XANADU. LA BIBLIOTECA IDEALE per navigare … Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo ... MORTE...

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Una guida galattica per giovani autostoppisti che raccoglie i migliori libri, film e fumetti, con ritratti di grandi autori e approfondimenti dei più importanti momenti culturali. Una cartina spaziale per navigare nell’intricata galassia delle storie. XANADU. LA BIBLIOTECA IDEALE a cura di Hamelin Associazione Culturale XANADU. LA BIBLIOTECA IDEALE a cura di Hamelin Associazione Culturale

Transcript of XANADU. LA BIBLIOTECA IDEALE per navigare … Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo ... MORTE...

Una guida galatticaper giovani autostoppistiche raccoglie i migliori libri,film e fumetti,con ritratti di grandi autorie approfondimenti dei piùimportanti momenti culturali.Una cartina spazialeper navigare nell’intricatagalassia delle storie.

XANADU.LA BIBLIOTECAIDEALE

a cura diHamelinAssociazioneCulturale

XANADU. LA BIBLIO

TECA IDEALEa cura di H

amelin Associazione Culturale

A cura di Hamelin Associazione Culturale

Con il supporto diRegione Emilia Romagna, Assessorato Scuola, Formazione Professionale,Università, Lavoro, Pari OpportunitàBiblioteca Salaborsa Ragazzi, BolognaAssessorato alle Politiche Culturali, Provincia di Cagliari - Provincia de CastedduCentro Regionale di Documentazione Biblioteche per Ragazzi, Provincia di CagliariAssessorato alle Politiche Culturali, Città di Carpi Castello dei Ragazzi Biblioteca Il Falco Magico, CarpiBiblioteche di RomaProvincia autonoma di Trento, Ufficio per il Sistema Bibliotecario Trentino

Con il patrocinio diComune di BolognaQuartiere San Vitale, BolognaDipartimento di Scienze dell’Educazione, Università di Bologna

Un ringraziamento particolare aTiziana Nanni, Esther Grandesso, Francesca Succu, Marisa Del Rio,Emilia Ficarelli, Mirca Da Riva, Antonio Ciccarone, Elisa Genghinie a tutti gli insegnanti, i bibliotecari e i tanti ragazzi di ogni scuolache in questi anni hanno amato e creduto nel progetto

Progetto grafico e impaginazione Luigi RaffaelliCopertina e illustrazioni interne Davide ToffoloRitratti scrittori Puljanka

Hamelin Associazione Culturale resta a disposizione degli aventi dirittoper le illustrazioni di cui non è stata in grado di rintracciare i titolari del copyrighte si scusa per eventuali omissioni

HamelinVia Zamboni, 15 40126 BolognaTel 051 233401 Fax 051 [email protected]

© copyright Hamelin Associazione Culturale - 2009

XANADU e i suoi mondi

Secoli che se ne parla, ma nessuna notizia davvero certa su Xanadu.È un luogo, e tutti coloro che hanno assicurato di esserci stati, di averlo visto, ne hanno raccontato grandi cose. Infatti è stato descritto in poesie, saggi, film, fumetti, canzoni, col passare del tempo è diventato un mito, che di tanto in tanto riemerge. Ma di fatto non ne esiste una sola immagine, una fotogra-fia, una ripresa, e nemmeno il satellite è mai riuscito ad individuarlo.Secondo Marco Polo era una magnifica città situata nell’attuale Mongolia, con un palazzo di incredibile bellezza fatto erigere dal grande condottiero Kublai Khan.Molto più avanti il poeta e filosofo romantico Samuel T. Coleridge, risveglia-tosi da un sogno inquieto, ha scritto di getto una dettagliata descrizione su quello che ha visto come in una visione; ne è nata una poesia enigmatica e molto suggestiva, ma ancora oggi molto amata: dimostrazione dell’esistenza di Xanadu oppure della potenza infinita dell’immaginazione umana?C’è poi un famosissimo, vecchio fumetto degli anni Trenta, Mandrake, in cui il mago, ipnotizzatore e illusionista ha un rifugio segreto high-tech che si chia-ma proprio Xanadu, ma forse è solo un caso; e così si chiama anche la reggia faraonica di Kane, protagonista di Quarto potere di Orson Welles, uno dei film più importanti della storia del cinema.Per non parlare della canzone di undici minuti del gruppo rock canadese Rush, dell’album gothic-metal dei giapponesi Moi dix Mois, del musical con Olivia Newton-John, o addirittura del satellite Titano, che ha una regione luminosa con questo nome. E poi ancora l’idea futuristica di Ted Nelson di una biblioteca universale sul web, primo esperimento di ipertesto nella storia: il sapere digitalizzato aperto a tutti.Nessuna prova della sua esistenza, eppure Xanadu è nascosto ovunque, in tutte le arti, in tutte le culture.Ma probabilmente sono solo sciocchezze, Xanadu non esiste, è solo un abba-glio che di tanto in tanto riemerge da qualche zona remota del nostro spirito.

Dal 2004 è anche un luogo virtuale di una comunità di giovani lettori che parlano di libri, film, fumetti e musiche www.bibliotecasalaborsa.it/ragazzi/xanadu

Cari ragazzi, questo libro è dedicato a voi, e nasce da un interesse comune

che da tempo portiamo avanti insieme all’Associazione Hamelin,

in particolare attraverso il progetto Xanadu.

A forza di crederci, mettendoci energia e passione, abbiamo visto crescere

i partecipanti ad ogni edizione, nel numero, nel coinvolgimento,

nella serietà e nell’entusiasmo, che spesso ci hanno addirittura sorpreso.

Inoltre, il valore aggiunto di questa collaborazione si è via via

concretizzato ampliando e accrescendo gli scaffali e offrendo ai giovani

lettori scelte ampie di qualità.

Riteniamo assolutamente fondamentale dedicare spazi, materiali, strumenti

ed eventi ai più giovani, e questa guida bibliografica è stata ideata e costruita

proprio pensando ai tanti ragazzi curiosi ed appassionati non solo alla lettura,

ma anche ad altri linguaggi: libri, film, fumetti, canzoni, videogiochi, sono

modi differenti di raccontare storie, e in quanto tali sanno toccarci

in profondità, amplificano emozioni, filtrano ogni mutamento che ci circonda

e ci fanno vivere più intensamente.

Vediamo questo libro come il primo passo nella realizzazione

di una “biblioteca ideale”, che ognuno potrà ampliare con le proprie storie,

e che speriamo possa accompagnarvi per tutta la vita.

A tutti voi auguriamo buona lettura!

A cura di

Con il supporto di

SEZIONI: i libri

Il SEgNO ROSSO DEl CORAggIO. Storie di eroigUIDA gAlATTICA PER AUTOSTOPPISTI. Storie di altri mondiQUAlCUNO CON CUI CORRERE. Storie d’amorelA bOUTIQUE DEl MISTERO. Storie d’indaginePER SEMPRE gIOVANE. Storie di incontri, amicizie ed avventure

RITRATTI: autori, personaggi e momenti culturali

batman, il cavaliere oscuroRichard MathesonCorto Maltese, l’avventuriero dei sette mariJohn Ronald Reuel TolkienPhilip K. DickIl Fantasyla FantascienzaI Poeti maledettiAidan ChambersEmily DickinsonUrsula K. le guinIl NoirDylan Dog, l’indagatore dell’incuboCornell WoolrichStephen KingI Vampiri

I MIGLIORI: le classifiche finali di Xanadu

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INDICE

XANADU. LA BIBLIOTECA IDEALE

LEGENDA1. Facile / 2. Difficile / 3. Premio Xanadu

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IL SEGNO ROSSODEL CORAGGIOStorie di eroi

Mi torna in mente quello che ho detto a Nicole,di non sapere più chi siano i veri eroi,e ripenso al mio vecchio plotone.Sonny Orlandi, Spooks Reilly e Blinky Chambers.Eddie Richards e la sua diarrea. Henry Johnson, colpito da una granata.E quelli che sono morti, Jack Smith e Billy O’Brien, e tutti gli altri.Penso a Enrico, mutilato delle gambe e di un braccio.Penso ad Arthur Rivier, sbronzo e disperato quella notte nel vicolo. “Eravamo soltanto là”. Ragazzini spaventati,che non erano nati né per combattere né per ammazzare.Che non si trovavano semplicemente là, ma che ci sono rimasti,non sono scappati, hanno combattuto una guerra giusta.Della quale non parlano mai. E che non hanno ricevuto una Silver Star. Ma eroi, in ogni caso. I veri eroi.

Robert Cormier, Eroi, Mondadori, 2004

«E che cosa deve fare un re per salvare il suo mondo quando le stesse leggi che ha giurato di proteggere lo costringono a non far niente!?»«La domanda non è cosa dovrebbe fare un cittadino spartanoo un marito o un re. Devi chiederti invece, amore mio adorato,cosa farebbe un uomo libero.»

Zack Snyder, 300, USA, 2007

XANADU. lA bIblIOTECA IDEAlE Il SEgNO ROSSO DEl CORAggIO / Storie di eroi

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[...] Chi di noi lo conobbe, i suoi amici, lo chiamò Persico.

Ad altri fu noto come l’orrendo bambino tossico.

Amava l’ammoniaca e l’amianto e tanto il fumo delle sigarette: ne aspi-

rava anche sette,

per lui era ossigeno tutto ciò che per altri era cancerogeno.

Il giocattolo che preferiva era una bomboletta che agitava da seduto

e spruzzava da qui a lì, finché il giorno non era scaduto.

Accoccolato in autorimessa, nella brina mattutina si attaccava contento

ad ogni tubo di

scappamento. [...]

Tim Burton

MORTEMALINCONICADEL BAMBINOOSTRICA

Quel bidone di bambinoIn questa raccolta di poesie e ballate, il famoso e bizzarro regista dimostra di essere anche un bravo illustratore, oltre che abile creatore di ritratti grotteschi. Sono mondi assurdi popolati da personaggi strani, quelli che racconta, tutti portatori di una diversità fisica che diventa però lo spunto per una riflessione seria e ironica sul futuro.bambini mummia, eroi tristi e imbranati, ragazzine furbe e deformi, robottini stupidi e abbandonati, regine senza regno: esseri modificati secondo le più agghiaccianti profezie, mostri dei nostri tempi, sembrano indicarci la via per non lasciarci distruggere e sopraffare, loro che sopportano la propria diversità, ne sorridono e ne fanno una bandiera.

Perché leggerloÈ un libretto che rispecchia in pieno la poetica di Tim burton, da sempre intento a raccontare gli abusi della società nei confronti dell’infanzia e della fantasia. burton descrive bambini che, sfidando qualsiasi legge di natura, si nutrono di tutto ciò che gli uomini ritengono dannoso e nocivo. Come nei suoi strepitosi

film, la mostruosità o la diversità più estrema diventano punti di forza: rendono unici, in un mondo fatto con lo stampino. E in più ci sono i bellissimi e racca-priccianti disegni che l’autore stesso ha realizzato, e che danno forma visiva alla sua denuncia: per troppe persone i bambini sono mostri incomprensibili da controllare e normalizzare.

Qualcosa sull’autoreStanco dei continui rimproveri di starsene sempre chiuso in casa a leggere fumetti e a guardare film dell’orrore, Tim all’età di 14 anni decide di “divorzia-re” dai genitori e andare a vivere con la nonna, più comprensiva. Dopo il liceo lavora alla Disney, dove però non riesce a imporre la propria poetica.Con i suoi primi cortometraggi vince premi prestigiosi, e si fa notare a grandi livelli. Edward mani di forbice e Batman gli danno notorietà planetaria. In tutte le sue opere la violenza del mondo adulto nei confronti della fantasia e del sentire bambino è centrale, e i suoi personaggi sono infatti tutti emarginati e “diversi”. grottesco, gotico e fiabesco sono i suoi strumenti per rendere con spietate metafore la nostra società, incapace di accettare la bellezza dell’uni-cità di ogni individuo.

Einaudi, 2006

Rilanci Librigorey E., La bicicletta epiplettica, Adelphi, 2005

Filmburton T., La sposa cadavere, USA, 2005Selick H., The Nightmare Before Christmas, USA, 1993Selick H., Coraline e la porta magica, USA, 2009

[...] Come potevo essere marito… e magari padre… in un mon-do dove, in qualsiasi momento, poteva entrarti un mostro in casa? Marvels, le “meraviglie”, le chiamavo… Ed è questo che erano. Accanto a loro… Noi cosa eravamo? Prima che arrivassero, eravamo così grandi, così fieri, così americani… Giovani, forti, vitali! Eravamo noi a far funzionare tutto. Ma ora eravamo diventati più piccoli. Lo vedevo in quelle stesse facce… Un tempo così sicure, così spavalde. Non eravamo più i giocatori. Eravamo spettatori. Stavamo aspettando qualco-sa… Senza sapere cosa fosse… [...]

