Vulnerabilità sismica e risk management nella gestione degli asset immobiliari ingenio
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Vulnerabilità sismica e risk management nella gestione degliasset immobiliari
14/09/2016
Pietro Salomone
La valutazione della vulnerabilità sismica del patrimonio ediliziocome elemento fondamentale di risk management degli assetimmobiliari La sismicità indica la frequenza e la forza con cui si manifestano i terremoti, ed è unacaratteristica fisica del territorio. Se conosciamo la frequenza e l’energia associate aiterremoti che caratterizzano un territorio, e attribuiamo un valore di probabilità al verificarsidi un evento sismico di una data magnitudo in un certo intervallo di tempo, possiamodefinirne la pericolosità sismica. La pericolosità sismica sarà tanto più elevata quanto piùprobabile sarà il verificarsi di un terremoto di elevata magnitudo, a parità di intervallo ditempo considerato.
Le conseguenze di un terremoto dipendono anche dalle caratteristiche di resistenza dellecostruzioni alle azioni di una scossa sismica. La predisposizione di una costruzione adessere danneggiata si definisce vulnerabilità. Quanto più un edificio è vulnerabile (pertipologia, progettazione inadeguata, scadente qualità dei materiali e modalità dicostruzione, scarsa manutenzione), tanto maggiori saranno le conseguenze. Un edificio realizzato con scarsi materiali avrà una probabilità maggiore di esseredanneggiato da un terremoto e quindi ciò comporta un aumento del rischio che dovràessere opportunamente valutato e gestito.Infine, la maggiore o minore presenza di beni esposti al rischio, la possibilità cioè di subireun danno economico, ai beni culturali, la perdita di vite umane, è definita esposizione. Ridurre l’esposizione al rischio, quindi diviene fondamentale per la sicurezza sia dei fruitoridegli edifici sia per la conservazione del patrimonio stesso.Il rischio sismico, determinato dalla combinazione della pericolosità, della vulnerabilità edell’esposizione, è la misura dei danni attesi in un dato intervallo di tempo, in base al tipodi sismicità, di resistenza delle costruzioni e di antropizzazione (natura, qualità e quantitàdei beni esposti).L’Italia ha una pericolosità sismica medioalta (per frequenza e intensità dei fenomeni),una vulnerabilità molto elevata (per fragilità del patrimonio edilizio, infrastrutturale,industriale, produttivo e dei servizi) e un’esposizione altissima (per densità abitativa epresenza di un patrimonio storico, artistico e monumentale unico al mondo). La nostra Penisola è dunque ad elevato rischio sismico, in termini di vittime, danni allecostruzioni e costi diretti e indiretti attesi a seguito di un terremoto.Ridurre o eliminare il rischio sismico significa ridurre danni economici e relativi costi direttied indiretti associati al danno causato dall’evento sismico. La vulnerabilità sismica è la propensione di una struttura a subire un danno di undeterminato livello, a fronte di un evento sismico di una data intensità.Una delle cause principali di morte durante un terremoto è il crollo degli edifici. Per ridurrela perdita di vite umane, è necessario rendere sicure le strutture edilizie.Oggi, le norme per le costruzioni in zone sismiche prevedono che gli edifici non sidanneggino per terremoti di bassa intensità, non abbiano danni strutturali per terremoti dimedia intensità e non crollino in occasione di terremoti forti, pur potendo subire gravidanni. Un edificio può riportare danni strutturali agli elementi portanti (pilastri, travi) e/o danni nonstrutturali agli elementi che non ne determinano l’instabilità (camini, cornicioni, tramezzi).Il tipo di danno dipende da: struttura dell’edificio, età, materiali, luogo di realizzazione,vicinanza con altre costruzioni e elementi non strutturali. Quando si verifica un terremoto,il terreno si muove orizzontalmente e/o verticalmente, sottoponendo un edificio a fortisollecitazioni. L’edificio inizia così a oscillare, deformandosi. Se la struttura è duttile, equindi capace di subire grandi deformazioni, potrà anche subire gravi danni, ma noncrollerà. Il danno dipende anche dalla durata e dall’intensità del terremoto. Dopo un terremoto, per valutare la vulnerabilità degli edifici è sufficiente rilevare i danniprovocati, associandoli all’intensità della scossa.
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provocati, associandoli all’intensità della scossa.Più complessa è invece la valutazione della vulnerabilità degli edifici prima che si verifichiun evento sismico. Per questa sono stati messi a punto metodi di tipo statistico,meccanicistico, o i giudizi esperti. I metodi di tipo statistico classificano gli edifici in funzione dei materiali e delle tecnichecon cui sono costruiti, sulla base dei danni osservati in precedenti terremoti su edifici dellastessa tipologia.Questa tecnica richiede dati di danneggiamento dei passati terremoti, non sempredisponibili, e non può essere utilizzata per valutare la vulnerabilità del singolo edificio,perché ha carattere statistico e non puntuale. I metodi di tipo meccanicistico utilizzano, invece, modelli teorici che riproducono leprincipali caratteristiche degli edifici da valutare, su cui vengono studiati i danni causati daterremoti simulati. Infine, alcuni metodi utilizzano i giudizi esperti per valutare il comportamento sismico e lavulnerabilità di predefinite tipologie strutturali, o per individuare i fattori che determinano ilcomportamento delle costruzioni e valutarne la loro influenza sulla vulnerabilità. Per poter valutare la vulnerabilità degli edifici su tutto il territorio nazionale è necessarioricorrere a metodi statistici che utilizzino dati omogenei sulle caratteristiche degli stessi.Per il territorio italiano sono disponibili i dati dei censimenti Istat sulle abitazioni, chevengono utilizzati nell’applicazione di metodi statistici.
La valutazione della vulnerabilità degli edifici diviene pertanto un elemento fondamentaleper il risk management connesso alla gestione dei patrimoni edilizi e per la lorovalutazione anche dal punto di vista economico.
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