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Elita Maule, ZUM…TA…TA… . A PASSO DI VALZER. Tchaikovsky, Serenata per archi op. 48, II : Valzer
1
Qualche idea didattica per prepararsi ai concerti.
1
ZUM…TA…TA… A PASSO DI VALZER
Tchaikovsky, Serenata per archi op. 48, II : Valzer
Per la scuola primaria
Elita Maule
1 P.A. Renoir, Bal à Bougival, 1883, http://it.wikipedia.org/wiki/Valzer
Elita Maule, ZUM…TA…TA… . A PASSO DI VALZER. Tchaikovsky, Serenata per archi op. 48, II : Valzer
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Introduzione
Nella nostra società, scegliere di non insegnare a scuola “il valzer e i balli
di coppia alle generazioni più giovani equivale a negare un’esperienza
individuale, interpersonale, di gruppo e sociale carica di storia […].
Oggi i giovani tendono a ballare su ritmi binari e in modo totalmente
disarticolato, e sembra che si vada verso la disintegrazione della danza di
coppia. Il ballo dei secoli e dei decenni passati vedeva convergere e
mescolarsi i sessi, le classi sociali e le generazioni; ora la sua esistenza è
minacciata, forse sul punto di scomparire; e con esso può dissolversi uno
dei fenomeni più importanti per la creazione del tessuto sociale”2.
Il valzer, a detta di Hess, al di là di un semplice passatempo, rappresenta
l’emblema di una evoluzione storica in grado si spiegare i cambiamenti
nei modi di vita, nelle idee e nei valori che hanno caratterizzato le grandi
trasformazioni culturali, economiche e sociali dell’intera Europa a partire
dalla Rivoluzione francese.
Diffusosi dapprima in ambiente austro-germanico, il valzer si impose in
tutto il vecchio continente in men che non si dica e presso tutti gli strati
sociali, seppur in un primo momento osteggiato dalla nobiltà per il suo
carattere giudicato lascivo: “dalla Francia (dove fu introdotto da Maria
Antonietta), alla Russia, dall'Italia all'Inghilterra, diventando una danza
internazionale. Il successo fu dovuto non solo al carattere fluente e
2 Hess, R., Il valzer, Einaudi, Torino 1993, p.13.
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orecchiabile della musica ma anche al fatto che per la prima volta la
coppia di ballerini danzava abbracciata”3.
Nell’Ottocento, la notorietà di questa danza è tale che, “Spinte
dall’immenso successo del valzer e probabilmente travolte dal suo vortice
tumultuoso, molte persone, che altrimenti non ci avrebbero mai pensato,
si mettono a comporre musiche per questo ballo […]. Sentimenti e
pensieri sono regolati dal tempo ternario, e quando il tema è amoroso, a
seconda dell’umore e dell’ispirazione, l’autore lo mette in musica per
orchestra, per piano… o addirittura per chitarra. Pur non avendo un gran
valore, sono molte le composizioni che nascono in questa maniera e che
servono a provare, se non altro, fino a che punto il valzer abbia colpito gli
animi”4. Hess riferisce come un editore di Berlino agli esordi
dell’Ottocento pubblichi addirittura un Metodo per creare quanti valzer si
desiderano, servendosi dei dadi, senza conoscere nulla sulla musica né
sulla composizione5.
La popolarità del valzer è tale che in breve esso viene acquisito anche dal
teatro d’opera, dall’operetta e assunto come forma per varie composizioni
strumentali, specie pianistiche, e orchestrali. Il caso più emblematico e
noto a tutti è quello che si riferisce agli Strauss: Johann Strauss, divenuto
con i suoi valzer l’idolo austriaco, “ha fatto dimenticare agli austriaci i
grandi nomi della musica classica, scomparsi da poco. Occupa tutta la
scena. Ha per amici Schumann e Mendelssohn. Conquista persino
Wagner”6 facendo cadere nel dimenticatoio Mozart e Beethoven.