Kurt Busiek & Alex Ross

MARVELS

Che cosa poteva fare un uomo…?leggendo fumetti di supereroi, guardando i film che ne hanno tratto, tutti abbiamo pensato che in fin dei conti il nostro mondo è un po’ noioso, e che sarebbe decisamente più divertente ed entusiasmante se in giro ci fossero tutte quelle figure mascherate che popolano la carta e la celluloide. Kurt busiek e Alex Ross hanno provato a riflettere seriamente su questa ipotesi, e hanno così invertito il punto di vista. Invece di raccontare gli X-Men, i Fantastici Quattro, l’Uomo Ragno e compagnia bella, hanno scelto come protagonista un uomo comune per mostrarci le “meraviglie” dal suo punto di vista.Phil Seldon è un fotografo di cronaca, specializzato in supereroi, che segue e ritrae dalla loro apparizione poco prima della Seconda guerra Mondiale. Phil si interroga su queste creature, su come la loro presenza sconvolga il senso della vita, sulle conseguenze psicologiche ma anche pratiche dei loro scontri. Con i suoi occhi ripercorriamo tutti gli eventi salienti, e le battaglie più memorabili di quarant’anni di supereroi Marvel.

Perché leggerloTutti ci siamo chiesti almeno una volta cosa ne pensassero le comparse, che appaiono solo per dare maggiore realismo alle vignette, di tutto il trambusto e la distruzione provocati da questi uomini mascherati nei loro scontri. In questo caso il discorso si fa più serio, e diventa lo spunto per una riflessione sul rap-porto tra essere umano e supereroe, in termini di responsabilità, doveri e poteri, rispetto reciproco. E non dimentichiamoci dei disegni di Alex Ross, che col suo stile pittorico ed estremamente realistico, ci calano proprio lì, a due passi dalle “meraviglie”.

Qualcosa sull’autoreKurt busiek è uno dei principali sceneggiatori americani di fumetto in attività. Inizia a lavorare per Marvel e DC Comics già nei primi anni Ottanta, ma è pro-prio Marvels, nel 1993, che gli dà la notorietà. Scrive tuttora storie di supereroi (batman, Superman e Wonder Woman tra gli altri), e non sembra annoiarsi affatto. Alex Ross deve anch’egli la sua fama a Marvels, e al successivo Kingdom Come, in cui mette alla prova il suo talento inventando un futuro in cui i classici eroi come Superman, Flash, lanterna Verde devono tornare dal loro ritiro e affron-tare una generazione di supercattivi. Oggi è anche copertinista ufficiale della DC Comics.

Panini Comics, 2008, ed. orig. 1994

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Rilanci Librile guin U.K., I doni, Nord, 2006

FilmSinger b., X-Men, USA, 2000

FumettiWaid M., Ross A., Absolute Kingdom Come,Planeta De Agostini, 2008

BATMAN, il cavaliere oscuroXANADU. lA bIblIOTECA IDEAlE Il SEgNO ROSSO DEl CORAggIO / Storie di eroi

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Oltre settant’anni, e non dimostrarli. batman nasce nel lontano maggio 1939 dalla geniale intuizione di bob Kane e bill Finger sulle pagine del numero 27 di Detective Comics, una rivista antologica di fumetti americana che già da due anni pubblicava storie di genere noir, hard boiled e poli-ziesco. È subito amore a prima vista con i lettori, che rimangono affascinati da questo giustiziere che ha scelto di lottare contro il crimine mascherato da pipistrello, perché, come dice, “i cri-minali, per natura, sono una genia codarda e superstiziosa”. batman, quando non è impegnato nella sua missione, è bruce Wayne, un multimilionario, playboy e filantropo, che vive col suo maggiordomo Alfred (uno dei pochi a conoscerne il se-greto) in una grande e silenziosa villa alle porte di gotham City, sotto la quale si cela la bat-Caverna, da sempre la sua base operativa.

Ma perché imbarcarsi nella difficilissima impresa di combattere il crimine, quando tra l’altro non si è dotati di superpoteri o non si proviene da altri pianeti superiori al nostro?

bruce Wayne, giovanissimo, assiste all’assassinio di entrambi i suoi genitori ad opera di un rapinatore da quattro soldi, e trasforma il trauma, e la voglia di ven-detta, in uno scopo superiore, in una missione di vita, e passa l’adolescenza e tutto il tempo restante, fino al suo esordio come giustiziere mascherato, ad allenarsi, ad affinare tutte le proprie doti fisiche e mentali e a costruire mezzi e marchingegni che potranno aiutarlo nella sua lotta.

Ma se un personaggio del genere conosce fama planetaria, tra adulti e bambini, lo si deve anche ai molti cattivi affrontati in tutti questi anni di carrie-ra, tra i quali spiccano: il Joker, Catwoman, il Pin-guino, l’Enigmista, Due Facce, lo Spaventapasseri, Poison Ivy, Mr. Freeze… Supercriminali dall’aspetto inquietante, alle volte deformati da un incidente, che danno corpo alle più remote paure che noi tutti ci portiamo appresso.

la diversa tipologia dei cattivi è tra l’altro un

ottimo specchio per capire come siano cambiate, nel cor-so dei decenni, le storie di batman, tra alti e bassi,

passando da atmosfere leggere e giocose (soprattutto sul finire degli anni Sessan-ta, quando in contemporanea al fumet-to veniva trasmessa la serie televisiva di grande successo con protagonista Adam West), a quelle più cupe, oscu-re, dark, più in linea con la natura

del personaggio, a partire dagli anni Ottanta.

E a tal proposito, sebbene sia praticamente impossibile citare, dopo settant’anni di carriera, e migliaia di pa-gine a fumetti pubblicate, tutti gli autori che hanno scritto e disegnato le storie del cavaliere oscuro, una

menzione speciale va fatta a Frank Miller, autore de Il

ritorno del cavaliere oscuro e di Batman: Anno uno. Due cicli di avventure del giu-stiziere mascherato che in quegli anni lo hanno reso definitivamente “adulto” e che sono stati fonte di ispirazione, per temati-che e atmosfere, dei più bei film dedicati a bat-man, quelli diretti da Tim burton e in anni più recenti da Christopher Nolan.

© DC. Entertainment

Stephen Crane

IL SEGNOROSSODEL CORAGGIO

Frassinelli, 1998, ed. orig. 1894

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[...] Se ne andò lentamente alla sua tenda e si sdraiò su una coperta accanto al soldato alto, che russava. Nel buio ebbe una visione: la Paura, con mille lingue, bisbigliava dietro di lui e lo faceva scappare, mentre gli altri provvedevano fred-damente agli affari del loro paese. Non sarebbe stato in grado di tener testa a quel mostro. [...]

Di fronte al fuocoImperversa la guerra Civile americana, e il giovane Harry legge sui giornali di imprese eroiche, di uomini imbattibili, di trionfi e vittorie. Per questo decide, in contrasto con la madre, di arruolarsi, di partire per il fronte per conquistare la sua porzione di gloria. Ma quando si trova a marciare con la truppa verso il territorio della prossima grande battaglia, i sogni scompaiono per lasciare spa-zio solo alla paura: è possibile sopportare tanta fatica? Come aspettare giorni e giorni prima dello scontro fatale? E quando avrà il nemico di fronte riuscirà a sparare? Riuscirà a tornare vivo a casa?Sono questi pensieri, prima ancora che la presenza dei soldati avversari, a tor-turarlo fino a quando il giorno atteso con tanta ansia arriva: i suoi compagni sono nelle barricate insieme a lui, i nemici così vicini da vedere i loro occhi. Con i primi spari inizia l’inferno e solo allora è possibile scoprire se prevarrà la linea rossa del coraggio o quella del sangue sul terreno.

Perché leggerloPer chi non ci si è trovato, è davvero difficile vedere la guerra dal di dentro, anche oggi che spesso è protagonista nei telegiornali. Stephen Crane, come Spielberg nella scena iniziale di Salvate il soldato Ryan, riesce a portarci in prima linea e a farci sentire tutto l’orrore, la confusione, lo smarrimento di essere lì.

Qualcosa sull’autoreNato nella seconda metà dell’Ottocento e morto giovanissimo non ancora trentenne, Stephen Crane fu insieme giornalista e scrittore, come molti altri grandi della letteratura americana, da Hemingway a london.Interessato sempre a raccontare la realtà e a denunciarne gli aspetti peggiori, come la vita degradata delle metropoli di allora, scrisse romanzi e fu corri-spondente di guerra in Messico, in grecia, a Cuba. Fu lì che vide di persona la crudeltà delle battaglie, ma l’aveva già splendidamente descritta nel suo capo-lavoro, La linea rossa del coraggio, considerato una delle rappresentazioni più realistiche della guerra Civile americana, scritta da uno che non c’era stato.

Rilanci Libribierce A., Tutti i racconti vol. 2. I racconti di guerra,Fanucci, 2006Fruttero C. & lucentini F. (a cura di),Storie americane di guerra, Einaudi, 1991Hemingway E., I quarantanove racconti, Einaudi, 2007Olmstead R., Cavallo nero carbone, Einaudi, 2009

FilmSpielberg S., Salvate il soldato Ryan, USA, 1998Stone O., Platoon, USA, 1986

[...] Dentro la casa viveva un fantasma maligno. La gente di-ceva che c’era, ma io e Jem non lo avevamo mai visto. Dice-vano che veniva fuori di notte, quando la luna tramontava, e spiava la gente dalle finestre. Quando le azalee di un giardino appassivano come per una improvvisa gelata, era perché il fantasma vi aveva alitato. [...]

Il mistero che si nasconde dietro casala piccola Scout, figlia dell’integerrimo avvocato Atticuss Finch, racconta con occhio ingenuo ma lucido le ingiustizie, i pregiudizi e il razzismo (nei confronti dei neri), la violenza (perpetuata sui più deboli), le emarginazioni (nei confronti di chi è diverso) che si compiono in un piccolo paese del profondo sud degli Stati Uniti. Racconta anche il bellissimo rapporto che ha con suo padre, che da solo cerca di difendere un nero accusato di violenza sessuale e che le farà scoprire il valore dell’etica vera e non quella che si basa sull’apparenza, nonché le bassezze che certi uomini (i rispettati signori del paese e i meno rispettati) possono raggiungere per difendere se stessi e la propria falsa moralità.

Perché leggerloPerché è un grande romanzo di formazione dove Scout, la protagonista, riesce a diventare grande e a mantenere la sua fiducia nel mondo, nonostante sia messa a dura prova dalle bassezze dell’animo umano.

Qualcosa sull’autriceSu Nelle Harper lee, grande amica di Truman Capote, aleggia un mistero anco-ra oggi irrisolto. Dopo il successo mondiale de Il buio oltre la siepe, che le valse il premio Pulitzer, la più grande onorificenza per uno scrittore statunitense, fa perdere completamente le sue tracce e decide di ritirarsi a vita privata.Pare abbia continuato a scrivere, ma non ha più pubblicato nulla, di conse-guenza si presuppone vi siano diversi manoscritti inediti che si spera prima o poi vengano dati alle stampe. Nel novembre del 2007 è stata premiata con il più grande riconoscimento civile statunitense, la Medaglia presidenziale della libertà, con la seguente motivazione “Il buio oltre la siepe ha influenzato il carattere del nostro paese in meglio. È stato un dono per il mondo intero.”

Rilanci Librilansdale J. R., In fondo alla palude, Fanucci, 2009Schuyler g. S., Mai più nero, Voland, 2005Twain M., Le avventure di Huckleberry Finn, garzanti, 2009

Filmlee S., Fai la cosa giusta, USA, 1989Spielberg S., Il colore viola, USA, 1985

Nelle Harper Lee

IL BUIOOLTRELA SIEpE

Feltrinelli, 2002, ed. orig. 1960

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Stephen King

LA ZONAMORTA

Sperling & Kupfer, 2003, ed orig. 1979

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[...] Era ora di andare a dormire e, per amor di Dio, niente sogni.Ancora: la domanda.L’aveva scritta a caratteri nitidi, tracciandole attorno un triplo cerchio. La domanda era: se tu potessi salire su una macchina del tempo e ritornare al 1932, uccideresti Hitler? [...]

