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ZaHi HaWaSS

aMorE, MaGia E MiSTEro nEL rEGno dEi Faraoni

Fotografie di Sandro Vannini

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alcuni dicono che amo la televisione, ma non sanno che in realtà è il contrario. Conosco tanta gente che rincorre le troupe televisive coldesiderio di essere intervistato, che scrive lettere ai produttori offrendo interviste gratuite solo per poter essere in TV. in tutta la mia

vita non ho mai chiesto ad un solo produttore di essere ripreso e normalmente rifiuto più del 50% delle richieste che ricevo. il motivo per cui miviene chiesto di parlare in televisione è dovuto al talento di narratore che dio mi ha dato, e le mie storie sono entrate nel cuore di tutti.

a vent'anni, appena laureato, ottenni un posto come ispettore dell'antichità. allora, l'archeologia non era proprio la mia passione e cercavo,quindi, di fare il possibile per abbandonare quel campo. dopo la guerra del 1973 ero uno dei circa venti ispettori che accompagnavano le spedizionistraniere sulla West Bank a Luxor. La sera ci si incontrava tutti in un vecchio albergo sulla riva occidentale chiamato El Marsam, uno stabile moltofamoso, di proprietà della famiglia di abd el rasul, non un hotel a cinque stelle ma un posto antico e carino. C'era chi era solito giungervi da ognicapo del mondo solo per incontrarvi il leggendario proprietario, Sheikh ali. Si trattava di un personaggio davvero memorabile che, solo a guardarlo,suggeriva alla mente storie senza fine, come un immenso tesoro. La maggior parte dei miei colleghi solevano sedersi per scherzare, ridere e bereinsieme, io, invece, mi sedevo accanto a lui e cominciava a raccontarmi della sua famiglia. ricordo la prima cosa che mi disse - "ragazzo, non siamostati una famiglia di ladri come la gente pensa. noi conosciamo tutti i segreti della riva occidentale e ogni sito preciso delle tombe che gli archeologinon conoscono". Poi mi raccontò la storia che aveva reso famosa la sua famiglia. Mohamed, uno dei suoi fratelli, pascolava le capre sulla rivaoccidentale quando una di esse scappò. Egli la rincorse fino ai piedi delle montagne che si stagliano proprio a sud del tempio di Hatshepsut, a deir elBahri. ad un certo punto, si accorse della presenza di un pozzo profondo e, pensando si trattasse di un luogo pieno di tesori, lasciò fuori la capra e vientrò. Mi stupisco di come sia potuto scendere nel pozzo. riandai col pensiero a circa cinque anni prima quando per la prima volta io stesso scesi inquel medesimo pozzo. L'unico modo possibile per scendere era che gli operai mi facessero infilare con le gambe in un cesto e che utilizzassero unmarchingegno chiamato ‘tambura’ per calarmi giù, e fu abbastanza difficile. Mi chiesi come doveva essere questo ragazzo, parente di abd el rasul,capace di scendere giù in quel pozzo nel 1875, ma questa gente era abituata a fare cose di questo tipo, ad andare nelle gallerie, nei passaggi stretti escoprire i tesori del passato.

Una volta sceso, Mohamed ebbe una grande sorpresa. Trovò un immenso tesoro: oro e argento, sarcofagi, una cappella, mobili e,naturalmente, le mummie. Sono certo che non riuscì a credere ai suoi occhi. Così, risalì in superficie e si recò subito dalla sua famiglia

e raccontò loro della sua scoperta, di cui essi mantennero il totale segreto. Sheikh ali mi disse che andarono nel pozzo solo tre volte, e che il governovenne a sapere dell’accaduto per via di alcune discussioni strettamente familiari. Suo padre gli aveva detto: "Per la prima volta abbiamo tradito noistessi". Un membro della famiglia andò dalla polizia e disse che si trattava della scoperta della famosa cachette di mummie reali risalenti al nuovoregno. i funzionari dello stato arrivarono nel 1881 e portarono via le mummie. Sheikh ali mi raccontò che si sentì come se dei loro antenati liavessero abbandonati: "Piangevamo quando caricarono le mummie sulle barche per il Cairo, fu il giorno più triste per tutte le famiglie che abitavanosulla riva occidentale". Uomini e donne rimasero immobili sulla riva del nilo: le donne in nero piangevano e strillavano, gli uomini con le lacrimeche scorrevano sui loro volti. Tutti erano veramente tristi nel vedere gli antenati che partivano. Sheikh ali raccontava che tutti credevano che queitesori fossero di proprietà loro e della loro famiglia: "non siamo ladri, ci stavamo portando via ciò che i nostri antenati ci avevano lasciato".