3 http://it.wikipedia.org/wiki/Valzer
4 Hess, R., Il valzer. Rivoluzione della coppia in Europa, Einaudi, Torino 1993, p.113.
5 Ibidem, p. 114.
6 Ibidem, p. 133.
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Tchaikovsky compose la sua Serenata per archi op. 48, includendovi un
valzer quale secondo movimento, tra il 21 settembre e il 4 novembre del
1880, quando ormai questa forma di danza aveva già prestato
innumerevoli occasioni compositive a celebri musicisti oltre agli Strauss,
come Berlioz, Chopin e Verdi, tanto per citarne qualcuno.
L’opera fu eseguita per la prima volta il 30 ottobre del 1881 a San
Pietroburgo e meritò un immediato successo; Tchaikovsky ricevette le
congratulazioni anche dal suo stimato amico pianista e compositore
Anton Rubistein.
In contemporanea alla Serenata, completata in tempi brevissimi, il
compositore russo lavorava anche alla Ouverture 1812, che intendeva
7 Ibidem, fig. 11.
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commemorare l’invasione francese della Russia e la conseguente ritirata
dell’armata napoleonica. Come Tchaikovsky scrisse alla sua mecenate
Nadezhda von Meck, “L’ouverture sarà molto appariscente e rumorosa,
ma non avrà alcun valore artistico perché l'ho scritta senza calore e senza
amore. Ma la Serenata, al contrario, l’ho scritta per assecondare una
compulsione interiore. Questo pezzo viene dal cuore e quindi posso
sperare che esso non sia senza qualità artistiche”. Qualche tempo dopo,
Tchaikovsky, sempre alla von Meck, scriveva: "Io sono violentemente
innamorato di questo lavoro e non vedo l'ora che venga eseguito".
La Serenata è divisa in quattro movimenti:
Il primo, Pezzo in forma di sonatina, ha un titolo che suggerisce la
struttura formale: quello della sonata, per l’appunto. Come ebbe a dire il
compositore stesso in una lettera alla Von Meck, “Il primo movimento è il
mio omaggio a Mozart; vuole essere un’imitazione del suo stile e sarò
felice se penserò di aver in qualche modo imitato il mio modello”.
Il Valzer del secondo movimento è la risposta ottocentesca che
Tchaikovsky avanza ai minuetti delle serenate mozartiane. Le sezioni degli
archi si alternano nell’eseguire la melodia principale, mentre il movimento
si conclude con un gentile pianissimo che prelude alla quiete indotta dal
terzo movimento: l’ Elegia, il cui tema principale è condotto in buona
parte dagli archi più gravi.
Il quarto movimento, Finale, sottotitolato “Tema russo”, include, per
l’appunto, due melodie popolari di questa terra: la prima, una lenta
melodia cantata dai rematori del Volga, compare nell’introduzione
dell’Andante; la seconda è una animata danza russa che Tchaikovsky
accompagna con un pizzicato in ottave che richiama la balalaika. In
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contrasto con questo secondo, un terzo tema, caratterizzato da grande
liricità, attenua i toni e il brio della vivace danza precedente.
Pëtr Il'ič Čajkovskij, Londra,
9 giugno 18938.
OPZIONE 1. Un due tre... Dal Ländler al Valzer
Negli anni compresi tra il 1940 e il 1942 il musicologo Alfred Quellmalz
(1899-1979), allora direttore della Ripartizione II (musica popolare) presso
lo Staatliches Institut für Deutsche Musikforschung di Berlino, condusse
una ricerca sul campo riguardante la musica tradizionale-popolare in
Sudtirolo. La spedizione raccolse in quasi due anni di ricerche circa 3.300
canti e brani strumentali registrati su 415 nastri. “23 filmati documentano
circa 200 canzoni e spartiti manoscritti, per un totale complessivo di circa
4.000 singoli brani. A questo vanno ad aggiungersi circa 2.000 fotografie di
cantanti e musicisti, e circa 1.000 questionari”.9
Di questi brani strumentali, diversi, legati alla Tanzlmusik, si riferiscono a
Ländler e a Valzer di antica memoria, tramandati oralmente da
8 http://it.wikipedia.org/wiki/P%C3%ABtr_Il'i%C4%8D_%C4%8Cajkovskij
9 cfr: Quellmalz Alfred, Eine Sammlung Südtiroler Volksmusik, in Schönere Heimat 54, Heft 1, Bayerischer
Landesverein Für Heimatpflege E.V., 1965, pagg. 285-286.