L’ora dell’Apocalisse si avvicinaJohnny Smith è un giovane insegnante, amato dai suoi allievi e colleghi, con una vita semplice e tranquilla che condivide con il suo amore, Sarah.Il 30 ottobre del 1970 il destino di Johnny cambia tragicamente: dopo una piacevole serata al luna park per festeggiare Halloween, resta coinvolto in un grave incidente, entra in coma e la sua vita diventa solo un letto di ospedale. Al suo risveglio, quattro anni dopo, tutto è cambiato: Sarah si è sposata, i suoi genitori non sono più lì, e un potere inatteso, un dono imprevisto, gli fa prevedere il futuro. Quasi un veggente, riesce a scongiurare incidenti, trovare assassini e a risolvere casi eccezionali. Ma quel potere è anche una maledizio-ne: nessuno si vuole avvicinare ad una persona capace di scoprire il futuro e il lato oscuro di ognuno. E poi c’è il presagio di morte e distruzione che lo ha invaso dopo aver stretto la mano a un politico, che lo costringe a riflettere sul senso di quel potere, sulla responsabilità che comporta. Nella zona morta dei suoi ricordi tutto si confonde e niente è più chiaro: il bene e il male non hanno più un volto ben definito.

Perché leggerlola storia di un uomo comune, con un nome comune, capace di cambiare le sorti non solo delle persone vicine ma di tutto il mondo, è anche la storia di un piccolo eroe incerto, insicuro, e in definitiva solo. Johnny non si arrende al do-lore e alla fatica del suo destino ma intraprende la lunga strada che forse altri hanno scritto per lui. È un eletto: nella sua mente il potere di vedere il futuro, nelle sue mani e nella sua volontà il potere di cambiarlo.

Qualcosa sull’autoreStephen King è per tutti il Re del brivido, ma ha scritto molto altro: fantasy, fantascienza, storie d’amore e d’amicizia… Ha firmato alcuni romanzi con lo pseudonimo di Richard bachman per giocare con la sua identità e per mettere alla prova i suoi lettori. Forse la critica ancora non lo considera un genio, ma è sicuramente un grande raccontastorie del vecchio e del nuovo millennio.

Vedi il ritratto d’autore

Rilanci Librile guin U.K., La falce dei cieli, Nord, 2005King S., Shining, bompiani, 2001

FilmCronenberg D., La zona morta, USA, 1983Zemeckis R., Le verità nascoste, USA, 2000

Ira Levin

I RAGAZZIVENUTIDAL BRASILE

Mondadori, 2006, ed. orig. 1976

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[...] Nell’uniforme da carcerata, Frieda Maloney avrebbe po-tuto essere una cameriera o una sguattera oberata di lavoro. Un giorno, pensò, mi piacerebbe incontrare un mostro che abbia la faccia di un mostro. [...]

La lotta tra il Bene e il MaleForse qualcuno conosce la storia del dottor Mengele: noto come l’Angelo della Morte per gli orribili esperimenti su cavie umane che conduceva nei campi di concentramento, alla fine della guerra ha fatto perdere le proprie tracce. Pare abbia trovato salvezza in un paese sperduto del Sud America.E proprio da questo dato storico parte la terribile fantasia di questo romanzo: dal suo rifugio segreto Mengele sta mettendo in atto un piano per garantire la supremazia della razza ariana. Novantaquattro uomini, sparsi in tutti i con-tinenti, cittadini pacifici che sembrano essere in tutto e per tutto uguali agli altri, dovranno morire in date precise per dare il via ad un effetto domino che potrebbe consentire il ritorno del Führer. Anzi, di più Führer, grazie alle scoper-te scientifiche cui Mengele è giunto. Ad ostacolare il suo folle piano ci dovrà pensare il vecchio e ormai malato lieberman, un ebreo sopravvissuto, che con un gruppo di coraggiosi studenti ha deciso di dedicare la sua vita alla ricerca dei criminali nazisti, una vera e propria lotta tra il bene e il Male.

Perché leggerloPerché il romanzo ci dice di non abbassare mai la guardia. Perché quella che pensavamo definitivamente sconfitta e superata, la follia xenofoba e razzista dei nazisti, può tornare in qualsiasi momento e nelle forme più disparate. È un romanzo che ci fa capire che la pace che abbiamo, i diritti dell’uomo, le garanzie costituzionali, non sono un bene acquisito definitivamente ma prin-cipi per i quali si deve combattere quotidianamente. E liberman, pur vecchio e malconcio, ci dimostra che solo lottando strenuamente possiamo conservare il meglio che l’umanità ha prodotto.

Qualcosa sull’autoreNato nel 1929 a New York, ha vinto il primo importante premio letterario a 22 anni con il racconto Un bacio prima di morire. Il suo romanzo più famoso è senz’altro Rosemary’s Baby, una storia horror tra satanismo e sottile psicologia, dal quale Roman Polansky trasse l’omonimo film. Altri film hanno preso spunto dalle sue storie: il grande gregory Peck ha interpretato Mengele in I ragazzi ve-nuti dal Brasile, e più avanti Nicole Kidman è stata la protagonista in La moglie perfetta, tratto dal suo La fabbrica delle mogli.

Rilanci LibriDick P.K., La svastica sul sole, Fanucci, 2007Dürrenmatt F., Il sospetto, Feltrinelli, 2001King S., L’allievo in Stagioni diverse, Sperling & Kupfer, 2008

FilmSchaffner F., I ragazzi venuti dal Brasile, USA, 1978

FumettiSpiegelman A., Maus, Einaudi, 2000

[...] Tremò e digrignò i denti. Aspetta lì. Beh, perché no? Per-ché non uscire? Era sicuramente un modo per liberarsene.Diventare uno di loro.Sghignazzò di fronte alla semplicità del concetto, poi si sol-levò e si diresse ingobbito verso il mobile bar. Perché no? La sua mente arrancava. Perché sopportare tutta questa com-plessità, quando una porta spalancata e qualche passo baste-rebbero a farla finita? [...]

L’ultimo uomo sulla terraRobert Neville è l’ultimo uomo rimasto sulla terra: un’epidemia ha sterminato tutta l’umanità, ma durante il rigor mortis i cadaveri risorgono sotto forma di Vampiri. Ormai solo, la sua giornata è scandita dalla routine quotidiana della caccia e dell’eliminazione dei Vampiri, dalla manutenzione degli apparati di di-fesa della sua casa, dagli approvvigionamenti dei generi di sussistenza. I mostri tutte le notti assalgono il suo rifugio cercando di entrare e, quando frustrati capiscono di non avere nessuna possibilità, cercano di fare breccia nel suo punto debole: l’assoluta, angosciante, infinita, solitudine.Deposte le armi i Vampiri bombardano Robert con continui inviti a lasciarsi vampirizzare, ricordandogli instancabilmente l’assurdità della sua scelta di re-sistere e la sofferenza ad essa legata. Ha senso preservare la propria diversità quando questa ci costringe all’isolamento e alla solitudine assoluta? Non è meglio lasciarsi vampirizzare e diventare come loro? Resisterà il nostro eroe o cederà alle lusinghe dei Vampiri?

Perché leggerloPerché Matheson con questo romanzo ci mette di fronte ad un quesito filo-sofico fondamentale: rimanere fedeli a se stessi, anche quando si va contro la moltitudine e si rischia di rimanere soli, oppure negare la propria sensibilità e omologarsi alla massa? Un quesito che ci obbliga a porci domande scomode ma necessarie. Chi siamo? Innanzitutto. Ma poi un’altra altrettanto scomoda: avremo la forza per realizzare quello che sentiamo di essere?

Qualcosa sull’autoreCongedato dall’esercito perché ferito in azione, passa lunghe giornate in fab-brica, durante le quali ripensa a vecchi film, si inventa storie di orrore e fanta-scienza e sogna di diventare scrittore. la notte, tornato dal lavoro meccanico, stanchissimo, scrive Io sono leggenda e Tre millimetri al giorno. Il successo è tale da spingere una casa cinematografica a trarne dei film. Stephen King afferma che se non avesse letto Matheson non sarebbe mai diventato uno scrittore.

Vedi il ritratto d’autore

Rilanci LibriKing S., Le notti di Salem, Sperling & Kupfer, 2008Shiel M.P. La nube purpurea, Adelphi, 1991

FilmRagona U., L’ultimo uomo sulla terra, Italia, 1964Rodriguez R.A., Dal tramonto all’alba, USA, 1996

FumettiMiller F., Il ritorno del cavaliere oscuro,Planeta De Agostini, 2006

Richard Matheson

IO SONOLEGGENDA

Fanucci, 2007, ed. orig. 1954

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Ai confini della leggendaRIChARD MAThESON

molti momenti felici, nelle sale buie trova idee da sviluppare che restano in soffitta per un po’ di tempo per poi tornare quando è il momento giusto. È così anche per Tre millimetri al giorno, scritto di notte nello scantinato di casa, che racconta la storia di un uomo destinato a rimpicciolire, o per Incubo a seimila metri, dove un uomo è in preda al panico nel vedere fuori dal finestrino uno strano essere che si sta mangiando un’ala dell’aereo. Nei romanzi e nei molti racconti la normalità di una quotidiani-tà banale e abitudinaria si trasforma portando in luce incubi e deliri attraverso ambientazioni contemporanee: non ci sono castelli infestati ma supermercati da conquistare per sopravvi-vere all’apocalisse. Sempre ai limiti del fantastico le sue storie si spostano dalla fantascienza all’horror passando per il western fino al fantasy senza tralasciare il giallo. È senza confini.

Proprio alla fine degli anni Cinquanta il produttore Rod Serling gli propone di sceneggiare alcuni episodi della serie televisiva Ai confini della realtà. Intensi e drammatici si inseriscono piena-mente nella sua poetica come già aveva dimostrato con collaborazioni di rilievo con Alfred Hitchcock e il telefilm Star Trek.

Il cinema diventa la sua passione, come sceneggiatore, autore e aiuto regista: dai film di Roger Corman basati sui racconti di Poe, fino a Duel (1971) del giovanis-simo esordiente Steven Spielberg per poi finire addirittura con una non proprio riuscita sceneggiatura di Lo squalo 3.

Che dire, è infinita la sua produ-zione e spesso è divertente trovarlo dove meno si sospetta: due esempi su tutti il film comico Poliziotti a due zampe e l’horror paranormale Poltergeist.

buona lettura e buona visione!

State attenti: siete nelle mani di uno scrittore che non chiede pietà e non ne concede. Vi spremerà fino all’osso, e quando chiuderete questo libro vi lascerà con il più grande regalo che uno scrittore possa offrirvi: il desiderio di leggerlo ancora.

Stephen King

Queste parole, insieme all’ammirazione di un altro gran-de scrittore, Ray bradbury, mettono in luce la prodigiosa

caratteristica di Matheson: raccontare qualsiasi cosa valga la pena di vivere con l’aggiunta di sudori freddi e angoscia individuale.

Classe 1926. Ad appena otto anni inizia a scrivere brevi racconti e poesie che verranno poi pubblicati nel giornale della sua città. Ma è solo dopo il con-gedo militare, i suoi piedi rischiano l’amputazione dopo molti giorni passati sotto la pioggia e il fango in trincea, che inizia la sua ascesa come narratore. All’inizio racconta storie noir, poi si concentra sulla fantascienza, suo cavallo di battaglia, anche se di-chiara da sempre che “uno scrittore che ragiona per

generi è fuori strada…l’idea stessa di costringere uno scrittore entro confini predefiniti mi è aliena.”

È con Io sono leggenda del 1954, in pie-na guerra Fredda, che arriva il successo e l’idea geniale di un mondo popola-to solo di vampiri è il ricordo di una esperienza fatta al cinema durante gli anni dell’adolescenza. Dopo aver vi-sto il Dracula interpretato da bela lugosi si insinua la straordina-ria e angosciante convinzione di scrivere qualcosa che vada nella direzione opposta: il diverso è l’uomo, il mostro da combatte-re è lui e i vampiri regnano sulla terra. Sembra che il cinema ab-bia regalato al giovane Richard

Alan Moore & David Lloyd

V pERVENDETTA

Rizzoli, 2006, ed. orig. 1982-85

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[...] Dicevo a mio padre: «Chi è quella signora?». E lui rispon-deva: «È Madame Giustizia». E io dicevo: «Quanto è carina».La prego di non pensare che fosse solo una cosa fisica, so che lei non è una di quelle. No, io la amavo, come persona, come ideale.Ma è stato molto tempo fa. Temo che ora ci sia un’altra… [...]

