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10. Concetti base di capitale

I concetti fondamentali di capitale sono

capitale come fonte di finanziamento

capitale fondo potere di acquisto

capitale investito

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10. Concetti base di capitale

Schematicamente:

Capitale investito

complesso beni e servizi

deflusso mezzi monetari

afflusso mezzi monetari percepibile

all’atto della costituzione

Capitale Fonte di finanziamento

Capitale Fondo potere acquisto

complesso mezzi monetari

Capitale proprio

Capitale di credito

quindi il capitale investito è

maggiore capitale proprio.

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10. Concetti base di capitale

I tre concetti base di capitale ora richiamati presentano fra loro

gradi di rischio differenti.

il capitale investito presenta alto grado di rischio economico: sussiste infatti la possibilità di non recuperare sul mercato il valore investito;

il capitale proprio è soggetto al rischio che

perdite possano eroderlo;

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19. Circuiti operativi

E' noto che l'attività di impresa va

dagli investimenti, ovvero dagli esborsi di mezzi monetari effettuati per

acquisire i fattori produttivi (beni o servizi utili allo svolgimento del processo tecnico),

verso i realizzi che conseguono alla vendita dei prodotti , per i

quali i mezzi monetari precedentemente ceduti riaffluiscono all'impresa.

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19. Circuiti operativi

L'inizio dell’ attività d'impresa o di un ciclo di sviluppo

richiede quindi, dato lo sfasamento delle entrate rispetto le uscite,

una fonte di finanziamento, ovvero l'afflusso dei mezzi monetari necessari per effettuare gli

investimenti richiesti dallo svolgimento del processo produttivo.

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19. Circuiti operativi

Le classi fondamentali di operazioni

che esprimono l’attività di impresa in relazione al tempo si svolgono secondo

circuiti complementari

come esemplificato nello schema che segue.

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19. Circuiti operativi

FINANZIAMENTO

A TITOLO DI

CAPITALE PROPRIO

DISTRIBUZIONI

DI UTILI

FINANZIAMENTO

A TITOLO DI

CAPITALE DI CREDITO

INVESTIMENTI

PATRIMONIALI

ACCESSORI

INVESTIMENTI

IN FATTORI PRODUTTIVI

CARATTERISTICI

TRASFORMAZIONI

INTERNE

TECNICO-ECONOMICHE

REALIZZI

PRODOTTI E RESIDUI

DI FATTORI PRODUTTIVI

MEZZI

MONETARI

DISPONIBILI

entrate

uscite entrate

entrate

entrateuscite

uscite

uscite

Area Finanziaria

Area Operativa globale

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19. Circuiti operativi

Gestione interna, ciclo tecnico

Gestione esterna

gestione ( area operativa) tipica o caratteristica

FINANZIAMENTO

A TITOLO DI

CAPITALE PROPRIO

DISTRIBUZIONI

DI UTILI

FINANZIAMENTO

A TITOLO DI

CAPITALE DI CREDITO

INVESTIMENTI

PATRIMONIALI

ACCESSORI

INVESTIMENTI

IN FATTORI PRODUTTIVI

CARATTERISTICI

TRASFORMAZIONI

INTERNE

TECNICO-ECONOMICHE

REALIZZI

PRODOTTI E RESIDUI

DI FATTORI PRODUTTIVI

MEZZI

MONETARI

DISPONIBILI

entrate

uscite entrate

entrate

entrateuscite

uscite

uscite

Area Finanziaria

Area Operativa globale

Gestione interna, ciclo tecnico

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• lezione

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20. Il circuito produzione tipica

Il circuito della produzione tipica (o caratteristica)

concerne l'attività principale dell'impresa,

quella, cioè, con riferimento alla quale l'impresa stessa

è stata posta in essere.

