronte al Contemporary Art Center di Copenaghen per
protestare contro la partecipazione della Danimarca
alla guerra in Iraq.
HANDMADE E CRAFTIVISM
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Knitta Please è una forma di street art nata a Houston nel 2005: di notte si rivestono di
lavori a maglia lampioni, antenne, cartelli, monumenti...
HANDMADE E CRAFTIVISM
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Armati di cartelli di stoffa ricamati a mano i membri del
Revolutionary Craft Circle di Melbourne protestano contro
la rampante speculazione edilizia che affligge la città
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microRevolt è un collettivo di craftivists fondato da Cat
Mazza, un’artista che propone il lavoro a maglia come atto di
resistenza molecolare contro le multinazionali sfruttatrici della manodopera a basso costo.
HANDMADE E CRAFTIVISM
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Utilizzano Knitpro, un’applicazione che permette di
trasformare immagini digitali GIF, JPEG, o PNG, inferiori a
1Mb, in pattern per lavori a maglia, uncinetto e punto-
croce.
HANDMADE E CRAFTIVISM
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In Italia l’esempio più significativo è quello di Serpica
Naro, un metabrand/evento creato nel 2005 da 200 persone
che lavorano nel mondo del fashion e della comunicazione
con “contratti atipici” per denunciare le forme di
precariato presenti nei settori in cui operano (Serpica Naro è
l’anagramma di San Precario).
HANDMADE E CRAFTIVISM
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Nel 2006 il brand Serpica Naro è stato liberato con la stesura
della prima licenza Creative Commons ed è diventato
collettivo.
Chi desidera utilizzarlo deve garantire la non presenza di
manodopera precaria in tutta la filiera produttiva.
HANDMADE E CRAFTIVISM
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Hacking Couture, movimento creato da Giana Gonzalez, introduce nel mondo della
moda il concetto di open source.
Nella open source library del sito vengono analizzati i codici stilistici e semantici delle griffe
più famose. Altri stilisti possono così impadronirsi di questi
codici per inserirli nelle loro creazioni: non si tratta di un
plagio, ma di una implementazione di carattere
open source.
HANDMADE E CRAFTIVISM
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Questo è un esempio della decodifica dei codici semantici e stilistici del marchio Chanel.
Gli aspetti considerati sono i temi, le tecniche esecutive e I
materiali.
HANDMADE E CRAFTIVISM
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TEMI
Lo stile di Gabrielle Chanel
Il logo con la doppia C
Lo schema cromatico bianco e nero
La gioielleria bizantina
La camelia
…
HANDMADE E CRAFTIVISM
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MATERIALI
Perle
Pietre semi-preziose
Catene di metallo
Pelle
…
HANDMADE E CRAFTIVISM
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TECNICHE ESECUTIVE
Il caratteristico tweed
Fattura dei gioielli
…
HANDMADE E CRAFTIVISM
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Esempio di Chanel hack.
HANDMADE E CRAFTIVISM
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Yves Saint-Laurent hack
HANDMADE E CRAFTIVISM
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© Valentina Durante / District Vision Lab
The Counterfeit Crochet Project di Stephanie Syjuco,
artista di San Francisco, indaga invece senso e problematiche del fenomeno della pirateria e della contraffazione dei brand
dell’alta moda.
HANDMADE E CRAFTIVISM
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Sul sito si possono scaricare i cartamodelli per le creazioni.
Il risultato finale presenta somiglianze con l’originale ma
ovviamente sembra tutto fuorché autentico.
HANDMADE E CRAFTIVISM
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
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© Valentina Durante / District Vision Lab
I grandi designer creano per il 10 per cento della popolazione
mondiale.
Un’esposizione al Cooper-Hewitt National Design
Museum di NY, conclusasi nel settembre 2007, ha fatto il
punto sulle soluzioni creative per il restante 90% povero del
mondo.
DESIGN PER L’ALTRO 90%
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Lifestraw
Una specie di cannuccia che purifica e rende potabile l’acqua
dei fiumi.