Col potere della verità, vivendo conquistai l’universoIn un futuro in cui la guerra Fredda tra Stati Uniti e Russia ha portato alla di-struzione totale di Europa e Africa, la gran bretagna è stata miracolosamente risparmiata. Il sovvertimento dell’ordine mondiale ha però portato al collasso dello stato e all’instaurazione di un regime via via più severo e oppressivo. Sulla scena, in apparenza dal nulla, appare V, figura dall’oscuro passato strettamente legato a quello della dittatura, paladino della libertà che si presenta e colpisce celato da una maschera di guy Fawkes, l’anarchico inglese che nel 1605 tentò di far esplodere il parlamento. laddove guy Fawkes aveva fallito, V riesce.È così che inizia la sua lotta al governo che opprime la popolazione dell’isola britannica, e che colpirà uno dopo l’altro tutti i punti di forza del regime, aiu-tato in questa missione da una ragazza rimasta orfana e con nulla da perdere, che V aveva salvato dalla cattura. Una battaglia che si infiltra nei gangli del potere e porta alla luce tutti i limiti e le contraddizioni della dittatura contro cui V combatte: il suo obiettivo è risvegliare le coscienze della gente, essere un simbolo e non un eroe.

Perché leggerloUna trama intrigante, un viaggio alla scoperta della misteriosa storia personale del vendicatore, ma soprattutto un’analisi illuminante della dittatura, di ogni dittatura, dei mezzi che usa per affermarsi e mantenere il potere.Il tutto condito dai disegni di David lloyd, realistici, cupi, taglienti, in cui figure secche e smunte emergono dal nero che invade la pagina, e che abbinano la spettacolarità delle scene d’azione alla capacità di rappresentare sul volto dei protagonisti le emozioni più forti e vere.

Qualcosa sull’autoreAlan Moore è da molti considerato una divinità vivente del fumetto, uno scrit-tore che con le proprie storie ha rivoluzionato il mondo dei comics degli ultimi trent’anni, costruendo trame e dialoghi che elevano il fumetto al pari della più alta letteratura.Un mito cresciuto anche grazie al suo aspetto, un viso smunto nascosto dietro un fiume di barba, e alla sua vita da completo eremita in una cittadina della Scozia.Tra i capolavori che ha creato non si possono non citare Watchmen, La lega degli straordinari gentlemen e From Hell, da cui peraltro sono stati tratti film di grande successo (da cui lo stesso Moore si è sempre dissociato, contrario alle trasposizioni cinematografiche delle proprie opere).

Rilanci Librileroux g., Il fantasma dell’opera, Mondadori, 1998

FilmMc Teigue J., V for Vendetta, USA/germania, 2005

FumettiMoore A., Watchmen, Planeta De Agostini, 2009Urasawa N., 20th Century Boys, Panini Comics, 2008

Celia Rees

pIRATE

Salani, 2005

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[...] Bevemmo e gettammo le tazze in acqua. Lei si appoggiò al parapetto, il volto metà in ombra, perfetta come una sta-tua. Il rubino all’orecchio scintillava al sole, e la sua camicia bianca si gonfiava nella brezza fresca, i lucenti capelli neri che ondeggiavano come una bandiera di pirati. È così che la ricordo. Mentre eravamo lì a ridere insieme, credetti davvero che non c’era nulla di impossibile. [...]

Audaci donne di mare1722. Nancy Kington fin da bambina ha sempre desiderato imbarcarsi per ac-compagnare il padre in giro per il mondo, ma un giorno quel sogno svanisce. Scopre che l’uomo commercia in schiavi, e come in una punizione divina in una terribile tempesta perde la vita, la nave e molti soldi. la famiglia è allo sfascio, e solo un matrimonio di convenienza può salvarla.Chi sarà l’uomo che Nancy andrà a sposare, dove la farà vivere e con che spirito lei potrà mettersi nelle sue mani? Con questi pensieri parte per salvare l’impre-sa di famiglia, ma approdata sulle coste della giamaica intuisce il suo tragico destino: l’uomo è scontroso e violento con i suoi domestici, schiavi da anni in casa e nelle piantagioni. Solo una ragazza comprende il suo dolore, Minerva, con il futuro segnato dalla schiavitù. Decise e pronte anche alla morte, si ri-volgono a chi a quel tempo le regole non le rispettava: i pirati. È l’inizio di una avventura indimenticabile.

Perché leggerloPer scoprire che la pirateria è stata anche un’attività femminile. Per assaporare un’avventura in mare, dove Nancy e Minerva diventano autrici del loro destino e insieme capiscono che la libertà ha un valore assoluto.È un romanzo di formazione dove la crescita avviene di pari passo con l’av-ventura e il viaggio diventa metafora di un modo più profondo per gestire al meglio il futuro. lontane solo nel tempo dalle ragazze di oggi, ma vicine per tenacia, speranza e grande vitalità.

Qualcosa sull’autricele sue storie, spesso di ambientazioni storiche diverse, dalla caccia alle streghe fino agli anni Settanta con i figli dei fiori, esprimono benissimo lo sguardo femminile e la continua necessità di raccontare episodi in cui donne speciali si battono per la libertà e l’indipendenza.“Da piccola leggevo molto e ogni genere di libri, anche i fumetti come quelli di Superman che “prendevo in prestito” da mio fratello. Da adolescente mi appas-sionavo a letture romantiche, storie horror e gialli, ma anche ai classici come Jane Eyre e Cime tempestose. Il mio consiglio ai lettori è di trovare il genere che può maggiormente piacere, di leggere ciò che li interessa veramente e di non farsi dissuadere da coloro che condannano i generi popolari considerandoli spazzatura.”

Rilanci LibriCreech S., La vagabonda, Mondadori, 2004 Rees C., Il viaggio della strega bambina, Salani, 2001Stevenson R. l., L’isola del tesoro, Fabbri, 2007

FilmRoss H., Fiori d’arancio, USA, 1989Scott R., Thelma & Louise, USA, 1991Zonca E., La vita sognata degli angeli, Francia, 1998

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CORTO MALTESE,l’avventuriero dei sette mari

”Non sono nessuno per giudicare, so soltanto che ho un’antipatia innata verso i censori, i probiviri... ma soprattutto sono i redentori coloro che mi disturbano di più.”

basterebbe questa frase per spiegare lo spirito libero che animava Hugo Pratt, uno dei più celebri autori italiani di fumetto, maestro indiscusso e rife-

rimento obbligato per tutti i fumettisti degli ultimi trent’anni. In effetti è stata pronunciata da

Corto Maltese, la sua “creatura” più fa-mosa, diventato una vera icona della

cultura mondiale, col suo alone romantico e misterioso, l’elegante giubba da marinaio, i pantaloni bianchi a zampa d’elefante, le

basette lunghe e l ’orecchino

d’oro.

Uomo di mare, avventuriero dalle mille storie, Corto Maltese non può che essere considerato la trasfigurazione letteraria del suo autore, dei suoi viaggi e delle sue esperienze che lo hanno portato a visitare mezzo mondo, mentre l’altro mezzo, se non è stato calpestato dai piedi di Pratt, è stato comunque percorso ed esplorato dalla sua fantasia.

Letteratura disegnatale avventure di Corto iniziano, almeno editorialmente, nel 1967, sul numero uno della rivista “Sgt. Kirk”, creata dallo stesso Pratt insieme all’amico Florenzo Ivaldi, con il famoso racconto Una ballata del mare salato, ambientata nei mari della Papua-Nuova guinea, tra pirateria, ostaggi, navi di carbone e tribù di in-digeni, e con Corto che appare per la prima volta al pubblico nudo, con la barba lunga, legato a una zattera in mezzo all’oceano, dopo un ammutinamento del suo equipaggio. Siamo nel 1913, prossimi allo scoppio della Prima guerra Mon-diale, e da lì la storia di Corto si dipanerà per mari e continenti, intrecciandosi a conflitti, scontri, cacce a tesori e cacce all’uomo, fino alle voci che si rincorrono su una sua scomparsa durante la guerra civile spagnola, combattendo nelle brigate internazionali. Ma sono solo voci, ed è bello che sia così, perché l’ultima storia disegnata da Hugo Pratt nel 1988 sul marinaio con l’orecchino, figlio a sua volta di un marinaio inglese, nipote di una strega dell’Isola di Man, e della Niña di gibilterra, modella gitana del pittore Ingres, è quella che lo vede par-tire, in compagnia dell’amico-nemico Rasputin, alla ricerca di Mu, leggendario continente scomparso al largo del Sud America.

Se c’è una cosa che rimane, una costante che emerge da tutte le avventure, è proprio il carattere di Corto Maltese, un uomo contrario a ogni ideologia, nazionalismo e religione, un uomo profondamente libero ed aperto ad ogni confronto, che si è guadagnato il rispetto di tutti coloro che ha incontrato, dalla strega voodoo bocca Dorata al guerriero dancalo Cush (che gli dirà: “An-che se sei un cane infedele non mi sei antipatico...”), a personaggi storicamente esistiti come gli scrittori Jack london, Ernest Hemingway, gabriele D’Annunzio e Herman Hesse, il bandito butch Cassidy, il generale russo Roman von Ungern-Sternberg e il turco Enver Pasha.

Un personaggio straordinario, forse il più importante dell’intera storia di quell’arte che Pratt chiamava “letteratura disegnata”.

Corto Maltese - Un’aquila nella giungla © 1970 Cong S.A., lausanne. Ed. Rizzoli-lizard, 1997.Corto Maltese® & Hugo Pratt™ are © Cong S.A. All rights reserved. www.hugopratt.com

Marjane Satrapi

pERSEpOLIS

Sperling & Kupfer, 2003

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[...] Avevo conosciuto la rivoluzione, che mi aveva fatto per-dere una parte della mia famiglia. Ero sopravvissuta a una guerra che mi aveva allontanata dal mio paese e dai miei genitori… e fu una banale storia d’amore a farmi quasi mo-rire. [...]

Un’eroina come noiMarjane è solo una bambina quando nel suo Paese, l’Iran, si instaura il regime totalitario e comincia il lungo conflitto con l’Iraq. Attraverso i suoi occhi e la sua storia di vita ci viene raccontata una delle fasi più cruente della storia del-l’Iran, in cui migliaia di persone vengono arrestate, torturate e giustiziate con l’accusa di essere oppositori del regime.Marjane, controfigura dell’autrice stessa che ci racconta la Storia attraverso la sua autobiografia, è curiosa, osserva, legge, ascolta e fa un sacco di domande per cercare di capire quel che accade intorno a lei.Il lettore entra nella sua vita quando da bambina deve cominciare a indossare il velo senza sapere bene perché, quando gioca nel cortile di casa fingendo di essere Che guevara, quando saluta per l’ultima volta l’amato zio condannato a morte come spia, e ancora, la vede adolescente appassionata di musica e con i desideri di libertà comuni a tutte le ragazze, mentre il suo paese diventa sempre più oppressivo.Per questo Marjane viene mandata a studiare in Austria, dove si apre un ca-pitolo completamente nuovo della sua vita, fatto di esperienze difficili da af-

frontare in solitudine, di nuove amicizie, di amori e di disillusioni. Il ritorno alle proprie radici diventa necessario per ritrovare se stessa.

Perché leggerloPersepolis, primo fumetto iraniano mai realizzato, è diventato un caso lette-rario in tutto il mondo. Siamo davanti all’avventura di una vita, raccontata in prima persona con immagini e parole che vanno dritto al centro delle cose. Satrapi sa raccontare con ironia disarmante le esperienze più semplici come quelle più straordinarie e dolorose della sua crescita: dal dover comperare mu-sica rock da venditori di contrabbando, perché vietata, alla partenza forzata per l’Europa a soli quattordici anni, in vista di una formazione più libera. Una storia capace di emozionare e di aprire lo sguardo sulle sottese o manifeste forme di dittatura moderne.

Qualcosa sull’autriceNata nel 1969 a Rasht da una famiglia progressista, Marjane Satrapi cresce a Teheran poi si trasferisce in Europa dove studia disegno e illustrazione. Dopo Persepolis (premiato nel 2004 al festival di fumetto di Angoulême) ha pubbli-cato Pollo alle prugne e Taglia e cuci, insieme a illustrazioni per riviste e libri per ragazzi. Ora vive a Parigi, nel frattempo Persepolis, trasposto in un film d’animazione, ha vinto nel 2007 il Premio della giuria al Festival di Cannes, facendo così conoscere al pubblico il passato e il presente dell’Iran.