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20. Il circuito produzione tipica

La gestione tipica

comprende gli investimenti in fattori produttivi attinenti alla produzione caratteristica d'impresa

che generano deflussi monetari in relazione ai quali sorgono i costi di acquisto,

le combinazioni e le trasformazioni di detti fattori in prodotti (ha luogo, in tale intervallo, la così detta fase di gestione

interna) ed i successivi realizzi,

che vengono conseguiti mediante la cessione di prodotti ottenuti sul mercato che generano afflussi monetari, in

relazione ai quali si definiscono i ricavi di vendita.

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20. Il circuito produzione tipica

La gestione tipica, pertanto, concerne

tutte le operazioni di gestione che, dato un certo capitale comunque acquisito

(ovvero a titolo di capitale proprio o di credito), realizzano gli obiettivi connessi con l'oggetto caratterizzante

l'attività economica svolta dall'impresa.

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20. Il circuito produzione tipica

All'interno dell‘area operativa tipica

(o gestione operativa in senso stretto) è possibile individuare, per scomposizione

ulteriore, sub-aree distinte,

in vista di particolari scopi di analisi economica e/o finanziaria.

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20. Il circuito produzione tipica

Per una via, nell'ambito della gestione operativa tipica

si individuano la gestione corrente e la gestione non corrente.

Tale classificazione si propone di ottenere il risultato parziale relativo alla gestione corrente, concernente le operazioni ripetitive di

acquisto-trasformazione-vendita.

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20. Il circuito produzione tipica

Per una seconda via nell'ambito della gestione operativa tipica si individuano,le sub aree industriale, commerciale ed amministrativa.

Questa classificazione risulta particolarmente utile perché consente di porre in evidenza l'incidenza sui ricavi di vendita dei costi industriali, commerciali ed amministrativi con riferimento alla gestione operativa tipica. I quozienti che ne discendono indicano, come noto, le singole quote di ricavi di vendita assorbite per la copertura dei suddetti aggregati di costi e rientrano negli indici di bilancio per l'analisi della redditività operativa. (PAGANELLI, Analisi di bilancio. Indici e flussi, p. 60 e seg).

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lezione

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21. Il processo produttivo

Produzione

to Durata trasformazione tx

acquisizione cessione

di risorse di risorse

dal mercato al mercato

to tx Impresa/Mercato scambio monetario-creditizio

Impresa

Input Output

to tx

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21. Il processo produttivo

In to si ha l'acquisto di risorse: scambio

Output monetario = uscita mezzi monetari Input beni o servizi = acquisizione beni o servizi

Con lo scambio ai mezzi monetari ceduti

si sostituiscono i beni o i servizi.

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21. Il processo produttivo

L’uscita di mezzi monetari non è in se un fatto economico, che attiene direttamente alla produzione; è invece un fatto economico l’acquisizione di risorse utili al processo produttivo (tecnico in via strumentale, economico in via sostanziale).

Ogni acquisto: impresa / mercato scambio cessione mezzi acquisizione beni e servizi, risorse monetari tecniche per produzione

Fenomeno finanziario: uscita (attuale e futura) di mezzi monetari.

Fenomeno economico: acquisizione di beni che hanno funzionalità tecniche che gli consentono di essere

utilizzati nel processo produttivo con obiettivo economico di creazione di utilità.

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21. Il processo produttivo

Il costo di acquisto: rappresenta

l’aspetto economico dell’acquisto che trova la sua misura a valore nel numero delle monete

cedute.

Il costo di acquisto esprime in termini di valore

l’utilità, la funzionalità del fattore produttivo acquisito al processo economico – produttivo.

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21. Il processo produttivo

Discende da una scelta dell’impresa che giudica utile sostenere quel costo per quell’impresa.

In tx si ha la vendita di beni.

Input monetario = entrata mezzi monetari

Output di risorse = cessione di beni o servizi

Con lo scambio ai beni o servizi ottenuti dal processo produttivo si sostituiscono mezzi monetari (avviene il disinvestimento dei mezzi monetari originariamente investiti).

to Impresa tx

Input Output

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21. Il processo produttivo

L'entrata di mezzi monetari non è in se un fatto economico, che attiene direttamente alla produzione; è invece un fatto economico la cessione economico la cessione al mercato di risorse scaturite dal processo produttivo.

