Zabaione Anno VI 01 Gennaio

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Allora, cerchiamo di dare una par- venza di serietà almeno all'inizio: il 2012 è cominciato, ora comincia pure un nuovo quadrimestre, che stress! Ok, non suonava molto serio. Forse dovrei scrivere in cinese: Forse dovrei semplice- mente darmi all'ippica. Insomma, l'editoriale è fondamentale quanto poco stimolante per la fantasia e così è mezzanotte e ci vado di mezzo io, ma perché proprio io? Domanda in- teressante dal punto di vista filoviag- gioment... ehm, intendevo filosofico; resta il fatto che ora voi siete miste- riosamente lì a leggere questo insulto al vostro tempo (di nuovo: perché?) e io qui a infischiarmene delle mie occhiaie veniture, mentre entrambi potremmo fare qualcosa di più co- struttivo: seguire la lezione, per esempio, o almeno dormire (nel mio caso, non nel vostro!!). Può darsi che crediate che ci sia una forza superiore che ha permesso que- sta serie di sfortunati eventi; nel qual caso crederete anche, probabilmente, che ci sia pure uno scopo nascosto tra le pieghe di quello che sto scrivendo, e che quindi la piacevole lettura vi la- scerà qualcosa: un marchio indele- bile, un insegnamento, un mal di pancia incontrollabile alla vista della scrivente. Quale sarà il motivo per cui ella ci diletta con la sua molto iperbolicamente detta retorica? Vorrà di nuovo convincerci a entrare in quella gabbia di matti che dev'es- sere la redazione di Zabaione? Par- larci del non-senso della vita? Introdurci a questo nuovo numero del giornalino, indicandoci gentil- mente la pagina dell'enigmistica? Mah? In verità, cari, tornando a monte del problema, io sono abbastanza restia a credere in una forza superiore che stia facendo avvenire ciò per una qualche ragione; del resto, perché i capitani delle navi da crociera non salgono a bordo (ca**o!) dopo averle guidate addosso agli scogli e NON aver dato l'allarme, e perché tanta gente ci muore o sparisce? Perché io sto scrivendo questo? Nessuna delle due cose ha senso di buono e giusto, né ordine, e ognuno trae le sue con- seguenze come può. Ma non è che volessi tediarvi con le mie idee de- menzial-religioso-notturno-filosofi- che, anche perché lo so che non è molto interessante. Spero poi nes- suno mi venga a dire che la prima pa- gina faceva schifo: io, a quest'ora, con il cervello fuso dopo sei lunghe ore di scuola, verifica di cinese e scleri organizzativi inerenti coge- stioni e convegni di stampa studen- tesca, ho fatto del mio meglio. Comunque vi introduco sì al nuovo numero, un po' perché c'è ancora dello spazio da riempire, un po' per- ché ci sono un paio di novità: ru- briche nuove di pacca (World in a word), vecchie ru- briche rispolve- rate (Visto che robba?), sempre più pagine dedi- cate alla fotografia con la rubrica del nostro fotografo ufficiale (Lele Buonerba photogra- phy). Ma non solo! Ci siamo anche digitalizzati, più che mai! Ogni tanto troverete QR e link brevi per acce- dere a contenuti online riguardanti gli articoli: nel caso dei link ovvia- mente basta ricopiarli nel browser, se volete sfruttare i QR invece dovete scaricare le apposite app per smar- tphone (al Parini certe pretese pos- siamo anche averle). E, va bene, rinnoverò anche l'invito a partecipare a Zaba: guardate che il giornalino è di tutta la scuola, mica solo della cricca di quelli che ven- gono in riunione; se ci mandate un articolo, una foto, una vignetta, un cavolino di Bruxelles, non veniamo a prendervi a randellate per tutti i cor- ridoi. Bene, ho esaurito le cose da dire. Buonanotte. *Titolo: da Play Dead, The Birthday Massacre. Tanto ormai l'avete ca- pito che se non tiro in ballo una can- zone non so proprio come intitolare i miei articoli. "Articoli". 1 IL MENSILE DEGLI STUDENTI DEL PARINI Un libero spazio di espressione LÊunico autentico bar pariniano al 100% ENJOY NANDOÊS BAR! Numero 4 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Gennaio MMXII Our broken hearts still wonder why* WE WANT YOU! Ti piace scrivere o vorresti disegnare vignette? Sei in- teressato a partecipare al giornalino della scuola in qualsiasi altro modo? Hai qualche proposta? Ti aspet- tiamo ogni mercoledì alle 14 nell’aula studenti (ma se non sapete dove sia vi recuperiamo davanti a scuola, tranquilli) o sul nostro forum zabaione.fo- rumcommunity.net! di Elisa AlivertiPiuri Visto che robba 2 P.S. Eppure eravamo solo in mille 3 Vedere Majdanek 4 Opinioni dietro un obbietivo 5 La fabbrica di Milano 6 World in a word 8 Capodanno 10 Rcensioni al cinema 11 A sound relief 12 Maschere 13 Zabaenigmistica 14 Parinianography 15 Lelebuonerba photography 16 Zabaoroscopo 20 Indice

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LÊunico autentico bar pariniano al 100% Un libero spazio di espressione Visto che robba 2 P.S. Eppure eravamo solo in mille 3 Vedere Majdanek 4 Opinioni dietro un obbietivo 5 La fabbrica di Milano 6 World in a word 8 Capodanno 10 Rcensioni al cinema 11 A sound relief 12 Maschere 13 Zabaenigmistica 14 Parinianography 15 Lelebuonerba photography 16 Zabaoroscopo 20 Numero 4 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Gennaio MMXII * Titolo: da Play Dead, The Birthday 1

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Allora, cerchiamo di dare una par-venza di serietà almeno all'inizio: il2012 è cominciato, ora cominciapure un nuovo quadrimestre, chestress! Ok, non suonava molto serio.Forse dovrei scrivere in cinese: ������ Forse dovrei semplice-mente darmi all'ippica. Insomma,l'editoriale è fondamentale quantopoco stimolante per la fantasia e cosìè mezzanotte e ci vado di mezzo io,ma perché proprio io? Domanda in-teressante dal punto di vista filoviag-gioment... ehm, intendevo filosofico;resta il fatto che ora voi siete miste-riosamente lì a leggere questo insultoal vostro tempo (di nuovo: perché?)e io qui a infischiarmene delle mieocchiaie veniture, mentre entrambipotremmo fare qualcosa di più co-struttivo: seguire la lezione, peresempio, o almeno dormire (nel miocaso, non nel vostro!!).Può darsi che crediate che ci sia unaforza superiore che ha permesso que-sta serie di sfortunati eventi; nel qualcaso crederete anche, probabilmente,che ci sia pure uno scopo nascosto trale pieghe di quello che sto scrivendo,e che quindi la piacevole lettura vi la-scerà qualcosa: un marchio indele-bile, un insegnamento, un mal dipancia incontrollabile alla vista dellascrivente. Quale sarà il motivo percui ella ci diletta con la sua moltoiperbolicamente detta retorica?

Vorrà di nuovo convincerci a entrarein quella gabbia di matti che dev'es-sere la redazione di Zabaione? Par-larci del non-senso della vita?Introdurci a questo nuovo numerodel giornalino, indicandoci gentil-mente la pagina dell'enigmistica?Mah?In verità, cari, tornando a monte delproblema, io sono abbastanza restiaa credere in una forza superiore chestia facendo avvenire ciò per unaqualche ragione; del resto, perché icapitani delle navi da crociera nonsalgono a bordo (ca**o!) dopo averleguidate addosso agli scogli e NONaver dato l'allarme, e perché tantagente ci muore o sparisce? Perché iosto scrivendo questo? Nessuna delledue cose ha senso di buono e giusto,né ordine, e ognuno trae le sue con-seguenze come può. Ma non è chevolessi tediarvi con le mie idee de-menzial-religioso-notturno-filosofi-che, anche perché lo so che non èmolto interessante. Spero poi nes-suno mi venga a dire che la prima pa-gina faceva schifo: io, a quest'ora,con il cervello fuso dopo sei lungheore di scuola, verifica di cinese escleri organizzativi inerenti coge-stioni e convegni di stampa studen-tesca, ho fatto del mio meglio.Comunque vi introduco sì al nuovonumero, un po' perché c'è ancoradello spazio da riempire, un po' per-

ché ci sono unpaio di novità: ru-briche nuove dipacca (World in aword), vecchie ru-briche rispolve-rate (Visto cherobba?), semprepiù pagine dedi-cate alla fotografiacon la rubrica delnostro fotografo

ufficiale (Lele Buonerba photogra-phy). Ma non solo! Ci siamo anchedigitalizzati, più che mai! Ogni tantotroverete QR e link brevi per acce-dere a contenuti online riguardantigli articoli: nel caso dei link ovvia-mente basta ricopiarli nel browser, sevolete sfruttare i QR invece dovetescaricare le apposite app per smar-tphone (al Parini certe pretese pos-siamo anche averle).E, va bene, rinnoverò anche l'invito apartecipare a Zaba: guardate che ilgiornalino è di tutta la scuola, micasolo della cricca di quelli che ven-gono in riunione; se ci mandate unarticolo, una foto, una vignetta, uncavolino di Bruxelles, non veniamo aprendervi a randellate per tutti i cor-ridoi. Bene, ho esaurito le cose dadire. Buonanotte.

*Titolo: da Play Dead, The BirthdayMassacre. Tanto ormai l'avete ca-pito che se non tiro in ballo una can-zone non so proprio come intitolarei miei articoli. "Articoli".