Mi ricordai di aver sentito la storia di come le mummie furono trasportate in barca fino alla fine del viaggio e di quando, raggiunto il Cairo,arrivarono presso gli uffici della dogana sul nilo, a Bulaq. Questo era il posto in cui qualsiasi merce, proveniente dall'alto o dal Basso Egitto su unaimbarcazione, doveva passare. il funzionario della dogana insisteva che le mummie non dovessero entrare al Cairo perché sul registro doganale nonrisultava nessuna tassa relativa alle mummie. dopo alcune ore di discussione, lo stesso funzionario riuscì a trovare nella lista una tassa relativa alpesce sotto sale, che considerò sostanzialmente una merce abbastanza simile. Le quaranta mummie, che una volta avevano rappresentato la sovranitàdell'Egitto, ebbero il nullaosta d'ingresso al Cairo, dopo essere state registrate come pesce sotto sale.

Sheikh ali cominciò a raccontarmi una storia al giorno. i suoi racconti mi entusiasmavano e mi tornarono alla memoria i tempi in cuivivevo da bambino, avevo allora cinque o sei anni, in un piccolo villaggio nel delta. durante il periodo del ramadan, mio padre era

solito chiamare un anziano del villaggio e farlo sedere accanto a me, dopo colazione, per raccontarmi le storie delle notti arabe. aspettavo tutto ilgiorno per ascoltare una nuova storia e per sapere che cosa sarebbe accaduto all'eroe impegnato nelle sue avventure per salvare i poveri. Sheikh alimi ricordava quell'anziano signore, quell'uomo che mi insegnò ad essere un narratore di storie.

Per oltre dieci anni ho fotografato gli antichi Egizi, trascorrendo ore straordinarie con le loro ombre, alcune nel rumoreosceno del Museo Egizio del Cairo, molte di più nel silenzio carico di polvere delle tombe, ultima scena nella

rappresentazione rituale della morte e del passaggio all'aldilà. Laggiù, ho capito che l'oblio uccide e la memoria, invece, regala l'immortalità. Così, dopo il fascino iniziale di quell'incredibile quantità di splendidi tesori che il clima secco del deserto Egiziano ha conservato fino aigiorni nostri, ho avuto modo di riflettere.

Lunghe ore di osservazione, talvolta in totale solitudine, mi hanno trasportato in un secondo mondo, fatto di piccolissime cose edi innumerevoli particolari che, grazie ai tanti privilegi del fotografo, ho potuto osservare da vicino esaudendo il mio piacere diconoscere che supera spesso la pura osservazione professionale. Così ho pensato che i dettagli, al di là del loro intrinseco significato, devono aver indubbiamente esaltato la passione degli artigianifinissimi che hanno dipinto tombe, cesellato gioielli splendidi e scolpito statue straordinarie.

avvicinandomi a questa arte affascinante con la curiosità tipica di colui che fotografa ne sono rimasto innanzitutto coinvolto,cercando poi di tradurre visivamente la mia esperienza. Prende corpo così la "mia" esperienza visiva, il "mio" percorso

attraverso l'oggetto e i suoi invisibili dettagli che ho davanti: scattare, in fondo, diventa solo l'ultimo atto di un lungo processo.Un accesso davvero unico alle antichità Egiziane e la possibilità di visitare e fotografare luoghi chiusi da anni, mi ha permesso dicompiere effettivamente un Secret Vojage nelle necropoli Tebane, un viaggio indimenticabile, straordinario, al limite del possibile. Un viaggio che oggi, dalle pagine di questo libro, vi invito a intraprendere attraverso le fotografie che ho scattato in questi 10 anni,passati, credetemi, in un attimo, leggeri come il batter d'ali di uno scarabeo.