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generazione a generazione ed eseguiti “a orecchio” da suonatori dilettanti
che si esibivano in particolari occasioni di festa per accompagnare danze
popolari eseguite da tutti.
Walzer eseguito nel 1940 a Dorf Tirol (foto tratta dalla raccolta Quellmalz)
Una prima attività proponibile ai ragazzi risulta utile per prendere
confidenza con il ritmo del valzer sincronizzandoci con esso e, nello stesso
tempo, per portare a conoscenza le origini popolari di questo ballo nonché
la sua derivazione dal Ländler di antica memoria ma tuttora eseguito.
I confini tra Walzer e Ländler sono infatti labili, anche se generalmente il
Walzer ha una melodia più pacata e meno ‘marcata’.
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LE MANI DANZANO. ESEGUIAMO L’ ALMBLEAMAL-LANDLER.
Questo brano, eseguito nella nostra versione dalla Steirische Harmonica10,
strumento popolare tipico del Sud Tirolo ma anche dell’arco alpino, ha il
classico ritmo del valzer.
Disposizione a coppie. I ragazzi possono occupare a piacere lo spazio
disponibile.
Dopo l’ Introduzione (fermi), compiere i seguenti movimenti a tempo per
16 battute: mani percosse sulle gambe; battito di mani, mani contro
quelle del compagno.
Alla 16a battuta fermarsi su battito contro le cosce per poi ripartire con i
movimenti consueti alla ripresa.
Il gioco motorio può essere eseguito a canone, da due coppie disposte a
quadriglia. La seconda coppia parte nella seconda pulsazione.
10 Riferimenti per la musica: https://www.youtube.com/watch?v=Jvf3BSXiabE&list=PLn_uqtB6VjI0nZzX8gcpDLNVQhqp2507u&index=94
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UN WALZER CANTATO PER I PIU’ GIOVANI.
Tratto dal repertorio popolare dell’Ottocento, questo valzer destinato ai
più giovani era, e ancora è, cantato a canone e danzato.
Proponiamo l’apprendimento ai ragazzi dapprima ad una sola voce;
successivamente, e se l’età e i prerequisiti dei ragazzi lo consentono,
possiamo provare ad eseguirlo a tre voci rispettando le entrate segnate
dai numeri nello spartito11.
Es tönen die Lieder
Volkslied (19. Sec.)
11 Possiamo servirci dell’accompagnamento al pianoforte reperibile in: https://www.youtube.com/watch?v=m8ZIMQAhLHo
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Es tönen die Lieder, der Frühling kehrt wieder, es spielet der Hirte auf seiner Schalmei: La la la la la la la, la la la la la la la.
LA DANZA
Disposizione: in cerchio; gli esecutori distanziati fra di loro.
Eseguiamo dapprima il canto ad una voce, accompagnandoci con i
seguenti movimenti:
(Es) tönen die Lieder,
der Frühling kehrt wieder
Quattro passi di valzer in avanti, verso il centro del cerchio: porto il piede destro avanti, accosto il sinistro, appoggio sul destro. Ripetere 4 volte. Iniziare da [tönen]
es spielet der Hirte
auf seiner Schalmei
Ripetere come sopra ma all‘indietro
La la la la la la la,
la la la la la la la.
Compiere 4 passi di walzer girando su se stessi e riportandosi in posizione iniziale.
Una volta raggiunto un certo grado di sicurezza si può eseguire a canone
sia il canto che la danza. In questo caso i ragazzi sono disposti in triangolo
(un numero uguale di danzatori per lato): ogni lato si muoverà in
successione rispettando le entrate.