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I L MENS I L E DEGL I

STUDENT I DEL PAR IN I

Un l i be r o spaz i o d i

e sp re s s i one

LÊunico autenticobar pariniano al 100%

ENJOYNANDOÊS BAR!

Numero 4 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Gennaio MMXII

Our broken hearts still wonder why*

WE WANT YOU!Ti piace scrivere o vorresti disegnare vignette? Sei in-

teressato a partecipare al giornalino della scuola inqualsiasi altro modo? Hai qualche proposta? Ti aspet-

tiamo ogni mercoledì alle 14 nell’aula studenti(ma se non sapete dove sia vi recuperiamo davanti ascuola, tranquilli) o sul nostro forum zabaione.fo-

rumcommunity.net!

di Elisa Aliverti!Piuri

Visto che robba 2P.S. Eppure eravamo solo inmille 3Vedere Majdanek 4Opinioni dietro un obbietivo 5La fabbrica di Milano 6World in a word 8Capodanno 10Rcensioni al cinema 11A sound relief 12Maschere 13Zabaenigmistica 14Parinianography 15Lelebuonerba photography 16Zabaoroscopo 20

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Numero 4 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Gennaio MMXII

VISTO CHE ROBBA?(Minchia, zio, tutte le news più hot della skuola!!)

di Elisabetta Stringhi

A lzarsi un’ora dopo rispettoal solito, sentirsi più rilas-sati e riposati che mai, sco-

prire con stupore davanti allospecchio di non avere più quelle ter-ribili occhiaie, prepararsi e faretutto con calma.. In seguito arrivarenei pressi della scuola e ritrovare latua classe in un bar, tutti seduti aitavolini a bersi un cappuccino e in-tingerci una bella brioche calda.. Poientrare insieme in classe, ovvia-mente a malincuore, ma insommanon si può pretendere tanto, giàcosì va di lusso, non capita tutti igiorni che manchi un professore inprima ora.

Oppure, contemplare l’oro-logio e il lento scorrere delle sue lan-cette fino allo scoccare dellacampanella, poi uscire da scuola unpo’ più leggeri e contenti, con l’illu-sione che il pomeriggio si è allungatotantissimo, poiché si è usciti un’oraprima per via dell’assenza di un pro-fessore in ultima ora! Penso che siacapitato a tutti noi pariniani, no?Ecco, d’ora in poi scordiamoci tuttoquesto.

Infatti, secondo la circolareemanata all’inizio dell’anno corrente,non saranno più permesse entrateposticipate e uscite anticipate diun’ora qualora manchi un prof. Inquest’ora si avranno delle supplenze,penserete voi, no? Ecco che emer-gono tantissimi piacevolissimi ri-cordi... Supplenti che mentre parlanodel proprio gatto, di Berlusconi, delsenso della vita, delle medie scolasti-che dei loro favolosi figli, ti fanno di-sperare e venir voglia di urlare e

strapparti i capelli a uno a uno per-ché vorresti impiegare quell’ora sem-plicemente ripassando la materia perl’ora dopo, oppure chiacchierare coni tuoi compagni di classe.

Oppure supplenti che invecenon si presentano affatto in classe, eallora si aprono le danze: alcuniscendono al bar, altri restano inclasse a fare un po’ di sano casino oascoltare musicai n pace, altri ancorasi fanno un bel giro per la scuola.Ecco, una volta rievocate tutte questebelle immagini, cestiniamole. Infattid’ora in poi se mancherà un profes-sore, non sarà sostituito da un sup-plente, ma gli alunni sarannosmistati in altre classi dove potrannoassistere alle lezioni tenute da altridocenti che cercheranno in qualchemodo di gestire la loro presenza cer-cando di coinvolgerli, così da “garan-tire il diritto e il dovereall’istruzione”, testuali parole delPreside, sostanzialmente stufo di nonvederci fare un tubo.

Il ché effettivamente è vero.Insomma, parlandoci chiaro, è nor-malissimo e umanissimo non fareprecisamente un tubo durante questeore chiamate comunemente “buche”o “fuffa”.

Ma io comunque non riescoa credere nell’utilità di questo prov-vedimento e, sinceramente, sonoscettica, come la maggior parte deimiei “colleghi”. Passi che non si vuoleche noi perdiamo ore di scuola, manon capisco allora perché non si pos-sano garantire delle supplenze, madelle vere supplenze, con insegnanti

che si presentano e che possono per-mettere un’ora di didattica anche al-ternativa. Ci sono infatti professorifantastici che in un’ora di supplenzaaprono dibattiti, la maggior partedelle volte di attualità e, a dirla tutta,in quel momento passa la voglia dicazzeggiare, perché ci si sente coin-volti e stimolati. Dunque perché losmistamento in altre classi? Forseperché manca la volontà di teneredelle (buone) supplenze? E poiavrebbe senso essere smistati in altresezioni con professori, lezioni, pro-grammi completamente diversi? Nonsi rischierebbe in tal modo di distur-bare l’operato di un insegnante e l’at-tenzione di un’altra classe?

E comunque questo provve-dimento può essere facilmente ov-viato, con delle giustifiche scritte dagenitori consenzienti che lasciano inbianco la parte delle motivazioni edella data. Sorvolando sulla dubbiamoralità/etica/blablabla di una cosadel genere, a questo punto si giungea un’unica conclusione: forse questoprovvedimento è stato preso in se-guito a dei precisi fatti, che hanno su-scitato determinate reazioni dall’alto.Ad esempio, persone che escono dascuola prima del dovuto, senza nean-che attendere l’arrivo del supplente.Ma non mi sprecherò in insulti ecommenti negative su queste per-sone, che dimostrano un’intelligenzapari a quella di una velina, anzi, forseminore. Tutt’al più, vedrò di volgereal termine di questo articolo, chepenso farà adirare non pochi stu-denti!

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P.S. EPPURE ERAVAMO SOLOIN MILLE

“N on penso che ci sia moltobisogno di presentarmidato che in centocin-

quant’anni di storia dell’Italia unita lamia fama ha preceduto la mia figurapiù e più volte. Vi scrivo dal limbodegli eroi nazionali che non esitaronoad imbracciare le armi per il loroPaese e che proprio per questo, un po’peccatori lo sono stati. Ed è proprioqui che, tra una partita a scacchi conLenin, un pokerino con Emiliano Za-pata e un sigaro col Che, trovo iltempo di scrivere questa lettera aimiei figliocci italici per rendere omag-gio del 150° anniversario della miasplendida opera.

A leggere questo mio pensieroscritto alla mia ancora giovane e ine-sperta creatura vorrei che fosserotutti, senza tramiti altisonanti, che siaun direttore di tg o il presidente dellarepubblica in persona. Vorrei che fos-sero proprio tutti a prenderne atto,dal capitano d’industria all’operaiopiù sfruttato e malpagato, dal conte oil marchese al clochard della StazioneTermini o Centrale, dal picchiatore fa-scista al bombarolo anarchico, dalgobbo juventino al lebbroso interista.

Quando fummo pronti, tutti emille di rosso vestiti, a partire allavolta della borbonica Marsala, in terradi Trinacria, eravamo fortemente ac-cecati dalla sete di gloria e prestigioche avevamo a portata di mano, senzaperò renderci conto che stavamo percreare qualcosa di unico e straordina-riamente folle: unificare regioni cul-turalmente, linguisticamente egeograficamente ben lontane tra loro,legate solo da una flebile rimem-branza di un antichissimo ed ormairemoto imperialismo romano. Ep-pure c’era un qualcosa che poteva le-gare un mercante di stoffe di Veneziacon un cuoco napoletano, un soldatolombardo con un prete della cittàeterna, un fornaio torinese con un

banchiere toscano: l’italianità.

L’italianità non è una cosa facil-mente descrivibile, bisogna averlasotto gli occhi tutti i giorni per poterlacomprendere appieno. Come si fa aspiegare a chiare lettere ad uno sviz-zero o ad un tedesco cosa ci spinge asaltare immancabilmente una fila or-dinata ogniqualvolta se ne venga aformare una o cosa ci spinge a scovareun’opera d’arte da un insensibileblocco di marmo o da una tela can-dida.

Come possiamo spiegare ad unfrancese o ad un neozelandese cosa cispinge a cercare i modi più fantasiosiper truffare il fisco o le assicurazionio cosa ci spinge a scrivere capolavoridi conclamato valore artistico, com-porre arie liriche dalle note leggenda-rie, disegnare abiti desiderati in tuttoil mondo o assemblare bolidi a quat-tro ruote capaci di far arrossire perl’invidia il mondo intero.

Siamo la patria del pensiero liberoma anche delle infinite contraddi zioni.

Siamo la patria delle brigate rossee delle camicie nere, del “bel giuoco”e del catenaccio, dei jeans e dei capi dialta moda, delle risate di AlbertoSordi e dei pianti di Mario Merola,della Bianchina Autobianchi che an-dava più a spinta che a benza e di Fer-rari, Maserati e Lamborghini.

Siamo il Paese con più disoccu-pati in patria e con più cervelli al-l’estero.

Siamo il Paese delle pensionid’oro ai parlamentari e delle minimeda paranoia da “fine del mese”.

Siamo il Paese in cui un socialistainstaurò una delle più feroci dittaturedi destra della storia e in cui un altro

ex socialista che cantava sulle navi dacrociera ha governato quasi indistur-bato per 17 anni, sempre con ideali didestra.

Siamo il Paese degli omini verdiche urlano e sbraitano contro i “ne-gher”, ma che poi è sempre il primoad accoglierli.

Siamo il Paese delle auto blu, deiconti in rosso, delle famiglie al verde,delle quote rosa e degli azzurri dellosport.

