Voci s vicino n°4

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La rivista trimestrale "Voci dal San Vicino" rivolge l'attenzione verso le iniziative connesse con il territorio della vallata di San Clemente (APIRO-MC), con argomenti che Vanno dalla cronaca, alla cultura, alla tradizione.

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In questo numero:La pulce sulla groppa di un elefante 3In Apiro, riunione delle associazioni 4Gruppo Loccioni, LOV, Liberologico ed archivi di Apiro 4La Bancarella carriola 5I conferenzieri partecipanti 6Programma delle manifestazioni 8Il percorso della scarpinata di Domenica 6 set-tembre 10Rovistando negli archivi diocesani11Testimonianza: alla ricerca di una Chiesa.12Corrispondenza con i lettori. 15

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Voci dal San Vicino n° speciale “O. TURCHI”Periodico trimestrale di informazione e cultura - agosto 2009 - n° 4Direttore Responsabile - Luigi TALIANIAutorizzazione Tribunale di Ancona n° 19-08.Sede: Ctr. S. Francesto, 28 - 62021 Apiro (MC) Ufficio Postale Apiro - c.p. 29Email: [email protected] Web: www.castripirivalles.itTipografia S. Giuseppe s.r.l. Via Vecchietti n° 51, Pollenza (MC)

Una copia: 3.00;Abbonamenti:Ordinario: 10,00; Sostenitore: 15,00; Benemerito: 25,00.È possibile abbonarsi presso:Sportelli della Banca CC di Filottrano;“Barbara Casalinghi e Ferramenta” Piazza Baldini, 6 ApiroPresso la Vs. Banca - Bonifico sul CC intestato a Casti Piri VallesIban: IT83 Y08549 68800 000090100662Rivendite: “Il Punto” e “Veriano Dottori” - Cupramontana“Libreria Mondadori” e “Ideal Book” - Matelica

Sarà ruggito di topolino il ns. Convegno?Va di moda oggi, per rendere i libri più vezzosi addolcirne il poco o il molto contenuto con la sguardia/controcoperta.Questa era, al tempo della rilegatura a mano, un cartoncino robusto, della migliore carta da Fabriano, fungeva da sostegno della fodera in pelle ed impediva al libro di spaccarsi con le migliaia di sollecitazioni per l’uso.Ripensateci quando ci vedrete in edicola con la Rivista n.4, in bianco e nero e quando acqui-sterete il volumetto della Guida bilingue.Volevamo liberarci dalla colpa d’oblio del grande storico, alla grande, dopo che anche gli ere-di “in primis” si giocarono a carte un suo manoscritto ( ne sentirete delle belle durante il Convegno!); invece, per motivi tecnici, non dipendenti dalla nostra volontà, abbiamo dovuto ridimensionare i programmi.A S. Salvatore non abbiamo ancora realizzato quanto volevamo: si farà poco; la sede del Convegno sarà la parrocchiale dello Storico, cioè S.Michele; la conclusione il “requiem” sulla tomba in S.Urbano.Vi chiediamo di darci una mano e come attori e come fruitori e vi proponiamo due insospet-tabili considerazioni su “verità e carità” che papa Ratzinger, nell’ultima enciclica chiama an-che “logos e agapè”.“Senza la verità, la carità scivola nel sentimentalismo, l’amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente”; la seconda, mutuata da papa Montini: “una delle più profonde po-vertà che l’uomo può esperimentare è la solitudine, quanti fallimenti, quante false sicurezze crollate; mancano di idee ed accettano decisioni”Crediamo di essere nella verità e pensiamo di farvi “una carità” con quanto vi proponiamo, mai appagati da quello che passa il…. convento.