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OPZIONE 2. ASCOLTANDO Tchaikovsky
Possiamo ora affrontare il valzer di Tchaikovsky, del quale guideremo un
ascolto finalizzato, successivamente, ad un “suoniamoci su”, ovvero ad
accompagnare con i nostri strumenti l’orchestra su base Cd. Non sarà
fornita ai ragazzi alcuna informazione preliminare.
1. Quali impressioni ti suscita questa musica?
allegria divertimento tristezza malinconia
nostalgia maestosità movimento marzialità
2. Proviamo ad accompagnare il primo tema eseguendo in piedi e sul posto il passo base appreso in precedenza in “Es tönen die Lieder”: riusciamo a sincronizzarci? Possiamo dire che si tratti di un tempo di valzer?
SI NO
3. Proviamo ora ad accompagnare tutto il brano con lo stesso movimento dei piedi: riusciamo a seguire sempre il ritmo? La musica rallenta qualche volta rendendo difficile mantenere il tempo con il movimento? [Il brano presenta numerose variazioni agogiche che lo rendono impossibile da ballare. Già il tema principale si chiude con un “ritenuto” accentuato, al quale segue un “stingendo” dei violini dopo 5 battute, seguito subito da un altro “ritenuto”, sempre dei violini. In generale, il brano presenta un susseguirsi continuo di variazioni espressive sia di “velocità” che di dinamica].
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4. Quale di queste affermazioni sono false?
Questo valzer è stato composto per essere ballato dai nobili al tempo di Re Artù
Questo walzer è stato composto per essere eseguito in concerto al tempo della principessa Sissi
Il compositore è un musicista europeo Il compositore è un musicista cinese
5. Quali fra questi strumenti riconosci all’ascolto?
Violini Tamburi Flauti Viole Violoncelli
Pianoforti Contrabbassi Trombe
6. Quante volte si sente la melodia principale? Alza la mano ogni volta che la senti. E’ eseguita sempre dagli stessi strumenti? [Compare quattro volte. La prima volta è eseguito dai violini; la seconda dai violoncelli, la terza ancora dai violini e la quarta dai violoncelli]
7. La melodia principale viene sempre suonata in modo uguale o a volte si sentono dei cambiamenti?
[L’ultima volta presenta un finale variato]
8. Questo valzer fa parte di una composizione più lunga suddivisa in 4 movimenti. Sapresti individuare quale di questi due brani appartiene alla stessa opera?
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L’insegnante propone l’ascolto di:
a) Tchaikovsky - Serenata Op.48 – dal 1° movimento: Pezzo in forma di sonatina, l’ Andante non troppo12.
b) Mozart, Serenata K.525 - Piccola serenata notturna [Eine Kleine Nachtmusik]. Primo movimento: Allegro13.
9. Quali elementi ti hanno indotto a scegliere?
…………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………
10. Tchaikovsky ha composto altri valzer oltre a questo: di quale, a tuo parere, è l’autore fra questi due?
L’insegnante propone l’ascolto di:
a) Tchaikovsky, Suite “Schiaccianoci” op. 71 a, Walzer dei fiori, nella versione contenuta in Walt Disney, Fantasia, colonna sonora originale rimasterizzata14.
b) Johann Strauss figlio, Sul bel Danubio blu [An der schönen blauen Donau] op. 31415.
11. Perchè?
…………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………
12. Hai già sentito altre volte questi valzer? Se si, dove?
…………………………………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………………………………… [La domanda risulta utile per promuovere la competenza di “stile d’autore”, rilevandone i tratti caratteristici che accomunano le sue opere –
12
Per la musica, cfr: https://www.youtube.com/watch?v=x87yzxUHUcw 13
Per la musica: https://www.youtube.com/watch?v=FCi2u265wxQ 14
Per la musica, cfr: https://www.youtube.com/watch?v=N7_udO2jo6k 15
Per la musica: https://www.youtube.com/watch?v=3LO3byyeNQo
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come già viene praticato nella didattica della arti figurative, dove si chiede di riconoscere i dipinti prodotti dallo stesso artista. Il quesito si rivela però anche importante per portare a conoscenza dei ragazzi alcuni prerequisiti che essi possiedono senza saperlo: - Il “valzer dei fiori” è noto a piccoli e grandi perché contenuto nel celebre
lungometraggio di animazione “Fantasia” di Disney (tuttora in commercio in DVD nella versione rimasterizzata) e spesso utilizzato anche negli spot pubblicitari; i ragazzi in genere però non sanno che si tratta di una composizione di Tchaikovsky.