Siamo coloro che si sono esaltatiper l’urlo di Tardelli nell’82 e il rigoredi Grosso nel 2006 sentendoci i pa-droni del mondo, perché per noi il cal-cio è la passione che ci lega più di ognialtra.

Abbiamo esultato per la fine dellaguerra, per la caduta di Craxi, per ilgoverno tecnico e per la cacciata deiSavoia.

Siamo lo stato più contestato epiù preso in giro al mondo, ma infondo in fondo sempre il più amato.

Il nostro stato è lo specchio dellanostra faccia più brutta che abbiamo,quella dei caciaroni, pagliacci, villanie finti gangsters.

Ecco, mi piacerebbe riscriverviun’altra lettera, magari senza aspet-tare altri 150 anni di magagne e puti-feri vari, riuscendo orgogliosamente ascrivervi che questo Paese ce l’hafatta, questo Paese può reggersi inpiedi da sé, questo Paese può perchési applica. Magari battendo di nuovoi cugini transalpini in finale dei mon-diali…”

Con affetto,il vostro amatissimo Giuseppe “Peppino” Garibaldi

Lettera aperta dal mercenario più famoso dello stivale che ci unificò nello stato più controverso e amato dell’universo

di Simone Lorizzo

Numero 4 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Gennaio MMXII

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Numero 4 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Gennaio MMXII

World in a word“E cos’è questa roba?!” Immagino siano queste le prime cose che avrete pensato,dopo aver letto quelle quattro pa-role in inglese. Per non parlare dei vostri sguardi attoniti! Ma non spaventatevi, miei cari Pariniani, nonché ac-caniti lettori di Zabaione: oltre ad essere uno stupidissimo gioco di parolevenutomi in mente per caso, si tratta del titolo della mia rubrica nuova dizecca, nella quale non troverete recensioni di film, niente musica, nemmenogossip o cronaca nera, mi dispiace per voi! Troverete invece una parola,una sola, dalla quale ne scaturirà letteralmente un fiume. Perché è inimma-ginabile quali storie e significati si possano nascondere dietro a una singolaparola, e soprattutto quante riflessioni e divagazioni possano partire dapoche lettere accostate in cui c’è davvero un mondo, tutto da scoprire! …Vabbè, buona lettura e cercate di godervi i miei deliri e viaggi mentali.

Il cenone di Natale, i regali dascartare, i botti e i brindisi di Capo-danno, il dolce far nulla, il diverti-mento e le nottate con gli amici.Tutto ciò purtroppo ora sa solo di ri-cordi lontani e da tempo ha lasciatoposto alla scuola, alle lezioni, ai com-piti, alle versioni, ai prof, insomma,alla solita routine. In ogni caso que-ste vacanze, sebbene durino sempretroppo poco per i nostri gusti, sonofondamentali come momento di ri-poso, di ricarica delle nostre batterie,e soprattutto di evasione. Evasionedal solito trantran che ci tedia, daluoghi monotoni che ci costringono eche a lungo andare sono diventati in-tollerabili, fuga da questa inquinataMilano verso le località più disparate,sia che esse siano “monti sorgentielevati dall’acque” , o paradisi tropi-cali dall’altra parte del globo o, me-glio ancora, la casa/villa/castello diun amico. Ma per evadere, ex vadere cioè an-dare fuori, basta anche restare fermi,nello stesso luogo, perché non ha unsignificato unicamente fisico. Infattiquesta parola indica anche un trasfe-rimento in senso psicologico: si puòevadere pur rimanendo nello stessoluogo, semplicemente viaggiandocon la mente e catapultandosi daun’altra parte, al fine di ricercare unattimo di pace, di relax, ma anche difollia, irrazionalità, in fuga magari danoi stessi, dai nostri pensieri e preoc-cupazioni che ci attanagliano.Ciò può avvenire in mille modi,che ci possono sembrare più o menogiusti, più o meno criticabili, più o

meno adatti a noi. Evasione per al-cuni è sbattersi due auricolari nelleorecchie estraniandosi dalla realtàcon la musica, ad altri basta un pezzodi carta e una penna, alcuni corrono,sudano e staccano completamente latesta grazie allo sport, altri invece latrovano su un palcoscenico mentrerecitano e liberano le proprie emo-zioni, oppure altri ancora accarez-zano uno strumento che come perincanto prende vita e voce.Ma l’evasione non si trova solonell’arte o nelle proprie passioni, im-portantissime tuttavia perché nobili-tano l’uomo; è più facile e a volte piùimmediato trovarla nel divertimento,nell’andare in giro a cazzeggiare congli amici dove ci pare, giusto per nonpensare per un po’. Talvolta fino adarrivare a situazioni estreme in cui,pur di raggiungere la tanto agognatafuga dalla realtà, c’è gente che arrivaad attaccarsi a una bottiglia, sniffarepolvere bianca, o infilarsi una siringain un braccio. “Nessuno opprimeval’altro con la merda di quello che glisuccedeva a casa o sul lavoro.Quando stavamo insieme per noinon esisteva il mondo miserabiledegli altri”: queste le parole di Chri-stian F., ragazza eroinomane già aquattordici anni, che voleva rifiutarecompletamente la realtà circostante,della cui esperienza è stato scritto unlibro, "Noi, i ragazzi dello zoo di Ber-lino", che vi consiglio vivamente di leggere. Evadere è giusto, ma solo selo si fa coscienti di ciò che ci sta at-torno, con i piedi ben saldi a terra. Anche se a volte il desiderio di

fuga e rifiuto premono, sono cre-scenti e ti fanno venir voglia di fare levaligie e andartene immediatamente.Andare via, via da un Paese come ilnostro. Già, perché questa parolasulla quale sto divagando da più ditrenta righe, purtroppo, come unazanzara ronzante e fastidiosa nel-l’orecchio, mi rimanda a un disturbopatologico che affligge la nostra po-vera Italia. Napolitano nel suo discorso diCapodanno ha definito così l’eva-sione fiscale, come un morbo che di-vora e corrode il nostro Stato e lanostra società, svilendo gli onesti chepagano le tasse, nel tripudio di chi in-vece ben contento dichiara 30.000euro netti all’anno pur possedendoville, Porsche, yacht e chi più ne ha,più ne metta. Come non voler scap-pare da un Paese che evade un quintodel suo Pil, circa 120 miliardi di euro,l’equivalente di 3 manovre salva-Ita-lia? Come non voler fuggire da unPaese in cui, per sollevare seriamentela questione, serviva un clamorosoblitz di Cortina di 80 agenti del-l’Agenzia delle entrate che hannocontrollato le targhe di auto lussuosedi alta cilindrata, constatando checirca la metà appartenevano a citta-dini dichiaranti meno di 900 euro almese? Era abbastanza evidente che

EVASIONE

di Elisabetta Stringhi

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per cercare di spaventare questi cri-minali -sì, chi evade è un criminale,né più né meno- non poteva certa-mente bastare un ridicolo spot pub-blicitario raffigurante pidocchi, pulci,zecche e acari.Questi criminali che fuggonodalle loro responsabilità -perché eva-dere le tasse significa esattamente

questo- non fanno altro che distrug-gere il nostro Paese, la nostra società,la nostra economia: è colpa loro senon faremo mai gite in Australia, se ipresidi saranno costretti a gestire piùscuole e i primari più ospedali, senon si assumeranno abbastanza per-sone costrette a restare disoccupateo precarie, se non si aiuterà la cre-

scita economica, se la qualità dei ser-vizi pubblici peggiorerà, e se le tasseaumenteranno, alimentando così uncircolo vizioso. E' tanta la voglia dievasione, che tuttavia svanisce quasisubito se penso che a volte evadere,se prima non si è cercato di cambiarela realtà da cui si vuole tanto scap-pare, non serve a niente.

Il cattivo umore è evadere dalla realtà, ilbuon umore è accettarla.Malcolm Muggeridge,alla BBC, 1970

Sembra essercinell’uomo, come nell’uccello, un bisognodi migrazione, una vitalenecessità di sentirsi altrove.Marguerite Yourcenar

Gli aquiloni erano il giocattolo predilettodei bambini di Calcutta, come se quelpezzo di carta che se ne volava via soprai tetti avesse contenuto tutto il loro desiderio di evasione.Dominique La Pierre, La città della gioia

Non c’è via più sicuraper evadere dal mondoche l’arte; ma non c’è legame più sicuro conesso che l’arte.Goethe

Contrariamente a quanto si crede, il sognare a occhi apertinon è un processo intellettuale, ma piuttosto un mezzodi evasione dall’intellettualismo.Yukio Mishima

Gli ideali sono delle buone evasioni.Gli idealisti sono i piùsottili tra gli egoisti.Oshno Rayneesh

Al di là del cancello, spazio illimitato, costellazioni di stelle,abissi sconosciuti.Qui soltanto sognid’evasione.Charles Baudelaire

Il fantasticare è un’evasione dal durocarcere della realtà. Naturalmentela latitanza è breve.Giovanni Soria

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La fabbrica di MilanoReportage di una cittàin movimento di Giacomo Paci

Città Studi è un quar-tiere milanese, che si trova in zona3. Risale al secolo scorso, come cipossono testimoniare i vari edificinovecenteschi presenti nella zona. E'nato dall'idea di accorpare gli istitutid'istruzione superiore, e di ampliarela zona, creando un vero e proprioquartiere. Comprende attualmentegli edifici del Politecnico di Milano,delle facoltà scientifiche dell'Univer-

sità Statale e di varie cliniche pubbli-che e private. L'edilizia della zonavanta strutture imponenti e appari-scenti, frutto delle menti di famosiarchitetti del Novecento come GioPonti, Vittoriano Viganò, Vico Magi-stretti. Città Studi, nonostante l'au-sterità dei suoi edifici , è un quartieremolto vivace, vissuto da migliaia distudenti. Infatti accanto alle variesedi di studio e ricerca, sono sorti nu-merosissimi locali, che animano emovimentano la vita notturna giova-nile della zona.