Ogni vendita: impresa / mercato scambio acquisizione di mezzi cessione di beni e servizi , risorse monetari ( risorse prodotte)

Fenomeno finanziario: entrata (attuale e futura) di mezzi monetari.

Fenomeno economico :

cessione al mercato di beni o servizi prodotti.

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21. Il processo produttivo

Il ricavo di vendita rappresenta

l'aspetto economico della vendita che trova la sua misura a valore

nel numero delle monete acquisite.

Il ricavo di vendita esprime in termini di valore

l’utilità riconosciuta dal mercato al bene o servizio prodotto.

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21. Il processo produttivo

Combinazione fattori trasformazione ottenimento prodotti Acquisto

Fattori

Vendita

Prodotti

GESTIONE INTERNA

GESTIONE ESTERNA

Notte finanziaria durata lunga

Acquisto

Fattori

Vendita

Prodotti

Aspetto finanziario

Costi Ricavi

Aspetto economico

Uscite monetarie Entrate monetarie

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22. Il fabbisogno finanziario

Il fabbisogno finanziario è causato dallo

sfasamento tra uscite (anticipate)

e entrate (future)

Assume diversa portata a seconda del tipo di attività svolta da poche ore nel supermercato, a 18 e più mesi in un cantiere.

Il supermercato non ha problemi finanziari ma di competizione: lotta

sui prezzi, sull’assortimento, ecc.

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22. Il fabbisogno finanziario

Tutte le aziende hanno il problema finanziario connesso alla

durata del ciclo produttivo, più o meno lunga, ed alla

dimensione del ciclo produttivo.

Per questo si può affermare che il problema finanziario è connesso con:

la durata del ciclo (supermercato diverso da azienda di costruzione)

la dimensione del ciclo (ad es. ipermercato e d supermercato

ove comunque sono più sentiti i problemi relativi a spazi, quantità e varietà prodotti, ecc.)

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22. Il fabbisogno finanziario

Inoltre

lo sfasamento uscite/ entrate genera un rischio poiché mentre le uscite sono anticipate e certe, le entrate sono future e incerte.

Sin dal sorgere l’impresa necessita di mezzi finanziari perché deve dotarsi di tutti i fattori produttivi.

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22. Il fabbisogno finanziario

All’atto della costituzione, quindi, l'impresa dovrà attingere a fonti esterne di finanziamento: capitale proprio e di

capitale di credito.

Il fabbisogno finanziario

causato dallo sfasamento

uscite – entrate

si presenta per:

avviare un’attività

avviare un ciclo di sviluppo.

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22. Il fabbisogno finanziario

Il fabbisogno finanziario

si distingue in

fabbisogno totale

fabbisogno netto.

Il fabbisogno totale (Ft)

è dato dalla

somma delle uscite che si prevedono

in un dato intervallo di tempo.

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22. Il fabbisogno finanziario

La pianificazione di un’attività o di un ciclo di sviluppo implica

l’impostazione dell’equazione:

Ft = t(0,n) i(1,m) fit pi

dove: p = prezzo unitario f = quantità dei fattori da acquistare t = tempo i = specie dei fattori

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22. Il fabbisogno finanziario

Facciamo un esempio estremamente semplice. Nel corso del primo anno di attività l'azienda Stella, per svolgere il processo

produttivo, acquista tre fattori ad utilità semplice: A, B, C e un fattore ad utilità ripetuta: D.

Per semplicità ipotizziamo costante il prezzo di acquisto sia costante nel

corso dell'anno e specificamente: fattore A f = 3 p = 1.000 fattore B f = 5 p = 2.000 fattore C f= 4 p = 1.500 attore D f = 1 p = 20.000 Fabbisogno Totale = 3*1.000 + 5*2.000 + 4*1.500 + 20.000 = =39.000

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22. Il fabbisogno finanziario

L’attività gestionale implica la pianificazione, ovvero: la predefinizione e il calcolo degli esiti di ogni scelta

(a breve termine medio termine lungo termine).