Luigi Taliani–Direttore; Amedeo Virgili–Segretario e Redattore; Pacifico Ramazzotti e Stefano Romagnoli–Progettisti e Grafici; Giovanni Loccioni - capocomico teatro; Elvio Sforza – Presidente della CPV

Articolisti – Collaboratori- Abbonati

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La pulce sulla groppa di un elefante Se la memoria non mi tradisce, ricordo che Umberto Eco nel suo romanzo "Il nome della rosa" scriveva che noi siamo come una pulce che sta sulla groppa di un elefante. L'elefante ovviamente è la storia e noi siamo la pulce, ma la pulce pur nella sua piccolezza vede più lontano dell'elefante. Ora sembra che la storia non si fermi nel suo progresso inesorabile verso il futuro. Orizzonti sempre più vasti si aprono intorno a noi. Nelle nostre piazze e nelle nostre campagne è ormai normale incontrare persone di provenienza cultu-rale diversa,di religione differente e ovviamente di lingua diversa. Chi ha lasciato il nostro territorio qualche decennio fa ed ora torna nei paesi che ci ha dato i natali solo osservando il paesaggio potrebbe dire con Adriano Celentano che "là dove c'era l'erba ora c'è una cit-

tà" o meglio paesi che si sono trasforma-ti a causa dell'abbandono delle campa-gne ed oggi sono quasi irriconoscibili. Tutto ciò che possediamo lo abbiamo ricevuto in eredità, dall'aria che respi-riamo fino all'acqua che beviamo attin-gendo alle sorgenti ancora limpide dei nostri monti. Pensiamo alle nostre stra-de che attraversano il nostro territorio, oggi quasi tutte asfaltate ma una volta di terra o "imbrecciate" che grondano di storia di uomini che le percorrevano sia per ragioni commerciali sia anche come percorsi privilegiati verso qualche san-

tuario, meta della pietà popolare. La storia che ci ha preceduto è scritta nei nostri monu-menti, nei documenti ma soprattutto nelle persone più o meno famose che ci hanno pre-ceduto e che hanno contribuito a costruire "la casa" che oggi abitiamo. Dai nostri padri e chi non ne ha avuti? che sono partiti per paesi lontani e sconosciuti per dare un tozzo di pane ai propri figli con i rientri dei loro salari. Forse nessuno più li ricorda ma il nostro benessere è stato costruito con il sudore della loro fronte, e senz'altro con le nostalgie e anche con le lacri-me lontani dai loro affetti, stranieri spesso rifiu-tati dal nuovo paese in cui lavoravano. Nel no-stro territorio un gigante della cultura è stato Ottavio Turchi di cui si trova nei nostri archivi una ricchissima documentazione. Lo ricordiamo ricostruendo l'ambiente non solo territoriale,ma anche esistenziale e culturale della sua epoca. Non è tanto e solo un omaggio dovuto a questo illustre concittadino, ma un occasione di visitare le nostre radici per guardare con serenità ed ottimismo al nostro futuro.

Luigi TalianiDirettore del settimanale EMMAUS Macerata

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In Apiro, riunione delle associazioni Si è tenuta nella sala consigliare del comune di Apiro la sera del 23 luglio, un’assemblea di

associazioni. Noi della CPV, presenti con il segretario, il tesoriere ed un consigliere, siamo interve-

nuti nel variopinto dibattito sostenuto dal sig. Novelli, confermato sindaco qualche mese fa.

I consensi sono stati molteplici, come anche le perplessità; è risultato particolarmente arduo il ge-

stire le associazioni e valorizzarle nella connotazione.

Non ci risulta che sia stato redatto un verbale dell’evento, peraltro positivo.

Riteniamo opportuno ritornare sugli interrogativi trattati dalla nostra CPV nel numero precedente

della rivista da noi redatta (vedi “Lettera agli amministratori”, pag 4 riv. N° 3).

Per esemplificare ci attendiamo molto di più oltre il suggerito nome della progettata super-associa-

zione dal nuovo nome “Terranostra”.

Intanto con spirito di solidarietà abbiamo preso contatti con la dirigenza del Festival per essere

presenti con una “carriola culturale semovente” piena di libri.