Rilanci LibriNahai b.g., Sogni di Pioggia, Mondadori, 2008Vastano l., Tutta un’altra musica in casa Buz, TEA, 2008

FilmFolman A., Valzer con Bashir, Israele/germania/Francia, 2008

FumettiAbirached Z., Il gioco delle rondini,becco giallo editore, 2009

Mary Shelley

FRANkENSTEIN

bUR, 2006, ed. orig. 1818

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[...] Sono una tua creatura, ricordalo: avrei dovuto essere il tuo Adamo e sono invece l’angelo caduto che tu hai allonta-nato dalla gioia senza colpa alcuna da parte sua. Dappertutto vedo benedizioni dalle quali io sono escluso. Ero buono: la miseria ha fatto di me un demone. [...]

Tu vivi, e il mio potere è assoluto. SeguimiUn giovane scienziato, pieno di sé e con il delirio di onnipotenza, nel tentativo di creare la vita, assemblando diversi pezzi di cadaveri, dà origine a un essere mostruoso tanto da risultargli ripugnante alla vista e che decide di abbando-nare al suo triste destino.la creatura senza nome, lasciata a se stessa, odiata e rifiutata da tutti cerca inutilmente gli affetti e l’amore che tutti sembrano negarle. Il viaggio che la attende è lungo, pieno di pericoli e insidie. Sola, disperata e braccata, troverà nella vendetta l’unica ragione di esistere, trasformando la sua energia positiva in istinto omicida.Non c’è posto per questo “mostro” in un mondo scandito da regole precise, razionali e che non accetta ciò che esce fuori dagli schemi.

Perché leggerloPer riscoprire un classico dell’orrore e della fantascienza. Perché la creatura è più umana del suo creatore e inoltre per cercare le risposte alle eterne vicende umane. Perché il romanzo ci offre la possibilità di interrogarci affrontando i

problemi della biogenetica e della clonazione ma anche quelli più umani del rifiuto del diverso.

Qualcosa sull’autriceFiglia di genitori illustri, la madre è stata l’autrice della prima dichiarazione dei diritti della donna, e il padre era un noto filosofo e politico del tempo, Mary non ha una infanzia tranquilla. Orfana di madre, vive con la sorellastra e il padre per qualche tempo finché, giovanissima, a soli sedici anni, conosce e si innamora follemente del poeta Percy Shelley con il quale fugge verso l’Italia, meta prediletta da molti studiosi.Sul lago di ginevra, nel 1816, in una notte buia e tempestosa, come direbbe qualcuno, ha inizio la sua fortuna. È qui che dà vita al dottor Frankenstein e alla sua creatura, dopo una gara “intellettuale” con il noto poeta lord byron e lo stesso marito. In quella lontana notte nasce un mito, una leggenda, il pro-totipo di androidi e cyborg… lei aveva solo diciannove anni e la sua carriera era appena iniziata.

Rilanci LibriDick P. K., Blade Runner, Fanucci, 2008Hamill P., Neve in agosto, Salani, 1999Wilde O., Il ritratto di Dorian Gray, garzanti, 2007

Filmbranagh K., Frankenstein di Mary Shelley, USA, 1994brooks M., Frankenstein junior, USA, 1974

Art Spiegelman

MAUS

Einaudi, 2006, ed. orig. 1980-1991

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[...] Pochi giorni dopo arrivati camion e centinaio di noi spin-gevano dentro. Ancora una volta ero insieme con Anja. Siamo arrivati a Oswiecim… prima di guerra vendevo tessu-ti qui. E siamo arrivati a campo di concentramento di Au-schwitz. E sapevamo che da qui noi non uscivamo più… Sa-pevamo… che ci uccidono con gas e poi buttano in forni. Era il 1944… sapevamo tutto. E eravamo qui. [...]

La storia e la vita di un sopravvissutoMaus racconta la tragedia dell’Olocausto, probabilmente la più grande di tutte. Art Spiegelman ricostruisce nel corso del libro le conversazioni con Vladek, suo padre, che partendo dal 1936 racconta la propria esperienza di vita e narra l’avvento del nazismo, la persecuzione degli ebrei e i campi di sterminio, fino all’epilogo della guerra e alla fuga negli Stati Uniti. Maus è quindi la storia di un ebreo sopravvissuto che da personale si fa universale, ma è anche la storia di una memoria collettiva che diventa memoria e ricerca individuale.Spiegelman, infatti, indaga e interpreta la Shoa, ma attraverso il rapporto con il padre segue un percorso di conoscenza che lo porta a riscoprire le proprie origini.

Perché leggerloDopo Maus la storia del fumetto non è stata più la stessa. Questo romanzo a fumetti ha dimostrato come il linguaggio dei comics, al pari del cinema e della letteratura, potesse affrontare tematiche complesse e adulte. Attraverso l’autobiografia, il racconto quotidiano, un’umanità al limite dell’antieroico, uno

stile semplice ma con una struttura narrativa complessa, il racconto di aned-doti, la forza simbolica dell’uso di maschere antropomorfe (gli ebrei sono topi, i tedeschi sono gatti), questo capolavoro a fumetti ha raccontato al mondo intero l’indescrivibile tragedia delle tragedie.Spiegelman con un disegno scarno e privo di retorica ha dimostrato come un nuovo sguardo possa rinarrare anche una storia come l’Olocausto, che rasenta il Mito, rendendola emozionante come la più avvincente delle finzioni lette-rarie.

Qualcosa sull’autoreNato a Stoccolma nel 1948, Spiegelman vive e lavora a New York. Maus, inizia-to nel 1973 e terminato nel 1991, vince un premio Pulitzer per il giornalismo che lo fa conoscere in tutto il mondo. Negli anni Ottanta fonda con Françoise Mouly la rivista di fumetto alternativo e di ricerca “Raw”, su cui verranno pub-blicati artisti americani e europei che diventeranno i capiscuola del fumetto contemporaneo internazionale. Spiegelman ha collaborato con riviste come il “New Yorker”, “New York Times”, e insegnato alla School of Visual Arts di New York. Recentemente ha pubblicato L’ombra delle torri, racconto sulle conse-guenze dell’attentato alle Torri gemelle.

Rilanci Libribirger T., Ho sognato la cioccolata per anni, Piemme, 2008Innocenti R.-Zee R.V., La storia di Erika, C’era una volta, 2003Wiesel E., La notte, la giuntina, 2007

FilmPakula A., La scelta di Sophie, USA, 1982Spielberg S., Schindler’s List, USA, 1993

Il Re di Spagna fece vela cercando l’isola incantata però quell’isola non c’era e mai nessuno l’ha trovata. Svanì di prua dalla galea come un’idea; come una splendida utopia è andata via e non tornerà mai più.

Francesco Guccini, L’isola non trovata, EMI, 1970(tratta dalla poesia La più bella di Guido Gozzano)

Era scritto così:

contemplò la pagina, arrovellandosi per un po’, ma infine un pensie-ro geniale la colpì. “Ma certo, è un libro dello Specchio! E se lo metto davanti a uno specchio, le parole torneranno a essere normali.”questa era la poesia che Alice poté leggere.

IL CICIARAMPAEra cerfuoso e i viviscidi tuoppiGhiarivan foracchiando nel pedano:Stavan tutti mifri i vilosnuoppi,Mentre squoltian i momi radi invano.

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio, Garzanti, 2008

IL CICIARAMPAEra cerfuoso e i viviscidi tuoppiGhiarivan foracchiando nel pedano:Stavan tutti mifri i vilosnuoppi,Mentre squoltian i momi radi invano.

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GUIDA GALATTICApER AUTOSTOppISTIStorie di altri mondi

Douglas Noël Adams

GUIDA GALATTICApER AUTOSTOppISTI

Mondadori, 1999, ed. orig. 1979

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gUIDA gAlATTICA PER AUTOSTOPPISTI / Storie di altri mondi

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[...] «Ma cosa ce ne facciamo di un robot maniaco-depressi-vo?»«Voi pensate di avere dei problemi» disse Marvin con un tono come se si rivolgesse a una bara occupata di fresco da un cadavere «ma cosa ve ne fareste di voi stessi se foste voi dei robot maniaco-depressivi? No, non scomodatevi a risponde-re: io sono cinquantamila volte più intelligente di voi, tut-tavia non so la risposta. Mi dà il mal di testa solo cercare di scendere a pensare al vostro livello. [...]

Maledetto pianeta di menefreghisti!Quando Arthur si sveglia una mattina, trova una gigantesca ruspa gialla in giardino, pronta a demolire la sua scalcinata villetta, cui è tanto affezionato. la motivazione ufficiale è che di lì dovrà passare un’autostrada. Arthur cerca di reagire in tutti i modi, ma nessuno è interessato al suo caso, che riguarda solo lui e la sfortuna. Passano pochi giorni, e il cielo è invaso da astronavi gialle, che annunciano ai terrestri che presto la Terra sarà demolita, per far spazio ad una superstrada galattica. Incredulo, Arthur assiste alla fine del mondo. Viene salvato al volo da uno strano personaggio, che lo accompagnerà per un lunghissimo viaggio interstellare: si imbatteranno in improbabili esseri e strampalate avventure, con la sola guida di un libro elettronico che contiene tutto lo scibile: la “guida galattica”.Ecco la definizione che questa grandiosa enciclopedia dà del nostro pianeta, dopo approfonditi studi: “Terra: fondamentalmente innocua”. C’è da stare fre-schi.

Perché leggerloAttenzione: questo libro o lo si ama o lo si odia, non ci sono vie di mezzo. Se non sopporti le storie assurde, bizzarre, con personaggi svitati e balordi, lascia stare; ma se invece sono il tuo pane quotidiano, benvenuto nel club, perché per molti lettori in tutto il mondo si tratta addirittura di un culto. Nato come tra-smissione radiofonica, visto l’enorme successo è diventato poi romanzo, serie televisiva, videogioco, film. Alcune ambientazioni, personaggi, e soprattutto l’ironia e il sarcasmo di fondo, sono alla base della serie di Matt groening Futurama.

Qualcosa sull’autoreAdams era un vero colosso, quasi un alieno, che sin da piccolo si era costruito un mondo tutto suo. Pare sia stato visto travestito da rinoceronte scalare il Ki-limangiaro… Appassionato di filosofia, scienza, musica, ecologia, venne presto notato e scritturato come sceneggiatore per il Monty Python Flying Circus, poi per serie televisive della bbC.la sua amicizia con il chitarrista dei Pink Floyd, David gilmour, è stata suggel-lata dall’album The Division Bell, cui ha dato il nome.

Rilanci LibriAdams D.N., Ristorante al termine dell’universo,Mondadori, 2002lewis R., Il più grande uomo scimmia del Pleistocene,Adelphi, 2001

Filmbrooks M., Balle spaziali, USA, 1987groening M., Futurama, 20th Century Fox, 1999Heinlein R., Universo, Mondadori, 2006

Stefano Benni

BAOL

Feltrinelli, 2002, ed. orig. 1990

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gUIDA gAlATTICA PER AUTOSTOPPISTI / Storie di altri mondi

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[...] Tanto tempo è passato. Sono sempre stato solo, da allora. Solo come ora, mentre in quest’alba violacea piloto la mia Zaz rossiccia sull’autostrada grigiastra che porta fuori città, dal Groviglio verso il Silenzio. Attraverso polvere e ruggine che galleggiano nell’aria, là dove non è né città né campa-gna, né fiori né deserto, dove un sole preistorico illumina colori chimici. Passo davanti ai campi di concentramento per tossicodipendenti e ai silos di droga. Sono diretto ai palazzi del Paradiso. [...]

La verità è all’InfernoÈ una tranquilla notte di regime, l’inquinamento e la criminalità hanno rag-giunto livelli sconcertanti; per le strade vagabondi e prostitute si danno da fare per non morire di fame e al potere il gerarca detta le sue regole modificando la realtà. Solo, senza amici, abbandonato dalla fidanzata bed, ultimo mago baol, un’antica scuola di magia resa illegale dopo l’avvento della dittatura, viene contattato da un vecchio comico, che tutti pensano morto. Il vecchio gli chie-de di scoprire la verità: da anni alla Tivul, telegiornali, documentari e reality vengono manomessi e di conseguenza la gente continua a vedere e sentire solo menzogne. I “compositori di realtà” sono tanti e gestiti dal Regime, e bed dovrà andare niente meno che all’Inferno, dove è nascosto l’archivio Zero: luogo dove la verità è tenuta segreta.