Quanto più l’investimento è a lungo termine, tanto più necessita pianificare (es. se si acquisto un macchinario si deve prevedere la possibilità di vendita dei prodotti per il tempo in cui si presume permarrà nella coordinazione produttiva)

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22. Il fabbisogno finanziario

La pianificazione è essenziale perché l’azienda opera in condizioni di continuità

cui si riconnettono rischio e incertezza. La considerazione di f, quantità dei fattori da acquistare, è

calcolo tecnico. L’introduzione dei prezzi implica un problema economico -

aziendale in relazione al giudizio economico positivo o negativo che viene formulato.

Le scelte comportano l’ottimizzazione dei fattori nella

qualità - quantità in funzione dei prezzi.

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23. Il problema finanziario nel il funzionamento

Vogliamo ora considerare il fabbisogno finanziario nel funzionamento aziendale che, se la gestione si svolge regolarmente si scosta dal fabbisogno totale.

L'azienda commerciale Luna durante l'anno acquista 60 unità di merce al prezzo unitario di 20.

Il fabbisogno totale di capitale è:

Ft = 1.200 (=60 x 20).

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23. Il problema finanziario nel il funzionamento

Consideriamo ora che la stessa azienda durante l'anno vende la merce

acquistata dopo 3 mesi:

0 3 6 9 12

acquista vende-acquista vende-acquista vende-acquista vende-acquista

Um Em Um Em Um Em Um Em Um

Come si può dedurre dallo schema il fabbisogno finanziario di Luna per svolgere nel corso dell'anno la propria attività non è di 120, ovvero non corrisponde al fabbisogno totale, giacché dopo il primo acquisto, che avviene in t0 i successivi acquisti trovano la fonte di finanziamento nelle entrate monetarie connesse alla vendita della merce.

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23. Il problema finanziario nel il funzionamento

Nel funzionamento aziendale assume ruolo rilevante

la velocità di circolazione dei fattori “v”.

Nell'esempio ora considerato

v = 12 m / 3 m = 4

Il che significa che il capitale investito ritorna in forma liquida 4 volte durante l'anno.

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23. Il problema finanziario nel il funzionamento

Nel caso considerato, quindi, per determinare il fabbisogno di capitale per fi dovremo considerare:

f1= 60

p1= 20

v1= 4

f1 * p1 / v1 = 60 * 20 / 4 = 300

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23. Il problema finanziario nel il funzionamento

Durante il funzionamento aziendale il fabbisogno di capitale è funzione di f (quantità) p (prezzo unitario) v (velocità di circolazione)

v = velocità di circolazione dei fattori, il numero di volte

in cui l’investimento monetario in fattori ritorna attraverso i ricavi di vendita dei prodotti nell’unità di

tempo ed è quindi dato dal rapporto

v = tempo considerato/ tempo di ritorno. .

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23. Il problema finanziario nel il funzionamento

L’aumento di velocità di circolazione dei fattori provoca un aumento di velocità di entrate di mezzi finanziari

che possono essere reinvestiti, quindi comportano minore fabbisogno finanziario.

Si attua così il

processo di rigenerazione degli investimenti: i nuovi investimenti vengono finanziati

attraverso i mezzi monetari che si liberano attraverso l’incasso delle vendite dei prodotti.

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23. Il problema finanziario nel il funzionamento

Il fabbisogno finanziario netto è inferiore al fabbisogno finanziario totale

in virtù del processo di rigenerazione degli investimenti,

come si può evincere dall’esempio sotto riprodotto.

f1 * p1 / v1 + f2* p2 / v2 + … + fn * pn / vn

fattore che = 1 non risorge

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23. Il problema finanziario nel il funzionamento

Il fabbisogno netto di capitale

è in funzione di due elementi

natura dei fattori

- a fecondità semplice (rapido rigiro)

- a fecondità ripetuta (lungo rigiro)

durata del processo.