Gruppo Loccioni, LOV, LIBEROLOGICO ed archivi di ApiroQuanto avevamo proposto sul “giornale mediatico” nel

numero precedente, oggi 30 luglio, ha preso il via nel-

l’Archivio di Apiro con la visita della “Aurelio Puccianti -

Dipartimento Beni culturali per la digitazione”, alla pre-

senza di un rappresentante dell’Archivio storico del

Comune di Apiro ed uno dell’Archivio della Collegiata.

Gli archivi sono stati visitati ambedue e ne sono stati

esaminati manoscritti e pergamene, ponderati in quanti-

tà ed importanza.

Presi i necessari appunti e fatti i rilievi tecnici, effettuata anche una breve ma apprezzata visita tu-

ristica delle nostre colline marchigiane ( i due messi erano toscani) l’incontro si è concluso presso

la sede della AEA- Gruppo Loccioni con un incontro con Justine Tempesta che lavora al progetto

e che presenterà agli Enti le conclusioni.

La J. Tempesta ci ha detto, tra l’altro che “Lov, cioè l’interesse del territorio e gli integratori di

energia, possono passare anche per gli archivi”.

Si spera pertanto che il decantato “Polo museale di Apiro”, bello nel nome ma non operativo, an-

che con l’ausilio della CPV sia attrezzato e reso operativo come molti altri dei dintorni.

Di più ne sentirete nel corso del Convegno.Il nostro corrispondente

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La Bancarella carriola

Il primo ministro Giolitti che affrontò difficili anni del neonato Regno d Italia, la cosid-detta “Italiaunitafattalitaliabisognavafaregliitaliani” - oso trucidare la grammatica nell anno dedicato al Futurismo - diceva a… noi di allora che il nostro destino era racchiuso in una scelta contenuta in due parole:

“Migranti o Briganti!”

I Pontremolesi intanto – paese abbarbica-to sull Appenino tosco emiliano – senza aspettare lo slogan imbonitore del “berlu-sconiditurno”, morto di fame come quasi tutti, si inventò un sistema duro per mette-re insieme “colazionepranzoecena” col mestiere di venditore di libri per cittadini con scelte audaci, appunto quelle giolittia-ne.Allora ne giravano pochi; un quasi frantu-mato sussidiario che passava da padre in figlio e, per i devoti, qualche “sanctificetur” ornavano la tavola dei camini fumosi.Ebbene i Pontremolesi, a Londra ed in al-tre metropoli europee, col tascapane o con la pesante gerla sulle spalle, produ-cevano e vendevano cultura.Ne scaturì in memoria, a Pontremoli, do-po, l istituzione di un apprezzato premio letterario.Noi CPV (copiando?) vorremmo creare una bancarella, da portare in giro per il paese quest estate, come contenitore di libri, quelli che noi ed altri abbiamo amo-revolmente creato.Coraggio, ne abbiamo ancora per tormen-tarvi; ultima nata è la “Guida Bilingue” di Apiro, di C. Mogianesi.Ci risultano, in Apiro, soffitte ben fornite di testi di autori apirani e no, invenduti e trascurati, vittime anch essi dell indivi-dualismo demenziale dei popoli… per-ché non farli conoscere?Regalateli, dopo averli acquistati, insie-me ai prodotti nostrani.

Il Presidente della CPV

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Come il filosofo cinico Diogene, di stirpe divina, rotolava per le vie di Corinto la

sua botte, così noi della CPV sballottiamo per le vie del castello di Apiro la

“carriola della cultura”.

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I conferenzieri partecipanti

Pittori Mons. Eraldo

Nato ad Apiro (Mc) classe 44, frequenta il Seminario di Came-rino, sacerdote dal 67, segretario di P. Virginio Rotondi s.j. con-segue la licenza in Sacra Teologia nel 1970 alla Gregoriana.E stato Cappellano Militare, a Taranto e Treviso, in Aeronautica, Esercito a Trieste (dove consegue la laurea in Scienze Politiche con 110 e lode), Marina e Guardia di Finanza a Venezia, Arma dei Carabinieri a Parma.Congedatosi dopo trent anni, con la medaglia d oro al merito di servizio, Commendatore della Repubblica Italiana e Cappellano di Sua Santità col titolo di monsignore. Passato un breve perio-do nell apostolato del mare sulle navi Costa crociere, esercita il suo ministero sacerdotale a San Severino Marche, Sarnano e attualmente a Caldarola; vive a Macerata.Collaboratore di Radio Nuova Macerata, viene chiamato sovente a predicare.Nel 2007 ha pubblicato un saggio sulla Beata Battista Camilla da Varano.