- Sul bel Danubio blu è “riconosciuto a livello mondiale come il valzer più celebre scritto dal compositore e come uno fra i più famosi brani di musica classica di tutti i tempi”16
. La sua esecuzione al concerto di Capodanno a Vienna ne ha promosso la conoscenza anche fra i giovanissimi].
OPZIONE 3. SUONIAMO IL WALZER DI Tchaikovsky. Possiamo ora proporre ai ragazzi di eseguire insieme all’orchestra (su base Cd), tutto il valzer, iniziando dapprima ad impratichire il tema principale utilizzando gli strumenti didattici a percussione a nostra disposizione; successivamente ci cimenteremo con gli strumenti a barre. Ogni casella corrisponde ad una battuta.
LEGENDA
: triangolo
: piatto sospeso suonato con spazzola:
: timpano o tamburo suonato molto leggermente con battente felpato
: maraca
: chimes (anche sonagliere eoliche etniche reperite nei negozi di Altro Consumo)
16
http://it.wikipedia.org/wiki/Sul_bel_Danubio_blu
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: woodblock o legnetti
: sonagliera (anche autocostruita)
__ : pausa
pp: pianissimo
Avvertenze
Xilofono e metallofono: è preferibile usare il basso. Comunque possiamo utilizzare
ciò di cui dispone la scuola (anche Glockenspiel eventualmente).
Si sono utilizzati colori diversi per indicare l’opzione (preferibile) di dividere il brano
in frammenti assegnabili ciascuno ad un esecutore diverso. La sezione in blu può
essere eseguita da tutti insieme.
Ogni bambino-ragazzo dovrà perciò memorizzare un episodio di adeguata lunghezza
che non comporta troppe difficoltà e che ripeterà uguale quando si ripresenta il
tema principale. In compenso, le entrate in successione consentono una
appropriazione più efficace della forma del brano e un esercizio di concentrazione
da parte dell’esecutore.
Elita Maule, ZUM…TA…TA… . A PASSO DI VALZER. Tchaikovsky, Serenata per archi op. 48, II : Valzer
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Tchaikovsky – Serenata per archi Op 48, II – Valzer
Moderato. Tempo di Valzer. Dolce e molto grazioso.
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Metallof. _ _ _ _ _ _ _ _
Xilofono SOL SOL SOL SOL SOL SI RE RE
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FA FA FA SI _ _
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Tema violoncelli:
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42 battute di pausa
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fino al ritorno
_ del tema principale
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eseguito dai violini
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Tema: violini
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SOL SOL SOL SOL SOL SI RE RE
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Tema: violoncelli
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FINALE
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SOL SOL SOL SOL SOL SOL SOL SOL SOL SOL SOL SOL SOL SOL SOL SOL SOL SOL
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Per saperne di più: Il valzer. guida per l’insegnante
L’enciclopedia Treccani descrive il valzer come una “ Danza di ritmo
ternario e di andamento variabile (dall’allegro, al moderato, al lento), fra
le più conosciute e famose in Europa, che si balla in coppia: ballare un v.;
fare un giro di v.; il v. viennese. Nato in Austria e nella Germania merid.
nella seconda metà del sec. 18°, sviluppatosi da preesistenti danze
tedesche come il Ländler o la Deutscher Tanz, si diffuse rapidamente in
tutta Europa a partire dalla fine del ’700 (introdotto in Francia da Maria
Antonietta), offrendo motivo di entusiasmo (e al tempo stesso di
scandalo) per il fatto che si trattava della prima danza in cui i ballerini si
stringevano in un abbraccio; nell’800 si identifica soprattutto con il v.
viennese, reso celebre, tra gli altri, dai due Johann Strauss (padre e figlio).