Designer: Torben Vestergaard Frandsen
Produttore: Vestergaard Frandsen S.A.
Cina e Svizzera, 2005
Utilizzato in Ghana, Nigeria, Pakistan, Uganda
DESIGN PER L’ALTRO 90%
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Jaipur foot and below-knee prosthesis
È una protesi realizzata con materiale a basso costo ma di
lunga durata. Può essere portata con o senza scarpa.
Designer: Master Ram Chandra Sharma e Dr P. K. Sethi
Produttore: Bhagwan Mahavir Viklang Sahayata Samiti
Jaipur, India, 1968
DESIGN PER L’ALTRO 90%
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© Valentina Durante / District Vision Lab
AMD Personal Internet Communicator
Garantisce le funzionalità di base di un computer, Internet
incluso, a un prezzo accessibile.
Designer: M3 Design
Produttore: Solectron e FIC
USA, Messico e Brasile, 2004
Utilizzato in: Brasile, Isole Vergini, India, Jamaica,
Messico, Panama, Russia, Sudafrica, Turchia, Uganda,
USA
DESIGN PER L’ALTRO 90%
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Q Drum
Una tanica da 75 litri per trasportare a piedi l’acqua.
Designer: P. J. and J. P. S. Hendrikse
Produttore: Kaymac Rotomoulders e Pioneer
Plastics
South Africa, 1993
Utilizzato in: Kenya, Namibia, Ethiopia, Rwanda, Tanzania,
Cote d’Ivoire, Nigeria, Ghana, South Africa, Angola
DESIGN PER L’ALTRO 90%
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
One Laptop per Child
Il progetto più famoso (e anche controverso).
Concept: Nicholas Negroponte
Designer: Yves Béhar, fuseproject (with Martin
Schnitzer and Bret Recor), Design Continuum (prototype)
Produttore: Quanta Computer, Inc., and OLPC
China, 2007
DESIGN PER L’ALTRO 90%
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
World Bike - Big Boda load-carrying bicycle
Facilità il trasporto di merci e persone.
Designer: WorldBike e vari
Produttore: WorldBike e laboratorio di Moses Odhiambo
Kenya, 2002–05
Utilizzata in: Kenya, Uganda
DESIGN PER L’ALTRO 90%
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© Valentina Durante / District Vision Lab
StarSight
È un lampione alimentato a energia solare e Internet
wireless, in modo da bypassare la rete elettrica e telefonica in
caso di disastri.
Designer/produttore: Kolam Partnership Ltd.
Malaysia and Indonesia, 2007
Utilizzato in: Cote d’Ivoire, Republic of Congo, Cameroon
DESIGN PER L’ALTRO 90%
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Engineers Without Borders
È un’associazione canadese fondata nel 2000 che gestisce
una rete di centinaia di volontari per aiutare a sviluppare
tecnologie per i milioni di persone che vivono in povertà.
DESIGN PER L’ALTRO 90%
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
AMD Open Architecture Challenge
Ogni due anni indice un concorso tra aziende e
professionisti per promuovere idee a sostegno delle
popolazioni che vivono con meno di due dollari al giorno.
L’edizione 2009 è dedicata agli edifici scolastici.
DESIGN PER L’ALTRO 90%
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Architecture for Humanity
È un’organizzazione che coordina il lavoro di ingegneri e
architetti in varie zone disastrate del mondo.
Alcuni dei loro progetti sono presentati nel volume Design
like you give a damn (Thames&Hudson)
DESIGN PER L’ALTRO 90%
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Index. Design to improve the life
L’INDEX:AWARD di Copenaghen è il più importante
premio di design a livello internazionale.
L’edizione 2007 è partita da 337 segnalazioni fra cui sono stati selezionati 110 finalisti,
scelti in base ai loro progetti di natura sociale e umanitaria.