In una città ci si può imbattere in indizi architettonici, realtà di vita quotidiana e cantieri in costruzione chesono, rispettivamente, testimonianze della città che era, della città che attualmente è, e di quella che sarà. Ilfine quindi di questa rubrica è di raccontare Milano, descrivendola nella sua continua crescita, nella sua in-cessante mutazione e nel susseguirsi di epoche ed avvenimenti storici, ma anche di volti e di persone, che ren-dono viva la città in cui abitiamo.

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Il centro del quartiere èpiazza Leonardo da Vinci, un'areache a quel tempo era chiamata Ca-scine Doppie. Qui fu inaugurato nel1927 il Regio Politecnico di Milano,che pochi anni dopo si divise nelledue facoltà di Ingegneria e Architet-tura. Tra gli edifici monumentali ènotevole l'Istituto di Chimica indu-striale, caratterizzato da due slan-ciate lanterne verdi.

Attorno a piazza Leo-nardo da Vinci Città Studi si svi-

luppa geometricamente, creando unperimetro rettangolare.

Girando per il quartieresi incontrano diversi edifici notevoli,ad esempio in via Bonardi un edificiodi particolare pregio è la Facoltà diArchitettura, inaugurata nel 1964,opera di un gruppo di progettisti fracui Gio Ponti.

Nel quartiere si trovanomolte cliniche e istituti di ricerca,come l'Istituto Neurologico C. Besta(foto) o l'Istituto nazionale per loStudio e la cura dei Tumori.

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VEDERE MAJDANEK

Un silenzio che assordaUn rimbombo nella testa

Cacofonico rimbalzaSulle pareti delle baracche

Il silenzio di secondiFra un singhiozzo e un sospiro

Lo stupore e la stanchezzaPsicologica di una sensazione

Strana intensa spontaneaDolorosa empatia

Solidali ma sconnessiSi scriveSi soffreSi teme

lo sconforto

Scrivo frasi senza sensoPerché fu senza senso

L’esistenzaDi questo luogoLa non esistenzaIn questo luogo

Scrivo frasi un po’ fatteFurenti un po’ banali

Forse scontate

Ma non per nulla banaliErano quelle vite

SeppureNon per tutti scontato

Il loro valore

Sarà la loro memoriaSpiraglio di speranza?

*campo di concentramento e sterminio non lontano dalla città polacca di Lublino

*

di Sara Ottolenghi

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Numero 4 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Gennaio MMXII

Opinioni dietro un obbiettivoAbbiamo intervistato per voi Andrea Kunkl, un fotografo e videomaker di Milano. Ha trent'anni e si occupa soprattutto di giornalismo sociale.Attualmente sta lavorando ad un progetto sull'EXPO a Milano del 2015. Spesso è inviato in luoghi dove c'è tensione politica e sociale, quindiabbiamo pensato che potesse interessarvi saperne di più in merito al giornalismo sul campo. *I contenuti della seguente intervista espongono le ideedell’intervistato e non necessariamente quelle degli intervistatori. Inoltre gli autori non si ritengono responsabili di eventuale utilizzo di linguaggio scurrile.

Quale liceo e quale università ha fre-quentato?Ho iniziato al Berchet, poi ho cambiato tre oquattro licei nell’arco della mia carriera di stu-dente. Sono stato al Leonardo, poi mi sonotrasferito varie volte da classico a scientifico.Ho fatto la maturità in una scuola privata, per-ché sono stato bocciato. In seguito mi sonolaureato in sociologia alla Bicocca di Milano.

Le piace fare il suo lavoro? Cosa la haspinta a praticarlo?Sì, mi piace il mio lavoro. Ho scelto di prati-carlo perché adoro viaggiare. Mi sono inna-morato della fotografia visitando la Palestina.In fin dei conti, non lo ritengo neanche un la-voro: per me è una passione.

Consiglierebbe ai giovani di svolgereun lavoro simile al suo? Perché sì/no?No, perché è un lavoro che non ha più mer-cato. L’editoria è morta, così come la fotogra-fia… è peggio del lavoro del prete: sono solocalci nei denti, ci vuole tanta follia per crederciancora.

Oltre alla Palestina, in quali luoghi consituazioni di tensione è stato inviatoper scattare fotografie?Ultimamente mi sono occupato molto deglianarchici a Milano, che pur essendo vicinisono belli tosti. Vado spesso anche in Kurdi-stan perché mi intriga molto la guerrigliakurda. I kurdi è praticamente da vent’anni checercano di cancellarli dalla faccia della terra.C’è una resistenza partigiana, cominciata nel’78, che è molto interessante. La polizia etnicaha creato una resistenza culturale, che partedalla scoperta dell’importanza della donna atutta una serie di questioni libertali e socialiste,che mi intrigano assai. È una resistenza cheperò viene definita terrorismo da tutto ciò cheè il main stream, quindi è ovvio che i Kurdinon stanno simpatici all’uomo bianco. Perciò,nonostante i miei problemi fisici (dovuti ad unincidente d’auto) appena posso mi reco là. Inseguito sono stato in Libano, in Kossovo e inmolti altri Paesi, quindi ho girato parecchio.Poco tempo fa sono stato anche in Mongolia,ma più per vacanza che per lavoro.

Quando si trova in posti con situazionisimili a quelle del Kurdistan, riesce arimanere neutrale o parteggia per unadelle due parti?Io parteggio sempre per una delle due parti.Penso che l’obbiettività non sia parte dell’es-sere umano. L’obbiettività è retorica, banale,ci ha portato alla situazione in cui siamo, cioèfingersi obbiettivi: c’è sempre una vittima e unoppressore, soprattutto in certe situazioni. Inogni storia c’è chi ha ragione e chi ha torto, nonc’è mai una via di mezzo. Come in Palestina:

non è che chi ha torto ha pure ragione. C’è chiuccide i bambini ed è un bastardo: il bambinoche viene ucciso è solamente un bambino,quindi penso che questa “par condicio” siastata la rovina del giornalismo. Ed è per questoche mi brucio tanto nel lavoro che faccio, per-ché mi è difficile rimanere neutrale.

In certe situazioni le è mai capitato diavere paura?Certo. Quando vedo che le cose si mettonomale non ci penso tanto, perché sale l’adrena-lina. A me piace molto l’adrenalina, peròspesso ho paura, anche quando sono qui acasa. Temo i gas, perché ultimamente sonostato bersagliato con tanti lacrimogeni. Recen-temente usano dei lacrimogeni strani, che titolgono il respiro. In Kurdistan una volta sonocaduto a terra, a causa di questo tipo di gas, elì ho avuto paura perché eravamo circondati ei soldati ne stavano tirando parecchi. In quellesituazioni ho imparato a vedere sempre unavia di fuga, il che è importante, e quella voltanon c’era, quindi in quel caso ho avuto paura,anche perché ci stavano facendo il culo. No-nostante ciò, ho fatto una bella fotografia.

Quale sarà la sua prossima meta?Non lo so, per adesso non ci sono obbiettivi.Attualmente mi sto occupando dell’EXPO aMilano. Mi intriga, perché penso che alla finele storie son qua sotto casa. La questione di an-dare in Africa a fare le foto ai bimbi di coloreche muoiono è un po’ retorica e ripetitiva,anche perché basta aprire la porta di casa e sitrovano la storie più interessanti. Però ho im-parato che è più difficile raccontare le cose vi-cine. Personalmente ritengo che qui in Italiaavvengano tanti fatti importanti, come la Valdi Susa, che seguo con piacere. La consideromeno violenta della Palestina, perché nonusano i proiettili, però sparano i lacrimogeniin faccia alla gente. Alla fine la violenza non èneanche la morte, la violenza è la vecchina chesta qui e non sa come arrivare alla fine delmese, mentre la gente va a bere la birra tuttele sere. Anche quella è violenza, solo ad ungrado diverso, ed è più difficile da raccontare.Ho capito che andare in certi posti e raccon-tare certe situazioni è più facile che raccontareciò che avviene sotto casa, perché i problemiveri ti vengono in faccia e per trovarli e raccon-tarli ci vuole una certa cultura. In questo mo-mento mi intriga di più ciò che sta avvenendoqui. Ad esempio, adesso devo fare un lavorosull’ EXPO e cosa racconto? I palazzi chestanno costruendo, la gente che viene sgom-berata… ci sono tante cose sotto difficili da rac-contare. Un posto dove non sono stato è la Libia, e nonmi interessa neanche più. Le persone che sonostate inviate lì hanno raccontato tutte le stessecose: nessuno si è soffermato sui migranti, che

sono rimasti nel mezzo del fuoco. Andavanotutti in prima linea e raccontavano del cada-vere, del ribelle che è buono, di Gheddafi cheè cattivo. Innescavano tutti dei meccanismi dieroismo: è ovvio che la gente “con le palle” c’è,ma i giovani hanno proprio perso il senso dellanotizia. Anche lì sono dei discorsi che vannomolto trasversali. Io conosco tanta gentebrava, ma poi ci sono anche tanti giovani chesi lanciano, e poi creano guai perché nonsanno fare il loro lavoro, e si sentono eroi. Poicosì arrivano a casa e dicono: “va’ che figo chesono!”. Si crea una dipendenza da certe situa-zioni: ad esempio, è da diversi anni che nonvado in Palestina, e devo dire che mi mancaparecchio.