Perché leggerlobreve e scorrevole, con un linguaggio ironico e inventato, il romanzo si inseri-sce appieno nella letteratura distopica, dove il futuro è ben peggiore di quello che si può immaginare. Un uomo solo e abbandonato affronta una terribile missione, non vuole arrendersi all’evidenza brutale di un mondo che inventa, soggioga e istruisce i suoi abitanti. Anche quando la verità può sorprenderci e avvilirci è comunque sempre me-glio scoprirla e conoscerla, perché solo così sapremo fino in fondo chi siamo realmente.

Qualcosa sull’autoreÈ uno degli autori italiani più conosciuti e apprezzati, soprattutto per la forte carica ironica e sarcastica che è propria di tutti i suoi lavori. I suoi libri si pro-pongono con forza come ritratti satirici e spesso impietosi della nostra società, di cui benni deride con intelligenza vizi e stili di vita. Nei fatti, sempre più la sua ironia serve a dare vigore a vere e proprie denunce. Non è un caso che tra i suoi punti di riferimento ci siano i racconti del genio dell’horror Edgar Allan Poe, il teatro dell’assurdo di Samuel beckett, i giochi letterari di Raymond Que-neau, ma anche Stanley Kubrick e l’attore John belushi.Si concede pochissimo ai media, così come rarissime sono le sue interviste; per non parlare delle apparizioni televisive, in fondo “i compositori di realtà” possono essere ovunque.

Rilanci Libribenni S., Margherita Dolcevita, Feltrinelli, 2005Dick P.K., In senso inverso, Fanucci, 2003King S., L’uomo in fuga, Sperling & Kupfer, 2003

Filmburton T., Mars Attacks, USA, 1997Weir P., The Truman Show, USA, 1998

Silvana De Mari

L’ULTIMOORCO

Salani, 2005

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[...] Secondo coloro che hanno scritto la Storia dell’inizio del mondo, l’unico dono che gli uomini hanno avuto è stato la mancanza di doni. Gli Uomini non hanno potere sulla mate-ria, ne hanno poco sullo spirito, mai avrebbero potuto caval-care un drago, soffrono il dolore più di un Orco e il gelo più di un Elfo. Abituati alla propria pochezza, messi continuamente in ginocchio da una realtà incomprensibile e ingovernabile, gli Uomini hanno dovuto imparare il coraggio. [...]

Anche Chi ha fatto l’Universo qualche dito e qualche dente, nell’impresa,ce li deve avere lasciati

Rankstrail è un ragazzone che vive sulla cinta esterna di una città-fortezza, con il vecchio e poverissimo padre. Della sua vita non sa che fare: la città è dominata da un crudele tiranno che opprime il popolo, e fuggire è impossibile, perché fuori dalle mura si attende una gigantesca orda di orchi, che stanno devastando le campagne e le città circostanti, e che prima o poi tornerà a ripetere quanto già fatto in passato. Rankstrail impara a leggere, scrivere e usare la spada, e decide di reagire alla situazione e arruolarsi in un esercito di mercenari: l’ingaggio è per quindici anni. Con l’aiuto del fedele lisentrail, di un lupo e di una bambina incredibilmente abile nel tiro con l’arco, Rankstrail detto l’Orso riuscirà a trovare la sua strada e incrocerà quella di Yorsh, il mitico Ultimo Elfo.Seguito de L‘ultimo elfo, L’ultimo orco, che proseguirà in altri due episodi, è senza dubbio uno dei migliori fantasy usciti in Italia.

Perché leggerloPerché è come cavalcare al fianco di Sire Aragorn. Come tutti i fantasy di que-sta autrice, più volte premiati e tradotti in molte lingue, è diverso da tutti gli altri in circolazione: la sua unicità è fatta dalla grande forza che sprigiona, dal-lo stile trascinante, limpido e ironico, da una grande intelligenza, dall’esaltante senso epico ed etico, dal coraggio davvero raro nell’affrontare temi attuali e di grande peso all’interno di un genere che molti credono di sola evasione.

Qualcosa sull’autriceMedico, prima chirurgo poi psicoterapeuta, ha due grandi passioni letterarie: Tolkien e Primo levi, che rilegge ogni anno. Impegnata in prima linea contro le ingiustizie, non risparmia mai nulla nelle sue conferenze e negli incontri pub-blici: ascoltarla dal vivo è un’esperienza che difficilmente si dimentica.Ha pubblicato anche un saggio originale e molto interessante, Il drago come realtà, in cui per prima studia l’importanza della narrativa fantastica, dalla fiaba al mito, dalla favola al fantasy, anche dal punto di vista neurobiologico, culturale, politico.

Rilanci LibriDe Mari S., L’ultimo elfo, Salani, 2004De Mari S., Gli ultimi incantesimi, Salani, 2008levi P., Se non ora, quando, Einaudi, 2007Tolkien J.R.R., Il signore degli anelli, bompiani, 2005

FilmScott R., Legend, gb, 1985

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Il Signore delle Terre di Mezzo J.R.R. TOLkIEN

Chi ha letto Il signore degli anelli, o Lo Hobbit, o Il Silmarillon, si sarà im-maginato il creatore di quei mondi come un personaggio fuori dagli schemi, un po’ Sire Aragorn, un po’ gandalf. In realtà Sir John Ronald Reuel Tolkien era un serio professore della più importante università del mondo, Oxford, già an-ziano e, pare, con una vita piuttosto noiosa e abitudinaria. Niente follie, colpi di testa o comportamenti bislacchi, tolto quei giovedì sera che passava con i suoi pochi amici del circolo Inklings, tra cui lewis, che scriverà Le cronache di Narnia, a raccontarsi di elfi e gnomi. In Inghilterra era noto come un grandis-simo filologo, studioso e traduttore di lingue dimenticate, e autore di manuali e vocabolari, ancora oggi in uso. già da ragazzino conosceva non solo l’inglese antico, il greco e il latino, ma si dilettava con la decifrazione scientifica del go-tico, del gaelico, del celtico e del finnico, e si inventava parole nuove in lingue inesistenti, con suoni e regole grammaticali. Più avanti le chiamerà “lingue elfiche”. Tolkien se ne stava quasi sempre chiuso in casa, immerso in quelle incomprensibili diavolerie, mentre gli altri professori si lamentavano perché non aveva voglia di scrivere libri, come facevano tutti loro. In realtà scriveva eccome, e non si fermava mai: impiegò ben dodici anni per elaborare il suo capolavoro, ed è impossibile sapere quanto sia durata la stesura di quello che considerava il suo libro, Il Silmarillon, iniziato molto giovane e mai terminato. Il suo editore era disperato: dopo un richiamo per mettergli fretta, si sentì dire da Tolkien che aveva quasi finito, e infatti consegnò otto anni dopo.

Più che scrivere, giocava a creare il mondo, e si sbizzarriva con i colpi di genio che conosciamo. la parte più difficile era convincere il lettore che quello che raccontava fosse vero, e il trucco era studiare tutto alla perfezione. Cal-colava il tempo di viaggio di un uomo a piedi, la velocità dei cavalli, disegnava mappe accurate e faceva muovere i suoi personaggi più lentamente se nella cartina c’era una montagna da scalare.

la Contea è un po’ il suo mondo ideale: casette solide e circondate dal ver-de, nessun marchingegno elettronico, tranquillità e poco altro. Un luogo che gli ricordava la sua prima infanzia, quando per la prima volta vide le morbide campagne inglesi, abituato com’era ai paesaggi del Sudafrica, in cui era nato nel 1892. già da piccolo, rimasto orfano, si fece affascinare da leggende e miti, che poi raccontò mille volte ai figli e che seppe trasformare e rinvigorire nelle sue opere, per questo così fortemente simboliche e potenti: con queste voleva dare una nuova mitologia alla sua terra, ricostruita dai frammenti che aveva studiato e ricomposto. Allo stesso modo, anche le terre di Mordor provengono da un ricordo: le trincee nelle paludi delle Fiandre della prima guerra mondiale,

in cui si trovò a combattere e a perdere i migliori amici. la sua attenzione nei confronti di ciò che accadeva nella realtà si rifletteva quindi nei suoi fantasy, i più raffinati di sempre, e l’intera trilogia dell’anello probabilmente poteva es-sere scritta solo da chi aveva appena visto gli orrori della guerra, del Nazismo e dello Stalinismo. Mai come in quegli anni infatti, l’uomo ha rischiato l’an-nientamento totale, perché dotato di una potenza eccessiva: ed ecco, in altri termini, l’Oscuro Signore e l’Anello. C’è, per questo, una differenza rispetto a tutte le storie mitiche e fantastiche scritte prima di lui: il compito dell’eroe era sempre stato la conquista di un tesoro, il fuoco cercato da Prometeo, la

conoscenza; Frodo invece ha già tutto in quel piccolo anello, e il suo compito è disfarsene, perché sa che nemmeno l’uomo più saggio può fare buon uso di troppo potere.

l’intreccio tra vita e storie Tolkien se l’è portato anche nella tom-ba: sulla lapide che veglia il corpo suo e della moglie, ha voluto

incisi i nomi beren e luthien, protagonisti del Silmarillon.

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Ma gli androidi sognano pecore elettriche? phILIp k. DICk

Dick aveva anche raggiunto la certezza che esiste almeno un’altra dimen-sione parallela, in cui ognuno di noi ha un’altra vita. Tutte queste paranoie di cui soffriva, e che cercava di risolvere con l’abuso di droghe, che naturalmente peggioravano la situazione, sono facilmente rintracciabili all’interno della sua sterminata e geniale produzione. Certo, la vita non lo aveva aiutato: nato in piena Depressione da genitori non proprio equilibrati, perse la sorellina gemel-la nella culla, e lei sarà un fantasma costante nella sua esistenza. Il corpicino venne seppellito sotto una lapide che portava inciso sia il nome Jane, con data di nascita e morte, che il suo, Philip K., in attesa.

Passò un’infanzia solitaria e tormentata, e la madre iniziò a portarlo da uno psichiatra sin dai quattordici anni: il primo di una lunga e ininterrotta fila che lo accompagnerà fino alla morte. Philip era però troppo intelligente, e aveva capito i trucchetti dei medici, che imbrogliava per ottenere quello che voleva. Così, mentre collezionava disturbi (tachicardia, agorafobia, crisi d’asma…), si faceva dispensare dagli studi e dagli sport, per coltivare le sue uniche passioni: leggere, scrivere a macchina (dicono fosse il più veloce battitore al mondo), ascoltare musica classica. Più avanti frequentò la prestigiosa Università di berkeley, ma si fece sbattere fuori perché pacifista e contrario alla guerra di Corea.

Nonostante malattie e anfetamine, Dick trovò finalmente l’unica strada percorribile, la Fantascienza, in cui poteva scatenare tutto il proprio genio. Racconti e romanzi gli uscivano a grande velocità, ognuno con un’idea rivolu-zionaria. Niente futuro felice, ma incredibili preveggenze sulla società e sulla politica, incroci tra mondo dei vivi e dei morti, iperdiffusione dei nuovi media, robot che si credono umani, lavaggi del cervello, alieni spie… un campionario che stravolge il genere e pone le basi per filoni successivi, anticipando persino il cyberpunk.

la ricchezza arrivò solo quando i diritti delle sue opere raggiunsero cifre a molti zeri, e Ridley Scott ricavò da un suo romanzo Blade Runner, un capola-voro assoluto del cinema. lì c’è forse la sua più grande invenzione: sulla Terra gli umani rimasti sono pochi, sostituiti da androidi così perfetti da essere in-distinguibili da loro, e che provano emozioni, soffrono, amano, e non sanno nemmeno di essere macchine.

Il successo, dunque. Ma Philip era appena morto, seppellito a fianco della piccola bara della gemella che lo aspettava da cinquantaquattro anni.

Sono sicuro che voi non mi credete, e non credete nemmeno che credo a ciò che dico. Eppure, è vero. Siete liberi di credermi o di non credermi, ma credete almeno a questo: non sto scherzando. È una cosa molto seria, molto importante. Un sacco di gente sostiene di ricordarsi delle vite an-tecedenti; io sostengo, invece, di ricordarmi di un’altra vita presente.