Matteo Parrini

Matteo Parrini è nato il 20 dicembre 1977 a Jesi (AN) e risiede a Matelica (MC) in via Gentile da Fabriano 4, dove vive da sposato. Laureato in Giurisprudenza presso l Ate-neo di Macerata, archivista, giornalista pubblicista, dopo essere stato corrispondente locale del “Corriere di Mace-rata” dal 1998 al 2000, collabora da quasi un decennio con “il Resto del Carlino” ed è caporedattore del quindicinale locale “Geronimo”. Impegnato come agente commerciale della CGV srl di Matelica, è responsabile della sicurezza della Cesari Giovanni spa e direttore editoriale del Gruppo Editoriale Geronimo. Già presidente della sezione mateli-cese dell Archeoclub d Italia dal 1997 al 2003, ha curato la risistemazione dell Archivio storico diocesano di Matelica ed è autore di varie pubblicazioni, tra cui “Vita e storia del

culto di S. Adriano Martire di Nicomedia” (Associazione Pro Matelica – 1998), “Matelica ed il suo territorio. Diritto, istituzioni e società tra Medioevo ed età moderna” (Macerata, 2005), “Matelica segreta e scomparsa” (GEG – 2008), curando altre opere come la “Guida alle principali bellezze storico-artistiche ed architettoniche della Città di Matelica e del suo territorio limitrofo”, opera po-stuma tratta dagli scritti di Mons. Tarcisio Cesari (GEG 2005).

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PROGRAMMA DELLASETTIMANA DI STUDIO SU

OTTAVIO TURCHISTORICO APIRANO DEL 700

LE PUBBLICAZIONI SONO: DA BARBARA - IN PIAZZA

IN CARRIOLA - PER LE STRADE

APIRO

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Programma delle manifestazioni

DOMENICA 6 SETTEMBRE

ORE 7:00 - 13:00 - SCARPINATA “I SENTIERI DEI MONACI E DEI PELLEGRINI” con informazio-

ni lungo il percorso sulla storia, le caratteristiche geologiche, la flora e la fauna.

Perché scarpinare su “i ginocchielli”?

Gli Annales, quando la carta era cara ed un libro serviva migliaia di studiosi, registravano non solo nomi di Santi e miracoli, ma anche puntigliosamente luoghi ed eventi, con meti-

colosità quasi “Hondiniana”.La pietà popolare ne fece memoria e li censì col fatto ivi accaduto.

Il nostro percorso, che risale al medioevo fu calcato da santi, commercianti, pellegrini , pove-racci e qualche brigante.

Le “autostrade” romane, nel medioevo, erano fossi abbandonati ed insicuri.

LUNEDÌ 7 SETTEMBRE - San Salvatore SERATA SOTTO LE STELLE

• Ore 21:30 benedizione della porta della chiesa;

• S. Messa in suffragio dei defunti ivi sepolti e Rito di benedizione al tumulo con

canti gregoriani;

• Note storiche e testimonianze sulla chiesa ritrovata.

MARTEDÌ 8 SETTEMBRE - San Salvatore SERATA SOTTO LE STELLE

• Ore 21:30 Conferenza “Occultismo, tra magia e superstizione: il punto di vista e

le ragioni della Chiesa”.

MERCOLEDÌ 9 SETTEMBRE - San Salvatore SERATA SOTTO LE STELLE

• Ore 21:30 Conferenza “Etica e moralità nella comunicazione”. A cura di Luigi

TALIANI e Dott.ssa Lucia Dionisi del settimanale “EMMAUS” di Macerata.