In seguito, tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900 si svilupparono altri tipi di
valzer: il v. lento o inglese o hesitation (di andamento molto lento), uno
dei quattro balli obbligatorî dei campionati ufficiali, e, in America, il v.
Boston, di andamento moderato”17.
Curt Sachs, nella sua Storia della danza18, cita Goethe e Mozart quali
testimoni del rapido diffondersi del valzer nell’area germanica, ballo
popolare che dalla campagna conquistò i salotti signorili diventando il
simbolo della nuova classe borghese tra il Sette e l’Ottocento. Goethe
stesso, che menziona e descrive più volte il valzer nel suo Werter, già nella
17
http://www.treccani.it/vocabolario/valzer/# 18
Il Saggiatore, Milano 1994
Elita Maule, ZUM…TA…TA… . A PASSO DI VALZER. Tchaikovsky, Serenata per archi op. 48, II : Valzer
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seconda metà del Settecento, quando era ancora studente a Strasburgo,
fu costretto ad imparare il valzer per essere ammesso in società19.
“La danza che mancava alla società borghese non era una danza di
rappresentanza, di estrema stilizzazione dell’artificioso servizio d’amore,
piuttosto una danza che fosse l’espressione e, se si vuole, lo sfogo di una
giovanile esuberanza, la manifestazione di un giovanile desiderio amoroso,
di un divertimento alla portata di tutti. Naturalezza e semplicità sono le
insegne della nuova generazione […]. La borghesia cerca di riportarsi alla
tradizione culturale delle campagne piuttosto che a quelle delle corti […].
Non fu una moda passeggera quella che fece adottare la danza popolare
all’ultima generazione del secolo XVIII, ma piuttosto un impulso pieno di
vigore tendente a spogliare la danza da ogni forma d’imprestito, da tutto
ciò che è inerte a modellare la nuova danza borghese sulle danze
dominate ancora da antiche potenze […].
Ciò che quest’epoca cercava si poteva trovare nei Dreher, nei Saltarelli, nei
Ländler o nei Valzer che da tempo indeterminato esistevano nella
Germania meridionale pronti a lasciare le loro valli e i loro villaggi, appena
fosse suonata l’ora”20.
Nella sua essenza, sempre a detta di Sachs, il valzer (walzen in tedesco
significa “rigirarsi”) non è diverso dal popolare Ländler, danza assai in uso
per secoli specie in Tirolo e ben documentata dalla raccolta Quellmalz
eseguita agli inizi degli anni ’40 del Novecento21: in entrambi i casi si tratta
di un ritmo in ¾ con forte accento sulla prima pulsazione; le coppie
strettamente allacciate “girano su se stesse disegnando un circolo ogni
19
Hess, R., Il valzer. Rivoluzione della coppia in Europa, Einaudi, Torino 1993, p.85. 20
Ibidem, p. 463-4 21
Cfr. Deutsch Walter e Kofler Franz, Corpus Musicae Popolaris Austriacae, Band 10, Böhlau Verlag Wien, 1999.
Elita Maule, ZUM…TA…TA… . A PASSO DI VALZER. Tchaikovsky, Serenata per archi op. 48, II : Valzer
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due battute, tanto che la danza somiglia alla doppia rotazione degli astri; il
piede sinistro avanza, lo segue il destro scivolando e tracciando indietro
un arco di circolo, il piede sinistro completa poi il mezzo giro; alla seconda
battuta i passi si ripetono, ma è il piede destro ad avanzare per primo”22.
Fortemente osteggiato in un primo momento dalle corti (anche la casa
imperiale tedesca sotto il regno di Guglielmo II non lo ammetteva nei suoi
balli), il valzer fu accolto dapprima dalla borghesia tedesca penetrando
rapidamente anche nella borghesia di altri paesi (in Inghilterra fu
introdotto solo nel 1812), soppiantando anche la supremazia che la
Francia aveva fino ad allora detenuto nel lanciare le mode della danza in
Europa.