DESIGN PER MIGLIORARE LA VITA
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Bleakened Cigarettes
Designer: Li Jin, Cina, prototipo
La carta che avvolge la sigaretta si scurisce man mano
che la temperatura aumenta, facendo percepire visivamente I
danni del fumo.
DESIGN PER MIGLIORARE LA VITA
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© Valentina Durante / District Vision Lab
C-CAP
Designer: Bang & Olufsen Medicom e Made By Makers,
Danimarca, prototipo
Ricorda ai pazienti diabetici l’iniezione di insulina.
DESIGN PER MIGLIORARE LA VITA
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Sutwell
Designer: Hakeem Adebola Lawal & Tina Askholm Lawal,
Danimarca, prototipo
Tettarella che sterilizza l’acqua del biberon.
DESIGN PER MIGLIORARE LA VITA
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Mousecap
Designer: Martín Belzunce & Nahuel Gonzalez, prototipo,
Argentina
Mouse per disabili. Un paio di occhiali a cui sono applicati dei
sensori permettono di inviare segnali al computer tramite
semplici movimenti della testa.
DESIGN PER MIGLIORARE LA VITA
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
BCK Solar Cooker
Designer: Javier Bertani, Ezequiel Castro & Vera Kade,
prototipo, Argentina
Contenitore per conservare e trasportare il cibo e cucinare
tramite energia solare.
DESIGN PER MIGLIORARE LA VITA
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Solar Bottle
Designer: Alberto Meda & Francisco Gomez Paz,
prototipo, Italia
Una bottiglia che rende l’acqua potabile. Dopo 6 ore gli agenti patogeni alla base di diarrea,
epatite A e colera vengono eliminati.
DESIGN PER MIGLIORARE LA VITA
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
6Lockers
Designer: Ben Dromey, prototipo, Irlanda
Un armadietto accessibile anche dalla strada che, posto nei centri di aiuto, può essere
utilizzato da persone senza fissa dimora per contenere gli
oggetti personali.
DESIGN PER MIGLIORARE LA VITA
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Type 1 Tools
Designer: Lisa Powell, Doug Powell, in produzione, USA
Aiuta i bambini diabetici a gestire consapevolmente
l’alimentazione quotidiana.
DESIGN PER MIGLIORARE LA VITA
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Il concetto di food miles è stato inventato nei primi anni
’90. La visibilità a livello mainstream del trend è stata
tuttavia raggiunta solo un paio d’anni.
Locavore (persona che mangia solo cibo prodotto localmente) è stata proclamata “parola del
2007” dal New Oxford American Dictionary.
LOCAL & ETHICAL FOOD
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Sono nati i primi ristoranti a tema, come lo Urban Rustic a New York e il 100 Mile Café a
Melbourne.
In Italia leader è proprio il Veneto, dove la Coldiretti
regionale ha ideato il marchio KM 0 (da apporre sui menu o in vetrina), presente in una rete di
locali selezionati che si impegnano ad acquistare
almeno il 30% dei prodotti in loco.
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
LOCAL & ETHICAL FOOD
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© Valentina Durante / District Vision Lab
In Italia una norma inserita nell’ultima Finanziaria
promuove i “mercati a vendita diretta degli imprenditori
agricoli”. Ossia da gennaio 2008 hanno diritto di
cittadinanza anche nel nostro Paese i farmer’s market,
mercatini dove gli agricoltori portano le loro merci per venderle direttamente al
pubblico.
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
LOCAL & ETHICAL FOOD
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Secondo le previsioni del Ministero dell’Agricoltura ne
dovrebbero nascere circa 100 entro l’anno, ma l’obbiettivo è
quello di arrivare a 4/500 entro il 2010 coinvolgendo tra 6mila e
8mila aziende agricole.
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
LOCAL & ETHICAL FOOD
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
I farmer’s market sono un trend in forte ascesa negli USA: lo
stato di New York ne conta ormai almeno 300.