GIOVEDÌ 10 SETTEMBRE - San Michele - piazza “O. TURCHI”

• Ore 21:30 Conferenza “Archivio mediatico”: aggiornamenti sull’avanzamento

dei lavori e discussione delle problematiche. Interverranno:

Justine TEMPESTA mktg&communication del Gruppo LOCCIONI - AEA;

Prof. Luca BARBINI archivista dell’Arcidiocesi di Camerino;

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GLI EVENTI DELLA SETTIMANA DI STUDIO SU

OTTAVIO TURCHI STORICO APIRANO DEL 700

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Giovanni LOCCIONI, ricercatore per passione;

Antonio SARGENTI, interprete e traduttore, nonché esperto di pergamene latine e

greche.

VENERDÌ 11 SETTEMBRE - San Michele - piazza “O. TURCHI”

• Ore 21:30: Conferenza “Papi e vescovi al tempo di Ottavio TURCHI” a cura di

Eraldo PITTORI, ricercatore e studioso;

• Ore 22:15: La famiglia Turchi ci dona un vescovo: Litterio, a cura di Sigra C.

Comino, Don Mario Scuppa. A seguire:“I luoghi della memoria: visite e percorsi

virtuali”. A cura della Castri Piri Valles e della Redazione della rivista trimestra-

le: “Voci dal San Vicino”.

SABATO 12 SETTEMBRE - SAN MICHELE - piazza “O. TURCHI”

• Ore 9:30 “I luoghi della memoria: visite e percorsi reali” Santa Felicita: luogo

del battesimo dello Storico; S. Salvatore, al tempo chiesa funeraria;

• Ore 16:00 Conferenza: “Statuti dello Stato Pontificio su bestemmie, intemperan-

ze, doveri dei parroci, impedimenti matrimoniali ed ordine sacro” a cura di

Eraldo PITTORI.

• Ore 21:30 Conferenza “L’Arcadia e Ottavio Turchi” a cura di Matteo PARRINI

DOMENICA 13 SETTEMBRE - SAN MICHELE - piazza “O. TURCHI”

• Ore 9:00 Conferenza “La figura pubblica e privata di Ottavio Turchi: immagine

di uno studioso del ‘700 attraverso la sua corrispondenza privata e le sue cita-

zioni letterarie” a cura di Matteo PARRINI;

• Ore 11:00 Conferenza “L’indagine storica del Turchi ed i rapporti con i suoi

contemporanei: problematiche e ricerche” a cura di Matteo PARRINI;

• Ore 16:00 Forum Migrantes

• Ore 18:00 nella COLLEGIATA DI S. URBANO, Santa Messa conclusiva con esequie

sulla tomba dello storico.

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GLI EVENTI DELLA SETTIMANA DI STUDIO SU

OTTAVIO TURCHI STORICO APIRANO DEL 700

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IL PERCORSO DELLA SCARPINATA DI DOMENICA 6 SETTEMBRE

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Rovistando negli archivi diocesani

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La signora Caterina Comino, incaricata per l’archivio diocesano di Norcia, ci in-

via questi due interessanti documenti, che anticipano un approfondito intervento du-

rante il convegno sulla figura di Litterio Turchi, concittadino-vescovo.

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La tradizione dei nostri avi insegna

Testimonianza: alla ricerca di una Chiesa.

robabilmen , la maggior par di noi non sen r il desiderio impe en , l esigenza improrogabile ed a vol dolorosa di riusc -

e a san care le fes , ma questa diventa tale o almeno si acuisce, cer in maniera pi o meno in nsa, in tu i quei ca olic

he si ovano, per qualche mo vo, lontani da a Pa ia e dai luoghi natali, dal mondo che conoscono e che hanno impara a

apprezzare.