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23. Il problema finanziario nel il funzionamento

Esempio: Acquisto di 3 fattori (utilità semplice): A, B, C 1 fattore (utilità ripetuta): D fattore A f = 3 p = 1.000 v = 6 fattore B f = 5 p = 2.000 v = 5 fattore C f = 4 p = 1.500 v = 3 fattore D f = 1 p = 20.000 v = 1 Per il fattore D, fattore ad utilità ripetuta, la velocità viene fatta pari ad 1

poiché nei 12 mesi il fabbisogno netto di capitale coincide con il fabbisogno lordo, e quindi le 20.000 occorrono interamente per l’acquisto dell’immobilizzazione.

Fabbisogno Totale = 3*1.000+5*2.000+4*1.500+20.000 = 39.000 Fabbisogno Netto =

3.000/6+10.000/5+6.000/3+20.000/1 = 24.500

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24. Il ruolo della gestione corrente

La gestione corrente

costituisce il

subsistema del sistema gestionale,

consiste nell’attività ripetitiva di acquisto – trasformazione – vendita.

Appare ad evidenza che l’acquisto dei fattori a rapido rigiro (ad utilità semplice), e non quelli a lento rigiro, rientrano nella sequenza ripetitiva

acquisto – trasformazione – vendita.

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24. Il ruolo della gestione corrente

attività ripetitiva

Mezzi finali ( Indispensabili per attivare il

processo produttivo)

Capitale proprio Investimento

( di lungo periodo)

Capitale di credito

Acquisti Vendite Trasformazione

Produce mezzi finanziari

Assorbe mezzi finanziari

fattori a rapido rigiro ( materie prime - lavoro)

Gestione corrente

di prodotti

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24. Il ruolo della gestione corrente

Attraverso il circuito della gestione corrente

ha luogo la rigenerazione dei mezzi finanziari

(i mezzi finanziari tramontano all’atto degli investimenti e risorgono con i realizzi).

Le aziende tendono ad accorciare il più possibile questo circuito ponendo in essere ad esempio svendite, vendite

promozionali, offerte, ecc.

Il circuito connesso alla gestione corrente è un circuito continuo (gli altri sono discontinui), una volta attivato deve autoalimentarsi.

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24. Il ruolo della gestione corrente

Attivazione:

Fonti esterne capitale proprio, capitale di credito

Gestione corrente

Le entrate monetarie connesse alle vendite devono finanziare le uscite connesse agli acquisti di fattori produttivi.

Mezzi monetari

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24. Il ruolo della gestione corrente

Le entrate monetarie connesse alle vendite devono finanziare le uscite connesse agli acquisti di fattori produttivi.

Ha così luogo il fenomeno di

cash flow ovvero

l'autofinanziamento in senso lato

che trova riscontro nei flussi prodotti

dalla gestione corrente

Cash flow = (E-U) monetarie 0

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24. Il ruolo della gestione corrente

Deve essere positivo E>U perché deve rendere almeno possibile il pagamento degli interessi passivi, costo per l'uso del fattore generico denaro. Quindi:

(E-U) correnti – U per interessi ≥ 0 almeno nel limite in cui si debbano corrispondere dividendi agli azionisti. Questa condizione può giudicarsi soddisfacente in una logica finalizzata a mantenere inalterato il capitale di credito e comunque le fonti strutturali.

(E-U) correnti 0 è situazione patologica, in quanto il circuito della gestione corrente non si autofinanzia.

Un cash flow (+) consente anche di dilatare il capitale investito:

cash flow (+) è condizione di sviluppo.

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24. Il ruolo della gestione corrente

Non tutte le aziende crescono ma tutte le aziende, pur mantenendo la loro dimensione, devono rinnovarsi e quindi effettuare nuovi investimenti (ammodernamento, nuove tecnologie da acquisire, nuove strutture, ecc.)

Non v’è dubbio che in un azienda di successo il cash flow debba essere (+)

e tendere ad aumentare.

Il capitale necessario per gli investimenti richiesti dallo svolgersi della gestione è alimentato da

capitale proprio capitale di credito

gestione corrente (entrate per vendite)

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24. Il ruolo della gestione corrente

Le manifestazioni monetarie

(entrate ed uscite)

quindi sono connesse sia all’area dei finanziamenti

sia all’area della produzione.