ZAHI HAWASSCon le sue numerose scoperte ed avventured'archeologia, Zahi Hawass, l'egittologo famosoin tutto il mondo, è riuscito a far innamorare lagente dell'Egittologia. Le sue parole, entrandonelle nostre case, ci guidano nei misteri e nellamagia dell'Egitto antico grazie alla televisione eai libri stampati. durante la sua carriera, harealizzato importanti scoperte, dalle tombe deicostruttori delle piramidi di Giza alla valledelle Mummie dorate, dalle ricerche sul dnadei faraoni fino all'identificazione dellamummia di Hatshepsut. Egli ha anche svelato ilmistero della morte di Tutankhamon eidentificato le mummie della famiglia delgiovane re. il dott.Hawass ha scritto moltiarticoli di carattere scientifico e tanti libripopolari quali e Valley of the GoldenMummies, Secrets from the Sand e Mountains ofthe Pharaohs, pubblicati in molte lingue e chehanno catturato i cuori della gente in tutto ilmondo. nel 2006, il Time Magazine lo haindicato come uno dei 100 personaggi piùinfluenti al mondo; l'american academy ofachievement lo ha presentato col prestigiosoGolden Plate award, ed ha vinto un Emmy perla televisione. da Segretario Generale delSupreme Council of antiquities (ConsiglioSuperiore delle antichità), ha incoraggiato edistruito tanti giovani per farli diventare gliarcheologi del futuro, confermando la stima di

cui godono gli archeologi egiziani nel lorocampo. inoltre, ha fatto costruire più di ventinuovi musei, creato programmi di gestione deisiti per i monumenti in tutto l'Egitto e hapromosso, con successo, campagne per fartornare in patria molti artefatti rubati o esportatiillegalmente. L'amore per l'antico Egitto è visibilenei suoi occhi e nel suo cuore e, in questo libro,si esprime con parole magiche.

SANDRO VANNINISandro Vannini è nato a roma nel 1959 e vivetra Viterbo ed il Cairo. è fotografoprofessionista dal 1980. il suo lavoro,pubblicato sulle riviste di maggior prestigio,verte su soggetti che spaziano dai reportage diillustrazione a quelli etnografici, di architettura,archeologia, ritratti ed altre arti visive.a parte il suo lavoro di fotografo free-lance,Vannini ha lavorato dal 1992 al 1996 su unprogetto, pubblicato da Bertelsmann Group inGermania, Spagna e Giappone sotto l'egidadell’UnESCo, sul Patrimonio CulturaleMondiale. insieme a Zahi Hawass, SandroVannini ha realizzato una serie di librifotografici pubblicati in tutto il mondo quali"e royal Tombs of ebes", "reTutankhamon", "Lost Tombs of ebes" erecentemente "a Secret Voyage". dal 2005 èdirettore artistico di Laboratoriorosso, unasocietà che produce documentari sull'Egitto

antico e moderno. il suo lavoro è largamentebasato su tecnologie digitali sofisticate che,applicate sulla ricostruzione virtuale e filmativideo, rappresentano la nuova frontiera pernarrare e descrivere l'Egitto faraonico.il lavoro di Sandro Vannini è stato pubblicatosulle riviste: Atlante, Airone, MeridianiMontagne, Archeo, Viaggi nel Mondo,Bell'Italia, Bell'Europa, Abenteuer und Reisen,Alpin Bergwelt, Weekend Viaggi, Oasis, Arte,Tuttoturismo, Meridiani, Il venerdì diRepubblica, D La Repubblica delle Donne,Modus Vivendi, Nuova Ecologia, Dove, I Viaggidi Repubblica, Lo Specchio, Traveller, InViaggio, GEO (tutte le edizioni), Quest,Illustretert Viderskamp.i suoi libri sono stati pubblicati dai seguentieditori: arnoldo Mondadori Editore (italia),Citadelle & Mazenot (Francia), Frederking &aler (Germania) Jaca Book (italia), Plaza&Janes (Spagna), ames & Hudson (GranBretagna), national Geographic (USa),dumont (Germania), Miracle (Bahrein), aUCPress (Egitto), arsenale (italia), Kehrer Verlag(Germania), Heritage World Press (GranBretagna).Sandro Vannini è rappresentato da Corbis.

Per ulteriori informazioni:www.sandrovannini.comwww.heritageworldpress.comsandro.vannini@sandrovannini.com

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