Riprendendo il discorso di prima, lallaVal di Susa: lei è più d’accordo con iNO TAV o con le persone che voglionola linea ferroviaria?Secondo me i NO TAV hanno sicuramente ra-gione a protestare e hanno fatto bene ad uti-lizzare questa forma di protesta . Io sonoassolutamente pro NO TAV e credo la TAV siauna cosa ignobile e che non si farà mai, comeil ponte sullo stretto di Messina e come tantealtre cose in Italia. Anche l’EXPO a Milano,alla fine sono tutti giri di mafia. In Val di Susaho visto i poliziotti andarci giù pesante, soprat-tutto con la gente, ma anche con chi aveva lemacchine fotografiche in mano, come me.Preferisco raccontare le cose dalla prima linea,dalla loro parte.Già i media non mi amano molto, appuntoperché sono schierato. All’inizio scrissi un ar-ticolo sullo sgombero del 3 luglio. C’era statatutta la questione sui black bloc .La cosa bigotta della par condicio, è che lagente applaude alle rivolte in Medio Oriente epoi quando queste cose succedono in Italia,tutti puntano il dito dicendo: “I black bloc!, glianarcoinsurrezionalisti!”. Queste sono le palledei media par condicio, che non vogliono par-lare dei problemi per quello che sono. Quindifare giornalismo adesso è un casino.Tornando al discorso di prima, io scrissi unpezzo molto bello denunciandomi come blackbloc, perché quando lavoro in quelle situa-zioni, metto un casco, una maschera antigas etendo a vestirmi di nero, perché mi piace.Quindi anche io che sono un fotografo, vistoda fuori posso essere preso per un black bloc.E quindi mi autodenunciai, dicendo che ancheio ero un uno di loro, pur non avendo mai ti-rato una pietra in vita mia. Ovviamente fui at-taccato e censurato.Penso che in tutto ci siano una causa ed unaconseguenza, ed io sono sempre dalla parte diquelli che agiscono per conseguenza. Poi io hole mie idee e penso che il giornalismo debbaessere fatto di idee. Ci deve anche essere dellacultura sotto.

di Lorenzo Ghilardi e Stefano Trentani

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Numero 4 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Gennaio MMXII

ZabaenigmisticaCruciverbadi Lorenzo GhilardiOrizzontali 1) Vasta distesa d'acqua a ridosso deicontinenti4) Ci sono in "Eragon", nel "Signoredegli Anelli", ma non in "GuerreStellari"8) Tipologia ibrida di birra10) Aeriforme che raggiunge la tem-peratura critica11) Rhode Islano12) Associazione Romana Ornicol-tori14) Lo Stato italiano15) Provare un forte sentimentoverso un'altra persona16) Se Virgilio avesse dovuto scri-vere... duemila18) Organismo Geneticamente Mo-dificato19) Il dizionario di greco antico piùdiffuso al Parini20) Lo "Tze-Tung", dittatore cinese22) Movimento stereotipato che unindividuo compie senza averne ilcontrollo23) Il bosco di Winnie the Pooh neha cento24) Il miglior amico dell'uomoVerticali1) Vasta regione geografica com-presa tra Toscana e Lazio2) Nè gli arei nè gli uccelli volereb-bero senza di esse3) Marca di cellulari il cui nome co-stituisce le mie iniziali6) Federazione Anarchica Italiana7) Mammifero roditore ricoperto diaculei9) Il protagonista di "Eragon" ne hauno12) Ultima parte della canna dapesca13) Object-Relation Mapping17) Computer della "Apple"19) Distillato forte, ottenuto da fru-mento e orzo21) Sigla automobilistica della pro-vincia di Oristano22) Il "Tantalo" della chimica

Le soluzioni sul prossimo

numero!

Sudokua cura di Stefano Trentani

6 9 84 9 6

93 4 1 7

9 1 6 22 1 3 6

28 1 3

7 5 1

Son nata in mezzo alla foresta,

ho quattro gambema senza testa

senza mani,senza cervello,

ma tocco il...culoa questo e a quello!

Indovinellidi Stefano Trentani

Vedere non si puo'e neanche sentire,fiutare non si puo' e neppure udire.Sta sotto i colli,

sta dietro le stelleed empie tutti i vuoti,

tutte le celle.Per primo viene, ultimo va,a vita e a riso termine da'.

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Numero 4 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Gennaio MMXII

Parinianographya cura di Elisa Aliverti Piuri

foto di MartinaCioffi

VI PIACE FARE FOTO?Questa nuova rubrica è dedicata agli scatti più belli dei pariniani! Se sentite di avere un capolavoro trale mani (vostro, mi raccomando) inviatecelo alla nostra mail, [email protected]. Qualsiasifoto va bene: ritratti, luoghi più o meno belli, meraviglie della natura, ...L’importante è, insieme alla foto, avere il nome del fotografo!

foto di Fabiola Finessi

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Numero 4 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Gennaio MMXII

di Elisa Aliverti Piuri

A sound reliefImaginaerum (Nightwish)la colonna sonora perfetta per un viaggio epico nell'immaginazioneSiete appassionati lettori di que-sta rubrica e un paio di numeri fa vieravate interessati agli Evanescence?Ebbene, ecco ciò che fa per voi. Maanche per gli amanti delle colonnesonore (spero ce ne siano al Parini...nel qual caso, tanta stima a voi), pergli immancabili metallari più o menogoth e, perché no, per quei tipettisimpaticamente strambi che si auto-definiscono sognatori con la testasempre tra le nuvole e guardano unsacco di film fantasy visionari (cisono circa passata anche io). Last butnot least, per chi vuole provare il bri-vido del metal senza eventualmentesentire il bisogno di confessarsi orobe del genere.I Nightwish sono tra i capostipitidel female-fronted metal scandi-navo, e non è un caso che siano moltoconosciuti anche da un pubblico nonavvezzo al genere: la loro musica in-fatti non è mai stata troppo difficileda ascoltare, soprattutto le hit piùpopolari che “tutti” hanno sentito al-meno una volta (Nemo, Amaranth, ecosì via). Il nuovo album non fa ecce-zione, ma ciò non lo rende per le mieorecchie meno valido – anche se inostalgici di Tarja Turunen, voce li-rica storica della band da cui è uscitasette anni fa, possono scordarsi di es-sere soddisfatti. Ma a questo sup-pongo dovranno farci l’abitudine.Anette Olzon, la nuova cantante,ha appunto una voce pop che avevagià lasciato a bocca asciutta i puristidel symphonic metal nel precedenteDark Passion Play (2007), albumcomunque soddisfacente dal puntodi vista compositivo (si ricorda laepica prima traccia The Poet and thePendulum) e in linea con i lavori pre-cedenti. E non c’è nulla da stupirsi,perché quello che scrive tutta la mu-sica, come al solito, è il tastieristaTuomas Holopainen.Imaginaerum, oltre all’album, èun progetto che comprende l’omo-nimo film, in uscita nel 2012, del re-gista Stobe Harju, in cui faranno laloro comparsa gli stessi membri dellaband. Il film e il disco sono nati in-sieme da un’unica idea, ma sono daconsiderare due pezzi d’arte indipen-denti: al limite è come se l’albumfosse la colonna sonora del film, o ilfilm il video musicale dell’album.

Al cinema sarà sicuramente piùchiaro, comunque entrambi dovreb-bero essere un viaggio nei ricordi, equindi nell’immaginazione, di uncompositore in punto di morte: i testisono pieni di elementi fantastici(Ghost River, Turn Loose The Mer-maids) e rimandano a sentimenti edesperienze che possono aver stimo-lato la creatività dell’artista (Story-time, Slow, Love, Slow, I Want MyTears Back, Scaretale, Arabesque),come già spesso nei Nightwish cheamano cantare dell’innocenza deibambini, di sogni, storie d’amore,morte, fantasia eccetera, ma anchepolemizzano contro certi aspettidella religione e della società (qui inSong of Myself).Musicalmente ricorda veramenteuna colonna sonora, soprattuttonello stile di Danny Elfman (quellodei film di Tim Burton, per inten-derci): non mancano né cori né at-mosfere gotiche e angoscianti(tantomento in una canzone intito-lata Scaretale), né ovviamentemanca l’orchestra, sempre fonda-mentale in questo genere. A questoproposito viene naturale citare latitle-track: l’ultima traccia dell’al-bum è un medley strumentale dei riffprincipali dell’album, su cui scorre-ranno i titoli di coda.Onestamente prima di ascol-tare questo album non mi aspettavonulla di che, anzi, non pensavo nean-che di andare al loro concerto (il 25aprile al Forum): ma ho dovuto ricre-dermi. La prima volta che l’ho ascol-tato ho immediatamente deciso chedovevo andarci, perché con le cuffienelle orecchie sono passata dall’esal-tazione, all’eccitazione, alla commo-zione.Imaginaerum si apre con la tracciaintroduttiva Taikatalvi, in cui sulsuono di un carillon (che riproduceuno dei temi portanti dell’album)canta Marco Hietala in finlandese,lingua che la band dovrebbe a mioavviso usare più spesso. La secondacanzone è il solito primo singoloestratto, Storytime, potente ma orec-chiabile e con un testo perfetto per isognatori di cui si parlava all’inizio (Iam the voice of Never-Never-Land /The innocence, the dreams of everyman / I am the empty crib of Peter

Pan / A silent kite against the blueblue sky); Ghost River ha invecequalche punto fastidioso per chi nonama il growl, Slow, Love, Slow in-fluenze jazz nel ritmo e nella voce diAnette very powerful.La traccia 7 è una strumentale che,secondo il tradizionale schema sym-phonic metal, divide l’album in dueparti, e devo dire che è sorprenden-temente bella per essere un inter-mezzo: come suggerisce il titolo -Arabesque - è arabeggiante, perfettaper una ritmata danza del ventre, as-solutamente inebriante. Segue la bal-lad dell’album, sempre presente neicd del genere: Turn Loose The Mer-maids, in cui il bouzouki (credo siaquello strumento lì, comunque se èquello è una specie di chitarra greca)si intreccia delicatamente con la vocedi Anette. Un altro pezzo tipico perband simili e per i Nightwish soprat-tutto è quello che supera i dieci mi-nuti, diviso in più parti distinte; nelnostro caso stiamo parlando della giàcitata Song of Myself, particolarespecialmente per la sua secondametà in cui sulla musica voci varienon cantano, ma parlano a turno inun crescendo di pathos che si risolvenella traccia finale Imaginaerum dicui ho già parlato.Gli ultimi dieci minuti dell’albumlo valgono tutto, perché malgrado laloro pretesa di pontificare sulla so-cietà sia un po’ “rozza” (come spessoaccade nel metal) mi hanno quasifatta piangere la prima volta, e anchese può darsi che fossi solo nella di-sposizione d’animo adatta vi assicuroche non è poco.