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Per l’occasione dell’uscita di questo speciale su Ottavio Turchi, vorrei scrivere di vecchi rimedi per malattie talvolta dimenticati, ma tramandati sapientemente

dai nostri avi.La fretta, il bisogno di ottenere

tutto e subito fa correre il rischio di perdere il pre-zioso bagaglio di esperienze accumulate attraverso secoli di attenta osservazione.Per fortuna si nota un crescente interesse per quel-lo che la natura può offrirci; ricerchiamo sempre più cibi coltivati e preparati in modo artigianale, tradi-zionale e riscopriamo il valore della medicina popo-lare.Amo ascoltare dai miei pazienti, spesso contadini, trucchi, piccoli accorgimenti, segreti nel coltivare i loro ortaggi, nell’allevare i loro animali, l’utilizzo che fanno di erbe e piante per curare i loro malanni e spesso il bestiame.E’ un bagaglio culturale, il loro, infinito che spero non vada perso e che cercherò di esporre a piccole riprese anche nei prossimi numeri,Il metodo più comune per estrarre dalle piante le sostanze curative è la tisana. Quando si parla di “Tisana” ci si riferisce a tre procedimenti che per-mettono di sfruttare al meglio le proprietà medica mentali delle piante:infusione, decotto e macera-zione.Infusione: si versano erbe sminuzzate(fresche o secche) in un recipiente contenente acqua bollente, il recipiente va chiuso con coperchio.Decotto:è un metodo che permette di estrarre maggiore quantità di principio attivo dalle parti le-gnose di piante medicinali. Consiste nel cuocere per un certo tempo(indicato da ciascuna ricetta) radici e gambi.Macerazione: si lasciano riposare in un liquido (olio,alcol,acqua) foglie, semi, cortecce o le radici che rilasciano così sostanze solubili..Il più comune di questi è l’infusione. Infusi stimo-lanti al risveglio, rilassanti prima di coricarsi, vedi ad esempio l’infuso di camomilla per favorire il sonno, agli impacchi della stessa per occhi arrossati.

Della pianta si utilizzano 1) foglie fresche: per esempio la menta (mentha piperita) e l’ortica(urtica dioica) di cui si utilizzano le foglie fresche che si possono mangiare in insalata..Il succo di ortica è molto gradevole e depurativo2) Foglie secche: da esse si estraggono nella mag-gio parte dei casi le proprietà medicinali- Le foglie più vicine al fiore contengono una quantità maggio-re di principi attivi.3) Fiori: i fiori si usano quando si devono preparar infusi o bagni: il caso della salvia (salvia officinalis)è emblamatico.4)Parti dure: gambi, corteccia, radice si usano so-prattutto nei decotti.

Proprietà delle piante:

Una pianta può possedere più di una proprietà: può curare problemi digestivi e nello stesso tempo cal-mare i nervi. Spesso lo stress, la depressione o l’an-sia si accompagnano a disturbi della digestione.

a) proprietà diuretica. La pianta favorisce la produzione di urina , né è di esempio la co-da callina (equiseto arvense)

b) b) proprietà rilassanti: le piante in questo caso si usano come calmanti, rilassano la muscolatura ed agiscono da sedativi(es. fo-glie di arancio)

c) Proprietà espettoranti. L’anice stellato(illi-cium verum) aiuta ad espellere mucose ed impurità accumulate nei bronchi.

d) Proprietà digestive. Disturbi digestivi sono piuttosto comuni: si mangia troppo ed in fretta, masticando male. Molte le piante con proprietà digestive; es. il coriandolo ed il timo (Thymys valearis)

e) Proprietà corminative: le piante che le pos-siedono favoriscono l’espulsione dei gas in-testinali. Es. il cumino (cuminum cyminum).

f) Proprietà antiinfiammatorie: le piante con queste proprietà sono indicate in caso di infezione o contusioni, perché riducono il gonfiore e calmano il dolore; es. il rosmari-no(Rosmarinus officalis).