Il più grande e visionario autore di fantascienza contemporanea, saccheg-giato dal cinema dopo la sua morte, ha vissuto tutta la sua vita sul confine con la follia. Anzi, pare che spesso si sia spinto al di là di quel confine, a sentire le cinque mogli, i pochi amici, i famigliari. Per esempio, negli ultimi anni della sua vita, lui che era sempre stato un fervente razionalista, si era convin-to di essere visitato da misteriose presenze divine, di sentire voci in sonno e in veglia, e su queste baserà tutti i romanzi successivi; si allontanò da alcuni amici, sicuro che fossero in realtà spie del-l’FbI che lo tenevano sotto controllo; addirittura fece prelevare la moglie, accusandola di essere una pazza assassina che già aveva ucciso il precedente marito, e rinchiudere in manicomio, salvo spergiu-rare qualche settimana dopo che dovevano liberarla, perché lo psicopatico era lui; per non dire che ha steso tutto il suo capolavoro, La svastica sul sole, lanciando i ba-stoncini del I Ching, un antico testo divinatorio cinese, ogni volta che doveva decidere cosa scrivere.

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Le terre di Mezzo del FANTASY

Forse non c’è genere più riconoscibile del Fantasy ad una prima occhiata: caratteristiche sono le mappe di un altrove inventato, certe ambien-tazioni spesso ammiccanti ad un’epoca in qualche modo simile al Medioevo, e soprattutto i personaggi, siano fate, elfi, gnomi, guerrieri, recuperati da una antica tradizione che ha radici nei miti, nella fiaba, nell’epica cavalleresca.

Sono caratteristiche presenti fin dalla nascita, nella seconda metà dell’Ottocento, anche se il successo vero e proprio arriva però nel secolo scorso, con l’opera di J.R.R. Tolkien che crea il vero modello con cui tutti in qualche modo devono fare i conti. Da allora il suc-cesso del genere porta alla nascita di vere e pro-prie ramificazioni (ad es. “classic fantasy”, “heroic fantasy”, “comic fantasy”, “urban fantasy”), per arrivare ad Harry Potter di J.K. Rowling, quando la moda del Fantasy dilaga ad un livello davvero pla-netario contaminando di sé il cinema, l’illustrazione, i videogiochi, i giochi di ruolo, il fumetto, il nostro im-maginario.

Ma se è facile riconoscerlo subito, è meno semplice comprendere quali sono le storie davvero originali e dove andare a guardare per capirlo davvero. Il Fantasy è il genere della Meraviglia, deve provocare stupore nel lettore e catturarlo con questo, ma c’è la Meraviglia di un fuoco d’artificio, che finisce subito, e quella invece che non ci abbandona più e magari ci fa vedere meglio come siamo fatti noi, quali sono le nostre speranze e le nostre paure. In questo senso i mondi del Fantasy sono sempre dei travestimenti: raccontano di Terre di Mez-zo, di foreste e laghi incantati, di castelli e magia, ma in realtà parlano di questioni molto più vicine alla nostra vita: della necessità di trovare il coraggio quando serve, della difficoltà a distinguere il bene dal male, l’importanza della lealtà e del-l’amicizia, la responsabilità e l’impegno che ognuno di noi ha per migliorare la realtà, la

fatica e i pericoli di questo sforzo ma anche il premio di sentirci un po’ eroi anche noi.

Questo è quello che hanno raccontato i grandi autori del ge-nere, tutti da scoprire: oltre a Tolkien e lewis, tornati alla ribalta

per le trasposizioni cinematografiche, penso a g. MacDonald,, U.K. le guin, R.E. Howard, R. Jordan, g. Martin, N. gai-man, W. Moers, T. Pratchett, P. Pullman, S. De Mari.

Purtroppo il successo del genere ha portato alla produzioni di tantissime storie, tutte troppo uguali, tutte pronte a mettere in scena il solito armamenta-rio di personaggi, ma senza profondità. Ci sono ma-ghi che usano la bacchetta magica come fosse una mitragliatrice e chi invece sa che ogni magia è una grande responsabilità che può cambiare per sem-pre l’equilibrio del mondo; ci sono draghi che sono solo serpentoni volanti e sputafuoco e draghi che invece sono creature antichissime e ricche per questo di una saggezza ancestrale. Insom-ma, l’invito è quello di varcare la soglia di questi altrove, ma di sapere riconoscere poi quali sono di cartapesta e quali di carne e sangue.

© F. Frazetta, Fire & Ice,Producers Sales Organization, 1982

Gemma Malley

LA DIChIARAZIONE

Salani, 2008

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[...] ...i diari e la scrittura erano vietati a Grange Hall. Gli Eccedenti non erano lì per leggere e scrivere: erano lì per im-parare a lavorare, diceva sempre la signora Pincent. Ripeteva in continuazione che sarebbe stato molto più semplice se non avessero dovuto insegnare loro a leggere e a scrivere, perché erano cose pericolose: ti facevano pensare, e gli Eccedenti che pensavano troppo erano inutili e problematici. [...]

Mi chiamo Anna e non dovrei essere qui. Non dovrei nemmeno esistere.2140, Inghilterra. la scienza medica ha raggiunto il più grande successo possi-bile: ha scoperto il segreto dell’immortalità, una pillola che assunta ogni giorno non fa invecchiare. Da qualche anno tutti ne fanno uso, e ben presto emer-ge una controindicazione: se nessuno muore più, il mondo rischia il collasso per sovrappopolazione. Così, chi si sposa e assume la pillola, deve firmare una Dichiarazione, con la quale si impegna a non avere mai figli per non turbare l’equilibrio raggiunto. In questo mondo di soli adulti però ogni tanto un figlio nasce, per protesta, per errore, per senso del dovere, e viene chiamato “ecce-denza”, e rinchiuso in grandi collegi da cui non si può uscire.Si può soltanto lavorare sodo in una specie di scuola per servi: chi viene pro-mosso diventa, una volta maggiorenne, una Risorsa Utilizzabile, uno schiavo per le famiglie legali, chi fallisce viene fatto sparire. Anna, 16 anni, è lì da sempre, come tutti i suoi compagni, ed è stata indottrinata perfettamente, al punto che trova normale e giusta la sua situazione. Almeno fino a quando al collegio arriva, come un prigioniero, un suo coetaneo che sembra essere sfug-gito ai controlli per tutta la vita, e che sa cosa c’è la fuori.

Perché leggerloPerché è una premonizione del futuro, e quel che si vede non è nulla di buono. Perché non è un mondo così lontano dal nostro, anzi. Per stare all’erta. Per ragionare su quello che ci accade ogni giorno, che sembra normale e forse non lo è. Perché qualcuno che sia pronto a capire quando il baratro è vicino, e a guidare gli altri che non lo sono, ci vuole.E perché è anche una grande storia d’amore.

Qualcosa sull’autricegiovane autrice londinese, prima di dedicarsi alla letteratura si è occupata di filosofia e giornalismo. Da ragazzina divorava libri pesantissimi, soprattutto esistenzialisti francesi e filosofia russa, ed era già appassionata di fantascienza. In particolare trova illuminante e consiglia a tutti la lettura di Il mondo Nuovo, di Aldous Huxley, che in effetti è un antenato del suo romanzo.

Rilanci LibriIshiguro K., Non lasciarmi, Einaudi, 2006Moore A.-lloyd D., V per vendetta, Rizzoli, 2006 Mourlevat J.-C., La battaglia d’inverno, Fabbri, 2007Orwell g., 1984, Mondadori, 2002

FilmNiccol A., Gattaca. La porta dell’universo, USA, 1997

Philip Pullman

LA BUSSOLAD’ORO

Salani, 2007

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[...] E parlano di questa bambina, cui spetta un grande de-stino che può compiersi solamente altrove: non in questo mondo, ma molto al di là di esso. Senza questa bambina, noi moriremo tutti. Così dicono le streghe. Lei, però, deve realiz-zare il suo destino restando ignara di quello che fa, perché solo nella sua ignoranza noi potremo esser salvati. [...]

La bambina della profeziala giovane lyra, orfana e affidata allo zio lord Asriel per la sua educazione, ha una destino particolare, anche se ancora non lo sa. È la ragazzina della profe-zia, quella che sarà capace di mettere in comunicazione mondi e dimensioni parallele. Non sembrerebbe proprio a vederla nel collegio di Jordan prima e poi al seguito della misteriosa signora Coulter. Ma pian piano il suo potere viene fuori, quando è costretta a fuggire insieme ai nomadi dei fiumi e trova la bus-sola d’oro, un aletiometro, con cui solo lei può leggere il futuro.Ma la conoscenza della sua particolare natura coincide con la crescita del pe-ricolo, soprattutto quando è catturata dagli Ingoiatori, setta che rapisce i più giovani per misteriosi esperimenti. la fuga di lyra coinciderà anche con la sco-perta della vera identità dei genitori, tutt’altro che morti, e non sarà una bella rivelazione. È il primo episodio della splendida trilogia Queste oscure materie.

Perché leggerloC’è un piacere particolare nel lasciarsi immergere in altri mondi, come entrare in un quadro. E il piacere aumenta di più quando il quadro è disegnato in tutti i particolari, ora simili a quelli che conosciamo, ora incredibili, in un’epoca ambigua tra passato e futuro. Sono pochi i “pittori” che hanno il talento di Pullman.

Qualcosa sull’autoreC’è sempre una certa curiosità a guardare i volti degli scrittori. Mentre leggia-mo i loro libri ce ne facciamo un’idea e spesso non corrisponde a realtà.A vederlo Pullman sembra un professore di un college inglese. E in effetti tanta è la sua cultura, la passione per la Storia, le letteratura e la tradizione della gran bretagna. Ma dietro quella sua espressione così seriosa, si nasconde una capacità di immaginare mondi e avventure davvero unica, ora ambientati in scenari fantasy, genere in cui è un maestro, ora in epoche passate, ora nella nostra contemporaneità. Insomma sembra anche lui avere in dono la capacità di leggere una “bussola d’oro”, quella che serve per orientarsi nell’oceano delle storie.

Rilanci Libribrussolo S., Peggy Sue e gli Invisibili. Il sonno del demonio,Fanucci, 2002Reeve P., Macchine mortali, Mondadori, 2004

FilmOtomo K., Steamboy, giappone, 2004

FumettiMoore A., O’Neill K., La Lega degli Straordinari Gentlemen, Magic Press, 2002

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QUALCUNOCON CUI CORREREStorie d’amore

Che cos’è l’amorchiedilo al ventoche sferza il suo lamento sulla ghiaiadel viale del tramontoall’ amaca gelatache ha perso il suo gazebo[…]che cos’è l’amorè un sasso nella scarpache punge il passo lento di bolero…

Vinicio Capossela, Che coss’è l’amor in Liveinvolvo, CGD EastWest, 1998

Come tu mi manchi è come io ti amola sera insonne intanto lenta s’assonna e taceIl fatto che mi manchi è il fatto che ti amoe dentro il buio rimuore ogni dolore invanoÈ perché tu mi manchi che ancora io ti amorincorre aurora ansiosa dorata la sua oraÈ perché io ti amo che ancora tu mi manchila pace in piena luce abbraccia la sua croceE ancora lei s’accora e nulla la consolae ancora scorre ancora

Giusi Quarenghi, Tiramore, Marsilio, 2006

Emily Brontë

CIMETEMpESTOSE

bUR, 2008, ed. orig. 1847

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QUAlCUNO CON CUI CORRERE / Storie d’amore

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[...] Se tutto il resto perisse e lui restasse, io continuerei ad essere; e, se tutto il resto perisse e lui venisse annientato, l’universo mi diverrebbe estraneo. Il mio amore per lui è si-mile alle rocce eterne ai piedi degli alberi; fonti di poca gioia visibile, ma necessarie. [...]

L’amore come furoreSiamo in una casa di campagna, isolata dal mondo, chiamata “Cime tempe-stose”. Un giorno il padre di famiglia rientra da un viaggio portando con sé un ragazzetto misterioso, scuro come uno zingaro, taciturno e molto intelligente. la figlia, Cathy, ne rimane affascinata, mentre il figlio maggiore inizia subito a maltrattarlo, e continuerà fino a quando, adulto, renderà Heathcliff suo servo. Tra questi, selvaggio e indomabile, e Cathy nasce una intensa storia d’amore, che però deve essere nascosta a tutti: le scale sociali vanno rispettate, una bra-va ragazza non può avvicinarsi ad un servo ignorante, soprattutto se è appena stata promessa sposa ad un riccone del luogo…Un giorno, Heahtcliff ascolta di nascosto una conversazione in cui Cathy sem-bra rifiutare il suo amore, e allora prende la drammatica decisione di andarse-ne, scomparendo nel nulla in una notte di tempesta. Quando torna, anni dopo, Heatcliff è un uomo, ed è cambiato: è ricchissimo e davvero bello. l’unico motivo del suo ritorno è la vendetta, che si scatenerà su tutto e tutti coloro che lo hanno umiliato.