Ciascuna area (vedi schema) ha movimenti di Entrata e Uscita

Capitale proprio (conferimento) Pagamento dividendi

E Capitale di credito (ottenimenti) U Rimborsi di capitale

Entrate per vendite Acquisti(e interessi passivi)

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24. Il ruolo della gestione corrente

Acquisti vendite

1) U = E correnti

sottocondizione

Ec> Uc (Ec - Uc) = cash flow, autofinanziamento in senso lato

ne deriva che:

2)

cash flow investimenti a lungo termine

(autofinanz.) pagamento oneri finanziari

apporti E = U rimborsi di capitale

nuovi prestiti pagamento dividendi

dove Ec > Uc

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• lezione

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24. Il ruolo della gestione corrente

Affinché l’azienda possa continuare ad esistere, senza dipendere da economie esterne, necessita che in ogni momento le entrate, per ammontare e scadenza, siano in grado di fare fronte alle uscite.

Condizione fondamentale per la continuità aziendale è:

l'equilibrio finanziario che

consiste

nell' andamento sincronico tra

le Entrate e le Uscite finanziarie.

L’equilibrio finanziario deve sempre esistere, all’atto della istituzione

mancano le causali cash flow, rimborsi di capitale, pagamento dei dividendi e degli oneri finanziari.

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24. Il ruolo della gestione corrente

L’azienda di successo

fronteggia i nuovi investimenti con il cash flow, con i mezzi prodotti dalla gestione corrente (Uc Ec)

ovvero con l’autofinanziamento gestionale,

e con gli stessi mezzi rimborsa eventualmente il capitale di credito.

Autofinanziamento

Ec> (Ec - Uc) = Cash Flow

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24. Il ruolo della gestione corrente

nuovi investimenti

3) Cash flow E > U oneri finanziari

eventuali rimborsi

Situazione di azienda di successo

Non si deve pensare al cash flow solo come

mezzo di sviluppo dimensionale (non

sempre necessario ed opportuno, bensì per

rinnovamento (acquisizione di nuove

tecnologie, riqualificazione del personale,

ecc.)

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24. La situazione finanziaria

Condizione fondamentale per la continuità aziendale è: equilibrio finanziario = andamento sincronico tra le entrate e

le uscite finanziarie.

Le manifestazioni finanziarie sono connesse al: - ramo dei finanziamenti - ramo della produzione

I mezzi monetari necessari per gli investimenti richiesti dallo

svolgersi della gestione sono alimentati da - capitale proprio

- capitale di credito - gestione corrente.

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24. La situazione finanziaria

Le entrate devono, per ammontare e scadenza, essere in grado di far fronte alle uscite senza dover

dipendere da economie esterne.

La situazione finanziaria

comporta

una buona correlazione fra investimenti e finanziamenti, globalmente intesi,

nell’entità e nella durata e non fra singoli fin e singoli investimenti.

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24. La situazione finanziaria

Forme investimento Fonti Finanziamento

Inv.a breve termine Debiti a breve termine

Debiti medio e lungo termine

Inv.a lungo termine

CN

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25. Il tendenziale equilibrio

Gestione esterna

Acquisti fattori Vendite prodotti

costi ricavi

Nell'ambito del circuito della produzione vi sono tanti circuiti quanti sono i

fattori acquisiti, ciascuno dei quali ha un proprio intervallo di utilizzo.

I vari f x p corrispondono ai componenti.

Ogni investimento f x p = costo di acquisto

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26. Il tendenziale equilibrio

I costi che sorgono all'atto dell'investimento nell'acquisto dei fattori, in quanto questi

permangono nel capitale d'impresa per tempi differenti,

avranno i correlativi ricavi connessi a realizzi in tempi differenti

(si pensi al costo di acquisto di una materia prima ed a quello di un impianto).

I ricavi che si correlano ai costi possono essere diretti e indiretti.