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C’è una Lella Costa che non è -non solo, almeno: e trattasi di sem-plice ammonimento a non caderecon eccessiva facilità nell’equazionepiù comune - quella di Zelig. Il suo“spettacolo antologico”, in scena alTeatro Carcano per dare il via allatournée italiana, è una piccola, dol-cissima perla di questa stagione, conl’unico difetto di essere davverotroppo breve. Arie: perché il punto dipartenza è il premio Una vita per lamusica, conferitole nel marzo 2010dagli Amici del Conservatorio di Mi-lano, che hanno scorto in filigrananei suoi copioni qualcosa “che avevaa che fare con la musica/ e il modo incui la musica scorre, emblema dellavita/ e come non puoi isolare unasola nota e dire/ se va bene o no: deviaspettare/ che sia finita”. Ai versi di John Ashbery l’attricemilanese affida tutta la spiegazionedi quello che ha scelto quale filo con-duttore della riproposizione di branipiù o meno eterogenei tratti dai co-pioni precedenti, che risale fino al-l’esordio con Adlib del 1987. Anni incui i maggiori musicisti hanno rega-

lato ai suoi testi l’altezza della poesiae dell’armonia che oltrepassano lecontingenze, e hanno attraversato,nel ruolo di veri e propri co-protago-nisti di scena, la sua lunga carrieraartistica. Parole e note si intreccianodunque in quell’atmosfera sospesa equella luce lieve, esitante e diafana,che erano già dell’ultimo Ragazze, alCarcano lo scorso anno. A tratti so-gnante, polemica con leggerezza, iro-nica senza malizia, dall’entrata inscena in mezzo al suo pubblico elungo tutto il filo della rappresenta-zione pare di aver davanti un’incan-tevole farfalla, nel suo costume discena lungo e brillante, che gioca conse stessa e con i suoi molteplici per-sonaggi volteggiando dall’uno all’al-tro senza fatica. Impossibile ricondurre lo spet-tacolo ad un unico tema portante.L’attrice per caso e per amore travol-gente dipana innumerevoli spunti diriflessione, quelli attraversati da unavita spesa sul palcoscenico (“chespesso coincide col marciapiede, matranquille: non proprio sempre”).Toccante, ma senza pesantezza,quando parla del teatro come di unacura alla sofferenza e alle disfunzionidell’animo, all’angoscia del tempo edella memoria, uno degli argomentipiù ampiamente svolti - in rapportoa se stessa, al narcisismo inguaribiledell’attore, che è addirittura la can-zone d’apertura, e alla contempora-neità che quasi esclusivamente hafrequentato nei suoi testi, dalla ri-presa attualissima di Stanca diguerra a Traviata, monologo dalgusto ironicamente amaro sulla pro-stituzione. È profonda senza farsimoralista, lucida senza apparire ci-nica, la sua voce avvolge e conquista

in quell’universo che è tutto del solopersonaggio di cui è interprete, la suapoliedrica e cangiante personalità.Non manca nulla persino alla sceno-grafia, nero sfavillante che veste ilpalco di sfumature sempre diverse inaccordo al brano: dalla luminositàammiccante del memorabile melo-logo sul Chinotto all’oscurità densadi Amleto, in cui il regista della di-scesa nell’abisso del disturbo psi-chico era lo stesso Giorgio Gallione diquesta antologia; alla trapunta di mi-nuscole stelle di Alice, la figlia piùamata e più riuscita, insicura e te-starda, dolce e femminile non menoche spregiudicata e femminista: unaLella allo specchio, sorridente edemozionata. Affascina perché ha ladelicata capacità di entrare nell’in-timo in punta di piedi, di ridere ditutto senza prendere nulla con super-ficialità: il sipario si chiude conl’unico monologo non suo, il discorso(nessun bisogno di commenti) di Pe-ricle agli ateniesi del 461, riportatoda Tucidide. Lella Costa non dimostra mini-mamente i suoi sessant’anni, è esu-berante come una ragazzina,sapiente e brillante, priva di rispostee piena di domande, “perché”, ed è lamorale più bella, banale e incom-prensibile, della sua storia, “se dav-vero avessi trovato un senso a tuttoquesto, probabilmente non sarei quistasera…”. Il teatro, questa formad’arte totalizzante e coraggiosa, è inbilico costante tra la celebrazionedella pienezza dell’esistenza e lapaura della precarietà, vive nella bel-lezza dell’effimero e nell’infinitàdell’attimo, in lei che, come la suaAlice, “è noi tutte, è se stessa, è nes-suna”.

Mascheredi Layla Colamartino

ARIE: PICCOLE ROMANZE RECITATE

A sound reliefVi piace così tanto questa rubrica?

Ho anche un blog!asoundrelief.wordpress.com

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Capodannodi Camilla e Tommaso Nanniccini

��� ���; ; yeni il;any Nou; ;Mwaka Mpya; nuwe Jaar; Naujieji Metaiר;'"& %$#"!�� ���;Neujahr; ()* +,*-;Ianuariis; Nytår; New Year

Per capodanno si intendono i festeg-giamenti riguardanti il primo giornodell’anno, quasi sempre accompa-gnati da una serie di insopportabililuoghi comuni: “ricominciare dazero”, “guardare avanti”, “una nuovaprospettiva di vita”, “un futuro mi-gliore” e così via.A torto o a ragione, il capodanno èuna fonte di speranza per milioni emilioni di persone, povere o ricche,tristi o felici, fortunate o sfortunate.L'idea del buon auspicio per l'annoche viene ha sviluppato diverseusanze popolari: gli spari, i fuochi ar-tificiali o il lancio di oggetti dalla fi-nestra a mezzanotte, ancora vivo inalcune città d’Italia, come Napoli eRoma, non hanno alcuna giustifica-zione logica o razionale: si tratta di"riti liberatori" che dovrebbero rap-presentare la distruzione del male fi-sico e morale.Molto diffuse in Italia anche le tradi-zioni alimentari: nella notte piùlunga dell'anno un piatto di lentic-chie non può mai mancare.Tuttavia il Capodanno ha una radiceprofonda, che esprime il passare ine-sorabile del tempo, il tempo chepassa e non si ferma mai. Questa fe-stività non significa soltanto gioia, al-legria e felicità, ma, come tutte lecose, ha anche un lato negativo cheesprime tristezza: è la fine di un qual-cosa che, comunque, nel bene e nelmale, non potrà più tornare.

ORIGINI DEL CAPODANNOIl Capodanno non ha origini cri-stiane: la celebrazione dell’annonuovo è una festività che si attribui-sce a religioni pagane.Le sue origini risalgono al II millen-nio a.c., in Mesopotamia.Secondo la leggenda, il mondo erastato creato dal dio Marduk, chesconfiggendo la dea del caos, Tiamat,aveva stabilito l’ordine assicurandogioia e felicità. Ma una volta all'anno,

il dio Marduk si ritirava per circa 11giorni, durante i quali si ricostituivauna situazione di caos: la gente be-veva, mangiava e si abbandonava avizi di ogni genere, approfittandodell'assenza di Marduk.Abbiamo tracce del Capodannoanche nell’Antico Egitto, nell’AnticaRoma, in Messico e in Giappone, purnella diversità delle tradizioni e deglistili di vita: in realtà tale celebrazioneè presente in una moltitudine di cul-ture.

CAPODANNO EBRAICOIl capodanno ebraico deriva daquello babilonese e si fonda su uncalendario lunisolare, basato cioèsui movimenti della luna e sulla po-sizione del sole.Secondo la tradizione ebraica, esso sifesteggia negli anni simbolici delciclo metonico, formato di comples-sivi 19 anni, e precisamente il terzo,il sesto, l’ottavo, l’undicesimo, ilquattordicesimo, il diciassettesimo eil diciannovesimo anno del ciclo.

CAPODANNO CINESELa festa di primavera o capodannolunare, noto anche come capodannocinese, viene celebrato in molti paesidell’Estremo Oriente.Un’antica credenza popolare cinesenarra di un mostrochiamato Nian che altermine dell’anno escedalla sua tana per ci-barsi di nuove vittimeumane: il mostro temesoltanto i rumori assor-danti e il colore rosso,perciò l’arrivo dell’annonuovo si festeggia confuochi d’artificio e conl’uso del colore rosso.Secondo il calendariocinese, anch’esso luni-solare, il capodanno ini-ziadurante il secondo

novilunio dopo il solstizio d’inverno,dal 21 gennaio del calendario grego-riano, e continua per circa quindicigiorni. Al termine della festività, in-torno al 19 febbraio, si celebra la me-ravigliosa festa delle lanterne.