Dr. Andrea Borgoforte Gradassi

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n ressan sono le ri essioni che possono scaturire leggendo la s monianza che ci viene donata da chi ha vissu tale esp -

ienza... A noi decidere se fare soro e apprezzare tale dono, mezzo, forse, per ri e ere e crescere.

uno s molo a prepararci a even Forum Migran s del pomeriggio di domenica 13 se embre, come da programma.

La ricerca della Chiesa in Finlandia

Ricordo ancora il senso di smarrimento che provai nel mio primo inverno ad Helsinki.Ero appena arrivato da qualche giorno, lasciando tutto, davvero tutto, in Italia per un'esperienza di la-voro all'estero.Non capivo la gente parlare, non capivo cosa era scritto nelle insegne, nei cartelli pubblicitari e nei giornali, ne' la tv.Giravo con la cartina sempre in tasca alla scoperta della città in cui avrei dovuto vivere.Ed ecco che una delle prime esigenze fu quella di trovare una Chiesa. Ma non immaginavo che que-sto mi avrebbe portato a scoprire aspetti dramma-tici della storia del Cristianesimo in Finlandia. Infat-ti, provai un senso di abbattimento quando scoprii che durante il periodo di dominio russo, molte chie-se furono convertite in fabbriche prima, e in pub e discoteche poi, una volta conquistata l'indipenden-za.Altre chiese, quelle che ancora potevano dirsi tali, furono convertite da cattoliche a protestanti duran-te la riforma.La sensazione constante che ho provato entrando in una chiesa protestante, e' sempre stata quella di alienazione, di non sentirmi a mio agio e onesta-mente di non essere neanche in una Chiesa. Il cre-do protestante infatti, secondo la riforma Luterana, non prevede il culto dei santi, ne' della Vergine Ma-ria, e l'idea di Chiesa e' di avere un tempio in cui non ci sia nessuna distrazione.Di conseguenza entrando in una qualsiasi chiesa protestante (molto comuni in Finlandia) raramente mi trovai di fronte ad un crocifisso o ad un dipinto e assolutamente mai di fronte ad un tabernacolo (la permanenza di Cristo nell'Eucarestia non fa parte del loro credo). Il tutto per dire che feci difficoltà anche a farmi un segno di croce...Trovai poi una Chiesa Ortodossa, che all’opposto di quella Protestante, e' costruita con l'idea di far sen-tire il fedele in Paradiso, di richiamare la sua atten-zione all'idea del Sacro come glorioso e eccelso, idea rafforzata da numerosi e preziosissimi affreschi e icone di vario genere. Qui ebbi l'istinto di ingi-nocchiarmi, percependo una Chiesa come fino a quel momento l'avevo concepita (di fatto quella orto-dossa e quella cattolica sono probabilmente le professioni più vicine allo stesso credo).Ad ogni modo la mia ricerca non era conclusa: mi chiedevo se fosse possibile che non ci sia una Chiesa Cattolica.E la trovai.Per spiegare il Cattolicesimo di oggi (o meglio di allora, nel 2001) in Finlandia, e' necessario presentare qualche numero.Dopo la riforma luterana, per moltissimi anni (se non sbaglio fino al secolo scorso) era proibita l'evan-gelizzazione cattolica in Finlandia. Il risultato e' che oggi i cattolici sono circa otto mila, su una popola-zione di quasi sei milioni di abitanti per un territorio con un'estensione maggiore al suolo italiano. Le Chiese cattoliche in Finlandia sono dodici, tutte in una sola diocesi, con un vescovo, ad Helsinki. Al momento in realtà c'è una situazione di transizione e non c'è nessun vescovo e ci chiedono di pregare per questo. Ci sono sacerdoti che guidano 200 chilometri in una domenica per andare a dir Messa, e altrettanti nella via del ritorno.