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25. Il tendenziale equilibrio

I costi attendono i correlativi ricavi diretti

quando l'acquisto e la vendita hanno il medesimo oggetto

Ad es. acquisto un paio di sci, vendo lo stesso paio di sci,

acquisto dei jeans successivamente li vendo.

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25. Il tendenziale equilibrio

I costi attendono i correlativi ricavi indiretti

quando l'acquisto e la vendita non hanno il medesimo oggetto

Ad es., acquisto la tela, acquisto una tagliatrice, acquisto

bottoni, acquisto manodopera, vendo un paio di jeans. In questo caso i costi di acquisto dei vari fattori

attendono i correlativi ricavi indiretti dalla vendita dei jeans.

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25. Il tendenziale equilibrio In generale tutti i costi di acquisto dei fattori produttivi, finché restano tali, hanno ricavi indiretti dalla vendita dei

prodotti.

Il costo di un fattore produttivo attende un ricavo diretto

quando cessa nella sua funzione di fattore per trasformarsi in bene destinato alla vendita.

Ad es. quando un macchinario viene radiato al costo residuo di

acquisto si contrappone il ricavo diretto ritraibile dalla sua vendita. Se la materia prima acquistata, anziché essere immessa nel

processo di produzione viene destinata alla vendita, il suo costo di acquisto trova un correlativo ricavo diretto

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25. Il tendenziale equilibrio

La produzione per essere economica

deve creare utilità, infatti l'imprenditore acquisisce dal mercato risorse per riconsegnare al mercato risorse.

Nello svolgimento di questa funzione può distruggere o creare utilità, ovvero ricchezza, che nelle imprese c.d. profit trova la verifica quando i ricavi di vendita sono

maggiori dei costi correlativi.

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25. Il tendenziale equilibrio

Sul mercato possono ravvisarsi due tipi di imprese.

• Una ha poca spinta innovativa, i prodotti vengono venduti a prezzi livellati, i ricavi coprono appena i costi.

• L'altra ha una grande spinta innovativa, conquista nuovi mercati, acquisisce risorse a costi inferiori rispetto ai concorrenti ed i ricavi superano ampiamente i costi.

La prima tipologia è destinata nel tempo a soccombere, la seconda a permanere sul mercato.

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25. Il tendenziale equilibrio I ricavi trovano espressione nel prodotto in Q x P, dove

Q = volumi di produzione

P = prezzo di vendita (valore riconosciuto dal mercato).

Ora, non v'è dubbio che l'efficienza di una impresa non è misurata dai volumi di produzione, ma dal mercato.

Necessita infatti offrire al mercato una quantità di produzione coerente con la domanda ed una

qualità coerente con i prezzi che i clienti sono disposti a pagare.

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25. Il tendenziale equilibrio Le aziende, per poter continuare ad esistere,

devono verificare

il tendenziale equilibrio economico

a valere nel tempo

che trova espressione nella formula

r - c = +R dove r: ricavi; c: costi, R: reddito

Con questo non si vuole affermare che sempre debba sussistere questa eguaglianza, ma che deve tendere a verificarsi.

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25. Il tendenziale equilibrio

Ottimi risultati in un periodo non sono segnaletici di un raggiunto equilibrio economico se sono ottenuti

omettendo costi

(ad es. non effettuando le manutenzioni agli impianti)

e compromettendo così i risultati della gestione futura.

Può essere che in un periodo i ricavi non coprano i costi, ma ciò non significa che l'azienda si trovi in uno stato patologico ( es. il lancio di una discoteca, l'apertura di

una pizzeria, ecc.)

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25. Il tendenziale equilibrio

Similmente non soddisfacenti risultati di un periodo non sono segnaletici di un disequilibrio economico, quando l'impresa sia indotta a minimizzare il risultato economico sostenendo costi, quali ad es. per la formazione dei dipendenti, che produrranno risultati nello svolgimento della gestione futura.

In altri termini

non è la verifica dell'equilibrio o del disequilibrio nel breve termine

che può essere assunto come sintomatico del successo o dell'insuccesso

di un'attività imprenditoriale.