CAPODANNO TIBETANOUn altro capodanno basato su un ca-lendario lunisolare è il capodanno ti-betano, detto Losar, la festività piùimportante del Tibet, che si festeggiadal primo al terzo giorno del primomese lunare che precede l’avventobuddhista: anche in questo caso sitratta quindi di una festività di ori-gine religiosa. La celebrazione vieneistituita da Nyatri Tsenpo, primo redella dinastia Yarlung, il giorno dellasua ascesa al trono nel 127 a.c.

In tutte le culture, la ricorrenza delcapodanno significa non solo l’iniziodi un nuovo anno, ma anche la finedel vecchio: è un incrocio obbligatotra ciò che parte e ciò che arriva, traciò che nasce e ciò che muore: è unevento di colori, di gioia e di felicitàper le speranze e le aspettative che siaprono nel futuro, così come di tri-stezza e nostalgia per ciò che ci la-sciamo per sempre alle spalle.Il tempo è un prezioso oggetto cheaccompagna la vita e la morte.

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RecensioniAl cinema

di Dario Vaccaro

Benvenuti al NordE' passato poco più di un anno dal-l'uscita di "Benvenuti al Sud" nellesale cinematografiche d'Italia, la ri-proposizione di un film franceseadattato agli stereotipi che intercor-rono tra il nord e il sud Italia. Semprein quel periodo uscì su Zabaione unarecensione piuttosto entusiasta dellapellicola in questione, seppur conqualche lamentela riguardo la tramanon originale. Ora, nemmeno a dirlo,come la maggior parte delle produ-zioni di successo, anche di questofilm si è pensato bene di fare un se-guito, una sorta di rivincita per i me-ridionali che si sono visti sbeffeggiare(amorevolmente, s'intende) per i loroveri o presunti modi di fare. Comeavranno capito coloro che hanno as-sistito al prequel, dunque, questavolta è l'impiegato delle poste di Ca-stellabate (Salerno) a essere trasfe-rito nella sede megagalattica diMilano, in maniera esattamente spe-culare rispetto a quanto accaduto inpassato. Anche il cast è praticamentelo stesso: ritroviamo i mai troppo lo-dati Claudio Bisio (il milanese) eAlessandro Siani (il salernitano) neipanni dei protagonisti, accompagnatidalle mogli Angela Finocchiaro (cheè anche la suocera di Bisio, oltre chela consorte) e Valentina Lodovini.E' proprio tutto uguale, allora? No,perché a differenza di "Benvenuti alSud", questo film possiede una tramaoriginale, anche se non esattamenteall'altezza della precedente. Invece dicurarsi troppo dei risvolti dellastessa, infatti, il regista ha questavolta deciso di puntare più su unalunga serie di gag, spesso molto di-vertenti oltre che non sempre legateai soliti stereotipi che possono co-minciare ad essere banali e noiosi:non potevano comunque mancare,

per fare una manciata di esempi, l'ar-ticolo davanti ai nomi propri, leagende piene di impegni e i meravi-gliosi Leghisti. Vediamo, ad ognimodo, di cosa tratta la vicenda.

Questa volta il tutto nasce dalla crisitra ambedue le coppie. Bisio si curatroppo del lavoro tralasciando la vitafamiliare, mentre Siani è un irre-sponsabile ancora bisognoso dell'ap-prensiva madre. Da qui la decisione

dei colleghi di chiedere che il ragazzovenga trasferito a Milano per impa-rare a prendersi più responsabilità.Nel frattempo nella grande sede delnord è iniziato il progetto E.R.P.E.S.(energia, rapidità, puntualità, effi-cienza, sorriso) per rendere ancorapiù operativi gli addetti al lavoro equesto, sommato ai problemi senti-mentali, porterà a una crisi di nervientrambi i protagonisti.Per correttezza, però, va detto chequesto film fa ridere dal primo all'ul-timo minuto. Possiamo stare a sinda-calizzare sulla profondità della storia(pari più o meno a quella di una poz-zanghera), sulla banalità degli ste-reotipi quasi abusati, ma questo è unfilm comico e non fa altro che com-piere il suo dovere.

COMMENTO: Luca Miniero, questavolta, fa da sé: crea una storia tuttanuova sulla scia dell'ormai leggenda-rio "Giù al nord", ma premette le gage le battute alla trama che resta pocoavvincente. In fin dei conti, però, sene crucceranno davvero in due. Aquando benvenuti a Est?

L’UNICO AUTENTICO BAR PARINIANO AL 100%IL NANDO’S TEAM SPONSORIZZA ZABAIONE!

Enjoy Nando’s bar!

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lelebuonerba photographyQuesto mese le mie migliori foto di:AUTO

Ferrari 500 TRC SpyderConcorso d’eleganzaVilla d’Este 2011

Aston MartinV12 ZagatConcorso

d’EleganzaVilla d’Este

BMW Serie 1 M CoupèAutodromo di Monza

di Michele Buonerba

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Numero 4 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Gennaio MMXII

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Z a b a o r o s c o p oa cura di Diana Uvidia

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Numero 4 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Gennaio MMXII

Ariete(21 marzo-20 aprile)

Amore: Siete stanchi di sentirvi direche non è importante trovarvi subitoun partner e che arriverà al momentogiusto? Bene, noi non abbiamo unasoluzione, però potremmo consi-gliarvi di provare ad amare unKrabby Patty.. con Spongebob fun-ziona!Amicizia: Siete più dolci di una cro-stata alla fragola e benché tutti vi vo-gliano bene, da un po’ di tempo lepersone cominciano a starvi allalarga.Sarà forse perché con il vostroultimo istinto da “orso abbracciatutti” avete soffocato una persona?Scuola: Le ultime verifiche primadel fatidico consiglio di classe vistanno prosciugando.Siete continua-mente in ansia e avete paura di rovi-nare tutto per colpa di un’ ultimainterrogazione a sorpresa..Non ab-biate paura di fallire: se siete in gradodi affrontare lo specchio ogni mat-tina siete capaci di fronteggiare qua-lunque problema della vita.

Toro(21 aprile-20 maggio)

Amore: I vostri amici e parenti con-tinuano a ripetervi che siete bellis-simi,simpaticissimi, intelligentissimima nonostante questo continuate anon trovare l’anima gemella.Saràforse che le persone sono spaventatedalla vostra perfezione?Amicizia: Siete assolutamente con-vinti di avere ragione eppure quel te-stardo del vostro migliore amico nonsi decide a chiedervi scusa.Siated’esempio e fatevi avanti voi perprimi, tanto non sarà la prima volta..succederà ancora e ancora e ancora eancora e ancora e ancora.. Qui non cisto, vi mando un messaggio privatosu Fb!Scuola: Non vi abbattete dinanzialle difficoltà, lottate per i vostri di-ritti e difendete ciò in cui credete: lavita è un percorso a ostacoli in cuidovete sempre imparare a rialzarvi.Volete sapere qual è il senso di quello

che ho appena scritto?Non c’è nes-sun senso in effetti: mi hanno solopagato per distrarvi mentre vi frega-vano l’ultima focaccina da Nando.

Gemelli(21 maggio-21 giugno)

Amore: Se siete maschi sappiate chequesto vento gelido ha risvegliato in voiun desiderio implacabile.. se siete donnesmettetela di presentarvi a scuola conscollature che fanno promesse che il vo-stro spirito di suore non vi permette dimantenere.. siete peggio di Lucia Mon-della! (fate il liceo classico.. sapete poicome vanno a finire queste cose.. più di700 pagine di libro!!!)Amicizia: Domani sarà la giornataideale per stringere nuove amicizie e peraumentare la vostra popolarità, infatti gliastri vi favoriscono assicurandovi che ognipersona che incontrerete non potrà resi-stere al vostro carisma!Ci sarà solo un pic-colo inconveniente: rimarrete chiusidentro l’ascensore ed essendo giorno fe-stivo non vi libereranno che il giorno dopo Scuola: Siete considerati gli asini diturno, delle complete nullità incapaci per-sino di risolvere l’equazione più semplice.In questo modo la vostra autostima ècompletamente affondata e soffrite dienormi complessi di inferiorità.Ma do-mani, finalmente, avrete l’occasione diguardare tutti dall’alto in basso.Per pochi istanti, dopo che vi sarete im-piccati.

Cancro(22 giugno-23 luglio)

Amore: Sembra quasi vero amore, alprimo sguardo lei\lui è caduto ai vostripiedi e incantati, avete ballato insiemetutta la notte.Purtroppo quest’oggi l’in-canto di venere è terminato, infatti, nonsolo è svanito l’effetto del alcool mala\lo sventurata\o non ricorda assolu-tamente nulla!Amicizia: In questi ultimi tempi visentite particolarmente intonati e, co-minciando a ricevere svariati compli-menti sulla bellezza della vostra voce visentirete dei veri cantanti e comince-rete a cantare ovunque i maniera inin-terrotta.Attenzione, i vostri carissimi

compagni non potendone più vi spin-geranno giù dalla metro.Scuola: Sei insopportabile, la tua ec-cessiva vanità ti rende odioso persinoai muri.Devi sapere che sia i tuoi prof.che i tuoi compagni sono a conoscenzadella tua intelligenza e quindi un po’ diumiltà non ti farebbe male!Provvedi subito perché nel menù delprossimo pranzo di classe è impresso iltuo nome..