Oggetto di pamphlet e di accuse moraleggianti - come quella di Salomon
Jakob Wolf che nel 1797 lo accusava di essere un ballo che infondeva
debolezza del corpo e dello spirito tra i giovani- il valzer si impose
comunque fra le giovani generazioni di ogni ceto sociale. Così che, nel
1791, “un autore anonimo scrive a Berlino che “il valzer e solo il valzer è
ora così di moda che non si vede danzare a Berlino nient’altro. Basta saper
ballare il valzer e tutto va bene”. Sei anni dopo un giornalista riferisce che
il volteggiare “è comune e contagioso quanto un raffreddore”. Già verso il
1790 il valzer passa da Strasburgo in Francia, una Francia la cui mania del
ballo può essere espressa in cifre: nel 1797, la sola città di Parigi possiede
684 sale da ballo pubbliche […].
Nel corso del secolo XIX anche la Francia creò una variazione di valzer, la
valse francaise, saltellata, e gli Americani a loro volta derivarono dal valzer
il boston, lento e scivolato che nel 1874 doveva attraversare l’oceano. Gli
22
Ibidem, p. 464.
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stessi Tedeschi ammettevano molte interpretazioni del valzer, come il
valzer scozzese e il valzer a due passi”23.
Tuttavia solo il valzer viennese sarà e resterà il valzer classico e sarà
caratterizzato da una sfrenata rapidità.
“Questo aumento della velocità era, se non una conseguenza necessaria,
certo un effetto molto naturale del trasferimento del Ländler nei saloni dai
lisci pavimenti e dell’adattamento a scarpini da ballo.
Ciò aveva il suo effetto sulla forma della melodia e sul ritmo […]. Nel valzer
viennese troviamo la prima battuta assai marcata, la seconda a malapena;
nello stesso tempo vediamo come quel trasparente, alato volteggiare e
scivolare si adatti bene alla leggerezza dell’abito da ballo cittadino e alla
liscia superficie dei pavimenti. L’influsso cittadino si fa ugualmente sentire
nella linea melodica; i salti duri e gli ampi intervalli cedono il posto ad una
progressione dolce e ravvicinata; la danza, come la musica, adotta
movimenti chiusi. Infine, la forma: la forte accelerazione del tempo
doveva far apparire troppo beve e troppo soffocato il periodo di otto
battute in uso da molto nei Ländler e nei valzer tedeschi e fu portato a
sedici”24.
Qualche informazione sull’autore Pëtr Il'ič Čajkovskij, nato a Votkinsk, Russia, nel 1840, muore a
Pietroburgo nel novembre del 1893.
“Avviato agli studi di diritto, si interessò alla musica fin da fanciullo.
Nel 1859 si impiega a Pietroburgo al Ministero della Giustizia, ma continua
gli studi in Conservatorio con A. Rubistein e Saremba, lasciando il
23
Sachs, C., Storia della danza, Il Saggiatore, Milano 1994, pp. 467-8 24
Ibidem, p. 468.
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Ministero nel 1862. Dal 1866 al ’77 insegna armonia al Conservatorio di
Mosca diretto da Rubistein: suoi allievi saranno qui Rimski Kosakov e
Taneiev tra gli altri. Un matrimonio infelice con Antonina Ivanovna
Miliukova, che dura solo poche settimane, lo porta sull’orlo del suicidio,
finché in Nadiezda Filaretovna von Meck egli trova la generosa mecenate
che gli permetterà di dedicarsi alla composizione per il resto
dell’esistenza.
Abbandonato il Conservatorio, la sua vita scorre tranquilla e senza
preoccupazioni di sorta. Ormai noto e stimato in patria e all’estero,
compie lunghi viaggi e dirige in molte città le proprie composizioni. Nel
1891 viene invitato anche in America, e vi dirige sei concerti: ma dopo due
anni, nel momento più sfolgorante della sua carriera artistica, viene
stroncato da un’epidemia di colera. Erano pochi giorni che aveva diretto la
prima esecuzione assoluta della ‘Patetica’”25.
25
Manzoni, G., Guida all’ascolto della musica sinfonica, Feltrinelli, Milano 1987, p. 121.