Ma quella del local è una tendenza che sta conquistando anche la grande distribuzione:
Tesco ha lanciato Local Choice Milk, un brand di latte
acquistato direttamente dai produttori locali, i quali
beneficiano di un premium price.
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
LOCAL & ETHICAL FOOD
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Il più grande buyer internazionale di frutta e
verdura coltivate localmente? Il controverso Wal-Mart: 400
milioni di euro è il giro d’affari 2008 di prodotti local.
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
LOCAL & ETHICAL FOOD
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
La Harvest Cycle di Sarasota distribuisce alimenti coltivati e
preparati localmente da Jessica’s Stand and Organic Farm, un produttore locale, e
fin qui nulla di nuovo.
La particolarità eco-friendly risiede invece nel mezzo
utilizzato per le consegne: esclusivamente la bicicletta!
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
LOCAL & ETHICAL FOOD
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Isabelle Morgan vive a Palaiseau, vicino a Parigi e con
i suoi concittadini ha deciso di “adottare” una fattoria,
offrendo buoni prezzi in cambio di prodotti agricoli biologici e
controllati.
Il contadino lavora esclusivamente per la comunità che può controllare e decidere i
metodi di coltivazione della terra.
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
LOCAL & ETHICAL FOOD
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Per chi ha poco tempo ed è strozzato dai ritmi cittadini il bio
arriva direttamente sulla scrivania: Bioexpress offre un servizio di Bioceste da ufficio
con frutta e verdura rigorosamente eco e di
stagione.
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
LOCAL & ETHICAL FOOD
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Ha fatto discutere il libro The Omnivore’s Dilemma del giornalista Michael Pollan.
L’autore racconta la catena alimentare come se fosse un giallo, da quella industriale a
quella biologica.
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
LOCAL & ETHICAL FOOD
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Una nuova parola è entrata nell’eco-dizionario: ecotarian è colui che cerca di consumare i
cibi con il minor impatto ambientale.
Alimenti prodotti localmente e di stagione, poca o niente
carne, pochi surgelati…
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
LOCAL & ETHICAL FOOD
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
La scelta vegetariana per motivi etici e ambientali è
notoriamente un must e a finire sul banco degli imputati è in
primo luogo la carne di manzo.
Ma si diffondono alternative più morbide e meno oltranziste: l’ultima tendenza alimentare
dell’universo verde è la flexitarian diet, ossia la dieta
vegetariana ma flessibile lanciata dal nutrizionista Dawn
Jackson Blatner che sta conquistando sempre più
seguaci in USA e UK.
SOSTENIBILITÀ / UN ALTRO MONDO
LOCAL & ETHICAL FOOD
macro trends
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Negli USA dopo la pubblicazione dell’ultimo libro di
Taras Grescoe – Bottomfeeders – anche il
pesce migra nel territorio dell’etica, dove per cucinare si
consultano non più i libri di ricette ma le tabelle di eco-
compatibilità.
E andrebbero eliminati dalla dieta pesci come il merluzzo atlantico, l’halibut, il branzino
del Cile, la cernia, la rana pescatrice, il salmone da
allevamento, i gamberoni, il tonno a pinna blu…
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I prodotti del mare “buoni”? Calamari, cozze, ostriche,
sardine, acciughe, aringhe e infine quella che è la specie più
abbondante in circolazione: le meduse.
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Wal-Mart ha deciso di vendere solo pesce ecologicamente
sostenibile e sta addestrando i coltivatori di gamberetti asiatici
ad adottare sistemi di coltivazione adeguati.
Persino il pesce che McDonald’s e Burger King mettono nei loro sandwich è merlano dei vivai dell’Alaska
con il certificato di eco-compatibilità.
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Economici, a basso impatto ambientale, largamente diffusi, estremamente nutrienti e ricchi
di proteine… gli insetti potrebbero essere il cibo del
futuro.
100 gr di Usata terpsichore, un bruco di cui si cibano le
popolazioni dell’Africa centrale, contiene 28 gr di proteine, più della stessa quantità di pollo. I
water bugs contengono una quantità di ferro 4 volte
superiore alla carne di manzo.