Leone(23 luglio-23 agosto)

Amore: Siete belli e lo sapete e perquesto i vostri standard sono piuttostoalti.Non vi diamo torto a nutrire dellegrandi aspettative per quello che sarà ilvostro il compagno, però non vi sembradi esagerare un tantino? Andandoavanti così vi ritroverete a rifiutarequalsiasi forma di essere vivente e adaccoppiarvi con un cartellone pubblici-tario..Amicizia: E’ da poco che vi conoscetema il legame tra di voi si è fortificato inpochissimo tempo.Ora dunque vi chie-diamo, è davvero necessario troncareogni dialogo solo perché questo\a po-verino\a è ricchissimo\a e voi non sa-pevate cosa regalargli\le ( e nemmenopossedevate un budget necessario acomprargli\le un regalo decente)?Scuola:Non dubitiamo affatto dellarealtà dei vostri sentimenti, ma vi sem-bra proprio il caso di rovinare così lavostra media solo per ricevere ripeti-zione da quella determinata persona..?Crediamo che esistano ben altri modidi attirare la sua attenzione.. tra l’altroa lei\lui interessano soltanto le personecon una media scolastica superiore alsette.Ahia..

Vergine(24 agosto-22 settembre)

Amore: Siete dei tipi particolari, ungiorno amate alla pazzia una persona ilgiorno dopo un’altra.Sarà meglio che se-guiate il nostro consiglio e andiate a cer-care sul dizionario il significato dellaparola amore oppure finirete per diven-tare odiosi anche ai vostri più cari amici.

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Amicizia: Siete senz’altro simpatici e lepersone vi vogliono bene, ma se non im-parate a controllare le vostre manie diprotagonismo altro che stare al centrodell’ attenzione e cantare le hit del mo-mento, credo che dovreste imparare aguardarvi dai vostri nemici altrimenti.. aise eu te pego!Scuola: Non dubitiamo certo del fattoche a scuola non siate niente male, perònon crediamo che sia stata proprio unagenialata quella di smarrire “per caso” ilfoglietto delle assenze.Infatti, la prof. (na-turalista molto motivata), per salvare unalbero da questa vostra distrazione deci-derà di chiamare direttamente a casa percomunicare a vostra madre le vostre 23ore di assenza di cui ella ne conosce solo17…

Bilancia(23 settembre-23 ottobre)

Amore: Siete perfetti l’uno per l’al-tra: frequentate gli stessi locali eavete gli stessi interessi.Entusiasmatida tutto ciò, comincerete a pianifi-care la vostra vita insieme, e vi com-portate come se foste già fidanzati.Prima di lanciarvi in questa maniera,non sarebbe meglio che vi accertastesui suoi sentimenti?Amicizia: Siete convinti di esseredelle mezze cartucce senza possibi-lità di riscatto? Avete l’impressionedi stare antipatici a tutti? Vi sentitisoli e inutili e alla vista assoluta-mente ripugnanti? Ebbene, è propriocosì, quindi smettetela di chiederci dipredirvi cose allegre e positive!Scuola: Questo quadrimestre èstato un completo disastro, non sa-pete come fare a recuperare tuttequelle materie sotto e non la smettetepiù di lagnarvi con tutte le personeche vi capitano sotto tiro.Volete ri-tornare allo stato di tranquillità diquest’estate? Bene, salite su un cor-nicione e andate oltre.. vedrete chetranquillità dopo!

Scorpione(24 ottobre- 20 novembre)

Amore: Se state aspettando la per-sona che si metterà dinanzi a voi e vicanterà “One in a million” con lastessa sensualità con cui la canta Ne-Yo siamo spiacenti di deludervi.. nonsuccederà mai.Scendete dunquedalle nuvole e cominciate a prenderein considerazione le avance del nerddi turno.. non sarà la bellezza fatta apersona ma perlomeno i vostri voti viringrazieranno!

Amicizia: Gli dei vi sono completa-mente avversi, sembrerebbe proprioche tutti i vostri amici vi volterannole spalle e si metteranno a parlarvialle spalle.Alcuni addirittura diven-teranno amici di intimi del vostropeggior nemico.Siete disperati? Affatto! Fortunata-mente siete atei quindi della benevo-lenza degli dei ve ne fate beffe.Scola: Nell’ultima versione di grecoriceverete un fantastico otto, entusia-smati andrete a raccontarlo subito amammina.Nel prossimo colloquio siverrà a sapere che quel otto in realtàrappresentava il numero di errori chedovete scalare dal vostro voto finale

Sagittario(21 novembre-

21 dicembre)Amore: Venere vi favorisce nei vostrirapporti amorosi; lasciatevi trasportareda questo ondata di amore che pervadetutto il vostro corpo.. Speriamo per voiche abbiate messo dei cuscini sotto alletto, altrimenti il risveglio sarà davverodoloroso Amicizia: In mezzo agli amici dei vo-stri fratelli vi sentite onnipotenti poichéspopolate sia tra maschi che femmine.Attenzione, non che siano inferiori, maforse è il caso che rivalutiate la vostraposizione sociale con i vostri coetanei enon con ragazzini tre anni più piccoli…Scuola: Queste ultime verifiche sonofondamentali per ottenere la suffi-cienza sia in greco che in latino.Non vipotete permettere nemmeno il più pic-colo errore.Siate furbi: se volete riuscirenel vostro intento piazzatevi vicino aquel bravo ragazzo così tanto intelli-gente e fatevi aiutare.Da soli non ci riu-scireste mai!

Capricorno(22 dicembre-

20 gennaio)Amore: Wow, sapevamo che pur dimettervi con lei\lui eravate disposti atutto, ma arrivare addirittura a soppor-tare che vi siano fatte le corna è davverotroppo!Direi che dovreste cominciare amangiare più lenticchie, così avrete piùferro quando vi dissanguerete perchésiete state scaricati!Amicizia: “Chi trova una amico trovaun tesoro” sì, ma in questo caso ad avertrovato il tesoro è stato il vostro amicoche ha riscoperto in voi una sorta dibanca del prestito senza pegno.. Ormaitra tutti gli euro che gli avete prestatoper le focaccina vi dovrà mezzo mi-

lione!Scuola: Non abbiamo niente da rim-proverarvi per quanto riguarda lamedia scolastica disastrata, il liceo clas-sico è difficile lo sappiamo, ma forsenon è il caso di tornare in classe conquegli occhi bordeaux.. o se siete co-stretti per lo meno non slanciatevi indiscorsi animati con i professori: se nondovessero intuire il vostro stato dalodore di certo lo intuirebbero dalle pa-role!

Acquario(21 gennaio-19 febbraio)Amore: Chi non esprime i propri statid’animo finisce per soffrirne anche fi-sicamente. Quindi smettetela di tenervitutto dentro, di non liberarvi solo per-ché vi vergognate delle conseguenze odei rumori che potrebbero insorgere.Non siate timidi, spingete fuori ciò checustodite nella parte più intima di voi.Poi tirate l’acqua ed aprite la finestra…Amicizia: Avete stravolto il vostrolook spendendo un sacco di soldi permigliorare il vostro guardaroba e avetecominciato a frequentare tutti quei lo-cali notturni che vanno tanto di modatra i vostri coetanei.Vi siete impegnatitanto eppure niente.. tutti continuanoad ignorarvi! Diciamo che potreste pro-vare a cambiare deodorante.. semprese lo usate ovviamente.Scuola: La vostra vita è completa-mente condizionata dai voti che rice-vete.Se non volete ritrovarvi mortidentro prima del dovuto imparate a ri-tagliarvi del tempo anche per voi stessi:uscite, presto, andate a morire anchefuori!

Pesci(20 febbraio-20 marzo)

Amore: Sappiamo che il 2011 per voinon è stato l’anno migliore dal punto divista sentimentale..Proprio per questo, gliastri sono addolorati nel dovervi comuni-care che questo 2012 così carico di spe-ranze si rivelerà assai più disastroso delprecedente.Amicizia: L’I-phone è il vostro miglioreamico, giocate in qualsiasi luogo a qual-siasi ora.State attenti: domani, mentre sa-rete troppo intenti a raggiungere il recorda “fruit ninja”, dimenticherete la borsacon i libri in metro.Almeno è finito il qua-drimestre..Scuola: “..senza pensieri, la tua vitasarà..”PESSIMA, se applicate il fantasticomotto di Timon e Pumba alla vostra vitascolastica.Rimboccatevi le maniche o viritroverete anche voi a mangiare insetti!

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Alla scuola, che ci fornisce i fondi per andare avanti a stampare, e in particolare alla Segreteria d’Isti-tuto.

A redattori e collaboratori: Elisa Aliverti Piuri (2B), Francesca Angeleri (5H), Michele Buonerba (1C),Francesca Chiesa (2C), Martina Cioffi (5D), Layla Colamartino (3B), Beatrice Conti (4B), Noemi Dentice(5D), Josephine Ebner (5H), Fabiola Finessi (5D), Lorenzo Ghilardi (4D), Simone Lorizzo (5H), DanieleLunghi (1B), Camilla Nannicini (4D), Tommaso Nannicini (4C), Sara Ottolenghi (3C), Giacomo Paci (5G),Alesia Preite (3C), Anna Spanò (5H), Elisabetta Stringhi (5H), Stefano Trentani (4A), Diana Uvidia (5D),Dario Vaccaro (5B), Rebecca Zamperini (5H).

A tutti i nostri lettori ed i nostri fan, senza i quali questo giornalino non avrebbe ragion d’essere!

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Soluzioni dello scorso numero(sudoku e cruciverba):

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