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Andare a messa la domenica e' spesso increscioso per le condizioni meteorologiche e per la distanza.Per noi (qualche mese dopo il mio emigrare mi sono sposato e mia moglie e' emigrata con me) andare a Messa significava fare un viaggio di 1 ora per tratta con i mezzi pubblici, magari lasciando casa a -15° con neve e gelo.La flessibilità sull'orario della Celebrazione Eucaristica a cui partecipare era pressoché nulla: andare più tardi o il sabato significava ascoltare la Messa in Finlandese, che non capivamo. Alle 9.45 c'era la Mes-sa internazionale, meta' in Latino e meta' in Inglese (o Francese o Spagnolo a seconda della domenica del mese). Una volta al mese nel periodo invernale c'era anche la Messa in Italiano (salvo non sbaglia-re domenica e partecipare a quella in Vietnamita).La situazione era tale che sembrava che le scuse per scoraggiarci e non andare ci fossero servite in sequenza.Eppure andare era una forte volontà, un'esigenza direi.Non sentivamo il peso di un obbligo, ma ci sentivamo piuttosto obbligati dall'amore ad andare: come se volessimo mostrare un minimo di gratitudine al Signore che ci accompagnava ogni giorno.E in un ambiente in cui c'è ostilità per le relazioni sociali, in cui ci possono essere molte altre difficoltà a quelle sopra elencate, abbiamo trovato un sostegno e una forza unici nella Chiesa.Perché il Cristo dentro il tabernacolo non guarda da dove vieni e che lingua parli, ma parla al tuo cuore con il linguaggio universale dell'amore.Perché di fronte all'ostensorio che mostra l'Eucarestia, basta aprire un po' il cuore e non ci si sentirà mai soli, ma si avrà sempre una forza rinnovata, che non viene da noi, ma dallo Spirito Consolatore.Perché quando tutto va storto e non c'è nessun amico che possa essere li' ad ascoltarti e nemmeno nessuna persona che non dico condivida i tuoi valori, ma parli almeno la tua lingua, in questi momenti il Signore ti prende per mano.Per questo trovare una Chiesa non significava scoprire una parte della città, ma e' significato trovare un porto sicuro dove ormeggiare nel mare delle difficoltà della vita.Un aspetto interessante infine, e' quello di Chiesa comunità. Al termine delle celebrazioni e' usanza ra-dunarsi nelle sale parrocchiali per un caffè.In quel modo ci si conosce e domenica dopo domenica si ha la sensazione che il legame con i fratelli in Cristo sia in qualche modo più forte.Ed oggi, dopo aver lasciato la Finlandia da tre anni, i contatti più frequenti che ho con gli amici di quel-le terre sono con le persone conosciute in Chiesa.

Michele Marchetti

Una testimonianza forte e simpatica, in doppio formato linguistico, di una nuova componente della nostra comunità locale...

Wow!... Finalmente si pubblica una guida turistica di Apiro, città del folclore. Per ora la guida è disponibile in italiano ed inglese, ma quando potrà essere pubblicata anche in romeno, o per-ché no, in tedesco, in francese, o…addirittura in cinese? Un grande passo è stato fatto, quindi comin-ciamo ad esplorare ogni via, vico-lo, angoletto di questo piccolo paese ai piedi del Monte San Vi-cino, perché prima di conoscere il mondo dovremo conoscere bene il paese in cui viviamo.

Wow!...In sfarsit se publica un ghid turistic pentru Apiro, oras al folclorului. Pentru moment ghidul este disponibil in italiana si en-gleza, dar cand va putea fi publi-cat si in romana sau, de ce nu, in germana, in franceza, sau…chiar in chineza? Un mare pas a fost facut, sa incepem deci sa

exploram fiecare strada, alee, colt al acestei mici comune de la poalele muntelui San Vicino, pentru ca inainte sa cunoastem lumea ar trebui sa cunoastem bine tara in care locuim.

Ioana, un’apirana solo da poco tempo

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Apiro, la nuova casa.

Bran - Castello di Dracula

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Corrispondenza con i lettori.

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“Staccia Stacciola” AA.VV pag 175

... Vuà, no vve sete troati a

coè.

Le dolci colline marchigiane (G. Piovene) una volta avevano un nome;

... che penosa monotonia, oggi!

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