ESCAPISM / TOUCH & TASTE
LOCAL & ETHICAL FOOD
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Mark Wallinger (1959), vincitore del Turner Prize 2007.
Con State Britain (2006) alla Tate ha stimolato una
riflessione sulla politica inglese, in particolare in riferimento alla
guerra.
ARTE IMPEGNATA
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Lucy e Jorge Orta, con Antartic Village. No borders,
un villaggio di 50 abitazioni a cupola ricoperte da bandiere di
tutte le nazionalità, invitano a riflettere sulle condizioni di donne e uomini costretti a
lasciare il Paese d’origine a causa di catastrofi naturali,
dissesti economici o guerre.
ARTE IMPEGNATA
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Il duo multimediale Bigert & Bergstrom ha ideato il progetto
sul clima Everybody Talks About The Weather, but Nobody Does Anything
About.
Si tratta di una serie di installazioni multimediali e interattive con lo scopo di
spiegare le più recenti teorie sui cambiamenti climatici e sensibilizzare il grande
pubblico.
ARTE IMPEGNATA
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Gli abiti-installazione dell’artista Robin Lasser fondono diverse
discipline con un’attenzione alle problematiche sociali.
Illegal entry dress tent è dedicato agli immigrati che
cercano di passare il confine tra Messico e California.
ARTE IMPEGNATA
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Matt Eskuche, artista del vetro di Pittsburgh, prende come
modello per le sue opere i rifiuti urbani: bottiglie di plastica
vuote, carta gettata, contenitori del take-away.
ARTE IMPEGNATA
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Le opere del fotografo Chris Jordan analizzano il
consumismo degli Americani.
La sua ultima serie, Running the Numbers, rende visive e
tangibili le statistiche di consumo.
Sans Seraut ritrae 106mila lattine di alluminio, il numero utilizzato in America ogni 30
secondi.
ARTE IMPEGNATA
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Barbie dolls ritrae invece 32mila Barbie, pari al numero di mastoplastiche additive a cui le
donne americane si sono sottoposte in un mese nel
2006.
ARTE IMPEGNATA
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Guarda il video dell’intervento di Chris Jordan a TED Conference.
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Ideato da Muhammad Yunus – economista e banchiere
bengalese, fondatore della Grameen Bank e premio Nobel
per la Pace 2006 – è un sistema di piccoli prestiti
destinati ad imprenditori troppo poveri per ottenere credito dai
circuiti bancari tradizionali.
Viene considerata una delle strade giuste per affrontare i
problemi di milioni di diseredati attraverso lo sviluppo di una
imprenditorialità minore e diffusa.
MICROCREDITO E CREDITO PEER-TO-
PEER
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Ma il prestito che coinvolge e non esclude, che dà fiducia e
dignità, si sta affermando anche nel “primo mondo”.
In Italia le somme erogate secondo questo meccanismo
sono aumentate nell’ultimo biennio del 33% e i beneficiari
del 24%.
Chi richiede il prestito (in genere fino ai 25mila €) non
deve presentare garanzie patrimoniali o di reddito, bensì
una rete fiduciaria con più soggetti che fanno da garanti.
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MICROCREDITO E CREDITO PEER-TO-
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AFRICA Works è un’iniziativa speciale nata per promuovere il
progetto di Microcredito in Senegal messo in atto dalla
Birma, la società di credito cooperativo del cantante
senegalese Youssou N’Dour.
A questa iniziativa ha aderito la Benetton, che ha destinato un
solido sostegno economico.
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MICROCREDITO E CREDITO PEER-TO-
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Prestatori e richiedenti interagiscono direttamente sul
web, negoziando sulle condizioni del prestito, tassi, la
durata.
Esempi sono Zopa e Prosper.