Perché leggerloPerché Heathcliff è un uomo dal fascino crudele, capace di dare tutto alla persona amata come di prenderselo da coloro per i quali nutre un ossessivo sentimento di vendetta.Perché ci racconta di come la vendetta accecante possa inaridire gli animi e sottomettere ogni altro sentimento umano, perché l’ipocrisia viene smaschera-ta, e chi ne fa una scelta di vita avrà da soffrirne per tutta la vita. Perché è un classico dal sapore attuale, con vicende e storie di sentimenti e passioni vive che travalicano i secoli e non finiscono mai di appassionare.

Qualcosa sull’autriceEmily brontë nasce nel 1818, quinta di sei figli, tra cui le sorelle Charlotte, autrice del romanzo Jane Eyre, e Anne, anche lei scrittrice. Cresciuta nelle cam-pagne inglesi, sviluppa la sua passione per la scrittura, e nel 1847 riesce a pub-blicare Cime Tempestose con il nome Ellis bell. Anche le altre sorelle dovettero usare uno pseudonimo maschile per poter pubblicare i loro romanzi. Muore di tubercolosi solamente un anno dopo, a trent’anni.Questo romanzo è considerato uno dei capolavori della letteratura inglese del XIX secolo.

Rilanci LibriAusten, J., Ragione e sentimento, Newton & Compton, 2008 brontë C., Jane Eyre, Einaudi, 2008Hardy, T., Tess dei d’Uberville , Einaudi, 2008

FilmZeffirelli F., Jane Eyre, Francia/Italia /gb, 1996

Aidan Chambers

QUANDOERAVAMOIN TRE

Rizzoli, 2008

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QUAlCUNO CON CUI CORRERE / Storie d’amore

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[...] Da tre mesi vivevo come un eremita. Per scelta, voglio dire, non per caso o per necessità. Volevo stare da solo, per-ché ne avevo fin sopra i capelli di fare quello che ci si aspet-tava da me, di essere quello che gli altri volevano (…). Non volevo più fare la parte del figlio, dello studente, dell’amico o, se è per questo, neanche dell’innamorato. Volevo soltanto Esistere. Ed essere me stesso. [...]

Volevo soltanto EsisterePiers ha diciassette anni, e una vita apparentemente perfetta. Ottimi voti a scuola, buoni amici, una ragazza che tutti gli invidiano, un sereno rapporto coi genitori. Ma qualcosa non va. Di tanto in tanto, senza ragione, viene colto da momenti di grande tristezza, si chiude in camera e si stacca dal mondo. Nessu-no capisce, e lui non sa spiegare: c’è il buio attorno, e basta.Dopo mesi di crisi ripetute, prende la sua decisione: vuole uscirne con le sue gambe, senza l’aiuto di nessuno. Mentre gli amici vanno in vacanza a divertirsi, lui accetta un lavoraccio in cima ad un monte isolato da tutto e da tutti, come custode di un ponte a pagamento. lascia la città chiedendo espressamente a genitori e fidanzata di non fargli mai visita, convinto che l’unica soluzione sia ripartire da zero e tentare di ritrovare se stesso. Ma l’isolamento viene presto interrotto, perché arriva Tess, figlia del proprietario del ponte, attratta dalla sua scelta, e con la quale nasce una timida ma bellissima amicizia.E poi il destino porta lassù, all’improvviso, anche Adam, diverso da tutti, ma-gnetico, misterioso, completamente pazzo.

Perché leggerloPerché tutti abbiamo momenti bui, e tutti abbiamo pensato almeno una volta: basta, me ne vado e ricomincio da capo. Questo romanzo racconta di uno che l’ha fatto davvero, ha pagato cara la sua scelta, ma ne ha anche tratto una grande ricchezza. Uno che è voluto andare fino in fondo, a vedere cosa c’era nascosto nei meandri più oscuri della sua mente. E che ha scoperto all’im-provviso, in solitudine quasi totale, la profondità dell’amicizia, dell’amore, dei rapporti umani.

Qualcosa sull’autoreAidan Chambers è uno dei pochissimi scrittori contemporanei capaci di rivol-gersi anche ai giovani intrecciando costantemente, nelle sue storie sempre appassionanti e spesso anche sconvolgenti, le emozioni più intime, riflessioni profonde, e la scoperta di lati nascosti di sé. Ha ottenuto, grazie ai suoi libri, numerosi premi internazionali, ed è tradotto in moltissime lingue. Con il ro-manzo Quando eravamo in tre è il vincitore della prima edizione di Xanadu.

Vedi il ritratto d’autore

Rilanci LibriChambers A., Danza sulla mia tomba, Rizzoli, 2008green J., Cercando Alaska, Fabbri, 2006le guin U.K., Agata e pietra nera, Salani, 2009Pirandello l., Il fu Mattia Pascal, garzanti, 2008

FilmPenn S., Into the wild, USA, 2008

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DYLAN DOGL’indagatore dell’incubo

«Giuda ballerino!», un’esclamazione a dir poco strana e superata, quindi perfetta per essere la più pronunciata da Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo creato da Tiziano Sclavi e pubblicato, dal 1986, in un albo mensile edito dalla Sergio bonelli Editore.

Sarà l’aspetto, ispirato a quello dell’attore Rupert Everett, sarà il mestiere, un detective che si occupa di casi legati all’occulto e al paranormale, dove quindi conta più il suo “quinto senso e mezzo” che le prove, sarà il suo look sempre uguale: jeans blu, camicia rossa, giacca nera e Clarks.

Saranno le sue strane abitudini: guidare da anni lo stesso scassato maggiolone bianco, suonare al clarinetto solo (e male) Il trillo del dia-volo di Tartini, costruire senza mai riuscire a finire un modellino di galeone. Sarà il cast di comprimari, a partire dall’assi-stente groucho (ex-attore sosia di groucho Marx, che dello stesso ha anche il senso dell’umorismo) e dal tollerante e paterno ispettore bloch di Scotland Yard, sarà l’ambientazione, una casa-studio in Craven Road, col campanello che se lo

suoni urla, in una londra sempre nebbiosa e ug-giosa, sarà soprattutto il genio di Tiziano Sclavi, che ha infuso nella sua creatura tutte le proprie ossessioni e passioni in fatto di cinema e letteratura, horror, gialli e noir ma non solo, oltre a centinaia di citazioni da libri, film e fumetti, fatto sta che poco dopo l’uscita del primo numero, Dylan Dog diventa un caso edito-riale, arrivando nel giro di pochi anni a vendere centi-naia di migliaia di copie al mese.

Certamente non bastano questi aspetti esteriori per spiegare il fascino esercitato sui lettori, ma bisogna sca-vare per venire a capo di questo eroe romantico, di questo personaggio tormentato, un po’ cupo, dal passato molto partico-lare e sofferto (nato alla fine del Diciassettesimo secolo, figlio di uno scienziato alchimista che cerca di sintetizzare il siero dell’immortalità, e che è stato trasportato ai giorni nostri da un gatto magico di nome Cagliostro), che ha superato la morte della ragazza che amava lottando e sconfiggendo l’alcolismo e che si trova alle prese con casi e situazioni che sfidano la logica e qualsiasi razionalità.

In tutto questo c’è da sottolineare che comunque Dylan Dog è e rimane uno scettico razionalista, uno che si mette alla ricerca della verità, o se non della verità almeno di una spiegazione alle cose che accadono, con una curiosità salda e ostinata.

Forse la fortuna di Dylan Dog sta proprio nell’essere un “buono”, uno di quei personaggi che si muovono ancora mossi dall’idealismo senza nascondere le proprie debolezze e il proprio lato profondamente umano.

© g. Casertano, Dylan Dog. Abyss, Sergio bonelli Editore, 1996© N. Mari, Dylan Dog. Il cimitero dei freaks, Sergio bonelli Editore, 2007

XANADU. lA bIblIOTECA IDEAlE

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ClASSIFICHE FINAlI

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prima e seconda superiore

Carlo lucarelli, Almost blueAidan Chambers, Quando eravamo in treJoe R. lansdale, La sottile linea scuraAlice Sebold, Amabili restiRichard Matheson, Io sono leggendaPaolo Maurensig, La variante di LüneburgNelle Harper lee, Il buio oltre la siepe

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Ia edizione 2004/2005IL pOpOLO DELL’AUTUNNO

XANADU. COMUNITA’ DI LETTORI OSTINATICLASSIFIChE FINALI

Xanadu. Comunità di lettori ostinati è un progetto di promozione alla lettura nato nel 2004 dalla collaborazione tra Hamelin, biblioteca Salaborsa Ragazzi di bologna, tanti insegnanti e bibliotecari d’Italia.l’obiettivo massimo è creare una vera e propria comunità interattiva di ragazzi che attraverso la lettura di alcuni libri si scambi commenti e opinioni attraver-so il sito www.bibliotecasalaborsa.it/ragazzi/xanadu. Così ogni anno Xanadu si conclude con una classifica dei libri più amati. Questa guida raccoglie, dopo cinque anni di intenso lavoro, i vincitori di ogni edizione e i libri più letti dai ragazzi che con passione ci hanno seguito in questa impresa.

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IIIa edizione 2006/2007NOSTALGIA DEL FUTURO

prima superiore

John Ronald Reuel Tolkien, Lo HobbitCelia Rees, Piratebarbara garlaschelli, SirenaArt Spiegelman, MausJennifer Donnelly, Una voce dal lagoJanet Tashjian, Il vangelo secondo LarryStefano benni, Margherita Dolcevita

Seconda superiore

Stephen King, La zona mortaCornell Woolrich, L’angelo neroArt Spiegelman, MausHelga Schneider, Il rogo di BerlinoAidan Chambers, Cartoline dalla terra di nessuno

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IIa edizione 2005/2006IL SEGNO ROSSO DEL CORAGGIO

Terza media

Silvana De Mari, L’ultimo elfoMichelle Paver, La magia del lupoJoe R. lansdale, L’ultima cacciaMargaret Mahy, La figlia della lunaMino Milani, Efrem soldato di venturaScott Westerfeld, Brutti

prima superiore

Scott Westerfeld, BruttiJules Verne, L’isola misteriosalucia Vastano, Tutta un’altra musica in casa BuzMichel Rabagliati, Paul ha un lavoro estivoSilvana De Mari, L’ultimo orcoPeter Pohl, Il mio amico Jan

Seconda superiore

gianni biondillo, Per sempre giovaneJason, Ehi, AspettaStephen King, L’uomo in fugaSilvana De Mari, L’ultimo orcoIra levin, I ragazzi venuti dal BrasileSenait Mehari, Cuore di fuoco

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ClASSIFICHE FINAlI

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Terza media

Katherine Paterson, Un ponte per TerabithiaTim Wynne–Jones, Il ragazzo in fiammeSharon Creech, Due luneJan Mark, Dentro ho qualcosa che non si può mostrareClive barker, La casa delle vacanze

prima superiore

Richard Matheson, Io sono leggendaPer Nilsson, D’amore non si muoreAnnette Kurtis Clause, Il bacio d’argentoStephen King, Le notti di SalemAA.VV., Dylan Dog. Tre passi nell’incuboAlice Sebold, Amabili restiDavid grossman, Qualcuno con cui correre

Seconda e Terza superiore

David grossman, Qualcuno con cui correreRichard Matheson, Io sono leggendaPaolo Maurensig, La variante di LüneburgAlice Sebold, Amabili restiUrsula K. le guin, Il magoJoe R. lansdale, In fondo alla paludeMarco Vichi, Il brigante

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IV a edizione 2007/2008

I FIORI DEL MALE

Terza media

Helga Schneider, Stelle di cannellaluigi garlando, Per questo mi chiamo GiovanniEdward bloor, London callingJean-Claude Mourlevat, La battaglia d’invernoAnthony Horowitz, Il varco del corvoUri Orlev, L’isola in via degli uccelli

prima superiore

Marie-Aude Murail, Oh, boy!blake Nelson, Paranoid parkCristiano Cavina, Un’ultima stagione da esordientiNelle Harper lee, Il buio oltre la siepeJean-Claude Mourlevat, La battaglia d’invernoMelina Marchetta, Il mondo in briciole

Seconda e Terza superiore

gemma Malley, La DichiarazioneEmily brontë, Cime tempestoseblake Nelson, Paranoid parkElie Wiesel, La notteStephen King, La lunga marciaAidan Chambers, Cartoline dalla terra di nessunoCornell Woolrich, L’angelo nero

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V a edizione 2008/2009

IL CODICE DEI GIUSTI