Carissimi figliuoli in Cristo dolce Ges. Io Catarina, serva e
schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue
suo; con desiderio di vedervi legati nel legame dolce della carit s
e per siffatto modo che n dimonio n creatura ve ne possano
separare.
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Questo quel dolce legame che leg Dio nelluomo, e l'uomo in Dio,
quando la natura divina s'un colla natura umana; e questo fu
quell'amore ineffabile che don l'essere all'uomo, traendolo Dio di
s medesimo, quando lo cre alla immagine e similitudine sua.
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E perch lanima fatta per puro amore, l'amore accorda le potenze
dellanima nostra, e lega insieme queste tre potenze.
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E cos a quello che l'occhio dellintelletto ha veduto, la volont
con amore ineffabile va dietro.
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E con mano forte egli ripone il tesoro ch'egli trae di questo
amore, nella memoria; e cos diventa grato e conoscente al suo
Creatore delle grazie e doni che si vede avere ricevuti da Dio. Ch
ci ch'egli ha, vede, di grazia avere in s e non per s medesimo; che
noi siamo quelli che non siamo, e per siamo operatori di quella
cosa che non , cio del peccato.
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Oh quanto orribile morte la colpa, che ci toglie la vita! E
questo vedendo l'anima nel modo detto, si veste d'amore e di
perfetta umilt; la carit trova e gusta nella bont di Dio, vedendola
in s medesima partecipare con molti doni e grazie, le quali ha
ricevute e riceve continuamente.
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Nel conoscimento di s e del peccato, che trova per la legge
perversa, che ha in s (che ha ribellato e ribella al suo Creatore),
si concepisce un odio e dispiacimento verso questa sensualit; e
nell'odio trova una pazienza la quale pazienza lo fa forte a
sostenere pene, scherni, villanie, fame, sete, freddo, caldo,
tentazioni e molestie dal dimonio.
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Schifa e fugge il mondo con tutti i diletti suoi: e ne nasce
una vena d'umilt, la quale balia e nutrice della carit. E per porta
con tanta pazienza; perch la carit, amore ineffabile, ha trovata la
balia sua, cio l'umilt, il servo dell'odio di s, che per amore la
serve con perfetta pazienza.
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Esso fa vendetta e giustizia dei nemici della divina carit; ed
i nemici suoi sono questi. Amore proprio il quale per propria
utilit ama s; e ci che egli ama, ama per s, e non per Dio: diletti,
piacimenti, stati, onori e ricchezze.
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E che vendetta questa? una vendetta di tanta dolcezza che
lingua non sufficiente a dirlo: ch dall'amor proprio che d morte,
viene all'amore divino che gli d vita; dalla tenebra e odio e
dispiacimento della virt, viene alla luce e amore delle virt: in
tanto che elegge innanzi la morte, che volere lasciare la
virt.
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Anco, si d a tenere tutti quei modi e quelle vie per le quali
vede che possa venire a virt, e conservare la virt in s. E perch i
diletti sensitivi e la delicatezza del corpo, e la conversazione di
cattivi e perversi secolari vede che gli sono nocivi; per li fugge
con tutto il cuore: e con tutto l'affetto, del corpo fa il
contrario e ne fa vendetta, macerando colla penitenza, col digiuno,
vigilie e orazioni, e discipline, quando singolarmente si vede
d'avere bisogno; cio quando la carne volesse ribellare allo
spirito.
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La volont vendica colla morte; per che l'uccide sottomettendola
ai comandamenti di Dio e ai consigli che Cristo, Figliuolo
unigenito di Dio ci lasci con essi comandamenti. E cos si veste
dell'eterna volont sua dolce; e naviga in questo mare tempestoso,
virilmente e realmente seguendo le vestigia di Cristo
crocifisso.
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Or questo quel dolce legame, il quale lega l'anima col suo
Creatore. Tu legasti Dio nell'uomo, come detto , e l'uomo in Dio,
quando tu, Padre eterno, ci donasti il Verbo del Figliuolo tuo, e
unisti la natura divina colla natura umana.
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O figliuoli carissimi, questo fu quel legame che tenne confitto
e chiavellato Dio-e-Uomo in Croce; che se l'amore non l'avesse
tenuto, non erano sufficienti i chiodi n la Croce a poterlo tenere.
L'amore che Cristo ebbe all'onore del Padre e alla salute nostra, e
l'odio e dispiacimento ch'egli ebbe del peccato, e l'odio insieme
coll'amore fece vendetta delle nostre iniquit, e le pun con pene e
tormenti sopra il corpo suo.
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Adunque l'anima, che legata con Cristo crocifisso, lo segue,
facendo vendetta, per onore di Dio e salute sua e del prossimo,
della parte sensitiva; cacciando i nemici dell'anima sua; dei vizi,
dico, e disobbedienza ch'egli ha avuto contro il suo Creatore,
disobbedendo ai comandamenti suoi: e vi mette dentro, e riceve gli
amici.
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Gli amici sono le vere e reali virt, fatte in amore e in
perfetta carit. Perch uno dei principali amici che abbia l'anima,
la vera obbedienza. Chi tanto umile quanto obbediente, obbedisce ai
comandamenti santi di Dio. L'anima che molto s'innamora di questa
obbedienza, che un annegare e uccidere la sua volont, si distende
anco pi oltre; che ella vuole osservare l'obbedienza dei consigli
di Cristo, pigliando in ordine approvato, il giogo della santa
obbedienza.
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E non dubbio, figliuoli miei, che ella cosa pi sicura e pi
provata. Ch, perch noi vediamo i religiosi infermi, non essendo
osservatori dell'Ordine, nondimeno l'Ordine non inferma mai: ch
ella fondata e fatta dallo Spirito Santo.
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Onde, se sentite che Dio vi chiama a obbedienza, rispondetegli.
E se vi venisse in pensiero di non contentarvi per gli Ordini che
sono cos venuti meno, e per poco amore v'ha di molti traversi; io
rispondo a questo pensiero, che molti monasteri ci sono, che al
tutto ogni cattiva barba n' uscita fuori; che, avendo voi volont
della religione, sarebbe molto bene e onore di Dio che voi
n'andaste, essendovi un buon capo.
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E fra gli altri monasteri, vi so dire di santAntimo, il quale,
come Don Giovanni vi dir, ha un abate, che specchio d'umilt e di
povert e d'unit: che egli non vuole essere il maggiore, ma il pi
minimo. Dio per la sua infinita bont ne dispensi quello che debba
essere pi suo onore, e il meglio per voi.
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Legatevi, legatevi insieme, figliuoli miei, caritativamente;
l'uno sopporti e comporti i difetti dell'altro; acci che siate
legati, e non sciolti, in Cristo dolce Ges. Amatevi, amatevi
insieme: che voi sapete che questo il segno che Cristo lasci ai
discepoli suoi, dicendo che ad altro non sono conosciuti i
figliuoli di Dio, se non all'unit dell'amore che l'uomo ha col
prossimo suo in perfettissima carit.
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Ho avuta grandissima consolazione delle buone novelle dell'unit
ch'io ho udita che avete insieme. Crescete. E non volgete il capo
addietro; s che io possa dire con san Paolo, quando disse ai
discepoli suoi, che ne erano il suo gaudio, la sua letizia e la sua
corona. Onde io vi prego che adoperiate s, che io lo possa dire.
Altro non vi dico.