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MICROCREDITO E CREDITO PEER-TO-
PEER
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L’industria del cinema è una di quelle a maggior impatto
ambientale: le scenografie in legno, costruite e distrutte;
centinaia di camion per trasportare i materiali; i km
percorsi dalle star a bordi di jet privati; l’elettricità consumata dai generatori di cineprese e
proiettori…
Ogni anno solo i set americani producono 140mila tonnellate
di CO2.
ETHICAL CELEBS
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Così gli studios e le grandi star del cinema americano, spronati
dal governatore Schwarzenegger, fanno a gara
per limitare i consumi.
Per Ocean’s Thirteen Steven Soderbergh ha scelto materiali riciclati, limitando illuminazione
aria condizionata.
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No country for old man dei Coen ha rivendicato uno statuto ecologico, avendo recuperato il
diossido di carbonio prodotto dalle riprese.
Syriana si vanta di essere il primo film carbon neutral,
avendo compensato le CO2 emesse con un investimento di 50mila dollari in energie pulite.
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E poi c’è l’impegno delle singole star:
In prima linea ci sono Leonardo Di Caprio (ha prodotto The
Eleventh Hour e collabora con svariate associazioni), Brad Pitt
(lavora da tempo nel campo dell’architettura ecosostenibile),
George Clooney, Robert Redford, Gwyneth Paltrow,
Cameron Diaz…
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La Ema, Associazione dei Media Ambientalisti fondata nel 1989, si incontra regolarmente
con i più influenti attori e produttori di Hollywood per
consigliare loro le tematiche ambientali che hanno più
bisogno di essere affrontate sul grande schermo.
Ricorriamo a personaggi famosi semplicemente perché quando
parlano la gente ascolta.
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Uscirà fra a giugno 2009 Home, film ambientalista prodotto da Luc Besson,
sponsorizzato dal gruppo del lusso PPR e diretto da Yann
Arthus-Bertrand.
Mostrerà come, negli ultimi 50 anni, la Terra si sia modificata più rapidamente che in tutta la
storia dell’umanità.
Sarà diffuso contemporaneamente alla tv, al cinema, in dvd e scaricabile via
Internet.
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L’ultimo tour dei Radiohead In rainbows è concepito con
l’intento di limitare al massimo l’impatto sull’ambiente:
impianto luci a consumo limitato, niente spostamenti in
aereo, location servite dal trasporto pubblico e invito ai fans a recarsi al concerto in
treno, autobus, bicicletta o a piedi.
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Anche i Babyshambles suonano in piccoli posti
raggiungibili con i bus e usano poca elettricità nelle esibizioni.
I System of a Down stanno progettando invece un tour fatto
di concerti olografici che arrivino via Internet ai fan,
senza che questi siano costretti a spostarsi inquinando.
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Si amplifica l’impegno di divi e popstar per cause di tipo
umanitario.
Le attività di Bono Vox, Bob Geldof, Richard Gere, George Clooney, Brad Pitt e Angelina
Jolie sono note da tempo. Ma ci sono anche Mia Farrow,
Sharon Stone, Scarlett Johansson…
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Mick Jagger ha finanziato la realizzazione del videoclip dei
Mattafix Living Darfur, il primo girato in un campo profughi.
Hanno collaborato Scarlett Johansson, Matt Demon, Elle
McPherson, i Black Eyed Peas e Desmond Tutu.
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George Clooney ha interpretato assieme al padre Nick (che è
anche produttore della pellicola) il documentario A
Journey to Darfur.
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Ma c’è chi dissente con questo approccio: Naomi Klein,
scrittrice simbolo dei no global (il suo ultimo libro è The Shock
Doctrine) denuncia l’imborghesimento dello spazio
di protesta operato dai vari Bono e Geldof.
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La Bonizzazione della protesta ha spostato la discussione su
un terreno molto più sicuro.
È un modello di protesta rock, da stadio: ci sono i personaggi
famosi e poi ci sono gli spettatori che agitano i loro
braccialetti.
È meno pericoloso ed è meno efficace. (N. Klein)
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www.valentinadurante.com
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